RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 271 - Testo della trasmissione di giovedì 28  settembre 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La Chiesa non impone a nessuno di credere nel Vangelo, ma rispetta con spirito di tolleranza qualsiasi persona, cultura o credo: lo ha affermato Benedetto XVI al nuovo ambasciatore tedesco presso la Santa Sede.  Quindi ribadisce: l’aborto non è mai giustificabile

 

Religioni, società e Stati devono allearsi per affermare la pace ed isolare i germi dell’estremismo: intervento dell’arcivescovo Giovanni Lajolo all’Assemblea generale dell’ONU a New York

 

La dolorosa vicenda dell’arcivescovo Emmanuel Milingo: nella comunità ecclesiale si continua a sperare in un ravvedimento. Con noi, il cardinale José Saraiva Martins e mons. Velasio De Paolis

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Al via oggi a Roma il V Simposio dei docenti universitari sul tema: “Dove va l’Europa?”. Interviste con il prof. Cesare Mirabelli e mons. Lorenzo Leuzzi

 

La relazione tra potenzialità del settore marittimo e crescita mondiale al centro dell’odierna Giornata mondiale del mare: ce ne parlano Silvio Greco e don Giacomo Martino

 

La presenza del Risorto nella comunità cristiana: un libro pubblicato da Città Nuova prepara al Convegno ecclesiale di Verona: ai nostri microfoni Michel Vandeleene e il cardinale Ennio Antonelli

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il Parlamento europeo frena sull'adesione della Turchia all’Unione Europea: è ancora in ritardo in materia di libertà religiosa e diritti delle minoranze. L’Assemblea di Strasburgo auspica che il prossimo viaggio del Papa in Turchia contribuisca al dialogo interreligioso

 

Ha preso il via, ieri a Città del Messico, l’incontro continentale per la pastorale mariana, promosso dagli episcopati dell’America Latina e dei Caraibi

 

Dal 1990 a oggi oltre 1,3 miliardi di persone hanno ottenuto l’accesso all’acqua potabile: è quanto emerge da un rapporto dell’UNICEF, che avverte: “Ancora 1,5 milioni di bambini sotto i 5 anni muoiono ogni anno per il consumo d’acqua non potabile”

 

Oggi, 28.mo anniversario della morte di Giovanni Paolo I, il “Papa del sorriso”

 

Parte oggi a Roma la missione “Gesù al centro”: dieci giorni dedicati alla preghiera, al confronto, allo spettacolo e allo sport, per “ascoltare la realtà giovanile romana”

 

24 ORE NEL MONDO:

Elezioni oggi in Zambia, uno dei Paesi più poveri del mondo

 

Il Brasile si prepara al voto di domenica: in calo nei sondaggi il presidente Lula

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

28 settembre 2006

 

LA CHIESA NON IMPONE A NESSUNO DI CREDERE NEL VANGELO,

MA RISPETTA CON SPIRITO DI TOLLERANZA QUALSIASI PERSONA, CULTURA O CREDO:

LO HA AFFERMATO BENEDETTO XVI AL NUOVO AMBASCIATORE TEDESCO

 PRESSO LA SANTA SEDE. IL PAPA HA PARLATO

 IN DIFESA DELLA VITA E DELLE TRADIZIONI CRISTIANE EUROPEE

 

Una grata rievocazione del recente viaggio in Baviera e una serie di prese di posizione su argomenti etici e sociali di stretta attualità, dalla difesa della vita e della famiglia ai diritti degli immigrati, specialmente per i cristiani perseguitati. Si è sviluppato su queste direttrici il discorso che Benedetto XVI ha rivolto al nuovo ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, Hans Henning Horstmann, ricevuto questa mattina a Castel Gandolfo per la presentazione delle Lettere credenziali. Per i particolari dell’udienza, il servizio di Alessandro De Carolis.

 

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“Dove cresce la comunione, e dove gli uomini si rafforzano nel bene grazie al messaggio della fede, ciò contribuisce anche alla convivenza umana nella società e incoraggia i cittadini a prendere delle responsabilità in vista del bene comune”. La constatazione che Benedetto XVI ha posto tra le prime affermazioni del suo discorso ha fatto da apripista alle successive considerazioni su importanti argomenti di tipo sociale. Prima di addentrarvisi, il Papa ha voluto ringraziare ancora una volta, tramite il nuovo ambasciatore Horstmann, le autorità del suo Paese d’origine per l’affetto e l’“aiuto generoso” dimostrati durante il suo viaggio apostolico in Germania. Quindi, il Papa si è soffermato su un concetto a lui molto caro, più volte ripreso negli ultimi tempi: quello della tolleranza.

 

“La Chiesa – ha affermato - non si impone. Non costringe nessuno ad accettare il messaggio del Vangelo. Per questo, l’incontro con gli altri deve essere segnato da tolleranza e apertura culturale. Tuttavia – ha osservato - la tolleranza non deve essere mai scambiata con l’indifferenza, che è l’opposto del “profondo interesse cristiano” per l’uomo e il suo bene. La “vera tolleranza – ha affermato ancora Benedetto XVI - presuppone sempre il rispetto dell’altro, dell’uomo, che è stato creato da Dio è la cui esistenza è voluta da Dio”.

 

E proprio in riferimento al bene dell’uomo – ovvero alla difesa della “sua dignità, integrità e libertà”, valori per i quali da sempre si muove la Chiesa universale – Benedetto XVI ha ribadito alcuni capisaldi della morale cristiana. “Ricordo in primo luogo – ha detto – la tutela del matrimonio e della famiglia”, oggi minacciati “da un cambiamento di concezione della comunità coniugale”. E quindi la difesa della vita nascente, in particolare - ha sottolineato il Papa – in quei casi in cui si pensi di sopprimere una vita segnata da un handicap. “L’aborto – ha asserito Benedetto XVI – non può essere giustificato da nulla”, perché anche una vita colpita da minorazione “ha valore per Dio”. Dalla difesa della vita, Benedetto XVI è passato alla tutela dei profughi, in particolare dei cristiani che chiedono asilo in seguito a persecuzione religiosa. Il Papa si è appellato alle autorità tedesche perché queste persone non vengano rimpatriate, ma anzi si faciliti “la loro integrazione” in Germania: un Paese, ha riconosciuto il Pontefice, “aperto al mondo”.

 

Infine, Benedetto XVI si è soffermato sull’antica tradizione culturale tedesca e sulla formazione dei giovani che prevede anche l’insegnamento “ordinario” della religione. Ma anche nei casi in cui si scelga la possibilità di un insegnamento “neutrale della religione” – ad esempio, per i giovani che non appartengono ad alcuna chiesa o comunità – questo insegnamento, ha concluso Benedetto XVI, “non può e non deve essere neutrale dei valori”. Anzi, ha soggiunto, si deve “rendere possibile” la conoscenza delle “grandi tradizioni dello spirito dell’Occidente, che ha marcato la storia e la cultura europea e che continua ad ispirarla”.

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ALTRE UDIENZE

 

Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina, in successive udienze nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, anche il dott. Günter Hirsch, presidente della Corte di Cassazione della Repubblica Federale tedesca, con la consorte, e l’ex segretario di Stato statunitense e premio Nobel per la pace, Henry A. Kissinger.

 

 

RELIGIONI, SOCIETA’ E STATI DEVONO ALLEARSI PER AFFERMARE LA PACE

ED ISOLARE I GERMI DELL’ESTREMISMO:

INTERVENTO DELL’ARCIVESCOVO GIOVANNI LAJOLO

ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU A NEW YORK

        

L’importanza del dialogo tra le religioni e la responsabilità della società e degli Stati per portare la pace in un mondo diviso e dilaniato: ne ha parlato ieri ampiamente all’Assemblea delle Nazioni Unite a New York, l’arcivescovo Giovanni Lajolo, neopresidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ed ex segretario per i Rapporti con gli Stati. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Un intervento lungo e articolato, quello dell’arcivescovo Lajolo, che ha evidenziato le serie problematiche di fronte all’umanità in un mondo che non molto tempo fa – ha detto – appariva crescesse al nostro passo, verso un villaggio globale. Al contrario questo mondo è diviso nella cultura, nella fede, nel benessere e nei livelli di progresso materiale, ed anche più nell’attitudine al potere, all’autorità e alla cooperazione. “I nostri sforzi – ha denunciato – per superare le divisioni ed armonizzare le differenze sono stati esitanti e al tempo stesso poco convinti”. E la nostra impreparazione sembra essere il maggior ostacolo al rafforzamento del ruolo delle Nazioni Unite, indispensabile per affrontare vecchie e nuove sfide e procedere nelle necessarie riforme - che la Santa Sede raccomanda - nel campo della costruzione della pace, dello sviluppo e dei diritti umani, a partire dai diritto alla vita, alla liberta religiosa, alla libertà di pensiero e di espressione. 

        

L’arcivescovo Lajolo ha quindi ribadito l’importanza del dialogo tra le fedi, nella ferma convinzione che la religione – “nonostante in alcuni casi – continui ad essere cinicamente sfruttata per fini politici” sia - nella sua espressione migliore, più vera e più autentica – “una forza vitale per il bene, per l’armonia e per la pace tra i popoli”. Del resto proprio in questa ultima generazione, le religioni, i loro leader e i fedeli hanno mostrato cosi tante volte la propria volontà di dialogare, offrendo un esempio al mondo. Ma “un sincero dialogo – ha evidenziato il presule - necessariamente comporta un’analisi autocritica del rapporto che intercorre tra le nostre tradizioni e le strutture sociali, politiche ed economiche inclini a divenire agenti di violenza ed ingiustizia”. 

        

In tale contesto, il rappresentante della Santa Sede è tornato sul discorso di Benedetto XVI all’Università di Ratisbona, per chiarire ancora una volta che “la reale intenzione del Papa era quella di spiegare che la religione e la ragione vanno di pari passo e non la religione e la violenza, nel contesto di una visione critica di una società che cerca di escludere Dio dalla vita pubblica”.

 

“Ricade – ha concluso l’arcivescovo - su tutte le parti interessate, dalla società civile agli Stati, promuovere la libertà religiosa e una sana tolleranza sociale che disarmi gli estremisti ancor prima che comincino a corrompere gli altri con il loro odio per la vita e la libertà”.

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LA DOLOROSA VICENDA DELL’ARCIVESCOVO EMMANUEL MILINGO:

NELLA COMUNITA’ ECCLESIALE SI CONTINUA A SPERARE IN UN RAVVEDIMENTO

- Interviste con il cardinale José Saraiva Martins e con mons. Velasio De Paolis -

 

La Chiesa ha accolto con grande dolore la decisione dell’arcivescovo Emmanuel Milingo di porsi al di fuori della comunione ecclesiale consacrando vescovi 4 sacerdoti, senza il necessario mandato pontificio. L’ordinazione episcopale, ritenuta non valida, si è svolta il 24 settembre scorso a Washington, determinando la scomunica “latae sententiae”, ovvero automatica, del presule e dei 4 sacerdoti.

Ma sentiamo, al microfono di Fabio Colagrande, il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi:

 

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R. – E’ stato un fatto veramente doloroso e la Chiesa non poteva fare diversamente. La Chiesa è stata sempre madre nei suoi confronti: certamente una madre che vuole bene ai suoi figli, è madre non soltanto quando li accarezza, ma anche quando li punisce; non smette mai di essere madre! Il mio augurio è che questa misura della Chiesa nei confronti dell’arcivescovo Milingo spinga l’arcivescovo stesso a ravvedere un po’ la sua situazione. Si tratta, infatti, di una situazione anormale, di una situazione molto triste. Ad ogni modo penso che noi cattolici, cristiani e credenti, dobbiamo e possiamo fare una sola cosa sola: pregare Dio, perché questo nostro fratello riveda il suo comportamento e ritorni, quindi, sui suoi passi.

 

D. – Pregare, dunque, perché mons. Milingo si ravveda. Per lei, eminenza, è ancora possibile?

 

R. – Per Dio tutto è possibile, ovviamente. Ma dipende certamente anche dalla volontà della persona, che deve collaborare con Dio. Se si parte dal presupposto che la preghiera non serve a niente e si crede di essere sulla giusta via, allora è chiaro che la causa non è in Dio, non è nella Chiesa, ma è nella persona stessa che rimane sorda alla voce di Dio, alla voce della Chiesa e alla voce dei fratelli. Ecco, questo è l’augurio che personalmente faccio, che lui si possa ravvedere. Noi, intanto, preghiamo per lui.

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L’arcivescovo Milingo e i quattro sacerdoti sono incorsi nella scomunica “latae sententiaein base al Canone 1382 del Codice di Diritto Canonico.  Ascoltiamo in proposito mons. Velasio De Paolis, segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica. L’intervista è di Fabio Colagrande:

 

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R. – Il Canone - facendo riferimento al principio fondamentale in base al quale i vescovi possono essere consacrati solo in seguito ad un mandato pontificio - dice che chi osa consacrare un vescovo senza questo mandato, commette un grave delitto nei confronti della disciplina della Chiesa e pertanto viene punito gravemente, con la pena più grave che la Chiesa conosce e cioè la scomunica e per di più in questo caso la scomunica viene detta  latae sententiae” e cioè ci si incorre automaticamente con l’attuazione del fatto delittuoso. Per cui la comunicazione che è stata data in questi giorni significa semplicemente una dichiarazione di un fatto con le conseguenze che l’ordinamento giuridico della Chiesa prevede, quando una pena viene dichiarata.

 

D. – Mons. De Paolis, perché dal punto di vista della disciplina ecclesiastica si tratta di un delitto? Qual è il contenuto che sta dietro questa norma?

 

R. – C’è il contenuto teologico che dice che la Chiesa è affidata alla cure dei vescovi, in quanto succedono al Collegio Apostolico e attraverso il Collegio Apostolico ricevono il potere di Nostro Signore Gesù Cristo di pascere il gregge del Signore. Il Collegio Apostolico ha come capo Pietro. La successione al Collegio Apostolico ha i diversi vescovi, con a capo il Papa. Il vescovo viene inserito in questo Collegio e vive in comunione con tutte gli altri vescovi e soprattutto in obbedienza al capo, che è appunto il Papa. Di qui si capisce, quindi, l’importanza della norma che vuole che i vescovi vengano nominati dal Papa e quindi si può passare alla consacrazione soltanto quando ci sia un mandato preciso da parte del Santo Padre. Un vescovo che non sia sotto il Santo Padre è un vescovo anomalo o addirittura – diciamo - in contrasto con il significato stesso della dignità episcopale.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Servizio vaticano - Il discorso di Benedetto XVI al nuovo ambasciatore di Germania.

 

Servizio estero - Iraq: dieci morti in un attentato davanti ad una moschea a Baghdad.

L’intervento dell’arcivescovo Giovanni Lajolo sul tema: “Sviluppo, rispetto dei diritti umani e dialogo tra le religioni come via principale per la pace”

 

Servizio culturale - Un articolo di Franco Patruno dal titolo “Nella costante ricerca delvero’ la nostalgia del mito classico”: opere di Annibale Carracci in una mostra al Museo Civico Archeologico di Bologna.

 

Servizio italiano - In primo piano il tema della finanziaria.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

28 settembre 2006

 

AL VIA OGGI A ROMA IL V SIMPOSIO DEI DOCENTI UNIVERSITARI SUL TEMA:

“DOVE VA L’EUROPA?”

- Interviste con il prof. Cesare Mirabelli e mons. Lorenzo Leuzzi -

 

“Dove va l’Europa? Cultura, popoli, istituzioni”: è il tema del V Simposio dei docenti universitari promosso dall’ Ufficio per la Pastorale universitaria  in collaborazione con la LUMSA, la Libera Università Maria Santissima Assunta, e che si apre oggi presso il Vicariato di Roma. Ascoltiamo, al microfono di Marina Tomarro, il prof. Cesare Mirabelli presidente del Comitato organizzatore del Simposio:

 

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R. - L’Università è il luogo di elaborazione della cultura e di trasmissione del sapere. L’idea è che l’Europa non possa fondarsi solamente su elementi economici, né solamente su elementi istituzionali ma su un sostrato più solido che è quello culturale. Il Simposio inizierà con una lettura dei fondamenti antropologici e anche di quella che è la dimensione religiosa dell’Europa. Valuterà poi i problemi della integrazione e della sussidiarietà; approfondirà i temi della solidarietà e si muoverà poi in un’ottica di più lungo respiro perché è un Simposio organizzato in preparazione anche di un grande incontro tra i docenti universitari europei che si svolgerà nel giugno del prossimo anno.

 

Ma quale dovrebbe essere il ruolo delle università nell’elaborazione della Costituzione europea? Ascoltiamo a questo proposito mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale universitaria del Vicariato di Roma:

 

R. – La Carta costituzionale è sempre espressione di un vissuto reale di un popolo, di un Paese, in questo caso di più Nazioni. Per cui è necessario che i contenuti che sono presenti nella Costituzione siano continuamente non soltanto applicati ma soprattutto sostenuti attraverso un adeguamento e una organizzazione culturale continua. E in questo senso, direi che due sono i grandi compiti dell’università: il primo, quello di elaborare i contenuti che sostengono la Costituzione e poi, soprattutto una formazione delle nuove generazioni allo spirito costituzionale.

 

D. – Ma questo Simposio, può essere anche l’occasione per uno scambio culturale tra professori provenienti da Paesi europei molto diversi tra di loro?

 

R. – Questi simposi, come anche quest’ultimo che ci prepariamo a vivere, vede la partecipazione di docenti provenienti da oltre 35 Paesi europei, può costituire una grande occasione di incontro ma anche di confronto e soprattutto di forme di collaborazioni per il futuro.

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LA RELAZIONE TRA POTENZIALITA’ DEL SETTORE MARITTIMO

E CRESCITA MONDIALE AL CENTRO DELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DEL MARE 2006

- Interviste con Silvio Greco e don Giacomo Martino -

 

Si celebra oggi la Giornata Mondiale del Mare, che ha lo scopo di sensibilizzare sui problemi dell’habitat marino. L’odierna Giornata, in vista della quale il Papa ha invitato domenica scorsa dopo l’Angelus a pregare per gli uomini e le donne che lavorano in mare, è incentrata sul tema: “La risposta dell’Organizzazione marittima internazionale (IMO) alla Conferenza mondiale del 2005”. Durante questo incontro erano stati presi in esame gli obiettivi della Dichiarazione del Millennio, adottata nel 2000 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Tra le principali sfide per l’umanità nel XXI secolo, erano state indicate la promozione della pace, la diminuzione della povertà e la realizzazione di uno sviluppo equo e sostenibile. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Per centrare gli obiettivi indicati nella Dichiarazione del Millennio – si legge nel messaggio del Segretario generale dell’Organizzazione marittima internazionale, Efthimios Mitropoulos – anche le attività legate al mare possono aiutare a contrastare fame e povertà, a promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne, a tutelare l’ambiente e a rinvigorire un’alleanza mondiale per lo sviluppo:

 

The party played by the marittime sector as an enabler of global trade…

 

“Il settore marittimo, per la sua capacità di favorire il commercio mondiale - prosegue Mitropoulos - può diffondere prosperità e offrire il proprio contributo nel ridurre la povertà entro la metà del 2015”. Ma il mare può essere realmente un fattore di crescita per il commercio mondiale? Ascoltiamo il commissario dell’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare, Silvio Greco:

 

R. – Assolutamente sì, perché attualmente oltre al fatto che la maggior parte delle proteine che noi utilizziamo sono di origine marina. Basti poi pensare a tutto il grande meccanismo che è legato al traffico internazionale, quindi al trasporto e al turismo che, ormai, inizia a diventare una delle risorse più importanti.

 

Il mare può dunque generare ricchezze ma anche alimentare speranze, spesso illusorie. E’ questo il caso degli attuali flussi migratori che hanno quasi sempre nel mare una distanza da colmare …

 

R. – Ci sono sempre sponde che “guardano” a nord; quindi, tutta questa gente che viene dal sud vede questa sponda al nord e c’è una necessità ormai fisiologica. Sono flussi migratori che nella maggior parte dei casi riguardano specialmente gli immigranti più poveri. Attraverso il mare bisogna quindi porre un freno a queste tragedie: è chiaro che il mare deve essere un mare di pace, un mare che sia uno spunto di sviluppo e che dia una possibilità a queste persone. Non deve essere un mare che le inghiotte, prima ancora che inizi una speranza di vita.

 

Il mare può anche rivelarsi unnemico’ per l’uomo come nel caso dello tsunami che il 26 dicembre del 2004 ha devastato il sud est asiatico. Quali avvertimenti lancia, oggi, il mare?

 

R. – E’ ormai provato che i cambiamenti climatici stanno modificando anche le intensità di questi eventi, che sono degli “eventi naturali”.

 

Domenica scorsa, il Santo Padre ha ringraziato Dio per il lavoro dell’Apostolato del Mare. Il Papa si è riferito, in particolare, all’aiuto “umano e spirituale” offerto ai marittimi. Su questo costante impegno, ascoltiamo il direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale dei marittimi della Fondazione Migrantes, don Giacomo Martino:

 

R. – Nel mondo abbiamo circa 160 centri di accoglienza proprio per la gente di mare; questi centri consentono al marittimo di trovare accoglienza. Noi osiamo chiamarci la “loro casa lontano da casa”; quindi, il marittimo in un qualche modo trova non soltanto un aiuto per quelle che possono essere problematiche anche lavorative ma, soprattutto, un’accoglienza di una Chiesa che si fa vicino a tutti senza distinzioni.

 

D. – Tra le iniziative dell’Apostolato anche quella dei cappellani a bordo …

 

R. – E’ un’esperienza particolarmente italiana, che dura da 70 anni con forme diverse. In questo momento la forma più alta è quella di un’assistenza essenzialmente dedicata all’equipaggio, i cui membri trovano nel cappellano proprio un punto di riferimento che, indipendentemente dalla religione di ciascuno, è il rappresentante di Dio: il cappellano è il padre per tutti: per i musulmani, per gli atei e per i cristiani.

 

In Italia, la Giornata di sensibilizzazione si svolgerà domenica prossima con celebrazioni eucaristiche, momenti di preghiera e di riflessione nei porti italiani. Sui temi legati al mare è intervenuto anche il Pontificio Consiglio per i migranti e gli itineranti sottolineando come la globalizzazione del lavoro, la pesca illegale e i regolamenti rigidi possano nuocere all’ambiente marittimo.

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LA PRESENZA DEL RISORTO NELLA COMUNITÀ CRISTIANA:

IN UN LIBRO PUBBLICATO DA CITTÀ NUOVA, LE TESTIMONIANZE DI TEOLOGI E LAICI PREPARANO AL CONVEGNO DI VERONA

SUL TEMA “TESTIMONI DI GESÙ RISORTO, SPERANZA DEL MONDO”

- Ai nostri microfoni Michel Vandeleene e il cardinale Ennio Antonelli -

 

La Chiesa italiana, in occasione del IV Convegno Ecclesiale Nazionale che si svolgerà a Verona dal 16 al 20 ottobre, rifletterà sulla testimonianza che oggi i cristiani offrono del Risorto. E proprio sulla presenza del Risorto nella comunità cristiana la casa editrice Città Nuova ha appena pubblicato “Egli è vivo”, un volume che raccoglie tra gli altri i contributi di mons. Piero Coda e di Chiara Lubich. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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Fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione per far conoscere al mondo il Risorto. Le pagine di “Egli è vivo” vogliono contribuire a questo impegno che ogni cristiano dovrebbe far proprio. Il libro illustra cosa vuol dire sperimentare la vicinanza di Cristo nella vita di ogni giorno. Ma da che cosa è resa evidente la presenza del Risorto nella quotidianità? Ci risponde Michel Vandeleene, curatore del volume:

 

R. – E’ una presenza legata alla reciprocità. Certo, Cristo lo si può avvertire nella meditazione della Parola, lo si può avvertire davanti all’Eucaristia, ma quando due o tre persone si uniscono nel sincero amore reciproco, nella carità e nell’amore cristiano, nell’agape, e sono realmente disposti a vivere l’uno per l’altro, come Gesù vuole, si sente lo Spirito, si sente il Risorto.

 

D. – Oggi c’è un modo per scoprire questa presenza?

 

R. – La si vede ovunque ci sono dei cristiani che vivono l’amore scambievole. L’amore scambievole è veramente la visibilità del Risorto e questo sia nelle fabbriche, nelle aziende, nei Parlamenti, nelle famiglie, dappertutto.

 

E una comunità cristiana come può fare esperienza del Risorto? Lo abbiamo chiesto all’arcivescovo di Firenze, cardinale Ennio Antonelli:

 

R. – Deve essere unita, unita nell’amore, nella carità, nell’amore reciproco.  Quando l’amore reciproco è intenso, è concreto, è operativo, allora la gente vede che c’è qualcosa di nuovo e questo qualcosa di nuovo è questa unità che è un riflesso della Trinità Divina e della vita stessa di Dio.

 

D. – Oggi che cosa, in particolare, bisogna fare per riscoprire il Risorto nella vita quotidiana?

 

R. – Occorre anzitutto una comunione personale con il Signore. La fede deve essere motivata, convinta, appassionata, deve essere un rapporto vivo, da persona viva a persona viva, e deve essere vissuta insieme: intorno a Gesù, siamo molti, uniti, nel suo nome.

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CHIESA E SOCIETA’

28 settembre 2006

 

IERI A STRASBURGO, IL SI’ DEL PARLAMENTO EUROPEO A UN EMENDAMENTO

SULL'ADESIONE DELLA TURCHIA ALL’UE IN CUI SI AUSPICA CHE

IL PROSSIMO VIAGGIO DEL PAPA IN TURCHIA CONTRIBUISCA

AL DIALOGO INTERRELIGIOSO FRA CRISTIANI E MUSULMANI

- A cura di Roberta Moretti -

 

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STRASBURGO. = “Il viaggio del Papa in Turchia contribuisca al dialogo interreligioso e interculturale”: è l’auspicio espresso dai deputati del Parlamento Europeo a Strasburgo, che ieri hanno adottato – con 429 voti favorevoli, 71 contrari e 125 astensioni – un emendamento presentato da Camiel Eurlings, a nome del Partito popolare europeo (Ppe), sull’adesione della Turchia all’UE. Nell’emendamento si sottolinea l’importanza del rafforzamento dei legami tra Turchia e UE, pur costatando un sostanziale rallentamento delle riforme nel Paese, che potrebbe cancellare le speranze di una piena adesione. Gli eurodeputati segnalano “progressi insufficienti” in merito alla libertà di culto e di espressione, ai diritti delle minoranze e delle donne e, più in generale, all’affermazione di uno Stato di diritto, in cui la legge prevalga sull’arbitrio delle autorità e dei singoli. Nel condannare con forza l’assassinio di don Andrea Santoro, avvenuto lo scorso 5 febbraio a Trebisonda, l’emendamento sollecita la tutela dei diritti fondamentali di tutte le minoranze e comunità cristiane ed auspica che la visita di Benedetto XVI in Turchia, in programma dal 28 al 30 novembre, “contribuisca con forza al dialogo interreligioso e interculturale fra il mondo cristiano e musulmano”. Gli europarlamentari chiedono, inoltre, “che l’educazione religiosa sia volontaria per tutti e che ciò non riguardi soltanto la religione sunnita, e che a coloro i quali non intendono avvalersi dell’educazione religiosa sia offerto un insegnamento alternativo che affronti i valori, le norme e le questioni etiche”. Alla Turchia viene inoltre intimato di “rispettare gli impegni presi” per l’apertura dei suoi scali alle navi e agli aerei di Cipro, mettendo da parte il contenzioso ultraventennale che vede l’isola divisa tra Repubblica greco-cipriota, membro dell’UE, e la Repubblica turca di Cipro Nord, priva di riconoscimento internazionale. Unica concessione ad Ankara: la scomparsa della richiesta al governo Erdogan del riconoscimento del genocidio degli armeni come “precondizione” all’adesione. L’emendamento mantiene comunque l’invito a riconoscere lo sterminio degli armeni e sottolinea che è “indispensabile” affrontare seriamente la questione.

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RISCOPRIRE LA “RICCHEZZA EVANGELIZZATRICE RACCHIUSA NELL’AMORE VERSO

LA MADONNA CHE NUTRONO I POPOLI LATINOAMERICANI E CARAIBICI”:

CON QUESTO INTENTO, HA PRESO IL VIA IERI A CITTÀ DEL MESSICO,

L’INCONTRO CONTINENTALE PER LA PASTORALE MARIANA, PROMOSSO

DAGLI EPISCOPATI DELL’AMERICA LATINA E DEI CARABI (CELAM)

- A cura di Luis Badilla -

 

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CITTA’ DEL MESSICO. = Riscoprire l’enorme “ricchezza evangelizzatrice racchiusa nell’amore verso la Madonna che nutrono i popoli latinoamericani e caraibici”: con questo intento, si è aperto ieri presso il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico, alla presenza di oltre 200 partecipanti, l’Incontro continentale per la pastorale mariana. L’evento, che si concluderà il primo ottobre, è preparatorio alla V Conferenza generale degli Episcopati dell’America Latina e dei Caraibi (CELAM), in programma dal 13 al 31 maggio 2007 a La Aparecida, in Brasile. Ad aprire l’incontro è stato il presidente del CELAM e arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Francisco Javier Errázuriz, che ha sottolineato la necessità di riscoprire l’inesauribile “ricchezza pastorale della missione di Maria, per capire di più la saggezza di Dio, che fece di Lei il primo discepolo missionario del suo Figlio Unigenito”. Lo stesso “Piano pastorale globale del CELAM - ha ricordato il porporato - ci invita ad analizzare e promuovere i contributi che la pietà mariana offre alla missione evangelizzatrice della Chiesa”. “Perciò – ha aggiunto, citando l’Enciclica Redemptoris Mater di Giovanni Paolo II - in qualche modo la fede di Maria, sulla base della testimonianza apostolica della Chiesa, diventa incessantemente la fede del popolo di Dio in cammino: delle persone e delle comunità, degli ambienti e delle assemblee, e infine dei vari gruppi esistenti nella Chiesa”. “Si potrebbe forse parlare – ha aggiunto il cardinale Errázuriz - di una specifica ‘geografia’ della fede e della pietà mariana, che comprende tutti quei luoghi di particolare pellegrinaggio del popolo di Dio, che cerca l’incontro con la Madre di Dio per trovare, nel raggio della materna presenza di ‘colei che ha creduto’, il consolidamento della propria fede”. Il porporato ha voluto poi richiamare l’attenzione su un “fatto sconcertante”. Dopo aver sottolineato l’importanza e la centralità di Maria nella Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II, ha ricordato che la Conferenza generale degli episcopati latinoamericani del 1968 a Medellìn, in Colombia, a tre anni dalla chiusura dell’Assemblea conciliare, disse poco o nulla circa la presenza e la missione della Madre di Dio nella Chiesa e nel mondo. Il tema di Maria “non appare tra le 16 tematiche centrali del documento conclusivo”, ha affermato il porporato. “Una spiegazione possibile?”, si è subito domandato, per rispondere: “Tutto il nostro immenso amore per Maria non si era ancora tradotto nella percezione che Lei poteva essere anche un programma d’azione pastorale”. Il cardinale Errázuriz, ha concluso il suo intervento ricordando come le successive Conferenze generali (a Puebla e Santo Domingo) misero fine a questo “silenzio sconcertante”. Nell’ambito dell’Incontro continentale per la pastorale mariana, prenderà il via il primo ottobre, sempre nel Santuario di Nostra signora di Guadalupe a Città del Messico, il Congresso Teologico sulla pastorale mariana, incentrato su quattro grandi tematiche: Teologia; Dogmi mariani; Spiritualità; Pedagogia pastorale.

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DAL 1990 AD OGGI OLTRE 1,3 MILIARDI DI PERSONE HANNO GUADAGNATO ACCESSO ALL’ACQUA POTABILE: E’ QUANTO EMERGE DA UN RAPPORTO DELL’L’UNICEF,

CHE AVVERTE: “ANCORA 1,5 MILIONI DI BAMBINI SOTTO I 5 ANNI

MUOIONO OGNI ANNO PER IL CONSUMO D’ACQUA NON POTABILE”

 

NEW YORK. = Il consumo d’acqua non potabile e la mancanza di servizi igienici di base contribuiscono ogni anno alla morte di almeno 1,5 milioni di bambini sotto i 5 anni, malgrado dal 1990 ad oggi oltre 1,2 miliardi di persone abbiano guadagnato accesso all’acqua potabile: a riferirlo è il rapporto Unicef “Progress for Children”, dedicato ai progressi compiuti riguardo al settimo Obiettivo del Millennio, che prevede, entro il 2015, di dimezzare la percentuale di persone prive d’accesso sostenibile ad acqua potabile e servizi igienico-sanitari di base. In America Latina, Carabi e Asia meridionale tale obiettivo è stato raggiunto con quasi dieci anni di anticipo. In generale, tra il 1990 e il 2004 l’accesso all’acqua potabile è cresciuto dal 78 all’83 per cento. Un risultato definito “impressionante” dal direttore generale dell’Unicef, Ann M. Yeneman, che ha però precisato che “circa 425 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni non dispongono ancora di forniture sicure di acqua e che oltre 980 milioni sono privi di servizi igienici adeguati”. Il documento rivela, infine, che si potrebbero ridurre di due terzi le malattie diarroiche della prima infanzia, migliorando le condizioni igieniche e garantendo l’accesso all’acqua potabile alle popolazioni più povere. (M.G.)

 

 

OGGI, 28.MO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIOVANNI PAOLO I,

IL “PAPA DEL SORRISO”

 

ROMA. = “Ebbe la grazia di essere un comunicatore esemplare per donarci, in semplicità e letizia, il vero, il bello e il buono”: così viene ricordato Giovanni Paolo I, nella preghiera che questa mattina, a 28 anni dalla morte, il vescovo di Belluno-Feltre, Giuseppe Andrich ha recitato per la prima volta nella Basilica di San Pietro. Una preghiera – riferisce il quotidiano Avvenire – composta per la solenne conclusione del processo diocesano di beatificazione, il prossimo 11 novembre, e che sarà diffusa con l’immagine sorridente di Papa Luciani. Il pontefice lo ricordiamo – venne eletto al Soglio Pontificio il 26 agosto del 1978, dopo sole 24 ore di Conclave, e morì 33 giorni dopo. Oggi pomeriggio alle 18.00 il “Papa del sorriso” verrà ricordato con una Messa solenne anche nel Paese natale, Canale D’Agordo, in provincia di Belluno. (R.M.)

 

 

AL VIA OGGI A ROMA LA MISSIONE “GESÙ AL CENTRO”: DIECI GIORNI DEDICATI ALLA PREGHIERA, AL CONFRONTO, ALLO SPETTACOLO E ALLO SPORT,

PER “ASCOLTARE LA REALTÀ GIOVANILE ROMANA”

 

ROMA. = “Ascoltare la realtà giovanile romana, quella più ordinaria; cercando di dare risposte ai giovani che pongano domande sul senso della vita e sul senso del loro essere”: con questo spirito, parte oggi la terza edizione della missione “Gesù al Centro”, che si terrà per le strade del centro storico di Roma fino all’8 ottobre. “Un’iniziativa che sarà animata dai giovani”, ha affermato il segretario generale del Vicariato e direttore del Servizio diocesano per la pastorale giovanile di Roma, mons. Mauro Parmeggiani. Al centro della missione vi saranno la preghiera e la riflessione, ma anche una serie di occasioni di evangelizzazione, di confronto, di spettacolo, di sport e di musica, per “aiutare i giovani a riscoprire quella fede che hanno vissuto da piccoli”. “Alcune Chiese del centro storico – ha precisato il presule – saranno punto di riferimento per la preghiera, in particolare per l’adorazione eucaristica”. Tra gli eventi in programma si segnalano: la Via Crucis da San Giovanni in Laterano a Santa Croce in Gerusalemme; visite nelle scuole cattoliche e pubbliche, così come negli ospedali; animazione di strada e l’allestimento di una “Tenda dell’incontro”. Inoltre, ogni giorno sarà aperto un “Villaggio dello sport” con la possibilità di partecipare a mini tornei di calcetto e pallavolo.  Sabato 30 settembre, alle ore 19,00, la Chiesa di Sant’Agnese in Agone a piazza Navona, che da alcuni anni ospita l’adorazione eucaristica settimanale per numerosi giovani, accoglierà la liturgia della Parola con il mandato missionario da parte di mons. Ernesto Mandara, vescovo Ausiliare per il Settore Centro di Roma. Alle ore 21,30, sempre  in piazza Navona, ci sarà il concerto di apertura della missione organizzato da “Rtl 102.05” con la partecipazione degli “Zeroassoluto”. (M.G.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

28 settembre 2006

 

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

Non si ferma l'offensiva del terrore in Iraq. A Baghdad, una serie di attentati ha provocato una decina di vittime, fra civili e Forze di sicurezza. Intanto, nelle ultime 24 ore, in diversi quartieri della capitale sono stati rinvenuti corpi di 40 persone con evidenti segni di torture.

 

La presenza del contingente italiano in Afghanistan non sarà ridimensionata. Lo ha affermato il ministro degli Esteri italiano, Massimo D’Alema, dopo l’incontro con il collega australiano, Downer, sottolineando il sostegno dei due Paesi al governo afgano. Intanto, si svolgeranno domani nel Duomo di Cuneo i funerali di Giorgio Langella, il caporal maggiore degli Alpini ucciso martedì scorso in un attentato a Kabul.

 

Coinvolgere Pakistan e Afghanistan nella lotta contro il terrorismo internazionale. Questo lo scopo della cena di lavoro, ieri alla Casa Bianca, offerta dal presidente Bush ai capi di Stato pakistano e afghano, Musharraf e Karzai. “Dobbiamo collaborare contro il nemico comune”, ha precisato Bush, che ha cercato di ricucire le recenti polemiche tra Pakistan e Afghanistan.

 

Il primo ministro israeliano, Ehud Olmert, incontrerà nei prossimi giorni il presidente palestinese, Abu Mazen. È quanto ribadito in un’intervista alla radio nazionale da Olmert stesso che ha precisato di non avere intenzione di rilasciare prigionieri palestinesi se prima non sarà liberato il caporale israeliano rapito lo scorso mese di giugno. Olmert ha poi bocciato l’ipotesi di un negoziato con la Siria, perché – ha affermato - questo Paese è stato e continua ad essere “il principale sostegno delle organizzazioni terroriste palestinesi”.

 

Sono stati fatti progressi: così si è espresso il rappresentante della politica estera europea, Javier Solana, dopo il secondo colloquio a Berlino con il capo negoziatore iraniano, Ali Larijani. Solana ha inoltre annunciato un altro incontro con la diplomazia iraniana per la settimana prossima.

 

Il leader della guerriglia separatista curda del PKK, Abdullah Ocalan,  ha lanciato dalla prigione un appello ai suoi uomini per un cessate-il-fuoco. Lo ha annunciato un'agenzia legata al PKK e basata in Europa.

 

Continuano gli scontri nelle province meridionali della Thailandia, a maggioranza musulmana. Due persone sono morte nelle ultime ore in scontri a fuoco e nell’esplosione di una bomba. Gli attacchi sono stati attribuiti ai ribelli separatisti musulmani, protagonisti da oltre dieci anni di una rivolta separatista contro le autorità di Bangkok. Solo ieri sono stati uccisi quattro buddisti.

 

Urne aperte oggi nella Zambia, dove quattro milioni di elettori sono chiamati ad eleggere il nuovo presidente e a rinnovare le amministrazioni locali e il Parlamento. Proprio per le presidenziali, lo scontro si presenta aperto tra il capo dello Stato uscente, Levy Mwanawasa, e il leader del Fronte patriottico, Michael Sata. Sulla situazione nel Paese, il nostro servizio:

 

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Nessun incidente, il clima sembra disteso. Secondo fonti della Conferenza episcopale locale, raggiunte dall’agenzia missionaria MISNA, i primi elettori si sono messi in coda davanti ai seggi già alle 5 del mattino, un’ora prima della loro apertura. In alcune zone della capitale, Lusaka, si segnalano lunghe file: tuttavia, mancano per il momento cifre precise sull’affluenza alle urne. Nel Paese, oggi scuole e uffici sono rimasti chiusi. Per permettere un’ampia partecipazione, il governo ha infatti decretato una giornata festiva. Ieri sera, la Commissione elettorale ha diffuso un sondaggio secondo cui l’85% degli interpellati si sarebbe dichiarato soddisfatto per i preparativi elettorali, molto più accurati di quelli di 5 anni fa, che invece furono caratterizzati da schede sparite, conteggi poco precisi e forti dubbi sulla trasparenza dell’intero processo elettorale. Il presidente uscente, Mwanawasa, chiede una riconferma per altri cinque anni, forte di una crescita economica del 5%, di un calo dell'inflazione e dell'impegno nella lotta alla corruzione. L'opposizione punta invece a mettere fine al dominio del suo Movimento per la democrazia multipartitica, che da 15 anni guida il Paese e lo fa attraverso Michael Sata, più volte ministro, che è alla guida del Fronte patriottico. Per i risultati della tornata, che vede in corsa quattro candidati presidenziali e 11 partiti, si dovrà attendere qualche giorno. Il Paese africano, con i suoi 11 milioni e mezzo di abitanti, due terzi dei quali vivono con meno di un dollaro al giorno, è uno dei Paesi più poveri del pianeta, nonostante sia un importante  produttore di rame.

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Per le elezioni presidenziali di domenica prossima in Brasile, l’incognita sembra essere solo una: il presidente uscente “Lula” Da Silva sarà eletto nel primo turno o dovrà andare al ballottaggio con il suo rivale più probabile, il socialdemocratico Geraldo Alckmin? Gli ultimi sondaggi danno in calo il presidente e vedono invece in rimonta il diretto avversario. Il servizio è di Luis Badilla:

 

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Al di là della dialettica dei sondaggi, ciò che sta pesando di più è il pesante coinvolgimento, da due anni a questa parte, del Partito del Presidente “Lula” in numerosi scandali. “Lula” inoltre è al centro di un’indagine della magistratura per sua presunta partecipazione nella vicenda dell'acquisto di un dossier che avrebbe dovuto screditare gli avversari socialdemocratici. La stampa locale ritiene altamente probabile un secondo turno, il prossimo 29 ottobre. “Lula” però sarà valutato anche per il bilancio economico dei quattro anni di presidenza. Bilancio che, secondo gran parte degli analisti, è contraddittorio. Riflette fedelmente le caratteristiche di uno dei Paesi al mondo con le maggiori disuguaglianze. Pochi giorni fa, in piena campagna elettorale, “Lula” ammetteva qualche perplessità. “Non capisco perché i ricchi non votano per me. Con me hanno guadagnato come mai prima d'ora''. All'altro estremo della scala sociale, anche per poveri e poverissimi il quadriennio “Lula” è stato positivo. Il salario minimo è salito, l'inflazione è sotto controllo (4,5% nel 2005) e la moneta, il “real”, è stabile e tutto ciò ha consentito una crescita del potere d'acquisto delle classi meno abbienti. Una promessa andata a vuoto è stata quella relativa a una ''crescita spettacolare” annunciata dal neopresidente nel 2002. Il boom si è in realtà tradotto in un aumento del PIL di appena il 2,3% l'anno, un incremento molto contenuto per un Paese emergente. Un discorso a parte va fatto per la classe media, che dovrebbe votare massicciamente contro “Lula”. Gli ultimi quattro anni si sono tradotti per questi gruppi sociali in un aumento dei prezzi con stipendi pressoché bloccati. Sulla rielezione di “Lula”, pesa anche il peggioramento dei servizi, la diffusione della corruzione e soprattutto le scarse prospettive di lavoro.

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Si aggrava la crisi diplomatica fra Georgia e Russia dopo l’arresto, ieri a Tbilisi, di 5 militari russi accusati di spionaggio. L'ambasciata di Mosca nella capitale georgiana ha infatti sospeso la concessione di visti ai cittadini della Repubblica caucasica, mentre nel Paese si segnalano altri fermi e arresti di militari russi. In questo quadro, il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, ha minacciato il ricorso al Consiglio di sicurezza dell'ONU.

 

Ventisette anni di carcere per crimini contro l’umanità. E’ la condanna inflitta dal Tribunale penale per l’ex Jugoslavia a Momcilo Krajisnik, ex braccio destro di Radovan Karadzic durante la guerra nei Balcani dal 1992 al 1995. La Corte ha tuttavia assolto l’imputato dall’accusa di genocidio. Krajisnik era accusato di aver avuto un ruolo centrale nella "pulizia etnica" ai danni di croati e musulmani durante il conflitto.

 

In Francia, l’ex primo ministro socialista, Lionel Jospin, ha annunciato che non si candiderà alle elezioni presidenziali francesi del prossimo anno. Intervistato da radio RTL, Jospin ha aggiunto che spiegherà le ragioni della sua rinuncia in una lettera indirizzata ai militanti del Partito socialista. I due possibili candidati nella corsa all’Eliseo, nettamente in testa nei sondaggi, restano dunque la socialista Segolene Royal e Nikolas Sarkozy, capo del partito di destra UMP.

 

La Corea del Sud è pronta a rilanciare il dialogo con il Giappone, attraverso un incontro tra il presidente, Roh Moohyuncon, e il nuovo premier, Shinzo Abe. La condizione posta da Seul è che Tokyo prenda le distanze dalla "glorificazione del suo antico militarismo" cui aveva accondisceso il precedente governo Koizumi.

        

L’allarme tsunami lanciato oggi dopo il forte sisma registrato al largo delle isole Samoa, nel Pacifico meridionale, si è concretizzato con un’onda anomala di appena 8 centimetri. Secondo quanto riferiscono fonti locali non si registrano danni.

 

 

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