RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 271 - Testo
della trasmissione di giovedì 28 settembre 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Oggi,
28.mo anniversario della morte di Giovanni Paolo I, il “Papa del sorriso”
Elezioni oggi in Zambia, uno dei Paesi più poveri
del mondo
Il Brasile si prepara al voto di domenica: in calo
nei sondaggi il presidente Lula
28 settembre 2006
LA
CHIESA NON IMPONE A NESSUNO DI CREDERE NEL VANGELO,
MA
RISPETTA CON SPIRITO DI TOLLERANZA QUALSIASI PERSONA, CULTURA O CREDO:
LO HA
AFFERMATO BENEDETTO XVI AL NUOVO AMBASCIATORE TEDESCO
PRESSO LA SANTA SEDE. IL PAPA HA PARLATO
IN DIFESA DELLA VITA E DELLE TRADIZIONI CRISTIANE
EUROPEE
Una grata rievocazione del recente viaggio in Baviera e
una serie di prese di posizione su argomenti etici e sociali di stretta
attualità, dalla difesa della vita e della famiglia ai diritti degli immigrati,
specialmente per i cristiani perseguitati. Si è sviluppato su queste direttrici
il discorso che Benedetto XVI ha rivolto al nuovo ambasciatore tedesco presso
la Santa Sede, Hans Henning
Horstmann, ricevuto questa mattina a Castel Gandolfo per la
presentazione delle Lettere credenziali. Per i particolari dell’udienza, il
servizio di Alessandro De Carolis.
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“Dove cresce la comunione, e dove gli
uomini si rafforzano nel bene grazie al messaggio della fede, ciò contribuisce
anche alla convivenza umana nella società e incoraggia i cittadini a prendere
delle responsabilità in vista del bene comune”. La constatazione che Benedetto
XVI ha posto tra le prime affermazioni del suo discorso ha fatto da apripista
alle successive considerazioni su importanti argomenti di tipo sociale. Prima
di addentrarvisi, il Papa ha voluto ringraziare ancora una volta, tramite il
nuovo ambasciatore Horstmann, le autorità del suo
Paese d’origine per l’affetto e l’“aiuto generoso” dimostrati durante il suo
viaggio apostolico in Germania. Quindi, il Papa si è soffermato su un concetto
a lui molto caro, più volte ripreso negli ultimi
tempi: quello della tolleranza.
“La Chiesa – ha affermato - non si impone.
Non costringe nessuno ad accettare il messaggio del Vangelo. Per questo,
l’incontro con gli altri deve essere segnato da tolleranza e apertura
culturale. Tuttavia – ha osservato - la tolleranza non deve essere mai
scambiata con l’indifferenza, che è l’opposto del “profondo interesse
cristiano” per l’uomo e il suo bene. La “vera tolleranza – ha affermato ancora
Benedetto XVI - presuppone sempre il rispetto dell’altro, dell’uomo, che è
stato creato da Dio è la cui esistenza è voluta da
Dio”.
E proprio in
riferimento al bene dell’uomo – ovvero alla difesa della “sua dignità,
integrità e libertà”, valori per i quali da sempre si muove la Chiesa
universale – Benedetto XVI ha ribadito alcuni capisaldi della morale cristiana.
“Ricordo in primo luogo – ha detto – la tutela del matrimonio e della
famiglia”, oggi minacciati “da un cambiamento di concezione della comunità
coniugale”. E quindi la difesa della vita nascente, in particolare - ha sottolineato
il Papa – in quei casi in cui si pensi di sopprimere una vita segnata da un
handicap. “L’aborto – ha asserito Benedetto XVI – non può essere giustificato
da nulla”, perché anche una vita colpita da minorazione “ha valore per Dio”.
Dalla difesa della vita, Benedetto XVI è passato alla tutela dei profughi, in
particolare dei cristiani che chiedono asilo in seguito a persecuzione
religiosa. Il Papa si è appellato alle autorità tedesche perché queste persone
non vengano rimpatriate, ma anzi si faciliti “la loro
integrazione” in Germania: un Paese, ha riconosciuto il Pontefice, “aperto al
mondo”.
Infine, Benedetto XVI si è soffermato
sull’antica tradizione culturale tedesca e sulla formazione dei giovani che
prevede anche l’insegnamento “ordinario” della religione. Ma anche nei casi in
cui si scelga la possibilità di un insegnamento
“neutrale della religione” – ad esempio, per i giovani che non appartengono ad
alcuna chiesa o comunità – questo insegnamento, ha concluso Benedetto XVI, “non
può e non deve essere neutrale dei valori”. Anzi, ha soggiunto, si deve
“rendere possibile” la conoscenza delle “grandi tradizioni dello spirito
dell’Occidente, che ha marcato la storia e la cultura europea e che continua ad
ispirarla”.
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ALTRE
UDIENZE
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina, in successive
udienze nel Palazzo apostolico di Castel Gandolfo, anche il dott. Günter
Hirsch, presidente della Corte di Cassazione della
Repubblica Federale tedesca, con la consorte, e l’ex segretario di Stato statunitense
e premio Nobel per la pace, Henry A. Kissinger.
RELIGIONI,
SOCIETA’ E STATI DEVONO ALLEARSI PER AFFERMARE LA PACE
ED
ISOLARE I GERMI DELL’ESTREMISMO:
INTERVENTO
DELL’ARCIVESCOVO GIOVANNI LAJOLO
ALL’ASSEMBLEA
GENERALE DELL’ONU A NEW YORK
L’importanza del dialogo tra le religioni e la
responsabilità della società e degli Stati per portare la pace in un mondo
diviso e dilaniato: ne ha parlato ieri ampiamente all’Assemblea delle Nazioni
Unite a New York, l’arcivescovo Giovanni Lajolo,
neopresidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ed ex
segretario per i Rapporti con gli Stati. Il servizio di Roberta Gisotti:
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Un intervento lungo e articolato, quello dell’arcivescovo Lajolo, che ha evidenziato le serie
problematiche di fronte all’umanità in un mondo che non molto tempo fa – ha
detto – appariva crescesse al nostro passo, verso un villaggio globale. Al
contrario questo mondo è diviso nella cultura, nella fede, nel benessere e nei
livelli di progresso materiale, ed anche più nell’attitudine al potere,
all’autorità e alla cooperazione. “I nostri sforzi – ha denunciato – per
superare le divisioni ed armonizzare le differenze sono stati esitanti e al tempo stesso poco convinti”. E la nostra impreparazione
sembra essere il maggior ostacolo al rafforzamento del ruolo delle Nazioni
Unite, indispensabile per affrontare vecchie e nuove sfide e procedere nelle
necessarie riforme - che
L’arcivescovo Lajolo ha quindi
ribadito l’importanza del dialogo tra le fedi, nella ferma convinzione che la
religione – “nonostante in alcuni casi – continui ad essere cinicamente
sfruttata per fini politici” sia - nella sua espressione migliore, più vera e
più autentica – “una forza vitale per il bene, per l’armonia e per la pace tra
i popoli”. Del resto proprio in questa ultima generazione, le religioni, i loro
leader e i fedeli hanno mostrato cosi tante volte la propria volontà di
dialogare, offrendo un esempio al mondo. Ma “un sincero dialogo – ha
evidenziato il presule - necessariamente comporta un’analisi autocritica del
rapporto che intercorre tra le nostre tradizioni e le strutture sociali,
politiche ed economiche inclini a divenire agenti di violenza ed
ingiustizia”.
In tale contesto, il rappresentante della Santa Sede è
tornato sul discorso di Benedetto XVI all’Università di Ratisbona,
per chiarire ancora una volta che “la reale intenzione del Papa era quella di
spiegare che la religione e la ragione vanno di pari passo e non la religione e
la violenza, nel contesto di una visione critica di una società che cerca di
escludere Dio dalla vita pubblica”.
“Ricade – ha concluso l’arcivescovo - su tutte le parti
interessate, dalla società civile agli Stati, promuovere la libertà religiosa e
una sana tolleranza sociale che disarmi gli estremisti ancor prima che
comincino a corrompere gli altri con il loro odio per la vita e la libertà”.
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LA
DOLOROSA VICENDA DELL’ARCIVESCOVO EMMANUEL MILINGO:
NELLA
COMUNITA’ ECCLESIALE SI CONTINUA A SPERARE IN UN RAVVEDIMENTO
-
Interviste con il cardinale José Saraiva
Martins e con mons. Velasio
De Paolis -
La Chiesa ha accolto con grande dolore la decisione
dell’arcivescovo Emmanuel Milingo di porsi al di
fuori della comunione ecclesiale consacrando vescovi 4 sacerdoti, senza il necessario
mandato pontificio. L’ordinazione episcopale, ritenuta non valida, si è svolta
il 24 settembre scorso a Washington, determinando la scomunica “latae sententiae”, ovvero
automatica, del presule e dei 4 sacerdoti.
Ma
sentiamo, al microfono di Fabio Colagrande, il
cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei
Santi:
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R. – E’ stato un fatto veramente doloroso e la Chiesa non
poteva fare diversamente. La Chiesa è stata sempre madre nei suoi confronti:
certamente una madre che vuole bene ai suoi figli, è madre non soltanto quando li accarezza, ma anche quando li punisce;
non smette mai di essere madre! Il mio augurio è che questa misura della Chiesa
nei confronti dell’arcivescovo Milingo spinga
l’arcivescovo stesso a ravvedere un po’ la sua situazione. Si tratta, infatti,
di una situazione anormale, di una situazione molto triste. Ad ogni modo penso
che noi cattolici, cristiani e credenti, dobbiamo e possiamo fare una sola cosa
sola: pregare Dio, perché questo nostro fratello riveda il suo comportamento e
ritorni, quindi, sui suoi passi.
D. – Pregare, dunque, perché mons. Milingo
si ravveda. Per lei, eminenza, è ancora possibile?
R. – Per Dio tutto è possibile, ovviamente. Ma dipende
certamente anche dalla volontà della persona, che deve collaborare con Dio. Se
si parte dal presupposto che la preghiera non serve a niente e si crede di
essere sulla giusta via, allora è chiaro che la causa non è in Dio, non è nella
Chiesa, ma è nella persona stessa che rimane sorda alla voce di Dio, alla voce
della Chiesa e alla voce dei fratelli. Ecco, questo è l’augurio che
personalmente faccio, che lui si possa ravvedere. Noi, intanto, preghiamo per
lui.
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L’arcivescovo Milingo e i
quattro sacerdoti sono incorsi nella scomunica “latae
sententiae” in base al Canone 1382
del Codice di Diritto Canonico.
Ascoltiamo in proposito mons. Velasio De Paolis, segretario del Supremo Tribunale della Segnatura
Apostolica. L’intervista è di Fabio Colagrande:
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R. – Il Canone - facendo riferimento al principio
fondamentale in base al quale i vescovi possono essere consacrati solo in
seguito ad un mandato pontificio - dice che chi osa consacrare un vescovo senza
questo mandato, commette un grave delitto nei confronti della disciplina della
Chiesa e pertanto viene punito gravemente, con la pena
più grave che
D. – Mons. De Paolis, perché dal punto di vista della disciplina
ecclesiastica si tratta di un delitto? Qual è il contenuto che sta dietro
questa norma?
R. – C’è il contenuto teologico che dice che
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - Il discorso di Benedetto XVI al
nuovo ambasciatore di Germania.
Servizio estero - Iraq: dieci morti in un attentato
davanti ad una moschea a Baghdad.
L’intervento dell’arcivescovo Giovanni Lajolo sul tema: “Sviluppo, rispetto dei diritti umani e
dialogo tra le religioni come via principale per la pace”
Servizio culturale - Un articolo di Franco Patruno dal titolo “Nella costante ricerca del ‘vero’ la nostalgia del mito classico”: opere di Annibale Carracci in una mostra al Museo Civico Archeologico di
Bologna.
Servizio italiano - In primo piano il tema della
finanziaria.
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28 settembre 2006
AL VIA
OGGI A ROMA IL V SIMPOSIO DEI DOCENTI UNIVERSITARI SUL TEMA:
“DOVE
VA L’EUROPA?”
-
Interviste con il prof. Cesare Mirabelli e mons.
Lorenzo Leuzzi -
“Dove va l’Europa? Cultura, popoli, istituzioni”: è il
tema del V Simposio dei docenti universitari promosso
dall’ Ufficio per la Pastorale universitaria
in collaborazione con
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R. - L’Università è il luogo di elaborazione della cultura
e di trasmissione del sapere. L’idea è che l’Europa non possa fondarsi
solamente su elementi economici, né solamente su elementi istituzionali ma su
un sostrato più solido che è quello culturale. Il Simposio inizierà con una
lettura dei fondamenti antropologici e anche di quella che è la dimensione
religiosa dell’Europa. Valuterà poi i problemi della integrazione e della sussidiarietà; approfondirà i temi della solidarietà e si
muoverà poi in un’ottica di più lungo respiro perché è un Simposio organizzato
in preparazione anche di un grande incontro tra i docenti universitari europei
che si svolgerà nel giugno del prossimo anno.
Ma quale dovrebbe essere il ruolo delle università
nell’elaborazione della Costituzione europea? Ascoltiamo a questo proposito
mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la
Pastorale universitaria del Vicariato di Roma:
R. – La Carta costituzionale è sempre espressione di un
vissuto reale di un popolo, di un Paese, in questo caso di più Nazioni. Per cui
è necessario che i contenuti che sono presenti nella Costituzione siano
continuamente non soltanto applicati ma soprattutto sostenuti attraverso un
adeguamento e una organizzazione culturale continua. E
in questo senso, direi che due sono i grandi compiti dell’università: il primo,
quello di elaborare i contenuti che sostengono la Costituzione e poi,
soprattutto una formazione delle nuove generazioni allo spirito costituzionale.
D. – Ma questo Simposio, può essere anche l’occasione per
uno scambio culturale tra professori provenienti da Paesi europei molto diversi
tra di loro?
R. – Questi simposi, come anche quest’ultimo che ci
prepariamo a vivere, vede la partecipazione di docenti provenienti da oltre 35
Paesi europei, può costituire una grande occasione di incontro ma anche di
confronto e soprattutto di forme di collaborazioni per il futuro.
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-
Interviste con Silvio Greco e don Giacomo Martino -
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Per centrare gli obiettivi indicati nella Dichiarazione
del Millennio – si legge nel messaggio del Segretario generale
dell’Organizzazione marittima internazionale, Efthimios
Mitropoulos – anche le attività legate al mare
possono aiutare a contrastare fame e povertà, a promuovere l’uguaglianza tra uomini
e donne, a tutelare l’ambiente e a rinvigorire un’alleanza mondiale per lo
sviluppo:
The party played by the marittime sector as an enabler
of global trade…
“Il settore marittimo, per la sua capacità di favorire il
commercio mondiale - prosegue Mitropoulos - può
diffondere prosperità e offrire il proprio contributo nel ridurre la povertà
entro la metà del 2015”. Ma il mare può essere realmente un fattore di crescita
per il commercio mondiale? Ascoltiamo il commissario dell’Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica
applicata al mare, Silvio Greco:
R. – Assolutamente sì, perché attualmente oltre al fatto
che la maggior parte delle proteine che noi utilizziamo sono di origine marina.
Basti poi pensare a tutto il grande meccanismo che è legato al traffico
internazionale, quindi al trasporto e al turismo che, ormai, inizia a diventare
una delle risorse più importanti.
Il mare può dunque generare ricchezze ma anche alimentare speranze, spesso illusorie. E’ questo il caso
degli attuali flussi migratori che hanno quasi sempre nel mare una distanza da
colmare …
R. – Ci sono sempre sponde che “guardano” a nord; quindi,
tutta questa gente che viene dal sud vede questa sponda al nord e c’è una
necessità ormai fisiologica. Sono flussi migratori che nella maggior parte dei
casi riguardano specialmente gli immigranti più poveri. Attraverso il mare
bisogna quindi porre un freno a queste tragedie: è chiaro che il mare deve
essere un mare di pace, un mare che sia uno spunto di sviluppo e che dia una possibilità
a queste persone. Non deve essere un mare che le inghiotte, prima ancora che
inizi una speranza di vita.
Il mare può anche rivelarsi un ‘nemico’
per l’uomo come nel caso dello tsunami che il 26 dicembre del
R. – E’ ormai provato che i cambiamenti climatici stanno
modificando anche le intensità di questi eventi, che sono degli “eventi
naturali”.
Domenica scorsa, il Santo Padre ha ringraziato Dio per il
lavoro dell’Apostolato del Mare. Il Papa si è riferito, in particolare,
all’aiuto “umano e spirituale” offerto ai marittimi. Su questo costante
impegno, ascoltiamo il direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale dei
marittimi della Fondazione Migrantes, don Giacomo
Martino:
R. – Nel mondo abbiamo circa 160 centri di accoglienza
proprio per la gente di mare; questi centri consentono al marittimo di trovare
accoglienza. Noi osiamo chiamarci la “loro casa lontano da
casa”; quindi, il marittimo in un qualche modo trova non soltanto un aiuto per
quelle che possono essere problematiche anche lavorative ma, soprattutto,
un’accoglienza di una Chiesa che si fa vicino a tutti senza distinzioni.
D. – Tra le iniziative dell’Apostolato anche quella dei
cappellani a bordo …
R. – E’ un’esperienza particolarmente italiana, che dura
da 70 anni con forme diverse. In questo momento la forma più
alta è quella di un’assistenza essenzialmente dedicata all’equipaggio, i cui
membri trovano nel cappellano proprio un punto di riferimento che,
indipendentemente dalla religione di ciascuno, è il rappresentante di Dio: il
cappellano è il padre per tutti: per i musulmani, per gli atei e per i
cristiani.
In Italia,
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LA
PRESENZA DEL RISORTO NELLA COMUNITÀ CRISTIANA:
IN UN
LIBRO PUBBLICATO DA CITTÀ NUOVA, LE TESTIMONIANZE DI TEOLOGI E LAICI PREPARANO
AL CONVEGNO DI VERONA
SUL
TEMA “TESTIMONI DI GESÙ RISORTO, SPERANZA DEL MONDO”
- Ai
nostri microfoni Michel Vandeleene
e il cardinale Ennio Antonelli -
La
Chiesa italiana, in occasione del IV Convegno Ecclesiale Nazionale che si
svolgerà a Verona dal 16 al 20 ottobre, rifletterà sulla testimonianza che oggi
i cristiani offrono del Risorto. E proprio sulla presenza del Risorto nella
comunità cristiana la casa editrice Città Nuova ha appena pubblicato “Egli è
vivo”, un volume che raccoglie tra gli altri i contributi di mons. Piero Coda e
di Chiara Lubich. Il servizio di Tiziana Campisi.
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Fare
della Chiesa la casa e la scuola della comunione per far conoscere al mondo il
Risorto. Le pagine di “Egli è vivo” vogliono contribuire a questo impegno che
ogni cristiano dovrebbe far proprio. Il libro illustra cosa vuol dire
sperimentare la vicinanza di Cristo nella vita di ogni giorno. Ma da che cosa è
resa evidente la presenza del Risorto nella quotidianità? Ci risponde Michel Vandeleene, curatore del
volume:
R. – E’
una presenza legata alla reciprocità. Certo, Cristo lo si
può avvertire nella meditazione della Parola, lo si può avvertire davanti
all’Eucaristia, ma quando due o tre persone si uniscono nel sincero amore
reciproco, nella carità e nell’amore cristiano, nell’agape, e sono realmente
disposti a vivere l’uno per l’altro, come Gesù vuole, si sente lo Spirito, si
sente il Risorto.
D. –
Oggi c’è un modo per scoprire questa presenza?
R. – La si vede ovunque ci sono dei cristiani che vivono l’amore
scambievole. L’amore scambievole è veramente la visibilità del Risorto e questo
sia nelle fabbriche, nelle aziende, nei Parlamenti, nelle famiglie,
dappertutto.
E una
comunità cristiana come può fare esperienza del Risorto? Lo abbiamo chiesto
all’arcivescovo di Firenze, cardinale Ennio Antonelli:
R. –
Deve essere unita, unita nell’amore, nella carità, nell’amore reciproco. Quando l’amore reciproco è intenso, è
concreto, è operativo, allora la gente vede che c’è qualcosa di nuovo e questo
qualcosa di nuovo è questa unità che è un riflesso della Trinità Divina e della
vita stessa di Dio.
D. –
Oggi che cosa, in particolare, bisogna fare per riscoprire il Risorto nella
vita quotidiana?
R. –
Occorre anzitutto una comunione personale con il Signore. La fede deve essere
motivata, convinta, appassionata, deve essere un rapporto vivo, da persona viva
a persona viva, e deve essere vissuta insieme: intorno a Gesù, siamo molti,
uniti, nel suo nome.
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28 settembre 2006
IERI A
STRASBURGO, IL SI’ DEL PARLAMENTO EUROPEO A UN EMENDAMENTO
SULL'ADESIONE
DELLA TURCHIA ALL’UE IN CUI SI AUSPICA CHE
IL
PROSSIMO VIAGGIO DEL PAPA IN TURCHIA CONTRIBUISCA
AL
DIALOGO INTERRELIGIOSO FRA CRISTIANI E MUSULMANI
- A cura di Roberta Moretti -
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STRASBURGO. = “Il viaggio del Papa in Turchia contribuisca
al dialogo interreligioso e interculturale”: è l’auspicio espresso dai deputati
del Parlamento Europeo a Strasburgo, che ieri hanno adottato – con 429 voti
favorevoli, 71 contrari e 125 astensioni – un emendamento presentato da Camiel Eurlings, a nome del Partito popolare europeo (Ppe),
sull’adesione della Turchia all’UE. Nell’emendamento si sottolinea l’importanza del rafforzamento
dei legami tra Turchia e UE, pur costatando un sostanziale rallentamento delle
riforme nel Paese, che potrebbe cancellare le speranze di una piena adesione.
Gli eurodeputati segnalano “progressi insufficienti” in merito alla libertà di
culto e di espressione, ai diritti delle minoranze e delle donne e, più in
generale, all’affermazione di uno Stato di diritto, in cui la legge prevalga sull’arbitrio delle autorità e dei singoli. Nel
condannare con forza l’assassinio di don Andrea Santoro, avvenuto lo scorso 5
febbraio a Trebisonda, l’emendamento sollecita la tutela dei diritti
fondamentali di tutte le minoranze e comunità cristiane ed auspica che la
visita di Benedetto XVI in Turchia, in programma dal 28 al 30 novembre,
“contribuisca con forza al dialogo interreligioso e interculturale fra il mondo
cristiano e musulmano”. Gli europarlamentari
chiedono, inoltre, “che l’educazione religiosa sia volontaria per tutti e che
ciò non riguardi soltanto la religione sunnita, e che
a coloro i quali non intendono avvalersi dell’educazione religiosa sia offerto
un insegnamento alternativo che affronti i valori, le norme e le questioni
etiche”. Alla Turchia viene inoltre intimato di “rispettare
gli impegni presi” per l’apertura dei suoi scali alle navi e agli aerei di
Cipro, mettendo da parte il contenzioso ultraventennale che vede l’isola divisa
tra Repubblica greco-cipriota, membro dell’UE, e la
Repubblica turca di Cipro Nord, priva di riconoscimento internazionale. Unica
concessione ad Ankara: la scomparsa della richiesta al governo Erdogan del riconoscimento del genocidio degli armeni come “precondizione”
all’adesione. L’emendamento mantiene comunque l’invito a riconoscere lo
sterminio degli armeni e sottolinea che è
“indispensabile” affrontare seriamente la questione.
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RISCOPRIRE LA “RICCHEZZA EVANGELIZZATRICE
RACCHIUSA NELL’AMORE VERSO
LA
MADONNA CHE NUTRONO I POPOLI LATINOAMERICANI E CARAIBICI”:
CON
QUESTO INTENTO, HA PRESO IL VIA IERI A CITTÀ DEL MESSICO,
L’INCONTRO
CONTINENTALE PER LA PASTORALE MARIANA, PROMOSSO
DAGLI
EPISCOPATI DELL’AMERICA LATINA E DEI CARABI (CELAM)
- A
cura di Luis Badilla -
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CITTA’ DEL MESSICO. = Riscoprire l’enorme “ricchezza
evangelizzatrice racchiusa nell’amore verso la Madonna che nutrono i popoli
latinoamericani e caraibici”: con questo intento, si
è aperto ieri presso il Santuario di Nostra Signora di Guadalupe
a Città del Messico, alla presenza di oltre 200 partecipanti, l’Incontro continentale
per la pastorale mariana. L’evento, che si concluderà il primo ottobre, è
preparatorio alla V Conferenza generale degli Episcopati dell’America Latina e
dei Caraibi (CELAM), in programma dal 13 al 31 maggio 2007 a
La Aparecida, in Brasile. Ad aprire l’incontro
è stato il presidente del CELAM e arcivescovo di Santiago del Cile, il cardinale Francisco Javier Errázuriz, che ha sottolineato la necessità di riscoprire
l’inesauribile “ricchezza pastorale della missione di Maria, per capire di più
la saggezza di Dio, che fece di Lei il primo discepolo missionario del suo
Figlio Unigenito”. Lo stesso “Piano pastorale globale del CELAM - ha ricordato
il porporato - ci invita ad analizzare e promuovere i contributi che la pietà
mariana offre alla missione evangelizzatrice della Chiesa”. “Perciò – ha
aggiunto, citando l’Enciclica Redemptoris Mater di Giovanni Paolo II - in qualche modo la fede di
Maria, sulla base della testimonianza apostolica della Chiesa, diventa incessantemente
la fede del popolo di Dio in cammino: delle persone e delle comunità, degli
ambienti e delle assemblee, e infine dei vari gruppi esistenti nella Chiesa”.
“Si potrebbe forse parlare – ha aggiunto il cardinale Errázuriz
- di una specifica ‘geografia’ della fede e della pietà mariana, che comprende
tutti quei luoghi di particolare pellegrinaggio del popolo di Dio, che cerca
l’incontro con la Madre di Dio per trovare, nel raggio della materna presenza
di ‘colei che ha creduto’, il consolidamento della
propria fede”. Il porporato ha voluto poi richiamare l’attenzione su un “fatto
sconcertante”. Dopo aver sottolineato l’importanza e la centralità di Maria
nella Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II, ha ricordato che la
Conferenza generale degli episcopati latinoamericani del 1968 a Medellìn, in Colombia, a tre anni dalla chiusura
dell’Assemblea conciliare, disse poco o nulla circa la
presenza e la missione della Madre di Dio nella Chiesa e nel mondo. Il tema di
Maria “non appare tra le 16 tematiche centrali del documento conclusivo”, ha
affermato il porporato. “Una spiegazione possibile?”, si è subito domandato,
per rispondere: “Tutto il nostro immenso amore per Maria non si era ancora
tradotto nella percezione che Lei poteva essere anche un programma d’azione
pastorale”. Il cardinale Errázuriz, ha concluso il
suo intervento ricordando come le successive Conferenze generali (a Puebla e Santo Domingo) misero fine a questo “silenzio
sconcertante”. Nell’ambito dell’Incontro continentale per la
pastorale mariana, prenderà il via il primo ottobre, sempre nel Santuario di Nostra
signora di Guadalupe a Città del Messico, il
Congresso Teologico sulla pastorale mariana, incentrato su quattro grandi
tematiche: Teologia; Dogmi mariani; Spiritualità; Pedagogia pastorale.
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DAL 1990 AD OGGI OLTRE 1,3 MILIARDI DI PERSONE HANNO
GUADAGNATO ACCESSO ALL’ACQUA POTABILE: E’ QUANTO EMERGE DA UN RAPPORTO
DELL’L’UNICEF,
CHE AVVERTE: “ANCORA 1,5 MILIONI DI BAMBINI SOTTO I 5 ANNI
MUOIONO OGNI ANNO PER IL CONSUMO D’ACQUA NON POTABILE”
NEW YORK. = Il consumo d’acqua non potabile e la mancanza
di servizi igienici di base contribuiscono ogni anno alla morte di almeno 1,5
milioni di bambini sotto i 5 anni, malgrado dal 1990 ad oggi oltre 1,2 miliardi
di persone abbiano guadagnato accesso all’acqua
potabile: a riferirlo è il rapporto Unicef “Progress for Children”, dedicato ai progressi
compiuti riguardo al settimo Obiettivo del Millennio, che prevede, entro il
2015, di dimezzare la percentuale di persone prive d’accesso sostenibile ad
acqua potabile e servizi igienico-sanitari di base.
In America Latina, Carabi e Asia meridionale tale obiettivo è stato raggiunto
con quasi dieci anni di anticipo. In generale, tra il 1990 e il 2004 l’accesso
all’acqua potabile è cresciuto dal 78 all’83 per cento. Un risultato definito
“impressionante” dal direttore generale dell’Unicef, Ann M. Yeneman, che ha però
precisato che “circa 425 milioni di bambini e ragazzi sotto i 18 anni non
dispongono ancora di forniture sicure di acqua e che oltre 980 milioni sono
privi di servizi igienici adeguati”. Il documento rivela, infine, che si
potrebbero ridurre di due terzi le malattie diarroiche della prima infanzia,
migliorando le condizioni igieniche e garantendo l’accesso all’acqua potabile
alle popolazioni più povere. (M.G.)
OGGI,
28.MO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI GIOVANNI PAOLO I,
IL
“PAPA DEL SORRISO”
ROMA. = “Ebbe la grazia di essere un comunicatore
esemplare per donarci, in semplicità e letizia, il vero, il bello e il buono”:
così viene ricordato Giovanni Paolo I, nella preghiera
che questa mattina, a 28 anni dalla morte, il vescovo di Belluno-Feltre,
Giuseppe Andrich ha recitato per la prima volta nella
Basilica di San Pietro. Una preghiera – riferisce il quotidiano Avvenire –
composta per la solenne conclusione del processo diocesano di beatificazione,
il prossimo 11 novembre, e che sarà diffusa con l’immagine sorridente di Papa
Luciani. Il pontefice lo ricordiamo – venne eletto al
Soglio Pontificio il 26 agosto del 1978, dopo sole 24 ore di Conclave, e morì
33 giorni dopo. Oggi pomeriggio alle 18.00 il “Papa del sorriso” verrà ricordato con una Messa solenne anche nel Paese natale,
Canale D’Agordo, in provincia di Belluno. (R.M.)
AL VIA
OGGI A ROMA LA MISSIONE “GESÙ AL CENTRO”: DIECI GIORNI DEDICATI ALLA PREGHIERA,
AL CONFRONTO, ALLO SPETTACOLO E ALLO SPORT,
PER “ASCOLTARE
LA REALTÀ GIOVANILE ROMANA”
ROMA. = “Ascoltare la realtà
giovanile romana, quella più ordinaria; cercando di
dare risposte ai giovani che pongano domande sul senso della vita e sul senso
del loro essere”: con questo spirito, parte oggi la terza edizione della
missione “Gesù al Centro”, che si terrà per le strade del centro storico di
Roma fino all’8 ottobre. “Un’iniziativa che sarà animata dai giovani”, ha
affermato il segretario generale del Vicariato e direttore del Servizio
diocesano per la pastorale giovanile di Roma, mons. Mauro Parmeggiani.
Al centro della missione vi saranno la preghiera e la riflessione, ma anche una
serie di occasioni di evangelizzazione, di confronto, di spettacolo, di sport e
di musica, per “aiutare i giovani a riscoprire quella fede che hanno vissuto da
piccoli”. “Alcune Chiese del centro storico – ha precisato il presule – saranno
punto di riferimento per la preghiera, in particolare per l’adorazione
eucaristica”. Tra gli eventi in programma si segnalano: la
Via Crucis da San Giovanni in Laterano a Santa Croce
in Gerusalemme; visite nelle scuole cattoliche e pubbliche, così come negli
ospedali; animazione di strada e l’allestimento di una “Tenda dell’incontro”.
Inoltre, ogni giorno sarà aperto un “Villaggio dello sport” con la possibilità
di partecipare a mini tornei di calcetto e
pallavolo. Sabato 30 settembre, alle ore
19,00, la Chiesa di Sant’Agnese
in Agone a piazza Navona, che da alcuni anni ospita
l’adorazione eucaristica settimanale per numerosi giovani, accoglierà la
liturgia della Parola con il mandato missionario da parte di mons. Ernesto Mandara, vescovo Ausiliare per il Settore Centro di Roma.
Alle ore 21,30, sempre
in piazza Navona, ci sarà il concerto di
apertura della missione organizzato da “Rtl 102.05”
con la partecipazione degli “Zeroassoluto”. (M.G.)
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28 settembre 2006
- A cura di Eugenio Bonanata -
Non si ferma l'offensiva del terrore in Iraq. A Baghdad,
una serie di attentati ha provocato una decina di vittime, fra civili e Forze
di sicurezza. Intanto, nelle ultime 24 ore, in diversi quartieri della capitale
sono stati rinvenuti corpi di 40 persone con evidenti segni di torture.
La presenza del contingente italiano in Afghanistan non
sarà ridimensionata. Lo ha affermato il ministro degli Esteri
italiano, Massimo D’Alema, dopo l’incontro con
il collega australiano, Downer, sottolineando il
sostegno dei due Paesi al governo afgano. Intanto, si svolgeranno domani nel
Duomo di Cuneo i funerali di Giorgio Langella, il caporal maggiore degli Alpini ucciso martedì scorso in un attentato
a Kabul.
Coinvolgere Pakistan e Afghanistan nella lotta contro il
terrorismo internazionale. Questo lo scopo della cena di lavoro, ieri alla Casa
Bianca, offerta dal presidente Bush ai capi di Stato
pakistano e afghano, Musharraf
e Karzai. “Dobbiamo collaborare contro il nemico
comune”, ha precisato Bush, che ha cercato di ricucire
le recenti polemiche tra Pakistan e Afghanistan.
Il primo ministro israeliano, Ehud
Olmert, incontrerà nei prossimi giorni il presidente
palestinese, Abu Mazen. È
quanto ribadito in un’intervista alla radio nazionale da Olmert
stesso che ha precisato di non avere intenzione di rilasciare prigionieri
palestinesi se prima non sarà liberato il caporale israeliano rapito lo scorso
mese di giugno. Olmert ha poi bocciato l’ipotesi di
un negoziato con la Siria, perché – ha affermato - questo Paese è stato e
continua ad essere “il principale sostegno delle organizzazioni terroriste
palestinesi”.
Sono stati fatti progressi: così si è espresso il
rappresentante della politica estera europea, Javier Solana, dopo il secondo colloquio a Berlino con il capo negoziatore
iraniano, Ali Larijani. Solana
ha inoltre annunciato un altro incontro con la diplomazia iraniana per la
settimana prossima.
Il leader della guerriglia separatista curda
del PKK, Abdullah Ocalan, ha lanciato dalla
prigione un appello ai suoi uomini per un cessate-il-fuoco.
Lo ha annunciato un'agenzia legata al PKK e basata in Europa.
Continuano gli scontri nelle province meridionali della Thailandia, a maggioranza musulmana. Due persone sono morte
nelle ultime ore in scontri a fuoco e nell’esplosione di una bomba. Gli
attacchi sono stati attribuiti ai ribelli separatisti musulmani, protagonisti
da oltre dieci anni di una rivolta separatista contro le autorità di Bangkok.
Solo ieri sono stati uccisi quattro buddisti.
Urne aperte oggi nella Zambia,
dove quattro milioni di elettori sono chiamati ad eleggere il nuovo presidente
e a rinnovare le amministrazioni locali e il Parlamento. Proprio per le
presidenziali, lo scontro si presenta aperto tra il capo dello Stato uscente, Levy Mwanawasa, e il leader del
Fronte patriottico, Michael Sata.
Sulla situazione nel Paese, il nostro servizio:
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Nessun incidente, il clima sembra disteso. Secondo fonti della Conferenza episcopale locale, raggiunte
dall’agenzia missionaria MISNA, i primi elettori si sono messi in coda davanti
ai seggi già alle 5 del mattino, un’ora prima della loro apertura. In alcune
zone della capitale, Lusaka, si segnalano lunghe
file: tuttavia, mancano per il momento cifre precise sull’affluenza alle urne.
Nel Paese, oggi scuole e uffici sono rimasti chiusi. Per permettere un’ampia
partecipazione, il governo ha infatti decretato una
giornata festiva. Ieri sera, la Commissione elettorale ha diffuso un sondaggio
secondo cui l’85% degli interpellati si sarebbe dichiarato soddisfatto per i
preparativi elettorali, molto più accurati di quelli di 5 anni fa, che invece
furono caratterizzati da schede sparite, conteggi poco precisi e forti dubbi
sulla trasparenza dell’intero processo elettorale. Il presidente uscente, Mwanawasa, chiede una riconferma per altri cinque anni,
forte di una crescita economica del 5%, di un calo dell'inflazione e
dell'impegno nella lotta alla corruzione. L'opposizione punta invece a mettere
fine al dominio del suo Movimento per la democrazia multipartitica, che da 15
anni guida il Paese e lo fa attraverso Michael Sata, più volte ministro, che è alla guida del Fronte
patriottico. Per i risultati della tornata, che vede in corsa quattro candidati
presidenziali e 11 partiti, si dovrà attendere qualche giorno. Il Paese
africano, con i suoi 11 milioni e mezzo di abitanti, due terzi dei quali vivono
con meno di un dollaro al giorno, è uno dei Paesi più
poveri del pianeta, nonostante sia un importante produttore di rame.
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Per le elezioni presidenziali di domenica prossima in
Brasile, l’incognita sembra essere solo una: il presidente uscente “Lula” Da Silva sarà eletto nel primo turno o dovrà andare
al ballottaggio con il suo rivale più probabile, il socialdemocratico Geraldo Alckmin? Gli ultimi sondaggi danno in calo il presidente e
vedono invece in rimonta il diretto avversario. Il servizio è di Luis Badilla:
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Al di là della dialettica dei sondaggi, ciò che sta
pesando di più è il pesante coinvolgimento, da due anni a questa parte, del
Partito del Presidente “Lula” in numerosi scandali. “Lula” inoltre è al centro di un’indagine della magistratura
per sua presunta partecipazione nella vicenda dell'acquisto di un dossier che avrebbe dovuto screditare gli avversari socialdemocratici.
La stampa locale ritiene altamente probabile un
secondo turno, il prossimo 29 ottobre. “Lula” però
sarà valutato anche per il bilancio economico dei quattro anni di presidenza.
Bilancio che, secondo gran parte degli analisti, è contraddittorio. Riflette
fedelmente le caratteristiche di uno dei Paesi al mondo con le maggiori disuguaglianze.
Pochi giorni fa, in piena campagna elettorale, “Lula”
ammetteva qualche perplessità. “Non capisco perché i ricchi non votano per me.
Con me hanno guadagnato come mai prima d'ora''. All'altro estremo della scala
sociale, anche per poveri e poverissimi il quadriennio “Lula”
è stato positivo. Il salario minimo è salito, l'inflazione è sotto controllo
(4,5% nel 2005) e la moneta, il “real”, è stabile e
tutto ciò ha consentito una crescita del potere d'acquisto delle classi meno
abbienti. Una promessa andata a vuoto è stata quella relativa a una ''crescita
spettacolare” annunciata dal neopresidente nel 2002.
Il boom si è in realtà tradotto in un aumento del PIL di appena il 2,3% l'anno,
un incremento molto contenuto per un Paese emergente. Un discorso a parte va
fatto per la classe media, che dovrebbe votare massicciamente contro “Lula”. Gli ultimi quattro anni si sono tradotti per questi
gruppi sociali in un aumento dei prezzi con stipendi pressoché bloccati. Sulla
rielezione di “Lula”, pesa anche il peggioramento dei
servizi, la diffusione della corruzione e soprattutto le scarse prospettive di
lavoro.
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Si aggrava la crisi diplomatica fra Georgia e Russia dopo
l’arresto, ieri a Tbilisi, di 5 militari russi
accusati di spionaggio. L'ambasciata di Mosca nella capitale georgiana ha infatti sospeso la concessione di visti ai cittadini della
Repubblica caucasica, mentre nel Paese si segnalano
altri fermi e arresti di militari russi. In questo quadro, il ministro degli
Esteri russo, Serghei Lavrov,
ha minacciato il ricorso al Consiglio di sicurezza dell'ONU.
Ventisette anni di carcere per crimini contro l’umanità.
E’ la condanna inflitta dal Tribunale penale per l’ex Jugoslavia a Momcilo Krajisnik, ex braccio
destro di Radovan Karadzic
durante la guerra nei Balcani dal 1992 al 1995. La
Corte ha tuttavia assolto l’imputato dall’accusa di genocidio. Krajisnik era accusato di aver avuto un ruolo centrale
nella "pulizia etnica" ai danni di croati e musulmani durante il
conflitto.
In Francia, l’ex primo ministro socialista, Lionel Jospin, ha annunciato che
non si candiderà alle elezioni presidenziali francesi del prossimo anno.
Intervistato da radio RTL, Jospin ha aggiunto che
spiegherà le ragioni della sua rinuncia in una lettera indirizzata ai militanti
del Partito socialista. I due possibili candidati nella corsa all’Eliseo, nettamente in testa nei sondaggi, restano dunque la
socialista Segolene Royal e
Nikolas Sarkozy, capo del
partito di destra UMP.
La Corea del Sud è pronta a rilanciare il dialogo con il
Giappone, attraverso un incontro tra il presidente, Roh
Moohyuncon, e il nuovo premier, Shinzo
Abe. La condizione posta da Seul è che Tokyo prenda
le distanze dalla "glorificazione del suo antico militarismo" cui
aveva accondisceso il precedente governo Koizumi.
L’allarme tsunami lanciato oggi
dopo il forte sisma registrato al largo delle isole Samoa, nel Pacifico
meridionale, si è concretizzato con un’onda anomala di appena 8 centimetri. Secondo
quanto riferiscono fonti locali non si registrano danni.
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