RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 7  - Testo della trasmissione di sabato 7 gennaio 2006

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Lo spirito del Natale, guida per il nuovo anno. Così il Papa ai Gentiluomini di Sua Santità, addetti d’onore alle personalità politiche in visita in Vaticano

 

Prego per l’unità di tutti i cristiani. Lo ha detto il Papa incontrando i membri dell'Alleanza Mondiale delle Chiese Riformate

 

Domani Benedetto XVI rinnoverà il rito del battesimo conferendolo a 10 bimbi nella Cappella Sistina, nel giorno della festa del Battesimo del Signore che conclude il tempo di Natale: intervista con Vittoria Gargano

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Cominciate ieri sera le celebrazioni in Russia del Natale per le chiese orientali che seguono il calendario giuliano

 

Restano stabili ma molto gravi le condizioni di Sharon mentre tutto il Paese è in preghiera: il commento di Alì Rashid e padre David Jaeger

 

San Benedetto e l’Europa: la rivoluzione del monachesimo. Con noi, dom Mauro Meacci

 

E’ del regista autore della saga del Signore Degli Anelli, il nuovo King Kong: ai nostri microfoni Paolo Aleotti

 

Sul Vangelo di domani, Festa del Battesimo del Signore: la riflessione del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Allarme carestia nel Corno d’Africa: secondo la FAO, oltre 11 milioni di persone rischiano di morire di fame

 

In Uzbekistan aumentano le persecuzioni contro le organizzazioni umanitarie

 

E’ di almeno 70 morti il bilancio delle vittime causate dal crollo giovedì scorso di un albergo a La Mecca, affollata di pellegrini per il pellegrinaggio dell’Haj di domani

 

A Chicago distrutta da un rogo divampato nella notte la chiesa battista che ha visto nascere i canti gospel

 

Per la seconda volta la comunità ortodossa bulgara ha celebrato a Roma la festività dell’Epifania

 

Catechesi, educazione, liturgia, sacramenti e carità: i temi al centro dell’Incontro “Parrocchie in terra di missione”, organizzato in provincia di Venezia dalla Fraternità San Carlo Borromeo

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq rapita una giornalista USA  ed ucciso il giornalista iracheno che le faceva da interprete – Rientro in Italia per i 5 rapiti domenica scorsa nello Yemen

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

7 gennaio 2006

 

 

LO SPIRITO DEL NATALE, GUIDA PER L’INIZIO DEL NUOVO ANNO.

IL PENSIERO DEL PAPA NELL’UDIENZA AI GENTILUOMINI DI SUA SANTITA’,

GLI ADDETTI D’ONORE ALLE PERSONALITA’ POLITICHE IN VISITA IN VATICANO

 

Iniziare il nuovo anno tenendo lo sguardo fisso alla Grotta di Betlemme. Con questo augurio, Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina i Gentiluomini di Sua Santità, ovvero gli addetti all’assistenza di capi di Stato, di governo o di varie altre autorità durante le loro visite ufficiali in Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis.

 

**********

Gli impegni della quotidianità vissuti con il cuore ancora pieno dei misteri manifestati dalla “disarmante semplicità della Notte Santa”. All’indomani dell’Epifania, Benedetto XVI offre uno spunto di riflessione sul modo cristiano di tornare alle attività di sempre. E’ importante, ha affermato nel ricevere i Gentiluomini di Sua Santità, che si rimanga avvolti dal clima natalizio, per iniziare “con serenità e fiducia” il 2006, nel segno “dell’amore vivificante di Dio”:

 

“In questo periodo abbiamo guardato costantemente al Salvatore venuto sulla terra. E’ Lui che, nella disarmante semplicità della Notte Santa, ci ha portato la ricchezza della comunione con la sua stessa vita divina. Egli é la luce che mai si spegne, il centro della nostra esistenza, e noi, come i pastori di Betlemme e i Magi, giunti da Oriente per adorarlo, dopo aver sostato in preghiera dinanzi al presepe, ripartiamo per le nostre quotidiane attività, recando nel cuore la gioia di averne sperimentato la presenza”.

 

Dopo questa nuova riflessione sul significato spirituale delle feste appena concluse, il Papa ha speso parole di apprezzamento per il servizio svolto dai Gentiluomini di Sua Santità in occasione delle visite di autorità politiche o diplomatiche in Vaticano. Un “servizio d’onore”, lo ha definito Benedetto XVI, appartenente alla “secolare tradizione della Casa pontificia”. In essa, oggi – ha osservato il Papa – tutto “appare maggiormente semplificato, ma se rispetto al passato cambiano le funzioni e i ruoli, identico – ha aggiunto - permane lo scopo di coloro che vi lavorano, quello cioè di servire il Successore dell’Apostolo Pietro”:

 

“La barca di Pietro, per poter procedere sicura, ha bisogno di tante nascoste mansioni, che insieme ad altre più appariscenti contribuiscono al regolare svolgimento della navigazione. Indispensabile è non perdere mai di vista il comune obbiettivo, e cioè la dedizione a Cristo e alla sua opera di salvezza”.

**********

 

 

PREGO PER L’UNITÀ DI TUTTI I CRISTIANI. LO HA DETTO IL PAPA

INCONTRANDO I MEMBRI DELL'ALLEANZA MONDIALE DELLE CHIESE RIFORMATE

 

“Prego affinché questo incontro di oggi porti esso stesso frutti di un rinnovato impegno nel lavoro per l’unità di tutti i cristiani”. Con  queste parole, Benedetto XVI si è rivolto ai membri di una  delegazione dell’Alleanza Mondiale delle Chiese Riformate, ricevuti in udienza. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

**********

Il Papa ha prima ringraziato per la presenza di rappresentanti dell’Alleanza sia ai funerali di Giovanni Paolo II, sia all’inaugurazione del suo pontificato. “In queste manifestazioni di reciproco rispetto e amicizia – ha detto il Papa - mi piace vedere un frutto  provvidenziale del fraterno dialogo e cooperazione intrapresi  negli ultimi 40 anni, e un segno di sicura speranza per il  futuro”. Ricordando poi il 40.mo anniversario della fine del Concilio Vaticano II, che vide la promulgazione del decreto sull'ecumenismo Unitatis Redintegratio, Benedetto XVI ha sottolineato come “il dialogo tra cattolici e membri delle Chiese riformate abbia dato un importante contributo alla necessaria opera di riflessione teologica e indagine storica, indispensabile per superare le tragiche divisioni che nacquero tra i cristiani nel sedicesimo secolo”. Il Santo Padre si è quindi soffermato sulle parole della Unitatis Redintegratio: “non può esserci ecumenismo degno di questo nome senza conversione interiore”. Ha ricordato, poi, l’impegno ecumenico di Giovanni Paolo II: su questo tema – ha detto Benedetto XVI - Karol Wojtyla spesso ha parlato del bisogno di una purificazione della memoria, per preparare i cuori a ricevere la piena verità di Cristo. Giovanni Paolo II ha dato un impulso a questo sforzo nella Chiesa cattolica e iniziative simili – ha spiegato il Santo Padre – sono state intraprese anche da molte Chiese riformate appartenenti all’Alleanza mondiale. Gesti come questi – ha concluso – sono i mattoni per la costruzione di un rapporto più profondo che deve essere consolidato nella verità e nell’amore.

**********

 

 

UDIENZE E NOMINE

 

Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

 

In Cile, il Papa ha accettato la rinuncia al governo pastorale della Diocesi di Los Ángeles, presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Miguel Blas Caviedes Medina. Al suo posto, il Pontefice ha nominato mons. Felipe Bacarreza Rodríguez, finora ausiliare di Concepción. Mons. Bacarreza Rodríguez ha 58 anni ed ha conseguito la laurea in Ingegneria civile presso la Pontificia Università Cattolica del Cile prima di compiere gli studi teologici nella Facoltà di Teologia della medesima Università, licenziandosi in Teologia. Ha conseguito inoltre la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico a Roma. E’ stato parroco e insegnante di Sacra Scrittura nel Seminario arcidiocesano. Dal 1983 al 1991 ha prestato servizio nella Congregazione per l’Educazione Cattolica della Santa Sede.

 

Nella Repubblica Democratica del Congo, Benedetto XVI ha nominato vescovo di Luebo il sacerdote Pierre-Célestin Tshitoko Mamba, del clero di Kananga, rettore del Filosofato interdiocesano di Kabwe (Kananga). Il neo presule, 50 anni, ha studiato filosofia e teologia in patria prima di specializzarsi in Teologia Biblica all'Università Urbaniana di Roma. E’ stato docente nel Seminario Teologico Interdiocesano di Malore.

 

La diocesi di Luebo è stata eretta nel 1959. Ha una superficie di 32 mila kmq. con una popolazione di un milione e 600 mila abitanti, dei quali oltre 900 mila cattolici. Le parrocchie sono 30; 84 i sacerdoti (72 diocesani, 12 religiosi); una ventina i seminaristi maggiori; 102 le religiose.

 

 

DOMANI BENEDETTO XVI rinnoverà il rito del battesimo

conferendolo a 10 bimbi NELLA CAPPELLA SISTINA,

 NEL GIORNO DELLA FESTA DEL BATTESIMO DEL SIGNORE

CHE CONCLUDE IL TEMPO DI NATALE

- Intervista con Vittoria Gargano -

 

La festa domani del battesimo del Signore conclude il tempo di Natale. Ci conduce alla soglia della vita pubblica di Gesù, ci introduce nel mistero della sua missione e illumina la nostra vita: battezzati, diventiamo figli di Dio e prendiamo parte alla sua missione. Domani mattina, tra le volte michelangiolesche della Cappella Sistina, Papa Benedetto XVI  rinnoverà il rito del battesimo conferendolo a 10 bimbi. La nostra emittente seguirà la cerimonia in radiocronaca diretta in italiano, tedesco, francese, spagnolo e inglese sulle onde corte, sulle onde medie e in modulazione di frequenza. La tradizione dei battesimi nella Cappella Sistina è stata voluta da Papa Wojtyla che nel corso del suo Pontificato ha conferito il sacramento a 1.370 tra neonati e adulti. Tra questi, Vittoria Gargano di Lamezia Terme, in Calabria, che, battezzata nel 1992 è oggi 14enne. Orazio Coclite, l’ha raggiunta telefonicamente:

 

**********

D. - Tu citavi la tua famiglia. Come viene ricordato dai tuoi genitori, dalla tua famiglia quel giorno?

 

R. – Ovviamente quel giorno viene ricordato con grande affetto, come un giorno indimenticabile e poi anche come un momento in cui tutta la famiglia era riunita per questo sacramento così importante. Siamo ancora tutti felici ed onorati.

 

D. – Per esempio, tu ne parli con le tue amiche. Come reagiscono a questo tuo racconto?

 

R. – Io non ho mai amato parlare più di tanto con le mie amiche perché l’ho sempre ritenuto qualcosa di intimo. Diciamo che ne parlo con le amiche più care, più vicine che possono comprenderlo anche come un fatto spirituale, non come un vanto. A volte ho paura di parlarne perché può essere inteso come un vanto, come un modo di farmi vedere diversa dagli altri. Io, invece, mi sento più che altro accompagnata per mano da questo Papa. Non mi sento diversa dagli altri, mi sento accompagnata da lui come tutti. Diciamo che è un modo di sentirmi io più vicina a lui.

**********          

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo "Irradiazione e attrazione: il dinamismo dell'Epifania"; Benedetto XVI celebra nella Basilica Vaticana la solennità della manifestazione di Gesù ed invita i popoli ad aprire i cuori alla forza della grazia, nell'adesione fedele alla Parola del Figlio, luce del mondo, traguardo finale della storia.

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata alla celebrazione della solennità dell'Epifania nelle Diocesi italiane.

 

Servizio estero - Israele: la comunità internazionale in apprensione per la sorte di Sharon. Gli osservatori politici si interrogano sugli scenari che si aprono dopo l'uscita di scena del Premier.

 

Servizio culturale - Un elzeviro di Mario Gabriele Giordano dal titolo "Opinione pubblica e 'opinione pubblicata' ".

 

Servizio italiano - In primo piano il fisco.

In rilievo il tema dell'immigrazione.

 

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

7 gennaio 2006

 

 

COMINCIATE IERI SERA LE CELEBRAZIONI IN RUSSIA DEL NATALE 

per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano

        

All’apparizione della prima stella sono cominciate in Russia le celebrazioni del Natale per le Chiese orientali che seguono il calendario giuliano. Luoghi di culto aperti tutta la notte a Mosca  e trasporti pubblici in funzione fino a tardi. Ovunque gente in preghiera. La televisione di Stato  ha trasmesso ieri sera in diretta la Santa Messa officiata dal patriarca Alessio II nella cattedrale di Cristo Salvatore. In migliaia erano presenti, fra loro il premier Fradkov e numerose altre personalità del mondo politico ed economico. Da Mosca, il servizio di Giuseppe D’Amato:

 

**********

“L’ortodossia si è rafforzata in ogni parte del Paese”, così Alessio II in un messaggio di auguri ai fedeli. Il mondo ci spinge a seguire falsi ideali, così si va verso la schiavitù e non la felicità, non la vita, ma la morte. Seguendo Cristo possiamo illuminare tutto il mondo con la parola, le azioni e la preghiera. Rivolto all’Ukraina dove esistono più chiese ortodosse, Alessio II ha invitato a rafforzare le comuni preghiere per il bene della Chiesa: insieme supereremo le divisioni. Il presidente Putin era nella gelida e remota Jacuzia, nell’estremo oriente russo. Ha ascoltato la Santa Messa della vigilia di natale, mischiato a comuni fedeli. E’ la quinta volta che ciò accade; mai da quando capo dello Stato, è mancato alle liturgie natalizie. In un messaggio al Patriarca, il leader russo ha ringraziato Alessio II per la sua opera per il rafforzamento della pace e ne ha sottolineato i meriti per il dialogo tra Stato e Chiesa. I tempi dell’ateismo in Russia sono definitivamente finiti. Il Paese slavo vive una lunga rinascita spirituale; il ritorno dell’icona di Kazan, nell’agosto 2004, voluto da Papa Giovanni Paolo II, ne è testimonianza ulteriore. I canali pubblici fanno a gara a trasmettere i momenti più importanti del Santo Natale. Tanti sono stati i collegamenti televisivi con i principali Paesi ortodossi e con la Terra Santa. I musulmani russi, circa 20 milioni, si sono recentemente lamentati per l’eccessivo spazio concesso agli ortodossi e per il tentativo, secondo loro, di creare in Russia uno stato mono confessionale. Invero, la riscoperta dei valori nazionali russi annullati durante i 74 anni di potere comunista, sono accompagnati da una sempre maggiore coscienza religiosa. La Chiesa ortodossa si propone sempre più come custode delle tradizioni passate.

 

Per la radio vaticana, Giuseppe D’Amato.

**********

RESTANO STABILI MA MOLTO GRAVI LE CONDIZIONI DI SHARON

MENTRE TUTTO IL PPAESE È IN PREGHIERA

- Intervista con Alì Rashid e padre David Jaeger -

 

Continuano ad essere stabili ma gravi le condizioni del premier israeliano Sharon. All'indomani del terzo intervento chirurgico per emorragia cerebrale, il premier è stato sottoposto ad una nuova Tac al cervello. Secondo un portavoce dell'ospedale, l’esame era previsto e non indicherebbe un cambiamento nelle sue condizioni. Il prossimo bollettino medico non si avrà prima delle 17.00 ora italiana, alla fine del riposo sabbatico. E mentre Israele prega e spera in un miracolo, si susseguono le dichiarazioni dei principali leader mondiali. Il servizio di Eugenio Bonanata:

 

**********

Secondo la radio militare il fatto che Sharon non sia stato portato in sala operatoria, come avvenuto ieri dopo la precedente risonanza magnetica, viene interpretato come uno sviluppo relativamente tranquillizzante. Sharon resta in coma farmacologico indotto dai medici mercoledì sera. Tra domani e lunedì, però, i medici potrebbero tentare di risvegliarlo. "Ci sono sempre danni in questo tipo di operazioni e ha ammesso il neurochirurgo Felix Umansky - dobbiamo aspettare di vedere come reagirà quando gli ridurremo i farmaci che lo mantengono sedato”. Intanto il 'Shabbat' di preghiera, la giornata festiva ebraica, ha riunito il Paese israeliano nell'ansia per il primo ministro che lotta contro la morte. Dalle sinagoghe alle spiagge affollate di surfisti, tutto lo Stato ebraico attende di sapere se Sharon ce la farà, anche se con danni cerebrali che rischiano di essere estesi e irreversibili. Migliaia di messaggi di auguri al premier da parte dei cittadini, al ritmo di 150 all’ora, giungono attraverso il suo sito internet. Intanto da tutto il mondo si segnalano dichiarazioni di rilievo. Per il ministro degli Esteri britannico Jack Straw, Israele affronta adesso un periodo di “grande incertezza” visto che Sharon “era forse la più imponente figura in tutta la politica mediorientale e quindi lascia un grande vuoto per tutti”. Prosegue, invece, il silenzio dei vertici del regime di Teheran, dopo le dichiarazioni del presidente iraniano Ahmadinejad, il quale nei giorni scorsi avrebbe espresso l’auspicio che Sharon muoia. Dal canto suo, il presidente americano Bush si era invece unito alla preoccupazione del popolo israeliano definendo Sharon “un coraggioso uomo di pace”.

**********

 

Da parte palestinese, anche in queste ore di estrema difficoltà si ribadisce una valutazione dura dell’operato del premier israeliano. Lo conferma al microfono di Isabella Piro, Alì Rashid, primo segretario della Delegazione generale palestinese:

 

**********

R. – E’ stato un generale che ha fatto tante guerre contro i palestinesi ed ha commesso molti crimini e questo non lo ricordiamo bene.

 

D. – Lo sgombero della Striscia di Gaza ha comunque significato qualcosa per voi?

 

R. – Israele si è liberata di un problema che era ingestibile, ma la Striscia di Gaza potrebbe avere delle buone prospettive soltanto diluendo i suoi problemi in una Cisgiordania completamente liberata.

 

D. – Come è stata accolta dalla vostra parte la scelta di Sharon di fondare un partito nuovo?

 

R. – E’ un atto che, secondo noi, non era costruttivo. Bisogna distinguere sempre di più nella società israeliana di sinistra e di destra, di chi è a favore della pace e di chi è contrario alla pace, facendo in modo di far crescere la forza di chi in Israele vuole una soluzione politica. L’operazione di Sharon andava in una direzione contraria perché mescolava le carte e comunque le sue proposte non erano sufficienti…

 

D. – Il suo vice, Olmert, secondo voi, proseguirà la sua stessa strada o c’è più possibilità di dialogo con lui?

 

R. – Olmert nel passato non ha dimostrato nessuna disponibilità al dialogo, anzi era un ostacolo. Aveva annesso Gerusalemme, aveva privato molti cittadini palestinesi della loro residenza a Gerusalemme. Ha dimostrato molta ostilità nei confronti dei palestinesi.

**********

 

In ogni caso secondo molti osservatori la malattia di Sharon potrebbe seriamente mettere in difficoltà gli ultimi sviluppi del processo di pace in Terra Santa. In che modo la Chiesa cattolica locale valuta questo momento? Giancarlo La Vella lo ha chiesto al padre francescano David Jaeger, israeliano ed esperto di Medio Oriente:

 

**********

R. – La Chiesa cattolica di Terra Santa e quella di tutto il mondo favorisce sempre la composizione pacifica dei conflitti in genere, e tra Israele e palestinesi in particolare. Il ruolo che avrebbe interpretato Ariel Sharon non si saprà mai con certezza. Sicuramente, però, egli non avrebbe lasciato la situazione stazionaria. Avrebbe mosso le acque, come ha fatto già rispetto a Gaza, e anche questo può essere visto come molto positivo comunque. Certamente molti sono i contendenti. La maggior parte dei partiti e dei politici sembrano concordi sulla necessità di cercare di porre termine all’occupazione, anche se non mancano i partiti politici della destra più dura che l’avrebbero voluta perpetuare.

 

D. – La malattia di Sharon potrebbe voler dire la parola fine sul neonato partito Kadina?

 

R. – Non necessariamente. I primi sondaggi dopo l’ultima crisi di emorragia cerebrale di Sharon hanno dato un risultato sorprendente: anche senza Sharon il partito, per il momento almeno, conserva i suoi sostenitori.

 

D. – Quali sono stati i rapporti di Ariel Sharon con la Chiesa cattolica?

 

R. – Bisogna dire, ed è un debito di giustizia nei confronti del primo ministro Sharon, che di tutti i primi ministri d’Israele, egli risulta, a  mio avviso, il più attento e il più rispettoso in relazione alla Chiesa cattolica. E’ stato dimostrato innanzitutto dalla sua decisione di annullare la delibera di costruire una moschea alle porte della Basilica dell’Annunciazione a Nazaret.

**********

 

 

ALLA SCOPERTA DELLE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA

 

 

SAN BENEDETTO E L’EUROPA: LA RIVOLUZIONE DEL MONACHESIMO.

CON NOI, L’ABATE DI SANTA SCOLASTICA A SUBIACO, DOM MAURO MEACCI

 

“Abbiamo bisogno di uomini come Benedetto da Norcia che, in un tempo di dissipazione e di decadenza, si sprofondò nella solitudine più estrema, riuscendo, dopo tutte le purificazioni che dovette subire, a risalire alla luce”. Queste parole, pronunciate appena ventiquattrore prima della morte di Giovanni Paolo II, dall’allora cardinale Joseph Raztinger suonano oggi profetiche. Il futuro Pontefice le pronunciò a Subiaco, in occasione della consegna del premio “San Benedetto”, il primo aprile scorso. Ad ascoltarlo, quel giorno, c’era anche dom Mauro Meacci, l’Abate del monastero sublacense di Santa Scolastica, che in questo quarto appuntamento dello speciale di Alessandro Gisotti sulle radici cristiane dell’Europa, si sofferma sul Santo fondatore del monachesimo occidentale, l’Europa e Benedetto XVI. Spiega innanzitutto  cosa rappresentò per l’Europa in un’epoca di smarrimento, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l’irrompere del monachesimo di San Benedetto:

 

**********

R. – La possibilità di cominciare una nuova epoca che, sulla  base dei valori più autenticamente umani dell’antica cultura classica, purificati e riorientati alla luce dell’antropologia cristiana dell’uomo come immagine di Dio, perfettamente espresso nel Cristo, avrebbe portato, con l’accoglienza dei nuovi popoli dell’Est, al formarsi di quella che poi sarà effettivamente possibile chiamare Europa. Ebbene, in tutto questo, un ruolo di mediazione fondamentale, soprattutto a partire dalla rinascenza carolingia, è stato svolto proprio dai grandi centri monastici, specie benedettini.

 

D. – I monasteri benedettini, appunto, soprattutto dopo l’VIII secolo, furono non solo delle roccaforti della fede, ma anche centri attivissimi nella trasmissione del sapere. Come vivevano i benedettini questo connubio tra fede e cultura?

 

R. – Quando si pensa che per conoscere Cristo non è possibile prescindere dalla conoscenza, dalla lettura, dalla meditazione del testo sacro, capiamo che la cultura era percepita come una strada fondamentale, anzi ineludibile, per compiere in pienezza il cammino verso Dio. Da questa concezione, come ricaduta secondaria del quaerere Deum, scopo della vita monastica, nascerà lo sforzo non solo della conservazione del patrimonio culturale della classicità, ma anche quello che porterà al sorgere di uno dei maggiori e più riusciti tentativi di elaborazione culturale della fede cristiana, costituita appunto da quella civiltà monastica che è stata il fulcro dell’Europa dal secolo X al secolo XIII.

 

D. - Il genio e l’originalità di San Benedetto emerge nella straordinaria attenzione rivolta alla persona umana. In questo senso la regola benedettina è davvero un documento di eccezionale valore …

 

R. – San Benedetto non è un legislatore desideroso della perfetta osservanza della sua norma, costi quel che costi, ma è consapevole che essa è a servizio della crescita della persona. San Benedetto non si preoccupa dell’osservanza letterale della Regola, ma che questa diventi un valido strumento a servizio della crescita spirituale del monaco. E’ la persona ciò che effettivamente sta a cuore a lui. San Benedetto raccomanda all’abate di ascoltare tutti prima di decidere qualcosa di importante, perché Dio spesso parla proprio attraverso gli ultimi.

 

D. – Oggi, alla cattedra di Pietro siede un Papa che ha scelto il nome Benedetto. Che sensazione suscita in un abate benedettino che ha sentito parlare proprio a Subiaco l’allora cardinale Joseph Ratzinger pochi giorni prima della sua elezione a Pontefice?

 

R. – L’Ordine Benedettino sente di avere un vincolo speciale con il nostro continente. E in questo si percepisce una grande sintonia con il Santo Padre per la prospettiva culturale che è stata bene espressa nel discorso che fece il 1 aprile proprio qui a Subiaco. Infatti, anche se è vasta la complessità del mondo di oggi, soprattutto con il riaffacciarsi delle grandi culture extra europee – basti pensare al mondo islamico – tuttavia il nostro continente è come un grande laboratorio, un banco di trazione, per usare l’espressione del Santo Padre. Vi si svolge un  confronto decisivo tra una concezione dell’uomo che si riconosce creatura di Dio, e una concezione dell’uomo, misura di se stesso, che fonda i propri valori in modo relativo in riferimento alla modalità del patto. Credo, quindi, che l’Europa sia un luogo da custodire con passione e amore. Per questo, il richiamo a Benedetto, espresso anche nel nome dell’attuale Pontefice, credo sia un impegno per tutti e anche una speranza affinché l’Europa ritrovi veramente il proprio posto in mezzo all’ecumene dell’umanità.

**********

 

Domani, domenica 8 gennaio, trasmetteremo l’intervista con l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte che, nel quinto appuntamento del nostro speciale, si soffermerà su filosofia e teologia nel Medioevo cristiano.

 

 

E’ DEL regista neozelandese Peter Jackson, già autore della saga

dedicata al Signore degli Anelli, IL NUOVO King Kong,

IN QUESTI GIORNI NELLE SALE CINEMATOGRAFICHE ITALIANE

- Con noi Paolo Aleotti -

 

         “Il fantastico funziona al meglio quando è credibile”: con queste intenzioni il regista neozelandese Peter Jackson, già autore della saga dedicata al Signore degli Anelli, è tornato a raccontare una straordinaria e suggestiva avventura con impressionanti mezzi tecnici. Il suo nuovo King Kong è stato, infatti, uno dei grandi successi cinematografici del Natale, insidiato però nelle sale italiane da pellicole che svelano il preoccupante scadere dei gusti del pubblico. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

**********

New York, un grattacielo, una bionda e una scimmia: nell’immaginario della collettività, non solo cinematografica, quest’immagine è il segno di riferimento per una grande avventura d’amore tra una Bella e una Bestia. La prima è un’attricetta newyorkese che vivrà la più intensa e pericolosa delle esperienze; la seconda, uno scimmione di molti metri, capo incontrastato e triste dell’Isola del Teschio sulla quale molti uomini perderanno la loro vita o la trasformeranno per sempre. Il film di Peter Jackson, costato oltre duecento milioni di dollari e ricco di effetti colossali come i dinosauri portati sullo schermo e le ricostruzioni impressionanti di giungle lontane o metropolitane, ci riporta dunque dalle parti della favola e del mito con tutto l’apparato tecnologico di cui oggi dispone la settima arte. Ma, sia in America che in Italia, il botteghino natalizio ha riservato incassi certo soddisfacenti ma non eccezionali. In quest’ultimo Paese, poi, nel quale la battaglia per l’affermazione al miglior risultato si combatte, come in tutto il mondo, nella settimana natalizia, ancora una volta sono state premiate pellicole dall’assai dubbio contenuto e dalle tante volgarità. Per il pubblico si tratta della passione poco condivisibile per un genere assai minore o di un chiaro sintomo di perdita di valori e di sensibilità estetica? Lo abbiamo chiesto al critico cinematografico Paolo Aleotti:

 

“Credo che solo la pigrizia, una pigrizia magari semplicemente indotta, però solo la pigrizia, può aiutare a premiare dei film che cercano semplicemente di compiacere il pubblico, compiacendo oltretutto solo se stessi. E’ questo circolo vizioso che credo ci possa spiegare come i film di grande qualità e anche spettacolarità non abbiano grande successo, mentre film di dubbia spettacolarità, di nessuna originalità, e che in fondo vogliono farci indulgere alla risata con argomentazioni assolutamente banalissime, possano essere vincenti. Mentre per quanto riguarda il fatto che negli Stati Uniti non ci sia stato il grandissimo boom che ci si aspettava, penso che sia dovuto al fatto che in questo momento gli Stati Uniti abbiano una specie di idiosincrasia per i remake perché, visto e considerato che Hollywood da qualche tempo non riesce o sembra non riuscire a trovare una ispirazione originale, immagino che dietro certa tiepidità del pubblico americano nei confronti di film sia pure spettacolari, belli e anche innovativi come King Kong, debba essere letto come essere stufi dei remake”.

*********

 

 

IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, domenica 8 Gennaio, la Chiesa celebra la Festa del Battesimo del Signore. La liturgia ci presenta il Vangelo in cui si legge:

 

“In quel tempo, Giovanni predicava dicendo: “Dopo di me viene uno che è più forte di me e al quale io non son degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzati con acqua, ma egli vi battezzerà con lo Spirito Santo”.

 

Su questo brano evangelico, ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

**********

Dopo di me, viene uno che ha più diritto di me e al quale io non sono degno di chinarmi per sciogliere i legacci dei suoi sandali. Con questa dichiarazione di Giovanni il Battista, l’evangelista Marco fa una chiara allusione alla prassi ed alla legge che prescriveva che il fratello, o qualche stretto parente del defunto, sposasse la vedova e che i figli nati venissero considerati figli del defunto. Nel caso che colui che aveva il diritto vi rinunciasse, un altro gli avrebbe tolto il sandalo indicando così che gli subentrava in quel diritto e prendeva il suo posto. Il Battista dichiara, dunque, che non è lui che darà la vita e che non è lui il Messia, lo sposo divino dell’umanità perduta ma che è Cristo il vero sposo che darà la vita e che come sposo unirà a sé l’umanità, strappandola dalle tenebre per unirla alla luce che è Lui stesso.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

7 gennaio 2006

 

ALLARME CARESTIA NEL CORNO D’AFRICA: SECONDO LA FAO,

OLTRE 11 MILIONI DI PERSONE RICHIANO DI MORIRE DI FAME

 

ROMA. = Nel Corno d’Africa milioni di persone rischiano una grave carestia a causa della prolungata siccità, alla quale si aggiungono gli effetti dei conflitti passati o attuali: l’allarme è stato lanciato ieri dalla FAO. La carenza di cibo è particolarmente grave in Somalia dove si stima che sono circa due milioni le persone bisognose di assistenza umanitaria. Nelle otto regioni agricole del sud, tutti i raccolti sono andati perduti perché non è arrivata l’attesa stagione delle piogge: il raccolto potrebbe essere il più scarso degli ultimi dieci anni. Il PAM, il Programma alimentare mondiale, ritiene che fino a giugno 2006 in Somalia saranno necessarie 64 mila tonnellate di aiuti alimentari. Finora sono disponibili, però, meno di 17 mila tonnellate. L’emergenza è alta anche in Kenya, dove dopo la perdita dei raccolti e la decimazione del bestiame, già si contano le prime vittime causate dalla carestia. Secondo la FAO, sono necessari aiuti non solo sul fronte dell’approvvigionamento di acqua ma anche per la ricostituzione del bestiame e per la distribuzione delle sementi per la prossima stagione. Nel Gibuti è a rischio la sicurezza alimentare di molti pastori, tanto che quasi un quinto della popolazione, dunque circa 150 mila persone, dovranno fare i conti con la mancanza di viveri. In Etiopia c’è una grave penuria di cibo nelle zone rurali delle aree orientali e meridionali del Paese. La FAO ritiene che in questa area siano necessari interventi per oltre 40 milioni di dollari per scongiurare una possibile carestia. Si teme che in Etiopia oltre un milione di persone dovrà fare i conti con la fame. (A.L.)

 

 

IN UZBEKISTAN AUMENTANO LE PERSECUZIONI CONTRO LE ORGANIZZAZIONI

 UMANITARIE. E’ QUANTO DENUNCIA LA FEDERAZIONE INTERNAZIONALE

DI HELSINKI PER I DIRITTI UMANI

 

TASHKENT. = Il governo uzbeko ha avviato una dura campagna di persecuzioni contro gli attivisti umani, dopo le proteste popolari avvenute nella città di Andijan nel 2004. Lo denuncia la Federazione internazionale di Helsinki per i diritti umani (IHF). Dopo le manifestazioni ad Andijan – spiega il capo dell’organizzazione all’agenzia “AsiaNews” – le autorità uzbeke hanno intensificato le azioni tese a screditare l’operato di tutte quelle realtà impegnate nella difesa dei diritti umani. Il governo del presidente Islam Karimov è accusato di avere ordinato all’esercito di sparare contro i manifestanti. Secondo diverse organizzazioni e testimoni, sarebbero almeno 500 i civili rimasti uccisi in seguito alla repressione messa in atto dalle forze di sicurezza uzbeke nelle vie di Andijan nel 2004. Ma il governo respinge questa accusa e sostiene, invece, che è stato sventato un golpe islamico. Durante l’azione della polizia, sono anche stati arrestati 73 presunti golpisti. Alcuni di questi sono stati condannati alla pena capitale con un processo ritenuto da molti osservatori “non equo” e “non rispondente ai requisiti minimi di giustizia”. (A.L.)

 

 

E’ DI ALMENO 70 MORTI IL BILANCIO DELLE VITTIME CAUSATE DAL CROLLO

GIOVEDÌ SCORSO DI UN ALBERGO NELLA CAPITALE SAUDITA, A LA MECCA, IN ARABIA SAUDITA, AFFOLLATA DI PELLEGRINI PER IL PELLEGRINAGGIO DELL’HAJ DI DOMANI. SI PREVEDONO ALMENO 2 MILIONI E MEZZO DI FEDELI

 

LA MECCA. = Si aggrava il bilancio delle vittime del crollo di un albergo avvenuto giovedì scorso a La Mecca, in Arabia Saudita. Il numero delle persone rimaste uccise è salito ad almeno 70. Si tratta di pellegrini arrivati nella città santa per partecipare al pellegrinaggio annuale dei musulmani dell’Haj che comincerà domani. Il pellegrinaggio è uno dei cinque pilastri della religione islamica; è obbligatorio e deve essere compiuto almeno una volta nella vita da ogni musulmano. Il luogo del pellegrinaggio è l’area della grande moschea che comprende la Ka’bah e la fonte di Zamzan. La Ka’bah è un edificio cubico situato al centro del grande cortile della moschea. Nella parte orientale di questa struttura è collocata una pietra nera, un blocco minerale oggetto di grande venerazione. La tradizione vuole che l’abbia portata sulla terra l’arcangelo Gabriele. (A.L.)

 

 

A CHICAGO DISTRUTTA DA UN ROGO DIVAMPATO NELLA NOTTE

LA CHIESA BATTISTA CHE HA VISTO NASCERE I CANTI GOSPEL

 

CHICAGO. = La Pilgrim Baptist Church, situata nel centro di Chicago, e costruita nel 1895, è stata completamente distrutta da un incendio divampato nella notte. Al momento, non si conoscono le cause del rogo. Emittenti televisive americane hanno mandato in onda, in diretta, le drammatiche immagini dell’incendio, con la struttura ormai senza tetto, divorata dalle fiamme. Opera di uno dei più noti architetti di Chicago, Luois Sullivan, l’attuale chiesa battista è stata inizialmente utilizzata come sinagoga. Negli anni Venti, la comunità ebraica ha lasciato il centro della città per spostarsi in altri quartieri e la sinagoga è stata trasformata in chiesa battista. Dichiarata monumento nazionale nel 1981, la Pilgrim Baptist Church ha visto nascere i primi gospel, i testi sacri cantati con melodie blues. (A.L.)

 

 

PER LA SECONDA VOLTA LA COMUNITA’ ORTODOSSA BULGARA HA CELEBRATO A ROMA

LA FESTIVITA’ DELL’EPIFANIA. IL RITO DELLA BENEDIZIONE DELL’ACQUA

SI E’ SVOLTO PRESSO LA FONTANA DI TREVI

- A cura del Programma Bulgaro -

 

ROMA. = Nella festività dell’Epifania, la celebre Fontana di Trevi, a Roma,  ha fatto da cornice ad una celebrazione di rito greco-ortodosso: il getto della Croce nell’acqua, secondo una antica tradizione ortodossa. Il gesto simbolico è stato compiuto da mons. Tihon, vescovo di Tiberiopoli, vicario del Metropolita Simeone, responsabile della Chiesa ortodossa dell’Europa Centrale ed Occidentale, retta dal Patriarca Maxim. Il rito della benedizione dell’acqua ha avuto luogo dopo la divina liturgia, concelebrata con l’archimandita Viktor, nella chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio. La chiesa è stata donata dal Santo Padre alla comunità ortodossa bulgara di Roma per uso liturgico, durante il suo viaggio apostolico a Sofia nel 2002. Nell’omelia, il vescovo ortodosso ha esortato i fedeli a mettere in pratica, nella loro vita quotidiana, lo spirito di questa festività, pregando in particolare per chi non ha ricevuto il dono della fede e per i cinque infermieri bulgari rinchiusi in Libia da sette anni. Sono giudicati colpevoli di aver trasmesso, nel 2004, il virus dell’HIV ad oltre 400 bambini. I cinque infermieri sono stati condannati a morte. L’esecuzione, per il momento, è stata sospesa. Davanti a centinaia di turisti incuriositi ed un folto gruppo di fedeli bulgari, il vescovo ha pregato poi per la pace nel mondo, per la città di Roma, per la nazione italiana, per quella bulgara e per tutti i cristiani. Il rito si è concluso con la benedizione dell’acqua in tre lingue – bulgaro, italiano e latino – ricordando che questo gesto simbolico, compiuto contemporaneamente in tante altre comunità ortodosse, è un ponte che unisce i cristiani dell’Europa.

 

 

CATECHESI, EDUCAZIONE, LITURGIA SACRAMENTI E CARITÀ. QUESTI I TEMI AL CENTRO DELL’INCONTRO “PARROCCHIE IN TERRA DI MISSIONE” ORGANIZZATO IN PROVINCIA DI VENEZIA DALLA FRATERNITÀ SAN CARLO BORROMEO. PRESENTI

 IL CARDINALE ANGELO SCOLA E 60 MISSIONARI PROVENIENTI DA 16 PAESI

 

VENEZIA. = “La parrocchia è nella sua essenza una realtà missionaria. L’attenzione alla missione non può avvenire dopo aver sistemato le differenti opere o servizi sociali”. Lo ha detto il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, intervenendo all’incontro tenutosi presso Casa Maria Assunta a Cavallino Treporti, in provincia di Venezia,  intitolato “Parrocchie in terra di missione”. Il porporato ha parlato anche delle problematiche della parrocchia in Africa, America Latina e della rievangelizzazione in Europa. L’incontro, voluto dai superiori della Fraternità San Carlo Borromeo come momento di dialogo e confronto, è stato dedicato in particolare ai temi della catechesi e dell’educazione, della liturgia, dei sacramenti e della carità. Alla riunione, conclusasi ieri, hanno partecipato 60 missionari provenienti da 16 Paesi e da 4 Continenti in cui la Fraternità ha aperto proprie case.  Durante l’Assemblea, il superiore della Fraternità, padre Massimo Camisasca, ha rievocato la figura di don Luigi Giussani, fondatore del movimento “Comunione e Liberazione”, sottolineando l’importanza di “una vita parrocchiale vissuta non in modo burocratico ma come luogo di incontro con gli uomini e riverbero dell’incarnazione di Cristo”. (A.L.)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

7 gennaio 2006

 

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

        

 

In Iraq è ripresa la strategia dei sequestri. Stamani a Baghdad, è stata rapita una giornalista americana. Nell’agguato è rimasto ucciso il giornalista iracheno che le faceva da interprete. Il nostro servizio:

 

***********

Secondo le prime notizie della sicurezza irachena, la donna doveva incontrare un leader arabo sunnita quando la sua vettura è stata bloccata da un gruppo di uomini armati, nella parte occidentale della capitale. Quindi i terroristi hanno sparato all’autista, un giornalista iracheno che le faceva da interprete, e portato via la donna, abbandonando in strada la loro macchina. Dal canto suo, l’ambasciata americana in Iraq ha avviato un’inchiesta. Il nuovo sequestro si aggiunge ai numerosi avvenuti recentemente sempre ai danni di occidentali. Infatti, oltre ad un ingegnere francese, sono ancora in mano alla guerriglia quattro operatori pacifisti cristiani, un britannico, un americano e due canadesi. Intanto, sempre a Baghdad, è ancora imprecisato il numero di feriti in seguito all’ennesimo attacco contro una pattuglia dell’esercito iracheno. E mentre il New York Times parla di colloqui segreti avviati tra le forze americane e i ribelli, nel tentativo di coinvolgere gli insorti nel processo politico, prosegue la visita del ministro degli Esteri britannico Jack Straw, da ieri nel Paese arabo. Stamani a Baghdad ha incontrato il presidente Talabani e farà lo stesso con il premier Jaafari e con il leader sunnita. Obiettivo degli incontri è manifestare appoggio agli iracheni in vista della formazione di un nuovo governo che comprenderà tutte le parti. Intanto ieri, in un nuovo video trasmesso dalla tv araba Al Jazeera, è tornato a farsi sentire il numero due della rete terroristica al Qaeda, al Zawahiri, che rivolgendosi direttamente al presidente americano Bush ha affermato che l’annunciato piano di ritiro delle truppe americane dimostra la sconfitta statunitense. “Bush, devi riconoscere che hai perso”, ha detto al Zawahiri.

**********

 

In Afghanistan un attentatore suicida si è fatto esplodere lanciandosi contro un’auto della polizia, nell’est del Paese, ferendo un colonnello e il suo autista. Lo hanno reso noto le autorità locali, aggiungendo che si tratta dell’ultimo episodio di una serie di attacchi suicidi da parte di taleban. Solo giovedì scorso, 10 civili sono rimasti uccisi in un bazar nella  provincia centrale di Uruzgan, durante una visita dell'ambasciatore Usa Ronald Neumann.

 

Scontri a fuoco si sono avuti questa notte in Pakistan. Nel mirino di un gruppo di militanti islamici, un posto di controllo di Mir Ali, una zona tribale alla frontiera con l’Afghanistan. Almeno 16 persone sono rimaste uccise, tra cui 8 paramilitari pachistani. Il Pakistan ha dispiegato migliaia di uomini nelle località tribali per tentare di catturare gruppi di ribelli pro-talebani rifugiatisi nelle montagne dopo l’intervento americano del 2001 contro il regime afghano.

 

Dopo i tre adolescenti morti in Turchia per il virus dell’influenza aviaria, un quarto caso di contagio tra esseri umani è stato reso noto oggi dalle autorità sanitarie del Paese. Intanto, la Commissione Europea, informata questa mattina dal laboratorio britannico di Weybridge, ha confermato che il ceppo virale responsabile del decesso dei tre giovani è quello altamente patogeno dell'H5N1, riscontrato nei polli nella zona orientale della Turchia. Finora, sono una quarantina le persone con sintomi sospetti che hanno chiesto assistenza negli ospedali del Paese: 23 sono state sottoposte a terapia con il “Tamiflu”, l’unico farmaco in grado a tutt’oggi di porre una prima barriera al diffondersi del contagio.

 

Almeno 15 marinai sono  rimasti uccisi dopo che presunti guerriglieri tamil hanno lanciato una barca imbottita di esplosivo contro un'imbarcazione della marina dello Sri Lanka, a largo del porto di Trincomalee, 250 chilometri a nord est dalla capitale. Ricerche sono in corso per cercare di ritrovare tre  marinai che risultano dispersi. I militari attribuiscono l'attacco ai separatisti delle Tigri Tamil. Al momento non è chiaro se la barca imbottita di esplosivo  fosse pilotata da un kamikaze, come è già successo in passato.

 

A Roma è previsto nei prossimi minuti il ritorno dei 5 italiani rapiti nello Yemen liberati ieri dopo 6 giorni di prigionia. Intanto i 6 sequestratori rischiano la pena di morte, mentre le autorità hanno ribadito di non aver pagato alcun riscatto per ottenere il rilascio. Dal canto suo, la procura di Roma ha aperto oggi un fascicolo sulla vicenda.

 

Sempre in Italia, sono 162 gli immigrati arrivati a Lampedusa. Tra di loro sette donne e due bambine. Gli immigrati sono stati portati sull'isola a bordo di due motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza. Un'imbarcazione della capitaneria sta trainando in porto il barcone utilizzato dagli extracomunitari per la traversata.

 

La Siria ha respinto la richiesta avanzata dalla commissione di inchiesta sull’assassinio dell’ex premier libanese Rafic Hariri di ascoltare il presidente Bashar al-Assad come persona informata dei fatti. Damasco sostiene che la richiesta viola la sovranità internazionale. Intanto in un’intervista, il capo di Stato siriano ha respinto le accuse mosse dal suo ex-vice Khaddam che aveva riferito di pesanti minacce ad Hariri. Oggi Kaddam a Parigi ha incontrato i membri della commissione delle Nazioni Unite.

 

L'Unione europea guarda con ''seria preoccupazione all'intenzione del governo iraniano di riprendere l'attività nucleare che era stata sospesa''. Lo  afferma la presidenza di turno dell'UE in un comunicato specificando come l’Unione ''ritenga sorprendente che l'Iran si proponga di farlo in un momento nel quale Gran Bretagna, Francia e Germania stavano esplorando  la possibilità di riprendere i negoziati''. L'Iran ha infatti annunciato la ripresa per il 9 gennaio  delle sue attività di ricerca sul combustibile nucleare,  nonostante l'opposizione degli Usa e dell'Unione europea. La  ripresa delle trattative fra Teheran e il 'terzetto' europeo è prevista per il 18 gennaio.

 

Una piccola esplosione, rivendicata dall'Eta, si è verificata in un impianto elettrico vicino a Jaca, nel nord della Spagna. La deflagrazione, come ha comunicato la prefettura locale, ha provocato danni minimi e non ha interrotto l'erogazione dell'energia elettrica.

 

 

=======ooo=======