RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno L n. 362 - Testo
della trasmissione di giovedì 28 dicembre 2006
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
L'attesa
alla Mensa Caritas di Roma per la prossima visita del
Papa: con noi, mons. Guerino Di Tora
OGGI IN PRIMO PIANO:
Nelle librerie
un nuovo volume sul tema delle vocazioni: intervista con l’autore, padre Vito
Magno
CHIESA E SOCIETA’:
Denunciati, in India, episodi di violenza contro cristiani nel
giorno di Natale
Milioni
di musulmani iniziano il pellegrinaggio alla Mecca
Si
moltiplicano le iniziative, in Bulgaria, per celebrare l’ingresso del Paese
nell’Unione Europea
Paura per la sorte di 650 abitanti di due villaggi in
Tanzania, isolati a causa del maltempo
Secondo
l’Istat, il 50 per cento delle famiglie italiane vive
con meno di 1800 euro al mese
Italia: per Prodi il 2007
sarà l’anno della svolta: crescita e giustizia gli obiettivi del governo
28 dicembre 2006
LA
CHIESA CELEBRA
L’ESORTAZIONE DEL PAPA A VOLGERE IL NOSTRO
SGUARDO VERSO TUTTI
I
BAMBINI SOFFERENTI ED ABUSATI NEL MONDO, I NATI COME I NON NATI
La Chiesa oggi celebra
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Il Papa nella Messa della Notte di Natale ricorda che Dio
stesso, facendosi uomo, è nato come un “bambino inerme bisognoso del nostro
aiuto”: “è nato in una stalla”, in povertà:
“Il segno di Dio è
il bambino. Il segno di Dio è che Egli si fa piccolo per noi. È questo il suo
modo di regnare. Egli non viene con potenza e grandiosità esterne. Egli viene
come bambino – inerme e bisognoso del nostro aiuto. Non vuole sopraffarci con
la forza. Ci toglie la paura della sua grandezza. Egli chiede il nostro amore:
perciò si fa bambino”.
“Così Dio – prosegue il Pontefice - ci insegna ad amare i piccoli” e “i
deboli. Ci insegna in questo modo il rispetto di fronte ai bambini”:
“Il bambino di
Betlemme dirige il nostro sguardo verso tutti i bambini sofferenti ed abusati
nel mondo, i nati come i non nati. Verso i bambini che, come soldati, vengono introdotti in un mondo di violenza; verso i bambini
che devono mendicare; verso i bambini che soffrono la miseria e la fame; verso
i bambini che non sperimentano nessun amore. In tutti loro è il bambino di
Betlemme che ci chiama in causa; ci chiama in causa il Dio che si è fatto
piccolo”.
Il Papa dedica il suo Messaggio per
Esattamente un anno fa, il 28 dicembre 2005, il Papa
nell’udienza generale del mercoledì ricordava, spiegando il Salmo 138, che “gli
occhi amorevoli di Dio si rivolgono all’essere umano” quando
“è ancora informe nell’utero materno”. “La grandezza di questa piccola creatura
umana non nata” – ha detto - è il fatto di essere già “circondata dal suo
amore”: “nel libro della vita del Signore già sono
scritti i giorni che quella creatura vivrà e colmerà di opere durante la sua
esistenza terrena”.
Benedetto XVI invita al coraggio della coerenza: Erode
diceva di voler adorare il Bambino ma intendeva
ucciderlo. Solo rispettando coerentemente ogni persona, in ogni fase della sua
vita – afferma il Papa - “si promuove la pace”. E i Bambini “con la loro
innocenza – sottolinea - arricchiscono l'umanità di bontà e di speranza e, con
il loro dolore, ci stimolano a farci tutti operatori di giustizia e di pace”.
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OLTRE TRE MILIONI E 200 MILA FEDELI E PELLEGRINI
HANNO PARTECIPATO AD INCONTRI PUBBLICI CON
BENEDETTO XVI NEL 2006
Sono oltre tre milioni e 222 mila i fedeli ed i pellegrini
che hanno partecipato ad incontri pubblici con Benedetto XVI in Vaticano o
nella residenza di Castel Gandolfo nel corso del 2006. E’ quanto rileva
L’EMOZIONE
DI VOLONTARI ED ASSISTITI DELLA MENSA CARITAS DI ROMA, ALL’INDOMANI
DELL’ANNUNCIO DELLA VISITA DI BENEDETTO XVI,
RACCONTATA
DAL DIRETTORE DELLA CARITAS, MONS. GUERINO DI TORA
All’indomani dell’annuncio da parte del Vicariato di Roma,
fervono già i preparativi alla Mensa sociale della Caritas diocesana di Colle
Oppio per la visita pastorale di Benedetto XVI, il prossimo 4 gennaio alle ore
11. Il Papa sarà accompagnato dal cardinale vicario Camillo Ruini
in quella che è la prima struttura di accoglienza per i senza dimora di Roma,
attiva sin dal 1983. La Mensa Caritas venne visitata
da Giovanni Paolo II il 20 dicembre 1992. Proprio in ricordo di quell’evento è stata realizzata una targa commemorativa che
verrà scoperta da Benedetto XVI. Per avere un’idea
dello spirito con cui si attende la visita del Santo Padre, Rosario Tronnolone ha intervistato mons. Guerino Di Tora, direttore della Caritas:
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R. – C’è grande attesa. Il Papa è una grande figura e
credo che questo valga anche per chi non è cristiano.
Alla Mensa ci sono anche persone che vengono da Paesi stranieri ed appartengono
ad altre religioni. Per noi, ci sarà un momento di preghiera per preparare al
meglio questo evento, che rappresenta per noi un momento di grazia, un momento
di comunione e, quindi, uno slancio nell’essere confermati
dalla parola del nostro Vescovo in questa missione che, tante volte – e questo
lo sappiamo bene – non è così facile e comporta mille difficoltà. Spesso,
infatti, il disagio rende le persone aspre, non accoglienti… queste persone scaricano
le loro tensioni su chi presta loro aiuto. Occorre, quindi, anche un grande
senso di umanità, di accettazione. Ma ci prepariamo anche rileggendo l’Enciclica Deus caritas est. Penso che questa visita
sia proprio da parte del Papa l’applicazione concreta di quella che è stata la
sua parola.
D. – Quanti lavorano in queste mense che cosa si
propongono di dare a chi vi si reca?
R. – La maggioranza è rappresentata da volontari e sono,
quindi, soprattutto dei volontari che vogliono dare il loro tempo e la loro
disponibilità per incontrare queste persone. Si tratta di incontrare e quindi
non si tratta semplicemente di dare da mangiare, dare un qualcosa per utilità,
per necessità, ma si tratta soprattutto di un momento di relazionalità
nell’incontro. E’ vivere concretamente l’esperienza della carità: non sentire
soltanto parlare di gente in difficoltà, ma vivere concretamente la carità insieme
a questi disagiati.
D. – Mi ha molto colpito la frase che ho letto in un
comunicato stampa relativo al lavoro che fate, quello cioè di promuovere
anzitutto la dignità della persona, prima ancora che nutrirla…
R. – Sì, questo è uno degli aspetti importanti. Non è
semplicemente il fatto di soddisfare un bisogno umano primario, ma quello di
promozione della dignità. La Caritas è, per se stessa, realtà di animazione e
promozione e vogliamo, quindi, in primo luogo promuovere quella che è la
dignità della persona e far riscoprire a tante persone il senso della loro
dignità, del loro essere persone umane, della dignità di Figli di Dio. Troviamo
tanti di questi casi veramente belli, tanti casi di gente che - pur nella
povertà economica e sociale – ha grandi slanci di generosità nei confronti di
altri. Tant’è che molti volontari raccontano che vanno a fare questo servizio
per dare, ma invece ricevono molto di più di quello che pensavano di poter dare
agli altri.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Servizio vaticano - Quattro pagine dedicate al
viaggio apostolico del Papa in Turchia compiuto un mese fa.
Un articolo di Francesco D'Agostino dal titolo
"Pietà e chiarezza": la morte di Piergiorgio Welby.
Servizio estero - Somalia: le Corti islamiche
fuggono da Mogadiscio; la capitale controllata dalle forze governative.
Servizio culturale - Un articolo di Piero Viotto dal titolo "Due itinerari, una sola meta: porre
al primo posto la persona"; la collaborazione tra Mounier
e Maritain che portò alla pubblicazione della rivista "Esprit".
Servizio italiano - In rilievo il tema delle
pensioni.
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28 dicembre 2006
TRUPPE GOVERNATIVE ED ETIOPICHE HANNO RIPRESO IL CONTROLLO
DI MOGADISCIO: I LEADER DELLE CORTI ISLAMICHE
SONO FUGGITI SENZA OPPORRE RESISTENZA. PROCLAMATO LO STATO D'EMERGENZA
NELL'INTERA SOMALIA
-
Intervista con padre Carmine Curci
-
Truppe governative ed etiopiche sono entrate a Mogadiscio,
dove hanno già preso il controllo dei principali edifici governativi. Almeno
cinque persone sono rimaste uccise negli scambi di tiri tra milizie locali che
si sono date battaglia per il controllo di un deposito di armi, dopo la fuga
dei combattenti islamici. Proclamato lo stato d'emergenza nell'intera
Somalia. Il primo ministro dell'Etiopia Meles Zenawi ha detto che le truppe etiopiche inseguiranno i
leader delle Corti islamiche somale che cercassero di fuggire via mare. Il
servizio di Fausta Speranza:
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I leader delle Corti islamiche sono fuggiti in quella che
qualcuno definisce “ritirata tattica”. Hanno abbandonato in
mattinata Mogadiscio cercando rifugio verso il porto di Chisimaio,
nel sud del Paese, quasi ai confini del Kenya. Nel cuore della capitale ci sono
i miliziani di Hussein Mohammed
Aidid, storico ‘signore della guerra somalo’, che ha anche passaporto americano: ha combattuto,
tra l'altro, con le truppe USA nella prima guerra irachena. Attualmente è
ministro dell'Interno del governo federale di transizione somala. Gli uomini di Aidid
- la cui organizzazione si chiama Alleanza Nazionale Somala, SNA - furono gli
ultimi a lasciare Mogadiscio sotto l'incalzare degli uomini delle Corti
islamiche ed hanno sempre conservato nella capitale una sorta di 'quinta colonna', il che ha consentito loro di essere i primi a
riprendere possesso di alcuni palazzi strategici, tra cui Villa Somalia, a suo
tempo l'edificio presidenziale dove l’Alleanza aveva fatto il suo quartier generale. Etiopici e governativi sono dunque ormai di fatto a Mogadiscio dove non c'è alcuna resistenza. Si
sta solo, a quanto
pare, discutendo di modalità tecniche: l'opportunità, cioè, che anche le
truppe etiopiche entrino formalmente nella capitale somala.
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Il fatto che il
governo provvisorio – appoggiato dall’Etiopia – abbia riconquistato Mogadiscio
può essere letto come un segnale positivo per la soluzione della crisi in
Somalia? Giada Aquilino lo ha chiesto a padre Carmine Curci,
direttore della rivista comboniana Nigrizia:
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R. – Assolutamente no, ci aspettavamo che l’esercito del
governo di transizione somalo sarebbe andato verso Mogadiscio, quando gli aerei
etiopici hanno bombardato la città con l’appoggio logistico americano. Da varie
settimane avevano posto migliaia di uomini al confine tra Etiopia e Somalia.
Quindi, era ovvio che ci sarebbe stata la grande offensiva. Questo
cosa creerà? Anzitutto, ancora una tensione enorme all’interno della
regione, perché lo spostare o togliere le Corti islamiche da Mogadiscio, non
significa assolutamente il controllo della nazione, il controllo del
territorio. Creerà sempre più tensione, guerra e guerriglia all’interno di
questo grande Paese, che è la Somalia. Quello che è
mancato, a livello interno e a livello internazionale, è la voglia di
dialogare, la voglia di trovare un punto di incontro, dove poter veramente
creare una situazione di stabilità. E’ evidente che il governo di transizione non
ha la forza politica né la capacità di poter condurre il Paese. Questo
significa, quindi, ancora molta preoccupazione.
D. – Perché Etiopia, da una parte, ed Eritrea dall’altra,
sono riuscite così velocemente ad entrare nella crisi somala?
R. – Da una parte, l’Etiopia aveva timore che un governo
islamico potesse portare all’interno dell’Etiopia i fondamentalisti
islamici. Dobbiamo, però, anche ricordare come l’Etiopia stia vivendo una crisi
interna molto forte. L’opposizione praticamente non esiste. Dall’altra parte,
l’Eritrea. La situazione in Eritrea è molto grave. Anzi, noi crediamo che si
stia sempre più instaurando una dittatura di Afwerki. Quindi, entrare in Somalia è una maniera per l’Eritrea per risolvere
i suoi problemi interni.
D. – Ma oltre a ragioni politiche che motivi ci sono
dietro gli scontri in Somalia?
R. – La questione è che la Somalia
è una regione strategicamente importante. Il controllo della
Somalia significa il controllo delle rotte del petrolio. La Somalia guarda allo Yemen, quindi
alla penisola arabica.
D. – E la popolazione civile in che condizioni vive?
R. – La popolazione civile ormai è stanca di questa
guerra. Da una parte, è stata sempre più oppressa da questi ‘signori della guerra’, poi dalle Corti islamiche. Questa situazione ormai
sta distruggendo intere generazioni. I giovani vivono ormai solo con il kalashnikov e con la droga. Che nazione può essere
costruita, dunque? La comunità internazionale ha grosse responsabilità al riguardo.
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PUBBLICATA IN IRAQ
DI
SADDAM HUSSEIN. NUOVI ATTENTATI A BAGHDAD
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Intervista con Mario Marazziti -
Anche oggi diversi attentati hanno sparso sangue nella
capitale irachena. L'esplosione quasi
simultanea di due ordigni in un mercato popolare di Baghdad, già colpito due giorni fa, ha provocato questa mattina la morte
di sei persone e il ferimento di almeno una ventina di altre. E quattro persone
sono morte e tredici altre sono rimaste ferite nella parte orientale di Baghdad
per un’esplosione nei pressi di una stazione di rifornimento di carburanti.
Inoltre, come spesso accade, la polizia di Baghdad ha ritrovato nelle ultime 24
ore almeno 50 cadaveri abbandonati nelle strade o nelle discariche di diversi
quartieri della città. Quattro corpi
decapitati sono inoltre stati ritrovati Khalediya, a
circa
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Conto alla
rovescia per fermare l’esecuzione per impiccagione di Saddam
Hussein, già comminata il 5 novembre e confermata il
26 dicembre dalla Corte d’Appello. Ma la questione ha già sollevato un vespaio
giuridico circa i termini dell’esecuzione, fissati entro 30 giorni alcuni
sostengono dalla sentenza definitiva, altri dalla ratifica del presidente Talabani, prevista dalla nuova Costituzione irachena del
2005, e che potrebbe essere rifiutata, aprendo quindi la via ad una sospensione
o rinvio. Le diatribe sul diritto appaiono pretestuose rispetto alle polemiche
politiche su questa condanna a morte, che oltre a sollevare in campo
internazionale le proteste di chi rifiuta comunque la pena capitale, pone seri
interrogativi sul ‘dopo morte’
di Saddam Hussein. Al
nostro microfono abbiamo Mario Marazziti, portavoce
della comunità di Sant’Egidio:
D. - Quali ragioni della fede opporre contro questa
sentenza e quali motivi anche della ragione?
R. – Intanto, non c’è una giustizia che non debba sempre rispettare la vita. Ormai la fede e la ragione
coincidono sul fatto che ci sia un livello di civiltà, per
cui è possibile garantire la sicurezza, garantire la giustizia senza mai
eliminare la vita. Questa esecuzione, come tutte le esecuzioni, aggiunge una
morte alle morti già avvenute, non risarcisce le vittime,ha
solo il sapore della vendetta di Stato e, in questo caso, addirittura, della
vendetta dei vincitori.
D. - Cresce la preoccupazione per gli scenari di guerra
civile in Iraq? Quali possibilità di arrivare ad una conferenza di pace per
l’intera regione mediorientale? Chi dovrebbe partecipare? E chi dovrebbe
mediare?
R. – In realtà, oggi, ci troviamo di fronte al fatto che
la possibile morte di Saddam Hussein
tagli le gambe a quelle già deboli possibilità di processo di riconciliazione
nazionale, aumentando il fossato tra sciiti e sunniti.
La guerra non è stata vinta, ma è oggi una guerra civile in atto a tutti gli
effetti. Il processo democratico purtroppo è una grande speranza, ma la democrazia
non è solo libere elezioni, ma pesi, contrappesi, una
società civile che funzioni, un’opinione pubblica che esista. E se poi noi
andiamo ai numeri della democrazia: abbiamo una grande maggioranza sciita, con
un mondo che si preoccupa quando gli sciiti, vicini
all’Iran, crescono come potere in quel Paese. Allora, credo non ci sia
alternativa che andare ad una conferenza internazionale, dove anche i Paesi
vicini, quindi tutti quelli coinvolti, nel Medio Oriente, possano
dare un contributo. Si parla di nuovo di Iran, di Siria, di quei Paesi che il
mondo occidentale, in questo momento, vede con preoccupazione. E’ una
situazione molto ingarbugliata. La morte di Saddam Hussein rischierebbe di aggravare tutto questo.
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UN LIBRO CHE AFFRONTA IL TEMA DELLE VOCAZIONI OGGI,
DEI PROBLEMI DINANZI AI QUALI SI TROVANO GLI EDUCATORI
E DELLE RISPOSTE DEI GIOVANI. LO HA SCRITTO PADRE VITO MAGNO
CHE HA VOLUTO INTITOLARLO “PIANETA VOCAZIONI”
- L’autore ai nostri microfoni -
Come
rispondono i giovani d’oggi alla chiamata di Dio? La pastorale delle vocazioni
riesce a tenere il passo delle moderne possibilità offerte dallo sviluppo
vertiginoso dei mezzi di comunicazione sociale? A queste e ad altre domande
vuole rispondere il libro di padre Vito Magno pubblicato dall’Università Lateranense “Pianeta vocazioni. Viaggio di scoperta alle
soglie del Terzo Millennio” con la prefazione di Enzo Bianchi.
Tiziana Campisi ha chiesto all’autore perché questo titolo:
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R. –
Perché, al pari di un pianeta, non splende la vocazione di luce propria, ma
riflette quella di Dio e in gran parte anche quella della Chiesa. E poi perché
il mondo delle vocazioni è talmente vasto, diversificato che non si finisce mai
di esplorarlo e di stupirsi. Fondamentalmente è questo, ma è anche pieno di
difficoltà.
D –
Quali sono queste difficoltà?
R. –
Anzitutto quelle interne alla Chiesa. Ci sono, ad esempio, degli educatori che
trascurano di proporre ai giovani la vita di consacrazione. Ci sono poi,
soprattutto, gli ostacoli esterni: la cultura, ad esempio, che è segnata dalla
secolarizzazione, dal relativismo su cui tanto batte Benedetto XVI. C’è poi
l’incertezza nelle scelte, la perdita dei valori; c’è la crisi della famiglia.
D. –
Qualcosa sta cambiando?
R. -
Sicuramente sì, ma al momento più che a livello qualitativo – direi – sta
cambiando a livello quantitativo. Si sta, ad esempio, cercando in tutti i modi
di superare l’indifferenza, l’impreparazione degli educatori e soprattutto di
comprendere la vocazione alla luce della Sacra Scrittura. Si assiste poi anche
allo sforzo degli animatori di essere quanto più creativi nel fare la proposta.
D. – In
quale ambito si manifesta maggiormente la loro creatività?
R. –
Direi soprattutto nelle comunicazioni sociali. Basta dare uno sguardo su
Internet per accorgersi che oggi oltre 20 mila siti
nel mondo hanno un taglio vocazionale. E’ molto florido poi l’ambito della
carità: ci sono diocesi, infatti, dove le vocazioni alla vita di consacrazione
– sia sacerdotale che religiosa - sbocciano quasi unicamente dal volontariato.
Non meno importante è l’ambito della pastorale giovanile, dove si assiste ad un
pullulare di gruppi legati in gran parte a seminari per l’ascolto della Parola
di Dio, per pregare; per non parlare poi delle Giornate della Gioventù, in
seguito alle quali tanti decidono di entrare in un convento o in un seminario.
D. –
Perciò il problema delle vocazioni non si risolve con le sole tecniche?
R. –
Assolutamente no. La via maestra resta certamente
quella comandata da Gesù, che è la preghiera: “Pregate il padrone della messe,
perché mandi operai per la sua messe”. Non a caso nel libro parlo anche di
tante esperienze nuove di preghiera, come i cenacoli, i monasteri invisibili,
insomma le nuove forme di preghiera.
D. – E’
ottimista sul futuro delle vocazioni?
R. –
Penso che sia d’obbligo quando si tratta di doni di
Dio.
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IN
CORSO A BARI UNA MOSTRA SU SAN NICOLA
MESSAGGERO DI PACE TRA LE CULTURE
-
Intervista con il prof. Michele Bacci -
Continua a riscuotere consensi
di pubblico e critica la mostra “San Nicola. Splendori d’arte d’Oriente e
d’Occidente”, presso il Castello Svevo di Bari. La rassegna,
un suggestivo viaggio attraverso quindici secoli di storia, continenti e
culture, rimarrà aperta fino al prossimo 6 maggio. Vescovo di Myra, in Asia
Minore, nella prima metà del IV secolo, San Nicola si distinse per la sua generosità, giustizia e
capacità di intervenire in modo deciso ed equo a favore del suo gregge. Il
servizio di Barbara Castelli.
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(musica)
Dalle suggestioni dell’Asia
Minore a Costantinopoli; dalla Russia ortodossa fino all’Olanda protestante,
passando per il fiabesco Levante e la futuristica Manhattan.
La mostra “San Nicola. Splendori d’arte d’Oriente e d’Occidente” si presenta al
pubblico come un viaggio coinvolgente attraverso racconti, immagini e miracoli.
Un viaggio che fende infiniti luoghi, migliaia d’anni, di culture. Tutto per
presentare l’enigmatica figura di san Nicola, popolare nella Chiesa greca ed in
quella latina, capace di suscitare devozione e consensi presso popoli lontani e
diversi.
(musica)
Le nove sezioni della mostra presentano così i diversi
aspetti dell’iconografia del Santo, l’origine del culto a Myra, in Asia Minore,
di cui fu vescovo nel IV secolo, la traslazione delle reliquie a Bari nel 1087,
la diffusione della sua venerazione in Italia e negli altri Paesi d’Europa: un
lungo percorso che si conclude simbolicamente a Manhattan,
di cui il Santo è stato dichiarato patrono. Ma cosa si conosce, in concreto,
di San Nicola visitando la mostra nel capoluogo pugliese? Ci risponde il
professore Michele Bacci, curatore della rassegna:
R. – San Nicola è una sorta di
metafora degli scambi e delle interrelazioni tra le culture e tradizioni molto
diverse fra loro. E’ un Santo venerato sia dal mondo ortodosso che dal mondo latino
ed è stato rispettato storicamente perfino in ambienti tendenzialmente ostili
al culto dei Santi, come nell’Olanda protestante e persino in alcune comunità
islamiche del Mediterraneo.
D. – Quali sono i pezzi più
prestigiosi della rassegna?
R. – Senz’altro le icone
provenienti dal monastero di Santa Caterina al Monte Sinai, che sono del resto
le più antiche rappresentazioni del Santo. E c’è tutta una serie di avori ed
oggetti in oreficeria costantinopolitani del X ed XI secolo; una serie di dipinti su tavole e sculture,
provenienti dalla galleria Tetriakov di Mosca; ed
ancora, proseguendo, una colossale tavola provenienti dal Museo di Nicosia, che è caratterizzato dal fatto di essere dipinto
da un artista greco su committenza di un cavaliere crociato.
D. – San Nicola, dunque, ancora
oggi un testimone di pace e di dialogo in un mondo segnato da amare divisioni?
R. – Questo è il messaggio che
abbiamo voluto significare attraverso il percorso della mostra. Non si tratta
semplicemente di un Santo, ma è un personaggio che è stato condiviso realmente
da tradizioni, culture e popoli diversissimi per il suo ruolo di modello, di
generosità, di carità, di amore verso il prossimo, perché operava con un
linguaggio accettabile da parte di tutti.
(musica)
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28 dicembre 2006
DENUNCIATI, IN INDIA, EPISODI DI VIOLENZA CONTRO CRISTIANI
NEL GIORNO DI NATALE. SECONDO l’ORGANIZZAZIONE
CHE RIUNISCE LE DENOMINAZIONI CRISTIANE DI TUTTO IL
PAESE,
ALCUNI GRUPPI NAZIONALISTI INDÙ HANNO MINACCIATO
GRAVI CONSEGUENZE PER QUANTI FESTEGGIANO LA NASCITA DI CRISTO
DELHI. = La minoranza
cristiana “è stata oggetto di diversi attacchi la vigilia e il giorno di
Natale” da parte di nazionalisti indù. Lo denuncia l’organizzazione All India Christian Council,
che riunisce le denominazioni cristiane di tutto il Paese. L’Agenzia AsiaNews
riporta la testimonianza di Arun Pannalal,
segretario generale del Forum cristiano dello Stato centrale del Chhatisgarh. L’uomo ha rivelato che “la vigilia di Natale,
circa 50 veicoli con a bordo dei nazionalisti indù
sono sfilati per le vie di Raipur annunciando che
avrebbero bloccato ogni tipo di celebrazione cristiana”. L’organizzazione All India Christian Council ha
denunciato, poi, diversi episodi contro fedeli cristiani: un’insegnante è stata
arrestata con l’accusa di aver distribuito testi della Bibbia in classe e nel Punjab la polizia ha fermato un pastore cristiano che
donava dolci ad alcuni bambini il giorno di Natale. (A.L.)
IN
SPAGNA IL GOVERNO PREVEDE, PER IL PROSSIMO ANNO, CONTRATTI DI LAVORO
PER
200 MILA IMMIGRATI IN VARI SETTORI,
TRA
CUI QUELLO ALBERGHIERO E L’EDILIZIA
- A
cura di padre Ignazio Arregui -
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MADRID. = Il governo spagnolo ha fatto le previsioni di
immigrati legali extracomunitari per l’anno prossimo. Il numero totale include non solo i
lavoratori con contratto a tempo indeterminato, ma anche gli operai temporanei
o stagionali, fondamentalmente per l’agricoltura. Per l’anno prossimo, si
prevede un totale di circa 200 mila lavoratori, con contratti di lavoro firmati
nei loro Paesi d’origine. Di fatto, gli imprenditori spagnoli hanno un forte
bisogno di mano d’opera straniera. I settori produttivi che cercano più operai
sono in generale l’edilizia, l’attività alberghiera, i servizi e l’industria
del ferro e dell’acciaio. Le previsioni dell’anno scorso sul numero dei
lavoratori immigrati per attività specifiche, sono state superate. Quindi, alla
luce di quanto è accaduto, quest’anno il governo ha incrementato il totale
degli immigrati legali fino a 200 mila approvati per tutto l’anno 2007. In
generale, la maggior parte provengono dall’Ecuador, Marocco, Romania e
Colombia. Intanto, però, continua l’arrivo di immigrati illegali provenienti
dal Continente africano verso le Isole Canarie. Nelle ultime 48 ore ne sono
arrivati 166. Con questi ultimi arrivi, il totale degli illegali sbarcati nelle
Isole Canarie, fino al giorno di oggi è di 31.058.
Quelli che poi sono stati rimpatriati nei loro Paesi di origine erano, fino a
meta ottobre, 19.293.
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MILIONI
DI MUSULMANI INIZIANO IL PELLEGRINAGGIO ALLA MECCA.
INGENTI
LE MISURE DI SICUREZZA PER EVITARE TRAGEDIE DOVUTE ALLA CALCA.
L’ANNO
SCORSO, A CAUSA DEL SOVRAFFOLLAMENTO, SONO MORTE 364 PERSONE
LA MECCA. = Circa 3 milioni di fedeli
musulmani hanno dato inizio, stamani, all’annuale pellegrinaggio alla Mecca,
fra imponenti misure di sicurezza. L’obiettivo è di evitare pesanti
affollamenti che, ogni anno, provocano la morte di centinaia di persone. L’anno
scorso sono morte 364 persone nella valle di Mina, mentre si preparavano ad un
rituale che prevede il lancio di pietre contro un muro. Due anni fa sono morte
251 persone. Il maggior numero di vittime si è registrato all’entrata di un
ponte, il Jamarat, da dove i
pellegrini lanciano pietre contro 3 colonne, simboli del potere del male. Dopo
questi gravi incidenti, le autorità locali hanno deciso, lo scorso anno, di
distruggere il ponte nella speranza di poter scongiurare nuove tragedie. Il
pellegrinaggio alla Mecca è uno dei 5 pilastri della fede islamica e ogni
musulmano, che ha possibilità fisiche ed economiche, deve farlo almeno una
volta nella vita. Molti di coloro che compiono il pellegrinaggio sono persone
anziane che hanno risparmiato denaro per tutta la vita. Le autorità sanitarie
locali – riferisce l’Agenzia AsiaNews - hanno reso noto che oltre 200 pellegrini
sono morti, al loro arrivo in Arabia Saudita, per problemi di cuore. Sono stati
messi a disposizione dei fedeli più di 9600 medici e infermieri. Gli ospedali
da campo sono 21 e almeno 50 mila i poliziotti chiamati a garantire l’ordine. (A.L.)
SI
MOLTIPLICANO LE INIZIATIVE, IN BULGARIA,
PER
CELEBRARE L’INGRESSO DEL PAESE NELL’UNIONE EUROPEA,
FISSATO
PER IL PROSSIMO 1° GENNAIO
SOFIA. = A pochi giorni dall’ingresso della Bulgaria
nell’Unione Europea, a Sofia si respira un clima di festa. Da moltissimi
edifici sventolano le bandiere dell’Unione Europea e della Bulgaria. Sono state
organizzate numerose iniziative, tra cui mostre e concerti per celebrare
l’evento. E’ stato prodotto anche un film sulla presenza bulgara a Roma,
realizzato dal ministero della Cultura bulgaro, la televisione nazionale e la
sezione bulgara della Radio Vaticana. Il film è incentrato su persone legate
alla Bulgaria, a Roma e al Vaticano a cominciare dai Santi
Cirillo e Metodio, inventori dell’alfabeto cirillico. Uno degli autori
del film è il responsabile del Programma bulgaro della nostra emittente,
Dimitri Gancev. “E’ il primo film di questo genere -
ha detto il ministro della Cultura bulgaro, Stefan Danailov - ed è stato un buon esempio di collaborazione con
la Radio Vaticana”. Voglio ringraziare in modo particolare – ha aggiunto il
ministro bulgaro – il direttore generale della Radio Vaticana, padre Federico
Lombardi, il prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, mons. Raffaele
Farina, il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei
Cristiani, cardinale Walter Kasper, e il prefetto
della Congregazione per le Chiese orientali, cardinale Ignace Moussa I Daoud.
CRESCONO APPRENSIONE E ANGOSCIA PER LA SORTE
DI 650 ABITANTI
DI DUE VILLAGGI DELLA TANZANIA,
ISOLATI DAL RESTO DEL PAESE A CAUSA DEL MALTEMPO
DAR ES SALAM. = Le
autorità della Tanzania – riferisce l’Agenzia missionaria MISNA - hanno
lanciato un accorato appello per soccorrere gli abitanti di due villaggi della
provincia di Shinyanga, nel centro del Paese. I due
villaggi, abitati da oltre 650 persone, sono isolati da settimane a causa del maltempo
e delle alluvioni. I ponti e le strade, che collegavano i due centri al resto
della Tanzania, non sono infatti più accessibili.
Fonti locali hanno precisato che, oltre al ripristino delle vie di
comunicazione, è urgente inviare cibo, medicine, tende e altri beni di prima
necessità. Le autorità dello Stato africano temono, in particolare, che la zona
possa essere devastata, nei prossimi giorni, dall’arrivo di cicloni. Le
alluvioni che nelle scorse settimane hanno colpito la Tanzania, hanno provocato
la morte di almeno una persona. Gli sfollati sono più di 1500. (A.L.)
INDAGINE
DELL’ISTAT SUL REDDITO E LE CONDIZIONI ECONOMICHE IN ITALIA:
IL 50
PER CENTO DELLE FAMIGLIE ITALIANE VIVE CON CIRCA 1.800 EURO AL MESE
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
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ROMA. = L’indagine campionaria condotta dall’Istituto
nazionale di statistica (ISTAT) sul reddito e le condizioni economiche in
Italia, realizzata alla fine del 2005 e relativa alla situazione nel 2004,
segnala che il 14,7 per cento delle famiglie italiane
dichiara di “arrivare con molta difficoltà a fine mese
e quasi il 29 per cento di non essere in grado di affrontare una spesa
imprevista di 600 euro”. Emerge poi che, considerando tutte le famiglie
residenti in Italia, in media
il reddito netto è di circa 28 mila euro, poco più di 2300 euro
al mese. Ma il 50 per cento delle famiglie vive con meno di 1800 euro mensili.
Le famiglie, in cui
il lavoro autonomo costituisce il reddito principale, possono contare, in
media, su un reddito maggiore rispetto alle altre: nel 2004, questi nuclei
familiari hanno mediamente guadagnato infatti oltre
36.600 euro, rispetto ai quasi 32.000 di famiglie con redditi prevalenti da
lavoro dipendente. Se il reddito prevalente è invece una pensione o altro, il
reddito netto medio scende drasticamente a circa 16 mila euro.
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28 dicembre 2006
- A cura di Fausta
Speranza -
Gli esperti UE del gruppo di coordinamento del gas si riuniranno il
4 gennaio per fare il punto della situazione
alla luce del duello fra Russia e Bielorussia
sulle forniture di gas. Lo hanno confermato fonti di Bruxelles, spiegando che
la riunione sarà dedicata a fare il punto degli stock di gas, soprattutto
dei Paesi più interessati al flusso proveniente dalla Bielorussia, in
particolare la Polonia, e dello stato
dei negoziati fra Mosca e Minsk. Intanto il
commissario UE all'Energia, Andris Piebalgs, ha sollecitato una rapida soluzione nei negoziati
fra Russia e Bielorussia sulla fornitura di gas per il prossimo anno. “La Commissione
- ha dichiarato - segue la situazione molto da vicino, visto che potrebbe avere
effetti sulle forniture verso l'Unione Europea”. Il commissario europeo ha
fatto “appello alle due parti, affinché arrivino il più presto possibile ad un
accordo soddisfacente, che non metta in questione il transito di gas verso
l'UE”. E c’è da dire che gli esperti del gruppo di coordinamento del gas
europeo, composto da rappresentanti dei Paesi UE, dell'industria
e dei consumatori si é riunito l'ultima volta il 6 ottobre, per garantire che
l'UE possa far fronte alla domanda di gas per l'inverno soprattutto dopo il
rischio corso l'anno scorso, sempre in questo periodo, in seguito alla disputa
fra Russia e Ucraina. Nella riunione di ottobre, ricorda la Commissione UE,
hanno partecipato anche rappresentanti di Mosca e di Kiev
e in quella occasione il rappresentante di Gazprom ha
assicurato che non erano previsti problemi nella fornitura di gas per questo
inverno.
In Libano, le forze del 14 marzo che compongono la
maggioranza parlamentare anti-siriana hanno consegnato al presidente del
Parlamento, Nabih Berri,
una petizione in cui accusano il presidente della Repubblica filo-siriano, Emile Lahoud, di aver violato la
Costituzione. Nel documento, firmato da 28 parlamentari, si afferma che il capo
dello Stato ha violato la legge fondamentale quando si
è rifiutato di controfirmare un decreto governativo elaborato per indire il 14
febbraio le elezioni suppletive per sostituire il ministro dell'Industria e
deputato della maggioranza Pierre Gemayel,
assassinato il 21 novembre a Beirut. La petizione è stata elaborata dal partito
della falange, guidato da Amin Gemayel,
padre di Pierre Gemayel ed ex presidente della
Repubblica. Già da tempo, l'ufficio di Lahoud ha fatto
sapere che il presidente non è contrario alle elezioni suppletive, ma ritiene
che il governo abbia perso ogni costituzionalità. E questo perché ritiene che,
dopo le dimissioni
all'inizio di novembre dei cinque ministri sciiti, non rappresenta più tutte le
maggiori comunità religiose del Paese, come previsto dalla Costituzione.
Affinché il capo dello Stato possa essere portato davanti al Consiglio Supremo
per il giudizio di presidenti e ministri, la petizione di accusa deve ottenere
l'avallo di due terzi dei 128 deputati del Parlamento. La maggioranza ne ha attualmente
70.
Il primo ministro palestinese, Abu
Mazen, ha annunciato ieri che il premier israeliano, Ehud Olmert, “non ha respinto,
nel corso del loro incontro
sabato scorso, l'idea di negoziati riservati sulla fase finale e lo Stato palestinese e che ha
promesso di liberare alcuni detenuti palestinesi prima della ricorrenza
islamica del Id el-Adha,
che si celebra fra alcuni giorni. “I negoziati riservati - ha spiegato Abu Mazen - significano la creazione di una
linea di contatto informale tra palestinesi ed israeliani attraverso la
partecipazione di alcuni o di tutti i
membri del Quartetto, per esaminare le questioni della fase finale”. Abu Mazen ha annunciato che
quando il segretario di Stato americano, Condolezza Rice, visiterà prossimamente la regione “sarà tempo di
parlare seriamente di queste idee”, precisando che il segretario di Stato USA è
atteso per il 13 e 14 gennaio nell'area mediorientale.
“Avverto con chiarezza segnali confortanti di un'uscita da
un clima percepito come un clima di rassegnazione e di declino”. Lo ha
detto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, durante la conferenza stampa
di fine anno. C’è per noi Alessandro Guarasci, con cui ci colleghiamo:
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Il rilancio dell’economia e la giustizia sociale sono i
principali obiettivi del governo Prodi. E’ stato lo stesso premier a parlarne
durante la conferenza stampa di fine anno. Il presidente del Consiglio è
convinto che il 2007 sarà l’anno della svolta, anche per il taglio del cuneo
fiscale e la riduzione delle tasse, che qualora le entrate continuassero ad
aumentare, proseguirà nel prossimo anno. Prodi ha, inoltre, difeso la decisione
di ritirare le truppe dall’Iraq, come anche l’invio dei soldati italiani in
Libano e in Afghanistan. Netto invece il ‘no’ alla
condanna a morte per Saddam Hussein. Per il Medio Oriente è stato ribadito che
serve la politica dei piccoli passi per tornare a far dialogare palestinesi e
israeliani. Sui temi più strettamente etici, Prodi si è detto contrario
all’eutanasia e all’accanimento terapeutico, e sulle coppie di fatto ha
ribadito che il programma dell'Unione prevede il
riconoscimento dei diritti civili ai conviventi. Inoltre, obiettivo di questo
governo è garantire la stabilità politica. La nascita, dunque, del
partito democratico è fondamentale. Il primo test politico del 2007 sarà
comunque la riforma delle pensioni. Per Prodi verrà
trovata una soluzione condivisa dalle parti sociali e da tutta la maggioranza.
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L'euro ha portato tanti vantaggi, a partire da bassi tassi
di interesse e da un livello di inflazione più accettabile. Per questo non può
essere utilizzato come un capro espiatorio per le difficoltà ancora incontrate
dall'economia europea. Ad affermarlo é il commissario UE agli Affari Economici,
Joaquin Almunia, che invita
i governi a difendere la moneta unica dai suoi detrattori. Almunia
fa il punto della situazione
sul fronte della moneta unica alla vigilia del suo quinto compleanno e a pochi
giorni dall'ingresso nel club dell'euro di un altro Paese, la Slovenia. “L'euro - afferma - ha portato molti vantaggi
e i più evidenti sono il livello dell'inflazione e tassi di interesse che per
molti Paesi non sono mai stati così bassi per così tanto tempo”. Grazie a una
moneta unica “forte e stabile”, insomma, gli Stati di Eurolandia
“sono rimasti al riparo dalle crisi provocate in precedenza dal fluttuare dei
tassi di cambio e dalle speculazioni nell'ambito del mercato monetario”. Senza contare che “ha reso
più convenienti le importazioni, a
partire da quella del petrolio”. Certo, Almunia
riconosce che spesso tra i cittadini europei si è diffusa un'idea distorta
della moneta unica, anche se la percezione dei benefici portati dall'euro va
sempre più affermandosi. Se molti cittadini europei si lamentano, per la Commissione
la colpa è “degli abusi perpetrati in alcuni settori e in alcuni Paesi”.
L'aereo della compagnia russa Aeroflot,
che ha fatto oggi un atterraggio di emergenza a Praga, è stato dirottato. La
compagnia russa Aeroflot ha confermato che
l’atterraggio di emergenza di un proprio aereo a Praga è stato provocato da un
tentativo di dirottamento da parte di un passeggero in stato di ubriachezza,
che prima ha scatenato una rissa a bordo e poi ha minacciato di danneggiare
l'aeromobile, chiedendo il cambiamento della rotta. L'equipaggio ha deciso così
di compiere un atterraggio di emergenza a Praga, mentre l'uomo veniva neutralizzato e poi consegnato alla polizia ceca.
Disco verde anche dalla Moldavia per l'ingresso della
Russia nel WTO, l'Organizzazione per il Commercio Mondiale. Ad annunciare la
firma dell'accordo bilaterale, dopo sei anni di negoziati, come riporta
l’agenzia Itar-Tass, sono stati il ministro russo per
lo Sviluppo Economico, German Gref,
e il suo collega moldavo, Igor Dodon.
L'intesa segue quella di novembre con gli USA. Mosca conta di concludere i
negoziati bilaterali nella prima metà del 2007 e di entrare nel WTO entro la
fine del prossimo anno. All'appello mancano ancora Guatemala, Costa Rica,
Salvador e Georgia, Paese quest’ultimo che rappresenta l'unico
vero scoglio data la crisi in corso tra Mosca e Tbilisi.
Nuove accuse in vista per l'ex presidente della fallita
società petrolifera Yukos, Mihkail
Khodorkovski, e per il capo della sua cassaforte
finanziaria Menatep, Platon
Lebedev, che stanno scontando rispettivamente otto e
nove anni di prigione a conclusione di un procedimento per frode fiscale che molti ritengono
di ispirazione politica. Gli investigatori hanno informato entrambi, come hanno
riferito oggi all'Agenzia Itar-Tass i loro avvocati,
che sono sospettati in una indagine per riciclaggio di
denaro ed appropriazione indebita. “Al momento, però, non sono state contestate
accuse, né a Khodorkovski, né a Lebedev,
figurano solo come sospetti”, ha precisato il legale di Lebedev, Yevgeni Baru. I legali si trovano nel carcere di Chita, dove Khodorkovski
e Lebedev sono stati trasferiti nei giorni
scorsi dalle rispettive prigioni, in
Siberia e negli Urali. Nel maggio del 2005 entrambi erano stati condannati per
frode fiscale e truffa al termine di un processo che molti analisti ritengono
ispirato dal Cremlino per ristabilire il controllo dello Stato sulle risorse
petrolifere e mettere fuori gioco un uomo d'affari con ambizioni politiche.
Malviventi pesantemente armati hanno compiuto questa
mattina all'alba una serie di attacchi contro obiettivi civili e militari a Rio
de Janeiro. Gli attacchihanno
causato almeno 16 morti e 23 feriti.
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