RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno L  n. 357 - Testo della trasmissione di sabato 23 dicembre 2006

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa esorta i giovani della Comunità di Taizé, che s’incontreranno a Zagabria per la fine dell’anno, a mostrare al mondo un’umanità nuova, dove ciascuno è accolto e amato per se stesso

 

La Chiesa si appresta a celebrare il Natale: Benedetto XVI invita ad attendere “l’unico vero Redentore dell’uomo”. Intervista con il cardinale Francis Arinze

 

Scambio di auguri tra il Papa e il presidente Giorgio Napolitano

 

Il Papa nomina il cardinale Lozano Barragán Suo Inviato Speciale alle celebrazioni della Giornata mondiale del malato a Seoul

 

Il cardinale cileno Jorge Arturo Medina Estévez compie oggi 80 anni

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Dedicata oggi a Giovanni Paolo II la Stazione Termini di Roma: gli interventi del cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e dell’architetto Roberto Malfatto

 

La vita, anche se sofferente, è sempre un valore e un’opportunità: così ai nostri microfoni mons. Luigi Moretti, che spiega la decisione del Vicariato di Roma di non concedere i funerali religiosi per Piergiorgio Welby

 

Dopo 12 anni di restauro aperta la Galleria Nazionale dell’Umbria: intervista con Vittoria Garibaldi e Mauro Severi

 

Il commento di padre Marko Ivan Rupnik al Vangelo di domani

 

CHIESA E SOCIETA’:

In Cina, la Corte del popolo di Xiaoshan ha condannato al carcere 8 cristiani protestanti che si erano opposti alla distruzione della loro Chiesa

 

Cresce, in questo periodo natalizio, la solidarietà per i circa 200 mila sfollati, vittime dei quattro tifoni che hanno colpito in pochi mesi le Filippine centrali

 

Al via nei prossimi mesi a Cuba i Centri di orientamento familiare, ispirati dall’Incontro mondiale delle famiglie di Valencia

 

A Napoli la polizia ha ritrovato il presepe rubato nei giorni scorsi nella centralissima Chiesa di San Nicola della Carità

 

L’Associazione medica cattolica ‘Matercare International’ critica alcuni istituti britannici di voler l’eutanasia  per i neonati con gravi malformazioni

 

Impiegare i soldi che verrebbero destinati ai regali natalizi in gesti di solidarietà verso i bambini disagiati del mondo. E’ l’iniziativa dell’organizzazione Save the Children

 

24 ORE NEL MONDO:

Nel pomeriggio, voto all’ONU sulla risoluzione che prevede sanzioni contro l’Iran per la questione nucleare

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

23 dicembre 2006

 

PER IL XXIX INCONTRO EUROPEO DELLA COMUNITA’ DI TAIZE’

DAL 28 AL 1° GENNAIO A ZAGABRIA, BENEDETTO XVI

PARLA DI UN SEGNO DI SPERANZA

PER L’UMANITA’. BARTOLOMEO I AUGURA AI GIOVANI DI DIVENIRE ICONE VIVENTI DI CRISTO. ALESSIO II LI INVITA A VEDERE LA VITA COME UN PELLEGRINAGGIO VERSO DIO. ROWAN WILLIAMS CHIEDE UNO SGUARDO NUOVO

GLI UNI VERSO GLI ALTRI

 

“Un segno di speranza”: Benedetto XVI parla così del XXIX Incontro europeo dei giovani animato dalla Comunità di Taizé, nel messaggio inviato a firma del cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone. L’incontro si svolgerà a Zagabria, in Croazia, dal 28 dicembre al 1° gennaio prossimo. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze, il Papa parla di “pellegrinaggio sulla terra inaugurato dal caro Frère Roger” e li incoraggia a prendere “sempre di più coscienza dell’importanza della fraternità fra gli uomini e della necessaria apertura ad ogni persona”. E Benedetto XVI sottolinea che “con un’attenzione rinnovata verso gli altri” i giovani contribuiscono a “stabilire relazioni più fraterne, affinché su tutto il pianeta si realizzi concretamente la famiglia umana, dove ciascuno è accolto e amato per se stesso, riconosciuto e rispettato come figlio di Dio”. E il Papa sottolinea che, in particolare in terra croata segnata nel corso degli anni passati da conflitti, i giovani di Taizé sono un segno eloquente di speranza. “Dimostrate – dice Benedetto XVI – che voi, i giovani, volete un’umanità nuova, fondata sul riconoscimento di ogni persona, indipendentemente dalla nazionalità o dalla religione”. “Segnati dall’unico Battesimo – aggiunge inoltre il Papa – “possiate rendere presente il Cristo, che vi chiama ad amare e ad agire come lui”.

 

Anche il Patriarca ecumenico, Bartolomeo I; il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Alessio II, e il Primate della Comunione anglicana, arcivescovo di Canterbury, dottor Rowan Williams, hanno inviato rispettivi messaggi. Bartolomeo I esprime un significativo augurio: arricchiti spiritualmente – dice – diventate come delle “icone viventi, delle immagini di Cristo, dei veri figli del Dio Trinitario, benedetti, pieni di speranza ed amati”. Parla di una società “talvolta lontana dal Signore” rinnovando l’invito ai giovani “a dirigersi  verso il regno dei Cieli, con la parola di Dio come guida capace di trasfigurarvi”. Tra le parole di Alessio II, l’invito “a vedere la vita come un pellegrinaggio, compiuto nella fiducia in Dio”. “E’ necessario ricordarci sempre – afferma – che il solo orientamento verso il denaro, il successo, il benessere ed il piacere, tolgono alla vita il suo senso”. “Dio solo – aggiunge – può dare la pienezza e la gioia dell’esistenza”.

 

Da parte sua, l’arcivescovo Rowan Williams sottolinea che “dappertutto sembra che il sospetto fra le comunità di fede, di razze o nazioni, sia cresciuto, incoraggiato da tutti coloro che vivono nella paura o che amano il potere”. “Nelle società sviluppate – aggiunge – c’è molto cinismo verso tutte le autorità e tutti gli ideali”. Per poi affermare che “abbiamo bisogno di fiducia, come abbiamo bisogno dell’aria fresca. Il nostro mondo manca sempre di più di respiro e d’aria a causa del sospetto, del dubbio, della disperazione”. “E’ dello Spirito di Dio, del Soffio Santo di Dio, che abbiamo bisogno – sottolinea il dottor Rowan Williams - per considerarci gli uni gli altri con uno sguardo nuovo e fiducioso”.

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LA CHIESA SI APPRESTA A CELEBRARE IL NATALE:

IL PAPA INVITA AD ATTENDERE “L’UNICO VERO RENDENTORE DELL’UOMO”

- Intervista con il cardinale Francis Arinze -

 

Il Natale è ormai alle porte. I cristiani si apprestano a celebrare la Festa della venuta del Signore. Domani il Papa presiederà nella Basilica di San Pietro la Messa di Mezzanotte e a Natale, a mezzogiorno, rivolgerà al mondo il tradizionale messaggio natalizio e la BenedizioneUrbi et Orbi”. Ma ripercorriamo alcune parole chiave che il Papa ha pronunciato in queste settimane per aiutarci a capire e a vivere meglio il Natale. Ce ne parla Sergio Centofanti.

 

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Il Papa ha invitato ad attendere “l’unico vero Redentore dell’uomo”, senza lasciarsi fuorviare da quei “falsi profeti” che “continuano a proporre una salvezza a basso prezzo, che finisce per generare cocenti delusioni”. Benedetto XVI esorta al coraggio di una fede chiara nel Dio fatto uomo, una fede che cerca “l’obbedienza alla verità” e non gli applausi della piazza – ha sottolineato - “in obbedienza alla dittatura delle opinioni comuni”. Il Verbo si è fatto carne e vuole salvare l’uomo, tutto l’uomo: nel messaggio per la Giornata della pace il Papa mette in guardia dalle “visione riduttive dell’uomo”, dai vari relativismi che diffondono “le più stravaganti interpretazioni” di ciò che è l’essere umano. In questo messaggio ricorre spesso una frase: “è necessaria la chiarezza”, anche per dire che ad una visione debole della persona corrispondono diritti umani “indeboliti”, in cui i più forti hanno la meglio. Dio si fa piccolo. La Chiesa difende i diritti dei più piccoli e dei  più deboli, di quelli che non hanno voce. “Solo rispettando la persona”, ogni persona – afferma - “si promuove la pace”.  L’Occidente dimentica sempre più Dio – ha detto il Papa ieri alla Curia Romana -  l’Europa appare stanca, senza più la voglia di avere figli, perché non si ha più tempo, si cerca il successo, l’autoaffermazione, la gioia ma dove è impossibile trovarla. E’ Cristo “la sorgente vera della gioia” - sottolinea Benedetto XVI – che viene a donarci l’amore che dà senso alla nostra vita.

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Sul Mistero del Natale ascoltiamo la riflessione del cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, al microfono di Giovanni Peduto:

 

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R. – Dobbiamo, anzitutto, essere chiari sul Mistero che celebriamo. Il Figlio di Dio, che è sempre Dio, prende la natura umana per amore nostro e per la nostra salvezza; Gesù Cristo che, nel seno della Vergine Maria, diventa uomo; Maria dà Gesù al mondo, a Betlemme: questo è il mistero e l’inizio della Redenzione. Il Salvatore è arrivato e la Madre del Redentore è accanto a Lui. Gesù viene per liberarci dal peccato originale e dai peccati personali, per instaurare tra noi e Dio l’amore; attraverso l’amore di Dio, noi impariamo ad amare il nostro prossimo ed impariamo anche ad accettare i nostri fratelli e sorelle come compagni nel pellegrinaggio che è la vita.

 

D. – Eminenza, in tanti luoghi cristiani si stanno eliminando i segni del Natale per non urtare la suscettibilità di altre religioni e credenze. Come giudica questi episodi?

 

R. – Sbagliati. Se io sono italiano, francese, tedesco od irlandese, io guardo alla storia e alle tradizioni del mio Paese. Io vedo che il cristianesimo è la matrice di quella cultura che noi ereditiamo oggi. Avere allora a Natale i segni del Mistero, quindi il Presepio, i canti natalizi, l’albero di Natale che ci porta un messaggio, le candele, tutte queste cose hanno radici nella storia e negare ciò che fa parte della nostra storia non rappresenta certo il modo migliore per dialogare con le persone di altre religioni. Se per primi, noi distruggiamo la nostra identità, non rimane nessuno ad incontrare l’altro; se ci riduciamo tutti all’anonimità di fiammiferi e quindi senza alcuna differenza, questo non è altro che una violenza all’uomo, alla storia e alla cultura. Io ho lavorato 18 anni nell’ufficio della Santa Sede che si occupa specificatamente dell’incontro con persone di altre religioni (il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso) ed ho sempre potuto notare che tutte le persone sincere rispettano l’identità dell’altro. Nessuno ci chiede di distruggere la nostra identità cristiana e se noi lo facessimo sarebbe un suicidio, un suicidio culturale ed anche religioso. Il dialogo è tutta un’altra cosa.

 

D. – Come possiamo vivere con gioia il Natale senza farne una festa solamente esteriore?

 

R. – Certo che la festa esteriore si fa, con il pranzo, il panettone, il vino: tutto questo va bene. Ma il collegamento con Dio è più importante: per un cattolico andare a confessarsi, ricevere il rafforzamento della grazia di Dio, andare alla Messa, ricevere la Santa Comunione quando si è ben preparati. Un Natale senza la Santa Messa è un Natale nel quale manca la cosa principale. E poi dare più tempo ai nostri familiari, che siano essi sposo, figli, genitori, cugini, essere con loro, ed anche un po’ di tempo ai poveri, agli immigrati, agli orfani, alle persone che hanno bisogno di avere qualcuno accanto. Questo è il modo veramente pieno di celebrare il Natale.

 

D. – Eminenza, il suo augurio per questo Natale ai nostri ascoltatori?

 

R. – Più attenzione a Dio, perché senza Dio la nostra vita non ha significato, anche la nostra esistenza. Più attenzione ai nostri familiari, cominciando proprio dalla nostra casa ad amare le persone di casa, senza pretendere di amare le persone che sono a 5 mila chilometri di distanza, questa è una finzione. Ci sono delle persone nelle nostre case che soffrono, forse anche a causa nostra e quindi l’augurio è quello di cominciare ad amare le persone della nostra casa, a perdonarle e a dimenticare le piccole cose. Ma l’augurio è anche quello di avere un po’ più di tempo per il riposo, per la preghiera, per l’ammirazione della natura che ci circonda, per leggere anche argomenti religiosi che ci elevano la mente a Dio. Ecco questo è tutto quello che auguro ai nostri ascoltatori ed ai nostri amici.

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SCAMBIO DI AUGURI TRA IL PAPA E IL PRESIDENTE GIORGIO NAPOLITANO

In questi giorni sono tanti gli auguri natalizi che stanno giungendo al Papa da tutto il mondo. Ieri anche il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano ha rivolto, in una cordiale conversazione telefonica, i suoi più fervidi auguri a Benedetto XVI.  Da parte sua, il Santo Padre ha ricambiato i più sinceri auguri al capo dello Stato e al popolo italiano.

 

 

IL PAPA NOMINA IL CARDINALE LOZANO BARRAGÁN SUO INVIATO SPECIALE

ALLE CELEBRAZIONI DELLA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO A SEOUL

 

Il Santo Padre ha nominato il cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, Suo Inviato Speciale alle celebrazioni della XV Giornata Mondiale del Malato che avranno luogo a Seoul, in Corea, l’11 febbraio 2007.

 

IL CARDINALE CILENO JORGE ARTURO MEDINA ESTÉVEZ COMPIE OGGI 80 ANNI

 

Oggi il cardinale cileno Jorge Arturo Medina Estévez compie 80 anni. A lui i più cordiali auguri dalla Radio Vaticana.  Prefetto emerito della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, il porporato in quanto cardinale Protodiacono ha avuto il privilegio di annunciare l’elezione di Benedetto XVI. Erano le 18.45 del 19 aprile dell’anno scorso quando si affacciò dalla Loggia Centrale della Basilica Vaticana per  pronunciare il tradizionale “Habemus Papam” davanti ad una folla  di 100 mila persone. Ora, con il compimento degli 80 anni, il porporato passa tra i cardinali non elettori, che sono in tutto 73, mentre i cardinali elettori diventano 113.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Servizio vaticano - Un articolo di Alberto Migone dal titolo "Natale: un dono offerto alle nostre mani vuote".

 

Servizio estero - Per la rubrica dell' "Atlante geopolitico" un articolo di Giuseppe Maria Petrone dal titolo "Il 25 dicembre del 1991 veniva ammainata la bandiera sovietica". 

 

Servizio culturale - La pagina è dedicata a riflessioni sul valore del Natale.

 

Servizio italiano - Governo; violenza su donne e minori: pronto il Ddl. Pene severe; più assistenza alle vittime.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

23 dicembre 2006

 

 

DEDICATA A GIOVANNI PAOLO II LA STAZIONE TERMINI DI ROMA

- Interviste con il cardinale Tarcisio Bertone e l’architetto Roberto Malfatto -

 

Dopo 140 anni, la Stazione Termini di Roma, uno degli scali ferroviari più grandi d’Europa, cambia nome. Durante una cerimonia, questa mattina, la Stazione è stata dedicata a Giovanni Paolo II: una stele dell’architetto Roberto Malfatto è stata scoperta alla presenza del sindaco di Roma, Walter Veltroni, dei responsabili delle Ferrovie dello Stato italiano, del cardinale vicario, Camillo Ruini, e del cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che ha portato gli auguri e la benedizione di Benedetto XVI. La parola a Luca Collodi, che ha seguito in presa diretta l’avvenimento.

 

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Nella galleria centrale della stazione Termini dove ogni giorno transitano 480 mila persone,  150 milioni l’anno, il sindaco di Roma, Walter Veltroni ha ricordato Giovanni Paolo II, “uomo che ha legato a sé l’idea del dialogo, della comprensione dei valori, in continuo ascolto di una società in trasformazione”. “Tutto ciò – ha proseguito Veltroni - ci ha portato, in stretta collaborazione con le Ferrovie dello Stato, a scegliere la Stazione Termini per la dedicazione, che è luogo di incontro, di scambio, dove molte persone iniziano un viaggio”. “Guarderanno la stele – ha continuato il sindaco - tanti cittadini cattolici, ma anche musulmani che non potranno non ricordare quando Giovanni Paolo II, nel settembre del 2001, chiamò i “musulmani fratelli”; passeranno cittadini ebrei, che ricorderanno il giorno in cui Giovanni Paolo II, nella Sinagoga di Roma, abbracciò il rabbino Toaff”; e, tutti noi romani ricorderemo “un uomo che ha molto amato questa città”.

 

Il cardinale vicario Camillo Ruini si è unito al sindaco Veltroni, sottolineando il grande amore del Papa per Roma. “Ogni giorno pregava per Roma, per la gente di Roma, per la Chiesa in Roma e per le famiglie romane”. “Giovanni Paolo II - ha sottolineato il cardinale vicario - è stato l’uomo dei viaggi e la stazione Termini, luogo dove si parte e si arriva, è molto indicata per ricordare la sua memoria che resta viva nel cuore di ciascuno di noi”.

 

Il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone, che ha portato il saluto e la benedizione di Papa Benedetto, ha ricordato il rapporto tra la Stazione Termini e la storia della Chiesa:


“Ricordo soprattutto un episodio: la prima volta che vennero a Roma, nel 1962, per il Concilio Vaticano II, il cardinale Stefan Wyszynsky mons. Karol Wojtyla: il cardinale Wyszynsky era appena stato liberato dalla prigionia ed accompagnato a Roma da quel giovane vescovo per partecipare al Concilio. Arrivarono qui alla Stazione Termini, dove c’era una folla immensa. Tutti i ferrovieri erano fermi, tutti i treni erano fermi e quando si fermò il treno che allora arrivava da Varsavia, il cardinale Wyszynsky si affacciò al finestrino in una commozione generale. Ricordo che una signora porse al cardinale un mazzo di rose rosse. Ecco, di che cosa è stata testimone nella storia questa grande stazione, l’allora Stazione Termini. Porto al sindaco e alla Ferrovie dello Stato, il saluto, l’augurio, il compiacimento e il ringraziamento di Papa Benedetto. Ci siamo parlati questa mattina e mi ha detto di portarvi la sua benedizione. Porgo a tutti, anche a nome del Santo Padre, gli auguri più cordiali di Buon Natale e Buon Anno Nuovo”.

 

(applausi)


Le due steli inaugurate stamani e sulle quali spicca il nuovo nome della stazione, “Stazione Termini-Giovanni Paolo II”, sono alte 12 metri e posizionate nei punti più frequentati. Ne parliamo con l’architetto, ideatore e progettista, Roberto Malfatto:


“L’ispirazione è nata dalla semplicità e dal rigore che Giovanni Paolo II esprimeva, ma anche dall’innalzamento verso il cielo. Abbiamo, quindi, pensato ad un oggetto che si innalzasse verso il cielo, che avesse un coronamento particolarmente significativo e particolarmente ricco. Una forma semicircolare, che in qualche modo evoca – secondo noi – delle immagini legate anche all’iconografia ecclesiastica. Un’immagine, in quello che è l’atrio della Stazione Termini, riconoscibile pur nella sua semplicità. Ci sono naturalmente molti messaggi in questa stazione e volevamo diversificarci completamente, facendo un’operazione che avesse una sua forza, se possibile morale, attraverso l’immagine che abbiamo voluto darle.


Dalla “Stazione Termini-Giovanni Paolo II” di Roma, Luca Collodi, Radio Vaticana.

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LA VITA, ANCHE SE SOFFERENTE, E’ SEMPRE UN VALORE E UN’OPPORTUNITA’:

IL VALORE CRISTIANO DELLA VITA NELLE PAROLE DI MONS. LUIGI MORETTI,

DOPO LA DECISIONE DEL VICARIATO DI ROMA

DI NON CONCEDERE I FUNERALI RELIGIOSI PER PIERGIORGIO WELBY

- Intervista con il presule -

 

Sta suscitando reazioni di segno opposto la decisione assunta ieri dal Vicariato di Roma di non concedere la celebrazione delle esequie ecclesiastiche per Piergiorgio Welby, il malato di distrofia muscolare progressiva morto mercoledì sera, dopo che un medico ha staccato la spina del respiratore automatico che lo teneva in vita in ossequio alla sua volontà. Nel suo comunicato, il Vicariato di Roma spiega che “a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso”, la volontà “di porre fine alla propria vita” del dott. Welby era “ripetutamente e pubblicamente affermata” e ciò, si osserva nella nota, “contrasta con la dottrina cattolica”. Tuttavia, conclude il comunicato, non vengono meno “la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti”. Su questa vicenda dai complessi risvolti umani ed etici, Alessandro De Carolis ha chiesto un commento all’arcivescovo Luigi Moretti, vicegerente della diocesi di Roma:

 

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R. - I motivi si inseriscono in quella che è la tradizione costante della Chiesa, che non può approvare la volontà di togliersi la vita. E questo proprio perché noi crediamo che la vita sia un bene che ci viene donato. Nella prassi normale, quando ci sono casi di persone che rifiutano la vita, in situazioni in cui non sempre si riesce a comprendere quale sia lo stato di libertà, di consapevolezza, i funerali poi si fanno affidando sempre tutto alla misericordia di Dio, perché nessuno di noi è giudice. In questo caso, invece, c’è un discorso diverso, legato non tanto al voler essere noi i giudici - perché questo, lo ripeto, non spetta certo a noi - ma al modo in cui è stata condotta la vicenda di questa sofferenza e di questa morte, anche per prese di posizioni dello stesso malato, di coloro che sono entrati in questa vicenda e dei familiari stessi. A questo punto, il segno che la Chiesa poteva dare era semplicemente quello di riconoscere e prendere atto di una volontà espressa che, come tutte le scelte, ovviamente va a collocarsi all’interno di una responsabilità che porta con sé delle conseguenze. Non possiamo, quindi, dare dei segnali contraddittori anche per le persone.

 

D. - Nonostante l’estrema coerenza e fedeltà ai propri principi morali, la decisione di non concedere le esequie religiose ha suscitato reazioni di critica anche in chi, per scelta ideologica, è normalmente schierato contro la Chiesa cattolica…

 

R. - In questi casi, tutto serve ad alimentare le polemiche. Io credo che meriterebbe più rispetto il mistero della morte: non può diventare tutto oggetto di polemiche e di strumentalizzazioni. Io credo che l’appartenenza alla fede, l’appartenenza alla Chiesa non sia semplicemente un qualcosa di soggettivo. La scelta della fede è una scelta di libertà e la scelta della coerenza nella fede è il minimo che si possa chiedere e che ci chiede il Signore.

 

D. - In che modo in queste settimane la Chiesa, come afferma il comunicato del Vicariato, è stata vicina al dolore dei familiari di Welby?

 

R. - E’ risaputo che i sacerdoti della loro parrocchia sono stati e sono in costante rapporto con loro, portando loro il conforto di una parola di speranza, di una parola cristiana. Questo può continuare e continuerà. Certamente, come Chiesa ci facciamo carico delle sofferenze delle persone.

 

D. - Cosa le ha lasciato dentro, eccellenza, questa vicenda?

 

R. - Mi ha fatto ripensare molto alla malattia e alla morte di Giovanni Paolo II. Anche lì si trattava di una morte portata in pubblico, ma da essa veniva un grande messaggio di speranza, di amore alla vita, di consapevolezza che la vita anche in quelle situazioni è un grande valore, è una grande opportunità. Da questa parte, invece, si è voluto mostrare che si trattava di una vita non all’altezza di esser vissuta. E qui, credo, c’è la responsabilità di tutti nel creare le condizioni affinché la vita possa essere sempre e comunque amata ed apprezzata. Questa è l’esperienza più vera che mi rimane dentro. Oggi, purtroppo e sempre di più, accade che la vita la si apprezzi solo se rientra in certi canoni, in certe prospettive, in certe logiche. E credo che ciò sia una forma di impoverimento della vita.

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DOPO 12 ANNI DI RESTAURO, APERTA LA GALLERIA NAZIONALE DELL’UMBRIA, NELL’ANTICO PALAZZO DEI PRIORI DI PERUGIA:

QUASI TUTTI I CAPOLAVORI SONO A TEMA RELIGIOSO

- Con noi Vittoria Garibaldi e Mauro Severi -

 

500 opere esposte in 40 sale distribuite su due livelli: sono solo alcuni numeri della nuova Galleria Nazionale dell’Umbria che nei giorni scorsi ha riaperto i battenti dopo 12 anni di restauro. Ospitata nell’antico Palazzo dei Priori di Perugia, la Galleria conserva quasi tutti capolavori a tema religioso. Ce ne parla Isabella Piro:

 

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(musica)

 

Un museo nel museo. Agli occhi del visitatore, la nuova Galleria Nazionale dell’Umbria si presenta così: un percorso articolato lungo le tante opere esposte, ma anche lungo le sale dalle alte volte, gli scaloni segnati dallo spirito del tempo e gli scorci improvvisi sui tetti della Perugia moderna offerti dal Palazzo dei Priori.

 

(musica)

 

I primi lavori di restauro sono iniziati nel ’94: oggi le 40 sale di esposizione permanente, insieme alle 5 riservate alle mostre temporanee, conservano capolavori del Perugino, Pinturicchio e Piero della Francesca, quasi tutte di committenza religiosa, provenienti da ordini monastici. Vittoria Garibaldi, direttrice regionale dei Beni culturali:

 

R. – Abbiamo cercato di proseguire con i criteri dei precedenti interventi, caratterizzando il percorso, non rendendolo assolutamente monotono ma cercando di intervallarlo con sezioni speciali dedicate alle oreficerie, dedicate ai tessuti, ai disegni e quindi ampliando anche la possibilità dell’utente di poter vedere quello che vuole.

 

         Liberato dalle barriere architettoniche attraverso un sistema di appianamento dei dislivelli e fornito di una sala informatica situata nell’antica torre campanaria, il Palazzo dei Priori diventa così un monumento atemporale, sospeso tra passato e presente. Mauro Severi, curatore del Progetto architettonico:

 

R. – Abbiamo per esempio adagiato alcune opere su tessuti bianchi per isolarle dalle murature in modo che non sembri un arredamento. Visto che siamo in un ambiente antico il rischio poteva essere quello di dare un’idea di allestimento d’epoca e questo lo volevamo evitare perché la storia del palazzo è una cosa, le storie delle opere è un’altra. Poi abbiamo usato materiali metallici con lamiere colorate o anche solo naturali per dare una cornice nuova a queste opere.

 

(musica)

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani, 24 dicembre, 4a domenica di Avvento, la Liturgia ci presenta il Vangelo della visita di Maria ad Elisabetta. Un incontro cui corrisponde il misterioso rapporto tra i due bambini che portano in grembo: Giovanni sussulta di gioia ed Elisabetta definisce “beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore”.  Allora Maria dice:

 

«L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva».

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita, padre Marko Ivan Rupnik:

 

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I Padri della Chiesa hanno visto in questo incontro tra Elisabetta e Maria l’incontro dei due Testamenti, un incontro di compimento. Tutto l’Antico Testamento è una preparazione per l’accoglienza della venuta del Figlio di Dio, Salvatore degli uomini. Elisabetta, che porta nel suo grembo l’ultimo dei profeti, esprime nel suo saluto quella totale accoglienza, quell’attesa così fortemente concentrata sul Messia. Di fatti, Giovanni il Battista consumerà tutta la sua identità nel radicale orientamento a Cristo, sarà il gesto che lo indicherà. Dall’altro lato, Maria, che all’Annunciazione riceve dall’Angelo come una specie di segno la notizia della gravidanza di Elisabetta, nell’incontro con essa ammette con tutta umiltà la Grazia da cui è stata coperta. Contemplando l’atteggiamento di queste due sante donne anche noi entriamo nel clima giusto per la Vigilia di Natale.

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CHIESA E SOCIETA’

23 dicembre 2006

 

 

In Cina la Corte del popolo di Xiaoshan ha condannato gli 8 cristiani

protestanti, arrestati perché si opponevano alla distruzione

della loro chiesa. A Pechino COMMINATI invece 3 anni di carcere

ad un noto attivista per i diritti umani

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

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PECHINO. = La cronaca parla di un’udienza fiume, durata 12 ore consecutive, con un verdetto già scritto da molto tempo, secondo alcuni osservatori. Gli 8 imputati sono stati arrestati il 29 luglio scorso perché si opponevano alla demolizione della chiesa nel distretto di Xiaoshan. Una chiesa che, per le autorità, sorgeva su suolo pubblico e non aveva ricevuto alcuna approvazione. Di tutt’altro avviso la comunità cristiana locale, che ritiene la struttura in regola perché costruita su un terreno privato, comprato da una coppia di cristiani. Come riporta l’agenzia Asia News la diatriba è lunga. Pur avendo le carte in regola, i fedeli avevano sottomesso per molto tempo la richiesta di costruire la chiesa: il governo infatti aveva sempre negato il permesso di procedere. In questo quadro, però, la sentenza parla chiaro: i giudici hanno condannato i due pastori a 3 anni e mezzo di carcere. Due anni di galera sono stati inflitti invece a due fedeli, mentre per gli altri 4 imputati, per il momento, la pena è stata sospesa. Intanto, dalle autorità giudiziarie di Pechino è arrivata un’altra condanna a tre anni di prigione, questa volta ai danni di Gao Zhisheng, avvocato ed attivista per i diritti umani famoso in tutta la Cina. L’uomo è stato giudicato colpevole di sovversione anti statale per aver firmato degli articoli di denuncia e in particolare 3 lettere aperte ai vertici dello Stato, in cui si chiedeva più libertà religiosa e meno corruzione.

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Cresce a Natale lo sforzo di solidarietà per i circa 200 mila sfollati, vittime dei quattro tifoni che hanno colpito in pochi mesi le Filippine centrali. dai vescovi americani 500 mila dollari per cibo e generi

di prima necessita’

 

MANILA. = Il Natale 2006 sarà particolarmente difficile per numerose famiglie che, nelle Filippine centrali, hanno perso tutto in seguito a quattro violenti tifoni che, negli ultimi tre mesi, si sono abbattuti sulle isole mettendo in ginocchio l’economia e la società locale. Tuttavia, un esercito di volontari, religiosi, medici, operatori della Caritas e di organizzazioni umanitarie, si sta adoperando per cercare di far vivere ai circa 200mila sfollati un Natale dignitoso, compiendo un grande sforzo di solidarietà. Come riporta l’agenzia Fides, i vescovi della Filippine hanno messo subito a disposizione della Caritas una donazione di 500mila dollari ricevuta dalla Chiesa americana, che ha inviato nell’area un’équipe del Catholic Relief Services (CRS), l’agenzia umanitaria ufficiale dei vescovi degli Stati Uniti. Nel messaggio per il Natale 2006, mons. Angel Lagdameo, presidente della Conferenza episcopale delle Filippine, ha invitato tutti i fedeli a vivere il periodo natalizio mostrando concreto amore e solidarietà verso le vittime dei tifoni. Secondo le stime fornite dal governo di Manila serve almeno un miliardo di dollari per ricostruire le infrastrutture nelle aree colpite e restituire alla popolazione un minimo benessere e una vita dignitosa. Le vittime accertate sono circa 1400, mentre i dispersi causati dai quattro tifoni - Xangsane, Cimaron, Durian e Utor - sono ancora 1850. In questo quadro i meteorologi temono che una nuova tempesta tropicale, Trami, possa toccare le coste filippine. Esperanza Cabral, ministro per lo Sviluppo Sociale e il Welfare ha espresso preoccupazione per la scarsità di risorse disponibili. La scorsa settimana l’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) ha lanciato un appello alla comunità internazionale per raccogliere 46 milioni di dollari necessari ad assistere centinaia di migliaia di persone che vivono nella precarietà e che necessitano di cibo, tende, medicinali. Dal canto suo il Programma Alimentare Mondiale dell’ONU (PAM) sta portando aiuti a circa 50mila profughi, mentre l’UNICEF ha stimato che i disastri avranno gravi conseguenze anche su almeno mezzo milione di studenti, dato che i tifoni hanno distrutto 9 scuole su 10. (E. B.)

 

 

AL VIA NEI PROSSIMI MESI A CUBA I CENTRI DI ORIENTAMENTO FAMILIARE,

ISPIRATI DALL’INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE DI VALENCIA

 

L’AVANA. = Offrire orientamento sulla convivenza coniugale, sulla soluzione delle crisi e sull’educazione dei figli. Questo l’obiettivo dei Centri di orientamento familiare che a breve sorgeranno a Cuba. Le nuove strutture, che saranno collegate ai vescovadi delle undici diocesi dell’isola, saranno formati da un’équipe di una decina di persone, tra cui psicologi, lavoratori sociali, pedagoghi, insegnanti, medici e sacerdoti. Come ha spiegato il sacerdote valenciano Blas Silvestre, missionario nel Paese caraibico – ripreso dall’agenzia ZENIT - la creazione dei Centri è “decisamente necessaria” per la “grande destrutturazione che soffre la famiglia a Cuba”, dove – ha spiegato - “è frequente che un padre di famiglia viva con la sua compagna e la sua ex moglie, tutti sotto lo stesso tetto”. Nella sua diocesi, quella di Santa Clara, - ha precisato il religioso - l’attivazione di un Centro di orientamento familiare è prevista per il prossimo anno. Seguendo ancora le parole del sacerdote, la creazione dei Centri “era in fase di studio a Cuba da anni”, ma è stato decisivo il quinto Incontro Mondiale delle Famiglie, tenutosi nel luglio scorso a Valencia. Le nuove strutture, infatti, sono state ispirate dai messaggi di Papa Benedetto XVI in occasione dell’evento spagnolo e dai contenuti dei vari Congressi che si sono svolti durante questo evento. Alla fase di avvio dei nuovi Centri partecipano inoltre i cinquanta pellegrini cubani che hanno assistito agli incontri di Valencia. (E. B.)

 

 

a napoli la polizia ha ritrovato il presepe rubato nei giorni scorsi

nella centralissima chiesa di san nicola della carità

 

NAPOLI = Sono stati tutti recuperati ieri dalla polizia i pastori del Presepe rubati lunedì scorso nella chiesa di San Nicola alla Carità, in via Toledo, nel centro di Napoli. Dopo una settimana di indagini e perquisizioni – hanno spiegato le autorità – è probabile che i ladri abbiano sentito ilfiato sul collo’, decidendo di abbandonare la refurtiva. Le preziosissime statuette, tutte in buone condizioni, erano accuratamente custodite in scatoloni di cartone. Il Presepe è già stato portato in chiesa ed ora – promette il parroco, don Mario Rega, - “sarà di nuovo visitabile dai napoletani e dai turisti”. (E. B.)

 

 

No all’eutanasia attiva sui neonati con gravi malformazioni. E’ la posizione dell’associazione medica cattolica matercare international, che interviene così nel dibattito sull’argomento sviluppatosi in Gran Bretagna

 

LONDRA. = “La vita è un dono di Dio, l’unico a poterne disporre: attribuire questo potere ad un medico è contrario alle nostre convinzioni morali”. E quanto affermato da Matercare International - l’associazione internazionale di ostetrici e ginecologi cattolici che si occupa di sostegno alla maternità - che in una nota critica duramente le recenti prese di posizione di alcune organizzazioni mediche e istituti di bioetica britannici sul trattamento dei bambini prematuri e con malformazioni congenite. Il riferimento è in particolare al parere espresso dall’istituto indipendente britannico Nuffield Council on Bioethics, secondo il quale ai medici del Regno Unito dovrebbe essere imposto l’obbligo di staccare la spina ai bambini nati prima della 22esima settimana di gestazione e alle posizioni espresse dal Royal College of Obstetricians and Gynecologists e da altre organizzazioni a favore dell’“eutanasia attiva” su neonati con gravi malformazioni. Secondo Matercare International i progressi della medicina devono sempre essere al servizio della vita e del miglioramento della sua qualità, non aiutare ad eliminarla quando si ritenga possa essere di scarsa qualità. “Nessuno – sottolinea la nota - può di fatto chiedere a un neonato con malformazioni se preferirebbe la morte ad una vita disabile”, come nessuno può predire la futura evoluzione delle sue condizioni di vita. (L. Z.)

 

 

Impiegare i soldi che verrebbero destinati ai soliti regali natalizi in gesti di solidarietà verso i bambini disagiati del mondo. E’ l’iniziativa dell’organizzazione SAVE THE CHILDREN rivolta a singole persone e aziende

 

ROMA. = Acquistando biglietti d’auguri o calendari natalizi si potrà contribuire al progetto di tutela dei diritti dei bambini che vivono condizioni di disagio. E’ solo una delle importanti iniziative di solidarietà promosse dall’organizzazione Save the Children in occasione del Natale. “L'invito che rivolgiamo sia alle singole persone sia alle aziende è di dare un valore diverso al Natale”, ha dichiarato Filippo Ungaro, responsabile della comunicazione Save the Children Italia. Alle aziende e alle imprese grandi e piccole, invece, l’organizzazione propone di devolvere all’organizzazione parte o l’intero budget utilizzato, di solito, per i tradizionali omaggi natalizi. “La nostra proposta è semplice - ha aggiunto Ungano - decidere di impiegare i soldi che verrebbero destinati ai soliti regali, in favore dei progetti di Save the Children. Così facendo, un gesto di solidarietà si trasformerà in concreti miglioramenti per la vita di tanti bambini nel mondo”. Le aziende - ha spiegato ancora il portavoce - possono e devono avere un ruolo fondamentale nei cambiamenti sociali e nel sostegno alle sue numerose attività in favore dell'infanzia. Per questo, l'auspicio è che la Campagna Natale 2006 rappresenti un'ulteriore opportunità per nuove collaborazioni e per consolidare quelle esistenti”. Il ricavato dell’iniziativa servirà a finanziare interventi per la lotta contro la diffusione dell’AIDS e contro lo sfruttamento e l’abuso dei minori in oltre 100 Paesi. Il guadagno servirà inoltre a portare avanti la campagna Internazionale “Riscriviamo il Futuro” che ha l’obiettivo di garantire, entro il 2010, una educazione di qualità a 8 milioni di bambini che vivono in Paesi di conflitto o reduci da guerre. Con soli 15 euro è possibile acquistare due capre da latte per una mamma con bambini piccoli in Mozambico o una stufa per l’inverno ad una classe di 35 alunni in Afghanistan. Con 30 euro in Perù si può contribuire all’acquisto di un kit per due famiglie di tre persone, con vestiti, coperte, sapone oppure due banchi per 4 bambini del Sudan.(A.D.F.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

23 dicembre 2006

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

È atteso, nel tardo pomeriggio, il voto del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla risoluzione che chiede l’adozione di sanzioni all’Iran per le sue attività nucleari. Sono previste misure finanziarie e commerciali tese a scoraggiare lo sviluppo tecnologico e balistico in campo atomico. La comunità internazionale teme che il governo di Teheran voglia dotarsi di armi nucleari. L’Iran sostiene, invece, che il proprio programma nucleare abbia fini esclusivamente civili.

 

Ed è sempre più intricata anche la questione nucleare nordcoreana: il negoziatore americano, Christopher Hill, si è detto deluso per il fallimento dei negoziati tenutesi a Pechino sul programma atomico della Corea del Nord. Le parti non sono riuscite, infatti, nell’intento di convincere il governo di Pyongyang a rinunciare al suo arsenale nucleare. I colloqui si sono conclusi ieri con un nulla di fatto e non è stata neanche fissata una data per la ripresa delle trattative.

 

Trasferiamoci in Afghanistan, dove le forze della coalizione internazionale hanno riferito che un importante capo dei taleban è morto in seguito ad un’operazione militare. Si tratta di Aktar Mohammad Osmani, rimasto ucciso in un raid nella turbolenta provincia di Helmand. Secondo diversi analisti, ha avuto un ruolo centrale nel pianificare azioni terroristiche nel Paese.

 

In Iraq, cinque agenti di polizia e un civile sono stati uccisi in scontri con la milizia sciita a Samawa, nel sud del Paese. Intanto, un gruppo terrorista, legato ad al Qaeda, ha promesso agli Stati Uniti, in un messaggio diffuso su internet, un ritiro in sicurezza dall’Iraq entro un mese, a condizione che le armi pesanti siano lasciate sul terreno. I  terroristi  hanno  dato all’amministrazione di Washington due settimane di tempo per rispondere. Nel messaggio si precisa, poi, che “gli Stati Uniti hanno tentato un negoziato, subito rifiutato, con Al Qaeda attraverso mediatori sauditi”.

 

In Medio Oriente, il cosiddetto Quartetto per il processo di pace tra israeliani e palestinesi composto da Stati Uniti, Unione Europea, Russia e Nazioni Unite, ha deciso di riaprire, per almeno tre mesi, il rubinetto degli aiuti finanziari alla popolazione palestinese. Il Dipartimento di Stato americano precisa, in una nota, che il Quartetto valuterà se prolungare o revocare il provvedimento alla scadenza dei tre mesi. Sul terreno, intanto, tre palestinesi sono rimasti feriti a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. L’attacco non è stato ancora rivendicato ma sembra si tratti di un nuovo scontro tra sostenitori del gruppo radicale Hamas e del partito moderato al Fatah.

 

Il segretario generale della Lega Araba, Amr Moussa, ha ribadito il suo invito ai dirigenti libanesi di tornare a riprendere la strada dei negoziati per far uscire il Libano dalla crisi politica. I colloqui tra le fazioni rivali, la maggioranza antisiriana e l’opposizione sostenuta dai governi di Damasco e Teheran, sono rimandati alla prossima settimana. Non si sblocca dunque la fase di stallo dopo la richiesta di dimissioni del premier, Fuad  Siniora, avanzata dal partito sciita Hezbollah, che nelle scorse settimane ha portato in piazza centinaia di migliaia di persone.

 

In Spagna non ha fatto registrare passi avanti l’incontro di ieri tra il premier José Luís Rodriguez Zapatero e il leader dell’opposizione Mariano Rajoy. Obiettivi dei colloqui erano: un miglioramento dei rapporti fra il governo e l’opposizione, caratterizzati finora da una forte tensione, e la ricerca di un consenso per una politica comune nell’affrontare  la questione  ‘ETA’. Il servizio di Ignacio Arregui:

 

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L’incontro non è andato bene e sembra che le posizioni rimangano così distanti come prima, anche se il fatto dell’incontro stesso costituisce un fatto positivo. Il capo dell’opposizione, Mariano Rajoy, si era mostrato inflessibile con alcune condizioni che, secondo lui, andavano rispettate.  Tra queste condizioni quelle principali sono: non permettere a Batasuna, il braccio politico dell’ETA, la partecipazione alle prossime elezioni amministrative; evitare che il procuratore generale continui a mostrarsi debole o accondiscende con i violenti; evitare che finché non finirà la violenza, Batasuna sia legalizzata. All’uscita dell’incontro, nella residenza del capo del governo, Mariano Rajoy ha affermato che dal colloquio è uscito senza aver ricevuto alcuna certezza sulle questioni da lui proposte; ha anche aggiunto che non ha avuto risposte chiare sulle voci secondo cui c’è già stato un primo incontro non ufficiale di esplorazione tra delegati dell’ETA e del governo. Da parte sua, la vice presidentessa del governo ha dichiarato che non manca la certezza sullo stato attuale del negoziato e che alcune delle condizioni di Mariano Rajoy non erano necessarie.

 

Per la Radio Vaticana, Ignacio Arregui

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I terroristi, e non le forze speciali, sono responsabili dell'esplosione avvenuta nella scuola di Beslan, nella Repubblica autonoma russa dell’Ossezia del Nord, che ha causato la strage di decine e decine di persone tra cui molti bambini. E’ quanto ha stabilito il rapporto conclusivo della commissione parlamentare di inchiesta russa, guidata da Alexander Torshin, incaricata di far luce sulla drammatica presa d'ostaggi avvenuta nel settembre del 2004. Le conclusioni della ‘commissione Torshin’ sono basate su diverse perizie e testimonianze. I parenti delle 332 vittime, tra cui 186 bambini, avevano accusato le autorità di aver “insabbiato la verità” sull’uso di armi pesanti e sul lancio di granate incendiarie contro l'edificio.

 

Continuano sporadici gli scontri in Somalia tra forze regolari e combattenti islamici, che oggi hanno annunciato di aver conquistato la città di Idale, a sud-ovest di Baidoa, dove ha sede il governo di transizione somalo. Gli islamici, che controllano il centro e il sud del Paese, hanno dichiarato di voler imporre la legge coranica. Gli islamici hanno anche dichiarato, a più riprese, guerra all’Etiopia, che accusano di aver invaso la Somalia. Il governo di Addis Abeba ha sempre respinto le accuse, ma si è detto pronto ad intraprendere operazioni militari.

 

Il governo sudanese ha accettato il piano di pace proposto dalle Nazioni Unite, che prevede l’invio di una forza internazionale congiunta nella martoriata regione sudanese del Darfur. La missione sarà guidata dall’Unione Africana, alla quale sarà garantito l’appoggio dei caschi blu. L’esecutivo di Karthoum potrebbe inoltre decretare, già nelle prossime ore, una tregua generalizzata nella regione, lacerata da violenze interne. Ottimista, il segretario generale dell’ONU Kofi Annan, che ieri ha incontrato il presidente Omar al Bashir. Si tratta – ha detto Annan – dell’ultima opportunità per evitare una catastrofe umanitaria.

 

In Nigeria, il Mend, il gruppo armato nigeriano che ha rapito i 4 impiegati dell’Agip nel delta del Niger, non è disposto a trattare fino a quando il governo nigeriano non libererà i militanti detenuti nelle carceri di Lagos.  Il Mend smentisce poi, con un comunicato, di avere in corso trattative direttamente con l’Agip. I quattro, tre italiani e un libanese, sono stati catturati il 7 dicembre nella sede dell’Agip a Brass, nello Stato meridionale di Bayelsa.

 

In Madagascar, il capo di Stato uscente, Marc Ravalomana, è stato proclamato vincitore nelle elezioni presidenziali svoltesi lo scorso 3 dicembre. La Corte Costituzionale ha reso noto che  Ravalomana ha ottenuto il 55 per cento dei voti.

 

Tragedia in Italia: due persone sono morte per una forte esplosione in una palazzina di San Benedetto del Querceto, in provincia di Bologna. Prima della tragedia sono giunti sul posto i vigili del fuoco, chiamati dagli abitanti della palazzina che avevano avvertito un forte odore di gas. Le vittime sono un vigile del fuoco e il titolare di una casa di riposo. Al momento, i soccorritori sono all’opera per cercare eventuali persone rimaste intrappolate tra le macerie. Dai primi rilievi effettuati, la causa del crollo sarebbe dovuta ad una fuga di gas.

 

 

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