RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 263 - Testo della trasmissione di martedì 20 settembre 2005

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI all’Angelus di domenica scorsa ha ricordato che sta per concludersi l’Anno dell’Eucaristia: a “I miracoli eucaristici e le radici cristiane dell’Europa” è dedicato il volume delle Edizioni Studio Domenicano di Bologna: ai nostri microfoni Antonia Acutis Salzano

 

Replica della Sala Stampa Vaticana alle dichiarazioni di Carla Del Ponte, in merito alla presunta protezione fornita da strutture religiose a un ex generale croato ricercato dal Tribunale Internazionale per i crimini di guerra nell’ex Jugoslavia

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

I “Pacs”, il terrorismo internazionale, l’emergenza Africa, l’uragano Katrina: tra i temi principali affrontati dal cardinale Ruini in apertura, ieri, della riunione del Consiglio permanente della CEI

 

Influenza aviaria: l’Organizzazione mondiale della sanità mette in guardia su una possibile pandemia. Un nuovo caso di infezione umana in Vietnam: il commento di Giuseppe Ippolito

 

Morto a Vienna, a 96 anni, Simon Wiesenthal, più noto come “il cacciatore di nazisti”: intervista con Pietro Scoppola  

 

Si chiudono il prossimo 22 settembre le iscrizioni per il IV Concorso vocale internazionale di musica sacra, che si terrà a Roma dal 4 all’8 ottobre: ce ne parla Daniela De Marco  

 

CHIESA E SOCIETA’:

La Conferenza episcopale tedesca riconferma il cardinale Karl Lehmann alla presidenza

 

L’Onu denuncia abusi in Sud Africa nella carcerazione preventiva

 

La Caritas internazionale ha raccolto 450 milioni di dollari per le popolazioni delle aree colpite dallo tsunami, nel sud est asiatico

 

Il Premio Freinademetz 2005 all’arcivescovo Claudio Maria Celli per aver contribuito al miglioramento delle relazioni tra Cina e Santa Sede

 

Milano: nell’ambito del Prix Italia, l’incontro della comunità radiotelevisiva italofona, nei suoi 20 anni dalla fondazione

 

Le religioni e lo sport. A Torino da domani un Convegno sui rapporti tra anima e corpo secondo la visione di diverse confessioni religiose

24 ORE NEL MONDO:

Il Parlamento ucraino respinge la nomina a primo ministro di Iuri Yekhanurov, indicato alla guida dell'esecutivo dal presidente Viktor Yushenko dopo il licenziamento della Tymoshenko 

 

Parziale marcia indietro della Corea del Nord, all’indomani del primo accordo sul disarmo nucleare

 

Angela Merkel, leader cristiano democratica, inizierà giovedì le consultazioni per la formazione del governo

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

20 settembre 2005

 

 

BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS DI DOMENICA SCORSA HA RICORDATO

CHE STA PER CONCLUDERSI L’ANNO DELL’EUCARISTIA:

A “I MIRACOLI EUCARISTICI E LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA”

E’ DEDICATO IL VOLUME DELLE EDIZIONI STUDIO DOMENICANO DI BOLOGNA

- Intervista con Antonia Acutis Salzano -

 

Benedetto XVI all’Angelus di domenica scorsa ha ricordato che sta per concludersi l’Anno dell’Eucaristia. Lo ha fatto sottolineando come il tema stesse “particolarmente a cuore al suo predecessore Giovanni Paolo II. E lo ha fatto sottolineando come “il presbitero deve essere prima di tutto adoratore e contemplativo dell’Eucaristia” perché “tra le sue mani è posto il mistero per la salvezza del mondo”. Oggi cerchiamo di approfondire il tema dei miracoli eucaristici. Lo facciamo attraverso un volume che, annunciato in occasione del Congresso eucaristico di Bari, vede ora la luce alla vigilia del Sinodo dei vescovi sull'Eucaristia e sul terminare dell'Anno dell'Eucaristia. E' un’opera poderosa di oltre 500 pagine in elegante veste tipografica a cura delle Edizioni Studio Domenicano di Bologna ed edito in collaborazione con l'Istituto San Clemente I Papa e Martire. Il volume reca la presentazione dell’arcivescovo Angelo Comastri, vicario generale del Papa per lo Stato della Città del Vaticano. Il titolo è “I miracoli eucaristici e le radici cristiane dell’Europa”. Giovanni Peduto ha intervistato la presidente dell'Istituto San Clemente I Papa e Martire, dottoressa Antonia Acutis Salzano:

 

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R. - Nel testo presentiamo oltre 100 Miracoli Eucaristici supportati da un’ampia rassegna fotografica. Abbiamo inserito anche una sessione sulla Madonna e l’Eucaristia, le Comunioni Prodigiose e numerose citazioni sull’Eucaristia tratte dalla Sacra Scrittura, dal Magistero, dai Padri della Chiesa e dai Santi. 

 

D. - Sono descritti i Miracoli Eucaristici avvenuti in tutto il mondo?

 

R. - Purtroppo non siamo riusciti a citarli tutti. Sarebbero necessari molti anni per reperire un’adeguata documentazione fotografica.

 

D. - Quale miracolo Eucaristico l‘ha colpita personalmente?

 

R. - Sono rimasta sempre molto colpita dai Miracoli Eucaristici in cui l’Ostia consacrata si è trasformata in Carne e il Vino in Sangue. A questo proposito non posso non citare il Miracolo di Lanciano, avvenuto nell’VIII secolo, in cui l’Ostia si è trasformata nel tessuto muscolare del cuore, e il Vino in Sangue. Come è  risultato da numerose analisi scientifiche, eseguite anche dall’Organizzazione mondiale della Sanità che ha fatto quasi 500 esami, la Carne e il Sangue di Lanciano presentano caratteristiche chimiche e biologiche simili a quelle che si otterrebbero da un campione prelevato il giorno stesso da un vivente.  E, poi, che dire di quei Santi come San Nicola della Flüe o della Beata Alexandrina da Costa  che si sono nutriti solo di Eucaristia per numerosi anni senza assumere nessun altro cibo?

 

D. - I santi, pur nella loro diversità, hanno sempre centrato la loro vita sull’Eucaristia: nel libro ne sono stati segnalati alcuni in particolare?

 

R. - Si, per esempio San Francesco d’Assisi che ci ha lasciato queste bellissime parole su Gesù Eucaristia: «Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre sopra l’altare nelle mani del sacerdote».

 

D. -  Quale messaggio viene da questo libro?

 

R. - Il nostro Papa Benedetto XVI continuamente ci esorta a mettere l’Eucaristia al centro della nostra vita. Sono venti secoli che il Signore dimora in questo pianeta, si dona ogni giorno a noi, nel Santissimo Sacramento. Da venti secoli attende una nostra risposta eucaristica al Suo appello: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò (Mt 11, 28)». Ma quanta gente si rende veramente conto che Dio è realmente in mezzo a noi nell’Eucaristia come quando camminava per le strade di Nazareth? Questo libro sui Miracoli Eucaristici è un aiuto per soccorrere la nostra poca fede, per scuotere le coscienze e ravvivare il culto eucaristico.

 

D.  - Per chi è questo libro?

 

R. - Direi che il libro è indirizzato a tutti, anche ai bambini; infatti oltre alle numerose  foto che presentano i luoghi e le reliquie dei Miracoli abbiamo fatto eseguire da giovani pittori disegni per aiutare a visualizzare meglio i Prodigi. Dal libro  abbiamo inoltre tratto una Mostra sempre sui Miracoli Eucaristici che è itinerante ed è già stata ospitata in numerose parrocchie. 

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NOMINA

 

Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico in Sierra Leone monsignor George Antonysamy, arcivescovo titolare di Sulci, nunzio apostolico in Guinea, Liberia e Gambia.

 

 

REPLICA DELLA SALA STAMPA VATICANA ALLE DICHIARAZIONI DI CARLA DEL PONTE,

IN MERITO ALLA PRESUNTA PROTEZIONE FORNITA DA STRUTTURE RELIGIOSE

 A UN EX GENERALE CROATO RICERCATO DAL TRIBUNALE INTERNAZIONALE

PER I CRIMINI NELL’EX JUGOSLAVIA

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

“La Segreteria di Stato non è un organo della Santa Sede che possa collaborare istituzionalmente con i Tribunali”. Lo afferma in una nota il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Navarro Valls, in risposta alle dichiarazioni rese oggi al quotidiano britannico Daily Telegraph da Carla Del Ponte, presidente del Tribunale penale internazionale per i crimini commessi nell’ex Jugoslavia. Secondo tali dichiarazioni, il Vaticano starebbe fornendo protezione ad Ante Gotovina, un ex generale croato ricercato dal tribunale per crimini di guerra, senza voler fornire informazioni alla giustizia internazionale.

 

“Nell’incontro che l’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario per i Rapporti con gli Stati, ebbe con la sig.ra Carla Del Ponte, procuratore capo del Tribunale penale internazionale per l’ex-Jugoslavia”, spiega la nota vaticana, “l’arcivescovo Lajolo chiese per altro alla sig.ra Del Ponte di indicare con una certa precisione gli indizi in base ai quali essa riteneva che il generale Ante Gotovina fosse rifugiato in determinati edifici religiosi in Croazia, al fine di poter entrare in contatto con la competente autorità ecclesiastica; precedenti sondaggi avevano infatti dato esito negativo”. Ma alla richiesta di mons. Lajolo, conclude la nota della Sala stampa vaticana, “la sig.ra Del Ponte non ha finora corrisposto in alcun modo”.

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'Iraq: si temono attentati terroristici per il pellegrinaggio di due milioni e mezzo di sciiti a Kerbala.

 

Servizio vaticano - L'omelia del cardinale Sergio Sebastiani in occasione delle celebrazioni per l'VIII centenario dell'Abbazia marchigiana di Fiastra.

 

Servizio estero - Un articolo sull'Angola dal titolo "Lo spettro della fame su migliaia di bambini"; il PAM denuncia l'incuria internazionale.

Germania: difficili trattative politiche nell'incertezza scaturita dal voto.

 

Servizio culturale - Un articolo di Anna Bujatti dal titolo "La Bibbia nella letteratura cinese": un volume del sinologo Marian Galik.

Per l'"Osservatore libri" un articolo di Marco Testi in merito all'opera "Lettere (1920-1979)" di Piero Bargellini e Carlo Betocchi edita da Interlinea.

 

Servizio italiano - In evidenza il tema della legge elettorale.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

20 settembre 2004

 

 

“PACS”, TERRORISMO INTERNAZIONALE,  EMERGENZA AFRICA, URAGANO KATRINA:

TRA I TEMI AFFRONTATI DAL CARDINALE RUINI IN APERTURA, IERI,

DELLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CEI

 

I “Pacs” e le altre proposte di legge modellate sull’istituto del matrimonio prefigurano “qualcosa di cui non vi è alcun reale bisogno, che produrrebbe al contrario un oscuramento della natura e del valore della famiglia e un gravissimo danno al popolo italiano”. Sono le parole del presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Camillo Ruini, pronunciate ieri in apertura della riunione del Consiglio Permanente della CEI, a Roma. Tra gli altri argomenti toccati, il terrorismo internazionale, l’emergenza Africa e l’Uragano Katrina. Il servizio è di Paolo Ondarza:

 

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Un grave danno all’Italia: questo potrebbero provocare secondo il cardinale Ruini le varie proposte di riconoscimento giuridico delle unioni di fatto. Il presidente della CEI conferma l’impegno dei vescovi italiani a non schierarsi politicamente e richiama l’attenzione all’insegnamento sociale della Chiesa, che non riguarda “interessi cattolici”, ma il bene dell’uomo. Il porporato definisce i Pacs contrari alla costituzione italiana e a tal proposito ricorda le parole di Benedetto XVI: “le varie forme di dissoluzione del matrimonio, come lo pseudo matrimonio tra persone dello stesso sesso, sono espressioni di una libertà anarchica che si fa passare a torto per vera liberazione dell’uomo”. 

 

“La prima e vera preoccupazione dei legislatori” italiani – spiega il presidente della CEI – dovrebbe essere il sostegno alla famiglia legittima oggi minacciata da una gravissima e persistente crisi della natalità che “provocherà in futuro ingenti danni sociali”. La protezione giuridica delle unioni di fatto invece, aggiunge Ruini, deve seguire la “strada del diritto comune” senza configurare qualcosa di simile al matrimonio, e “rimanendo invece nell'ambito dei diritti e doveri delle persone”. Il porporato loda la saggezza del popolo italiano emersa dalla massiccia astensione ai referendum sulla fecondazione assistita, e invita a non disperdere il patrimonio di energie che si è catalizzato attorno al comitato Scienza e Vita.

 

In merito alle questioni interne definisce un abuso la pubblicazione sugli organi di stampa delle intercettazioni disposte dall’autorità e invita a trovare un “qualche livello di intesa” in tema di riforma della giustizia. Mentre, guardando allo scenario internazionale il cardinale Ruini indica nel terrorismo”: una “minaccia, che non può avere giustificazioni” e che occorre fronteggiare nella “maniera più efficace e solidale, senza commettere l’errore di riconoscere ai terroristi il titolo, infondato, di rappresentanti del mondo islamico” e continuare a perseguire un’integrazione pacifica degli immigrati islamici. La possibilità di superare il terrorismo – spiega il cardinale Ruini – è collegata all’evolversi della situazione in Medio Oriente.

 

A questo proposito il porporato ricorda la violenza senza fine in Iraq e il difficile, ma necessario, “coinvolgimento democratico della popolazione”. Il presidente della Cei guarda con favore allo sgombero di Israele dalla Striscia di Gaza, ma critica “le prime reazioni in campo palestinese, con il triste spettacolo dell'incendio delle sinagoghe. Parole per le ripetute catastrofi naturali degli ultimi mesi come l’Uragano Katrina negli Stati Uniti: tragica conferma della necessità di aumentare le risorse per la prevenzione delle catastrofi e per la tutela dell’ambiente. Grande attenzione inoltre da parte del cardinale Ruini alla drammatica situazione del continente africano che “continua a interpellare la coscienza dell’umanità”.

 

Il presidente della CEI guarda con preoccupazione alla pesante battuta d’arresto del cammino dell’Unione Europea con l’esito negativo del referendum sul Trattato Costituzionale in Francia e in Olanda, mentre plaude alla svolta storica in Irlanda dopo la rinuncia da parte dell’Ira alla lotta armata: “Chiediamo al Signore – ha detto il porporato – che anche gli “Unionisti” scelgano presto e risolutamente la medesima strada”.  Infine un omaggio alle figure di Frère Roger,  “grande apostolo dell’unione tra i cristiani” e  Giovanni Paolo II che – spiega il cardinale Ruini – continua ad accompagnare e sostenere  il cammino della Chiesa e del nuovo Pontefice”.

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INFLUENZA AVIARIA: L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITA’

METTE IN GUARDIA SU UNA POSSIBILE PANDEMIA.

UN NUOVO CASO DI INFEZIONE UMANA IN VIETNAM.

- Con noi il prof. Giuseppe Ippolito -

 

L'Organizzazione mondiale della Sanità ha esortato i Paesi membri a non farsi trovare impreparati di fronte alla minaccia “evidente” di una pandemia di influenza aviaria. La patologia fino a questo momento ha interessato 11 Paesi, con 112 persone infettate e 57 morti dal 2003. Il virus, però, non ha ancora sviluppato la capacità di diffondersi da uomo a uomo, ma – secondo gli esperti – “resta imprevedibile, instabile ed estremamente versatile”. Intanto solo oggi è stato confermato un nuovo caso di influenza aviaria nell’uomo in Vietnam. La vittima, un allevatore di 35 anni, ha manifestato i sintomi a metà luglio e dopo due settimane è morto. Ma c’è un rischio concreto per l’Europa? Salvatore Sabatino lo ha chiesto al prof. Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”, di Roma:

 

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R. – C’è un rischio per il pianeta, che possa verificarsi una pandemia di influenza aviaria: è un rischio che noi ci aspettiamo da molti anni e che è diventato concreto quando, negli ultimi anni, si sono verificati casi mortali tra gli esseri umani. Ma al momento attuale, non c’è nessuna pandemia.

 

D. – Come si stanno organizzando i diversi Paesi? C’è una differenza, ad esempio, tra Germania, Italia o Stati Uniti?

 

R. – La guida di tutti questi interventi è il piano pandemico che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha suggerito a tutti i Paesi di fare, e in Italia c’è un piano pandemico da oltre tre anni. Il piano è stato aggiornato sulla base delle indicazioni che proprio quest’anno l’Organizzazione mondiale della Sanità ha dato a tutti gli Stati membri, quindi non solo all’Italia e alla Germania e agli Stati Uniti, per adeguarlo a questa nuova minaccia.

 

D. – Si fa un gran parlare, soprattutto in questi giorni, del vaccino antinfluenzale: è comunque necessario anche per combattere questa possibile pandemia?

 

R. – Sicuramente è importante proteggere la popolazione dai virus influenzali che conosciamo per limitare i problemi di inquadramento nel caso in cui dovesse esserci una circolazione di un virus pandemico.

 

D. – Professore, si è fatto anche un parallelo tra quello che potrebbe succedere e quello che avvenne agli inizi del Novecento con la “Spagnola”, quando morirono milioni di persone. Ci può rassicurare, in qualche modo?

 

R. – Intanto, bisogna dire che i numeri vanno letti e interpretati. Quando i numeri vanno dati ai media, come è successo qualche giorno fa, con stime di morti senza una base scientifica, diventano un problema. Mi spiego meglio: il numero di morti è una proiezione peggiore di ciò che effettivamente si può verificare. Vanno, dunque, commentati con gli esperti”.

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MORTO A VIENNA, A 96 ANNI, SIMON WIESENTHAL, PIU’ NOTO COME

“IL CACCIATORE DI NAZISTI”. IN 60 ANNI DI INDAGINI, HA PERMESSO LA CATTURA

DI OLTRE 1.100 CRIMINALI DI GUERRA DEL TERZO REICH

- Intervista con il prof. Pietro Scoppola -

 

Deportato in 13 campi di concentramento, fuggiasco, ripreso, torturato e infine liberato dagli Alleati nel 1945. Simon Wisenthal, ebreo polacco, ha solo 33 anni quando l’orrore dell’Olocausto finisce per cambiargli per sempre l’esistenza. Una lunga vita, la sua, spentasi questa mattina a Vienna all’età di 96 anni, 60 dei quali dedicati a indagini minuziose che hanno permesso di assicurare alla giustizia più di 1.100 criminali di guerra del Terzo Reich. Wiesenthal è passato alla storia con l’appellativo di “cacciatore di nazisti”, scoperti grazie al lavoro di intelligence del suo “Centro ebraico di documentazione storica”, aperto a Linz nel 1947. Creato allo scopo di rintracciare i responsabili della Shoah scampati alla giustizia, il Centro ha visto il suo fondatore sempre in prima linea fino al 2003, quando l’ex architetto annunciò di aver esaurito il compito che si era prefissato. Sul significato dell’opera di Wiesenthal in rapporto alla storia dello Stato d’Israele, ecco l’opinione dello storico Pietro Scoppola, intervistato da Alessandro De Carolis:

 

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R. – Lo Stato d’Israele ha sentito in qualche modo la responsabilità di perseguire i responsabili di questo orrore rappresentato della Shoah, nonostante il contesto della Guerra fredda nel quale si sviluppò questo bisogno di fare giustizia. Non possiamo dimenticare, da un punto di vista storico, che il clima della Guerra fredda ha in qualche misura rappresentato un freno al perseguimento delle responsabilità degli autori dello sterminio degli ebrei, perché ha creato un altro fronte, problematico, che ha visto la Germania coinvolta come alleata. Si pensi all’episodio famoso dell’armadio di Palazzo Cesi, rivolto contro il muro, dove al suo interno erano custoditi i documenti relativi alle ricerche fatte dalle Procure della Repubblica italiana sulle stragi naziste: indagini sospese quando, dopo il riarmo della Germania, il Paese è entrato a far parte dello schieramento occidentale post-bellico. Israele, naturalmente, non è entrato in questa logica. E la figura di Wiesenthal rappresenta un po’ il simbolo di questo ruolo che lo Stato d’Israele ha svolto.

 

D. – Per Wiesenthal, la caccia ai nazisti, cui consacrò l’esistenza, fu animata – come recita il titolo di in suo libro – dal desiderio di “giustizia, non vendetta”. Sessant’anni dopo, quella giustizia di cui Wiesenthal è stato strumento e simbolo come viene percepita in Israele e in Occidente?

 

R. – Direi che oggi c’è il consenso pieno sulla necessità di andare fino in fondo e di conservare la memoria. Sono reduce da un viaggio a Gerusalemme, molto bello, durante il quale ho potuto visitare l’impressionante memoriale dell’Olocausto, lo Yad Vashem, in cui sono documentati gli orrori compiuti contro gli ebrei. C’è, in particolare, il museo dedicato ai bambini morti nei campi di sterminio, che sono circa un milione e mezzo, una cosa spaventosa. Ecco, è giusto che questo ricordo venga mantenuto in tutta la sua drammaticità.

 

D. – Anche Benedetto XVI, nella sua recente visita alla Sinagoga di Colonia, ha avuto parole importanti proprio in relazione alla Shoah ...

 

R. – L’ha detto esplicitamente e in maniera altissima: la Shoah non è uno dei tanti episodi di violenza, di barbarie, di cui purtroppo è piena la storia umana, ma rimane come un punto di riferimento per guardare al futuro. Addirittura, il Papa ha parlato della Shoah che deve entrare nella catechesi della Chiesa cattolica, ovvero che la Chiesa cattolica si assuma il compito di mantenere viva la memoria di questo fatto che domina la storia del XX secolo, perché sia segno di orientamento, soprattutto sul grande valore della dignità dell’uomo che non può essere calpestata. Quindi, mi pare che in qualche modo la morte di Wiesenthal chiuda un ciclo. Chiudere un ciclo non significa però “dimenticare”, al contrario: significa piuttosto aprire la stagione di una “memoria condivisa”, che comporta il rifiuto radicale di quelle tendenze negazioniste che si sono manifestate in certa – io definirei – pseudo-storiografia di alcuni Paesi dell’Occidente, che tende a ridimensionare la Shoah o addirittura a negarne la sostanza stessa.

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SI CHIUDONO IL PROSSIMO 22 SETTEMBRE LE ISCRIZIONI PER IL

 IV CONCORSO VOCALE INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA,

CHE SI TERRA’ A ROMA DAL 4 ALL’8 OTTOBRE

- Intervista con Daniela de Marco -

 

Si chiudono il prossimo 22 settembre le iscrizioni per il IV Concorso Vocale Internazionale di Musica Sacra, promosso dall’Accademia Culturale Europea in collaborazione con la Confederazione delle Confraternite–Diocesi d’Italia, che avrà luogo a Roma dal 4 all’8 ottobre prossimo. Sono attesi oltre 100 artisti di 35 nazioni, che si esibiranno di fronte ad una Prestigiosa e competente giuria, composta da direttori artistici e agenti lirici. La prova finale, in forma di concerto pubblico, si terrà presso l’Aula Magna dell’Università La Sapienza. Il Concorso vocale sacro costituisce, nel suo genere, una selezione unica al mondo, come spiega, al microfono di A.V., la sua ideatrice, la pianista Daniela de Marco:

 

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R. – Mi sono resa conto che la musica sacra veniva intesa come una pala d’altare del ‘600, non più calata nella realtà quotidiana. Le abbiamo dato la dicitura di “vocale”, proprio per porre l’accento sul repertorio solistico di musica sacra, che per la maggior parte è stato scritto dai grandi compositori del passato, ma nella vocalità liturgica e nella vocalità contemporanea viene eseguito anche da cantanti che non hanno prettamente una formazione lirica. Uno dei principali scopi del concorso è proprio quello di aiutare a divulgare e a diffondere tutto l’enorme repertorio di musica sacra. Per cui, nel corso delle precedenti edizioni, c’è stato chi ha portato Claudio Monteverdi, chi ha portato brani di canto gregoriano, di musica contemporanea. Per la maggior parte hanno eseguito brani di grandissimi compositori, primi fra tutti Mozart, Bach e Händel.

 

(musica)

 

D. – Musica sacra, non solo musica cattolica o, comunque, di ispirazione cristiana, ci sono state proposte di musica di altre confessioni religiose?

 

R. – Sì, nelle scorse edizioni abbiamo avuto cantanti che hanno portato canti delle Chiese orientali, canti della Chiesa coreana. Crediamo soprattutto nel fatto che ci debba essere una musica di spiritualità. E noi accettiamo anche l’enorme repertorio degli oratori che sono praticamente delle opere tratte, come libretto, da brani della Bibbia.

 

D. – Ritiene che questo concorso aiuti anche a rinnovare il repertorio della musica sacra vocale?

 

R. – Sì, abbiamo avuto casi frequenti di esecuzioni anche in prima assoluta per l’Italia.

 

D. – Il cantante di musica sacra deve essere uno specialista di questo genere? E quanto conta anche avere una fede personale?

 

R. – La fede personale conta moltissimo. Devo dire che sempre fa meglio questo concorso chi dimentica che sta partecipando ad un concorso.

 

D. – Esiste una specializzazione proprio nel canto sacro?

 

R. – Purtroppo no. La musica sacra ultimamente si è dedicata esclusivamente alla formazione di cori che, peraltro, sono molto importanti, anche come un momento di aggregazione della comunità parrocchiale e della comunità religiosa. Ma non esiste in Italia una cattedra dedicata al canto solistico di musica sacra.

 

(musica)   

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CHIESA E SOCIETA’

20 settembre 2005

 
 

LA CONFERENZA EPISCOPALE TEDESCA RICONFERMA IL CARDINALE KARL LEHMANN

ALLA PRESIDENZA. LA RIELEZIONE NEL CORSO DELL’ASSEMBLEA AUTUNNALE

 DEI VESCOVI TEDESCHI

 

FULDA. = Il cardinale Karl Lehmann è stato riconfermato per altri sei anni alla presidenza della Conferenza episcopale tedesca. Si tratta del quarto mandato per il sessantanovenne vescovo di Magonza che dal 1987 guida dei vescovi tedeschi. L’elezione nel corso dell'assemblea autunnale della Conferenza episcopale a Fulda. “Io non ho nessun problema a continuare nel mio incarico come fatto finora”, ha detto Lehmann. Alla vicepresidenza della Conferenza episcopale tedesca è stato confermato il vescovo di Aquisgrana Heinrich Mussinghof, 64 anni. Prosegue il suo incarico anche il segretario Hans Langendoerfer, 53 anni. (T.C.)

 

 

L’ONU DENUNCIA ABUSI IN SUD AFRICA NELLA CARCERAZIONE PREVENTIVA.

IL GRUPPO DI LAVORO SULLE DETENZIONI ARBITRARIE: MISURE AL DI FUORI

DELLE GARANZIE INTERNAZIONALI

 

PRETORIA. = L’ONU esprime preoccupazioni sulle carcerazioni preventive in Sud Africa. Le osservazioni giungono dal gruppo di lavoro sulle detenzioni arbitrarie che fa parte della Commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite. Attraverso la presidente Leila Zerrougui, l’organismo - riferisce l’agenzia Misna - ha fatto sapere che le strutture relative alle detenzioni preventive “non rientrano nelle garanzie fissate a livello internazionale” e che i prigionieri in attesa di giudizio sono trattati spesso in modo peggiore di quelli già condannati. Rara anche la concessione, da parte dei magistrati, della libertà su cauzione per reati minori”. Gli esperti inoltre hanno manifestato perplessità per i giovani reclusi in posti di polizia o in carceri di massima sicurezza in attesa di giudizio. In Sud Africa i giudici non sono obbligati ad includere nel calcolo degli anni di condanna anche il periodo antecedente il processo. Preoccupazione è stata espressa anche per l’alto numero di decessi in carcere. Secondo il gruppo dell’Onu, il Sud Africa detiene il triste record del maggior numero di detenzioni del continente africano (il quinto o sesto nel mondo) e i tribunali impongono spesso sentenze dure e lunghe. (T.C.)

 

 

IL PREMIO FREINADEMETZ 2005 ALL’ARCIVESCOVO

CLAUDIO MARIA CELLI PER AVER CONTRIBUITO AL MIGLIORAMENTO DELLE RELAZIONI TRA CINA E SANTA SEDE

 

ROMA. = Il premio Freinademetz 2005, che prende il nome dal missionario verbita Josef Freinademetz canonizzato nel 2003, viene conferito questo pomeriggio a Roma all’arcivescovo Claudio Maria Celli, segretario dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. La cerimonia al Collegio del Verbo Divino dove Anthony Lam Sui-ki, dell’Holy Spirit Study Centre di Hong Kong, parlerà dell’importanza della gerarchia cattolica cinese per l’evangelizzazione in Cina oggi. Il riconoscimento, attribuito dalle Missionarie del Verbo Divino insieme alle Sorelle Missionarie dello Spirito Santo, viene assegnato a quanti si distinguono particolarmente per aver contribuito ad una migliore comprensione tra culture e popoli della Cina e dell’Europa. Il premio a mons. Celli viene consegnato per il suo impegno in favore delle relazioni tra Cina e Santa Sede. (T.C.)

 

 

450 MILIONI DI DOLLARI PER LE AREE DEL SUD EST ASIATICO COLPITE

DALLO TSUNAMI DEL DICEMBRE SCORSO. LI HA RACCOLTI LA CARITAS INTERNAZIONALE CHE OGGI A ROMA DISCUTE LE STRATEGIE DEGLI AIUTI

 

ROMA. = La Caritas Internazionale ha raccolto 450 milioni di dollari per le popolazioni delle aree colpite dallo tsunami, nel sud est asiatico. Per discutere dei vari obiettivi raggiunti dalle agenzie dell’organismo pastorale della Cei, che da tutto il mondo hanno contribuito all’operazione di emergenza messa in piedi in seguito alla sciagura, i membri dell’organizzazione provenienti dai Paesi maggiormente colpiti dal maremoto si ritroveranno a Roma oggi e domani. Lo scopo: discutere una strategia mirata al rafforzamento delle attività in corso per ricostruire case e comunità. In un comunicato distribuito da Caritas Internationalis (CI), nella cui sede avrà luogo il meeting, si legge che insieme a rappresentanti dell’India, Indonesia, Sri Lanka e Tailandia parteciperanno all’incontro le agenzie donatrici di Europa, America ed Asia. I due giorni - riferisce l’agenzia Zenit - serviranno anche a focalizzare l’attenzione sui metodi efficaci per continuare a costruire case e infrastrutture a prova di terremoto, creare posti di lavori e fornire assistenza sociale. Si discuterà anche dell’acquisto di terreni per edificare nuove abitazioni e dei progetti per il primo anniversario della tragedia. La Caritas Internationalis raduna 162 organizzazioni cattoliche di assistenza, sviluppo e servizio sociale ed è presente in più di 200 Paesi e territori. (T.C.)

 

 

MILANO: NELL’AMBITO DEL Prix Italia, L’INCONTRO

della comunità radiotelevisiva italofona, nei suoi 20 anni dalla fondazione

- A cura di Marco Cardinali -

 

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MILANO. = La comunità raccoglie enti radiotelevisivi internazionali che al loro interno hanno trasmissioni in lingua italiana, con lo scopo di valorizzare l’italiano come lingua e i valori culturali che ne derivano. Nella conferenza stampa è stato presentato “Noi e gli altri” edito da Rai ERI. Il volume raccoglie gli atti del convegno organizzato dalla comunità italofona lo scorso anno a Como, che ha avuto come tema “Lingua italiana e minoranze, quale ruolo per i media?”. Il libro raccoglie vari e autorevoli interventi di studiosi ed esperti nel campo, fra i quali il padre Federico Lombardi, direttore dei Programmi della Radio Vaticana. Nel corso della riunione si sono lanciate le future tematiche da affrontare nell’ambito dell’italofonia. Fra i progetti più importanti vi è una serie di trasmissioni della Radio Vaticana, in collaborazione con la Radio televisiva svizzera di lingua italiana - entrambi membri fondatori della comunità italofona – che avranno per oggetto minoranze cristiano-cattoliche nel mondo. Prevista la partecipazione di testimoni esperti che parlano italiano in varie parti del globo. Un ulteriore passo di riflessione, dunque, su temi importanti attraverso la lingua italiana, in un mondo sempre più complesso e globalizzato, ma sempre più bisognoso di unità e collaborazione.

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LE RELIGIONI E LO SPORT. A TORINO DA DOMANI UN CONVEGNO SUI RAPPORTI

TRA ANIMA E CORPO SECONDO LA VISIONE DI DIVERSE CONFESSIONI RELIGIOSE

 

TORINO. = Un convegno per conoscere i vari punti di vista delle diverse religioni e culture sullo sport. “Le Religioni e lo sport: visioni del corpo e prassi sportiva”, questo il tema dell’incontro che ha inizio a Torino domani. Promotori dell’evento il Comitato per l’Organizzazione dei XX Giochi Olimpici Invernali (Toroc) e il Comitato Interfedi di Torino 2006 che intendono offrire ad esponenti religiosi e laici un’opportunità per esprimere il loro parere sul binomio corpo – anima. L’apertura dei lavori è affidata al presidente del Toroc Valentino Castellani; seguiranno i dibattiti presieduti da rappresentanti di diverse confessioni religiose. Ad esporre il pensiero cattolico sarà Sergio Ubbiali, docente della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. L’evento si concluderà giovedì con una tavola rotonda dedicata all’argomento “Le Olimpiadi e le religioni”. (R.R.)

 

 

GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO: ANCHE LA SANTA SEDE PARTECIPA ALL’INIZIATIVA PREVISTA IL 25 SETTEMBRE.

INGRESSO GRATUITO AI MUSEI VATICANI E ALLE CATACOMBE

ROMA. = La Santa Sede parteciperà anche quest'anno alla celebrazione delle “Giornate Europee del Patrimonio”. La manifestazione, promossa dal Consiglio d'Europa e cui hanno aderito fino ad ora oltre 40 Paesi del continente, si svolgerà domenica e avrà come tema “Memoria e identità. La Traditio Ecclesiae nel dialogo interculturale”. All'elaborazione del programma hanno collaborato la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, i Musei Vaticani, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. Il programma prevede l’accesso gratuito ai Musei Vaticani, dove è stata allestita la mostra “Il Sarcofago dei due Testamenti o dogmatico. La fede nascente della Chiesa tramandata in immagini”, a tutte le catacombe di Roma normalmente aperte al pubblico. Alle catacombe di San Callisto sarà inaugurata la mostra didattica “La Traditio Ecclesiae nel dialogo interculturale: riflessioni sull'arte delle catacombe” che resterà aperta fino al 31 ottobre. (T.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

20 settembre 2005

                  

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

All’indomani del primo accordo sul disarmo nucleare della Corea del Nord, Pyongyang ha fatto una parziale marcia indietro. Il ministero degli Esteri nordcoreano, in una nota diffusa stamattina, ha affermato che la rinuncia del suo Paese alle armi nucleari è subordinata alla fornitura di un reattore nucleare ad acqua leggera da parte degli Stati Uniti. Dal canto suo, la Cina ha minimizzato l’importanza delle nuove dichiarazioni del governo nordcoreano. Ma come valutare questo “dietro front” di Pyongyang? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Raffaela Scaglietta, corrispondente Ansa da Tokyo:

 

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R. – Purtroppo era prevedibile, nel senso che la Corea del Nord spesso si comporta in questo modo, anche perché vuole mostrare al mondo intero di avere un certo aspetto, una  certa facciata del suo regime. Tra l’altro, anche esperti della Corea del Nord avevano già preannunciato che queste trattative, che si sono concluse ieri, non sarebbero comunque state delle trattative conclusive ma forse solo un punto di partenza per avviare altri negoziati.

 

D. – Quali saranno invece i prossimi passi che farà la Corea del Nord, arrivati a questo punto?

 

R. – Bè, senza dubbio questa dichiarazione è – secondo me – intenzionale, proprio per entrare in un dialogo privilegiato con gli Stati Uniti, una sorta di formalizzazione, forse, dei rapporti tra i due Paesi.

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Intanto, mentre prosegue il braccio di ferro sul nucleare nord coreano, Tokyo e Pyongyang hanno annunciato oggi che riprenderanno presto i colloqui bilaterali interrotti alla fine dello  scorso anno. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri giapponese, Nobutaka Machimura, nel corso di una conferenza stampa.

        

In primo piano anche il nucleare di Teheran. La Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei ha affermato oggi che “l'Iran non capitolerà di fronte alle pressioni e alle minacce” esterne. Khamenei si riferisce in particolare ai Paesi europei e agli Stati Uniti, che stanno considerando l’ipotesi di inviare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU un rapporto sul nucleare iraniano. Dal canto suo, il  ministro israeliano degli Esteri, Silvan Shalom,  ha dichiarato ieri a New York che l'Iran avrà la capacità necessaria a produrre ordigni nucleari entro 6 mesi.

 

Il Parlamento ucraino ha respinto la nomina a primo ministro di Iuri Yekhanurov, indicato come candidato alla guida dell'esecutivo dal presidente Viktor Yushenko. Il moderato Yekhanurov, secondo l'agenzia russa Interfax, ha ottenuto 223 voti a favore, appena tre in meno della maggioranza assoluta richiesta. Yekhanurov, presidente della regione orientale di Dniepropetrovsk, era stato nominato premier “in pectore” da Yushensko, dopo che il presidente, l'8 settembre scorso, aveva rimosso dalla carica di premier Yulia Tymoshenko e tutti i ministri del governo, in seguito a uno scandalo legato alla corruzione.

 

Luci ed ombre dalle elezioni in Afghanistan: il 50 per cento degli afghani chiamati alle urne ha votato. Ora il rischio nel Paese asiatico sembra essere quello delle infiltrazioni antidemocratiche, cioè talebani e signori della guerra che tentano di riciclarsi nella nuova leadership. Ce ne parla Alberto Negri, inviato del Sole 24 Ore a Kabul, intervistato da Giada Aquilino:

 

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R. – Queste elezioni, in qualche modo, hanno trasformato i lupi in agnelli, nel senso che tra le 6 mila candidature, che sono state presentate per le elezioni parlamentari con sedi provinciali, c’è una lunga lista di signori della guerra, di ministri talebani, come Gulbuddin che era il capo della polizia religiosa e che comandava 30 mila fanatici per frustrare e lapidare gli afghani che violavano la legge islamica. Ce ne sono molti. Molti altri ancora hanno a che fare con i massacri di un tempo, ma anche con i crimini di oggi, come per esempio il narcotraffico. Ma forse era proprio questo che voleva il presidente Karzai, voleva cioè in qualche modo un anticipo dell’amnistia generale che ha promesso.

 

D. – Ma allora che Parlamento sarà quello di Kabul?

 

R. – Sarà un Parlamento estremamente frammentato in cui, forse, potrebbe prendere la maggioranza un blocco di candidature di gruppi. L’opposizione è rappresentata oggi dai tagiki guidati da Yunus Kanuni, il candidato che lo scorso anno, nel 2004, arrivò secondo dietro Karzai alla presidenziali. Si tratta, comunque, di un Parlamento che rappresenta un passo avanti per un Paese che esce da un quarto di secolo di conflitto.

 

D. – Al Qaeda ha parlato di elezioni farsa in Afghanistan. C’è da attendersi ancora un’ondata di violenza, magari ora che le schede stanno confluendo su Kabul e che è iniziato lo spoglio?

 

R. – Direi che non si è trattato assolutamente di elezioni farsa. C’è da parte di Al Qaeda anche un po’ la rabbia, così come da parte dei talebani, di coloro che non sono riusciti a bloccare queste elezioni. Il voto non è stato soltanto un voto della paura, ma è stato anche il voto di molta gente che, seppur nella difficoltà di individuare i candidati – ricordiamo che l’80 per cento della popolazione è analfabeta – ha comunque espresso la sua opinione.

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Dovevano servire a fare chiarezza e invece hanno solo aumentato la confusione: dopo le elezioni, in Germania la situazione è imprevedibile. Il  quadro adesso è aperto a ogni sperimentazione: fonti della Spd hanno reso noto che il leader dei cristiano-democratici, Angela Merkel, e quello del partito socialdemocratico, Franz Muentefering, si incontreranno giovedì per un primo colloquio volto a sondare le possibilità di dare vita a una grande coalizione fra i due maggiori partiti tedeschi.

 

Quattro guardie di sicurezza americane sono state uccise oggi in un attentato suicida contro un convoglio diplomatico a Mossul, nel nord dell'Iraq. Ma la situazione, ieri, è diventata incandescente anche nel sud del Paese, a Bassora, dove si è verificato uno scontro tra polizia locale e soldati britannici. Il nostro servizio:

 

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E’ ancora poco chiara la dinamica degli eventi, che ieri ha portato all’arresto e poi alla liberazione di due soldati britannici a Bassora. Le truppe dislocate nel sud dell'Iraq hanno liberato i militari da una prigione della città sciita del sud: erano stati incarcerati per aver sparato contro una pattuglia della polizia irachena, durante una missione esplorativa. Secondo i ministeri dell'Interno e della Difesa iracheni, i militari britannici hanno compiuto una vera e propria operazione di guerra, usando almeno sei blindati per sfondare il muro e portar via i loro uomini. A Londra il ministro della Difesa, John Reid, aveva affermato in serata che i due soldati erano “stati rilasciati” dopo trattative. Stamani, invece, fonti della Difesa britannica hanno confermato l’uso della forza nell’operazione. I soldati - è la tesi di Londra - sarebbero stati consegnati alla guerriglia e per questo il comando avrebbe deciso di dare il via all’operazione. Intanto, mentre le forze americane contano oggi quattro nuovi caduti in un attacco a Mossul, uno scandalo finanziario coinvolge l’ex governo provvisorio di Baghdad. Le autorità irachene sono in procinto di emettere un mandato di arresto nei confronti dell’ex ministro della Difesa del governo Allawi. Uno scandalo di corruzione che sarebbe costato alle casse dello Stato oltre 1 miliardo di dollari. 

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In un video, mandato in onda ieri sera dalla tv satellitare del Qatar, Al Jazeera, il numero due di Al Qaeda, l’egiziano Ayman El Zawahri,  ha affermato che gli attacchi di Londra dello scorso 7 luglio sono stati organizzati dalla rete terroristica per colpire “l'arroganza sionista e britannica”.

 

La polizia croata ha reso noto poco fa che l’autore dell'attentato compiuto ieri contro l’ambasciata britannica a Zagabria è un impiegato croato della missione diplomatica, Damir Rovisan, rimasto ferito nell’esplosione.

 

E’ riesplosa la guerra tra due bande di giovani che in Guatemala si combattono anche in prigione: un commando della banda “Mara Salvatrucha” – informa la BBC on line – ha assaltato la scorsa notte la prigione di Guatemala city e ha massacrato 12 membri della banda avversaria detenuti nel penitenziario. Altri dieci sono stati feriti gravemente.

 

A Tashkent, in Uzbekistan, si è aperto oggi il processo contro quindici uomini che secondo l'accusa hanno avuto un ruolo di primo piano nell'insurrezione dello scorso 13 maggio nella città di Andijan, repressa nel sangue dal regime dell'autoritario presidente Islam Karimov.

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