RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 262 - Testo della trasmissione di lunedì 19 settembre 2005

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

I vescovi sappiano essere Maestri della fede e siano sempre vicini ai sacerdoti e ai catechisti delle proprie diocesi: così, Benedetto XVI a oltre 100 vescovi nominati nell’ultimo anno, ricevuti in udienza a Castel Gandolfo, a 5 mesi dalla sua elezione al Soglio pontificio

 

Il Papa rilancia la Lectio Divina: il commento di Mario Masini

 

Pubblicato il numero di aprile degli Acta Apostolicae Sedis che contiene il resoconto degli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La Germania in cerca di una maggioranza dopo le elezioni che hanno dato ai cristiano-democratici della Merkel solo tre seggi in più dei socialdemocratici di Schroeder: intervista con Luigi Geninazzi e Gian Enrico Rusconi

 

CHIESA E SOCIETA’:

Si ripete, nel giorno in cui si ricorda il XVII centenario del martirio di San Gennaro, il miracolo della liquefazione del sangue del Patrono di Napoli

 

Da oggi, a Fulda, l’Assemblea plenaria d’autunno della Conferenza episcopale tedesca

 

Brasile: distrutta una missione delle Suore della Consolata nello Stato di Roraima

 

Primo giorno di scuola oggi in Burundi all’insegna dell’inclusione sociale e della pace

 

Da oggi al 25 settembre a Roma il primo Congresso mondiale degli Oblati Benedettini

 

24 ORE NEL MONDO:

Giornalista iracheno che lavorava da due anni per il New York Times, rapito e ucciso nei pressi di Bassora

 

Accordo a Pechino: la Corea del Nord disposta ad abbandonare i suoi programmi nucleari

 

Poco sopra al 50% l’affluenza alle urne ieri in Afghanistan: 6 milioni di cittadini hanno sfidato la minaccia dei talebani, nelle prime votazioni in 36 anni

 

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

19 settembre 2005

 

I VESCOVI SAPPIANO ESSERE MAESTRI DELLA FEDE: COSÌ, IL PONTEFICE

 NEL SUO DISCORSO A 112 PRESULI NOMINATI NELL’ULTIMO ANNO, RICEVUTI OGGI

IN UDIENZA A CASTEL GANDOLFO. UN INCONTRO AVVENUTO

IN UN CLIMA PARTICOLARMENTE CORDIALE, NEL QUINTO MESE DALL’ELEZIONE

 DI BENEDETTO XVI ALLA CATTEDRA DI PIETRO

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

         I vescovi sappiano essere Maestri della fede e siano sempre vicini ai sacerdoti e ai catechisti della proprie diocesi: così, Benedetto XVI nel suo discorso a 112 presuli nominati nell’ultimo anno, quattro dei quali di rito orientale, ricevuti in udienza nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. I nuovi presuli - accompagnati dal cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi - hanno partecipato in questi giorni ad un convegno di studio per riflettere sulle sfide e i problemi che li attendono all’inizio del loro ministero. L’incontro tra il Santo Padre e i nuovi vescovi si è svolto in un clima particolarmente cordiale, nel giorno in cui Benedetto XVI ha ricordato il quinto mese dalla sua elezione alla Cattedra di Pietro. Nell’Anno dell’Eucaristia, il Papa ha ribadito la centralità del Sacramento eucaristico, “forza ispiratrice del ministero pastorale”. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

**********

Siate Maestri della fede: è la viva esortazione di Benedetto XVI ai 112 nuovi presuli ricevuti all’inizio del loro ministero episcopale. “L’annuncio del Vangelo – ha sottolineato – è all’origine della Chiesa e del suo sviluppo nel mondo, come anche della crescita nella fede dei fedeli”. Gli Apostoli, ha aggiunto, “ebbero piena consapevolezza dell’importanza primaria di questo loro servizio”:

 

“Come Successori degli Apostoli, cari Confratelli, siete doctores fidei, dottori autentici che annunziano al popolo, con la stessa autorità di Cristo, la fede da credere e da vivere. Ai fedeli affidati alle vostre cure pastorali dovete far riscoprire la gioia della fede, la gioia di essere amati personalmente da Dio, che ha dato il suo Figlio Gesù per la nostra salvezza”.

 

Ha così ribadito che credere consiste “soprattutto nell’affidarsi a Dio che ci conosce e ci ama personalmente e accogliere la verità che ha rivelato in Cristo”.

 

Nonostante le nostre debolezze e i nostri peccati, Egli ci ama e questo suo amore da’ senso alla vita nostra e a quella del mondo.

 

Tale incontro con il Signore, ha proseguito Benedetto XVI, “è possibile solo se l’uomo è capace di aprire il suo cuore a Dio, che parla nella profondità della coscienza”. Un cammino che “esige interiorità, silenzio, vigilanza”. Di qui la necessità di predisporre opportune iniziative per riscoprire “il primato della vita spirituale”. “Il tempo usato, applicato per la vita interiore, per la preghiera, per l’incontro con il Signore – ha aggiunto a braccio – non è mai tempo perduto”.

 

L’udienza si è svolta in un clima molto cordiale. Facendo riferimento alle giornate di studio che hanno impegnato i nuovi vescovi, Benedetto XVI ha voluto fare una battuta scherzosa, accolta con fragorosi applausi:

 

Purtroppo non esiste ancora un ‘corso’ per il nuovo Papa, perché io lo sono anche da solo cinque mesi e cerco di imparare con l’aiuto di tutti i vescovi e dei collaboratori in Curia, il mio mestiere!

 

D’altro canto, il Papa non ha mancato di incoraggiare i nuovi vescovi ricordando le parole di San Paolo ai Filippesi: tutto posso in Colui che mi dà la forza. Quindi, ha ricordato quanto affermato dalla Lumen gentium sulla presenza di Cristo nella persona e nell’azione ministeriale del vescovo:

 

“Ciascuno di voi, cari Fratelli, deve essere certo che nello svolgimento del ministero non è mai solo, perché il Signore gli è vicino con la sua grazia e la sua presenza”.

 

In questo Anno dell’Eucaristia, che volge al termine, Benedetto XVI ha chiesto ai vescovi di adoperarsi affinché questo anno speciale “lasci nel cuore dei fedeli il desiderio di radicare sempre più tutta la loro vita nell’Eucaristia”:

 

“Sia l’Eucaristia, anche per voi, la forza ispiratrice del vostro ministero pastorale. Lo stesso modo di celebrare la Messa da parte del Vescovo nutre la fede e la devozione dei propri sacerdoti e fedeli. Ed ogni Vescovo, come “primo dispensatore dei misteri di Dio” è in diocesi il responsabile dell'Eucaristia: ha cioè il compito di vigilare per una degna e decorosa celebrazione dell'Eucaristia e di promuovere il culto eucaristico”.

 

Il Papa ha esortato i presuli ad avere una cura particolare per la partecipazione dei fedeli alla Messa domenicale e ad essere vicini ai sacerdoti, ma anche ai catechisti che li affiancano nel loro ministero. Infine, ha evidenziato l’importanza del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, “punto di riferimento” dell’insegnamento dei vescovi e “segno della comunione di fede che viviamo”.

**********

 

Nel suo indirizzo d’omaggio, il cardinale Giovanni Battista Re ha affermato che i nuovi presuli desiderano esprimere “il loro impegno di fedeltà e la loro piena adesione al Magistero” di Benedetto XVI. “I vescovi qui presenti - che portano ancora molto viva nel loro cuore la commozione della loro recente ordinazione episcopale – ha detto il cardinale Re - desiderano dirLe quanto utile è la luce e quanto grandi sono il sostegno e il conforto che vengono ad ogni vescovo dall'alto Magistero di Vostra Santità, e dalla testimonianza di fede e di amore a Dio e alla Chiesa data da Lei in questi primi mesi di Pontificato”.

 

 

ALTRE UDIENZE

 

Stamane il Papa ha ricevuto nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo alcuni presuli della Conferenza Episcopale dei Messico, in visita "ad Limina": mons. Domingo Díaz Martínez, vescovo di Tuxpan; il cardinale  Norberto Rivera Carrera, arcivescovo di México, con gli ausiliari; mons. Constancio Miranda Weckmann, vescovo di Atlacomulco; mons. Florencio Olvera Ochoa, vescovo di Cuernavaca.

 

 

 

EREZIONE DELLA DIOCESI DI YORO, IN HONDURAS

 

Il Santo Padre ha eretto la nuova Diocesi di Yoro, in Honduras, con territorio dismembrato dall’arcidiocesi di Tegucigalpa, rendendola suffraganea dell’arcidiocesi metropolitana di Tegucigalpa. Il Papa ha quindi nominato primo vescovo della diocesi di Yoro padre Jean-Louis Giasson, finora superiore regionale in Honduras della Società per le Missione Estere della Provincia di Québec e parroco di San José Obrero in Choluteca. Padre Giasson è nato il 7 dicembre 1939 a Islet-sur-Mer, diocesi di Sainte-Anne-de-la-Pocatière, in Canada. E’ stato ordinato sacerdote il 18 dicembre 1965. Nel 1966 è stato inviato in Honduras. La neo-eretta diocesi di Yoro comprende l’intero omonimo Dipartimento civile di Yoro. Si estende su una superficie di 7.939 Km², con 440.231 abitanti, dei quali 360.989 cattolici. Vi sono 9 parrocchie, 5 sacerdoti diocesani, 16 sacerdoti religiosi, 12 seminaristi maggiori e 4 Istituti di religiose.

 

 

IL PAPA NOMINA MONS. UROSA SAVINO NUOVO ARCIVESCOVO DI CARACAS

 

Il Santo Padre ha nominato arcivescovo di Caracas, capitale del Venezuela, mons. Jorge Liberato Urosa Savino, finora arcivescovo di Valencia en Venezuela. Mons. Urosa Savino è nato a Caracas, il 28 agosto 1942. Ha ottenuto il Dottorato in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Ordinato sacerdote per l’arcidiocesi di Caracas il 15 agosto 1967, nella stessa città è stato docente e superiore del Seminario San José e successivamente rettore del Seminario Interdiocesano Santa Rosa de Lima. Il 6 luglio 1982 è stato nominato vescovo titolare di Vegesela di Bizacena ed ausiliare di Caracas. Ha ricevuto la consacrazione episcopale il 22 settembre 1982. Il 16 marzo 1990 è stato nominato arcivescovo metropolitano di Valencia en Venezuela.

 

 

LA LECTIO DIVINA, UNA PRATICA DA RISCOPRIRE IN AMBITO COMUNITARIO.

IL COMMENTO DI UN ESPERTO ALL’AUSPICIO DI BENEDETTO XVI

PER UN RILANCIO DELL’ANTICA PRASSI SAPIENZIALE CRISTIANA

- Intervista con il prof. Mario Masini -

 

         Ascoltare Dio che parla, leggendo la Bibbia. E’ l’esperienza spirituale di un’antica pratica cristiana: la Lectio divina. Benedetto XVI ne ha parlato alcuni giorni fa, nel suo messaggio ai partecipanti al Convegno per i 40 anni della Costituzione conciliare Dei Verbum. Già i primi Padri della Chiesa avevano strutturato questa prassi sapienziale e formativa, invitando i credenti a leggere i passi del testo sacro, a pregare, a riflettere su di essi. Nei secoli successivi, la Lectio divina conobbe alterne vicende, finché essa fu ripresa come caposaldo della fede cristiana proprio con il Vaticano II. Ora, l’auspicio del Papa è che la Lectio divina sia riscoperta – anche adattandola ai tempi presenti - nella convinzione che essa possa portare a “una nuova primavera spirituale” della Chiesa. Alessandro De Carolis ne ha parlato con un esperto, il prof. Mario Masini, docente di esegesi biblica alla Pontificia Facoltà teologica Marianum di Roma:

 

**********

R. – Nella Lectio divina si ascolta Dio. Si ascolta Dio nella sua Parola, che è la Bibbia, si ascolta nel cuore, si ascolta nell’accoglienza. E’ dunque una pratica importante per orientare e impostare la vita cristiana, per il fatto che si apprende da Dio quello che Dio vuole dirci in quel momento.

 

D. – Sperimentare la Lectio divina vuol dire scoprire o tornare a scoprire la Bibbia e una lettura assidua del testo sacro: un costume, questo, al quale il fedele medio, per così dire, è scarsamente abituato. E’ un problema di formazione, secondo lei?

 

R. – Bisogna riandare indietro con la memoria ai tempi passati. Se si va indietro di quattro o cinque secoli, la lettura della Bibbia da parte del singolo cristiano era addirittura sospetta. Questo si legge in alcuni punti del Concilio di Trento, anche se esso ha detto ben altre cose che correggevano questa sensibilità. Comunque, per molti secoli si è andati avanti lasciando da parte la Bibbia, considerata come un libro non adatto alla lettura dei semplici cristiani, ma riservato al clero e soprattutto agli specialisti. Con il Vaticano II, con la Dei Verbum, è stato infranto questo rapporto che teneva i cristiani lontani dalla Bibbia ed è cominciata quella che il priore della Comunità di Bose, Enzo Bianchi, chiama il “ritorno della Bibbia dall’esilio”. Prima del Vaticano II, la Bibbia era in esilio nel senso che non faceva parte del comune armamentario di meditazione e di preghiera usato dai comuni cristiani.

 

D. – Il Papa suggerisce l’utilizzo di metodi nuovi al passo con i tempi, per la riscoperta della Lectio Divina. Quali potrebbero essere secondo lei?

 

R. – Metodi nuovi non dal punto di vista tecnico-scientifico, ma metodi nuovi nel modo di praticare, di accedere alla Lectio divina. Credo sia molto importante, per esempio, il tempo della cosiddetta collactio, in latino medievale, che nel linguaggio moderno si chiama “condivisione”. Quando c’è la prassi della Lectio divina comunitaria, coloro che vi partecipano sono chiamati a condividere le reazioni che la Parola di Dio ha suscitato in loro, a metterle in comune con gli altri partecipanti. Quando la condivisione è vera e autentica, suscita delle comunità spirituali. Quindi, ritengo la condivisione uno dei momenti fondamentali, la novità sulla quale insistere nella Lectio divina comunitaria.

 

D. – In passato, dunque, la Lectio divina non veniva vissuta comunitariamente, ma forse più in forma privata…

 

R. – Sì, veniva vissuta soprattutto in forma privata, quando veniva vissuta. Adesso è stato aperto anche l’orizzonte della condivisione comunitaria. E questo è molto diffuso nelle comunità religiose, maschili e femminili, diffuso anche nelle parrocchie e altresì nei gruppi cristiani, i cosiddetti gruppi di ascolto nei quali spesso la Lectio divina trova spazio. Quindi, questo metodo nuovo della condivisione è fortunatamente e felicemente in fase di crescita e di diffusione.

**********

 

 

PUBBLICATO OGGI IL NUMERO DI APRILE DEGLI ACTA APOSTOLICAE SEDIS

CHE CONTIENE IL RESOCONTO DEGLI ULTIMI GIORNI  DI GIOVANNI PAOLO II

- A cura di Sergio Centofanti -

 

**********

“Il giorno di Pasqua, 27 marzo – leggiamo negli Acta Apostolicae Sedis -  il Papa si tratteneva per circa 13 minuti dinanzi alla finestra aperta sulla piazza San Pietro gremita di fedeli in attesa del messaggio pasquale. Teneva in mano i fogli del testo, che, sul sagrato della  Basilica, veniva letto con voce commossa dal cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato. Il Papa tentava di leggere le parole della Benedizione Apostolica, senza successo e, in silenzio, con la mano destra benediceva la Città e il mondo.

 

Il 30 marzo veniva comunicato che era stata intrapresa la nutrizione enterale mediante il posizionamento permanente di un sondino nasogastrico. Lo stesso giorno, mercoledì, il Santo Padre si presentava alla finestra del suo studio e, senza parlare, benediceva la folla che, attonita e dolente, l'attendeva in piazza San Pietro. Fu l'ultima “statio” pubblica della sua penosa Via Crucis.

 

Giovedì 31 marzo, poco dopo le ore 11, il Santo Padre, che si era, recato in Cappella per la celebrazione della Santa Messa, era colto da un brivido squassante, cui seguiva una forte elevazione termica sino a 39,6°. Quindi subentrava un gravissimo shock settico con collasso cardiocircolatorio, dovuto ad un'accertata infezione delle vie urinarie. Immediatamente erano presi tutti gli appropriati provvedimenti terapeutici e di assistenza cardiorespiratoria. Veniva rispettata l'esplicita volontà del Santo Padre di rimanere nella sua abitazione, ove era peraltro assicurata una completa ed efficiente assistenza. Nel tardo pomeriggio era celebrata la Santa Messa ai piedi del letto del Papa. Questi concelebrava con gli occhi socchiusi, ma, al momento della consacrazione, sollevava debolmente il braccio destro per due volte, cioè sul pane e sul vino. Accennava altresì il gesto di battersi il petto durante la recita dell' Agnus Dei. Il Cardinale di Leopoli dei Latini gli amministrava l'Unzione degli Infermi. Alle ore 19,17 il Papa faceva la S. Comunione. Successivamente il Santo Padre chiedeva di celebrare “l’ora eucaristica” di meditazione e preghiera.

 

Venerdì 1° aprile, alle ore 6 del mattino, il Papa, cosciente e sereno, concelebrava la Santa Messa. Verso le ore 7,15 ascoltava la lettura delle 14 stazioni della Via Crucis e faceva il segno della croce per ogni stazione.  Successivamente desiderava ascoltare la lettura dell'Ora Terza dell'Ufficio divino e di brani della Sacra Scrittura. La situazione era di notevole gravità, caratterizzata dall' allarmante compromissione dei parametri biologici e vitali. Si instaurava un ingravescente quadro clinico di insufficienza cardiocircolatoria, respiratoria e renale. Il Paziente, con visibile partecipazione, si associava alla continua preghiera di coloro che lo assistevano.

 

Alle ore 7,30 di sabato 2 aprile, era celebrata la Santa Messa alla presenza del Santo Padre, che cominciava a presentare un'iniziale compromissione della coscienza. Nella tarda mattinata Egli riceveva per l'ultima volta il Cardinale Segretario di Stato e poi iniziava un brusco rialzo della temperatura. Verso le ore 15,30, con voce debolissima e parola biascicata, in lingua polacca, il Santo Padre chiedeva: ‘Lasciatemi andare alla casa del Padre’. Poco prima delle 19 entrava in coma. Il monitor documentava il progressivo esaurimento delle funzioni vitali. Secondo una tradizione polacca, un piccolo cero acceso illuminava la penombra della camera, ove il Papa andava spegnendosi. Alle ore 20 iniziava la celebrazione della Santa Messa della Festa della Divina Misericordia, ai piedi del letto del Papa morente. Il rito era presieduto da S.E. mons. Stanislao Dziwisz con la partecipazione del cardinale Marian Jaworski, di S.E. mons. Stanislao Rylko e di mons. Mieczyslaw Mokrzycki. Canti religiosi polacchi accompagnavano la celebrazione e si fondevano a quelli dei giovani e della moltitudine dei fedeli, raccolti in preghiera nella piazza San Pietro.

 

Alle ore 21,37 Giovanni Paolo II si addormentava nel Signore”.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l’Angelus. Il titolo è “Basta un uomo pieno di zelo per trasformare un popolo”. Il presbitero deve essere prima di tutto adoratore e contemplativo dell’Eucaristia.

 

Servizio vaticano – L’udienza di Benedetto XVI ai partecipanti al Convegno per i Vescovi nominati nell’ultimo anno. Nell’occasione il Papa ha ricordato che l’interiorità, il silenzio e la vigilanza sono atteggiamenti da vivere in prima persona e da proporre ai fedeli per aiutarli a scoprire il primato della vita spirituale.

 

Servizio estero - Nucleare: la Corea del Nord firma un’intesa sul disarmo.

Germania: dalle elezioni anticipate non emerge una chiara maggioranza di governo; arretrano sia la SPD del cancelliere Schröder, sia la CDU-CSU della sfidante Merkel.  

 

Servizio culturale - Due articoli di Francesco Licinio Galati sul Premio Campiello vinto ex aequo da Antonio Scurati (“Il sopravvissuto”) e da Pino Roveredo (“Mandami a dire”).

 

Servizio italiano - In evidenza il tema della finanziaria.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

19 settembre 2005

 

 

LA GERMANIA IN CERCA DI UNA MAGGIORANZA DOPO LE ELEZIONI

CHE HANNO DATO AI CRISTIANO DEMOCRATICI DELLA MERKEL SOLO TRE SEGGI IN PIÙ DEI SOCIALDEMOCRATICI DI SCHROEDER

 

- Intervista con Gian Enrico Rusconi e Luigi Geninazzi -

 

 

Cancellierato difficile in Germania, all’indomani del voto. Il braccio di ferro fra la cristiano democratica Merkel e il socialdemocratico Schroeder, divisi da pochissimi punti percentuali secondo i risultati ufficiali, ha infatti provocato uno stallo per la formazione del nuovo esecutivo. La CDU ottiene 225 seggi, la Spd 222, i liberali 61, i Verdi 51 e il Partito della sinistra 54. Proprio pochi minuti fa la Merkel, al termine di una riunione della direzione della Cdu, ha anticipato la sua intenzione di avviare un giro di consultazioni con le altre formazioni politiche, esclusa la sinistra radicale, per verificare la possibilità di formare una coalizione. Tuttavia, in questo quadro, le possibili alleanze di governo restano un’incognita, anche se appare probabile anche l’ipotesi di una grande coalizione proprio fra la Cdu e la Spd. Di questo ne è convinto Gian Enrico Rusconi, docente di Scienze Politiche all’Università di Torino, intervistato da Eugenio Bonanata:

 

**********

R. – E’ la formula più parlata e aritmeticamente più plausibile, però c’è un grosso handicap, perché i due leader – rispettivamente Merkel e Schröder – avanzano la pretesa di essere loro i capi eventuali di questa grande coalizione, quindi la formula è possibile sulla carta ma politicamente non sarà così facile da realizzare. Temo che sarà una lunga settimana di trattativa e forse verranno fuori altre sorprese.

 

D. – La difficoltà a formare un nuovo governo può aprire la strada a nuove elezioni anticipate, secondo lei?

 

R. – Sarà davvero l’ultima soluzione. Non credo, non credo: credo che tenteranno tutte le altre formule, prima.

 

D. – Nel collegio di Dresda, le elezioni sono state rinviate per la morte di una candidata. Quanto pesa il fatto che mancano all’appello ancora oltre 200 mila voti?

 

R. – Pesa, sì, perché sono tre seggi in bilico, che sono esattamente quelli che differenziano in questo momento la CDU dalla SPD. E poi, evidentemente, gli elettori di Dresda non potranno far finta di votare alla cieca: sarà molto interessante e direi che diventeranno importantissimi questi tre seggi. Quindi, dobbiamo almeno aspettare fino ad allora!

**********

 

La situazione tedesca è in primo piano nello scenario politico europeo. Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha espresso l’augurio che i politici tedeschi risolvano al più presto possibile l’empasse venutosi a creare. Ricordando che la Germania è il principale partner commerciale del resto dei Paesi membri dell’Unione, Barroso ha poi sottolineato che “senza una Germania dinamica, l’Europa non si riprenderà”. Ma in che modo l’incertezza di questo momento si riflette sulla società tedesca? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Luigi Geninazzi, inviato a Berlino del quotidiano Avvenire:

 

**********

Diciamo prima di tutto che la Germania è un po’ sotto shock, perché è la prima volta nella sua storia democratica che si trova di fronte ad un simile risultato: i giornali parlano appunto di ‘grande sorpresa’, di confusione, soprattutto del fatto che non c’è una maggioranza ma ci sono due pretendenti alla Cancelleria. L’unico risultato chiaro è che la Germania ha avuto  paura di fronte al cambiamento proposto dalla Merkel. Si tratta di vedere se questo rifiuto ha radici nella personalità, come tutti hanno sempre rilevato, un po’ impacciata, senza grande carisma comunicativo della ‘ragazza che viene dall’Est’, o se invece è un atteggiamento più profondo. Di fronte, insomma, ad alcuni passi falsi che sono stati fatti dalla propaganda elettorale democristiana, soprattutto quest’idea di una tassa unica proposta dal Consigliere economico della Merkel, hanno spaventato il tradizionale elettorato tedesco che cerca prima di tutto la sicurezza. Questo non vuol dire che, come abbiamo visto, abbiano premiato il vecchio governo, perché è stato penalizzato, ma meno del previsto. Se diventerà cancelliere, la Merkel dovrà tener conto di questa indicazione.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

19 settembre 2005

 

 

NAPOLI: SI RIPETE, NEL GIORNO IN CUI SI RICORDA IL XVII CENTENARIO DEL MARTIRIO DI SAN GENNARO, IL MIRACOLO DELLA LIQUEFAZIONE DEL SANGUE.

L’ARCIVESCOVO GIORDANO LANCIA UN APPELLO ALLA SOLIDARIETÀ

PERCHÉ IL CAPOLUOGO CAMPANO RINASCA

 

-          A cura di Tiziana Campisi –

-           

*********

NAPOLI. = Si è ripetuto questa mattina a Napoli il miracolo della liquefazione del sangue di San Gennaro. Nel giorno in cui si ricorda il XVII centenario del suo martirio. Del miracolo, che si verifica da secoli, si ha la prima notizia scritta nel 1389. Gennaro, vescovo di Benevento, fu decapitato nel Foro di Vulcano, a Pozzuoli, sotto Diocleziano, il 19 settembre del 305. Volendo dare conforto al diacono Sosso per esortarlo a resistere nella fede, andò a trovarlo in carcere, ma fu arrestato e condannato a morte. Si racconta che una donna di nome Eusebia riuscì a raccogliere in due ampolle parte del sangue di Gennaro e che queste sarebbero state consegnate nel 431, mentre le reliquie del martire venivano trasportate a Napoli, all’allora vescovo Giovanni I. Nel 472, in seguito ad una violenta eruzione del Vesuvio, i napoletani chiesero l’intercessione di San Gennaro. Da qui pare abbia avuto inizio il culto oggi diffuso in tutto il mondo. Sulla figura del Santo l’arcidiocesi di Napoli, in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Associazione italiana per lo studio della santità, ha organizzato un convegno internazionale. I lavori si apriranno dopodomani nella curia arcivescovile di Napoli e si concluderanno venerdì. Il culto di San Gennaro sarà analizzato da vari punti di vista: aspetto storico, agiografico, artistico, archeologico e musicale. Sono previsti anche una visita alle catacombe di San Gennaro e un concerto di musiche del ‘600 e del ‘700 nella cappella del tesoro del duomo. L’arcivescovo di Napoli, il cardinale Michele Giordano, durante la celebrazione dedicata al patrono del capoluogo campano e dell’intera regione, ha lanciato un appello alla solidarietà perché la città superi la difficile situazione in cui si è venuta a trovare negli ultimi mesi. “Se non c’è collaborazione da parte dei cittadini, le istituzioni da sole possono fare ben poco - ha detto il cardinale Giordano - Napoli ha bisogno di un supplemento di solidarietà, da considerare come nuova virtù civile, ma anche di avviare scelte e progetti concreti e nuovi, che consentano di avviare una fase di speranza”. Il porporato ha anche fatto riferimento agli esiti delle indagini investigative: “La speranza è che, anche dopo i magnifici risultati ottenuti contro la criminalità organizzata, nella nostra città si approfitti per avviare una progettata azione di sviluppo, affinché ci sia lavoro per tutti e la casa non sia un sogno impossibile”. Ma lo sviluppo, ha precisato il porporato, non è questione che riguardi solo le istituzioni: “Tutti dobbiamo fare la nostra parte e non aspettare solo che arrivino risultati dall’altro. È perciò che occorre cambiare la cultura, rinnovare le coscienze, dare nuove motivazioni al nostro vivere”. Dopo il miracolo del sangue, tra le preghiere del cardinale Giordano c’è stato spazio anche per una invocazione a favore della difficile opera delle autorità civili, e per un riferimento ai cattolici impegnati in politica o nel sociale: “Sappiano testimoniare nel mondo la propria identità, non agendo contro ciò che la loro fede insegna”. (T.C.)

 

 

Criteri di discernimento per una diagnosi della situazione della Chiesa

e per l’attività ecclesiale. su questi e altri temi da oggi, a fulda,

l’assemblea plenaria d’autunno della conferenza episcopale tedesca

 

FULDA. = “Nuovi segni del tempo. Criteri di discernimento per una diagnosi della situazione della Chiesa e per l’attività ecclesiale”: su questo tema si riunisce nel pomeriggio a Fulda, per l’assemblea plenaria d’autunno, la Conferenza episcopale tedesca. Ad aprirla sarà il cardinale presidente, Karl Lehmann. Tre le questioni al centro dell’incontro: una dichiarazione comune delle Conferenze episcopali tedesca e polacca in occasione del 40º dello scambio di lettere sulla riconciliazione (1965), la Giornata mondiale della gioventù e ancora l’elezione del presidente, del vicepresidente e del segretario della Conferenza episcopale. I 68 membri dell’Assemblea esamineranno anche il testo della dichiarazione riguardante la pastorale carceraria e il profilo delle Forze armate, e si soffermeranno sulle prospettive della prossima legislatura del Bundestag, dopo le elezioni di ieri. Si discuterà anche del Katholikentag 2006 di Saarbrücken, delle proposte di un gruppo di lavoro sulla pianificazione familiare naturale e del rito liturgico delle esequie. L’assemblea prevede diversi momenti aperti alla stampa: un breve incontro con il cardinale Lehmann, alle 15.30, prima dell’inizio dei lavori; un briefing, intorno alle 12, domani, sul risultato delle elezioni; la cerimonia per la pubblicazione e firma della “Dichiarazione comune” delle Conferenze episcopali tedesca e polacca, con la partecipazione di sette vescovi polacchi, tra i quali il presidente dell’episcopato, Józef Michalik, mercoledì alle 9.30, all’Auditorium della Facoltà di Teologia.  Una conferenza stampa sugli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite è in programma invece il 22 settembre alle 13. Il briefing di fine plenaria è stato fissato venerdì 23 settembre alle 10.30. (T.C.)

 

 

BRASILE: DISTRUTTA UNA MISSIONE NELLO STATO DI RORAIMA.

DUE PERSONE LE PERSONE RIMASTE FERITE A SORUMU

 

SURUMU. = Attaccata nei giorni scorsi la missione delle suore della Consolata a Surumu, in Brasile, a circa 230 chilometri dalla capitale dello Stato di Roraima. La chiesa e tutte le strutture del Centro di formazione e cultura di Raposa-Serra do Sol, riferisce l’agenzia Misna, sono state distrutte da un gruppo di circa 150 uomini incappucciati e armati, che hanno appiccato fuoco agli edifici. Durante l’assalto sono rimaste ferite almeno due persone. La missione si stava preparando a festeggiare l’omologazione delle terre indigene di Raposa-Serra do Sol, concessa nell’aprile scorso, dopo 30 anni di attesa. Un altro attacco alla missione della Consolata si è verificato nel gennaio 2004: tre missionari sono stati rapiti e tenuti sotto sequestro per tre giorni. Secondo il “Conselho Indígena de Roraima”, nell’episodio sono coinvolti, come era già successo nel 2004, coltivatori di riso e autorità locali che non hanno mai gradito il riconoscimento dei diritti delle popolazioni native sulle terre della zona. (R.R)

 

 

PRIMO GIORNO DI SCUOLA OGGI IN BURUNDI. DA QUEST’ANNO GRATUITI

I CORSI DELLE ELEMENTARI E MOLTI PIÙ BAMBINI DIETRO I BANCHI

 

BUJUMBURA. = Riapre i battenti, oggi in Burundi, la scuola. Due le novità di quest’anno: la gratuità dei corsi alle classi elementari e molti più bambini dietro i banchi. Il neoeletto presidente Pierre Nkurunziza ha annunciato, in occasione del recente summit mondiale alle Nazioni Unite, l’introduzione della scuola primaria gratuita nel piccolo Paese africano incamminatosi con successo sulla via della piena pacificazione dopo una decennale e sanguinosa guerra civile. Il Ministero dell’educazione e l’Ufficio burundese dell’UNICEF, si legge in un comunicato dell’agenzia Misna, hanno calcolato che le nuove iscrizioni alla prima classe elementare siano state 500 mila, quasi il doppio dell’anno passato (266 mila), un aumento che comporta anche maggiori necessità in termini di strutture, insegnanti, libri e altro materiale. Si stima che, per far fronte alle nuove spese, incluso il mancato incasso per le tasse scolastiche (finora 1,50 ero annui a bambino pagati dalle famiglie) e i costi per l’assunzione di più maestri, le casse pubbliche dovranno sborsare 6,5 milioni di euro. Per ora, il governo di Bujumbura ha potuto mettere a disposizione 80 mila euro e 3,4 milioni sono stati promessi dalle Nazioni Unite. Pur valorizzando l’importanza di questo nuovo anno scolastico, che inizia all’insegna dell’inclusione sociale e della pace, fonti riferite alla Misna ISNA a Bujumbura non possono non sollevare interrogativi. “Un accesso totalmente libero alla scuola, senza un numero fissato di alunni, implica che si devono raddoppiare le strutture. Ci chiediamo francamente come ciò sia possibile, anche perché molti edifici sono stati distrutti durante la guerra”, sostiene padre Claudio Marano, missionario saveriano del Centro giovani Kamenge, nella periferia nord della capitale Bujumbura. “Ci sembra utopistico pensare che questi cambiamenti possano realizzarsi già con l’avvio di quest’anno scolastico, è più probabile che si inizi a fare qualcosa dal prossimo”. Mentre si attende di vedere realizzata una scuola pubblica per tutti, che fa oggi i primi passi, gli edifici scolastici sono intanto diventati sede e testimoni di un altro percorso già realizzato con successo, quello delle consultazioni politiche. (T.C.)

 

 

DA OGGI AL 25 SETTEMBRE, A ROMA, IL PRIMO CONGRESSO MONDIALE DEGLI OBLATI

BENEDETTINI. TEMA DELL’INCONTRO:

“COMUNIONE CON DIO – COMUNIONE CON IL MONDO”

 

ROMA. = Al via oggi, a Roma, il primo Congresso Mondiale degli Oblati secolari. Fino al 25 settembre i laici che hanno scelto di affiliarsi ad uno dei 1196 monasteri benedettini maschili e femminili sparsi in tutto il mondo discuteranno sul tema “Comunione con Dio – Comunione con il mondo”. L’evento, che viene ospitato dal Salesianum, è stato fortemente voluto dall’Abate Primate, Notker Wolf. Nell’invito a partecipare al raduno, il religioso ha specificato: “È stata una mia idea dopo aver conosciuto un numero grande e crescente di oblati in tutto il mondo. Ho pensato che sarebbe stato interessante trovarsi tutti insieme per parlare e imparare l’uno dall’altro”. Scopo dell’incontro è anche quello di riproporre i valori cristiani alla base della vita quotidiana e riscoprirli come radici storiche del continente europeo. Al contempo, si vogliono ripercorrere le tappe di san Benedetto, proclamato da Paolo VI patrono d’Europa nel 1964. Al convegno sono attese 300 persone in rappresentanza di circa 24 mila Oblati che vivono prevalentemente in Europa, negli Stati Uniti, in America Latina, Africa, Asia e Australia. A confronto le molteplici modalità di espressione del carisma benedettino. Durante le giornate, si passerà anche da momenti dedicati alla preghiera ad intrattenimenti musicali, come il concerto di padre Wolf e suor Celina Galinyte, in programma il 21 settembre. Tra i diversi appuntamenti anche dibattiti, gruppi di lavoro, un pellegrinaggio a Montecassino, culla del monachesimo benedettino, ed una visita a Castel Gandolfo. (R.R)

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

 

 

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

- A cura di Fausta Speranza -

 

Per l’Afghanistan nuovo importante passo verso la democrazia. Ieri, infatti, per la prima volta in 36 anni, 6 milioni di cittadini hanno sfidato la minaccia dei talebani, recandosi alle urne per scegliere i componenti della Camera bassa del Parlamento ed i rappresentati dei consigli provinciali. I risultati saranno resi noti solo il 10 ottobre. Ce ne parla Salvatore Sabatino:

 

**********

L’attesa partecipazione di massa, cui tanto si era parlato alla vigilia, non c’è stata. Ad esprimere il proprio voto, infatti, è stato poco più del 50% degli aventi diritto. Il dato è stato confermato questa mattina dalla commissione elettorale, la quale ha poi precisato in un comunicato, che la cifra potrebbe essere rivista nei prossimi giorni, quando le schede arriveranno nei diversi centri di scrutinio sparsi su tutto il territorio nazionale. Le ragioni della scarsa affluenza alle urne, il 20 per cento in meno rispetto alle presidenziali dell'ottobre dello scorso anno, sono da ricondurre a due elementi da non sottovalutare: l'eccessivo numero di candidati che si erano presentati nelle diverse circoscrizioni, e le minacce di attentati da parte dei talebani. Minacce perpetrate pure oggi, all’indomani della tornata elettorale, definita dalla guerriglia una “farsa messa in piedi dagli Stati Uniti”. E nel mirino finiscono direttamente i candidati “imposti da Washington”, uno su tre, secondo il presunto portavoce dei talebani.

 

Sull’altro fronte, invece, piovono parole di apprezzamento nei confronti di un Paese che non andava alle urne democraticamente da 36 anni. Parole che giungono dallo stesso presidente afgano, Hamid Karzai, che ieri ha parlato di “evento storico”. A fargli eco, il segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, secondo cui queste elezioni “hanno dimostrato la chiara
determinazione degli afgani a perseguire lo sviluppo pacifico e democratico del loro Paese”. Il presidente americano, George W. Bush, ha, invece, definito le elezioni di ieri un successo, congratulandosi per “il progresso compiuto dagli afghani negli anni recenti”. Per i risultati ufficiali, infine, bisognerà attendere almeno fino al 10 ottobre.

**********

Un giornalista iracheno che lavorava da circa due anni per il New York Times è stato rapito e assassinato con colpi d'arma da fuoco da ignoti. I particolari di questo e di altri episodi di violenza di cui purtroppo si ha notizia quotidianamente dall’Iraq, nel nostro servizio:

 

**********

         Il giornalista, Fakher Haydar al-Tamimi, è stato portato via all’una di notte da uomini in abiti civili, armati e con il volto coperto da passamontagna, che si sono definiti poliziotti. Secondo la moglie della vittima, i quattro hanno ammanettato il giornalista dicendo che volevano interrogarlo, e che l’avrebbero poi riportato a casa. La verità, invece, parla del macabro ritrovamento del cadavere di Tamimi, con la testa crivellata di colpi, a 3 km dal centro di Bassora. E poi, nella scia di sangue che proprio non si interrompe in Iraq, ieri anche un altro ritrovamento: venti corpi senza vita di uomini, presumibilmente appartenenti alle forze di sicurezza irachene, nel fiume Tigri vicino a Balad, a nord di Baghdad. In relazione alla situazione in Iraq, c’è poi una notizia che viene dalla Francia: sei uomini sono stati fermati in Seine-Saint-Denis, alla periferia di Parigi, nel quadro dell’in-chiesta sulle organizzazioni che reclutano volontari della Jihad da inviare nel Paese del Golfo.

**********

 

La Corea del Nord, gli Stati Uniti e gli altri quattro paesi che hanno partecipato ai negoziati di Pechino hanno firmato oggi una dichiarazione comune che apre la strada al disarmo nucleare di Pyongyang.    Nella dichiarazione, la Corea del Nord si impegna ad ''abbandonare tutte le armi nucleari'' e ''tutti i programmi nucleari in corso''. Inoltre, Pyongyang annuncia che accetterà il Trattato di Non Proliferazione Nucleare e, di conseguenza, riaprirà le porte agli ispettori dell' Onu. In cambio, gli Usa dichiarano di non avere armi atomiche nella penisola coreana. Washington afferma inoltre di non aver intenzione di attaccare ''né con armi convenzionali nè con armi nucleari'' il Paese asiatico. Il nostro servizio:

 

**********

Secondo il presidente sudcoreano Roh Moo Hyun, l’accordo è “un passo di portata storica” che “apre la strada alla stabilizzazione della penisola coreana”. Secondo il consigliere di Stato cinese, Tang Jiaxua, si tratta di un documento “equilibrato, soddisfacente per tutti, costruttivo” che dimostra “grande lungimiranza” e “grande attenzione per la stabilità nell’Asia del nordest”. In definitiva, sembra importante che i sei: le due Coree, Stati Uniti, Cina, Giappone e Russia, abbiano firmato lo stesso documento con cui si impegnano a continuare il confronto. Ma resta il fatto, appunto, che i negoziati proseguono e che “non saranno facili”. Significativo il commento del capo dell’agenzia atomica dell’ONU: l’accordo raggiunto viene definito “molto incoraggiante”. El Baradei sottolinea anche la sua speranza che gli ispettori dell’ONU possano presto tornare a Pyongyang: è che il risultato raggiunto dimostra che il dialogo può risolvere le impasse sul tema del nucleare. Ma sempre oggi ci sono altre dichiarazioni in materia di nucleare del capo dell’Agenzia atomica dell’ONU. Sono in relazione al fronte caldo dell’Iran: El Baradei ricorda che è necessaria “una maggiore trasparenza” da parte dell’Iran, che deve a suo parere rassicurare la comunità internazionale sul suo programma nucleare. El Baradei, che ha aperto la riunione dell’esecutivo dell’AIEA a Vienna, ha aggiunto di sperare che riprenda il dialogo tra Teheran e l’Unione Europea.

**********

 

Il governatore della Florida Jeb Bush, fratello del presidente George W. Bush, ha dichiarato lo stato di emergenza in Florida ordinando l’evacuazione delle Keys, le isole a sud dello Stato, care ad Ernest Hemingway, dopo il formarsi, nell’area delle Bahamas, della tempesta tropicale Rita. Complessivamente, due nuovi sistemi meteorologici sono sotto osservazione da parte del Centro uragani di Miami: al largo delle Antille ha preso forma la tempesta tropicale Philippe, ancora lontana dalle isole dai Caraibi e dal Golfo, ma già piuttosto consistente, e   la tempesta tropicale Rita che potrebbe diventare un uragano. Rita potrebbe investire in pieno il nord di Cuba nei prossimi giorni per poi passare a sud della Florida e quindi attraversare il Golfo del Messico, verso il sud del Texas.

 

Lo Sri Lanka ha fissato per il 17 novembre le nuove elezioni presidenziali, il cui vincitore avrà il non facile compito di rendere stabile la pace con il movimento separatista tamil e gestire con successo la situazione economica. Su come si presenta il Paese in vista dell’appuntamento elettorale, il nostro servizio:

 

**********

Il Paese, con una popolazione di circa 20 milioni di abitanti, è guidato attualmente da Chandrika Bandaranaike Kumaratunga, 60 anni, eletta capo dello Stato per la prima volta nel 1994 e confermata nel 1999, anno in cui sfuggì a un attentato terroristico che le provocò una lesione a un occhio. I probabili candidati per le elezioni di novembre sono il premier Mahinda Rajapakse, uomo di sinistra e fedele della presidente in carica, e Ranil Wickemesinghe, ex premier e vecchio rivale di Chandrika, del partito nazionale (centrodestra). Il primo, popolare tra la maggioranza buddista e i marxisti, e come loro duro con le Tigri tamil (LTTE), è contro la privatizzazione. Il secondo, più disponibile a un accordo di pace permanente con i tamil, tende a una politica più liberista in economia. Ma è ritenuto poco popolare tra le classi medie e i poveri, che lo hanno abbandonato nelle legislative del febbraio 2004.

**********

 

 

=======ooo=======