RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
261 - Testo della trasmissione di domenica 18 settembre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
Il Festival Settembre Musica a Torino tra
melodramma e liturgia: ce ne parla Enzo Restagno
CHIESA E SOCIETA’:
Avanzano i negoziati di pace
sul Darfur tra ribelli e governo di Karthoum
Le comunità terapeutiche dell’associazione Papa Giovanni XXIII compiono 25 anni
Assaltata la missione delle Suore di carità di Madre Teresa di Calcutta a Kajaga, in Burundi
Georgia: primo religioso georgiano dopo due secoli. Si tratta di un chierico cammiliano
Avvertimento
dell’Iran all’agenzia internazionale per l’energia atomica: “Sul nucleare no a
decisioni politicizzate verso Teheran, pena posizioni più radicali”
18
settembre 2005
LA RELAZIONE TRA SANTITÀ, VIA E META DI OGNI
CRISTIANO, E L’EUCARISTIA
AL CENTRO DELLE PAROLE DEL PAPA ALL’ANGELUS.
BENEDETTO XVI SOTTOLINEA
CHE L’ANNO DELL’EUCARISTIA VOLGE AL TERMINE E
RICORDA AI SACERDOTI
CHE NELL’EUCARISTIA STA IL SEGRETO DELLA LORO
SANTIFICAZIONE
- Il servizio di Fausta Speranza -
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Tra le mani del sacerdote “si rinnova questo grande
miracolo d’amore, del quale egli è chiamato a diventare sempre più fedele
testimone e annunciatore. Ecco perché il presbitero dev’essere prima di tutto
adoratore e contemplativo dell’Eucaristia, a partire dal momento stesso in cui
la celebra.” Così Benedetto XVI dedica in particolare alla figura del sacerdote
la sua riflessione di oggi, richiamandosi alla prossima conclusione dell’Anno
dell’Eucaristia e ricordando quanto il tema stesse a cuore al predecessore
Giovanni Paolo II.
A proposito del Sacramento del pane e del vino, spiega:
“Sappiamo
bene che la validità del Sacramento non dipende dalla santità del celebrante,
ma la sua efficacia, per lui stesso e per gli altri, sarà tanto maggiore quanto
più egli lo vive con fede profonda, amore ardente, fervido spirito di preghiera.”
“In forza della sacra Ordinazione, - aggiunge - il
sacerdote riceve il dono e l’impegno di ripetere sacramentalmente i gesti e le
parole con i quali Gesù, nell’Ultima Cena, istituì il memoriale della sua
Pasqua.”
E il Papa vuole ricordare ministri dell’Altare che hanno
attinto “la forza dell’imitazione di Cristo dalla quotidiana intimità con lui
nella celebrazione e nell’adorazione eucaristica”. Nomina san Giovanni
Crisostomo, patriarca di Costantinopoli alla fine del quarto secolo, di cui
qualche giorno fa abbiamo fatto memoria. Ricorda che fu definito “bocca d’oro”
per la sua straordinaria eloquenza; ma venne anche chiamato “dottore
eucaristico”, per la vastità e la profondità della sua dottrina sul santissimo
Sacramento. Ricorda che la “divina liturgia” che più viene celebrata nelle
Chiese orientali porta il suo nome, e il suo motto: “basta un uomo pieno di
zelo per trasformare un popolo”, evidenzia quanto efficace sia l’azione di
Cristo attraverso i suoi ministri.
Ad essere nominato è poi san Pio da Pietrelcina, che sarà
ricordato venerdì prossimo. Celebrando la Messa – afferma il Papa - egli
riviveva con tale fervore il mistero del Calvario da edificare la fede e la
devozione di tutti. Anche le stigmate, che Dio gli donò, erano espressione di
intima conformazione a Gesù crocifisso.”
C’è poi san Giovanni Maria Vianney, umile parroco di Ars
ai tempi della rivoluzione francese. “Con la santità della vita e lo zelo
pastorale, - spiega - riuscì a fare di
quel piccolo paese un modello di comunità cristiana animata dalla Parola di Dio
e dai Sacramenti.”
E la preghiera a Maria di oggi è per i sacerdoti ma non
solo:
“Per i sacerdoti del mondo intero, affinché traggano da
questo Anno dell’Eucaristia il frutto di un rinnovato amore al Sacramento che
celebrano. Per intercessione della Vergine Madre di Dio, possano sempre vivere
e testimoniare il mistero che è posto nelle loro mani per la salvezza del mondo.”
Nei consueti saluti in diverse
lingue, un pensiero in polacco a “i lavoratori che oggi fanno il pellegrinaggio
a Jasna Góra”. In italiano alle “famiglie del Movimento dei Focolari, venute da
diversi Paesi d’Europa per un incontro formativo sui valori e i compiti
connessi al sacramento del Matrimonio.” E poi ai gruppi di fedeli provenienti
da Vighizzolo d’Este, Cavarzere, Brembio, Prato, Bitonto, Brindisi, Lerchi e
Pizzoni, come pure il Terz’Ordine Francescano Secolare da Molfetta e
l’Associazione Nuovi Castelli Romani.
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PROMUOVERE
LEGGI CHE FAVORISCANO DIRITTI E DOVERI DELLA FAMIGLIA.
E’ L’ESORTAZIONE DEL PAPA NEL
MESSAGGIO PER L’ODIERNA GIORNATA MARIANA
DELLA FAMIGLIA, CELEBRATA A TORRECIUDAD, IN SPAGNA, ALLA PRESENZA
DEL PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE
PER L’EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI
- A cura di Amedeo Lomonaco -
Impegnatevi nell’ardua opera di
promuovere e rafforzare leggi e metodi che favoriscano positivamente diritti e
doveri della famiglia, comunità fondata dal Creatore e segno di speranza per i
popoli. E’ quanto scrive il Papa nel messaggio a firma del segretario di Stato,
cardinale Angelo Sodano, salutando i partecipanti all’incontro organizzato nel
santuario di Torreciudad, in Spagna, nell’ambito dell’odierna Giornata Mariana
della Famiglia. La Giornata è giunta alla XVI edizione e vede, quest’anno, la
presenza del prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli,
cardinale Crescenzio Sepe. Partecipano migliaia di famiglie spagnole provenienti
da diverse parrocchie per riflettere insieme sulla necessità di rendere sempre
più solida l’unità matrimoniale. I momenti centrali di questo importante
evento, incentrato sul valore dell’istituzione familiare per il futuro della
Chiesa e dell’umanità, sono la concelebrazione Eucaristica,
presieduta dal prefetto del dicastero vaticano, la recita del Santo Rosario,
l’adorazione e la benedizione eucaristica ed un “Festival musicale delle
famiglie”. La XVI Giornata mariana delle famiglie intende anche
promuovere il V incontro mondiale delle Famiglie, che si terrà a luglio 2006
nella città spagnola di Valencia.
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18
settembre 2005
IN AFGHANISTAN EPISODI DI
VIOLENZA TURBANO LE ELEZIONI
PER IL
RINNOVO DEL PARLAMENTO
- Intervista con Riccardo Troisi -
Afghanistan. Secondo un funzionario a Kabul, è bassa l'affluenza
alle urne per le prime elezioni parlamentari dal 1969. I cittadini aventi
diritto al voto sono 12 milioni e mezzo. “Dopo
30 anni di conflitti, invasioni e miseria, oggi
il Paese fa passi avanti”, ha commentato il presidente Hamid Karzai nel seggio
in cui ha votato. Sul terreno, intanto, episodi
isolati di violenza hanno turbato le consultazioni: un soldato francese è stato
ucciso dall'esplosione di un ordigno e, nella capitale, un magazzino delle
Nazioni Unite è stato raggiunto da due razzi. Un clima teso, dunque, di
cui si è parlato anche in un incontro a Roma promosso dall’Associazione
‘re-Oriente’ attiva nel Paese mediorientale con un progetto culturale.
Attenzione puntata, in particolare, sulla condizione femminile che, dopo 30
anni di guerra civile ed a 4 dalla caduta del regime talebano, appare sempre
molto grave. Ce ne parla il vice presidente dell’organizzazione, Riccardo
Troisi:
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R. – I
dati ci danno un quadro di una situazione ancora molto precaria in cui le donne
hanno un tasso di alfabetizzazione del 14 per cento, sono costrette a subire
enormi violenze. Il tutto nell’incapacità di inserirsi realmente in un processo
di decisione democratica. Non riescono ad accedere all’informazione perché il
sistema familiare è molto chiuso e non permette loro di arrivare ad un’istruzione
primaria. Come è possibile dunque, che le donne riescano ad arrivare a farsi
eleggere o comunque ad attivare un circuito virtuoso di democratizzazione
all’interno delle loro strutture familiari!
D. –
Quindi, al di là dei meccanismi tecnici della politica, la resistenza più
grande sembra essere quella culturale?
R. –
Assolutamente sì. Ci troviamo ancora di fronte ad un regime culturale che non
permette alle donne una reale emancipazione, però crediamo che una
emancipazione avverrà e avverrà progressivamente non attraverso l’importazione
di una democrazia occidentale, con i suoi canoni e le sue modalità. Questo
dovrà avvenire attraverso un percorso, un percorso di emancipazione e di
libertà all’interno della loro cultura.
D. –
Eppur qualcosa si muove…
R.-
Assolutamente sì. Il progetto che abbiamo incominciato a mettere in piedi mira
ad aumentare l’alfabetizzazione delle classi più povere, delle donne
soprattutto e dei giovani. Questo come? Basta una semplice biblioteca. Sembra
veramente poco, una piccola esperienza che però, per quei 4 mila bambini, per
quelle 8 mila donne che sono coinvolte in questo tipo di progetto rappresenta –
pensiamo – un segnale. Starà poi a loro trovare la strada.
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URNE APERTE IN GERMANIA PER 62
MILIONI DI ELETTORI. DIECI MILIONI GLI INDECISI. TESTA A TESTA TRA SCHROEDER E LA SFIDANTE ANGELA MERKEL
-
Intervista con Luigi Geninazzi -
Seggi
aperti fino alle 18 in Germania, dove 62 milioni di cittadini dovranno
esprimersi per il rinnovo della Camera bassa del
Parlamento. Gli ultimi sondaggi, ieri, indicavano dieci milioni di elettori
indecisi e un testa a testa fra i due schieramenti: quello di centrosinistra
guidato da Gerhard Schroeder e quello di centrodestra guidato dalla sfidante
conservatrice, Angela Merkel. Ma come si è preparato il Paese a questo
appuntamento? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Luigi Geninazzi, inviato di
“Avvenire” in Germania:
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R. – Io
credo che la cosiddetta “Wechselstimmung”, cioè la voglia di cambiamento che è
diventata anche lo slogan di Angela Merkel, colga davvero la situazione di
questo Paese, anche se alcuni tra i tedeschi hanno anche paura delle riforme,
sembrano esitanti davanti ad un futuro di grandi incertezze. E’ un problema che
non è solo economico, perché c’è una ripresa economica tedesca, la Germania è
il primo Paese esportatore del mondo, ma questo viene pagato in termini molto
duri dalla popolazione, nel senso che il lavoro si fa all’estero e quindi la
disoccupazione è sempre più alta e i sussidi sociali sono sempre più diffusi.
Potrei dire, solo per fare un esempio, che a Berlino il 20 per cento dei
cittadini vive di sussidi sociali. Ecco, questo Paese, quindi, che una volta
era la locomotiva e l’orgoglio dell’Europa, sta appunto riflettendo su che
cammino percorrere.
D. –
Qual è il ruolo dei cattolici nel Paese?
R. – Io
credo che sia stato accolto con interesse, con attenzione il recente messaggio
della Conferenza episcopale tedesca, che in vista delle elezioni ovviamente non
dava indicazioni di voto ma invitava tutti a mettere a fuoco le riforme a
sostegno della famiglia e dei figli. Ecco, devo dire che su questo punto c’è
stato un certo dibattito, c’è il grande problema del crollo demografico della
Nazioni tedesca e ci sono proposte, sia da una parte sia dall’altra, che
vogliono appunto mettere mano a questo problema.
D. –
Altro fronte decisivo per il futuro della Germania sarà la politica estera,
l’Europa, in particolare ...
R. – Sì,
di questo si è parlato molto poco, perché quasi tutta l’attenzione è stata
concentrata sulle riforme sociali, sul taglio delle tasse, sulle misure da
prendere contro la disoccupazione. L’unico motivo un po’ polemico nel dibattito
elettorale è stato l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea, un ingresso di
cui il cancelliere Schröder si è fatto paladino e che invece viene rifiutato
dalla Merkel, che preferisce puntare su una partnership privilegiata con la
Turchia. Tutto il resto è rimasto nell’ombra, ma questo non significa che non
sia importante! E’ chiaro che nel caso di una vittoria dello schieramento
democratico e liberale, la freddezza con l’altra sponda dell’Atlantico che è
stata instaurata dal cancelliere Schröder, diventa più calda e ci sarà anche
una diversa visione del cosiddetto ‘motore’ franco-tedesco per quanto riguarda
l’integrazione europea!
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CRISTIANESIMO, DIALOGO E
REALTÀ DELL’EUROPA “PLURALISTA”: SONO I TERMINI
INTORNO AI QUALI SI È ARTICOLATO IL CONFRONTO TRA
ESPONENTI
DEL MONDO CATTOLICO, ECCLESIALE E POLITICO
DELL’EUROPA CENTRALE E ORIENTALE, INSIEME DA VENERDÌ FINO AD OGGI A GNIEZNO, IN
POLONIA
- Con noi il cardinale Walter Kasper -
Con una
solenne messa nella cattedrale di Gniezno, in Polonia, si sono conclusi i
lavori della VI conferenza dei movimenti e delle associazioni cristiane,
prevalentemente dell’Europa centro-orientale. Nel messaggio finale, gli oltre
800 partecipanti si impegnano a proseguire gli sforzi nel dialogo ecumenico ed
interreligioso in quanto fattore di sviluppo del processo di integrazione
europea e garanzia di pace. In un messaggio indirizzato a Papa Benedetto XVI,
l’arcivescovo Muzynski, metropolita di Gniezno, annuncia una nuova primavera
per il cristianesimo in Europa. Il servizio del nostro inviato Stefano
Leszczynski:
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Siamo
alla vigilia di una nuova primavera per il Cristianesimo in Europa. Con questa
convinzione espressa dall’arcivescovo Muzynski, metropolita di Gniezno, in un
messaggio indirizzato al Santo Padre Benedetto XVI, si sono conclusi
ufficialmente i lavori della VI Conferenza internazionale dei movimenti e delle
associazioni cristiane. Per tre giorni oltre 850 partecipanti in rappresentanza
di circa 200 movimenti, del mondo culturale e politico europeo e delle Chiese
cristiane, con la partecipazione di rappresentanti dell’Islam e dell’ebraismo,
si sono confrontati sul tema del dialogo in Europa come fattore di
arricchimento comune. Nel documento finale della conferenza si sottolinea come
il dialogo ecumenico ed interreligioso avviato a Gniezno in Polonia possa
essere esempio per un fruttuoso cammino sulla strada dell’integrazione europea.
Un’Europa - viene notato dai partecipanti - che sempre più appare in forte
crisi d’identità e che si allontana progressivamente da quelli che sono i
valori comuni del cristianesimo europeo. Ma allo stesso modo viene enfatizzato
il dialogo tra religioni diverse come fattore di pace tra i popoli, nel mondo,
come in Europa. Un particolare ringraziamento per la vicinanza spirituale
dimostrata viene rivolto al Papa Benedetto XVI al quale si annuncia l’inizio di
una nuova primavera cristiana in Europa, grazie in particolare al contributo
che in questo evento ecumenico polacco è stato dato dai giovani della Chiesa.
L’esperienza di Gniezno – dichiara l’arcivescovo Muzynski – è stata una vera
scuola di dialogo per tutti. La giornata odierna si è infine conclusa con un
ultimo dibattito sul dialogo interreligioso al quale ha preso parte il vescovo
Michael Fitzgerald, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo
interreligioso, il rabbino Jack Bemporad e il Gran muftì di Bosnia Herzegovina
Mustafà Ceric.
Da
Gniezno in Polonia, Stefano Leszczynski, Radio Vaticana.
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Tra
quanti sono intervenuti ai lavori, Stefano Leszczynski ha intervistato il
cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità
dei Cristiani:
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R. – Il cristianesimo ha
plasmato l’Europa. L’Europa non esisterebbe senza il cristianesimo. Il
cristianesimo è però diviso in ortodossi, cattolici ed evangelici. Quindi,
questo ha diviso l’Europa. Quindi, l’avvicinamento fra le diverse Chiese in
Europa sarebbe di aiuto all’integrazione europea. Questa integrazione europea
non può essere solo economica, ma anche ecumenica, perché l’Europa ha bisogno
di un’anima, che non può che essere cristiana.
D. –
L’Europa orientale sembra molto attratta dall’Unione Europea, tuttavia i
cittadini dell’Europa orientale sembrano un po’ disorientati da questo laicismo
e secolarismo che avanza nell’Unione Europea…
R. – Sì,
sono preoccupati di questo sviluppo nell’Europa occidentale, ma non si deve
dimenticare che anche nell’Europa orientale è presente la secolarizzazione. I
70 anni di propaganda a favore dell’ateismo, ai tempi del comunismo, e
l’educazione atea nelle scuole, hanno lasciato le loro tracce. C’è, perciò,
secolarizzazione sia nell’Europa orientale che nell’Europa occidentale. E’ una
sfida comune e dobbiamo provare a superare queste nuove sfide per il futuro
dell’Europa e degli uomini europei.
D. – E’
stato detto: agire come una Chiesa unica è possibile, anche se l’unità non è
stata ancora raggiunta. E’ stata proposta addirittura un’alleanza
cattolico-ortodossa…
R. – Io
non parlo di un’alleanza, ma di una cooperazione. La cooperazione è possibile
ed esiste da molti anni. Per esempio, nella mia patria, in Germania, con i protestanti,
in campo sociale, in campo politico, possiamo fare molte cose, particolarmente
con gli ortodossi, perché abbiamo gli stessi valori. Posso, quindi, prendere
questa idea di cui ha parlato il vescovo Ilarion, di una cooperazione in Europa
orientale e in Europa occidentale.
D. –
Comunque, da Gniezno viene un segnale incoraggiante per l’Europa?
R. – Sì,
viene un segnale incoraggiante e sono molto contento che qui in Polonia ci sia
tanto interesse per l’Ecumenismo.
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LA TEOLOGIA NARRATA, CELEBRATA E DIPINTA: AL CENTRO
DEL
XIII CONVEGNO ECUMENICO INTERNAZIONALE DI BOSE
SULLA
SPIRITUALITA’ ORTODOSSA
- Intervista con fra Enzo Bianchi -
La spiritualità ortodossa al centro del XIII Convegno ecumenico internazionale, ospitato nel Monastero di Bose, in Piemonte, e organizzato con il patrocinio del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli e del Patriarcato di Mosca. Un’intera settimana di riflessione e studio, conclusa ieri, articolata in due parti. La prima dedicata a “Giovanni di Damasco, un padre al sorgere dell’Islam”, monaco palestinese vissuto tra il VII e l’VIII secolo; la seconda al grande padre del monachesimo russo, del XIV secolo, “Andrej Rublev e l’icona russa”. Per un bilancio sui lavori del Convegno, Giovanni Peduto ha intervistato il priore della comunità monastica di Bose, fra Enzo Bianchi:
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R. – E’
emerso soprattutto che nelle diverse Chiese continua la riflessione e la
meditazione sul tema delle immagini come frutto dell’incarnazione di Dio nella
carne umana di Gesù Cristo. Dio in Gesù Cristo è stato raccontato, è diventato
immagine e di conseguenza le icone ci ricordano costantemente la Parola fatta
carne, la Parola fatta uomo. Allora siamo al cuore della fede cristiana ed è
emerso che nella grande tradizione bizantina, come in quella russa, c’è sempre
stata attraverso il culto delle icone, la legittimità delle icone, una
riflessione sul Dio fatto uomo, venuto per salvarci.
D. – E’
segno, anche, di un ecumenismo che continua ad avanzare pur tra le difficoltà?
R. – Sì,
le difficoltà continuano ad esserci non solo tra la Chiesa cattolica e le
Chiese ortodosse, ma tra le stesse Chiese ortodosse. Però, questo incontrarsi
qui a Bose con l’Occidente cattolico indica che c’è una volontà di perseguire
l’unità. Erano presenti ben 13 Chiese ortodosse attraverso i loro vescovi, i
loro teologi, le delegazioni ufficiali. Le difficoltà ci sono, ma ci sono oggi
anche tante speranze perché si impari di nuovo davvero il dialogo e si cominci
a cercare insieme le forme perché l’unità diventi visibile e piena.
D. –
Puntiamo l’attenzione su Rublev: chi era?
R. –
Rublev è un monaco, pittore di icone in Russia, ma soprattutto è il frutto di
tutta la contemplazione, di tutta la teologia di San Sergio di Radonez, quello
che è l’iniziatore della spiritualità russa, tutta incentrata sulla Trinità.
Chi raccoglie questa eredità e la trasforma in un messaggio iconico, di figure
è proprio questo monaco. In un tempo in cui certamente non c’erano grandi
meditazioni teologiche in Russia, la sua riflessione teologica attraverso
l’icona ha la stessa forza, la stessa portata e la stessa efficacia nella vita
dei credenti.
D. - Fra
Enzo, quale messaggio viene dalle icone di Rublev?
R. – Il
messaggio è essenzialmente legato a questi punti. Innanzitutto c’è Cristo, che
è un Cristo mite e dolce. Le icone che lo ritraggono dicono questa mitezza e
questa dolcezza misericordiosa che informerà tutta la spiritualità russa. Poi,
anche la sua concezione dell’unità nella molteplicità, nella diversità vista
con l’icona della Trinità, che tutti conoscono e che è l’icona che ha avuto in
questi ultimi 30 anni una presenza in tutto l’Occidente, che sarebbe stata
impensabile. Questa icona ha irradiato una spiritualità, che continua a
richiamare gli occhi sul mistero della Trinità: uno e diversità, comunione
nella pluralità. Una vera icona dell’ecumenismo e del dialogo tra le Chiese.
D. –
Alla luce della sua esperienza monastica, come pregare con le icone?
R. – Le icone sono rappresentazioni che indicano la
trasfigurazione delle cose, degli uomini e la trasfigurazione dell’umanità di
Gesù. Le icone sono sempre scritte, come si dice, non dipinte, sono parola
raffigurata, per cui, quando noi siamo di fronte alle icone abbiamo la stessa
sensazione che proviamo di fronte alla Parola attraverso l’ascolto. In questo
caso è attraverso la visione. Noi contempliamo il mistero di Dio con gli occhi,
con questi sensi spirituali e nello stesso tempo siamo visti dalle icone, da
questi occhi di Cristo, dagli occhi dei santi. Così, riflettendo su di noi la
loro gloria, siamo trasformati di gloria in gloria e diventiamo conformi
all’immagine di Cristo, che è l’immagine di Dio, l’immagine del Padre.
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RADIO, TELEVISIONE E WEB
PROTAGONISTI DEL PRIX ITALIA,
GIUNTO ALLA 57.MA EDIZIONE.
CONCERTO
INAUGURALE STASERA A CERNOBBIO SUL LAGO DI COMO
- Intervista con Alessandro Feroldi -
Un concerto dedicato alle musiche dei film di Luchino Visconti inaugurerà questa sera a Villa Erba, a Cernobbio, sul lago di Como, la 57 ma edizione del Prix Italia, il premio Rai per la radio, la televisione ed il web che, fino al 24 settembre, torna a Milano dopo quasi trent’anni. La nostra inviata Antonella Palermo ci presenta l’evento:
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Sono 182 i programmi che concorrono al Prix Italia, il
Premio Internazionale Rai, ospitato quest’anno dalla Pirelli Re nel quartiere
della Bicocca di Milano. Per la Radio sono in palio 6 premi, altrettanti per la
tv, uno per il web. 82 emittenti di 42 nazioni a confronto attraverso i media.
Il segretario generale Alessandro Feroldi:
R. – Milano come il Prix Italia: qualità,
innovazione, creatività. Prix Italia da sempre ha soci dell’Est.
Tradizionalmente i Paesi dell’Est sono molto fantasiosi e creativi, alcuni di
loro hanno anche promosso a loro volta premi sul mercato dell’Est e stanno
avvicinandosi a noi, essendo ovviamente interessati. Rimane il grande problema
del doppiaggio. Questa nuova Europa è una babele di lingue.
Tra i premi speciali, la Coppa del
Presidente della Repubblica, che verrà assegnata al miglior programma sulla
realtà dei giovani; il Premio Signis, che l’Associazione cattolica
internazionale conferirà al programma tv che meglio avrà contribuito alla
promozione dei valori umani; il Premio Granarolo comunicazione per la vita, da
cinque anni inserito in questa iniziativa e destinato ad uno dei 26 prodotti
che ben documentano l’impegno sociale e la salvaguardia della dignità umana. In
questa categoria partecipa anche un documentario di Rai Educational dedicato
alla sofferenza di Karol Wojtyla. Questa edizione del Prix Italia si
caratterizza anche per un maggior coinvolgimento degli studenti:
R. – Ho tenuto molto a questa cosa. Di fianco a
Pirellli Bicocca c’è l’Università Bicocca Statale di Milano con 30 mila
studenti. L’Università ha scelto i migliori studenti di Filosofia, Sociologia e
Psicologia per mandarli a lavorare con noi. D’altro canto, il Centro
sperimentale di cinematografia di Roma, che è affiliato ad una sezione
milanese, ci ha mandato gli studenti del Corso di fiction tv.
E uno dei
temi centrali che verrà discusso al Prix Italia sarà il rapporto tra cinema e
tv sempre più parenti…
R. – Se uno guarda le cifre, la produzione di
fiction televisiva, almeno in Italia, è di molto superiore alla produzione
cinematografica. Gli autori di cinema e televisione sono sempre più gli stessi.
Così è per i registi e così è per gli attori. Quindi, ormai siamo
all’omologazione.
E, come
da tradizione, al Premio Italia saranno presentati alcuni dei futuri programmi
del palinsesto delle rete Rai, nonché libri sulla comunicazione, tra cui uno
dedicato alla storia del quiz.
Antonella
Palermo, Radio Vaticana.
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IL FESTIVAL SETTEMBRE MUSICA
A TORINO TRA MELODRAMMA E LITURGIA
- Con noi, il direttore artistico prof. Enzo
Restagno -
“Tra
melodramma e liturgia”: ieri sera a Torino il Festival Settembre Musica, che
propone diversi percorsi tra musica e spiritualità, presenta nella Chiesa di
Nostra Signora della Salute un singolare concerto d'organo di Roberto Cognazzo,
con pagine sacre di autori tipicamente lirici come Meyerbeer, Rossini, Bellini,
Donizetti, Gounod, Verdi. A.V. ne ha parlato con il direttore artistico
della rassegna, il musicologo Enzo Restagno:
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R. -
Nell’Ottocento, il grande secolo dell’Opera lirica in Italia, non esistevano
mezzi di trasmissione musicale. Come si poteva conoscere la musica, cioè
l’Opera? O andando a teatro, oppure studiandola al pianoforte, ma questo vuol
già dire una società borghese, più qualificata
e anche abbiente, le trascrizioni pianistiche delle Opere. Per il grande
pubblico, per il pubblico - vorrei dire – proletario, i mezzi erano due: uno
era la banda e l’altro era la chiesa, ove l’organo, lo strumento che per
tradizione ha sempre abitato nella chiesa, eseguiva queste musiche, non tanto
con lo scopo dell’intrattenimento, perché non si è mai violato il carattere del
luogo sacro, però mi sembra che la Chiesa abbia sempre avuto questa funzione di
accoglimento della popolazione. Basterebbe pensare che nell’età medievale le
più grandi cattedrali, come Notre Dame di Parigi, oppure Canterbury, avevano
queste dimensioni così imponenti che ancora oggi ci impressionano, perché erano
pensate di dimensioni tali da potere, in casi eccezionali, accogliere sotto il
proprio tetto tutta la popolazione della città. Cioè la chiesa era veramente la
casa.
D. –
Accanto all’accoglienza anche l’esigenza divulgativa, che è quella che poi fa
nascere il teatro, la grande pittura
sacra?
R. – Era
un pochino la spettacolarità offerta ai poveri in un certo senso, con uno scopo
proprio di grande carità e anche un significato culturale e musicale. Poi,
queste partiture, le arie dell’Opera, venivano trascritte da compositori che
erano per lo più degli ecclesiastici. Uno dei più noti è per esempio padre
David da Bergamo, il quale era un eccellente musicista, che trascriveva per lo
strumento, cioè per l’organo, questi momenti e li adattava in qualche modo.
Insomma musiche di vario genere venivano metabolizzate e restituite al pubblico
dei fedeli, magari con un sapore un po’ diverso. E’ un fenomeno addirittura
grandioso, che nei secoli ha portato risultati straordinari.
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18
settembre 2005
CELEBRATI IERI I 25 ANNI DELLA FRATERNITÀ
SACERDOTALE DEI MISSIONARI
DI SAN CARLO
BORROMEO CON UNA MESSA PRESIEDUTA NELLA BASILICA ROMANA
DI SANTA MARIA MAGGIORE DAL CARDINALE CAMILLO RUINI,
VICARIO DEL PAPA
PER LA DIOCESI DI ROMA
ROMA. = In occasione del ventesimo anniversario
della fondazione della Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo
Borromeo è stata celebrata ieri, nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore,
una Messa presieduta dal cardinale Camillo Ruini, vicario del Papa per la diocesi di Roma.
Nell’omelia, il porporato ha sottolineato come “la grazia particolare che i
seminaristi e i sacerdoti della Fraternità di San Carlo Borromeo stanno vivendo
sia quella della convivenza con il loro fondatore”, don Massimo Camisasca. “Don
Massimo - ha aggiunto il cardinale Ruini – ha svolto in questi anni un lavoro quotidiano
di compagnia paterna a molte generazioni di seminaristi”. “Non potrà esserci
formazione di seminaristi e sacerdoti – ha spiegato il porporato - senza questa
fondamentale esperienza: il rapporto diretto e vivo dei seminaristi e dei preti
con i loro superiori e formatori; un rapporto di amicizia e di paternità
ricevuta”. La Fraternità di San Carlo è stata fondata nel 1985
ed è formata da circa 70 sacerdoti e da 40 seminaristi. E’ presente in 15 Paesi e l’ultima
casa è stata aperta dalla Fraternità nel 2001 a Taipei, sull’isola di Taiwan.
La Fraternità intende contribuire alla missione della Chiesa secondo il carisma
del movimento ecclesiale di “Comunione e Liberazione”, fondato nel 1954 da don
Luigi Giussani. (A.L.)
AVANZANO I NEGOZIATI DI PACE SUL DARFUR TRA RIBELLI
E GOVERNO DI KARTHOUM NONOSTANTE LA SPACCATURA ALL’INTERNO DI UN GRUPPO DI
INSORTI E L’ASSENZA DEI LEADER DI ALCUNE FAZIONI DELLA MARTORIATA REGIONE
SUDANESE
ABUJA. = Proseguono in Nigeria i colloqui di pace
sul Darfur tra insorti e governo malgrado la netta spaccatura all’interno di
uno dei due gruppi di ribelli che partecipano ai negoziati. La sesta tornata di
trattative – riferisce l’Agenzia missionaria MISNA - è segnata, inoltre, da defezioni
importanti, quali quelle di diversi leader di comunità del Darfur. Proprio con
lo scopo di coinvolgere tutte le parti, un gruppo armato minore, il Movimento
nazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (MNDR), ha chiesto alle fazioni
presenti nella martoriata regione sudanese di partecipare alle trattative. “I
colloqui di Abuja rappresentano una cornice ideale per la soluzione del
conflitto in Darfur, ma l’esclusione di alcuni gruppi potrebbe avere gravi
ripercussioni”, ha detto il coordinatore del movimento MNDR. Osservatori della
UNMIS, la missione dell’ONU in Sudan, segnalano intanto che, nonostante la
ripresa dei negoziati, non si arresta l’ondata di violenze in Darfur, dove le azioni
delle milizie filogovernative dei Janjaweed e gli scontri tra ribelli e forze
governative hanno provocato, secondo diverse organizzazioni internazionali,
decine di migliaia di morti. Gli sfollati sono almeno due milioni e i rifugiati
più di 200 mila. (A.L.)
LE COMUNITÀ TERAPEUTICHE DELL’ASSOCIAZIONE PAPA
GIOVANNI XXIII COMPIONO
25 ANNI. DURANTE QUESTO ARCO DI TEMPO, SONO STATI
ACCOLTI PIÙ
DI 80 MILA GIOVANI. L’80 PER CENTO È STATO
REINSERITO NELLA SOCIETÀ
ROMA. = Le comunità dell’Associazione ‘Papa Giovanni
XXIII’, fondata da don Oreste Benzi, compiono 25 anni. L’azione di recupero dei ragazzi, caduti nel tunnel
della droga e recuperati con il metodo della Comunità, è iniziata il 5 ottobre
del 1980 ed è una storia segnata da numeri importanti: più di 8 mila giovani
sono stati accolti nelle 36 comunità terapeutiche che l’Associazione gestisce
in Italia, Cile, Brasile, Russia e Croazia. L’ottanta per cento di questi
ragazzi si sono reinseriti nella società. Anche l’azione di prevenzione è stata
intensa: oltre 4 mila giovani sono stati aiutati a non cadere nella droga.
Obiettivo della Comunità è quello di far riscoprire ai giovani se stessi e le
loro potenzialità. In questo sforzo teso ad una rinascita, sono centrali il
Vangelo e l’incontro con Cristo. Questa imminente ricorrenza si aggiunge ad un
altro recente anniversario. Lo scorso 7 settembre, don Oreste Benzi ha compiuto
80 anni ed il Papa gli aveva rivolto i propri auguri. Benedetto XVI aveva
espresso “viva riconoscenza per il lungo e
infaticabile servizio reso a quanti versano in condizioni di disagio e
abbandono”. Il Santo Padre aveva anche invocato una rinnovata effusione di favori
celesti affinché possa proseguire con sempre generosa dedizione l’opera
apostolica intrapresa da don Oreste “seminando speranza e pace nel cuore di
tante persone provate e testimoniando il Vangelo della carità”. (A.L.)
ASSALTATA LA MISSIONE DELLE SUORE DI CARITÀ DI MADRE
TERESA DI CALCUTTA
A KAJAGA, IN BURUNDI. L’AGGRESSIONE, FORTUNATAMENTE,
NON HA PROVOCATO VITTIME
BUJUMBURA. = Una quarantina di uomini armati ha
preso d’assalto la missione delle ‘Suore della carità’ di Madre Teresa di
Calcutta a Kajaga, nei pressi di Bujumbura, capitale del Burundi. Nessuna
persona, fortunatamente, è rimasta ferita. Gli aggressori hanno rubato cibo e
medicine. Lo hanno riferito ieri all’Agenzia ‘MISNA’ fonti locali precisando
che l’episodio è avvenuto giovedì scorso. Gli assalitori indossavano una divisa
ma non è chiaro se si trattasse di esponenti delle Forze di liberazione
nazionale (FNL), l’unico gruppo ribelle rimasto in armi in Burundi. La missione
di Kajaga comprende un orfanotrofio con un centinaio di bambini e un ospizio
con decine di anziani e malati. (A.L.)
LA 55.MA ASSEMBLEA GENERALE DELLA
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA,
IN PROGRAMMA A NOVEMBRE AD
ASSISI, AL CENTRO DEI LAVORI
DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA
CEI CHE SARANNO APERTI DOMANI A ROMA
DAL CARDINALE CAMILLO RUINI
ROMA. = Con la prolusione del cardinale Camillo Ruini, presidente della
Conferenza episcopale italiana (CEI), si aprirà domani a Roma il Consiglio episcopale
permanente della CEI. Seguiranno le elezioni dei membri delle Commissioni episcopali,
dei membri e del presidente del Consiglio per gli affari giuridici, del
presidente del comitato per l’edilizia di culto e del presidente del collegio
dei revisori dei conti. La riunione del Consiglio episcopale, che si concluderà
il prossimo 22 settembre, prenderà poi in esame l’ordine del giorno riguardante
la 55.ma Assemblea generale che si terrà ad Assisi dal 14 al 18 novembre 2005.
Nel corso dei lavori, verrà presentata l’ultima stesura del testo degli
“Orientamenti e norme per i seminari” e la prima bozza della traduzione
italiana del “Martirologio romano”. Entrambi i testi verranno presi in esame
nella prossima Assemblea Generale straordinaria. Dopo la valutazione della
proposta del messaggio per la Giornata per la vita 2006, i vescovi si
incontreranno in due gruppi separati: i presidenti delle Conferenze episcopali
regionali rifletteranno dal punto di vista pastorale sull’attività dei
tribunali ecclesiastici regionali; i presidenti delle Commissioni episcopali
esamineranno le indicazioni sulla metodologia di lavoro e sulla programmazione
quinquennale delle Commissioni stesse. (A.L.)
GEORGIA: PRIMO RELIGIOSO GEORGIANO DOPO DUE SECOLI.
SI TRATTA DI UN CHIERICO CAMMILIANO
TBILISI. =
Dopo due secoli, la Georgia ha un proprio religioso. Si tratta del chierico
camilliano Akaki Chelidre, che il 4 settembre scorso, ha emesso la professione
religiosa perpetua nella Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo nella
capitale Tbilisi. Ad accogliere la professione è stato il padre Antonio
Menegon, provinciale della provincia piemontese dei Camilliani, dalla quale
dipende la fondazione caucasica. La lunga assenza di un religioso georgiano è
da mettere in relazione alla sudditanza imposta alla Georgia dapprima dagli zar
russi e poi dal regime comunista. In Georgia, dove abitano più di 5 milioni di
persone, gli ortodossi sono il 65 per cento e i musulmani l’11 per cento. I
cattolici sono più di 100 mila. (A.M.)
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- A cura
di Dorotea Gambardella -
Ennesima giornata di
sangue in Iraq. Un soldato statunitense è morto in un attentato dinamitardo nei
pressi della base aerea di Al Asad, vicino al confine con la Siria. Ma è solo
un episodio della lunga scia di sangue che ieri ha provocato oltre trenta
vittime. I particolari nel nostro servizio.
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Continua la campagna
di violenza della rivolta sunnita in Iraq. L'ultimo e più sanguinoso episodio
della giornata di ieri è avvenuto poco dopo le 19.00, quando un'autobomba è
esplosa in un quartiere a maggioranza sciita alla periferia di Baghdad. Trenta
i morti, tra cui numerose donne e bambini, stando a quanto riferito da fonti
ospedaliere. Sempre nella capitale, un deputato curdo del Parlamento iracheno è
stato ucciso con il suo autista e una guardia del corpo e un altro è rimasto
ferito in un attacco al convoglio nel quale viaggiavano. Lo ha reso noto, oggi,
il ministero degli Interni locale, precisando che l'agguato è avvenuto ieri.
Sangue anche al centro di Baquba, nel cosiddetto "triangolo sunnita":
di due morti e sedici feriti il bilancio. Solo nel corso di questa settimana
sono state circa 250 le vittime della guerriglia nella capitale o nella
periferia di Baghdad. Gli attacchi degli ultimi tre giorni sono stati
rivendicati dal gruppo del rappresentante di Al-Qaeda in Iraq, Abu Musad
al-Zarqawi, come rappresaglia per l'offensiva Usa-irachena contro la città di
Tal Afar, dove secondo il comando americano sono stati uccisi oltre 145 ribelli
e 361 sono stati arrestati. E la stampa locale ha rivelato il ritrovamento, nel
sud del Paese, di altre due fosse comuni con i resti di decine di vittime della
spietata repressione sciita, nel 1991, contro il deposto regime di Saddam
Hussein. Sul piano politico, è stata consegnata l'ennesima bozza della
costituzione alle Nazioni Unite, che dovranno stamparne cinque milioni di copie
da distribuire agli elettori in vista del referendum del prossimo 15 ottobre.
Il vicepresidente del Parlamento, Hussein Sharistani, ha fatto sapere che, in
seguito ad ulteriori colloqui con la minoranza sciita, sono stati modificati
cinque articoli del trattato.
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Il ministero degli
Esteri iraniano ha messo in guardia l'Aiea, l'Agenzia internazionale per
l'energia atomica, dal prendere decisioni “politicizzate” nei confronti di
Teheran sul nucleare. In caso contrario, ha assicurato una presa di posizione
radicale. Il Consiglio dei Governatori dell'Aiea si riunisce da domani a
Vienna. Nella capitale austriaca, i Paesi europei e gli Stati Uniti potrebbero
proporre il rinvio della questione Iran al Consiglio di Sicurezza. Intanto, il
ministro degli Esteri britannico, Jack Straw, ha giudicato “deludente” il
discorso tenuto ieri all'Onu dal presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, il
quale ha dichiarato che il suo Paese si vuole dotare della tecnologia per
l'arricchimento dell'uranio. Nessun commento in proposito dal segretario di
Stato americano, Condoleezza Rice, che si è limitata a ribadire come l'Iran
debba ''avviare discussioni realistiche con il resto del mondo'' sulla
questione nucleare.
Sempre ieri,
incontro a New York, tra il ministro degli Esteri statunitense, Condoleezza
Rice, e l’omologo libico, Mohammed Abdelrahman Shalgam. Durante il colloquio,
la signora Rice ha espresso l’impegno del suo Paese ad approfondire le
relazioni con l'ex “nemico”, il quale a sua volta ha promesso di adoperarsi
nella lotta al terrorismo. Lo ha reso noto il Dipartimento di Stato americano.
Incidente mortale al
rally di Gran Bretagna. La vittima, stando a quanto comunicato dagli organizzatori,
è il 39enne britannico Michael Park, navigatore dell'estone Markko Martin nella
Peugeot. L’auto è uscita di strada schiantandosi contro un albero. I due piloti
correvano insieme dal 2000, in precedenza Park era stato con Richard Burns e
Colin McRae. La prova, valida per il mondiale, è stata sospesa.
Medio Oriente. Dopo
una settimana di sforzi vani, le forze di sicurezza palestinesi sono riuscite,
stamani, a bloccare il transito a Rafah fra la striscia di Gaza e il vicino
territorio egiziano. Intanto, circa 100 mila profughi palestinesi residenti da
anni sul territorio della Giordania potrebbero essere spostati a Gaza. Lo
rivelano fonti israeliane, precisando che la trattativa sarebbe stata avviata
proprio dai giordani. Il negoziato, però, non è stato confermato dai vertici
dell'Autorità nazionale palestinese. Intanto, secondo l’intelligence
israeliana, l'organizzazione terroristica Al Qaeda ha cominciato il
reclutamento di volontari per la Palestina, diffondendo da ieri avvisi in tal
senso attraverso tutti i suoi mezzi di comunicazione. E sempre ieri, è stata
diffusa la notizia dell’uccisione a Nablus, in Cisgiordania, di un ufficiale
della polizia palestinese ad opera di agenti della sicurezza nazionale
palestinese che esigevano la liberazione di un loro compagno.
Le truppe
governative indonesiane hanno cominciato il ritiro dalla provincia di Aceh. Un
primo gruppo di 800 militari è partito per la città di Medan, nel nord
dell'isola di Sumatra. Lo scorso agosto, in Finlandia, l’esecutivo di Giakarta
aveva firmato un trattato di pace con i ribelli separatisti che prevedeva
appunto un ritiro graduale dell’esercito governativo.
Atto intimidatorio
contro una moschea a Malmoe, a sud di Stoccolma. Una bomba incendiaria è stata
scagliata la scorsa notte contro l'edificio religioso. Pronto l'intervento dei
vigili del fuoco che hanno spento le fiamme limitando i danni alla struttura.
Al momento dell'attentato all'interno della moschea non c'era nessuno.
Il Centro uragani di
Miami tiene sotto stretta osservazione due nuovi fenomeni metereologici
rafforzatisi nelle ultime ore: la tempesta tropicale Philippe, che ha preso
forma al largo delle Antille, e soprattutto una depressione tropicale,
sviluppatasi vicino alle Bahamas e che a giorni potrebbe creare problemi alle
isole, al sud della Florida e a Cuba. Se i venti che alimentano la depressione
Philippe, che al momento viaggiano a 48 km orari, superassero i 60, si avrebbe una nuova tempesta tropicale, già
battezzata Rita.
Una scossa di
terremoto di magnitudo 5,4 ha colpito le isole indiane di Nicobar. Il sisma è
stato registrato nella notte e non avrebbe provocato né danni né vittime. Lo ha
riferito l'Istituto meteorologico locale.
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