RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 248 - Testo della trasmissione di lunedì 5 settembre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI ha ricevuto a Castel Gandolfo i reali di Spagna

 

L’unità di tutti i cristiani, un’urgenza del nostro tempo: in un messaggio, l’auspicio del Papa agli studiosi cattolici e ortodossi  riuniti ad Assisi per il IX Simposio intercristiano

 

L’Anno dell’Eucaristia verso la conclusione. Il Santo Padre ieri all’Angelus ha ribadito la centralità del Sacramento  della presenza reale di Gesù : la riflessione di padre Ildebrando Scicolone

 

Il 23 ottobre prossimo Benedetto XVI proclamerà 5 nuovi Santi: hanno testimoniato il Vangelo, condividendo la vita dei più poveri

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Dedicata a Giovanni Paolo I, questa sera alle 20.30 su Rai Tre, la puntata de “La grande storia”: ce ne parla Luigi Bizzarri

 

CHIESA E SOCIETA’:

Ricorre oggi la festa della beata Teresa di Calcutta. Celebrazioni in tutto il mondo, in ricordo dell’amata suora, scomparsa in India il 5 settembre del 1997

 

Epidemia di encefalite nel Nord dell’India: oltre 400 finora le vittime

 

Ucciso in Brasile, forse a scopo di rapina, un missionario italiano: si tratta di don Beppe Bessone, torinese, nel paese latinoamericano dal 1975

 

Il coordinatore ONU degli aiuti umanitari accusa la comunità internazionale di ignorare la crisi umanitaria, che colpisce la Repubblica democratica del Congo: mille i morti ogni giorno

 

Arrestato in Cina un sacerdote cattolico. Era già stato tre anni nei lager per aver predicato il Vangelo

 

Si sono svolti stamane a Palermo i funerali del padre gesuita Ennio Pintacuda

 

Incomunicabilità di una coppia nel film “Gabrielle” del  francese Chereau, alla Mostra di Venezia

 

24 ORE NEL MONDO:

Cade un aereo in Indonesia: almeno 130 i morti

 

 Unione Europea e Cina hanno trovato l’intesa sul tessile

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 settembre 2005

 

 

BENEDETTO XVI HA RICEVUTO A CASTEL GANDOLFO I REALI DI SPAGNA

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

L’agenda degli appuntamenti di Benedetto XVI si è aperta questa mattina con la prima udienza privata concessa dal Papa a rappresentanti di una Casa reale. Nella sua residenza estiva di Castel Gandolfo, il Pontefice ha ricevuto il re di Spagna, Juan Carlos, e la regina Sofia, accompagnati dal loro seguito. Per Benedetto XVI si è trattato del secondo incontro con i reali di Spagna: il primo era avvenuto il 24 aprile scorso, giorno della Messa di inizio del Pontificato.

 

 

ALTRE UDIENZE

 

Benedetto XVI ha ricevuto nel corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, il cardinale Camillo Ruini, vicario generale per la Diocesi di Roma, e due presuli messicani in visita ad  Limina: mons. Fernando Mario Chávez Ruvalcaba, vescovo di Zacatecas, e mons. José Ulises Macías Salcedo, arcivescovo di Hermosillo,

 

 

L’UNITA’ DI TUTTI I CRISTIANI, UN’URGENZA DEL NOSTRO TEMPO:

IN UN MESSAGGIO, L’AUSPICIO DI BENEDETTO XVI AGLI STUDIOSI CATTOLICI E

ORTODOSSI RIUNITI AD ASSISI PER IL NONO SIMPOSIO INTERCRISTIANO

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

“La ricerca della piena unità visibile tra tutti i discepoli di Cristo viene avvertita come particolarmente urgente nel nostro tempo e si sente per questo il bisogno di una più profonda spiritualità e di un accresciuto amore reciproco”. L’affermazione di Benedetto XVI è contenuta nel suo messaggio al cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, in occasione del IX Simposio Intercristiano, in corso ad Assisi fino a dopodomani. Ce ne parla Alessandro De Carolis:

 

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L’Eucaristia al centro del dialogo ecumenico. Nell’anno speciale dedicato da Giovanni Paolo II al mistero del Corpo e del Sangue di Cristo – ricordato anche ieri all’Angelus dal Papa - il Simposio Intercristiano di Assisi viene ad arricchire undici mesi di iniziative ininterrotte. E lo fa mettendo insieme per la nona volta sei studiosi ortodossi e sei cattolici per dar vita a quello “scambio fraterno”, come lo definisce Benedetto XVI, in grado di far emergere, attraverso “il dialogo e il confronto nella verità e nella carità”, la fede comune e gli aspetti teologici e liturgici della tradizione occidentale e di quella orientale.

 

Per il Papa, il Simposio mette in risalto l’urgenza del ritorno alla comunione e alla “piena unità” dei cristiani. Ed è questo anche l’augurio che Benedetto XVI fa ai partecipanti al Simposio, che vede dal ’92 l’Istituto di spiritualità della Pontificia Università Antonianum e il Dipartimento di teologia dell’Università Aristotile di Tessalonica lavorare fianco a fianco per la sua realizzazione. Il Simposio di Assisi, conclude il Papa, “pone in luce l’impegno, la ricerca e lo studio comuni tesi a chiarire differenze e a superare incomprensioni. In questa linea, gli Istituti di insegnamento teologico possono svolgere un ruolo fondamentale per la formazione delle nuove generazioni e per offrire una rinnovata testimonianza cristiana nel mondo di oggi”.

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SULLA CENTRALITA’ DELL’EUCARISTIA PER LA VITA DELLA CHIESA,

SOTTOLINEATA IERI DAL PAPA ALL’ANGELUS, LA RIFLESSIONE DI

PADRE ILDEBRANDO SCICOLONE, LITURGISTA DEL

PONTIFICIO ATENEO SANT’ANSELMO

 

All’Angelus domenicale, Benedetto XVI ha riaffermato la centralità dell’Eucaristia, presenza reale di Cristo nella vita della Chiesa e in quella di ogni  cristiano. Un richiamo dal significato particolare, a poche settimane dall’inizio dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi in Vaticano, sul tema: “L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”. Evento, questo, che, in ottobre, segnerà la conclusione dell’Anno dell’Eucaristia, fortemente voluto da Giovanni Paolo II per “ridestare nel popolo cristiano la fede, lo stupore e l’amore verso questo grande Sacramento”. Proprio al suo amato predecessore, Benedetto XVI ha dedicato un ricordo commosso. “Negli ultimi mesi – ha detto il Pontefice – la malattia lo ha assimilato sempre più a Cristo sofferente”. Sulle parole del Papa all’Angelus e in particolare sull’Eucaristia, “vero tesoro” della Chiesa, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di padre Ildebrando Scicolone, monaco benedettino e professore di Liturgia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma:

 

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R. – L’Eucaristia è fondamentale, perché il Cristianesimo – il Papa lo ricorda spesso – si fonda proprio sull’incontro con il Signore risorto; e l’Eucaristia è l’incontro della comunità cristiana con il Signore risorto che mangia con loro. La sera di Pasqua, la Chiesa si riconosce come tale proprio in questo momento importante conviviale e sacrificale insieme.

 

D. – Il Papa ha ricordato che per il suo amato predecessore, la Santa Messa era il centro di ogni sua giornata ...

 

R. – Credo che sia l’elemento più forte di ogni Papa e di ogni cristiano. Io ricordo personalmente di avere concelebrato con il Santo Padre nella sua cappella privata; ricordo come l’ho trovato: inginocchiato per la preparazione, e come celebrava. Noi normalmente ricordiamo il Papa nelle grandi celebrazioni, nelle grandi piazze. Ma nella sua celebrazione di ogni giorno, lui stava due ore o più in preghiera! E’ chiaro che la forza della sua attività apostolica era data proprio dal suo incontro quotidiano con il Signore nella Eucaristia!

 

D. – Benedetto XVI ha sottolineato che l’Eucaristia è il vero tesoro della Chiesa. Ecco, in questo senso c’è anche un invito, un’esortazione del Papa alla riscoperta del vero significato del mistero eucaristico?

 

R. – La vera Eucaristia è la celebrazione eucaristica. Ora, io ho paura che molti cristiani, anche quelli che vanno a Messa la domenica, non sanno cosa esattamente sia la celebrazione, cosa sia la Messa. Il tesoro della Chiesa è sia la presenza di Cristo nell’Eucaristia, ma soprattutto la presenza della sua Pasqua. L’Eucaristia è il banchetto pasquale del Nuovo Testamento, o la Pasqua rituale del Nuovo Testamento. Per gli ebrei, fare Pasqua una volta l’anno era la festa più grande. Noi facciamo Pasqua non ogni anno ma, come dice Paolo, “ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice, noi annunciamo la morte del Signore”. Il tesoro più grande è la Pasqua, cioè la risurrezione dell’uomo!

 

D. – L’Anno dell’Eucaristia si concluderà con l’assemblea sinodale di ottobre. I vescovi si riuniranno proprio sul tema dell’Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Quali le aspettative per questo evento?

 

R. – Un rinnovamento della Chiesa necessariamente si manifesta nel rinnovamento della partecipazione del popolo cristiano alla celebrazione eucaristica. Ora, in questi 40 anni che ci separano dal Concilio Vaticano II, molti passi avanti si sono fatti per quanto riguarda la partecipazione. Bisogna ancora insistere sul rinnovamento della vita cristiana, e sulla partecipazione spirituale oltre che rituale, alla celebrazione. L’Eucaristia è, sì, Sacramento della morte e della Risurrezione di Cristo, della sua offerta al Padre, della sua obbedienza al Padre, fino alla morte – e morte di Croce –ma deve essere anche il Sacramento, cioè il segno, che esprime a livello, appunto, simbolico, sacramentale, la vita dei cristiani come offerta gradita a Dio. Gesù ci ha salvati con la sua obbedienza, e la sua obbedienza fino alla morte la rendiamo presente nel Sacramento dell’Eucaristia; noi ci uniamo al suo sacrificio offrendo il sacrificio di noi stessi, cioè fare la volontà del Padre, fare l’obbedienza fino alla morte, e morte di Croce. Padre Pio lo ha fatto, Giovanni Paolo II lo ha fatto: tutti i cristiani per vivere l’Eucaristia devono unirsi al sacrificio di Cristo.

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LA CHIESA AVRÀ PRESTO 5 NUOVI SANTI:

 DUE POLACCHI, DUE ITALIANI E UN CILENO.

HANNO TESTIMONIATO IL VANGELO CONDIVIDENDO LA VITA DEI PIÙ POVERI

           

La Chiesa avrà presto 5 nuovi Santi: un arcivescovo, tre sacerdoti e un frate. Si tratta di due polacchi, due italiani e un cileno. La Prefettura della Casa Pontificia ha reso noto che il 23 ottobre prossimo Benedetto XVI presiederà in Piazza San Pietro la solenne celebrazione per la loro canonizzazione. Il servizio di Sergio Centofanti:

 

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Tra i prossimi Santi figura l’arcivescovo di Leopoli dei Latini, Josef Bilczewski, polacco - vissuto tra il 1860 e il 1923, professore di teologia dogmatica ed esperto in archeologia cristiana: durante la Prima guerra mondiale è stato punto di riferimento e sostegno per cattolici, ortodossi ed ebrei di questa terra, oggi Ucraina. La sua vita spirituale è racchiusa in tre parole: preghiera, lavoro, rinnegamento di sé per seguire Gesù e servire gli altri. Passava intere notti a pregare.

 

A Leopoli è vissuto nello stesso periodo padre Zygmunt Gorazdowski, anch’egli polacco, fondatore della Congregazione delle Suore di San Giuseppe per i poveri e gli ammalati. La sua carità non si fermava davanti a niente: durante un epidemia di colera soccorreva i malati e deponeva i morti nelle bare incurante del contagio, suscitando in tutti stupore e ammirazione.

 

Il gesuita cileno Alberto Hurtado Cruchaga, vissuto nella prima metà del 1900, ha maturato la sua fede durante una infanzia passata in povertà. Orfano di padre a quattro anni, la madre è costretta a vendere tutto per i debiti, e si ritrova senza casa. Da religioso il suo carisma sarà quello di portare ai poveri non solo aiuto, ma anche dignità, speranza e affetto: “non solo un luogo in cui vivere – diceva – ma un vero focolare domestico”.  Realizza così numerosissimi “focolari di Cristo” per i più diseredati.

 

Sono italiani gli ultimi due beati, ormai prossimi alla canonizzazione: Felice da Nicosia, fratello laico dei Francescani Cappuccini, vissuto nel ‘700: di umili origini, analfabeta, ha sperimentato l’umiliazione anche tra i suoi confratelli, che lo sbeffeggiavano per la sua ignoranza. Docile e mite testimoniava ogni giorno la sua umiltà. Aveva il compito di fare l’elemosina per il convento. Definiva se stesso come un asinello che carico portava quanto raccolto al monastero. Tutte le domeniche andava a visitare i carcerati. Nel povero e nel disprezzato vedeva la persona stessa di Gesù e così li trattava.

 

Infine Gaetano Catanoso, vissuto tra il 1879 e il 1963. Spedito come parroco in un piccolo e sperduto Paese dell’Aspromonte, ha condiviso con i suoi parrocchiani una vita di stenti e di privazioni, diffondendo la devozione eucaristica e mariana. Per lui la preghiera era più dello stesso respiro. Tutte le sue opere partono dalla contemplazione: il volto di Cristo – affermava – è la mia forza.  Fonda la Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo, inviate agli ultimi. E alle religiose diceva: “Il vostro posto è quello che gli altri hanno rifiutato: questa è la profondità del Vangelo, il nascondimento di Cristo, il farsi poveri per la vita degli altri”.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

In prima pagina: “Con gioia riaffermo la centralità dell’Eucaristia nella vita della Chiesa e dei Cristiani”: all’Angelus Benedetto XVI esorta il popolo cristiano a rinnovare la fede, lo stupore e l’amore verso il Santissimo Sacramento. Il dolore e la preghiera del Santo Padre per le popolazioni colpite dall’uragano in USA e per le vittime della strage di mercoledì a Baghdad. L’udienza del Papa al Re di Spagna, Juan Carlos, e alla Regina Sofia.

 

Servizio vaticano – Il messaggio del Papa al cardinale Kasper in occasione del IX Simposio Intercristiano (Assisi 4-7 settembre). L’ottavo anniversario della morte di Madre Teresa di Calcutta.

 

Servizio estero – Indonesia: precipita un aereo sul centro abitato di Meden: non meno di 130 i morti. Stati Uniti: Washington chiede aiuti per fronteggiare l’emergenza causata dall’uragano “Katrina”. Francia: 16 morti in un incendio doloso a Parigi.

 

Servizio culturale – Roma: I tanti “volti” di Villa Borghese in un recente volume fotografico.

 

Servizio italiano – Banca d’Italia: posizioni contrastanti all’interno del governo. Alitalia: Il Sult disponibile al dialogo, ma si conferma lo sciopero del 6 e 7.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 settembre 2005

 

 

DEDICATA  A GIOVANNI PAOLO I QUESTA SERA ALLE 20.30 SU RAITRE

LA PUNTATA DE “LA GRANDE STORIA”

- Intervista con Luigi Bizzarri -

 

“Giovanni Paolo I, il Papa del sorriso”. E’ dedicata ad Albino Luciani la puntata di questa sera de “La grande storia”, in onda alle 20.30 su Rai Tre. Filmati inediti e testimonianze di familiari, amici e collaboratori del 263° vicario di Cristo, che rimase sulla cattedra di Pietro per 33 giorni, raccontano la sua vita, la sua personalità. Tiziana Campisi ha chiesto al conduttore del programma Luigi Bizzarri, come emerge oggi la figura di Giovanni Paolo I:

 

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R. – Giovanni Paolo I per come emerge dal nostro film-documento si caratterizza soprattutto per alcuni aspetti. Il primo è quello della umiltà: lui pose sul suo stemma di cardinale la parola “humilitas”, e questo senso di umiltà, questo stare bassi come lui stesso lo chiamava è un po’ un leitmotiv di tutta quanta la sua vita. Questo spiega anche un po’ il suo giocare quasi a nascondino con la grande storia. Quello che colpisce è anche il suo uso estremamente discreto dei mezzi di comunicazione di massa. Cercò sempre di non porre se stesso al centro del proscenio del mondo, ma di far capire sempre che lui comunque era lì per rappresentare Qualcuno molto più grande di lui: voleva lasciare la scena al Cristo, al Crocifisso.

 

D. – Questo film-documento su Papa Lucani include anche immagini inedite. Cosa rivelano queste pellicole?

 

R. – Anzitutto un forte senso di umiltà, un forte senso della gerarchia, dell’obbedienza e di totale dedizione alla Chiesa; dall’altra però – diversamente da quanto si potrebbe pensare – un temperamento forte. E’ stato un personaggio che quando poté e finché poté, sembrò quasi sottrarsi al dominio della telecamera, ai flash dei fotografi e diciamo che quello che resta a distanza di tanti anni e probabilmente quello che colpisce è la sua volontà di stare da un lato per porre al centro del proscenio la Parola del Cristo.

 

D. – C’è un insegnamento di Papa Giovanni Paolo I che è rimasto particolarmente nel cuore dei fedeli?

 

R. – Io credo che il messaggio va riferito soprattutto al periodo di cui stiamo parlando. Albino Luciani sale al soglio di Pietro in uno dei tempi più cupi della storia d’Italia. Siamo alla fine degli anni Settanta, Aldo Moro è stato appena sequestrato ed appena assassinato, un presidente della Repubblica si è appena dimesso, intorno c’è un clima di trame, di sospetti: l’Italia sembrava in un vicolo cieco. Ecco, probabilmente quel sorriso di Albino Luciani, quel sorriso disarmante poteva significare per molti la fuoriuscita dal deserto, la possibilità di continuare a sperare in una realtà migliore. Ha dato, come dire, l’annuncio e ad altri, poi, il compito di proseguire su quella strada con una nuova guida, senz’altro più giovane e dal passo più veloce.

 

D. – Quale tratto ha lasciato nella storia Giovanni Paolo I?

 

R. – Io credo che abbia lasciato la traccia della umiltà, della disciplina, della totale dedizione al Cristo, ma che significa anche determinazione, che significa però anche una volontà precisa nel seguire senza tentennamenti la strada della testimonianza della Parola di Dio.

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CHIESA E SOCIETA’

5 settembre 2005

        

RICORRE OGGI LA FESTA DELLA BEATA TERESA DI CALCUTTA.

CELEBRAZIONI IN TUTTO IL MONDO, IN RICORDO DELL’AMATA SUORA,

SCOMPARSA IN INDIA IL 5 SETTEMBRE DEL 1997

- A cura di Roberta Gisotti -

 

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CITTA’ DEL VATICANO. = Sono passati 8 anni dalla morte di questa “grande serva dei poveri, della Chiesa e del mondo intero”, così la ricordò Giovanni Paolo II, beatificandola in San Pietro, il 19 ottobre del 2003, appena cinque anni dopo la sua scomparsa. Ed oggi, tra le tante celebrazioni, sarà officiata una Messa alle ore 17 nella casa “Dono di Maria”, fondata dalla religiosa, all’interno della Mura vaticane, su richiesta di Papa Wojtyla, per assistere poveri e bisognosi che si affacciano nella città del Papa. La fama di madre Teresa, di origine albanese, nata nel 1910, fondatrice nel 1946 in India della Congregazione delle Missionarie della Carità, da Calcutta si era propagata in ogni continente, tanto che nel 1979 aveva ricevuto il Premio Nobel per la Pace. “Serva dei più piccoli”, “la sua vita è stata un vivere radicale e una proclamazione audace del Vangelo”, osservava Giovanni Paolo II. E pensando al domani di questa grande eredità per la Chiesa e per il mondo, suor Joshi Mary Nirmala, superiora generale delle Missionarie della Carità, succeduta a Madre Teresa, ha osservato che “oggi è un giorno bellissimo”, per “rinnovare il desiderio e l'impegno a camminare nell'amore, portare la pace agli altri e vivere in armonia nel mondo”. Intervistata dall’Agenzia cattolica AsiaNews, suor Nirmala ha riferito che stamani a Calcutta è stata celebrata una Messa dall’arcivescovo emerito della città, mons. Henry D’Souza, alla quale ha partecipato una folla di persone anche di altre religioni “per pregare la Madre e per la sua canonizzazione”. “Tutti noi – ha ricordato suor Nirmala – abbiamo ormai per sempre un’amica in cielo”.

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EPIDEMIA DI ENCEFALITE NEL NORD DELL’INDIA: SALE DI ORA IN ORA

IL BILANCIO DELLE VITTIME: ALMENO 468, SOLO NEGLI OSPEDALI PUBBLICI.

LE AUTORITA’ NON HANNO FONDI PER VACCINARE LE POPOLAZIONI A RISCHIO

 

NEW DELHI. = In India, sono salite a 468 le vittime accertate, solo negli ospedali pubblici, dell’epidemia di encefalite giapponese, che ha colpito il nord del Paese asiatico. Il morbo è causato da un virus “ospitato” dai maiali, che si trasmette attraverso il morso delle zanzare, molto abbondanti in India nel periodo delle piogge monsoniche, che va da luglio a settembre. L’unico modo per frenare l’epidemia è la vaccinazione, ma le autorità hanno detto di non avere fondi sufficienti. Il capo dell’Istituto di microbiologia dell’Uttar Pradesh, Dhole, ha descritto un quadro della situazione tragico nel distretto più colpito di Gorakhpur, nei pressi del confine con il Nepal. “E’ una catastrofe – ha detto Dhole – migliaia di bambini devono essere morti nei villaggi senza medicine e non abbiamo alcun dato sui morti negli ospedali privati”. L’encefalite detta “giapponese”, apparsa per la prima volta in Uttar Pradesh nel 1978, causa l’infiammazione del cervello, con febbre alto e stato di delirio, cui segue la morte. Per combatterla preventivamente, bisogna eliminare le zanzare portatrici del virus con apposite campagne di disinfestazione. (R.G.)

 

 

UCCISO IN BRASILE, FORSE A SCOPO DI RAPINA, UN MISSIONARIO ITALIANO: SI TRATTA DI DON BEPPE BESSONE, TORINESE, NEL PAESE LATINOAMERICANO DAL 1975

 

BLUMENAU. = E’ giunta stamane la notizia dell’uccisione in Brasile, venerdì notte, di un sacerdote di Bricherasio, nel torinese. Si tratta di don Beppe Bessone, 62 anni, che - secondo le prime ricostruzioni - sarebbe stato ucciso per estorsione. L’omicidio è avvenuto a Blumenau, città dello Stato di Santa Caterina nel sud del Paese. Lo ha riferito alla MISNA don Ferdinando Lanfranchini, parroco di Santa Maria Assunta, la chiesa di Bricherasio a cui apparteneva don Bessone e che il sacerdote piemontese aveva lasciato la scorsa settimana per tornare in Brasile, dove era missionario dal 1975.  

 

 

IL COORDINATORE ONU DEGLI AIUTI UMANITARI ACCUSA

LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE DI IGNORARE LA CRISI UMANITARIA IN CONGO,

DOPO LA GUERRA CIVILE: MILLE I MORTI OGNI GIORNO

 

BRUXELLES. = Uno tsunami ogni otto mesi: è l’ampiezza, per numero di vittime, del dramma che si sta consumando, tra l’indifferenza della comunità internazionale, nella Repubblica Democratica del Congo. A lanciare l’allarme, è il coordinatore degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, Jan  Egeland, in un’intervista pubblicata sul quotidiano belga “Le Soir”. Ricordando come in Congo sia in corso una delle peggiori crisi umanitarie che abbiano colpito il mondo negli ultimi anni, Egeland sottolinea che “ogni giorno si contano mille morti per malattie che potrebbero essere evitate”. Per far fronte all’emergenza, secondo il coordinatore ONU, servirebbe un miliardo di dollari. Il Congo aveva già registrato 2,5 milioni di vittime nei cinque anni di guerra civile, conclusasi nel 2003: in parte morti in combattimento o in massacri di civili, molti per fame o malattia. (R.G.)    

 

 

ARRESTATO IN CINA UN ALTRO SACERDOTE CATTOLICO.

ERA GIA’ STATO TRE ANNI NEI LAGER PER AVER PREDICATO IL VANGELO

 

PECHINO. = In Cina, un sacerdote cattolico, padre Pang Yongxing, è stato arrestato dalla polizia il 2 settembre scorso nell’Hebei. Lo rende noto la Kung Foundation: la notizia è stata confermata da fonti locali dell’agenzia missionaria AsiaNews. Con lui è stato arrestato anche un seminarista. Secondo alcuni testimoni, la Pubblica sicurezza ha impiegato ben 8 camionette per arrestare il sacerdote. Padre Pang, 32 anni, è un prete molto impegnato nell’evangelizzazione delle campagne dell’Hebei. Nel dicembre del 2001, era già stato arrestato per aver svolto il suo ministero di parroco senza la registrazione ufficiale dell’Ufficio Affari religiosi, subendo una condanna a 3 anni di lager. Era uscito pochi mesi fa e aveva ripreso la sua attività ecclesiale. Padre Pang cura una comunità di circa 800 cattolici. “Il governo cinese – sottolinea AsiaNews – pur ammettendo la libertà di religione nella Costituzione, permette le attività religiose solo in strutture e con persone registrate presso l’Ufficio Affari Religiosi. Ogni espressione di culto fuori da questi canali controllati è considerata illegale e pericolosa per l’ordine pubblico”. In Cina vi sono circa 15 milioni di cattolici.

 

 

IN UNA CHIESA AFFOLLATISSIMA DI FEDELI ED AMICI SI SONO SVOLTI

STAMANE A PALERMO I FUNERALI DEL PADRE GESUITA ENNIO PINTACUDA,

 NOTO STUDIOSO ED ANIMATORE DELLA VITA SOCIO-POLITICO-CULTURALE

 

PALERMO = In un clima commosso, si sono svolti questa mattina nella chiesa della Casa Professa dei Gesuiti a Palermo, i funerali di padre Ennio Pintacuda, spentosi la notte tra sabato e domenica all’età di 72 anni.  A dare l’ultimo saluto al padre gesuita, noto sociologo e politologo, una folla di fedeli e confratelli, esponenti del mondo della cultura e autorità civili. “L’eredità che padre Ennio lascia alla comunità cristiana e a tutta la società civile è il suo straordinario impegno politico mirato al benessere comune condiviso”, ha osservato nell’omelia padre Beneduce. Laureato in Teologia e in Legge, Padre Pintacuda, appassionato animatore culturale, attualmente dirigeva nel capoluogo siciliano il Centro studi direzionale CERISDI. Sarà sepolto a Prizzi, in provincia di Palermo, nel suo paese d’origine, cui era rimasto sempre molto legato. (R.G.)

 

 

INCOMUNICABILITA’ DI UNA COPPIA CHE SOLTANTO RECITA LA VITA,

 AL CENTRO DEL FILM “GABRIELLE” DEL REGISTA FRANCESE CHEREAU,

ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA

- A cura di Luca Pellegrini –

 

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VENEZIA. = Il grande regista francese Patrice Chéreau, per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia, affronta, con un film cameristico e dolorosamente attuale tratto dal racconto breve di Joseph Conrad, “Il ritorno”, l’incomunicabilità di una coppia che soltanto recita la vita e, nel reciproco disprezzo, perde per sempre la bellezza dell’amore. “Vorrei che il mio film rispondesse ad una domanda di tutti i tempi, che captasse qualcosa che appartiene all’inafferrabile, al segreto dei volti e dei movimenti”. Lo confessa Patrice Chéreau perché è conscio, da uomo di teatro qual è, quanto travolgente e difficile e quasi anti-cinematografica sia la breve storia – tre giorni appena nella Parigi intorno al 1912 – che racconta. Tutta racchiusa tra le mura sontuose e livide che conservano e proteggono nello scorrere impietoso ed annoiato dei giorni una ricca coppia borghese. Un palazzo che ospita soltanto due corpi, una prigione preparata e alimentata da dieci anni di sterilità e ipocrisia affettive. Ma qual è la domanda che solca i tempi, qual è la vocazione universale di questo bellissimo, dolorosissimo film e di Gabrielle, così il titolo, che ne è protagonista? La domanda - che alla Mostra del Cinema si riproporrà nel corso di questa settimana conclusiva in altri film dedicati alla donna, alle sue sofferenze, solitudini e vulnerabilità - parte dalla crisi devastante che questa coppia subisce, confrontandosi con l’artificiosità del loro amore. La domanda è dentro questo impietoso esibire le proprie fragilità: lei comunica l’abbandono definitivo ma lascia il marito per tre ore e mezza soltanto e poi torna, senza risposte da dare. Un volto rigato dalla rabbia e segnato dal pianto, quello intenso di Isabelle Huppert. E lui, Pascal Greggory, sentendosi tradito e oltraggiato, subissandola di domande, non riuscirà a trovare drammaticamente alcuna risposta. Si percepisce come si cammini sul vuoto quando l’amore non riesce a nutrirsi di desideri e ideali che superino la fugacità della passione, la formalità dell’apparenza, la sicurezza del denaro. Nello scontro passionale e appassionato di Gabrielle e del marito si erge lacrimosa e furiosa quella parte della natura umana che non riesce a liberarsi dalla pesantezza dell’avere e della finzione per vivere la libertà responsabile dell’amore come dono, che rende una coppia, un uomo e una donna, un meraviglioso progetto di Dio.

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24 ORE NEL MONDO

5 settembre 2005

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

Almeno 130 persone sono morte oggi a Medan, nell'isola indonesiana di Sumatra, quando un aereo di linea con 117 persone a bordo è precipitato in fase di decollo schiantandosi su un quartiere densamente abitato. Tra i morti ci sono almeno 30 persone che si trovavano a terra, secondo un bilancio non ufficiale e ancora non definitivo. Un portavoce della compagnia aerea privata Mandala ha detto che diversi passeggeri, forse nove, sono sopravvissuti allo schianto. L'aereo, un Boeing 737-200 con 112 passeggeri e cinque membri di equipaggio, era appena decollato, alle 09:40 locali, dalla pista dell'aeroporto Polonia, situato in mezzo alla città, con destinazione Giakarta. Subito, per motivi ancora sconosciuti, è precipitato, finendo su una strada in un'area densamente abitata a 500 metri dalla pista. Si è spezzato e ha preso fuoco.

 

Da Pechino è giunta la notizia che sul tessile Unione Europea e Cina hanno trovato l’intesa. Il nostro servizio:

 

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“L'accordo sta per essere finalizzato. I contenuti sono ora sottoposti all'approvazione degli Stati membri”: è quanto è emerso per il momento senza alcun dettaglio. L'intesa è arrivata a poche ore dall'avvio del vertice UE-Cina a Pechino e dopo una decina di giorni di negoziati intensi. L'obiettivo dei colloqui condotti dal commissario UE al commercio estero Peter Mandelson e dal ministro del Commercio cinese Bo Xilai era di trovare una soluzione alle montagne di  prodotti tessili cinesi bloccati nelle dogane europee. Il blocco c’era stato dopo il raggiungimento delle quote di esportazione definite nell'accordo commerciale bilaterale firmato a Shanghai il 10 giugno scorso. Oltre 80 milioni di prodotti, tra cui maglioni, pantaloni, camicette, sono ancora stipati nei container e nei magazzini alle frontiere della UE. L'accordo raggiunto “è un accordo equo, che ripartisce in parti uguali il carico” della soluzione della crisi: è l’unico commento giunto dalla portavoce della Commissione UE, Le Bail, che commenta l'intesa raggiunta a Pechino augurandosi che le modalità vengano rapidamente confermate. Per saperne di più, si attende la conferenza stampa congiunta del commissario UE, Peter Mandelson, e del ministro cinese del Commercio, Bo Xilai, prevista entro un’ora a Pechino.

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Otto civili e tre soldati iracheni vittime di un'autobomba contro una base della forza multinazionale a Hit, a  ovest della capitale dell'Iraq, mentre due poliziotti iracheni sono rimasti uccisi vicino al ministero dell'Interno a Baghdad, e due  soldati britannici hanno perso la vita nel sud dell'Iraq. Inoltre, quattro soldati americani e tre civili iracheni sono stati feriti nello scoppio di un'autobomba nel quartiere Baya della capitale. Ieri, nella città di Tall Afar, nel nord dell'Iraq, almeno 13 ribelli sono rimasti uccisi in un'operazione delle forze americane e irachene. Tra i morti, sette sono deceduti dopo essere stati colpiti da  razzi lanciati da elicotteri su una moschea della città situata  a 80 chilometri a ovest di Mossul, da cui stavano sparando  contro le forze americane. Tall Afar, località a 60 chilometri dalla frontiera siriana, è teatro di continue violenze e l'esercito americano e il governo accusano combattenti arabi di esservi in piena attività.

 

Vari scontri, con centinaia di feriti  e arrestati, sono avvenuti ieri a Bozuyuk, nella Turchia centrale, e  ad Istanbul per una manifestazione vietata dalle autorità che doveva tenersi ieri a Gemlik, sulla costa occidentale turca, in favore della ''liberazione'' di Abdullah Ocalan. Il leader  dell'organizzazione separatista armata curda Pkk  sconta  l'ergastolo nell'isola di Imrali, non lontano da Gemlik. I media turchi hanno precisato che gli scontri di Bozuyuk sono  avvenuti tra manifestanti pro Ocalan e ''la popolazione locale''  che li attendeva al ritorno da Gemlik. Gli  scontri hanno provocato almeno 144 feriti. Contemporaneamente, a Istanbul, 88 persone sono state  arrestate e diverse decine ferite, dopo che i manifestanti pro Ocalan,  per protesta contro  il divieto alla manifestazione di Gemlik, hanno attaccato le  forze di polizia con pietre e bottiglie molotov inneggiando. Il PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan) ha interrotto  nel giugno 2004 la sua tregua durata cinque anni, proclamata nel  1999 all'indomani della cattura di Ocalan in Kenya. Il 20 agosto  scorso tuttavia l'organizzazione clandestina ha annunciato una  nuova tregua di un mese dopo un'estate in cui ha intensificato i  suoi attacchi ed i suoi attentati portandoli anche nelle  località turistiche della Turchia.

 

Le tre ragazze fermate ieri dalla  polizia hanno confessato di aver appiccato l'incendio al  palazzo di 18 piani di Hay-les-roses, alla periferia di Parigi, che ha fatto 16 morti. Sette persone sono ancora ricoverate.  Le tre ragazze avrebbero detto  alla polizia di aver agito ''più per gioco'', che per  ''volontà d'uccidere'' e che sarebbero state ''oltrepassate  dagli eventi''. Risulta, inoltre, che due delle tre ragazze abitano nello stesso  palazzo andato a fuoco nella notte fra sabato e domenica.

 

Due giorni di lutto nazionale, negli Stati Uniti, per le vittime dell’uragano Katrina: il bilancio provvisorio è di 218 morti, due terzi dei quali in Mississippi, ma è certamente destinato ad aumentare. Per quanto riguarda gli aiuti, sono 13 i Paesi europei che  finora hanno offerto assistenza agli Stati Uniti. E la Thailandia, che ha avuto  più di 5.000 morti nello tsunami del 26 dicembre, ha offerto di  inviare in aiuto 100 medici e infermiere. A New Orleans, intanto, proseguono le violenze: proprio in queste ore, la polizia ha ucciso 4 persone colte in atti di sciacallaggio. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

 

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Con l’evacuazione dello stadio Superdome, ormai completata, e la partenza di altri sopravvissuti in corso, New Orleans sta diventando una città fantasma dove per i soccorritori comincia il compito più gravoso: raccogliere e contare i morti. Il ministro della sanità ha avvertito il Paese dicendo che alla fine le vittime saranno migliaia. Il collega degli Interni, incaricato di gestire le operazioni, ha dichiarato che i sopravvissuti verranno cercati casa per casa, ma aggiunto di aspettarsi cadaveri intrappolati negli edifici, dove nessuno sapeva della presenza di rifugiati. Il genio militare sta lavorando per iniziare a pompare l’acqua fuori dalle strade. Le autorità sanitarie temono lo scoppio di epidemie. La militarizzazione della città continua per riportare l’ordine. Il sindaco ha rivelato che circa 200 poliziotti hanno lasciato il lavoro e due si sono suicidati a causa dell’impatto psicologico del disastro. Il governo americano ha chiesto aiuto all’estero, rivolgendosi all’Unione Europea e alla Nato, che hanno promesso di rispondere con rapidità. Continuano però le polemiche per la lentezza con cui il governo federale ha reagito alla crisi e per il sospetto che la componente razziale, in un’area abitata soprattutto da neri, abbia contribuito a ritardare la mobilitazione.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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Il presidente George W. Bush ha nominato John Roberts alla successione di William Rehnquist come 17esimo giudice capo della Corte Suprema. ''E' nell'interesse della Corte e del Paese che sia confermato prima della ripresa dei lavori della Corte in ottobre'', ha detto Bush in un discorso nell'ufficio ovale. Bush aveva nominato Roberts giudice della Corte Suprema al posto di Sandra Day O'Connor in luglio ma la morte di Rehnquist ha cambiato le carte in tavola. Il presidente ha oggi promesso di nominare ''tempestivamente'' un altro giudice per completare la composizione della Corte. La Corte Suprema tornerà a riunirsi il 3 ottobre. Rehnquist è deceduto, all'età di 80 anni, stroncato da un cancro alla tiroide. Stevens, che fu spesso in  contrasto con Rehnquist nelle sentenze della Corte, oggi ne ha  parlato in questi temi: ''E' stato fonte d'ispirazione a quanti  hanno avuto il privilegio di servire con lui''.

 

Il violento tifone Nabi, con venti fino 162 km orari e piogge torrenziali, sta avvicinandosi all'isola meridionale giapponese di Kyushu e ha creato  perturbazioni in tutto l'arcipelago con diluvi nella notte tra  ieri e oggi nella regione della capitale Tokyo. Ha una potenza distruttrice di poco inferiore a quella dell'uragano Katrina ed è stato ribattezzato Nabi, farfalla in lingua coreana. Nella notte tra ieri e oggi i rovesci di pioggia fino a 110 millimetri di precipitazioni in un'ora in alcune zone dell'area metropolitana di Tokyo, hanno interrotto i servizi ferroviari, inondando più di 2.000 abitazioni e provocando  black out elettrici a oltre 7.000 famiglie. Due persone sono rimaste uccise.

 

E’ piena campagna elettorale in Germania, dove il 18 settembre si sfideranno il cancelliere Schroeder e la leader dei cristianodemocratici, Angela Merkel. I due hanno dato vita, ieri sera, al primo duello televisivo: un confronto aspro, centrato soprattutto sull’economia.

 

Si è chiusa ieri in Egitto la campagna elettorale per le elezioni presidenziali di mercoledì prossimo: le prime pluraliste ed a suffragio universale nella storia del Paese arabo. 32 milioni gli egiziani registratisi per un voto che vede favorito il presidente Mubarak, alla soglia del quinto mandato consecutivo.

 

In Italia, si è chiuso ieri a Cernobbio il seminario Ambrosetti, appuntamento di inizio settembre ormai tradizionale che riunisce il gotha della politica e dell'economia, non solo italiano. Al centro del confronto di quest'anno, la riforma della Banca d'Italia e lo scontro tra governo e opposizione con gli interventi di Berlusconi e Prodi, entrambi alle prese con i difficili equilibri all'interno dei rispettivi schieramenti. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Con la ripresa, la prossima settimana, dell'attività parlamentare, inizia l'ultimo scorcio di legislatura che porterà in primavera alle elezioni politiche. Elezioni che però il centrosinistra vorrebbe anticipare in autunno. E nel suo intervento al seminario di Cernobbio, Romano Prodi ha spiegato: “Non si può più perdere tempo, il Paese ha sofferto le scelte del governo del centrodestra in questi cinque anni. Scelte - osserva Prodi - tutte condivise dall'UDC di Follini, col quale dunque è impossibile stipulare intese. Prodi guarda troppo a sinistra: è il rimprovero del leader dell'UDEUR Mastella, che motiva così la decisione di aggiungere la sua candidatura a quelle del professore, di Bertinotti e di Di Pietro alle primarie di ottobre con le quali l'Unione sceglierà il suo candidato premier. E se, come nelle unanimi previsioni, le primarie saranno vinte da Prodi, difficilmente sull'altro fronte si concretizzerà l'alternativa a Berlusconi, come auspicato dall'UDC. L’UDC da tempo chiede al premier un segno di discontinuità politica e ora non esclude di correre da sola alle elezioni. La risposta di Berlusconi, dal palco di Cernobbio, è stata chiara: questo governo merita un bel 10 e lode. Dunque la discontinuità non serve. Il premier torna a proporre il partito unico dei moderati. Ma intanto apre ad una delle richieste dell'UDC: l'ampliamento della quota proporzionale nel sistema elettorale. E ad agitare il mare della politica c'è poi il caso Fazio. Le dimissioni del Governatore, in seguito alle intercettazioni telefoniche sulla vicenda Antonveneta, sono chieste a gran voce dall'opposizione, ma anche da ampi settori della maggioranza, compreso il ministro dell'Economia. La recente riforma di Bankitalia, con l'introduzione del mandato a termine per il Governatore, non convince il centrosinistra. Intanto, le istituzioni europee seguono la situazione e non nascondono la loro preoccupazione.

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Tredici ribelli taleban uccisi e 44 catturati sono il bilancio di un'operazione condotta ieri dalle forze americane e da quelle  regolari afghane, che ha visto un bombardamento aereo americano  a Ghorak, zona montagnosa della provincia di Kandahar, nel sud  dell'Afghanistan, seguito da un rastrellamento congiunto nella stessa Ghorak e nel vicino distretto di Khakrez. L'operazione giunge a due settimane dalle prossime elezioni generali del 18 settembre, che i militanti  antigovernativi si propongono di intralciare.

 

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