RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
248 - Testo della trasmissione di lunedì 5 settembre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Benedetto XVI ha ricevuto
a Castel Gandolfo i reali di Spagna
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Epidemia di encefalite nel
Nord dell’India: oltre 400 finora le vittime
Si
sono svolti stamane a Palermo i funerali del padre gesuita Ennio Pintacuda
Incomunicabilità di una coppia
nel film “Gabrielle” del francese
Chereau, alla Mostra di Venezia
Cade un aereo in Indonesia: almeno 130 i morti
Unione Europea e Cina hanno trovato l’intesa
sul tessile
5 settembre 2005
BENEDETTO XVI HA RICEVUTO A
CASTEL GANDOLFO I REALI DI SPAGNA
- A cura di Alessandro De Carolis -
L’agenda degli appuntamenti di
Benedetto XVI si è aperta questa mattina con la prima udienza privata concessa
dal Papa a rappresentanti di una Casa reale. Nella sua residenza estiva di
Castel Gandolfo, il Pontefice ha ricevuto il re di Spagna, Juan Carlos, e la
regina Sofia, accompagnati dal loro seguito. Per Benedetto XVI si è trattato
del secondo incontro con i reali di Spagna: il primo era avvenuto il 24 aprile
scorso, giorno della Messa di inizio del Pontificato.
ALTRE UDIENZE
Benedetto XVI ha ricevuto nel
corso della mattinata, in successive udienze, il cardinale Giovanni Battista
Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi, il cardinale Camillo Ruini,
vicario generale per la Diocesi di Roma, e due presuli messicani in visita ad Limina: mons. Fernando Mario Chávez Ruvalcaba,
vescovo di Zacatecas, e mons. José Ulises Macías Salcedo, arcivescovo di
Hermosillo,
L’UNITA’ DI TUTTI I
CRISTIANI, UN’URGENZA DEL NOSTRO TEMPO:
IN UN MESSAGGIO, L’AUSPICIO DI BENEDETTO XVI AGLI
STUDIOSI CATTOLICI E
ORTODOSSI RIUNITI AD ASSISI PER IL NONO SIMPOSIO
INTERCRISTIANO
- Servizio di Alessandro De Carolis -
“La ricerca della piena unità
visibile tra tutti i discepoli di Cristo viene avvertita come particolarmente
urgente nel nostro tempo e si sente per questo il bisogno di una più profonda
spiritualità e di un accresciuto amore reciproco”. L’affermazione di Benedetto
XVI è contenuta nel suo messaggio al cardinale Walter Kasper, presidente del
Pontificio Consiglio per l’Unità dei cristiani, in occasione del IX Simposio
Intercristiano, in corso ad Assisi fino a dopodomani. Ce ne parla Alessandro De
Carolis:
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L’Eucaristia al centro del
dialogo ecumenico. Nell’anno speciale dedicato da Giovanni Paolo II al mistero
del Corpo e del Sangue di Cristo – ricordato anche ieri all’Angelus dal Papa -
il Simposio Intercristiano di Assisi viene ad arricchire undici mesi di
iniziative ininterrotte. E lo fa mettendo insieme per la nona volta sei
studiosi ortodossi e sei cattolici per dar vita a quello “scambio fraterno”,
come lo definisce Benedetto XVI, in grado di far emergere, attraverso “il
dialogo e il confronto nella verità e nella carità”, la fede comune e gli
aspetti teologici e liturgici della tradizione occidentale e di quella orientale.
Per il Papa, il Simposio mette
in risalto l’urgenza del ritorno alla comunione e alla “piena unità” dei
cristiani. Ed è questo anche l’augurio che Benedetto XVI fa ai partecipanti al
Simposio, che vede dal ’92 l’Istituto di spiritualità della Pontificia
Università Antonianum e il
Dipartimento di teologia dell’Università Aristotile di Tessalonica lavorare fianco
a fianco per la sua realizzazione. Il Simposio di Assisi, conclude il Papa,
“pone in luce l’impegno, la ricerca e lo studio comuni tesi a chiarire
differenze e a superare incomprensioni. In questa linea, gli Istituti di
insegnamento teologico possono svolgere un ruolo fondamentale per la formazione
delle nuove generazioni e per offrire una rinnovata testimonianza cristiana nel
mondo di oggi”.
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SULLA CENTRALITA’
DELL’EUCARISTIA PER LA VITA DELLA CHIESA,
SOTTOLINEATA IERI DAL PAPA ALL’ANGELUS, LA
RIFLESSIONE DI
PADRE ILDEBRANDO SCICOLONE, LITURGISTA DEL
PONTIFICIO ATENEO SANT’ANSELMO
All’Angelus domenicale, Benedetto XVI ha riaffermato la
centralità dell’Eucaristia, presenza reale di Cristo nella vita della Chiesa e
in quella di ogni cristiano. Un
richiamo dal significato particolare, a poche settimane dall’inizio
dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi in Vaticano, sul tema:
“L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”.
Evento, questo, che, in ottobre, segnerà la conclusione dell’Anno
dell’Eucaristia, fortemente voluto da Giovanni Paolo II per “ridestare nel
popolo cristiano la fede, lo stupore e l’amore verso questo grande Sacramento”.
Proprio al suo amato predecessore, Benedetto XVI ha dedicato un ricordo
commosso. “Negli ultimi mesi – ha detto il Pontefice – la malattia lo ha
assimilato sempre più a Cristo sofferente”. Sulle parole del Papa all’Angelus e
in particolare sull’Eucaristia, “vero tesoro” della Chiesa, Alessandro Gisotti
ha raccolto la riflessione di padre Ildebrando Scicolone, monaco benedettino e
professore di Liturgia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma:
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R. – L’Eucaristia è
fondamentale, perché il Cristianesimo – il Papa lo ricorda spesso – si fonda
proprio sull’incontro con il Signore risorto; e l’Eucaristia è l’incontro della
comunità cristiana con il Signore risorto che mangia con loro. La sera di
Pasqua, la Chiesa si riconosce come tale proprio in questo momento importante
conviviale e sacrificale insieme.
D. – Il Papa ha ricordato che
per il suo amato predecessore, la Santa Messa era il centro di ogni sua
giornata ...
R. – Credo che sia l’elemento
più forte di ogni Papa e di ogni cristiano. Io ricordo personalmente di avere
concelebrato con il Santo Padre nella sua cappella privata; ricordo come l’ho
trovato: inginocchiato per la preparazione, e come celebrava. Noi normalmente
ricordiamo il Papa nelle grandi celebrazioni, nelle grandi piazze. Ma nella sua
celebrazione di ogni giorno, lui stava due ore o più in preghiera! E’ chiaro
che la forza della sua attività apostolica era data proprio dal suo incontro
quotidiano con il Signore nella Eucaristia!
D. – Benedetto XVI ha
sottolineato che l’Eucaristia è il vero tesoro della Chiesa. Ecco, in questo
senso c’è anche un invito, un’esortazione del Papa alla riscoperta del vero
significato del mistero eucaristico?
R. – La vera Eucaristia è la
celebrazione eucaristica. Ora, io ho paura che molti cristiani, anche quelli
che vanno a Messa la domenica, non sanno cosa esattamente sia la celebrazione,
cosa sia la Messa. Il tesoro della Chiesa è sia la presenza di Cristo
nell’Eucaristia, ma soprattutto la presenza della sua Pasqua. L’Eucaristia è il
banchetto pasquale del Nuovo Testamento, o la Pasqua rituale del Nuovo
Testamento. Per gli ebrei, fare Pasqua una volta l’anno era la festa più grande.
Noi facciamo Pasqua non ogni anno ma, come dice Paolo, “ogni volta che mangiamo
di questo pane e beviamo a questo calice, noi annunciamo la morte del Signore”.
Il tesoro più grande è la Pasqua, cioè la risurrezione dell’uomo!
D. – L’Anno dell’Eucaristia si
concluderà con l’assemblea sinodale di ottobre. I vescovi si riuniranno proprio
sul tema dell’Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della
Chiesa. Quali le aspettative per questo evento?
R. – Un rinnovamento della
Chiesa necessariamente si manifesta nel rinnovamento della partecipazione del
popolo cristiano alla celebrazione eucaristica. Ora, in questi 40 anni che ci
separano dal Concilio Vaticano II, molti passi avanti si sono fatti per quanto
riguarda la partecipazione. Bisogna ancora insistere sul rinnovamento della
vita cristiana, e sulla partecipazione spirituale oltre che rituale, alla
celebrazione. L’Eucaristia è, sì, Sacramento della morte e della Risurrezione
di Cristo, della sua offerta al Padre, della sua obbedienza al Padre, fino alla
morte – e morte di Croce –ma deve essere anche il Sacramento, cioè il segno,
che esprime a livello, appunto, simbolico, sacramentale, la vita dei cristiani
come offerta gradita a Dio. Gesù ci ha salvati con la sua obbedienza, e la sua
obbedienza fino alla morte la rendiamo presente nel Sacramento dell’Eucaristia;
noi ci uniamo al suo sacrificio offrendo il sacrificio di noi stessi, cioè fare
la volontà del Padre, fare l’obbedienza fino alla morte, e morte di Croce.
Padre Pio lo ha fatto, Giovanni Paolo II lo ha fatto: tutti i cristiani per
vivere l’Eucaristia devono unirsi al sacrificio di Cristo.
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LA CHIESA AVRÀ PRESTO 5 NUOVI SANTI:
DUE POLACCHI, DUE ITALIANI E UN CILENO.
HANNO TESTIMONIATO IL
VANGELO CONDIVIDENDO LA VITA DEI PIÙ POVERI
La
Chiesa avrà presto 5 nuovi Santi: un arcivescovo, tre sacerdoti e un frate. Si
tratta di due polacchi, due italiani e un cileno. La Prefettura della Casa Pontificia
ha reso noto che il 23 ottobre prossimo Benedetto XVI presiederà in Piazza San
Pietro la solenne celebrazione per la loro canonizzazione. Il servizio di
Sergio Centofanti:
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Tra i prossimi Santi figura
l’arcivescovo di Leopoli dei Latini, Josef Bilczewski, polacco - vissuto tra il
1860 e il 1923, professore di teologia dogmatica ed esperto in archeologia
cristiana: durante la Prima guerra mondiale è stato punto di riferimento e
sostegno per cattolici, ortodossi ed ebrei di questa terra, oggi Ucraina. La
sua vita spirituale è racchiusa in tre parole: preghiera, lavoro, rinnegamento
di sé per seguire Gesù e servire gli altri. Passava intere notti a pregare.
A Leopoli è vissuto nello stesso
periodo padre Zygmunt Gorazdowski, anch’egli polacco, fondatore della
Congregazione delle Suore di San Giuseppe per i poveri e gli ammalati. La sua
carità non si fermava davanti a niente: durante un epidemia di colera soccorreva
i malati e deponeva i morti nelle bare incurante del contagio, suscitando in
tutti stupore e ammirazione.
Il gesuita cileno Alberto
Hurtado Cruchaga, vissuto nella prima metà del 1900, ha maturato la sua fede
durante una infanzia passata in povertà. Orfano di padre a quattro anni, la
madre è costretta a vendere tutto per i debiti, e si ritrova senza casa. Da
religioso il suo carisma sarà quello di portare ai poveri non solo aiuto, ma
anche dignità, speranza e affetto: “non solo un luogo in cui vivere – diceva –
ma un vero focolare domestico”. Realizza
così numerosissimi “focolari di Cristo” per i più diseredati.
Sono italiani gli ultimi due
beati, ormai prossimi alla canonizzazione: Felice da Nicosia, fratello laico
dei Francescani Cappuccini, vissuto nel ‘700: di umili origini, analfabeta, ha
sperimentato l’umiliazione anche tra i suoi confratelli, che lo sbeffeggiavano
per la sua ignoranza. Docile e mite testimoniava ogni giorno la sua umiltà.
Aveva il compito di fare l’elemosina per il convento. Definiva se stesso come
un asinello che carico portava quanto raccolto al monastero. Tutte le domeniche
andava a visitare i carcerati. Nel povero e nel disprezzato vedeva la persona
stessa di Gesù e così li trattava.
Infine Gaetano Catanoso, vissuto
tra il 1879 e il 1963. Spedito come parroco in un piccolo e sperduto Paese
dell’Aspromonte, ha condiviso con i suoi parrocchiani una vita di stenti e di
privazioni, diffondendo la devozione eucaristica e mariana. Per lui la
preghiera era più dello stesso respiro. Tutte le sue opere partono dalla
contemplazione: il volto di Cristo – affermava – è la mia forza. Fonda la Congregazione delle Suore Veroniche
del Volto Santo, inviate agli ultimi. E alle religiose diceva: “Il vostro posto
è quello che gli altri hanno rifiutato: questa è la profondità del Vangelo, il
nascondimento di Cristo, il farsi poveri per la vita degli altri”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
In prima pagina: “Con gioia
riaffermo la centralità dell’Eucaristia nella vita della Chiesa e dei
Cristiani”: all’Angelus Benedetto XVI esorta il popolo cristiano a rinnovare la
fede, lo stupore e l’amore verso il Santissimo Sacramento. Il dolore e la
preghiera del Santo Padre per le popolazioni colpite dall’uragano in USA e per
le vittime della strage di mercoledì a Baghdad. L’udienza del Papa al Re di Spagna,
Juan Carlos, e alla Regina Sofia.
Servizio vaticano – Il messaggio
del Papa al cardinale Kasper in occasione del IX Simposio Intercristiano
(Assisi 4-7 settembre). L’ottavo anniversario della morte di Madre Teresa di
Calcutta.
Servizio estero – Indonesia:
precipita un aereo sul centro abitato di Meden: non meno di 130 i morti. Stati
Uniti: Washington chiede aiuti per fronteggiare l’emergenza causata
dall’uragano “Katrina”. Francia: 16 morti in un incendio doloso a Parigi.
Servizio culturale – Roma: I
tanti “volti” di Villa Borghese in un recente volume fotografico.
Servizio italiano – Banca
d’Italia: posizioni contrastanti all’interno del governo. Alitalia: Il Sult
disponibile al dialogo, ma si conferma lo sciopero del 6 e 7.
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5 settembre 2005
DEDICATA A GIOVANNI PAOLO I QUESTA SERA ALLE 20.30 SU RAITRE
LA PUNTATA DE “LA
GRANDE STORIA”
- Intervista con Luigi
Bizzarri -
“Giovanni Paolo I, il Papa del sorriso”. E’ dedicata ad
Albino Luciani la puntata di questa sera de “La grande storia”, in onda alle
20.30 su Rai Tre. Filmati inediti e testimonianze di familiari, amici e
collaboratori del 263° vicario di Cristo, che rimase sulla cattedra di Pietro
per 33 giorni, raccontano la sua vita, la sua personalità. Tiziana Campisi ha
chiesto al conduttore del programma Luigi Bizzarri, come emerge oggi la figura
di Giovanni Paolo I:
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R. – Giovanni Paolo I per come emerge dal nostro
film-documento si caratterizza soprattutto per alcuni aspetti. Il primo è
quello della umiltà: lui pose sul suo stemma di cardinale la parola
“humilitas”, e questo senso di umiltà, questo stare bassi come lui stesso lo
chiamava è un po’ un leitmotiv di tutta quanta la sua vita. Questo spiega anche
un po’ il suo giocare quasi a nascondino con la grande storia. Quello che colpisce
è anche il suo uso estremamente discreto dei mezzi di comunicazione di massa.
Cercò sempre di non porre se stesso al centro del proscenio del mondo, ma di
far capire sempre che lui comunque era lì per rappresentare Qualcuno molto più
grande di lui: voleva lasciare la scena al Cristo, al Crocifisso.
D. – Questo film-documento su Papa Lucani include anche
immagini inedite. Cosa rivelano queste pellicole?
R. – Anzitutto un forte senso di umiltà, un forte senso
della gerarchia, dell’obbedienza e di totale dedizione alla Chiesa; dall’altra
però – diversamente da quanto si potrebbe pensare – un temperamento forte. E’
stato un personaggio che quando poté e finché poté, sembrò quasi sottrarsi al
dominio della telecamera, ai flash dei fotografi e diciamo che quello che resta
a distanza di tanti anni e probabilmente quello che colpisce è la sua volontà
di stare da un lato per porre al centro del proscenio la Parola del Cristo.
D. – C’è un insegnamento di Papa Giovanni Paolo I che è
rimasto particolarmente nel cuore dei fedeli?
R. – Io credo che il messaggio va riferito soprattutto al
periodo di cui stiamo parlando. Albino Luciani sale al soglio di Pietro in uno
dei tempi più cupi della storia d’Italia. Siamo alla fine degli anni Settanta,
Aldo Moro è stato appena sequestrato ed appena assassinato, un presidente della
Repubblica si è appena dimesso, intorno c’è un clima di trame, di sospetti:
l’Italia sembrava in un vicolo cieco. Ecco, probabilmente quel sorriso di
Albino Luciani, quel sorriso disarmante poteva significare per molti la
fuoriuscita dal deserto, la possibilità di continuare a sperare in una realtà
migliore. Ha dato, come dire, l’annuncio e ad altri, poi, il compito di
proseguire su quella strada con una nuova guida, senz’altro più giovane e dal
passo più veloce.
D. – Quale tratto ha lasciato nella storia Giovanni Paolo
I?
R. – Io credo che abbia lasciato la traccia della umiltà,
della disciplina, della totale dedizione al Cristo, ma che significa anche
determinazione, che significa però anche una volontà precisa nel seguire senza
tentennamenti la strada della testimonianza della Parola di Dio.
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5
settembre 2005
RICORRE OGGI
LA FESTA DELLA BEATA TERESA DI CALCUTTA.
CELEBRAZIONI IN TUTTO IL MONDO,
IN RICORDO DELL’AMATA SUORA,
SCOMPARSA IN INDIA IL 5 SETTEMBRE
DEL 1997
- A cura di Roberta Gisotti -
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CITTA’ DEL VATICANO. = Sono passati 8 anni dalla morte di questa “grande
serva dei poveri, della Chiesa e del mondo intero”, così la ricordò Giovanni
Paolo II, beatificandola in San Pietro, il 19 ottobre del 2003, appena cinque
anni dopo la sua scomparsa. Ed oggi, tra le tante celebrazioni, sarà officiata
una Messa alle ore 17 nella casa “Dono di Maria”, fondata dalla religiosa,
all’interno della Mura vaticane, su richiesta di Papa Wojtyla, per assistere
poveri e bisognosi che si affacciano nella città del Papa. La fama di madre Teresa,
di origine albanese, nata nel 1910, fondatrice nel 1946 in India della
Congregazione delle Missionarie della Carità, da Calcutta si era propagata in ogni
continente, tanto che nel 1979 aveva ricevuto il Premio Nobel per la Pace.
“Serva dei più piccoli”, “la sua vita è stata un vivere radicale e una
proclamazione audace del Vangelo”, osservava Giovanni Paolo II. E pensando al
domani di questa grande eredità per la Chiesa e per il mondo, suor Joshi Mary
Nirmala, superiora generale delle Missionarie della Carità, succeduta a Madre Teresa,
ha osservato che “oggi è un giorno bellissimo”, per “rinnovare il desiderio e
l'impegno a camminare nell'amore, portare la pace agli altri e vivere in
armonia nel mondo”. Intervistata dall’Agenzia cattolica AsiaNews, suor Nirmala
ha riferito che stamani a Calcutta è stata celebrata una Messa dall’arcivescovo
emerito della città, mons. Henry D’Souza, alla quale ha partecipato una folla
di persone anche di altre religioni “per pregare la Madre e per la sua
canonizzazione”. “Tutti noi – ha ricordato suor Nirmala – abbiamo ormai per
sempre un’amica in cielo”.
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EPIDEMIA
DI ENCEFALITE NEL NORD DELL’INDIA: SALE DI ORA IN ORA
IL
BILANCIO DELLE VITTIME: ALMENO 468, SOLO NEGLI OSPEDALI PUBBLICI.
LE
AUTORITA’ NON HANNO FONDI PER VACCINARE LE POPOLAZIONI A RISCHIO
NEW DELHI. = In India,
sono salite a 468 le vittime accertate, solo negli ospedali pubblici, dell’epidemia
di encefalite giapponese, che ha colpito il nord del Paese asiatico. Il morbo è
causato da un virus “ospitato” dai maiali, che si trasmette attraverso il morso
delle zanzare, molto abbondanti in India nel periodo delle piogge monsoniche,
che va da luglio a settembre. L’unico modo per frenare l’epidemia è la
vaccinazione, ma le autorità hanno detto di non avere fondi sufficienti. Il
capo dell’Istituto di microbiologia dell’Uttar Pradesh, Dhole, ha descritto un
quadro della situazione tragico nel distretto più colpito di Gorakhpur, nei
pressi del confine con il Nepal. “E’ una catastrofe – ha detto Dhole – migliaia
di bambini devono essere morti nei villaggi senza medicine e non abbiamo alcun
dato sui morti negli ospedali privati”. L’encefalite detta “giapponese”, apparsa
per la prima volta in Uttar Pradesh nel 1978, causa l’infiammazione del
cervello, con febbre alto e stato di delirio, cui segue la morte. Per
combatterla preventivamente, bisogna eliminare le zanzare portatrici del virus
con apposite campagne di disinfestazione. (R.G.)
UCCISO IN BRASILE,
FORSE A SCOPO DI RAPINA, UN MISSIONARIO ITALIANO: SI TRATTA DI DON BEPPE
BESSONE, TORINESE, NEL PAESE LATINOAMERICANO DAL 1975
BLUMENAU. = E’ giunta stamane la
notizia dell’uccisione in Brasile, venerdì notte, di un sacerdote di
Bricherasio, nel torinese. Si tratta di don Beppe Bessone, 62 anni, che - secondo
le prime ricostruzioni - sarebbe stato ucciso per estorsione. L’omicidio è
avvenuto a Blumenau, città dello Stato di Santa Caterina nel sud del Paese. Lo
ha riferito alla MISNA don Ferdinando Lanfranchini, parroco di Santa Maria
Assunta, la chiesa di Bricherasio a cui apparteneva don Bessone e che il
sacerdote piemontese aveva lasciato la scorsa settimana per tornare in Brasile,
dove era missionario dal 1975.
IL
COORDINATORE ONU DEGLI AIUTI UMANITARI ACCUSA
LA
COMUNITA’ INTERNAZIONALE DI IGNORARE LA CRISI UMANITARIA IN CONGO,
DOPO
LA GUERRA CIVILE: MILLE I MORTI OGNI GIORNO
BRUXELLES. = Uno tsunami
ogni otto mesi: è l’ampiezza, per numero di vittime, del dramma che si sta
consumando, tra l’indifferenza della comunità internazionale, nella Repubblica
Democratica del Congo. A lanciare l’allarme, è il coordinatore degli aiuti umanitari
delle Nazioni Unite, Jan Egeland, in
un’intervista pubblicata sul quotidiano belga “Le Soir”. Ricordando come in
Congo sia in corso una delle peggiori crisi umanitarie che abbiano colpito il
mondo negli ultimi anni, Egeland sottolinea che “ogni giorno si contano mille
morti per malattie che potrebbero essere evitate”. Per far fronte
all’emergenza, secondo il coordinatore ONU, servirebbe un miliardo di dollari.
Il Congo aveva già registrato 2,5 milioni di vittime nei cinque anni di guerra
civile, conclusasi nel 2003: in parte morti in combattimento o in massacri di
civili, molti per fame o malattia. (R.G.)
ARRESTATO IN CINA UN ALTRO
SACERDOTE CATTOLICO.
ERA GIA’ STATO TRE ANNI NEI LAGER PER AVER
PREDICATO IL VANGELO
PECHINO. = In Cina, un sacerdote
cattolico, padre Pang Yongxing, è stato arrestato dalla polizia il 2 settembre
scorso nell’Hebei. Lo rende noto la Kung Foundation: la notizia è stata
confermata da fonti locali dell’agenzia missionaria AsiaNews. Con lui è stato
arrestato anche un seminarista. Secondo alcuni testimoni, la Pubblica sicurezza
ha impiegato ben 8 camionette per arrestare il sacerdote. Padre Pang, 32 anni,
è un prete molto impegnato nell’evangelizzazione delle campagne dell’Hebei. Nel
dicembre del 2001, era già stato arrestato per aver svolto il suo ministero di
parroco senza la registrazione ufficiale dell’Ufficio Affari religiosi, subendo
una condanna a 3 anni di lager. Era uscito pochi mesi fa e aveva ripreso la sua
attività ecclesiale. Padre Pang cura una comunità di circa 800 cattolici. “Il
governo cinese – sottolinea AsiaNews – pur ammettendo la libertà di religione
nella Costituzione, permette le attività religiose solo in strutture e con
persone registrate presso l’Ufficio Affari Religiosi. Ogni espressione di culto
fuori da questi canali controllati è considerata illegale e pericolosa per l’ordine
pubblico”. In Cina vi sono
circa 15 milioni di cattolici.
IN UNA CHIESA AFFOLLATISSIMA
DI FEDELI ED AMICI SI SONO SVOLTI
STAMANE A PALERMO I FUNERALI DEL PADRE GESUITA
ENNIO PINTACUDA,
NOTO
STUDIOSO ED ANIMATORE DELLA VITA SOCIO-POLITICO-CULTURALE
PALERMO = In un clima commosso,
si sono svolti questa mattina nella chiesa della Casa Professa dei Gesuiti a
Palermo, i funerali di padre Ennio Pintacuda, spentosi la notte tra sabato e
domenica all’età di 72 anni. A dare
l’ultimo saluto al padre gesuita, noto sociologo e politologo, una folla di
fedeli e confratelli, esponenti del mondo della cultura e autorità civili.
“L’eredità che padre Ennio lascia alla comunità cristiana e a tutta la società
civile è il suo straordinario impegno politico mirato al benessere comune
condiviso”, ha osservato nell’omelia padre Beneduce. Laureato in Teologia e in
Legge, Padre Pintacuda, appassionato animatore culturale, attualmente dirigeva
nel capoluogo siciliano il Centro studi direzionale CERISDI. Sarà sepolto a Prizzi,
in provincia di Palermo, nel suo paese d’origine, cui era rimasto sempre molto
legato. (R.G.)
INCOMUNICABILITA’ DI UNA
COPPIA CHE SOLTANTO RECITA LA VITA,
AL CENTRO
DEL FILM “GABRIELLE” DEL REGISTA FRANCESE CHEREAU,
ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
- A cura di Luca Pellegrini –
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VENEZIA. = Il grande regista
francese Patrice Chéreau, per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia,
affronta, con un film cameristico e dolorosamente attuale tratto dal racconto
breve di Joseph Conrad, “Il ritorno”, l’incomunicabilità di una coppia che
soltanto recita la vita e, nel reciproco disprezzo, perde per sempre la
bellezza dell’amore. “Vorrei che il mio film rispondesse ad una domanda di
tutti i tempi, che captasse qualcosa che appartiene all’inafferrabile, al
segreto dei volti e dei movimenti”. Lo confessa Patrice Chéreau perché è
conscio, da uomo di teatro qual è, quanto travolgente e difficile e quasi
anti-cinematografica sia la breve storia – tre giorni appena nella Parigi
intorno al 1912 – che racconta. Tutta racchiusa tra le mura sontuose e livide
che conservano e proteggono nello scorrere impietoso ed annoiato dei giorni una
ricca coppia borghese. Un palazzo che ospita soltanto due corpi, una prigione
preparata e alimentata da dieci anni di sterilità e ipocrisia affettive. Ma
qual è la domanda che solca i tempi, qual è la vocazione universale di questo
bellissimo, dolorosissimo film e di Gabrielle, così il titolo, che ne è protagonista?
La domanda - che alla Mostra del Cinema si riproporrà nel corso di questa
settimana conclusiva in altri film dedicati alla donna, alle sue sofferenze,
solitudini e vulnerabilità - parte dalla crisi devastante che questa coppia
subisce, confrontandosi con l’artificiosità del loro amore. La domanda è dentro
questo impietoso esibire le proprie fragilità: lei comunica l’abbandono definitivo
ma lascia il marito per tre ore e mezza soltanto e poi torna, senza risposte da
dare. Un volto rigato dalla rabbia e segnato dal pianto, quello intenso di
Isabelle Huppert. E lui, Pascal Greggory, sentendosi tradito e oltraggiato,
subissandola di domande, non riuscirà a trovare drammaticamente alcuna
risposta. Si percepisce come si cammini sul vuoto quando l’amore non riesce a
nutrirsi di desideri e ideali che superino la fugacità della passione, la
formalità dell’apparenza, la sicurezza del denaro. Nello scontro passionale e
appassionato di Gabrielle e del marito si erge lacrimosa e furiosa quella parte
della natura umana che non riesce a liberarsi dalla pesantezza dell’avere e
della finzione per vivere la libertà responsabile dell’amore come dono, che
rende una coppia, un uomo e una donna, un meraviglioso progetto di Dio.
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A cura di Fausta Speranza -
Almeno 130 persone sono morte
oggi a Medan, nell'isola indonesiana di Sumatra, quando un aereo di linea con
117 persone a bordo è precipitato in fase di decollo schiantandosi su un
quartiere densamente abitato. Tra i morti ci sono almeno 30 persone che si
trovavano a terra, secondo un bilancio non ufficiale e ancora non definitivo.
Un portavoce della compagnia aerea privata Mandala ha detto che diversi
passeggeri, forse nove, sono sopravvissuti allo schianto. L'aereo, un Boeing
737-200 con 112 passeggeri e cinque membri di equipaggio, era appena decollato,
alle 09:40 locali, dalla pista dell'aeroporto Polonia, situato in mezzo alla
città, con destinazione Giakarta. Subito, per motivi ancora sconosciuti, è
precipitato, finendo su una strada in un'area densamente abitata a 500 metri
dalla pista. Si è spezzato e ha preso fuoco.
Da Pechino è giunta la notizia
che sul tessile Unione Europea e Cina hanno trovato l’intesa. Il nostro
servizio:
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“L'accordo sta per essere
finalizzato. I contenuti sono ora sottoposti all'approvazione degli Stati
membri”: è quanto è emerso per il momento senza alcun dettaglio. L'intesa è arrivata
a poche ore dall'avvio del vertice UE-Cina a Pechino e dopo una decina di
giorni di negoziati intensi. L'obiettivo dei colloqui condotti dal commissario
UE al commercio estero Peter Mandelson e dal ministro del Commercio cinese Bo
Xilai era di trovare una soluzione alle montagne di prodotti tessili cinesi bloccati nelle dogane europee. Il blocco
c’era stato dopo il raggiungimento delle quote di esportazione definite
nell'accordo commerciale bilaterale firmato a Shanghai il 10 giugno scorso.
Oltre 80 milioni di prodotti, tra cui maglioni, pantaloni, camicette, sono
ancora stipati nei container e nei magazzini alle frontiere della UE. L'accordo
raggiunto “è un accordo equo, che ripartisce in parti uguali il carico” della
soluzione della crisi: è l’unico commento giunto dalla portavoce della Commissione
UE, Le Bail, che commenta l'intesa raggiunta a Pechino augurandosi che le modalità
vengano rapidamente confermate. Per saperne di più, si attende la conferenza
stampa congiunta del commissario UE, Peter Mandelson, e del ministro cinese del
Commercio, Bo Xilai, prevista entro un’ora a Pechino.
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Otto civili e tre soldati
iracheni vittime di un'autobomba contro una base della forza multinazionale a
Hit, a ovest della capitale dell'Iraq,
mentre due poliziotti iracheni sono rimasti uccisi vicino al ministero
dell'Interno a Baghdad, e due soldati
britannici hanno perso la vita nel sud dell'Iraq. Inoltre, quattro soldati americani
e tre civili iracheni sono stati feriti nello scoppio di un'autobomba nel quartiere
Baya della capitale. Ieri, nella città di Tall Afar, nel nord dell'Iraq, almeno
13 ribelli sono rimasti uccisi in un'operazione delle forze americane e irachene.
Tra i morti, sette sono deceduti dopo essere stati colpiti da razzi lanciati da elicotteri su una moschea
della città situata a 80 chilometri a
ovest di Mossul, da cui stavano sparando
contro le forze americane. Tall Afar, località a 60 chilometri dalla
frontiera siriana, è teatro di continue violenze e l'esercito americano e il governo
accusano combattenti arabi di esservi in piena attività.
Vari scontri, con centinaia di
feriti e arrestati, sono avvenuti ieri
a Bozuyuk, nella Turchia centrale, e ad
Istanbul per una manifestazione vietata dalle autorità che doveva tenersi ieri
a Gemlik, sulla costa occidentale turca, in favore della ''liberazione'' di
Abdullah Ocalan. Il leader
dell'organizzazione separatista armata curda Pkk sconta
l'ergastolo nell'isola di Imrali, non lontano da Gemlik. I media turchi
hanno precisato che gli scontri di Bozuyuk sono avvenuti tra manifestanti pro Ocalan e ''la popolazione
locale'' che li attendeva al ritorno da
Gemlik. Gli scontri hanno provocato
almeno 144 feriti. Contemporaneamente, a Istanbul, 88 persone sono state arrestate e diverse decine ferite, dopo che
i manifestanti pro Ocalan, per protesta
contro il divieto alla manifestazione
di Gemlik, hanno attaccato le forze di
polizia con pietre e bottiglie molotov inneggiando. Il PKK (Partito dei
lavoratori del Kurdistan) ha interrotto
nel giugno 2004 la sua tregua durata cinque anni, proclamata nel 1999 all'indomani della cattura di Ocalan in
Kenya. Il 20 agosto scorso tuttavia l'organizzazione
clandestina ha annunciato una nuova
tregua di un mese dopo un'estate in cui ha intensificato i suoi attacchi ed i suoi attentati portandoli
anche nelle località turistiche della
Turchia.
Le tre ragazze fermate ieri
dalla polizia hanno confessato di aver
appiccato l'incendio al palazzo di 18
piani di Hay-les-roses, alla periferia di Parigi, che ha fatto 16 morti. Sette
persone sono ancora ricoverate. Le tre
ragazze avrebbero detto alla polizia di
aver agito ''più per gioco'', che per
''volontà d'uccidere'' e che sarebbero state ''oltrepassate dagli eventi''. Risulta, inoltre, che due
delle tre ragazze abitano nello stesso
palazzo andato a fuoco nella notte fra sabato e domenica.
Due giorni di lutto
nazionale, negli Stati Uniti, per le vittime dell’uragano Katrina: il bilancio
provvisorio è di 218 morti, due terzi dei quali in Mississippi, ma è certamente
destinato ad aumentare. Per quanto riguarda gli aiuti, sono 13 i Paesi europei
che finora hanno offerto assistenza
agli Stati Uniti. E la Thailandia, che ha avuto più di 5.000 morti nello tsunami del 26 dicembre, ha offerto
di inviare in aiuto 100 medici e
infermiere. A New Orleans, intanto, proseguono le violenze: proprio in queste
ore, la polizia ha ucciso 4 persone colte in atti di sciacallaggio. Il servizio
di Paolo Mastrolilli:
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Con l’evacuazione dello stadio
Superdome, ormai completata, e la partenza di altri sopravvissuti in corso, New
Orleans sta diventando una città fantasma dove per i soccorritori comincia il
compito più gravoso: raccogliere e contare i morti. Il ministro della sanità ha
avvertito il Paese dicendo che alla fine le vittime saranno migliaia. Il
collega degli Interni, incaricato di gestire le operazioni, ha dichiarato che i
sopravvissuti verranno cercati casa per casa, ma aggiunto di aspettarsi
cadaveri intrappolati negli edifici, dove nessuno sapeva della presenza di
rifugiati. Il genio militare sta lavorando per iniziare a pompare l’acqua fuori
dalle strade. Le autorità sanitarie temono lo scoppio di epidemie. La militarizzazione
della città continua per riportare l’ordine. Il sindaco ha rivelato che circa
200 poliziotti hanno lasciato il lavoro e due si sono suicidati a causa
dell’impatto psicologico del disastro. Il governo americano ha chiesto aiuto
all’estero, rivolgendosi all’Unione Europea e alla Nato, che hanno promesso di
rispondere con rapidità. Continuano però le polemiche per la lentezza con cui
il governo federale ha reagito alla crisi e per il sospetto che la componente
razziale, in un’area abitata soprattutto da neri, abbia contribuito a ritardare
la mobilitazione.
Da New York, per la Radio
Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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Il presidente George W. Bush ha
nominato John Roberts alla successione di William Rehnquist come 17esimo giudice
capo della Corte Suprema. ''E' nell'interesse della Corte e del Paese che sia
confermato prima della ripresa dei lavori della Corte in ottobre'', ha detto
Bush in un discorso nell'ufficio ovale. Bush aveva nominato Roberts giudice
della Corte Suprema al posto di Sandra Day O'Connor in luglio ma la morte di
Rehnquist ha cambiato le carte in tavola. Il presidente ha oggi promesso di
nominare ''tempestivamente'' un altro giudice per completare la composizione
della Corte. La Corte Suprema tornerà a riunirsi il 3 ottobre. Rehnquist è
deceduto, all'età di 80 anni, stroncato da un cancro alla tiroide. Stevens, che
fu spesso in contrasto con Rehnquist
nelle sentenze della Corte, oggi ne ha
parlato in questi temi: ''E' stato fonte d'ispirazione a quanti hanno avuto il privilegio di servire con
lui''.
Il violento tifone Nabi, con
venti fino 162 km orari e piogge torrenziali, sta avvicinandosi all'isola
meridionale giapponese di Kyushu e ha creato
perturbazioni in tutto l'arcipelago con diluvi nella notte tra ieri e oggi nella regione della capitale
Tokyo. Ha una potenza distruttrice di poco inferiore a quella dell'uragano
Katrina ed è stato ribattezzato Nabi, farfalla in lingua coreana. Nella notte
tra ieri e oggi i rovesci di pioggia fino a 110 millimetri di precipitazioni in
un'ora in alcune zone dell'area metropolitana di Tokyo, hanno interrotto i
servizi ferroviari, inondando più di 2.000 abitazioni e provocando black out elettrici a oltre 7.000 famiglie.
Due persone sono rimaste uccise.
E’ piena campagna elettorale in Germania, dove il 18 settembre si
sfideranno il cancelliere Schroeder e la leader dei cristianodemocratici,
Angela Merkel. I due hanno dato vita, ieri sera, al primo duello televisivo: un
confronto aspro, centrato soprattutto sull’economia.
Si è chiusa ieri in Egitto la campagna elettorale per le elezioni
presidenziali di mercoledì prossimo: le prime pluraliste ed a suffragio
universale nella storia del Paese arabo. 32 milioni gli egiziani registratisi
per un voto che vede favorito il presidente Mubarak, alla soglia del quinto
mandato consecutivo.
In Italia, si è chiuso ieri a Cernobbio il seminario
Ambrosetti, appuntamento di inizio settembre ormai tradizionale che riunisce il
gotha della politica e dell'economia, non solo italiano. Al centro del
confronto di quest'anno, la riforma della Banca d'Italia e lo scontro tra
governo e opposizione con gli interventi di Berlusconi e Prodi, entrambi alle
prese con i difficili equilibri all'interno dei rispettivi schieramenti. Il
servizio di Giampiero Guadagni:
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Con la ripresa, la prossima
settimana, dell'attività parlamentare, inizia l'ultimo scorcio di legislatura
che porterà in primavera alle elezioni politiche. Elezioni che però il
centrosinistra vorrebbe anticipare in autunno. E nel suo intervento al seminario
di Cernobbio, Romano Prodi ha spiegato: “Non si può più perdere tempo, il Paese
ha sofferto le scelte del governo del centrodestra in questi cinque anni.
Scelte - osserva Prodi - tutte condivise dall'UDC di Follini, col quale dunque
è impossibile stipulare intese. Prodi guarda troppo a sinistra: è il rimprovero
del leader dell'UDEUR Mastella, che motiva così la decisione di aggiungere la
sua candidatura a quelle del professore, di Bertinotti e di Di Pietro alle primarie
di ottobre con le quali l'Unione sceglierà il suo candidato premier. E se, come
nelle unanimi previsioni, le primarie saranno vinte da Prodi, difficilmente
sull'altro fronte si concretizzerà l'alternativa a Berlusconi, come auspicato
dall'UDC. L’UDC da tempo chiede al premier un segno di discontinuità politica e
ora non esclude di correre da sola alle elezioni. La risposta di Berlusconi,
dal palco di Cernobbio, è stata chiara: questo governo merita un bel 10 e lode.
Dunque la discontinuità non serve. Il premier torna a proporre il partito unico
dei moderati. Ma intanto apre ad una delle richieste dell'UDC: l'ampliamento
della quota proporzionale nel sistema elettorale. E ad agitare il mare della
politica c'è poi il caso Fazio. Le dimissioni del Governatore, in seguito alle
intercettazioni telefoniche sulla vicenda Antonveneta, sono chieste a gran voce
dall'opposizione, ma anche da ampi settori della maggioranza, compreso il
ministro dell'Economia. La recente riforma di Bankitalia, con l'introduzione
del mandato a termine per il Governatore, non convince il centrosinistra.
Intanto, le istituzioni europee seguono la situazione e non nascondono la loro
preoccupazione.
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Tredici ribelli taleban uccisi e 44 catturati sono il
bilancio di un'operazione condotta ieri dalle forze americane e da quelle regolari afghane, che ha visto un
bombardamento aereo americano a Ghorak,
zona montagnosa della provincia di Kandahar, nel sud dell'Afghanistan, seguito da un rastrellamento congiunto nella
stessa Ghorak e nel vicino distretto di Khakrez. L'operazione giunge a due settimane
dalle prossime elezioni generali del 18 settembre, che i militanti antigovernativi si propongono di
intralciare.
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