RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 296 - Testo della trasmissione di domenica 23 ottobre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Ripartire dall’Eucaristia, sacerdoti e laici: l’invito di Benedetto XVI alla Messa, in Piazza San Pietro, per la canonizzazione di cinque beati, in chiusura del Sinodo dei vescovi e dell’Anno dell’Eucaristia

 

L’Esortazione post-sinodale: il Papa ne ha parlato ai fedeli all’Angelus

 

La pena del Santo Padre per i vescovi cinesi assenti al Sinodo e la Lettera loro inviata dai padri sinodali

 

Il bilancio del cardinale Angelo Scola, relatore del Sinodo dei vescovi

 

“Missione: pane spezzato per la vita del mondo”: il Messaggio per l’odierna Giornata missionaria mondiale. Con noi, padre Marino Porcelli

 

Una lode a Dio, in uno stupendo scenario: Concerto, ieri nella Cappella Sistina, dei piccoli cantori di Ratisbona, in onore del Papa.

       

OGGI IN PRIMO PIANO:

Timori da parte statunitense per la crescita militare cinese: ce ne parla Alfonso Desiderio

 

CHIESA E SOCIETA’:

Nuovo caso di influenza aviaria in Svezia

 

Consegnati venerdì in Spagna i premi Bravo ai professionisti della comunicazione, che lavorano al servizio della dignità umana e dei valori evangelici

 

Ai confini del cielo è il primo film di argomento religioso cattolico ad essere premiato dalla Repubblica popolare cinese

 

Inaugurata in Bulgaria la prima Radio cristiana

 

Un film per raccontare la dura storia del Ciad: l’iniziativa di alcuni missionari comboniani per il mese missionario

 

24 ORE NEL MONDO:

 Urne aperte in Polonia per la scelta del nuovo presidente

 

In Nigeria precipita aereo con 116 persone a bordo ma almeno 50 passeggeri sono vivi

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

23 ottobre 2005

 

 

 

“CARI AMICI DOBBIAMO TUTTI RIPARTIRE DALL’EUCARISTIA”, SACERDOTI E LAICI: L’INVITO DI BENEDETTO XVI ALLA MESSA, STAMANE IN PIAZZA SAN PIETRO, PER LA CANONIZZAZIONE DI CINQUE BEATI, LA PRIMA DEL SUO PONTIFICATO,

IN CHIUSURA DEL SINODO DEI VESCOVI E DELL’ANNO DELL’EUCARISTIA,

NELL’ODIERNA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE.

LA PENA DEL PAPA PER I VESCOVI CINESI ASSENTI DAL SINODO

 

“L’Eucaristia: pane vivo per la pace nel mondo”, “fonte di santità e nutrimento spirituale”, “dono e mistero”: in un clima di gioia e di intenso raccoglimento la Chiesa universale si è raccolta attorno al suo Pastore, stamane in piazza San Pietro, dove Benedetto XVI ha presieduto la solenne Messa per la canonizzazione di cinque beati, due polacchi, due italiani, e un cileno. Messa che ha suggellato pure la chiusura del Sinodo dei vescovi e dell’Anno dell’Eucaristia, nell’odierna Giornata missionaria mondiale, dedicata proprio al tema eucaristico. Trentamila i fedeli presenti fin dal prime ore del mattino hanno animato la funzione con inni e canti in varie lingue. Servizio di Roberta Gisotti.

 

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Attesa ed emozione per questa proclamazione dei primi santi del pontificato di Benedetto XVI, con tanti “motivi di ringraziamento e di supplica a Dio”, ha premesso il Papa nella sua omelia, invitando “a contemplare l’Eucaristia come fonte di santità e nutrimento spirituale per la nostra missione nel mondo”, “dono e mistero” dove si manifesta “la pienezza dell’amore di Dio” e si “riassume tutta la legge divina”

 

“Cristo ci consegna in se stesso la piena realizzazione dell’amore per Dio e dell’amore per i fratelli. E questo suo amore Egli ci comunica quando ci nutriamo del suo Corpo e del suo Sangue”.

        

Si realizza cosi quella conversione – ha spiegato Benedetto XVI – “principio del cammino di santità che il cristiano è chiamato a realizzare nella propria esistenza”.

 

“Quanto provvidenziale, in questa prospettiva, è il fatto che oggi la Chiesa additi a tutti i suoi membri cinque nuovi Santi che, nutriti di Cristo Pane vivo, si sono convertiti all’amore e ad esso hanno improntato l’intera loro esistenza!”

 

“Hanno amato il Signore con tutto il cuore e il prossimo come se stessi ‘così da diventare modello a tutti i credenti’”, ha detto il Papa ponendo in  evidenza la loro dedizione alla celebrazione e adorazione eucaristica.

 

Józef Bilczewski (Bilcevski), l’arcivescovo polacco di Leopoli dei Latini, nato nel 1860, amato ed apprezzato da cattolici, ortodossi ed ebrei per i quali si adoperò durante la prima guerra mondiale, sempre dalla parte del popolo e dei poveri, sensibile verso famiglie e giovani, insegnava che il fondamento della vita sociale deve essere la giustizia, perfezionata nell’amore cristiano.

 

“Święty Józef Bilczewski był człowiekiem modlitwy….”

“Fu uomo di preghiera…..- ha sottolineato il Santo Padre - un esempio per i sacerdoti e un testimone per tutti i fedeli”

 

“Zygmunt Gorazdowski (Goràzdovski), sacerdote polacco, nato nel 1845, chiamato ‘Padre dei poveri’, animatore instancabile di opere di misericordia, che affidò alla cure della Congregazione delle Suore di San Giuseppe da lui fondata.

 

Зигмунд Гораздовський, засновуючи Асоціяцію священиків…

“...si è sempre lasciato guidare – ha osservato il Papa - dallo spirito di comunione, che pienamente si rivela nell’Eucaristia”.

 

Alberto Hurtado Cruchaga, sacerdote gesuita cileno, nato nel 1901, una  vita coraggiosa ispirata dall’amore del Signore, presente nell’Eucarestia e dall’amore per i poveri, fondatore del “Focolare di Cristo” per i più bisognosi e i senza tetto. Morto a 51 anni.

 

Al final de sus días, entre los fuertes dolores...

“Tra acuti dolori alla fine dei suoi giorni – ha ricordato Benedetto XVI – teneva la forza di ripetere ‘Sono contento Signore, contento’, esprimendo così l’allegria che sempre lo accompagnò”.

 

Gaetano Catanoso, sacerdote italiano, nato nel 1879, fondatore della Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo, in aiuto ai sacerdoti più bosognosi e alle parrocche più sperdute e abbandonate della sua terra, la Calabria.

 

“…con ardente ed instancabile carità pastorale egli si dedicò alla predicazione, alla catechesi, al ministero delle Confessioni, ai poveri, ai malati, alla cura delle vocazioni sacerdotali”.

 

Felice da Nicosia, umile frate cappuccino, nato nel 1715, analfabeta, assetato della Sacra Scrittura, che apprendeva a memoria, per tutta la vita questuante del suo Convento in Sicilia.

 

“Fra Felice ci aiuta a scoprire il valore delle piccole cose che impreziosiscono la vita, e ci insegna a cogliere il senso della famiglia e del servizio ai fratelli, mostrandoci che la gioia vera e duratura, alla quale anela il cuore di ogni essere umano, è frutto dell’amore.”

 

Benedetto XVI si è rivolto poi ai padri sinodali che hanno appena concluso i loro lavori dopo tre settimane vissuti “in un clima – ha detto il Papa - di rinnovato fervore eucaristico”, che deve spingere tutti i membri della Chiesa “a ravvivare il loro impegno di fedeltà”, in primo luogo i sacerdoti, che sul mistero eucaristico fondano il celibato “dono prezioso e segno dell’amore indiviso verso Dio e il prossimo”, ma anche i laici, per i quali “nessuna dicotomia è ammissibili fra la fede la vita”. E mentre si conclude l’Anno dell’Eucarestia, “come non riprendere – ha sollecitato Benedetto XVI l’invito dell’amato Papa Giovanni Paolo II a ripartire da Cristo?”

 

 “Un fraterno saluto” particolare è andato “a nome dell’intero Episcopato “ai vescovi della Chiesa” in Cina, che non hanno partecipato al Sinodo

 

“Con viva pena abbiamo sentito la mancanza dei loro rappresentanti. Voglio tuttavia assicurare a tutti i Presuli cinesi che siamo vicini con la preghiera a loro e ai loro sacerdoti e fedeli. Il sofferto cammino delle comunità, affidate alla loro cura pastorale, è presente nel nostro cuore: esso non rimarrà senza frutto, perché è una partecipazione al Mistero pasquale, a gloria del Padre.”

 

Infine il Papa ha fatto memoria della Giornata missionaria mondiale sul tema “Missione: Pane spezzato per la vita del mondo”, richiamando ogni cristiano “a impegnarsi per un mondo più giusto e fraterno” ed ha concluso:

 

“Cari amici, dobbiamo tutti ripartire dall’Eucaristia”.

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All’Angelus, seguito alla celebrazione eucaristica in piazza San Pietro, Benedetto XVI ha spiegato che le riflessioni, le testimonianze e le proposte dei padri sinodali, che hanno partecipato all’Assemblea del Sinodo dei vescovi sono state raccolte per essere elaborate in un’Esortazione post-sinodale. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Il Papa ha ricordato che le esperienze dei padri sinodali all’Assemblea del Sinodo dei vescovi, incentrata sul tema “L’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”, saranno al centro di una Esortazione post–sinodale. Una Esortazione – ha aggiunto Benedetto XVI – che “tenendo conto delle diverse realtà del mondo, aiuti a disegnare il volto della Comunità ‘cattolica’, protesa a vivere unita … il mistero centrale della fede: l’Incarnazione redentrice, di cui l’Eucaristia è la presenza viva”. Dopo aver brevemente rievocato le figure dei nuovi Santi, il Santo Padre ha poi spiegato il valore dell’odierna Giornata missionaria mondiale. Benedetto XVI ha ricordato la vocazione a cui ogni cristiano è chiamato, quella cioè di essere “pane spezzato per la vita del mondo” e ha sottolineato il significativo legame tra la missione della Chiesa e l’Eucaristia.

 

“In effetti l’azione missionaria ed evangelizzatrice è la diffusione apostolica dell’amore che è come concentrato nel Santissimo Sacramento”.

 

Una missione che poggia su pilastri fondamentali quali la condivisione della Parola, il servizio verso i bisognosi e il perdono.

 

“Chi accoglie Cristo nella realtà del suo Corpo e Sangue non può tenere per sé questo dono, ma è spinto a condividerlo nella testimonianza coraggiosa del Vangelo, nel servizio ai fratelli in difficoltà, nel perdono delle offese”.

 

“Per alcuni poi – ha concluso il Santo Padre - l’Eucaristia è germe di una specifica chiamata a lasciare tutto per andare ad annunciare Cristo a chi ancora non lo conosce”.

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LETTERA DEI PADRI SINODALI AI VESCOVI CINESI, ASSENTI AI LAVORI DEL SINODO:

AVREMO GRADITO ASCOLTARE DAL VIVO

LA VOSTRA SOFFERTA E FRUTTUOSA ESPERIENZA ECCLESIALE

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

I padri sinodali, partecipanti all’undicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, hanno rivolto in una lettera il loro fraterno e cordiale saluto - in unione a Benedetto XVI - ai presuli cinesi assenti durante i lavori sinodali. “Avremmo gradito incontrarvi ed ascoltare dalla vostra viva voce – si legge nel documento - la storia della vostra sofferta e fruttuosa esperienza ecclesiale”.

 

“Tutto ciò – scrivono i membri del Sinodo – non è stato possibile ma vi assicuriamo che voi e tutta la Chiesa che è in Cina siete particolarmente presenti nel nostro cuore e nella nostra preghiera”. I padri sinodali sottolineano, poi, la centralità del mistero eucaristico, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. “Tutti noi – affermano – siamo in comunione con Cristo e con la Chiesa universale”. I padri sinodali rivolgono, inoltre, a tutte le comunità ecclesiali presenti in Cina l’augurio di fiorire “nell’ascolto della Parola, nella celebrazione del mistero pasquale e nel generoso servizio ai fratelli”. La lettera si conclude con “l’ardente auspicio che si possano trovare presto cammini per rendere ancora più visibile la piena comunione”.

 

 

UN GRANDE AVVENIMENTO DI CHIESA, IN CHIUSURA DELL’ANNO DELL’EUCARISTIA:

 IL BILANCIO SUI LAVORI DEL SINODO DEI VESCOVI

TRACCIATO DAL RELATORE GENERALE, IL CARDINALE ANGELO SCOLA

 

E’ durato dunque tre settimane il Sinodo dei vescovi sull’Eucaristia, che ha visto 256 padri sinodali confrontarsi sulla reale partecipazione dei fedeli a questo Sacramento, sulle sfide pastorali che esso pone in un contesto di perdita di senso del sacro che taglia trasversalmente i continenti. Per un bilancio dell’avvenimento, ecco il parere del relatore generale al Sinodo, il cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, intervistato da Giovanni Peduto.

 

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R. - Io lo reputo un grande avvenimento di Chiesa, cioè un avvenimento in sè stesso. La collegialità gerarchica nella Chiesa non è rimasta una parola ma si è vista come un fatto. Credo che non esista nulla di paragonabile al mondo a quello che è successo nella nostra realtà della Chiesa cattolica attraverso questo Sinodo. Non credo che esista organismo internazionale che possa riunire uomini da tutti i Paesi del mondo che esprimono una vita capillare, lingue, culture, razze, ceti diversi eppure capaci di scambio. Tutti si muovono, in ultima analisi, al di là delle loro opinioni, dei loro limiti e difetti, gratuitamente perché amano Cristo e Cristo eucaristico.

 

D. - Quali esigenze sono emerse?

 

R. - E’ emersa l’esigenza di mettere al centro il primato dell’azione eucaristica, cioè  il fatto che da 2000 anni la Chiesa esiste perché ogni domenica milioni e milioni di uomini lasciano le loro case in tutti i continenti del mondo e si riuniscono per mangiare il corpo di Cristo cioè per vivere il sacrificio che il figlio di Dio, fatto uomo, ha fatto per riscattarci, quindi per darci la possibilità di vivere fin da subito una vita più degna e più umana e una vita che neanche la morte potrà interrompere, un’esperienza di bellezza, di verità, di bontà inaudita.

 

D. - Cosa fare dal punto di vista pastorale, affinché i cristiani pongano veramente l’Eucaristia al centro della loro vita?

 

R. – Ci vuole innanzitutto una comunità vivente. Questo il Sinodo l’ha detto con grande chiarezza. Bisogna che le nostre parrocchie, le associazioni, i gruppi, i movimenti, siano luoghi vitali e realizzino quello che San Paolo diceva nella Lettera ai Romani, cioè che il culto del cristiano è un’offerta viva totale della propria esistenza che però può essere imparata soltanto seguendo ciò che Gesù ci ha indicato. Gesù ci ha donato se stesso, a partire dalla ultima cena, per creare l’unità del corpo nuovo dei cristiani, la nuova parentela, la nuova famiglia dei cristiani. Noi dobbiamo avere l’umiltà e la pazienza di vivere questi rapporti nuovo proprio a partire dall’Eucaristia.

 

D. – Eminenza, una domanda personale. Quale intervento l’ha colpita di più? Non chi l’ha fatto ma cosa ha detto:

 

R. – Ce ne sono stati almeno tre che mi hanno colpito in maniera impressionante. L’intervento del cardinale Toppo, lo posso dire, di come il cattolicesimo ha salvato tutte le popolazioni tribali dell’India che stavano per sparire 120 anni fa e adesso più di 2 milioni sono diventati cristiani e sono nate 12 diocesi. Poi mi ha colpito moltissimo l’intervento del metropolita Muresan di Romania che ha parlato della terribile esperienza dei sacerdoti durante il dominio della società comunista. Mi ha colpito moltissimo l’intervento di un vescovo messicano che ha parlato dell’imponenza dell’adorazione eucaristica diurna, notturna e continuata in tutto il Messico. Milioni di persone la praticano.

 

D. – Anche Benedetto XVI è intervenuto qualche volta in questo Sinodo. Qual è il suo messaggio sull’Eucaristia?

 

R. – Il Papa ha fatto un intervento straordinario che poi i padri hanno fatto proprio, hanno accolto, nel senso che lui ci ha comunicato la sua riflessione sul cuore, sul significato dell’Eucaristia, sul rapporto tra il banchetto, il sacrificio, l’alleanza, il memoriale, gli elementi istituiti da Cristo e la forma liturgica che la Chiesa, illuminata dallo Spirito Santo, offre. Secondo me ha fatto un intervento di una portata dottrinale veramente nuova sulla quale i teologi dovranno lavorare molto.

 

D. – Eminenza, una parola conclusiva su quest’Anno dell’Eucaristia...

 

R. – E’ stato un anno splendido. La morte di Giovanni Paolo II l’ha ulteriormente evidenziato. La grandezza di Papa Giovanni Paolo II si è vista proprio fin dall’inizio nel suo modo di celebrare l’Eucaristia, così come nel suo modo di amare Maria, donna eucaristica, e lui l’ha trasfusa, l’ha comunicata a noi tutti. Il Santo Padre Benedetto XVI se ne sta facendo l’erede. Io credo che la conclusione di questo Anno dell’Eucaristia che è appena avvenuta, rappresenti una ricchezza straordinaria e sia una possibilità di rinascita per tutte le nostre Chiese particolari del mondo. Questo vuol dire per il bene dell’umanità perché la Chiesa lascia trasparire Cristo come Colui che dice all’uomo di oggi, confuso ma affascinato: vienimi dietro se vuoi essere felice, vienimi dietro se vuoi esser libero.

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“MISSIONE: PANE SPEZZATO PER LA VITA DEL MONDO”: IL MESSAGGIO

DELL’ODIERNA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

- Con noi, padre Marino Porcelli -

 

“L’Eucaristia, mentre fa comprendere pienamente il senso della missione, spinge ogni singolo credente e specialmente i missionari ad essere ‘pane spezzato per la vita del mondo’”: è questo il passo centrale del messaggio per l’odierna Giornata missionaria mondiale, firmato da papa Giovanni Paolo II il 22 febbraio scorso, festa della Cattedra di San Pietro. Un messaggio fortemente collegato all’Anno Eucaristico. Ma in che modo i missionari possono farsi “pane spezzato per la vita del mondo”? Risponde, al microfono di Roberta Moretti, padre Marino Porcelli, ministro provinciale dei Frati Minori del Lazio e missionario per 15 anni in Mozambico:

 

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R – Ho vissuto tanti anni in un’Africa insanguinata dalla guerra, dalla siccità e poi dalle alluvioni, quindi è stato veramente difficile condividere e mettersi alla pari di tanti fratelli che erano bisognosi di tutto. Per fare questo, non possiamo essere i “papà buoni” che si abbassano per poter dare cose buone ai poveri; bisogna farsi poveri, lasciarsi spezzare da questo annuncio di liberazione e, come Eucaristia, rendere grazia con loro del poco che si può condividere.

 

D. – Nel suo messaggio per la Giornata, Giovanni Paolo II fa anche un riferimento al martirio. Sono infatti ancora molti i missionari che rimangono uccisi in terra di evangelizzazione. Quale testimonianza ci danno, questi missionari martiri?

 

R. – Che tutto quello che annunciamo è vero, perché in certi momenti dove appare il buio e l’incredulità di fronte a tanta violenza, l’esempio di queste persone ci da la forza di dire: “Ma allora è vero, non ho creduto invano!”. Non vorrei solo citare le persone che versano il sangue: ci sono persone imprigionate, ridotte a professare questa speranza nel nascondimento per paura, perché non c’è la libertà religiosa, perché si è esposti a ludibrio. Anche questi sono martiri, testimoni della gratuità, dell’amore assoluto di Dio!

 

D. – Qual è la situazione attuale in Mozambico?

 

R. – C’è una differenza abissale tra il Mozambico di dieci anni fa e il Mozambico di oggi. Da una situazione di guerra civile, di fame, di ricostruzione delle infrastrutture di base, quali l’educazione e la sanità, adesso ci sono ancora grosse difficoltà per secolarizzare tutti i giovani, per raggiungere le zone più interne del Paese con una sanità di base accettabile; c’è questa grande incognita dell’AIDS, però se si fa un confronto tra gli anni Ottanta ed adesso, il Paese è cresciuto enormemente. E questo perché? Perché è arrivata la pace!

 

D. – Che ruolo riveste la Chiesa nel Paese?

 

R. – Mi sembra che la Chiesa oggi sia il punto di riferimento, in questo ricostruire e ricominciare a sperare. La Chiesa era perseguitata in Mozambico: sotto la dittatura, per lunghi anni, è stato impossibile addirittura tenere aperto un seminario, aprire scuole con orientamento cattolico, chiese … Quindi, in pochissimo tempo si è passati ad una fase in cui si cerca, anche da parte delle autorità civili, una collaborazione stretta per risolvere i problemi, e questo chiaramente rende i missionari ancora più liberi di intraprendere iniziativa, non solo nel campo della catechesi e dell’evangelizzazione, ma anche della promozione umana e dello sviluppo sostenibile.

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UNA LODE A DIO IN UNO STUPENDO SCENARIO: IL CONCERTO DEI PICCOLI CANTORI

DEL CORO DI RATISBONA, IN ONORE DEL PAPA

 

Ieri sera nella Cappella Sistina concerto dei piccoli cantori di Ratisbona in onore di Benedetto XVI. Brani di Lorenzo Perosi, Pierluigi da Palestrina, Georg Ratzinger, Mendelssohn ed altri, eseguiti dal coro e dall'organista Stoiber, sotto la direzione del Maestro di Cappella Roland Büchner. Il Papa ha seguito tutta l'esecuzione del concerto, poi ha ringraziato i coristi. Il servizio è di Fausta Speranza.

 

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(Musica)

 

Una Lode a Dio in uno stupendo scenario: così il Papa ha definito il concerto. Il canto sale al cielo - ha aggiunto - come il passero del Salmo 84 che sull'altare si innalza verso Dio. E il richiamo non è stato a caso: lo ha spiegato proprio il Papa nelle parole in tedesco: il suo pensiero è andato al passero del Salmo 84 perché “Passerotti del Duomo di Ratisbona” è il nome del coro. Presenti nella Sistina, il Papa, alcuni cardinali, vescovi e un gruppo ristretto di persone provenienti dalla terra del Papa. Un concerto d’eccezione, dunque, per tanti motivi, non solo per lo scenario, ma anche per l'altissimo livello musicale.

 

(Musica)

 

“Beati i ragazzi di questo coro famoso che hanno potuto cantare le lodi di Dio nello stupendo scenario della Cappella Sistina. E beati anche noi che ascoltando il loro canto ci siamo sintonizzati con la loro lode”. 

 

Un particolare familiare: tra la musica sacra ascoltata c’era un brano, Sanctus, scritto dal fratello del Papa, mons. Georg Ratzinger che ha diretto per alcuni anni il gruppo stesso in Germania.

 

(Musica)

 

Tra gli altri autori: Perosi, Pierluigi da Palestrina, Josef G. Rheinberger, Mendelssohn. Ad offrire un ventaglio di emozioni legate a tante sensazioni, come quella di percepire l’armonia del canto e la drammaticità del Giudizio Universale di Michelangelo, l’ampiezza della musica e il raccoglimento della Cappella dove, senza nessun contatto con l'esterno viene eletto il successore di Pietro. In definitiva, suggestioni per una preghiera speciale.

 

(Musica)

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OGGI IN PRIMO PIANO

23 ottobre 2005

 

 

 

TIMORI DA PARTE STATUNITENSE

 PER LA CRESCITA DELL’ARSENALE MILITARE CINESE

- Intervista con Alfonso Desiderio -

 

Cresce la preoccupazione degli Stati Uniti per l’espansione militare della Cina. In occasione dell’ultima visita del segretario americano alla Difesa, Donald Rumsfeld, in estremo Oriente, conclusasi il 20 ottobre, la Casa Bianca ha ribadito i suoi timori per l’ammodernamento e l’ampliamento dell’arsenale cinese. “Pechino vuole sviluppare missili capaci di raggiungere diverse zone del mondo” ha detto Rumsfeld. Sullo sfondo, le polemiche riguardo il reale ammontare delle spese militari cinesi. Secondo l’amministrazione statunitense, il governo di Pechino spende tre volte di più rispetto ai 30 miliardi di dollari ufficialmente dichiarati. Le prospettive dell’espansione militare cinese, nell’analisi di Alfonso Desiderio giornalista di Limes, intervistato da Andrea Cocco.

 

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R. – La Cina è considerata da molti il probabile futuro avversario degli Stati Uniti a livello internazionale. E’ l’unico Paese che abbia quegli elementi in grado di poter competere con la superpotenza americana nei prossimi decenni. La Cina è sicuramente una potenza regionale e diventerà sempre più, nel lungo periodo, una potenza globale. Bisogna sempre ricordare che la classe dirigente cinese ragiona per generazioni. Quindi, in realtà, sta preparando il sistema cinese ad un ruolo da protagonista per i prossimi decenni.

 

D. – Quindi, ci si dovrà aspettare un continuo aumento delle spese militari cinesi?

 

R. – Sì, una delle grandi discussioni tra Stati Uniti e Cina è il reale ammontare del bilancio della difesa cinese. Questo perché il sistema cinese è molto particolare. Le forze armate cinesi sono anche un’impresa economica: hanno fabbriche, industrie. Quindi, è molto difficile poi distinguere all’interno di questo settore quello che è esclusivamente militare.

 

D. – Le relazioni tra Stati Uniti e Cina si reggono su un equilibrio molto difficile. Quanto è concreto il rischio, prima o poi, di una rottura?

 

R. – Questa è una fase preparatoria. Fra Stati Uniti e Cina ci sono momenti di convergenza, di interesse e momenti invece di competizione. Qui è chiaro: lo scenario futuro può essere quello di un nuovo bipolarismo tra Cina e Stati Uniti. Ma questo scenario può assumere anche forme diverse di collaborazione oppure di parziale cooperazione in alcuni settori.

 

D. – Lo scorso 11 ottobre la Cina ha lanciato una nuova missione spaziale. Quanto gli equilibri si giocheranno anche nella conquista dello spazio?

 

R. – Lo spazio ormai è la quarta dimensione dove c’è la competizione tra Stati. Tutti i Paesi, che vogliono contare a livello internazionale, hanno un programma spaziale. Il programma spaziale cinese ha, al momento, soltanto degli scopi pacifici, ma la tecnologia che si usa per lo spazio e tutti i vari sistemi, in realtà, possono avere anche un uso politico-militare. Quello della Cina - arrivare sulla Luna - è un obiettivo ambizioso e serve anche per motivi di politica interna.

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CHIESA E SOCIETA’

23 ottobre 2005

 
 

 

NUOVO CASO DI INFLUENZA AVIARIA IN SVEZIA. LA GRAN BRETAGNA CHIEDE

ALLA COMMISSIONE EUROPEA L’EMBARGO SUGLI UCCELLI SELVATICI VIVI. IN ITALIA,

 INTANTO SI INTENSIFICANO I CONTROLLI SU UCCELLI MIGRATORI E ALLEVAMENTI

 

ROMA. = Dopo la morte del pappagallo importato dal Suriname e risultato positivo al test dell’influenza aviaria, la Gran Bretagna, presidente di turno dell’Unione Europea, ha chiesto alla Commissione d’imporre l’embargo sugli uccelli selvatici vivi quale misura preventiva contro il virus. Intanto un nuovo caso è stato registrato in Svezia: ieri, le autorità di Stoccolma hanno annunciato la morte di un’anatra affetta da influenza aviaria. In Italia, il ministro della Salute Francesco Storace ha firmato un’ordinanza, che intensifica i controlli preventivi su uccelli migratori e allevamenti. “L’ordinanza - ha spiegato il ministro - è stata presa a scopo preventivo per garantire il nostro Paese rispetto al rischio di diffusione del virus H5N1 negli animali. Se i controlli saranno positivi - ha continuato Storace - si limiterà la caccia per alcune specie e alcune aree secondo le indicazioni dell’Istituto di fauna selvatica”. (D.L.)

 

 

CINEMA, RADIO, TELEVISIONE, PUBBLICITÁ E TEATRO. SONO STATI CONSEGNATI

VENERDÍ IN SPAGNA I PREMI BRAVO DESTINATI AI PROFESSIONISTI

DELLA COMUNICAZIONE CHE LAVORANO AL SERVIZIO DELLA DIGNITÁ UMANA

 E DEI VALORI EVANGELICI

 

MADRID. = Si è tenuto venerdì a Madrid, l’atto di consegna del premio Bravo ai promotori delle iniziative positive nel campo dei media. La cerimonia, svoltasi nella sede della Conferenza episcopale spagnola, è stata presieduta da mons. Juan del Río, presidente della Commissione episcopale dei mezzi di comunicazione sociale (CEMCS) e della Conferenza episcopale spagola. I premi Bravo si concedono ogni anno dal 1971 e riconoscono il lavoro meritorio di tutti quei professionisti della comunicazione che lavorano per il servizio alla dignità dell’uomo, i diritti umani e i valori evangelici. Tra le menzioni speciali si annoverano: il “Premio Speciale” assegnato a mons. Elías Yanes Álvarez, arcivescovo emerito di Zaragoza e il “Premio Stampa” assegnato al teologo Oleario González de Cardedal, professore emerito di teologia all’Università Pontificia di Salamanca. Per la categoria “Nuove Tecnologie” è stata premiata l’Agenzia di notizie Veritas, mentre per la categoria “Radio” il premio è stato assegnato all’area di programmazione socio-religiosa della catena COPE, proprietà della Chiesa. Il vaticanista Ángel Gómez Fuentes, di Roma, ha ottenuto il “Premio Televisivo”, mentre il film “Héctor”, di Grazia Querejeta, si è aggiudicato il “Premio Cinematografico”. Anche la pubblicità e il teatro hanno avuto un riconoscimento, così come il lavoro diocesano nei mezzi di comunicazione, assegnato alla diocesi di Santiago di Compostela. (A.M. / D.L.)

 

 

AI CONFINI DEL CIELO È IL PRIMO FILM DI ARGOMENTO RELIGIOSO CATTOLICO

AD ESSERE PREMIATO DALLA REPUBBLICA POPOLARE CINESE. VINCITORE

 DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI CHANGCHUN, IL FILM ITALIANO

 VERRÁ PRIETTATO A SHANGHAI LUNEDÍ PROSSIMO

 

SHANGHAI. = Ai confini del cielo è il titolo del film italiano che verrà proiettato a Shanghai lunedì prossimo. Vincitore del premio “Cervo”, al Festival Internazionale del cinema di Changchun, il film racconta la storia di Odorico di Pordenone (1265-1331), frate minore, che nel 1318, per volontà di papa Giovanni XXII, lasciò il Friuli per raggiungere Kambalic, l’odierna Pechino, e predicarvi il Vangelo. La proiezione della pellicola rientra tra le attività programmate per la “Settimana della lingua italiana nel mondo”, iniziativa promossa dal Ministero degli Esteri. Ai confini del cielo, diretto da Leandro Castellani, è il primo film di argomento religioso cattolico ad essere ufficialmente ammesso nella Cina continentale, ed è anche il primo ad essere premiato dalla Repubblica popolare cinese. (D.L./A.M.)

 

 

INAUGURATA IN BULGARIA LA PRIMA RADIO CRISTIANA. SION, NATA PER INIZIATIVA

 DEI MONACI ORTODOSSI DEL MONASTERO DI RUEN, TRASMETTE PROGRAMMI SOCIALI

 E MUSICALI NEL PIENO RISPETTO DEI VALORI E DELLA MORALE CRISTIANA

 

SOFIA. = Si chiama Sion la prima Radio cristiana costituita in Bulgaria. Inaugurata il 19 ottobre, giorno in cui la Chiesa ortodossa bulgara commemora il santo protettore del Paese, san Giovanni di Rila, la Radio è frutto dell’iniziativa dei monaci ortodossi del monastero di Ruen, situato nel sud-ovest del Paese. Sion per ora trasmette solo in Internet, la legge bulgara non consente infatti, l’accesso a nuove frequenze per i prossimi quattro anni. “Il programma è indirizzato ai problemi sociali della gente”, dice Crastin Apostolov, uno dei fondatori della Radio. Su Sion, si potrà inoltre, ascoltare musica di diverso tipo – continua  Crastin Apostolov - ortodossa e moderna purché non sia in contraddizione con i valori cristiani e la morale”. Previste anche diverse trasmissioni per bambini. Anche alcuni frati cappuccini di Sofia pensano di inserirsi nell’ambito delle Radio cristiane in Internet. “La nostra idea però è un po’ diversa - spiega all’Agenzia Sir, il superiore dei cappuccini in Bulgaria fra Cristoforo Kujok - noi vorremmo iniziare con molta musica contemporanea d’ispirazione cristiana, cantautori italiani, americani, bulgari e ogni tanto introdurre dei flash come riflessioni e versetti del Vangelo”.(A.M./ D.L.)

 

 

UN FILM PER RACCONTARE LA DURA STORIA DEL CIAD. LA VICENDA DI DUE BAMBINI QUALE SPECIALE RICHIAMO ALLA PACE E ALL’UNITÁ DL PAESE. È L’INIZIATIVA PRESA

 DA ALCUNI MISSIONARI COMBONIANI NEL QUADRO DELLE MANIFESTAZIONI

PER IL MESE MISSIONARIO

 

CIAD. = Due bambini, uno cristiano e l’altro musulmano, si incontrano sui banchi di scuola, inizialmente distanti a causa del diverso credo religioso, grazie all’amicizia, finiscono per superare ogni barriera riuscendo a ricongiungere anche i rispettivi genitori, un tempo amici e successivamente separati dalla guerra civile del 1979. Questa la trama del film realizzato da padre Fabrizio Colombo, missionario comboniano in Ciad e proiettato di recente davanti ad un pubblico di cattolici, protestanti e musulmani nella capitale N’Djamena. Lo riferisce l’Agenzia Misna. “La proiezione della pellicola - afferma padre Saturnin Comlan Poignon – rappresenta il punto di partenza per un dibattito tra i seguaci di differenti fedi, che hanno manifestato la piena volontà a lavorare insieme in nome della pace e della coabitazione pacifica. “Prima del conflitto del 1979,  - ricorda padre Saturnin Comlan Poignon - convivevamo tutti senza difficoltà, poi però, i politici hanno sfruttato le divergenze di vedute per approfittare della situazione trascinando, il Paese in una sanguinosa guerra civile”. “Oggi, a pochi anni dalla riconciliazione vogliamo contribuire alla rinascita del Paese  - ha aggiunto Padre Saturnin - e con la nostra iniziativa abbiamo quindi voluto invitare tutti i componenti della società civile a tornare a uno scenario pre-1979, e a partecipare concretamente alla costruzione di un Ciad finalmente pacifico”. (D.L.)

 

 

ENNESIMO ATTACCO AI CRISTIANI INDONESIANI. VITTIME DELL’AGGRESSIONE

 UN GRUPPO DI FEDELI COSTRETTI A PREGARE IN STRADA

 DOPO LA CHIUSURA DELLE LORO CHIESE

INDONESIA. = Ancora un atto di violenza contro la comunità cristiana indonesiana. Domenica 16 ottobre – riferisce l’Agenzia AsiaNews - un gruppo di fedeli riuniti in preghiera per le strade di Jatimulya, nel West Java, sono stati aggrediti, da alcuni estremisti islamici che dopo averli insultati e derisi li hanno obbligati ad interrompere la loro celebrazione. “Vivere la fede cristiana è molto difficile in Indonesia”, racconta una delle vittime dell’aggressione. “Sebbene la Costituzione del Paese garantisca la libertà religiosa – continua - pregare in casa è proibito e le nostre chiese vengono continuamente chiuse. L’unica opzione che abbiamo per pregare insieme, è quindi incontrarsi per strada. La preghiera stradale è la nostra unica possibilità”. La chiusura dei luoghi di culto cristiani, voluta da un gruppo radicale musulmano chiamato Alleanza contro l’Apostasia, è stata disposta 5 settimane fa dal sindaco di Jatimulya. Quello del 16 ottobre è purtroppo l’ennesimo caso di intimidazione e violenza contro i cristiani indonesiani. L’11 ottobre scorso, infatti, un gruppo di estremisti aveva interrotto con la forza la recita del Rosario in una casa privata nella parte occidentale di Jakarta e, negli ultimi tempi, circa 30 chiese domestiche protestanti sono state chiuse da parte degli estremisti. (AsiaNews / D.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

23 ottobre 2005

 

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

In Nigeria le unità di soccorso hanno ritrovato, dopo 12 ore di ricerche, i rottami del Boeing 737 della compagnia nigeriana Bellview Airlines, precipitato ieri sera con 116 persone a bordo subito dopo il decollo da Lagos. Il nostro servizio:

 

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Secondo le prime frammentarie notizie quasi la metà delle persone a bordo sono sopravvissute. Lo ha affermato rappresentante dello Stato di Oyo dove l'aereo e' precipitato, precisando che sono stati mobilitati i servizi di emergenza. Il velivolo, in volo tra Lagos e Abuja, è precipitato pochi minuti dopo il decollo, avvenuto ieri sera mentre c’era una tempesta in corso. Solo nella tarda mattinata di oggi le squadre di ricognizione sono riuscite ad avvistare i resti del Boeing 737, a 200 chilometri da Lagos. Sul volo della compagnia privata nigeriana Bellview Airlines, una delle più affidabili in termini di sicurezza, viaggiavano alcune personalità della CEDEAO, la Comunità Economica degli Stati dell'Africa Occidentale. Ancora oscura la dinamica dell'incidente. In un primo momento era stata avanzata l’ipotesi di attentato o di dirottamento, ma poi si è appreso che il pilota, prima di interrompere i contatti, avrebbe lanciato una richiesta di soccorso per problemi tecnici. Si presume che sul volo potessero esserci anche diversi europei ed altri occidentali, visto che la linea in questione è molto frequentata dagli operatori stranieri.  Il presidente nigeriano, Obasanjo, coordina le operazioni di salvataggio e “chiede di pregare per tutti coloro che erano a bordo e per le loro famiglie”

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Urne aperte da stamani per circa 30 milioni di polacchi, chiamati a scegliere il nuovo presidente del Paese. Il secondo turno delle presidenziali vede un serrato confronto tra il candidato liberale Donald Tusk e il conservatore Lech Kaczynski. Il servizio da Varsavia è di Giuseppe D’Amato:

 

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Dopo la Santa Messa tutti a votare. I seggi si sono riempiti nella tarda mattinata. L’affluenza alle urne pare buona. La fredda Polonia si è finalmente entusiasmata a questa interminabile maratona elettorale, iniziata il 25 settembre con le legislative e proseguita con il primo turno delle presidenziali. Al ballottaggio sono giunti due candidati del centro-destra, il liberale Donald Tusk e il conservatore Lech Kaczynski, entrambi eredi di Solidarnosc. Il primo ha ricevuto l’appoggio del presidente uscente, Aleksander Kwasniewski e di Lech Walesa. Il secondo del nazionalista Lepper, che al primo turno ha ottenuto il 15 per cento dei voti. Tusk è per liberalizzare l’economia polacca tagliando le tasse e rendendo lo stato sociale meno pesante. Kaczynski ha ricette opposte e mira a riformare la costituzione del ’97, assegnando maggiori poteri al capo dello Stato. Il 9 ottobre scorso i due avversari, ma alleati nel governo, erano distanziati da tre punti percentuali. Stasera non pochi analisti prevedono un arrivo in volata, con la necessità di contare fino all’ultimo voto. Gli ultimi sondaggi davano da un punto e mezzo a due di vantaggio ancora per Tusk, ma Kaczynski era dato in forte recupero, grazie a slogan patriottici e sociali. Tanto dipenderà, quindi, dall’affluenza alle urne. Alle legislative non toccò nemmeno il 40 per cento degli aventi diritto, mentre al primo turno si era intorno al 50.

 

Da Varsavia, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

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Le autorità libanesi hanno arrestato un uomo che, secondo l’inchiesta dell’ONU, avrebbe telefonato al presidente libanese Emile Lahoud pochi minuti prima della strage nella quale fu ucciso l'ex primo ministro Rafik Hariri. Il presidente libanese, attraverso il suo portavoce, ha smentito energicamente qualsiasi coinvolgimento nella vicenda. Il governo di Beirut ha approvato ieri all’unanimità una dichiarazione in cui elogia il rapporto ONU, invitando tutti gli Stati a cooperare con gli investigatori. Le indagini, secondo il premier libanese Sinora, serviranno a consegnare alla giustizia i colpevoli, “chiunque siano e dovunque si trovino”.

 

Nell’Atlantico si sta formando "Alpha", la nuova tempesta tropicale che, secondo le previsioni, non dovrebbe toccare la terraferma.  Con venti di poco superiori ai 60 km orari Alpha, ora a sud di Portorico, ha fatto scattare un allarme tempesta ad Haiti e su parte della Repubblica Dominicana. In Messico, intanto, è stato degradato a categoria 2 e potrebbe perdere ulteriore forza l’uragano Wilma, che ieri si è abbattuto sulle coste dello Yucatan, causando almeno 7 morti e devastazioni. Nelle ultime ore, Wilma si sta dirigendo lentamente verso la Florida con venti scesi a 180 km orari. In tutta la penisola della Florida meridionale resta tuttavia lo stato di emergenza, e nelle isole Keys è stata ordinata l’evacuazione.

 

Due forti scosse di terremoto hanno colpito in nottata e all’alba l’Afghanistan, a ridosso del confine con il Pakistan, provocando almeno 5 morti e 6 feriti. Lo ha annunciato un portavoce del ministero della Difesa precisando che il sisma, registrato dal centro di sismologia del Pakistan, ha toccato la provincia di Paktika, facendo crollare di alcune case. Al momento non si conosce l’entità dei danni, tuttavia, squadre di soccorso dell’esercito afghano sono state inviate nella zona al confine con il Pakistan.

 

Un elicottero civile russo, che trasportava aiuti per le popolazioni terremotate del Pakistan, è esploso in volo nei cieli dell’Azerbaigian, provocando la morte dei cinque membri dell’equipaggio. Lo ha annunciato la televisione ‘AzTv’ precisando che la sciagura è avvenuta ieri sera. Il velivolo era stato noleggiato dall'Onu e proveniva dalla Turchia dove aveva caricato aiuti umanitari. Le cause non sono state ancora accertate. Intanto la regione del nord del Pakistan, devastata dal sisma dell'8 ottobre scorso, è stata di nuovo scossa da due forti repliche che tuttavia non hanno causato vittime.

 

In Italia sono almeno 5 le vittime provocate dalle piogge torrenziali che si sono abbattute nelle ultime ore specie nella parte meridionale del Paese. 4 morti solo in Puglia, dove il deragliamento di un treno ha causato una ventina di feriti. Il presidente della Repubblica, Ciampi, ha inviato il suo cordoglio ai familiari delle vittime.

 

In Iraq si riaccende la violenza dopo giorni di relativa calma. Sono 5 i morti per due attentati con autobomba avvenuti nel centro di Bagdad e a Kirkuk, nel nord del Paese. Quattro esplosioni hanno inoltre danneggiato l’oleodotto che assicura le esportazioni di greggio iracheno verso la Turchia. Secondo fonti ufficiali il flusso sarà bloccato totalmente per almeno un mese.

 

Un palestinese è stato ucciso a colpi d'arma da fuoco sparati da soldati israeliani nei pressi della cittadina di Ramallah, in Cisgiordania, quando con un altro uomo tentava di superare un mucchio di macerie che bloccava l’ingresso nel loro villaggio. Diversa la versione da parte israeliana secondo cui i due palestinesi erano sospettati di volere innescare una bomba. Sedici palestinesi, fra cui 13 miliziani del movimento integralista islamico Hamas, sono stati catturati dai militari israeliani in una retata notturna nella zona di Hebron.

 

Il premier giapponese Koizumi sarà domani il primo capo del governo nipponico a celebrare la fine del Ramadan, il periodo di digiuno islamico. Il premier ha infatti invitato gli ambasciatori di 44 Paesi islamici a festeggiare la fine del Ramadan nella sua residenza ufficiale. Secondo un comunicato del ministero degli Esteri, per Koizumi l’obiettivo è “di approfondire la sua comprensione della cultura islamica e di promuovere la reciproca comprensione e il dialogo tra il Giappone e il mondo islamico”.

 

 

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