RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
296 - Testo della trasmissione di domenica 23 ottobre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
L’Esortazione post-sinodale: il
Papa ne ha parlato ai fedeli all’Angelus
Il bilancio del cardinale Angelo Scola, relatore del
Sinodo dei vescovi
OGGI IN PRIMO PIANO:
Timori da parte statunitense per la crescita militare cinese:
ce ne parla Alfonso Desiderio
CHIESA E SOCIETA’:
Nuovo
caso di influenza aviaria in Svezia
Inaugurata in Bulgaria la prima Radio cristiana
Urne aperte in Polonia
per la scelta del nuovo presidente
In Nigeria precipita
aereo con 116 persone a bordo ma almeno 50 passeggeri sono vivi
23
ottobre 2005
“CARI
AMICI DOBBIAMO TUTTI RIPARTIRE DALL’EUCARISTIA”, SACERDOTI E LAICI: L’INVITO DI
BENEDETTO XVI ALLA MESSA, STAMANE IN PIAZZA SAN PIETRO, PER LA CANONIZZAZIONE
DI CINQUE BEATI, LA PRIMA DEL SUO PONTIFICATO,
IN CHIUSURA
DEL SINODO DEI VESCOVI E DELL’ANNO DELL’EUCARISTIA,
NELL’ODIERNA
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE.
LA
PENA DEL PAPA PER I VESCOVI CINESI ASSENTI DAL SINODO
“L’Eucaristia: pane vivo per la pace nel mondo”, “fonte di santità e
nutrimento spirituale”, “dono e mistero”: in un clima di gioia e di intenso
raccoglimento la Chiesa universale si è raccolta attorno al suo Pastore,
stamane in piazza San Pietro, dove Benedetto XVI ha presieduto la solenne Messa
per la canonizzazione di cinque beati, due polacchi, due italiani, e un cileno.
Messa che ha suggellato pure la chiusura del Sinodo dei vescovi e dell’Anno
dell’Eucaristia, nell’odierna Giornata missionaria mondiale, dedicata proprio
al tema eucaristico. Trentamila i fedeli presenti fin dal prime ore del mattino
hanno animato la funzione con inni e canti in varie lingue. Servizio di Roberta
Gisotti.
**********
Attesa
ed emozione per questa proclamazione dei primi santi del pontificato di
Benedetto XVI, con tanti “motivi di ringraziamento e di supplica a Dio”, ha
premesso il Papa nella sua omelia, invitando “a contemplare l’Eucaristia come
fonte di santità e nutrimento spirituale per la nostra missione nel mondo”,
“dono e mistero” dove si manifesta “la pienezza dell’amore di Dio” e si
“riassume tutta la legge divina”
“Cristo ci consegna in se stesso la piena
realizzazione dell’amore per Dio e dell’amore per i fratelli. E questo suo
amore Egli ci comunica quando ci nutriamo del suo Corpo e del suo Sangue”.
Si realizza cosi quella
conversione – ha spiegato Benedetto XVI – “principio del cammino di santità che
il cristiano è chiamato a realizzare nella propria esistenza”.
“Quanto provvidenziale, in questa prospettiva, è il
fatto che oggi la Chiesa additi a tutti i suoi membri cinque nuovi Santi che,
nutriti di Cristo Pane vivo, si sono convertiti all’amore e ad esso hanno
improntato l’intera loro esistenza!”
“Hanno amato il Signore con tutto il cuore e il
prossimo come se stessi ‘così da diventare modello a tutti i credenti’”, ha
detto il Papa ponendo in evidenza la
loro dedizione alla celebrazione e adorazione eucaristica.
Józef Bilczewski (Bilcevski), l’arcivescovo polacco
di Leopoli dei Latini, nato nel 1860, amato ed apprezzato da cattolici,
ortodossi ed ebrei per i quali si adoperò durante la prima guerra mondiale,
sempre dalla parte del popolo e dei poveri, sensibile verso famiglie e giovani,
insegnava che il fondamento della vita sociale deve essere la giustizia,
perfezionata nell’amore cristiano.
“Święty Józef Bilczewski był człowiekiem modlitwy….”
“Fu
uomo di preghiera…..- ha sottolineato il Santo Padre - un esempio per i
sacerdoti e un testimone per tutti i fedeli”
“Zygmunt Gorazdowski (Goràzdovski), sacerdote polacco, nato nel 1845,
chiamato ‘Padre dei poveri’, animatore instancabile di opere di misericordia,
che affidò alla cure della Congregazione delle Suore di San Giuseppe da lui
fondata.
Зигмунд
Гораздовський,
засновуючи
Асоціяцію
священиків… “
“...si è sempre lasciato guidare – ha osservato il
Papa - dallo spirito di comunione, che pienamente si rivela nell’Eucaristia”.
Alberto Hurtado Cruchaga, sacerdote gesuita cileno,
nato nel 1901, una vita coraggiosa
ispirata dall’amore del Signore, presente nell’Eucarestia e dall’amore per i
poveri, fondatore del “Focolare di Cristo” per i più bisognosi e i senza tetto.
Morto a 51 anni.
“Al
final de sus días, entre los fuertes dolores...
“Tra acuti dolori alla fine dei suoi giorni – ha
ricordato Benedetto XVI – teneva la forza di ripetere ‘Sono contento Signore,
contento’, esprimendo così l’allegria che sempre lo accompagnò”.
Gaetano Catanoso,
sacerdote italiano, nato nel 1879, fondatore della Congregazione delle Suore
Veroniche del Volto Santo, in aiuto ai sacerdoti più bosognosi e alle parrocche
più sperdute e abbandonate della sua terra, la Calabria.
“…con ardente ed instancabile carità pastorale egli
si dedicò alla predicazione, alla catechesi, al ministero delle Confessioni, ai
poveri, ai malati, alla cura delle vocazioni sacerdotali”.
Felice da Nicosia, umile frate cappuccino, nato nel
1715, analfabeta, assetato della Sacra Scrittura, che apprendeva a memoria, per
tutta la vita questuante del suo Convento in Sicilia.
“Fra Felice ci aiuta a
scoprire il valore delle piccole cose che impreziosiscono la vita, e ci insegna
a cogliere il senso della famiglia e del servizio ai fratelli, mostrandoci che
la gioia vera e duratura, alla quale anela il cuore di ogni essere umano, è
frutto dell’amore.”
Benedetto XVI si è rivolto poi ai padri
sinodali che hanno appena concluso i loro lavori dopo tre settimane vissuti “in
un clima – ha detto il Papa - di rinnovato fervore eucaristico”, che deve
spingere tutti i membri della Chiesa “a ravvivare il loro impegno di fedeltà”,
in primo luogo i sacerdoti, che sul mistero eucaristico fondano il celibato
“dono prezioso e segno dell’amore indiviso verso Dio e il prossimo”, ma anche i
laici, per i quali “nessuna dicotomia è ammissibili fra la fede la vita”. E
mentre si conclude l’Anno dell’Eucarestia, “come non riprendere – ha sollecitato
Benedetto XVI l’invito dell’amato Papa Giovanni Paolo II a ripartire da
Cristo?”
“Un
fraterno saluto” particolare è andato “a nome dell’intero Episcopato “ai
vescovi della Chiesa” in Cina, che non hanno partecipato al Sinodo
“Con viva pena abbiamo
sentito la mancanza dei loro rappresentanti. Voglio tuttavia assicurare a tutti
i Presuli cinesi che siamo vicini con la preghiera a loro e ai loro sacerdoti e
fedeli. Il sofferto cammino delle comunità, affidate alla loro cura pastorale,
è presente nel nostro cuore: esso non rimarrà senza frutto, perché è una
partecipazione al Mistero pasquale, a gloria del Padre.”
Infine il Papa ha fatto memoria della
Giornata missionaria mondiale sul tema “Missione: Pane spezzato per la vita del
mondo”, richiamando ogni cristiano “a impegnarsi per un mondo più giusto e
fraterno” ed ha concluso:
“Cari
amici, dobbiamo tutti ripartire dall’Eucaristia”.
**********
All’Angelus, seguito alla celebrazione eucaristica in
piazza San Pietro, Benedetto XVI ha spiegato che le riflessioni, le
testimonianze e le proposte dei padri sinodali, che hanno partecipato
all’Assemblea del Sinodo dei vescovi sono state raccolte per essere elaborate
in un’Esortazione post-sinodale. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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Il Papa ha ricordato che le esperienze dei
padri sinodali all’Assemblea del Sinodo dei vescovi, incentrata sul tema
“L’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”,
saranno al centro di una Esortazione post–sinodale. Una Esortazione – ha
aggiunto Benedetto XVI – che “tenendo conto delle diverse realtà del mondo,
aiuti a disegnare il volto della Comunità ‘cattolica’, protesa a vivere unita …
il mistero centrale della fede: l’Incarnazione redentrice, di cui l’Eucaristia
è la presenza viva”. Dopo aver brevemente rievocato le figure dei nuovi Santi,
il Santo Padre ha poi spiegato il valore dell’odierna Giornata missionaria
mondiale. Benedetto XVI ha ricordato la vocazione a cui ogni cristiano è
chiamato, quella cioè di essere “pane spezzato per la vita del mondo” e ha
sottolineato il significativo legame tra la missione della Chiesa e
l’Eucaristia.
“In effetti l’azione missionaria ed
evangelizzatrice è la diffusione apostolica dell’amore che è come concentrato
nel Santissimo Sacramento”.
Una
missione che poggia su pilastri fondamentali quali la condivisione della
Parola, il servizio verso i bisognosi e il perdono.
“Chi accoglie Cristo nella realtà del suo Corpo e
Sangue non può tenere per sé questo dono, ma è spinto a condividerlo nella
testimonianza coraggiosa del Vangelo, nel servizio ai fratelli in difficoltà,
nel perdono delle offese”.
“Per
alcuni poi – ha concluso il Santo Padre - l’Eucaristia è germe di una specifica
chiamata a lasciare tutto per andare ad annunciare Cristo a chi ancora non lo
conosce”.
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LETTERA DEI PADRI SINODALI AI VESCOVI CINESI,
ASSENTI AI LAVORI DEL SINODO:
AVREMO GRADITO ASCOLTARE DAL VIVO
LA VOSTRA SOFFERTA E FRUTTUOSA ESPERIENZA
ECCLESIALE
- A cura di Amedeo Lomonaco -
I padri
sinodali, partecipanti all’undicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo
dei vescovi, hanno rivolto in una lettera il loro fraterno e cordiale saluto -
in unione a Benedetto XVI - ai presuli cinesi assenti durante i lavori sinodali.
“Avremmo gradito incontrarvi ed ascoltare dalla vostra viva voce – si legge nel
documento - la storia della vostra sofferta e fruttuosa esperienza ecclesiale”.
“Tutto ciò – scrivono i membri
del Sinodo – non è stato possibile ma vi assicuriamo che voi e tutta la Chiesa
che è in Cina siete particolarmente presenti nel nostro cuore e nella nostra preghiera”.
I padri sinodali sottolineano, poi, la centralità del mistero eucaristico,
fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. “Tutti noi –
affermano – siamo in comunione con Cristo e con la Chiesa universale”. I padri
sinodali rivolgono, inoltre, a tutte le comunità ecclesiali presenti in Cina
l’augurio di fiorire “nell’ascolto della Parola, nella celebrazione del mistero
pasquale e nel generoso servizio ai fratelli”. La lettera si conclude con
“l’ardente auspicio che si possano trovare presto cammini per rendere ancora
più visibile la piena comunione”.
UN GRANDE AVVENIMENTO DI CHIESA, IN CHIUSURA
DELL’ANNO DELL’EUCARISTIA:
IL BILANCIO SUI LAVORI DEL SINODO DEI VESCOVI
TRACCIATO
DAL RELATORE GENERALE, IL CARDINALE ANGELO SCOLA
E’ durato dunque tre settimane
il Sinodo dei vescovi sull’Eucaristia, che ha visto 256 padri sinodali
confrontarsi sulla reale partecipazione dei fedeli a questo Sacramento, sulle
sfide pastorali che esso pone in un contesto di perdita di senso del sacro che
taglia trasversalmente i continenti. Per un bilancio dell’avvenimento, ecco il
parere del relatore generale al Sinodo, il cardinale Angelo Scola, Patriarca di
Venezia, intervistato da Giovanni Peduto.
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R. - Io lo reputo un grande
avvenimento di Chiesa, cioè un avvenimento in sè stesso. La collegialità
gerarchica nella Chiesa non è rimasta una parola ma si è vista come un fatto.
Credo che non esista nulla di paragonabile al mondo a quello che è successo
nella nostra realtà della Chiesa cattolica attraverso questo Sinodo. Non credo
che esista organismo internazionale che possa riunire uomini da tutti i Paesi
del mondo che esprimono una vita capillare, lingue, culture, razze, ceti diversi
eppure capaci di scambio. Tutti si muovono, in ultima analisi, al di là delle
loro opinioni, dei loro limiti e difetti, gratuitamente perché amano Cristo e
Cristo eucaristico.
D. - Quali esigenze sono emerse?
R. - E’ emersa l’esigenza di
mettere al centro il primato dell’azione eucaristica, cioè il fatto che da 2000 anni la Chiesa esiste
perché ogni domenica milioni e milioni di uomini lasciano le loro case in tutti
i continenti del mondo e si riuniscono per mangiare il corpo di Cristo cioè per
vivere il sacrificio che il figlio di Dio, fatto uomo, ha fatto per
riscattarci, quindi per darci la possibilità di vivere fin da subito una vita
più degna e più umana e una vita che neanche la morte potrà interrompere,
un’esperienza di bellezza, di verità, di bontà inaudita.
D. - Cosa fare dal punto di
vista pastorale, affinché i cristiani pongano veramente l’Eucaristia al centro
della loro vita?
R. – Ci vuole innanzitutto una
comunità vivente. Questo il Sinodo l’ha detto con grande chiarezza. Bisogna che
le nostre parrocchie, le associazioni, i gruppi, i movimenti, siano luoghi
vitali e realizzino quello che San Paolo diceva nella Lettera ai Romani, cioè
che il culto del cristiano è un’offerta viva totale della propria esistenza che
però può essere imparata soltanto seguendo ciò che Gesù ci ha indicato. Gesù ci
ha donato se stesso, a partire dalla ultima cena, per creare l’unità del corpo
nuovo dei cristiani, la nuova parentela, la nuova famiglia dei cristiani. Noi
dobbiamo avere l’umiltà e la pazienza di vivere questi rapporti nuovo proprio a
partire dall’Eucaristia.
D. – Eminenza, una domanda
personale. Quale intervento l’ha colpita di più? Non chi l’ha fatto ma cosa ha
detto:
R. – Ce ne sono stati almeno tre
che mi hanno colpito in maniera impressionante. L’intervento del cardinale
Toppo, lo posso dire, di come il cattolicesimo ha salvato tutte le popolazioni
tribali dell’India che stavano per sparire 120 anni fa e adesso più di 2
milioni sono diventati cristiani e sono nate 12 diocesi. Poi mi ha colpito
moltissimo l’intervento del metropolita Muresan di Romania che ha parlato della
terribile esperienza dei sacerdoti durante il dominio della società comunista.
Mi ha colpito moltissimo l’intervento di un vescovo messicano che ha parlato
dell’imponenza dell’adorazione eucaristica diurna, notturna e continuata in
tutto il Messico. Milioni di persone la praticano.
D. – Anche Benedetto XVI è
intervenuto qualche volta in questo Sinodo. Qual è il suo messaggio
sull’Eucaristia?
R. – Il Papa ha fatto un
intervento straordinario che poi i padri hanno fatto proprio, hanno accolto,
nel senso che lui ci ha comunicato la sua riflessione sul cuore, sul
significato dell’Eucaristia, sul rapporto tra il banchetto, il sacrificio,
l’alleanza, il memoriale, gli elementi istituiti da Cristo e la forma liturgica
che la Chiesa, illuminata dallo Spirito Santo, offre. Secondo me ha fatto un
intervento di una portata dottrinale veramente nuova sulla quale i teologi
dovranno lavorare molto.
D. – Eminenza, una parola
conclusiva su quest’Anno dell’Eucaristia...
R. – E’ stato un anno splendido.
La morte di Giovanni Paolo II l’ha ulteriormente evidenziato. La grandezza di
Papa Giovanni Paolo II si è vista proprio fin dall’inizio nel suo modo di
celebrare l’Eucaristia, così come nel suo modo di amare Maria, donna
eucaristica, e lui l’ha trasfusa, l’ha comunicata a noi tutti. Il Santo Padre
Benedetto XVI se ne sta facendo l’erede. Io credo che la conclusione di questo
Anno dell’Eucaristia che è appena avvenuta, rappresenti una ricchezza
straordinaria e sia una possibilità di rinascita per tutte le nostre Chiese
particolari del mondo. Questo vuol dire per il bene dell’umanità perché la
Chiesa lascia trasparire Cristo come Colui che dice all’uomo di oggi, confuso
ma affascinato: vienimi dietro se vuoi essere felice, vienimi dietro se vuoi
esser libero.
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“MISSIONE: PANE
SPEZZATO PER LA VITA DEL MONDO”: IL MESSAGGIO
DELL’ODIERNA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
- Con noi, padre Marino Porcelli -
“L’Eucaristia,
mentre fa comprendere pienamente il senso della missione, spinge ogni singolo
credente e specialmente i missionari ad essere ‘pane spezzato per la vita del
mondo’”: è questo il passo centrale del messaggio per l’odierna Giornata
missionaria mondiale, firmato da papa Giovanni Paolo II il 22 febbraio scorso,
festa della Cattedra di San Pietro. Un messaggio fortemente collegato all’Anno
Eucaristico. Ma in che modo i missionari possono farsi “pane spezzato per la
vita del mondo”? Risponde, al microfono di Roberta Moretti, padre Marino Porcelli,
ministro provinciale dei Frati Minori del Lazio e missionario per 15 anni in
Mozambico:
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R – Ho vissuto tanti anni in
un’Africa insanguinata dalla guerra, dalla siccità e poi dalle alluvioni,
quindi è stato veramente difficile condividere e mettersi alla pari di tanti
fratelli che erano bisognosi di tutto. Per fare questo, non possiamo essere i
“papà buoni” che si abbassano per poter dare cose buone ai poveri; bisogna
farsi poveri, lasciarsi spezzare da questo annuncio di liberazione e, come Eucaristia,
rendere grazia con loro del poco che si può condividere.
D. – Nel suo messaggio per la
Giornata, Giovanni Paolo II fa anche un riferimento al martirio. Sono infatti
ancora molti i missionari che rimangono uccisi in terra di evangelizzazione. Quale
testimonianza ci danno, questi missionari martiri?
R. – Che tutto quello che
annunciamo è vero, perché in certi momenti dove appare il buio e l’incredulità
di fronte a tanta violenza, l’esempio di queste persone ci da la forza di dire:
“Ma allora è vero, non ho creduto invano!”. Non vorrei solo citare le persone
che versano il sangue: ci sono persone imprigionate, ridotte a professare
questa speranza nel nascondimento per paura, perché non c’è la libertà
religiosa, perché si è esposti a ludibrio. Anche questi sono martiri, testimoni
della gratuità, dell’amore assoluto di Dio!
D. – Qual è la situazione
attuale in Mozambico?
R. – C’è una differenza abissale
tra il Mozambico di dieci anni fa e il Mozambico di oggi. Da una situazione di
guerra civile, di fame, di ricostruzione delle infrastrutture di base, quali
l’educazione e la sanità, adesso ci sono ancora grosse difficoltà per
secolarizzare tutti i giovani, per raggiungere le zone più interne del Paese
con una sanità di base accettabile; c’è questa grande incognita dell’AIDS, però
se si fa un confronto tra gli anni Ottanta ed adesso, il Paese è cresciuto
enormemente. E questo perché? Perché è arrivata la pace!
D. – Che ruolo riveste la Chiesa
nel Paese?
R. – Mi sembra che la Chiesa
oggi sia il punto di riferimento, in questo ricostruire e ricominciare a
sperare. La Chiesa era perseguitata in Mozambico: sotto la dittatura, per
lunghi anni, è stato impossibile addirittura tenere aperto un seminario, aprire
scuole con orientamento cattolico, chiese … Quindi, in pochissimo tempo si è
passati ad una fase in cui si cerca, anche da parte delle autorità civili, una
collaborazione stretta per risolvere i problemi, e questo chiaramente rende i
missionari ancora più liberi di intraprendere iniziativa, non solo nel campo
della catechesi e dell’evangelizzazione, ma anche della promozione umana e
dello sviluppo sostenibile.
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UNA LODE A DIO IN UNO STUPENDO SCENARIO: IL
CONCERTO DEI PICCOLI CANTORI
DEL CORO DI RATISBONA, IN ONORE DEL PAPA
Ieri sera nella Cappella Sistina concerto
dei piccoli cantori di Ratisbona in onore di Benedetto XVI. Brani di Lorenzo
Perosi, Pierluigi da Palestrina, Georg Ratzinger, Mendelssohn ed altri,
eseguiti dal coro e dall'organista Stoiber, sotto la direzione del Maestro di
Cappella Roland Büchner. Il Papa ha seguito tutta l'esecuzione del concerto,
poi ha ringraziato i coristi. Il servizio è di Fausta Speranza.
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(Musica)
Una Lode a Dio in uno stupendo scenario:
così il Papa ha definito il concerto. Il canto sale al cielo - ha aggiunto -
come il passero del Salmo 84 che sull'altare si innalza verso Dio. E il
richiamo non è stato a caso: lo ha spiegato proprio il Papa nelle parole in
tedesco: il suo pensiero è andato al passero del Salmo 84 perché “Passerotti
del Duomo di Ratisbona” è il nome del coro. Presenti nella Sistina, il Papa,
alcuni cardinali, vescovi e un gruppo ristretto di persone provenienti dalla
terra del Papa. Un concerto d’eccezione, dunque, per tanti motivi, non solo per
lo scenario, ma anche per l'altissimo livello musicale.
(Musica)
“Beati i ragazzi di questo coro
famoso che hanno potuto cantare le lodi di Dio nello stupendo scenario della
Cappella Sistina. E beati anche noi che ascoltando il loro canto ci siamo
sintonizzati con la loro lode”.
Un particolare familiare: tra la musica
sacra ascoltata c’era un brano, Sanctus, scritto dal fratello del Papa, mons.
Georg Ratzinger che ha diretto per alcuni anni il gruppo stesso in Germania.
(Musica)
Tra gli altri autori: Perosi, Pierluigi da
Palestrina, Josef G. Rheinberger, Mendelssohn. Ad offrire un ventaglio di
emozioni legate a tante sensazioni, come quella di percepire l’armonia del
canto e la drammaticità del Giudizio Universale di Michelangelo, l’ampiezza
della musica e il raccoglimento della Cappella dove, senza nessun contatto con
l'esterno viene eletto il successore di Pietro. In definitiva, suggestioni per
una preghiera speciale.
(Musica)
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23
ottobre 2005
PER LA
CRESCITA DELL’ARSENALE MILITARE CINESE
- Intervista con Alfonso Desiderio -
Cresce la preoccupazione degli
Stati Uniti per l’espansione militare della Cina. In occasione dell’ultima
visita del segretario americano alla Difesa, Donald Rumsfeld, in estremo
Oriente, conclusasi il 20 ottobre, la Casa Bianca ha ribadito i suoi timori per
l’ammodernamento e l’ampliamento dell’arsenale cinese. “Pechino vuole
sviluppare missili capaci di raggiungere diverse zone del mondo” ha detto
Rumsfeld. Sullo sfondo, le polemiche riguardo il reale ammontare delle spese militari
cinesi. Secondo l’amministrazione statunitense, il governo di Pechino spende
tre volte di più rispetto ai 30 miliardi di dollari ufficialmente dichiarati.
Le prospettive dell’espansione militare cinese, nell’analisi di Alfonso
Desiderio giornalista di Limes, intervistato da Andrea Cocco.
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R. – La
Cina è considerata da molti il probabile futuro avversario degli Stati Uniti a
livello internazionale. E’ l’unico Paese che abbia quegli elementi in grado di
poter competere con la superpotenza americana nei prossimi decenni. La Cina è
sicuramente una potenza regionale e diventerà sempre più, nel lungo periodo,
una potenza globale. Bisogna sempre ricordare che la classe dirigente cinese
ragiona per generazioni. Quindi, in realtà, sta preparando il sistema cinese ad
un ruolo da protagonista per i prossimi decenni.
D. –
Quindi, ci si dovrà aspettare un continuo aumento delle spese militari cinesi?
R. –
Sì, una delle grandi discussioni tra Stati Uniti e Cina è il reale ammontare
del bilancio della difesa cinese. Questo perché il sistema cinese è molto
particolare. Le forze armate cinesi sono anche un’impresa economica: hanno fabbriche,
industrie. Quindi, è molto difficile poi distinguere all’interno di questo
settore quello che è esclusivamente militare.
D. – Le
relazioni tra Stati Uniti e Cina si reggono su un equilibrio molto difficile.
Quanto è concreto il rischio, prima o poi, di una rottura?
R. –
Questa è una fase preparatoria. Fra Stati Uniti e Cina ci sono momenti di
convergenza, di interesse e momenti invece di competizione. Qui è chiaro: lo
scenario futuro può essere quello di un nuovo bipolarismo tra Cina e Stati
Uniti. Ma questo scenario può assumere anche forme diverse di collaborazione
oppure di parziale cooperazione in alcuni settori.
D. – Lo
scorso 11 ottobre la Cina ha lanciato una nuova missione spaziale. Quanto gli equilibri
si giocheranno anche nella conquista dello spazio?
R. – Lo
spazio ormai è la quarta dimensione dove c’è la competizione tra Stati. Tutti i
Paesi, che vogliono contare a livello internazionale, hanno un programma
spaziale. Il programma spaziale cinese ha, al momento, soltanto degli scopi
pacifici, ma la tecnologia che si usa per lo spazio e tutti i vari sistemi, in
realtà, possono avere anche un uso politico-militare. Quello della Cina -
arrivare sulla Luna - è un obiettivo ambizioso e serve anche per motivi di politica
interna.
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23
ottobre 2005
NUOVO CASO DI
INFLUENZA AVIARIA IN SVEZIA. LA GRAN BRETAGNA CHIEDE
ALLA COMMISSIONE EUROPEA
L’EMBARGO SUGLI UCCELLI SELVATICI VIVI. IN ITALIA,
INTANTO SI INTENSIFICANO I CONTROLLI SU UCCELLI MIGRATORI E ALLEVAMENTI
ROMA. = Dopo la morte del pappagallo importato dal Suriname
e risultato positivo al test dell’influenza aviaria, la Gran Bretagna,
presidente di turno dell’Unione Europea, ha chiesto alla Commissione d’imporre
l’embargo sugli uccelli selvatici vivi quale misura preventiva contro il virus.
Intanto un nuovo caso è stato registrato in Svezia: ieri, le autorità di
Stoccolma hanno annunciato la morte di un’anatra affetta da influenza aviaria. In Italia, il ministro della Salute Francesco Storace ha
firmato un’ordinanza, che intensifica i controlli preventivi su uccelli
migratori e allevamenti. “L’ordinanza - ha spiegato il ministro - è stata presa a scopo preventivo per garantire il
nostro Paese rispetto al rischio di diffusione del virus H5N1 negli animali. Se
i controlli saranno positivi - ha continuato Storace - si limiterà la caccia
per alcune specie e alcune aree secondo le indicazioni dell’Istituto di fauna
selvatica”. (D.L.)
CINEMA, RADIO,
TELEVISIONE, PUBBLICITÁ E TEATRO. SONO STATI CONSEGNATI
VENERDÍ IN SPAGNA I PREMI BRAVO DESTINATI AI PROFESSIONISTI
DELLA COMUNICAZIONE CHE LAVORANO AL
SERVIZIO DELLA DIGNITÁ UMANA
E DEI VALORI EVANGELICI
MADRID. = Si è tenuto venerdì a Madrid, l’atto di
consegna del premio Bravo ai promotori
delle iniziative positive nel campo dei media. La cerimonia, svoltasi nella
sede della Conferenza episcopale spagnola, è stata presieduta da mons. Juan del
Río, presidente della Commissione episcopale dei mezzi di comunicazione sociale
(CEMCS) e della Conferenza episcopale spagola. I premi Bravo si concedono ogni anno dal 1971 e riconoscono il lavoro
meritorio di tutti quei professionisti della comunicazione che lavorano per il
servizio alla dignità dell’uomo, i diritti umani e i valori evangelici. Tra le
menzioni speciali si annoverano: il “Premio Speciale” assegnato a mons. Elías
Yanes Álvarez, arcivescovo emerito di Zaragoza e il “Premio Stampa” assegnato
al teologo Oleario González de Cardedal, professore emerito di teologia
all’Università Pontificia di Salamanca. Per la categoria “Nuove Tecnologie” è
stata premiata l’Agenzia di notizie Veritas, mentre per la categoria “Radio” il
premio è stato assegnato all’area di programmazione socio-religiosa della
catena COPE, proprietà della Chiesa. Il vaticanista Ángel Gómez Fuentes, di
Roma, ha ottenuto il “Premio Televisivo”, mentre il film “Héctor”, di Grazia
Querejeta, si è aggiudicato il “Premio Cinematografico”. Anche la pubblicità e
il teatro hanno avuto un riconoscimento, così come il lavoro diocesano nei
mezzi di comunicazione, assegnato alla diocesi di Santiago di Compostela. (A.M. / D.L.)
AI CONFINI DEL CIELO È IL PRIMO FILM DI ARGOMENTO
RELIGIOSO CATTOLICO
AD ESSERE PREMIATO DALLA REPUBBLICA
POPOLARE CINESE. VINCITORE
DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI CHANGCHUN, IL FILM ITALIANO
VERRÁ PRIETTATO A SHANGHAI LUNEDÍ PROSSIMO
SHANGHAI.
= Ai confini del cielo è il titolo
del film italiano che verrà proiettato a Shanghai lunedì prossimo. Vincitore
del premio “Cervo”, al Festival Internazionale del cinema di Changchun, il film
racconta la storia di Odorico di Pordenone (1265-1331), frate minore, che nel
1318, per volontà di papa Giovanni XXII, lasciò il Friuli per raggiungere Kambalic,
l’odierna Pechino, e predicarvi il Vangelo. La proiezione della pellicola
rientra tra le attività programmate per la “Settimana della lingua italiana nel
mondo”, iniziativa promossa dal Ministero degli Esteri. Ai confini del cielo, diretto da Leandro Castellani, è il primo
film di argomento religioso cattolico ad essere ufficialmente ammesso nella
Cina continentale, ed è anche il primo ad essere premiato dalla Repubblica
popolare cinese. (D.L./A.M.)
INAUGURATA IN BULGARIA LA PRIMA RADIO
CRISTIANA. SION, NATA PER INIZIATIVA
DEI MONACI ORTODOSSI DEL
MONASTERO DI RUEN, TRASMETTE PROGRAMMI SOCIALI
E MUSICALI NEL PIENO
RISPETTO DEI VALORI E DELLA MORALE CRISTIANA
SOFIA. =
Si chiama Sion la prima Radio
cristiana costituita in Bulgaria. Inaugurata il 19 ottobre, giorno in cui la
Chiesa ortodossa bulgara commemora il santo protettore del Paese, san Giovanni
di Rila, la Radio è frutto dell’iniziativa dei monaci ortodossi del monastero
di Ruen, situato nel sud-ovest del Paese. Sion
per ora trasmette solo in Internet, la legge bulgara non consente infatti,
l’accesso a nuove frequenze per i prossimi quattro anni. “Il programma è
indirizzato ai problemi sociali della gente”, dice Crastin Apostolov, uno dei
fondatori della Radio. Su Sion, si
potrà inoltre, ascoltare musica di diverso tipo – continua Crastin Apostolov - ortodossa e moderna
purché non sia in contraddizione con i valori cristiani e la morale”. Previste
anche diverse trasmissioni per bambini. Anche alcuni frati cappuccini di Sofia
pensano di inserirsi nell’ambito delle Radio cristiane in Internet. “La nostra
idea però è un po’ diversa - spiega all’Agenzia Sir, il superiore dei
cappuccini in Bulgaria fra Cristoforo Kujok - noi vorremmo iniziare con molta
musica contemporanea d’ispirazione cristiana, cantautori italiani, americani,
bulgari e ogni tanto introdurre dei flash come riflessioni e versetti del Vangelo”.(A.M./
D.L.)
UN FILM PER RACCONTARE LA DURA STORIA DEL CIAD. LA
VICENDA DI DUE BAMBINI QUALE SPECIALE RICHIAMO ALLA PACE E ALL’UNITÁ DL PAESE.
È L’INIZIATIVA PRESA
DA ALCUNI MISSIONARI COMBONIANI NEL QUADRO
DELLE MANIFESTAZIONI
PER
IL MESE MISSIONARIO
CIAD. = Due bambini, uno cristiano
e l’altro musulmano, si incontrano sui banchi di scuola, inizialmente distanti
a causa del diverso credo religioso, grazie all’amicizia, finiscono per
superare ogni barriera riuscendo a ricongiungere anche i rispettivi genitori,
un tempo amici e successivamente separati dalla guerra civile del 1979. Questa
la trama del film realizzato da padre Fabrizio Colombo, missionario comboniano
in Ciad e proiettato di recente davanti ad un pubblico di cattolici,
protestanti e musulmani nella capitale N’Djamena. Lo riferisce l’Agenzia Misna.
“La proiezione della pellicola - afferma padre Saturnin Comlan Poignon –
rappresenta il punto di partenza per un dibattito tra i seguaci di differenti
fedi, che hanno manifestato la piena volontà a lavorare insieme in nome della
pace e della coabitazione pacifica. “Prima del conflitto del 1979, - ricorda padre Saturnin Comlan Poignon -
convivevamo tutti senza difficoltà, poi però, i politici hanno sfruttato le
divergenze di vedute per approfittare della situazione trascinando, il Paese in
una sanguinosa guerra civile”. “Oggi, a pochi anni dalla riconciliazione
vogliamo contribuire alla rinascita del Paese
- ha aggiunto Padre Saturnin - e con la nostra iniziativa abbiamo quindi
voluto invitare tutti i componenti della società civile a tornare a uno
scenario pre-1979, e a partecipare concretamente alla costruzione di un Ciad
finalmente pacifico”. (D.L.)
ENNESIMO
ATTACCO AI CRISTIANI INDONESIANI. VITTIME DELL’AGGRESSIONE
UN GRUPPO DI FEDELI COSTRETTI A PREGARE IN STRADA
DOPO LA CHIUSURA DELLE LORO CHIESE
INDONESIA.
= Ancora un atto di violenza contro la comunità cristiana indonesiana. Domenica
16 ottobre – riferisce l’Agenzia AsiaNews - un gruppo di fedeli riuniti in
preghiera per le strade di
Jatimulya, nel West Java, sono stati aggrediti, da alcuni estremisti islamici
che dopo averli insultati e derisi li hanno obbligati ad interrompere la loro
celebrazione. “Vivere la fede cristiana è molto difficile in Indonesia”,
racconta una delle vittime dell’aggressione. “Sebbene la Costituzione del Paese
garantisca la libertà religiosa – continua - pregare in casa è proibito e le
nostre chiese vengono continuamente chiuse. L’unica opzione che abbiamo per
pregare insieme, è quindi incontrarsi per strada. La preghiera stradale è la
nostra unica possibilità”. La chiusura dei luoghi di culto cristiani, voluta da
un gruppo radicale musulmano chiamato Alleanza contro l’Apostasia, è stata disposta
5 settimane fa dal sindaco di Jatimulya. Quello del 16 ottobre è purtroppo
l’ennesimo caso di intimidazione e violenza contro i cristiani indonesiani.
L’11 ottobre scorso, infatti, un gruppo di estremisti aveva interrotto con la
forza la recita del Rosario in una casa privata nella parte occidentale di
Jakarta e, negli ultimi tempi, circa 30 chiese domestiche protestanti sono
state chiuse da parte degli estremisti. (AsiaNews /
D.L.)
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23
ottobre 2005
- A cura
di Eugenio Bonanata -
In Nigeria le unità di soccorso
hanno ritrovato, dopo 12 ore di ricerche, i rottami del Boeing 737 della
compagnia nigeriana Bellview Airlines, precipitato ieri sera con 116 persone a
bordo subito dopo il decollo da Lagos. Il nostro servizio:
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Secondo le prime frammentarie
notizie quasi la metà delle persone a bordo sono sopravvissute. Lo ha affermato
rappresentante dello Stato di Oyo dove l'aereo e' precipitato, precisando che
sono stati mobilitati i servizi di emergenza. Il velivolo, in volo tra Lagos e
Abuja, è precipitato pochi minuti dopo il decollo, avvenuto ieri sera mentre
c’era una tempesta in corso. Solo nella tarda mattinata di oggi le squadre di
ricognizione sono riuscite ad avvistare i resti del Boeing 737, a 200
chilometri da Lagos. Sul volo della compagnia privata nigeriana Bellview
Airlines, una delle più affidabili in termini di sicurezza, viaggiavano alcune
personalità della CEDEAO, la Comunità Economica degli Stati dell'Africa
Occidentale. Ancora oscura la dinamica dell'incidente. In un primo momento era
stata avanzata l’ipotesi di attentato o di dirottamento, ma poi si è appreso
che il pilota, prima di interrompere i contatti, avrebbe lanciato una richiesta
di soccorso per problemi tecnici. Si presume che sul volo potessero esserci
anche diversi europei ed altri occidentali, visto che la linea in questione è
molto frequentata dagli operatori stranieri.
Il presidente nigeriano, Obasanjo, coordina le operazioni di salvataggio
e “chiede di pregare per tutti coloro che erano a bordo e per le loro famiglie”
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Urne aperte da stamani per circa
30 milioni di polacchi, chiamati a scegliere il nuovo presidente del Paese. Il
secondo turno delle presidenziali vede un serrato confronto tra il candidato
liberale Donald Tusk e il conservatore Lech Kaczynski. Il servizio da Varsavia
è di Giuseppe D’Amato:
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Dopo la Santa Messa tutti a
votare. I seggi si sono riempiti nella tarda mattinata. L’affluenza alle urne
pare buona. La fredda Polonia si è finalmente entusiasmata a questa
interminabile maratona elettorale, iniziata il 25 settembre con le legislative
e proseguita con il primo turno delle presidenziali. Al ballottaggio sono
giunti due candidati del centro-destra, il liberale Donald Tusk e il
conservatore Lech Kaczynski, entrambi eredi di Solidarnosc. Il primo ha
ricevuto l’appoggio del presidente uscente, Aleksander Kwasniewski e di Lech Walesa. Il secondo
del nazionalista Lepper, che al primo turno ha ottenuto il 15 per cento dei
voti. Tusk è per liberalizzare l’economia polacca tagliando le tasse e rendendo
lo stato sociale meno pesante. Kaczynski ha ricette opposte e mira a riformare
la costituzione del ’97, assegnando maggiori poteri al capo dello Stato. Il 9
ottobre scorso i due avversari, ma alleati nel governo, erano distanziati da
tre punti percentuali. Stasera non pochi analisti prevedono un arrivo in
volata, con la necessità di contare fino all’ultimo voto. Gli ultimi sondaggi
davano da un punto e mezzo a due di vantaggio ancora per Tusk, ma Kaczynski era
dato in forte recupero, grazie a slogan patriottici e sociali. Tanto dipenderà,
quindi, dall’affluenza alle urne. Alle legislative non toccò nemmeno il 40 per
cento degli aventi diritto, mentre al primo turno si era intorno al 50.
Da Varsavia, per la Radio
Vaticana, Giuseppe D’Amato.
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Le autorità libanesi hanno
arrestato un uomo che, secondo l’inchiesta dell’ONU, avrebbe telefonato al
presidente libanese Emile Lahoud pochi minuti prima della strage nella quale fu
ucciso l'ex primo ministro Rafik Hariri. Il presidente libanese, attraverso il
suo portavoce, ha smentito energicamente qualsiasi coinvolgimento nella
vicenda. Il governo di Beirut ha approvato ieri all’unanimità una dichiarazione
in cui elogia il rapporto ONU, invitando tutti gli Stati a cooperare con gli
investigatori. Le indagini, secondo il premier libanese Sinora, serviranno a
consegnare alla giustizia i colpevoli, “chiunque siano e dovunque si trovino”.
Nell’Atlantico si sta formando
"Alpha", la nuova tempesta tropicale che, secondo le previsioni, non
dovrebbe toccare la terraferma. Con venti di poco superiori ai 60 km orari Alpha, ora a
sud di Portorico, ha fatto scattare un allarme tempesta ad Haiti e su parte
della Repubblica Dominicana. In Messico, intanto, è stato degradato a categoria
2 e potrebbe perdere ulteriore forza l’uragano Wilma, che ieri si è abbattuto
sulle coste dello Yucatan, causando almeno 7 morti e devastazioni. Nelle ultime
ore, Wilma si sta dirigendo lentamente verso la Florida con venti scesi a 180
km orari. In tutta la penisola della Florida meridionale resta tuttavia lo
stato di emergenza, e nelle isole Keys è stata ordinata l’evacuazione.
Due forti scosse di terremoto
hanno colpito in nottata e all’alba l’Afghanistan, a ridosso del confine con il
Pakistan, provocando almeno 5 morti e 6 feriti. Lo ha annunciato un portavoce
del ministero della Difesa precisando che il sisma, registrato dal centro di
sismologia del Pakistan, ha toccato la provincia di Paktika, facendo crollare
di alcune case. Al momento non si conosce l’entità dei danni, tuttavia, squadre
di soccorso dell’esercito afghano sono state inviate nella zona al confine con
il Pakistan.
Un elicottero civile russo, che
trasportava aiuti per le popolazioni terremotate del Pakistan, è esploso in
volo nei cieli dell’Azerbaigian, provocando la morte dei cinque membri
dell’equipaggio. Lo ha annunciato la televisione ‘AzTv’ precisando che la
sciagura è avvenuta ieri sera. Il velivolo era stato noleggiato dall'Onu e
proveniva dalla Turchia dove aveva caricato aiuti umanitari. Le cause non sono
state ancora accertate. Intanto la regione del nord del Pakistan, devastata dal
sisma dell'8 ottobre scorso, è stata di nuovo scossa da due forti repliche che
tuttavia non hanno causato vittime.
In Italia sono almeno 5 le
vittime provocate dalle piogge torrenziali che si sono abbattute nelle ultime
ore specie nella parte meridionale del Paese. 4 morti solo in Puglia, dove il
deragliamento di un treno ha causato una ventina di feriti. Il presidente della
Repubblica, Ciampi, ha inviato il suo cordoglio ai familiari delle vittime.
In Iraq si riaccende la violenza
dopo giorni di relativa calma. Sono 5 i morti per due attentati con autobomba
avvenuti nel centro di Bagdad e a Kirkuk, nel nord del Paese. Quattro
esplosioni hanno inoltre danneggiato l’oleodotto che assicura le esportazioni
di greggio iracheno verso la Turchia. Secondo fonti ufficiali il flusso sarà
bloccato totalmente per almeno un mese.
Un palestinese è stato ucciso a
colpi d'arma da fuoco sparati da soldati israeliani nei pressi della cittadina
di Ramallah, in Cisgiordania, quando con un altro uomo tentava di superare un
mucchio di macerie che bloccava l’ingresso nel loro villaggio. Diversa
la versione da parte israeliana secondo cui i due palestinesi erano sospettati
di volere innescare una bomba. Sedici palestinesi, fra cui 13 miliziani del
movimento integralista islamico Hamas, sono stati catturati dai militari
israeliani in una retata notturna nella zona di Hebron.
Il
premier giapponese Koizumi sarà domani il primo capo del governo nipponico a
celebrare la fine del Ramadan, il periodo di digiuno islamico. Il premier ha
infatti invitato gli ambasciatori di 44 Paesi islamici a festeggiare la fine
del Ramadan nella sua residenza ufficiale. Secondo un comunicato del ministero
degli Esteri, per Koizumi l’obiettivo è “di approfondire la sua comprensione
della cultura islamica e di promuovere la reciproca comprensione e il dialogo
tra il Giappone e il mondo islamico”.
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