RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
295 - Testo della trasmissione di sabato 22 ottobre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Oggi alle 18.00 nella Cappella Sistina concerto dei
piccoli cantori di Ratisbona in onore del Papa
Domani la Chiesa celebra la
Giornata Missionaria Mondiale: ce ne parla il cardinale Crescenzio Sepe
OGGI IN PRIMO PIANO:
Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik
CHIESA E SOCIETA’:
Terminate
a Firenze le Giornate europee di lotta contro il traffico di esseri umani
Il governo libanese assicura pieno sostegno
all’inchiesta sull’omicidio dell’ex premier Hariri che evidenzia responsabilità
dello stesso Libano e della Siria
Il processo a Saddam Hussein
non sarà trasferito all’estero. Così il premier iracheno Al Jaafari dopo
l’omicidio dell’avvocato di un coimputato
dell’ex rais
22
ottobre 2005
“L’EUCARISTIA PANE VIVO PER LA PACE DEL MONDO”:
IL MESSAGGIO APPROVATO DAI PADRI SINODALI, CHE
HANNO VOTATO
E CONSEGNATO AL PAPA LE PROPOSIZIONI CONCLUSIVE
DELL’ASSISE.
DOMANI, GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE, MESSA
SOLENNE DI BENEDETTO XVI
A CHIUSURA DEL SINODO, CON LA CANONIZZAZIONE DI
CINQUE BEATI
Con la votazione delle
proposizioni della 22.ma plenaria di questa mattina, il Sinodo sull’Eucaristia
ha vissuto uno dei momenti salienti e conclusivi dell’assise, iniziata lo
scorso 3 ottobre. Al termine del suffragio e dei discorsi di commiato, i padri
sinodali hanno partecipato al pranzo in compagnia di Benedetto XVI, che domani
presiederà in Piazza San Pietro la Messa solenne che concluderà il Sinodo e
l’Anno dell’Eucaristia, oltre a procedere alla canonizzazione di cinque Beati,
nella ricorrenza della Giornata missionaria mondiale.
Nella mattinata di oggi,
intanto, è stata diffusa la versione definitiva del Messaggio conclusivo dei
vescovi al popolo di Dio, intitolato “Eucaristia: pane vivo per la pace del
mondo”. Di questo documento e dei temi principali emersi durante le tre
settimane di dibattito, sintetizzati nelle 50 “proposizioni” consegnate al
Papa, si è parlato durante la conferenza stampa conclusiva del Sinodo, alla
quale hanno partecipato il cardinale George Pell, il segretario speciale del
Sinodo, Roland Minnerath, l’arcivescovo di Quebec, Marc Ouellet, e il rettore
della Lateranense, il vescovo Rino Fisichella. Ce ne parla Alessandro De
Carolis.
**********
E’ mons. Minnerath a comunicare
ai giornalisti la novità dell’XI Assemblea del Sinodo dei vescovi
sull’Eucaristia: la decisione di Benedetto XVI di rendere pubbliche – a
differenza del passato – le 50 proposizioni che questa mattina sono state
votate dai padri sinodali e che costituiscono l’ossatura tematica dell’assise.
Un segno, ha detto mons. Minnerath, della maggiore apertura e comunicazione
voluta dal Papa e dall’Assemblea:
“Questi
due ultimi giorni sono stati quelli più produttivi del Sinodo. Siamo arrivati
con 50 proposizioni alle quali abbiamo integrato 500 emendamenti, sia in
latino, in versione ufficiale, sia in italiano, la versione di “lavoro”, che
sarà quella comunicata al pubblico”.
Per il resto, ha specificato
mons. Minnerath, in risposta ai cronisti che chiedevano quale fosse la novità
distintiva dell’assise appena conclusa, scopo di un Sinodo “non è quello di
introdurre novità dottrinali né disciplinari nella vita della Chiesa, ma di
rinnovare l’approccio pastorale nelle varie situazioni”. Come, ad esempio, sul
tema della comunione ai divorziati risposati:
“Ci sono state (sul tema, ndr)
discussioni molto approfondite, molto bilanciate ed è ovvio che la Chiesa debba
essere fedele a quello che gli è stato affidato e non può disporre in modo
arbitrario dei Sacramenti. Deve, però, approfondire sempre il modo di
avvicinare le persone, di capire le situazioni singolari. Quindi, è lì, forse,
la novità”.
Mons. Ouellet ha proseguito
chiarendo che una novità è stata rappresentata dal senso della collegialità
mostrato dal Pontefice nel condividere i lavori sinodali. E anche lo stesso
Benedetto XVI, ha proseguito l’arcivescovo di Quebec, ha introdotto con una sua
riflessione un elemento di novità, quando si è soffermato sulla distinzione tra
sacrificio e banchetto all’interno della Messa:
“In questo senso, c’è una novità
dottrinale nello sviluppo che il Santo Padre ha fatto, situando bene come il
Signore abbia fatto il suo rito nella cena, e la Chiesa, dopo, abbia precisato
la natura di questo segno. Quindi, il Santo Padre ha integrato come la
tradizione faccia parte della costituzione del mistero eucaristico: non solo
ciò che è accaduto alla cena, ma ciò che si è sviluppato in seguito. La sua,
quindi, è stata una visione complessiva, che ha portato veramente un approfondimento”.
Una domanda dei giornalisti ha
riguardato la possibilità di un Sinodo congiunto con le Chiese ortodosse. Una
eventualità alla quale mons. Fisichella ha risposto così:
“Un Sinodo con i confratelli
ortodossi potrebbe essere sempre all’orizzonte ma, pur nella novità,
evidentemente, si tratterebbe di capire i contenuti sui quali noi dovremmo
confrontarci. Quanto è emerso dal Sinodo non era in riferimento al fare un
Sinodo tra i cattolici e gli ortodossi, ma che ci fosse un Sinodo dei cattolici
che prendesse in considerazione questa tematica”.
I relatori si sono anche
soffermati, dietro invito dei giornalisti, sulla questione della coerenza con
le verità di fede alla quale sono chiamati i cristiani in generale e gli uomini
politici in particolare che si definiscono cristiani. In precedenza, ancora
mons. Fisichella si era incaricato di riassumere gli aspetti positivi emersi
dai lavori sinodali e riportati nel Messaggio dei vescovi al popolo di Dio. Un
messaggio, ha affermato il presule, che apre e chiude in modo significativo con
la parola “speranza” e che contiene una “carica profetica”:
“Una carica profetica che, pur
immersi nei problemi di oggi, i padri sinodali hanno voluto porre dinanzi agli
occhi dei credenti. Abbiamo innanzitutto considerato, essendo un Messaggio in
primo luogo di fede, quello che è il primato, il centro della vita
dell’Eucaristia, nella vita e nella visione della Chiesa. Ma abbiamo
considerato anche le tante testimonianze positive che sono presenti nel mondo.
Ci sono le ombre, ma ci sono anche profonde luci che sono testimoniate da tanti
segni di profonda ripresa a cui i padri sinodali hanno fatto riferimento: senza
dubbio il grande numero di ripresa delle vocazioni sacerdotali in tante parti
del mondo, la sempre più viva consapevolezza delle famiglie e del ruolo sociale
che posseggono (…); la grande ripresa da parte dei giovani di quelli che sono i
valori fondamentali della fede”.
**********
Ma entriamo nel dettaglio di alcune Proposizioni
dei Padri sinodali rese note nella versione provvisoria e non ufficiale. Ce ne parla Sergio Centofanti:
**********
Nella
prima Proposizione i Padri Sinodali chiedono al Santo Padre “che valuti
l’opportunità di offrire un documento sul sublime mistero dell’Eucaristia nella
vita e nella missione della Chiesa”.
Nella
quinta Proposizione si afferma che “l’Eucaristia stabilisce un forte legame di
unità della Chiesa cattolica con le Chiese ortodosse, che hanno conservato la
genuina e integra natura del mistero dell’Eucaristia. Il carattere ecclesiale
dell’Eucaristia potrebbe essere anche un punto privilegiato nel dialogo con le
comunità nate con la Riforma”.
Nella
nona Proposizione si parla di Eucaristia e poligamia: “La natura del matrimonio
esige che l’uomo sia legato in modo definitivo ad una sola donna e viceversa.
In questo orizzonte i poligami che si aprono alla fede cristiana siano aiutati
ad integrare il loro progetto umano nella novità e nella radicalità del
messaggio di Cristo. In quanto catecumeni, Cristo li raggiunge nella loro
specifica situazione e li chiama alle rinunce e alle rotture necessarie alla
comunione, che un giorno potranno celebrare mediante vari sacramenti, anzitutto
mediante l’Eucaristia.La Chiesa li accompagnerà nel frattempo con una pastorale
piena di dolcezza e di fermezza”.
Il
Sinodo rileva quindi che “nei paesi in cui la penuria di sacerdoti e le grandi
distanze rendono praticamente impossibile la partecipazione all’Eucaristia
dominicale, è importante che le comunità cristiane si radunino per lodare il
Signore e fare memoria del Giorno a Lui dedicato” ma “si dovrà evitare ogni
confusione tra celebrazione della Santa Messa e assemblea domenicale in attesa
di sacerdote”(10).
Si
affronta poi “il problema della grave mancanza di clero in alcune parti del mondo”.
“In questo contesto i Padri Sinodali hanno affermato l’importanza del dono
inestimabile del celibato ecclesiastico nella prassi della Chiesa latina”.
Alcuni “hanno fatto riferimento ai ‘viri probati’, ma quest’ ipotesi è stata
valutata come una strada da non percorrere”(11).
La Proposizione 17 ipotizza “la progettazione di un Compendio
eucaristico … per aiutare a sviluppare la fede e la pietà eucaristica”.
I
Padri sinodali esprimono inoltre la necessità “che l’omelia ponga la Parola di
Dio proclamata nella celebrazione in stretta relazione con la celebrazione
sacramentale e con la vita della
comunità, in modo tale che la Parola di Dio sia realmente sostegno e vita della
Chiesa e si trasformi in alimento per
la preghiera e per l’esistenza quotidiana”(19).
La
Proposizione 23 sottolinea il fatto che “forse sarebbe utile valutare se il
segno di pace non vada collocato in un altro momento della celebrazione, anche
tenendo conto di consuetudini antiche e venerabili”. Inoltre “per rendere più
esplicito il rapporto tra Eucaristia e missione” si propone che “si preparino nuove formule di congedo
(benedizioni solenni, preghiere sul popolo od altro) che sottolineino la
missione nel mondo dei fedeli che hanno partecipato all’Eucaristia”(24).
“Per
una più efficace partecipazione dei fedeli alla Eucaristia” il Sinodo auspica
quindi “la promozione di una maggiore inculturazione nell’ambito della
celebrazione eucaristica”. A questo scopo si propone che “le Conferenze
episcopali assumano piena responsabilità nell’incrementare i tentativi di inculturazione
favorendo il giusto equilibrio tra criteri e direttive già emanate e nuovi
adattamenti”(26).
La
Proposizione 34 chiede poi che “di
fronte all’Ostia consacrata si osservi la pratica della genuflessione o di
altri gesti di adorazione secondo le differenti culture. Si raccomanda
l’importanza di inginocchiarsi durante i momenti salienti della Preghiera eucaristica,
in senso di adorazione e di lode al Signore presente nell’Eucaristia. Si
promuova inoltre il ringraziamento dopo la Comunione, anche con un tempo di
silenzio”.
“Nella
celebrazione dell’Eucaristia durante gli incontri internazionali, oggi sempre
più frequenti, per meglio esprimere l’unità e l’universalità della Chiesa” si propone di suggerire che la celebrazione
“della Santa Messa sia in latino (eccetto le letture, l’omelia e la preghiera
dei fedeli). Così pure siano recitate in latino le preghiere della tradizione
della Chiesa ed eventualmente eseguiti brani del canto gregoriano” (36).
Con
la Proposizione 40 “il Sinodo dei Vescovi ribadisce l’importanza di un
atteggiamento e di un’azione pastorale di attenzione e di accoglienza verso i
fedeli divorziati e risposati. Secondo la Tradizione della Chiesa cattolica,
essi non possono esser ammessi alla Santa Comunione”. “I divorziati risposati
tuttavia appartengono alla Chiesa”. “Il Sinodo auspica che sia fatto ogni
possibile sforzo sia per assicurare il carattere pastorale, la presenza e la
corretta e sollecita attività dei tribunali ecclesiastici per le cause di
nullità matrimoniale, sia per approfondire ulteriormente gli elementi essenziali
per la validità del matrimonio, anche tenendo conto dei problemi emergenti dal
contesto di profonda trasformazione antropologica del nostro tempo, dal quale
gli stessi fedeli rischiano di esser condizionati specialmente in mancanza di
una solida formazione cristiana”.
Infine
la proposizione 46 afferma che “i politici e legislatori cattolici devono
sentirsi particolarmente interpellati nella loro coscienza, rettamente formata,
sulla grave responsabilità sociale di presentare e sostenere leggi inique. Non
c’è coerenza eucaristica quando si promuovono leggi che vanno contro il bene
integrale dell’uomo, contro la giustizia e il diritto naturale. Non si può
separare l’opzione privata e quella pubblica, mettendosi in contrasto con la
legge di Dio e l’insegnamento della Chiesa, e questo deve essere considerato
anche di fronte alla realtà eucaristica . Nell’applicare questo orientamento i
Vescovi esercitino le virtù della
fortezza e della prudenza tenendo conto delle situazioni locali concrete”.
**********
Durante la 21.ma Congregazione
generale di ieri pomeriggio, sono stati eletti i 15 membri del Consiglio
post-sinodale. Si tratta dei cardinali Arinze, Cipriani Thorne, Bergoglio,
Murphy-O’Connor, Scola, Toppo, Pell, Ouellet, Kasper, e dei presuli Monsengwo Pasinya,
Onaiyekan, Wuerl, Zen Ze-Kiun, Dzudzar e Tagle.
OGGI ALLE 18.00, NELLA
CAPPELLA SISTINA, CONCERTO DEI PICCOLI CANTORI
DI RATISBONA IN ONORE
DEL PAPA
Concerto
dei Piccoli Cantori di Ratisbona in onore di Benedetto XVI questo pomeriggio
alle 18, nella Cappella Sistina. Il coro e l’organista Franz Josef Stoiber,
sotto la direzione del Maestro di Cappella Roland Büchner, eseguiranno tra gli
altri brani di Lorenzo Perosi, Pierluigi da Palestrina, Georg Ratzinger e
Mendelssohn. La celebre scuola di canto è stata voluta nell’anno 957 a
Ratisbona, nella cattedrale di San Pietro, dal vescovo Wolfgang. E’ stata
diretta per molti anni da mons. Georg Ratzinger, fratello del Pontefice. Il
concerto sarà trasmesso dalla nostra emittente con radiocronaca in diretta, per
la sola zona di Roma, in modulazione di frequenza di 105 MHz e in onda media di
585 kHz.
DOMANI,
LE PRIME CANONIZZAZIONI DEL PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI.
IL PAPA PROCLAMA 5 NUOVI SANTI: DUE POLACCHI, UN
CILENO E DUE ITALIANI
- Con
noi, padre Florio Tessari, l’arcivescovo Edward Nowak, il vescovo Zygmunt Zimowski,
mons. Giuseppe D’Ascola e padre Paolo Molinari -
Domani
alle 9.30, in piazza San Pietro, Benedetto XVI presiede la celebrazione per la
canonizzazione di cinque nuovi Santi. La nostra emittente trasmetterà l’evento
con radiocronaca in diretta nelle lingue italiano, francese, inglese, tedesco e
spagnolo. Per la zona di Roma sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di
frequenza di 105 MHz, per il resto dell’Italia sull’onda corta di 5.885 Khz.
Nel servizio di Tiziana Campisi, una breve biografia dei Beati con le
interviste ai postulatori delle Cause di canonizzazione, realizzate da Giovanni
Peduto.
**********
E’
stato un grande esempio di umiltà. Vissuto nel ‘700, Felice da Nicosia,
religioso dell’Ordine francescano dei Frati Minori Cappuccini, analfabeta, ha
sperimentato l’umiliazione anche tra i suoi confratelli che lo sbeffeggiavano
per la sua ignoranza. Uomo docile e mite, si dedicava particolarmente ai poveri
e ai carcerati. Il postulatore della Causa di canonizzazione, padre Florio
Tessari, traccia un profilo della sua santità:
“Fra Felice, da analfabeta, ma non di Dio e del suo
Spirito, ha capito che il segreto della vita, capace di aprire e di illuminare
ogni evento, non consiste nell’indicare con forza a Dio la nostra volontà, ma
nel fare sempre gioiosamente la sua. Questa semplice scoperta gli permette di
vedere sempre, dovunque e nonostante tutto, Dio e il suo amore; particolarmente
dove è più difficile scorgerli”.
Arcivescovo di Leopoli dei
Latini, Josef Bilczewski, polacco, nato nel 1860, durante la prima Guerra
mondiale, ha aiutato cattolici, ortodossi ed ebrei dell’odierna Ucraina. Una
vita, la sua, fatta di preghiera e lavoro, dalla quale emerge il rinnegamento
di sé per seguire Gesù e servire gli altri. Ma come sintetizzare la sua
spiritualità? Lo spiega il segretario della Congregazione delle Cause dei Santi,
l’arcivescovo Edward Nowak:
“Soprattutto
unì nella sua vita preghiera e lavoro. Egli considerava tutti gli avvenimenti
alla luce della fede. Egli ci insegna che la testimonianza cristiana è al primo
posto. Occorrono grande cura pastorale per i propri fedeli, nonché particolare
rispetto e apertura verso coloro che non sono cattolici, ma che egualmente sono
nostri fratelli e sorelle, con cui si convive ogni giorno”.
Anch’egli polacco e vissuto a
Leopoli nei primi del novecento, Zygmunt Gorazdowski, presbitero, fondatore
della Congregazione delle Suore di San Giuseppe, si è dedicato particolarmente
ai poveri e agli ammalati. Il vescovo di Radom, Zygmunt Zimowski, ne descrive
la personalità.
“Quest’uomo si è dedicato ai più poveri della città di
Leopoli. Si può dire che lui ha abbracciato la stessa spiritualità di
Sant’Alberto Mielowski, che diceva che ogni uomo dev’essere buono come il pane,
come un pezzo di pane posto sul tavolo, e ciascuno può avvicinarsi e prenderne
quanto ne vuole. Gorazdowski indicava anche alle persone più povere di nutrire
la speranza frequentando la Messa domenicale, perché ogni Messa finisce con
questa bella espressione: “Ite, missa est”. Ite: andate, per cominciare ad
essere buoni per gli altri”.
Sacerdote calabrese, Gaetano
Catanoso è nato nel 1879 ed è morto nel 1963. Parroco in un piccolo paese
dell’Aspromonte, ha condiviso con i suoi fedeli una vita di stenti e
privazioni, diffondendo la devozione eucaristica e mariana. Proprio per aiutare
gli ultimi, ha fondato la Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo.
Ma qual è il messaggio di padre Catanoso per l’uomo di oggi? Il postulatore
della Causa di canonizzazione, mons. Giuseppe D’Ascola:
“Non disse mai di ‘no’ al vescovo. Diversi vescovi lo hanno
scelto come loro confessore. Ubbidiva sempre. Non cercava i primi posti. Padre
Catanoso ha una parola anche per i laici: la fedeltà al Papa, la fedeltà al
vescovo. Oggi si mette in discussione questa autorità. I laici è bene che
riscoprano padre Catanoso e la sua fedeltà al Papa, la sua fedeltà alla
Chiesa”.
Dignità, speranza e affetto li
ha donati a tanti indigenti il cileno padre Alberto Hurtado Cruchaga, entrato
nella Compagnia di Gesù all’età di 22 anni, nella prima metà del Novecento,
dopo aver studiato giurisprudenza. E’ noto per aver dato vita agli “Hogar di
Cristo”, focolari di Cristo, strutture di accoglienza per i senzatetto.
Sentiamo il postulatore della Causa di canonizzazione, padre Paolo Molinari:
“Fu veramente
un innamorato di Cristo, si lasciò affascinare da Gesù e si lasciò conquistare
dal suo modo di pensare e di vivere, che divenne in maniera sempre crescente
parte del suo essere. Per padre Hurtado, l’Eucaristia era il centro della vita
e dell’apostolato, perché nell’Eucaristia sapeva di incontrare la persona di
nostro Signore Gesù Cristo”.
**********
NOMINE
Benedetto XVI ha nominato
vescovo coadiutore di Évreux, in Francia, il sacerdote Christian Nourrichard,
del clero dell’arcidiocesi di Rouen, della quale è stato finora vicario
generale.
Il neo presule è nato il 24
maggio 1948 a Notre-Dame-de-Bondeville, nell’arcidiocesi di Rouen. Ha
frequentato il Seminario minore di Rouen ed ha compiuto gli studi filosofici e
teologici presso il Seminario dell’arcidiocesi fino alla sua chiusura nel 1972.
Ha terminato gli studi teologici presso il Seminario di San Sulpizio a
Issy-les-Moulineaux, dove ha conseguito il Baccalaureato in Teologia. E’ stato
ordinato sacerdote il 23 giugno 1974 per l’arcidiocesi di Rouen.
Il Papa ha nominato il cardinale
Anthony Olubunmi Okogie, arcivescovo di Lagos, in Nigeria, suo inviato speciale
al Congresso eucaristico nazionale del Ghana, che sarà celebrato a Kumasi il 19
ed il 20 novembre 2005.
DOMANI LA CHIESA
CELEBRA LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
- Intervista con il cardinale Crescenzio Sepe -
La Chiesa celebra domani la
Giornata Missionaria Mondiale e si mobilita con numerose manifestazioni in
tutti i continenti per sostenere l’evangelizzazione nel mondo, portando nel cuore la
“santa inquietudine” a cui ci esorta Benedetto XVI nell’annunciare Cristo ai
fratelli. L’annuale messaggio pontificio per questa Giornata è di
Giovanni Paolo II, che lo ha firmato il 22 febbraio scorso, pochi giorni prima
della sua morte. Ne parliamo con il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della
Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. L’intervista è di Giovanni Peduto:
***********
R. –
Giovanni Paolo II aveva scritto questo messaggio e giustamente l’aveva inserito nel contesto dell’anno
dell’Eucaristia, dando un titolo che è particolarmente missionario:
“L’Eucaristia, pane spezzato per la missione, per tutti gli uomini”. Ogni cristiano,
in modo particolare naturalmente il missionario, deve farsi pane che si dà,
avendo ricevuto dal Signore questo mandato di andare ed annunziare. La sua vita
diventa una testimonianza, diventa un pane che si spezza giorno per giorno per
proclamare il Vangelo di Cristo, e perché a tutti possa essere offerto il dono
della fede e il dono dell’Eucaristia.
D. – Cosa vuol dire essere
missionari oggi?
R. - Significa recepire, far proprio questo comando del Signore di
andare in tutto il mondo, di evangelizzare, di portare il Vangelo, la Buona
Novella, e soprattutto far presente Cristo al mondo intero. Se pensiamo che
solo due miliardi di persone possono cibarsi di questo cibo eucaristico e che invece
gli altri quattro-cinque miliardi non hanno la possibilità, allora capiamo che
esiste una necessità di dare il cibo a coloro che non ce l’hanno, perché senza
il cibo eucaristico, senza la presenza di Cristo vivente nell’Eucaristia l’uomo
non potrà mai completarsi nella sua dignità e nella sua figliolanza con Dio.
D. – Lei, nell’ambito dei lavori
sinodali, si è fatto portavoce di tanti missionari che ancora oggi danno la
vita per la causa del Vangelo…
R. – Sì, sono coloro che rendono
presente Cristo in tante parti del mondo e, a differenza anche dei nostri Paesi
occidentali, questi missionari vivono in condizioni climatiche, logistiche, in
condizioni sociali, economiche, estremamente difficili e particolari. Dunque, è
un riconoscimento a questi nostri missionari che vivono alle frontiere in
simili situazioni, dovendo affrontare spesso anche pericoli per la propria
vita, come sappiamo dai tanti che sono morti in questo anno trascorso. Ciò deve
far capire a tutti che oggi la missione è di estrema attualità.
D. – Ancora oggi ci sono Paesi
dove la missione è più difficile, dove la situazione di vita dei missionari è
ardua…
R. – Diciamo che dipende dalle
situazioni dei singoli Paesi. Ci sono difficoltà di ordine economico, difficoltà
anche di ordine sociale, di ordine culturale e spesso anche di ordine religioso
e politico. Sono quei Paesi che cioè limitano soprattutto la libertà religiosa
e che cercano spesso di impedire la diffusione del Vangelo. Purtroppo, il
numero è molto più grande di quello che si possa pensare, nonostante si viva in
un clima di mondializzazione nella quale il concetto di libertà, il concetto di
evangelizzazione, dovrebbe essere alla portata di tutti.
**********
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima pagina - Nella santità e nella
missionarietà il culmine dell'intenso cammino eucaristico di un anno; Benedetto
XVI, domani, proclama cinque nuovi santi.
Il Sinodo dei Vescovi si conclude con il
Messaggio al Popolo di Dio.
Servizio vaticano - Un articolo del
Cardinale Crescenzio Sepe sulla Giornata missionaria mondiale 2005.
Servizio estero - L'intervento della Santa
Sede durante la sessantesima sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu:
"Il diritto all'informazione è inerente ad ogni società e istituzione
democratica".
Libano: la Siria deferita al Consiglio di
Sicurezza dell'Onu dopo il rapporto sull'omicidio di Rafik Hariri.
Servizio culturale -Un articolo di Umberto
Santarelli dal titolo "Un inventario di ricordi per una tragedia senza
senso": raccolte in volume le testimonianze sull'eccidio del Padule di
Fucecchio del 1944.
Servizio italiano - Mafia: richieste di
chiarimenti per le dichiarazioni di Grasso sulla latitanza di Provenzano.
=======ooo=======
22
ottobre 2005
27 ANNI FA L’APPELLO
ALL’UMANITA’ DI GIOVANNI PAOLO II ALL’INIZIO
DEL MINISTERO PETRINO: NON ABBIATE PAURA DI
ACCOGLIERE CRISTO,
SOLO LUI HA PAROLE DI VITA, DI SPERANZA E DI
LIBERAZIONE TOTALE
Sono passati 27 anni da quel 22 ottobre 1978, giorno dell’inizio del
Ministero Petrino di Giovanni Paolo II. Papa Wojtyla pronunciava la prima
omelia del Pontificato: un’omelia intensissima, tutta centrata su Cristo e
sull’uomo, e che vale la pena rivivere. Ce ne parla Sergio Centofanti.
**********
Giovanni Paolo II inizia la sua
prima omelia da Pontefice ripetendo la confessione di San Pietro dinanzi a
Gesù: “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente” . Queste parole di fede –
afferma – “segnano l’inizio della missione di Pietro nella storia della salvezza”.
“Tu sei Pietro, roccia, pietra – dice Gesù - e su di te, come su una pietra, io
costruirò la mia Chiesa”. Una missione – sottolinea Giovanni Paolo II - che
porterà Pietro dove non vuole, ma dove andrà per seguire il Signore sulla
Croce. Il Papa venuto da lontano fa sua la storia di Pietro:
“Pietro è venuto a Roma! Cosa lo ha guidato e
condotto a questa Urbe, cuore dell’Impero Romano, se non l’obbedienza
all’ispirazione ricevuta dal Signore? Forse questo pescatore di Galilea non
avrebbe voluto venire fin qui. Forse avrebbe preferito restare là, sulle rive
del lago di Genesaret, con la sua barca, con le sue reti. Ma, guidato dal
Signore, obbediente alla sua ispirazione, è giunto qui! Secondo un’antica
tradizione (che ha trovato anche una sua magnifica espressione letteraria in un
romanzo di Henryk Sienkiewicz), durante la persecuzione di Nerone, Pietro
voleva abbandonare Roma. Ma il Signore è intervenuto: gli è andato incontro.
Pietro si rivolse a lui chiedendo: “Quo vadis, Domine?” (Dove vai, Signore?). E
il Signore gli rispose subito: “Vado a Roma per essere crocifisso per la
seconda volta”. Pietro tornò a Roma ed è rimasto qui fino alla sua crocifissione”.
“Oggi – afferma Giovanni Paolo
II - un nuovo Vescovo sale sulla
Cattedra Romana di Pietro, un Vescovo pieno di trepidazione, consapevole della
sua indegnità”:
“Alla Sede di Pietro a Roma sale oggi un Vescovo
che non è romano. Un Vescovo che è figlio della Polonia. Ma da questo momento
diventa pure lui romano. Sì, romano! Anche perché figlio di una nazione la cui
storia, dai suoi primi albori, e le cui millenarie tradizioni sono segnate da
un legame vivo, forte, mai interrotto, sentito e vissuto con la Sede di Pietro,
una nazione che a questa Sede di Roma è rimasta sempre fedele. Oh, inscrutabile
è il disegno della divina Provvidenza!”
Quindi si rivolge a quanti hanno
“la inestimabile ventura di credere”, a quanti cercano ancora Dio e a quanti
sono “tormentati dal dubbio”, perché tutti accolgano Cristo nuova e “definitiva
verità sull’uomo”:
“Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di
accettare la sua potestà!
Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la
potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!
Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!
Alla sua salvatrice potestà aprite
i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi
di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è
dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi
così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del
suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È
invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi
prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare
all’uomo. Solo Lui ha parole di vita, sì! di vita eterna”.
In quel 22 ottobre 1978 la
Chiesa celebrava la “Giornata Missionaria Mondiale”: il Papa annuncia agli
uomini di tutto il mondo “le parole di vita di Cristo … messaggio di speranza,
di salvezza, di liberazione totale”:
“E ancora mi rivolgo a tutti gli
uomini, ad ogni uomo (e con quale venerazione l’apostolo di Cristo deve
pronunciare questa parola: uomo!). Pregate
per me! Aiutatemi perché io vi possa servire! Amen”.
**********
INAUGURATA
IERI AL VITTORIANO LA MOSTRA SU “GIOVANNI PAOLO II E ROMA”.
SI
PUO’ VISITARE GRATUITAMENTE FINO ALL’8 GENNAIO
-
Interviste con il cardinale Camillo Ruini e mons. Stanislao Dziwisz -
“Giovanni Paolo II e Roma” è la mostra
visitabile gratuitamente da oggi fino all’8 gennaio nel complesso del
Vittoriano, a Roma. Esposti documenti, fotografie, oggetti liturgici, disegni,
che testimoniano il legame profondo tra il Papa Wojtyla e la Città eterna.
All’inaugurazione, ieri, sono intervenute numerose autorità ecclesiastiche ed
istituzionali. Il servizio è di Dorotea Gambardella.
**********
Un viaggio ideale nell’esperienza umana
e religiosa di Papa Wojtyla, ripercorrendo i luoghi che hanno fatto da cornice
alla sua permanenza a Roma. È questo il senso della mostra “Giovanni Paolo II e
Roma”, promossa dal Vicariato e dall’Amministrazione capitolina. “Un atto di
gratitudine della città – l’ha definita il sindaco Walter Veltroni – poiché
quello di Giovanni Paolo II con Roma - ha spiegato - è stato un rapporto del
tutto speciale, che vogliamo onorare nel miglior modo possibile”.
Un
rapporto incentrato soprattutto sull’amore nei confronti delle persone, come ha
testimoniato il cardinale Camillo Ruini, vicario generale del Papa per la Diocesi
di Roma:
R. – E’
un rapporto che è nato fin dall’inizio perché il Papa ha avuto chiara l’idea di
essere Papa in quanto vescovo di Roma. E questa idea ha cercato di viverla
perciò si è sempre interessato molto della città dal punto di vista pastorale
ma anche dal punto di vista umano. Una delle sue grandi armi è stata l’essere
così vicino alla gente, a tutta la gente che incontrava. Mostrava sempre
attenzione, amicizia, affetto e questo la gente l’ha sentito in profondità e
l’ha ricambiato.
Diverse
le sezioni in cui è articolata la mostra: la formazione universitaria presso
l’ateneo pontificio “Angelicum”, gli incontri con la comunità romana, il
Concilio Vaticano II, l’elezione al soglio di Pietro. Il tutto documentato
mediante filmati, fotografie, disegni ma anche preziosi cimeli come lo
zucchetto cardinalizio, la croce pastorale, alcune schede elettorali utilizzate
dai cardinali in Conclave, il sigillo a secco, annullato subito dopo la morte
di Papa Wojtyla e portato per la prima volta fuori dal Vaticano.
Ma
ritorniamo agli anni da studente di Giovanni Paolo II. Era il 1947 e l’allora
giovane sacerdote polacco già nutriva un intenso amore per Roma. Lo ricorda il
suo segretario, mons. Stanislao Dziwisz, attualmente arcivescovo di Cracovia:
R. – Lui quando è venuto a Roma come studente, cercava
soprattutto non tanto di imparare la teologia o la dottrina perché questo
poteva impararlo anche a Cracovia. Lui diceva che voleva imparare a conoscere
Roma, innamorarsi come studente a Roma.
**********
ASSEGNATO IERI ALLE FIGLIE DELLA CARITÀ DI SAN
VINCENZO DE’ PAOLI
IL
PREMIO “PRINCIPE DELLE ASTURIE 2005” PER LA “CONCORDIA”
- Intervista con suor Luisa Farri -
Lo chiamano il “Nobel di Spagna”: si tratta del premio “Principe delle
Asturie”, riconoscimento istituito nel 1980 dall’omonima Fondazione per onorare
l’attività scientifica, tecnica, culturale e sociale svolta da singole persone,
gruppi di lavoro o istituzioni in ambito internazionale. A ricevere ieri a Oviedo
il premio per la “concordia” dalle mani dell’erede al trono di Spagna, il
principe Felipe di Borbone e Grecia, sono le Figlie della Carità di San Vincenzo
de’ Paoli, “per la loro eccezionale opera sociale e umanitaria a sostegno dei
più bisognosi, portata avanti in modo esemplare per quasi 4 secoli, e per la
loro promozione in tutto il mondo dei valori di giustizia, pace e solidarietà”.
Ma cosa significa vivere nella “concordia” per le Vincenziane? Risponde, al
microfono di Roberta Moretti, la Visitatrice della provincia religiosa di
Siena, suor Luisa Farri:
**********
R. – La “concordia”, secondo lo
stile del carisma vincenziano,si esprime attraverso la promozione integrale
della persona. Quindi, la nostra vita è completamente donata a Dio per servirlo
nei più poveri, cercando di operare per la pace, di denunciare le ingiustizie,
di combattere l’ignoranza, di promuovere la libertà umana spirituale e civile,
a cui ogni uomo è chiamato.
D. – Quali sono i vostri modelli
di carità?
R. – Direi che è Cristo. I
nostri fondatori desideravano che le Figlie della Carità fossero, prima di
tutto, buone cristiane, delle contemplative nell’azione, perché – dicevano –
“il Cristo che contemplate durante la meditazione è lo stesso che contemplate
quando andate a servire un povero”. E questa contemplazione è tanto più
profonda se il servizio sarà svolto con gli stessi atteggiamenti del Cristo:
con devozione, dolcezza, carità e compassione. E per questo, una Figlia della
Carità ha bisogno di una forte vita interiore, un dono totale a Dio nella
preghiera, nel servizio e nella comunità fraterna per la missione.
D. – Come operate nel mondo, e
con quali metodi?
R. – Operiamo in centri sociali
con mense e docce per i senzatetto, con centri per minori a rischio, bambini di
strada, servizi per malati terminali affetti da AIDS, lebbrosari, ospedali,
centro diurni residenziali per anziani, campi educativi con le scuole materna,
elementare, media e superiore, formazione professionale ed educazione
permanente per adulti … in generale, l’impegno in questi ultimi anni è l’attenzione
della promozione della donna, soprattutto nei Paesi in cui non è ancora
riconosciuta la sua dignità, donne in difficoltà che desiderano uscire dalla
prostituzione …
D. – In che modo, concretamente?
R. – Con case di accoglienza,
con una formazione professionale e culturale, ma insegnando loro anche a
gestire la vita quotidiana per poter poi essere autonome.
**********
Domani 23 ottobre, 30a Domenica
del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui un dottore della
legge per mettere alla prova Gesù gli chiede: «Maestro, qual è il più grande
comandamento della legge?». Gesù gli risponde:
«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima
e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E
il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi
due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Su questo brano evangelico
ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
**********
I
farisei insistono nel dimostrarsi perfetti nella conoscenza delle Scritture,
capaci addirittura di trarre grandi sintesi teologico-spirituali, ma sempre con
lo scopo di trovare in Cristo qualcosa da contestare e da screditare. Ma Cristo
pone una questione riguardo al più grande comandamento di tutta la legge e con
ciò evidenzierà ancora di più il dualismo di una tale religione: la spaccatura
tra una conoscenza ideale, perfetta, ma astratta, e una giusta prassi
religiosa. Lo scriba risponde che il perno di tutto è l’amore, ma non riesce
con il suo atteggiamento a testimoniarlo. In lui la conoscenza, l’amore e la
fede sono tre entità a compartimenti stagni. Per questo motivo lui dice, ma
personalmente non aderisce. Lui conosce, sa dell’amore, ma non si sente da esso
impegnato. Davanti a Lui, invece, sta colui che nel suo amore unisce la
conoscenza, l’adesione e lo stile di vita.
**********
=======ooo=======
22 ottobre 2005
NUOVI FOCOLAI DELL’INFULENZA AVIARIA IN CROAZIA E
RUSSIA,
MENTRE
LA FAO PAVENTA LA DIFFUSIONE NEL VIRUS NEL NORD EST DELL’AFRICA
E IN MEDIO
ORIENTE. DOPO I RITARDATI ALLARMI,
MANCA
ANCORA UNA STRATEGIA DI LOTTA GLOBALE
-
Servizio di Roberta Gisotti -
**********
ROMA. = La comunità internazionale, dopo avere ignorato a
lungo gli allarmi, cerca ora di correre ai ripari contro l’influenza aviaria,
ma non c’è ancora chiarezza per i cittadini sulla reale entità dei rischi per
l’uomo, sulla validità, necessità e disponibilità dei vaccini, né sulle
conseguenze di tipo economico da Paese a Paese. Nulla di decisivo è emerso dai
ministri della salute europea, riuniti alle porte di Londra, se non l’ipotesi di
sospendere i diritti sui farmaci antivirali, per consentire ad altre industrie
farmaceutiche di utilizzare la formula e produrne quantità massicce in caso di
pandemia. E nella
prossima riunione del G7, il 17 e 18 novembre a Roma, si vaglierà anche
l’ipotesi di sostenere i Paesi più poveri con un fondo di solidarietà. Di
strategie su scala globale si parlerà anche ad Ottawa, in Canada, il 24 e 25 ottobre,
in una Conferenza cui parteciperanno delegati di una trentina di Paesi e di
varie organizzazioni internazionali, dedicata alla salute umana e degli animali.
Rimbalzano, intanto, le notizie di nuovi focolai in Europa: 12 cigni sono stati
stroncati dal virus aviario in Croazia, che ha assicurato di avere bloccato le
esportazioni di pollame vivo e prodotti avicoli verso l’Unione europea, in
attesa del bando ufficiale annunciato dalla Commissione Europea per lunedì. La
Croazia è il terzo Paese in Europa, dopo Romania e Turchia, ad essere
coinvolto. In Gran Bretagna, è morto invece un pappagallo in quarantena
importato da un Paese tropicale, mentre in Russia un nuovo focolaio è stato
scoperto nel sud degli Urali, nella regione di Chelaybinsk, e si presume che il
virus sia presente ora in 24 zone della Federazione russa, che si aggiungono ai
casi della Mongolia e del Kazakistan. Dalla Cina l’annuncio che saranno chiuse
le sue frontiere se mai dovesse verificarsi un solo contagio da uomo ad uomo.
La priorità sarà salvare vite umane anche a fronte di un crollo economico,
assicurano le autorità di Pechino, che nei giorni scorsi hanno reso noto di
aver trovato 2600 volatili uccisi dal micidiale virus. Secondo la FAO, sono gli
uccelli migratori i principali vettori del virus, e per questo l’India ha
annunciato oggi i primi test in tal senso. La preoccupazione maggiore della FAO
è comunque che l’influenza raggiunga il Nord Est dell’Africa e il Medio
Oriente, ed è bene che ci si prepari a questa eventualità, per i rischi
maggiori che il virus divenga trasmissibile all’uomo.
**********
PROMOSSA DALLA CUSTODIA FRANCESCANA DI TERRA SANTA,
SI TERRA’ A CAFARNAO, IL PROSSIMO 29 OTTOBRE,
UNA
CELEBRAZIONE CONCLUSIVA DELL’ANNO DELL’EUCARESTIA
CAFARNAO.
= “Io sono il pane della vita”: è il tema della celebrazione promossa dalla
Custodia francescana di Terra Santa a conclusione dell’Anno dell’Eucaristia,
che si svolgerà a Cafarnao il prossimo 29 ottobre. Cafarnao è infatti il luogo
in cui l’Eucaristia è stata promessa e il Cenacolo, a Gerusalemme, quello in
cui è stata istituita. “Dobbiamo imparare a spezzare il pane non solo con i
pochi cristiani che sono qui, ma anche con gli ebrei e i musulmani che magari
dell’Eucaristia non capiscono. Ma questo non vuol dire che non possiamo
condividere con loro un po’ della nostra vita”, ha commentato il custode di Terra Santa, padre
Pierbattista Pizzaballa, intervistato dall’Agenzia SIR. “Spero che questo anno
ci abbia insegnato a tornare alle origini, a Gesù, al mistero dell’Eucaristia,
all’adorazione. La nostra vita - ha aggiunto – deve diventare una conseguenza
di questa adorazione del Signore che si fa pane. Niente di ciò che facciamo a
livello pastorale, sociale, politico, e di solidarietà ha valore se non è
fondato sull’adorazione e sulla presenza eucaristica”. Ed “anche in Terra Santa
– ha osservato padre Pizzaballa - c’è il rischio di dimenticarsi di queste
origini”. A Cafarnao, “almeno dal 1909, molti anni prima che la Custodia vi
costruisse il convento sotto il titolo della ‘Promessa Eucaristica’”, i frati
di Terra Santa accorrevano “in pellegrinaggio il mercoledì dell’ottava di
Pentecoste, quando in tutta la Chiesa cattolica
di rito latino si proclamava dal Vangelo secondo Giovanni il discorso di Gesù
sul pane della vita, e il 28 giugno nella vigilia della festa dei santi Pietro
e Paolo”, ha spiegato padre Pizzaballa. E’ dunque in continuità con questa
tradizione che la Custodia di Terra Santa promuove la celebrazione come
conclusione dell’Anno dell’Eucaristia. (R.G.)
CONCLUSE A
FIRENZE LE GIORNATE EUROPEE DI LOTTA CONTRO IL TRAFFICO
DI ESSERI UMANI, CON L’IMPEGNO PRESO DALLA REGIONE TOSCANA
DI CREARE
UN SEGRETARIATO INTERNAZIONALE CONTRO LA TRATTA DELLE PERSONE
FIRENZE.
= Si sono concluse ieri a Firenze le Giornate europee di lotta contro il
traffico di essere umani, sotto il motto “Insieme contro la schiavitù
contemporanea”. All’incontro hanno partecipato i gruppi Emmaus a livello
internazionale, insieme ad associazioni provenienti da 25 Paesi di Europa,
Africa, Asia e America Latina, oltre ad
istituzioni europee ed italiane come Amnesty International, Save the
Children e CIPSI. Nel documento conclusivo dei lavori, emerge l’impegno della
regione Toscana di creare un Segretariato internazionale contro la tratta, con
sede a Firenze, in collaborazione con Emmaus internazionale, l’Istituto degli
Innocenti e le associazioni che hanno partecipato all’iniziativa. Nello stesso
documento, sono state inserite diverse richieste ai governanti europei e alle
istituzioni. Si chiede la ratifica di strumenti internazionali che garantiscano
la salvaguardia dei diritti umani e la creazione di nuove norme coerenti a
questi obiettivi e il coinvolgimento della società civile nell’accoglienza ed
assistenza alle vittime. Viene inoltre auspicata un istituzione a livello di
Unione Europea per la raccolta dei dati sul fenomeno. Infine, si sollecita la
confisca dei beni dei trafficanti, che dovranno servire come risarcimento alle
vittime. Sono previste, inoltre, iniziative e campagne di sensibilizzazione e
prevenzione sull’argomento. Oggi e domani, a Firenze, ci sarà una
mostra-vendita di solidarietà delle comunità Emmaus d’Italia e d’Europa, il cui
ricavato servirà a sostenere le azioni di solidarietà nei Paesi dell’est Europa
e in Africa. (R.R.)
REFERENDUM BRASILE: DOMANI GLI
ELETTORI DOVRANNO DECIDERE
SE VIETARE IL COMMERCIO DI ARMI DA FUOCO E MUNIZIONI AI
CIVILI.
INCERTI I PRONOSTICI
BRASILIA.
= I brasiliani si preparano ad andare alle urne. Domani ci sarà un referendum
per decidere se proibire o meno la vendita di armi da fuoco e le munizioni ai
civili. La consultazione, convocata il 7 luglio scorso dal Congresso
brasiliano, era inserita nello Statuto del disarmo, un’iniziativa del Ministero
della giustizia approvata nel dicembre del 2003. Questa legge proibisce il
porto d’armi ai civili, con eccezioni in caso di minaccia alla vita e con
previa autorizzazione del Sistema nazionale di armi. Lo Statuto ha inserito anche
un programma per incentivare i cittadini a consegnare le armi in cambio di
denaro, che ha avuto come risultato la restituzione di 443 mila armi. Il Paese
sudamericano con quasi 40 mila morti violente l’anno è il secondo al mondo con
il maggior indice di mortalità causata da spari, dopo il Venezuela. Proprio questo è stato uno degli argomenti
usati durante la campagna elettorale dai sostenitori del “sì”, che hanno tra le
loro fila, anche la Polizia, la ONG “Viva Río” e la Conferenza episcopale
brasiliana (CNBB). “Molti pensano che possedere un arma – si legge in una nota
del CNBB – sia garanzia di sicurezza e di protezione”. Le statistiche
dimostrano, invece, che “in caso di rapina, le persone che usano armi da fuoco
hanno più possibilità di essere uccise”. La “International Action Network on
Small Arms” (IANSA), una rete internazionale che lotta contro la proliferazione
di piccole armi, afferma che la maggior parte di queste è stata comprata
legalmente dai criminali. I sostenitori del “no” negano la validità
dell’indagine, sostenendo che le armi in mano ai criminali provengano dal
mercato nero o siano state rubate alle Forze dell’ordine, e proponendo slogan
del tipo: “Si vogliono disarmare le vittime” o “si impedisce al cittadino
onesto di proteggere la propria famiglia”. Se i brasiliani si pronunceranno a
favore del divieto di vendita di armi e munizioni, chi le possiede legalmente
potrà comprare un massimo di 50 cartucce all’anno e dovrà registrare le armi
ogni tre anni. (R.R.)
=======ooo=======
22
ottobre 2005
- A cura
di Eugenio Bonanata -
Il
governo libanese, si riunirà oggi stesso in sessione straordinaria per
discutere il rapporto della Commissione d’inchiesta dell’Onu che evidenzia la
responsabilità della Siria e dello stesso Libano nell’omicidio dell’ex premier
Hariri. La riunione si svolgerà in assenza del presidente Emile Lahoud, sospettato
di aver avuto contatti con gli attentatori. Saad Hariri, il figlio dell’ex
premier, ha assicurato intanto pieno sostegno al rapporto dell’Onu, chiedendo
anche la creazione di un tribunale internazionale per giudicare i colpevoli. Per l'ambasciatore americano al Palazzo di Vetro,
Bolton, il rapporto richiede “una reazione vigorosa” da parte del Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite. E il presidente americano, Bush, ha chiesto una riunione
urgente dell’organismo. Dal canto suo il ministro dell'Informazione siriano,
Daklallah, definisce il rapporto “di parte, politicizzato e lontano dalla verità”.
Il premier iracheno Ibrahim al-Jaafari ha escluso che il processo
a Saddam Hussein possa essere trasferito in un altro Paese, respingendo così le
richieste del collegio di difesa dopo l’uccisione di Saadun Janabi, l’avvocato
di un coimputato dell’ex rais. L’organizzazione per i diritti umani statunitense,
Human Rights Watch, avverte tuttavia che l’omicidio del legale rischia di
scoraggiare la difesa e di compromettere il diritto degli imputati ad un giusto
processo. Intanto il grande ayatollah
sciita Ali Sistani ha assicurato il proprio sostegno alla proposta del
segretario generale della Lega araba, Amr Mussa, di tenere una conferenza di riconciliazione
nazionale irachena.
Sono trascorse due settimane dal catastrofico sisma che ha
devastato il Kashmir, causando circa 51 mila morti. Per far fronte
all’emergenza ancora elevatissima e per portare soccorso ai sopravvissuti, la
Nato ieri ha deciso di inviare uomini e mezzi soprattutto nella parte pakistana
della regione, la più colpita dal terremoto. Intanto la Banca Mondiale ha fatto
sapere che aumenterà il suo aiuto per sostenere la ricostruzione delle regioni
colpite. Da New Delhi, Maria Grazia Coggiola:
**********
Soltanto le città principali
ricominciano a vivere: le strade sono state sgombrate dalle macerie, arriva la
corrente elettrica e perfino la posta. La Croce Rossa Internazionale ha
trasformato il campo da cricket in un ospedale da 100 letti. Ma nelle vallate
più a nord, dove presto comincerà a cadere la neve, è ancora emergenza. Gli
elicotteri rimangono l’unico mezzo di trasporto dei generi di prima necessità e
dei feriti. Dove non possono arrivare i velivoli e dove non ci sono strade, i
soldati usano muli e cavalli. Dopo il pressante appello delle Nazioni Unite che
ha chiesto un ponte aereo, la NATO ieri ha deciso di inviare un migliaio di
soldati, tra cui un battaglione del genio e un’unità medica. E’ la prima volta
che l’Alleanza atlantica interviene in così larga scala per una missione
umanitaria. La NATO invierà anche altri elicotteri, che si uniranno ai 40 già
messi a disposizione dai Paesi membri per le operazioni di soccorso.
Da New Delhi, per la Radio
Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
**********
L’uragano Wilma, che si è abbattuto sulla penisola messicana dello
Yucatan, ha perso intensità ed e' stato degradato a categoria 3. Lo afferma il
Centro nazionale uragani di Miami precisando che l’uragano potrebbe continuare
a perdere forza nelle prossime ore. Il governo messicano ha dichiarato
intanto lo stato di emergenza in 55 comuni dello Yucatan per le piogge
torrenziali causate dal passaggio del ciclone. Una manovra che consente di
ricorrere immediatamente ai fondi per le catastrofi naturali, per far fronte
alle necessità alimentari, sanitarie e di alloggiamento delle vittime. Cancun, popolare città balneare,
è stata investita stanotte da onde alte tra i 5-8 metri. Nella zona migliaia di
persone hanno trascorso la notte in rifugi anticiclone. Secondo le previsioni,
Wilma dovrebbe restare sullo Yucatan per la giornata di oggi, prima di
spostarsi lentamente verso la Florida. Anche alcune regioni occidentali di Cuba
hanno, tuttavia, predisposto il trasferimento di centinaia di migliaia di
persone.
Decine di migliaia di
persone sono state investite da inondazioni in India orientale dopo tre giorni
di piogge torrenziali. Lo hanno affermato fonti governative locali specificando
che almeno dieci persone sono morte. Le precipitazioni fuori stagione sono arrivate
dopo il monsone di giugno-settembre, che quest'anno ha provocato gravi
inondazioni in altre parti del Paese, come negli Stati del Gujarat e del
Maharashtra, a ovest, e dell'Assam, a nord est.
Gli elettori polacchi domani torneranno alle urne per scegliere il
nuovo Capo dello Stato. Al ballottaggio il 48.enne liberale Donald Tusk ed il
56.enne conservatore Lech Kaczynski, alleati nel nuovo governo di centro-destra
ed entrambi eredi di Solidarnosc. Secondo gli ultimi sondaggi i due sfidanti
sono accreditati rispettivamente al 52% e 48% dei consensi. Secondo gli esperti, il risultato
finale dipenderà tuttavia dall'affluenza ai seggi, relativamente bassa nelle
precedenti consultazioni. I primi exit poll saranno disponibili poco dopo la
chiusura dei seggi, mentre la Commissione elettorale nazionale annuncerà i
risultati ufficiali nel pomeriggio di lunedì prossimo.
Ed è vigilia elettorale anche in
Argentina. Nel Paese andino, infatti, oltre 26 milioni di elettori domani sono
chiamati a votare per rinnovare la metà dei seggi della Camera e un terzo di
quelli del Senato. I sondaggi annunciano un successo dei candidati del
presidente Kirchner, compresa sua moglie, Cristina Fernandez, che nella
popolosa provincia di Buenos Aires sfida la moglie dell'ex presidente Duhalde,
Hilda Gonzalez.
Nove poliziotti afghani sono stati uccisi in un'imboscata tesa, secondo
le autorità, da ribelli talebani, nella parte meridionale del Paese. Il fatto è
avvenuto ieri e segue i molti altri attacchi
mortali che si sono intensificati negli ultimi tempi contro le autorità
e le forze di sicurezza nelle province del sud e dell'est dell'Afghanistan.
Si
svolgerà il prossimo 8 novembre il ballottaggio in Liberia tra l’ex-calciatore
George Weah e l’economista Ellen Sirleaf-Johnson. Secondo risultati ancora
provvisori, Weah ha ottenuto il 28,3% dei voti, mentre Sirleaf il 19,8%. Alta
l’affluenza alle urne, attestata a circa il 75 %. I risultati ufficiali
definitivi del primo turno, svoltosi l'11 ottobre, verranno pubblicati il 26
ottobre, dopo l'esame di tutti i ricorsi.
In Azerbaigian a due settimane dalle elezioni
legislative, continua l’ondata di arresti. In manette anche il ministro della
sanità Insanov, dopo il ministro dello sviluppo economico e quello delle
finanze. Per lui l’accusa come per gli altri di aver tentato un colpo di Stato.
=======ooo=======