RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 295 - Testo della trasmissione di sabato 22 ottobre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Conclusi i lavori del Sinodo. Pubblicate le Proposizioni nella versione non ufficiale. Domani in San Pietro la solenne celebrazione di chiusura del Sinodo e dell’Anno dell’Eucaristia

 

Oggi alle 18.00 nella Cappella Sistina concerto dei piccoli cantori di Ratisbona in onore del Papa

 

Domani le prime Canonizzazioni del Pontificato di Benedetto XVI. Il Papa proclamerà 5 nuovi Santi: l’arcivescovo polacco Josef Bilczewski, il sacerdote polacco Zygmunt Gorazdwski, il padre gesuita cileno Alberto Hurtado Cruchaga, il frate cappuccino italiano Felice da Nicosia  e il sacerdote italiano Gaetano Catanoso

 

Domani la Chiesa celebra la Giornata Missionaria Mondiale: ce ne parla il cardinale Crescenzio Sepe

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

27 anni fa l’appello all’umanità di Giovanni Paolo II all’inizio del Ministero Petrino: non abbiate paura di accogliere Cristo, solo Lui ha parole di vita, di speranza e di liberazione totale

 

Inaugurata ieri al Vittoriano la mostra su “Giovanni Paolo II e Roma”. Si può visitare gratuitamente fino all’8 gennaio: con noi il cardinale Camillo Ruini e mons. Stanislao  Dziwisz

 

Assegnato ieri alle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli il premio “Principe delle Asturie 2005” per la “concordia”: intervista con suor Luisa Farri

 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Nuovi focolai dell’influenza aviaria in Croazia e Russia, mentre la FAO paventa la diffusione del virus in Africa e in Medio Oriente

 

Promossa dalla Custodia francescana di Terra Santa una celebrazione conclusiva dell’Anno dell’Eucaristia: si terrà a Cafarnao, il prossimo 29 ottobre

 

Terminate a Firenze le Giornate europee di lotta contro il traffico di esseri umani

 

Referendum Brasile: domani gli elettori dovranno decidere se vietare il commercio di armi da fuoco e munizioni ai civili. Incerti i pronostici

 

24 ORE NEL MONDO:

 Il governo libanese assicura pieno sostegno all’inchiesta sull’omicidio dell’ex premier Hariri che evidenzia responsabilità dello stesso Libano e della Siria

 

Il processo a Saddam Hussein non sarà trasferito all’estero. Così il premier iracheno Al Jaafari dopo l’omicidio dell’avvocato di un coimputato dell’ex rais

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

22 ottobre 2005

 

 

“L’EUCARISTIA PANE VIVO PER LA PACE DEL MONDO”:

IL MESSAGGIO APPROVATO DAI PADRI SINODALI, CHE HANNO VOTATO

E CONSEGNATO AL PAPA LE PROPOSIZIONI CONCLUSIVE DELL’ASSISE.

DOMANI, GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE, MESSA SOLENNE DI BENEDETTO XVI

A CHIUSURA DEL SINODO, CON LA CANONIZZAZIONE DI CINQUE BEATI

 

Con la votazione delle proposizioni della 22.ma plenaria di questa mattina, il Sinodo sull’Eucaristia ha vissuto uno dei momenti salienti e conclusivi dell’assise, iniziata lo scorso 3 ottobre. Al termine del suffragio e dei discorsi di commiato, i padri sinodali hanno partecipato al pranzo in compagnia di Benedetto XVI, che domani presiederà in Piazza San Pietro la Messa solenne che concluderà il Sinodo e l’Anno dell’Eucaristia, oltre a procedere alla canonizzazione di cinque Beati, nella ricorrenza della Giornata missionaria mondiale.

 

Nella mattinata di oggi, intanto, è stata diffusa la versione definitiva del Messaggio conclusivo dei vescovi al popolo di Dio, intitolato “Eucaristia: pane vivo per la pace del mondo”. Di questo documento e dei temi principali emersi durante le tre settimane di dibattito, sintetizzati nelle 50 “proposizioni” consegnate al Papa, si è parlato durante la conferenza stampa conclusiva del Sinodo, alla quale hanno partecipato il cardinale George Pell, il segretario speciale del Sinodo, Roland Minnerath, l’arcivescovo di Quebec, Marc Ouellet, e il rettore della Lateranense, il vescovo Rino Fisichella. Ce ne parla Alessandro De Carolis.

 

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E’ mons. Minnerath a comunicare ai giornalisti la novità dell’XI Assemblea del Sinodo dei vescovi sull’Eucaristia: la decisione di Benedetto XVI di rendere pubbliche – a differenza del passato – le 50 proposizioni che questa mattina sono state votate dai padri sinodali e che costituiscono l’ossatura tematica dell’assise. Un segno, ha detto mons. Minnerath, della maggiore apertura e comunicazione voluta dal Papa e dall’Assemblea:

 

“Questi due ultimi giorni sono stati quelli più produttivi del Sinodo. Siamo arrivati con 50 proposizioni alle quali abbiamo integrato 500 emendamenti, sia in latino, in versione ufficiale, sia in italiano, la versione di “lavoro”, che sarà quella comunicata al pubblico”.

 

Per il resto, ha specificato mons. Minnerath, in risposta ai cronisti che chiedevano quale fosse la novità distintiva dell’assise appena conclusa, scopo di un Sinodo “non è quello di introdurre novità dottrinali né disciplinari nella vita della Chiesa, ma di rinnovare l’approccio pastorale nelle varie situazioni”. Come, ad esempio, sul tema della comunione ai divorziati risposati:

 

“Ci sono state (sul tema, ndr) discussioni molto approfondite, molto bilanciate ed è ovvio che la Chiesa debba essere fedele a quello che gli è stato affidato e non può disporre in modo arbitrario dei Sacramenti. Deve, però, approfondire sempre il modo di avvicinare le persone, di capire le situazioni singolari. Quindi, è lì, forse, la novità”.

 

Mons. Ouellet ha proseguito chiarendo che una novità è stata rappresentata dal senso della collegialità mostrato dal Pontefice nel condividere i lavori sinodali. E anche lo stesso Benedetto XVI, ha proseguito l’arcivescovo di Quebec, ha introdotto con una sua riflessione un elemento di novità, quando si è soffermato sulla distinzione tra sacrificio e banchetto all’interno della Messa:

 

“In questo senso, c’è una novità dottrinale nello sviluppo che il Santo Padre ha fatto, situando bene come il Signore abbia fatto il suo rito nella cena, e la Chiesa, dopo, abbia precisato la natura di questo segno. Quindi, il Santo Padre ha integrato come la tradizione faccia parte della costituzione del mistero eucaristico: non solo ciò che è accaduto alla cena, ma ciò che si è sviluppato in seguito. La sua, quindi, è stata una visione complessiva, che ha portato veramente un approfondimento”.

 

Una domanda dei giornalisti ha riguardato la possibilità di un Sinodo congiunto con le Chiese ortodosse. Una eventualità alla quale mons. Fisichella ha risposto così:

 

“Un Sinodo con i confratelli ortodossi potrebbe essere sempre all’orizzonte ma, pur nella novità, evidentemente, si tratterebbe di capire i contenuti sui quali noi dovremmo confrontarci. Quanto è emerso dal Sinodo non era in riferimento al fare un Sinodo tra i cattolici e gli ortodossi, ma che ci fosse un Sinodo dei cattolici che prendesse in considerazione questa tematica”.

 

I relatori si sono anche soffermati, dietro invito dei giornalisti, sulla questione della coerenza con le verità di fede alla quale sono chiamati i cristiani in generale e gli uomini politici in particolare che si definiscono cristiani. In precedenza, ancora mons. Fisichella si era incaricato di riassumere gli aspetti positivi emersi dai lavori sinodali e riportati nel Messaggio dei vescovi al popolo di Dio. Un messaggio, ha affermato il presule, che apre e chiude in modo significativo con la parola “speranza” e che contiene una “carica profetica”:

 

“Una carica profetica che, pur immersi nei problemi di oggi, i padri sinodali hanno voluto porre dinanzi agli occhi dei credenti. Abbiamo innanzitutto considerato, essendo un Messaggio in primo luogo di fede, quello che è il primato, il centro della vita dell’Eucaristia, nella vita e nella visione della Chiesa. Ma abbiamo considerato anche le tante testimonianze positive che sono presenti nel mondo. Ci sono le ombre, ma ci sono anche profonde luci che sono testimoniate da tanti segni di profonda ripresa a cui i padri sinodali hanno fatto riferimento: senza dubbio il grande numero di ripresa delle vocazioni sacerdotali in tante parti del mondo, la sempre più viva consapevolezza delle famiglie e del ruolo sociale che posseggono (…); la grande ripresa da parte dei giovani di quelli che sono i valori fondamentali della fede”.

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Ma entriamo nel dettaglio di alcune Proposizioni dei Padri sinodali rese note nella versione provvisoria e  non ufficiale.  Ce ne parla Sergio Centofanti:

 

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Nella prima Proposizione i Padri Sinodali chiedono al Santo Padre “che valuti l’opportunità di offrire un documento sul sublime mistero dell’Eucaristia nella vita e nella missione della Chiesa”.

 

Nella quinta Proposizione si afferma che “l’Eucaristia stabilisce un forte legame di unità della Chiesa cattolica con le Chiese ortodosse, che hanno conservato la genuina e integra natura del mistero dell’Eucaristia. Il carattere ecclesiale dell’Eucaristia potrebbe essere anche un punto privilegiato nel dialogo con le comunità nate con la Riforma”.

 

Nella nona Proposizione si parla di Eucaristia e poligamia: “La natura del matrimonio esige che l’uomo sia legato in modo definitivo ad una sola donna e viceversa. In questo orizzonte i poligami che si aprono alla fede cristiana siano aiutati ad integrare il loro progetto umano nella novità e nella radicalità del messaggio di Cristo. In quanto catecumeni, Cristo li raggiunge nella loro specifica situazione e li chiama alle rinunce e alle rotture necessarie alla comunione, che un giorno potranno celebrare mediante vari sacramenti, anzitutto mediante l’Eucaristia.La Chiesa li accompagnerà nel frattempo con una pastorale piena di dolcezza e di fermezza”.

 

Il Sinodo rileva quindi che “nei paesi in cui la penuria di sacerdoti e le grandi distanze rendono praticamente impossibile la partecipazione all’Eucaristia dominicale, è importante che le comunità cristiane si radunino per lodare il Signore e fare memoria del Giorno a Lui dedicato” ma “si dovrà evitare ogni confusione tra celebrazione della Santa Messa e assemblea domenicale in attesa di sacerdote”(10).

 

Si affronta poi “il problema della grave mancanza di clero in alcune parti del mondo”. “In questo contesto i Padri Sinodali hanno affermato l’importanza del dono inestimabile del celibato ecclesiastico nella prassi della Chiesa latina”. Alcuni “hanno fatto riferimento ai ‘viri probati’, ma quest’ ipotesi è stata valutata come una strada da non percorrere”(11).

 

La  Proposizione 17 ipotizza “la progettazione di un Compendio eucaristico … per aiutare a sviluppare la fede e la pietà eucaristica”.

 

I Padri sinodali esprimono inoltre la necessità “che l’omelia ponga la Parola di Dio proclamata nella celebrazione in stretta relazione con la celebrazione sacramentale  e con la vita della comunità, in modo tale che la Parola di Dio sia realmente sostegno e vita della Chiesa  e si trasformi in alimento per la preghiera e per l’esistenza quotidiana”(19).

 

La Proposizione 23 sottolinea il fatto che “forse sarebbe utile valutare se il segno di pace non vada collocato in un altro momento della celebrazione, anche tenendo conto di consuetudini antiche e venerabili”. Inoltre “per rendere più esplicito il rapporto tra Eucaristia e missione”  si propone che “si preparino nuove formule di congedo (benedizioni solenni, preghiere sul popolo od altro) che sottolineino la missione nel mondo dei fedeli che hanno partecipato all’Eucaristia”(24).

 

“Per una più efficace partecipazione dei fedeli alla Eucaristia” il Sinodo auspica quindi “la promozione di una maggiore inculturazione nell’ambito della celebrazione eucaristica”. A questo scopo si propone che “le Conferenze episcopali assumano piena responsabilità nell’incrementare i tentativi di inculturazione favorendo il giusto equilibrio tra criteri e direttive già emanate e nuovi adattamenti”(26).

 

La Proposizione 34  chiede poi che “di fronte all’Ostia consacrata si osservi la pratica della genuflessione o di altri gesti di adorazione secondo le differenti culture. Si raccomanda l’importanza di inginocchiarsi durante i momenti salienti della Preghiera eucaristica, in senso di adorazione e di lode al Signore presente nell’Eucaristia. Si promuova inoltre il ringraziamento dopo la Comunione, anche con un tempo di silenzio”.

 

“Nella celebrazione dell’Eucaristia durante gli incontri internazionali, oggi sempre più frequenti, per meglio esprimere l’unità e l’universalità della Chiesa”  si propone di suggerire che la celebrazione “della Santa Messa sia in latino (eccetto le letture, l’omelia e la preghiera dei fedeli). Così pure siano recitate in latino le preghiere della tradizione della Chiesa ed eventualmente eseguiti brani del canto gregoriano” (36).

 

Con la Proposizione 40 “il Sinodo dei Vescovi ribadisce l’importanza di un atteggiamento e di un’azione pastorale di attenzione e di accoglienza verso i fedeli divorziati e risposati. Secondo la Tradizione della Chiesa cattolica, essi non possono esser ammessi alla Santa Comunione”. “I divorziati risposati tuttavia appartengono alla Chiesa”. “Il Sinodo auspica che sia fatto ogni possibile sforzo sia per assicurare il carattere pastorale, la presenza e la corretta e sollecita attività dei tribunali ecclesiastici per le cause di nullità matrimoniale, sia per approfondire ulteriormente gli elementi essenziali per la validità del matrimonio, anche tenendo conto dei problemi emergenti dal contesto di profonda trasformazione antropologica del nostro tempo, dal quale gli stessi fedeli rischiano di esser condizionati specialmente in mancanza di una solida formazione cristiana”.

 

Infine la proposizione 46 afferma che “i politici e legislatori cattolici devono sentirsi particolarmente interpellati nella loro coscien­za, rettamente formata, sulla grave responsabilità sociale di presentare e sostenere leggi inique. Non c’è coerenza eucaristica quando si promuovono leggi che vanno contro il bene integrale dell’uomo, contro la giustizia e il diritto naturale. Non si può separare l’opzione privata e quella pubblica, mettendosi in contrasto con la legge di Dio e l’insegnamento della Chiesa, e questo deve essere considerato anche di fronte alla realtà eucaristica . Nell’applicare questo orientamento i Vescovi esercitino le virtù  della fortezza e della prudenza tenendo conto delle situazioni locali concrete”.

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Durante la 21.ma Congregazione generale di ieri pomeriggio, sono stati eletti i 15 membri del Consiglio post-sinodale. Si tratta dei cardinali Arinze, Cipriani Thorne, Bergoglio, Murphy-O’Connor, Scola, Toppo, Pell, Ouellet, Kasper, e dei presuli Monsengwo Pasinya, Onaiyekan, Wuerl, Zen Ze-Kiun, Dzudzar e Tagle.

 

 

OGGI ALLE 18.00, NELLA CAPPELLA SISTINA, CONCERTO DEI PICCOLI CANTORI

DI RATISBONA IN ONORE DEL PAPA

 

Concerto dei Piccoli Cantori di Ratisbona in onore di Benedetto XVI questo pomeriggio alle 18, nella Cappella Sistina. Il coro e l’organista Franz Josef Stoiber, sotto la direzione del Maestro di Cappella Roland Büchner, eseguiranno tra gli altri brani di Lorenzo Perosi, Pierluigi da Palestrina, Georg Ratzinger e Mendelssohn. La celebre scuola di canto è stata voluta nell’anno 957 a Ratisbona, nella cattedrale di San Pietro, dal vescovo Wolfgang. E’ stata diretta per molti anni da mons. Georg Ratzinger, fratello del Pontefice. Il concerto sarà trasmesso dalla nostra emittente con radiocronaca in diretta, per la sola zona di Roma, in modulazione di frequenza di 105 MHz e in onda media di 585 kHz.

 

 

DOMANI, LE PRIME CANONIZZAZIONI DEL PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI. 

IL PAPA  PROCLAMA 5 NUOVI SANTI: DUE POLACCHI, UN CILENO E DUE ITALIANI

- Con noi, padre Florio Tessari, l’arcivescovo Edward Nowak, il vescovo Zygmunt Zimowski, mons. Giuseppe D’Ascola e padre Paolo Molinari -

 

Domani alle 9.30, in piazza San Pietro, Benedetto XVI presiede la celebrazione per la canonizzazione di cinque nuovi Santi. La nostra emittente trasmetterà l’evento con radiocronaca in diretta nelle lingue italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo. Per la zona di Roma sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz, per il resto dell’Italia sull’onda corta di 5.885 Khz. Nel servizio di Tiziana Campisi, una breve biografia dei Beati con le interviste ai postulatori delle Cause di canonizzazione, realizzate da Giovanni Peduto.

 

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E’ stato un grande esempio di umiltà. Vissuto nel ‘700, Felice da Nicosia, religioso dell’Ordine francescano dei Frati Minori Cappuccini, analfabeta, ha sperimentato l’umiliazione anche tra i suoi confratelli che lo sbeffeggiavano per la sua ignoranza. Uomo docile e mite, si dedicava particolarmente ai poveri e ai carcerati. Il postulatore della Causa di canonizzazione, padre Florio Tessari, traccia un profilo della sua santità:

 

“Fra Felice, da analfabeta, ma non di Dio e del suo Spirito, ha capito che il segreto della vita, capace di aprire e di illuminare ogni evento, non consiste nell’indicare con forza a Dio la nostra volontà, ma nel fare sempre gioiosamente la sua. Questa semplice scoperta gli permette di vedere sempre, dovunque e nonostante tutto, Dio e il suo amore; particolarmente dove è più difficile scorgerli”.

 

Arcivescovo di Leopoli dei Latini, Josef Bilczewski, polacco, nato nel 1860, durante la prima Guerra mondiale, ha aiutato cattolici, ortodossi ed ebrei dell’odierna Ucraina. Una vita, la sua, fatta di preghiera e lavoro, dalla quale emerge il rinnegamento di sé per seguire Gesù e servire gli altri. Ma come sintetizzare la sua spiritualità? Lo spiega il segretario della Congregazione delle Cause dei Santi, l’arcivescovo Edward Nowak:

 

“Soprattutto unì nella sua vita preghiera e lavoro. Egli considerava tutti gli avvenimenti alla luce della fede. Egli ci insegna che la testimonianza cristiana è al primo posto. Occorrono grande cura pastorale per i propri fedeli, nonché particolare rispetto e apertura verso coloro che non sono cattolici, ma che egualmente sono nostri fratelli e sorelle, con cui si convive ogni giorno”.

 

Anch’egli polacco e vissuto a Leopoli nei primi del novecento, Zygmunt Gorazdowski, presbitero, fondatore della Congregazione delle Suore di San Giuseppe, si è dedicato particolarmente ai poveri e agli ammalati. Il vescovo di Radom, Zygmunt Zimowski, ne descrive la personalità.

 

“Quest’uomo si è dedicato ai più poveri della città di Leopoli. Si può dire che lui ha abbracciato la stessa spiritualità di Sant’Alberto Mielowski, che diceva che ogni uomo dev’essere buono come il pane, come un pezzo di pane posto sul tavolo, e ciascuno può avvicinarsi e prenderne quanto ne vuole. Gorazdowski indicava anche alle persone più povere di nutrire la speranza frequentando la Messa domenicale, perché ogni Messa finisce con questa bella espressione: “Ite, missa est”. Ite: andate, per cominciare ad essere buoni per gli altri”.

 

Sacerdote calabrese, Gaetano Catanoso è nato nel 1879 ed è morto nel 1963. Parroco in un piccolo paese dell’Aspromonte, ha condiviso con i suoi fedeli una vita di stenti e privazioni, diffondendo la devozione eucaristica e mariana. Proprio per aiutare gli ultimi, ha fondato la Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo. Ma qual è il messaggio di padre Catanoso per l’uomo di oggi? Il postulatore della Causa di canonizzazione, mons. Giuseppe D’Ascola:

 

“Non disse mai di ‘no’ al vescovo. Diversi vescovi lo hanno scelto come loro confessore. Ubbidiva sempre. Non cercava i primi posti. Padre Catanoso ha una parola anche per i laici: la fedeltà al Papa, la fedeltà al vescovo. Oggi si mette in discussione questa autorità. I laici è bene che riscoprano padre Catanoso e la sua fedeltà al Papa, la sua fedeltà alla Chiesa”.

 

Dignità, speranza e affetto li ha donati a tanti indigenti il cileno padre Alberto Hurtado Cruchaga, entrato nella Compagnia di Gesù all’età di 22 anni, nella prima metà del Novecento, dopo aver studiato giurisprudenza. E’ noto per aver dato vita agli “Hogar di Cristo”, focolari di Cristo, strutture di accoglienza per i senzatetto. Sentiamo il postulatore della Causa di canonizzazione, padre Paolo Molinari:

 

“Fu veramente un innamorato di Cristo, si lasciò affascinare da Gesù e si lasciò conquistare dal suo modo di pensare e di vivere, che divenne in maniera sempre crescente parte del suo essere. Per padre Hurtado, l’Eucaristia era il centro della vita e dell’apostolato, perché nell’Eucaristia sapeva di incontrare la persona di nostro Signore Gesù Cristo”.

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NOMINE

 

Benedetto XVI ha nominato vescovo coadiutore di Évreux, in Francia, il sacerdote Christian Nourrichard, del clero dell’arcidiocesi di Rouen, della quale è stato finora vicario generale.

 

Il neo presule è nato il 24 maggio 1948 a Notre-Dame-de-Bondeville, nell’arcidiocesi di Rouen. Ha frequentato il Seminario minore di Rouen ed ha compiuto gli studi filosofici e teologici presso il Seminario dell’arcidiocesi fino alla sua chiusura nel 1972. Ha terminato gli studi teologici presso il Seminario di San Sulpizio a Issy-les-Moulineaux, dove ha conseguito il Baccalaureato in Teologia. E’ stato ordinato sacerdote il 23 giugno 1974 per l’arcidiocesi di Rouen.

 

Il Papa ha nominato il cardinale Anthony Olubunmi Okogie, arcivescovo di Lagos, in Nigeria, suo inviato speciale al Congresso eucaristico nazionale del Ghana, che sarà celebrato a Kumasi il 19 ed il 20 novembre 2005.

 

 

DOMANI LA CHIESA CELEBRA LA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

- Intervista con il cardinale Crescenzio Sepe -

 

La Chiesa celebra domani la Giornata Missionaria Mondiale e si mobilita con numerose manifestazioni in tutti i continenti per sostenere l’evangelizzazione nel mondo, portando nel cuore la “santa inquietudine” a cui ci esorta Benedetto XVI nell’annunciare Cristo ai fratelli. L’annuale messaggio pontificio per questa Giornata è di Giovanni Paolo II, che lo ha firmato il 22 febbraio scorso, pochi giorni prima della sua morte. Ne parliamo con il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. L’intervista è di Giovanni Peduto:

 

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R. – Giovanni Paolo II aveva scritto questo messaggio e giustamente l’aveva    inserito nel contesto dell’anno dell’Eucaristia, dando un titolo che è particolarmente missionario: “L’Eucaristia, pane spezzato per la missione, per tutti gli uomini”. Ogni cristiano, in modo particolare naturalmente il missionario, deve farsi pane che si dà, avendo ricevuto dal Signore questo mandato di andare ed annunziare. La sua vita diventa una testimonianza, diventa un pane che si spezza giorno per giorno per proclamare il Vangelo di Cristo, e perché a tutti possa essere offerto il dono della fede e il dono dell’Eucaristia.

 

D. – Cosa vuol dire essere missionari oggi?

 

R. -  Significa recepire, far proprio questo comando del Signore di andare in tutto il mondo, di evangelizzare, di portare il Vangelo, la Buona Novella, e soprattutto far presente Cristo al mondo intero. Se pensiamo che solo due miliardi di persone possono cibarsi di questo cibo eucaristico e che invece gli altri quattro-cinque miliardi non hanno la possibilità, allora capiamo che esiste una necessità di dare il cibo a coloro che non ce l’hanno, perché senza il cibo eucaristico, senza la presenza di Cristo vivente nell’Eucaristia l’uomo non potrà mai completarsi nella sua dignità e nella sua figliolanza con Dio.

 

D. – Lei, nell’ambito dei lavori sinodali, si è fatto portavoce di tanti missionari che ancora oggi danno la vita per la causa del Vangelo…

 

R. – Sì, sono coloro che rendono presente Cristo in tante parti del mondo e, a differenza anche dei nostri Paesi occidentali, questi missionari vivono in condizioni climatiche, logistiche, in condizioni sociali, economiche, estremamente difficili e particolari. Dunque, è un riconoscimento a questi nostri missionari che vivono alle frontiere in simili situazioni, dovendo affrontare spesso anche pericoli per la propria vita, come sappiamo dai tanti che sono morti in questo anno trascorso. Ciò deve far capire a tutti che oggi la missione è di estrema attualità.

 

D. – Ancora oggi ci sono Paesi dove la missione è più difficile, dove la situazione di vita dei missionari è ardua…

 

R. – Diciamo che dipende dalle situazioni dei singoli Paesi. Ci sono difficoltà di ordine economico, difficoltà anche di ordine sociale, di ordine culturale e spesso anche di ordine religioso e politico. Sono quei Paesi che cioè limitano soprattutto la libertà religiosa e che cercano spesso di impedire la diffusione del Vangelo. Purtroppo, il numero è molto più grande di quello che si possa pensare, nonostante si viva in un clima di mondializzazione nella quale il concetto di libertà, il concetto di evangelizzazione, dovrebbe essere alla portata di tutti.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina - Nella santità e nella missionarietà il culmine dell'intenso cammino eucaristico di un anno; Benedetto XVI, domani, proclama cinque nuovi santi.

Il Sinodo dei Vescovi si conclude con il Messaggio al Popolo di Dio.

 

Servizio vaticano - Un articolo del Cardinale Crescenzio Sepe sulla Giornata missionaria mondiale 2005.

 

Servizio estero - L'intervento della Santa Sede durante la sessantesima sessione dell'Assemblea Generale dell'Onu: "Il diritto all'informazione è inerente ad ogni società e istituzione democratica".

 

Libano: la Siria deferita al Consiglio di Sicurezza dell'Onu dopo il rapporto sull'omicidio di Rafik Hariri.

 

Servizio culturale -Un articolo di Umberto Santarelli dal titolo "Un inventario di ricordi per una tragedia senza senso": raccolte in volume le testimonianze sull'eccidio del Padule di Fucecchio del 1944.

 

Servizio italiano - Mafia: richieste di chiarimenti per le dichiarazioni di Grasso sulla latitanza di Provenzano.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

22 ottobre 2005

 

 

 

27 ANNI FA L’APPELLO ALL’UMANITA’ DI GIOVANNI PAOLO II ALL’INIZIO

DEL MINISTERO PETRINO: NON ABBIATE PAURA DI ACCOGLIERE CRISTO,

SOLO LUI HA PAROLE DI VITA, DI SPERANZA E DI LIBERAZIONE TOTALE

 

Sono passati 27 anni da quel 22 ottobre 1978, giorno dell’inizio del Ministero Petrino di Giovanni Paolo II. Papa Wojtyla pronunciava la prima omelia del Pontificato: un’omelia intensissima, tutta centrata su Cristo e sull’uomo, e che vale la pena rivivere. Ce ne parla Sergio Centofanti.

 

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Giovanni Paolo II inizia la sua prima omelia da Pontefice ripetendo la confessione di San Pietro dinanzi a Gesù: “Tu sei il Cristo il Figlio del Dio vivente” . Queste parole di fede – afferma – “segnano l’inizio della missione di Pietro nella storia della salvezza”. “Tu sei Pietro, roccia, pietra – dice Gesù - e su di te, come su una pietra, io costruirò la mia Chiesa”. Una missione – sottolinea Giovanni Paolo II - che porterà Pietro dove non vuole, ma dove andrà per seguire il Signore sulla Croce. Il Papa venuto da lontano fa sua la storia di Pietro:

 

“Pietro è venuto a Roma! Cosa lo ha guidato e condotto a questa Urbe, cuore dell’Impero Romano, se non l’obbedienza all’ispirazione ricevuta dal Signore? Forse questo pescatore di Galilea non avrebbe voluto venire fin qui. Forse avrebbe preferito restare là, sulle rive del lago di Genesaret, con la sua barca, con le sue reti. Ma, guidato dal Signore, obbediente alla sua ispirazione, è giunto qui! Secondo un’antica tradizione (che ha trovato anche una sua magnifica espressione letteraria in un romanzo di Henryk Sienkiewicz), durante la persecuzione di Nerone, Pietro voleva abbandonare Roma. Ma il Signore è intervenuto: gli è andato incontro. Pietro si rivolse a lui chiedendo: “Quo vadis, Domine?” (Dove vai, Signore?). E il Signore gli rispose subito: “Vado a Roma per essere crocifisso per la seconda volta”. Pietro tornò a Roma ed è rimasto qui fino alla sua crocifissione”.

 

“Oggi – afferma Giovanni Paolo II -  un nuovo Vescovo sale sulla Cattedra Romana di Pietro, un Vescovo pieno di trepidazione, consapevole della sua indegnità”:

 

“Alla Sede di Pietro a Roma sale oggi un Vescovo che non è romano. Un Vescovo che è figlio della Polonia. Ma da questo momento diventa pure lui romano. Sì, romano! Anche perché figlio di una nazione la cui storia, dai suoi primi albori, e le cui millenarie tradizioni sono segnate da un legame vivo, forte, mai interrotto, sentito e vissuto con la Sede di Pietro, una nazione che a questa Sede di Roma è rimasta sempre fedele. Oh, inscrutabile è il disegno della divina Provvidenza!”

 

Quindi si rivolge a quanti hanno “la inestimabile ventura di credere”, a quanti cercano ancora Dio e a quanti sono “tormentati dal dubbio”, perché tutti accolgano Cristo nuova e “definitiva verità sull’uomo”:

 

“Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura di accogliere Cristo e di accettare la sua potestà!

Aiutate il Papa e tutti quanti vogliono servire Cristo e, con la potestà di Cristo, servire l’uomo e l’umanità intera!

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!

Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!  Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo Lui ha parole di vita, sì! di vita eterna”.

 

In quel 22 ottobre 1978 la Chiesa celebrava la “Giornata Missionaria Mondiale”: il Papa annuncia agli uomini di tutto il mondo “le parole di vita di Cristo … messaggio di speranza, di salvezza, di liberazione totale”:

 

“E ancora mi rivolgo a tutti gli uomini, ad ogni uomo (e con quale venerazione l’apostolo di Cristo deve pronunciare questa parola: uomo!).  Pregate per me! Aiutatemi perché io vi possa servire! Amen”.

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INAUGURATA IERI AL VITTORIANO LA MOSTRA SU “GIOVANNI PAOLO II E ROMA”.

SI PUO’ VISITARE GRATUITAMENTE FINO ALL’8 GENNAIO

- Interviste con il cardinale Camillo Ruini e mons. Stanislao  Dziwisz -

 

         “Giovanni Paolo II e Roma” è la mostra visitabile gratuitamente da oggi fino all’8 gennaio nel complesso del Vittoriano, a Roma. Esposti documenti, fotografie, oggetti liturgici, disegni, che testimoniano il legame profondo tra il Papa Wojtyla e la Città eterna. All’inaugurazione, ieri, sono intervenute numerose autorità ecclesiastiche ed istituzionali. Il servizio è di Dorotea Gambardella.

 

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         Un viaggio ideale nell’esperienza umana e religiosa di Papa Wojtyla, ripercorrendo i luoghi che hanno fatto da cornice alla sua permanenza a Roma. È questo il senso della mostra “Giovanni Paolo II e Roma”, promossa dal Vicariato e dall’Amministrazione capitolina. “Un atto di gratitudine della città – l’ha definita il sindaco Walter Veltroni – poiché quello di Giovanni Paolo II con Roma - ha spiegato - è stato un rapporto del tutto speciale, che vogliamo onorare nel miglior modo possibile”.

 

Un rapporto incentrato soprattutto sull’amore nei confronti delle persone, come ha testimoniato il cardinale Camillo Ruini, vicario generale del Papa per la Diocesi di Roma:

 

R. – E’ un rapporto che è nato fin dall’inizio perché il Papa ha avuto chiara l’idea di essere Papa in quanto vescovo di Roma. E questa idea ha cercato di viverla perciò si è sempre interessato molto della città dal punto di vista pastorale ma anche dal punto di vista umano. Una delle sue grandi armi è stata l’essere così vicino alla gente, a tutta la gente che incontrava. Mostrava sempre attenzione, amicizia, affetto e questo la gente l’ha sentito in profondità e l’ha ricambiato.

 

Diverse le sezioni in cui è articolata la mostra: la formazione universitaria presso l’ateneo pontificio “Angelicum”, gli incontri con la comunità romana, il Concilio Vaticano II, l’elezione al soglio di Pietro. Il tutto documentato mediante filmati, fotografie, disegni ma anche preziosi cimeli come lo zucchetto cardinalizio, la croce pastorale, alcune schede elettorali utilizzate dai cardinali in Conclave, il sigillo a secco, annullato subito dopo la morte di Papa Wojtyla e portato per la prima volta fuori dal Vaticano.

 

Ma ritorniamo agli anni da studente di Giovanni Paolo II. Era il 1947 e l’allora giovane sacerdote polacco già nutriva un intenso amore per Roma. Lo ricorda il suo segretario, mons. Stanislao Dziwisz, attualmente arcivescovo di Cracovia:

 

R. – Lui quando è venuto a Roma come studente, cercava soprattutto non tanto di imparare la teologia o la dottrina perché questo poteva impararlo anche a Cracovia. Lui diceva che voleva imparare a conoscere Roma, innamorarsi come studente a Roma.

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ASSEGNATO IERI ALLE FIGLIE DELLA CARITÀ DI SAN VINCENZO DE’ PAOLI

IL PREMIO “PRINCIPE DELLE ASTURIE 2005” PER LA “CONCORDIA”

- Intervista con suor Luisa Farri -

 

Lo chiamano il “Nobel di Spagna”: si tratta del premio “Principe delle Asturie”, riconoscimento istituito nel 1980 dall’omonima Fondazione per onorare l’attività scientifica, tecnica, culturale e sociale svolta da singole persone, gruppi di lavoro o istituzioni in ambito internazionale. A ricevere ieri a Oviedo il premio per la “concordia” dalle mani dell’erede al trono di Spagna, il principe Felipe di Borbone e Grecia, sono le Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, “per la loro eccezionale opera sociale e umanitaria a sostegno dei più bisognosi, portata avanti in modo esemplare per quasi 4 secoli, e per la loro promozione in tutto il mondo dei valori di giustizia, pace e solidarietà”. Ma cosa significa vivere nella “concordia” per le Vincenziane? Risponde, al microfono di Roberta Moretti, la Visitatrice della provincia religiosa di Siena, suor Luisa Farri:

 

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R. – La “concordia”, secondo lo stile del carisma vincenziano,si esprime attraverso la promozione integrale della persona. Quindi, la nostra vita è completamente donata a Dio per servirlo nei più poveri, cercando di operare per la pace, di denunciare le ingiustizie, di combattere l’ignoranza, di promuovere la libertà umana spirituale e civile, a cui ogni uomo è chiamato.

 

D. – Quali sono i vostri modelli di carità?

 

R. – Direi che è Cristo. I nostri fondatori desideravano che le Figlie della Carità fossero, prima di tutto, buone cristiane, delle contemplative nell’azione, perché – dicevano – “il Cristo che contemplate durante la meditazione è lo stesso che contemplate quando andate a servire un povero”. E questa contemplazione è tanto più profonda se il servizio sarà svolto con gli stessi atteggiamenti del Cristo: con devozione, dolcezza, carità e compassione. E per questo, una Figlia della Carità ha bisogno di una forte vita interiore, un dono totale a Dio nella preghiera, nel servizio e nella comunità fraterna per la missione.

 

D. – Come operate nel mondo, e con quali metodi?

 

R. – Operiamo in centri sociali con mense e docce per i senzatetto, con centri per minori a rischio, bambini di strada, servizi per malati terminali affetti da AIDS, lebbrosari, ospedali, centro diurni residenziali per anziani, campi educativi con le scuole materna, elementare, media e superiore, formazione professionale ed educazione permanente per adulti … in generale, l’impegno in questi ultimi anni è l’attenzione della promozione della donna, soprattutto nei Paesi in cui non è ancora riconosciuta la sua dignità, donne in difficoltà che desiderano uscire dalla prostituzione …

 

D. – In che modo, concretamente?

 

R. – Con case di accoglienza, con una formazione professionale e culturale, ma insegnando loro anche a gestire la vita quotidiana per poter poi essere autonome.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani 23 ottobre, 30a Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui un dottore della legge per mettere alla prova Gesù gli chiede: «Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?».  Gesù gli risponde:

 

«Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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I farisei insistono nel dimostrarsi perfetti nella conoscenza delle Scritture, capaci addirittura di trarre grandi sintesi teologico-spirituali, ma sempre con lo scopo di trovare in Cristo qualcosa da contestare e da screditare. Ma Cristo pone una questione riguardo al più grande comandamento di tutta la legge e con ciò evidenzierà ancora di più il dualismo di una tale religione: la spaccatura tra una conoscenza ideale, perfetta, ma astratta, e una giusta prassi religiosa. Lo scriba risponde che il perno di tutto è l’amore, ma non riesce con il suo atteggiamento a testimoniarlo. In lui la conoscenza, l’amore e la fede sono tre entità a compartimenti stagni. Per questo motivo lui dice, ma personalmente non aderisce. Lui conosce, sa dell’amore, ma non si sente da esso impegnato. Davanti a Lui, invece, sta colui che nel suo amore unisce la conoscenza, l’adesione e lo stile di vita.

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CHIESA E SOCIETA’

22 ottobre 2005

 

 

NUOVI FOCOLAI DELL’INFULENZA AVIARIA IN CROAZIA E RUSSIA,

MENTRE LA FAO PAVENTA LA DIFFUSIONE NEL VIRUS NEL NORD EST DELL’AFRICA

E IN MEDIO ORIENTE.  DOPO I RITARDATI ALLARMI,

MANCA ANCORA UNA STRATEGIA DI LOTTA GLOBALE

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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ROMA. = La comunità internazionale, dopo avere ignorato a lungo gli allarmi, cerca ora di correre ai ripari contro l’influenza aviaria, ma non c’è ancora chiarezza per i cittadini sulla reale entità dei rischi per l’uomo, sulla validità, necessità e disponibilità dei vaccini, né sulle conseguenze di tipo economico da Paese a Paese. Nulla di decisivo è emerso dai ministri della salute europea, riuniti alle porte di Londra, se non l’ipotesi di sospendere i diritti sui farmaci antivirali, per consentire ad altre industrie farmaceutiche di utilizzare la formula e produrne quantità massicce in caso di pandemia. E nella prossima riunione del G7, il 17 e 18 novembre a Roma, si vaglierà anche l’ipotesi di sostenere i Paesi più poveri con un fondo di solidarietà. Di strategie su scala globale si parlerà anche ad Ottawa, in Canada, il 24 e 25 ottobre, in una Conferenza cui parteciperanno delegati di una trentina di Paesi e di varie organizzazioni internazionali, dedicata alla salute umana e degli animali. Rimbalzano, intanto, le notizie di nuovi focolai in Europa: 12 cigni sono stati stroncati dal virus aviario in Croazia, che ha assicurato di avere bloccato le esportazioni di pollame vivo e prodotti avicoli verso l’Unione europea, in attesa del bando ufficiale annunciato dalla Commissione Europea per lunedì. La Croazia è il terzo Paese in Europa, dopo Romania e Turchia, ad essere coinvolto. In Gran Bretagna, è morto invece un pappagallo in quarantena importato da un Paese tropicale, mentre in Russia un nuovo focolaio è stato scoperto nel sud degli Urali, nella regione di Chelaybinsk, e si presume che il virus sia presente ora in 24 zone della Federazione russa, che si aggiungono ai casi della Mongolia e del Kazakistan. Dalla Cina l’annuncio che saranno chiuse le sue frontiere se mai dovesse verificarsi un solo contagio da uomo ad uomo. La priorità sarà salvare vite umane anche a fronte di un crollo economico, assicurano le autorità di Pechino, che nei giorni scorsi hanno reso noto di aver trovato 2600 volatili uccisi dal micidiale virus. Secondo la FAO, sono gli uccelli migratori i principali vettori del virus, e per questo l’India ha annunciato oggi i primi test in tal senso. La preoccupazione maggiore della FAO è comunque che l’influenza raggiunga il Nord Est dell’Africa e il Medio Oriente, ed è bene che ci si prepari a questa eventualità, per i rischi maggiori che il virus divenga trasmissibile all’uomo.

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PROMOSSA DALLA CUSTODIA FRANCESCANA  DI TERRA SANTA,

 SI TERRA’ A CAFARNAO, IL PROSSIMO 29 OTTOBRE,

UNA CELEBRAZIONE CONCLUSIVA DELL’ANNO DELL’EUCARESTIA

 

CAFARNAO. = “Io sono il pane della vita”: è il tema della celebrazione promossa dalla Custodia francescana di Terra Santa a conclusione dell’Anno dell’Eucaristia, che si svolgerà a Cafarnao il prossimo 29 ottobre. Cafarnao è infatti il luogo in cui l’Eucaristia è stata promessa e il Cenacolo, a Gerusalemme, quello in cui è stata istituita. “Dobbiamo imparare a spezzare il pane non solo con i pochi cristiani che sono qui, ma anche con gli ebrei e i musulmani che magari dell’Eucaristia non capiscono. Ma questo non vuol dire che non possiamo condividere con loro un po’ della nostra vita”, ha commentato il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa, intervistato dall’Agenzia SIR. “Spero che questo anno ci abbia insegnato a tornare alle origini, a Gesù, al mistero dell’Eucaristia, all’adorazione. La nostra vita - ha aggiunto – deve diventare una conseguenza di questa adorazione del Signore che si fa pane. Niente di ciò che facciamo a livello pastorale, sociale, politico, e di solidarietà ha valore se non è fondato sull’adorazione e sulla presenza eucaristica”. Ed “anche in Terra Santa – ha osservato padre Pizzaballa - c’è il rischio di dimenticarsi di queste origini”. A Cafarnao, “almeno dal 1909, molti anni prima che la Custodia vi costruisse il convento sotto il titolo della ‘Promessa Eucaristica’”, i frati di Terra Santa accorrevano “in pellegrinaggio il mercoledì dell’ottava di Pentecoste, quando in tutta la Chiesa cattolica di rito latino si proclamava dal Vangelo secondo Giovanni il discorso di Gesù sul pane della vita, e il 28 giugno nella vigilia della festa dei santi Pietro e Paolo”, ha spiegato padre Pizzaballa. E’ dunque in continuità con questa tradizione che la Custodia di Terra Santa promuove la celebrazione come conclusione dell’Anno dell’Eucaristia. (R.G.)

 

 

CONCLUSE A FIRENZE LE GIORNATE EUROPEE DI LOTTA CONTRO IL TRAFFICO

DI ESSERI UMANI, CON L’IMPEGNO PRESO DALLA REGIONE TOSCANA DI CREARE

UN SEGRETARIATO INTERNAZIONALE CONTRO LA TRATTA DELLE PERSONE

 

FIRENZE. = Si sono concluse ieri a Firenze le Giornate europee di lotta contro il traffico di essere umani, sotto il motto “Insieme contro la schiavitù contemporanea”. All’incontro hanno partecipato i gruppi Emmaus a livello internazionale, insieme ad associazioni provenienti da 25 Paesi di Europa, Africa, Asia e America Latina, oltre ad  istituzioni europee ed italiane come Amnesty International, Save the Children e CIPSI. Nel documento conclusivo dei lavori, emerge l’impegno della regione Toscana di creare un Segretariato internazionale contro la tratta, con sede a Firenze, in collaborazione con Emmaus internazionale, l’Istituto degli Innocenti e le associazioni che hanno partecipato all’iniziativa. Nello stesso documento, sono state inserite diverse richieste ai governanti europei e alle istituzioni. Si chiede la ratifica di strumenti internazionali che garantiscano la salvaguardia dei diritti umani e la creazione di nuove norme coerenti a questi obiettivi e il coinvolgimento della società civile nell’accoglienza ed assistenza alle vittime. Viene inoltre auspicata un istituzione a livello di Unione Europea per la raccolta dei dati sul fenomeno. Infine, si sollecita la confisca dei beni dei trafficanti, che dovranno servire come risarcimento alle vittime. Sono previste, inoltre, iniziative e campagne di sensibilizzazione e prevenzione sull’argomento. Oggi e domani, a Firenze, ci sarà una mostra-vendita di solidarietà delle comunità Emmaus d’Italia e d’Europa, il cui ricavato servirà a sostenere le azioni di solidarietà nei Paesi dell’est Europa e in Africa. (R.R.)

 

 

REFERENDUM BRASILE: DOMANI GLI ELETTORI DOVRANNO DECIDERE

SE VIETARE IL COMMERCIO DI ARMI DA FUOCO E MUNIZIONI AI CIVILI.

INCERTI I PRONOSTICI

 

BRASILIA. = I brasiliani si preparano ad andare alle urne. Domani ci sarà un referendum per decidere se proibire o meno la vendita di armi da fuoco e le munizioni ai civili. La consultazione, convocata il 7 luglio scorso dal Congresso brasiliano, era inserita nello Statuto del disarmo, un’iniziativa del Ministero della giustizia approvata nel dicembre del 2003. Questa legge proibisce il porto d’armi ai civili, con eccezioni in caso di minaccia alla vita e con previa autorizzazione del Sistema nazionale di armi. Lo Statuto ha inserito anche un programma per incentivare i cittadini a consegnare le armi in cambio di denaro, che ha avuto come risultato la restituzione di 443 mila armi. Il Paese sudamericano con quasi 40 mila morti violente l’anno è il secondo al mondo con il maggior indice di mortalità causata da spari, dopo il Venezuela.  Proprio questo è stato uno degli argomenti usati durante la campagna elettorale dai sostenitori del “sì”, che hanno tra le loro fila, anche la Polizia, la ONG “Viva Río” e la Conferenza episcopale brasiliana (CNBB). “Molti pensano che possedere un arma – si legge in una nota del CNBB – sia garanzia di sicurezza e di protezione”. Le statistiche dimostrano, invece, che “in caso di rapina, le persone che usano armi da fuoco hanno più possibilità di essere uccise”. La “International Action Network on Small Arms” (IANSA), una rete internazionale che lotta contro la proliferazione di piccole armi, afferma che la maggior parte di queste è stata comprata legalmente dai criminali. I sostenitori del “no” negano la validità dell’indagine, sostenendo che le armi in mano ai criminali provengano dal mercato nero o siano state rubate alle Forze dell’ordine, e proponendo slogan del tipo: “Si vogliono disarmare le vittime” o “si impedisce al cittadino onesto di proteggere la propria famiglia”. Se i brasiliani si pronunceranno a favore del divieto di vendita di armi e munizioni, chi le possiede legalmente potrà comprare un massimo di 50 cartucce all’anno e dovrà registrare le armi ogni tre anni. (R.R.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

22 ottobre 2005

 

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

Il governo libanese, si riunirà oggi stesso in sessione straordinaria per discutere il rapporto della Commissione d’inchiesta dell’Onu che evidenzia la responsabilità della Siria e dello stesso Libano nell’omicidio dell’ex premier Hariri. La riunione si svolgerà in assenza del presidente Emile Lahoud, sospettato di aver avuto contatti con gli attentatori. Saad Hariri, il figlio dell’ex premier, ha assicurato intanto pieno sostegno al rapporto dell’Onu, chiedendo anche la creazione di un tribunale internazionale per giudicare i colpevoli. Per l'ambasciatore americano al Palazzo di Vetro, Bolton, il rapporto richiede “una reazione vigorosa” da parte del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. E il presidente americano, Bush, ha chiesto una riunione urgente dell’organismo. Dal canto suo il ministro dell'Informazione siriano, Daklallah, definisce il rapporto “di parte, politicizzato e lontano dalla verità”.

 

Il premier iracheno Ibrahim al-Jaafari ha escluso che il processo a Saddam Hussein possa essere trasferito in un altro Paese, respingendo così le richieste del collegio di difesa dopo l’uccisione di Saadun Janabi, l’avvocato di un coimputato dell’ex rais. L’organizzazione per i diritti umani statunitense, Human Rights Watch, avverte tuttavia che l’omicidio del legale rischia di scoraggiare la difesa e di compromettere il diritto degli imputati ad un giusto processo. Intanto il grande ayatollah sciita Ali Sistani ha assicurato il proprio sostegno alla proposta del segretario generale della Lega araba, Amr Mussa, di tenere una conferenza di riconciliazione nazionale irachena.

 

Sono trascorse due settimane dal catastrofico sisma che ha devastato il Kashmir, causando circa 51 mila morti. Per far fronte all’emergenza ancora elevatissima e per portare soccorso ai sopravvissuti, la Nato ieri ha deciso di inviare uomini e mezzi soprattutto nella parte pakistana della regione, la più colpita dal terremoto. Intanto la Banca Mondiale ha fatto sapere che aumenterà il suo aiuto per sostenere la ricostruzione delle regioni colpite. Da New Delhi, Maria Grazia Coggiola:

 

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Soltanto le città principali ricominciano a vivere: le strade sono state sgombrate dalle macerie, arriva la corrente elettrica e perfino la posta. La Croce Rossa Internazionale ha trasformato il campo da cricket in un ospedale da 100 letti. Ma nelle vallate più a nord, dove presto comincerà a cadere la neve, è ancora emergenza. Gli elicotteri rimangono l’unico mezzo di trasporto dei generi di prima necessità e dei feriti. Dove non possono arrivare i velivoli e dove non ci sono strade, i soldati usano muli e cavalli. Dopo il pressante appello delle Nazioni Unite che ha chiesto un ponte aereo, la NATO ieri ha deciso di inviare un migliaio di soldati, tra cui un battaglione del genio e un’unità medica. E’ la prima volta che l’Alleanza atlantica interviene in così larga scala per una missione umanitaria. La NATO invierà anche altri elicotteri, che si uniranno ai 40 già messi a disposizione dai Paesi membri per le operazioni di soccorso.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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L’uragano Wilma, che si è abbattuto sulla penisola messicana dello Yucatan, ha perso intensità ed e' stato degradato a categoria 3. Lo afferma il Centro nazionale uragani di Miami precisando che l’uragano potrebbe continuare a perdere forza nelle prossime ore. Il governo messicano ha dichiarato intanto lo stato di emergenza in 55 comuni dello Yucatan per le piogge torrenziali causate dal passaggio del ciclone. Una manovra che consente di ricorrere immediatamente ai fondi per le catastrofi naturali, per far fronte alle necessità alimentari, sanitarie e di alloggiamento delle vittime. Cancun, popolare città balneare, è stata investita stanotte da onde alte tra i 5-8 metri. Nella zona migliaia di persone hanno trascorso la notte in rifugi anticiclone. Secondo le previsioni, Wilma dovrebbe restare sullo Yucatan per la giornata di oggi, prima di spostarsi lentamente verso la Florida. Anche alcune regioni occidentali di Cuba hanno, tuttavia, predisposto il trasferimento di centinaia di migliaia di persone.

 

Decine di  migliaia di persone sono state investite da inondazioni in India orientale dopo tre giorni di piogge torrenziali. Lo hanno affermato fonti governative locali specificando che almeno dieci persone sono morte. Le precipitazioni fuori stagione sono arrivate dopo il monsone di giugno-settembre, che quest'anno ha provocato gravi inondazioni in altre parti del Paese, come negli Stati del Gujarat e del Maharashtra, a ovest, e dell'Assam, a nord est.

 

Gli elettori polacchi domani torneranno alle urne per scegliere il nuovo Capo dello Stato. Al ballottaggio il 48.enne liberale Donald Tusk ed il 56.enne conservatore Lech Kaczynski, alleati nel nuovo governo di centro-destra ed entrambi eredi di Solidarnosc. Secondo gli ultimi sondaggi i due sfidanti sono accreditati rispettivamente al 52% e 48% dei consensi. Secondo gli esperti, il risultato finale dipenderà tuttavia dall'affluenza ai seggi, relativamente bassa nelle precedenti consultazioni. I primi exit poll saranno disponibili poco dopo la chiusura dei seggi, mentre la Commissione elettorale nazionale annuncerà i risultati ufficiali nel pomeriggio di lunedì prossimo. 

 

Ed è vigilia elettorale anche in Argentina. Nel Paese andino, infatti, oltre 26 milioni di elettori domani sono chiamati a votare per rinnovare la metà dei seggi della Camera e un terzo di quelli del Senato. I sondaggi annunciano un successo dei candidati del presidente Kirchner, compresa sua moglie, Cristina Fernandez, che nella popolosa provincia di Buenos Aires sfida la moglie dell'ex presidente Duhalde, Hilda Gonzalez.

 

Nove poliziotti afghani sono stati uccisi in un'imboscata tesa, secondo le autorità, da ribelli talebani, nella parte meridionale del Paese. Il fatto è avvenuto ieri e segue i molti altri attacchi  mortali che si sono intensificati negli ultimi tempi contro le autorità e le forze di sicurezza nelle province del sud e dell'est dell'Afghanistan.

 

Si svolgerà il prossimo 8 novembre il ballottaggio in Liberia tra l’ex-calciatore George Weah e l’economista Ellen Sirleaf-Johnson. Secondo risultati ancora provvisori, Weah ha ottenuto il 28,3% dei voti, mentre Sirleaf il 19,8%. Alta l’affluenza alle urne, attestata a circa il 75 %. I risultati ufficiali definitivi del primo turno, svoltosi l'11 ottobre, verranno pubblicati il 26 ottobre, dopo l'esame di tutti i ricorsi.

 

In Azerbaigian a due settimane dalle elezioni legislative, continua l’ondata di arresti. In manette anche il ministro della sanità Insanov, dopo il ministro dello sviluppo economico e quello delle finanze. Per lui l’accusa come per gli altri di aver tentato un colpo di Stato.

 

 

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