RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 283 - Testo della trasmissione di lunedì 10 ottobre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Eucaristia “motore” dell’evangelizzazione per portare Cristo a quanti ancora non lo conoscono: è quanto emerso ai lavori sinodali ripresi stamane, dopo la pausa di ieri, alla presenza del Papa: con noi suor Vittoria Tomarelli

 

Si celebra oggi la Giornata mondiale della salute mentale: appello del cardinale Lozano Barragán per la prevenzione

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Cresce il bilancio delle vittime del terremoto in Asia: forse 40 mila i morti in Pakistan. Ai nostri microfoni Lorenzo Cremonesi

 

Unire Eucaristia e missione: è quanto ha detto ieri il Papa all’Angelus ricordando l’esempio di San Daniele Comboni di cui ricorre oggi la memoria: ce ne parla padre Pino Giannini

 

CHIESA E SOCIETA’:

In America Centrale sale il bilancio delle vittime provocate dall’uragano ‘Stan’

 

500 anni fa, nel 1505, veniva consacrata la cattedrale di Torino

 

Nobel dell’economia a uno statunitense e a un israeliano per gli studi condotti per evitare conflitti economici

 

L’Azione Cattolica Italiana chiede al Senato di approvare una legge che non permetta a un adulto di svolgere attività pedopornografiche legittimandole con un presunto consenso del minore

 

Si aggrava la salute delle popolazioni dei Paesi poveri del pianeta, dove sono milioni i decessi causati, direttamente e indirettamente, dai cambiamenti climatici

 

24 ORE NEL MONDO:

In Germania Angela Merkel si prepara a diventare la prima donna cancelliere nella storia del Paese: trovato l’accordo per una grande coalizione tra cristiano-democratici e socialdemocratici

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

10 ottobre 2005

EUCARISTIA “MOTORE” DELL’EVANGELIZZAZIONE PER PORTARE CRISTO

AI 5 MILIARDI CHE ANCORA NON LO CONOSCONO.

 I PADRI SINODALI INSISTONO SULLA FORMAZIONE CRISTIANA,

SULL’ECUMENISMO E SULL’INCULTURAZIONE,  PER RENDERE PIU’ VICINA

LA LITURGIA DELLA MESSA ALLA SENSIBILITA’ DEI SINGOLI POPOLI

 

Un Sinodo per le Chiese orientali. Lo ha proposto questa mattina, in apertura dell’undicesima Congregazione generale del Sinodo sull’Eucaristia, svoltasi alla presenza di Benedetto XVI, il presidente della Conferenza episcopale ucraina, cardinale Lubomyr Husar. Ma tra i 22 interventi dei padri sinodali - che nell’arco della mattinata hanno privilegiato in particolare l’aspetto della missionarietà, dell’inculturazione e dell’ecumenismo - è filtrata anche l’attualità più drammatica, il terremoto in Pakistan, attraverso le parole di uno dei presuli dell’assise. La cronaca di uno dei nostri inviati al Sinodo, Alessandro De Carolis:

 

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Poco più di un accenno, ma sufficiente a portare all’attenzione del Papa e dei padri sinodali il dramma che si sta consumando in queste ore in Pakistan. Per una singolare coincidenza del protocollo, è l’arcivescovo di Karachi, Evarist Pinto, tra i primissimi a prendere la parola alla plenaria di questa mattina e per alcuni secondi ad affiorare non sono le sue riflessioni già elaborate sulle tematiche del Sinodo ma la preoccupazione spontanea per ciò che sta vivendo il suo Paese. Soffermandosi poi sull’esigua realtà ecclesiale pakistana – un milione e 300 mila cattolici in una nazione musulmana al 98% - mons. Pinto ha introdotto uno dei temi-cardine della mattinata: l’evangelizzazione, e quindi l’inculturazione, di quelle aree in cui la figura di Cristo non è conosciuta. E sono circa 5 miliardi le persone che non sanno nulla di Lui e che non possono dunque accostarsi all’Eucaristia: un dato, questo, fornito all’assemblea sinodale dal cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Il porporato ha invitato a presentare la dottrina eucaristica nella sua integrale verità, per non correre nel rischio, ha osservato, di seguire la deriva di quelle mode culturali che relativizzano ciò che riguarda Cristo e quindi l’Eucaristia.

 

Dall’Africa, un argomento molto sentito come l’evangelizzazione ha spinto alcuni padri sinodali, come il vescovo congolese Tshibangu Tshishiku, a insistere sull’urgenza di una inculturazione fondata su studi teologici e programmi catechetici adeguati alla realtà del continente. Del resto, quell’Africa che sarà al centro del prossimo Sinodo già convocato da Benedetto XVI è un grande contenitore di culture e tradizioni millenarie che già da tempo si esprimono e chiedono di trovare sempre nuove forme di espressione liturgica. La questione è stata posta da mons. Onaiyekan, presidente del SECAM, il Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e Madagsascar. Noi - ha affermato il presule con un’immagine efficace e applaudita – non abbiamo molto da offrire in termini di gloriosa architettura sacra, come le cattedrali europee, o di favolose opere d’arte, come i dipinti di Michelangelo o Leonardo da Vinci. Ma quello che abbiamo, lo doniamo con gioia: le nostre musiche o i ritmi che esprimiamo attraverso i movimenti del corpo, tutto per la gloria di Dio. La necessità di rivitalizzare una liturgia avvertita talvolta come monotona e impersonale - impedendo evidentemente ogni abuso - è stata rilevata, sul versante dell’India, dall’arcivescovo Oswald Gracias, per il quale la formazione cristiana dei fedeli, in un Paese spesso ostile alla Chiesa, deve poter radicarsi in profondità stimolando ogni facoltà umana anche attraverso i media, ad esempio gli audiovisivi. E il vescovo della Zambia, mons. Lungu, ha spinto la riflessione fino a proporre lo sviluppo di una teologia della bellezza in rapporto alla liturgia eucaristica.

 

Tra i padri sinodali che hanno scelto di affrontare più da vicino gli aspetti della formazione cristiana – da molti sollecitata anche come argine al diffondersi delle sette, dall’India all’America Latina – l’adorazione eucaristica è stata tra le più citate.  Il cardinale Tomko ha fatto una breve presentazione dei Congressi eucaristici internazionali, nati in Francia oltre un secolo fa giunti l’anno scorso alla 48.ma edizione, con quello messicano di Guadalajara da cui ha preso le mosse l’Anno speciale dell’Eucaristia. Il cardinale Tomko ha enfatizzato il ruolo dei Congressi eucaristici, definiti una vera occasione di rinnovamento spirituale, anche per i giovani. E l’arcivescovo di Bari, Francesco Cacucci, sull’onda del Congresso eucaristico nazionale celebrato pochi mesi fa, ha rilanciato l’idea di un incontro comunitario settimanale che coinvolga sacerdoti e animatori nella preparazione della liturgia della domenica.

 

Infine, l’ecumenismo, che ha visto le considerazioni di autorevoli padri sinodali. Tra gli altri, il cardinale ucraino, Husar, che enumerando i punti di convergenza tra cattolici e ortodossi sull’Eucaristia ha sollecitato l’approdo alla concelebrazione, proponendo anche la promulgazione di un prossimo Sinodo dedicato alle Chiese orientali. Un altro ponte nel dialogo ecumenico è stato evidenziato dal massimo responsabile dei Gesuiti, il preposito generale padre Kolvenbach: si tratta del momento della consacrazione del pane eucaristico durante la Messa, che non avviene – ha asserito – in un tempo fisico determinato, ovvero durante la formula della consacrazione, ma in un tempo sacramentale che è più ampio e che può unire piuttosto che dividere, come avvenuto nel secondo millennio, le Chiese dei due polmoni. Per finire, da rilevare un appello levato dal delegato della Conferenza episcopale romena, mons. Gherghel: il tabernacolo abbia il posto più visibile e accessibile nelle Chiese per non rischiare, ha concluso, che esse diventino come delle belle conchiglie il cui inquilino è introvabile.

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Partecipa al Sinodo come uditrice anche suor Vittoria Tomarelli, religiosa della Congregazione delle Adoratrici del Sangue di Cristo e già superiora generale dell’Istituto. E’ alla sua prima esperienza sinodale. Giovanni Peduto le ha chiesto come parlare all’uomo di oggi del Corpo e del Sangue di Gesù:

 

 

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R. – Io credo che l’aspetto più importante sia quello dell’Incarnazione. Parlare del Corpo e del Sangue di Cristo è un rendere presente ed attuale l’Incarnazione di Gesù. Gesù ha detto: “Io sono in mezzo a voi, io sono con voi”; ed ha anche detto: “Quando fate qualcosa ad uno dei miei piccoli, la fate a me; quando date un bicchiere d’acqua a qualcuno, lo date a me, per mio amore”. Questo significa “adorare”, diciamo, ogni persona, perché ogni persona vale il Sangue di Cristo; valorizzare la sofferenza, perchè il sacrificio eucaristico è un sacrificio, il sacrificio della Croce; e poi anche farci, noi stessi, pane spezzato e sangue versato per gli altri. Credo che questo aspetto eucaristico dell’Incarnazione sia l’aspetto che oggi è veramente più sentito tra la gente.

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NOMINE

 

Il Santo Padre ha nominato arcivescovo metropolita di Bloemfontein, in Sud Africa, mons. Jabulani Nxumalo, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, finora vescovo titolare di Fico e ausiliare dell’arcidiocesi di Durban.

 

Sempre in Sudafrica il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Durban, padre Barry Wood, anch’egli dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, già vicario generale della medesima arcidiocesi, assegnandogli la sede titolare vescovile di Babra. Padre Barry Wood, è nato il 13 giugno 1942 a Port Elisabeth. Ha studiato in patria e negli Stati Uniti, ottenendo il diploma in spiritualità. E’ stato ordinato sacerdote il 14 luglio 1968.

 

 

 

DARE AIUTO AI MALATI MENTALI CHE SI TROVANO PER LE STRADE O NELLE FAMIGLIE, DOVE NON POSSONO RICEVERE CURE ADEGUATE.

COSÌ IL CARDINALE JAVIER LOZANO BARRAGAN IN OCCASIONE

 DELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE

- Intervista con il prof. Carmine Munizza -

 

“Salute mentale e fisica durante tutta la vita”. Questo il tema dell’odierna Giornata mondiale della salute mentale, indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, con l’obiettivo di dare nuova dignità alle malattie della psiche e a quanti ne soffrono. In questa occasione il cardinale Javier Lozano Barragán, presidente del Pontifico Consiglio per la Pastorale della Salute, ha diffuso una nota per esprimere la viva attenzione con cui la Chiesa segue i problemi della sanità e della salute. Il servizio di Eugenio Bonanata:

 

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Nel mondo sono 450 milioni le persone che soffrono di disturbi mentali, più di 870 mila quelle che si sono suicidate quest’anno. “Il disagio mentale – afferma il porporato nel documento - costituisce una vera e propria emergenza socio sanitaria”. Quindi, rivolgendosi agli operatori del settore, il cardinale Lozano Barragán sottolinea l’urgenza di una forte azione preventiva. Un’azione che passa soprattutto attraverso l’impiego di strumenti efficaci e la garanzia del diritto all’accesso alle cure. Tuttavia, il 25% dei Paesi non ha una legislazione in materia e in 41 Nazioni su 100 manca una politica definita per la salute mentale. Il cardinale Barragán evidenzia inoltre la condizione dei tanti malati che si trovano per strada o nelle famiglie, dove non possono ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno. La risposta per loro attualmente è rappresentata dalle strutture di tipo comunitario presenti sul territorio che progressivamente  stanno sostituendo quelle manicomiali. Ma quali sono le caratteristiche principali dell’intervento psichiatrico? Risponde Il prof. Carmine Munizza, presidente della Società Italiana di Psichiatria:

 

R. – E’ un intervento complesso. Sicuramente è intervento dal punto di vista biologico attraverso i farmaci; è intervento dal punto di vista psicologico, quindi sugli aspetti relazionali del paziente ed è anche intervento sul contesto. E’ chiaro che se io curo un paziente senza preoccuparmi dell’ambiente in cui vive, evidentemente si tratta di un intervento monco.

 

D. – Ma cosa succede ad una persona affetta da disturbi mentali se non si interviene subito e in maniera adeguata?

 

R. – Uno dei grossi problemi del nostro campo è che tra la comparsa dei sintomi e l’intervento, soprattutto nelle patologie gravi, passa molto tempo e mediamente dai tre ai cinque anni. Uno degli sforzi che dobbiamo fare è di coinvolgere i medici di Medicina Generale, con opportuna informazione e formazione, in modo che ci sia, sempre di più, un riconoscimento precoce dei disturbi psichiatrici e conseguentemente un trattamento, perché se il trattamento arriva in ritardo, aumentano i rischi di disabilità permanente nei confronti dei pazienti affetti da disturbi mentali.

 

D. – L’uso di psicofarmaci ed antidepressivi è molto frequente, ma quali sono i rischi in questo senso?

 

R. – L’antidepressivo è un farmaco che va dato nelle persone affette da depressione. La fantasia che l’antidepressivo possa dare a tutti la felicità è una fantasia sbagliata, che fa parte di questa società che richiede che tutti dobbiamo essere contenti, tutti dobbiamo essere bravi e felici. Credo che nessuno, in buona fede, possa pensare di essere costantemente felice. Credo, invece, che la sofferenza vada elaborata e che faccia parte in qualche modo dell’esistenza umana.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo "Il vescovo von Galen: in tempi bui ha fatto splendere la luce della verità e ha mostrato il coraggio di opporsi
al potere della tirannide": nel clima di raccoglimento orante del Sinodo dei Vescovi la solenne beatificazione del porporato tedesco, conclusasi alla presenza di Benedetto XVI.

 

Servizio vaticano - Quattro pagine dedicate al 40.mo anniversario del Sinodo dei Vescovi.

Il resoconto dell'XI Congregazione generale.

 

Servizio estero - L'intervento della Santa Sede - a Ginevra - al Comitato esecutivo dell'ACNUR: "Due aree 'grigie' dell'accoglienza dei rifugiati".

Pakistan: cancellata un'intera generazione; le autorità di Islamabad stimano tra 30.000 e le 40.000 le persone uccise da terremoto - La maggior parte delle vittime sono bambini.

 

Servizio culturale - Un articolo di Giuseppe Appella in merito alla mostra "Tito. Opere dal 1979 al 2005" al Vittoriano.

 

Servizio italiano - Unione; Prodi: "Questo Governo è irresponsabile". L'opposizione in piazza a Roma.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

10 ottobre 2005

 

IL PAKISTAN DISTRUTTO DAL TERREMOTO LANCIA UNA RICHIESTA D’AIUTO AL MONDO.

IL BILANCIO DELLE VITTIME OSCILLA TRA I 30 MILA E I 40 MILA MORTI

- Interviste con Lorenzo Cremonesi -

 

Il Pakistan chiede aiuto al mondo per far fronte all’immane tragedia causata dal terremoto che ha colpito il Paese asiatico sabato scorso. Fonti ufficiali di Islamabad e dell’Unicef parlano di un bilancio che oscilla tra le 30 mila e le 40 mila vittime. Tra i morti, soprattutto bambini delle scolaresche rimaste intrappolate tra le macerie. La tragedia ha spinto il portavoce dell'esercito pakistano, il generale Shaukat Sultan, ad affermare che, col sisma, “tutta una generazione è stata perduta”. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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E’ ormai una lotta contro il tempo, ma il compito di raggiungere tutti i villaggi montani colpiti dal sisma sembra immane. Dopo l’accorato appello di Musharraf di ieri è partita la gara della solidarietà internazionale. Gli Stati Uniti, alleati del Pakistan, nella lotta al terrorismo islamico hanno promesso 50 milioni di dollari ed inviato oggi otto elicotteri da trasporto e due aerei da cargo dalla vicina base militare afghana. Ma non bastano: l’area devastata tra il Kashmir pakistano e la provincia di frontiere del nord-ovest è troppo grande. Si assottigliano le speranze di trovare ancora persona vive. Dalla fase delle ricerche si comincia a passare a quella dei soccorsi a chi è scampato ma non ha nulla da mangiare. Secondo le agenzie dell’ONU, i senzatetto sarebbero due milioni e mezzo. A Muzaffarabad, la capitale del Kashmir pakistano, ridotta ad una città fantasma, sono arrivate le prime carovane di aiuti dell’esercito, con cibo, tende e medicinali. I camion sono stati letteralmente presi d’assalto dalla gente, esasperata per la troppa attesa. C’è bisogno di almeno duecentomila tende da campo per dare riparo contro i rigori di un inverno che sta per iniziare.

 

Paradossalmente il disastro non ha fermato la violenza in Kashmir. In una serie di scontri con l’esercito indiano nel settore di Rajuri, nel Kashmir indiano, sono morti otto sospetti militanti integralisti islamici. I ribelli avevano ucciso prima cinque civili indù. Il principale del gruppo separatista ha annunciato un cessate-il-fuoco per permettere i soccorsi. Il sisma avrebbe colpito anche alcune basi degli integralisti che si trovano nella porzione pakistana del Kashmir.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Ma qual è la situazione ora in Pakistan? Giada Aquilino lo ha chiesto all’inviato del Corriere della Sera nelle zone terremotate, Lorenzo Cremonesi:

 

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R. – Ho visto Lahore e Islamabad, dov’è tutto abbastanza tranquillo. Ma verso Muzaffarabad, l’epicentro del terremoto sulle montagne del Kashmir, è il vero dramma: non si vede alcun convoglio di aiuti che si diriga verso il Nord. Questo è molto grave, perché dà il senso della disorganizzazione, dell’impossibilità di portare aiuti ai disastrati: le strade sono bloccate e il grosso problema del terremoto, oltre le vittime, è che nessuno ancora conosce l’entità della tragedia. Ci sono infatti zone al momento non perlustrate, neanche dagli elicotteri militari. Il numero stesso delle vittime è ancora del tutto aleatorio. Non c’è un bliancio preciso.

 

D. – Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate finora?

 

R. – Ho visto migliaia di uomini ed ho parlato con alcuni di questi abitanti del Kashmir: stanno cercando di raggiungere le loro case, ma non sanno cosa sia successo alle loro famiglie, anche perché i telefoni non funzionano – si possono usare soltanto i satellitari - e le strade sono interrotte in diversi punti. Il grosso problema ora per gli abitanti e per chi cerca di portare aiuto è rappresentato dalle comunicazioni.

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OGGI LA CHIESA RICORDA SAN DANIELE COMBONI,

“INSIGNE EVANGELIZZATORE DEL CONTINENTE AFRICANO”

- Ai nostri microfoni padre Pino Giannini -

 

Ieri all’Angelus il Papa ha invitato i cristiani a pregare perché il Sinodo approfondisca il legame tra Eucaristia e missione. Benedetto XVI ha voluto anche ricordare la figura di san Daniele Comboni, di cui oggi la Chiesa celebra la memoria. “Insigne evangelizzatore e protettore del continente africano, aiuti la Chiesa del nostro tempo a rispondere con fede e con coraggio al mandato del Signore Risorto” ha detto il Pontefice. Ma quale messaggio trasmette oggi il primo vescovo di Khartoum? Tiziana Campisi lo ha chiesto a padre Pino Giannini, missionario in Malawi per 26 anni e attualmente superiore della Casa Generalizia comboniana a Roma:

 

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R. – Ciò che penso che Comboni oggi possa dare, come contributo alla Chiesa che è già stabilita in Africa e che sta giocando un ruolo importante anche in questo Sinodo con tanti vescovi dell’Africa, è quello di far sì che la Chiesa africana non si chiuda in se stessa, ma diventi a sua volta missionaria. Quindi, quel “salvare l’Africa con l’Africa” faccia in modo che gli africani siano missionari presso altri popoli. E’ un contributo, per esempio, che i comboniani tra altri istituti missionari stanno dando, perché nelle nostre file adesso ci sono anche africani che lavorano come missionari al di fuori dell’Africa. Questo scambio di Chiese, quindi, che nell’’800 era dall’Europa verso l’Africa, adesso sta diventando dall’Africa verso altri continenti.

 

D. - La vostra missione verso quali orizzonti si orienta?

 

R. – Oggi, si orienta alle periferie urbane. L’attenzione va anche a gruppi etnici, umani, culturali un poco emarginati, non solo in Africa, ma anche in Amazzonia, in America Latina, ai popoli ai margini delle città, delle culture dominanti.

 

D. – Come, oggi, essere missionari nel proprio ambiente?

 

R. – Il primo punto è proprio quello di uscire. Penso che la Chiesa, in Europa, debba uscire dalle strutture tradizionali, andare incontro, anche fisicamente, come faceva Gesù che camminava per i villaggi, visitava le persone, andava a trovare chi era malato... Purtroppo, c’è molta gente che non viene più in Chiesa. Quindi, siamo noi come Chiesa che dobbiamo andare alla gente. Il secondo aspetto è quello di ascoltare l’altro. Adesso poi nelle nostre società gli altri sono intesi anche nel senso di cultura, di tradizione, di religioni diverse da noi, da altri continenti. Questa capacità, dunque, di uscire fuori dai pregiudizi, dai cliché che noi ci portiamo riguardo ad altre culture. Penso che un aspetto missionario sia anche quello di andare verso questi altri che vengono a noi con un cuore un po’ più aperto, cercando di capire quello che loro portano nel cuore, anche le sofferenze e capendo che sono una ricchezza anche per la nostra Chiesa, perché molte volte gli altri portano una freschezza di vita, di mentalità e possono essere campo di evangelizzazione se non sono ancora stati toccati dal messaggio evangelico.

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CHIESA E SOCIETA’

10 ottobre 2005
 

 

IN GUATEMALA E’ SALITO AD ALMENO 650 MORTI, TRA I QUALI MOLTI BAMBINI,

IL BILANCIO PROVVISORIO DELLE VITTIME PROVOCATE DALL’URAGANO ‘STAN’.

NEL VILLAGGIO GUATEMALTECO DI PANABAJI SI TEME VI SIANO OLTRE 1400 PERSONE SEPOLTE SOTTO IL FANGO. IN SALVADOR I MORTI SONO PIÙ DI 70 E IN MESSICO 15. DRAMMATICO ANCHE IL NUMERO DEGLI SFOLLATI, SALITO AD ALMENO 16 MILA

- A cura di Maurizio Salvi -

 

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CITTA’ DEL GUATEMALA. = Quasi a ribadire l’impotenza dell’uomo di fronte alle forze della natura, il Guatemala sta per dichiarare cimitero nazionale Maya le zone colpite dall’inclemenza dell’uragano ‘Stan’. La protezione civile ha spiegato che di fronte al mare di fango che ha coperto i villaggi, fra cui Panabaj nel municipio di Santiago de Atitlan, la buona volontà, le pale e le mani dei volontari non bastano. Vi è anche la certezza che dopo quasi una settimana sotto la terra bagnata, i cadaveri siano irriconoscibili e pericolosi veicoli di infezioni. Il vice presidente della Repubblica, Eduardo Stein, ha confermato che il governo non ce la fa a soccorrere tutti i 130 mila abitanti che in qualche misura sono stati toccati dalla tragedia e ha chiesto alla comunità internazionale urgenti aiuti per generi di prima necessità. Nelle zone disastrate manca tutto e la gente dorme per terra in chiese e scuole, utilizzate per ospitare i senzatetto. E come già è successo a New Orleans, in occasione dell’uragano Katrina, i responsabili locali hanno accusato di razzismo il governo che avrebbe reagito con lentezza alla tragedia non prodigandosi quanto necessario, poiché le zone colpite sono abitate da poverissime popolazioni indigene discendenti dei Maya, che da secoli popolano la regione.

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500 ANNI FA, NEL 1505, VENIVA CONSACRATA LA CATTEDRALE DI TORINO.

PER CELEBRARE LA RICORRENZA, L’ARCIVESCOVO DEL CAPOLUOGO PIEMONTESE,

 IL CARDINALE SEVERINO POLETTO,

HA CELEBRATO IERI POMERIGGIO UNA FUNZIONE IN DUOMO

- A cura di Fabrizio Accatino -

 

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TORINO.= Stava terminando il ‘400, secolo di scoperte scientifiche e geografiche, quando il cardinale Domenico della Rovere depose la prima pietra della futura cattedrale di Torino, edificata tra le Porte Palatine e Palazzo Reale, dimora della famiglia regnante dei Savoia. Nel 1505, la chiesa, ormai ultimata, veniva consacrata a San Giovanni Battista, da allora Patrono della città. La diocesi di Torino festeggia in questi giorni il quinto centenario del suo Duomo, una ricorrenza in cui è possibile leggere in filigrana la storia di una comunità pastorale capace di trasformarsi, di crescere all’ombra del proprio monumento simbolo. Lo ricorda lo stesso arcivescovo di Torino, cardinale Severino Poletto, sottolineando che guardare ai 500 anni di storia della Chiesa torinese significa osservare la fioritura di Santi di una Chiesa viva ed aperta al sociale come Don Bosco, Cottolengo, Murialdo. “Significa vedere - spiega il porporato - come la Chiesa-cattedrale-edificio sia espressione della Chiesa-Popolo di Dio, come dice l’Apostolo Pietro: ‘Voi siete pietre vive, impiegate per la costruzione di un edificio spirituale’”. La Messa, celebrata dal cardinale Poletto con i canonici del Capitolo metropolitano, ha avuto proprio questo significato: una comunità che si stringe intorno al cuore pulsante della sua cristianità e ai suoi simboli: le tombe dei canonici e dei primi vescovi, dei Santi e dei beati, tra cui Piergiorgio Fassati, oltre alla straordinaria suggestione suscitata dalla Sacra Sindone, mistero di fede che riposa a Torino dal 1578, uscita indenne dallo spaventoso incendio del ’97 e custodita in una cappella del Duomo, in attesa di ritornare nell’adiacente chiesa di San Lorenzo a restauri ultimati.

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IL NOBEL PER L’ECONOMIA È STATO ASSEGNATO ALL’ISRAELIANO, ROBERT AUMANN,

 E ALLO STATUNITENSE, THOMAS SCHELLING, PER LA LORO ‘TEORIA DEI GIOCHI’,

TEORIA MATEMATICA CHE ANALIZZA LE SITUAZIONI DI CONFLITTO

E NE RICERCA SOLUZIONI COMPETITIVE E COOPERATIVE

- A cura di Vincenzo Lanza -

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STOCCOLMA. = Il Premio viene motivato perché Aumann e Schelling, attraverso la loro analisi della teoria del gioco, hanno approfondito la comprensione di conflitto e collaborazione. La teoria per la ripetizione del gioco ci aiuta a comprendere le premesse per la collaborazione, perché tale collaborazione è più difficile quando i partner sono molti, quando l’integrazione è sporadica, quando interviene il rischio che l’intera azione possa terminare, quando i partecipanti non hanno una lunga prospettiva nel tempo o anche quando hanno difficoltà di osservare le azioni degli altri che partecipano al gioco. Lo studio di tali questioni da parte di Aumann e Schelling ha condotto ad una migliore comprensione dei conflitti economici, quali la concorrenza dei prezzi e le guerre commerciali, così come anche dei perché alcune società hanno maggior successo di altre a controllare le proprie economie con risorse comuni, come ad esempio pascoli comuni e sistemi di irrigazioni. Con l’aiuto di questa teoria dei giochi ripetuti, molti altri ruoli di altre istituzioni sono stati messi in evidenza: dagli imbrogli commerciali alla criminalità, fino a trattative sindacali e accordi sindacali internazionali.

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L’AZIONE CATTOLICA CHIEDE AL SENATO ITALIANO DI APPROVARE UNA LEGGE

CHE “NON PERMETTA A UN ADULTO DI SVOLGERE IMPUNEMENTE ATTIVITA’

PEDOPORNOGRAFICHE LEGITTIMANDOLE CON UN PRESUNTO CONSENSO DEL MINORE”

 

ROMA. = “L’Azione Cattolica Italiana segue attentamente l’iter del disegno di legge sulla lotta allo sfruttamento sessuale dei bambini attualmente all’esame del Senato e condivide la preoccupazione espressa nei giorni scorsi dal Coordinamento delle associazioni per la comunicazione (Copercom), dal Forum delle associazioni familiari e da altre associazioni cattoliche e laiche sul rischio di una possibile impunibilità degli adulti coinvolti in attività pedopornografiche”. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso oggi dall’Azione cattolica italiana alla quale aderiscono oltre 350.000 persone. “L’Azione cattolica – si legge inoltre nel testo - è certa che il Senato saprà assumere misure adeguate alla crescita delle nuove generazioni e chiede che venga approvata una normativa che non permetta ad un adulto di svolgere impunemente attività pedopornografiche, anche attraverso Internet, legittimandole con un presunto consenso del minore”. Il rispetto della tecnica legislativa – prosegue il documento -  ha senso solo se garantisce il rispetto della dignità e dei diritti delle persone e, nel caso specifico, dei minori. “L’associazione – si legge infine nel comunicato - è convinta che la valenza culturale e pedagogica  di ogni legge debba essere sempre difesa e quindi liberata da interessi, in questo caso, odiosi e offensivi”. (A.L.)

 

 

SI AGGRAVA LA SALUTE DELLE POPOLAZIONI DEI PAESI POVERI DEL PIANETA,

DOVE SONO MILIONI I DECESSI CAUSATI, DIRETTAMENTE E INDIRETTAMENTE,

DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI. E’ QUANTO EMERGE DAL RAPPORTO SUL CLIMA CURATO DALLA BANCA MONDIALE E DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ

 

NEW YORK. = Le condizioni di salute delle popolazioni più povere del pianeta sono peggiorate a causa dei cambiamenti del clima. E’ uno degli allarmanti dati emersi dal Rapporto ‘Environment Matters 2005’ realizzato dalla Banca Mondiale in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della Sanità. Secondo lo studio, l’AIDS, l’alcool e il tabacco rimangono le principali cause di morte nei Paesi poveri. Ma oltre a queste tristi conferme, viene sottolineato il sempre maggiore impatto dei cambiamenti climatici che hanno provocato la morte di almeno 150 mila persone. Le variazioni di temperatura e umidità in molte zone della terra hanno favorito, infatti, la proliferazione di batteri e di malattie infettive come la malaria e la dengue. Sono molteplici, inoltre, i fattori indiretti legati al clima: si stima che milioni di persone muoiono, ogni anno, a causa dell’inquinamento atmosferico  e per mancanza di acqua potabile o per aver utilizzato acqua contaminata. In molti Stati in via di sviluppo - si legge nel rapporto - la diminuzione delle precipitazioni ha creato una maggiore scarsità d’acqua aumentando i fenomeni di inquinamento idrico. Lo studio sul rischio sanitario e sul clima sottolinea infine che il fenomeno opposto, l’eccesso di precipitazioni, ha provocato un aumento di alluvioni e inondazioni causate dall’intensificazione dei cicloni tropicali. Nei Paesi poveri queste catastrofi hanno provocato la distruzione di interi villaggi e gravemente danneggiato l’agricoltura di sussistenza. (A.L.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

10 ottobre 2005

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

Quattro soldati iracheni sono stati uccisi e altri dieci sono rimasti feriti nella regione di Kirkuk, nell'Iraq settentrionale. Un attacco con dell'esplosivo ha preso di mira appena prima dell'alba a Hawijah (a 50 chilometri ad ovest di Kirkuk), una pattuglia dell'esercito, uccidendo due ufficiali e ferendo otto soldati. Più tardi due soldati sono stati uccisi e due altri  feriti nelle stesse circostanze a circa 12 chilometri a sud di Kirkuk. Secondo una fonte del ministero dell'Interno, sono stati scoperti a Baghdad cinque cadaveri nel quartiere Houriyah. Inoltre, sei sospetti insorti iracheni sono stati uccisi a nord di Baghdad, dove il minibus a bordo del quale stavano trasportando dell'esplosivo è saltato in aria nella zona del lago Tharthar. A riferirlo è stato il quotidiano iracheno Al Mada.

E' stato rinviato di almeno due  settimane l'atteso vertice fra il presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano Ariel Sharon. Nei giorni scorsi si parlava insistentemente di domani, ma già questa mattina si è capito che non c’erano conferme. La decisione di rimandarlo viene da fonte palestinese qualificata mentre da parte di Israele, finora, non si registra nessuna reazione.  

 

Missione di due giorni in Egitto, mercoledì e giovedì, del segretario generale della Nato, Jaap De Hoop Scheffer. Si tratta della prima visita al Cairo di un segretario generale dell'organizzazione fin dall’avvio, nel dicembre del 1994, del dialogo tra la Nato e sette Paesi della sponda sud del Mediterraneo. Scheffer chiuderà proprio al Cairo le missioni compiute negli ultimi mesi in tutte le capitali dei sette Paesi. Un viaggio nell'ambito del rafforzamento della dimensione politica del dialogo tra le due parti, decisa al vertice Nato del giugno dell'anno scorso a Istanbul.

Ribelli dissidenti del Darfur hanno oggi liberato 36 ostaggi dell'Unione africana, rapiti ieri, ma ne trattengono ancora due. I ribelli hanno rapito ieri una squadra di osservatori dell'Unione africana e successivamente un team inviato per liberarli. Il portavoce dell'Organizzazione ha precisato che il capo della missione militare ha personalmente assistito alla liberazione di 36 degli ostaggi. Secondo quanto aveva reso noto ieri un portavoce dell'Ua, a rapire il gruppo erano stati alcuni elementi dissidenti della  formazione ribelle 'Movimento per la Giustizia e l'Eguaglianza' (Jem) - la formazione che con il 'Movimento per la liberazione  del Sudan' (Slm) capeggia la ribellione nel Darfur contro il  governo di Khartoum.

 

Ancora nessuna decisione ufficiale ma sembra definitivamente spianata la strada alla prima donna cancelliere in Germania. Il nostro servizio:

 

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Il nuovo incontro a quattro fra i vertici di CDU/CSU e SPD - il terzo con questa modalità - si è concluso in mattinata dopo soli 20 minuti. Quello che si sa è che dopo la SPD anche la CDU ha approvato a larga maggioranza l'accordo con la SPD sul governo  di Grosse Koalition e la distribuzione dei dicasteri. Gerhard Schroeder (SPD) e i presidenti della Spd Franz  Muentefering, della Cdu Angela Merkel e della CSU, Edmund Stoiber intendono incontrare nuovamente i direttivi dei rispettivi partiti per informarli sulle conclusioni del negoziato e per fare il punto della situazione. Secondo i media, che citano fonti vicine ai partiti in causa, è stata ormai spianata la strada ad Angela Merkel quale prima donna cancelliere nella storia della Germania, con i due  schieramenti che si sono accordati anche sulla distribuzione di vari dicasteri nel nuovo governo di Grosse Koalition. Ma per abbinare nomi ad incarichi bisogna ancora aspettare. D’altra parte si è trattato di una impasse politica senza precedenti in Germania.

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Saranno il liberista Donald Tusk e il conservatore Lech Kaczynski a contendersi, nel ballottaggio del prossimo 23 ottobre, la presidenza della Polonia. Alle elezioni di ieri, il leader di Piattaforma Civica ha ottenuto il 38.5% dei consensi, mentre al fondatore del Partito Giustizia e Libertà, Kaczynski, vincitore col fratello gemello Jaroslaw delle recenti consultazioni legislative, è andato il 33.5% dei voti. Discreta l’affluenza alle urne che ha superato di poco il 50% degli aventi diritto. Ma come presentare i due leader del ballottaggio di domenica prossima? Fausta Speranza lo ha chiesto a Roman Gutkowski giornalista a Varsavia:

 

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R. – Tusk, che ha 48 anni, è il candidato moderato, leader del partito liberale di centro-destra, Piattaforma Civica. Il suo programma è, ovviamente, liberale, cioè pone l’accento sull’economia liberale. Vuole introdurre una tassa unica del 15 per cento. L’alternativa è Lech Kacinsky, 56 anni, fratello gemello di Jaroslaw, che è alla guida del Partito di destra conservatrice Diritto e Giustizia che due settimane fa ha vinto le elezioni politiche. Tusk è un liberale, Kacinsky è un conservatore. Kacinsky pone l’accento sulla Polonia solidale, che si appoggia al sindacato Solidarnosc.

 

D. – Parliamo proprio dei gemelli. L’altro fratello, dopo aver vinto insieme le elezioni politiche, ha fatto un passo indietro, ha rinunciato ad essere premier proprio perché sembrava che la popolazione non gradisse di due gemelli uno premier e l’altro presidente. E’ cosi? Adesso c’è il rischio che nessuno dei due diventi leader?

 

R. – Non penso perché il candidato che potrebbe ottenere più voti il 23 ottobre prossimo è proprio Kacinsky. Infatti può contare sui voti degli altri candidati che hanno perso le elezioni.

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La ONG Medici Senza Frontiere (MSF) ha denunciato che varie centinaia di clandestini subsahariani  presi nei dintorni di Ceuta e Melilla vengono deportati dalle  autorità marocchine verso il Sahara Occidentale in condizioni disumane. Oggi il ministro degli Esteri spagnolo, Miguel Angel  Moratinos, è atteso a Rabat per negoziare nuove intese per porre fine alla pressione migratoria sulle due enclavi in  territorio africano. Secondo MSF, dopo che i governi del Senegal e del Mali hanno  reso possibile il rimpatrio dei propri cittadini attraverso una  serie di voli da Oujda (est del Marocco) altri 300 cittadini di altri Paesi (Ghana, Camerun, Costa d'Avorio, Liberia, Niger e  Nigeria) sono trasportati in manette e senza acqua né viveri verso il sudovest del Marocco, per essere abbandonati in una  zona desertica controllata dal Fronte Polisario, la guerriglia indipendentista saharaui appoggiata dall'Algeria. Da parte sua, la Commissione europea interviene auspicando un trattamento ''dignitoso e proporzionato'' per gli immigrati illegali nel momento del loro rimpatrio.

Lo sciopero dei lavoratori del Porto autonomo di Marsiglia è stato prorogato stamattina dall'assemblea generale dei lavoratori. Lo ha reso noto un responsabile CGT dei portuali. La giornata di oggi è considerata cruciale e decisiva per il futuro della compagnia di traghetti SNCM, in agitazione da tre settimane per scongiurare la privatizzazione. Il consiglio d'amministrazione della società è riunito e decisioni si attendono per il pomeriggio. 

Si sono aperti oggi a Belgrado i negoziati per la firma di un accordo di associazione e stabilizzazione fra l'UE e l'unione di Serbia e Montenegro, primo  passo ufficiale della nuova democrazia ex jugoslava verso l'integrazione con le istituzioni europee. Aprendo la cerimonia di apertura dei negoziati, il presidente  serbomontenegrino Svetozar Marovic ha sottolineato che ''è un grande giorno per Serbia e Montenegro, un passo importantissimo verso l'Europa. Non abbiamo neanche un giorno da perdere nell'interesse del nostro futuro europeo''. Il commissario europeo per l'allargamento, Olli Rehn, pur congratulandosi per “l'importante momento”, ha ricordato che l'Europa ''continuerà a seguire durante i negoziati il rispetto degli impegni di piena collaborazione con il Tribunale penale dell'Aja assunti da Belgrado”.

 

Associazioni giornalistiche internazionali e croate hanno lanciato negli ultimi giorni un appello al Tribunale penale dell'Aja (TPI) perchè abbandoni l'accusa per oltraggio alla corte contro cinque giornalisti croati ed hanno chiesto alle autorità croate di rilasciare dal carcere uno di loro. ''Condanniamo l'arresto del giornalista croato Josip Jovic, atto sproporzionato all'accusa che gli viene imputata, e di per sé un pericoloso precedente'': è quanto scritto in un comunicato dell'associazione Reporter senza frontiere, che ha sede a Parigi. L'Associazione dei giornalisti croati, invece, dopo consultazioni con la confederazione mondiale e la federazione europea (IFJ/EFJ), ha invitato il TPI a prendere in considerazione la possibilità di abbandonare l'accusa contro i cinque giornalisti croati, accusati un mese fa di oltraggio alla corte per aver pubblicato nel 1999 il nome di un testimone protetto e di aver citato alcuni passi della sua testimonianza all'Aja al processo contro il generale croato-bosniaco Tihomir Blaskic.

 

Il sindaco di Tirana Edi Rama è stato eletto ieri sera da un congresso straordinario nuovo capo del Partito socialista, oggi principale forza dell'opposizione. Rama ha vinto a larga maggioranza nonostante l'aperta resistenza da parte del presidente uscente ed ex primo ministro Fatos Nano. Un giorno prima del congresso Nano, che si troverebbe tuttora fuori dall'Albania, aveva attaccato Edi Rama sostenendo invece l'elezione di Rexhep Meidani, ex capo dello Stato. Nel duello congressuale però il giovane sindaco della capitale ha trionfato, segnando così una svolta da qualcuno ritenuta storica nella vita del Partito socialista albanese, fondato nel 1991 sulle ceneri del disciolto Partito del lavoro del dittatore comunista Hoxha.

 

Il commissario dell’Unione europea alla salute Markos Kyprianou, stasera, farà scattare una misura di prevenzione contro il virus dell'influenza aviaria vietando le importazioni dalla Turchia di pollame vivo e a piume. Lo ha annunciato a Bruxelles il portavoce della Commissione europea, Philip Tod.

 

Continua a Pechino il quinto Plenum del Partito comunista cinese. Gli oltre 350 membri del Comitato Centrale, stanno discutendo il piano quinquennale e la politica del Partito. E’ il primo Plenum in cui Hu Jintao ha in mano tutto il potere di segretario del Partito, presidente e capo della commissione militare. Bernardo Cervellera:

 

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Secondo alcuni analisti, Hu Jintao deve aver vinto la fazione di Shangai, comandata dall’ex presidente Jan Zemin. La differenza fra i due è sui modelli di sviluppo. Jan ha sempre voluto una crescita economica a tutti i costi e questo negli anni ha portato la Cina ad essere la settima potenza economica mondiale, ma al prezzo di licenziamenti, inquinamento, svuotamento delle campagne ed una impressionante disuguaglianza. Il 10 per cento dei cinesi possiede il 47 per cento della ricchezza del Paese, mentre vi sono quasi 200 milioni di poveri. Da tempo Hu predica uno sviluppo e una società armonica, con una politica vicino al popolo. Finora, però, al di là degli slogan ha fatto solo alcune scelte contraddittorie: da una parte, espone sui media le malefatte del Partito; dall’altra, ha frenato la lotta alla corruzione, controllando Internet. Secondo l’Accademia delle Scienze di Pechino, la politica dei prossimi cinque anni deciderà della stabilità del Paese o del futuro del Partito Comunista.

 

Per la Radio Vaticana, Bernardo Cervellera.

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