RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
283 - Testo della trasmissione di lunedì 10 ottobre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
In
America Centrale sale il bilancio delle vittime provocate dall’uragano ‘Stan’
500 anni fa, nel 1505, veniva consacrata la
cattedrale di Torino
In Germania Angela Merkel si prepara a diventare la prima donna
cancelliere nella storia del Paese: trovato l’accordo per una grande coalizione
tra cristiano-democratici e socialdemocratici
10 ottobre 2005
EUCARISTIA
“MOTORE” DELL’EVANGELIZZAZIONE PER PORTARE CRISTO
AI 5
MILIARDI CHE ANCORA NON LO CONOSCONO.
I PADRI SINODALI INSISTONO
SULLA FORMAZIONE CRISTIANA,
SULL’ECUMENISMO
E SULL’INCULTURAZIONE, PER RENDERE PIU’
VICINA
LA
LITURGIA DELLA MESSA ALLA SENSIBILITA’ DEI SINGOLI POPOLI
Un Sinodo per le Chiese orientali. Lo ha proposto questa
mattina, in apertura dell’undicesima Congregazione generale del Sinodo
sull’Eucaristia, svoltasi alla presenza di Benedetto XVI, il presidente della
Conferenza episcopale ucraina, cardinale Lubomyr Husar. Ma tra i 22 interventi
dei padri sinodali - che nell’arco della mattinata hanno privilegiato in
particolare l’aspetto della missionarietà, dell’inculturazione e
dell’ecumenismo - è filtrata anche l’attualità più drammatica, il terremoto in
Pakistan, attraverso le parole di uno dei presuli dell’assise. La cronaca di
uno dei nostri inviati al Sinodo, Alessandro De Carolis:
**********
Poco più di un accenno, ma sufficiente a portare
all’attenzione del Papa e dei padri sinodali il dramma che si sta consumando in
queste ore in Pakistan. Per una singolare coincidenza del protocollo, è
l’arcivescovo di Karachi, Evarist Pinto, tra i primissimi a prendere la parola
alla plenaria di questa mattina e per alcuni secondi ad affiorare non sono le
sue riflessioni già elaborate sulle tematiche del Sinodo ma la preoccupazione
spontanea per ciò che sta vivendo il suo Paese. Soffermandosi poi sull’esigua
realtà ecclesiale pakistana – un milione e 300 mila cattolici in una nazione
musulmana al 98% - mons. Pinto ha introdotto uno dei temi-cardine della
mattinata: l’evangelizzazione, e quindi l’inculturazione, di quelle aree in cui
la figura di Cristo non è conosciuta. E sono circa 5 miliardi le persone che
non sanno nulla di Lui e che non possono dunque accostarsi all’Eucaristia: un
dato, questo, fornito all’assemblea sinodale dal cardinale Crescenzio Sepe,
prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Il porporato ha
invitato a presentare la dottrina eucaristica nella sua integrale verità, per
non correre nel rischio, ha osservato, di seguire la deriva di quelle mode
culturali che relativizzano ciò che riguarda Cristo e quindi l’Eucaristia.
Dall’Africa, un argomento molto sentito come
l’evangelizzazione ha spinto alcuni padri sinodali, come il vescovo congolese
Tshibangu Tshishiku, a insistere sull’urgenza di una inculturazione fondata su
studi teologici e programmi catechetici adeguati alla realtà del continente.
Del resto, quell’Africa che sarà al centro del prossimo Sinodo già convocato da
Benedetto XVI è un grande contenitore di culture e tradizioni millenarie che
già da tempo si esprimono e chiedono di trovare sempre nuove forme di
espressione liturgica. La questione è stata posta da mons. Onaiyekan,
presidente del SECAM, il Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e
Madagsascar. Noi - ha affermato il presule con un’immagine efficace e
applaudita – non abbiamo molto da offrire in termini di gloriosa architettura sacra,
come le cattedrali europee, o di favolose opere d’arte, come i dipinti di Michelangelo
o Leonardo da Vinci. Ma quello che abbiamo, lo doniamo con gioia: le nostre
musiche o i ritmi che esprimiamo attraverso i movimenti del corpo, tutto per la
gloria di Dio. La necessità di rivitalizzare una liturgia avvertita talvolta
come monotona e impersonale - impedendo evidentemente ogni abuso - è stata rilevata,
sul versante dell’India, dall’arcivescovo Oswald Gracias, per il quale la
formazione cristiana dei fedeli, in un Paese spesso ostile alla Chiesa, deve
poter radicarsi in profondità stimolando ogni facoltà umana anche attraverso i
media, ad esempio gli audiovisivi. E il vescovo della Zambia, mons. Lungu, ha
spinto la riflessione fino a proporre lo sviluppo di una teologia della bellezza
in rapporto alla liturgia eucaristica.
Tra i padri sinodali che hanno scelto di affrontare più da
vicino gli aspetti della formazione cristiana – da molti sollecitata anche come
argine al diffondersi delle sette, dall’India all’America Latina – l’adorazione
eucaristica è stata tra le più citate.
Il cardinale Tomko ha fatto una breve presentazione dei Congressi
eucaristici internazionali, nati in Francia oltre un secolo fa giunti l’anno
scorso alla 48.ma edizione, con quello messicano di Guadalajara da cui ha preso
le mosse l’Anno speciale dell’Eucaristia. Il cardinale Tomko ha enfatizzato il
ruolo dei Congressi eucaristici, definiti una vera occasione di rinnovamento
spirituale, anche per i giovani. E l’arcivescovo di Bari, Francesco Cacucci,
sull’onda del Congresso eucaristico nazionale celebrato pochi mesi fa, ha
rilanciato l’idea di un incontro comunitario settimanale che coinvolga
sacerdoti e animatori nella preparazione della liturgia della domenica.
Infine, l’ecumenismo, che ha visto le considerazioni di
autorevoli padri sinodali. Tra gli altri, il cardinale ucraino, Husar, che
enumerando i punti di convergenza tra cattolici e ortodossi sull’Eucaristia ha
sollecitato l’approdo alla concelebrazione, proponendo anche la promulgazione
di un prossimo Sinodo dedicato alle Chiese orientali. Un altro ponte nel
dialogo ecumenico è stato evidenziato dal massimo responsabile dei Gesuiti, il
preposito generale padre Kolvenbach: si tratta del momento della consacrazione
del pane eucaristico durante la Messa, che non avviene – ha asserito – in un
tempo fisico determinato, ovvero durante la formula della consacrazione, ma in
un tempo sacramentale che è più ampio e che può unire piuttosto che dividere,
come avvenuto nel secondo millennio, le Chiese dei due polmoni. Per finire, da
rilevare un appello levato dal delegato della Conferenza episcopale romena,
mons. Gherghel: il tabernacolo abbia il posto più visibile e accessibile nelle
Chiese per non rischiare, ha concluso, che esse diventino come delle belle
conchiglie il cui inquilino è introvabile.
**********
Partecipa
al Sinodo come uditrice anche suor Vittoria Tomarelli, religiosa della Congregazione
delle Adoratrici del Sangue di Cristo e già superiora generale dell’Istituto. E’
alla sua prima esperienza sinodale. Giovanni Peduto le ha chiesto come parlare
all’uomo di oggi del Corpo e del Sangue di Gesù:
**********
R. – Io credo che l’aspetto più importante sia quello
dell’Incarnazione. Parlare del Corpo e del Sangue di Cristo è un rendere
presente ed attuale l’Incarnazione di Gesù. Gesù ha detto: “Io sono in mezzo a
voi, io sono con voi”; ed ha anche detto: “Quando fate qualcosa ad uno dei miei
piccoli, la fate a me; quando date un bicchiere d’acqua a qualcuno, lo date a
me, per mio amore”. Questo significa “adorare”, diciamo, ogni persona, perché
ogni persona vale il Sangue di Cristo; valorizzare la sofferenza, perchè il
sacrificio eucaristico è un sacrificio, il sacrificio della Croce; e poi anche
farci, noi stessi, pane spezzato e sangue versato per gli altri. Credo che
questo aspetto eucaristico dell’Incarnazione sia l’aspetto che oggi è veramente
più sentito tra la gente.
**********
NOMINE
Il
Santo Padre ha nominato arcivescovo metropolita di Bloemfontein, in Sud Africa,
mons. Jabulani Nxumalo, dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, finora
vescovo titolare di Fico e ausiliare dell’arcidiocesi di Durban.
Sempre in Sudafrica il Papa ha nominato ausiliare
dell’arcidiocesi di Durban, padre Barry Wood, anch’egli dei Missionari Oblati
di Maria Immacolata, già vicario generale della medesima arcidiocesi,
assegnandogli la sede titolare vescovile di Babra. Padre Barry Wood, è nato il
13 giugno 1942 a Port Elisabeth. Ha studiato in patria e negli Stati Uniti, ottenendo
il diploma in spiritualità. E’ stato ordinato sacerdote il 14 luglio 1968.
DARE
AIUTO AI MALATI MENTALI CHE SI TROVANO PER LE
STRADE O NELLE FAMIGLIE, DOVE NON POSSONO RICEVERE CURE ADEGUATE.
COSÌ
IL CARDINALE JAVIER LOZANO BARRAGAN IN OCCASIONE
DELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE
MENTALE
-
Intervista con il prof. Carmine Munizza -
“Salute mentale e fisica durante tutta la vita”. Questo il
tema dell’odierna Giornata mondiale della salute mentale, indetta
dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità, con l’obiettivo di dare nuova dignità alle malattie della psiche e a
quanti ne soffrono. In questa occasione il cardinale Javier Lozano Barragán,
presidente del Pontifico Consiglio per la Pastorale della Salute, ha diffuso
una nota per esprimere la viva attenzione con cui la Chiesa segue i problemi
della sanità e della salute. Il servizio di Eugenio Bonanata:
**********
Nel mondo sono 450 milioni le persone che soffrono di
disturbi mentali, più di 870 mila quelle che si sono suicidate quest’anno. “Il
disagio mentale – afferma il porporato nel documento - costituisce una vera e
propria emergenza socio sanitaria”. Quindi, rivolgendosi agli operatori del
settore, il cardinale Lozano Barragán sottolinea l’urgenza di una forte azione
preventiva. Un’azione che passa soprattutto attraverso l’impiego di strumenti
efficaci e la garanzia del diritto all’accesso alle cure. Tuttavia, il 25% dei
Paesi non ha una legislazione in materia e in 41 Nazioni su 100 manca una
politica definita per la salute mentale. Il cardinale Barragán evidenzia
inoltre la condizione dei tanti malati che si trovano per strada o nelle
famiglie, dove non possono ricevere l’aiuto di cui hanno bisogno. La risposta
per loro attualmente è rappresentata dalle strutture di tipo comunitario presenti
sul territorio che progressivamente
stanno sostituendo quelle manicomiali. Ma quali sono le caratteristiche
principali dell’intervento psichiatrico? Risponde Il prof. Carmine Munizza,
presidente della Società Italiana di Psichiatria:
R. – E’ un intervento complesso. Sicuramente è intervento
dal punto di vista biologico attraverso i farmaci; è intervento dal punto di
vista psicologico, quindi sugli aspetti relazionali del paziente ed è anche
intervento sul contesto. E’ chiaro che se io curo un paziente senza preoccuparmi
dell’ambiente in cui vive, evidentemente si tratta di un intervento monco.
D. – Ma cosa succede ad una persona affetta da disturbi
mentali se non si interviene subito e in maniera adeguata?
R. – Uno dei grossi problemi del nostro campo è che tra la
comparsa dei sintomi e l’intervento, soprattutto nelle patologie gravi, passa
molto tempo e mediamente dai tre ai cinque anni. Uno degli sforzi che dobbiamo
fare è di coinvolgere i medici di Medicina Generale, con opportuna informazione
e formazione, in modo che ci sia, sempre di più, un riconoscimento precoce dei
disturbi psichiatrici e conseguentemente un trattamento, perché se il
trattamento arriva in ritardo, aumentano i rischi di disabilità permanente nei
confronti dei pazienti affetti da disturbi mentali.
D. – L’uso di psicofarmaci ed antidepressivi è molto
frequente, ma quali sono i rischi in questo senso?
R. – L’antidepressivo è un farmaco che va dato nelle
persone affette da depressione. La fantasia che l’antidepressivo possa dare a
tutti la felicità è una fantasia sbagliata, che fa parte di questa società che
richiede che tutti dobbiamo essere contenti, tutti dobbiamo essere bravi e
felici. Credo che nessuno, in buona fede, possa pensare di essere costantemente
felice. Credo, invece, che la sofferenza vada elaborata e che faccia parte in
qualche modo dell’esistenza umana.
**********
=======ooo=======
OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina il
titolo "Il vescovo von Galen: in tempi bui ha fatto splendere la luce
della verità e ha mostrato il coraggio di opporsi
al potere della tirannide": nel clima di raccoglimento orante del Sinodo
dei Vescovi la solenne beatificazione del porporato tedesco, conclusasi alla
presenza di Benedetto XVI.
Servizio vaticano -
Quattro pagine dedicate al 40.mo anniversario del Sinodo dei Vescovi.
Il resoconto dell'XI
Congregazione generale.
Servizio estero -
L'intervento della Santa Sede - a Ginevra - al Comitato esecutivo dell'ACNUR:
"Due aree 'grigie' dell'accoglienza dei rifugiati".
Pakistan: cancellata
un'intera generazione; le autorità di Islamabad stimano tra 30.000 e le 40.000
le persone uccise da terremoto - La maggior parte delle vittime sono bambini.
Servizio culturale - Un
articolo di Giuseppe Appella in merito alla mostra "Tito. Opere dal 1979
al 2005" al Vittoriano.
Servizio italiano -
Unione; Prodi: "Questo Governo è irresponsabile". L'opposizione in
piazza a Roma.
=======ooo=======
10 ottobre 2005
IL PAKISTAN DISTRUTTO DAL TERREMOTO LANCIA UNA
RICHIESTA D’AIUTO AL MONDO.
IL BILANCIO DELLE VITTIME OSCILLA TRA I 30 MILA E I
40 MILA MORTI
- Interviste con Lorenzo
Cremonesi -
Il Pakistan chiede aiuto al
mondo per far fronte all’immane tragedia causata dal terremoto che ha colpito
il Paese asiatico sabato scorso. Fonti ufficiali di Islamabad e dell’Unicef
parlano di un bilancio che oscilla tra le 30 mila e le 40 mila vittime. Tra i
morti, soprattutto bambini delle scolaresche rimaste intrappolate tra le
macerie. La tragedia ha spinto il portavoce dell'esercito pakistano, il generale Shaukat Sultan, ad
affermare che, col sisma, “tutta una generazione è stata perduta”. Il servizio
di Maria Grazia Coggiola:
**********
E’ ormai una lotta contro il tempo, ma il compito di
raggiungere tutti i villaggi montani colpiti dal sisma sembra immane. Dopo
l’accorato appello di Musharraf di ieri è partita la gara della solidarietà
internazionale. Gli Stati Uniti, alleati del Pakistan, nella lotta al
terrorismo islamico hanno promesso 50 milioni di dollari ed inviato oggi otto elicotteri
da trasporto e due aerei da cargo dalla vicina base militare afghana. Ma non bastano:
l’area devastata tra il Kashmir pakistano e la provincia di frontiere del
nord-ovest è troppo grande. Si assottigliano le speranze di trovare ancora
persona vive. Dalla fase delle ricerche si comincia a passare a quella dei
soccorsi a chi è scampato ma non ha nulla da mangiare. Secondo le agenzie
dell’ONU, i senzatetto sarebbero due milioni e mezzo. A Muzaffarabad, la
capitale del Kashmir pakistano, ridotta ad una città fantasma, sono arrivate le
prime carovane di aiuti dell’esercito, con cibo, tende e medicinali. I camion
sono stati letteralmente presi d’assalto dalla gente, esasperata per la troppa
attesa. C’è bisogno di almeno duecentomila tende da campo per dare riparo
contro i rigori di un inverno che sta per iniziare.
Paradossalmente il disastro non ha fermato la violenza in
Kashmir. In una serie di scontri con l’esercito indiano nel settore di Rajuri,
nel Kashmir indiano, sono morti otto sospetti militanti integralisti islamici.
I ribelli avevano ucciso prima cinque civili indù. Il principale del gruppo
separatista ha annunciato un cessate-il-fuoco per permettere i soccorsi. Il
sisma avrebbe colpito anche alcune basi degli integralisti che si trovano nella
porzione pakistana del Kashmir.
Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.
**********
Ma qual è la situazione ora in Pakistan? Giada Aquilino lo
ha chiesto all’inviato del Corriere della
Sera nelle zone terremotate, Lorenzo Cremonesi:
**********
R. – Ho visto Lahore e Islamabad, dov’è tutto abbastanza
tranquillo. Ma verso Muzaffarabad, l’epicentro del terremoto sulle montagne del
Kashmir, è il vero dramma: non si vede alcun convoglio di aiuti che si diriga
verso il Nord. Questo è molto grave, perché dà il senso della
disorganizzazione, dell’impossibilità di portare aiuti ai disastrati: le strade
sono bloccate e il grosso problema del terremoto, oltre le vittime, è che
nessuno ancora conosce l’entità della tragedia. Ci sono infatti zone al momento
non perlustrate, neanche dagli elicotteri militari. Il numero stesso delle
vittime è ancora del tutto aleatorio. Non c’è un bliancio preciso.
D. – Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate finora?
R. – Ho visto migliaia di uomini ed ho parlato con alcuni
di questi abitanti del Kashmir: stanno cercando di raggiungere le loro case, ma
non sanno cosa sia successo alle loro famiglie, anche perché i telefoni non
funzionano – si possono usare soltanto i satellitari - e le strade sono
interrotte in diversi punti. Il grosso problema ora per gli abitanti e per chi
cerca di portare aiuto è rappresentato dalle comunicazioni.
**********
OGGI
LA CHIESA RICORDA SAN DANIELE COMBONI,
“INSIGNE
EVANGELIZZATORE DEL CONTINENTE AFRICANO”
- Ai
nostri microfoni padre Pino Giannini -
Ieri all’Angelus il Papa ha invitato i cristiani a pregare
perché il Sinodo approfondisca il legame tra Eucaristia e missione. Benedetto
XVI ha voluto anche ricordare la figura di san Daniele Comboni, di cui oggi la
Chiesa celebra la memoria. “Insigne evangelizzatore e protettore del continente
africano, aiuti la Chiesa del nostro tempo a rispondere con fede e con coraggio
al mandato del Signore Risorto” ha detto il Pontefice. Ma quale messaggio
trasmette oggi il primo vescovo di Khartoum? Tiziana Campisi lo ha chiesto a padre
Pino Giannini, missionario in Malawi per 26 anni e attualmente superiore della
Casa Generalizia comboniana a Roma:
**********
R. –
Ciò che penso che Comboni oggi possa dare, come contributo alla Chiesa che è
già stabilita in Africa e che sta giocando un ruolo importante anche in questo
Sinodo con tanti vescovi dell’Africa, è quello di far sì che la Chiesa africana
non si chiuda in se stessa, ma diventi a sua volta missionaria. Quindi, quel
“salvare l’Africa con l’Africa” faccia in modo che gli africani siano
missionari presso altri popoli. E’ un contributo, per esempio, che i comboniani
tra altri istituti missionari stanno dando, perché nelle nostre file adesso ci
sono anche africani che lavorano come missionari al di fuori dell’Africa.
Questo scambio di Chiese, quindi, che nell’’800 era dall’Europa verso l’Africa,
adesso sta diventando dall’Africa verso altri continenti.
D. - La vostra missione verso quali orizzonti si orienta?
R. – Oggi, si orienta alle periferie urbane. L’attenzione
va anche a gruppi etnici, umani, culturali un poco emarginati, non solo in
Africa, ma anche in Amazzonia, in America Latina, ai popoli ai margini delle
città, delle culture dominanti.
D. – Come, oggi, essere missionari nel proprio ambiente?
R. – Il primo punto è proprio quello di uscire. Penso che
la Chiesa, in Europa, debba uscire dalle strutture tradizionali, andare
incontro, anche fisicamente, come faceva Gesù che camminava per i villaggi,
visitava le persone, andava a trovare chi era malato... Purtroppo, c’è molta
gente che non viene più in Chiesa. Quindi, siamo noi come Chiesa che dobbiamo
andare alla gente. Il secondo aspetto è quello di ascoltare l’altro. Adesso poi
nelle nostre società gli altri sono intesi anche nel senso di cultura, di
tradizione, di religioni diverse da noi, da altri continenti. Questa capacità,
dunque, di uscire fuori dai pregiudizi, dai cliché che noi ci portiamo riguardo
ad altre culture. Penso che un aspetto missionario sia anche quello di andare
verso questi altri che vengono a noi con un cuore un po’ più aperto, cercando
di capire quello che loro portano nel cuore, anche le sofferenze e capendo che
sono una ricchezza anche per la nostra Chiesa, perché molte volte gli altri portano
una freschezza di vita, di mentalità e possono essere campo di evangelizzazione
se non sono ancora stati toccati dal messaggio evangelico.
**********
=======ooo=======
10 ottobre 2005
IN GUATEMALA E’ SALITO AD ALMENO
650 MORTI, TRA I QUALI MOLTI BAMBINI,
IL BILANCIO PROVVISORIO DELLE
VITTIME PROVOCATE DALL’URAGANO ‘STAN’.
NEL VILLAGGIO GUATEMALTECO DI
PANABAJI SI TEME VI SIANO OLTRE 1400 PERSONE SEPOLTE SOTTO IL FANGO. IN
SALVADOR I MORTI SONO PIÙ DI 70 E IN MESSICO 15. DRAMMATICO ANCHE IL NUMERO
DEGLI SFOLLATI, SALITO AD ALMENO 16 MILA
- A cura di Maurizio Salvi -
**********
CITTA’
DEL GUATEMALA. = Quasi a ribadire l’impotenza dell’uomo di fronte alle forze
della natura, il Guatemala sta per dichiarare cimitero nazionale Maya le zone
colpite dall’inclemenza dell’uragano ‘Stan’. La protezione civile ha spiegato
che di fronte al mare di fango che ha coperto i villaggi, fra cui Panabaj nel
municipio di Santiago de Atitlan, la buona volontà, le pale e le mani dei
volontari non bastano. Vi è anche la certezza che dopo quasi una settimana
sotto la terra bagnata, i cadaveri siano irriconoscibili e pericolosi veicoli
di infezioni. Il vice presidente della Repubblica, Eduardo Stein, ha confermato
che il governo non ce la fa a soccorrere tutti i 130 mila abitanti che in
qualche misura sono stati toccati dalla tragedia e ha chiesto alla comunità
internazionale urgenti aiuti per generi di prima necessità. Nelle zone
disastrate manca tutto e la gente dorme per terra in chiese e scuole,
utilizzate per ospitare i senzatetto. E come già è successo a New Orleans, in
occasione dell’uragano Katrina, i responsabili locali hanno accusato di
razzismo il governo che avrebbe reagito con lentezza alla tragedia non prodigandosi
quanto necessario, poiché le zone colpite sono abitate da poverissime popolazioni
indigene discendenti dei Maya, che da secoli popolano la regione.
**********
500 ANNI FA, NEL 1505, VENIVA CONSACRATA LA
CATTEDRALE DI TORINO.
PER CELEBRARE LA RICORRENZA, L’ARCIVESCOVO DEL CAPOLUOGO
PIEMONTESE,
IL CARDINALE
SEVERINO POLETTO,
HA CELEBRATO IERI POMERIGGIO UNA FUNZIONE IN DUOMO
- A cura di Fabrizio Accatino -
**********
TORINO.=
Stava terminando il ‘400, secolo di scoperte scientifiche e geografiche, quando
il cardinale Domenico della Rovere depose la prima pietra della futura cattedrale
di Torino, edificata tra le Porte Palatine e Palazzo Reale, dimora della
famiglia regnante dei Savoia. Nel 1505, la chiesa, ormai ultimata, veniva consacrata
a San Giovanni Battista, da allora Patrono della città. La diocesi di Torino
festeggia in questi giorni il quinto centenario del suo Duomo, una ricorrenza
in cui è possibile leggere in filigrana la storia di una comunità pastorale capace di trasformarsi, di crescere all’ombra del proprio
monumento simbolo. Lo ricorda lo stesso arcivescovo di Torino, cardinale
Severino Poletto, sottolineando che guardare ai 500 anni di storia della Chiesa
torinese significa osservare la fioritura di Santi di una Chiesa viva ed aperta
al sociale come Don Bosco, Cottolengo, Murialdo. “Significa vedere - spiega il
porporato - come la Chiesa-cattedrale-edificio sia espressione della
Chiesa-Popolo di Dio, come dice l’Apostolo Pietro: ‘Voi siete pietre vive,
impiegate per la costruzione di un edificio spirituale’”. La Messa, celebrata
dal cardinale Poletto con i canonici del Capitolo metropolitano, ha avuto
proprio questo significato: una comunità che si stringe intorno al cuore
pulsante della sua cristianità e ai suoi simboli: le tombe dei canonici e dei
primi vescovi, dei Santi e dei beati, tra cui Piergiorgio Fassati, oltre alla
straordinaria suggestione suscitata dalla Sacra Sindone, mistero di fede che
riposa a Torino dal 1578, uscita indenne dallo spaventoso incendio del ’97 e custodita
in una cappella del Duomo, in attesa di ritornare nell’adiacente chiesa di San
Lorenzo a restauri ultimati.
**********
IL NOBEL PER L’ECONOMIA È STATO ASSEGNATO ALL’ISRAELIANO,
ROBERT AUMANN,
E ALLO STATUNITENSE, THOMAS SCHELLING, PER LA
LORO ‘TEORIA DEI GIOCHI’,
TEORIA
MATEMATICA CHE ANALIZZA LE SITUAZIONI DI CONFLITTO
E NE
RICERCA SOLUZIONI COMPETITIVE E COOPERATIVE
- A cura di
Vincenzo Lanza -
**********
STOCCOLMA. = Il Premio viene
motivato perché Aumann e Schelling, attraverso la loro analisi della teoria del
gioco, hanno approfondito la comprensione di conflitto e collaborazione. La
teoria per la ripetizione del gioco ci aiuta a comprendere le premesse per la
collaborazione, perché tale collaborazione è più difficile quando i partner
sono molti, quando l’integrazione è sporadica, quando interviene il rischio che
l’intera azione possa terminare, quando i partecipanti non hanno una lunga
prospettiva nel tempo o anche quando hanno difficoltà di osservare le azioni
degli altri che partecipano al gioco. Lo studio di tali questioni da parte di
Aumann e Schelling ha condotto ad una migliore comprensione dei conflitti economici,
quali la concorrenza dei prezzi e le guerre commerciali, così come anche dei
perché alcune società hanno maggior successo di altre a controllare le proprie
economie con risorse comuni, come ad esempio pascoli comuni e sistemi di irrigazioni.
Con l’aiuto di questa teoria dei giochi ripetuti, molti altri ruoli di altre
istituzioni sono stati messi in evidenza: dagli imbrogli commerciali alla
criminalità, fino a trattative sindacali e accordi sindacali internazionali.
**********
L’AZIONE CATTOLICA CHIEDE AL
SENATO ITALIANO DI APPROVARE UNA LEGGE
CHE “NON PERMETTA A UN ADULTO DI
SVOLGERE IMPUNEMENTE ATTIVITA’
PEDOPORNOGRAFICHE LEGITTIMANDOLE
CON UN PRESUNTO CONSENSO DEL MINORE”
ROMA.
= “L’Azione Cattolica Italiana segue attentamente l’iter del disegno di legge
sulla lotta allo sfruttamento sessuale dei bambini attualmente all’esame del
Senato e condivide la preoccupazione espressa nei giorni scorsi dal
Coordinamento delle associazioni per la comunicazione (Copercom), dal Forum
delle associazioni familiari e da altre associazioni cattoliche e laiche sul
rischio di una possibile impunibilità degli adulti coinvolti in attività
pedopornografiche”. E’ quanto si legge in un comunicato diffuso oggi
dall’Azione cattolica italiana alla quale aderiscono oltre 350.000 persone.
“L’Azione cattolica – si legge inoltre nel testo - è certa che il Senato saprà
assumere misure adeguate alla crescita delle nuove generazioni e chiede che venga
approvata una normativa che non permetta ad un adulto di svolgere impunemente
attività pedopornografiche, anche attraverso Internet, legittimandole con un
presunto consenso del minore”. Il rispetto della tecnica legislativa – prosegue
il documento - ha senso solo se
garantisce il rispetto della dignità e dei diritti delle persone e, nel caso
specifico, dei minori. “L’associazione – si legge infine nel comunicato - è
convinta che la valenza culturale e pedagogica di ogni legge debba essere
sempre difesa e quindi liberata da interessi, in questo caso, odiosi e
offensivi”. (A.L.)
SI AGGRAVA LA SALUTE DELLE
POPOLAZIONI DEI PAESI POVERI DEL PIANETA,
DOVE SONO MILIONI I DECESSI
CAUSATI, DIRETTAMENTE E INDIRETTAMENTE,
DAI CAMBIAMENTI CLIMATICI. E’
QUANTO EMERGE DAL RAPPORTO SUL CLIMA CURATO DALLA BANCA MONDIALE E
DALL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ
NEW
YORK. = Le condizioni di salute delle popolazioni più povere del pianeta sono
peggiorate a causa dei cambiamenti del clima. E’ uno degli allarmanti dati
emersi dal Rapporto ‘Environment Matters 2005’ realizzato dalla Banca Mondiale
in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della Sanità. Secondo lo
studio, l’AIDS, l’alcool e il tabacco rimangono le principali cause di morte
nei Paesi poveri. Ma oltre a queste tristi conferme, viene sottolineato il
sempre maggiore impatto dei cambiamenti climatici che hanno provocato la morte
di almeno 150 mila persone. Le variazioni di temperatura e umidità in molte
zone della terra hanno favorito, infatti, la proliferazione di batteri e di
malattie infettive come la malaria e la dengue. Sono molteplici, inoltre, i
fattori indiretti legati al clima: si stima che milioni di persone muoiono,
ogni anno, a causa dell’inquinamento atmosferico e per mancanza di acqua potabile o per aver utilizzato acqua
contaminata. In molti Stati in via di sviluppo - si legge nel rapporto - la
diminuzione delle precipitazioni ha creato una maggiore scarsità d’acqua
aumentando i fenomeni di inquinamento idrico. Lo studio sul rischio sanitario e
sul clima sottolinea infine che il fenomeno opposto, l’eccesso di
precipitazioni, ha provocato un aumento di alluvioni e inondazioni causate
dall’intensificazione dei cicloni tropicali. Nei Paesi poveri queste catastrofi
hanno provocato la distruzione di interi villaggi e gravemente danneggiato
l’agricoltura di sussistenza. (A.L.)
=======ooo=======
10 ottobre 2005
- A cura di Fausta Speranza -
Quattro soldati iracheni sono stati uccisi e altri dieci
sono rimasti feriti nella regione di Kirkuk, nell'Iraq settentrionale. Un
attacco con dell'esplosivo ha preso di mira appena prima dell'alba a Hawijah (a
50 chilometri ad ovest di Kirkuk), una pattuglia dell'esercito, uccidendo due
ufficiali e ferendo otto soldati. Più tardi due soldati sono stati uccisi e due
altri feriti nelle stesse circostanze a
circa 12 chilometri a sud di Kirkuk. Secondo una fonte del ministero
dell'Interno, sono stati scoperti a Baghdad cinque cadaveri nel quartiere
Houriyah. Inoltre, sei sospetti insorti iracheni sono stati uccisi a nord di
Baghdad, dove il minibus a bordo del quale stavano trasportando dell'esplosivo
è saltato in aria nella zona del lago Tharthar. A riferirlo è stato il
quotidiano iracheno Al Mada.
E' stato rinviato di almeno due settimane l'atteso vertice fra il presidente palestinese Abu
Mazen e il premier israeliano Ariel Sharon. Nei giorni scorsi si parlava
insistentemente di domani, ma già questa mattina si è capito che non c’erano
conferme. La decisione di rimandarlo viene da fonte palestinese qualificata mentre
da parte di Israele, finora, non si registra nessuna reazione.
Missione di due giorni in Egitto, mercoledì e giovedì, del
segretario generale della Nato, Jaap De Hoop Scheffer. Si tratta della prima
visita al Cairo di un segretario generale dell'organizzazione fin dall’avvio,
nel dicembre del 1994, del dialogo tra la Nato e sette Paesi della sponda sud
del Mediterraneo. Scheffer chiuderà proprio al Cairo le missioni compiute negli
ultimi mesi in tutte le capitali dei sette Paesi. Un viaggio nell'ambito del
rafforzamento della dimensione politica del dialogo tra le due parti, decisa al
vertice Nato del giugno dell'anno scorso a Istanbul.
Ribelli dissidenti del Darfur hanno oggi liberato 36
ostaggi dell'Unione africana, rapiti ieri, ma ne trattengono ancora due. I
ribelli hanno rapito ieri una squadra di osservatori dell'Unione africana e
successivamente un team inviato per liberarli. Il portavoce dell'Organizzazione
ha precisato che il capo della missione militare ha personalmente assistito
alla liberazione di 36 degli ostaggi. Secondo quanto aveva reso noto ieri un
portavoce dell'Ua, a rapire il gruppo erano stati alcuni elementi dissidenti
della formazione ribelle 'Movimento per
la Giustizia e l'Eguaglianza' (Jem) - la formazione che con il 'Movimento per
la liberazione del Sudan' (Slm)
capeggia la ribellione nel Darfur contro il
governo di Khartoum.
Ancora nessuna
decisione ufficiale ma sembra definitivamente spianata la strada alla prima
donna cancelliere in Germania. Il nostro servizio:
**********
Il nuovo incontro a
quattro fra i vertici di CDU/CSU e SPD - il terzo con questa modalità - si è
concluso in mattinata dopo soli 20 minuti. Quello che si sa è che dopo la SPD
anche la CDU ha approvato a larga maggioranza l'accordo con la SPD sul
governo di Grosse Koalition e la
distribuzione dei dicasteri. Gerhard Schroeder (SPD) e i presidenti della Spd
Franz Muentefering, della Cdu Angela
Merkel e della CSU, Edmund Stoiber intendono incontrare nuovamente i direttivi
dei rispettivi partiti per informarli sulle conclusioni del negoziato e per
fare il punto della situazione. Secondo i media, che citano fonti vicine ai
partiti in causa, è stata ormai spianata la strada ad Angela Merkel quale prima
donna cancelliere nella storia della Germania, con i due schieramenti che si sono accordati anche
sulla distribuzione di vari dicasteri nel nuovo governo di Grosse Koalition. Ma
per abbinare nomi ad incarichi bisogna ancora aspettare. D’altra parte si è
trattato di una impasse politica senza precedenti in Germania.
**********
Saranno il liberista Donald
Tusk e il conservatore Lech Kaczynski a contendersi, nel ballottaggio del
prossimo 23 ottobre, la presidenza della Polonia. Alle elezioni di ieri, il
leader di Piattaforma Civica ha ottenuto il 38.5% dei consensi, mentre al
fondatore del Partito Giustizia e Libertà, Kaczynski, vincitore col fratello
gemello Jaroslaw delle recenti consultazioni legislative, è andato il 33.5% dei
voti. Discreta l’affluenza alle urne che ha superato di poco il 50% degli
aventi diritto. Ma come presentare i due leader del ballottaggio di domenica
prossima? Fausta Speranza lo ha chiesto a Roman Gutkowski giornalista a
Varsavia:
**********
R. – Tusk, che ha 48 anni, è il candidato moderato, leader
del partito liberale di centro-destra, Piattaforma Civica. Il suo programma è,
ovviamente, liberale, cioè pone l’accento sull’economia liberale. Vuole
introdurre una tassa unica del 15 per cento. L’alternativa è Lech Kacinsky, 56
anni, fratello gemello di Jaroslaw, che è alla guida del Partito di destra
conservatrice Diritto e Giustizia che due settimane fa ha vinto le elezioni
politiche. Tusk è un liberale, Kacinsky è un conservatore. Kacinsky pone
l’accento sulla Polonia solidale, che si appoggia al sindacato Solidarnosc.
D. – Parliamo proprio dei gemelli. L’altro fratello, dopo
aver vinto insieme le elezioni politiche, ha fatto un passo indietro, ha
rinunciato ad essere premier proprio perché sembrava che la popolazione non
gradisse di due gemelli uno premier e l’altro presidente. E’ cosi? Adesso c’è
il rischio che nessuno dei due diventi leader?
R. – Non penso perché il candidato che potrebbe ottenere
più voti il 23 ottobre prossimo è proprio Kacinsky. Infatti può contare sui
voti degli altri candidati che hanno perso le elezioni.
**********
La ONG Medici Senza Frontiere
(MSF) ha denunciato che varie centinaia di clandestini subsahariani presi nei dintorni di Ceuta e Melilla
vengono deportati dalle autorità marocchine
verso il Sahara Occidentale in condizioni disumane. Oggi il ministro degli
Esteri spagnolo, Miguel Angel
Moratinos, è atteso a Rabat per negoziare nuove intese per porre fine
alla pressione migratoria sulle due enclavi in
territorio africano. Secondo MSF, dopo che i governi del Senegal e del
Mali hanno reso possibile il rimpatrio
dei propri cittadini attraverso una
serie di voli da Oujda (est del Marocco) altri 300 cittadini di altri
Paesi (Ghana, Camerun, Costa d'Avorio, Liberia, Niger e Nigeria) sono trasportati in manette e senza
acqua né viveri verso il sudovest del Marocco, per essere abbandonati in
una zona desertica controllata dal
Fronte Polisario, la guerriglia indipendentista saharaui appoggiata
dall'Algeria. Da parte sua, la Commissione europea interviene auspicando un
trattamento ''dignitoso e proporzionato'' per gli immigrati illegali nel
momento del loro rimpatrio.
Lo sciopero dei lavoratori del
Porto autonomo di Marsiglia è stato prorogato stamattina dall'assemblea
generale dei lavoratori. Lo ha reso noto un responsabile CGT dei portuali. La
giornata di oggi è considerata cruciale e decisiva per il futuro della
compagnia di traghetti SNCM, in agitazione da tre settimane per scongiurare la
privatizzazione. Il consiglio d'amministrazione della società è riunito e decisioni
si attendono per il pomeriggio.
Si sono aperti oggi a Belgrado i negoziati per la firma di
un accordo di associazione e stabilizzazione fra l'UE e l'unione di Serbia e
Montenegro, primo passo ufficiale della
nuova democrazia ex jugoslava verso l'integrazione con le istituzioni europee.
Aprendo la cerimonia di apertura dei negoziati, il presidente serbomontenegrino Svetozar Marovic ha
sottolineato che ''è un grande giorno per Serbia e Montenegro, un passo
importantissimo verso l'Europa. Non abbiamo neanche un giorno da perdere
nell'interesse del nostro futuro europeo''. Il commissario europeo per
l'allargamento, Olli Rehn, pur congratulandosi per “l'importante momento”, ha
ricordato che l'Europa ''continuerà a seguire durante i negoziati il rispetto
degli impegni di piena collaborazione con il Tribunale penale dell'Aja assunti
da Belgrado”.
Associazioni giornalistiche internazionali e croate hanno
lanciato negli ultimi giorni un appello al Tribunale penale dell'Aja (TPI)
perchè abbandoni l'accusa per oltraggio alla corte contro cinque giornalisti
croati ed hanno chiesto alle autorità croate di rilasciare dal carcere uno di
loro. ''Condanniamo l'arresto del giornalista croato Josip Jovic, atto sproporzionato
all'accusa che gli viene imputata, e di per sé un pericoloso precedente'': è
quanto scritto in un comunicato dell'associazione Reporter senza frontiere, che
ha sede a Parigi. L'Associazione dei giornalisti croati, invece, dopo
consultazioni con la confederazione mondiale e la federazione europea (IFJ/EFJ), ha invitato il TPI a prendere in considerazione la
possibilità di abbandonare l'accusa contro i cinque giornalisti croati,
accusati un mese fa di oltraggio alla corte per aver pubblicato nel 1999 il
nome di un testimone protetto e di aver citato alcuni passi della sua
testimonianza all'Aja al processo contro il generale croato-bosniaco Tihomir
Blaskic.
Il sindaco di Tirana Edi Rama è stato eletto ieri sera da
un congresso straordinario nuovo capo del Partito socialista, oggi principale
forza dell'opposizione. Rama ha vinto a larga maggioranza nonostante l'aperta
resistenza da parte del presidente uscente ed ex primo ministro Fatos Nano. Un
giorno prima del congresso Nano, che si troverebbe tuttora fuori dall'Albania,
aveva attaccato Edi Rama sostenendo invece l'elezione di Rexhep Meidani, ex
capo dello Stato. Nel duello congressuale però il giovane sindaco della capitale
ha trionfato, segnando così una svolta da qualcuno ritenuta storica nella vita
del Partito socialista albanese, fondato nel 1991 sulle ceneri del disciolto
Partito del lavoro del dittatore comunista Hoxha.
Il commissario dell’Unione europea alla salute Markos
Kyprianou, stasera, farà scattare una misura di prevenzione contro il virus
dell'influenza aviaria vietando le importazioni dalla Turchia di pollame vivo e
a piume. Lo ha annunciato a Bruxelles il portavoce della Commissione europea,
Philip Tod.
Continua a Pechino
il quinto Plenum del Partito comunista cinese. Gli oltre 350 membri del
Comitato Centrale, stanno discutendo il piano quinquennale e la politica del
Partito. E’ il primo Plenum in cui Hu Jintao ha in mano tutto il potere di
segretario del Partito, presidente e capo della commissione militare. Bernardo
Cervellera:
**********
Secondo alcuni analisti, Hu Jintao deve aver vinto la fazione
di Shangai, comandata dall’ex presidente Jan Zemin. La differenza fra i due è
sui modelli di sviluppo. Jan ha sempre voluto una crescita economica a tutti i
costi e questo negli anni ha portato la Cina ad essere la settima potenza
economica mondiale, ma al prezzo di licenziamenti, inquinamento, svuotamento
delle campagne ed una impressionante disuguaglianza. Il 10 per cento dei cinesi
possiede il 47 per cento della ricchezza del Paese, mentre vi sono quasi 200
milioni di poveri. Da tempo Hu predica uno sviluppo e una società armonica, con
una politica vicino al popolo. Finora, però, al di là degli slogan ha fatto
solo alcune scelte contraddittorie: da una parte, espone sui media le malefatte
del Partito; dall’altra, ha frenato la lotta alla corruzione, controllando
Internet. Secondo l’Accademia delle Scienze di Pechino, la politica dei
prossimi cinque anni deciderà della stabilità del Paese o del futuro del
Partito Comunista.
Per la Radio Vaticana, Bernardo Cervellera.
**********
=======ooo========