RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
279 - Testo della trasmissione di giovedì 6 ottobre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
La denuncia
dell’ISTAT: il Sud in Italia è sempre più povero. Con noi, Linda Laura Sabadini
CHIESA E SOCIETA’:
In Italia
è polemica per la questione dell’ICI e le esenzioni ecclesiastiche
Questa sera, in San
Giovanni in Laterano, veglia missionaria presieduta dal cardinale Ruini
Stati Uniti ancora divisi sulla morte assistita, sei mesi dopo la
vicenda di Terri Schiavo
Nelle Filippine,
avviati dalla Chiesa progetti di microcredito per oltre 23 mila contadini
Completata
in Uganda la prima traduzione di alcuni testi
liturgici in lingua karimojong
In Iraq oltre 20
persone, tra cui un generale in pensione con la sua bambina di due anni, sono
state uccise in diversi attacchi della guerriglia
6 ottobre 2005
RITROVARE NEL SENSO DEL SACRIFICIO EUCARISTICO
IL VALORE PIU’ ALTO DELLA MESSA E DELLA VOCAZIONE AL SACERDOZIO.
ALLA SESTA PLENARIA DEL SINODO, INTERVENTI SUL
SACRAMENTO DELLA PENITENZA
E SULL’IMPORTANZA DELL’ADORAZIONE EUCARISTICA,
DIURNA E NOTTURNA
- A cura di Alessandro De
Carolis e Giovanni Peduto -
Un’Eucaristia che riscopra il
senso del sacrificio di Cristo, senso che spesso gli stessi cristiani –
condizionati dalla mentalità contemporanea tendente all’edonismo – hanno smarrito preferendo una religione facile. E’ uno dei concetti forti espressi questa mattina, durante la sesta
plenaria del Sinodo sull’Eucaristia, svoltasi alla presenza di Benedetto
XVI. Durante gli interventi, 22 in tutto, molti dei padri sinodali sono tornati
sul tema dell’adorazione, del rispetto delle norme liturgiche e della frequenza
al Sacramento della Penitenza. La cronaca di uno dei nostri inviati al Sinodo,
Alessandro De Carolis:
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Noi vescovi dobbiamo recuperare
la pedagogia di conversione che nasce dall’Eucaristia e prodigarci per
diffondere il ricorso frequente alla Confessione individuale, oltre a non
permettere il ricorso abusivo all’assoluzione generale o collettiva. E’ un
invito autorevole quello che giunge poco prima della pausa ai padri riuniti
nell’anfiteatro dell’Aula del Sinodo. A parlare è il prefetto della Congregazione
per i vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re. Il capo del dicastero ha
rammentato, tra i doveri di un pastore di diocesi, quello di promuovere una pastorale
che aiuti i fedeli a ritrovare uno stile di vita che abbia
l’Eucaristia come centro.
La sessione di stamattina, poco
dopo l’ingresso in Aula di Benedetto XVI, era iniziata con una riflessione di
sapore spirituale del cardinale camerlengo, Martinez
Somalo, incentrata sulla figura del sacerdote, definito come uomo del
sacrificio non solo in senso eucaristico ma anche della propria persona: un
uomo che agisce come strumento di Cristo e da ciò fa dipendere la sua attività.
Il dogma sacrificale dell’Eucaristia, ha ribadito
l’arcivescovo Paul Josef Cordes,
è stato sancito dal Concilio di Trento e ribadito dal Catechismo della Chiesa
cattolica ed implica che il fatto storico della Passione e morte di Gesù
trascenda il tempo raggiungendo ogni uomo che si apre alla fede. Su un’analoga
linea di pensiero, il vescovo britannico Arthur
Roche ha parlato della necessità che il momento culminate del sacrificio
di Cristo, il Calvario, sia recuperato nella sensibilità dei credenti
attraverso una teologia dell’Eucaristia, che aiuti a riconnettere il
ricevimento dell’Ostia all’offerta sacrificale della Messa. A questo proposito,
il vescovo polacco, Edward Ozorowski, ha messo in
guardia su una protestantizzazione della
teologia eucaristica, dove la celebrazione del mistero dell’Ultima Cena, ha detto,
rischia di diventare un rito bello ma poco significativo
per la vita, calato com’è in un’epoca che dà meno spazio al senso del
sacrificio e preferisce una religione comoda, senza precetti e senza croce.
Un applauso e un’ondata di
commozione ha attraversato l’Aula quando il tema del
sacrificio è stato ripreso dal vescovo romeno, Lucian
Muresan, che è riandato con la memoria alla
rieducazione marxista imposta dal comunismo ai sacerdoti cattolici, vessati da
persecuzioni che li costringevano a profanare e ridicolizzare la Messa, per
altri versi difesa celebrata clandestinamente con pezzi di pane e qualche
chicco d’una trovato per strada. Oggi, ha detto il presule romeno, viviamo la
libertà dei figli di Dio affamati di pane eucaristico,
con l’80% di fedeli che partecipano alla liturgia in un Paese dove i cattolici
sono appena il 12%. E un auspicio per il
raggiungimento della piena unità delle Chiese orientali è stato espresso dal
cardinale Ignace Moussa Daoud, che ha svolto un intervento teologico-spirituale
sulla dimensione trinitaria, mariana ed ecclesiologica dell’Eucaristia,
ritenuta – ha osservato – la via più sicura perché la Chiesa torni a respirare
compiutamente a due polmoni.
Altro oggetto di riflessione
sinodale è stata l’adorazione eucaristica. Il cardinale vicario, Camillo Ruini, ha descritto la propria esperienza
con i giovani, durante una sua catechesi alla GMG di Colonia, spiegando come il
raccogliersi in preghiera davanti al Santissimo avesse aiutato alcuni
giovani a superare la difficoltà di comprendere razionalmente la presenza reale
di Cristo nell’Ostia. Riferendosi al cardinale Ruini,
anche il vescovo di Lourdes, mons. Perrier, si è
soffermato sullo stesso tema, il quale poco dopo è stato esteso dal presidente
della Conferenza episcopale messicana, José Guadalupe Martin
Rabago, al valore dell’adorazione notturna: una
pratica da scoprire o da rilanciare, che nel suo Paese vede impegnati in essa più di quattro milioni di persone.
Dall’Aula del Sinodo, Alessandro
De Carolis.
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E veniamo agli interventi di
ieri pomeriggio alla 5a Congregazione generale del Sinodo. Ce ne parla Giovanni
Peduto:
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Chiesa ed
Eucaristia, Eucaristia ed economia della salvezza,
luci ed ombre nella celebrazione eucaristica e situazioni di Chiese locali sono
stati i temi maggiormente affrontati dai tredici padri intervenuti nella
discussione pomeridiana. L'Eucaristia fa la Chiesa, ma non in senso cronologico
e logico, bensì nel senso che l'Eucaristia permette
alla Chiesa di esistere e di vivere in modo sacramentale ed esperienziale come
Corpo vero di Cristo. La dimensione comunitaria ed ecclesiale dell'Eucaristia
costituisce la quintessenza del mistero eucaristico, ma
questa realtà eucaristica è spesso ignorata e poco recepita dai fedeli, almeno
nella prassi. Si ha la sensazione che nella visione eucaristica dei fedeli sia
prevalsa una pratica individualista, pietista ed intimista dell'Eucaristia a
scapito del suo aspetto
prevalentemente comunionale ed ecclesiale: la domenica diventa un precetto rituale
da adempiere e non una vera e propria vita da condividere nella comunione e
nell'amore.
Per
recuperare l'aspetto ecclesiale dell'Eucaristia - di questo si è fatto
interprete il vescovo greco Spiteris – bisogna
riscoprire la sua dimensione pneumatologica - ed ha aggiunto - che la teologia
cattolica deve recuperare pienamente l'aspetto pneumatologico dell'Eucaristia. Molto incisivo l'intervento del vescovo Sarasti
Jaramillo della Colombia. L'Eucaristia è la risposta ai segni negativi
della cultura contemporanea. In primo luogo, dinanzi all'anticultura della
morte che traffica con armi, che costruisce massicci sistemi di distruzione,
legittima l'aborto, autorizza la manipolazione dell'embrione, Gesù si definisce
Pane di Vita. In secondo luogo la nostra cultura è segnata dall'odio e dal
terrorismo: l'Eucaristia ci permette di riconciliarci con Dio e con i fratelli.
Dinanzi al positivismo scientifico e al relativismo della cultura
contemporanea, l'Eucaristia si afferma come la realtà del 'mistero'
e sottolinea l'importanza del credere e dell'amare come vie della conoscenza.
E, infine,
alla solitudine e alla disperazione dell'uomo moderno l'Eucaristia, come ai discepoli
di Emmaus, ci dona una
compagnia profonda e una promessa di vita eterna. E' 'stato
pure rilevato come il processo di secolarizzazione e il diffondersi
dell'indifferenza religiosa provocano fra tanti battezzati un preoccupante
affievolimento se non addirittura la perdita della propria identità cristiana.
Il presidente del Pontificio Consiglio per i laici, l'arcivescovo Rylko, ha affermato che in tale situazione una delle sfide
più urgenti per la Chiesa è un'adeguata iniziazione cristiana post-battesimale
capace di rigenerare comunità cristiane che vivano la
fede in profondità.
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E’ presente al Sinodo anche il
vicario apostolico in Anatolia mons. Luigi Padovese
che ricopre anche l’incarico di vicepresidente della Conferenza episcopale
turca. Ma come viene vissuta l’Eucaristia in Turchia?
Giovanni Peduto lo ha chiesto allo stesso mons. Padovese:
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R. – Ecco, trovo
che la Turchia come terra di antica memoria cristiana, presenti una pluralità
di situazioni in rapporto all’Eucaristia. Tanto per dire, al Sud dove abito io,
le nostre celebrazioni convergono cristiani non soltanto latini, ma anche
armeni, caldei, siro-cattolici
ed ortodossi. C’è di fatto un ecumenismo della vita,
che ci tiene tutti assieme intorno alla realtà di una Chiesa che è ormai una
realtà minoritaria. L’Eucaristia diventa per noi l’unico momento significativo di aggregazione e non soltanto tra cattolici,
ma tra cristiani.
D. – Quali sono le possibilità
di potersi radunare? C’è libertà di culto?
R. – Libertà di culto c’è, ci sono però dei problemi pertinenti a situazioni locali.
Io disgraziatamente ho dovuto chiudere cinque giorni fa la chiesa di Adana, perché il comune di Adana non mette in pratica una
legge statale che prevede un congruo spazio tra il luogo di culto e l’abitato.
Attorno alla chiesa di Adana, abbiamo una discoteca,
un ristorante e non ci è possibile celebrare la messa a causa dei rumore.
Questo mi ha portato ad una decisione sofferta, ma d’altra parte una decisione
dovuta, proprio perché si interrompa questa catena di
promesse che non trovano poi mai adempimento.
D. – Quali sono i rapporti con la
maggioranza musulmana?
R. – Devo dire
che io amo la Turchia ed amo il popolo turco. Vorrei dirlo molto chiaramente,
perché questo risponde a quello che sento dentro di me. Ci sono,
però, situazioni che devono essere chiarite. Analogamente a quanto detto per
Adana, c’è la situazione di Tarso. A Tarso esiste una chiesa-museo: non ci è possibile celebrare l’Eucaristia senza dover chiedere
un permesso scritto. Quando arrivano gruppi, improvvisamente, la cosa riesce estremamente difficile. Credo che da parte della comunità
cattolica, ma direi anche da parte della comunità cristiana occorre far sentire
la nostra voce affinché in luoghi così significativi
per noi cristiani ci sia un posto dove poter celebrare l’Eucaristia senza chiedere
permessi.
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RIPENSARE IL RUOLO DEGLI ANZIANI NELLA SOCIETA’,
PROMUOVENDO
PER LORO RISPETTO E AMORE NELLE FAMIGLIE,
A
SCUOLA E ATTRAVERSO I MEDIA. INTERVENTO
DELL’ARCIVESCOVO MIGLIORE
- A
cura di Roberta Gisotti -
Sono
più di 600 milioni nel mondo gli ultra sessantenni, e si stima che nel 2.050
saranno triplicati. Occorre allora ripensare il loro ruolo nella società e nei
processi di sviluppo. A sollecitare “il rispetto e l’amore per gli anziani”,
che va insegnato anche nelle scuole e promosso nei media,
è stato l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa
Sede presso le Nazioni Unite, nel suo intervento all’Assemblea generale
dell’ONU, nell’ambito di un bilancio a tre anni dalla Conferenza mondiale
sull’invecchiamento, svoltasi a Madrid nel 2002. Allora – ha ricordato il
presule – la Santa Sede aveva indicato negli anziani “i guardiani della memoria
collettiva, conservatori dei rapporti intergenerazionali e trasmettitori di autentici valori”, ed oggi è necessario creare per loro
“un ampia gamma di opportunità” per utilizzare il loro potenziale, le loro esperienze
e la loro competenza, sia in ambiti lavorativi che di volontariato a cominciare
dal “semplice apprezzamento della loro presenza nella propria famiglia
d’origine”.
In
particolare mons. Migliore ha raccomandato che gli anziani abbiano
garantite cure mediche e adeguata nutrizione, ma anche i diritti
previdenziali, compresa una pensione sociale di base. A monte
di tutto questo, ha sottolineato però il rappresentante vaticano, è “importante”
promuovere “apprezzamento e riconoscenza” per gli anziani, che troppo spesso
sono “dimenticati”, a causa dell’impatto sociale della globalizzazione, dei
fenomeni migratori e della frammentazione dei nuclei familiari.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
L’apertura
della prima pagina è dedicata all’emergenza determinata nel Centro
America dall’uragano “Stan”. Oltre cento i
morti e sessanta dispersi. In Messico 280 mila persone sono state costrette a lasciare
la propria abitazione.
Servizio vaticano - Il resoconto della V
Congregazione generale del Sinodo dei Vescovi.
Servizio
estero - Medio Oriente: riprende il dialogo diretto tra Abu
Mazen e Sharon.
Servizio culturale - Un articolo di Mario Spinelli
dal titolo “Berlino, città simbolo di una rinnovata giovinezza”: un viaggio
nella metropoli tedesca che dal 1945 è protagonista di un continuo fervore
progettuale ed urbanistico.
Servizio italiano - In rilievo i temi della legge
elettorale e della finanziaria.
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Radiogiornale
6 ottobre 2005
I DESERTI SPIRITUALI E LA CRESCENTE SECOLARIZZAZIONE:
SENZA RASSEGNAZIONE BISOGNA RACCOGLIERE
QUESTE SFIDE DEL TERZO MILLENNIO.
COSI’ I VESCOVI EUROPEI RIUNITI IN ASSEMBLEA A ROMA
Coraggio
e credibilità: è quanto si richiede ai cristiani del terzo
millennio per annunciare a tutti il Vangelo della speranza. La raccomandazione
giunge dai vescovi europei, al termine della loro Assemblea (CCEE), che si è
tenuta a Roma. Ieri nel pomeriggio il comunicato finale dei lavori, cui hanno partecipato i presidenti delle attuali 34 Conferenze
episcopali d’Europa. Il servizio di Roberta Gisotti:
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“Superare chiusure e staticità” perché “l’Europa ha bisogno dell’unità
dei cristiani”: così i presuli europei in vista di un importante appuntamento
che interesserà l’intero continente: la Terza Assemblea ecumenica europea, che
avrà diverse tappe lungo due anni, una sorta di pellegrinaggio alla riscoperta
delle radici cristiane, che partirà da Roma, sede della cattedra di Pietro nel
gennaio 2006 e culminerà a Sibiu in Romania, Paese a
maggioranza ortodossa, nel settembre 2007.
“Anche noi più di
tutti, siamo i cultori dell’uomo”, ripartendo dalle parole di Paolo VI in
chiusura 40 anni fa del Concilio Vaticano II, i vescovi europei hanno riflettuto
per quattro giorni sulle sfide dei tempi attuali per “un annuncio coraggioso e
una testimonianza credibile”. E proprio la pausa di riflessione nel processo di unificazione europea “va sfruttata - dichiarano i presuli
– come occasione propizia per ripensare la costruzione europea dalle sue
aspirazioni originarie e per comunicare ai giovani il senso e l’idea di questo
progetto”
Tanti
i temi passati in rassegna dai vescovi animati dalla volontà di non rassegnarsi
ai deserti spirituali o e alle difficoltà che la crescente secolarizzazione
crea, sostenuti dalla fede e dal senso di responsabilità. Così
guardando a vicende recenti che hanno aperto ampio dibattito nella società, i
presuli da un lato hanno espresso “stupore e tristezza” per l’equiparazione in
Spagna delle unioni omosessuali alla famiglia fondata sul matrimonio. “Questa
non è una via progressista, laica e moderna – hanno affermato
– ma un boomerang che ricadrà con esiti gravi soprattutto sulle nuove
generazioni. Da altro lato i vescovi hanno plaudito l’esito in Italia del
Referendum sulla fecondazione assistita, che indica “una nuova e promettente
via”, già aperta.
Nel confronto serrato tra le
varie esperienze si è dibattuto di evangelizzazione
nei vari ambiti pastorali, con particolare attenzione al patrimonio delle
Giornate mondiale delle gioventù, un successo che rivela come giovani chiedano “ai vescovi di aiutarli a
riscoprire la gioia della fede, la gioia di essere cercati da Dio.”
Su invito dei presuli
cattolici della Federazione russa sarà San Pietroburgo ad ospitare la prossima
riunione dei vescovi europei.
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CONVEGNO
A ROMA A 100 DALLA NASCITA DEL TEOLOGO VON BALTHASAR:
LA
RIFLESSIONE TEOLOGICA SI FA PREGHIERA PER DIVENTARE
CARITA’
- Ai
nostri microfoni il cardinale James Francis Stafford,
mons. Rino Fisichella e mons. Peter Henrici -
E’ stato
definito l’uomo più colto del XX secolo. La sua
teologia nasce dalla preghiera. Hans Urs von Balthasar, teologo e
filosofo, è tra le personalità più studiate degli
ultimi decenni, modello per tanti pensatori cristiani. Nel 1972 insieme a Joseph Ratzinger e ad Henri de Lubac
ha fondato la rivista internazionale Communio.
Oggi e domani a Roma lo ricorda un convegno internazionale. Il servizio di Tiziana
Campisi:
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Ha saputo tradurre la sua preghiera in teologia e nel suo pensiero, che nasce da una meditazione profonda della
Scrittura, si fondono letteratura, musica, arte. E’ Hans
Urs von Balthasar. Nell’anno
in cui ricorre il centenario della sua nascita la Pontificia Università
Lateranense di Roma gli dedica un convegno dal titolo
“Solo l’amore è credibile”. Questa mattina ad introdurre i lavori il rettore
mons. Rino Fisichella:
“Il
pensiero di von Balthasar ci porta a ribadire non solo la sua attualità, ma ci riporta a quello
che è stato lo studio più profondo che lui ha compiuto, cioè il mistero dell’Incarnazione
di Gesù Cristo. Io penso che la dimensione del mistero oggi affascini molto i
nostri contemporanei, ma soprattutto la risposta che dobbiamo dare al mistero. Ebbene, la teologia di von Balthasar
si risolve in una parola: solo l’amore è credibile. L’uomo di
oggi è posto dinanzi al mistero, ma è anche affamato di un vero amore. Riproporre oggi la teologia di von
Balthasar significa dare una risposta che sia carica di senso, ma soprattutto
dare delle risposte a tante domande che gli uomini si pongono e alle quali non
riescono a trovare una coerente e decisiva risposta”.
Il
pensiero di von Balthasar ha influenzato quello di
molti studiosi. Il vescovo ausiliare della diocesi di Coira,
mons. Peter Henrici
racconta quale è stato il suo influsso nel Concilio
Vaticano II:
R. -
Lui, con i suoi scritti, ha effettivamente preparato il Concilio, molto anche
tramite i suoi amici de Lubac, Feiner.
Il Concilio ha un pensiero molto vicino al suo.
D. – Lei che ricordo personale ha di von
Balthasar?
R. – L’ho conosciuto quando aveva
8 anni. Era mio cugino diretto. Mi mandava ogni anno i suoi libri. Abbiamo
avuto una lunga corrispondenza, ma ci vedevamo piuttosto
raramente.
D. – Qual è l’essenza del pensiero di von
Balthasar?
R. – L’originalità è che lui era come formazione
un letterato e ha fatto la teologia da uomo di letteratura. Conosceva
molto bene i Padri della Chiesa ed è riuscito a dare alla teologia una nuova
dimensione, una dimensione più culturale e una migliore
inculturazione della teologia.
In von Balthasar esiste un grande legame tra teologia e preghiera. Il cardinale James Francis Stafford,
Penitenziere Maggiore, che ha presieduto la sessione di stamani
ne spiega l’importanza:
“E’ importante avere uno slancio, motivo molto
evidente dell’autenticità della teologia baltahsariana.
Sono rimasto colpito, dall’inizio delle mie letture di von
Balthasar nel 1980, dal suo libro “Preghiera”, per la contemplazione nella vita
cristiana con il fondamento trinitario e il fondamento
nel Verbo incarnato. Lui è un uomo di grande fede e
ciò è molto evidente dalla bellezza della sua teologia”.
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PROSEGUE
LO SCIOPERO A MARSIGLIA E IN CORSICA.
LA
SITUAZIONE ECONOMICA DIVENTA SEMPRE PIU’ PESANTE
PER LA PARALISI DEI PORTI
-
Intervista con Giuseppe Bettoni -
Nessuno sblocco nel braccio di
ferro tra sindacati e governo a Marsiglia. I marittimi del sindacato CGT della società SNCM,
che collega il sud della Francia alla Corsica e alla
Tunisia, hanno respinto le ultime proposte del governo sulla privatizzazione
della società, che il governo definisce sull’orlo del fallimento. Lo sciopero,
cominciato il 20 settembre, dunque, proseguirà. A Marsiglia e in Corsica, la
situazione economica diventa ogni giorno più pesante. Il 17.mo
giorno di sciopero consecutivo dei dipendenti della compagnia di navigazione e
il decimo consecutivo dei portuali di Marsiglia hanno
paralizzato il porto. E domani dovrebbero essere bloccati, di nuovo, i porti
corsi di Ajaccio e di Bastia, che erano stati liberati
dalla polizia solo qualche giorno fa. Un blocco che aveva immobilizzato per
giorni circa 15.000 turisti nell’isola e minacciato il rifornimento a negozi e
supermercati.
Ma occorre andare al di là della
singola vicenda della società marittima? Il braccio di ferro tra governo e
sindacati ha un significato anche generale? Fausta
Speranza lo ha chiesto a Giuseppe Bettoni,
ricercatore all’Istituto Paris VIII di Milano e docente di geopolitica all’Università
Tor Vergata di Roma:
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R. – Sicuramente, il conflitto ha un doppio significato: è
una faccenda politica e una faccenda geografica. Molto
importante; sicuramente si aspettava al varco Dominique
de Villepin su una questione come la privatizzazione:
i sindacati aspettavano questa opportunità. Ecco perché il conflitto è così violento. Perché,
in realtà, non si tratta di attaccare de Villepin su
un’azione precisa, ma una linea di governo di privatizzazione. I
sindacati non lasceranno mai spazio ad un governo per andare in privatizzazione. Va aggiunto a ciò il fatto che de Villepin, chiamato “il politico poeta” per le sue qualità
letterarie, denigrando la qualità aziendale della
società marittima sta peggiorando ulteriormente i suoi rapporti con i sindacati.
Secondo elemento, quello geografico, che forse è anche più
importante, che non va assolutamente trascurato: de Villepin
ha preso in mano il governo, traghettandolo verso un rilancio della politica
francese, e non voleva assolutamente scontrarsi con dossier strutturali
importanti. Invece, in questo caso, è andato a scontrarsi in pieno
contro il “dossier Corsica”, cioè capire quale dev’essere l’evoluzione del rapporto tra ente territoriale
Corsica e governo nazionale francese. Molte fazioni più o
meno indipendentiste corse oggi stanno cavalcando questo aspetto.
Infatti, si è infervorata anche la polemica di alcuni
leader politici della Corsica.
R. – Qual è l’impatto di questi scioperi sulla popolazione
francese, quale la reazione?
D. – Relativamente poco importante, nella misura in cui i
francesi sono abituati, molto più degli italiani, a scioperi molto selvaggi,
molto violenti, in cui sono letteralmente abbandonati per strada, i mezzi
pubblici non hanno servizio minimo garantito. Oltre al fatto che poi,
nell’insieme c’è un’attenzione particolare all’elemento corsico,
al problema della Corsica.
D. – In definitiva, in questo momento di
impasse politica in Germania, di litigiosità in Italia, in Francia
prevale il sociale?
R. – In Francia prevale sempre il sociale, molto più che
in ogni altro Paese europeo. Bisogna sempre riflettere su una cosa: i gaullisti al potere in questo momento, insieme a partiti
anche centristi, sono comunque profondamente diversi
dalle destre di altri Paesi europei. Mai un partito della destra democratica
francese si permetterebbe di attaccare elementi fondamentali come lo Stato
sociale; si può rimaneggiare, ma il conflitto non sarà mai totale, non si
cercherà mai di liberalizzare tutto un servizio pubblico ... anche il principio
di servizio pubblico francese, per adesso, è fondamentale, e quindi quello verrà tutelato, come la salute, la formazione ... Si può maneggiare
mantenendo fermo la base di acquisizione sociale, che non potrà mai essere
messa in discussione, nemmeno dal partito politico francese che si considera il
più liberale di tutti!
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LA DENUNCIA DELL’ISTAT:
IL SUD IN ITALIA E’ SEMPRE PIU’
POVERO.
L’INDIGENZA AUMENTA
ANCHE TRA LE COPPIE GIOVANI E CON PIU’ FIGLI
- Ai nostri microfoni Linda Laura Sabadini
-
Il Sud in Italia è sempre più indigente: una
famiglia su quattro vive in condizioni di povertà, lo denuncia il Rapporto ISTAT
sull’andamento della povertà 2004 presentato oggi a
Roma. La Statistica in breve evidenzia che a livello nazionale le famiglie in
gravi difficoltà sono l’11,7%, per un totale di circa
settemilioni e mezzo di persone. Sostanzialmente stabile la
percentuale rispetto al 2003. Il Nord si conferma più ricco, migliora la
condizione economica nella provincia di Bolzano, nel Veneto e nel Friuli Venezia Giulia. Massimiliano Menichetti:
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Il Sud stretto dalla morsa della povertà che
aumenta anche tra le coppie giovani e quelle con più figli.
Sono gli allarmi lanciati dal rapporto ISTAT presentato oggi sull’incremento
della povertà relativa in Italia nel 2004. In pratica, l’Istituto di statistica
ha fissato il parametro di circa 920 euro mensili, di spesa per consumi, per
una famiglia di due persone; sotto tale soglia si parla di povertà. Le tabelle
confermano che non ci sono complessivamente variazioni significative
rispetto al 2003, ma tale situazione è tutt’altro che
confortante. Infatti le famiglie povere continuano ad
essere il 13,2% della popolazione, ovvero circa 7 milioni e mezzo di persone.
Situazione critica ed in peggioramento al Sud, dove la Basilicata e la Sicilia
registrano, rispettivamente, il 29,5% e il 29,9% delle famiglie povere. Linda
Laura Sabadini, direttore centrale ISTAT:
“Nel
mezzogiorno ci collochiamo al 25 per cento delle famiglie in condizioni di povertà.
E’ un dato particolarmente preoccupante per il fatto che questo
incremento di povertà è trasversale a tutte le tipologie delle famiglie,
quindi è und dato nel Mezzogiorno che va assolutamente tenuto in considerazione”.
In condizioni difficili, a livello nazionale,
anche il 5,5 % delle giovani coppie, e il 13,9% delle
coppie con più figli; sale pure la percentuale di famiglie povere tra i
lavoratori dipendenti. Nel Centro Italia la situazione
economica è tendenzialmente stabile però peggiorano le condizioni degli anziani
e delle donne sole. Il quadro dell’ISTAT conferma che nelle regioni
settentrionali c’è più ricchezza e che è diminuita ulteriormente la povertà relativa
nella provincia di Bolzano, nel Veneto e nel Friuli
Venezia Giulia.
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6 ottobre 2005
IN ITALIA IL SENATO HA APPROVATO, IERI POMERIGGIO, IL
DECRETO LEGGE
SULLE INFRASTRUTTURE. DOPO L’APPROVAZIONE DELLA NORMA
INTERPRETATIVA
DELLA LEGGE DEL 1992, RESTA L’ESENZIONE DAL PAGAMENTO
DELL’ICI
PER GLI IMMOBILI ECCLESIASTICI.
NESSUN DANNO E’ STATO ARRECATO ALLE CASSE COMUNALI
- A cura di Amedeo Lomonaco -
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ROMA. =
In Italia è stata confermata, per gli immobili ecclesiastici, l’esenzione dal
pagamento dell’ICI, l’imposta comunale sugli immobili. Il Senato ha approvato, ieri pomeriggio, il decreto legge sulle
infrastrutture. Il provvedimento, che passa ora all’esame della Camera,
comprende anche una norma interpretativa sull’esenzione dell’ICI di alcuni immobili degli enti non commerciali, tra i quali
rientrano quelli ecclesiastici. La norma in questione – afferma oggi il
quotidiano cattolico “Avvenire” - non modifica la normativa precedente: una
legge emanata nel 1992 prevede, infatti, l’esenzione nei casi di “immobili
utilizzati per le attività di assistenza e
beneficenza, istruzione, educazione e cultura”. Nessun danno viene
arrecato, dunque, alle casse comunali. Per questo – rileva Avvenire - appaiono
ingiustificate le dure dichiarazioni di diversi esponenti politici
dell’opposizione che sostengono la tesi del “regalo elettorale” alla Chiesa. La
Conferenza episcopale italiana aveva definito, con un comunicato della scorsa
settimana, “gravi” e “fuorvianti” alcune argomentazioni diffuse da diversi
organi di stampa. “Anche nel dibattito parlamentare – ha
spiegato Maurizio Eufemi dell’UDC – sono state dette
molte inesattezze. Nulla – ha chiarito Eufemi – viene innovato rispetto alla legge istitutiva dell’ICI e non
c’è nessuno scippo ai danni degli enti locali, poiché si tratta di edifici da
sempre esentati dal pagamento di questa imposta. L’approvazione del decreto - ha detto Romano Prodi, leader dell’Unione – è il risultato
dell’affannosa ricerca di voti da parte della maggioranza. Il ministro per i
Rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi, ha
giudicato “sconcertanti” le dichiarazioni di Prodi e ha detto
che le reazioni dell’opposizione testimoniano “un ingiustificato livore verso chi mette in
pratica in Italia i principi di sussidiarietà e di solidarietà”. L’articolo
approvato ieri in Senato è solo una norma interpretativa, che si era resa necessaria in seguito ad alcune sentenze
restrittive della Corte di Cassazione. Secondo la Cassazione, l’esenzione
andrebbe applicata solo agli immobili “per l’esercizio del culto e della cura
delle anime, la formazione del clero e dei religiosi, per scopi missionari, catechesi
ed educazione cristiana”. L’intervento del legislatore
ha previsto l’esenzione dell’ICI anche ad “attività di assistenza
e beneficenza, istruzione, educazione e cultura”.
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QUESTA SERA, NELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO, VEGLIA MISSIONARIA
DIOCESANA DI ROMA, PRESIEDUTA DAL CARDINALE CAMILLO RUINI
ROMA. = “Come ci ha ricordato
Benedetto XVI nell’omelia per la solennità del Corpus Domini, la vera meta del
nostro cammino è la comunione con Dio, ma possiamo salire a questa dimora
soltanto andando ‘verso la Galilea’, andando sulle strade del mondo, portando il Vangelo a tutte
le nazioni, portando il dono del suo amore agli uomini di tutti i tempi”. E’
quanto scrive il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale
Camillo Ruini, nella lettera per la veglia
missionaria diocesana di Roma, che il porporato presiederà questa sera nella
Basilica di San Giovanni in Laterano. Abbiamo bisogno – aggiunge il porporato –
del sostegno della preghiera e ne hanno bisogno soprattutto i missionari che si
trovano in “prima linea” per annunciare Gesù Cristo. Durante la veglia – scrive
il vicario del Papa per la diocesi di Roma – “ringrazieremo il Signore per tanti uomini e donne che donano la loro
vita per portare l’annuncio di Cristo a tutti i popoli ed in particolare
pregheremo per coloro che riceveranno il mandato per
la missione ad gentes”. Il cardinale Ruini
sottolinea come anche la Giornata missionaria
mondiale, che sarà celebrata il prossimo 23 ottobre, ci aiuti “meglio a
comprendere il senso eucaristico della nostra esistenza. Ci aiuta, conclude il porporato, a comprendere il nostro “essere pane
spezzato – come ha scritto Giovanni Paolo II nel messaggio in occasione della
Giornata missionaria mondiale del 2005 - per la vita del mondo”. (A.L.)
STATI UNITI
ANCORA DIVISI SULLA MORTE ASSISTITA,
SEI MESI DOPO LA DRAMMATICA
VICENDA DI TERRI SCHIAVO.
LA CORTE SUPREMA DEGLI USA,
APPENA PASSATA SOTTO IL CONTROLLO
DEL NEOPRESIDENTE VOLUTO DA BUSH,
HA SCELTO L'EUTANASIA COME
PRIMO CASO NEL NUOVO ANNO GIUDIZIARIO
- A cura di Elena Molinari -
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WASHINGTON.
= Davanti alla Corte costituzionale americana è stata portata la causa che vede
il governo degli Stati Uniti schierato contro lo Stato
dell’Oregon, l’unico che autorizza l’eutanasia. Non potendo interferire con la
legislazione locale, due anni fa l’allora ministro della Giustizia, Ashcroft, tentò di fermare i suicidi assistiti in un altro
modo. Stabilì infatti che i medici che praticano
l’eutanasia violano le leggi sulla prescrizione di sostanze pericolose. Lo
Stato fece appello e ora sarà il massimo organo giudiziario americano a dirimere
la vicende. Ci vorranno settimane per una sentenza, ma
l’attesa è enorme. Per la Casa Bianca è infatti una partita importante, perché se la Corte si
pronuncerà a favore dell’Oregon altri Stati potrebbero imitarlo. E da come la Corte si pronuncerà e da quali argomenti userà,
gli americani stessi trarranno importanti segnali sulla direzione che intende
prendere la Corte guidata dal nuovo giudice Roberts.
Questi si è insediato solo lunedì scorso e, sebbene si
conoscano le sue tendenze politiche conservatrici, la sua filosofia giudiziaria
rimane poco chiara. Ancora più misterioso è l’approccio che avrebbe Harriet Miers, chiamata dal
presidente a sostituire uno dei giudici, la dimissionaria Sandra Day O'Connor. O’Connor si è pronunciata in passato a favore
dell’Oregon sull’eutanasia, ma se il Congresso confermerà Meyers
prima che la Corte emetta una sentenza, il suo parere non sarà considerato
valido.
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NELLE FILIPPINE, AVVIATI PROGETTI DI MICROCREDITO,
UN IMPORTANTE CONTRIBUTO NELLA LOTTA ALLA POVERTA’, CON AIUTI PER OLTRE 23 MILA
CONTADINI
DAVAO.
= Nelle Filippine, i progetti di microcredito avviati dalla Diocesi di Tagum, a Mindanao, stanno riscuotendo un grande successo nella lotta alla povertà e nella
promozione dello sviluppo delle aree rurali. Più di 23 mila contadini delle
province della Valle di Compostela e Davao del Nord, circa il doppio rispetto all’anno
scorso, stanno beneficiando di questo programma. Padre Federico Mantica, della diocesi di Tagum,
spiega all’agenzia Fides come il microcredito, inventato dalla Grameen Bank in Bangladesh nel
1976, sia un prezioso strumento di sviluppo che aiuta i contadini più poveri a
rilanciare la propria economia dando loro fiducia. I prestiti, di circa 500
mila pesos erogati nell’arco della durata del progetto, servono a finanziare
nuove macchine agricole, nuove tecniche di irrigazione
e coltivazione o di trasformazione dei prodotti. La diocesi offre il denaro ai
contadini attraverso un istituto finanziario e li aiuta a realizzare i loro
progetti. Padre Mantica ha anche sottolineato
che il microcredito non è uno strumento assistenziale, e che la percentuale dei
progetti che giungono a buon fine è altissima, circa il 98 per cento) Il programma
di microcredito è seguito da tre diocesi sull’isola di Mindanao:
quella di Tagum, quella di Mati
e quella di Iligan. (R.R.)
COMPLETATA LA PRIMA TRADUZIONE DI ALCUNI TESTI LITURGICI
IN LINGUA KARIMOJONG, PARLATA DA CIRCA 800 MILA PERSONE
NEL NORD-EST DELL’UGANDA
MOROTO.
= Sono stati tradotti in lingua Karimojong, lingua nilotica dell’Uganda,
alcuni testi liturgici. Il lavoro, che era iniziato nel 2002, è stato
completato in occasione della conclusione dell’Anno dell’Eucaristia.
I libri sono stati scritti da un gruppo di sacerdoti, religiose,
catechisti e alcuni fedeli laici diretti dal responsabile della Commissione
liturgica della diocesi di Moroto, padre René Brossard. I Karimojong sono una popolazione di circa 800 mila persone
che vivono nel nord-est dell’Uganda. La maggior parte di loro sono cristiani,
seguiti dai pastorali dei Comboniani e dai padri
Bianchi che collaborano con i sacerdoti locali. La lingua Karimojong
è molto diversa da quelle diffuse nell’Africa centrale
e per questo motivo, finora, non esistevano libri liturgici cattolici tradotti
in questa lingua. Il lavoro concluso, comprende il messale per i sacerdoti, il
piccolo messale per i fedeli, due Lezionari
con letture bibliche per la Messa, un libro con le benedizioni e altri con preghiere
ad uso dei fedeli. (R.R.)
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6
ottobre 2005
- A cura
di Fausta Speranza -
In Iraq più di 20 persone sono
state uccise dalla guerriglia tra ieri sera e stamattina in differenti episodi.
Un generale in pensione e la sua bambina di due anni sono stati assassinati a Kirkuk ieri. A Baghdad dieci persone sono morte per un'autobomba vicino al
ministero del petrolio e cinque guardie di sicurezza del ministero stesso sono
state colpite da armi da fuoco, mentre quattro civili hanno perso la vita in
altri attacchi. A Mossul, nel nord, il direttore di
una prigione e il suo autista sono stati uccisi a bordo di un'auto da uomini
armati. Intanto, una nuova, grande fossa comune con un
elevato numero di cadaveri di curdi messi a morte dal deposto regime di Saddam
Hussein è stata scoperta nel sud dell'Iraq. Intanto, da Londra il premier Tony
Blair sottolinea che le truppe britanniche resteranno
in Iraq ''fino a quando gli iracheni lo vorranno''.
Blair ha parlato al termine dell’incontro a Downing Street con il presidente iracheno Jalal
Talabani. I due leader hanno
discusso del prossimo referendum costituzionale e delle elezioni di dicembre.
Un’iniziativa per rinviare
nuovamente le elezioni politiche palestinesi viene
informalmente discussa in queste settimane fra i dirigenti dell'Egitto e dell'Anp, secondo quanto ha appreso il quotidiano Haaretz di Tel Aviv. Ieri informazioni analoghe erano
apparse anche sul quotidiano palestinese al-Ayam. Il
nostro servizio:
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Fissate in origine per il 17
luglio 2005, le elezioni politiche palestinesi sono state rinviate per ragioni
organizzative al gennaio 2006. Per la prima volta, vi prenderà parte anche
Hamas: ma, secondo il quotidiano israeliano Haaretz,
al Cairo e a Ramallah vi è adesso il timore di una vittoria elettorale degli
islamici. Sembra critica in questo contesto la data
del 7 dicembre, quando si svolgeranno le elezioni municipali a Gaza, Nablus e Hebron. Hamas potrebbe
effettivamente raccogliere forti consensi e mettere in questione la egemonia politica di al-Fatah. Da parte
sua, anche la radio militare israeliana ha detto che
Israele ritiene che le elezioni politiche palestinesi non possano avere luogo
fintanto che i gruppi armati dell'intifada non siano
stati efficientemente neutralizzati. Un esame approfondito della situazione
politica nei Territori sarà condotto martedì dal presidente palestinese, Abu Mazen, con il premier israeliano, Ariel Sharon, nel loro primo vertice dopo
il completamento del ritiro da Gaza. Resta da dire che
Abu Mazen è impegnato a
costituire un nuovo governo dopo che il Parlamento ha chiesto la sostituzione
del governo di tecnocrati guidato da Abu Ala.
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In Germania Cdu/Csu e Spd sono impegnate a
preparare l'incontro al vertice di questa sera, decisivo per la definizione
dell'organigramma del futuro governo di Grosse Koalition sul quale le due parti hanno raggiunto un accordo
di massima nei tre incontri esplorativi dei giorni scorsi. Il primo punto in
agenda nella riunione di stasera è la scelta del nuovo cancelliere, da cui
dipende tutta una serie di decisioni per ciò che concerne nomine di ministri e
incarichi costituzionali, come la presidenza del Bundestag
(Camera bassa del Parlamento).
La Commissione europea ha
accolto con favore l'approvazione della riforma delle Forze dell'ordine
da parte del parlamento serbo-bosniaco della Repubblica Srpska,
l'entità a maggioranza serba della Bosnia Erzegovina. ''E'
un importante passo in avanti. In ogni caso è chiaro che adesso questo accordo deve essere adottato dal Parlamento
dell'entità bosniaca e da quello federale'', ha
commentato il commissario UE all'allargamento Olli Rehn. La Commissione ha ribadito
che la riforma della Polizia è ''una condizione'' per
l'avvio dei negoziati per un accordo di stabilizzazione e associazione (Asa) con la Bosnia.
Al via ieri le operazioni per il
dispiegamento delle truppe delle Nazioni Unite nel sud del Sudan. Inviati sul campo 2.575 caschi blu e
167 osservatori militari. Il piano, però, a dispiegamento completato, vedrà la
presenza nel Paese africano di 10 mila uomini e oltre 700 poliziotti. Il
servizio è di Giulio Albanese:
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Il dispiegamento di personale ONU nel Sud Sudan, dopo gli
storici accordi di pace del 9 gennaio scorso, siglati a Nairobi in Kenya,
avviene in conformità alla risoluzione approvata all’unanimità dal Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite lo scorso marzo. Per quanto
riguarda invece l’altro versante sudanese, quello del Darfur, ieri gli
ambasciatori dei 15 Paesi membri del Consiglio della pace e della sicurezza
dell’Unione Africana hanno deciso di rinviare il vertice straordinario
convocato per la ripresa delle violenze nel Darfur. Il vertice
dell’Unione Africana è stato convocato in seguito alle accuse formulate dal
responsabile della missione dell’organizzazione panafricana
in Sudan, che aveva denunciato la partecipazione delle forze governative
sudanesi ad un attacco delle milizie arabe janjaweed
ad un campo sfollati nel vicino Ciad.
Per la Radio Vaticana, Giulio
Albanese.
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Mille - forse 1.500 - africani
che oggi all'alba volevano passare a forza la barriera
metallica che separa l'enclave spagnola di Melilla in
Marocco, sono stati respinti dalle forze
spagnole e marocchine e nessuno sembra sia riuscito a passare. Secondo un
portavoce della polizia, un numero imprecisato di immigrati
e di agenti sono rimasti feriti. Il nuovo tentativo di infiltrazione
massiccia è avvenuto verso le 5.00 di oggi (ora locale e italiana), dopo che
ieri la vicepresidente del governo spagnolo, Maria Teresa Fernandez
de la Vega aveva annunciato che la Spagna, per far
fronte ai ripetuti assalti di africani nelle sue enclave di Ceuta
e Melilla, potrebbe effettuare rimpatri di immigrati
illegali in Marocco.
Almeno 87 persone sono morte in
seguito al passaggio dell’uragano ‘Stan’ in Salvador,
Guatemala, Nicaragua e Messico. In Chiapas circa 100
mila persone sono state costrette ad abbandonare le case per le inondazioni in
seguito allo straripamento dei fiumi. I governi di Salvador e Guatemala hanno
decretato lo “stato di emergenza pubblica”. Stan ha comunque perso intensità e
adesso è diventato una tormenta tropicale.
Alberto Fujimori,
ex-presidente del Perù, ha annunciato, oggi da Tokyo,
la sua candidatura alle prossime elezioni presidenziali che si terranno ad aprile del 2006 in Perù.
La Nato invierà
più di 10 mila soldati supplementari in Afghanistan, raddoppiando così il
numero dei propri effettivi nel Paese.
Lo ha detto il segretario generale dell'Alleanza atlantica, Jaap
de Hoop Scheffer, che si
trova a Kabul alla guida di una missione allo scopo di verificare la situazione
ed assegnare un ruolo più efficace alla forza multinazionale.
Un accampamento militare
pachistano vicino al confine con l'Afghanistan è stato attaccato ieri notte con
tre razzi, che hanno colpito una casa provocando la morte di due civili.
Reparti pachistani stanno ancora dando la caccia a taleban e membri di Al Qaeda nelle zone tribali,
a ridosso del confine occidentale con l'Afghanistan. L'accampamento si trova a Datta Kheil, 27 km da Miransha, nel Nord Waziristan.
Una fonte militare fa sapere che la scorsa settimana sono
morti una quarantina di guerriglieri e sette uomini delle forze di sicurezza.
In
Russia il ministero degli Interni ha annunciato l'apertura di
inchieste penali contro un certo numero di grosse banche e importanti
società per ''attività di riciclaggio''. ''Si tratta di grosse somme di denaro. Dirigenti di spicco
di quelle
banche e società sono coinvolti'', ha indicato il
generale Serghei Meshcheryakov
che nel potente ministero degli Interni dirige il dipartimento per la sicurezza
economica. Il generale ha detto che i nomi delle
società e banche sotto inchiesta saranno
resi noti ''entro la fine dell'anno''. Ieri la procura
generale russa ha incominciato una nuova tornata di perquisizioni a
tappeto nell'ambito del caso Yukos, il gruppo
petrolifero del magnate anti-Cremlino Mikhail Khodorkovski decimato da
una controversa offensiva politico-giudiziaria.
L'obiettivo dichiarato è il recupero di ''circa 7 miliardi di dollari'' che gli azionisti di Yukos
avrebbero distratto dai bilanci del gruppo fra il 2000
e il 2003, pagando dividendi fittizi a società con sede all'estero.
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