RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 278 - Testo della trasmissione di mercoledì 5 ottobre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

All’udienza generale, il monito di Benedetto XVI a seguire la vera religione piuttosto che l’idolatria dei beni materiali che rendono l’uomo impotente, fragile, inerte

 

Al Sinodo, mattina dedicata alle riunioni per gruppi linguistici. Ieri, l’esortazione dei Padri sinodali alla riscoperta della penitenza sacramentale, contro l’invasione della magia e del New Age

 

Appello del Comitato di bioetica in Italia: le pratiche di alimentazione e idratazione artificiali nel caso di pazienti in stato vegetativo persistente non vanno sospese: ce ne parla mons. Elio Sgreccia

 

        Visita questa mattina in Vaticano del ministro degli Esteri della Repubblica Ceca, Cyril Svoboda

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La Giornata mondiale degli insegnanti, promossa dall’UNESCO: obiettivo dell’anno, “adottare” i maestri dei Paesi poveri per portare l’istruzione scolastica negli angoli poveri del pianeta: con noi don Aldo Martini

 

Concluso di recente a Marsiglia, il Convegno per scienziati e ricercatori impegnati contro la malaria. Si lavora per perfezionare il vaccino, ma le nazioni povere rischiano di non usufruirne per problemi di costi: intervista con Gianni Tognoni

 

CHIESA E SOCIETA’:

La 33.ma sessione della Conferenza generale dell’UNESCO festeggia questo pomeriggio i 60 anni dalla nascita dell’organismo internazionale

 

Più di un milione e mezzo di bambini disabili dei Paesi dell’est vivono in istituti, lontani dalle loro famiglie e vittime di discriminazioni. Lo denuncia un rapporto dell’UNICEF presentato oggi a Ginevra

 

Stoccolma: assegnati dall’Accademia delle Scienze i Nobel in chimica

 

Dall’alba di ieri il mondo islamico è entrato nel Ramadan dell’anno 1426

 

In libreria da oggi in Italia il “Dizionario della democrazia”, il libro scritto dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ed indirizzato ai giovani

 

24 ORE NEL MONDO:   

In Iraq, il Parlamento boccia le recenti modifiche elettorali per il referendum sulla Costituzione

 

La Repubblica serba di Bosnia diffonde una lista di 20 mila persone coinvolte nel massacro di Srebrenica del 1995

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 ottobre 2005

 

ALL’UDIENZA GENERALE, IL MONITO DI BENEDETTO XVI A SEGUIRE

LA VERA RELIGIONE PIUTTOSTO CHE L’IDOLATRIA DEI BENI MATERIALI

CHE RENDONO L’UOMO IMPOTENTE, FRAGILE, INERTE

 

Esiste un “vera” e una “falsa” religione, ed è solo un illusione cercare salvezza nei beni materiali: lo ha ricordato stamane Benedetto XVI all’udienza generale in Piazza San Pietro, cui hanno partecipato almeno 50 mila pellegrini da tutto il mondo. Tra questi erano anche numerosi polacchi ed è stata l’occasione per il Papa di affidare alle loro preghiere la causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, a sei mesi dalla sua scomparsa. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Due diverse visioni religiose a confronto: da una parte “la fede genuina nel Signore dell’universo e della storia” e dall’altra “l’idolatria”. La riflessione del Papa è partita dal Salmo 134 per ammonire chi dimentico della vera religione cede alle lusinghe della falsa religione e ne porta le gravi conseguenze. E’“l’eterna tentazione dell’uomo di cercare salvezza nell’opera delle sue mani, ponendo speranza nella ricchezza, nel potere, nel successo, nella materia”.

 

Da un lato, ha spiegato Benedetto XVI, è “il Dio vivente e personale”, “al centro della fede autentica”:

 

“La sua è una presenza efficace e salvifica; il Signore non è una realtà immobile e assente, ma una persona viva che ‘guida’ i suoi fedeli,muovendosi a pietà’ di loro, sostenendoli con la sua potenza e il suo amore”.

 

Dall’altro lato è invece “l’idolatria, espressione di una religiosità deviata e ingannevole”:

 

Infatti, l’idolo altro non è che un’‘opera delle mani dell’uomo’, un prodotto dei desideri umani; è quindi impotente a superare i limiti creaturali. Esso ha, sì, una forma umana con bocca, occhi, orecchi, gola, ma è inerte, senza vita, come accade appunto a una statua inanimata. Il destino di chi adora queste realtà morte è di diventare simile ad esse, impotente, fragile, inerte”.

 

Tanti e calorosi gli scambievoli saluti tra il Papa e le decine di migliaia di fedeli, tra questi numerosi polacchi. “Sono trascorsi sei mesi dalla dipartita del mio caro predecessore Giovanni Paolo II – ha detto loro Benedetto XVI – e tutto il suo magistero e la testimonianza della sua vita rimangono per noi importanti e attuali”, affidando alle loro preghiere “la causa della sua beatificazione”.

 

Poi, rivolto al gruppo più numeroso di 8 mila pellegrini umbri, un omaggio alle figure di “due grandi Santi” di quella terra, San Benedetto e San Francesco, la cui “testimonianza di amore e pace è ancora attuale” – ha affermato il Santo Padre – e “l’Italia, l’Europa, il mondo ne hanno bisogno”.

 

In piazza,anche tre mila partecipanti alla “Festa dello sportivo”, promossa dai vescovi del Lazio, occasione per il Papa di raccomandare “quei valori che, come la sana pratica sportiva, contribuiscono a costruire una società dove regnino il rispetto reciproco e l’accoglienza fraterna”.

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AL SINODO, MATTINA DEDICATA ALLE RIUNIONI PER GRUPPI LINGUISTICI.

IERI, L’ESORTAZIONE DEI PADRI SINODALI ALLA RISCOPERTA

DELLA PENITENZA SACRAMENTALE, CONTRO L’INVASIONE DELLA MAGIA E DEL NEW AGE

- A cura di Giovanni Peduto e Alessandro De Carolis -

 

Al Sinodo dei vescovi sull’Eucaristia, la mattina di oggi - terza di lavori - è stata riservata agli incontri per gruppi linguistici, i cosiddetti “Circoli minori”. Il confronto collegiale in aula riprenderà nel pomeriggio, con gli interventi dei singoli padri sinodali. Tra i molti temi delicati sul tavolo dell’assise episcopale, c’è senza dubbio quello dell’Eucaristia in rapporto alle Chiese ortodosse. Una questione che, pur pacifica a livello teologico e dogmatico, trova divergenze di applicazione nella vita quotidiana, come spiega il vescovo greco di Corfù, Yannis Spitèris, al microfono di Giovanni Peduto:

 

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R. – Nonostante abbiamo la stessa fede circa l’Eucaristia - e soprattutto in questi ultimi tempi abbiamo sviluppato l’Eucaristia come la fonte della Chiesa - non esiste un momento più evidente della divisione della Chiesa di quello in cui ci avviciniamo all’Eucaristia. Perché, e questo bisognerebbe discuterlo, l’Eucaristia è il misterium fidei, il mistero della fede, esprime la fede di una Chiesa. Quindi, quando non abbiamo la stessa fede, non possiamo condividere la stessa Eucaristia, bere dello stesso calice. La finalità ultima del movimento ecumenico sarebbe raggiungere appunto il calice comune. Per il momento, però, questo calice comune non esiste ed è qui il dramma, la tragedia, direi, della divisione della Chiesa. Questo lo si può vedere per esempio in Grecia, nei matrimoni misti - sono pochissimi i matrimoni fra cattolici e cattolici: proprio nell’Eucaristia ci vediamo divisi nel momento in cui, ad esempio, la moglie va alla Messa ortodossa e il marito a quella cattolica. Avere, però, questa fede comune sull’Eucaristia e non poter condividere l’Eucaristia ci spinge in maniera impellente a fare di tutto affinché veramente questo Sacramento sia, come dice Sant’Agostino, segno di unità, vincolo di carità. Quando sarà così, allora sarà veramente Eucaristia. Che Eucaristia è una che divide e non unisce?

 

D. – Sul piano dogmatico, non ci sono differenze tra il punto di vista cattolico e quello ortodosso a proposito dell’Eucaristia…

 

R. – No, non ci sono differenze. Ci sono alcune sfumature. Per esempio sul significato dell’“epiclesi”, di quella preghiera cioè che il sacerdote fa al Padre prima della consacrazione eucaristica. Noi forse diamo meno importanza a questo segno, a questa invocazione, di quanto gliene diano gli ortodossi. E’ necessario, forse per respirare con i “due polmoni”, che recuperiamo la dimensione “pneumatologica” dell’Eucaristia, legata all’invocazione dello Spirito. Questo dovrebbe essere uno dei compiti di questo Sinodo.

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Formazione al culto eucaristico all’interno delle parrocchie, ricoperta del Sacramento della riconciliazione in contrasto con il diffondersi di pratiche esoteriche e occultiste: attorno a questi e altri argomenti è ruotata la plenaria di ieri pomeriggio, nell’Aula del Sinodo. A riferirci è uno dei nostri inviati, Giovanni Peduto.

 

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L’Eucaristia è il cuore della comunione ecclesiale e lo spazio dove naturalmente si svolge la vita ecclesiale è la parrocchia, che debitamente rinnovata e animata - ha detto Lino Mela, superiore della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe – dovrebbe essere il luogo idoneo alla formazione e al culto eucaristico. In essa, i vari gruppi e movimenti devono trovare il punto di riferimento nella celebrazione eucaristica perché questo Sacramento, come ha soggiunto il vescovo Peña Rodriguez della Repubblica Dominicana, significa e realizza l’unità della Chiesa. Sulla necessità di un’adeguata preparazione alla comprensione del valore di questo sacramento, con un’appropriata “istagogia eucaristica, si è soffermato l’arcive-scovo Cotugno Fanizzi di Montevideo. Non sono mancate le voci sulla necessità di riscoprire l’importanza del sacramento della penitenza per accostarsi degnamente all’Eucaristia. Il vescovo Rimantas Norvila, della Lituania, ha puntato il dito sul declino della pratica di questo Sacramento nel mondo intero, con la conseguente perdita del senso del peccato che porta alla ricerca di nuove forme di religiosità alternative, come esoterismo, magia, occultismo e New Age. Per riscoprire il valore dell’Eucaristia e favorire la pratica della confessione, il vescovo Lorenzo Voltolini Esti, dell’Ecuador, ha proposto l’introduzione del digiuno eucaristico, almeno il venerdì di Quaresima, per dare spazio alla celebrazione comunitaria della penitenza.

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APPELLO DEL COMITATO DI BIOETICA IN ITALIA:

LE PRATICHE DI ALIMENTAZIONE E IDRATAZIONE ARTIFICIALI

NEL CASO DI PAZIENTI IN STATO VEGETATIVO PERSISTENTE NON VANNO SOSPESE

- Intervista con mons. Elio Sgreccia -

 

Le pratiche di alimentazione e idratazione artificiali nel caso di pazienti in stato vegetativo persistente non vanno sospese. Lo ha deciso ieri, con un apposito documento, il Comitato italiano di bioetica, secondo cui tali trattamenti non sono atti medici e non possono configurarsi come accanimento terapeutico. Il testo è giunto proprio quando in Sicilia, a Catania, un trentottenne si è risvegliato da un coma di due anni a seguito di un incidente stradale. In questa prospettiva, dunque, appare ancora più significativa la decisione del Comitato di bioetica, come spiega mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia accademia per la vita, intervistato da Giada Aquilino:

 

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R. – Il malato in stato vegetativo persistente non è morto: non può esprimersi e non ha contatto con il mondo esterno perché è compromessa quella parte del cervello che ‘dirige’ la vita di relazione e che è la corteccia cerebrale. Ma per il resto, si alimenta, il suo cuore batte e spesso non ha bisogno di alcuna assistenza meccanica. Ha bisogno soltanto di essere alimentato artificialmente, perché altrimenti morirebbe di fame.

 

D. – Chi non è d’accordo con il Comitato di bioetica parla di accanimento terapeutico...

 

R. – Non è un accanimento terapeutico quello dell’alimentazione e dell’idratazione, in quanto non si tratta di una terapia: è un sostegno vitale che è dato doverosamente a qualunque persona in vita.

 

D. – Il ragazzo che si è risvegliato dal coma dopo due anni è una prova che la speranza non va mai persa?

 

R. – Questo è un dovere da tener presente anche per tutti i medici, in tale tipo di pazienti e qualche volta anche in altri tipi di pazienti. E’ vero che a volte ci sono dei casi in cui lo stesso coma vegetativo persistente all’apparenza si presenta non aperto alla speranza clinica. Però, siccome il mistero del corpo umano non è mai letto a sufficienza, bisogna avere questo tipo di attenzione. E comunque, anche quando tutti i segni clinici fossero controindicativi, finché esiste la vita - pure se non si esprime - c’è il dovere di assisterla.

 

D. – Alla luce della vicenda di Terry Schiavo, finita con la drammatica morte della donna, il caso siciliano cosa prova?

 

R. – Prova che anche nel caso di Terry Schiavo si sarebbe dovuta continuare l’assistenza, l’idratazione alimentare.

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VISITA QUESTA MATTINA IN VATICANO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI DELLA

REPUBBLICA CECA, SVOBODA, RICEVUTO DAL SEGRETARIO PER I RAPPORTI

CON GLI STATI, ARCIVESCOVO LAJOLO: AL CENTRO DEL COLLOQUIO I RAPPORTI

BILATERALI E L’ATTESA RATIFICA DA PARTE CECA DEGLI ACCORDI

 FIRMATI A PRAGA, NEL LUGLIO  2002

- A cura di Roberta Gisotti -

 

I rapporti bilaterali tra Santa Sede e Repubblica ceca sono stati al centro dell’incontro stamane in Vaticano del ministro degli Esteri ceco, Cyril Svoboda con l’arcivescovo Giovanni Lajolo, segretario per i Rapporti con gli Stati. Come  informa una nota del portavoce vaticano, Joaquín Navarro-Valls, al centro del colloquio è stato in particolare l’“Accordo sul regolamento dei rapporti reciproci”, firmato a Praga il 25 luglio 2002, ma non ancora ratificato. Per questo mons. Lajolo ha espresso “l’auspicio” che le difficoltà che si oppongono da parte ceca possano essere superate e che il traguardo possa essere presto raggiunto,  dichiarando “la disponibilità della Segreteria di Stato a favorire tale processo”. Altri argomenti toccati sono stati: alcuni aspetti del progetto di Legge di riforma sulla libertà religiosa ed alcune proposte per risolvere “la questione dei beni della Chiesa cattolica confiscati ai tempi del regime comunista”. “A tale fine si è convenuto – chiarisce la nota della Sala stampa vaticana - circa l’opportunità di costituire una Commissione Paritetica con un preciso mandato a termine”. La conversazione si è estesa poi ad altri temi di attualità internazionale, in particolare sul “processo di consolidamento ed allargamento dell’Unione Europea”. In proposito l’arcivescovo Lajolo “ha sottolineato il notevole apporto, anzitutto culturale, che l’entrata della Repubblica ceca può dare all’Unione Europea, di cui fa parte dal 1° maggio 2004”. Si è parlato infine anche di Medio Oriente e della collaborazione nelle Organizzazioni internazionali, in riferimento ad “alcune grandi questioni etiche”. La visita “ha permesso di rilevare i cordiali rapporti esistenti tra la Santa Sede e la Repubblica Ceca” e l’auspicio comune “di svilupparli ulteriormente”.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo “Dio solo è grande ed eterno”: Benedetto XVI all’udienza generale ricollega il tema sinodale dell’Eucaristia alla liturgia e ricorda che nella celebrazione “Dio e uomo si incontrano in un abbraccio di salvezza”.

 

Servizio vaticano - Il resoconto della quarta Congregazione generale del Sinodo dei Vescovi.

 

Servizio estero - Iraq: Onu ed Usa chiedono il rispetto delle regole per il referendum sulla nuova Costituzione.

 

Unione Europea-Russia: ulteriori intese sulle forniture energetiche di Mosca e rafforzata cooperazione in materia di sicurezza; nel vertice a Londra tra Blair e Putin riaffermato un rapporto saldo e destinato a crescere.

 

Servizio culturale - Un articolo di Marco Impagliazzo dal titolo “Salvàti dai conventi”: un nuovo studio sull’aiuto della Chiesa agli ebrei di Roma durante l’occupazione nazista.

Un articolo di Marcello Filotei che traccia un bilancio del 49 Festival internazionale di musica contemporanea alla Biennale di Venezia.   

 

Servizio italiano - In rilievo il tema dell’aborto: Ancora un atto contro la vita. Riprende la sperimentazione della “RU-486”.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 ottobre 2005

 

 

LA GIORNATA MONDIALE DEGLI INSEGNANTI, PROMOSSA DALL’UNESCO:

OBIETTIVO DELL’ANNO, “ADOTTARE” I MAESTRI DEI PAESI POVERI

PER PORTARE L’ISTRUZIONE SCOLASTICA NEGLI ANGOLI POVERI DEL PIANETA

- Intervista con don Aldo Martini -

 

Aule senza luce elettrica, acqua, materiale didattico. Insegnanti poco più che adolescenti con stipendi da pochi euro al mese. Sono i protagonisti in negativo di molte scuole del sud del mondo, soprattutto nelle zone rurali africane. Un quadro desolante, soprattutto se paragonato con gli Obiettivi del Millennio stabiliti dall’ONU per ciò che riguarda la riduzione dell’analfabetismo. Ma anche una realtà contro la quale si battono molte agenzie umanitarie e che oggi è al centro della Giornata mondiale degli insegnanti, istituita dall’UNESCO. Lo slogan è efficace: “Se adotti un bambino dai speranza a una vita, se adotti un insegnante dai un futuro ad un popolo”. Ed è questa la ragione di vita dell’OPAM, l’Opera di promozione dell’alfabetizzazione nel mondo, una ONG fondata nel 1972 da mons. Carlo Muratore e oggi guidata da don Aldo Martini. Alessandro De Carolis lo ha intervistato:

 

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R. – Noi abbiamo in Italia una media di 11 bambini per maestro, nel sud del mondo, la media si aggira dai 50 ai 70 bambini - parlo soprattutto dell’Africa - con punte che vanno anche oltre i 100 bambini per insegnante. Ma il problema più drammatico non è tanto la proporzione insegnanti-alunni, quanto la qualità degli insegnanti: un fatto allarmante che sta interessando anche le grandi agenzie. Il problema che i missionari o la gente che passa all’OPAM denunciano è proprio questo: la scuola in queste aree è tante volte tenuta da ragazzi che hanno avuto il diploma di terza media, quindi ragazzi di età appena più grande dei loro coetanei. Pensiamo che la scuola cosiddetta dell’obbligo, la scuola primaria, in molti Paesi incomincia a dieci anni e questo per molti motivi: perché il bambino lavora, perché è un immigrato. E questi bambini si trovano con un insegnante che magari ha 14, 15 o 16 anni. E questa è la cosa più drammatica. Un altro problema drammatico, oltre alla giovane età degli insegnanti, e quindi alla poca esperienza, alla nulla esperienza, è anche il fatto che sono fortemente demotivati, perché gli insegnanti in molti Paesi non sono pagati. Quindi, pur avendo qualche possibilità, ma non essendo sostenuti in nessun modo, davanti alla professione dequalificata, si scoraggiano e fanno altro.

 

D. – E proprio a questo proposito, voi ricordate che, ad esempio, in Congo basterebbero 15 euro al mese per sostenere un insegnante: come dire, una solidarietà veramente a portata di tutte le tasche ...

 

R. – E’ vero. Se pensiamo che proprio in Congo, in questo momento, è in atto uno sciopero da circa un mese perché ci sono insegnanti che non vengono pagati da 10-12 anni, insegnanti che  - mi diceva un vescovo di passaggio a Roma - ricevono quando va bene 2 euro al mese. Si capisce che di fronte ad una situazione simile, chiedere 15 euro al mese è già una manna, anche se la cifra è totalmente insufficiente per dare dignità a questa professione. E dunque, i missionari che gestiscono le scuole di frontiera, specialmente in zone rurali, con strutture fatiscenti, cercano in tutti i modi di incentivare questi maestri. In questo, per esempio, la CEI, la Conferenza episcopale italiana, ci viene incontro perché ha finanziato parecchi piccoli progetti – i nostri sono sempre progetti sui 5, 6, 7 mila euro – per la formazione dei formatori.

 

D. – Quali sono alcuni di questi progetti che segue l’OPAM per servire questa causa, cioè investire sulla qualità degli insegnanti?

 

R. – Sono almeno cinque progetti e, ripeto, insistere almeno sullo stipendio degli insegnanti ci sembra la cosa immediata. Poi, in parallelo, cerchiamo anche di promuovere questa formazione qualitativa della scuola, perché crediamo che più che l’aiuto immediato in denaro, è importante investire in qualità.

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CONCLUSO DI RECENTE A MARSIGLIA IL CONVEGNO PER SCIENZIATI E RICERCATORI

IMPEGNATI CONTRO LA MALARIA. SI LAVORA PER PERFEZIONARE IL VACCINO,

MA LE NAZIONI POVERE RISCHIANO DI NON USUFRUIRNE PER PROBLEMI DI COSTI

- Intervista con Gianni Tognoni -

 

Spesso sottovalutata, la malaria resta una delle principali cause di morte in molti Paesi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), tra uno e due milioni di persone perdono ogni anno la vita a causa di questa malattia. A Marsiglia, un migliaio di esperti di malattie tropicali si sono riuniti nei giorni scorsi per discutere sui progressi raggiunti dalla ricerca. Tra i risultati, è stata evidenziata la crescente importanza di rimedi tradizionali estratti da piante, come l’Artemisia Anna, conosciuta già da millenni in Cina, o la cosiddetta “Birra indiana”, usata in Amazzonia. Rimedi che aprono nuovi scenari per una lotta efficace e diffusa della malaria? Andrea Cocco lo ha chiesto a Gianni Tognoni, medico e direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri Sud, che parla in particolare dei farmaci derivati dalla pianta di Artemisia:

 

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R. - Il problema che si pone è come garantire questo farmaco, che per essere reso disponibile deve essere prodotto su vasta scala, mantenendo dei prezzi che permettano di renderlo accessibile a tutte le popolazioni. Questo prodotto, derivato dalle piante, è diventato anche di tipo industriale e pone il problema di non far coincidere il prezzo sul mercato con quello che vorrebbe l’industria, ma con quello che può essere compatibile con le esigenze di salute pubblica.

 

D. – Ritorna, anche per la malaria, la questione dei brevetti che potrebbero ostacolare una diffusione delle medicine?

 

R. – Il problema del costo dei farmaci è parzialmente per i brevetti. Il problema dei prezzi è per i farmaci, nel senso che molto spesso ai farmaci viene attribuito un prezzo assolutamente sproporzionato, giustificando questo con il bisogno di rimborsare le spese di ricerca. La maggior parte delle volte questa scusa non corrisponde alla realtà, perché molto spesso i farmaci sono sviluppati con il contributo sia pubblico che privato e poi si pretende di dare il guadagno solo ai distributori del farmaco.

 

D. – Che strumenti ci potrebbero essere per calmierare i prezzi dei farmaci e quindi renderli accessibili?

 

R. – E’ direttamente prevista la clausola di bisogno o la clausola di salute pubblica anche nel Trattato della World Trade Organization che dice: laddove le regole del mercato mettono a rischio la salute pubblica, gli Stati possono imporre dei prezzi rispettosi dei bisogni di salute pubblica e non del mercato. In effetti, quella clausola è gestibile soltanto da Paesi forti perché se un Paese che ha bisogno di questo farmaco pretende di gestirlo deve andare in Tribunale a intentare un processo alle multinazionali. Invece, i Paesi che hanno maggiormente bisogno di questi farmaci, di solito quelli più poveri, non hanno la forza necessaria per prendere simili iniziative. Le industrie farmaceutiche si oppongono ad una flessibilità perché, nella logica di quelli che muovono l’economia, non accettano il concetto che la sanità sia un problema di diritti fondamentali. Per loro sanità vuol dire trasformarla sempre più un’area di mercato.

 

D. – In questi ultimi anni, si è diffusa sempre più la voce che sia quasi pronto un vaccino per la malaria…

 

R. – Non ho l’impressione che il vaccino sia dietro alla porta. Si fanno passi in avanti. Si spera di arrivare. Il problema è che i vaccini diventerebbero assolutamente risolutivi se effettivamente, oltre ad essere disponibili dal punto di vista scientifico-tecnico, fossero disponibili sul mercato per le popolazioni.

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CHIESA E SOCIETA’

5 ottobre 2005

 

 

LA 33.MA SESSIONE DELLA CONFERENZA GENERALE DELL’UNESCO FESTEGGIA

QUESTO POMERIGGIO I 60 ANNI DALLA NASCITA DELL’ORGANISMO INTERNAZIONALE

 

PARIGI. = La 33.ma sessione della Conferenza generale dell’UNESCO  apertasi a Parigi lunedì scorso, festeggia questo pomeriggio il 60.mo anniversario della nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura. La cerimonia si aprirà con l’esecuzione della IX sinfonia di Beethoven, iscritta nel Registro della memoria del mondo, da parte della Raiosinfonieorchester des Hessischen Rundfunks e del coro dell’UNESCO. Parteciperanno il presidente della Repubblica islamica dell’Afghanistan, Hamid Karzai, e il presidente della Repubblica federale tedesca, Horst Köhler, che sottolineeranno l’importanza della dignità umana, tema centrale delle celebrazioni per i 60 anni dell’UNESCO. Attesi i discorsi del presidente della 33.ma Conferenza generale Musa Bin Jafaar Bin Hassan, ambasciatore e delegato permanente del Sultanato dell’Oman, del presidente del Consiglio esecutivo Hans Heinrich Wrede e del direttore generale Koïchiro Matsuura. Nata il 16 novembre del 1945 con l’obiettivo di costruire la pace attraverso l’educazione, la scienza, la cultura e la comunicazione, l’UNESCO festeggia i suoi 60 anni di vita lungo l’arco di 60 settimane, dal 5 settembre di quest’anno al 4 novembre 2006, durante le quali gli Stati membri, 191 a tutt’oggi, affronteranno diverse tematiche. Particolare importanza tra i suoi organi ha il Segretariato, responsabile del Programma che ha stabilito la Strategia a medio termine per il periodo 2002-2007. L’UNESCO attribuisce anche 33 premi internazionali nei settori di sua competenza. Attraverso le sue strategie e le sue attività, l’organismo internazionale opera inoltre a favore degli Obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite per il Millennio, volti a ridurre la povertà, ad assicurare l’educazione primaria, ad eliminare la disparità tra i sessi e ad aiutare i Paesi in strategie di sviluppo. (T.C.)

 

 

PIÙ DI UN MILIONE E MEZZO DI BAMBINI DISABILI DEI PAESI DELL’EST VIVONO

IN ISTITUTI, LONTANI DALLE LORO FAMIGLIE E VITTIME DI DISCRIMINAZIONI.

LO DENUNCIA UN RAPPORTO DELL’UNICEF PRESENTATO OGGI A GINEVRA

 

GINEVRA. = Ancora oggi troppi bambini disabili dell'Est sono rinchiusi in istituti specializzati e separati, spesso a vita, dalle loro famiglie. Lo rivela un rapporto dell’UNICEF reso noto oggi a Ginevra. Secondo i dati dell’organizzazione che tutela i diritti dei minori, pregiudizi e discriminazioni restano molto diffusi e un milione di bambini portatori di handicap non risultano registrati come tali. “Rinchiudere bambini a vita in istituto è un crimine - ha affermato la responsabile dell'UNICEF Maria Calivis - si tratta di una violenza, di una violazione dei diritti dell'infanzia”. Secondo il primo rapporto generale sulla situazione di bambini e giovani disabili in 27 Paesi dell’Europa centrale e orientale e dell’ex URSS, elaborato dal Centro di ricerca UNICEF Innocenti a Firenze, il numero ufficiale di bambini registrati come portatori di handicap è triplicato in un decennio passando dai 500mila del 1990 al milione e mezzo nel 2000. Lo spettacolare aumento è essenzialmente dovuto ad una crescita del riconoscimento formale dell’handicap. Ma data la popolazione di 102 milioni di bambini nella regione ed estrapolando i dati in base alla soglia media del 2,5% si stima che almeno un milione di bambini disabili mancano ancora all’appello. Nel 2002 risultava che circa 317mila o più bambini disabili dell’Est vivevano in istituto. “Il personale sanitario che lavora con questi bambini è il primo ad incoraggiare i genitori a lasciarli in istituto. Affermano che è nell’interesse del bambino”, ha spiegato Maria Calivis, direttrice dell’UNICEF per la regione Europa dell’Est ed ex URSS. Secondo il rapporto, separati giovanissimi dalle loro famiglie, confinati in immense strutture chiuse e scuole specializzate, questi giovani hanno come avvenire una vita in istituti per adulti dove i loro diritti fondamentali rischiano di essere sistematicamente violati. “Ci sono anche progressi, tentativi di aiutare i genitori a tenere il bambino disabile a casa, ma sono ancora troppo rari”, ha aggiunto. Per l’esperta dell’UNICEF, un elemento chiarissimo del rapporto è quanto scaturisce dalle interviste, in particolare quelle dei bambini disabili: “Tutti chiedono di tornare a casa, in famiglia, anche se sanno che in istituto mangiano la carne una volta a settimana. Anche molti genitori vorrebbero riportare i figli a casa, se lo Stato fornisse un aiuto. (T.C.)

 

 

STOCCOLMA: ASSEGNATI DALL’ACCADEMIA DELLE SCIENZE I NOBEL IN CHIMICA.

TRE I RICERCATORI PREMIATI PER AVER SVILUPPATO

LA METATESI DELLA SINTESI ORGANICA

- A cura di Vincenzo Lanza -

 

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STOCCOLMA.= La Reale Accademia svedese delle Scienze di Stoccolma ha attribuito il premio Nobel 2005 in chimica a tre ricercatori: il 74.enne francese Yves Chauvin, e gli americani Robert Grubbs, 63 anni, e Richard Schrock, 60 anni. L’assegnazione del Nobel in chimica 2005 viene motivata per lo sviluppo del metodo di metatesi della sintesi organica che gli accademici svedesi hanno ritenuto una delle reazioni più importanti in chimica organica che tra l’altro è importante per la produzione di molte nuove molecole farmaceutiche. I tre neolaureati con il Nobel hanno reso evidente che tutta la vita sulla Terra è basata su composti organici, dimostrando, dai loro laboratori, che questi possono essere anche prodotti artificialmente con l’impiego della sintesi organica. Per metatesi si intende lo scambio di posti di atomi di carbonio che formano lunghe catene e anelli, legano elementi come idrogeno e ossigeno, formano legami chimici doppi. Tale metodo è impiegato giornalmente nell’industria chimica per lo sviluppo di prodotti farmaceutici e materiali di plastica a tecnologia avanzata. Grazie al contributo di Chauvin, Grubbs e Schrock, i metodi di sintesi da loro scoperti possono considerarsi molto più efficienti, più semplici e più delicati nei confronti dell’ambiente, con impiego di solventi non dannosi e prodotti di scarto non pericolosi. Gli accademici svedesi ritengono che la tecnica dei tre premiati costituisca un grande passo in avanti verso la cosiddetta ‘chimica verde’.

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DALL’ALBA DI IERI IL MONDO ISLAMICO È ENTRATO NEL RAMADAN DELL’ANNO 1426.

AD ECCEZIONE DI ALCUNI PAESI, TUTTE LE NAZIONI ISLAMICHE HANNO DATO IL VIA

AL MESE DEL DIGIUNO, COME STABILITO DALL’ARABIA SAUDITA,

CUSTODE DELLA MECCA E DELLA MEDINA

- A cura di Francesca Sabatinelli -

 

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ROMA. = Dall’alba di ieri il mondo islamico è ufficialmente entrato nel mese di Ramadan dell’anno 1426. Per i prossimi 28 giorni, la durata del ciclo lunare sul quale si basa il calendario islamico, i musulmani osserveranno strette regole comportamentali uguali per tutti. Fatta eccezione per alcuni Paesi, tutte le nazioni islamiche hanno dato il via al mese del digiuno, così come stabilito dall’Arabia Saudita, custode della Mecca e della Medina. Un bicchiere di latte di capra e sei datteri al giorno, era questo secondo la tradizione il pasto di Maometto durante il Ramadan, il santo mese del digiuno, il nono mese del calendario lunare islamico, quando il Profeta ricevette la prima rivelazione coranica, uno dei cinque pilastri dell’islam. Astensione dal bere, dal cibo, dal fumo e dai rapporti sessuali dall’alba al tramonto, è questo che prevede il Ramadan dal quale sono esentati i bambini, i malati, le donne incinte e coloro che devono intraprendere un viaggio che superi gli ottanta chilometri. E’ un periodo di intensa religiosità e di rafforzamento dei legami familiari e comunitari, un mese di preghiera, di astinenza e purificazione spirituale, nonché di riflessione per prendere le distanze da ogni forma di violenza. E’ un mese durante il quale la comunità si raduna più che in ogni altro periodo dell’anno: tutte le sere la preghiera della veglia notturna in cui si leggono parti del corano. Solo al calar del sole è possibile rompere il digiuno, lo si fa mangiando datteri e bevendo un bicchiere di latte, poco prima di iniziare la preghiera. E poi noci, pistacchi, nocciole, dolci, succo di tamarindo e di carrubo, immancabili sulle tavole pronte per l’iftar, il pasto che si consuma in famiglia al tramonto. Il mese si conclude allo spuntare della luna nuova del decimo mese dell’anno lunare, con una grande e solenne festa di tre giorni cui partecipa l’intera comunità.

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IN ITALIA, IN LIBRERIA DA OGGI IL “DIZIONARIO DELLA DEMOCRAZIA”,

IL LIBRO SCRITTO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CARLO AZEGLIO CIAMPI

ED INDIRIZZATO AI GIOVANI

 

Roma. = Esce oggi nelle librerie italiane il “Dizionario della Democrazia” di Carlo Azeglio Ciampi, curato dal giornalista Dino Pesole e pubblicato dalle Edizioni San Paolo. Con il volume il capo dello Stato italiano desidera condividere, soprattutto con i giovani, le sue riflessioni sulla democrazia, vista come partecipazione, consuetudine alla discussione, all’attitudine critica, al confronto dialettico costante, antidoto potente contro possibili tentazioni autoritarie. Il volume reca la prefazione di Sergio Zavoli ed è organizzato per voci in ordine alfabetico; per iniziativa della Provincia di Roma di intesa con il Quirinale, verrà consegnato a tutti gli studenti dell’ultimo anno di scuola secondaria superiore. (T.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

5 ottobre 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Gli Stati Uniti non partiranno dall’Iraq e avranno successo nella loro missione nel Paese arabo: è quanto ha assicurato,  ieri,  il presidente americano, George Bush, in una conferenza stampa tenutasi nei giardini della Casa Bianca. “Non ho alcun dubbio - ha detto Bush - sul fatto che avremo successo in Iraq e sapremo porre le fondamenta  della pace per le generazioni future”. Nel Paese arabo, intanto, l’Assemblea di Baghdad ha fatto marcia indietro sulla modifica delle norme per il referendum sulla Costituzione del prossimo 15 ottobre. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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Il Parlamento iracheno ha accolto la richiesta dell’ONU e ha annullato le modifiche elettorali approvate domenica scorsa. Dopo questa decisione, basterà che in tre delle 18 province irachene i due terzi dei “votanti”, e non più degli “aventi diritto al voto”, si pronuncino contro per bocciare la Costituzione. La controversa modifica introdotta domenica era stata criticata dalle Nazioni Unite e dai sunniti che avevano giudicato inammissibile il cambio delle regole elettorali pochi giorni prima del referendum. Alcuni deputati si sono pronunciati contro l’odierna decisione, che ha reintrodotto la maggioranza dei votanti, sottolineando come, in questo modo, una minoranza di sunniti potrebbe imporre la sua volontà alla maggioranza del Paese. Il Parlamento iracheno ha varato, inoltre, una legge che introduce la pena di morte per chi è coinvolto in atti terroristici. La normativa configura otto nuovi reati e definisce terroristico “qualsiasi atto criminale deliberato o volontario contro la sicurezza e la stabilità dello Stato e contro le persone”. Il ministro dell’Interno iracheno ha nuovamente criticato, poi, l’Arabia Saudita, accusandola  di discriminare le donne e gli sciiti. “Vogliamo libertà e democrazia in tutta la nazione araba”,  ha detto il ministro iracheno precisando che “quattro milioni di sciiti vivono come cittadini di terza classe nel regno saudita”. Nell’ovest del Paese arabo si è conclusa, intanto, una vasta operazione delle truppe americane contro basi della guerriglia e del terrorismo. Più di 50 ribelli e almeno 5 soldati statunitensi sono rimasti uccisi durante l’offensiva. Un sito islamico ha reso noto, infine, che sarebbe stato assassinato un leader di un gruppo estremista. Si tratta di un emiro, Othman, uno dei primi mujaheddin in Iraq che aveva minacciato di usare armi chimiche contro le truppe americane e le forze governative irachene.

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La prossima settimana  il governo del primo ministro palestinese, Abu Ala, presenterà le sue dimissioni. Lo hanno reso noto fonti politiche palestinesi. Il Consiglio legislativo palestinese lunedì aveva approvato una risoluzione in cui chiedeva le dimissioni del presidente Abu Mazen e lo scioglimento dell’attuale governo, accusati di non esser stati capace di tenere a freno i movimenti estremistici palestinesi. Intanto, la notte scorsa a Gaza due miliziani di Hamas sono stati catturati da agenti dell’Autorità nazionale palestinese. Una soldatessa israeliana, invece, è stata assalita da un palestinese armato ad un posto di blocco di Beit Furik, in Cisgiordania.

 

L’Iran ha ribadito la propria disponibilità a riavviare i negoziati con l’Unione Europea sul suo programma nucleare, “ma senza condizioni e pressioni”. Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha espresso, inoltre, fiducia per la ripresa dei negoziati tra Iran e Unione Europea.

 

Si continua a far luce sugli orrori compiuti in ex Jugoslavia durante la guerra civile degli anni ’90. Le autorità della Repubblica serba di Bosnia hanno identificato quasi 20 mila militari e poliziotti responsabili dell’eccidio di ottomila musulmani bosniaci avvenuto a Srebrenica nel 1995. Il servizio di Emiliano Bos:

 

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A dieci anni dal peggior crimine commesso in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale e sotto forti pressioni internazionali, le autorità della Repubblica Srpska,  dove dalla fine della  guerra vivono i serbo-bosniaci, iniziano a riconoscere le proprie responsabilità nel massacro compiuto dalle truppe del generale Ratko Mladic. Questa lista rappresenta il tentativo di stilare un elenco esauriente di tutte le persone coinvolte nei crimini di Srebrenica, ha commentato Paddy Ashdown, l’alto rappresentante della comunità internazionale in Bosnia. Per ora, per non minare le future inchieste, non verranno divulgati i 19.473 nomi della lista, né procedimenti penali aperti o eventuali condanne. Ashdown si aspetta soprattutto che le autorità bosniache, insieme al Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, si concentrino a questo punto sulla cattura di persone che ancora oggi ricoprono incarichi pubblici, quasi 900 sospetti, coinvolte nel massacro di Srebrenica. Resta intanto ancora vergognosamente latitante il suo principale organizzatore, l’ex generale serbo-bosniaco Mladic, accusato di genocidio e crimini di guerra.

 

Per la Radio Vaticana, Emiliano Bos.

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Il portavoce dei taleban afghani, Abdul Latif Hakimi, arrestato ieri in Pakistan, è sotto interrogatorio. L’obiettivo è quello di riuscire a scoprire i suoi legami con i capi della guerriglia e i suoi movimenti in Pakistan. Hakimi è stato arrestato alla periferia di Quetta con altri 5 sospetti taleban.

 

In Canada, sono almeno 10 le persone morte per un misterioso virus che ha colpito alcuni pazienti di una casa di riposo di Toronto. Altre dieci persone, secondo le autorità locali, sono in terapia intensiva. In tutti i casi, è stata riscontrata un’affezione polmonare, con sintomi respiratori simili a quelli della Sars, che due anni fa a Toronto ha provocato 44 morti. I medici assicurano, comunque, che la situazione è sotto controllo, anche se si attendono gli esami di laboratorio per stabilire di quale malattia si tratti.

 

L’Unione  Europea  sta  valutando  di  intervenire in Kosovo e in Medio Oriente per gestire le delicate fasi di transizione delle due aree. Lo ha detto oggi a Bruxelles l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione, Javier Solana.

 

L’enclave spagnola di Melilla, in Marocco, è stata di nuovo presa d’assalto da diversi clandestini. Lo rendono noto fonti della polizia precisando che almeno 59 immigrati sono riusciti a superare il confine. Secondo quanto riportato dai media locali, alcuni dei clandestini sono feriti in modo non grave.

 

C’è attesa a Berlino per una nuova riunione nel pomeriggio fra socialdemocratici e cristianodemocratici. Il persistente braccio di ferro sulla leadership del possibile nuovo governo di ‘Grande Coalizione’ rischia, però, di sfociare in una rottura clamorosa che aggraverebbe ulteriormente l’impasse politica del Paese. Il nodo da sciogliere rimane la nomina del futuro cancelliere.

 

India e Pakistan hanno fatto un passo in avanti per risolvere l’annosa disputa sul Kashmir. In un incontro avvenuto ad Islamabad, il ministro degli Esteri indiano, Natwar Singh, e quello pakistano, Khursheed Mehmood Kasuri, si sono impegnati a trovare un accordo sulla demilitarizzazione del ghiacciaio di Siachen. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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L’area, che si trova sulla catena himalayana a 5.500 metri di quota, è famosa per essere il fronte di guerra più alto e anche il più costoso. Ma è dal 1999 che gli eserciti non combattono più, e finora tra i soldati ci sono state più vittime per le condizioni climatiche estreme che per il conflitto. Tra le intese raggiunte tra le due delegazioni, c’è anche quella di avviare uno studio per la delimitazione dei confini marittimi, e la costituzione di una commissione di promozione economica. I due Paesi, dotati di armi atomiche, hanno anche firmato un importante accordo in cui si impegnano a notificare in anticipo le prove di lancio di missili balistici. Tra le misure di distensione militare, anche un telefono rosso tra le guardie costiere. Anche se il nodo principale, la controversia sul territorio del Kashmir, non è stato ancora affrontato, il processo di pace, avviato nel gennaio 2004, prosegue quindi seguendo una strategia dei piccoli passi che finora è servita a creare un clima di fiducia reciproca.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Un forte  terremoto  ha scosso stamattina la provincia  indonesiana di Aceh, già devastata dallo tsunami dello scorso dicembre, causando il panico fra gli abitanti. Per il momento, non si ha notizia né di vittime né di danni gravi.

 

Un deciso monito è stato lanciato nella notte dall’ONU ad Etiopia ed Eritrea perchè pongano termine ai forti contrasti. Le Nazioni Unite hanno criticato, in particolare, il governo di Asmara che  ha annunciato recentemente la decisione di bloccare gli spostamenti in elicottero dei caschi blu, circa 3.200. Gli spostamenti in elicottero sono fondamentali per la missione di pace.

 

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