RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
277 - Testo della trasmissione di martedì 4 ottobre 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Nuovo intervento di mons. Migliore all’ONU sul
disarmo
OGGI IN PRIMO PIANO:
Oggi festa di San Francesco d’Assisi: con noi p. José Rodriguez Carballo e p. Vincenzo Coli
40 anni fa il discorso di Paolo VI
all’ONU con l’appello “Mai più la guerra!”
CHIESA E SOCIETA’:
Assegnato a due scienziati americani e a un tedesco il premio Nobel per la fisica
Secondo Eurostat aumentano i cittadini europei a
rischio povertà
Le suore di Madre Teresa attendono da Pechino
il permesso di aprire una casa per anziani in Cina
Niger: i centri nutrizionali della Chiesa
spesso unica speranza di sopravvivenza per i poveri
La Lateranense e la Caritas promuovono
un nuovo corso universitario sulla carità
Domani
alla Cattolica di Milano il premio alle migliori campagne di comunicazione
sociale dell'anno
Iraq: oltre 1500 i soldati
USA uccisi dall’inizio della guerra
4 ottobre 2005
LA
RISCOPERTA DELL’EUCARISTIA COME BALUARDO CONTRO LA CRISI MORALE
E LA
PERDITA DEL SENSO DEL SACRO CHE HA INVESTITO IL MONDO: ALCUNI DEI TEMI DELLA
SECONDA GIORNATA DI LAVORI AL SINODO IN CORSO IN VATICANO,
ALLA
PRESENZA DEL PAPA.
IERI
POMERIGGIO, INTERVENTI SU QUESTIONI LITURGICHE
- A
cura di Giovanni Peduto e Alessandro De Carolis -
Rilanciare nel mondo contemporaneo
il senso del sacro, spesso annullato dalla crisi morale in cui si dibattono
molte civiltà, così da restituire ai fedeli la comprensione profonda del
mistero eucaristico, nella sua dinamicità e nella sua capacità di
trasformazione dell’uomo. E’ una delle tematiche di fondo affrontata
questa mattina dai padri sinodali, durante la seconda giornata al Sinodo
sull’Eucaristia. Dopo aver introdotto i lavori dell’assise
con il suo intervento di ieri, Benedetto XVI ha partecipato anche alla congregazione
generale odierna conclusasi verso le 12.30 di oggi, alla quale hanno preso
parte 18 relatori. Il resoconto nel servizio di Alessandro
De Carolis.
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Una Chiesa attaccata, minata nel
rispetto dei suoi rappresentanti e, di contro, il rinnovamento dello spirito di
comunione stimolato dall’Anno dell’Eucaristia. E’ la cornice con la quale il vescovo Juan Abelardo Mata Guevara, del
Nicaragua, ha aperto la mattinata di interventi,
stigmatizzando l’insidia della secolarizzazione che ha minato il patrimonio culturale
del suo popolo. Di fronte a quella che ha definito una crisi morale che sta
intaccando i valori della persona e della famiglia – crisi simboleggiata, ha
esemplificato, dall’indecenza di alcuni spettacoli
come ad esempio il carnevale, vissuti in modo degradante per la dignità umana -
il presule ha ribadito l’urgenza di una coraggiosa evangelizzazione di tutti
gli ambienti sociali. Dall’angolo opposto del pianeta, il vescovo coreano, Peter Kang U-Il,
gli ha fatto eco individuando soprattutto nello scarso interesse verso la celebrazione
eucaristica mostrato dai bambini una delle difficoltà emblematiche
della Chiesa locale e una delle priorità pastorali per invertire la tendenza,
incrementando l’unità dei cristiani. Anche
l’arcivescovo indiano Telesphore Palcidus
Toppo ha attribuito alla forza dell’Eucaristia la crescita dei fedeli nel suo
Paese, così come l’arcivescovo di Westminster, Cormac Murphy-O’Connor ha
invitato il Sinodo a dare grande importanza all’aspetto della koinonia, la comunione.
Dal vescovo Clément Fecteau, del Canada, è giunto l’invito a
spiegare meglio la Teologia della consacrazione eucaristica per facilitare il
dialogo ecumenico, ha asserito, e per rendere più facile ai cristiani la
comprensione della presenza del Signore nell’Eucaristia. Ed ha auspicato che
gli specialisti suggeriscano un nuovo linguaggio su questo aspetto. Il
cardinale Jorge Arturo Medina Estevez
ha ribadito l’indissolubilità dei tre aspetti
dell’Eucaristia - il sacrificio, la presenza reale e la comunione sacramentale
– ed ha messo in guardia dal non trasformare le Messe di suffragio in un elogio
dei defunti. Inoltre, sul senso dell’Eucaristia come Viatico si è soffermato il
cardinale Javier Lozano Barragan, mentre il Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti, Grégoire III Laham, ha parlato
della relazione tra il sacrificio eucaristico e l’economia della salute, caro
all’Oriente cristiano, e sull’importanza dei Sacramenti dell’iniziazione
cristiana.
Il cardinale James Francis Stafford, nella sua veste di Penitenziere maggiore, ha
voluto fare una riflessione sul rapporto tra Eucaristia e Penitenza. La
partecipazione al banchetto eucaristico con i fratelli – ha
detto tra l’altro il porporato - comporta, come condizione ineludibile, un segno pubblico di riconciliazione. E perché
ciò sia facilitato nella vita cristiana del quotidiano, il cardinale Stafford ha concluso raccomandando
che in ogni diocesi sia prevista la presenza del canonico penitenziere o almeno
di un sacerdote che svolga il medesimo incarico. Anche l’aspetto mediatico dell’Eucaristia ha orientato
le affermazioni dell’arcivescovo del Brasile, Lyrio Rocha, che non ha nascosto le serie e gravi preoccupazioni
sollevate ad esempio da alcune trasmissioni televisive della Messa, per le
quali – ha affermato – sarebbe della massima convenienza ricordare che nella
liturgia si celebra il mistero pasquale. Inoltre, ha
suggerito, sia dato il giusto valore ai simboli liturgici, si curi
l’espressione artistica dello spazio celebrativo, degli oggetti, delle vesti
liturgiche. Anche il canto e la musica siano in
accordo con l’indole propria della celebrazione, il tempo liturgico e i momenti
celebrativi.
Nella sessione di stamattina, durante la quale ha avuto luogo la prima votazione in forma elettronica per
l’elezione dei membri della Commissione per il Messaggio, ha trovato spazio il
problema ambientale, sollevato dall’arcivescovo peruviano, Pedro
Ricardo Barreto Jimeno. Di
fronte ad una tecnologia che inquina, ha commentato, l’Eucaristia, essendo il
vertice verso il quale tende tutta la creazione, è anche la risposta alla
preoccupazione del mondo contemporaneo per l’equilibrio ecologico.
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Nei 14 interventi di ieri pomeriggio al Sinodo, tra i vari
aspetti del mistero eucaristico ne è stata
sottolineata innanzitutto dal cardinale Saraiva Martìns l’essenziale dimensione pasquale. L’Eucaristia, ha
detto il porporato, è sorgente ed epifania di comunione e in questo contesto, ha proseguito, va sottolineata la valenza
fortemente ecumenica dell’Eucaristia. Il vero ecumenismo, infatti, non consiste
tanto nell’andare noi verso i nostri fratelli separati, o nel venire loro verso
di noi, bensì nell’andare, noi e loro, verso il Cristo. Ma
anche le questioni legate al rispetto della liturgia hanno suscitato
l’attenzione dei padri sinodali, come ci riferisce uno dei nostri inviati,
Giovanni Peduto:
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Incisivo l’intervento di mons. Tadeusz Kondrusiewicz,
arcivescovo della Madre di Dio a Mosca. La riforma liturgica - ha detto - ha permesso una
partecipazione più cosciente e feconda dei fedeli all’Eucaristia, però con
aspetti positivi essa ne ha portati anche taluni
negativi. L’insufficiente disciplina e coscienza liturgica nella celebrazione
dell’Eucaristia influisce negativamente anche nei rapporti ecumenici. La
violazione delle norme liturgiche offusca la fede e la dottrina della Chiesa
sull’Eucaristia e, pertanto, il presule ha chiesto l’approvazione di un nuovo
documento dottrinale sull’osservanza delle norme liturgiche.
Altri interventi hanno posto l’accento sulla necessità di
mettere in risalto l’azione di Dio nella Liturgia, soprattutto nell’Eucaristia
(Le Gall, Francia); un altro (pure francese, Gueneley) ha rilevato che non è sufficientemente messo in risalto
il legame tra Battesimo ed Eucaristia e manca spesso un’adeguata preparazione catechetica sul senso dell’Eucaristia. E’ stata pure
evidenziata la necessità del giusto rapporto tra il Sacramento della Penitenza
e l’Eucaristia (Tobin, superiore generale dei Redentoristi, e Caro Cordero del
Cile); sottolineato anche il rapporto fra Eucaristia e pastorale vocazionale
(lo stesso Caro Cordero) e fra Eucaristia e famiglia:
l’Eucaristia edifica la famiglia, la famiglia fa
l’Eucaristia (Giraldo Jaramillo, Colombia). Mons. Bruno Forte, di Chieti-Vasto
ha lamentato che nell’Instrumentum Laboris restino poco valorizzate le potenzialità dell’ecclesio-logia
eucaristica, di quel rapporto cioè fra l’Eucaristia e la Chiesa che è stato
concepito dalla grande tradizione cristiana come costitutivo ed essenziale per
l’essere l’agire della Chiesa stessa. E, infine, mons. Fisichella,
rettore della Lateranense, ha detto che la grande
sfida per i cristiani dei prossimi decenni è quella di un rinnovato stile di
vita che rimetta al centro della loro esistenza il mistero eucaristico.
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IL PAPA ALLA BEATIFICAZIONE DEL VESCOVO TEDESCO DI
MÜNSTER,
CLEMENS
AUGUST VON GALEN, IN PROGRAMMA DOMENICA PROSSIMA.
BENEDETTO
XVI SALUTERA’ E BENEDIRA’ I PRESENTI AL TERMINE DELLA MESSA,
PRESIEDUTA
DAL CARDINALE SARAIVA MARTINS
- A
cura di Alessandro De Carolis
-
Parteciperà con un breve saluto finale, Benedetto XVI,
alla cerimonia di Beatificazione del vescovo Clemens August von Galen,
in programma domenica prossima in San Pietro. Il rito, per il quale il
Pontefice ha designato come celebrante il cardinale José Saraiva
Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, inizierà alle 9.30 all’Altare della Confessione
della Basilica Vaticana e vedrà, al termine, l’arrivo del Papa, che venererà le
reliquie del nuovo Beato, per poi rivolgersi qualche istante ai presenti e
impartire la benedizione apostolica.
Mons. von Galen, nato nel 1876, fu vescovo della città tedesca di Münster. Fu uno dei protagonisti della difficile stagione
ecclesiale sotto il nazionalsocialismo, che il presule avversò con coraggio e
pubblicamente, esponendo a seri rischi la propria incolumità personale. Un’eco
mondiale trovarono, come apice della sua resistenza
pubblica contro il regime di Hitler, le tre celebri
prediche che mons. von Galen
tenne nella chiesa di San Lamberto il 13 luglio e il 3 agosto del 1941, e nella
chiesa di Nostra Signore in Überwasser, il 20 luglio
1941. Nei tre discorsi, il vescovo di di
Münster si ribellò contro le violazioni perpetrate
dal nazismo schierandosi in difesa del diritto alla vita, dell’inviolabilità e
della libertà dei suoi cittadini. In particolare, censurò aspramente
l’uccisione dei malati psichici bollati da Hitler
come vite improduttive e “senza valore di vivere”.
DELUDENTI I RISULTATI NELL’ULTIMO ANNO IN TEMA DI DISARMO:
FORTE RICHIAMO DELLA SANTA
SEDE A TUTTI I PAESI DELL’ONU
A COMPIERE PASSI CONCRETI,
SPECIE NEL SETTORE NUCLEARE
La Santa Sede con vigore richiama la comunità internazionale a porre tutto l’impegno
necessario al controllo delle armi e stigmatizza i recenti fallimenti negoziali
in materia di non proliferazione nucleare: cosi l’arcivescovo Celestino
Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite,
intervenuto ieri nell’ambito del Comitato ONU per il completo e generale
disarmo. Il servizio di Roberta Gisotti.
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Con toni forti
e parole chiare, l’arcivescovo Migliore ha ripercorso le tappe insoddisfacenti
segnate nell’ultimo anno per liberare il mondo dall’incubo delle armi. Ha
evocato le speranze disattese nel recente Vertice per il 60 mo anniversario
delle Nazioni Unite, “per proseguire e intensificare i negoziati” al fine di far avanzare il
completo disarmo e rafforzare il regime internazionale di non proliferazione.
Intenti espressi nel documento preparatorio, che però non sono rientrati nel
documento finale. Questa esclusione, definita “una disgrazia” dal segretario
generale dell’ONU, non è avvenuta – ha affermato il rappresentante della Santa
Sede – per disinteresse della maggior parte dei leader e dei governi, e anzi
molti fra questi hanno mostrato grande preoccupazione
per gli aumentati rischi posti dalla proliferazione di armamenti di ogni tipo.
“Ma la pressione – ha spiegato il presule – è tale che
i legittimi e seri interessi di molti, specialmente dei più vulnerabili ed
emarginati, sono spesso messi da parte”. E cosi è
“deplorevole” che la Conferenza di revisione sul Trattato di non proliferazione
nucleare, si sia chiusa in maggio “senza una sola effettiva decisione”, seppure
“l’apertura di una Convenzione per la repressione degli Atti di Terrorismo
Nucleare”, abbia segnato “un importante passo”.
“Le armi
nucleari – ha constato mons. Migliore - stanno
divenendo una caratteristica permanente di alcune dottrine militari, e c’è
stato un drammatico incremento del 20 per cento nelle spese militari nei due
anni passati”. Inoltre “la vendita congiunta di armi
delle prime 100 industrie produttrici è cresciuto del 25 per cento in un solo
anno” Solo “le piccole armi uccidono almeno mezzo milione di persone l’anno, e
le Conferenze delle Nazioni Unite non hanno ancora sortito uno strumento
legalmente vincolante” su queste armi.
E’ dunque
“deludente” – ha concluso l’arcivescovo – che i
principi ed i progressi del disarmo stiano scemando per “la riluttanza di
alcuni” e “la mancata volontà di altri” ad assumere pubblicamente questo impegno.
Da qui “il
dovere” di tutti i membri delle Nazioni Unite a lavorare sugli aspetti tecnici,
legali e politici del controllo delle armi e del disarmo “pilastri
dell’architettura della pace”, perché la grande
maggioranza degli Stati vuole sicuramente raggiungere questo obiettivo al più
presto, consapevoli “del legame intrinseco tra disarmo, sviluppo e sicurezza”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la
prima pagina il titolo “Asilo, diritto negato”: si è
aperta, a Ginevra, la riunione dell’Alto Commissariato dell’ONU per i
rifugiati. Milioni di persone vittime sono vittime di intolleranza,
demagogia e populismo.
Servizio
vaticano - Il resoconto della seconda e terza Congregazione generale del Sinodo
dei Vescovi.
Servizio estero - Medio
Oriente: sale la tensione nei Territori autonomi; a rischio il governo di Abu Ala.
Servizio culturale - Un
articolo di Agnese Pellegrini dal titolo “L’esotico
prevale sui dati storiografici”: nella “Storia di Alessandro Magno” di Curzio
Rufo.
Per l’“Osservatore libri” un
articolo di M. Antonietta De Angelis dal titolo “Uno
sguardo penetrante sull’uomo, sul Pastore, sul Pontefice”: un volume a più voci
su Prospero Lambertini, il futuro Benedetto XIV.
Servizio
italiano - In rilievo i temi della legge elettorale e della finanziaria.
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4 ottobre 2005
OGGI LA FESTA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI, PATRONO
D’ITALIA
-
Intervista con padre José Rodríguez Carballo e padre Vincenzo Coli -
“In un mondo
segnato da divisioni, squilibri e contraddizioni, i valori religiosi fanno
parte di un patrimonio etico universale che deve rafforzare l’impegno di ognuno
in favore della pace, della solidarietà e della fratellanza”. Così il
presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi
in un messaggio inviato oggi, festa di San Francesco d’Assisi, ai frati della
Basilica che custodisce le spoglie del Patrono d’Italia. “Un’occasione -
ha detto Ciampi - per rinnovare una riflessione
ecumenica. Una giornata, quella dedicata a San Francesco, che
assume un valore particolare. Tiziana Campisi.
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Giornata della pace, della
fraternità e del dialogo tra culture e religioni diverse. Il 4 ottobre, festa di San
Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, da quest’anno è solennità civile, istituita
con una legge del 10 febbraio scorso.
(musica)
Nella
Basilica patriarcale di Assisi ha celebrato una
solenne liturgia eucaristica l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra:
“Ciò
che conquista Francesco non è un qualsiasi ideale o progetto di povertà e
ancora meno non è un’utopia di rivoluzioni sociali, ciò che lo conquista è la
povertà di chi è Altissimo Signore, è l’umiliazione di Dio nel mistero della
sua Incarnazione. Qual è l’orizzonte ultimo entro cui oggi vive il nostro
popolo. Qual è il suo senso dell’orientamento. E’ solamente l’orizzonte di un
benessere materiale. Stiamo davvero custodendo tutta la consistenza spirituale,
tutta l’identità del nostro popolo che anche dal francescanesimo ha attinto
quei caratteri di ricca umanità, di fattiva solidarietà fraterna e di indefessa laboriosità”.
Al sindaco del capoluogo romagnolo
Sergio Cofferati quest’anno il compito di accendere,
con olio offerto dalla regione Emilia Romagna, la lampada votiva a San Francesco. La figura
del poverello d’Assisi è stata ricordata anche al
Sinodo dei vescovi, al microfono di Giovanni Peduto il Ministro generale
dell’Ordine francescano dei Frati Minori José Rodríguez
Carballo parla del legame tra San Francesco e
l’Eucaristia:
“San Francesco era un vero innamorato dell’Eucaristia. Nei
pochi scritti che ci ha lasciato parla ripetutamente dell’Eucaristia e parla
anche della Parola di Dio in rapporto con l’Eucaristia: infatti
lui dirà che niente abbiamo che ci ricordi la presenza reale di Gesù se non le
santissime parole e il santissimo Corpo e Sangue di nostro Signore Gesù Cristo.
Per Francesco, l’Eucaristia è la continuazione dell’Incarnazione, la continuazione, fino alla fine del mondo, dell’Incarnazione
che un giorno è avvenuta nel seno della Vergine Maria”.
Ma perché il santo delle stimmate
avvicina culture e confessioni differenti? Lo spiega il custode della Basilica
del Sacro Convento di Assisi padre Vincenzo Coli:
“Francesco credo che possa essere percepito da
credenti e non come un punto di riferimento credibile e amabile, sia per quanto
riguarda la pace perché ci ha insegnato ad accoglierla come dono di Dio, ma
come anche un impegno di vita. A custodire il valore della fraternità e anche
per il dialogo ci ha insegnato, con il noto episodio del Sultano, che va fatto
da persone che hanno una personalità matura, cioè
persone capaci di accogliere l’altro, di rispettarlo, di ascoltarlo e con
l’apertura anche ad accogliere eventuali arricchimenti che vengono dagli
altri”.
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40 ANNI FA IL DISCORSO DI PAOLO VI ALL’ONU. PORTO
“UN MESSAGGIO FELICE”
PER TUTTA L’UMANITA’: DIO, IN CRISTO, “E’
PADRE DI TUTTI GLI UOMINI”.
IN QUELL’OCCASIONE LANCIO’ IL SUO CELEBRE APPELLO:
“MAI PIU’ LA GUERRA”
Portiamo
“un messaggio per tutta l’umanità”, un “messaggio felice” secondo la “Rivelazione
ineffabile” di Cristo: che Dio è “Padre di tutti gli uomini”: sono le parole
che Paolo VI pronunciò 40 anni fa, il 4 ottobre del 1965, al Palazzo
di Vetro dell’ONU a New York. Era il primo Pontefice a parlare davanti alle
Nazioni Unite. Celebre il suo appello di pace: “Lasciate cadere le armi dalle
vostre mani … mai più la guerra, mai più la guerra!”.
Il servizio di Sergio Centofanti:
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Paolo VI davanti ai rappresentanti di 116 Nazioni
esordisce in questo modo: sono “vostro fratello”. Spiega di essere “rivestito …
d’una minuscola, quasi simbolica sovranità temporale, quanta gli
basta per essere libero di esercitare la sua missione spirituale, e per
assicurare chiunque tratta con lui, che egli è indipendente da ogni sovranità
di questo mondo”. Ma “non ha alcuna potenza temporale, né alcuna
ambizione di competere” con gli altri Stati: ha solo il desiderio di
poter servire le Nazioni “con disinteresse, con umiltà e amore”. Porto “un messaggio
per tutta l’umanità” – afferma – “un messaggio felice, da consegnare a ciascuno
di voi”. I cristiani lo portano nel cuore da venti secoli. “Noi celebriamo qui –
aggiunge – l’epilogo d’un faticoso pellegrinaggio in cerca d’un colloquio con
il mondo intero, da quando Ci è stato comandato:
Andate e portate la buona novella a tutte le genti”. Il Papa esprime il suo
forte apprezzamento per il ruolo dell’ONU: “voi esistete
per unire le Nazioni” – dice – per “affratellare non solo alcuni ma tutti i
Popoli”. Tuttavia aggiunge: “nessuno, in quanto membro
della vostra unione, sia superiore agli altri. Non l’uno sopra l’altro. È la
formula della eguaglianza”. “Non si può essere
fratelli – proseguiva Paolo VI - se non si è umili. Ed
è l'orgoglio, per inevitabile che possa sembrare, che provoca le tensioni e le
lotte del prestigio, del predominio, del colonialismo, dell’egoismo; rompe cioè la fratellanza”.
Il Papa quindi lancia il suo celebre appello di pace: “Mai
più la guerra, mai più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell'intera
umanità!”. E la prima via della pace è il disarmo: “Se volete essere fratelli –
esclama - lasciate
cadere le armi dalle vostre mani”. E la riduzione
degli armamenti andrà a beneficio dei Paesi in via di sviluppo. “Facciamo
Nostra – spiega Paolo VI –
la voce dei poveri, dei diseredati, dei sofferenti, degli
anelanti alla giustizia, alla dignità della vita, alla libertà, al benessere e
al progresso”. Ma lancia un monito: “Voi dovete procurare
di far abbondare quanto basti il pane per la mensa dell’umanità; non già
favorire un artificiale controllo delle nascite, che sarebbe irrazionale, per
diminuire il numero dei commensali al banchetto della vita”. “Dobbiamo
abituarci a pensare in maniera nuova l’uomo”, afferma: “È l’ora in cui si impone una sosta, un momento di raccoglimento, di
ripensamento, quasi di preghiera: ripensare, cioè, alla nostra comune origine,
alla nostra storia, al nostro destino comune. Mai come oggi, in un’epoca di
tanto progresso umano, si è reso necessario l’appello
alla coscienza morale dell’uomo! Il pericolo non viene né dal progresso né
dalla scienza: questi, se bene usati, potranno anzi
risolvere molti dei gravi problemi che assillano l’umanità. Il pericolo vero
sta nell’uomo, padrone di sempre più potenti strumenti, atti alla rovina ed
alle più alte conquiste!”. “L’edificio della moderna civiltà - sottolinea Paolo VI - deve reggersi su principii
spirituali, capaci non solo di sostenerlo, ma altresì di illuminarlo e di animarlo”
e questi “non possono non fondarsi sulla
fede in Dio”. E Papa Montini ripropone
ai rappresentanti del mondo “il Dio ignoto” di cui parlava San Paolo agli
Ateniesi: quel Dio ignoto – afferma “è il Dio vivente, il Padre di tutti gli
uomini” secondo “la Rivelazione ineffabile” di Cristo.
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DOPO DIFFICILI COLLOQUI, VIA LIBERA
IERI IN LUSSEMBURGO
ALL’AVVIO
DEI NEGOZIATI DI ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA PER LA TURCHIA.
NELLA
NOTTE ANCHE LA FIRMA PER LA CROAZIA, DOPO LA CONFERMA
DELLA
COLLABORAZIONE CON IL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE
- Con
noi, Giorgio Rumi e Katija Kusec -
Una giornata chiave quella di
ieri in Lussemburgo
che ha visto, al termine di colloqui molto difficili, il via libera ai negoziati, della
durata di almeno dieci anni, per l’ingresso della Turchia nell’Unione
Europea. Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, commentando il via libera dei 25 Stati membri, ha
affermato che “una Turchia stabile, democratica e moderna è un obiettivo che dobbiamo sostenere
attivamente”. “Naturalmente - ha aggiunto - il cammino che porterà la Turchia fino
all’adesione sarà lungo e difficile. E l’adesione non è né garantita, né automatica”. Da parte sua, il premier turco Tayyip Erdogan ha parlato di “una
nuova fase storica che rappresenta una continuazione naturale del cammino
storico della Turchia” e che rafforza “il carattere globale
dell’Europa”. Ma come
sono stati superati gli ostacoli emersi in questi giorni? Risponde il prof.
Giorgio Rumi, docente di Storia contemporanea all’Università
Statale di Milano, intervistato da Giada Aquilino:
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R. – Sono stati superati con un intelligente gradualismo,
considerando che l’Europa non è una ideologia, ma è un
fatto reale che attiene all’economia, alla politica ed alla cultura.
Gradualismo vuol dire che anche la data del 2014 come
traguardo permette di superare certe ansietà che ci sono state finora.
D. – Quello iniziato in
Lussemburgo è un percorso che, seppure lentamente, dovrebbe far entrare
nell’Unione Europea il primo Paese musulmano …
R. – La questione è la situazione interna della Turchia,
che ha una storia di forze europeizzanti - l’esercito, il che è abbastanza
anomalo per le nostre categorie consuete - e di tendenze neo-islamiche che
possono suscitare apprensioni. D’altra parte, il vantaggio di avere un grande
Paese musulmano in Europa è evidente a tutti: teniamo presente che la Turchia
confina, oltre che con la Grecia e la Bulgaria, anche con l’Iraq, quindi ha una
finestra, una porta verso l’Oriente. Dunque è importante far vedere alle altre
Nazioni musulmane che non ci sono discriminazioni di tipo religioso, ma
semplicemente l’accettazione di certe regole e il rispetto di
altri orientamenti culturali. E’ possibile la convivenza. E direi di più: anche la fraternità.
D. – La Turchia, Paese musulmano; l’Europa, Unione basata
su radici giudaico-cristiane: che frutti darà questo incontro?
R. – I frutti sono quelli di dimostrare che noi e loro non
abbiamo preclusioni. L’iracheno, il libanese – dall’esempio
turco - sa che può avere un rapporto paritario con i Paese europei.
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Nella notte, dopo la sofferta decisione riguardo alla
Turchia, l’UE ha anche aperto formalmente i negoziati di adesione
della Croazia. Dopo un lungo periodo di verifiche, i ministri degli Esteri dei
25 hanno firmato l’accordo dopo la conferma
da parte del procuratore del Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, Carla del
Ponte, che Zagabria sta collaborando
pienamente con il TPI stesso. Era, questa, infatti, una condizione
considerata imprescindibile. Esprimendo la propria soddisfazione, il presidente
croato Stipe Mesic ha sottolineato
che il Paese non deve lasciarsi prendere dall’euforia perchè “c’è moltissimo
lavoro da fare”. Ma a parte gli impegni sul piano
delle autorità, che cosa pensa la popolazione croata? Perché
in stragrande maggioranza afferma di volere l’adesione? Per saperlo, Fausta
Speranza ha intervistato la giornalista della Radio Televisione Croata, Katija Kusec:
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R. – MANY PEOPLE WANT
Molte
persone vogliono che la Croazia diventi membro dell’Unione Europea, perché sentono
che la Croazia attraverso tutta la sua storia è stata parte dell’Europa. Se si guarda alla nostra storia e alla nostra cultura siamo sempre
stati parte dell’Europa. E la nostra gente
vuole che il nostro Paese diventi un membro dell’Unione Europea, perché è
qualcosa di naturale per noi.
D. –
Può dirmi qualcosa della vita in Croazia? Intendo, per esempio, qualcosa sui
prezzi a confronto con Bruxelles o altre città europee, o qualcosa dello stato
sociale…
R. – WE HAVE MANY PEOPLE …
Abbiamo
molte persone che sono ricche e molte persone povere.
La classe media è scomparsa. Oggi è questo il nostro problema. Dieci, quindici
anni fa avevamo un ceto medio che ora non c’è più. Non
so perché, ma è successo. I prezzi sono molto alti. Per le persone che vivono
di stipendio la vita è dura. Da una parte, c’è molta
gente che possiede macchine e abiti costosi e, dall’altra, persone che ogni
giorno pensano a cosa fare per i loro bambini e le loro
famiglie.
D. – Cosa pensa della sua vita rispetto al resto dell’area balcanica, degli altri Paesi dell’ex Jugoslavia?
R. –
WHEN I LOOK …
Guardando
agli altri Paesi dell’area balcanica, posso dire che la gente croata vive meglio, specialmente rispetto
ai serbi. Confrontandomi con i miei colleghi che vivono in quei Paesi, loro vivono peggio di me, hanno molti problemi, quelli che noi
avevamo anni fa. Deve passare molto tempo prima che i
loro Paesi siano allo stesso livello della Croazia.
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SUL CONCILIO VATICANO II E SUL RUOLO DELLA
CHIESA IN EUROPA,
AL
CENTRO DELL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI
D’EUROPA TENUTASI A ROMA,
E’
INTERVENUTO IERI PRESSO LA NOSTRA EMITTENTE
IL SOTTOSEGRETARIO DELLA CCEE, MONS. PETER FLEETWOOD
- A
cura di Amedeo Lomonaco -
Il
Concilio Vaticano II e l’Europa sono stati i temi centrali della
Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali europee
(CCEE), tenutasi a Roma dal 29 settembre al 2 ottobre. I vescovi, alla luce
delle indicazioni del Concilio, hanno cercato di individuare le linee di fondo del servizio futuro delle Conferenze episcopali e
del CCEE per l'evangelizzazione. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
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La lezione conciliare per la Chiesa oggi
e per la società in Europa, 40 anni dopo la conclusione del Concilio Ecumenico
Vaticano II, è stata la leva di un ricco dibattito. Tra gli
ambiti pastorali sono stati considerati, in particolare, il ruolo della
catechesi e dei mezzi di comunicazione sociale. Sui temi discussi durante i
lavori dell’Assemblea plenaria, ascoltiamo alcune dichiarazioni rilasciate dal
sottosegretario del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, mons. Peter Fleetwood, durante un incontro,
tenutosi ieri, presso la nostra emittente:
“C’è sempre, all’inizio, un ‘tour
de table’. Tutti i presenti possono dire, molto brevemente,
quale considerano l’avvenimento più importante o
nell’anno finora trascorso o nell’attualità della vita della loro Conferenza.
Abbiamo parlato di tutti i nostri capitoli e poi ci siamo concentrati sul
significato del Concilio Vaticano II per il futuro della Chiesa in Europa”.
Il sottosegretario del
Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa ha ricordato, poi, la prolusione
del presidente della CCEE, mons. Amédée Grab,
incentrata su un testo del mese di dicembre 1964 di
Papa Paolo VI sul Concilio Vaticano II:
“In questo
documento Paolo VI chiede al mondo: ‘Cosa vi
aspettavate da questo Concilio?”. Parla soprattutto con gli umanisti e dice,
alla fine: ‘Vedete che non c’è stata nessuna
dichiarazione di guerra, nessuna battaglia, nessun anatema, anzi: voi vedrete
che anche noi, e forse noi più di tutti, siamo i cultori dell’umanità’. Colpisce
veramente questo testo. Mons. Grab
ha usato questo testo per lanciare un appello ai suoi confratelli a cogliere
questo spirito di forza, di non lavorare con paura o ansia, anzi, di essere molto forti nell’aprirci all’attuale cultura
europea”.
La seconda parte dei lavori si
è concentrata su alcuni eventi centrali per le Conferenze episcopali europee.
Ascoltiamo mons. Fletwood:
“Dopo, abbiamo affrontato il tema dell’ecumenismo: a
gennaio prossimo inizia il processo della cosiddetta ‘terza assemblea ecumenica
europea’. Dopo Basilea e Graz si va
adesso a Sibiu, in Romania. Poi abbiamo parlato di
una serie di temi di attualità, tra i quali la legge
sui matrimoni omosessuali in Spagna e il referendum in Italia, al centro
dell’intervento del cardinale Ruini. Il vescovo
tedesco ha parlato della Giornata Mondiale della Gioventù. E
poi, siamo stati invitati a San Pietroburgo per la
nostra prossima plenaria, nell’ottobre 2006”.
L’Assemblea plenaria della CCEE
a Roma si è conclusa con la partecipazione alla Messa
di apertura del Sinodo dei vescovi nella Basilica di San Pietro, domenica
scorsa.
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4 ottobre 2005
GLI AMERICANI GLAUBER E HALL ED IL
TEDESCO HÄNSCH SONO I VINCITORI
DEL NOBEL PER LA FISICA, ASSEGNATO STAMANE A STOCCOLMA
- A cura di Vincenzo Lanza
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STOCCOLMA.
= Il premio Nobel in fisica di quest’anno viene
attribuito a tre scienziati nel campo dell’ottica. All’80.enne americano Roy Glauber, l’Accademia Reale
svedese delle Scienze, a Stoccolma, assegna metà del premio, poco più di mezzo
milione di euro, per le sue descrizioni teoriche sul comportamento delle
particelle di luce. Roy Glauber
ha potuto spiegare la doppia natura della luce, considerata sia come onde, sia
come un fascio di particelle, stabilendo le basi dell’ottica quantistica. Ha
chiarito così le differenze fondamentali tra fonti calde di luce, come ad
esempio le lampadine elettriche con un misto di frequenze e fasi, e di laser
che forniscono specifiche frequenze e fasi. L’altra metà del premio viene ripartita tra il 71.enne americano John Hall dell’Università Gila, in Colorado, ed il 63.enne tedesco Theodor Hänsch, dell’Istituto Max Planck a Monaco di Baviera. A Hall ed Hänsch gli accademici svedesi accreditano il merito dello
sviluppo della spettroscopia di precisione basata sul laser: in pratica, la
determinazione con estrema precisione del colore della luce di
atomi e molecole. La loro ricerca consente studi sulla stabilità delle
costanti della natura sul tempo e lo sviluppo di orologi
ad alta precisione oltre al miglioramento della tecnologia GPS.
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FOTOGRAFIA A TINTE SCURE SUI DIVARI SOCIALI
NELL’EUROPA A 25.
EUROSTAT DOCUMENTA CHE IL 20 PER CENTO DELLE CLASSI PIU’ AGIATE
E’ QUATTRO VOLTE E MEZZO PIU’
RICCO DEL 20 PER CENTO DELLE FASCE PIU’ POVERE.
A RISCHIO INDIGENZA 72 MILIONI DI PERSONE
BRUXELLES. = Sono 72 milioni i cittadini dell’Unione
europea che rischiano di oltrepassare la soglia della povertà. E' questa la
fotografia scattata nel 2003 da Eurostat, riportata
nel Rapporto pubblicato ieri, dal titolo “Povertà ed esclusione sociale
nell'Ue-25”. Solo massicci interventi sociali – documenta
la ricerca - permettono di gestire una situazione altrimenti esplosiva. Le
famiglie a un passo dall’indigenza - secondo Eurostat - sono
quelle che guadagnano meno del 60 per cento della media nazionale. Paesi più colpiti: Slovacchia, Irlanda e Grecia con un tasso del 21
per cento, seguiti da Italia, Portogallo e Spagna, con il 19 per cento, e
dalla Gran Bretagna con il 18 per cento. All’opposto le Nazioni meno
interessate dal fenomeno di esclusione economica di
larghe fasce della popolazione sono la Repubblica ceca, il Lussemburgo e la
Slovenia. La media europea è dunque attestata al 16 per cento. Preoccupante
anche il divario tra i più ricchi e più poveri: il 20% della popolazione con reddito più alto è 4,6
volte più ricca del 20% della popolazione con reddito più basso. (R.G.)
LE SUORE DI MADRE TERESA
ATTENDONO DA PECHINO IL PERMESSO DI APRIRE
UNA CASA PER ANZIANI IN CINA. IL PRIMO PASSO
E’ STATO FATTO DAL GOVERNO
CINESE CHE HA CHIESTO ALLA MADRE SUPERIORA DI
VISITARE IL LORO PAESE
ROMA. = Le suore di Madre Teresa attendono da
Pechino il permesso di aprire una loro Casa in Cina. In caso di una risposta positiva, le Missionarie della Carità sarebbero la prima Congregazione cattolica
internazionale ad aprire ufficialmente una sede nella Repubblica Popolare dai
tempi di Mao Zedong. Il
primo passo è stato fatto dal governo cinese, che ha chiesto alle suore di
andare nel loro Paese. Suor Nirmala Joshi, succeduta a Madre Teresa nella guida della
Congregazione, ha riferito - ad AsiaNews - che nell’aprile scorso sono state
contattate da una personalità del governo cinese con la proposta di aprire una
Casa in Cina. Benedetto XVI ha incoraggiato le suore ad accettare la proposta
ed a visitare il Paese asiatico. La madre superiora delle Missionarie della
Carità, che è partita a luglio, ha visitato la località di Quingdao
(Shandong). Su consiglio del vescovo locale, mons. Li
Mingshu, ha scritto una lettera al governo cinese e
da allora attende una risposta. “Il clima che si respira - riferisce mons. Li ad AsiaNews – è più aperto e tranquillo ora rispetto al
passato”. A testimoniare il buon clima, c’è il fatto che
i giornali cinesi, in agosto, hanno pubblicato la notizia della visita di suor Nirmala e della richiesta fatta a lei dalle autorità di
Pecchino. L’ordine di Madre Teresa ha avuto un ruolo importante di disgelo nei
rapporti fra Vaticano e Russia e fra Vaticano e Cambogia: le suore sono state
le prime ad aprire Case a Mosca e a Phnom Penh, dopo un lungo periodo di persecuzione e di mancanza
di libertà religiosa nei due Paesi. (R.R.)
I CENTRI NUTRIZIONALI DELLA
CHIESA CATTOLICA IN NIGER IN MOLTI CASI
RESTANO L’UNICA SPERANZA DI
SOPRAVVIVERE, PER LA POPOLAZIONE COLPITA
DALLA GRAVE CRISI ALIMENTARE DEI
MESI SCORSI
NIAMEY. = I centri nutrizionali cattolici in Niger,
dopo la grave crisi alimentare che da qualche mese colpisce il Paese africano,
stanno offrendo un enorme contributo di solidarietà. In molte regioni
rappresentano l’unica struttura sanitaria presente e anche l’unica speranza per
la popolazione stremata dalla fame. Dall’inizio della crisi ad oggi, ai cinque
centri nutrizionali se ne sono aggiunti altri cinque, per poter far fronte ai
nuovi bisogni. Oltre ai bambini malnutriti, i centri accolgono le donne incinte
e le persone colpite dall’AIDS/HIV. Da agosto a settembre, più di 3.400 persone
hanno beneficiato del programma d’assistenza. Uno dei centri nutrizionali della
Chiesa cattolica è quello della missione di Dolbel,
nel sud-ovest del Niger, dove giungono più di duecento bambini alla settimana. Secondo il responsabile dell’istituto, circa
il 98 per cento dei minori soffre di malnutrizione e il 70 per cento di
malaria. Il grave deficit alimentare, quest’anno, ha colpito circa 1900
villaggi con una popolazione di due milioni e 700 mila persone. Delle malattie
che sono derivate, le più diffuse sono: la malaria, il colera e la meningite.
(R.R.)
LA PONTIFICIA UNIVERSITA’ LATERANENSE DI ROMA E LA
CARITAS PROMUOVONO UN NUOVO CORSO UNIVERSITARIO SULLA CARITA’,
AL VIA
DAL 26 OTTOBRE NELLA CAPITALE
ROMA. = L’istituto Superiore di Scienze religiose “Ecclesia Mater” della Pontificia
Università Lateranense di Roma in collaborazione con la Caritas
diocesana di Roma e la Caritas italiana, promuovono
un “percorso formativo per operatori della carità”. Il Corso, che inizierà il
prossimo 26 ottobre e che terminerà a giugno 2006, si
svolgerà presso l’Università Lateranense di mercoledì, durante il primo
semestre, e di mercoledì e venerdì nel secondo semestre. Lo scopo di questo
Corso – spiega una nota della Caritas – “è formare
operatori per un’efficace diaconia di promozione dell’uomo
e della sua esistenza sociale nella prospettiva evangelica”. I docenti, tutti
interni all’Università Lateranense saranno affiancati da responsabili della Caritas. Il Corso sarà impostato su una metodologia
pastorale peculiare ai termini della carità, approfondendo sia i temi teologico-pastorali sia le
tematiche sociali con cui gli operatori vengono in contatto durante il servizio:
“Povertà, multietnicità e multiculturalsmo”.
Durante la presentazione del Corso agli operatori delle Caritas
parrocchiali di Roma, il cardinale Camillo Ruini ha fatto appello a “favorire l’attenzione ai poveri
ed agli emarginati attraverso proposte pedagogiche” ed ha ricordato come la Caritas sia “chiamata a promuovere la testimonianza della
carità, in forme consone ai tempi ed ai bisogni, con prevalente funzione
pedagogica”. (R.R.)
DOMANI
5 OTTOBRE SARÀ PRESENTATO ALL'UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO
IL
RICONOSCIMENTO DESTINATO ALLE MIGLIORI CAMPAGNE DI COMUNICAZIONE
SOCIALE DELL'ANNO. COINVOLTI ESPERTI E DOCENTI
UNIVERSITARI
- A
cura di Giovanni Peduto -
MILANO. = Sarà illustrato domani 5 ottobre alle 11.30, nella Aula Bontadini dell'Università
Cattolica di Milano, il programma del Premio San Bernardino 2005. Voluto dalla
diocesi di Massa Marittima, in collaborazione con il Dipartimento di scienze
della Comunicazione e dello Spettacolo dell’Università Cattolica di Milano, il riconoscimento intende selezionare le campagne
di comunicazione socialmente responsabili che si sono maggiormente distinte per
incisività e originalità, nel periodo settembre 2004 - settembre 2005. Il
premio, intitolato a San Bernardino, nativo di Massa Marittima e patrono dei
pubblicitari, prevede una prima selezione, operata da esperti e docenti
universitari, di alcune campagne di comunicazione
d’impresa, e un successivo approfondimento da parte di un team di giovani
studiosi dell’Università Cattolica di Milano. Le campagne selezionate saranno
poi presentate nel corso del Convegno intitolato “Responsabilità sociale e
creatività nella comunicazione d’impresa”, che si terrà il 22 ottobre prossimo
a Massa Marittima. All’incontro di domani, oltre a mons. Giovanni Santucci, vescovo di Massa Marittima - Piombino, saranno
presenti: Francesco Casetti, direttore del Dipartimento
di Scienze della comunicazione e dello spettacolo
dell'Università cattolica, e Lillo Perri, esperto di
comunicazione. Vincitrice della passata edizione è stata la campagna di Telecom.
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4 ottobre 2005
- A cura di Fausta Speranza -
In Iraq, un’autobomba è
esplosa Baghdad nei pressi della cosiddetta ‘Zona Verde’ provocando la morte
di due poliziotti iracheni. A sud della capitale tre soldati iracheni sono rimasti
uccisi in seguito a scontri tra forze della coalizione
e insorti. L’esercito americano ha reso noto, inoltre,
di avere ucciso almeno 33 ribelli, nel corso di attacchi militari contro
insorti nell’ovest del Paese. Le fonti statunitensi hanno anche precisato che,
durante l’offensiva, sono morti 4 soldati americani. Sono più di mille i
militari americani impegnati contro i ribelli nella regione di Sadah, nella provincia di al Anbar. Sale così a 1.500 il numero dei militari americani uccisi in azione in
Iraq, dall'inizio della guerra, ad opera di forze
regolari irachene, miliziani sciiti, insorti sunniti o terroristi. Lo fa sapere
il Pentagono aggiungendo che il numero delle perdite americane complessive,
comprese le vittime di incidenti e fuoco amico, è di almeno
1.936.
In Medio Oriente, le truppe israeliane hanno ucciso una donna
palestinese che aveva aggredito con un coltello una soldatessa
dello Stato ebraico ad un checkpoint nel nord
della Cisgiordania. In questi giorni, il governo israeliano ha rafforzato la
sicurezza per impedire attacchi da parte di militanti palestinesi durante le
celebrazioni del Capodanno ebraico, che coincide
quest’anno con l’inizio del Ramadan, mese di preghiera e digiuno per i musulmani.
Un addetto alla sicurezza dell'Onu
è stato ucciso la scorsa notte a Kisimayo, città portuale
nel Sud della Somalia, da un gruppo di assalitori al
momento ignoti. L'Undp, il programma per gli aiuti
allo sviluppo dell'Onu, ha fermamente condannato
l'assassinio ed in un comunicato rilasciato a Nairobi ha reso
noto che è stata presa la
decisione di richiamare il personale (13 persone, 12 locali, uno straniero) che
operava nella zona. L'addetto alla sicurezza assassinato si chiamava Muhamud Muse Gureage, aveva 42
anni, sposato con due figli, e lavorava per l'Onu da
circa due anni.
Gli aerei militari italiani e francesi potranno entrare
negli spazi aerei reciproci per inseguire aerei
sospetti nell'ambito della lotta al terrorismo internazionale. E’ l’accordo raggiunto
oggi a Parigi al Vertice bilaterale italo-francese e
annunciato dal presidente francese, Jacques Chirac nella conferenza stampa con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. I due leader si sono pronunciati anche in tema di Iraq. Chirac ha parlato di una
divergenza di analisi all'inizio tra Francia ed
Italia, spiegando che si tratta del passato e che sul ritiro e
sull'affermazione della libertà in Iraq, Parigi e Roma sono d’accordo. Da parte
sua, il premier italiano ha confermato che c’è un giudizio “condiviso” sulla
necessità di un graduale rientro dei militari solo
quando l'Iraq potrà garantire la sicurezza interna con le sue forze
dell'ordine. Chirac nella conferenza stampa ha fatto
riferimento anche all’avvio dei negoziati per l’adesione della Turchia all’UE.
Non vedere che nello spazio europeo si impone la
presenza della Turchia e dire che il Paese non ha niente a che fare con
l’Europa - ha spiegato - significherebbe assumersi una responsabilità molto
grande.
Il cancelliere socialdemocratico Gerhard
Schroder ammorbidisce la sua posizione nel braccio di
ferro con la leader cristianodemocratica
Angela Merkel circa la leadership del nuovo governo. Ma il suo partito non sembra pensarla allo stesso modo. Il
nostro servizio:
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''Non si tratta di avere pretese, né
si tratta tanto meno della mia persona'', afferma Schroeder, aggiungendo: “Io accetterò ogni decisione”, e
spiegando di non voler ostacolare in nessun modo il processo di formazione di
un governo stabile. E’ sembrata una indiretta
ammissione del cancelliere di volersi fare da parte per consentire una più
rapida soluzione della crisi politica. E dunque un via
libera alla Merkel come prima donna cancelliere. Ma
resta la posizione della stessa Spd che insiste nel
confermare l’attuale cancelliere a capo di un futuro nuovo governo di coalizione. “Come partito noi abbiamo il diritto politico di
attuare in questo Paese una politica socialdemocratica, e di farla con Gerhard Schroeder come cancelliere”,
ribadisce il presidente della Spd,
Muentefering, al termine di una riunione del direttivo
del partito. Aggiunge, poi, che tutte le decisioni sui nomi e le persone
dovranno essere prese nel corso della trattativa con la Cdu/Csu. E allora la parola passa alla
prossima riunione esplorativa in programma per domani.
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Il presidente italiano, Carlo Azeglio Ciampi, ha ribadito in un discorso
rivolto agli amministratori della provincia di Verbania
- Cusio - Ossola le proprie
preoccupazioni sullo stato dell’economia italiana, colpita dall’onda crescente
dell’incertezza sul futuro. Ciampi ha comunque espresso
anche fiducia sulle possibilità di un nuovo sviluppo. Per promuovere la
ripresa – ha precisato il presidente – servono unità,
collaborazione e concertazione. Il capo di Stato italiano ha sottolineato,
poi, il valore della Costituzione: “il testo costituzionale - ha detto Ciampi - non può essere stravolto, bisogna rispettarne i
principi e la validità”.
Negli Stati Uniti è sempre più
grave la posizione dell’ex capogruppo repubblicano alla Camera, Tom DeLay, accusato di
riciclaggio di denaro sporco. Texano e molto vicino al presidente statunitense,
DeLay era già stato incriminato la scorsa settimana
per associazione a delinquere. Delay
è accusato di aver stornato contributi politici concessi
da grandi industrie alle campagne elettorali di candidati repubblicani nel
Texas. Le irregolarità sarebbero state commesse nella campagna elettorale 2002.
Anche l’ex premier britannico, Margaret
Thatcher sarà presto interrogata dagli inquirenti
statunitensi per il caso DeLay. Secondo il quotidiano
‘Daily Mirror’,
gli inquirenti intendono chiedere chiarimenti all’ex premier
britannico su un incontro riservato avuto nel maggio 2000 con il deputato statunitense.
Ma dalla Thatcher è arrivata
una secca smentita: “Era solo un incontro politico - ha detto - e non un
meeting d’affari”.
Quattro afghani sono morti e cinque sono rimasti feriti in
un'esplosione avvenuta a Spin Boldak,
al confine tra Afghanistan e Pakistan. L'esplosione ha investito persone che stavano
tentando di entrare
in Pakistan o di ritornare in Afghanistan.
Due sospetti sono stati interrogati dalla polizia nel quadro dell'inchiesta sugli attentati che sabato sera, a
Bali, hanno provocato la morte di 22 persone, oltre
ai tre kamikaze, e oltre 120 feriti. ''Sono stati solo
interrogati e non ci sono elementi solidi che provino il loro coinvolgimento
negli attentati'', ha dichiarato il capo della polizia dell'isola Made Mangku Pastika,
precisando che gli inquirenti stanno concentrando gli sforzi sull'identificazione
dei kamikaze, le cui foto sono state pubblicate sulla stampa indonesiana.
Il governo del primo ministro giapponese Junichiro Koizumi, in linea con
il suo programma di riforme
strutturali che gli ha guadagnato uno 'storico' trionfo nelle elezioni anticipate
dell’11 settembre scorso, ha deciso di 'tagliare' nei prossimi cinque anni
32.230 dipendenti statali. L’obiettivo è ridurre il pesante debito pubblico che
ha superato il 150% del Pil della seconda maggiore
potenza economica mondiale. Fonti del governo hanno precisato che i tagli
annunciati potranno
essere in parte annullati da aumenti di personale in settori particolarmente
'critici' come uffici di immigrazione, penitenziari, polizia e uffici
tributari. E’ stata costituita una commissione
ad hoc sulla riforma della pubblica amministrazione ed
il quadro dei tagli 'netti' sarà completato entro la fine del mese di novembre.
Un'esplosione di gas ha fatto crollare una galleria in una
miniera di carbone nella Cina occidentale, e 14 minatori
sono rimasti intrappolati. Si è verificata in una miniera nella regione
autonoma del Xinjiang, nel
nordovest del Paese. Il precedente incidente era accaduto otto giorni fa nella
provincia dell'Henan, dove sono
morti 34 minatori. L'industria mineraria fornisce alla crescente
economia cinese
tre quarti dell'energia che consuma in un anno. Dall'inizio del 2005, più di
2.700 minatori hanno perso la vita in incidenti sul lavoro.
Almeno 15 persone sono morte nella provincia del Fujian,
nel sud della Cina, a causa del passaggio del tifone Longwang,
che già aveva provocato la morte di una persona a Taiwan. Rimane il mistero
sulla sorte di 59 studenti di una scuola militare di Fuzhou,
la capitale della provincia, dati per dispersi da quasi 48 ore. L’arrivo del
tifone ha portato all'evacuazione di oltre 500 mila persone.
Il
presidente salvadoregno, Tony Saca, ha dichiarato lo
stato d’emergenza per gli smottamenti di terreno causati dalle pesanti piogge.
Il maltempo ha causato la morte di almeno 31 persone. Gli sfollati sono almeno
8 mila. Domenica scorsa l’eruzione del vulcano Santa Ana,
il più grande del Paese, aveva causato due morti.
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