RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 277 - Testo della trasmissione di martedì 4 ottobre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La riscoperta dell’Eucaristia come baluardo contro la crisi morale e la perdita del senso del sacro: tra i temi della seconda giornata di lavori al Sinodo in corso in Vaticano

 

In occasione della Beatificazione del cardinale von Galen, domenica prossima, Benedetto XVI saluterà e benedirà i presenti al termine della Messa, presieduta dal cardinale Saraiva Martins

 

Nuovo intervento di mons. Migliore all’ONU sul disarmo

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Oggi festa di San Francesco d’Assisi: con noi p. José Rodriguez Carballo e p. Vincenzo Coli

 

40 anni fa il discorso di Paolo VI all’ONU con l’appello “Mai più la guerra!”

 

Unione Europea: sì all’avvio dei negoziati di adesione per Turchia e Croazia. I commenti di Giorgio Rumi e Katija Kusec

 

Sulla plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa tenutasi a Roma, è intervenuto ieri presso la nostra emittente il sottosegretario della CCEE, mons. Peter Fleetwood

 

CHIESA E SOCIETA’:

Assegnato a due scienziati americani e a un tedesco il premio Nobel per la fisica

 

Secondo Eurostat  aumentano i cittadini europei a rischio povertà

 

Le suore di Madre Teresa attendono da Pechino il permesso di aprire una casa per anziani in Cina

 

Niger: i centri nutrizionali della Chiesa spesso unica speranza di sopravvivenza per i poveri

 

La  Lateranense  e la Caritas promuovono un nuovo corso universitario sulla carità

 

Domani alla Cattolica di Milano il premio alle migliori campagne di comunicazione sociale dell'anno

 

24 ORE NEL MONDO:   

     Iraq: oltre 1500 i soldati USA uccisi dall’inizio della guerra

 

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

4 ottobre 2005

 

LA RISCOPERTA DELL’EUCARISTIA COME BALUARDO CONTRO LA CRISI MORALE

E LA PERDITA DEL SENSO DEL SACRO CHE HA INVESTITO IL MONDO: ALCUNI DEI TEMI DELLA SECONDA GIORNATA DI LAVORI AL SINODO IN CORSO IN VATICANO,

ALLA PRESENZA DEL PAPA.

IERI POMERIGGIO, INTERVENTI SU QUESTIONI LITURGICHE

- A cura di Giovanni Peduto e Alessandro De Carolis -

 

Rilanciare nel mondo contemporaneo il senso del sacro, spesso annullato dalla crisi morale in cui si dibattono molte civiltà, così da restituire ai fedeli la comprensione profonda del mistero eucaristico, nella sua dinamicità e nella sua capacità di trasformazione dell’uomo. E’ una delle tematiche di fondo affrontata questa mattina dai padri sinodali, durante la seconda giornata al Sinodo sull’Eucaristia. Dopo aver introdotto i lavori dell’assise con il suo intervento di ieri, Benedetto XVI ha partecipato anche alla congregazione generale odierna conclusasi verso le 12.30 di oggi, alla quale hanno preso parte 18 relatori. Il resoconto nel servizio di Alessandro De Carolis.

 

**********

Una Chiesa attaccata, minata nel rispetto dei suoi rappresentanti e, di contro, il rinnovamento dello spirito di comunione stimolato dall’Anno dell’Eucaristia. E’ la cornice con la quale il vescovo Juan Abelardo Mata Guevara, del Nicaragua, ha aperto la mattinata di interventi, stigmatizzando l’insidia della secolarizzazione che ha minato il patrimonio culturale del suo popolo. Di fronte a quella che ha definito una crisi morale che sta intaccando i valori della persona e della famiglia – crisi simboleggiata, ha esemplificato, dall’indecenza di alcuni spettacoli come ad esempio il carnevale, vissuti in modo degradante per la dignità umana - il presule ha ribadito l’urgenza di una coraggiosa evangelizzazione di tutti gli ambienti sociali. Dall’angolo opposto del pianeta, il vescovo coreano, Peter Kang U-Il, gli ha fatto eco individuando soprattutto nello scarso interesse verso la celebrazione eucaristica mostrato dai bambini una delle difficoltà emblematiche della Chiesa locale e una delle priorità pastorali per invertire la tendenza, incrementando l’unità dei cristiani. Anche l’arcivescovo indiano Telesphore Palcidus Toppo ha attribuito alla forza dell’Eucaristia la crescita dei fedeli nel suo Paese, così come l’arcivescovo di Westminster, Cormac Murphy-O’Connor ha invitato il Sinodo a dare grande importanza all’aspetto della koinonia, la comunione.

 

Dal vescovo Clément Fecteau, del Canada, è giunto l’invito a spiegare meglio la Teologia della consacrazione eucaristica per facilitare il dialogo ecumenico, ha asserito, e per rendere più facile ai cristiani la comprensione della presenza del Signore nell’Eucaristia. Ed ha auspicato che gli specialisti suggeriscano un  nuovo linguaggio su questo aspetto. Il cardinale Jorge Arturo Medina Estevez ha ribadito l’indissolubilità dei tre aspetti dell’Eucaristia - il sacrificio, la presenza reale e la comunione sacramentale – ed ha messo in guardia dal non trasformare le Messe di suffragio in un elogio dei defunti. Inoltre, sul senso dell’Eucaristia come Viatico si è soffermato il cardinale Javier Lozano Barragan, mentre il Patriarca di Antiochia dei Greco-Melkiti, Grégoire III Laham, ha parlato della relazione tra il sacrificio eucaristico e l’economia della salute, caro all’Oriente cristiano, e sull’importanza dei Sacramenti dell’iniziazione cristiana.

 

Il cardinale James Francis Stafford, nella sua veste di Penitenziere maggiore, ha voluto fare una riflessione sul rapporto tra Eucaristia e Penitenza. La partecipazione al banchetto eucaristico con i fratelli – ha detto tra l’altro il porporato - comporta, come condizione ineludibile, un segno pubblico di riconciliazione. E perché ciò sia facilitato nella vita cristiana del quotidiano, il cardinale Stafford ha concluso raccomandando che in ogni diocesi sia prevista la presenza del canonico penitenziere o almeno di un sacerdote che svolga il medesimo incarico. Anche l’aspetto mediatico dell’Eucaristia ha orientato le affermazioni dell’arcivescovo del Brasile, Lyrio Rocha, che non ha nascosto le serie e gravi preoccupazioni sollevate ad esempio da alcune trasmissioni televisive della Messa, per le quali – ha affermato – sarebbe della massima convenienza ricordare che nella liturgia si celebra il mistero pasquale. Inoltre, ha suggerito, sia dato il giusto valore ai simboli liturgici, si curi l’espressione artistica dello spazio celebrativo, degli oggetti, delle vesti liturgiche. Anche il canto e la musica siano in accordo con l’indole propria della celebrazione, il tempo liturgico e i momenti celebrativi.

 

Nella sessione di stamattina, durante la quale ha avuto luogo la prima votazione in forma elettronica per l’elezione dei membri della Commissione per il Messaggio, ha trovato spazio il problema ambientale, sollevato dall’arcivescovo peruviano, Pedro Ricardo Barreto Jimeno. Di fronte ad una tecnologia che inquina, ha commentato, l’Eucaristia, essendo il vertice verso il quale tende tutta la creazione, è anche la risposta alla preoccupazione del mondo contemporaneo per l’equilibrio ecologico.

**********

 

Nei 14 interventi di ieri pomeriggio al Sinodo, tra i vari aspetti del mistero eucaristico ne è stata sottolineata innanzitutto dal cardinale Saraiva Martìns l’essenziale dimensione pasquale. L’Eucaristia, ha detto il porporato, è sorgente ed epifania di comunione e in questo contesto, ha proseguito, va sottolineata la valenza fortemente ecumenica dell’Eucaristia. Il vero ecumenismo, infatti, non consiste tanto nell’andare noi verso i nostri fratelli separati, o nel venire loro verso di noi, bensì nell’andare, noi e loro, verso il Cristo. Ma anche le questioni legate al rispetto della liturgia hanno suscitato l’attenzione dei padri sinodali, come ci riferisce uno dei nostri inviati, Giovanni Peduto:

 

**********

Incisivo l’intervento di mons. Tadeusz Kondrusiewicz, arcivescovo della Madre di Dio a Mosca. La riforma liturgica - ha detto - ha permesso una partecipazione più cosciente e feconda dei fedeli all’Eucaristia, però con aspetti positivi essa ne ha portati anche taluni negativi. L’insufficiente disciplina e coscienza liturgica nella celebrazione dell’Eucaristia influisce negativamente anche nei rapporti ecumenici. La violazione delle norme liturgiche offusca la fede e la dottrina della Chiesa sull’Eucaristia e, pertanto, il presule ha chiesto l’approvazione di un nuovo documento dottrinale sull’osservanza delle norme liturgiche.

 

Altri interventi hanno posto l’accento sulla necessità di mettere in risalto l’azione di Dio nella Liturgia, soprattutto nell’Eucaristia (Le Gall, Francia); un altro (pure francese, Gueneley) ha rilevato che non è sufficientemente messo in risalto il legame tra Battesimo ed Eucaristia e manca spesso un’adeguata preparazione catechetica sul senso dell’Eucaristia. E’ stata pure evidenziata la necessità del giusto rapporto tra il Sacramento della Penitenza e l’Eucaristia (Tobin, superiore generale dei Redentoristi, e Caro Cordero del Cile); sottolineato anche il rapporto fra Eucaristia e pastorale vocazionale (lo stesso Caro Cordero) e fra Eucaristia e famiglia: l’Eucaristia edifica la famiglia, la famiglia fa l’Eucaristia (Giraldo Jaramillo, Colombia). Mons. Bruno Forte, di Chieti-Vasto ha lamentato che nell’Instrumentum Laboris restino poco valorizzate le potenzialità dell’ecclesio-logia eucaristica, di quel rapporto cioè fra l’Eucaristia e la Chiesa che è stato concepito dalla grande tradizione cristiana come costitutivo ed essenziale per l’essere l’agire della Chiesa stessa. E, infine, mons. Fisichella, rettore della Lateranense, ha detto che la grande sfida per i cristiani dei prossimi decenni è quella di un rinnovato stile di vita che rimetta al centro della loro esistenza il mistero eucaristico.

**********

 

 

IL PAPA ALLA BEATIFICAZIONE DEL VESCOVO TEDESCO DI MÜNSTER,

CLEMENS AUGUST VON GALEN, IN PROGRAMMA DOMENICA PROSSIMA.

BENEDETTO XVI SALUTERA’ E BENEDIRA’ I PRESENTI AL TERMINE DELLA MESSA,

PRESIEDUTA DAL CARDINALE SARAIVA MARTINS

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Parteciperà con un breve saluto finale, Benedetto XVI, alla cerimonia di Beatificazione del vescovo Clemens August von Galen, in programma domenica prossima in San Pietro. Il rito, per il quale il Pontefice ha designato come celebrante il cardinale José Saraiva Martins, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, inizierà alle 9.30 all’Altare della Confessione della Basilica Vaticana e vedrà, al termine, l’arrivo del Papa, che venererà le reliquie del nuovo Beato, per poi rivolgersi qualche istante ai presenti e impartire la benedizione apostolica.

 

Mons. von Galen, nato nel 1876, fu vescovo della città tedesca di Münster. Fu uno dei protagonisti della difficile stagione ecclesiale sotto il nazionalsocialismo, che il presule avversò con coraggio e pubblicamente, esponendo a seri rischi la propria incolumità personale. Un’eco mondiale trovarono, come apice della sua resistenza pubblica contro il regime di Hitler, le tre celebri prediche che mons. von Galen tenne nella chiesa di San Lamberto il 13 luglio e il 3 agosto del 1941, e nella chiesa di Nostra Signore in Überwasser, il 20 luglio 1941. Nei tre discorsi, il vescovo di di Münster si ribellò contro le violazioni perpetrate dal nazismo schierandosi in difesa del diritto alla vita, dell’inviolabilità e della libertà dei suoi cittadini. In particolare, censurò aspramente l’uccisione dei malati psichici bollati da Hitler come vite improduttive e “senza valore di vivere”.

 

 

 

DELUDENTI I RISULTATI NELL’ULTIMO ANNO IN TEMA DI DISARMO:

FORTE RICHIAMO DELLA SANTA SEDE A TUTTI I PAESI DELL’ONU

A COMPIERE PASSI CONCRETI, SPECIE NEL SETTORE NUCLEARE

 

La Santa Sede con vigore richiama la comunità internazionale a porre  tutto l’impegno necessario al controllo delle armi e stigmatizza i recenti fallimenti negoziali in materia di non proliferazione nucleare: cosi l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, intervenuto ieri nell’ambito del Comitato ONU per il completo e generale disarmo. Il servizio di Roberta Gisotti.

 

**********

Con toni forti e parole chiare, l’arcivescovo Migliore ha ripercorso le tappe insoddisfacenti segnate nell’ultimo anno per liberare il mondo dall’incubo delle armi. Ha evocato le speranze disattese nel recente Vertice per il 60 mo anniversario delle Nazioni Unite, “per proseguire e intensificare i negoziati” al fine  di far avanzare il completo disarmo e rafforzare il regime internazionale di non proliferazione. Intenti espressi nel documento preparatorio, che però non sono rientrati nel documento finale. Questa esclusione, definita “una disgrazia” dal segretario generale dell’ONU, non è avvenuta – ha affermato il rappresentante della Santa Sede – per disinteresse della maggior parte dei leader e dei governi, e anzi molti fra questi hanno mostrato grande preoccupazione per gli aumentati rischi posti dalla proliferazione di armamenti di ogni tipo. “Ma la pressione – ha spiegato il presule – è tale che i legittimi e seri interessi di molti, specialmente dei più vulnerabili ed emarginati, sono spesso messi da parte”. E cosi è “deplorevole” che la Conferenza di revisione sul Trattato di non proliferazione nucleare, si sia chiusa in maggio “senza una sola effettiva decisione”, seppure “l’apertura di una Convenzione per la repressione degli Atti di Terrorismo Nucleare”, abbia segnato “un importante passo”.

 

“Le armi nucleari – ha constato mons. Migliore - stanno divenendo una caratteristica permanente di alcune dottrine militari, e c’è stato un drammatico incremento del 20 per cento nelle spese militari nei due anni passati”. Inoltre “la vendita congiunta di armi delle prime 100 industrie produttrici è cresciuto del 25 per cento in un solo anno” Solo “le piccole armi uccidono almeno mezzo milione di persone l’anno, e le Conferenze delle Nazioni Unite non hanno ancora sortito uno strumento legalmente vincolante” su queste armi.

 

E’ dunque “deludente” – ha concluso l’arcivescovo – che i principi ed i progressi del disarmo stiano scemando per “la riluttanza di alcuni” e “la mancata volontà di altri” ad assumere pubblicamente questo impegno.

 

Da qui “il dovere” di tutti i membri delle Nazioni Unite a lavorare sugli aspetti tecnici, legali e politici del controllo delle armi e del disarmo “pilastri dell’architettura della pace”, perché la grande maggioranza degli Stati vuole sicuramente raggiungere questo obiettivo al più presto, consapevoli “del legame intrinseco tra disarmo, sviluppo e sicurezza”.

**********

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo “Asilo, diritto negato”: si è aperta, a Ginevra, la riunione dell’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati. Milioni di persone vittime sono vittime di intolleranza, demagogia e populismo. 

 

Servizio vaticano - Il resoconto della seconda e terza Congregazione generale del Sinodo dei Vescovi.

 

Servizio estero - Medio Oriente: sale la tensione nei Territori autonomi; a rischio il governo di Abu Ala.

 

Servizio culturale - Un articolo di Agnese Pellegrini dal titolo “L’esotico prevale sui dati storiografici”: nella “Storia di Alessandro Magno” di Curzio Rufo.

Per l’“Osservatore libri” un articolo di M. Antonietta De Angelis dal titolo “Uno sguardo penetrante sull’uomo, sul Pastore, sul Pontefice”: un volume a più voci su Prospero Lambertini, il futuro Benedetto XIV.  

 

Servizio italiano - In rilievo i temi della legge elettorale e della finanziaria.  

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

4 ottobre 2005

 

OGGI LA FESTA DI SAN FRANCESCO D’ASSISI, PATRONO D’ITALIA

- Intervista con padre José Rodríguez Carballo e padre Vincenzo Coli -

 

“In un mondo segnato da divisioni, squilibri e contraddizioni, i valori religiosi fanno parte di un patrimonio etico universale che deve rafforzare l’impegno di ognuno in favore della pace, della solidarietà e della fratellanza”. Così il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in un messaggio inviato oggi, festa di San Francesco d’Assisi, ai frati della Basilica che custodisce le spoglie del Patrono d’Italia. “Un’occasione - ha detto Ciampi - per rinnovare una riflessione ecumenica. Una giornata, quella dedicata a San Francesco, che assume un valore particolare. Tiziana Campisi.

 

**********

Giornata della pace, della fraternità e del dialogo tra culture e religioni diverse. Il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia, da quest’anno è solennità civile, istituita con una legge del 10 febbraio scorso.

 

(musica)

 

Nella Basilica patriarcale di Assisi ha celebrato una solenne liturgia eucaristica l’arcivescovo di Bologna Carlo Caffarra:

 

“Ciò che conquista Francesco non è un qualsiasi ideale o progetto di povertà e ancora meno non è un’utopia di rivoluzioni sociali, ciò che lo conquista è la povertà di chi è Altissimo Signore, è l’umiliazione di Dio nel mistero della sua Incarnazione. Qual è l’orizzonte ultimo entro cui oggi vive il nostro popolo. Qual è il suo senso dell’orientamento. E’ solamente l’orizzonte di un benessere materiale. Stiamo davvero custodendo tutta la consistenza spirituale, tutta l’identità del nostro popolo che anche dal francescanesimo ha attinto quei caratteri di ricca umanità, di fattiva solidarietà fraterna e di indefessa laboriosità”.

 

Al sindaco del capoluogo romagnolo Sergio Cofferati quest’anno il compito di accendere, con olio offerto dalla regione Emilia Romagna, la lampada votiva a San Francesco. La figura del poverello d’Assisi è stata ricordata anche al Sinodo dei vescovi, al microfono di Giovanni Peduto il Ministro generale dell’Ordine francescano dei Frati Minori José Rodríguez Carballo parla del legame tra San Francesco e l’Eucaristia:

 

“San Francesco era un vero innamorato dell’Eucaristia. Nei pochi scritti che ci ha lasciato parla ripetutamente dell’Eucaristia e parla anche della Parola di Dio in rapporto con l’Eucaristia: infatti lui dirà che niente abbiamo che ci ricordi la presenza reale di Gesù se non le santissime parole e il santissimo Corpo e Sangue di nostro Signore Gesù Cristo. Per Francesco, l’Eucaristia è la continuazione dell’Incarnazione, la continuazione, fino alla fine del mondo, dell’Incarnazione che un giorno è avvenuta nel seno della Vergine Maria”.

 

Ma perché il santo delle stimmate avvicina culture e confessioni differenti? Lo spiega il custode della Basilica del Sacro Convento di Assisi padre Vincenzo Coli:

 

“Francesco credo che possa essere percepito da credenti e non come un punto di riferimento credibile e amabile, sia per quanto riguarda la pace perché ci ha insegnato ad accoglierla come dono di Dio, ma come anche un impegno di vita. A custodire il valore della fraternità e anche per il dialogo ci ha insegnato, con il noto episodio del Sultano, che va fatto da persone che hanno una personalità matura, cioè persone capaci di accogliere l’altro, di rispettarlo, di ascoltarlo e con l’apertura anche ad accogliere eventuali arricchimenti che vengono dagli altri”. 

**********

 

 

40 ANNI FA IL DISCORSO DI PAOLO VI ALL’ONU. PORTO “UN MESSAGGIO FELICE”

 PER TUTTA L’UMANITA’: DIO, IN CRISTO, “E’ PADRE DI TUTTI GLI UOMINI”.

IN QUELL’OCCASIONE LANCIO’ IL SUO CELEBRE APPELLO:

“MAI PIU’ LA GUERRA”

 

Portiamo “un messaggio per tutta l’umanità”, un “messaggio felice” secondo la “Rivelazione ineffabile” di Cristo: che Dio è “Padre di tutti gli uomini”: sono le parole che Paolo VI  pronunciò  40 anni fa, il 4 ottobre del 1965, al Palazzo di Vetro dell’ONU a New York. Era il primo Pontefice a parlare davanti alle Nazioni Unite. Celebre il suo appello di pace: “Lasciate cadere le armi dalle vostre mani … mai più la guerra, mai più la guerra!”. Il servizio di Sergio Centofanti:

 

**********

Paolo VI davanti ai rappresentanti di 116 Nazioni esordisce in questo modo: sono “vostro fratello”. Spiega di essere “rivestito … d’una minuscola, quasi simbolica sovranità temporale, quanta gli basta per essere libero di esercitare la sua missione spirituale, e per assicurare chiunque tratta con lui, che egli è indipendente da ogni sovranità di questo mondo”. Ma “non ha alcuna potenza temporale, né alcuna ambizione di competere” con gli altri Stati: ha solo il desiderio di poter servire le Nazioni “con disinteresse, con umiltà e amore”. Porto “un messaggio per tutta l’umanità” – afferma – “un messaggio felice, da consegnare a ciascuno di voi”. I cristiani lo portano nel cuore da  venti secoli. “Noi celebriamo qui – aggiunge – l’epilogo d’un faticoso pellegrinaggio in cerca d’un colloquio con il mondo intero, da quando Ci è stato comandato: Andate e portate la buona novella a tutte le genti”. Il Papa esprime il suo forte apprezzamento per il ruolo dell’ONU: “voi esistete per unire le Nazioni” – dice – per “affratellare non solo alcuni ma tutti i Popoli”. Tuttavia aggiunge: “nessuno, in quanto membro della vostra unione, sia superiore agli altri. Non l’uno sopra l’altro. È la formula della eguaglianza”. “Non si può essere fratelli – proseguiva Paolo VI - se non si è umili. Ed è l'orgoglio, per inevitabile che possa sembrare, che provoca le tensioni e le lotte del prestigio, del predominio, del colonialismo, dell’egoismo; rompe cioè la fratellanza”.

 

Il Papa quindi lancia il suo celebre appello di pace: “Mai più la guerra, mai più la guerra! La pace, la pace deve guidare le sorti dei Popoli e dell'intera umanità!”. E la prima via della pace è il disarmo: “Se volete essere fratelli – esclama -  lasciate cadere le armi dalle vostre mani”. E la riduzione degli armamenti andrà a beneficio dei Paesi in via di sviluppo. “Facciamo Nostra – spiega Paolo VI –  la voce dei poveri, dei diseredati, dei sofferenti, degli anelanti alla giustizia, alla dignità della vita, alla libertà, al benessere e al progresso”. Ma lancia un monito: “Voi dovete procurare di far abbondare quanto basti il pane per la mensa dell’umanità; non già favorire un artificiale controllo delle nascite, che sarebbe irrazionale, per diminuire il numero dei commensali al banchetto della vita”. “Dobbiamo abituarci a pensare in maniera nuova l’uomo”, afferma: “È l’ora in cui si impone una sosta, un momento di raccoglimento, di ripensamento, quasi di preghiera: ripensare, cioè, alla nostra comune origine, alla nostra storia, al nostro destino comune. Mai come oggi, in un’epoca di tanto progresso umano, si è reso necessario l’appello alla coscienza morale dell’uomo! Il pericolo non viene né dal progresso né dalla scienza: questi, se bene usati, potranno anzi risolvere molti dei gravi problemi che assillano l’umanità. Il pericolo vero sta nell’uomo, padrone di sempre più potenti strumenti, atti alla rovina ed alle più alte conquiste!”. “L’edificio della moderna civiltà - sottolinea Paolo VI - deve reggersi su principii spirituali, capaci non solo di sostenerlo, ma altresì di illuminarlo e di animarlo” e questi  “non possono non fondarsi sulla fede in Dio”. E Papa Montini ripropone ai rappresentanti del mondo “il Dio ignoto” di cui parlava San Paolo agli Ateniesi: quel Dio ignoto – afferma “è il Dio vivente, il Padre di tutti gli uomini” secondo “la Rivelazione ineffabile” di Cristo.

**********

       

 

DOPO DIFFICILI COLLOQUI, VIA LIBERA IERI IN LUSSEMBURGO

ALL’AVVIO DEI NEGOZIATI DI ADESIONE ALL’UNIONE EUROPEA PER LA TURCHIA.

NELLA NOTTE ANCHE LA FIRMA PER LA CROAZIA, DOPO LA CONFERMA

DELLA COLLABORAZIONE CON IL TRIBUNALE PENALE INTERNAZIONALE

- Con noi, Giorgio Rumi e Katija Kusec -

 

Una giornata chiave quella di ieri in Lussemburgo che ha visto, al termine di colloqui molto difficili,  il via libera ai negoziati, della durata di almeno dieci anni, per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea.  Il presidente della Commissione  europea, José Manuel Barroso, commentando il via libera dei 25 Stati membri, ha affermato che “una Turchia stabile, democratica e  moderna è un obiettivo che dobbiamo sostenere attivamente”. “Naturalmente - ha aggiunto - il cammino che porterà la  Turchia fino all’adesione sarà lungo e difficile. E l’adesione  non è né garantita, né  automatica”. Da parte sua, il premier turco Tayyip Erdogan ha parlato di “una nuova fase storica che rappresenta una continuazione naturale del cammino storico della Turchia” e che rafforza “il carattere globale dell’Europa”. Ma come sono stati superati gli ostacoli emersi in questi giorni? Risponde il prof. Giorgio Rumi, docente di Storia contemporanea all’Università Statale di Milano, intervistato da Giada Aquilino:

 

**********

R. – Sono stati superati con un intelligente gradualismo, considerando che l’Europa non è una ideologia, ma è un fatto reale che attiene all’economia, alla politica ed alla cultura. Gradualismo vuol dire che anche la data del 2014 come traguardo permette di superare certe ansietà che ci sono state finora.

 

D. – Quello iniziato in Lussemburgo è un percorso che, seppure lentamente, dovrebbe far entrare nell’Unione Europea il primo Paese musulmano …

 

R. – La questione è la situazione interna della Turchia, che ha una storia di forze europeizzanti - l’esercito, il che è abbastanza anomalo per le nostre categorie consuete - e di tendenze neo-islamiche che possono suscitare apprensioni. D’altra parte, il vantaggio di avere un grande Paese musulmano in Europa è evidente a tutti: teniamo presente che la Turchia confina, oltre che con la Grecia e la Bulgaria, anche con l’Iraq, quindi ha una finestra, una porta verso l’Oriente. Dunque è importante far vedere alle altre Nazioni musulmane che non ci sono discriminazioni di tipo religioso, ma semplicemente l’accettazione di certe regole e il rispetto di altri orientamenti culturali. E’ possibile la convivenza. E direi di più: anche la fraternità.

 

D. – La Turchia, Paese musulmano; l’Europa, Unione basata su radici giudaico-cristiane: che frutti darà questo incontro?

 

R. – I frutti sono quelli di dimostrare che noi e loro non abbiamo preclusioni. L’iracheno, il libanese – dall’esempio turco - sa che può avere un rapporto paritario con i Paese europei.

**********

 

Nella notte, dopo la sofferta decisione riguardo alla Turchia, l’UE ha anche aperto formalmente i negoziati di adesione della Croazia. Dopo un lungo periodo di  verifiche, i ministri degli Esteri dei 25 hanno firmato l’accordo dopo la conferma  da parte del procuratore del Tribunale Penale Internazionale  dell’Aja, Carla del Ponte, che Zagabria sta collaborando  pienamente con il TPI stesso. Era, questa, infatti, una condizione considerata imprescindibile. Esprimendo la propria soddisfazione, il presidente croato Stipe Mesic ha sottolineato che il Paese non deve lasciarsi prendere dall’euforia perchè “c’è moltissimo lavoro da fare”. Ma a parte gli impegni sul piano delle autorità, che cosa pensa la popolazione croata? Perché in stragrande maggioranza afferma di volere l’adesione? Per saperlo, Fausta Speranza ha intervistato la giornalista della Radio Televisione Croata, Katija Kusec:  

 

**********

R. – MANY PEOPLE WANT CROATIA

Molte persone vogliono che la Croazia diventi membro dell’Unione Europea, perché sentono che la Croazia attraverso tutta la sua storia è stata parte dell’Europa. Se si guarda alla nostra storia e alla nostra cultura siamo sempre stati parte dell’Europa. E la nostra gente vuole che il nostro Paese diventi un membro dell’Unione Europea, perché è qualcosa di naturale per noi.

 

D. – Può dirmi qualcosa della vita in Croazia? Intendo, per esempio, qualcosa sui prezzi a confronto con Bruxelles o altre città europee, o qualcosa dello stato sociale…

 

R. – WE HAVE MANY PEOPLE …

Abbiamo molte persone che sono ricche e molte persone povere. La classe media è scomparsa. Oggi è questo il nostro problema. Dieci, quindici anni fa avevamo un ceto medio che ora non c’è più. Non so perché, ma è successo. I prezzi sono molto alti. Per le persone che vivono di stipendio la vita è dura. Da una parte, c’è molta gente che possiede macchine e abiti costosi e, dall’altra, persone che ogni giorno pensano a cosa fare per i loro bambini e le loro famiglie.

 

D. – Cosa pensa della sua vita rispetto al resto dell’area balcanica, degli altri Paesi dell’ex Jugoslavia?

 

R. – WHEN I LOOK

Guardando agli altri Paesi dell’area balcanica, posso dire che la gente croata vive meglio, specialmente rispetto ai serbi. Confrontandomi con i miei colleghi che vivono in quei Paesi, loro vivono peggio di me, hanno molti problemi, quelli che noi avevamo anni fa. Deve passare molto tempo prima che i loro Paesi siano allo stesso livello della Croazia.

**********

 

 

SUL CONCILIO VATICANO II E SUL RUOLO DELLA CHIESA IN EUROPA,

AL CENTRO DELL’ASSEMBLEA PLENARIA DEL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI D’EUROPA TENUTASI A ROMA,

E’ INTERVENUTO IERI PRESSO LA NOSTRA EMITTENTE

 IL SOTTOSEGRETARIO DELLA CCEE, MONS. PETER FLEETWOOD

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Il Concilio Vaticano II e l’Europa sono stati i temi centrali della Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE), tenutasi a Roma dal 29 settembre al 2 ottobre. I vescovi, alla luce delle indicazioni del Concilio, hanno cercato di individuare le linee di fondo del servizio futuro delle Conferenze episcopali e del CCEE per l'evangelizzazione. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

**********

La le­zione conciliare per la Chiesa oggi e per la società in Europa, 40 anni dopo la con­clusione del Concilio Ecumenico Vaticano II, è stata la leva di un ricco dibattito. Tra gli ambiti pastorali sono stati considerati, in particolare, il ruolo della catechesi e dei mezzi di comunicazione sociale. Sui temi discussi durante i lavori dell’Assemblea plenaria, ascoltiamo alcune dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, mons. Peter Fleetwood,  durante un incontro, tenutosi ieri, presso la nostra emittente:

 

“C’è sempre, all’inizio, untour de table’. Tutti i presenti possono dire, molto brevemente, quale considerano l’avvenimento più importante o nell’anno finora trascorso o nell’attualità della vita della loro Conferenza. Abbiamo parlato di tutti i nostri capitoli e poi ci siamo concentrati sul significato del Concilio Vaticano II per il futuro della Chiesa in Europa”.

 

Il sottosegretario del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa ha ricordato, poi, la prolusione del presidente della CCEE, mons. Amédée Grab, incentrata su un testo del mese di dicembre 1964 di Papa Paolo VI sul Concilio Vaticano II:

 

“In questo documento Paolo VI chiede al mondo:Cosa vi aspettavate da questo Concilio?”. Parla soprattutto con gli umanisti e dice, alla fine:Vedete che non c’è stata nessuna dichiarazione di guerra, nessuna battaglia, nessun anatema, anzi: voi vedrete che anche noi, e forse noi più di tutti, siamo i cultori dell’umanità’. Colpisce veramente questo testo. Mons. Grab ha usato questo testo per lanciare un appello ai suoi confratelli a cogliere questo spirito di forza, di non lavorare con paura o ansia, anzi, di essere molto forti nell’aprirci all’attuale cultura europea”.

 

La seconda parte dei lavori si è concentrata su alcuni eventi centrali per le Conferenze episcopali europee. Ascoltiamo mons. Fletwood:

 

“Dopo, abbiamo affrontato il tema dell’ecumenismo: a gennaio prossimo inizia il processo della cosiddetta ‘terza assemblea ecumenica europea’. Dopo Basilea e Graz si va adesso a Sibiu, in Romania. Poi abbiamo parlato di una serie di temi di attualità, tra i quali la legge sui matrimoni omosessuali in Spagna e il referendum in Italia, al centro dell’intervento del cardinale Ruini. Il vescovo tedesco ha parlato della Giornata Mondiale della Gioventù. E poi, siamo stati invitati a San Pietroburgo per la nostra prossima plenaria, nell’ottobre 2006”.

 

L’Assemblea plenaria della CCEE a Roma si è conclusa con la partecipazione alla Messa di apertura del Sinodo dei vescovi nella Basilica di San Pietro, domenica scorsa.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

4 ottobre 2005

 

 

GLI AMERICANI GLAUBER E HALL ED IL TEDESCO HÄNSCH SONO I VINCITORI

 DEL NOBEL PER LA FISICA, ASSEGNATO STAMANE A STOCCOLMA

- A cura di Vincenzo Lanza -

 

**********

STOCCOLMA. = Il premio Nobel in fisica di quest’anno viene attribuito a tre scienziati nel campo dell’ottica. All’80.enne americano Roy Glauber, l’Accademia Reale svedese delle Scienze, a Stoccolma, assegna metà del premio, poco più di mezzo milione di euro, per le sue descrizioni teoriche sul comportamento delle particelle di luce. Roy Glauber ha potuto spiegare la doppia natura della luce, considerata sia come onde, sia come un fascio di particelle, stabilendo le basi dell’ottica quantistica. Ha chiarito così le differenze fondamentali tra fonti calde di luce, come ad esempio le lampadine elettriche con un misto di frequenze e fasi, e di laser che forniscono specifiche frequenze e fasi. L’altra metà del premio viene ripartita tra il 71.enne americano John Hall dell’Università Gila, in Colorado, ed il 63.enne tedesco Theodor Hänsch, dell’Istituto Max Planck a Monaco di Baviera. A Hall ed Hänsch gli accademici svedesi accreditano il merito dello sviluppo della spettroscopia di precisione basata sul laser: in pratica, la determinazione con estrema precisione del colore della luce di atomi e molecole. La loro ricerca consente studi sulla stabilità delle costanti della natura sul tempo e lo sviluppo di orologi ad alta precisione oltre al miglioramento della tecnologia GPS.

**********

 

 

FOTOGRAFIA A TINTE SCURE SUI DIVARI SOCIALI NELL’EUROPA A 25.

EUROSTAT DOCUMENTA CHE IL 20 PER CENTO DELLE CLASSI PIU’ AGIATE

E’ QUATTRO VOLTE E MEZZO PIU’ RICCO DEL 20 PER CENTO DELLE FASCE PIU’ POVERE.

A RISCHIO INDIGENZA 72 MILIONI DI PERSONE

 

BRUXELLES. = Sono 72 milioni i cittadini dell’Unione europea che rischiano di oltrepassare la soglia della povertà. E' questa la fotografia scattata nel 2003 da Eurostat, riportata nel Rapporto pubblicato ieri, dal titolo “Povertà ed esclusione sociale nell'Ue-25”. Solo massicci interventi sociali – documenta la ricerca - permettono di gestire una situazione altrimenti esplosiva. Le famiglie a un passo dall’indigenza - secondo  Eurostat - sono quelle che guadagnano meno del 60 per cento della media nazionale. Paesi più colpiti: Slovacchia, Irlanda e Grecia con un tasso del 21 per cento, seguiti da Italia, Portogallo e Spagna, con il 19 per cento, e dalla Gran Bretagna con il 18 per cento. All’opposto le Nazioni meno interessate dal fenomeno di esclusione economica di larghe fasce della popolazione sono la Repubblica ceca, il Lussemburgo e la Slovenia. La media europea è dunque attestata al 16 per cento. Preoccupante anche il divario tra i più ricchi e più poveri: il 20% della  popolazione con reddito più alto è 4,6 volte più ricca del 20% della popolazione con reddito più basso. (R.G.)

 

 

LE SUORE DI MADRE TERESA ATTENDONO DA PECHINO IL PERMESSO DI APRIRE

 UNA CASA PER ANZIANI IN CINA. IL PRIMO PASSO E’ STATO FATTO DAL GOVERNO

 CINESE CHE HA CHIESTO ALLA MADRE SUPERIORA DI VISITARE IL LORO PAESE

 

ROMA. = Le suore di Madre Teresa attendono da Pechino il permesso di aprire una loro Casa in Cina. In caso di una risposta positiva, le Missionarie della Carità  sarebbero la prima Congregazione cattolica internazionale ad aprire ufficialmente una sede nella Repubblica Popolare dai tempi di Mao Zedong. Il primo passo è stato fatto dal governo cinese, che ha chiesto alle suore di andare nel loro Paese. Suor Nirmala Joshi, succeduta a Madre Teresa nella guida della Congregazione, ha riferito - ad AsiaNews - che nell’aprile scorso sono state contattate da una personalità del governo cinese con la proposta di aprire una Casa in Cina. Benedetto XVI ha incoraggiato le suore ad accettare la proposta ed a visitare il Paese asiatico. La madre superiora delle Missionarie della Carità, che è partita a luglio, ha visitato la località di Quingdao (Shandong). Su consiglio del vescovo locale, mons. Li Mingshu, ha scritto una lettera al governo cinese e da allora attende una risposta. “Il clima che si respira - riferisce mons. Li ad AsiaNews – è più aperto e tranquillo ora rispetto al passato”. A testimoniare il buon clima, c’è il fatto che i giornali cinesi, in agosto, hanno pubblicato la notizia della visita di suor Nirmala e della richiesta fatta a lei dalle autorità di Pecchino. L’ordine di Madre Teresa ha avuto un ruolo importante di disgelo nei rapporti fra Vaticano e Russia e fra Vaticano e Cambogia: le suore sono state le prime ad aprire Case a Mosca e a Phnom Penh, dopo un lungo periodo di persecuzione e di mancanza di libertà religiosa nei due Paesi. (R.R.)

 

 

I CENTRI NUTRIZIONALI DELLA CHIESA CATTOLICA IN NIGER IN MOLTI CASI

RESTANO L’UNICA SPERANZA DI SOPRAVVIVERE, PER LA POPOLAZIONE COLPITA

DALLA GRAVE CRISI ALIMENTARE DEI MESI SCORSI

 

NIAMEY. = I centri nutrizionali cattolici in Niger, dopo la grave crisi alimentare che da qualche mese colpisce il Paese africano, stanno offrendo un enorme contributo di solidarietà. In molte regioni rappresentano l’unica struttura sanitaria presente e anche l’unica speranza per la popolazione stremata dalla fame. Dall’inizio della crisi ad oggi, ai cinque centri nutrizionali se ne sono aggiunti altri cinque, per poter far fronte ai nuovi bisogni. Oltre ai bambini malnutriti, i centri accolgono le donne incinte e le persone colpite dall’AIDS/HIV. Da agosto a settembre, più di 3.400 persone hanno beneficiato del programma d’assistenza. Uno dei centri nutrizionali della Chiesa cattolica è quello della missione di Dolbel, nel sud-ovest del Niger, dove giungono più di duecento bambini alla settimana. Secondo il responsabile dell’istituto, circa il 98 per cento dei minori soffre di malnutrizione e il 70 per cento di malaria. Il grave deficit alimentare, quest’anno, ha colpito circa 1900 villaggi con una popolazione di due milioni e 700 mila persone. Delle malattie che sono derivate, le più diffuse sono: la malaria, il colera e la meningite. (R.R.) 

 

 

LA PONTIFICIA UNIVERSITA’ LATERANENSE DI ROMA E LA CARITAS PROMUOVONO UN NUOVO CORSO UNIVERSITARIO SULLA CARITA’,

AL VIA DAL 26 OTTOBRE NELLA CAPITALE

 

ROMA. = L’istituto Superiore di Scienze religiose “Ecclesia Mater” della Pontificia Università Lateranense di Roma in collaborazione con la Caritas diocesana di Roma e la Caritas italiana, promuovono un “percorso formativo per operatori della carità”. Il Corso, che inizierà il prossimo 26 ottobre e che terminerà a giugno 2006, si svolgerà presso l’Università Lateranense di mercoledì, durante il primo semestre, e di mercoledì e venerdì nel secondo semestre. Lo scopo di questo Corso – spiega una nota della Caritas – “è formare operatori per un’efficace diaconia di promozione dell’uomo e della sua esistenza sociale nella prospettiva evangelica”. I docenti, tutti interni all’Università Lateranense saranno affiancati da responsabili della Caritas. Il Corso sarà impostato su una metodologia pastorale peculiare ai termini della carità, approfondendo sia i temi teologico-pastorali sia le tematiche sociali con cui gli operatori vengono in contatto durante il servizio: “Povertà, multietnicità e multiculturalsmo”. Durante la presentazione del Corso agli operatori delle Caritas parrocchiali di Roma, il cardinale Camillo Ruini ha fatto appello a “favorire l’attenzione ai poveri ed agli emarginati attraverso proposte pedagogiche” ed ha ricordato come la Caritas sia “chiamata a promuovere la testimonianza della carità, in forme consone ai tempi ed ai bisogni, con prevalente funzione pedagogica”. (R.R.)

 

 

DOMANI 5 OTTOBRE SARÀ PRESENTATO ALL'UNIVERSITÀ CATTOLICA DI MILANO

IL RICONOSCIMENTO DESTINATO ALLE MIGLIORI CAMPAGNE DI COMUNICAZIONE

 SOCIALE DELL'ANNO. COINVOLTI ESPERTI E DOCENTI UNIVERSITARI

- A cura di Giovanni Peduto -

 

MILANO. = Sarà illustrato domani 5 ottobre alle 11.30, nella Aula Bontadini dell'Università Cattolica di Milano, il programma del Premio San Bernardino 2005. Voluto dalla diocesi di Massa Marittima, in collaborazione con il Dipartimento di scienze della Comunicazione e dello Spettacolo dell’Università Cattolica di Milano, il riconoscimento intende selezionare le campagne di comunicazione socialmente responsabili che si sono maggiormente distinte per incisività e originalità, nel periodo settembre 2004 - settembre 2005. Il premio, intitolato a San Bernardino, nativo di Massa Marittima e patrono dei pubblicitari, prevede una prima selezione, operata da esperti e docenti universitari, di alcune campagne di comunicazione d’impresa, e un successivo approfondimento da parte di un team di giovani studiosi dell’Università Cattolica di Milano. Le campagne selezionate saranno poi presentate nel corso del Convegno intitolato “Responsabilità sociale e creatività nella comunicazione d’impresa”, che si terrà il 22 ottobre prossimo a Massa Marittima. All’incontro di domani, oltre a mons. Giovanni Santucci, vescovo di Massa Marittima - Piombino, saranno presenti: Francesco Casetti, direttore del Dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo dell'Università cattolica, e Lillo Perri, esperto di comunicazione. Vincitrice della passata edizione è stata la campagna di Telecom.

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

4 ottobre 2005

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

In Iraq, un’autobomba è esplosa Baghdad nei pressi della cosiddetta ‘Zona Verde’ provocando la morte di due poliziotti iracheni. A sud della capitale tre soldati iracheni sono rimasti uccisi in seguito a scontri tra forze della coalizione e insorti. L’esercito americano ha reso noto, inoltre, di avere ucciso almeno 33 ribelli, nel corso di attacchi militari contro insorti nell’ovest del Paese. Le fonti statunitensi hanno anche precisato che, durante l’offensiva, sono morti 4 soldati americani. Sono più di mille i militari americani impegnati contro i ribelli nella regione di Sadah, nella provincia di al Anbar. Sale così a 1.500 il numero dei militari americani uccisi in azione in Iraq, dall'inizio della guerra, ad opera di forze regolari irachene, miliziani sciiti, insorti sunniti o terroristi. Lo fa sapere il Pentagono aggiungendo che il numero delle perdite americane complessive, comprese le vittime di incidenti e fuoco amico, è di almeno 1.936.

 

In Medio Oriente, le truppe israeliane hanno ucciso una donna palestinese che aveva aggredito con un coltello una soldatessa dello Stato ebraico ad un checkpoint nel nord della Cisgiordania. In questi giorni, il governo israeliano ha rafforzato la sicurezza per impedire attacchi da parte di militanti palestinesi durante le celebrazioni del Capodanno ebraico, che coincide quest’anno con l’inizio del Ramadan, mese di preghiera e digiuno per i musulmani.

 

Un addetto alla sicurezza dell'Onu è stato ucciso la scorsa notte a Kisimayo, città portuale nel Sud della Somalia, da un gruppo di assalitori al momento ignoti. L'Undp, il programma per gli aiuti allo sviluppo dell'Onu, ha fermamente condannato l'assassinio ed in un comunicato rilasciato a Nairobi ha reso noto che è  stata presa la decisione di richiamare il personale (13 persone, 12 locali, uno straniero) che operava nella zona. L'addetto alla sicurezza assassinato si chiamava Muhamud Muse Gureage, aveva 42 anni, sposato con due figli, e lavorava per l'Onu da circa due anni. 

 

Gli aerei militari italiani e francesi potranno entrare negli spazi aerei reciproci per inseguire aerei sospetti nell'ambito della lotta al terrorismo internazionale. E’ l’accordo raggiunto oggi a Parigi al Vertice bilaterale italo-francese e annunciato dal presidente francese, Jacques Chirac nella conferenza stampa con  il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. I due leader si sono pronunciati anche in tema di Iraq. Chirac ha parlato di una divergenza di analisi all'inizio tra Francia ed Italia, spiegando che si tratta del passato e che sul ritiro e sull'affermazione della libertà in Iraq, Parigi e Roma sono d’accordo. Da parte sua, il premier italiano ha confermato che c’è un giudizio “condiviso” sulla necessità di un graduale rientro dei militari solo quando l'Iraq potrà garantire la sicurezza interna con le sue forze dell'ordine. Chirac nella conferenza stampa ha fatto riferimento anche all’avvio dei negoziati per l’adesione della Turchia all’UE. Non vedere che nello spazio europeo si impone la presenza della Turchia e dire che il Paese non ha niente a che fare con l’Europa - ha spiegato - significherebbe assumersi una responsabilità molto grande.

 

Il cancelliere socialdemocratico Gerhard Schroder ammorbidisce la sua posizione nel braccio di ferro con la leader cristianodemocratica Angela Merkel circa la leadership del nuovo governo. Ma il suo partito non sembra pensarla allo stesso modo. Il nostro servizio:

 

**********

''Non si tratta di avere pretese, né si tratta tanto meno della mia persona'', afferma Schroeder, aggiungendo: “Io accetterò ogni decisione”, e spiegando di non voler ostacolare in nessun modo il processo di formazione di un governo stabile. E’ sembrata una indiretta ammissione del cancelliere di volersi fare da parte per consentire una più rapida soluzione della crisi politica. E dunque un via libera alla Merkel come prima donna cancelliere. Ma resta la posizione della stessa Spd che insiste nel confermare l’attuale cancelliere a capo di un futuro nuovo governo di coalizione. “Come partito noi abbiamo il diritto politico di attuare in questo Paese una politica socialdemocratica, e di farla con Gerhard Schroeder come cancelliere”, ribadisce il presidente della Spd, Muentefering, al termine di una riunione del direttivo del partito. Aggiunge, poi, che tutte le decisioni sui nomi e le persone dovranno essere prese nel corso della trattativa con la Cdu/Csu. E allora la parola passa alla prossima riunione esplorativa in programma per domani.

**********

 

Il presidente italiano, Carlo Azeglio Ciampi, ha ribadito in un discorso rivolto agli amministratori della provincia di Verbania - Cusio - Ossola le proprie preoccupazioni sullo stato dell’economia italiana, colpita dall’onda crescente dell’incertezza sul futuro. Ciampi ha comunque espresso  anche fiducia sulle possibilità di un nuovo sviluppo. Per promuovere la ripresa – ha precisato il presidente – servono unità, collaborazione e concertazione. Il capo di Stato italiano ha sottolineato, poi, il valore della Costituzione: “il testo costituzionale - ha detto Ciampi - non può essere stravolto, bisogna rispettarne i principi e la validità”.

 

Negli Stati Uniti è sempre più grave la posizione dell’ex capogruppo repubblicano alla Camera, Tom DeLay, accusato di riciclaggio di denaro sporco. Texano e molto vicino al presidente statunitense, DeLay era già stato incriminato la scorsa settimana per associazione a delinquere. Delay è accusato di aver stornato contributi politici concessi da grandi industrie alle campagne elettorali di candidati repubblicani nel Texas. Le irregolarità sarebbero state commesse nella campagna elettorale 2002. Anche l’ex premier britannico, Margaret Thatcher sarà presto interrogata dagli inquirenti statunitensi per il caso DeLay. Secondo il quotidiano ‘Daily Mirror’, gli inquirenti intendono chiedere chiarimenti all’ex premier britannico su un incontro riservato avuto nel maggio 2000 con il deputato statunitense. Ma dalla Thatcher è arrivata una secca smentita: “Era solo un incontro politico - ha detto - e non un meeting d’affari”.

 

Quattro afghani sono morti e cinque sono rimasti feriti in un'esplosione avvenuta a Spin Boldak, al confine tra Afghanistan e Pakistan. L'esplosione ha investito persone che stavano tentando di  entrare in Pakistan o di ritornare in Afghanistan. 

 

Due sospetti sono stati interrogati dalla polizia nel quadro dell'inchiesta sugli attentati che sabato sera, a Bali, hanno provocato la morte di 22 persone, oltre ai tre kamikaze, e oltre 120 feriti. ''Sono stati solo interrogati e non ci sono elementi solidi che provino il loro coinvolgimento negli attentati'', ha dichiarato  il capo della polizia dell'isola Made Mangku Pastika, precisando che gli inquirenti stanno concentrando gli sforzi sull'identificazione dei kamikaze, le cui foto sono state pubblicate sulla stampa indonesiana.

 

Il governo del primo ministro giapponese Junichiro Koizumi, in linea con il suo programma di  riforme strutturali che gli ha guadagnato uno 'storico' trionfo nelle elezioni anticipate dell’11 settembre scorso, ha deciso di 'tagliare' nei prossimi cinque anni 32.230 dipendenti statali. L’obiettivo è ridurre il pesante debito pubblico che ha superato il 150% del Pil della seconda maggiore potenza economica mondiale. Fonti del governo hanno precisato che i tagli annunciati  potranno essere in parte annullati da aumenti di personale in settori particolarmente 'critici' come uffici di immigrazione, penitenziari, polizia e uffici tributari.  E’ stata costituita una commissione ad hoc sulla riforma della pubblica amministrazione ed il quadro dei tagli 'netti' sarà completato entro la fine del mese di novembre.

 

Un'esplosione di gas ha fatto crollare una galleria in una miniera di carbone nella Cina occidentale, e 14 minatori sono rimasti intrappolati. Si è verificata in una miniera nella regione autonoma del Xinjiang, nel nordovest del Paese. Il precedente incidente era accaduto otto giorni fa nella provincia dell'Henan, dove sono morti 34 minatori. L'industria mineraria fornisce alla crescente economia  cinese tre quarti dell'energia che consuma in un anno. Dall'inizio del 2005, più di 2.700 minatori hanno perso la vita in incidenti sul lavoro.

 

Almeno 15 persone sono morte nella  provincia del Fujian, nel sud della Cina, a causa del passaggio del tifone Longwang, che già aveva provocato la morte di una persona a Taiwan. Rimane il mistero sulla sorte di 59 studenti di una scuola militare di Fuzhou, la capitale della provincia, dati per dispersi da quasi 48 ore. L’arrivo del tifone ha portato all'evacuazione di oltre 500 mila persone. 

 

Il presidente salvadoregno, Tony Saca, ha dichiarato lo stato d’emergenza per gli smottamenti di terreno causati dalle pesanti piogge. Il maltempo ha causato la morte di almeno 31 persone. Gli sfollati sono almeno 8 mila. Domenica scorsa l’eruzione del vulcano Santa Ana, il più grande del Paese, aveva causato due morti.

 

 

=======ooo========