RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 276 - Testo della trasmissione di lunedì 3 ottobre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Il Papa introduce i lavori del Sinodo sull’Eucaristia e parla di collegialità. La relazione del patriarca Angelo Scola: occorre riscoprire l’Eucaristia e tradurla anche in impegno sociale

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Ancora in alto mare i preparativi per l'avvio dei negoziati tra Unione Europea e Turchia: ai nostri microfoni Andrea Bonanni

 

Parte oggi la missione dei giovani nel centro storico di Roma: ce ne parla mons. Mauro Parmeggiani

 

Giornata Mondiale dell’Habitat: intervista con Giulio Fioravanti

 

CHIESA E SOCIETA’:

La tutela delle diversità culturali, le sfide della bioetica e la lotta doping al centro della 33.ma Conferenza generale dell’UNESCO apertasi oggi a Parigi

 

Assegnato a 2 scienziati australiani il Premio Nobel per la Medicina 2005 per i loro studi sulla gastrite e l’ulcera peptica

 

Iniziato oggi a Roma il torneo calcistico ‘Karol Wojtyla’

Musulmani in attesa della nuova luna per decretare l’inizio del Ramadan

 

Organizzazioni umanitarie denunciano, in Turkmenistan, continue violazioni della libertà religiosa

 

24 ORE NEL MONDO:   

Esercitazione antiterrorismo oggi a Roma: tre gli attacchi simulati. La soddisfazione del sindaco e del prefetto. Traffico in tilt

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 ottobre 2005

 

IL PAPA INTRODUCE I LAVORI DEL SINODO SULL’EUCARISTIA E PARLA DI COLLEGIALITA’. NELLA SUA RELAZIONE IL PATRIARCA ANGELO SCOLA INVITA A RISCOPRIRE L’EUCARISTIA E A TRADURLA ANCHE IN IMPEGNO SOCIALE

 

 

Benedetto XVI ha aperto oggi in Vaticano la 1a Congregazione Generale dell’XI Assemblea generale ordinaria  del Sinodo dei vescovi  sul tema “l’Eucaristia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa”. Sinodo inaugurato solennemente ieri con una concelebrazione eucaristica presieduta dal Pontefice nella Basilica Vaticana. Stamane il Papa ha avviato i lavori con un commento alla lettura dell’Ora Terza, soffermandosi in particolare sul tema della collegialità. Ce ne parla Sergio Centofanti.

 

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Il Papa parla a braccio commentando la Lettera di  San Paolo ai Corinzi proposta  dall’odierna Liturgia delle Ore: “Fratelli, state lieti, tendete alla perfezione, fatevi coraggio a vicenda, abbiate gli stessi sentimenti, vivete in pace e il Dio dell'amore e della pace sarà con voi”. Un testo che ha portato  il Pontefice a soffermarsi in particolare sul tema della correzione fraterna e quindi della collegialità. Nessuno di noi - ha detto – vede bene  se stesso e le sue mancanze. Anzi ci sono alcune lacune che non vogliamo neanche vedere. Per questo la correzione è un atto d’amore che tuttavia deve venire da un cuore umile che non si sente migliore dell’altro. Si tratta di un aiuto reciproco che diventa consolazione:

 

“Consolare: non solo correggere, ma anche ‘consolare’; condividere le sofferenze dell’altro, aiutarlo nelle difficoltà ... Anche questo mi sembra un grande atto del vero affetto collegiale quandoe uno, in tante situazioni difficili che nascono oggi, nella nostra pastorale, si trova realmente un po’ disperato, non vede come può andare avanti ... In quel momento, ha bisogno della ‘consolazione’, che uno sia ‘con’ lui nella sua solitudine interiore, che faccia l’opera dello Spirito Santo, delConsolatore, di dar coraggio, di portarci insieme, di appoggiarci insieme, aiutati dallo Spirito Santo stesso, che è il grande Paraclito, il Consolatore, il nostro avvocato che ci aiuta!”

 

Il Papa ha invitato i padri sinodali a vivere con originalità la fede e nello stesso tempo condividendo il pensiero comune della Chiesa perché la fede non è un’invenzione di nessuno. Occorre cioè imparare a pensare come Cristo:

 

Quindi, possiamo avere la fede della Chiesa insieme, perché con questa fede entriamo nei pensieri, nei sentimenti del Signore. Pensare con i pensieri di Cristo. E possiamo farlo leggendo la Sacra Scrittura nella quale i pensieri di Cristo sono parola, i pensieri di Cristo parlano con noi. In questo senso, dovremmo praticare la ‘Lectio divina’, sentire nelle Scritture i pensieri di Cristo, imparare a pensare con Cristo, a pensare i pensieri di Cristo e così avere i sentimenti di Cristo, essere capaci di dare anche agli altri il pensiero di Cristo, i sentimenti di Cristo”.

 

Portare agli altri i sentimenti di Cristo vuol dire portare anche la sua pace e la sua gioia:  pace e  gioia – ha detto Benedetto XVI -  che sussistono paradossalmente  anche nella tribolazione:

 

“Se l’Amato, l’Amore è il più grande dono della mia vita, mi è vicino, se posso essere convinto che Colui che mi ama è vicino a me, anche in situazioni di tribolazione rimane nel fondo del cuore la gioia, più grande di tutte le sofferenze”.

 

L’invito di San Paolo: “State lieti”, - ha affermato il Papa – è dunque un’esortazione ad accorgerci della presenza nascosta di Dio, che è sempre vicino a noi:

 

“Per ognuno di noi, sono vere le parole dell’Apocalisse: “Io busso alla tua porta: ascoltami, aprimi!”. E’ quindi anche un invito ad essere sensibili a questa presenza del Signore che bussa alla mia porta. Non essere sordi a lui, perché i nostri orecchi, gli orecchi del nostro cuore sono pieni di tanto rumore del mondo che non possiamo sentire questa silenziosa presenza che bussa alla nostra porta. Riflettiamo nello stesso momento, se siamo realmente disponibili ad aprire le porte del nostro cuore, o forse questo cuore è pieno di tante altre cose che non c’è spazio per il Signore; che per il momento non abbiamo tempo per il Signore ... E così, insensibili, sordi alla Sua presenza, pieni di altre cose, non sentiamo l’essenziale: che Lui bussa alla porta, che è vicino, così vicina la vera gioia che è più forte di tutte le tristezze del mondo, della nostra vita. E preghiamo quindi…:“Signore, facci sensibili alla Tua presenza! Aiutaci a sentire, a non essere sordi! Aiutaci ad avere un cuore libero, aperto per te!”.

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Al Segretario Generale del Sinodo mons. Nicola Eterović il compito di introdurre i lavori del Sinodo. Al suo discorso è seguito l’intervento del cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia. L’Eucaristia, centro della vita del cristiano – ha detto - deve essere vissuta in tutte le dimensioni del sociale. Sentiamo Tiziana Campisi:

 

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“Prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli”, con queste parole, ha detto il Segretario Generale del Sinodo dei vescovi Nicola Eterović, Gesù ha istituito l’Eucaristia. “Fate questo in memoria di me”, testamento d’amore di Cristo essa è dono e mistero, cuore della Chiesa, fonte e culmine della sua vita e della sua attività di evangelizzazione e promozione umana. Una breve considerazione preliminare e monsignor Eterović ha spiegato subito ai padri sinodali la struttura dell’undicesima Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi, sottolineando le novità introdotte da Benedetto XVI, tra cui l’ampliamento del numero dei delegati fraterni, rappresentanti di altre Chiese cristiane e comunità ecclesiali.

 

Quindi ha preso la parola il cardinale Angelo Scola, Relatore Generale. Denso e ricco il suo intervento, la Relatio ante disceptationem”, che ha voluto immediatamente centrare l’attenzione sull’incontro tra Dio e l’uomo. La creatura riconosce il disegno buono del Creatore nella realtà che lo interpella, la reazione è lo stupore: “la realtà gli è amica ed è un positivo che incontra le sue attese costitutive”. Ma “quando a causa della finitudine e del male” subentrano “incertezza e timore” nell’uomo “si fa strada la paura che la positività della realtà non permanga”. Soccorre l’azione eucaristica, avvenimento inatteso e gratuito che svela il disegno d’amore divino. Dio “si abbassa nel Corpo donato e nel Sangue versato da Gesù Cristo, fino a farsi cibo e bevanda che alimentano la vita dell’uomo”. Ma la pratica eucaristica ha registrato in questi ultimi anni lo “spegnersi dello stupore eucaristico” e ciò anche a causa del peccato.  Occorre evangelizzazione, ha precisato il porporato. Spesso “la comunità cristiana che celebra l’Eucaristia è distante dalla realtà, vive astrattamente”. Da qui l’invito del cardinale Scola: “L’assemblea sinodale dovrà indagare attentamente questo stato di cose e suggerire i rimedi possibili”. L’Eucaristia è il luogo in cui la libertà di Dio incontra quella dell’uomo in uno spazio che squarcia la quotidianità e porge il dono della Rivelazione. Centro della vita reale, ha detto il porporato, essa fa la Chiesa e conduce alla “comunione di fede tra Chiesa cattolica e Chiese ortodosse”, ma non può prescindere dall’”indisgiundibile unità di liturgia della parola e liturgia eucaristica”. Nel rito che rispetta la “piena professione di fede apostolica”, ha aggiunto il Relatore Generale, possono essere ammessi, “in circostanze del tutto speciali e nel rispetto di condizioni oggettive”, “singole persone appartenenti a Chiese o comunità ecclesiali che non sono in piena comunione con la Chiesa cattolica”. È l’”ospitalità eucaristica”. L’Eucaristia è dono che i fedeli sono chiamati ad adorare, un dono dinanzi al quale l’uomo deve riconoscere la sua piccolezza e povertà, per questo è chiamato ad una esame di coscienza prima di accostarvisi e in particolare ad elevare il suo sguardo verso l’alto, ad andare oltre la sua dimensione orizzontale. Occorre per questo una adeguata formazione liturgica, ha affermato il cardinale Scola, indirizzata a tutto il popolo di Dio e a tutti coloro che sono chiamati a svolgere ministeri o uffici durante la celebrazione.

 

Il presule ha toccato anche i temi del celibato dei sacerdoti, l’Eucaristia è intimamente correlata al sacerdozio ordinato, e dei divorziati risposati - la comunità cristiana deve sostenerli ma bisogna prendere coscienza della necessità di una “preparazione remota dei fidanzati al matrimonio cristiano” cui tanti giungono solo “per meccanica adesione alla tradizione”. Infine il mandato e l’evangelizzazione: sono la dimensione antropologica e sociale dell’Eucaristia che deve generare una “profonda unità tra la vita e la missione del cristiano”. Egli deve “impegnarsi con tutti gli uomini a livello culturale, ecologico e sociale”, deve uscire dall’”antropocentrismo esasperato che fa dell’uomo il padrone assoluto del creato”.

 

Il cardinale Angelo Scola ha concluso invitando i cristiani ad un impegno forte anche nelle dimensioni civili e politiche. “Riunirsi ogni domenica, in qualunque luogo della terra, per aver parte allo stesso Corpo e allo stesso Sangue di Cristo - ha detto il porporato - impone il dovere di una lotta tenace a tutte le forme di emarginazione e di ingiustizia economica, sociale e politica” che deve condurre alla pace.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Prima pagina: "Il mondo diventi con Cristo ed in Cristo la vite feconda di Dio"; Benedetto XVI apre con la solenne Concelebrazione Eucaristica nella Basilica Vaticana l'XI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi.

 

Servizio vaticano - Il resoconto della prima Congregazione generale del Sinodo.

All'Angelus il Papa ha sottolineato che l'Eucaristia è il centro propulsore dell'intera azione evangelizzatrice della Chiesa.

 

Servizio estero - Indonesia: allarme terrorismo a Jakarta dopo le stragi nell'isola di Bali.

Per la rubrica dell' "Atlante geopolitico" un articolo di Giuseppe Fiorentino: "Bolivia: l'incerto cammino verso le elezioni".  

 

Servizio culturale - Un articolo di Roberto Di Ceglie da titolo "Dalla storia alla verità": un saggio filosofico di Angelo Marchesi.

 

Servizio italiano - In rilievo il tema della finanziaria.  

 

 

 

 

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 ottobre 2005

 

“UN PASSAGGIO MOLTO MOLTO DIFFICILE”: COSI’ IL PRESIDENTE DI TURNO DELL’UE, STRAW, DEFINISCE LE FRENETICHE TRATTATIVE PER PERMETTERE L'AVVIO FORMALE DEI NEGOZIATI DI ADESIONE DELLA TURCHIA. PROTAGONISTA L’AUSTRIA

 CHE CHIEDE DI INSERIRE IPOTESI DI PARTNERSHIP DIVERSE DALLA ADESIONE

- Intervista con Andrea Bonanni -

 

Frenetiche trattative anche questa mattina a Lussemburgo dove la presidenza di turno britannica della UE sta caparbiamente cercando un compromesso  che possa permettere l'avvio formale dei negoziati di adesione della Turchia all'Europa, previsto per oggi. E' in preparazione, infatti, un nuovo testo di compromesso che dovrebbe avvicinare le posizioni di Austria e Turchia. Il governo di Vienna infatti non ha ancora dato il via libera all'Unione mantenendo le sue posizioni: chiede che vengano inserite anche ipotesi diverse dall’adesione, cioè  forme di partnership. “Siamo in un passaggio molto, molto difficile” ha detto il  presidente di turno britannico Jack Straw. Ma l’Austria è davvero sola in questa presa di posizione? Fausta Speranza lo ha chiesto ad Andrea Bonanni, analista di questione europee del quotidiano La Repubblica:

 

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R. – Formalmente l’Austria è sola a sostenere la richiesta di una alternativa al negoziato di adesione piena, con la possibilità di creare per la Turchia uno status di partner privilegiato. In realtà, sappiamo benissimo che dietro la posizione degli austriaci, se è quella del probabile futuro governo tedesco, ci sono forti perplessità in Francia, ci sono forti perplessità in Olanda e c’è un’opinione pubblica europea che è in maggioranza ostile all’ingresso della Turchia nell’Unione.

 

D. – Ma, in definitiva, è davvero in ballo una ipotesi di adesione o l’ipotesi di un’altra forma di partnership o no?

 

R. – In larga misura si tratta di una distinzione nominale, nel senso che la mossa iniziale prevedeva un negoziato come si dice “open handed”, cioè aperto, che avesse come obiettivo unico l’adesione della Turchia, ma di cui non si desse per scontata la conclusione. Sappiamo già che sarà un negoziato molto lungo e sappiamo anche che tra le condizioni per arrivare al termine del negoziato, poste dall’Europa, c’era non solo che la Turchia alla fine del negoziato riempisse i parametri previsti, ma anche che l’Europa si dimostrasse in grado di assorbire i turchi. Quindi, la conclusione positiva del negoziato non è comunque in nessun caso prevista o data per scontata. Quello che chiedono gli austriaci è di prevedere in qualche modo – o almeno chiedevano all’inizio di questo round negoziale – che se il negoziato non andava in porto si potesse studiare per la Turchia una partnership privilegiata. I turchi si oppongono perché temono che questa via d’uscita già presente all’inizio del negoziato poi finisca per condizionarlo. Però, in nessuna delle due ipotesi si dà per scontato che il negoziato vada in porto. E’ evidente che se il negoziato non va in porto, comunque bisogna trovare una collocazione e un ruolo per la Turchia nei sui rapporti con l’Unione. 

 

D. – Tra le altre questioni sembra anche che Ankara fino all’ultimo voglia mettere nero su bianco che non verrà obbligata ad accettare l’entrata di Cipro nella Nato. Questo è tra i nodi fondamentali?

 

R. – Questo mi sembra sinceramente che sia un escamotage negoziale. Questa clausola era presente sin da prima e non era stata messa in discussione. E’ stata messa in discussione nel momento in cui gli europei hanno studiato una formula diversa da quella prevista per l’apertura dei negoziati. Mi sembra che si tratti di colpe e ripicche che sono normali in un negoziato così teso.

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PARTE OGGI LA MISSIONE DEI GIOVANI

NEL CENTRO STORICO DI ROMA

- Intervista con mons. Mauro Parmeggiani -

 

Parte oggi la "Missione dei giovani ai giovani nel centro storico di Roma", Una serie di iniziative fino al 9 ottobre organizzate dal Servizio per la pastorale giovanile del Vicariato e animate quest’anno anche dai ragazzi che hanno partecipato alla GMG di Colonia. La settimana missionaria sul tema “Cristo al Centro” è scandita dall'evangelizzazione nelle strade, dal dialogo con gli studenti nelle scuole, dall'annuncio negli ospedali. L’iniziativa è stata presentata questa mattina alle 11 in Vicariato da mons. Mauro Parmeggiani responsabile del servizio diocesano per la pastorale giovanile. Paolo Ondarza lo ha intervistato.

 

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R. – Gesù al centro, non tanto perché viene proposto nel centro storico di Roma, ma Gesù al centro della vita delle persone. E’ questo l’intento alla base della nostra missione. Avremo circa 334 missionari giovani, che si sono preparati per vivere un’esperienza forte di quello che deve essere il cristianesimo, ossia la testimonianza di Gesù nei luoghi di lavoro, di studio, di divertimento, anche nei luoghi di sofferenza - andranno anche negli ospedali - dove l’uomo vive. Là dove c’è l’uomo vogliamo abituarci a far sì che ci sia anche il cristiano.

 

D. – Quest’anno, in modo particolare, alla missione prenderanno parte anche i ragazzi che hanno partecipato alla Gmg di Colonia…

 

R. – Lo stile della Giornata della gioventù di Colonia arricchisce la nostra missione. Una novità a Colonia erano i centri di spiritualità, queste chiese dov’era possibile fare l’adorazione permanente di Gesù Eucaristia. Anche noi abbiamo voluto ripetere l’esperienza in alcune chiese del centro storico, quasi un polmone per aiutare chi andrà in missione. Poi ancora, oltre la preghiera, abbiamo voluto momenti sia culturali di catechesi che di festa. Stasera ad esempio, il cardinale Tonini, alle 21.00, in Piazza Navone, dialogherà con i giovani sul tema “Come fare per raggiungere la felicità”. Mercoledì sera ci sarà il concerto del Gen Rosso, per dare una mano alla pace; venerdì sera una grande Via Crucis con delle immagini artistiche; e sabato sera, dopo la processione eucaristica, un concerto in Piazza Navona della Corale Nazionale del Rinnovamento nello Spirito.

 

D. – Come recepisce la città di Roma la missione dei giovani?

 

R. – Le persone e anche i giovani hanno bisogno di qualcuno che annunci loro qualcosa di alto, qualcosa di grande. Giovanni Paolo II è stato un maestro di missione per noi. Lo è anche ora Benedetto XVI. L’uomo di oggi che rischia di lavorare, di vivere, solo per se stesso, si logora e ha poi bisogno di una prospettiva alta che vada al di là. E questa prospettiva si chiama Dio. Io credo che la città recepisca bene la missione, perché ha bisogno di sentire qualcuno che la ami.

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GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DEL MILLENNIO E LA CITTA’.

QUESTO IL TEMA DELL’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELL’HABITAT,

ISTITUITA DALLE NAZIONI UNITE

- Intervista con Giulio Fioravanti -

 

Si celebra oggi la Giornata Mondiale dell'Habitat, istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare la comunità internazionale sul problema degli insediamenti umani, sul diritto fondamentale ad un riparo adeguato per tutti. Il tema di quest’anno, “Gli obiettivi di sviluppo del Millennio e la città” evidenzia l’importanza di una gestione efficiente ed efficace dell’urbanizzazione. Le manifestazioni centrali si tengono in Indonesia, per ricordare al mondo la distruzione di migliaia di case a causa dello tsunami che nel dicembre scorso ha devastato la costa indonesiana di Banda Aceh ed altri Paesi dell'Oceano Indiano. Un argomento importante sul quale riflettere, dunque. Ma quanto è importante l’Habitat oggi? Salvatore Sabatino lo ha chiesto all’architetto ed urbanista Giulio Fioravanti:

 

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R. – L’Habitat oggi penso che abbia la stessa importanza che ha sempre avuto nella storia. E’ un segno di civiltà, un segno di aggregazione e di solidarietà. Lo è sempre stato e questo deve essere. Attualmente abbiamo dei fenomeni patologici dell’Habitat che derivano dall’eccesso di accumulo di persone, dall’eccesso di urbanizzazione, oppure derivano dal fatto di avere uno scarso rapporto con quelle che sono le dinamiche dell’ambiente più in generale.

 

D. – Il settimo obiettivo del millennio delle Nazioni Unite è quello di assicurare la sostenibilità ambientale. Oggi come oggi, secondo lei è un obiettivo raggiungibile oppure no?

 

R. – L’ambiente che oggi abbiamo non è l’ambiente naturale originario. E’ un ambiente costruito sostanzialmente dall’uomo. Questo è avvenuto in un momento in cui forse si aveva una visione più organica della realtà. Quindi, la sostenibilità è sempre esistita in quanto tale, tant’è che il mondo che c’è stato dato dai nostri padri è un mondo oggi riletto come obiettivamente sostenibile. Oggi stanno avvenendo dei fenomeni molto più complessi, cioè per la prima volta, da un lato il numero della popolazione per intero, dall’altra i consumi energetici, stanno dimostrando che siamo in grado di intaccare immediatamente e sensibilmente l’intero pianeta. Questo richiede un nuovo progetto. Effettivamente, dobbiamo riaffrontare i termini armonici di un rapporto con la dimensione piccola che oggi si viene a vedere del nostro pianeta, rispetto alla nostra capacità e alla potenzialità di trasformazione.

 

D. – In maniera concreta, dunque, nel terzo millennio, secondo lei è possibile assistere ad un cambiamento di rotta nell’edificazione delle nostre città?

 

R. – Sì, ma non di ridurre le potenzialità di sviluppo o altro. Va rimontato un progetto. Un progetto vuol dire che vanno rimontati i termini propri di un rapporto fra l’ambiente e il giusto crescere del mondo degli uomini. Credo che questo progetto non ci sia più. C’è sempre stato in qualche maniera forse più semplificata. L’agricoltura non aveva la dirompenza che ha ad esempio il consumo energetico oggi. Il fatto che abbiamo un solo modello di sviluppo e che questo modello di sviluppo riguardi soltanto una piccola parte dell’umanità e sia stato preso come riferimento dalla gran parte dell’umanità, ci fa dire che non c’era un progetto possibile di sostenibilità. Va rifondato.

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CHIESA E SOCIETA’

3 ottobre 2005

 

 

LA TUTELA DELLE DIVERSITÀ CULTURALI, LE SFIDE DELLA BIOETICA

E LA LOTTA AL DOPING AL CENTRO DELLA 33.MA CONFERENZA GENERALE DELL’UNESCO APERTASI OGGI A PARIGI

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

PARIGI. = Una bozza sulla protezione delle diversità culturali e delle espressioni artistiche, una convenzione contro il doping nello sport; un documento sulla bioetica e sui diritti umani. Sono i principali testi al centro della 33.ma Conferenza generale dell’UNESCO che si è aperta questa mattina a Parigi. L’incontro, che si tiene ogni due anni, cade nel 60.mo anniversario dell’organizzazione. Il programma della Conferenza, che si concluderà il prossimo 21 ottobre, prevede relazioni, dibattiti e una speciale cerimonia, mercoledì prossimo, per celebrare la ricorrenza. In questa occasione, il tema della dignità umana sarà al centro delle relazioni del presidente della Germania, Horst Köhler, e di quello dell’Afgha-nistan, Hamid Karzai. Domani interverrà, inoltre, l’osservatore permanente della Santa Sede presso l’UNESCO, mons. Francesco Follo, che porterà il saluto del Papa e leggerà il messaggio di Benedetto XVI ai partecipanti. Durante i lavori, ai quali prendono parte numerosi ministri, capi di Stato e di governo, saranno anche nominati 29 dei 58 membri del Consiglio esecutivo ed il direttore generale per i prossimi quattro anni. Appare scontata la conferma del giapponese Koïchiro Matsuura, alla guida dell’UNESCO dal 1999. Oltre alla nomina del nuovo direttore generale sarà esaminato anche il piano per il budget del biennio 2006-2007. Particolare rilevanza verrà data, poi, allo studio di un sistema globale di allerta per gli tsunami. Alle relazioni sulla diversità culturale, sul doping e sulla bioetica si aggiungeranno, inoltre, interventi sui programmi da adottare per migliorare la formazione delle nuove generazioni. Proprio per stimolare una tavola rotonda su questo punto fondamentale, l’apertura dei lavori della Conferenza è stata preceduta da un Forum, al quale hanno partecipato più di 200 giovani provenienti da 120 Paesi ed incentrato sul tema: “I giovani e il dialogo tra culture, civiltà e popoli: idee per un’azione nella formazione, nelle scienze, nella cultura e nella comunicazione”. Alla vigilia della Conferenza è stato anche assegnato a Parigi, lo scorso 29 settembre, il premio internazionale ‘Sharjah’ per la Cultura araba al padre bianco Michel Lagarde, dell’Istituto Pontificio di Studi Arabi ed Islamici di Roma. “Padre Lagarde – si legge nella motivazione - ha consacrato la sua vita, il suo insegnamento ed un'opera importante alla lingua araba e allo studio della religione islamica. I suoi lavori sui rapporti tra il cristianesimo e l’Islam hanno contribuito al rispetto dell'altro e al riavvicinamento delle due culture”. L’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza, la cultura e la comunicazione  fondata a Parigi il 16 novembre 1945,  ha tra i suoi obiettivi prioritari quelli di promuovere nel mondo condizioni idonee all’istruzione, attraverso la formazione di insegnanti, la lotta all’analfabetismo, la ricostruzione degli edifici scolastici nel rispetto delle situazioni culturali locali.

 

 

ASSEGNATO AGLI SCIENZIATI MARSHALL E WARREN

IL PREMIO NOBEL PER LA MEDICINA 2005

PER I LORO STUDI SULLA GASTRITE E L’ULCERA PEPTICA

- A cura Vincenzo Lanza -

 

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STOCCOLMA. = Sono due patologi australiani, gli scienziati Robert Warren e Barry Marshall, ai quali quest’anno il Comitato Nobel dell’Istituto Karolinska di Stoccolma ha attribuito il Premio Nobel 2005 per la Fisiologia o Medicina. Nel 1982 Warren e Marshall individuarono il batterio Helicobacter Pylori, scoprendo che era la causa principale dell’infiammazione della mucosa gastrica, la ben nota gastrite, e dell’ulcerazione dell’ulcera peptica, l’ulcerazione dello stomaco e del duodeno. Warren e Marshall mostrarono, quindi, che i pazienti potevano essere curati dall’ulcera peptica soltanto quando tale batterio veniva sradicato dallo stomaco. Grazie alle loro ricerche d’avanguardia i due patologi australiani hanno potuto indicare che l’ulcera peptica non è più cronica, ma una malattia che può essere curata con brevi periodi di somministrazione di antibiotici e di inibitori di secrezione acida. La scoperta dell’Helicobacter Pylori ha condotto ad una maggiore comprensione delle connessioni che possono insorgere tra infezione cronica, infiammazione di tumori. Gli otto milioni di euro del Premio Nobel di Fisiologia e Medicina verrà ripartito tra Warren e Marshall nelle fastose cerimonie di premiazione dei Nobel il 10 dicembre prossimo, nel Palazzo dei Concerti di Stoccolma.

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PROMUOVERE IL MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II IN FAVORE DELLA PACE

E DELLA CONVIVENZA TRA POPOLI CON DIVERSE TRADIZIONI RELIGIOSE.

È QUESTO LO SCOPO DEL TORNEO CALCISTICO ‘KAROL WOJTYLA’.

ALLA MANIFESTAZIONE, INIZIATA OGGI, PARTECIPANO 12 SQUADRE DI 6 NAZIONI

 

ROMA. = Un incontro fra religioni e culture diverse attraverso il confronto su un campo di calcio. E’ questo lo spirito del primo trofeo ‘Karol Wojtyla’ iniziato oggi. Le partite si disputeranno in diverse località della provincia di Roma. La competizione intende rendere omaggio alla figura del Santo Padre Giovanni Paolo II, e promuovere il suo messaggio in favore della pace e della convivenza pacifica tra le comunità di diverse culture. L’inno ufficiale del trofeo sarà la nuova canzone del gruppo cileno “Intillimani”, dal titolo “Il calcio per la pace”, che sarà cantata mercoledì prossimo all’udienza generale davanti a Benedetto XVI. Durante l’udienza, il Papa incontrerà inoltre gli organizzatori e le squadre. Le formazioni che partecipano alla manifestazione rappresentano Paesi con diverse tradizioni religiose, a sottolineare il grande impegno di Giovanni Paolo II per l’ecumenismo. Tra le squadre presenti ci sono, infatti, oltre alle formazioni primavera delle italiane Lazio, Roma e Juventus anche il Maccabi Haifa, club israeliano con giocatori di religione ebraica, l’Hapoel di Nazareth, formato a maggioranza da calciatori musulmani e cristiani, una compagine di Tunisi, con giocatori musulmani, ed il Wisla Cracovia, squadra della città in cui Karol Wojtyla fu nominato arcivescovo nel 1964. Con il trofeo Karol Wojtyla sono stati avviati, inoltre, il progetto di sostegno alla ricerca medica sul cuore giovanile, promosso dall’Associazione ‘Cona Cuore’ e quello per l’adozione a distanza di bambini africani e asiatici in collaborazione con diverse associazioni internazionali. (A.L.)

 

 

MUSULMANI IN ATTESA DELLA NUOVA LUNA PER DECRETARE L’INIZIO DEL RAMADAN,

IL MESE SACRO PER I FEDELI ISLAMICI

 

LA MECCA. = Anche quest’anno la comunità islamica mondiale si appresta ad attendere la nascita della nuova luna, che decreta l’inizio del mese sacro del Ramadan. Questa sera, infatti, se verrà avvistata una nuova luna nascente, si entrerà nel nuovo mese e domani inizierà il Ramadan. In caso contrario, il mese in corso durerà 30 giorni e il Ramadan avrà inizio mercoledì prossimo. La comunità islamica scandisce le proprie ricorrenze e festività religiose tramite un calendario lunare, detto egiriano. Durante il Ramadan, i fedeli sono chiamati ad osservare il digiuno, uno dei cinque precetti obbligatori dell’Islam. Il digiuno consiste nel non assumere cibo, nel non fumare, nel non avere rapporti coniugali, nel non ingerire nessun tipo di sostanze per via orale dall’alba al tramonto. Il tramonto del sole segna la fine del digiuno e cessa, quindi, il dovere dell'astinenza. L’astinenza viene rotta mangiando o uno o tre datteri, o in mancanza dei datteri bevendo dell’acqua. Il mese di Ramadan è, per i musulmani, il mese dello sforzo per accrescere la fede, migliorare la condotta morale e dare maggiore forza alla pratica dell'Islam e alla diffusione della parola d'Allah. (A.L.)

 

 

DIVERSE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE DENUNCIANO, IN TURKMENISTAN,

CONTINUE VIOLAZIONI DELLA LIBERTA’ RELIGIOSA

 

ASHKABAD. = “Il governo del Turkmenistan ancora non permette di praticare la propria fede con libertà”. E’ la denuncia di Felix Corley, editore di ‘Forum 18 News Service,’ agenzia che segue la situazione della libertà religiosa nelle ex repubbliche sovietiche. Lo scorso 28 settembre una coalizione di 10 organizzazioni per la tutela dei diritti dell’uomo, tra cui Human Rights Watch, sottolineava in una lettera inviata a Condoleeza Rice, segretario di Stato americano, che “nel Turkmenistan non c’è libertà religiosa”. Nonostante le ripetute pressioni internazionali - si legge nella lettera - nel Paese asiatico continuano le persecuzioni, soprattutto a danno delle minoranze. La lettera denuncia che il presidente, Saparmurat Niyazov, vuole istituire una nuova religione fondata sul culto della sua persona. La propaganda pubblica – sostengono le organizzazioni umanitarie - lo glorifica come “profeta” e nelle scuole sono obbligatori lo studio del suo libro “Ruhnama”, definito “Santo”. Il presidente Niyazovprosegue la lettera - ha annunciato la prossima pubblicazione di una “lista di riti islamici ammessi”. Nei luoghi di culto – riferisce inoltre l’Agenzia Asia News - è obbligatorio “l’angolo del presidente” dove sono presenti immagini di Niyazov e il suo libro. Nel febbraio 2005, il Consiglio di Stato per gli affari religiosi ha detto ai leader islamici che “compito prioritario per i religiosi è la diffusione degli elevati ideali del sacro libro di Niyazov”. (A.L.)

 

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24 ORE NEL MONDO

3 ottobre 2005

                                                                             

 

La polizia indonesiana, con il supporto di 32 investigatori dei colleghi australiani, è al lavoro per identificare i tre attentatori e chi li ha aiutati a organizzare gli attacchi di sabato a Bali, che hanno provocato almeno 22 morti. Un video amatoriale ritrae probabilmente uno dei tre attentatori che hanno colpito, in azioni simultanee, tre ristoranti affollati di turisti, due all’aperto sul lungomare, sulla Jimbaran Beach, e uno interno, la Steak House, a Kuta Beach. Le teste di tre giovani asiatici, ritrovate sui luoghi delle esplosioni, secondo gli inquirenti appartengono ai terroristi. Gli inquirenti hanno reso pubbliche le macabre foto nella speranza che qualcuno identifichi i tre e suggerisca una pista per capire chi ha organizzato gli attentati. La strage di sabato scorso, che è avvenuta a tre anni di distanza dal massacro compiuto a Bali dalla Jemah Islamiah (202 morti), non è stata ancora rivendicata ufficialmente ma gli inquirenti pensano alla stessa organizzazione islamica terrorista, legata alla rete di al Qaeda.

 

Palestinesi armati hanno fatto irruzione durante una sessione del parlamento dell’ANP riunito a Gaza. Il gesto fa seguito alla mozione di sfiducia contro il governo palestinese del premier Abu Ala presentata da una commissione del parlamento di Ramallah.- Il tutto all’indomani dei sanguinosi scontri di Gaza City fra miliziani di Hamas e polizia ANP, che hanno provocato la morte di 3 persone e il ferimento di altre 50. La commissione ad hoc istituita dal parlamento per indagare sulla situazione di anarchia armata nei territori ha raccomandato anche “il licenziamento di tutti i capi incompetenti dei servizi di sicurezza e dei loro vice”. Abu Mazen ha dichiarato più volte di essere determinato a porre fine all’anarchia armata nei territori, dove continuano a spadroneggiare indisturbati i gruppi armati, ma per ora le sue parole non sono state seguite da miglioramenti significativi della situazione. A Gaza City questa mattina la situazione appare calma, ma le forze di sicurezza palestinesi rimangono in stato di allerta. 

 

In Israele, si celebra da stasera l’inizio dell’anno ebraico 5766 in un clima di relativo ottimismo, dovuto alla conclusione del ritiro da Gaza, ad un ripresa economica che comincia a dare primi risultati tangibili. Nelle interviste di occasione, il vicepremier Shimon Peres si è felicitato del ritiro da Gaza, mentre il premier Ariel Sharon ha espresso l’auspicio che nell’anno che viene sarà possibile conseguire ‘progressi giganteschi’ nel Tracciato di pace con i palestinesi. Secondo il premier, un suo incontro con il presidente palestinese Abu Mazen potrebbe avvenire ‘dopo Capodanno’, ossia fra giorni.

   

Due guardie del corpo del ministro del petrolio iracheno sono state uccise in un attacco contro il convoglio che viaggiava alla periferia nord di Baghdad. E viene reso noto oggi che ieri le forze americane hanno ucciso almeno 12 ribelli e ferito cinque civili nel corso dell’operazione ‘Pugno di ferro’, cominciata sabato nell’Iraq occidentale. Sono circa mille i soldati americani impegnati in questa operazione contro quello che hanno definito “un santuario terroristico cono-sciuto”, nella regione di Sadah, a circa 12 chilometri dal confine con la Siria, nella provincia di al Anbar.

 Intanto, l’esercito americano ha detto di “non avere indicazioni che siano vere le affermazioni di al Qaeda sul rapimento di due marines”. Ieri un comunicato apparso sul web a firma di Al Qaeda annunciava il rapimento di due marines americani e si minacciava la loro uccisione se entro 24 ore non fossero state liberate tutte le donne sunnite prigioniere.

  

Nuova retata negli ambienti degli integralisti islamici francesi: dopo quella della settimana scorsa a Evreux, banlieue parigina, stamane all’alba è toccato a diverse persone fermate a Montargis, 150 km a sud della capitale.  Per il ministro degli Interni, Nicolas Sarkozy, si tratta di un “proseguimento” dell’operazione che qualche giorno fa aveva portato all’arresto, fra gli altri, di Safè Bourrada, 35 anni, già condannato a 10 anni per attentati. I due francesi convertiti all’islam, di 25 e 30 anni, fermati oggi avevano legami proprio con Bourrada che  con altri tre sarebbe stato in procinto di preparare attentati a Parigi contro la sede dei servizi (DST), contro la metropolitana e all’aeroporto di Orly. Gli arresti di questa mattina sono relativi a quanto trovato dagli inquirenti nelle perquisizioni a casa dei quattro arrestati della settimana scorsa e ai loro interrogatori.

Disagi nel traffico di Roma per l’esercitazione antiterrorismo che ha coinvolto in mattinata il centro della città. Tre le esplosioni con falsi ordigni. Simulati in tutto 26 morti e numerosi feriti. Impegno ingente di forze dell’ordine e soccorsi. “Roma ha mostrato una grandissima maturità”, ha detto il prefetto Achille Serra. Il servizio di Debora Donnini.

 

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Traffico in tilt, sirene di ambulanze, dispiegamento ingente di vigili e protezione civile. Per un giorno Roma si è trasformata in una città colpita dal terrorismo. “Matilda 2005” il nome dato all’esercitazione. Tre gli attacchi simulati. Il primo alla ore 9,30: un kamikaze virtuale, cioè un manichino vestito con tuta kaki e passamontagna, viene fatto esplodere vicino al Colosseo. A quel punto diversi volontari della protezione civile si sono gettati a terra simulando morti e feriti. Quindi vigili del fuoco e ambulanze sono arrivate sul posto. L’altra è avvenuta a bordo della metropolitana A alla fermata di Repubblica; la terza a piazza san Pantaleo tra Piazza Navona e Campo de Fiori sul bus numero 64. Quest’ultima è iniziata con alcuni minuti di ritardo poiché un gruppo di disobbendienti al grido “pace subito” e “ritiro di tutte le truppe dall’Iraq” ha lanciato fumogeni e bloccato per alcuni minuti corso Vittorio Emanuele. “E’ andata bene “, ha commentato il prefetto di Roma Achille Serra. “Siamo consapevoli - ha aggiunto - che stiamo lavorando per la gente e la città di Roma”. Giudizio positivo anche dal sindaco Walter Veltroni. Tanti i turisti ignari dell’esercitazione, a tratti preoccupati; i romani, informati, hanno comunque subito disagi al traffico, complice anche la pioggia.

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Proseguono gli assalti degli immigrati clandestini per superare la barriera che separa le enclave spagnole di Ceuta e Melilla in Marocco. Oggi circa 300 immigrati sono riusciti a superare la recinzione a Melilla in un nuovo tentativo di infiltrazione massiccia. Sembra siano stati circa 700-800 i clandestini che hanno partecipato all'assalto, avvenuto in una zona in cui la recinzione è alta sei metri. Questo nuovo assalto è avvenuto intorno alle 5.15 e al termine circa 300 clandestini sono riusciti a passare. La scorsa settimana la Spagna e il Marocco hanno dispiegato rispettivamente 480 militari e 1600 agenti per rafforzare la sorveglianza.  Giovedì scorso cinque clandestini erano morti durante un assalto a Ceuta.

 

In Germania, il voto parziale svoltosi ieri con due settimane di ritardo a Dresda, ha dato un leggero vantaggio alla CDU/CSU di Angela Merkel ma non sblocca l’impasse politica. Il Paese, intanto, oggi festeggia 15 anni dalla riunificazione. Il nostro servizio:

 

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Alla formazione di Angela Merkel è andato il seggio in palio con mandato diretto. Ma anche la SPD canta vittoria facendo valere il maggior numero di voti ottenuti col sistema proporzionale, in base al quale saranno poi assegnati gli altri due seggi in palio. Un altro esito elettorale, dunque, che ripropone una sostanziale parità tra i due fronti contrapposti, dopo quella del 18 settembre che ha fatto sprofondare la Germania in una impasse politica senza precedenti. Entrambi  i contendenti - Gerhard Schröder (SPD) e Angela Merkel (CDU) - che continuano a reclamare per sé la carica di Cancelliere. L’ipotesi è di un nuovo governo di Grosse Koalition. Il prossimo incontro esplorativo fra le parti, fra CDU/CSU e SPD,  è previsto per mercoledì prossimo.

 

Intanto, con una solenne messa ecumenica nella Nikolaikirche sono cominciate in mattinata a Potsdam, alle porte di Berlino, le celebrazioni ufficiali per ricordare che 15 anni fa, il 3 ottobre del 1990, avveniva la riunificazione del territorio dell’est con la Germania occidentale. Alla presenza del presidente della repubblica Köhler e di Schröder, ai circa mille fedeli hanno parlato il cardinale Georg Sterzinsky, arcivescovo di Berlino, e il vescovo evangelico Wolfgang Huber, capo della Chiesa evangelica tedesca. Senza fare riferimento diretto alla crisi politica, hanno fatto appello al senso di responsabilità dei politici, che hanno il dovere di dare un governo al Paese e di fare del proprio meglio per migliorare la vita e le condizioni dei cittadini. Feste e raduni anche a Berlino e in altre città. Le celebrazioni ufficiali si tengono ogni anno nel capoluogo del Land che detiene la presidenza di turno del Bundesrat, la Camera alta delle Regioni. Quest'anno la presidenza spetta al Brandeburgo, di cui Potsdam è il capoluogo.

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Il generale croato Ante Gotovina, la cui mancata consegna al tribunale penale internazionale per l’Ex Iugoslavia (TPI) è stata la causa ufficiale del rinvio dei negoziati di adesione con l’UE, previsti già da marzo, si dice pronto a sottoporsi immediatamente ad un processo per crimini di guerra che però avvenisse in Croazia. In un articolo pubblicato oggi sulWall Street Journal Europe’, l’avvocato americano del generale, Luka Misetic, sottolinea che Gotovina ha rifiutato di consegnarsi al TPI perché diffida del fatto di poter essere giudicato in modo equo.

 

Il capo degli investigatori ONU, Detlev Mehlis, intende prolungare fino al 15 dicembre le indagini sull’uccisione di Rafik Hariri, margine previsto dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza ONU che ha creato la commissione internazionale d’inchiesta sull’attentato di San Valentino costato la vita all’ex premier libanese. Alcuni quotidiani libanesi sostengono che gli investigatori ONU avrebbero bisogno di ulteriori “audizioni” con funzionari siriani a Damasco, dopo quelle del mese scorso con gli ex responsabili dei servizi di sicurezza siriani in Libano all’epoca dell’attentato contro Hariri. Intanto, a Parigi Mehlis deve incontrare Saad Hariri, secondogenito ed erede politico dell’ex premier assassinato. Poi, a Zurigo il ministro della Difesa libanese Elias Murr, che, sopravvissuto a un attentato in luglio, ha accusato nei giorni scorsi il generale Rustom Ghazali, ex capo dei servizi di sicurezza siriani in Libano, di averlo minacciato.

 

Un professore di fisica, Aleksandr  Milinkevic, sarà il candidato unico delle opposizioni alle  elezioni presidenziali del luglio 2006 in Bielorussia dove  Aleksandr Lukashenko, al potere dal 1994, è deciso a  succedere ancora una volta a se stesso.   Cinquantotto anni, ex-vicesindaco della città di Grodno, a capo della Ong “Fondi di sostegno allo sviluppo regionale”, Milinkevic ha ricevuto l’investitura ieri a Minsk durante un Congresso delle Forze Democratiche di Bielorussia al quale hanno partecipato circa 900 delegati. Ha avuto 399 voti, otto in più rispetto a Anatoli Bededko, finora la principale figura dell’opposizione anti-Lukashenko.

 

Una persona è morta ed un agente è in gravi condizioni per una serie di esplosioni avvenute oggi in Bangladesh.

 

Almeno 31 presunti taleban sono stati uccisi durante due operazioni dell’esercito afghano al confine con il Pakistan, avvenute durante il fine settimana.

 

Almeno 34 minatori sono morti a causa di un’esplosione di gas in una miniera di carbone a Hebi City, nella Cina centrale. Si tratta dell’ennesimo incidente nell’industria mineraria cinese, considerata quella più rischiosa del mondo.

 

Un treno è deragliato in un tratto ferroviario dell'India centrale, provocando la morte di 12 passeggeri e il ferimento di un altro centinaio. Sei vetture del Bundelkhand Express sono uscite dai binari vicino alla città di Datia nel Madhya Pradesh, a circa 400 chilometri a nord della capitale dello Stato, Bhopal, secondo quanto hanno riferito fonti della polizia. Il bilancio dell’incidente è ancora provvisorio perché molte persone sono rimaste incastrate negli scompartimenti.

 

 

 

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