RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 275 - Testo della trasmissione di domenica 2 ottobre 2005

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI alla solenne Messa inaugurale del Sinodo dei vescovi, stamani in San Pietro, lancia un monito: bandire Dio dalla vita non è tolleranza ma ipocrisia. Sull’importanza del Sinodo, ai nostri microfoni il segretario generale dell’assise, mons. Nikola Eterović

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La Chiesa oggi festeggia gli Angeli custodi, presenza invisibile e reale posta da Dio accanto ad ogni uomo: ce ne parla padre Ermanno Toniolo

 

Difendere la cultura della Pentecoste: è questo l’impegno assunto dai partecipanti al convegno promosso dal Rinnovamento nello Spirito. Intervista con Valeria Ronchetti

 

Iniziative in tutta Italia per la prima “festa dei nonni”. Con noi il senatore Francesco Pontone e nonna Flavia

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il vescovo di Barra Frei, in Brasile, è giunto al settimo giorno di sciopero della fame per protesta contro un’iniziativa del governo contro gli indios

 

Oltre un milione di bambini all’anno muoiono per malattie prevenibili con i vaccini

 

Da oggi, in Thailandia, un vertice mondiale sulla pace attraverso il turismo

 

In Perù, un incontro regionale di catechesi delle nazioni bolivariane

 

Raduno di capi scout a Roma per discutere di disabilità e promuovere una maggiore integrazione dei giovani diversamente abili

 

Educare alla salvaguardia dell’ambiente. Se ne discute a Torino al terzo Congresso mondiale sulle problematiche ambientali

24 ORE NEL MONDO:   

Torna il dramma del terrorismo in Indonesia: a Bali almeno 25 morti per una serie di bombe

 

 In Salvador, eruzione del più grande vulcano del Paese: due morti e migliaia di sfollati

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

2 ottobre 2005

 

 

UN SINODO CHE VIVA DELLA FORZA DELL’EUCARISTIA E NON SOLO

 DI BELLE ESPRESSIONI SU QUESTO MISTERO:

 ALLA MESSA INAUGURALE DELL’ASSISE IN SAN PIETRO,

L’AUSPICIO DI BENEDETTO XVI CHE LANCIA UN MONITO:

BANDIRE DIO DALLA VITA NON E’ TOLLERANZA MA IPOCRISIA

 

 

         Benedetto XVI ha dato il via questa mattina - con una Messa solenne concelebrata da oltre 320 tra cardinali, Patriarchi e presuli - al primo atto dell’XI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi che sarà interamente dedicato all’Eucaristia. Durante la liturgia e poi all’Angelus, il Papa ha chiesto a Dio e alla Vergine di assistere in modo speciale la Chiesa impegnata in questa riflessione collegiale per giungere, ha affermato, ad “una consapevolezza sempre più chiara della propria missione a servizio del Redentore realmente presente nel sacramento dell’Eucaristia”. La cronaca della celebrazione nel servizio di Alessandro De Carolis:

 

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         Il “vino” della gioia e della presenza amorevole di Dio, pagato a caro prezzo con la morte di suo Figlio e lasciato come dono “indistruttibile” all’umanità, attraverso di lui, nell’Eucaristia, piuttosto che l’“aceto” dell’autosufficienza, del conflitto, dell’indifferenza di chi è tentato di ridurre Dio a “una semplice frase devota”. Benedetto XVI apre solennemente il Sinodo sull’Eucaristia, che da domani e per tre settimane vedrà 256 tra cardinali e vescovi riflettere sul mistero centrale della vita cristiana, con un invito che vale un programma di lavoro: non siano soltanto le “belle parole” che i padri sinodali sapranno dedicare all’Eucaristia a dare valore a questa assise, quanto l’esperienza di forza che scaturisce da questo Sacramento che parla di sacrificio e di amore, di morte e di vita.

 

(canto litanie)

 

Quella che il Papa inizia dopo il Vangelo - in una Basilica di San Pietro tornata a riempirsi con il colpo d’occhio degli appuntamenti più solenni - è una catechesi alta, di sapore patristico, ispirata da una delle “grandi immagini” della Scrittura: l’immagine della vite e dei tralci, della vigna e dei suoi lavoratori infedeli, del vino buono e di quello avariato, che diventa “specchio” di arroganza e arbitrio. L’omelia di Benedetto XVI è un crescendo di riflessioni che, prima di giungere all’epilogo confortante della promessa divina, si soffermano, senza attenuarla, sulla severità delle parabole contenute nei brani delle letture: severità che permette al Papa di scavare nella coscienza. Primo pensiero: Dio crea l’uomo a sua immagine, e dunque nell’uomo “brilla” un po’ dell’amore divino. Ma l’uomo ne è consapevole? Risponde a questo amore, si chiede il Papa:

 

“Dio ci aspetta. Egli vuole essere amato da noi: un simile appello non dovrebbe forse toccare il nostro cuore? Proprio in quest’ora in cui celebriamo l’Eucaristia, in cui inauguriamo il Sinodo sull’Eucaristia, Egli ci viene incontro, viene incontro a me. Troverà una risposta? O accade con noi come con la vigna, di cui Dio dice in Isaia: “Egli aspettò che producesse uva, ma essa fece uva selvatica”? La nostra vita cristiana spesso non è forse molto più aceto che vino? Autocommiserazione, conflitto, indifferenza?”

 

Il contrasto tra le due uve – l’uva buona simbolo di giustizia e quella selvatica, emblema della violenza - si fa più stridente nel Vangelo. Anche se lì l’uva è buona, sono i vignaioli ad essere ingiusti e crudeli, pretendendo di trattenere il frutto della vendemmia. Un’immagine grave, spiega Benedetto XVI: è Dio stesso ad essere disprezzato, un po’ come spesso accade nel mondo di oggi:

 

“Noi uomini, ai quali la creazione, per così dire, è affidata in gestione, la usurpiamo. Vogliamo esserne i padroni in prima persona e da soli. Vogliamo possedere il mondo e la nostra stessa vita in modo illimitato. Dio ci è d’intralcio. O si fa di Lui una semplice frase devota o Egli viene negato del tutto, bandito dalla vita pubblica, così da perdere ogni significato. La tolleranza, che ammette per così dire Dio come opinione privata, ma gli rifiuta il dominio pubblico, la realtà del mondo e della nostra vita, non è tolleranza ma ipocrisia. Laddove però l’uomo si fa unico padrone del mondo e proprietario di se stesso, non può esistere la giustizia. Là può dominare solo l’arbitrio del potere e degli interessi.

 

                   Il duro giudizio cui Dio sottopone la “vigna infedele”, ha proseguito il Papa, è quello storicamente avvenuto con la distruzione di Gerusalemme nel 70 dopo Cristo. Ma, osserva:

 

“La minaccia di giudizio riguarda anche noi, la Chiesa in Europa, l’Europa e l’Occidente in generale. Con questo Vangelo il Signore grida anche nelle nostre orecchie le parole che nell’Apocalisse rivolse alla Chiesa di Efeso: “Se non ti ravvederai, verrò da te e rimuoverò il tuo candelabro dal suo posto” (2,5). Anche a noi può essere tolta la luce, e facciamo bene se lasciamo risuonare questo monito in tutta la sua serietà nella nostra anima, gridando allo stesso tempo al Signore: “Aiutaci a convertirci! Dona a tutti noi la grazia di un vero rinnovamento!”.

 

                   Il monito che sale dalla voce del Papa, a fare eco ad una profezia di 2.700 anni prima, non è però la frase con cui Dio si congeda dalla sua vigna. Non è la minaccia “l’ultima parola”, afferma reciso il Pontefice, bensì una promessa alla fine della quale, dice, “Dio non fallisce” e “vince l’amore”. Quell’amore che, con Gesù nel Cenacolo, diventerà uno dei misteri ineffabili della fede cristiana: dalla morte di Cristo “scaturisce la vita”, è lui la prova che “l’amore ha vinto la morte”. “Nella Santa Eucaristía”, osserva dunque Benedetto XVI, Gesù “dalla croce ci attira tutti a sé e ci fa diventare tralci della vite che è Egli stesso”:

 

“Se rimaniamo uniti a Lui, allora porteremo frutto anche noi, allora anche da noi non verrà più l’aceto dell’autosufficienza, della scontentezza di Dio e della sua creazione, ma il vino buono della gioia in Dio e dell’amore verso il prossimo. Preghiamo il Signore di donarci la sua grazia, perché nelle tre settimane del Sinodo che stiamo iniziando non soltanto diciamo cose belle sull’Eucaristia, ma soprattutto viviamo della sua forza”.

 

(canto)

 

                   All’Angelus seguito alla Messa, il Papa si è rivolto alla folla in Piazza San Pietro per spiegare come mai si sia voluto dedicare un Sinodo a un tema “apparentemente scontato” come l’Eucaristia. Perché, ha spiegato, la dottrina cattolica riguardante tale mistero “domanda di essere recepita, vissuta e trasmessa dalla comunità ecclesiale in modo sempre nuovo e adeguato ai tempi. “L’Eucaristia potrebbe essere considerata anche come una “lente” attraverso la quale verificare continuamente il volto e il cammino della Chiesa”. Ed ha citato, il Pontefice, San Francesco Saverio e Santa Teresa di Lisieux come esempi di Santi che, plasmati dall’Eucaristia, hanno testimoniato il Vangelo, ai confini della terra come nel chiuso di un convento:

 

“Invochiamo la loro protezione sui lavori sinodali come pure quella degli Angeli custodi, che oggi ricordiamo. Preghiamo con fiducia soprattutto la Beata Vergine Maria, che il prossimo 7 ottobre venereremo con il titolo di Madonna del Rosario (…) Questa antica preghiera sta conoscendo, grazie a Dio, una provvidenziale rifioritura, grazie anche all’esempio e all’insegnamento dell’amato Papa Giovanni Paolo II. Vi invito a rileggere la sua Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae e a metterne in pratica le indicazioni a livello personale, familiare e comunitario”.

 

Nei saluti in sei lingue ai fedeli nella Piazza, Benedetto XVI ha indirizzato un messaggio particolare ai giovani romani che, da stasera a sabato prossimo, animeranno nel centro storico della città la seconda edizione della Missione popolare dei “giovani ai giovani”, intitolata “Gesù al centro”, che sarà conclusa da una solenne processione eucaristica da Piazza del Popolo a Piazza Navona. Ai giovani missionari e a quanti a vario titolo prenderanno parte alla Missione, ha concluso il Papa, “assicuro il mio ricordo nella preghiera”.

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         Molte sono le aspettative legate ai risultati del Sinodo sull’Eucaristia, che fino al 23 ottobre vedrà impegnati in quotidiani incontri in Vaticano cardinali, vescovi ed esperti di ogni parte del mondo. Lo ha ribadito ieri, durante un briefing con la stampa, il segretario generale dell’assise sinodale, mons. Nikola Eterović. Sull’importanza dello strumento collegiale del Sinodo, istituito 40 anni fa da Paolo VI, è lo stesso mons. Eterović a ricordare, al microfono di Giovanni Peduto, quali passi in avanti abbiano prodotto nella Chiesa le analoghe riunioni espicopali degli anni passati:

 

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R. – Sono molto importanti a livello della Chiesa universale, perché non si può parlare della teologia, della spiritualità, dello sviluppo del diritto canonico dopo il Vaticano II, senza prendere in considerazione il contributo del Sinodo dei vescovi. Basti pensare che una delle decisioni del Sinodo dei vescovi è stata la redazione del Catechismo della Chiesa universale e un’altra la redazione del Compendio della dottrina sociale della Chiesa. Il primo Sinodo avuto ha molti meriti per la creazione della Commissione teologica internazionale e così via. Ma, a parte questi risultati positivi, il frutto più importante del Sinodo è il senso di comunione e di collegialità tra i vescovi e il Papa.

 

D. – E veniamo ora alla celebrazione di questo Sinodo. Una parola sulla sua preparazione…

 

R. – La preparazione di un Sinodo comincia appena finisce l’altro, perché bisogna scegliere il tema. I Padri sinodali ne propongono vari, che secondo un iter collegiale vengono poi studiati dalla Segreteria generale del Sinodo dei vescovi, con l’aiuto del Consiglio ordinario della stessa Segreteria. Viene fatta una terna di tematiche e proposta al Santo Padre, che approva il tema. In seguito, si comincia a studiare un documento di partenza, i cosiddetti Lineamenta, che viene inviato a tutte le Chiese particolari, alle Conferenze episcopali, ai Sinodi delle Chiese cattoliche orientali, ai dicasteri della Curia romana e ai religiosi, rappresentati dall’Unione dei superiori generali. Con questo documento, si cerca di favorire una discussione capillare a livello della Chiesa universale sul tema del Sinodo. Tutti questi organismi poi ci inviano le risposte, i loro contributi, le loro osservazioni, che noi prendiamo in considerazione, studiamo, insieme al Consiglio ordinario della Segreteria generale. Da questo lavoro scaturisce l’Instrumentum laboris che prepariamo alcuni mesi prima del dibattito sinodale. Tale documento serve come punto di riferimento e di discussione per i Padri sinodali.

 

D. – Organizzazione e svolgimento del prossimo Sinodo: quali peculiarità riveste rispetto a quelli precedenti?       

 

R. – Noi ci affidiamo molto alla tradizione, ad una prassi valida del Sinodo dei vescovi. E’ vero che abbiamo cercato di fare alcune piccole modifiche secondo le indicazioni del Santo Padre, per favorire una collegialità ancora più profonda e una comunione ancora più viva tra tutti i membri del Sinodo. In particolare, dato che la durata del Sinodo sarà di 3 settimane e il numero dei Padri assolutamente più grande di tutta la storia, è previsto che ogni Padre parlerà non otto, ma sei minuti. Questo è stato necessario perché tutti coloro che vogliono parlare possano farlo liberamente. E’ prevista anche una discussione libera ogni sera, dalle 18.00 alle 19.00, in aula. Ovviamente la discussione sarà sul tema del Sinodo e l’idea è che si approfondiscano alcuni aspetti, alcuni temi che i Padri sinodali hanno già sollevato durante i loro interventi.

 

D. – Il Santo Padre avrà una partecipazione più attiva durante lo svolgimento di questo Sinodo, rispetto a quelli passati?

 

R. – Dipenderà dal Santo Padre. Egli, ad ogni modo, ha grande considerazione nei riguardi dei vescovi e una concezione esemplare della collegialità, per cui la sua partecipazione sarà senz’altro attiva.

 

D. – Cosa ci si aspetta da questo Sinodo, che non sia già stato detto sull’Eucaristia?

 

R. – Abbiamo ricevuto tanti contributi dei singoli, non solo vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, ma anche da parte dei laici. C’è una grande attesa, dunque, dei risultati del Sinodo, che è accompagnata dalla preghiera. Noi siamo molto grati a tutti coloro che pregano per il buon esito del Sinodo. Ovviamente non è facile anticipare i risultati del Sinodo, ma in linea generale mi sembra, facendo riferimento all’instrumentum laboris, che i Padri sinodali verificheranno come la grande dottrina cattolica sull’Eucaristia sia vissuta a livello delle Chiese particolari. Noi abbiamo già dei grandi documenti del magistero sull’Eucaristia. Per esempio, l’enciclica del Servo di Dio Giovanni Paolo II Ecclesia de Eucaristia, un’altra la sua Lettera apostolica Mane Nobiscum Domine, e poi anche il Catechismo della Chiesa cattolica. E’ una dottrina veramente ben presentata, che è un grande dono di Dio. Il Sinodo, dovrebbe verificare come sia applicata e vissuta a livello delle Chiese particolari e fare il possibile perché sia promossa con nuovo zelo la vita eucaristica sia dei singoli, sia delle comunità, e che ciò rappresenti un rinnovamento della vita ecclesiale per il bene della Chiesa cattolica ma anche del mondo: questo perché l’Eucaristia è anche fonte della vita della Chiesa e della sua missione nel mondo. E la missione abbraccia anche attività della carità della Chiesa che si manifesta in tante maniere: in altre parole, l’Eucaristia celebrata e vissuta a livello della Chiesa universale.

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OGGI IN PRIMO PIANO

2 ottobre 2005

 

LA FESTA DEGLI ANGELI CUSTODI,

PRESENZA REALE DI DIVINITA’ E PROTEZIONE

ACCANTO AD OGNI UOMO

- Intervista a padre Ermanno Toniolo -

 

La Chiesa celebra oggi la festa degli Angeli custodi, creature poste da Dio al fianco degli uomini. Ma qual è il loro ruolo e che cosa insegna la dottrina della Chiesa in merito? Giovanni Peduto lo ha chiesto a padre Ermanno Toniolo, docente dell’Istituto Pontificio Marianum.

 

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R. – La Chiesa, sempre nei padri orientali ed occidentali, ha affermato la loro esistenza, tanto che Origene, il grande pensatore della fine del II ed inizio III secolo, ha potuto dire che quando ci riuniamo a celebrare la Lode di Dio, ci sono due assemblee: l’assemblea nostra visibile e l’assemblea dei nostri angeli che con noi cantano e compartecipano alla stessa Lode di Dio. Quella dell’angelo custode è una tradizione possiamo dire accettata e celebrata da tutte le Chiese, viene anche confermata da quella preghiera che recitiamo e che è ripresa nell’appendice del Catechismo e cioè “Angelo di Dio, che sei mio custode...”. Sono quindi i nostri affidatari da parte di Dio e nostri custodi in nome Suo, per aiutarci. Come? Questo non lo sappiamo. Ma certamente gli angeli custodi sono accanto a noi in nome di Dio, protettori e soccorritori.

 

D. – Come dobbiamo rapportarci all’angelo custode?

 

R. – Prima di tutto ci sono tante esperienze di santi. Chi non ricorda Santa Gemma Galgani, ad esempio, cui l’angelo custode le faceva addirittura da portalettere? L’angelo custode è realmente una presenza accanto a noi e quindi lo preghiamo perché ci custodisca, lo preghiamo già fin dal mattino perché la giornata sia per così dire nella logica di Dio e cammini secondo le sue strade e lo possiamo anche sempre invocare nei momenti particolari.

 

D. – All’uomo d’oggi cosa dice la dottrina degli angeli?

 

R. – Bisognerebbe distinguere l’uomo d’oggi fra l’uomo che crede e l’uomo che non crede, che discute, l’uomo razionale e razionalista. Il mondo di Dio ci riporta in un mistero molto più alto. In Cristo tutto è stato creato, anche gli angeli: essi appartengono a Cristo per creazione, essi sono di Cristo per missione, essi appartengono alla Chiesa e a noi per affidamento di Dio, per missione evangelizzatrice e soccorritrice verso di noi. Sono, dunque, parte viva di questo immenso mondo che si ricapitola in Cristo, perché il disegno del Padre è quello di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra, quelle visibili e quelle invisibili. Chi crede, sa: il mistero degli angeli è cantare con loro, cantori della gloria di Dio, la nostra vista, insieme a Maria.

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DIFFONDERE LA CULTURA DELLA PENTECOSTE L’IMPEGNO ASSUNTO

A CONCLUSIONE DEL CONVEGNO PROMOSSO A LUCCA DAL RINNOVAMENTO

NELLO SPIRITO PER LEGGERE I SEGNI DELLA SUA PRESENZA NEL ‘NOVECENTO’

- Intervista con Valeria Ronchetti -

 

Diffondere in ogni ambiente la cultura della Pentecoste. Da Lucca, i partecipanti al convegno internazionale sullo Spirito Santo conclusosi oggi, sono ripartiti con questa decisione. Promosso dal Rinnovamento nello Spirito, l’incontro ha proposto una rilettura storica dei segni dello Spirito nel Novecento attraverso la viva voce di diversi testimoni. Ed è in una delle epoche più buie, quella della Seconda guerra mondiale, che la luce di Dio è stata la scintilla ispiratrice del Movimento dei Focolari. Impegnato a portare pace e unità nel mondo, è stato fondato a Trento da Chiara Lubich. Al microfono di Tiziana Campisi, una delle prime compagne della fondatrice, Valeria Ronchetti.

 

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R. – Durante la seconda guerra mondiale, quando c’erano i bombardamenti, a Trento, nel 1943, io ero con Chiara. Mi ricordo che mia sorella mi ha raccontato di averla incontrata e l’aveva ascoltata dire: “In questa guerra, in questa confusione, guarda le stelle come sono belle, sono tutte luminose, sono tutte diverse. Girano ognuna nella propria orbita e formano questo bellissimo firmamento che incanta. Guardiamo la terra, gli uomini sono tutti uno contro l’altro - niente era più incontemplabile della terra - perché questa differenza? Perché le stelle hanno una legge dentro e le fa belle proprio l’obbedienza a questa legge. È l’energia atomica che le fa girare, è una forza singolare. La stessa energia è dentro ognuno di noi, ma noi siamo liberi, possiamo dire no e non accettarla, non seguirla”.

 

D.- Che cosa è successo poi?

 

R. - Mi ricordo che ci si trovava nei rifugi e Chiara propose: “Perché non proviamo anche noi sulla terra a vivere liberamente, come le stelle? A sentire quell’energia che ci ritroviamo dentro, ad ascoltare questa voce e a metterla in pratica? Da allora ci siamo mosse con semplicità, in ascolto della Parola. Una volta, poi, pregando, abbiamo trovato nel Vangelo: “Io vi do un Comandamento nuovo: amatevi scambievolmente come io ho amato voi. Il comandamento mio è nuovo”. Ci siamo chieste come avremmo dovuto amarci a vicenda e ricordo che ci siamo messe intorno ad un altare che avevamo messo su nel rifugio e abbiamo detto: “Io son pronta a morire per Te!”, ma lo dicevamo anche l’una per l’altra.

 

D. Come vi siete predisposte all’ascolto dello Spirito e come avete capito che era proprio lo Spirito a parlarvi?

 

R. – Non abbiamo capito niente. Ci ha prese. E’ Lui che sa fare i suoi affari. E’ un businessman incredibile. Lui ci è subito piaciuto, è bellissimo. Ad un certo punto per me è stato come vedere – mi ricordo – questo bellissimo Gesù che pronunciava le parole che via via leggevamo nel Vangelo. Vivendole poi ho notato che tutto intorno a me cambiava. Questo amore che Lui ci aveva suggerito di vivere mi ha fatto scoprire tante persone che come se fiorissero intorno a me, nella loro individualità e la loro bellezza. Veramente la vita vissuta trascina. Quel Comandamento nuovo ha condotto tante persone intorno a noi, felici di vivere la vita vera. È la verità fa liberi, ma è la contemplazione che fa felici. Quando si vive vita dello Spirito, questa è chiaramente visibile.  

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2 OTTOBRE: PER GLI ITALIANI E’ LA PRIMA VOLTA DELLA “FESTA DEI NONNI”.

INIZIATIVE IN TUTTO IL PAESE, IL PRIMO AD AVERE ISTITUITO UNA GIORNATA

PER CELEBRARE UN RUOLO IMPORTANTE PER LA VITA DELLA FAMIGLIA

 

Una festa per i nonni: con una nuova legge, l’Italia ha istituito una ricorrenza per i nostri avi. La Festa cade proprio oggi, nel giorno degli Angeli custodi, a ribadire l’importanza del ruolo svolto dai nonni italiani all’interno delle famiglie e della società. Tante le iniziative previste per questa giornata, tutte legate al mondo della scuola perché si crei un ponte ideale tra anziani e giovani, tra passato e futuro. Il servizio di Isabella Piro.

 

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Raccontano favole, preparano torte, soprattutto ascoltano sempre. Sono i nonni, la memoria della nostra società. Per loro è stata istituita in Italia una festa che cade il 2 ottobre, il giorno degli angeli custodi. Ascoltiamo il senatore Francesco Pontone, primo firmatario della proposta:

 

R. - I nonni della società nella quale viviamo sono molto importanti e quindi ho pensato che avessero diritto ad un riconoscimento che è un fatto soprattutto morale, e non un fatto materiale. E’ un fatto di amore e non un fatto di interesse.

 

D. - Prima del 2 ottobre, si era pensato anche ad un’altra data per la festa dei nonni?

 

R. – La prima data era il 26 luglio, la festività di Sant’Anna e di San Gioacchino, i nonni di Gesù. Considerato che il 26 luglio, i nipoti probabilmente sarebbero stati al mare, i nonni in montagna, si sarebbero sentiti solo per dirsi “ciao nonno, auguri” e sarebbe finita lì. Così ho pensato che il 2 ottobre, all’inizio delle scuole, nonni e nipoti si possono incontrare nella scuola, i professori possono illustrare l’importanza dei nonni nella società e i nipoti si possono sedere allo stesso banco, stare insieme, parlare, discutere...

 

La legge ha istituito inoltre il “Premio nazionale dei nonni d’Italia”, un riconoscimento annuale che verrà assegnato ai dieci nonni che abbiano compiuto un’azione socialmente meritevole. A consegnare il premio, una pergamena, sarà il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.

 

D. - Ma quali sono le differenze tra l’essere genitori e l’essere nonni? Ci risponde la signora Flavia, di Roma, nonna di tre nipotini:

 

R. – Il genitore è chiaramente quello che ha la responsabilità primaria dei figli: a lui spetta il compito dell’educazione, della formazione. Il nonno è sempre nel suo vecchio ruolo di amico, di compagno, di consigliere, di complice del nipotino.

 

D. – Ci sono poi dei valori fondamentali che i nonni possono insegnare ai nipoti?

 

R. – Il senso della famiglia, la sua importanza, il calore che la famiglia può dare. Il nonno può fare da catena tra passato e presente. Io ricordo, ad esempio, i miei nipotini che mi chiedevano sempre: “Nonna ci parli del nostro bisnonno, del tuo papà, della tua mamma, degli zii… e questo è un po’ scoprire le proprie radici.

 

D. – Insomma, una festa dei nonni ci voleva proprio?

 

R. – I nonni veramente meritavano una festa e io mi sento l’angelo tutelare della famiglia.

 

Finora l’Italia è l’unico Paese ad avere istituito una festa per i nonni ma si spera che non rimanga solo a lungo.

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CHIESA E SOCIETA’

2 ottobre 2005

 

 

BRASILE: IL VESCOVO DI BARRA, FREI LUIS FLÁVIO CAPPIO, DIGIUNA DA SETTE GIORNI PER PROTESTARE CONTRO IL GOVERNO. UN PROGETTO VUOLE MODIFICARE

IL CORSO DEL FIUME SAN FRANCISCO. LA DECISIONE POTREBBE

AVERE CONSEGUENZE NEGATIVE PER I PIÙ POVERI 

 

BARRA. = Ha iniziato il settimo giorno di sciopero della fame dom Frei Luis Flávio Cappio, il vescovo francescano di Barra, nello stato di Bahia. Il digiuno del presule è contro il governo di Brasilia che vuole modificare il corso del Rio Sao Francisco per irrigare il nordest arido del Paese. “Il vescovo è tranquillo”, ha detto all’agenzia Misna il sociologo Adriano Martins, volontario della diocesi di Cabrobó, nella quale in questo momento si trova mons. Cappio. Il presule ha celebrato Messa ed ha anche ricevuto una tribù di indios venuta a ringraziarlo per la protesta che sta attuando. La Commissione episcopale brasiliana ha inviato una lettera al presidente Luiz Inácio Lula da Silva perché interrompa il progetto governativo di deviazione del fiume: se l’esecutivo dovesse approvarlo potrebbe essere notevole il danno sociale. Ma all’orizzonte si leggono anche conseguenze politiche per il governo, ha spiegato Martins: “Brasilia rischierebbe, in pratica, di perseverare nelle politiche attuate dalla precedente amministrazione liberista di Enrique Cardoso, che deviava il corso dei fiumi per irrigare le proprietà dei ricchi fazendeiros, favorendo soprattutto coloro che producono colture per l’esportazione”. Nei prossimi giorni, sono attesi a Cabrobó organi ambientalisti, molti vescovi e fedeli cattolici e i rappresentanti di tante città del Brasile. (T.C.)

 

 

OLTRE UN MILIONE DI BAMBINI MUORE OGNI ANNO A CAUSA DI MALATTIE

OGGI PREVENIBILI CON APPOSITI VACCINI. LO DENUNCIA L’UNICEF

NEL RAPPORTO “PROGRESS FOR CHILDREN”

 

ROMA. = Sono un milione e 400 mila i bambini che ogni anno muoiono per malattie prevenibili con la vaccinazione e uno su 4 rischia di ammalarsi. È quanto emerge dal rapporto “Progress for children” dell'UNICEF. Nonostante la disponibilità di vaccini a basso costo, non si fa ancora abbastanza. L’Agenzia ONU per l’infanzia afferma che 103 Paesi hanno già conseguito l'obiettivo sancito dall'Assemblea generale dell'ONU nel 2002 di vaccinare contro le malattie prevenibili il 90% dei bambini, mentre altri 16 Stati stanno ottenendo costanti progressi. In 74 Paesi, tuttavia, i programmi di vaccinazione risultano troppo lenti e ogni anno nascono 130 milioni di bambini, che fanno salire il numero di quelli da vaccinare. In 41 paesi, la copertura vaccinale per l'infanzia è calata rispetto allo scorso decennio. Ventisette milioni sono i bimbi e 40 milioni le donne in gravidanza che non vengono vaccinati. Solo in 103 paesi è stato vaccinato il 90% dei bambini. (T.C.)

 

 

I VIAGGI TURISTICI PER PROMUOVERE SCOPI UMANITARI: SE NE DISCUTE DA OGGI IN THAILANDIA, AL TERZO VERTICE MONDIALE SULLA PACE ATTRAVERSO IL TURISMO

 

PATTAYA. = Al via oggi il terzo vertice globale sulla pace attraverso il turismo sul tema "Una Terra, una famiglia. Viaggi e turismo: servire uno scopo più alto", promosso dall’Istituto internazionale per la pace attraverso il turismo (IIPT), a Pattaya, in Thailandia. La consultazione riunirà esponenti governativi del settore e responsabili del mondo della cultura, dello sport, dell'ambiente e lo sviluppo economico sostenibile. Rappresentanti di agenzie delle Nazioni Unite e dirigenti dell'industria turistica pubblica e privata metteranno a punto un'agenda in cui il turismo possa svolgere un ruolo significativo nel raggiungimento e consolidamento della pace. Nei vari tavoli di dibattito, si parlerà della risposta dell'industria turistica al rilancio economico e sociale delle aree colpite dallo tsunami e del contributo del turismo per la riduzione della povertà. Verrà anche approfondito il potenziale del turismo, della cultura e dello sport nell'opera di riconciliazione e pacificazione nei Paesi e comunità vittime di conflitti. Il programma dei lavori include inoltre una speciale sessione plenaria sulla "Risposta strategica del turismo al terrorismo internazionale". Il vertice si pone tra le manifestazioni di sostegno al "Decennio internazionale per la pace e la non violenza a favore dei bambini del mondo (2001-2010)" e agli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite. (T.C.)

 

 

RADUNO DI CAPI SCOUT A ROMA PER DISCUTERE DI DISABILITÀ E PROMUOVERE

UNA MAGGIORE INTEGRAZIONE DEI GIOVANI DIVERSAMENTE ABILI

 

ROMA. = Quattrocento capi scout dell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani a Roma all’incontro dell’AGESCI su “Scautismo e diversabilità”. Il raduno, che si conclude oggi, si propone di promuovere una maggiore conoscenza dei ragazzi diversamente abili, di definire più chiaramente il ruolo del capo educatore e favorire il dibattito tra scautismo e diversabilità. Tra i temi di discussione anche quello della percezione di sé, della consapevolezza dei propri limiti e delle proprie possibilità. Oggetto di dibattito anche “L’evoluzione del concetto di disabilità in Italia e cambiamento dell’aspettativa di vita”. Nel corso dei lavori pure una tavola rotonda su “Scautismo per tutti: esperienze a confronto”, moderata dal giornalista Rai Giovanni Anversa. (T.C.)

 

 

L’INIZIAZIONE CRISTIANA AL CENTRO, IN PERU’, DELL’INCONTRO REGIONALE

DI CATECHESI DELLE NAZIONI BOLIVARIANE. DA DOMANI, A LIMA, I PRESIDENTI

E I SEGRETARI DELLE COMMISSIONALI NAZIONALI DI CATECHESI 

 

LIMA. = La capitale peruviana, Lima, sarà la sede dell'Incontro regionale di Catechesi delle Nazioni Bolivariane, che sarà incentrato sul tema della "Iniziazione Cristiana". L'incontro, organizzato dalla Sezione di Catechesi del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), avrà inizio domani e terminerà il 7 ottobre, nella Casa di Ritiri "Santa Rosa da Lima". All'evento, come riferisce l’agenzia Fides, parteciperanno i presidenti ed i segretari esecutivi delle Commissioni nazionali di catechesi di Bolivia, Venezuela, Colombia, Ecuador e Perú. I temi su cui rifletteranno i partecipanti, anche con l'apporto di esperti qualificati, saranno l'iniziazione cristiana nel processo di evangelizzazione, il suo sviluppo storico e l'iniziazione cristiana nel suo sviluppo umano, liturgico e di fede. (A. M.)

 

 

EDUCARE ALLA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE. SE NE DISCUTE A TORINO AL TERZO CONGRESSO MONDIALE SULLE PROBLEMATICHE AMBIENTALI

 

TORINO. = Educare al rispetto dell’ambiente. È lo scopo del terzo Congresso mondiale dell’educazione ambientale (WEEC – World Environmental Education Congress), sul tema “Cammini formativi verso la sostenibilità”, organizzato dal Comune e dalla Provincia di Torino e dalla Regione Piemonte. In 12 sessioni tematiche il congresso, che si concluderà giovedì prossimo, si propone di sottolineare e analizzare il ruolo dell'educazione, della formazione, dell'informazione e della ricerca ambientale per lo sviluppo di una società equa, democratica, partecipativa e amica dell'ambiente. Si discuterà anche della possibilità di incrementare lo scambio internazionale sulle ricerche condotte, a proposito delle problematiche ambientali, dai singoli Paesi. Tra gli eventi collaterali, il primo incontro internazionale “Televisioni, comunicazione e ambiente”, in programma dopodomani, che rifletterà sul rapporto tra piccolo schermo e ed ecologia attraverso esempi di trasmissioni televisive presentati dagli stessi autori e conduttori. Prendono parte ai lavori esponenti governativi italiani, rappresentanti di agenzie delle Nazioni Unite e membri di associazioni ambientaliste quali Italia Nostra, WWF, Legambiente. (T.C.)

 

 

 

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

2 ottobre 2005

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco  -

 

● Almeno 25 persone, tra le quali molti stranieri, sono morte ieri per una serie di attentati dinamitardi nell’isola indonesiana di Bali. Tre bombe sono esplose in rapida successione nell’area turistica di Kuta, la stessa zona dove un attentato condotto dagli integralisti nel 2002 provocò più di 200 morti. Nel 2003, l’Indonesia era stata teatro di un altro sanguinoso attacco compiuto da fondamentalisti a Giakarta nei pressi dell’ambasciata australiana, costato la vita a 12 persone. Il presidente indonesiano Yudhoyono, che ha definito gli attentati di ieri a Bali “atti terroristici”, aveva detto di temere un imminente attacco di matrice islamica. Ma quale significato assumono questi attacchi considerando l’attuale fase politica indonesiana? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto ad Emanuele Giordana, giornalista dell’Agenzia “Lettera 22”:

 

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R. – E’ un contesto difficile e – vorrei dire – forse il più difficile da quando è caduta la dittatura nel 1998. In questi giorni, il governo ha deciso il rialzo dei prezzi della benzina innescando una manovra più impopolare di quanto il presidente non volesse fare. Questo è il quadro in cui arrivano le bombe. Non sappiamo ancora quali attori possano fare in modo che il Paese precipiti nuovamente nel caos.

 

D. – Quale posto occupano i gruppi terroristici indonesiani sullo scacchiere della rete internazionale del terrorismo islamico?

 

R. – l’Indonesia non è il punto più caldo. Il terrorismo ha colpito con le bombe nel 2002 a Bali e ha colpito di nuovo ieri quest’isola. Il terrorismo di matrice islamica è un fenomeno, per quel che riguarda la percezione della gente, estremamente marginale. C’è stato nei giorni scorsi un incontro all’Università urbaniana a Roma. In questa occasione, molti sacerdoti che provenivano dall’Indonesia spiegavano proprio come in Indonesia l’islam sia il più moderato e come il dibattito su questo tema sia molto forte.

 

D. – Gli attentati di ieri e quelli del 2002 a Bali e del 2003 a Giakarta, sembrano avere un comune denominatore: la Jemaah Islamiyah. Cosa si può dire di questo gruppo?

 

R. – La Jemaah Islamiyah è in realtà ancora un grossa nebulosa. E’ sicuramente una rete. Chi però agisca dietro questa sigla, che poi si presta ad ogni interpretazione, ancora non è molto chiaro. Non è provato, inoltre, il legame di questo gruppo con Al Qaeda. Se ci fossero le prove di questo legame saremmo davanti ad un fenomeno gravissimo, cioè la capacità di una cupola di cui non si capisce bene dove sia il centro, in grado di decidere con un tempismo perfetto come entrare all’interno della politica di un Paese e creare il caos.

 

D. – Come dividere nei gruppi terroristi di matrice islamica il fondamentalismo dall’islam?

 

R. – Va rafforzato il movimento moderato che rappresenta la stragrande maggioranza degli indonesiani. La lettura dell’islam per gran parte degli indonesiani è una lettura in movimento, non univoca, anche per evitare che l’islamismo radicale faccia presa sulle differenze etniche o religiose.

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● Israele ha sospeso, fino a nuovo ordine, le incursioni aeree, gli attacchi di artiglieria e gli omicidi mirati contro estremisti nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania. Lo ha riferito un responsabile dell’ufficio del premier Sharon. L’obiettivo è quello di permettere al presidente palestinese, Abu Mazen, di agire contro i gruppi armati. “I colpi inferti a Hamas sono serviti a far capire che le regole del gioco sono cambiate dopo il ritiro da Gaza”, ha detto la fonte, sottolineando anche come il dispositivo militare israeliano resti in allerta per prevenire e opporsi ad eventuali attacchi.

● In Iraq, almeno 8 presunti ribelli sono rimasti uccisi dai soldati americani impegnati in una vasta offensiva nell’ovest del Paese arabo, al confine con la Siria. A Baghdad è stato sequestrato, inoltre, il fratello del ministro dell’Interno, uno sciita direttore di un ospedale della capitale nella capitale. Vasta eco ricevuto, intanto, la notizia della nomina di cinque magistrati che giudicheranno, a partire dal prossimo 19 ottobre, l’ex presidente iracheno, Saddam Hussein.

 

● In Germania, urne aperte a Dresda, dove circa 219 mila persone sono chiamate a votare per le legislative, che nel resto del Paese si sono svolte lo scorso 18 settembre. A Dresda il voto era stato posticipato per la morte, nei giorni della campagna elettorale, di una candidata locale di estrema destra. Secondo i sondaggi, i risultati non cambieranno i rapporti di forza all’interno del nuovo Parlamento, dove gli esponenti del partito cristiano democratico di Angela Mekel hanno ottenuto, finora, 3 seggi in più dei rappresentanti della formazione socialdemocratica guidata da Gerhard Schroeder.

 

● Il responsabile della Politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea, Javier Solana, si è detto fiducioso sulla possibilità di pervenire ad un accordo che consenta l’inizio domani, come previsto, dei negoziati sull’adesione della Turchia all’Unione Europea. Solana ha sottolineato come l’avvio della trattativa con Ankara non significhi affatto che già sia stata presa una decisione per l’ingresso della Turchia in Europa. “I negoziati – ha spiegato - verranno condotti lasciando aperto il loro esito”. Per questa sera, è in programma a Bruxelles una riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione con l’obiettivo di sbloccare la situazione creatasi con le obiezioni sollevate dall’Austria.

● Situazione sempre tesa, in Corsica, in seguito al piano di privatizzazione della compagnia di traghetti SNCM. Le forze dell’ordine hanno rimosso i picchetti dei marittimi che rendevano inaccessibile il porto di Ajaccio, bloccando i turisti sull’isola. Un falso allarme-bomba a bordo del traghetto Girolota ha alimentato, inoltre, la tensione nel porto di Bastia. Ieri, una motovedetta della dogana era stata danneggiata dall’esplosione di un ordigno rudimentale.

 

● In Salvador, l’eruzione del più grande vulcano del Paese, a 60 chilometri dalla capitale, e il successivo smottamento del terreno hanno provocato la morte di due persone e migliaia di sfollati. Il nostro servizio:

 

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Almeno 7 mila persone sono in fuga per il risveglio, dopo cento anni, del più grande vulcano del Salvador, l’Ilamapatec, conosciuto con il nome di Santa Ana. Cenere e colate di lava si sono dirette minacciose verso i villaggi ai piedi del vulcano. La fuga è stata precipitosa e drammatica: due persone sono morte inghiottite da crepacci che si sono aperti a due chilometri di distanza dal cratere. Il fumo ha raggiunto la quota di 15 mila metri. Il ministro dell’Interno ha decretato lo stato di allerta e le autorità hanno ordinato l’evacuazione di migliaia di persone. L’ultima eruzione di Santa Ana era avvenuta nel 1904 ma negli ultimi mesi il vulcano aveva fatto registrare un costante incremento di attività sotterranea. Quest’ultima eruzione, probabilmente prevedibile, ha distrutto quasi completamente le coltivazioni di caffè della zona, una delle principali fonti dell’economia salvadoregna.

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● Il rappresentante italiano alle Nazioni Unite, l’ambasciatore Marcello Spatafora, sta conducendo consultazioni sulla “tregua olimpica” da proclamare in coincidenza con i giochi d’Inverno a Torino nel 2006. L’ambasciatore ha già inviato ai suoi 190 colleghi delle Nazioni Unite una nota per chiedere “l’appoggio di tutti i Paesi membri” dell’ONU. La bozza di risoluzione sulla “Tregua Olimpica” sarà presentata formalmente dall’Italia nelle prossime settimane in qualità di Paese ospitante dei XX Giochi olimpici Invernali, che si svolgeranno a Torino dal 10 al 26 febbraio 2006. La tradizione di chiedere lai cessazione di ogni ostilità durante lo svolgimento delle Olimpiadi nacque nell’antica Grecia per consentire agli atleti di recarsi ad Olimpia.

 

 

 

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