RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 321 - Testo della trasmissione di giovedì 17 novembre 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

L'attuazione degli accordi tra Santa Sede e Israele e la situazione in Terra Santa al centro dell’incontro di stamani tra Benedetto XVI e il presidente israeliano, Moshe Katsav

 

Cattolici e greco-ortodossi riaffermino le radici cristiane dell’Europa: così Benedetto XVI in una lettera al cardinale Jean-Louis Tauran per la pubblicazione del Menologio di Basilio II

 

Promuovete un autentico umanesimo cristiano in una cultura profondamente segnata dal soggettivismo. E’ quanto scrive il Papa in un Messaggio alle Pontificie Accademie

 

Aperta in Vaticano la Conferenza  sul genoma: con noi il cardinale Javier Lozano Barragan

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Oggi pomeriggio il Papa partecipa in Vaticano alla proiezione in anteprima del film su Giovanni Paolo II, interpretato da Jon Voight: ce ne parla l’attore

 

Il Concilio Vaticano II è una guida per portare pace e giustizia nel mondo: così, i vescovi italiani nel Messaggio consegnato ai giovani, ieri ad Assisi, per i 40 anni dalla fine dell’assise conciliare

 

CHIESA E SOCIETA’:

Congresso alla Lateranense sull’enciclica Evangelium Vitae a dieci anni dalla pubblicazione

 

Atteso domani a Bologna il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I

 

Vertice sull’informazione a Tunisi: negato il visto al direttore di Reporter senza Frontiere

 

Simposio celebrativo per il 25.mo anniversario del Centro interdisciplinare sulla comunicazione sociale della Pontificia Università Gregoriana

 

Italia, fanalino di coda in Europa per politiche di welfare e sussidiarietà famigliare: è quanto emerge da uno studio dell’Università Cattolica di Milano

 

24 ORE NEL MONDO:

L’apertura delle urne nello Sri Lanka per le presidenziali segnata da attacchi contro seggi elettorali nel Nord-Est del Paese

 

In Indonesia due nuovi decessi per l’influenza aviaria, in Cina due casi di contagio umano

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

17 novembre 2005

 

 

NELL’INCONTRO CON IL PRESIDENTE ISRAELIANO, MOSHE KATSAV,

 IL PAPA RIBADISCE LA POSIZIONE DELLA SANTA SEDE IN FAVORE DELLA

COESISTENZA E COLLABORAZIONE TRA I DUE STATI, ISRAELE E PALESTINA

 

L'attuazione degli accordi tra Santa Sede e Israele e la situazione in Terra Santa: questi i temi chiave dell’incontro di stamani tra Benedetto XVI e il presidente israeliano, Moshe Katsav, che dopo l’udienza con il Papa ha avuto anche un colloquio con il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano. Sull’incontro è stata diramata una nota del vicedirettore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Ciro Benedettini. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Sull’attuale situazione in Terra Santa, si legge nella nota della Sala Stampa vaticana è stata nuovamente esposta “la posizione della Santa Sede favorevole all’esistenza ed alla collaborazione fra i due Stati, Israele e Palestina”. Nell’incontro tra il Papa e il presidente Katsav, sono stati inoltre “esaminati i rapporti che si sono sviluppati fra Israele e la Santa Sede dopo l’inizio delle relazioni diplomatiche fra le Parti nel 1994”. Particolare attenzione, spiega padre Benedettini, “è stata data all’attuazione dei due Accordi finora sottoscritti fra Israele e la Santa Sede: l’Accordo Fondamentale del 1993 e l’Accordo sulla personalità giuridica del 1997”. “Una parte importante del colloquio – conclude la nota – è stata pure dedicata alle possibilità di una più intensa collaborazione nel campo umanitario, specialmente in Africa, come pure nel settore culturale”.

 

Significativo lo scambio dei doni, al termine dell’udienza durata circa 25 minuti: il Papa ha regalato al presidente israeliano un quadro con la riproduzione della Dichiarazione conciliare Nostra Aetate, pietra miliare nei rapporti tra cattolici ed ebrei oltre alla riproduzione di uno scritto autografo di Giovanni Paolo II, con il discorso pronunciato in occasione della visita ad Auschwitz. Dal canto suo, il presidente Katsav ha donato al Pontefice un frammento di papiro con scritte in ebraico, due foto dei mosaici recentemente scoperti a Megiddo, e tre libri.

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Subito dopo l’incontro con il Papa il presidente israeliano Katsav ha tenuto una conferenza stampa per i giornalisti. C’era per noi Giancarlo La Vella.

 

 

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“Ho invitato il Papa in Israele per una visita di Stato ufficiale che spero possa avvenire già nel prossimo anno. E’ stato un incontro cordiale, libero e aperto, sia con il Papa che con il segretario di Stato vaticano, cardinale Sodano”.

 

Queste le prime parole del presidente Katsav ai giornalisti, per spiegare il colloquio che a 360° ha affrontato i temi più caldi del momento che coinvolgono lo Stato di Israele. Il presidente ha poi ringraziato il Pontefice per la visita fatta alla Sinagoga di Colonia, in occasione dell’ultima Giornata mondiale della gioventù e per le sue numerose espressioni favorevoli allo Stato di Israele. Il capo dello Stato ha sottolineato l’emozione del Papa nell’apprendere della Chiesa cristiana ritrovata in un recente sito archeologico. Emozione che si è fatta commozione, quando è stata donata al Santo Padre una copia di uno dei primi mosaici, nel quale risalta il nome di Gesù Cristo.

 

Katsav ha poi detto dell’unanime condanna della violenza e dell’uso della religione a fini terroristici. “E’ auspicabile – ha sottolineato – che agli sforzi del cristianesimo ed ebraismo si unisca anche l’islam. E a proposito dei rapporti con la Chiesa, Katsav ha detto che saranno risolte quanto prima le ultime questioni relative alla definizione delle controversie sulle proprietà della Chiesa in Israele.

 

Infine, un ricordo sentito da parte del presidente Katsav di Giovanni Paolo II, “la personalità più importante del XX secolo”, ha detto. “Il Popolo ebraico continuerà ad ammirarlo per quanto ha fatto in suo favore durante tutto il suo Pontificato. L’auspicio è che si lavori ancora per diffondere i principi della Nostra Aetate in tutto il mondo”.

 

Dall’aeroporto militare di Ciampino, Giancarlo La Vella, Radio Vaticana.

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CATTOLICI E GRECO-ORTODOSSI RIAFFERMINO LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA:

COSI’ BENEDETTO XVI IN UNA LETTERA A AL CARDINALE JEAN-LOUIS TAURAN PER LA PUBBLICAZIONE DEL MENOLOGIO DI BASILIO II, LIBRO LITURGICO BIZANTINO. NELL’OCCASIONE, IL PAPA INVITA A ROMA SUA BEATITUDINE CHRISTODOULOS,

ARCIVESCOVO DI ATENE E DI TUTTA LA GRECIA

 

Rafforzare il dialogo ecumenico tra cattolici e greco-ortodossi per il bene dell’Europa: è l’esortazione di Benedetto XVI contenuta in un messaggio inviato al cardinale Jean-Louis Tauran, Archivista e Bibliotecario di Santa Romana Chiesa, in occasione della pubblicazione del Menologio di Basilio II, realizzata grazie alla collaborazione fra la Biblioteca Vaticana e la Chiesa Ortodossa di Grecia. Il Pontefice ha indirizzato, attraverso il porporato, un invito a Sua Beatitudine Christodoulos, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia a recarsi a Roma. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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I cattolici e i greco-ortodossi “possono aiutare le nazioni europee a riaffermare le proprie radici cristiane” da cui attingere “nuova energia” per il bene delle persone e della società intera. E’ quanto sottolinea Benedetto XVI in un messaggio per la pubblicazione del Menologio di Basilio II, libro liturgico bizantino che

contiene per esteso la vita dei Santi. La presentazione ufficiale del lavoro avviene nella capitale greca alla presenza di Sua Beatitudine Christodoulos, arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia.

 

            Benedetto XVI coglie questa occasione per sottolineare i grandi passi avanti compiuti nelle relazioni tra cattolici e greco-ortodossi, in particolare dopo la visita di Giovanni Paolo II ad Atene nel maggio del 2001. Attraverso il cardinale Tauran, il Papa invita a Roma l’arcivescovo Christodoulos. Incontro, rileva, che segnerebbe una nuova tappa “sul cammino della riconciliazione e della cooperazione”, in vista di una piena unità dei credenti in Cristo. Il Pontefice esprime quindi il desiderio di intensificare i rapporti “fraterni” con i fedeli greco-ortodossi per “lavorare assieme nei numerosi cantieri dell’evangelizzazione”.

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PROMUOVETE UN AUTENTICO UMANESIMO CRISTIANO

IN UNA CULTURA PROFONDAMENTE SEGNATA DAL SOGGETTIVISMO.

E’ QUANTO SCRIVE IL PAPA IN UN MESSAGGIO ALLE PONTIFICIE ACCADEMIE

 

Promuovete un “autentico umanesimo cristiano” in una cultura profondamente segnata dal soggettivismo. E’ l’esortazione di Benedetto XVI contenuta in un messaggio inviato al Cardinale Paul Poupard in occasione della decima Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie, che si è svolta martedì scorso in Vaticano.  La sessione è stata dedicata al tema “Cristo, Figlio di Dio, uomo perfetto, misura del vero umanesimo”. Il cardinale Paul Poupard, è presidente del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie, organismo istituito 10 anni fa da Giovanni Paolo II. Il servizio di Sergio Centofanti.

 

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“La cultura attuale” – afferma il Papa – è “ profondamente segnata da un soggettivismo che sfocia non poche volte nell'individualismo estremo o nel relativismo” e “spinge gli uomini a farsi unica misura di se stessi, perdendo di vista altri obiettivi che non siano quelli centrati sul proprio io, divenuto unico criterio di valutazione sia della realtà che delle proprie scelte”.

 

“L'uomo, in tal modo – sottolinea Benedetto XVI - tende a ripiegarsi sempre più su se stesso, a rinchiudersi in un microcosmo esistenziale asfittico, in cui non hanno più posto i grandi ideali, aperti alla trascendenza, a Dio. L'uomo, invece, che supera se stesso e non si lascia rinchiudere nell’angusto steccato del proprio egoismo – prosegue il Papa - è capace di uno sguardo autentico verso gli altri e verso il creato. Diviene così consapevole della sua caratteristica essenziale di creatura in continuo divenire, chiamata ad una crescita armoniosa in tutte le sue dimensioni, a cominciare proprio dall'interiorità, per giungere alla compiuta realizzazione di quel progetto che il Creatore ha impresso nel suo essere più profondo”.

 

“Talune tendenze o correnti culturali – scrive il Pontefice - mirano a lasciare gli uomini in uno stato di minorità, di infanzia o di adolescenza prolungata. La Parola di Dio, al contrario, ci sprona decisamente verso la maturità e ci invita ad impegnarci con tutte le forze verso una misura alta di umanità”. San Paolo – ricorda il Papa – esortava i cristiani a non comportarsi come i pagani “nella vanità

della loro mente, accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio”. Al contrario, i veri discepoli del Signore, “lungi dal restare nello stato di bambini sballottati da ogni vento di dottrina, si sforzano di arrivare allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo”. E', dunque, Gesù Cristo, Figlio di Dio, donato dal Padre all'umanità per restaurarne l'immagine sfigurata dal peccato, l'uomo perfetto, su cui si misura il vero umanesimo. Con Lui deve confrontarsi ogni uomo, è a Lui che, con l'aiuto della grazia, egli deve tendere con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze, per realizzare pienamente la sua esistenza, per rispondere con gioia ed entusiasmo all'altissima vocazione inscritta nel suo cuore”.

 

Il Papa esorta quindi gli Accademici a promuovere questo “nuovo umanesimo”, riproponendo “la bellezza, la bontà, la verità del volto di Cristo, in cui ogni uomo è chiamato a riconoscere i suoi tratti più autentici ed originali, il modello da imitare sempre meglio”. Si tratta di un “arduo compito” e di una “alta missione”: “additare Cristo all'uomo d'oggi, presentandolo come la vera misura della maturità e della pienezza umana”.

 

Infine il Papa, accogliendo la proposta formulata dal Consiglio di Coordinamento, si è detto lieto di attribuire il Premio delle Pontificie Accademie al dott. Giovanni Catapano, di Pordenone, per l'opera “Il concetto di filosofia nei primi scritti di Agostino. Analisi dei passi metafilosofici dal Contra Academicos al De vera religione”, in cui viene acutamente indagata la concezione filosofica del “primo” Agostino nei suoi aspetti più originali. Su suggerimento dello stesso Consiglio di Coordinamento, ha poi donato una Medaglia del Pontificato a due altri studiosi: il dott. Massimiliano Marianelli, di Lama (Perugia), per l'opera “La metafora ritrovata. Miti e simboli nella filosofia di Simone Weil”, ed il prof. Santiago Sanz Sánchez, originario di Talavera de la Reina (Toledo), per la dissertazione dal titolo “La relación creación y alianza en la teología contemporánea: status quaestionis y reflexiones filosófico-teológicas”.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

         Stamane il Papa ha ricevuto anche alcuni presuli della Conferenza Episcopale della Repubblica Ceca, in visita “ad Limina”, il cardinale Geraldo Majella Agnelo, arcivescovo di Sao Salvador da Bahia, presidente della Conferenza Episcopale Brasiliana, con il vice presidente mons. Antonio Celso Queiroz, vescovo di Catanduva, e con il segretario generale mons. Odilo Pedro Scherer, vescovo tit. di Novi, ausiliare di Sao Paulo.

 

         Il Santo Padre ha nominato arcivescovo metropolita di Resistencia, in Argentina, mons. Fabriciano Sigampa, finora vescovo di La Rioja.

 

        

 

APERTA STAMANE IN VATICANO LA XX CONFERENZA INTERNAZIONALE SU “GENOMA

UMANO E PROSPETTIVE BIOLOGICHE, MEDICHE ED ETICHE”, PROMOSSA DAL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PASTORALE DELLA SALUTE. CENTINAIA I PARTECIPANTI DA OGNI PARTE DEL MONDO PER FARE IL PUNTO SUI PROGRESSI DELLA GENETICA

E SULLE IMPLICAZIONI PER LA VITA DELL’UOMO E PER LO SVILUPPO DELL’UMANITA’

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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Il mistero chiave della vita al centro di questa Conferenza, dedicata al genoma umano, ovvero al codice genetico della persona, che - possiamo dire - organizza il corpo nella dimensione individuale ed ereditaria. 700 gli specialisti, di circa 80 Paesi, di varie discipline, giunti in Vaticano per un dialogo al più alto livello sulla ricerca genetica e le ricadute positive sulla salute, ma non solo, anche per trovare risposta ad alcune domande angoscianti del mondo contemporaneo sul senso ultimo della vita.

 

Ad aprire i lavori è stato il cardinale Javier Lozano Barragán, il presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della salute, con una relazione complessa, che ha trattato gli aspetti scientifici, filosofici e teologici, legati alla genetica. Partendo dalla domanda “Cos’è la vita?”, il porporato ha ricordato che tre milioni di caratteri chimici formano il codice genetico di ogni persona, da cui si evince che la vita è “un movimento organico di mutua complementarietà”, con una finalità ben definita “per essere e attuare”, in una dimensione di “amorevole, totale, reciproca donazione”. “Questa è la vita”, ha osservato il cardinale Barragán, richiamando, come insegnavano i mistici, a vedere Dio nelle cose create, con occhio puro e trasparente, per guardare nell’intimo delle cose, “perché nei geni – ha detto – possiamo trovare la Santissima Trinità”. Ma si può agire sul genoma in favore della salute umana senza violare la dignità della persona? Ascoltiamo il porporato al microfono di Giovanni Peduto:

 

“Penso che proprio questa sia la norma: agire nel genoma umano senza violare la dignità della persona umana. In altre parole, tutte le tecniche terapeutiche che sono rivolte a costruire la persona umana, la Chiesa le accoglie volentieri. Invece quelle che mirano a distruggere la persona umana, anche se per il bene dell’umanità, quelle certamente la Chiesa non le accetta. Non perché sia contro il progresso, ma perché c’è una forza grandissima della Chiesa che si basa sul fondamento che tutti hanno diritto alla vita e in abbondanza, come ha detto Cristo. Dove, nel surrogato della vita, si nasconde la cultura della morte e della distruzione, la Chiesa deve dire ‘no’. Tante volte si dice: “Tu sei contro il progresso. No, sono contro il progresso del male, non contro il progresso delle scienze, nè tanto meno contro il progresso della vita”.

 

Dopo il cardinale Barragán ha preso la parola il professor George Robert Fraser, fisico del Royal College di Londra, che ha parlato delle grandi speranze aperte dalla genetica per migliorare la salute delle popolazioni, ma ha pure messo in guardia sui rischi etici di possibili derive di applicazione che potrebbero aumentare le disuguaglianze e le ingiustizie e allontanare la medicina dal principio che “la vita è sempre un bene”. Il microfono è andato poi ai genetisti, tra cui i professori Pietro Chiurazzi e Maurizio Genuardi, della Cattolica di Roma e dell’Università di Firenze, che hanno illustrato i progressi raggiunti. Ma il cammino da fare è ancora lungo se oggi abbiamo molte informazioni diagnostiche, ma poche cure risolutive.  La Conferenza proseguirà nel pomeriggio fino a sabato “a comporre - come ha osservato, il professor Angelo Serra, che presiede i lavori - “un mosaico dove ogni tessera farà brillare tante conquiste della scienza”.

 

Dall’Aula Nuova del Sinodo, Roberta Gisotti.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina il titolo “Impegno unitario per il vero bene delle persone e della società”: messaggio di Benedetto XVI ai vescovi italiani riuniti ad Assisi per la 55.ma Assemblea Generale.

 

Servizio vaticano - Lettera di Benedetto XVI; Cattolici ed Ortodossi insieme possono aiutare con maggiore forza le Nazioni europee a riaffermare le loro radici cristiane, al fine di ritrovarvi la linfa nutriente e feconda per il loro futuro.

 

Servizio estero - Iraq: anche Londra, dopo Washington, ammette l’uso di armi al fosforo bianco in operazioni militari.

 

Servizio culturale - Un articolo di Biagio Buonomo dal titolo “Salvatore Di Giacomo al centro della lirica del Novecento”: un Convegno sul grande poeta napoletano.

 

Servizio italiano – In rilievo il tema della devolution.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

17 novembre 2005

 

 

OGGI POMERIGGIO IL PAPA PARTECIPA IN VATICANO ALLA  PROIEZIONE IN ANTEPRIMA DEL FILM SU GIOVANNI PAOLO II, INTERPRETATO DA JON VOIGHT

- Intervista con l’attore -

 

Oggi pomeriggio Benedetto XVI parteciperà alla proiezione in anteprima del film “Giovanni Paolo II”, nell’Aula Paolo VI in Vaticano. La miniserie della Lux Vide, diretta dal canadese Jon Kent Harrison, annovera nel cast Jon Voight  nella parte di Papa Wojtyla. Il servizio di Luca Pellegrini.

 

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In un progetto televisivo dedicato al XX secolo, la personalità e l’immensa opera di Papa Giovanni Paolo II, che quel secolo ha indelebilmente segnato, non poteva mancare. Compito, dunque, di grande responsabilità storica e documentaristica quello assunto dalla coproduzione internazionale per questa nuova biografia per immagini dedicata a Papa Wojtyla, narrazione di una vita straordinaria che inizia dalla Polonia martoriata nel 1939 e si conclude con la morte e un corpo martoriato dalla sofferenza nel 2005. Vera e propria sfida artistica e umana quella dell’attore americano Jon Voight. Gli abbiamo chiesto che cosa, grazie a questo impegno televisivo, è riuscito maggiormente a comprendere dell’uomo e del Pontefice:

 

R. – THE IMPORTANT THING…

La cosa importante che ho scoperto è come questo personaggio sia diventato ciò che abbiamo visto in televisione, come sia riuscito a creare gli eventi che noi abbiamo ammirato oppure che ci hanno colpiti, tutte le cose che abbiamo preso per scontate in questo personaggio: la sua politica, la sua capacità di trattare con le persone, la sua tremenda fede, le sue posizioni morali, da dove veniva questa sua energia. L’opportunità di recitare questo ruolo mi ha condotto a fare molte riflessioni. Penso che la gente si commuoverà molto con questo lavoro.

 

D. - Nel corso delle riprese, mano a mano che approfondiva il personaggio di Karol Wojtyla e prendeva confidenza con l’enorme statura del Papa, si è trovato artisticamente e umanamente più vicino, al Giovanni Paolo II missionario e pellegrino per il mondo, oppure a quello anziano, posto sotto il peso della malattia e del dolore, ma sempre profeticamente ispirato?

 

R. – IF YOU LOOK AT MY WORK…

Se guarda alla mia carriera, dovrebbe dire che se c’è un dono che distingue il mio lavoro di attore è proprio quello di aver interpretato molto bene le anime di coloro che soffrono. Credo sia questo che possa motivare il perché io potevo essere adatto a recitare questo ruolo. D’altra parte lei ha menzionato anche il Papa pellegrino. Ho sempre cercato anch’io l’incontro con le persone, ogni giorno. Per questo mi sono forse molto identificato con l’amore che Giovanni Paolo II aveva per la gente.

 

D. - Lei ha più volte ripetuto che questo suo impegno professionale contiene anche tutte le sue preghiere. In quale senso?

 

R. – MY PRAYERS ARE FOR…

Le mie preghiere sono per tutti i giovani. Le mie preghiere si levano perché essi possano trovare una guida che li aiuti ad attraversare i pericoli che esistono nella vita moderna. Ecco il problema: si sta offrendo ai giovani del veleno, anziché il vero cibo. Essi soffrono per la mancanza di una guida morale e dell’esempio morale. L’esempio morale è vivere moralmente. E questo è un vero viaggio verso la libertà e la gioia: io lo credo davvero e questo è quello che lui proclamava.

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IL CONCILIO VATICANO II E’ UNA GUIDA PER PORTARE PACE E GIUSTIZIA NEL MONDO:

COSÌ, I VESCOVI ITALIANI NEL MESSAGGIO CONSEGNATO AI GIOVANI, IERI AD ASSISI,

PER I 40 ANNI DALLA FINE DELL’ASSISE CONCILIARE, L’8 DICEMBRE 1965

 

L’eredità del Concilio Vaticano II è “viva e feconda”, “anche se non è stato possibile arrestare i processi di secolarizzazione e purtroppo di scristianizzazione”: è quanto affermano i vescovi italiani, riuniti in Assemblea generale ad Assisi, nel messaggio consegnato ieri, nel duomo di San Rufino, ai giovani, in occasione dei 40 anni dalla chiusura dell’assise conciliare, avvenuta l’8 dicembre 1965. Ce ne parla, nel servizio, Roberta Moretti:

 

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Il messaggio si apre con il ricordo commosso dei vescovi italiani della cerimonia di chiusura del Concilio. E se allora, seminaristi o giovani sacerdoti, erano convinti “di vivere una stagione di promesse e di speranze”, oggi, 40 anni dopo, i presuli portano ancora nel cuore quei desideri e quell’amore per la Madre Chiesa, perché, affermano, “il Concilio ci ha ricordato che l’uomo non è solo, gettato a vivere nella fredda immensità dell’universo, ma è chiamato da una parola amica a rispondere a un appello e a costruire insieme un mondo degno dell’uomo e di Dio”. L’esperienza conciliare ha ravvivato quella passione “per la causa del Vangelo” e “per l’unità del corpo ecclesiale di Cristo, e dunque l’impegno ecumenico, cui tutti siamo chiamati”. “Da qui – proseguono i vescovi - viene l’urgenza di riscoprire il legame della Chiesa con la sua santa radice, la fede d’Israele, e di avere a cuore il dialogo e l’amicizia con i ‘fratelli maggiori’, gli ebrei”. “Da questa vocazione alla comunione con Dio – spiegano – nasce anche l’urgenza del dialogo con i credenti di tutte le religioni”. Nel messaggio si accenna anche al periodo postconciliare: “In Italia - sottolineano i presuli - il rinnovamento conciliare, per cui tanto si è speso, con non poca sofferenza, Paolo VI e poi, con altrettanta fedeltà, Giovanni Paolo II, ha inciso in maniera profonda sul volto e sulla realtà delle nostre Chiese, e anche sui modi e sulle forme della presenza cristiana nella vita del Paese: anche se – continuano – non è stato possibile arrestare i processi di secolarizzazione e purtroppo di scristianizzazione, il rinnovamento conciliare ha indubbiamente aiutato a comprendere le radici di questi fenomeni e soprattutto ha stimolato la risposta pastorale e culturale, in chiave di missione e di evangelizzazione”. Il Concilio è una “bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre”, secondo la definizione di Giovanni Paolo II, poi ribadita da Benedetto XVI nel suo primo messaggio. La vocazione profetica della Chiesa, riaffermata dal Concilio, viene infine affidata ai giovani, attraverso le parole a loro dirette dai padri conciliari: “La Chiesa vi guarda con fiducia e amore, essa è la vera giovinezza del mondo, essa possiede ciò che fa la forza e la bellezza dei giovani: la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e ripartire verso nuove conquiste”.

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CHIESA E SOCIETA’

17 novembre 2005

 

 

VANGELO, SCIENZA ED ETICA A CONFRONTO PER AFFRONTARE LA QUESTIONE

 DELLA VITA. IN UN CONGRESSO APERTOSI A ROMA SI DISCUTE DELL’INFLUSSO DELL’ENCICLICA EVANGELIUM VITAE NELLA BIOETICA,

A DIECI ANNI DALLA PUBBLICAZIONE

- A cura di Tiziana Campisi -

 

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ROMA. = Quali sfide si trova ad affrontare oggi la scienza medica a 10 anni dall’Enciclica di Giovanni Paolo II Evangelium Vitae? In che modo la bioetica deve

porsi dinanzi alla questione della vita? A questi e ad altri interrogativi cerca di rispondere il Congresso internazionale “Lo splendore della vita: Vangelo, scienza ed etica” apertosi stamani a Roma, alla Pontificia Università Lateranense. Ad introdurre ai lavori, il rettore mons. Rino Fisichella, che ha sottolineato come “nella misura in cui l’uomo pensa di poter dominare la vita e la morte si illude di una condizione che non gli appartiene e in questo modo si allontana dalla vera comprensione di sé”. Il presule ha ricordato quanto importante sia, nel campo della formazione, la responsabilità delle famiglie, degli educatori e di coloro che dedicano la vita alla ricerca, allo studio e all’insegnamento. La moltiplicazione di teorie che toccano la vita umana, questioni di etica e di ordine morale, ha detto il presule, sembrano condurre ad un forte disorientamento per l’arroganza di quanti fanno della scienza e della tecnica l’unico criterio di giudizio. Occorre costruire invece, come suggerisce l’Evangelium vitae, una cultura della vita, che sappia rispondere alle nuove sfide del mondo contemporaneo. Per mons. Elio Sgreccia, presidente della Pontificia Accademia della Vita, l’uomo deve recuperare la consapevolezza di essere stato creato ad immagine e somiglianza di Dio, solo allora la sua vita acquista il sapore di essere un dono. Oggi l’antropologia secolarizzata e riduzionista cerca di staccare l’uomo dalla sua sorgente di vita, ha osservato mons. Sgreccia, ma smarrendo il senso di Dio l’uomo perde il senso di sé e la sua dignità. L’enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II insegna invece a riscoprire che l’uomo viene da Dio e che è Cristo ad illuminare il mistero della vita. A questo bisogna formare le coscienze dei fedeli. E la Sacra Scrittura rivela che vita e morte hanno compimento in Dio, ha osservato suor Elena Bosetti, docente di esegesi alla Gregoriana; l’uomo trova nella possibilità di poter vedere il suo Creatore la speranza che dà il senso alla sua vita, alle sue sofferenze e alla sua morte, ma solo una vita umana che realizza l’amore potrà ereditare la vita eterna. Infine padre Livio Melina, docente dell’Istituto Giovanni Paolo II della Lateranense, ha evidenziato che la bioetica non può prescindere dalla teologia e che la luce della Parola di Dio può guidare l’uomo nel porre le sempre più raffinate capacità tecniche di intervento a servizio del grande destino cui la vita dell’uomo e del cosmo è chiamata.

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ATTESO DOMANI A BOLOGNA IL PATRIARCA ECUMENICO

DI COSTANTINOPOLI, BARTOLOMEO I. IN PROGRAMMA, UNA CONFERENZA

SULLA SALVAGUARDIA DEL CREATO, IL CONFERIMENTO DELLA LAUREA

“HONORIS CAUSA” E LA CELEBRAZIONE DEL VESPRO IN RITO BIZANTINO

- A cura di Stefano Andrini -

 

BOLOGNA. = Una Cconferenza sulla salvaguardia del creato, il conferimento della Laurea “honoris causa” e la celebrazione del Vespro in rito bizantino. Sono questi i principali appuntamenti di Bartolomeo I, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, che sarà per la prima volta in Emilia Romagna su invito dell’Università di Bologna e del “Centro della voce”. Domani, alle 15.30 nell’Aula magna di Santa Lucia, il primo incontro dedicato all’ambiente al quale parteciperanno i giovani della Chiesa petroniana. Sua Santità svolgerà una lezione magistrale sul tema: “Il patriarcato ecumenico e i problemi dell’ambiente”. Sabato, alle 11.00, il Patriarca ecumenico si trasferirà a Ravenna dove, nella Basilica di San Vitale, gli verrà conferita la Laurea honoris causa in Conservazione dei beni culturali.  La sua prolusione ha come titolo “Belle arti: la prospettiva ortodossa”. Alle 18.30 Bartolomeo I sarà nuovamente nel capoluogo emiliano: nella basilica di San Petronio presiederà la liturgia dei Vespri in rito bizantino, con l’assistenza pontificale dell’arcivescovo di Bologna, mons. Carlo Caffarra. La cerimonia sarà resa ancora più solenne dai magnifici canti intonati dal Coro greco-bizantino diretto da Lycourgos Angelopoulos. “È un momento di grazia che il Signore ci concede – scrive in una notificazione alla diocesi l’arcivescovo di Bologna – e stimolo profondo ad elevare al Signore fervide preghiere per l’unità della Chiesa”. L’ultima tappa è in programma domenica mattina sempre a Bologna: alle 10.00, nella chiesa greco-ortodossa di San Demetrio, il Patriarca ecumenico presiederà la celebrazione della Divina liturgia. 

 

 

 

 

NEGATO IL VISTO DI ACCESSO IN TUNISIA AL DIRETTORE DI REPORTER

SENZA FRONTIERE. DOVEVA PARTECIPARE AL SUMMIT MONDIALE SULLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE, PROMOSSO IN QUESTI GIORNI A TUNISI DALLE NAZIONI UNITE

- A cura di Andrea Rustichelli -

 

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TUNISI. = Le autorità tunisine hanno negato il visto d’ingresso nel Paese al direttore di Reporter Senza Frontiere, che avrebbe dovuto partecipare al Summit mondiale sulla Società dell'Informazione, promosso in questi giorni a Tunisi dalle Nazioni Unite. L’ha riferito stamani l’organizzazione internazionale, che difende la libertà di stampa. In primo piano al Vertice, la questione della governance di Internet, che oggi è nelle mani di un’ente privato chiamato Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN), sottoposta al Dipartimento del Commercio del governo americano. Con il documento di 40 paragrafi, approvato a Tunisi e chiamato “Tunis Commitment”, l’Impegno di Tunisi, cui si affianca un altro testo, l’Agenda di Tunisi, si è aperto uno spazio per la trattativa con gli Stati Uniti che dovrebbe portare alla progressiva internazionalizzazione della governance di internet attraverso un Forum mondiale con governi, imprese e i soggetti della società civile. L’ICANN, comunque, rimane operativa. Ma è anche rafforzato l’impegno dei vari Stati per attenuare il divario tecnologico, il cosiddetto ‘digital divide’ con i Paesi del Terzo Mondo, un tema primario di questo Vertice che dovrà trovare soluzioni concrete al di là dei molti impegni verbali presi dalle varie delegazioni. Un primo esempio a tal proposito è stato presentato da Kofi Annan e da Nicolas Negroponte, fondatore del ‘Medialab’ al Massachussetts Institute of Technology: si tratta di un computer portatile che costerà 100 dollari, pensato appositamente per i bambini dei Paesi in via di sviluppo. Ma qui a Tunisi vanno registrate anche le proteste di alcune associazioni e organizzazioni non governative, locali e internazionali, a causa delle violazioni del governo tunisino in materia di diritti umani e di libertà d’opinione, una cornice che stride con i principi proclamati dall’Information Society.

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“COMUNICARE È PARTECIPARE: DAI MASS MEDIA ALLA COMUNICAZIONE PARTECIPATIVA, QUALI SFIDE PER LA CHIESA?”: È IL TEMA DEL SIMPOSIO IN CORSO A ROMA PER CELEBRARE IL 25.MO ANNIVERSARIO DEL CENTRO INTERDISCIPLINARE

SULLA COMUNICAZIONE SOCIALE DELLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA

- A cura di Dorotea Gambardella -

 

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ROMA. = La comunicazione non è semplice trasmissione di messaggi, ma condivisione di significati: è uno dei concetti più volte ribaditi dai diversi relatori alternatisi al microfono, durante la mattinata dei lavori. In particolare, il Rettore magnifico dell’Università Gregoriana, padre Gianfranco Ghirlanda, nel suo saluto ha ricordato l’invito rivolto da Benedetto XVI ai rappresentanti dei mezzi di comunicazione sociale il 25 aprile scorso. Ovvero: perché gli strumenti di comunicazione possano rendere un servizio positivo al bene comune, occorre l’apporto responsabile di tutti.  Non può esservi comunicazione senza la partecipazione del pubblico, ha aggiunto il direttore del CICS, il professore Jakob Sdrampikal. L’audience, infatti, è stato evidenziato, riveste un ruolo notevole nel determinare il significato dei messaggi diffusi dai mass media. La comunicazione partecipativa è dunque quella in cui viene aperto uno spazio di libertà che invita tutti, anche mediante accesi confronti, ad esprimere le proprie opinioni nel riconoscimento del talento di ciascuno: a sottolinearlo è l’ex direttore del CICS, il professor Robert White, il quale ha tenuto a precisare che ogni dibattito deve però tradursi sempre in azione. Padre White ha affermato che Gesù stesso ci ha rivelato il senso più profondo della comunicazione partecipativa. Lo ha fatto mediante la sua incarnazione, ristabilendo una comunicazione tra Dio e il suo popolo. Uniti con Cristo, infatti – ha spiegato – non siamo più un popolo di lingua, nazione e razza diverse, ma partecipiamo allo stesso modo dello stesso amore. Infine, padre Peer-Hans Kolvenbach, preposito generale della Compagnia di Gesù, ha detto che la comunicazione non può più essere un campo riservato agli specialisti, ma ha una dimensione apostolica prioritaria per tutta la Chiesa, il cui duplice obiettivo è continuare a dare spessore alla comunicazione cristiana in seno alla società ed ottenere una maggiore partecipazione laicale. A tal fine – ha sottolineato – è fondamentale un approccio interdisciplinare incentrato su teologia, ecclesiologia e comunicazione e l’utilizzo di un linguaggio inclusivo che sappia superare barriere e discriminazioni.

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ITALIA,’FANALINO DI CODA’ IN EUROPA PER POLITICHE

DI WELFARE E SUSSIDIARIETA’ FAMILIARE: E’ QUANTO EMERGE DA UNO STUDIO

DELL’UNIVERSITA’ CATTOLICA DI MILANO

- A cura di Fabio Brenna -

 

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MILANO. = E’ impossibile parlare di un unico modello di famiglia a livello europeo, tanto sono variabili le forme familiari che caratterizzano il Vecchio Continente. Ma dall’interessante viaggio comparativo, proposto dalla prof.ssa Giovanna Rossi dell’Università Cattolica di Milano, emerge un’Italia ‘fanalino di coda’ per politiche di welfare e sussidiarietà familiare. Basti pensare, ha suggerito la Rossi, che il sostegno offerto alle madri sole in Danimarca è di gran lunga superiore a quanto si fa per la famiglia italiana. L’analisi comparativa ha riguardato sia lo stato dell’istituto familiare che le politiche a riguardo in Germania, Regno Unito, Danimarca, Svizzera, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna. Ma è in Francia dove si nota un intervento più strutturale a favore della famiglia, pur in presenza di una pluralità di modelli familiari: non solo sussidi, ma sgravi fiscali continuativi, interventi per favorire il lavoro della coppia e soprattutto della donna. In Italia viene destinato alla famiglia lo 0,9 per cento del Prodotto Interno Lordo, una percentuale decisamente bassa rispetto alla media dell’Unione Europea, che arriva a toccare il 2.3 per cento. In ambito europeo emerge un’attenzione soprattutto per contenere e prevenire il disagio: il Consiglio d’Europa è intervenuto in tema di mediazione familiare come accompagnamento per i nuclei in crisi, mentre la normativa europea punta ad incrementare i progetti di mediazione scolastica e comunitaria. Si sente però la necessità – ha sottolineato la prof.ssa Rossi – di pensare ad una sussidiarietà per la famiglia, che punti a sinergie fra pubblico e privato, per fornire soprattutto servizi. Questa conferenza ha inaugurato il ciclo organizzato dalla Fondazione Europea Dragàn, intitolato “L’Europa in movimento. Nuove prospettive per il Vecchio continente” che, attraverso incontri a cadenza mensile, affronterà i temi dell’identità europea, dei nuovi confini, della Costituzione e la crescita economico-istituzionale, per chiudere con una riflessione sui valori dimenticati del continente col filosofo Vittorio Reale.

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24 ORE NEL MONDO

17 novembre 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Israele si andrà al voto anticipato entro la fine di marzo. La decisione è stata presa durante un incontro tra il neo leader laburista Amir Peretz e il premier Ariel Sharon. La data esatta della consultazione sarà resa nota entro lunedì prossimo, prima della votazione in Parlamento sulla fine della legislatura. Ma quali sono i motivi che hanno spinto laburisti e Likud ad andare alle elezioni anticipate? Roberto Piermarini lo ha chiesto al corrispondente del Messaggero a Gerusalemme, Eric Salerno:

 

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R. – Per quanto riguarda i laburisti, loro cercheranno, con il nuovo leader del partito, di avanzare con una piattaforma politica più portata verso una soluzione di pace, ma soprattutto verso i problemi interni: la povertà, la disoccupazione e altre questioni del genere. Sharon deve cercare di ricompattare il partito e gli conviene fare questa operazione adesso, prima di tentare eventuali nuove iniziative unilaterali. Il premier ha fatto capire che non vuole intraprendere questa iniziativa.

 

D. – In questa situazione di stallo ne potrebbe approfittare il terrorismo estremista palestinese?

 

R. – Gli estremisti palestinesi possono approfittare di questo momento, ma possono approfittare di qualsiasi momento. Il discorso è che, per adesso, c’è una specie di tregua in atto dall’inizio dell’anno. Il presidente palestinese dovrà riuscire a convincere le parti a mantenere questa situazione. Anche i palestinesi hanno le elezioni a fine gennaio – il 25 gennaio – e se non ci sono provocazioni da parte degli israeliani, probabilmente il terrorismo sarà contenuto negli spazi, nei modi che abbiamo visto in questo ultimo anno.

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La tortura sui detenuti e l’uso di armi come il fosforo bianco sono inaccettabili. Lo ha detto il presidente del governo regionale curdo iracheno, Barzani, in visita a Roma. “In un Iraq democratico – ha aggiunto - non possiamo accettare queste azioni”. Ieri, il Pentagono ha confermato che le forze americane hanno utilizzato, lo scorso anno,   bombe al fosforo bianco contro ribelli a Falluja, in Iraq.

 

Importante operazione antiterrorismo in Italia: tre estremisti islamici algerini sono stati fermati a Napoli e a Brescia con l’accusa  di associazione per delinquere con finalità di terrorismo internazionale. Secondo i carabinieri dei ROS, i tre erano “potenzialmente operativi” e pronti a colpire. Uno degli arrestati ha anche frequentato campi di addestramento in Afghanistan e in Cecenia.

 

Inquietante allarme lanciato dalla polizia in Bangladesh: più di 2000 aspiranti kamikaze, molti dei quali addestrati da combattenti taleban in Afghanistan, si sarebbero riuniti nel Paese asiatico per organizzare azioni terroristiche. La polizia ha aumentato, inoltre, le misure di sicurezza e le operazioni di intelligence, nel timore di altri attacchi dopo l’uccisione di due giudici lunedì scorso nella città costiera di Jhalakathi. I gruppi estremisti attivi in Bangladesh chiedono l’introduzione della legge islamica.

 

Importante risultato in Egitto nella prima fase delle elezioni legislative per i Fratelli musulmani, partito messo ufficialmente al bando dalle autorità ma comunque tollerato. La formazione ha conquistato 34 seggi su 164 disponibili e di fatto diventa la forza d’opposizione più forte al Partito Democratico Nazionale del presidente Mubarak, che in questa tornata ha ottenuto 12 seggi.

 

In un clima teso, si sono aperti oggi nello Sri Lanka i seggi per le elezioni presidenziali. Questa mattina, dieci persone sono rimaste ferite in seguito ad attacchi condotti da ribelli con bombe a mano contro seggi elettorali nel nord est del Paese, roccaforte degli indipendentisti Tàmil. Nella stessa area, sono stati uccisi ieri due agenti. Al voto sono chiamati oltre 13 milioni di elettori che dovranno scegliere tra i 13 candidati in lizza per la successione al capo di Stato, Chandrika Kumaratunga. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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Nonostante la massiccia presenza dell’esercito schierato davanti ai 10 mila seggi elettorali, sono stati diversi gli incidenti. Ieri sono stati uccisi due poliziotti. Nella capitale Colombo, si sono formate lunghe file davanti ai seggi, ma nel resto dell’isola, in particolare nel nord e nord-est, dove vive la minoranza Tamil, è prevista una scarsa partecipazione. Il movimento ribelle delle Tigri Tamil ha lanciato un appello per boicottare le urne. Una decisione che, secondo alcuni commentatori, potrebbe favorire la vittoria dell’attuale primo ministro, Mahinda Rajapakse, delfino della Kumaratunga, che gode del favore dei partiti buddisti e dei nazionalisti cingalesi. Ma molti dicono che potrebbe essere un testa a testa con il suo rivale, Ranil Wickremesinghe, ex premier e capo dell’opposizione, favorevole alle privatizzazioni e artefice della tregua siglata con le Tigri Tamil nel 2002, con l’intervento della mediazione norvegese. I risultati si conosceranno domani, ma qualche indicazione potrebbe già arrivare stasera dagli exit-poll. La posta in gioco di queste elezioni, che sono le quinte in 5 anni, è lo sviluppo economico dello Sri Lanka, soprattutto dopo il generoso afflusso di 3 miliardi di dollari di aiuti per la ricostruzione delle coste devastate dallo tsunami.

 

Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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In Indonesia, il ministero della Sanità ha annunciato che due ragazze di 16 e 20 anni sono morte per l’influenza aviaria. Il decesso è stato causato dal virus H5N1, che in Asia ha provocato la morte di oltre 60 persone e l’abbattimento di circa 150 milioni di volatili nel mondo. In Cina, dove stamani sono stati individuati due nuovi focolai, il ministero della Sanità ha confermato, inoltre, i primi due casi di contagio umano del morbo. Nel mondo si moltiplicano, intanto, le iniziative per scongiurare una epidemia. Il nostro servizio:

 

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L’Unione Europea ha approvato una proposta della Commissione che estende, fino al 31 gennaio 2006, il blocco delle importazioni di uccelli vivi. Il divieto, dal quale è escluso il pollame, ha come obiettivo quello di contrastare il diffondersi del virus. L’Unione Europea continua comunque a ritenere remota la possibilità di una epidemia in Europa. A Roma, intanto, prende il via oggi il vertice dei ministri dei Paesi del G7 e del Messico sul bioterrorismo e sull’influenza aviaria. L’incontro, che si concluderà domani, è dedicato alla sicurezza sanitaria globale e alle minacce chimiche radiologiche e nucleari. Saranno anche analizzati i piani per affrontare una eventuale pandemia. Gli esperti temono che il virus possa subire una mutazione ed essere così facilmente trasmissibile da uomo a uomo. Di fronte a questa emergenza, diventano prioritarie le capacità di risposta dei Paesi e la collaborazione fra laboratori diagnostici. L’area più colpita è l’Asia meridionale ma secondo la FAO, la presenza di uccelli migratori provenienti dal sud est asiatico espone al rischio di contagio anche diverse zone dell’Europa orientale e dell’Africa. In Italia, intanto, è mancato alla Camera il numero legale nella prima votazione sul decreto per fronteggiare i rischi dell’aviaria. Il decreto prevede, tra le varie misure, il potenziamento dei servizi veterinari e un centro di coordinamento per le malattie animali. Il ministero della Salute italiano ha precisato, inoltre, che l’influenza aviaria non deve comunque creare “inutili allarmismi”. Per informare l’opinione pubblica, il ministero ha redatto due opuscoli, uno sulla febbre dei polli e l’altro sull’influenza in genere, che saranno distribuiti nei prossimi giorni. L’influenza aviaria - si legge nel testo - non si contrae mangiando le carni bianche cotte, ma venendo a contatto con carni crude e animali infetti.

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Tre persone sono rimaste ferite in seguito all’esplosione di un ordigno collocato in un mercato ortofrutticolo a Strpce, una delle residue enclave serbe del Kosovo. L’area, a maggioranza albanese e formalmente sotto la sovranità di Belgrado, è amministrata di fatto dall’ONU fin dal 1999. Sono in corso indagini, da parte della polizia, per stabilire la matrice dell’episodio.

 

In Italia, il giorno dopo il ‘sì’ definitivo alla riforma costituzionale, con l’introduzione di devolution e premierato, maggioranza di centrodestra e opposizione di centrosinistra mantengono alti i toni della polemica anche in vista del referendum confermativo. E intanto si prepara il prossimo terreno di scontro, con il passaggio in Senato della nuova legge elettorale già approvata dalla Camera. Il servizio di Giampiero Guadagni:

 

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Ancora una volta in Italia la questione di metodo, e cioè l’irriducibile contrapposizione tra gli attuali due schieramenti, è stata più visibile della questione di merito, e cioè la comprensione dei reali effetti della legge all’esame del Parlamento. E stavolta la cosa appare ancora più grave, perché in gioco c’è la riforma di parte della Costituzione. Ma tra qualche mese ci sarà il referendum confermativo. Questo riguardando una legge di modifica costituzionale non ha bisogno del quorum per essere valido. Sarà quella l’occasione giusta per chiarire se questa riforma garantisce davvero una maggiore stabilità dei governi, come afferma il centrodestra; o se al contrario rappresenta un colpo mortale all’unità della nazione, come accusa il centrosinistra.

 

Entrambi i poli si dicono convinti di vincere il referendum. Ma l’occhio sembra rivolto soprattutto alle elezioni politiche della primavera prossima. Il leader dell’Unione, Prodi, afferma che l’unica consolazione di queste ore è la certezza che mancano pochi mesi alla fine dell’esperienza dell’esecutivo di centrodestra. Al contrario, secondo il premier Berlusconi, l’approvazione della riforma costituzionale così come di quella elettorale – in dirittura d’arrivo al Senato – sono il segnale che la Casa delle Libertà sarà al governo anche per i prossimi cinque anni. Il voto compatto di ieri da parte dei partiti della maggioranza è certamente destinato a rafforzare la leadership di Berlusconi. Il leader della Lega, Bossi, ad esempio, subito dopo aver incassato la vittoria sulla devolution, ha detto che voterà la legge elettorale che ripristina il sistema proporzionale, anche se di questa non è affatto convinto. E il neo segretario UDC, Cesa, prova a ridimensionare il disagio del suo predecessore Follini che chiede libertà di coscienza in occasione del referendum sulla riforma costituzionale. Da registrare infine l’addio ad Alleanza nazionale annunciato in aula da Domenico Fisichella, attuale vicepresidente del Senato, tra i fondatori del partito guidato da Fini, e avversario dichiarato del federalismo.

 

Giampiero Guadagni per la Radio Vaticana.

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Sembra tornare verso la normalità la situazione nelle periferie delle grandi città francesi. Per lo meno in termini statistici. La scorsa notte sono state incendiate, in tutto il Paese, “soltanto” 98 automobili. Il bilancio dei disordini avvenuti finora è comunque pesante. Complessivamente sono state date alle fiamme oltre novemila vetture e sono state arrestate quasi tremila persone. Il parlamento di Parigi ha approvato, intanto, la proroga di tre mesi dello stato di emergenza, una misura adottata al culmine dei disordini. Intanto, dieci persone sono state espulse con l’accusa di aver partecipato a recenti episodi di violenza.

 

Il Tribunale penale internazionale ha prosciolto, per mancanza di prove, Sefer Halilovic, ex capo di stato maggiore delle forze bosniache dall’accusa di aver massacrato 33 civili croati nel settembre del 1993. Intanto, una tv bosniaca ha rivelato che l’ex presidente bosniaco Karadzic, accusato di crimini di guerra, è stato individuato a giugno nel sud del Paese.

 

 

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