RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 143 - Testo della trasmissione di lunedì 23 maggio 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Bulgaria e Macedonia promuovano in Europa i valori cristiani propri di questi Paesi: così il Papa stamane ricevendo il presidente bulgaro e il premier macedone, a Roma per il tradizionale omaggio alla tomba di San Cirillo nella Basilica di San Clemente

 

Benedetto XVI in preghiera sulla reliquia del Curato d’Ars. Il cuore incorrotto del Santo francese, patrono dei parroci, a Roma per il centenario della beatificazione

 

La Chiesa in Spagna sia compresa e accettata nella sua missione di promuovere il bene comune per tutti: è l’appello di Benedetto XVI in un messaggio agli spagnoli per il pellegrinaggio al Santuario della Vergine del Pilar

 

IN PRIMO PIANO:

Salvare la domenica e il riposo domenicale dalle insidie del consumismo e del relativismo non è   un privilegio per noi cristiani, ma difesa dell'uomo da minacciose schiavitù. Così mons. Giuseppe Betori, al Congresso eucaristico in corso a Bari: con noi l’arcivescovo Angelo Comastri

In Germania netta sconfitta dei social democratici alle regionali di ieri nel Nord Reno Westfalia, dove erano al governo da 39 anni: ai nostri microfoni Gian Enrico Rusconi

 

Continua in Italia la campagna per il non voto ai referendum del 12 e 13 giugno sulla procreazione assistita: con noi Luigi Dallapiccola e Paola Binetti

 

A 90 giorni dalla Giornata mondiale della gioventù di Colonia, gli studenti romani si incontrano per il loro “University Day”: intervista con mons. Lorenzo Leuzzi.

 

CHIESA E SOCIETA’:

In Sudan è stato rilasciato padre Peter Ayuong Maguin, vicario generale dell’arcidiocesi di Khartoum, arrestato ieri mattina. La protesta della Chiesa sudanese

 

In corso da ieri in Kenya il Congresso annuale dell’Istituto internazionale della stampa

 

Al via nei giorni scorsi le 42 iniziative promosse dal Comune di Roma nell’ambito della manifestazione Italia-Africa 2005

Un attivista per la difesa dei diritti umani è stato arrestato ieri a Damasco, in Siria, dalla polizia politica del Paese

Dibattito oggi a Roma, nella sede del Cnel, tra editori, direttori e rappresentanti di categoria, in un incontro promosso dall’UCSI, Unione Cattolica della Stampa Italiana

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iran ammessi alle presidenziali del 17 giugno solo 6 candidati su oltre 1000

 

Clementina Cantoni è viva e sta bene. Lo conferma il presidente afgano Karzai alla vigilia dell’incontro con Bush

 

Il nuovo presidente della Mongolia è Nambar Enkhbayar, candidato del Partito rivoluzionario del Popolo, l’ex partito comunista.

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

23 maggio 2005

 

 

LA NAZIONE BULGARA PROMUOVA IN EUROPA I SUOI VALORI CULTURALI E SPIRITUALI: E’ QUANTO HA DETTO IL PAPA RICEVENDO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

DI BULGARIA, CHE DEFINISCE “UNO DEI PONTI TRA OCCIDENTE E ORIENTE”

 

“Uno dei ponti tra Occidente e Oriente”: così il Papa ha definito la nazione bulgara ricevendo in Vaticano il presidente della Repubblica, Georgi Parvanov, con la consorte e il seguito. Benedetto XVI ha sottolineato “il legame millenario di stima e di vicinanza spirituale tra Santa Sede e popolo bulgaro” augurandosi che la nazione che sta entrando in Europa dia testimonianza dei suoi valori. Dopo l’udienza con il Papa, Georgi Parvanov, ha incontrato il segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano, e si è recato a rendere omaggio alla tomba di Giovanni Paolo II. Il servizio di Fausta Speranza:

 

**********

Nel saluto del Papa al presidente bulgaro c’è l’augurio che “la nazione bulgara sappia continuamente promuovere in Europa i valori culturali e spirituali che costituiscono la sua identità”. Il Papa incoraggia il popolo bulgaro a proseguire la sua “missione politica e sociale”, consapevole di essere “uno dei ponti -tra Occidente e Oriente”. La visita in Vaticano cade in occasione del tradizionale omaggio da parte del presidente della Repubblica di Bulgaria alla tomba di San Cirillo, che si trova nella Basilica romana di San Clemente. L’incontro, dunque, è motivato dal ricordo dei due santi Cirillo e Metodio, compatroni d’Europa. Lo sottolinea il Papa ricordando che “hanno forgiato in una prospettiva cristiana i valori umani e culturali dei bulgari e delle altre nazioni slave”. E – aggiunge – si può dire che dalla loro opera evangelizzatrice è stata formata l’Europa, questa Europa di cui la Bulgaria si sente parte pregnante”.

 

Benedetto XVI che ringrazia il Paese, le autorità e la Chiesa ortodossa di Bulgaria per la vicinanza espressa nel periodo di commiato a Giovanni Paolo II e nel momento dell’elezione del nuovo Pontefice, manda un saluto particolare al patriarca bulgaro, Sua Santità Maxime, sottolineando un “dovere comune”: “noi siamo chiamati – dice – a costruire insieme un’umanità più libera, più pacifica e più solidale.

 

Benedetto XVI, sottolineando il “grande affetto” che la Sede Apostolica nutre nei confronti del popolo bulgaro, ricorda come la storia del legame millenario ha conosciuto momenti particolari nel secolo scorso. “Come non ringraziare – afferma -  la Divina Provvidenza per la capacità ritrovata del dialogo amichevole e costruttivo dopo il lungo periodo del regime comunista?” Ricorda  l’affetto che Angelo Roncalli, il futuro Giovanni XXIII,  ha sempre testimoniato agli abitanti del Paese in cui era allora delegato apostolico. Poi la memoria si fa più recente e Benedetto XVI menziona la visita fatta solo tre anni fa in Bulgaria dal suo beneamato predecessore, Giovanni Paolo II.

 

Ricordiamo che il 25 aprile 2005 è stato firmato l’accordo di adesione della Bulgaria all’Unione Europea (UE). Con questa firma è stata completata la procedura formale di adesione. 

**********                            

 

 

I VALORI CRISTIANI, PATRIMONIO DELLA MACEDONIA,

INDISPENSABILI PER LA COSTRUZIONE DELL’EUROPA:

COSI’, BENEDETTO XVI AL PREMIER DELLA EX REPUBBLICA

JUGOSLAVA DI MACEDONIA, RICEVUTO STAMANI IN VATICANO

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

La Macedonia dia un contributo significativo alla costruzione dell’Europa, ispirandosi al “suo straordinario patrimonio religioso e culturale”. E’ l’invito, ed incoraggiamento al tempo stesso, rivolto da Benedetto XVI al premier della ex Repubblica Jugoslava di Macedonia, Vlado Buchkovski, ricevuto stamani in Vaticano, in occasione della festa dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori dei popoli slavi. Le tradizioni e la cultura della Macedonia permeano lo spirito del Vecchio Continente. E’ quanto sottolineato da Benedetto XVI, che si è soffermato sul contributo dei Santi fratelli di Salonicco alla formazione del comune patrimonio europeo. Gli Apostoli dei popoli slavi hanno lasciato delle “tracce indelebili” nella storia della Macedonia, ha ribadito. Hanno promosso l’edificazione “di un’autentica cultura cristiana” compiendo al tempo stesso “dei passi per creare le condizioni favorevoli alla pace tra i diversi popoli”.

 

Quei valori di pace e fraternità, difesi senza sosta dai patroni d’Europa - i Santi Cirillo e Metodio assieme a San Benedetto - “restano elementi indispensabili per la costruzione di comunità solidali, aperte al progresso umano integrale” nel rispetto della dignità di ogni essere umano. Il vostro pellegrinaggio compiuto ogni anno alla tomba di San Cirillo, ha rilevato il Papa, fornisce dunque “un’occasione opportuna per ritornare alle radici della storia” macedone e per mantenere vivi gli ideali cristiani.

 

“Sono convinto – ha detto ancora il Pontefice – che il modo per dar vita ad una società davvero attenta al bene comune sia ricercare nel Vangelo le radici di valori condivisi”. Questo è l’ardente desiderio della Chiesa, ha avvertito, che non ha altro interesse se non quello di diffondere il “messaggio di speranza e amore di Cristo”, messaggio che nei secoli ha ispirato tanti martiri della fede.

 

 

BENEDETTO XVI IN PREGHIERA SULLA RELIQUIA DEL CURATO D’ARS.

 IL CUORE INCORROTTO DEL SANTO FRANCESE, PATRONO DEI PARROCI,

 A ROMA PER IL CENTENARIO DELLA BEATIFICAZIONE

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Benedetto XVI si è soffermato in preghiera stamani sulla reliquia del santo Giovanni Maria Vianney, universalmente noto come curato d’Ars. Reliquia che, da ieri sera a alle ore 9 di oggi, è stata nella cappella privata del Palazzo Apostolico. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

**********

L’omaggio del Papa alla reliquia del curato d’Ars è uno dei momento forti nel centenario della beatificazione del sacerdote francese, “patrono dei parroci”. La parrocchia romana di via Lentini, dedicata al santo, ospita in questi giorni il suo cuore incorrotto. La reliquia tornerà ad Ars mercoledì, dopo la celebrazione di due messe nella parrocchia romana: la prima stasera da mons. Moretti, vice-gerente per la diocesi di Roma e la seconda, domani, celebrata da mons. Fisichella, rettore della Lateranense.

 

Nato nel 1786, nei dintorni di Lione, da una famiglia di contadini, Giovanni Maria Vianney viene ordinato sacerdote nel 1815. Tre anni dopo è ad Ars, la comunità a cui dedicherà tutta la sua esistenza. Umile, capace di immensi sacrifici, è sempre animato dal desiderio di essere un vero pastore. Per quarant’anni, Ars diviene un centro d’attrazione per i fedeli di tutto il mondo: pellegrini provenienti dall’Europa e dall’America domandano una parola di luce e di conforto al curato. La forza della sua azione sacerdotale deriva dalla testimonianza della sua vita, povera, penitente, pervasa dalla fede. Muore il 4 agosto 1859, all’età di 73 anni. Beatificato nel 1905 da San Pio X, viene canonizzato nel 1925 da Papa Pio XI, e proclamato, quattro anni dopo, patrono universale di tutti i parroci.

 

L’opera più bella dell’uomo, era la sua profonda convinzione, “è quella di pregare e amare”. La preghiera, scriveva il curato d’Ars nel suo popolare Catechismo, “nient’altro è che l’unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, è preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente. In questa unione intima, Dio e l’anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare”.

****** 

 

LA CHIESA IN SPAGNA SIA COMPRESA E ACCETTATA NELLA SUA MISSIONE

DI PROMUOVERE IL BENE COMUNE PER TUTTI: E’ L’APPELLO DI BENEDETTO XVI

 IN UN MESSAGGIO AGLI SPAGNOLI PER IL PELLEGRINAGGIO ALLA VERGINE DEL PILAR

 

La Chiesa in Spagna “sia compresa ed accettata nella sua vera natura e missione perché cerca di promuovere il bene comune per tutti”. E’ quanto auspica Benedetto XVI nel suo messaggio  ai vescovi e ai fedeli spagnoli riuniti ieri nella piazza del Pilar di Saragozza per la Messa celebrata in occasione del Pellegrinaggio Nazionale per il Primo Centenario dell’Incoronazione della Vergine del Pilar ed il 150° anniversario della proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione. Ce ne parla Sergio Centofanti:

 

**********

La Chiesa – ha sottolineato il Papa - “cerca di promuovere il bene comune per tutti, per quanto riguarda  sia le persone che la società”. Per questo  Benedetto XVI spera che la Chiesa  “sia compresa ed accettata nella sua vera natura e missione”. Le parole del Pontefice arrivano nel pieno dibattito in Spagna sulla laicità e mentre sta procedendo l’iter parlamentare per l’approvazione della legge sul matrimonio tra coppie omosessuali con la possibilità per queste di adottare bambini.

 

Nel suo messaggio, il Pontefice ha riproposto la Famiglia di Nazareth come “modello per tutte le famiglie”: “ l’essere umano che nasce, cresce e si forma nella famiglia – ha ribadito - è capace di intraprendere senza incertezze la via del bene, senza lasciarsi disorientare da mode o ideologie alienanti della persona umana”.

 

Il Papa affida alla Madre di Dio “ogni vita umana dal primo istante della sua esistenza fino al suo termine naturale” e le chiede “di preservare ogni famiglia da qualsiasi tipo di ingiustizia sociale e da tutto ciò che degrada la sua dignità ed attenta alla sua libertà”.

 

Il Pontefice si è quindi detto consapevole del fatto che “la Chiesa cattolica in Spagna è disposta a compiere passi decisi nei suoi progetti di evangelizzazione” ed ha aggiunto che “la trasmissione della fede e della pratica religiosa dei credenti non può rimanere confinata nell’ambito puramente privato” auspicando che “sia rispettata la libertà religiosa e la libertà di coscienza di ogni persona”.

 

“In questo momento di discernimento per molti cuori – scrive Benedetto XVI - voi vescovi spagnoli dovete tornare a guardare a Colei che, con la sua totale disponibilità, ha accolto la vita di Dio che irrompeva nella Storia”. Infine ha invitato a “rinnovare la consacrazione della Spagna al Cuore Immacolato di Maria” perché tutti possano contribuire “ad instaurare la civiltà dell’amore” ricordando che Cristo non è venuto “per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui”.

**********

 

 

ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Sempre stamane il Papa ha ricevuto due presuli della Conferenza episcopale del Burundi, in visita "ad Limina” mons. Simon Ntamwana, arcivescovo di Gitega, e mons. Jean Ntagwarara, vescovo di Bubanza.

 

Il Santo Padre ha quindi accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Galway and Kilmacduagh, in Irlanda, presentata da mons. James McLoughlin, per raggiunti limiti di età.

 

Gli succede mons. Martin Drennan, vescovo titolare di Acque Regie, finora ausiliare di Dublino. Mons. Martin Drennan è nato a Pilltown nella diocesi irlandese di Ossory, il 2 gennaio 1944. A Roma, ha ottenuto la licenza in Sacra Scrittura presso il Pontificio Istituto Biblico. E’ stato ordinato sacerdote il 16 luglio 1968. E’ stato promotore del movimento sacerdotale "Fraternitas Jesus" e direttore della "Fraternità per i laici" di Charles de Foucauld. Nominato il 28 maggio 1997 da Giovanni Paolo II vescovo titolare di Acque Regie e ausiliare di Dublino, è stato consacrato il 21 settembre successivo. E’ presidente della Commissione episcopale per la Catechesi della Conferenza Episcopale Irlandese.

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo "Si accenda nella Chiesa italiana un rinnovato ardore di fede, di speranza e di carità": all'Angelus della solennità della Santissima Trinità, Benedetto XVI si unisce spiritualmente ai partecipanti al XXIV Congresso eucaristico nazionale apertosi sabato a Bari. All'interno tre pagine dedicate all'avvenimento ecclesiale.

 

Nelle vaticane, la lettera di Benedetto XVI ai vescovi spagnoli in occasione del pellegrinaggio nazionale al Santuario del Pilar di Saragozza nel 50.mo della consacrazione della Spagna a Maria.

Le udienze del Papa al presidente della Bulgaria e al primo ministro dell'ex Repubblica Jugoslava di Macedonia.

 

Nelle estere, Germania: crollo del partito socialdemocratico nel voto regionale in Nord Reno-Vestfalia; il Cancelliere Gerhard Schroeder chiede di tenere in autunno elezioni politiche anticipate.

 

Nella pagina culturale, due articoli - di Armando Rigobello e di Angelo Marchesi - sul pensiero di Paul Ricoeur tra impegno filosofico ed esperienza religiosa.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano statali: sindacati pronti ad un nuovo sciopero generale; inopportuno per il governo.  

=======ooo=======

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

23 maggio 2005

 

 

SALVARE LA DOMENICA NON E’ UN PRIVILEGIO PER NOI CRISTIANI

MA DIFESA DELL’UOMO DA MINACCIOSE SCHIAVITU’. COSI’ MONS. BETORI

AL CONGRESSO EUCARISTICO A BARI

- Intervista con l’arcivescovo Angelo Comastri -

 

''Salvare la domenica, e con essa il riposo domenicale'', che nel mondo del relativismo etico è insidiato dagli interessi del produrre e del consumare, “non è un privilegio che chiediamo per noi cristiani, ma la difesa dell'uomo da minacciose schiavitù''. Lo ha detto mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, intervenuto questa mattina alla terza giornata dei lavori del 24.mo Congresso eucaristico nazionale in corso a Bari. Dal capoluogo pugliese il servizio di Mimmo Muòlo.

 

**********

La festa è risorsa di senso per la nostra vita. Non una festa qualunque, ma una festa cristiana, la domenica, il giorno dell’incontro con il Risorto, con la comunità dei fedeli e con gli altri uomini. Così mons. Giuseppe Betori ha fotografato, stamani a Bari, il significato autentico dell’Eucaristia domenicale, fuori dalle fette di un tempo libero che finisce per essere preda, anch’esso, delle logiche tipiche dei giorni feriali:

 

“‘Senza la domenica non possiamo vivere’”. Sembra essere uno slogan, in realtà è la proclamazione delle fede cristiana, colta nella sua specificità: nel gesto eucaristico di Gesù, celebrato di domenica in domenica, la Chiesa confessa il mistero stesso dell’amore senza misura del Dio amante della vita”.

 

Purtroppo - ha fatto notare il vescovo – nel mondo del relativismo etico i segni cristiani vengono non raramente estromessi della sfera pubblica e ne è vittima la stessa domenica insidiata dagli interessi del produrre e del consumare:

 

“Salvare la domenica, e con essa il riposo domenicale – fatte salve le giuste esigenze del vivere sociale – non è un privilegio per i cristiani, ma difesa dell’uomo da minacciose schiavitù e promozione di una socialità condivisa per tutti”.

 

Come rieducarsi, dunque, alla domenica? Mons. Betori ha concluso indicando alcune piste da percorrere: “no” alla festa come semplice distrazione ed evasione; “sì” al ritrovarsi e al contemplarsi, all’arricchirsi culturalmente. La festa come spazio di pace, perdono e ricostruzione dei rapporti interrotti; esercizio concreto della misericordia. In una parola sia la festa vissuta nell’orizzonte di Dio, che si dona al mondo in Cristo e rende più umano l’uomo stesso.

 

Da Bari, per la Radio Vaticana, Mimmo Muolo.

**********

 

Ieri pomeriggio, al Congresso eucaristico a Bari, ha svolto la sua relazione l’arcivescovo Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano. Il presule, parlando della Messa domenicale, ha ricordato la vicenda dei martiri di Abitène, nel IV secolo, che contravvenendo ai divieti dell’imperatore Diocleziano, andarono incontro alla morte, piuttosto che rinunciare a celebrare il giorno del Signore. Oggi invece in molti cristiani si è persa la consapevolezza dell’importanza della Messa domenicale. Giovanni Peduto ne ha parlato con lo stesso mons. Comastri:

 

**********

R. – Purtroppo questo è vero. Per molti la Messa è semplicemente un rito al quale si partecipa, ma che non incide nella vita. Invece, l’Eucaristia domenicale deve essere un incontro con Gesù risorto che trasforma il cuore, che accende il cuore, che rinnova la vita e immette di nuovo nella società, con una carica di speranza straordinaria, quella carica di speranza che oggi il mondo cerca. Oggi, una delle più grandi sofferenze della società occidentale è proprio questa: la percezione che il tempo non abbia nessun senso, che la vita non abbia nessun valore. E’ la domenica il momento in cui noi cristiani ci ricarichiamo del senso della vita, che è l’incontro con Cristo risorto, ed è a partire dalla domenica riscoperta che noi possiamo ridiventare missionari oggi.

 

D. – I vescovi italiani nella loro ultima nota pastorale hanno detto che il Paese ha bisogno di riascoltare il primo annuncio del Vangelo…

 

R. – E’ verissimo. Un bambino che oggi nasce in Italia non ha la certezza di poter incontrare Cristo come un tempo. Oggi c’è tanta gente che non sa più niente del Vangelo, non sa più niente di Gesù Cristo. Lo si vede tra l’altro anche nelle rubriche televisive. Quando ci sono domande di storia cristiana o anche di contenuto cristiano non riescono a dare risposte. Ormai c’è un paganesimo di ritorno in Italia. E’ necessario rievangelizzare. E per poter avere dei missionari entusiasti, noi abbiamo bisogno che si nutrano di una domenica riscoperta, di una domenica vissuta intensamente.

 

D. – E “ripartire dall’Eucaristia”, cosa significa?

 

R. – Significa ripartire dall’esperienza di Emmaus. E’ necessario che noi accogliamo Cristo come compagno del viaggio della nostra vita. E’ necessario che alla mensa domenicale noi lo rivediamo spezzare il pane, noi lo risentiamo nel calore che sentì Giovanni quando poggiò la sua testa sul suo petto, per poter uscire dal Cenacolo con lo stesso entusiasmo dei discepoli e dire a tutti: “Noi abbiamo incontrato Gesù Cristo e se non ci volete credere, guardate i nostri volti, guardate la nostra vita trasformata. E’ la nostra vita che parla dell’incontro avvenuto”.

 

D. – Il Papa ha chiesto a tutti i fedeli di dare un piccolo segno, vivere quest’anno in modo significativo, il Corpus Domini per ribadire pubblicamente la propria fede nel sacramento dell’Eucaristia…

 

R. – Certamente il Corpus Domini è un’occasione straordinaria per dire anche pubblicamente la fede. Noi dobbiamo pensare che i grandi capolavori cristiani, come San Francesco d’Assisi, sono nati dall’Eucaristia. E Francesco d’Assisi a chi non parla? Madre Teresa di Calcutta, con la sua carità ha stupito il mondo, ma dove nasceva la carità? Nasceva dall’Eucaristia. Giovanni Paolo II, un uomo che ha commosso tutti, ha sempre detto: “Il centro della mia giornata era la Messa. Il centro della mia giornata era l’Eucaristia”. Noi abbiamo bisogno di persone così, persone forgiate dall’Eucaristia. Il Corpus Domini allora è il momento bello, in cui tutta la comunità cristiana può dire la sua fede, ma soprattutto far vedere nella propria vita il riverbero dell’Eucaristia e l’eroismo della bontà e della carità.

**********       

 

 

IN GERMANIA NETTA SCONFITTA DEI SOCIAL DEMOCRATICI ALLE REGIONALI DI IERI

NEL NORD RENO WESTFALIA, DOVE ERANO AL GOVERNO DA 39 ANNI

- Intervista con Gian Enrico Rusconi -

 

La Germania andrà ad elezioni politiche anticipate il prossimo autunno. Questo il risultato del voto regionale di ieri nel Land Nord-Reno-Vestfalia, che ha sancito la vittoria dei cristiano democratici della CDU e la disfatta dei socialdemocratici della SPD del cancelliere Gerhard Schroeder. Il servizio di Giada Aquilino:

 

**********

Erano al governo ininterrottamente da 39 anni i socialdemocratici nel Nord-Reno-Vestfalia, il Land più grande e popoloso della Germania. Poi ieri la disfatta ad opera della CDU di Angela Merkel. E da Duesseldorf il terremoto politico si è esteso fino al governo federale di Berlino: il cancelliere Schroeder e il leader della SPD federale Muentefering non hanno potuto far altro che annunciare elezioni politiche anticipate rispetto alla scadenza del settembre 2006. Per la SPD infatti si è trattato dell’undicesima sconfitta elettorale consecutiva: ai cristiano democratici è andato il 44,8 per cento dei voti rispetto al 37,1 per cento dei socialdemocratici. In calo anche i Verdi e i Liberali. La SPD in particolare paga per l'insoddisfazione popolare legata al forte impatto sociale del programma di riforme voluto da Schroeder per stimolare la crescita e ridurre la disoccupazione. Proprio da questa protesta è nato il nuovo partito della sinistra, l’Alternativa elettorale per il lavoro e la giustizia sociale, che - sceso in campo per la prima volta ieri - ha ottenuto il 2,2 per cento. La leader della CDU Angela Merkel parla di storica vittoria per il proprio schieramento e dà appuntamento al 30 maggio per la scelta del candidato alla cancelleria che correrà alle elezioni anticipate d’autunno: non esclusa una sua partecipazione diretta. Schroeder, invece, ha già fatto sapere che porrà entro il 1° luglio la questione della fiducia al Bundestag, al fine di indire il voto dopo l’estate.

**********

L’avanzata dei cristiano democratici è confermata anche a livello nazionale: se si votasse domenica prossima – affermano i sondaggi di queste ultime ore – la CDU otterrebbe il 46 per cento dei voti, mentre la SPD precipiterebbe al 29 per cento. Sulle ragioni di questa sconfitta, Andrea Sarubbi ha intervistato Gian Enrico Rusconi, docente di Scienza Politica all’Università di Torino:

 

**********

R. – Da un lato, evidentemente, è risultato debole il programma di riforma di Schroeder. E’ stato troppo compromissorio, non sufficientemente radicale nel ritocco dello stato sociale, e ha spaventato i ceti popolari. Dall’altra parte, le riforme pro economia erano troppo fragili, nel senso che Schroeder, probabilmente, ha scelto una strada intermedia che ha scontentato tutti.

 

D. – Per i socialdemocratici si tratta dell’undicesima sconfitta elettorale consecutiva. Quindi, non è un calo congiunturale, è un calo strutturale?

 

R. – Il governo Schroeder ha vinto nell’altra legislatura per poco e ha puntato su questa linea di riforma moderata. Va aggiunto che in questi ultimi mesi Schroeder ha puntato sulla politica estera. Schroeder e Fischer puntavano infatti ad avere il seggio permanente per la Germania al Consiglio di Sicurezza della Nato. E’ una cosa, evidentemente, cui aspiravano per poter compensare il dissenso interno. Non escludo che a far tendere la bilancia in negativo siano state anche le ultime dichiarazioni della Rice che ha escluso l’assegnazione alla Germania di un seggio permanente nell’ONU”. Quindi, è una sconfitta totale di questo governo e, personalmente, di Schroeder che, praticamente, non ha una alternativa a se stesso. Insomma, la coppia Fischer-Schroeder appare davvero perdente.

 

D. – A questo punto con le elezioni anticipate mancano pochi mesi al voto. Che cosa può fare Schroeder in questi pochi mesi per ribaltare la situazione?

 

R. – Può sposare totalmente la linea di destra, quindi lanciando di più l’economia e abbracciando posizioni dei cristiano-democratici, oppure può rispondere alle domande di sostegno sociale. Si appresta a lasciare la mano ai cristiano-democratici.

**********

 

 

CONTINUA IN ITALIA LA CAMPAGNA PER IL NON VOTO

AL REFERENDUM SULLA PROCREAZIONE ASSISTITA

- Intervista con Bruno Dallapiccola e Paola Binetti -

 

Spot radio-televisivi, inserzioni su quotidiani e periodici, affissioni pubbliche. Parte la seconda tappa della campagna informativa del Comitato scienza e vita per il non voto ai referendum del 12 e 13 giugno sulla procreazione assistita, che è stata presentata stamani alla stampa durante un incontro per approfondire diverse tematiche. La prima parte si era invece concentrata su video e volantini. Al microfono di Debora Donnini sentiamo prima il genetista Bruno Dallapiccola e poi la neuropsichiatra Paola Binetti, entrambi presidenti del Comitato.

 

 

**********

R. – Questa seconda campagna è scendere più direttamente in campo con i nostri due punti di riferimento: scienza e vita. Scienza, nel senso che vogliamo assolutamente portare gli italiani nella condizione di poter affrontare i temi del referendum, sapendo esattamente quello di cui si sta parlando. Vita, facendo riferimento all’embrione, al concepito. Non c’è dubbio che i valori di una persona umana non valgono secondo il suo stadio di sviluppo, ma valgono in senso assoluto.

 

D. – Dal punto di vista scientifico, se passassero i referendum lei, che è un genetista, come valuta…

 

R. – La promessa che si sta facendo a proposito delle cellule staminali embrionali è basata su dei concetti che servono a catturare sicuramente l’attenzione del pubblico, ma che sono sostanzialmente falsi. Non dimentichiamo che non c’è stata una sola malattia curata con le cellule staminali embrionali, a fronte delle decine di migliaia di malattie che sono state curate con le cellule staminali adulte. Però vorrei sottolineare che nello stesso giorno in cui la stampa dava tanta enfasi sulla clonazione umana, quella di Newcastle, la clonazione terapeutica, una notizia fondamentale, pubblicata sul New England Journal Medicine, che è una delle più prestigiose riviste mondiali, ha documentato come in una malattia neurodegenerativa, la malattia di Krabbe, i pazienti che sono stati trattati con cellule staminali dell’adulto hanno avuto la guarigione cerebrale delle loro lesioni. Questi sono dati che ci dicono la grande versatilità di queste cellule che noi continuiamo a difendere e si propongono come cellule di riferimento per il trattamento di quelle malattie che attraverso il referendum si vorrebbero curare.

 

D. – Dott.ssa Binetti, non so se su questo ci siano studi, ma per un bambino che nasce cosa può comportare, anche se nasce con la omologa, sapere di essere stato selezionato in qualche modo fra i suoi fratelli?

 

R. – Ci sono degli interrogativi forti, perché questo bambino da una parte potrebbe alimentare un senso di ipertrofia dell’io, l’idea di dire “io sono stato scelto, perché ero meglio degli altri”. Ma d’altra parte può alimentare anche dei forti sensi di colpa, perché la sua vita è stata ottenuta, selezionando e, quindi, in qualche modo eliminando quelli che avrebbero potuto essere i suoi fratelli potenziali.

********** 

 

 

A 90 GIORNI DALLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’ DI COLONIA,

GLI STUDENTI ROMANI SI INCONTRANO PER IL LORO “UNIVERSITY DAY”.

APPUNTAMENTO QUESTA SERA ALLE 19.00 ALL’UNIVERSITA’ LA SAPIENZA

- Intervista con mons. Lorenzo Leuzzi -

 

Affidare al Signore il cammino degli universitari verso la Giornata mondiale della gioventù e invocare il dono dello Spirito, perché insieme possano testimoniare che la ricerca è la via per incontrare Cristo: è lo scopo dello “University Day”, manifestazione dedicata agli studenti romani a 90 giorni dall’appuntamento di Colonia, al via questa sera alle 19.00 presso l’Università La Sapienza. Sul programma dell’evento, Roberta Moretti ha intervistato mons. Lorenzo Leuzzi, direttore dell’Ufficio per la Pastorale Universitaria del Vicariato di Roma:

 

**********

R. - L’evento si struttura in due momenti. Un primo momento nella Sala del Senato Accademico. Si tratta di un atto accademico vero e proprio, alla presenza non solo del rettore dell’Università di Roma La Sapienza, ma anche del pro rettore dell’Università di Colonia. Questo è molto significativo, perché si vuole creare un rapporto anche istituzionale tra Roma e Colonia. I giovani universitari di Roma presenteranno a mons. Stanislao Rylko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, un messaggio che raccoglie le riflessioni sul rapporto tra fede e religione, che è stato l’invito che Giovanni Paolo II ha lanciato ai giovani nel suo messaggio per la GMG di Colonia. I giovani vogliono soprattutto dire che non bisogna dimenticarsi mai di essere universitari, perché l’esperienza universitaria è un’esperienza qualificante sia per se stessi, sia per il servizio all’evangelizzazione e alla testimonianza del Vangelo.

 

D. – Ci sarà poi una veglia di preghiera nella cappella universitaria …

 

R. – Sarà consegnata alle Cappellanie universitarie di Roma una lampada che sarà sempre accesa fino al giorno in cui partiremo per Colonia, anche per quegli studenti che non parteciperanno alla GMG, ma che devono in qualche modo sentirsi partecipi di questo cammino importante per la vita degli universitari. Successivamente, ci sarà un momento di festa, perché sul piazzale antistante la cappella ci saranno degli stand, e i movimenti e le associazioni ecclesiali che lavorano nella pastorale universitaria proporranno il loro cammino di preparazione e offriranno indicazioni su come si fa a partecipare alla GMG di Colonia. Qui, saranno presenti alcuni cori delle regioni, da cui provengono molti ragazzi che studiano a Roma, e ci sarà un momento di accoglienza per testimoniare che nessuno è fuori sede, e cioè che a Roma, nella Chiesa, è veramente possibile fare comunione e soprattutto non sentirsi soli.

**********  

 

 

=======ooo=======

 

CHIESA E SOCIETA’

23 maggio 2005

 

 

in sudan È stato rilasciato padre Peter Ayuong Maguin,

vicario generale dell’arcidiocesi di Khartoum,

fermato ieri mattina per aver pagato un automobile

 con un assegno scoperto. ma la diocesi della capitale,

che ha denunciato l’episodio alla magistratura,

vuole capire i reali motivi dell’arresto

 

KAHRTOUM. = “Mi hanno rilasciato ieri sera” ha dichiarato alla MISNA padre Peter Ayuong Maguin, vicario generale dell’arcidiocesi di Khartoum, confermando di essere stato posto in libertà al termine di una lunga giornata. Dopo il fermo, una delegazione della diocesi, guidata da padre William Ding, è partita per Wad Medani, dove al vicario sono stati notificati gli stessi capi di imputazione già contestatigli ad aprile. In quell’occasione, il sacerdote era stato accusato di aver pagato l’acquisto di un’automobile con un assegno scoperto. Tuttavia, il giudice lo aveva assolto perché nessuno dei presunti testimoni si era recato in tribunale a confermare le accuse. Secondo la diocesi di Khartoum, si era trattato di un tentativo del governo di entrare in possesso di un terreno di proprietà della Chiesa nella zona residenziale di Khartoum, vicino al Nilo, dove ora sorge una piccola fattoria, e dove altri appezzamenti sono già stati confiscati dalle autorità. La delegazione, assieme al vicario, è arrivata stamani intorno alle 3.30 a Khartoum. “Ora vogliamo andare in fondo a questa storia e capire quali sono i veri motivi di quanto è accaduto e chi sono i responsabili” - ha detto padre Ding - aggiungendo che è stata depositata un’istanza alla magistratura di Khartoum per denunciare l’episodio. (E.B.)

 

 

LA COSTANTE DIFFUSIONE DI NOTIZIE NEGATIVE SULL’AFRICA

CAUSA IL DISINTERESSE DEGLI INVESTITORI INTERNAZIONALI,

RALLENTANDO LO SVILUPPO. COSÌ IL PRESIDENTE DEL RWANDA, PAUL KAGAME,

 IN OCCASIONE DEL CONGRESSO ANNUALE

DELL’ISTITUTO INTERNAZIONALE DELLA STAMPA, IN CORSO DA IERI IN KENYA

 

NAIROBI. “Uno dei motivi per i quali l’Africa è incapace di attrarre sufficienti investimenti stranieri, necessari per il nostro sviluppo, sono le notizie negative diffuse in modo costante su di essa”. Ad affermarlo è il presidente del Rwanda Paul Kagame in un intervento al Congresso mondiale annuale dell’Istituto internazionale della stampa (International Press Institute-Ipi), apertosi ieri a Nairobi, in Kenya. Alla presenza di 300 delegati provenienti da 50 Paesi, Kagame ha aggiunto: “l’Africa sta registrando importanti passi avanti, come la soluzione dei conflitti in Burundi, Somalia, Costa d’Avorio e Repubblica democratica del Congo, che però non sono ‘coperti’ bene dai mass-media”. Tuttavia, proprio, il governo del Rwanda - secondo alcune organizzazioni per la protezione della libertà di stampa – è responsabile di intimidazioni e arresti di giornalisti indipendenti negli ultimi anni. Anche il presidente del Kenya, Mwai Kibaki, nel saluto d’apertura del convegno, ha sottolineato la necessità che i media africani diano più spazio alle notizie sui cambiamenti positivi del continente. L’incontro internazionale, che durerà tre giorni, è dedicato in particolare agli ostacoli alla libertà di informazione in Africa e al lavoro dei media nel mondo islamico. Vi partecipa anche l’Agha Khan, leader spirituale dei musulmani ismaeliti, che da anni investe in progetti editoriali in Africa. L’istituto internazionale della Stampa, nato nel 1950 negli Usa e con sede a Vienna, sostiene che il problema più importante in Africa “resta il rifiuto dei governi di consentire ai giornalisti di operare liberamente, in piena autonomia”. A questo si aggiunge “l’impunità” di cui continuano a beneficiare in molti casi i responsabili degli attacchi contro gli operatori dell’informazione. (E. B)

 

 

ITALIA-AFRICA 2005. L’INIZIATIVA PROMOSSA DAL COMUNE DI ROMA INSIEME

AD ASSOCIAZIONI, SINDACATI, ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI

ED ISTITUTI MISSIONARI ITALIANI PER MEGLIO CONOSCERE L’AFRICA

E PROMUOVERE LA RESPONSABILITÁ VERSO QUESTO CONTINENTE

 

ROMA. = 42 le iniziative promosse dal Comune di Roma, in collaborazione con associazioni, sindacati ed organizzazioni non governative, nell’ambito della manifestazione Italia-Africa 2005. Scopo della manifestazione, giunta quest’anno alla seconda edizione, è porre adeguata attenzione alle ingiustizie, alle guerre e alle nuove schiavitù che oggi soggiogano miliardi di persone. Inoltre: rafforzare l’impegno per la pace, per la giustizia e per la prosperità per ogni essere umano e comunità. Significative, in questo senso, le parole rivolte al clero di Roma da Benedetto XVI il 13 maggio scorso: “in questo momento abbiamo una particolare responsabilità verso l’Africa- ha sottolineato il Papa -. L’Africa è un continente di grandissime potenzialità, di grandissima generosità da parte della gente, con una fede viva che impressiona. Dobbiamo confessare che l’Europa - ha continuato il Pontefice - ha esportato non solo la fede in Cristo, ma anche tutti i vizi del Vecchio Continente: corruzione e violenza. Noi cristiani – ha concluso -dobbiamo fare di tutto perché arrivi la fede e con la fede la forza di resistere a questi vizi.” Tra i promotori della manifestazione non potevano mancare gli Istituti missionari italiani che operano nel continente e che desiderano far conoscere l’Africa anche nella sua realtà positiva, quella della ricchezza dei legami sociali, della solidarietà, dell’ospitalità e della profonda religiosità. È l’Africa i cui abitanti si sentono i veri artefici del suo domani. È l’Africa che chiede di essere vista non tanto con gli occhi della commiserazione, ma di una dignità restituita. Nell’ambito della manifestazione una tavola rotonda dal titolo “Liberare l’informazione del Sud del mondo e non solo” si terrà stasera a Roma, presso la Biblioteca Rispoli. Interverranno Roberto Morrione, direttore di Rainews 24, il giornalista congolese Jean Leonard Touadi, il direttore dell’agenzia MISNA Pietro Mariano Benni ed il missionario comboniano padre Venanzio Milani. (D.L.)

 

 

Un attivista per la difesa dei diritti umani e’ stato arrestato ieri

a Damasco, in siria, dalla polizia politica del Paese.

per il momento Non sono note le accuse

 

DAMASCO. = Ieri, in un comunicato trasmesso all’agenzia di stampa Ansa, l’avvocato Anwar Bunni, un noto attivista siriano per la difesa dei diritti umani, ha affermato che Mohammed Radun, capo dell’Organizzazione araba per i diritti umani, è stato arrestato a Damasco da “una pattuglia della sicurezza politica”, specificando che le accuse a suo carico non sono state rese note. “Condanniamo questo arresto e tutte le detenzioni di attivisti per i diritti umani” – si legge nel comunicato – dove si rivolge un chiaro invito alle autorità affinché “sospendano queste pratiche con le quali cercano di tornare alla cupa atmosfera dell’oppressione”. Bunni ha riferito inoltre che la Corte suprema per la sicurezza dello Stato siriano ha condannato a due anni e mezzo di carcere tre militanti del Partito curdo dei lavoratori (Pkk). I tre militanti sono stati riconosciuti colpevoli di “affiliazione a un’organizzazione segreta che cerca di separare parte del territorio siriano e annetterlo a un Paese straniero”. Bunni ha aggiunto che alcuni diplomatici stranieri hanno assistito alla lettura della sentenza della Corte suprema, di fronte alla quale si sono anche riuniti una cinquantina di manifestanti che inalberavano uno striscione con su scritto:“la dignità di un Paese deriva dalla dignità dei suoi cittadini”. (E. B.)

 

 

Contratto: giovani giornalisti tra speranze e promesse non mantenute.

Dibattito oggi a Roma, nella sede del Cnel, tra editori, direttori

e rappresentanti di categoria, in un incontro promosso DALL’Unione

 Cattolica della Stampa Italiana (ucsi)

- A cura di Roberta Gisotti -

 

**********

ROMA. = Dove andremo a lavorare, come potremo lavorare, con quali percorsi formativi? Tre tavole rotonde coordinate da giovani dell’UCSI che hanno posto domande che riguardano non solo il loro futuro, e più in generale quello dell’informazione, ma dell’intera società interessata a tutelare il ruolo del giornalismo, espressione di indipendenza e libertà. Ad aprire i lavori Massimo Milone, presidente dell’UCSI. Questione centrale l’accesso alla professione, in uno scenario mediatico in continua evoluzione, dove diritti e garanzie contrattuali lasciano sempre più il posto alla precarietà a vita e alla commistione di identità e mansioni non ben definite, troppo spesso alibi per evadere obblighi previdenziali e assistenziali ed indebolire il ruolo del giornalista, che reso ricattabile e insicuro facilmente viene meno alle sue responsabilità deontologiche. Tutti d’accordo i relatori nel riconoscere il malessere diffuso di essere giornalista, nell’era contemporanea per eccellenza della comunicazione. Un disagio tanto più grande per chi aspira o si ostina a voler diventare giornalista tra mille difficoltà per ottenere il tesserino di iscrizione all’ordine: porte sbarrate nelle redazioni, aperte solo a stagisti, praticantati negati, corsi e scuole, università di giornalismo - spesso con costi alti - che non garantiscono assunzioni. “Eppure oggi - ha osservato Paolo Serventi Longhi, segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa - si assiste ad una espansione incontrollata del giornalismo nelle diverse forme”. “Sono 90 mila i giornalisti iscritti all’ordine – ha precisato Vittorio Roidi, segretario generale dell’Ordine - di cui però massima parte, 70 mila, sono pubblicisti, ovvero non sono contrattualizzati come professionisti”. Altro dato inquietante è che quasi il 70 per cento di chi ha un contratto è iscritto al sindacato, rispetto al 16 per cento di chi non ha un contratto. Quali risposte? Nessuna soluzione magica per rimettere ordine in questo settore trascurato da troppo tempo, con tutto beneficio di editori senza scrupoli, interessati solo ai conti, non più al prodotto e alla qualità - ha denunziato Serventi Longhi - lanciando un appello alle istituzioni dello Stato, perché al di là delle appartenenze politiche sappiano garantire al giornalismo un futuro degno nel quadro democratico delle libertà fondamentali.

**********                               

 

 

 

======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

23 maggio 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Sei candidati. Sono gli ammessi alle prossime elezioni presidenziali del 17 giugno in Iran. Lo ha deciso il Consiglio dei Guardiani, organo conservatore non eletto, che ha respinto oltre mille candidature presentate ed ha escluso dalla corsa elettorale tutti i candidati riformisti e le donne. Ma perché queste bocciature? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Anmad Rafat, giornalista iraniano già presidente della stampa estera in Italia:

 

**********

R. – C’è un famoso articolo della Costituzione, il 115, che pone le condizioni per le candidature e la partecipazione alle elezioni. Riguardo alle donne, il nodo sta nell’interpretazione della parola “uomo”, intesa come essere umano o come persona di sesso maschile. Questa volta le autorità di Teheran avevano promesso di interpretare il termine col significato di genere umano, ma alla fine sembra che questa promessa non sia stata mantenuta. E le donne, quindi, sono state escluse dalla corsa elettorale. Per quanto riguarda i riformisti, i candidati di quello schieramento erano già stati bocciati lo scorso anno alle elezioni parlamentari e pertanto non stupisce che i loro nomi siano stati rifiutati anche in questa occasione.

 

D. – Chi sono i sei candidati ammessi?

 

R. - Akbar Hashemi Rafsanjani, già due volte presidente della Repubblica ed attualmente presidente del Consiglio per il discernimento dello Stato, uomo forte e figura dominante dello scenario politico iraniano negli ultimi 25 anni, dopo la rivoluzione. C’è poi un religioso che è stato presidente del Parlamento nella passata legislatura, Mehdi Karrubi. Gli altri quattro provengono tutti dalle file dei Guardiani della Rivoluzione: è la prima volta che succede una cosa del genere, perché non c’è nel Paese una tradizione di militari che tolgono la divisa, indossano il doppiopetto e partecipano alla vita politica.

 

D. – A queste consultazioni, che rappresentatività possono dare del Paese i soli sei candidati ammessi?

 

R. – Rappresentano la minoranza del Paese, perché la maggioranza negli ultimi anni si era espressa a favore dei candidati riformisti. Bisogna però tener presente che nelle scorse due consultazioni la partecipazione alle urne è scesa moltissimo. Tutta la componente riformista non ha votato. Nei giorni scorsi i leader riformisti hanno dichiarato che, se i loro candidati fossero stati bocciati, avrebbero nuovamente boicottato le elezioni presidenziali: si può immaginare quindi che anche il 17 giugno la partecipazione alle elezioni presidenziali possa essere molto bassa. Pertanto chiunque verrà eletto non sarà realmente rappresentativo del Paese.

**********

 

Ancora violenze in Iraq. Una autobomba è esplosa davanti ad un ristorante di Baghdad provocando la morte di una persona e 52 feriti. Un collaboratore del premier al Jafaari è rimasto ucciso, inoltre, in un agguato. Forze americane e irachene sono impegnate, intanto, in una vasta operazione contro la guerriglia nella parte occidentale della capitale: sono almeno 285 le persone arrestate. Sul fronte dei sequestri, si deve poi registrare che i tre giornalisti rumeni, rilasciati ieri dalla guerriglia, sono rientrati oggi in Romania.

 

In Afghanistan, sono ore di ansia per la sorte di Clementina Cantoni, la cooperatrice italiana sequestrata in Afghanistan, dopo la scadenza ieri dell'ultimatum posto dai rapitori.  Il governo di Kabul ha ribadito che Clementina è viva e sta bene. L’ex re afgano, Zhair Shah, per anni in esilio in Italia e rientrato in patria dopo la caduta dei talebani, potrebbe partecipare alle trattative per la liberazione della donna. La vicenda è seguita da vicino anche dal presidente afgano Hamid Karzai, giunto negli Stati Uniti per incontrare il capo della Casa Bianca George Bush. Il nostro servizio:

 

**********

L’incontro avviene in un momento delicato per l’Afghanistan. Nel Paese arabo è stato accolto con grande sgomento il caso della presunta profanazione del Corano reso noto e poi smentito dalla rivista americana ‘Newsweek’. La tensione è alta anche per le rivelazioni di nuovi casi di abusi inflitti a detenuti afgani nel carcere di Bagram. Le Nazioni Unite hanno diffuso un rapporto sulla vicenda definendo “inaccettabili” i metodi adottati dai soldati statunitensi. Sul sequestro di Clementina Cantoni, la cooperatrice italiana rapita a Kabul, Karzai non nasconde inoltre la propria rabbia: in un’intervista rilasciata alla CNN, ha sottolineato come “il comportamento dei rapitori non rispecchi quello del popolo afgano”. “Anche i militari americani responsabili di abusi in Afghanistan o altrove non rispecchiano il popolo americano”, ha aggiunto il presidente dello Stato arabo. Un ulteriore motivo di frizione tra Kabul e Washington riguarda poi il complesso tema della lotta alla droga: il Dipartimento di Stato americano sostiene che il governo afgano non ha contrastato in modo efficace la coltivazione di papaveri da oppio. Karzai ha respinto l’accusa dichiarando che la collaborazione tra l’amministrazione centrale e locale ha determinato in diverse aree una riduzione delle coltivazioni del 30 per cento. Altro tema aperto resta quello della lotta al terrorismo: secondo Karzai il capo di Al Qaeda, Osama Bin Laden, non si trova in Afghanistan.

************

 

In Medio Oriente è stato sventato un attentato al valico cisgiordano di Hawara: i soldati israeliani hanno arrestato un palestinese di quindici anni sorpreso con una cintura esplosiva. A Gerusalemme intanto la visita di Laura Bush, moglie del presidente statunitense, è stata accolta tra le proteste degli ebrei nazionalisti e dei musulmani. Negli Stati Uniti un gruppo di ebrei americani ha contestato, inoltre, il premier israeliano Ariel Sharon per il discorso pronunciato ieri al Baruch College a New York. Il primo ministro dello Stato ebraico è stato criticato dopo aver ribadito la sua intenzione di iniziare, a metà agosto, il ritiro degli insediamenti israeliani dalla Striscia di Gaza.

 

In India tre bombe sono esplose, nelle ultime 24 ore, nella capitale New Delhi. Due ordigni sono scoppiati ieri in due sale cinematografiche dove si proiettava un controverso film che ha per titolo un verso sacro della religione sikh. Un’altra bomba è esplosa stamani in prossimità di un passaggio a livello. Il bilancio complessivo, ancora provvisorio, è di un morto e di una cinquantina di feriti. Si indaga sulla matrice degli attentati.

 

La vicepremier cinese, Wu Yi, ha annullato un incontro previsto oggi a Tokyo con il premier giapponese, Junichiro Koizumi. Una rete televisiva giapponese,‘Tokyo Television’, ha citato fonti governative secondo le quali Wu Yi avrebbe voluto evitare nuove discussioni su Yasukuni, il cimitero dedicato ai soldati giapponesi morti in guerra. Oltre ai 2,5 milioni di militari nipponici, nel santuario sono stati seppelliti anche alcuni generali considerati in Cina dei criminali di guerra. 

 

Il nuovo presidente della Mongolia è Nambar Enkhbayar, l’ex premier del Partito Rivoluzionario del Popolo. È il risultato delle elezioni di ieri, che hanno visto la partecipazione di un milione di cittadini. Ascoltiamo Giuseppe D’Amato:

 

**********

E’ l’ex premier Nambar Enkhbayar del Partito Rivoluzionario del Popolo, l’ex partito comunista, il nuovo presidente della Mongolia. Ha ottenuto il 53,4 per cento dei voti al primo turno. Secondo si è classificato il candidato del Partito Democratico. “Dobbiamo lavorare tutti insieme”, ha detto il vincitore. Il neo presidente ha annunciato nuove riforme economiche, lotta alla corruzione e stipendi più alti. Estesa tre volte la Francia, la Mongolia ha attraversato una gravissima crisi economica dopo la fine del comunismo. Nel 2000 e nel 2001, una spaventosa carestia ha flagellato il Paese asiatico. Un terzo della popolazione vive ancora sotto la soglia della povertà e lo stipendio annuo si aggira sui 2600 dollari.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

**********

 

In Italia, i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno confermato la condanna a Cesare Previti per la vicenda IMI–SIR. La pena è stata ridotta da 11 a 7 anni di reclusione. Il deputato di Forza Italia è stato assolto, invece, dalle accuse sul Lodo Mondadori. Le cause giudiziarie riguardano presunte tangenti che sarebbero state pagate a giudici romani per influenzare l’esito di due diversi casi: l’assegnazione nella causa civile IMI-SIR alla famiglia Rovelli di un maxi rimborso di circa 1000 miliardi di lire e la sentenza per il controllo della Mondadori.

 

 

 

=======ooo=======