RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
127 - Testo della trasmissione di sabato 7 maggio 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
In udienza dal Papa questa mattina il Sindaco di Roma, Walter Veltroni
IN PRIMO PIANO:
Il Vangelo di domani nella riflessione del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik
CHIESA E SOCIETA’:
Continua a riscuotere grande
interesse la 18.ma edizione della Fiera del Libro di Torino
Altra giornata di sangue
in Iraq: la guerriglia ha colpito a Baghdad, uccidendo 17 persone, tra cui 4
stranieri
Polemiche tra Stati Uniti e Russia sulle differenze tra Stalin e Hitler. Bush, oggi in Lettonia, lunedì arriverà a Mosca per le cerimonie nel 60 dalla fine della Seconda Guerra Mondiale
7 maggio 2005
DIFENDERE I BAMBINI ORFANI DELLO TSUMANI DALL’INDIFFERENZA
DEGLI ADULTI E DALLO
SFRUTTAMENTO DEI TRAFFICANTI DI ESSERI UMANI:
LA RACCOMANDAZIONE DEL PAPA AI VESCOVI DELLO SRI LANKA
La recente tragedia dello Tsunami, l’educazione dei giovani e la
formazione dei seminaristi: sono stati i temi toccati da Benedetto XVI, nel
discorso rivolto stamane ai vescovi dello Sri Lanka, al termine della loro
visita ad Limina Apostolorum, la prima di questo pontificato. Il servizio di
Roberta Gisotti:
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Profondamente turbato – si è detto il Papa – per gli effetti devastanti
del maremoto che ha colpito il sud asiatico nel dicembre scorso, raccomandando
in particolare alla comunità cristiana di assistere i piccoli orfani,
considerato come i bambini “siano cosi spesso semplicemente dimenticati o
vergognosamente sfruttati come soldati, come lavoratori o vittime innocenti del
traffico di esseri umani”. “Nessuno sforzo - ha sottolineato il Santo Padre –
dovrebbe essere risparmiato per sollecitare le autorità civili e la comunità
internazionale a lottare contro questi abusi ed offrire ai ragazzi la
protezione legale che giustamente meritano.” Benedetto XVI ha invitato inoltre
i presuli a mantenere lo stesso spirito di cooperazione ''tra membri di
differenti gruppi religiosi e etnici'' con il quale lo Sri Lanka ha affrontato
la tragedia naturale.
Il pensiero del Santo Padre è andato poi ai giovani, rilevando che un
terzo della popolazione dello Sri Lanka è sotto i 15 anni, e questo “dà grandi
speranze per il futuro”. Da qui l’invito a porre come “alta priorità”
l’educazione religiosa nelle scuole, e a vigilare per offrire “una solida
formazione spirituale e teologica ai seminaristi”.
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NEL GIORNO DEL SUO
INSEDIAMENTO SULLA CATHEDRA ROMANA
COME VESCOVO DI ROMA,
BENEDETTO XVI HA
RICEVUTO QUESTA MATTINA IL SINDACO VELTRONI
Nel giorno del suo insediamento sulla Cathedra Romana come
Vescovo di Roma, Benedetto XVI ha ricevuto questa mattina in udienza il sindaco
della Città, on. Walter Veltroni. Durante l’incontro – come è stato reso noto
dal direttore della Sala Stampa vaticana – il Papa “ha manifestato al Sindaco
la sua gratitudine per il calore con cui è stato accolto dai Romani ed ha
rinnovato l’espressione dei suoi sentimenti di stima ed affetto nei confronti
di quella che è diventata la sua Città e la sua diocesi”. Il Santo Padre “ha,
inoltre, formulato auguri di prosperità e concordia a tutti i cittadini di
Roma, assicurando, nella distinzione dei ruoli, il contributo della Chiesa al
progresso spirituale e civile della Città”.
NEL POMERIGGIO,
BENEDETTO XVI PRENDERA’ POSSESSO
DELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO
Papa Benedetto XVI prenderà possesso, oggi pomeriggio,
della Basilica di San Giovanni in Laterano, cattedra del vescovo di Roma e
“Madre di tutte le chiese”. Si tratta della prima visita del Papa alla Basilica
cattedrale dedicata al Santissimo Salvatore e ai Santi Giovanni Battista ed
Evangelista al Laterano. Alle 17.00 il Santo Padre lascerà il Vaticano per
raggiungere, sul sagrato della Basilica, i fedeli riuniti in piazza ed
impartire loro la benedizione. Alle 17.30 il Papa presenzierà alla Santa Messa.
Dopo la celebrazione, verso le ore 20.00, Benedetto XVI raggiungerà la Basilica
di Santa Maria Maggiore per rendere omaggio all’icona “Salus Populi Romani”. Subito dopo, è previsto il rientro in
Vaticano. La nostra emittente seguirà l’evento in cronaca diretta, a partire
dalle 17.20, con commento in italiano sull’onda media di 585 kHZ e in
modulazione di frequenza su 105 MHz. Si possono anche ascoltare commenti in
spagnolo e in portoghese, attraverso il satellite EUTELSAT Hot Bird 2. Sul
significato di questo avvenimento, Rita Anaclerio ha intervistato mons. Mauro
Parmeggiani, prelato segretario del Vicariato di Roma:
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R. – Direi il significato di
sedere sulla Cattedra, cioè il luogo da cui il vescovo presiede, attraverso
l’insegnamento, attraverso l’annuncio del Vangelo e la vita della sua chiesa,
ma, nello stesso tempo, è anche il segno di colui che è servo dei servi di Dio
e quindi è invitato ad avere anche quel compito che Sant’Ignazio diceva che ha
la Chiesa di Roma, di presiedere alla carità di tutte le chiese dell’urbe e
dell’orbe. Entrare in questa Cattedrale, prendere possesso della propria
Cattedrale significa iniziare ufficialmente il ministero di vescovo e, in
quanto vescovo, Papa di tutta la Chiesa.
D. – Qual è il ruolo della Chiesa
di Roma nell’ambito della Chiesa universale?
R. – Sin dai primi secoli è
guardata come esemplare, come colei che presiede nella carità alle altre
Chiese. Ciò che lei fa viene guardato da tutto il mondo ed è chiamata, quindi,
ad essere santa per vocazione. Non è però soltanto un ruolo che è dovuto dalla
storia, dal passato, ma è un ruolo che anche oggi deve vivere. Quindi, Roma è
una città che ancora vive fortemente la fede, fatta delle sue 335 parrocchie,
fatta di tante comunità religiose, dei monasteri di clausura, dei movimenti,
delle Associazioni …
D. – Ecco, lei ha fatto, in
questo momento, un ritratto della Roma cattolica; ma quali sono proprio le luci
e le ombre della fede a Roma?
R. – Le luci sono – direi –
quelle di una fede molto radicata nel popolo e ancora viva. Mi piace ricordare
le parole di Benedetto XVI quando ha detto che anche in questo periodo in cui
abbiamo vissuto la morte di Giovanni Paolo II, poi il conclave e l’elezione del
nuovo Papa, la Chiesa è viva. Queste parole, penso che si possano applicare
bene anche alla Chiesa di Roma. E’ una Chiesa viva. Nello stesso tempo, ci sono
delle ombre dovute al fatto che la Chiesa deve incontrarsi con una società
sempre più secolarizzata, scristianizzata … Il Papa, l’allora cardinal
Ratzinger, nella Messa pro eligendo Pontifice, parlava di venti che
sballottano la barca della Chiesa da una parte e dall’altra …
D. – Quali sono, a questo punto,
le sfide della diocesi di Roma?
R. – Sono, innanzitutto, la
missionarietà vissuta in una comunità di amici. Non credo che sia un caso che
il Papa si rivolga sempre ai fedeli chiamandoli amici …
D. – L’animazione culturale ha
sempre avuto un ruolo importante nella comunicazione della fede. Quali sono i
progetti e le iniziative, in questo senso, della diocesi romana?
R. – La diocesi ha già tanti
progetti. Penso, ad esempio, ad una serie di colloqui con persone anche di alto
livello, docenti universitari, su varie tematiche anche della fede in rapporto
alla vita che la diocesi organizza. Anche la riscoperta dell’arte, penso ad
esempio ai giovani di Roma che stanno organizzando da tre anni i concerti nel
giorno del Signore. Ecco, ancora la diocesi ha una forte, direi, pastorale
universitaria. Ci stiamo impegnando su tanti ambiti, anche con la presenza di
comunità cristiane piccole ma vive. Da alcuni anni la diocesi di Roma è
impegnata molto sulla famiglia e a far entrare nella famiglia la cultura del
matrimonio cristiano. Purtroppo la famiglia, oggi, è molto minacciata e noi
dobbiamo cercare di evangelizzare la famiglia, cioè riportare la famiglia alla
bellezza dell’amore cristiano, del matrimonio cristiano, della sponsalità.
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NOMINE
Il Santo Padre ha nominato nunzio apostolico nel Belize
mons. Luigi Pezzuto, arcivescovo titolare di Torre di Proconsolare, nunzio
apostolico in El Salvador.
E sempre stamane, Benedetto XVI
ha nominato vescovo di Matanzas
(Cuba) mons. Manuel Hilario De Céspedes y García Menocal, finora vicario generale della diocesi
di Pinar del Río. Mons. De Céspedes y García Menocal
è nato l’11 marzo 1944 a San Cristóbal de La Habana. Ha
compiuto gli studi primari e secondari presso la scuola dei Fratelli Maristi in
Cuba e in seguito è emigrato in Porto Rico, dove si è laureato in Ingegneria
elettronica. Per 12 anni esercitò il ministero sacerdotale nell’arcidiocesi di
Caracas, fino a 1984 quando è riuscito a ritornare in Cuba. Tornato nella
diocesi di Pinar del Río, è stato parroco dal 1984 al 2002, anno in cui è stato
nominato Cancelliere della Curia diocesana e quindi Vicario generale.
Attualmente è anche Assessore della Commissione diocesana per la Cultura e del
“Centro Católico de Formación Cívica y Religiosa”.
NEL
CORTILE DI SAN DAMASO, IERI POMERIGGIO, IL TRADIZIONALE
GIURAMENTO DI 30 NUOVE GUARDIE SVIZZERE.
PRESENTI
AUTORITÀ VATICANE, SVIZZERE E INTERNAZIONALI
Nel
cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico ieri pomeriggio si è svolto il
tradizionale giuramento di 30 nuove Guardie Svizzere, alla presenza delle
autorità vaticane, svizzere e internazionali. Il servizio di Stefano
Leszczynski:
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(Inno
nazionale Vaticano)
Un rito
antico e pregno di significato spirituale quello del giuramento della Guardia
Svizzera che, come tradizione, si svolge ogni anno il 6 maggio per commemorare
l’estremo sacrificio di 147 Guardie avvenuto nel 1527, durante il Sacco di
Roma. Una data di morte, che è stata trasformata in una data di vita con la
celebrazione del giuramento delle reclute. 30 gli alabardieri che quest’anno si
sono votati sotto Benedetto XVI alla difesa della Chiesa e della persona del
Santo Padre. Alle 17.00 in punto, di fronte ad una folla di molte centinaia di
persone, il sostituto della Segreteria di Stato, arcivescovo Leonardo Sandri,
ha dato il via alla cerimonia:
“Colonnello, comandante, potete
cominciare …”
(musica della banda della
Guardia Svizzera Pontificia)
Il
comandante della Guardia colonnello Elmar Mäder, dopo aver passato in rassegna
le reclute con il cappellano mons. Alois Jehle, ha ammonito i suoi alabardieri
circa la gravosità dell’impegno che essi si accingevano ad assumere ed ha
additato la strada irta di prove che la recluta dovrà superare per divenire infine
una vera Guardia Svizzera:
“Sarete
sottoposti a vari esami ed il servizio quotidiano metterà alla prova la vostra
idoneità. Dovete restare altrettanto in forma per quanto riguarda la vostra
condizione spirituale. Se alla fine del vostro servizio nel Corpo vi sarà
chiesto la vostra opinione riguardo il Santo Padre e la Chiesa, mi aspetto da
voi la stessa fermezza che manifestate oggi”.
Poi la solenne formula di
giuramento letta dal Cappellano, mons. Jehle:
“Giuro di
servire fedelmente, lealmente ed onorevolmente il Sommo Pontefice Benedetto XVI
e i suoi legittimi successori … come pure …”
Di fronte alla bandiera del
Corpo, le nuove reclute chiamate per nome, alzano ad una ad una la mano destra
con le tre dita aperte, quale simbolo delle trinità e confermano la propria
volontà con l’aiuto di Dio e dei suoi Santi, in particolare San Martino, San
Sebastiano e San Niklaus von Flue, patroni della Guardia Svizzera.
(musica della banda della
Guardia Svizzera Pontificia)
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina il titolo “La Chiesa nel vostro Paese è una grande speranza per
il futuro”: Benedetto XVI riceve in visita “ad limina Apostolorum”, la prima
dopo la sua elezione, i vescovi dello Sri Lanka.
Sempre
in prima l’Iraq, dove non danno tregua i sanguinosi attentati.
Nelle
vaticane, una pagina dedicata al cammino della Chiesa in Africa.
Nelle
estere, India: morto il vicario generale di Patna, brutalmente aggredito l’11
aprile scorso.
Spagna:
i vescovi invitano all’obiezione di coscienza sui “matrimoni” omosessuali.
Nella
pagina culturale, un elzeviro di Mario Gabriele Giordano dal titolo “Il baratto
della memoria”.
Nelle
pagine italiane, statali: il governo accelera sul rinnovo dei contratti;
sindacati convocati già dall'inizio della prossima settimana.
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7 maggio 2005
NELL’ATTENTATO DI IERI
A JOUNIEH, IN LIBANO, COSTATO LA VITA A DUE PERSONE, E’ STATA DISTRUTTA LA RADIO CATTOLICA “VOCE DELLA CARITÀ”.
LE TRASMISSIONI
PROSEGUONO IN UNA TENDA
- Intervista con Mons.
Béchara Raï -
Torna la strategia del
terrore in Libano. Ieri sera a Jounieh, città a forte maggioranza cristiana, 20
km a nord di Beirut, lo scoppio di una bomba ha provocato la morte di due
persone e numerosi feriti. Nell'esplosione è stata distrutta la radio cattolica
del Patriarcato dei Maroniti "Voce della Carità" che ritrasmette
anche i programmi in lingua araba, francese e inglese della Radio Vaticana. Questa
mattina si è recato in visita nella sede dell’emittente il Patriarca di
Antiochia dei Maroniti, cardinale Pierre Nasrallah Sfeir. Sul perché di questo
attacco, Salvatore Sabatino ha raggiunto telefonicamente a Beirut mons. Béchara
Raï, vescovo di Jbeil dei Maroniti:
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R. – Penso che
è stata colpita direttamente e volutamente perché in tutta la giornata di ieri
“La voce della carità” era solidale con i familiari dei detenuti nelle carceri
siriane a Damasco. Quindi i familiari hanno denunciato le atrocità della
prigione damascena e hanno denunciato anche quello che hanno visto. Io penso
che quelli che sono stati danneggiati in Siria o in Libano e i loro alleati
hanno organizzato questo attentato per distruggere questa voce non solo della
carità ma anche della verità e dell’uomo.
D. – Ci può
essere, secondo lei, anche qualche legame con il ritorno del generale Aoun in
Libano?
R. – Penso
molto indirettamente ed occasionale. Personalmente penso che sia stata colpita
la “Voce della carità” appunto per il programma di ieri.
D. – Monsignore, ci può dire quante persone lavoravano per questa radio
e che tipo di trasmissioni vi venivano prodotte?
R. – C’è tutto un gruppo. Si producono programmi
non solo in arabo ma anche in inglese e in francese e per gli asiatici che
lavorano nel Libano. Questa radio “La voce della carità” è ecumenica perché
offrono non solo notizie che riguardano tutte le Chiese e tutta la vita del
Paese e del mondo arabo, ma è anche aperta alle altre religioni e alle altre
comunità. Tra l’altro, è in contatto
con la Radio Vaticana perché tutte le sere si può ascoltare il notiziario
della Radio Vaticana e sono trasmesse tutte le cerimonie pontificie. Tutta la
gente è solidale con questa radio. Adesso, per esempio, è stata tutta
distrutta, ma si sta trasmettendo dal di fuori, si trovano nella piazza della
città, hanno trasportato i loro macchinari.
D. – Ovviamente la comunità cattolica libanese ha
perso il suo punto di riferimento mediatico, anche se lei ha detto che
continuano a trasmettere. Ma, secondo lei, la radio verrà ricostruita in tempi
brevi?
R – Certo, certo. Ha lanciato un
appello al presidente della Repubblica, al primo ministro per iniziare la
ricostruzione. Comunque se essi non lo faranno ci saranno molti privati a
farlo. I libanesi sono abituati. Si distrugge oggi, domani si ricostruisce.
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NUOVA SQUADRA DI GOVERNO PER TONY BLAIR, AL TERZO
MANDATO.
CAMBIO
AL VERTICE DELLA DIFESA, IMPROBABILE UN CAMBIAMENTO
DI
ROTTA POLITICA SULLA PRESENZA MILITARE IN IRAQ
In Gran Bretagna il premier Tony Blair, eletto per il suo
terzo mandato, ha già formato il nuovo governo. Ieri sera è stata annunciata
ufficiosamente la lista dei ministri. Da Londra, Sagida Syed:
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Il primo
ministro ha avuto ben poco tempo per festeggiare il regalo per il suo 52.mo
compleanno, il terzo mandato: un record raggiunto soltanto da Margareth Tatcher
negli anni ’80. Già in serata erano comparsi i primi nomi che comporranno il
nuovo governo. Sono state confermate le più alte cariche: il primo ministro e
il ministro degli Interni Clarke, degli Esteri Straw e il cancelliere Brown. La
rosa dei ministri è composta da facce familiari. Blair, infatti, ha dovuto far
ricorso agli stessi uomini dell’ultimo gabinetto data la sua minor
rappresentanza al Parlamento. John Reid diventa segretario alla Difesa, Geoff
Hoon sarà il ministro speciale per l’Irlanda del Nord e Patricia Hewitt dovrà
affrontare uno dei compiti più duri: riformare il sistema sanitario. Torna a
sorpresa David Blank, uscito di scena cinque mesi fa per lo scandalo del visto
procurato di nascosto alla babysitter della sua amante, e sarà ministro delle
pensioni. Il quadro completo, comunque, sarà diffuso lunedì mattina. Intanto,
domani Blair prenderà parte al suo primo compito ufficiale, cioè presiedere
all’anniversario dei 60 anni dalla fine della seconda guerra mondiale, il
D-Day. Anche il suo avversario sconfitto, Michael Howard, sarà presente, ma
intanto si è aperta la corsa al suo successore. Tra qualche settimana i Tories
potrebbero avere un nuovo leader.
Da Londra, per la Radio
Vaticana, Sagida Syed.
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Il
premier Tony Blair, dunque, sembra aver preso coscienza del suo risultato
piuttosto limitato. Avrà, infatti, una maggioranza debole. A questo punto si
può prospettare un cambiamento di rotta nella politica estera, soprattutto per
quanto riguarda l’Iraq, che è stato poi il motivo di maggiore malcontento
popolare? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Francesco Battistini, inviato a
Londra del Corriere della Sera:
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R. – Gordon Brown, che è il
probabilissimo, quasi scontato successore di Blair, ha già detto più volte di
essere naturalmente a sostegno della causa della guerra in Iraq. Certo i segnali
nell’elettorato sono di scontento. Blair perde moltissimo soprattutto a Londra.
Perde in zone che sono state sempre tradizionalmente laburiste. Il rimpasto che
c’è stato nel governo, con il cambio anche per quanto riguarda il ministro
della Difesa, potrebbe far pensare a un cambio, forse, di strategia militare.
Al momento non ci sono segnali su cambi di strategia politica.
D. – I rapporti, invece, con
l’Europa, come saranno?
R. – In qualche modo Blair ha
cercato di introdurre il più possibile nella campagna elettorale l’argomento
dell’Euro, ma l’Europa, il tema europeo è stato il grande assente di questa
campagna elettorale. Gli inglesi non amano affatto l’Euro e anche il referendum
sulla Costituzione europea, che ci sarà nel 2006, che dovrebbe probabilmente
sancire il termine del mandato zoppo di Blair e della staffetta con Gordon
Brown, è visto come una tappa che, però, potrebbe anche essere rinviata. Si
attendono, infatti, i risultati del referendum negli altri Paesi, in Francia,
in Olanda soprattutto.
D. – Nonostante tutto, però,
possiamo dire che il partito laburista vive un momento di soddisfazione per la
terza elezione di Blair. Ma il debole risultato ottenuto rispetto alle
previsioni della vigilia, può in un certo senso creare qualche problema concreto
al nuovo esecutivo?
R. – Sì, la percezione
all’estero che Blair abbia vinto non è così forte in Gran Bretagna. La
sensazione, qui, è che Blair, come titolano i giornali questa mattina, in
realtà sia pronto ad andarsene né più né meno come il suo avversario il
conservatore Howard. La sensazione è che questa risicata maggioranza su cui può
contare Blair, tenendo conto che è una maggioranza neanche di una cinquantina
di deputati e che 40-50 è proprio il manipolo dei cosiddetti ribelli
all’interno del partito laburista, potrà creare fin da subito dei problemi a
Tony Blair.
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IN CORSO PRESSO LA FIERA DI
PADOVA LA X EDIZIONE DI “CIVITAS”,
RASSEGNA DELLA SOLIDARIETA’
In pieno
svolgimento presso la Fiera di Padova la decima edizione di Civitas, la mostra
convegno della solidarietà, con oltre 600 realtà rappresentate e 45 mila
visitatori previsti, che chiuderà domani. Il tema di quest’anno recita: ‘Società responsabile: a
chi tocca?’. Ce ne
riferisce Silvio Scacco:
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Responsabilità,
dunque, ma di chi? Civitas pone la questione declinandola sotto 4 punti di
vista differenti che rappresentano altrettante questioni aperte, ovvero: la responsabilità
sociale può essere oggi la nuova traduzione della solidarietà nell’ambito delle
imprese, della persona, della società civile e delle istituzioni? Un
interrogativo, approfondito nell’area espositiva e nel programma culturale
attraverso modelli, esperienze con tutti gli attori che ne sono coinvolti. Tra
i tanti, ecco ad esempio, proposto a Padova una sorta di villaggio del turismo eticamente corretto, nel quale
ci sarà l’opportunità di conoscere una metodologia del viaggiare che supera i
modelli di turismo consumistico oggi dilagante.
A Civitas, poi, per la
prima volta, c’è l’opportunità di seguire anche seminari di alta formazione in collaborazione con la Bocconi di
Milano, l’Università di Bologna e di Ferrara. Numerosissimi gli appuntamenti e i Convegni: tra gli altri, segnaliamo
gli Stati generali organizzati dal Forum Permanente del Terzo Settore,
un momento di riflessione, approfondimento e confronto fra diversi attori del
mondo sociale e altri enti istituzionali altamente accreditati; nonché, questa
mattina, la firma dell’accordo ACLI del
Veneto e CISL per “Un patto per lo sviluppo economico e sociale del Veneto”, con il
presidente nazionale ACLI, Luigi Bobba, e il Segretario Generale CISL, Savino
Pezzotta. Antonio Sambo è il coordinatore di Civitas:
“Dovendo ognuno esercitare un ruolo, ognuno lo eserciti in pieno. Quindi
diventa importante sia per il cittadino, sia per l’associazionismo, sia per
l’impresa sociale, ma anche per il mondo delle Istituzioni e di chi con loro si
relaziona, che abbiano attenzione e sempre maggiore impegno nel promuovere
tutte quelle cose che possono essere la dignità della persona attraverso i
diritti, attraverso le opportunità di accesso e la valorizzazione del proprio
sé, della propria persona”.
Da Padova, per la Radio
Vaticana, Silvio Scacco.
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DOMANI, 8 MAGGIO, NEL SANTUARIO DI POMPEI
LA RECITA DELLA SUPPLICA ALLA MADONNA DEL ROSARIO
- Intervista con mons. Franco Soprano -
E’ tradizione ormai da oltre un secolo che l’8 di maggio e
la prima domenica di ottobre al santuario di Pompei, dedicato alla Madonna del
Rosario, si recita la Supplica, una speciale preghiera di invocazione alla
Madonna, composta dal beato Bartolo Longo. Domani si rinnova questa tradizione
con la cerimonia presieduta, quest’anno, dal cardinale Attilio Nicora,
presidente dell’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. Ma per
ricordare come è nata la Supplica, Giovanni Peduto ha intervistato il rettore
del Santuario di Pompei, don Franco Soprano:
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R. – E’ la
preghiera che sgorga dal cuore del Beato Bartolo Longo per unire tutti i devoti
del Santuario in un’unica grande preghiera. Questa preghiera nasce l’8 maggio
del 1883, in occasione della benedizione della prima campana. La preghiera è
intitolata Atto di amore a Maria. L’esperienza si ripete nel mese di ottobre e
diventa veramente la preghiera corale di tutti i devoti di questo Santuario
alla Vergine del Santo Rosario, invocata come Regina delle Vittorie. Sono due
le date fondamentali che Bartolo Longo fissa per questa preghiera: l’8 di
maggio e la prima domenica di ottobre. Ha grande risonanza in tutto il mondo
perché è la preghiera che si recita ad un’ora ben precisa, a mezzogiorno, ed è
proprio quest’ora che Bartolo Longo chiama l’ora del mondo, per unire insieme
tutti coloro che si sentono profondamente legati alla Madre di Dio venerata
sotto il titolo della Vergine del Santo Rosario di Pompei.
D. – Quindi la spiritualità
pompeiana è incentrata sulla Supplica?
R. – Sì. Tutta la spiritualità
pompeiana è incentrata su questi due appuntamenti, perché noi abbiamo un
cammino di preparazione, direi quasi un cammino di contemplazione del volto di
Cristo, con i 20 sabati del Santo Rosario. Per intuizione del Beato Bartolo
Longo, sono nati i famosi 15 sabati del Rosario. Oggi, dopo le indicazioni del
Santo Padre Giovanni Paolo II nella Rosarium Virginis Mariae, che ha
portato a 20 i misteri del Rosario, si è ampliata l’ottica della riflessione e
della contemplazione del Vangelo, cioè la persona di Gesù: noi riproponiamo i
20 sabati del Santo Rosario come il cammino di preparazione a questi importanti
appuntamenti che sono l’8 maggio e la prima domenica di ottobre.
D.- Che
significato acquisisce la recita della Supplica in quest’Anno dell’Eucaristia?
Come vivete a Pompei l’Anno eucaristico?
R. – Noi lo viviamo come
continuità con l’Anno del Rosario. Nell’Anno del Rosario abbiamo sottolineato
la contemplazione del Volto di Cristo, insieme con Maria, nei suoi misteri del
gaudio, della luce, del dolore e della gloria. Nell’Anno del Rosario abbiamo
perfezionato in base alla Mane nobiscum Domine l’adorazione eucaristica con la recita del Rosario, perché come
noi recitiamo qui il Rosario a Pompei è soprattutto ascolto della Parola, è
contemplazione del mistero, è entrare in profonda comunione con la persona del
Signore Gesù, guidati da Maria. Sottolineando questa dimensione mariana, la
Chiesa prega con Maria e guarda il proprio figlio Gesù Cristo. Allora Pompei
celebra ogni giorno un’ora, alle 18.00, l’ora in cui ci incontriamo con Gesù
Eucaristia, contemplando i misteri della sua vita.
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POCO RISPETTO DELLA RICOSTRUZIONE STORICA E MOLTO
SPETTACOLO
NEL DISCUSSO FILM “LE CROCIATE – KINGDOM OF HEAVEN” DI
RIDLEY SCOTT,
IN
USCITA OGGI SUGLI SCHERMI ITALIANI
-
Intervista con Franco Cardini -
Tra
grande spettacolo e non poche ambiguità, è uscito ieri sugli schermi il discusso
film “Le Crociate – Kingdom of Heaven” di Ridley Scott. Un’operazione più
legata al botteghino che all’amore per la storia. Il servizio di Luca
Pellegrini:
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Con una
buona dose di semplificazione storica e di commercializzazione artistica, il
regista americano Ridley Scott lascia la ferocia della Roma dei Cesari, quella
del “Gladiatore”, e s’inoltra nella complessità della Gerusalemme del Regno
Latino. Siamo nel 1184, a ridosso della caduta della Città Santa nelle mani del
Saladino (avvenuta nel 1187), e della conseguente terza Crociata. In modo molto
libero, anche se ricco di autentico spettacolo con le sue grandiose
ricostruzioni, “Le Crociate” segue le cavalleresche e coraggiose imprese di
Baliano di Ibelin, in quella che, già nel secolo XII, era Terra Santa ma anche
terra imbevuta di sangue. Siamo al tramonto del regno di Baldovino IV e al
crollo di un ideale terreno: il regno dei cavalieri. Quello “dei cieli”, ossia
della tolleranza e del dialogo tra diverse religioni, fondato su un sapiente
equilibrio politico, non può trovare la sua realizzazione storica se non al
compimento della storia stessa, quando la vera e nuova “Gerusalemme celeste”
scenderà dai cieli, da Dio. Ma nella Gerusalemme di Ridley Scott la percezione
dei problemi e la loro risoluzione appaiono distanti dalla mentalità medievale.
Così, l’attualizzazione sistematica del racconto, che vuole spiegare in qualche
modo le incomprensioni religiose del presente con il ricorso al passato, appare
uno strumento abbastanza ambiguo. Il cinema storico di oggi sembra rispondere
solo alla necessità del divertimento, scansando l’accuratezza dell’indagine, la
fedeltà alle origini e riproponendo in modo meccanico e spettacolare la
successione crisi-amore-battaglia-perdono. Troppo semplice, molto scontato. Le
gesta di Baliano sono, comunque, sorrette da un ideale alto e nobile. Alla
domanda su quale sia per lui “il regno dei cieli” sulla terra, Orlando Bloom
così risponde:
THE KINGDOM OF HEAVEN IS NOT WHAT YOU EXPECT, IT IS A
PLACE...
“Il Regno dei Cieli non è quello
che ci si aspetta, è un luogo dove si trova ciò che veramente ha significato.
E’ un luogo dove puoi essere quello che sei nato per essere. Puoi essere
sincero con te stesso. E’ il regno della coscienza, della speranza, dell’unità.
E’ un ideale di un mondo che tutti dovremmo impegnarci a costruire: un mondo di
pace. Questo è il significato del Regno dei Cieli”.
I dubbi più grandi rimangono
quelli legati al contesto storico. Per questo motivo abbiamo chiesto allo
storico Franco Cardini, docente di Storia Medievale all’Università di Firenze,
se storicamente le crociate furono davvero quelle che vediamo ricostruite nella
pellicola americana:
“Le crociate
non sono queste, ma del resto ormai nell’attuale stato di confusione in cui i
mass media, a dir poco incauti e poco scrupolosi della verità storica, hanno
gettato l’opinione pubblica, è molto difficile riorganizzare un discorso
storico, intorno a quello che il movimento delle Crociate è stato proprio
storicamente parlando. Bisognerebbe ricominciare tutto da zero e invece siamo
in un grande palinsesto pieno non solo di errori, ma siamo davanti a un quadro
stracolmo di mistificazioni e peggiore rispetto ad una realtà contraffatta
dalla pura e semplice fantasia. Siamo davanti a spezzoni di passato storico mal
conosciuto, mal digerito che vengono mischiati ad aspetti di fiction e ad
aspetti di coartazione più o meno ideologica. Il risultato è storicamente quasi
incontrollabile. Si può soltanto cercare di rimettere a posto qualche spezzone
di realtà sperando poi che una certa percentuale di spettatori decida per conto
proprio di ricostruire un quadro attendibile. Ma l’impresa è evidentemente
quasi disperata.
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IL VANGELO DI DOMANI
Domani, 8 Maggio, Solennità
dell’Ascensione, la liturgia ci presenta, attraverso la lettura degli Atti
degli Apostoli, il racconto di Gesù che ascende al Cielo. Nel Vangelo il Cristo
Risorto si rivolge ai suoi discepoli con queste parole:
“Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e
ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e
dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho
comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”.
Ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko
Ivan Rupnik:
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Dio è sceso sulla terra in Gesù
Cristo e si è coinvolto in tutto ciò che è il destino degli uomini, eccetto il
peccato. Ha assunto però tutto ciò che il peccato porta: il male. Ha conosciuto
il dolore, ha subito l’ingiustizia, ogni sorta di violenza. Era rigettato e per
stringersi integralmente alla situazione umana è morto. Lui, così, è entrato
attraverso la realtà più umana, cioè la morte, per partecipare pienamente
all’umanità, affinché a noi, attraverso lui, si aprisse la partecipazione alla
realtà più divina, che è la comunione nell’amore, la comunione delle persone
divine in un amore incrollabile. Lui torna al Padre, compiendo la sua missione,
aprendo questo rapporto di beatitudine anche a noi. Essere battezzati nel nome
del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo significa già qui sulla terra
partecipare all’amore del cielo. L’aspetto drammatico dell’amore sulla terra
viene illuminato e superato dall’aspetto festoso e beato del cielo.
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7
maggio 2005
CON UNA NOTA LA CONFERENZA EPISCOPALE SPAGNOLA SI
ESPRIME CONTRO
IL DISEGNO DI LEGGE DEL GOVERNO DI MADRID SUI
MATRIMONI
TRA PERSONE DELLO STESSO SESSO
- A cura di Amedeo Lomonaco -
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MADRID.
= Con una nota del Comitato esecutivo della Conferenza episcopale spagnola, i vescovi
della Spagna ribadiscono la loro condanna per il progetto di legge proposto dal
governo Zapatero, approvato dalla Camera bassa lo scorso 21 aprile e finalizzato
a consentire matrimoni tra persone dello stesso sesso. La nota, intitolata
“Sull’obiezione di coscienza davanti ad una legge radicalmente ingiusta che
corrompe l’istituzione del matrimonio”, è stata diffusa ieri dall’agenzia
vaticana ‘Fides’. I vescovi definiscono la proposta, che sarà sottoposta prossimamente a votazione al Senato, “un autentico sovvertimento dei principi
morali fondamentali”. “Di fronte all’eventuale approvazione imminente di una
legge ingiusta - scrivono i vescovi - dobbiamo parlare nuovamente delle
conseguenze che comporterebbe questo passo”. Questa normativa – prosegue la
nota – corrompe l’istituzione del matrimonio. La norma che si pretende di
approvare – spiegano i presuli – non ha il carattere di una vera legge perché
“si troverebbe in contraddizione con la morale”. I vescovi affermano poi che i
cattolici devono opporsi in modo chiaro ed incisivo: ognuno potrà rivendicare
il diritto all’obiezione di coscienza. L’ordinamento democratico – precisano -
dovrà rispettare questo diritto fondamentale della libertà di coscienza e garantire
il suo esercizio. I presuli spagnoli concludono rimarcando che opporsi a disposizioni
contrarie alla ragione significa “andare a beneficio dell’amore per la verità e
del bene di ogni persona”.
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GIOCHI,
CONCERTI E SPETTACOLI ARRICCHIRANNO DOMANI, NELLO SRI LANKA,
IL FESTIVAL DEI BAMBINI. L’INIZIATIVA,
PROMOSSA DA DIVERSE ONG, È RIVOLTA
AI PICCOLI DELLA REGIONE DI BATTICALOA
SOPRAVVISSUTI AL TRAGICO MAREMOTO CHE HA COLPITO, LO SCORSO ANNO, IL SUD EST
ASIATICO
COLOMBO. = Nello Sri Lanka migliaia di bambini sopravvissuti al
terribile maremoto dello scorso 26 dicembre, parteciperanno domani ad una
speciale iniziativa ideata per loro da Organizzazioni non governative locali e
internazionali. Si tratta del “Festival dei bambini” che si terrà nella città
di Batticaloa, nella parte orientale del Paese, dove sono stati allestiti campi
per le famiglie di sfollati della regione. Il
programma della manifestazione prevede una marcia per le vie della città,
giochi, concerti e spettacoli. Dopo il Festival, i giovani e gli operatori
delle ONG saranno anche impegnati, nei campi per sfollati, in una serie di
attività ricreative programmate nell’arco di due giorni. Lo Sri Lanka è stato tra i Paesi più colpiti dal maremoto:
si stima che siano morte, soprattutto lungo le coste settentrionali e
orientali, circa 30.000 persone. Almeno 10 mila di queste vittime sono bambini
e moltissimi minori sono rimasti orfani. (A.L.)
I VESCOVI DELL’INDIA CHIEDONO AL GOVERNO DI NEW
DELHI DI RICONOSCERE ALCUNI DIRITTI FONDAMENTALI ANCHE AI CRISTIANI CONVERTITI
DELLE CASTE PIÙ BASSE
NEW DELHI. = L’episcopato
dell’India ha chiesto al primo ministro indiano, Manmohan Singh, di estendere i
diritti costituzionali anche ai cristiani convertiti delle caste più basse. La
petizione è stata inoltrata dai presuli dopo l’incontro dello scorso 29 aprile
a New Delhi di una delegazione del Comitato permanente della Conferenza dei
vescovi con il premier indiano. Molti cristiani appartengono alla comunità dei
“dalit”, gruppo che appartiene agli
strati inferiori della società indiana. Nella storia sono stati indicati con
diversi appellativi dispregiativi quali “intoccabili”, “contaminati”, “fuori
casta”. La Costituzione dell’India prevede, comunque, aiuti per lo sviluppo
socio-economico dei gruppi tribali e di quelli al di fuori del sistema dei
quattro livelli di caste del Paese. I “dalit”
indù, buddisti e sikh ricevono aiuti economici per l’educazione superiore e
quote riservate di posti lavoro. Ma i cristiani appartenenti alla comunità dei
“dalit” non usufruiscono, invece, di
questi benefici. Ai dalit che si sono convertiti al cristianesimo è
stato negato, infatti, il diritto di far parte delle “Caste registrate”,
esclusivamente per la loro appartenenza religiosa. I vescovi indiani hanno
ricordato che, nei manifesti della recente campagna elettorale, il Partito del
Congresso di Singh aveva promesso di riconoscere tali diritti ai cristiani “dalit”. Ma il governo indiano continua
ad essere indifferente di fronte a tale richiesta. Diverse ONG indiane
ritengono che questo rappresenti una “grave violazione degli articoli 14, 15,
16 e 25 della Costituzione indiana e che sia anche in contrasto con l’articolo
18 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite”.
Si calcola che la metà dei circa 25 milioni di cristiani dell’India sia
costituita da convertiti di caste basse. In India, il 60 per cento della
popolazione cristiana è costituito da dalit.
Il resto della comunità è diviso fra “gruppi sviluppati” (13 per cento),
“tribali” (12 per cento) e “classi arretrate” (15 per cento). (A.L.)
LA DIOCESI DI FIRENZE HA DONATO UNA
RELIQUIA DI SAN GIORGIO
ALLA CHIESA ORTODOSSA FIORENTINA. IN
TOSCANA ARRIVERA’ UNA RELIQUIA
DI SAN MASSIMO IL GRECO, ATTUALMENTE
CONSERVATA
IN UN MONASTERO ORTODOSSO NEI PRESSI
DI MOSCA
FIRENZE. = La diocesi fiorentina ha donato alla Chiesa russa
ortodossa di Firenze un frammento della reliquia di San Giorgio, conservata
nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. San Giorgio è uno tra i Santi più
venerati in tutte le Chiese orientali ed in particolare in Russia. Martire del
IV secolo, originario di Lida, un villaggio che sorgeva nella zona dell’odierna
Tel Aviv, San Giorgio è raffigurato abitualmente con la veste da guerriero. La
sua tomba era conservata in un santuario distrutto durante la dominazione
islamica. Di San Giorgio restano poche reliquie, quella conservata a Firenze è
un importante frammento osseo, le cui prime notizie risalgono al 1220. Una parte
di questa reliquia è stata consegnata ieri dal vescovo ausiliare della città
toscana, mons. Claudio Maniago, all’arciprete della chiesa russa ortodossa
fiorentina, Gheorgi Blatinski. La data non è stata scelta casualmente: il 6
maggio si celebra infatti, nella liturgia orientale, la memoria di San Giorgio.
Il dono segue, inoltre, una precisa richiesta dell’arciprete Blatinski, che in
una lettera all’arcivescovo di Firenze, cardinale Ennio Antonelli, aveva espresso
questo desiderio per creare un legame più stretto tra la comunità ortodossa e
quella cattolica. Padre Blatinski ha anche annunciato l’imminente arrivo, a
Firenze, di una reliquia di San Massimo il Greco, i cui resti sono attualmente
conservati nel monastero di Zagorsk, vicino a Mosca. Prima di arrivare in
Russia, Massimo il Greco aveva vissuto per alcuni anni a Firenze dove era
diventato un discepolo di Savonarola. (A.L.)
CONTINUA A RISCUOTERE GRANDE INTERESSE
LA 18.MA EDIZIONE
DELLA FIERA DEL LIBRO DI TORINO. TRA
LE VARIE INIZIATIVE, È PARTICOLARMENTE
APPREZZATA QUELLA INTITOLATA “UN LIBRO
A CHI NON È LIBERO”
DEDICATA AI DETENUTI DELLE CARCERI DEL
PIEMONTE
-
A cura di Fabrizio Accatino -
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TORINO. = Tra le varie
proposte legate a questa Fiera del Libro, colpisce l’iniziativa “Un libro a chi
non è libero”, ideata per donare volumi alle biblioteche degli Istituti di pena
del Piemonte. Nello stand dell’Associazione Sant’Anselmo si può scegliere il
testo da regalare, pagandolo la metà del prezzo di copertina e mettendolo in un
cesto: l’associazione milanese integra la differenza e dona il volume a un
penitenziario. Nel mondo del “qui e adesso” è una finestra che ricorda che esiste
un altrove disagiato, che ha bisogno di aiuto, solidarietà e di un libro che
aiuti a sognare e a costruire un domani migliore. Ma la presenza in Fiera
dell’Associazione Sant’Anselmo non si esaurisce qui. E’ presente uno stand di
250 metri quadrati con oltre 2000 volumi di tutta l’editoria italiana: una
scelta pensata per rispondere alla domanda religiosa del lettore, che spazia
dalla patristica alla teologia, dall’arte alla filosofia, dalle storie del
cristianesimo ai libri per bambini. E poi una fitta serie di incontri promossi
dal Servizio Nazionale della CEI per il Progetto Culturale. Il calendario si è
aperto giovedì con un dibattito sull’Inquisizione, tra luoghi comuni e realtà
storica. Poi è stato rivolto uno sguardo al dialogo fra induismo e
cristianesimo nell’incontro “L’Oriente visto da vicino”. E’ stata anche
proposta un’analisi delle diversità religiose del vecchio continente nella
tavola rotonda “Cristiani in un’Europa plurale”, coordinata da Francesco Antonioli
del Sole 24 Ore. Tra i relatori è intervenuto anche don Ermis Segatti, che si è
così espresso sull’argomento: “In Europa occorre riprendere la propria fede in
un contesto che vede le tradizioni non più sufficienti a mantenere la fede di
fronte ad un’Europa come essa è o in prospettiva si intravede che sia”. E’ fondamentale
– ha aggiunto padre Segatti - non tanto capire se l’Europa sia cristiana, ma se
i cristiani in Europa abbiano un’identità, radicandosi nelle tradizioni, rinnovandole
e radicandosi, soprattutto in Gesù Cristo”. L’appuntamento forse più atteso è
però “Memoria e identità”, in programma domani sera: si tratta di un’escursione
sulla figura umana di Giovanni Paolo II alla quale prenderà parte, tra gli
altri, anche il regista polacco Krysztof Zanussi, che nel 1987 girò “Da un
paese lontano”, la prima biografia cinematografica dedicata a Karol Wojtyla.
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7
maggio 2005
-
A cura di Eugenio Bonanata -
In Iraq, mentre il governo di Ibrahim al Jaafari si
rafforza con l’entrata di due nuovi ministri in dicasteri strategici, questa
mattina a Baghdad c’è stata una nuova ennesima strage: un’autobomba esplosa in
una zona centrale della città ha causato la morte di almeno 17 persone, tra cui
quattro americani, agenti di sicurezza privati, e il ferimento di almeno altre
33 persone. Il nostro servizio:
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Dopo la giornata di sangue di ieri
che è costata la vita a quasi un centinaio di persone in diversi attentati, oggi i terroristi entrano
nuovamente in azione. Un’autobomba è esplosa, in un affollato incrocio al
centro di Baghdad, al passaggio di un convoglio di uomini della sicurezza
straniera. Il bilancio si aggrava di ora in ora. Secondo una fonte del
ministero dell’Interno sono morte almeno diciassette persone, undici delle
quali civili iracheni e quattro stranieri. Più di trenta i feriti. Tra le
vittime irachene, secondo quanto finora appreso, ci sarebbero bambine che erano
a bordo di un pulmino scolastico. Intanto, sul fronte politico, sciiti e sunniti sono arrivati ad un
accordo sui ministeri finora non coperti del governo di Ibrahim al-Jaafari. Proprio una fonte del governo ha
annunciato che due ministeri chiave dei cinque vacanti sono stati ricoperti.
Alla Difesa andrà l’arabo sunnita Saadaoun al-Dulaimi e Ibrahim Bahr al-Uloum,
sciita, andrà invece alla guida del ministero del Petrolio. Non sono stati resi noti ancora i nomi
dei due vice-priministri. Il premier iracheno Jaafari dovrebbe annunciare la
lista completa del suo governo nel pomeriggio, ha precisato il portavoce
aggiungendo che i nuovi ministri e i due vice-premier saranno “presentati al
parlamento domenica”.
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Il sindaco di Berlino Klaus Wowereit ha inaugurato alla
Porta di Brandeburgo la “giornata per la democrazia”. Si tratta della
manifestazione con cui, oggi e domani, per il 60.mo anniversario della fine
della seconda guerra mondiale, il governo della città-Stato vuole lanciare un
segnale contro il razzismo e
l’intolleranza.
A Mosca le celebrazioni per il 60.mo anniversario della
vittoria alleata su nazismo e fascismo, sono state segnate dalle polemiche fra
Stati Uniti e Russia. Dopo un paio di mesi di silenzio, infatti, il presidente
russo Putin è passato al contrattacco affermando che Hitler e Stalin non si
possono mettere sullo stesso piano rispondendo così alle accuse provenienti dai
Paesi Baltici e appoggiate da Unione Europea e Stati Uniti. Da Mosca, Giuseppe
D’Amato:
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“Stalin fu certamente un tiranno – spiega Putin – molti lo
chiamano criminale ma non fu un nazista. Il patto di Ribbentrop-Molotov che spaccò l’Europa in due è già stato condannato
nel 1989”. A parte la sfilata storica sulla Piazza Rossa, sono stati
indetti, domani, il vertice della CSI ed il summit UE in Russia. Oltre 60 sono
le delegazioni ufficiali con capi di Stato stranieri e quasi 3000 sono i
giornalisti accreditati. Tutti i grandi della Terra sono presenti a Mosca dove
alleati e nemici di un tempo si stringeranno la mano. Significativa la
dichiarazione comune firmata da Putin e dal cancelliere tedesco Schröder in cui
si segnala il miracolo della nuova amicizia fra i due Paesi dopo la tragedia
della seconda guerra mondiale.
Da Mosca,
per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.
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Per la cerimonia solenne in programma lunedì a Mosca ci
saranno defezioni importanti come due dei tre Paesi Baltici, Lituania ed
Estonia, e la Georgia, dopo il fallimento dei negoziati con la Russia sulle
basi militari. Inoltre, il presidente russo Putin sembra non gradire che il
capo della Casa Bianca Bush abbia incastrato la sua visita a Mosca fra quelle
di Riga e Tiblisi. Il servizio Di Paolo Mastrolilli:
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Bush ha scelto questo itinerario proprio per bilanciare il
significato della sua missione. L’appuntamento centrale è quello di Mosca dove
avrà un vertice con Putin in cui discuterà dell’Iraq, del Medio Oriente, ma soprattutto
esporrà i dubbi di Washington sul rallentamento del processo democratico in
Russia. Il capo del Cremlino ha già chiarito di non gradire queste interferenze:
in un’intervista alla televisione CBS ha sollecitato l’America a curare prima i
mali del proprio sistema politico. Alla vigilia della tappa di Mosca, il presidente
si ferma nei Paesi Baltici per sottolineare che se la vittoria sul nazismo
significò la fine di un incubo per la comunità internazionale, nello stesso tempo
aprì le porte alla dominazione sovietica sull’Europa Orientale. Per Estonia,
Lettonia e Lituania, ad esempio, la sconfitta di Hitler segnò solo il passaggio
da un’occupazione all’altra. Anche questo elemento ha provocato qualche attrito
con Putin. Bush, infatti, ha chiesto che Mosca si scusi per i torti compiuti
durante la guerra fredda ai danni dei Paesi finiti sotto la sua sfera di
influenza, ma il capo del Cremlino ha risposto che non intende farlo perché ha
già condannato l’occupazione.
Per la
Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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E prosegue la terza missione
diplomatica in Europa del presidente americano George Bush. Il capo della Casa
Bianca è giunto appunto ieri sera a Riga, capitale della Lettonia, dove
incontra i presidenti di Lituania ed Estonia. Maastricht sarà la seconda tappa
della sua missione di cinque giorni, che lo porterà anche in Georgia. Lunedì
prossimo il presidente americano sarà a Mosca per festeggiare il 60.mo
anniversario della sconfitta della Germania nazista.
Una donna è morta a Grozny, in Cecenia, in seguito
all’esplosione della cintura di tritolo che aveva indosso. L’attentatrice era
stata individuata ad un posto di blocco. Al segnale di alt si è messa a
correre, cercando di avvicinarsi alla pattuglia che ha aperto il fuoco.
Nell’attentato non è rimasto coinvolto nessun altro. Altri attentati sono stati
sventati nelle ultime ore nella repubblica del Caucaso.
Cortei
dei sostenitori di al-Fatah hanno sfilato ieri in varie località della Cisgiordania,
dove il partito del presidente Abu Mazen si è assicurato la vittoria nelle elezioni
municipali. Unica eccezione alla festa è stata Rafah, dove nove palestinesi
sono rimasti feriti in seguito a scontri che hanno opposto proprio i membri di
al Fatah ai sostenitori del movimento islamico Hamas, risultato qui vincente.
Stamani il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ha informato il Consiglio
di Sicurezza di aver nominato il peruviano Alvaro de Soto nuovo inviato
speciale in Medio Oriente delle Nazioni Unite.
Numerosi feriti in tre esplosioni, forse dovute a bombe, a
Yangoon, la capitale del Myanmar (ex Birmania). Una delle esplosioni è avvenuta
all’International Business Trade Centre di Yangoon, molto affollato, dove era
in corso la fiera thailandese. Lo riferiscono alcuni testimoni. La Giunta
militare al potere ha confermato le esplosioni ma non ha fornito alcun dettaglio.
A fine aprile una bomba esplosa nel mercato di Mandalay aveva provocato 2 morti
e 16 feriti.
E il problema della democrazia e dei diritti umani in
Myammar è stato uno dei punti discussi al settimo vertice ministeriale
dell’ASEM, che si è concluso oggi nell’antica capitale giapponese di Kyoto.
L’organismo riunisce 13 Paesi asiatici (10 dell’ASEAN, l’Associazione del sud
est asiatico, più Giappone, Cina e Corea del Sud) e i 25 Paesi dell’Unione
Europea, più la Commissione di Bruxelles.
Presentato dal Dipartimento di Stato Americano un rapporto
alla Commissione Onu in cui sono citati 190 casi di abusi provati da parte
americana all’estero. Secondo il dossier l’azione americana è stata in linea
con gli accordi internazionali sulla tortura. Il rapporto, che deve essere
presentato ogni quattro anni, è il primo degli Stati Uniti dopo le stragi
dell'11 settembre che hanno indotto Washington a teorizzare l’abbandono della
Convenzione di Ginevra nella guerra contro il terrorismo.
Cinque militari yemeniti, tra i quali un ufficiale, sono
stati feriti oggi in un attacco con granate sferrato contro il bus sul quale
stavano viaggiando a Sanaa. E’ il secondo incidente del genere in meno di due
settimane, secondo quanto hanno reso noto alcuni testimoni.
Nella Repubblica Centroafricana tutto è pronto per il
ballottaggio tra il presidente uscente Bosise e l’ex primo ministro Zigulé,
dopo una campagna elettorale in cui i due contendenti non si sono risparmiati
raffiche di accuse pungenti. Gli elettori sono comunque chiamati alle urne per
eleggere anche 88 deputati dell’Assemblea nazionale.
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