RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 125 - Testo della trasmissione di giovedì 5 maggio 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                             

Oggi pomeriggio Benedetto XVI in visita al Palazzo e alle Ville Pontificie di Castel Gandolfo:  intervista con Saverio Petrillo.

 

IN PRIMO PIANO:

L’assenza di dolo non esclude la colpa: così Silvio Berlusconi nel suo intervento al Parlamento sulla morte di Nicola Calipari. Ribadita la solidità dell’alleanza con gli USA e negata l’esistenza di un nesso tra il ruolo italiano in Iraq e l’uccisione del funzionario del SISMI: il commento del prof. Giuseppe Mammarella

 

Si vota in Gran Bretagna per il rinnovo della Camera dei Comuni: l’attesa è per una vittoria di Blair  ma c’è incognita sulle percentuali. Ai nostri microfoni Raffaella Menichini.

 

Organizzazioni internazionali contestano al Nepal l’ordinanza sulle attività terroristiche dopo la fine dello stato d’emergenza: il commento di Paolo Pignocchi

 

Tv, inserzioni pubblicitarie e programmi di qualità: al centro del Convegno organizzato dal Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione tv e minori, ieri a Roma: ce ne parla Emilio Rossi

 

E’ il sogno il tema della Fiera internazionale del libro di Torino che prende il via oggi. 39 nuovi editori, il ritorno della Francia e ricorrenze di rilievo, tra le caratteristiche di questa 18.ma edizione: con noi Ernesto Ferrero.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Al via, a gennaio, la terza Assemblea ecumenica europea, che culminerà in Romania a settembre del 2007

 

Liberati i 7 sacerdoti della diocesi cinese di Zhengding, arrestati il 27 aprile scorso dalla polizia locale, durante un ritiro spirituale

 

Evangelizzare il Pacifico attraverso i mass media: è l’obiettivo della Chiesa delle Isole Salomone

 

Migliaia di contadini brasiliani in protesta per chiedere al governo l’applicazione della riforma agraria, lanciata nel Paese nel 2003

 

Il Centro don Orione di Monte Mario si arricchisce di una nuova opera caritativa: la residenza sanitaria assistenziale, in convenzione con la regione Lazio

 

Aperta a Roma, a Castel Sant’Angelo, la 24.ma “Mostra europea del turismo e delle tradizioni culturali”.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq almeno 25 morti in tre attentati a Baghdad. Giappone e Bulgaria annunciano il ritiro delle truppe

 

In Israele e in Polonia si commemora l’Olocausto. Intanto nei territori palestinesi il voto per le municipali.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 maggio 2005

 

OGGI POMERIGGIO BENEDETTO XVI IN VISITA

AL PALAZZO E ALLE VILLE PONTIFICIE DI CASTEL GANDOLFO

- Intervista con Saverio Petrillo -

 

Attesa a Castel Gandolfo dove nel pomeriggio si recherà Benedetto XVI per la prima visita alla sua residenza estiva. Al suo arrivo, previsto alle ore 16.00, saluterà il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, il parroco, il sindaco ed il Consiglio comunale di Castel Gandolfo, nonché i dipendenti delle Ville Pontificie. Quindi visiterà il Palazzo e ci si aspetta che si affacci dalla finestra centrale del Palazzo Apostolico.  Intorno alle 19.00 il Papa farà rientro in Vaticano. Ma ascoltiamo cosa significhi per i cittadini di Castel Gandolfo questa visita nell’intervista di Giovanni Peduto con il direttore delle Ville Pontificie, il dottor Saverio Petrillo:

 

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R. – E’ una lieta e felice occasione per dare il benvenuto al nuovo Papa, al cittadino più illustre che viene, dopo i giorni del lutto e dell’attesa, a visitare e, per così dire, a riaprire questa sua residenza. Ricordo che anche i Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II vennero a Castel Gandolfo alcuni giorni dopo la loro elezione.

 

D. – A suo parere, cosa amano, in particolare, i Papi di Castel Gandolfo?

 

R. – Penso, innanzitutto, la quiete che permette di lavorare e meditare lontano dalla vita affannosa della città. Già Papa Benedetto XIV Lambertini, in una lettera al cardinale Alberoni, scriveva che ‘solo a Castel Gandolfo gli era possibile tirare fuori l’anima dal torchio’. Ed è a tutti noto che tante delle opere di Papa Giovanni Paolo II sono state scritte o hanno avuto la loro necessaria incubazione a Castel Gandolfo.

 

D. – Lei, dott. Petrillo, ha modo di parlare con gli abitanti di Castel Gandolfo. Cosa vuol dire, per loro, avere per concittadino il Papa?

 

R. - E’ un onore grandissimo connesso alla fierezza di un privilegio plurisecolare. Il rapporto di amore dei Papi con la città di Castel Gandolfo non si è mai interrotto, nemmeno nei 60 anni della clausura dopo la presa di Roma, quando i Papi non vennero a Castel Gandolfo. Infatti, sono varie le realizzazioni volute qui da Leone XIII, San Pio X e Benedetto XV a vantaggio della cittadina.

 

D. – Qual è, in breve, la storia di questa residenza del Papa?

 

R. – La residenza sorge sulle rovine della Villa dell’Imperatore Domiziano. Nel Medioevo fu costruita su questi luoghi, dalla famiglia Gandulfi una piccola fortezza quadrata con alte mura merlate che, poi, entrò nel dominio dei Savelli. Nel 1604 la Rocca passò alla Santa Sede. Urbano VIII elesse Castel Gandolfo residenza estiva dei Pontefici. Papa Benedetto XVI sarà il 15.mo Papa a soggiornare a Castel Gandolfo. Il Palazzo è un edificio dall’architettura severa, posto sopra un’altura che consente alla vista di spaziare verso il mare, di contemplare la città di Roma e di affacciarsi sul lago di Albano. Ampie zone di verde e di giardini all’italiana costituiscono una naturale cornice al complesso.

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 maggio 2005

 

L’ASSENZA DI DOLO NON ESCLUDE LA COLPA: COSI’ SILVIO BERLUSCONI

NEL SUO INTERVENTO AL PARLAMENTO SULLA MORTE

DI NICOLA CALIPARI. IL PREMIER HA RIBADITO LA SOLIDITA’ DELL’ALLEANZA

CON GLI STATI UNITI E HA NEGATO L’ESISTENZA DI UN NESSO

TRA IL RUOLO ITALIANO IN IRAQ E L’UCCISIONE DEL FUNZIONARIO DEL SISMI

- Ai nostri microfoni, il prof. Giuseppe Mammarella -

 

“L’assenza di un dolo non esclude una colpa”. E’ quanto affermato dal premier italiano Silvio Berlusconi nel suo intervento prima alla Camera e poi al Senato sulla vicenda Calipari. Discorso che ha messo l’accento sulle divergenze tra la relazione italiana e quella americana sulla morte in Iraq del funzionario del Sismi, dopo la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena. Berlusconi ha ribadito la solidità dell’alleanza con gli Stati Uniti, affermando che non c’è alcun nesso tra la presenza italiana in Iraq e l’uccisione di Calipari. Dal canto suo, l’opposizione ha chiesto che il governo predisponga il ritiro delle truppe. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“Se si ritiene che una sia la verità, non può essere l'amicizia a far cambiare idea. Ciò è vero per l'Italia come per gli Stati Uniti”. E’ il richiamo di Silvio Berlusconi, sottolineando tuttavia che l’amicizia tra Roma e Washington è “fuori discussione”. Le indagini sulla morte di Nicola Calidari - ha dichiarato il premier - hanno subito “oggettivi condizionamenti” dovuti “alla mancata preservazione dello scenario dell'incidente”. Le conclusioni italiane dell'inchiesta - ha tenuto a precisare - hanno portato alla conclusione “dell'irregolarità del posto di blocco” che era stato allestito per il passaggio dell'ambasciatore americano in Iraq, Negroponte “senza istruzioni scritte” e con scarsa visibilità. Dunque, per Berlusconi “l’assenza di un dolo non esclude una colpa”. Il premier ha poi assicurato che l'azione della magistratura italiana “potrà contare sul fermo sostegno del Governo”, che si impegna “a fare il possibile per accertare la verità ed eventuali responsabilità”. Impegno - ha sottolineato - che il governo intende “onorare, prima di tutto per il rispetto che dobbiamo alla memoria di Nicola Calipari”. Quindi, Berlusconi ha aggiunto che “non c’è alcun nesso tra la vicenda dell’uccisione di Calipari” e il ruolo italiano in Iraq”. Un aspetto al quale Berlusconi ha dedicato una parte centrale del suo discorso:

 

“Non c’è quindi alcun motivo di pronunciare oggi un “tutti a casa” che suonerebbe, ancora una volta, tanto irresponsabile quanto incomprensibile. Rimane certo sul nostro orizzonte la prospettiva di un graduale disimpegno dall’Iraq delle truppe italiane che vi sono presenti. In ogni caso, questa prospettiva si dispiegherà in modo certo non unilaterale, bensì nei tempi e nei modi che concerteremo con i nostri alleati, ad iniziare dai nostri amici iracheni”.

 

Dal canto suo, l’opposizione ha chiesto a voce univoca che il governo americano chieda scusa per la morte di Calipari. Per il centrosinistra ha parlato il leader dei Ds, Piero Fassino, che ha esortato il governo a predisporre il ritiro delle truppe dall’Iraq:

 

“Noi la chiediamo: è una valutazione sulla fase nuova e diversa che si può aprire in Iraq. E di adottare scelte che predispongano il rientro delle truppe italiane dall’Iraq e quindi di definire tempi e modalità di questi rientri, da portare quanto prima all’attenzione del Parlamento”.

 

Dopo l’intervento a Montecitorio, Berlusconi è intervenuto a Palazzo Madama. Nel discorso ai senatori, il premier ha ribadito quanto affermato alla Camera, sottolineando che “dalle conclusioni dell'indagine della commissione congiunta italo-americana sono emerse “discrepanze che toccano aspetti tutt'altro che secondari”.

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Da Sigonella al Cermis, nei rapporti bilaterali tra Italia e Stati Uniti, anche in passato, non sono mancati momenti difficili. Ma la crisi scaturita dall’uccisione di Nicola Calipari presenta delle peculiarità che non hanno precedenti, come sottolinea il prof. Giuseppe Mammarella, emerito di Relazioni Internazionali alla Stanford University, al microfono di Alessandro Gisotti:

 

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R. – La peculiarità è quella di una situazione estremamente scomoda: per l’America e tutto sommato anche per noi che abbiamo lì un corpo di spedizione di più di tremila persone. Per esempio, nei giorni scorsi, addirittura si è parlato di un’azione americana nell’area di Nassiryia, che è di competenza italiana, senza che le autorità militari italiane ne fossero informate. Ecco, direi che oltre a quelle che possono essere conseguenze politiche di questo episodio, ci potrebbero essere forse anche delle conseguenze nei rapporti tra i comandi militari italiani e americani sul campo. L’esercito americano sta attraversando un momento difficile. Le accuse di impreparazione ai soldati americani certamente creano una reazione abbastanza forte nelle autorità militari americane.

 

D. – Nell’indagine sulla morte di Calipari sono emerse non solo divergenze tra Roma e Washington, ma anche differenti opinioni all’interno dell’amministrazione americana sul modo di gestire la vicenda. Si può dire che si rinnovano i contrasti che hanno preceduto la guerra in Iraq?

 

R. – Non credo che si possa pensare che le autorità politiche americane possano smentire o assumere una posizione diversa e contrastante con quella dei militari. Non ci dimentichiamo che il presidente degli Stati Uniti è anche il comandante supremo delle forze militari americane ...

 

D. – Si può dire che alcuni problemi emergono da una superpotenza che è poco superpotenza, guardando anche alla forza militare e alle sue difficoltà ...

 

R. – L’America era assolutamente impreparata a gestire il “dopo Iraq”, lo ha dimostrato e lo sta dimostrando. Ha vinto facilmente la guerra – ed era prevedibile che la vincesse – ma poi ha dimostrato di non avere la capacità di gestire, diciamo così, il dopoguerra, cioè il complesso di problemi logistici, politici, psicologici ... Voglio dire: l’America che arrivava in Europa alla fine della Seconda Guerra Mondiale, era attrezzata per questo! Basta vedere l’attività, anche di promozione politica a favore della democrazia, svolta dagli americani nel ’45 in Italia, soprattutto in Germania. Nulla di tutto questo è successo in Iraq!

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SI VOTA OGGI IN GRAN BRETAGNA PER IL RINNOVO DELLA CAMERA DEI COMUNI.

SI PROFILA UNA VITTORIA PER IL PRIMO MINISTRO TONY BLAIR

- Intervista con Raffaella Menichini -

 

Urne aperte in Gran Bretagna per il rinnovo della Camera dei Comuni. 44 milioni di elettori devono decidere se riconfermare il primo ministro laburista, Tony Blair, per il terzo mandato consecutivo. Gli ultimi sondaggi davano il Partito laburista in vantaggio sui conservatori di ben 14 punti percentuali. Sulle consultazioni, da Londra Sagida Syed:

 

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Le urne resteranno aperte fino alle 10.00 di questa sera. Anche se i risultati si conosceranno in nottata, viene data per certa la vittoria dei laburisti di Tony Blair, ormai prossimo al suo terzo mandato. Secondo i sondaggi, anche durante l’ultimo giorno di campagna elettorale il partito di governo si è consolidato con il 41 per cento delle preferenze, contro il 27 per cento dei conservatori ed il 23 per cento dei liberaldemocratici. Non sarà un plebiscito come nel 1997, ma garantirà al premier altri quattro anni per mettere in pratica le riforme sociali passate in secondo piano per l’impegno bellico in Iraq. Gli osservatori politici già si chiedono la ragione di questo probabile successo. Pur essendosi alienato buona parte della base laburista per la guerra in Iraq, le inesistenti armi di distruzione di massa, gli attacchi alla BBC e il suicidio dello scienziato David Kelly, Blair e il suo partito hanno potuto contare sulla perdurante diffidenza per i Tories, il principale partito d’opposizione. Se i laburisti avranno la maggioranza, parte del merito andrà attribuito a Gordon Brown, il più bravo cancelliere dello scacchiere da un secolo a questa parte e futuro premier nel caso delle possibili dimissioni di Blair a metà mandato. A quest’ultimo basterebbe la vittoria per garantirsi un posto nella storia: per essere stato il primo leader laburista a vincere le elezioni tre volte di seguito.

 

Da Londra, per la Radio Vaticana, Sagida Sayed.

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Per Tony Blair, dunque, si profila un nuovo incarico di premier, evento storico per il Partito Laburista. Ma si tratterà veramente di un’affermazione facile? Giancarlo La Vella lo ha chiesto a Raffaella Menichini, inviata a Londra del quotidiano “La Repubblica”:

 

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R. – I numeri non dicono molto perché, con il sistema elettorale britannico, tutto si gioca in alcuni collegi dove il vantaggio dei laburisti è molto risicato. Questo non vuol dire che la vittoria sia in pericolo. Potrebbe però cambiare il margine della vittoria del Labour Party e potrebbe cambiare il clima post-elettorale.

 

D. – Per quale motivo i cittadini britannici potrebbero premiare Tony Blair?

 

R. – Il motivo essenziale è che l’economia è molto solida e il clima è positivo. C’è inoltre una grossa fiducia nel futuro. Sono da rimarcare anche i grandi investimenti che il governo laburista ha fatto nella sanità e nell’educazione.

 

D. – Sembra non aver influito affatto sulla popolarità di Blair la partecipazione alla guerra in Iraq?

 

R. – Questo è un punto controverso. Se Blair vincerà non vuol dire che gli inglesi gli abbiano perdonato l’intervento militare. Il risentimento su questo punto è reale ed è molto diffuso. Non viene criticata semplicemente la scelta di intervenire, ma soprattutto le modalità di tale intervento. Ci sono state rivelazioni sulle coperture che il governo ha utilizzato per giustificare l’intervento. Si è parlato di illegalità della scelta di intervenire. Questo getta un’ombra sulla credibilità del primo ministro.

 

D. – Queste elezioni possono dire qualcosa in chiave europea, considerando che sia i laburisti sia i conservatori sventolano la bandiera dell’euroscetticismo?

 

R. – L’Europa è un argomento così delicato, così sentito, che nessuno dei due partiti ha voluto affrontarla in campagna elettorale. Blair si sta già attrezzando per affrontare questo tema nel prossimo mandato e gli appuntamenti sono imminenti: il referendum per l’approvazione del Trattato della costituzione europea e poi tutto il dibattito sull’introduzione dell’euro.

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ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI CONTESTANO AL NEPAL L’ORDINANZA

SULLE ATTIVITA’ TERRORISTICHE, DOPO LA FINE DELLO STATO D’EMERGENZA

- Intervista con Paolo Pignocchi -

 

Amnesty International, Human Rights Watch e l’International Commission of  Jurists con un documento ufficiale in cui accusano il monarca nepalese Gyanendra di tenere “sospesi” i diritti umani in Nepal, anche con la fine dello stato di emergenza, decretata il 30 aprile scorso. Le 3 organizzazioni osservano che nel Paese rimane ancora in vigore l’ordinanza sulle attività terroriste e destabilizzanti. Rita Anaclerio ne ha parlato con Paolo Pignocchi, Responsabile dell’unità di crisi in Nepal di Amnesty International Italia:

 

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R. – E’ evidente che le tre organizzazioni, noi come Amnesty International, ma anche gli altri, si aspettano dei passi avanti rispetto al ripristino delle libertà fondamentali che hanno causato gravi violazioni dei diritti umani, arresti di attivisti per i diritti umani, giornalisti, leader di partiti dell’opposizione ...

 

D. – Quali sono esattamente i diritti umani sospesi?

 

R. – Proprio dopo la fine di questo Stato di emergenza, sono state emesse leggi, da parte dell’autorità di Kathmandou, contro i pubblici incontri, contro le proteste anche se organizzate e comunque non violente, contro gli incontri tra più di due persone. Dunque questa sorta di democrazia apparente che appare anche in Nepal con comunicazioni frequenti rispetto a questa cosa, evidentemente non c’è. Ci sono centinaia di prigionieri di opinione, in questo momento, e il tutto praticamente si inserisce in un contesto di conflitto armato, soprattutto nelle province, tra le forze governative e il gruppo non governativo ribelle di maoisti, evidentemente con vittime civili.

 

D. – Quindi, adesso cosa si può temere?

 

R. – A causa dell’istituzione di questo stato di emergenza sono stati bloccati. molti aiuti militari ed anche economici. Per esempio Gran Bretagna e India lo hanno fatto formalmente mentre gli Stati Uniti non li hanno bloccati formalmente ma nei fatti. Il timore, dunque, è che lo stato di emergenza abbia altre implicazioni oltre i diritti umani.

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IL COMPLESSO MONDO DELLA TV E DELLA PUBBLICITÀ E LA POSSIBILITÀ DI AVERE

PIÙ PROGRAMMI DI QUALITÀ: AL CENTRO DEL CONVEGNO ORGANIZZATO DAL COMITATO DI APPLICAZIONE DEL CODICE DI AUTOREGOLAMENTAZIONE TV E MINORI, IERI A ROMA

- Intervista con Emilio Rossi -

 

Grandi aziende commerciali italiane rifiutano di pubblicizzare i loro prodotti all’interno di programmi televisivi ritenuti scadenti. E’ un dato di fatto recente di cui prendere atto per capire il complesso mondo della Tv e della pubblicità e per ragionare sulla possibilità di avere più programmi di qualità. Da qui, infatti, ha preso spunto il convegno “Pubblicità e buona tv”, organizzato, ieri a Roma, dal Comitato di applicazione del codice di autoregolamentazione Tv e minori. Ma quali sono i poteri di questo Comitato? Ascoltiamo, al microfono di Eugenio Bonanata, Emilio Rossi, presidente dell’organismo:

 

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R. – Quello che ci preme è che la televisione faccia bene ai minori e non faccia male. Non bastano, però, le prediche, le buone intenzioni, servono anche tutte le vie, tutti i percorsi utili a far sì che anche attraverso interessi legittimi si possa promuovere la buona televisione. Abbiamo scoperto, non da oggi ma oggi ne abbiamo avuto conferma, che gli stessi inserzionisti pubblicitari seri, che hanno a cuore il prestigio del loro marchio, sono interessati ad accoppiare i loro annunci pubblicitari a programmi di buona qualità, che non disgustino il pubblico, che non trovino opposizioni marcate, perché troppo violenti o perché volgari o perché di cattivo gusto. Questo è uno dei punti su cui si può lavorare.

 

D. – Quali sono i poteri del Comitato che lei presiede?

 

R. – Sia per i programmi normali, sia per la pubblicità, noi abbiamo alcuni poteri che sono limitati e che però hanno soprattutto un valore di immagine. Il potere maggiore è quello di rivolgersi ad un’emittente, dare notizia ad essa stessa di essere stata presa in castagna, oltre a trasmettere le valutazioni all’autorità per le garanzie, informandola del fatto che è passibile di sanzioni economiche e perfino di oscuramento.

 

D. – Concretamente, cosa è emerso da questa giornata di lavori?

 

R. – Sul piano pratico, la cosa più utile è stata di avere conferma, per esempio, dal direttore generale dell’UPA, Unione Pubblicitari Associati, che effettivamente va crescendo questo senso di presa di distanza da parte degli inserzionisti, tanto più, quanto meglio sono premurosi nei confronti del proprio marchio, di non associarsi, ma anche, occorrendo, di dissociarsi da programmi di cattivo gusto.

 

D. – Quindi, la pubblicità potrebbe cambiare i contenuti della tv?

 

R. – La pubblicità ha i suoi problemi e in alcuni casi i suoi aspetti negativi, che noi stessi a volte dobbiamo sanzionare, però è anche possibile ribaltare il rapporto e farlo diventare virtuoso.

 

D. – Cosa consiglia alle mamme e agli educatori per difendere i propri bambini?

 

R. – Il consiglio principale è quello di non lasciare soli i bambini, seguirli fisicamente, se possibile, in ogni caso dando la sensazione di essere partecipi dei loro problemi e dare delle indicazioni perché il bambino che è una coscienza in formazione si formi piuttosto in un modo che in un altro. Poi, soprattutto, dare l’esempio, perché se di fronte ad un programma volgare, aggressivo, trash, come si suol dire, la mamma o il papà o lo zio sono inclini ad abbandonarsi a risate, certo questo è il peggiore degli insegnamenti.

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E’ IL SOGNO IL TEMA DELLA FIERA INTERNAZIONALE DEL LIBRO DI TORINO

CHE PRENDE IL VIA OGGI. 39 NUOVI EDITORI, IL RITORNO DELLA FRANCIA

 E RICORRENZE DI RILIEVO: TRA LE CARATTERISTICHE DI QUESTA 18.MA EDIZIONE

- Intervista con Ernesto Ferrero -

 

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Un sogno lungo cinque giorni: è la dimensione onirica, infatti, il tema della 18.ma edizione della Fiera Internazionale del Libro di Torino che prende il via oggi. Gli organizzatori hanno varato un calendario denso e stimolante, pensato per infrangere la soglia dei 230.000 visitatori su cui si era assestata l’edizione 2004. Le premesse paiono incoraggianti: 39 nuovi editori e il ritorno della Francia, grande assente degli ultimi anni. E a fronte della mancanza di una singola nazione ospite, prende vita la sezione “Lingua madre, parole e musica” dedicata a reading e incontri con una cinquantina di scrittori stranieri, per lo più di provenienza extraeuropea. Tra le infinità di spunti, ci sarà spazio per le ricorrenze: i 50 anni dalla morte di Einstein; i 100 dalla formulazione della teoria della relatività; i 20 dalla scomparsa di Italo Calvino. Inoltre, in vista delle Olimpiadi invernali del 2006, che avranno sede a Torino, la Fiera propone il progetto speciale “Ti leggerò i Giochi”, che presenta con cadenza giornaliera convegni, letture, momenti di spettacolo e di creazione artistica. Ma a farla da padroni, come ogni anno, sono loro, i visitatori, che si riversano a migliaia fra stand e padiglioni. Una presenza festosa e colorata che è la vera cifra della manifestazione, come sottolinea in mezzo alla folla del Lingotto il direttore editoriale, Ernesto Ferrero:

 

“Fisicamente la Fiera, quest’anno, è bellissima. Tutti si sono impegnati al massimo: le istituzioni, gli editori… Gli stand sono colorati, sono spettacolari, sono vivacissimi e ci sono tantissimi ragazzi. E’ veramente una grande gioia”.

 

Da Torino, Fabrizio Accatino.

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CHIESA E SOCIETA’

5 maggio 2005

 

AL VIA, A GENNAIO, LA TERZA ASSEMBLEA ECUMENICA EUROPEA, CHE CULMINERÀ

 IN ROMANIA A SETTEMBRE DEL 2007. L’ANNUNCIANO LA CONFERENZA DELLE CHIESE

D’EUROPA E IL CONSIGLIO DELLE CONFERENZE EPISCOPALI DEL CONTINENTE

 

GINEVRA. = La Conferenza Europea delle Chiese (KEK) e il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE) hanno inviato una lettera a tutte le Chiese e Conferenze dei vescovi del Continente per annunciare la terza Assemblea ecumenica europea (AEE3), che culminerà a Sibiu, in Romania, dal 4 all’8 settembre del 2007. L’incontro, sul tema “La Luce di Cristo illumina tutti. Speranza di rinnovamento e unità in Europa”, “sarà un luogo per celebrare e testimoniare insieme l’appartenenza a Gesù Cristo e la comunione già esistente tra i cristiani in Europa; approfondire la conoscenza e la stima delle diverse tradizioni spirituali; rafforzare e allargare la rete ecumenica europea”. Allo stesso tempo, l’AEE3 aiuterà a “riscoprire il dono di luce che Cristo è per l’Europa di oggi”, considerando “le grandi sfide per le Chiese che derivano dalla cultura europea, segnata dalla secolarizzazione e dalla domanda di spiritualità, dal pluralismo religioso, dal processo di unificazione europea e dalle responsabilità del nostro Continente nel contesto mondiale”. Strutturata in quattro tappe, l’Assemblea avrà inizio a Roma, dal 24 al 27 gennaio prossimo, con l’incontro di circa 110 delegati delle Chiese, Conferenze episcopali, organismi ecumenici, comunità, movimenti ecumenici. Seguiranno gli incontri nazionali e regionali nella seconda metà del 2006 e quello di Wittenberg-Lutherstadt, in Germania, nel gennaio del 2007, prima del meeting finale di Sibiu, a settembre, con circa 3000 delegati delle Chiese e delle Conferenze dei vescovi d’Europa. (R.M.)

 

 

LIBERATI I 7 SACERDOTI DELLA DIOCESI CINESE DI ZHENGDING ARRESTATI

IL 27 APRILE SCORSO DALLA POLIZIA LOCALE, DURANTE UN RITIRO SPIRITUALE

 

JINZHOU/STAMFORD. = Sette sacerdoti della diocesi di Zhengding, nella provincia cinese dell’Hebei, arrestati il 27 aprile scorso, sono stati rilasciati il giorno dopo. La notizia è giunta martedì alla “Cardinal Kung Foundation” di Stamford, nel Connecticut, organizzazione dedicata alla promozione della libertà religiosa della Chiesa cattolica in Cina. I religiosi, guidati dal loro vescovo, mons. Julius Jia Zhiguo, erano stati catturati a Wuqiu, dove si trovavano per un ritiro spirituale, pochi giorni dopo una dichiarazione del governo cinese che esprimeva la volontà di migliorare i rapporti col Vaticano. Fonti della Chiesa nel nord della Cina, hanno precisato che il 28 aprile erano stati rilasciati solo 6 sacerdoti. Uno di loro, il padre Li Suchuan, è stato invece liberato alcuni giorni dopo. La “Kung Fundation” è stata creata dal cardinale Ignatius Kung Pigmei, vescovo di Shangai costretto ad andare in esilio negli Stati Uniti e scomparso nel marzo del 2000. (R.M.)

 

 

EVANGELIZZARE IL PACIFICO ATTRAVERSO I MASS MEDIA: È L’OBIETTIVO DELLA CHIESA DELLE ISOLE SALOMONE, CHE PROPONE DIVERSE INIZIATIVE IN VISTA DELLA GIORNATA MONDIALE PER LE COMUNICAZIONI SOCIALI DELL’8 MAGGIO PROSSIMO

 

HONIARA. = Cresce la consapevolezza dell’evangelizzazione attraverso i mass media nelle Isole Salomone. In vista della Giornata mondiale per le Comunicazioni Sociali dell’8 maggio prossimo, la Chiesa locale ha promosso diverse iniziative per sensibilizzare tutti i fedeli a considerare radio, tv e stampa come “nuovo areopago” da cui annunziare al mondo la Buona Novella. Di recente, gli studenti di 4 scuole, insieme con i loro animatori e professori, hanno partecipato a un seminario sull’educazione all’uso critico dei mezzi di comunicazione, tenutosi al Don Bosco House Prayer di Honiara. L’incontro, organizzato dalla Commissione per le Comunicazioni Sociali della Conferenza episcopale delle Isole, ha evidenziato il ruolo dei mass media nella trasmissione dei valori e l’impegno della Chiesa locale ad annunciare il Vangelo attraverso i nuovi pulpiti. Nell’arcipelago delle Salomone la Parola di Dio viaggia da alcuni mesi anche nell’etere: il 27 febbraio scorso, infatti, hanno preso il via i programmi di “Radio Bosco”, emittente radiofonica dei padri Salesiani, con programmi di istruzione, notizie, musica, temi religiosi e la trasmissione della Santa Messa in diretta. Si sta lavorando, inoltre, a un rinnovamento editoriale della newsletter della Chiesa locale, “Voice Katolica”, perché sia più incisiva nel rispondere alle nuove sfide della comunicazione. (R.M.)

 

 

IL CENTRO DON ORIONE DI MONTE MARIO SI ARRICCHISCE

 DI UNA NUOVA OPERA CARITATIVA: LA RESIDENZA SANITARIA ASSISTENZIALE,

IN CONVENZIONE CON LA REGIONE LAZIO

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA. = Il Centro don Orione di Monte Mario si arricchisce di una nuova opera caritativa: la Residenza sanitaria assistenziale, in convenzione con la regione Lazio. Nell’edificio saranno accolte persone anziane, non autosufficienti, per venire incontro ad una delle emergenze più impellenti della città di Roma. La nuova    opera sarà inaugurata il 18 maggio prossimo, ad un anno dalla canonizzazione di don Orione, come frutto della medesima canonizzazione. Il 18 maggio sarebbe ricorso l’85.mo compleanno di Giovanni Paolo II e, quindi, tale nuova opera caritativa sarà idealmente collegata al compianto Pontefice, il quale era molto legato al Centro don Orione, aiutandolo anche con fondi cospicui. Attualmente il Centro don Orione di Monte Mario comprende una chiesa parrocchiale, intitolata Santa Maria Madre di Dio, a favore di una popolazione di circa 5 mila persone; il Centro sportivo don Orione, frequentato da centinaia di ragazzi; il Centro professionale Endofap-Lazio, che è una scuola di formazione per 500 ragazzi; la Casa di accoglienza Giovanni Paolo II per pellegrini e turisti, soprattutto disabili; il Centro di riabilitazione e recupero per i disabili; il Centro di spiritualità “La Madonnina” che accoglie gruppi e persone per giornate di spiritualità. L’ultima creatura sarà questa Residenza sanitaria assistenziale, con una capacità di 80 posti letto, dotata di tutti i servizi necessari per un soggiorno sereno di anziani non autosufficienti.

 

 

MIGLIAIA DI CONTADINI BRASILIANI IN PROTESTA PER CHIEDERE AL GOVERNO L’APPLICAZIONE DELLA RIFORMA AGRARIA, LANCIATA NEL PAESE NEL 2003

 

GOIANIA. = Una manifestazione imponente è quella che ha visto scendere in piazza, nei giorni scorsi, migliaia di contadini brasiliani “senza terra”, perché venga applicata al più presto la riforma agraria lanciata nel Paese nel 2003. Essa prevede l’impegno del governo, fino al 2006, a concedere terreni da coltivare a 400 mila famiglie povere. I coltivatori, provenienti da 23 Stati del Paese, sono partiti da Goiania, capitale dello Stato brasiliano del Goias, per arrivare a Brasilia, percorrendo un tragitto di 210 chilometri. La manifestazione ufficiale si è svolta nello stadio sportivo “Serra Dourada” della città. Secondo Valter Misnerovizz,    esponente della direzione nazionale del Movimento dei lavoratori rurali “senza terra” (MST), “il ritmo della riforma agraria applicata dal governo è ancora estremamente lento e non soddisfa i movimenti sociali”. (M.V.S.)

 

 

OPERE D’ARTE SCONOSCIUTE, SPESSO CONSERVATE NELLE SAGRESTIE DELLE CHIESE: SONO ESPOSTE A ROMA, A CASTEL SANT’ANGELO, NELL’AMBITO DELLA 24.MA

“MOSTRA EUROPEA DEL TURISMO E DELLE TRADIZIONI CULTURALI”

- A cura di Rita Anaclerio -

 

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ROMA. = Si è aperta a Castel Sant’Angelo, a Roma, la 24.ma “Mostra europea del turismo e delle tradizioni culturali”, dal titolo: “I tesori della fede”. Fino al 30 maggio l’iniziativa, promossa fra gli altri dalla soprintendenza per il Polo Museale Romano, offre uno spaccato della storia dell’arte proveniente da edifici sacri del Fondo di Culto del ministero dell’Interno italiano. Si tratta di opere poco conosciute, spesso conservate nelle sacrestie o in luoghi di non facile accesso. Inoltre, le sacrestie stesse, a volte, si presentano come autentici capolavori che coniugano insieme architettura, pittura, scultura ed arti minori a formare un unicum di enorme valore e di profondo significato storico e artistico. Microcosmo perfetto della vita religiosa, la sacrestia si impone anche come scrigno artistico, museo discreto ma prezioso che, grazie a questa iniziativa capitolina, pone l’accento sulla necessità della valorizzazione di un patrimonio tanto ricco quanto sconosciuto. Ma la bellezza risiede soprattutto nella sorpresa della scoperta. Come è avvenuto con due opere provenienti da Ottaviano, che nella mostra di Castel Sant’Angelo si configurano come autentici inediti: si tratta di “San Giovanni Battista” e “Santa Maria Egiziaca”. Non meno suggestive, le tavole della “Madonna col Bambino” e i “Santi Giovanni e Paolo”, provenienti dall’omonima Basilica al Celio. E in questo suggestivo percorso, anche piccole curiosità. Nella sacrestia della chiesa di San Marcello al Corso è stato lungamente usato come lavabo un sarcofago con raffigurazioni cristiane del IV secolo, ora posto in uno dei corridoi del convento.

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24 ORE NEL MONDO

5 maggio 2005

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Un’ennesima serie di attacchi ha sconvolto l’Iraq dopo la strage di ieri nella città curda di Erbil. A Baghdad tre nuovi attentati hanno provocato la morte di almeno 25 persone. Bulgaria e Giappone hanno annunciato, intanto, il ritiro dei loro contingenti dal Paese arabo. Il nostro servizio:

 

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Una rapida e drammatica successione di attacchi dei ribelli contro le forze di sicurezza irachene ha scosso diverse zone di Baghdad. Nove poliziotti sono rimasti uccisi in seguito a due distinti agguati compiuti dalla guerriglia nei quartieri di Jadida e Saydia. Poco dopo, altre 15 persone sono morte per un attentato condotto da un kamikaze contro un centro di reclutamento dell’esercito iracheno nei pressi dell’ex aeroporto di Muthanna. Sempre nella capitale, uomini armati hanno assassinato una guardia del corpo che stava vigilando davanti alla casa di uno dei nuovi vice ministri della Difesa. L’odierna catena di violenze costituisce un altro duro colpo per la stabilità dell’Iraq dopo l’insediamento, martedì scorso, del nuovo governo transitorio presieduto dal premier sciita Ibrahim Jaafari. Ieri la città curda di Erbil, nel nord del Paese, è stata teatro di un tragico attentato kamikaze rivendicato sul sito web dal gruppo estremista islamico ‘Ansar Al Sunna’. Il bilancio definitivo di questa strage è di 47 morti. Proseguono infine i piani per il ritiro della coalizione multinazionale dallo Stato arabo. Il parlamento bulgaro ha deciso di rimpatriare il proprio contingente entro la fine dell’anno. L’agenzia di stampa giapponese Kyodo, citando fonti governative, ha annunciato inoltre che le truppe nipponiche si ritireranno dall’Iraq a dicembre.

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Ricordare lo sterminio nazista di sei milioni di ebrei. Oggi in Israele e in Polonia si commemora l’Olocausto con solenni manifestazioni. Alla “Marcia dei Vivi”, dal campo di concentramento di Auschwitz a quello di Birkenau, ha partecipato anche il premier israeliano, Ariel Sharon. Il servizio è di Roberta Moretti:

 

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Un segnale forte, per combattere il rinascente anti-semitismo in Europa. Il premier israeliano Sharon non è voluto mancare alla “Marcia dei Vivi” in Polonia. All’avvenimento, in coincidenza con il 60.mo anniversario della fine della II Guerra Mondiale, partecipano oltre 20 mila persone, tra cui molti sopravvissuti alla Shoah immigrati in Israele. E mentre a Gerusalemme si moltiplicano le iniziative per commemorare l’Olocausto, nei Territori 400 mila palestinesi sono chiamati alle urne per eleggere i consigli municipali in 84 comuni della Cisgiordania e della striscia di Gaza. Un test cruciale per il Fatah, partito del presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, e per il movimento integralista Hamas, in vista delle legislative del prossimo luglio. E sempre sul fronte politico, cresce la tensione tra ANP e Israele, che stamani ha annullato l’imminente trasferimento della città cisgiordana di Qalqilya ai palestinesi, perché inadempienti all’impegno di disarmare i gruppi armati. Immediata la reazione dell’ANP: “Non saranno tolte le armi alla resistenza”, visto che sono gli israeliani a provocare volontariamente le ostilità nei Territori. Una dichiarazione forte, all’indomani dell’uccisione di due giovani palestinesi in un villaggio nei pressi di Ramallah, in Cisgiordania.

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Ancora scontri in Afghanistan: nove soldati sono rimasti uccisi in un’imboscata tesa da ribelli nella provincia meridionale di Kandahar. Lo ha reso noto il ministero della Difesa. Fonti militari americane hanno precisato, inoltre, che le vittime dei combattimenti avvenuti martedì scorso nell’area di Zabul sono 40 e non 20 come riferito in un primo momento.

 

Importante operazione antiterrorismo in Pakistan: dopo l’arresto di ieri di Abu Faraj, considerato il numero 3 di Al Qaeda, altre venti persone sospettate di avere legami con la rete di Osama Bin Laden sono state fermate dalla polizia. 

 

La Commissione europea invierà la prossima settimana, in Libano, una missione di osservatori in occasione delle elezioni legislative che si svolgeranno nel Paese dei Cedri il 29 maggio e il 5, il 12 e il 19 giugno. “L'appoggio al processo di democratizzazione - ha osservato la commissaria UE alle relazioni esterne, Benita Ferrero-Waldner - è una delle nostre priorità nella regione e siamo felici di constatare che il popolo libanese ha la possibilità di eleggere liberamente il proprio Parlamento”.

 

I servizi segreti russi hanno sventato un complotto della guerriglia cecena per compiere attentati suicidi e avvelenamenti di intere città nel Caucaso settentrionale. Gli attentati erano stati programmati per il sessantesimo anniversario della fine della II Guerra Mondiale che, fra quattro giorni, vedrà riuniti a Mosca numerosi leader mondiali, compreso il presidente americano Bush.

 

A 30 anni dalla fine della guerra, il primo ministro del Vietnam si recherà negli Stati Uniti il prossimo mese di giugno, per uno storico viaggio. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

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L’annuncio a sorpresa è arrivato dall’Australia, dove il premier vietnamita, Phan Van Khai, si trova in visita ufficiale. Alla fine di giugno intende recarsi negli Stati Uniti per rafforzare le relazioni tra Hanoi e Washington. Sarà la prima visita di un rappresentate del regime comunista vietnamita, da quando gli americani hanno ritirato le loro truppe, due anni dopo la caduta di Saigon, il 30 aprile del 1975. Nella ricorrenza dei 30 anni, lo scorso sabato, una serie di parate e un discorso del premier Khai, che ha esortato a chiudere con il passato e a guardare al futuro per assicurare pace e prosperità al suo Paese. Attualmente, gli Stati Uniti sono il maggior partner commerciale per il Vietnam. Per quanto riguarda l’alleata Cina, il premier vietnamita ha detto che la sua decisione di recarsi a Washington non influenzerà le relazioni con Pechino. Nel novembre del 2003 era avvenuto un altro storico incontro a Washington, tra il ministro della Difesa vietnamita e il segretario alla Difesa americano. Il Vietnam sta cercando anche di raccogliere consensi tra la comunità internazionale per sostenere la sua candidatura ad entrare nell’Organizzazione Mondiale del Commercio.

 

Per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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Il programma nucleare nordcoreano, le relazioni tra Cina e Giappone e la riforma del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Sono i temi al centro del Vertice ministeriale ‘Asem’ (Asia-Europe-Ministerial) che si aprirà domani nella città giapponese di Kyoto. All’incontro è prevista la partecipazione di delegazioni di 13 Stati asiatici. Saranno anche rappresentati i 25 Paesi dell’Unione Europea. Per l’Italia parteciperà il sottosegretario agli Esteri, Margherita Boniver.

 

Ha giurato ieri come nuovo presidente del Togo Faure Gnassingbè. Ma è ancora grave l’emergenza nel Paese africano, funestato da scontri e violenze dopo i risultati elettorali. La Caritas del Benin si è subito attivata per portare aiuto agli oltre 18 mila profughi rifugiatisi nei Paesi vicini per sfuggire ai disordini. Il servizio di Giulio Albanese:

 

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Faure Gnassingbé, vincitore delle contestate elezioni del 24 aprile scorso, ha giurato ieri come nuovo presidente del Togo, ponendo formalmente fine alla crisi di successione apertasi con la morte improvvisa di suo padre, il presidente Gnassingbé Eyadema. Tutto si è svolto secondo copione, stando alle dichiarazioni dei leader dell’opposizione. Gnassingbé si è impegnato solennemente a rispettare e a difendere la costituzione, che il popolo togolese si è liberamente dato. Il neo presidente ha anche promesso di voler svolgere lealmente le altre funzioni che la nazione gli ha affidato, lasciandosi guidare solo dall’interesse generale e dal rispetto dei diritti della persona umana. L’insediamento di Gnassingbé è stato contestato dall’opposizione che non vuole affatto saperne del risultato delle elezioni presidenziali. L’opposizione invita a resistere con i mezzi legali concessi dalla costituzione, rifiutando persino l’idea di un governo di unità nazionale. La cerimonia si è svolta nel Palazzo dei Congressi di Lomé, alla presenza del governo, del corpo diplomatico e di oltre 2 mila militanti del Partito del presidente, che hanno accolto il giuramento con un’ovazione.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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Tragedia nella Repubblica Popolare del Congo: almeno undici persone sono morte ieri per un incidente aereo avvenuto nella zona meridionale del Paese. Lo ha reso noto stamani radio Okapi precisando che l’aereo è precipitato nei pressi della città di Lubutu mentre era in fase di atterraggio. L’emittente ha aggiunto che un passeggero è riuscito a sopravvivere allo schianto.

 

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