RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 205 - Testo della trasmissione di domenica 24 luglio 2005

 

 

Sommario

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Dio fermi la mano assassina dei terroristi e converta i loro cuori a pensieri di riconciliazione e di pace: è l’accorata invocazione di Benedetto XVI all’Angelus domenicale a Les Combes. Ai nostri microfoni, Salvatore Mazza.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

A Sharm el-Sheikh, dove cresce l’ansia per i dispersi, sono più di 60 i morti causati dagli attentati terroristici. L’analisi di Lucio Caracciolo

 

Allarme demografico in Cina: sono 25 milioni gli uomini che rischiano di rimanere soli a causa della legge sul figlio unico. Ce ne parla padre Giancarlo Politi

Da oggi a Rio de Janeiro, una Conferenza internazionale sulle più recenti ricerche per la cura dell’AIDS. Con noi, il prof Ferdinando Aiuti.

 

Estate, tempo di vacanze: cresce l’interesse per il turismo religioso. Intervista con Giordano Treveri.

 

CHIESA E SOCIETA’:

         Il cordoglio della Chiesa italiana per le vittime dell’attentato di Sharm el-Sheikh

 

L’Unione Superiore Maggiori d’Italia organizzano un cordone di solidarietà per combattere la tratta di persone

 

Mariapoli del Movimento dei Focolari da oggi in Gran Bretagna

 

Prima Conferenza mondiale in Libia sulla sicurezza di Oceani e Mari

Importante scoperta archeologica nell isole Fiji.

A settembre a Lione, l’annuale Incontro delle religioni, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio

 

24 ORE NEL MONDO:

L’uomo ucciso a Londra da un agente non era un terrorista. L’ammissione di Scotland Yard

 

Strage a Baghdad: camion bomba provoca almeno 22 morti

 

In Bulgaria, i socialisti formano governo di minoranza.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

24 luglio 2005

 

 

 

DIO FERMI LA MANO ASSASSINA DEI TERRORISTI E CONVERTA I LORO CUORI

A PENSIERI DI RICONCILIAZIONE E DI PACE: COSI’, BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS,

A LES COMBES. IL PAPA TORNA INOLTRE A RIBADIRE IL FONDAMENTALE

CONTRIBUTO DEI VALORI CRISTIANI ALLA COSTRUZIONE DELL’EUROPA

E RIVOLGE UN PENSIERO SPECIALE AI GIOVANI IN VISTA DELLA GMG DI COLONIA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

        

         L’Onnipotente fermi la mano assassina dei terroristi e converta i loro cuori: è l’invocazione di Benedetto XVI all’Angelus domenicale a Les Combes. Il Papa ha espresso la sua vicinanza a quanti soffrono a causa dei terribili attentati, che in questi giorni hanno scosso tante parti del mondo. Il Pontefice ha inoltre ribadito la centralità dei valori cristiani per il Vecchio Continente ed ha rivolto un saluto particolare ai giovani, dando loro appuntamento all’imminente GMG di Colonia. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Dio converta i cuori dei terroristi: all’Angelus, si leva alta l’invocazione di Benedetto XVI, che vede questi giorni di serenità e riposo in Valle d’Aosta turbati dagli “esecrandi attentati terroristici che hanno causato morte e distruzione” in Egitto, Turchia, Iraq e Gran Bretagna. Il Papa è vicino a quanti soffrono a causa della violenza. Le sue parole sono un accorato appello a scegliere la via della pace:

 

Mentre affidiamo alla divina bontà i defunti, i feriti e i loro cari, vittime di tali gesti che offendono Dio e l’uomo, invochiamo l’Onnipotente affinché fermi la mano assassina di coloro che, mossi da fanatismo e odio, li hanno commessi e ne converta i cuori a pensieri di riconciliazione e di pace.

 

Il Papa, a braccio, sottolinea inoltre come tutti soffriamo per la violenza di questi giorni, manifestazione della forza dell’odio nel mondo. Nel pianoro di Les Combes, gremito di fedeli, il pensiero del Pontefice va anche all’Europa. Benedetto XVI ricorda come in questi giorni di luglio ricorrano le feste di alcuni Santi, segno tangibile del “contributo che il cristianesimo ha dato e continua ad offrire alla costruzione dell’Europa”: San Giacomo le cui reliquie si venerano nel celebre santuario di Compostela, Santa Brigida di Svezia, Patrona d’Europa e con lei San Benedetto, altro grande Patrono del Vecchio Continente e “patrono mio”, aggiunge il Papa, da quando sono stato eletto al Soglio di Pietro. E qui Benedetto XVI ritorna con il pensiero al 1982, allo storico pellegrinaggio del suo predecessore a Santiago de Compostela, dove – sottolinea – compì un solenne “Atto europeistico”. In quella occasione, ricorda il Pontefice, Giovanni Paolo II rivolse una vibrante esortazione all’Europa ad essere se stessa, a ravvivare le proprie radici:

 

Giovanni Paolo II lanciò allora il progetto di un’Europa consapevole della propria unità spirituale poggiante sul fondamento dei valori cristiani. Su questo tema egli tornò in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù del 1989, che si svolse proprio a Santiago de Compostela. Auspicò un’Europa senza frontiere, che non rinneghi le radici cristiane sulle quali è sorta e non rinunci all’autentico umanesimo del Vangelo di Cristo! Quanto attuale resta questo suo appello, alla luce degli eventi recenti del continente europeo!

 

E da quella GMG di 16 anni fa, Benedetto XVI volge dunque il pensiero all’imminente Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia. Ai giovani, il Santo Padre dedica una particolare riflessione:

 

Preghiamo perché le nuove generazioni, attingendo la loro linfa vitale da Cristo, sappiano essere nelle società europee fermento di un rinnovato umanesimo, nel quale fede e ragione cooperino in fecondo dialogo alla promozione dell’uomo e all’edificazione dell’autentica pace.

 

Dopo l’Angelus, il momento atteso dei saluti in più lingue ai pellegrini accorsi a Les Combes. Il Papa non manca di salutare i valdostani nel loro dialetto, il patois.Parole, queste, accolte con festosi applausi dai fedeli. Benedetto XVI dedica un pensiero in particolare ai membri di Comunione e Liberazione di Milano, di Torino e della Puglia; ai giovani di Ivrea, alla squadra di calcio “Reggina”, ai ragazzi dell’Azione Cattolica di Tortona e a quelli degli Oratori di Saronno, ai gruppi di Potenza e Chiavari.

 

L’Angelus ha offerto l’occasione al vescovo di Aosta, mons. Giuseppe Anfossi, di ringraziare il Santo Padre e rinnovargli l’invito a soggiornare in Valle d’Aosta anche l’estate dell’anno prossimo.

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Le parole di Benedetto XVI sul terrorismo hanno colpito profondamente i fedeli, raccolti a Les Combes per l’Angelus. Ecco la testimonianza dell’inviato di Avvenire, Salvatore Mazza, raggiunto telefonicamente in Valle d’Aosta da Alessandro Gisotti:

 

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R. – E’ stato un appello molto forte e, ancora una volta, molto sentito ed anche molto applaudito perchè ha veramente rivelato la preoccupazione ed l’angoscia con cui il Papa segue queste vicende.

 

D. – Il portavoce vaticano, Joaquin Navarro Valls, ha incontrato stamane i giornalisti che sono a Les Combes per seguire le vacanze del Pontefice. Sono emerse delle notizie interessanti?

 

R. – Il dottor Navarro ha prima parlato di come il Papa segue gli eventi del mondo. Poi ha anche parlato delle vacanze rivelando che cosa stia scrivendo Benedetto XVI in questi giorni. Ha detto che sta ultimando un libro che aveva                                                                         iniziato a scrivere tre anni fa. Non ha detto quale sia l’argomento ed ha aggiunto: “lo scoprirete quando arriverà nelle librerie”, ed è possibile che nelle librerie arrivi anche molto presto. Ha poi parlato della sua prima Enciclica ed ovviamente di Colonia, come di altri due temi presenti in queste vacanze.

 

D. – A proposito di Colonia è stato grande l’entusiasmo dei giovani a Les Combes, un calore che Benedetto XVI è sembrato gradire molto forse anche pregustando proprio il clima della GMG di Colonia...

 

R. – Sì, ce ne erano tanti di giovani. C’era un gruppo di Ivrea che parteciperà alla GMG il prossimo agosto, accompagnato dal loro vescovo. C’erano tanti giovani di Comunione e Liberazione e l’entusiasmo che hanno dimostrato al Papa è veramente un po’ una prefigurazione di quello che potrà avvenire a Colonia.

 

D. – Nel messaggio prima della recita dell’Angelus, il Santo Padre a volte ha parlato a braccio ed ha anche scambiato qualche battuta con i fedeli. Poi alla fine si è soffermato molto con dei disabili che erano vicino al palco. Quindi una ricerca di contatto umano sia da parte di Benedetto XVI che da parte dei fedeli...

 

R. – Sì, diciamo che il Papa sta sempre più dimostrando, con il suo stile estremamente disponibile, quanto sia capace di avvicinare le persone.Oggi durante l’Angelus ha fatto varie aggiunte a braccio. Ad un certo punto – per esempio – parlando in tedesco, sentiti pochi applausi, si è fermato e in italiano ha detto: “Sono pochi ma ci sono”, oppure dopo, quando ha salutato gli spagnoli, ha affermato: “Voi riuscite sempre a farvi sentire”. Insomma è un Papa che si fa amare ed è amato. Oggi era stato predisposto un settore solo per i disabili ed il Pontefice è sceso ed rimasto quasi 20 minuti a salutarli uno per uno, soffermandosi con loro ed anche questo è stato un momento molto bello.

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OGGI IN PRIMO PIANO

24 luglio 2005

 

 

 

A SHARM EL-SHEIK, DOVE CRESCE L’ANSIA PER I DISPERSI, SONO PIÙ

DI 60 I MORTI CAUSATI DAGLI ATTENTATI TERRORISTICI

- Intervista con Lucio Caracciolo -

 

Sono 63 i morti e 14 i dispersi negli attentati di Sharm el Sheik. Il drammatico bilancio, che rettifica il precedente di almeno 90 vittime, è stato fornito dal ministero della Salute egiziano. Le autorità del Paese arabo hanno precisato, inoltre, che non sono stati ancora identificati i corpi di 34 persone, tra i quali potrebbero esserci anche diversi stranieri. Ma il vero obiettivo dell’attacco a Sharm el- Sheikh sembra essere il mondo islamico filo-occidentale e moderato. Ascoltiamo al microfono di Debora Donnini il direttore della rivista Limes, Lucio Caracciolo:

 

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R. – Sì, più precisamente credo che l’obiettivo sia il presidente Mubarak. Non dimentichiamo che in Egitto si vota in autunno e che Mubarak vorrebbe essere riconfermato presidente. Ma Mubarak è molto debole sul fronte interno e soprattutto è nel mirino di alcuni musulmani, che ricoprono cariche visibili e relativamente accettate nel sistema politico, ma anche di una parte invisibile collegata al terrorismo.

 

D. – Sharm è una meta simbolo del turismo occidentale, un posto dove c’è anche opportunità di lavoro per gli egiziani…

 

R. – E’ evidente che, dopo questi attentati, ci sarà un serio impatto sul flusso turistico in Egitto. Questo costituirà un problema abbastanza importante per le finanze egiziane. Sharm el-Sheik non è solo una meta turistica ma anche un luogo dove si sono incontrati, e forse si incontreranno ancora, egiziani, israeliani, palestinesi e tutti coloro che sono coinvolti in qualche modo nel tentativo di rimettere in piedi una pace fra israeliani e palestinesi. Quindi, ha un valore simbolico sotto questo profilo.

 

D. – Quindi, è un attacco al mondo arabo moderato…

 

R. – Non dimentichiamo che questi terroristi, ovviamente divisi anche fra loro, hanno comunque degli obiettivi politici. Questi obiettivi possono essere riassunti nel ribaltamento degli attuali regimi, cosiddetti moderati nel mondo islamico, e la sostituzione di questi regimi con degli Stati basati sulla legge coranica.

 

D. – Colpisce è il fatto che i morti sono soprattutto egiziani…

 

R. – Come dicevo, molto spesso, gli obiettivi sono musulmani. Ci sono degli obiettivi occidentali, ma ci sono poi degli obiettivi, come la popolazione locale, i musulmani, i quali sono considerati dei servi dell’Occidente o, comunque, degli strumenti del potere degli infedeli.

 

D. – Di fatto, nelle rivendicazioni, Al Qaeda, Bin Laden, o chi per loro, parlano sempre di crociati, di sionisti, e usano un linguaggio fortemente simbolico…

 

R. – Sì, un linguaggio fortemente simbolico che vuole essere anche un fattore di mobilitazione del mondo islamico, ma che comunque si situa nel tempo e nello spazio. Questa gente, cioè, vuole raggiungere degli obiettivi di potere, direttamente o indirettamente, avendo poi come istanza ultima la liberazione della penisola arabica dalla presenza degli infedeli o anche semplicemente dei regimi che loro considerano asserviti a questo Occidente.

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LA LOTTA ALL’HIV/AIDS TRA RICERCA E IMPEGNO DEGLI STATI:

A RIO DE JANEIRO, IN BRASILE, LA III CONFERENZA

 DELLA SOCIETA’ INTERNAZIONALE SULL’AIDS

- Intervista con il prof. Ferdinando Aiuti -

 

Confrontarsi sulle scoperte scientifiche più recenti nel campo della prevenzione e della terapia dell’HIV/AIDS: con questo obiettivo, oltre 6 mila operatori sanitari di 130 Paesi sono riuniti da oggi fino a mercoledì a Rio de Janeiro, in Brasile, per la III Conferenza promossa dalla Società internazionale dell’AIDS. Il virus per la prima volta è stato individuato, anche se non identificato, a Los Angeles nel 1980. Attualmente colpisce 45 milioni di persone, con 5 milioni di nuovi malati ogni anno, due terzi dei quali nell’Africa subsahariana. Tra le aree ad alta concentrazione, figurano inoltre il Sud-Est asiatico, l’America Latina e, recentemente, l’Europa dell’Est. Ma come è cambiata l’epidemia nel corso di questi 25 anni, in termini di diffusione e di cure? Roberta Moretti lo ha chiesto al prof. Ferdinando Aiuti, presidente dell’ANLAIDS, l’Associazione nazionale italiana per la lotta contro l’AIDS:

 

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R. – In Africa la situazione più o meno è rimasta la stessa. Ha sempre colpito tutta la popolazione indiscriminatamente. In Europa, invece, all’inizio degli anni Ottanta erano colpiti prevalentemente i tossico-dipendenti e gli omosessuali, mentre oggi il 50 per cento sono eterosessuali. Sono diminuiti molti casi nei bambini, grazie alla prevenzione e anche alle terapie in gravidanza. In Italia la situazione possiamo definirla stabile da circa 8 anni, con un numero di 4.000-4.500 casi di infezione da HIV all’anno.

 

D. – Quali sono le scoperte più recenti nel campo della prevenzione e della terapia dell’HIV-Aids?

 

R.-  Ogni anno vengono prodotti nuovi farmaci sempre più efficaci, sempre meno

 

 

tossici e con una migliore possibilità di utilizzo da parte dei pazienti di queste terapie antiretrovirali. Purtroppo, però, ogni anno il virus muta e quindi si creano resistenze. E’ sempre una corsa che la ricerca e la scienza fanno. Sicuramente, un dato di fatto c’è: nei Paesi sviluppati che hanno possibilità economiche, questi farmaci riescono ad aggredire il virus e contenere l’infezione. Ovviamente non riescono ancora a dare la guarigione completa.

 

D. – In questo senso, che differenza c’è in termini di aspettativa di vita tra l’ammalarsi di HIV-Aids in un Paese sviluppato piuttosto che in uno in via di sviluppo?

 

R. – Nei Paesi sviluppati l’attesa di vita è almeno di 20 anni, forse anche di più con i nuovi farmaci. Nei Paesi in via di sviluppo, purtroppo, nella metà dei soggetti la diagnosi viene fatta troppo tardi; solo il 5 per cento della popolazione riceve i farmaci e la vita media è al massimo di 8-10 anni. I bambini a migliaia si infettano perché c’è la trasmissione dalla mamma che non si riesce a contenere se non in pochi casi.

 

D. - In genere, qual è la risposta politica ed economica al virus?

 

R. – Dopo il silenzio, dopo il dramma dell’Africa negli ultimi tre-quattro anni, ci sono state varie iniziative non solo del G8 ma anche dell’UNAIDS, della Banca Mondiale del Global Found per cercare di sopperire a queste carenze. Quindi i farmaci cominciano ad arrivare. Ci sono migliori condizioni di vita. Il problema dell’Africa, soprattutto, va diviso in due grossi concetti. Uno è quello dell’arrivo di farmaci e dell’assistenza nelle grosse città, dove siamo già a un buon punto, e l’altro è invece quello della completa assenza dell’assistenza sanitaria nell’area rurale dell’Africa subsahariana.

 

D. – Quindi c’è un impegno più forte, più deciso degli Stati per cercare di fronteggiare il problema?

 

R. – Penso che si risolva con questi aiuti che devono arrivare dai Paesi sviluppati, che dovrebbero comprare i farmaci a basso costo per i Paesi meno sviluppati. Oppure, si potrebbe investire in tecnologie per fare sviluppare la ricerca in quei Paesi e quindi poi produrre in loco i farmaci nuovi e i brevetti. Questa è un’altra soluzione e sarebbe l’ottimale.

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UNA GENERAZIONE DI UOMINI SOLI:

L’ALLARME DEI DEMOGRAFI SUL FUTURO DELLA CINA

- Con noi, padre Giancarlo Politi -

 

In Cina sono 25 milioni gli uomini che rischiano di rimanere scapoli a vita, a causa della legge sul figlio unico, introdotta nel 1979. È l’allarme lanciato da una Conferenza demografica internazionale svoltasi recentemente a Tours, in Francia. Secondo i ricercatori dell’Università del Texas, Pechino – insieme a Taipei e Seul – sta pagando ora il prezzo delle politiche di controllo delle nascite avviate 25 anni fa, per privilegiare la nascita di figli maschi. Andrea Sarubbi ne ha parlato con padre Giancarlo Politi, missionario del Pime, per anni in Cina:

 

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R. – La politica del controllo delle nascita viene avviata 25 anni fa circa. La sua elaborazione, però, è avvenuta pian piano, lentamente, e ha cercato di rispondere in una maniera disastrosa, forse, all’esigenza di mantenere un controllo sulla popolazione, affinché non crescesse enormemente. E’ stata la conseguenza anche di una politica diversa che era venuta prima, perché per esigenze militari era intervenuto questo slogan: “Più siamo, meglio è”, giacché così si può affrontare il nemico e vincere.

 

D. - Sul piano pratico, quali risvolti ha questa legge del figlio unico?

 

R. – Sul piano pratico ha dei risvolti veramente disumani, come quello di dover avere il permesso per poter avere un figlio e conseguente a questo l’aborto obbligatorio, per chi non avesse la licenza di avere il secondo figlio. Questo sul piano nazionale ha prodotto uno squilibrio soprattutto nell’ambiente femminile, che è di notevole importanza. Ci sono degli studi fatti negli ultimi anni, nell’ultimo decennio, che mettono veramente il dito sulla piaga.

 

D. – E come viene vissuta dalle famiglie cinesi questa regolamentazione delle nascite?

 

R. – Ci saranno senz’altro delle coppie che saranno contente di non avere figli, ma la maggior parte, soprattutto nell’ambiente culturale cinese, ha bisogno in qualche maniera, o cerca con tutti i mezzi, di poter avere almeno il figlio maschio. La famiglia che non ha eredi lascia la coppia in un rapporto quasi di sterilità anche dal punto di vista umano, non semplicemente procreativo. Gli esempi e le storie di squilibri, anche mentali, che sono stati prodotti da questa politica non sono da poco.  Questo ovviamente ha poi dato origine ad una prassi di avere figli anche al di fuori della legalità e quindi a tante cose che poi alla fine si ritorcono sull’individuo.

 

D. – Quindi, in Cina ci sono parecchi figli non registrati, cioè parecchi cittadini ufficialmente mai nati?

 

R. – Certamente, e non sarà neanche possibile indicare i numeri, perché sarà tutta speculazione. Poi, un rimedio lo si trova. Pagando a destra e a sinistra magari la registrazione si riesce a farla. E’ certo, però, che quelli che nascono senza la licenza non esistono e sono così ricattabili a tanti livelli. 

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VACANZE, TEMPO PER IL RIPOSO DEL CORPO MA ANCHE DELLO SPIRITO.

CRESCE L’INTERESSE PER IL TURISMO RELIGIOSO

- Con noi, Giordano Treveri -

 

         Estate è sinonimo di vacanze, svago e divertimento. Tuttavia, cresce il numero di quanti scelgono di dedicare questo periodo di riposo allo spirito oltre che al corpo. Varie le iniziative offerte da ordini religiosi in eremi, abbazie e conventi. Una sintesi di queste proposte è contenuta nella pubblicazione “Itinerari. Guida Annuario dell’ospitalità religiosa in Italia”, per i tipi dell’Editoriale Italiana, diretta da Giordano Treveri. A lui, Paolo Ondarza ha chiesto un profilo del turismo religioso nel Bel Paese:

        

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R. – C’è sempre più richiesta di questi, cosiddetti, “nuovi turismi”: il turismo religioso, il turismo sociale, il turismo culturale. Contrariamente a quanto in uso - il turismo consumistico - questo vuole essere una riaffermazione dei valori più autentici di un turismo dal volto umano. Quel turismo che, come ha sottolineato Giovanni Paolo II, nel messaggio del 2003 per la Giornata Mondiale del Turismo, non può che essere in diretta relazione con lo sviluppo integrale della persona, un’occasione di dialogo fra persone di uguale dignità e uno strumento efficace per la promozione della crescita personale e sociale degli individui e dei popoli. La Guida “Itinerari” torna per la V edizione in chiave di servizio, cristianamente, socialmente, culturalmente ispirato alla vasta platea di quanti intendono vivere e animare viaggi, soggiorni, vacanze, il cui denominatore comune siano la spiritualità, la socialità, il sano svago, la conoscenza e la cultura.

 

D. – E’ un fenomeno molto diffuso questo, secondo lei?

 

R. – Si parla di 30 milioni di persone che, per alcuni giorni o per settimane, svolgono questo tipo di turismo.

 

D. – Pensa che le motivazioni siano dovute al fatto di voler veramente fare una vacanza come si deve, quindi di ristoro per il corpo e lo spirito, o anche motivi di natura economica? Forse anche l’offerta di questi luoghi è meno costosa…

 

R. – Anche questo incide, ma ormai sono tanti anni, anche quando non era entrato in circolazione l’euro, che si è creato questo fenomeno. I costi indubbiamente sproporzionati, rispetto al servizio che si offre, sono un aspetto che incide…

 

D. – Quindi, da parte sua l’invito a conoscere queste forme di turismo..

 

R. – Sì, perché oltre ai valori si trova un’accoglienza veramente familiare, accessibile anche sul piano della disabilità, delle persone svantaggiate, come possono essere anziani, disabili e così via. Quindi, un’accoglienza veramente familiare e cristiana.

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CHIESA E SOCIETA’

24 luglio 2005

 

 

LA CHIESA ITALIANA ESPRIME CORDOGLIO PER LE VITTIME DELL’ATTENTATO

DI SHARM EL-SHEIKH IN UN MESSAGGIO FIRMATO DAL SEGRETARIO

GENERALE DELLA CEI, MONS. GIUSEPPE BETORI

 

ROMA. = “La Chiesa italiana si unisce alla preghiera del Santo Padre Benedetto XVI, invocando il riposo eterno per le vittime dell’attentato di Sharm el-Sheikh, la consolazione per le loro famiglie, la guarigione per i feriti, e chiedendo al Dio della misericordia che si convertano i cuori di quanti, con tali assurdi ed esecrabili atti di violenza, alimentano l’odio e pongono ostacoli alla ricerca del dialogo, della pace e della concordia tra i popoli”. Queste le parole di cordoglio espresse dalla Chiesa italiana per le vittime dell’attentato di Sharm el-Sheikh, in un messaggio firmato dal segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Betori. Il documento è stato diffuso ieri dall’ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza episcopale italiana. “Di fronte al ripetersi di atti terroristici – si legge ancora – tutti devono sentirsi sempre più impegnati a difendere e promuovere una cultura della dignità inviolabile della persona quale fondamento di un’autentica convivenza umana”. (T.C.)

 

 

 

 

 

 

Cordone di solidarietà TRA Roma, Tirana, Lagos e Bucarest

ORGANIZZATO DALLA Unione Superiore Maggiori d’Italia

per contrastare la terribile piaga della tratta di persone

 

ROMA. = Cordone di solidarietà tra Roma, Tirana, Lagos e Bucarest, per contrastare la terribile piaga della tratta di persone. Ad attivare in questi Paesi progetti e corsi di formazione l’Unione Superiore Maggiori d’Italia (USMI). In questi ultimi mesi gli interventi che hanno richiesto più attenzione e coinvolgimento sono stati i quattro corsi di valutazione e approfondimento per religiose volti a contrastare il traffico di esseri umani, specie donne e minori. Uno degli ultimi appuntamenti si è svolto a Bucarest, dove si è cercato di fare il punto della situazione in Romania, sensibilizzando i vari gruppi volontari per una maggiore presa di coscienza del fenomeno, al fine di trovare anche intese per un lavoro di rete con tutte le forze già coinvolte. “L’iniziativa, in questi ultimi mesi, è stata positiva e costruttiva - ha commentato suor Eugenia Sonetti, responsabile settore “Tratta” dell’ USMI Nazionale -, anche se non sono mancate difficoltà e paure nel condividere progetti nei Paesi di origine, dovute a mancanza di strutture adeguate e di disponibilità di personale. È necessaria in ogni Paese la presenza di una religiosa ufficialmente designata dalla Conferenza delle religiose come punto di coesione sia con le realtà locali interne che come collegamento con l’esterno”. Secondo la religiosa, infatti, “c’è una grande esigenza per la Chiesa, le Caritas, e soprattutto per le Congregazioni femminili e maschili, di mettere in atto la fantasia della carità, per essere fedeli al proprio mandato e ai propri carismi”. (R.A.)

 

 

MARIAPOLI DEI FOCOLARI DA OGGI IN GRAN BRETAGNA: IN UN VIDEOMESSAGGIO,

 CHIARA LUBICH INDICA QUALI VIE POSSONO PORTARE LE CULTURE AL DIALOGO

 E LE RELIGIONI ALLA FRATERNITÀ UNIVERSALE

 

LAKE DISTRICT WINDERMERE. = “Quale futuro per una società multiculturale, multietnica e multireligiosa?”, è il tema della Mariapoli promossa dal Movimento dei Focolari che inizia oggi a Lake District Windermere, nel nord della Gran Bretagna, e alla quale prenderanno parte oltre 600 persone tra cui un gruppo di musulmani. Durante l’incontro sarà proposto un videomessaggio in cui Chiara Lubich, di fronte ai timori del futuro, prospetta la visione di Sant’Agostino sulla migrazione dei popoli: non uno scontro di civiltà, ma la nascita di un mondo nuovo. La fondatrice dei Focolari indica il dialogo come prevenzione al terrorismo e le vie per attuarlo; tra queste la regola d’oro comune a molte religioni: “Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” e quella dell’amore che sa farsi ascolto. Sono mezzi per inculturarsi reciprocamente al fine di suscitare una società dove le culture sono aperte le une alle altre e in profondo dialogo d’amore. Questa la sintesi del messaggio della Lubich che propone alle religioni una strategia di fraternità per sanare il divario tra ricchi e poveri ed imprimere una svolta nei rapporti internazionali. (T.C.)

 

 

PRIMA CONFERENZA MONDIALE IN LIBIA SULLA SICUREZZA DI OCEANI E MARI.

 TRA LE INIZIATIVE LA POSSIBILITÀ DI AZIONI COMUNI

DI FRONTE ALLE CATASTROFI ECOLOGICHE

 

TRIPOLI. = La sicurezza ecologica negli oceani e nei mari è al centro della prima Conferenza mondiale sull’argomento che si è aperta a Tripoli, in Libia. All’incontro prendono parte centinaia di esperti ambientalisti da tutto il mondo per affrontare temi come la creazione di un ambiente marino sostenibile, le azioni comuni da intraprendere di fronte alle catastrofi ecologiche, un trasporto marittimo più sicuro e rispettoso dell’ambiente. Il direttore esecutivo del Comitato consultivo per la protezione dei mari, Viktor Sebek, ha sottolineato che l’iniziativa ha una valenza universale ed è opera di organizzazioni non governative che raggruppano esponenti del Sud come del Nord del mondo. (R.A.)

 

 

 

IMPORTANTE SCOPERTA ARCHEOLOGICA NELLE ISOLE FIJI. CORREDI FUNEBRI E

CERAMICHE RIVELANO IL PIÙ ANTICO INSEDIAMENTO UMANO NELL’ARCIPELAGO.

RISALE: A 3000 ANNI FA

Fiji. = Già 3000 anni fa l’uomo si era insediato su una delle più remote isole dell’arcipelago delle Fiji. È quanto ha dichiarato l’archeologo Patrick Nunn, dopo l’importante scoperta fatta dalla sua squadra. Sedici scheletri e numerose ceramiche sono stati riportati alla luce a Bourewa, nell’isola di Viti Levu, la più grande dell’arcipelago delle Fiji. I resti  e il corredo  funebre  appartengono ai  Lapita, popolazione dell’Oceano Pacifico, che ha preceduto molte delle culture polinesiane poi sviluppatesi nel continente australe. Nunn ritiene che l’insediamento scoperto sia il più antico delle isole Fiji. Il vasellame, in particolare, è stato datato al 1250 a.C, periodo in cui si riteneva che i Lapita fossero ancora nella regione papuasica. Un dato che ha cambiato le convinzioni finora invalse nelle comunità scientifica sugli spostamenti di questo popolo. Il nome Lapita viene dalla località della Nuova Caledonia, dove furono scoperti, nel 1952, i primi esemplari di vasellame di questa cultura spintasi nelle sue migrazioni fino alle coste della Nuova Zelanda. (R.A.)

 

A LIONE, DALL’11 AL 13 SETTEMBRE, L’ANNUALE INCONTRO DELLE RELIGIONI

PROMOSSO DALLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO,

INCENTRATA SUL CORAGGIO DI UN UMANESIMO DI PACE


LIONE.= Si svolgerà a Lione, in Francia, dall’11 al 13 settembre l’annuale incontro delle religioni che la Comunità di Sant’Egidio dedicato quest'anno al “coraggio di un umanesimo di pace”. Gli incontri internazionali e interreligiosi per la pace sono nati al fine di perseguire e coltivare lo spirito della Giornata mondiale di preghiera per la pace, convocata dal Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986 ad Assisi. Da allora la Comunità di Sant'Egidio, attraverso una rete di amicizia tra i rappresentanti delle differenti religioni e culture, provenienti da più di 40 Paesi, organizza gli Incontri mondiali in molti luoghi, tra cui le principali capitali d'Europa. “In occasione dell’anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001 e nel difficile momento per la comunità internazionale, segnato dagli atti di terrorismo a Londra, in Iraq, in Turchia e dalla guerra in molte parti del mondo, la sfida del dialogo e della coesistenza, in un mondo tentato dallo scontro e ripiegato su di sé, sarà al centro del dibattito”, spiega una nota della Comunità di Sant'Egidio. A Lione è prevista la partecipazione di importanti esponenti religiosi provenienti da quaranta Paesi del mondo, quali il Gran Rabbino d'Israele, Yona Metzcher, il Gran Rabbino René Samuel Sirat, Amos Luzzato; il rettore dell’Università di Al Azar Al Tayyb, l'Ayatollah Muhammad Ali Taskhiri l'Ayatollah Mohammed Sayyed Mousavi Boujnourdi proveniente dall'Iran; numerosi cardinali, tra cui Walter Kasper, Mario Francesco Pompedda, Roger Etchegaray, Philippe Barbarin e Paul Poupard e ancora mons. Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux, presidente della Conferenza episcopale francese. Saranno presenti rappresentanti di tutte le confessioni cristiane, come Sua Santità Karekine II, Patriarca e Catholicos di tutti gli Armeni e il pastore Jean-Arnold de Clermont, presidente della Conferenza delle Chiese d'Europa. Saranno inoltre presenti testimoni significativi della cultura del nostro tempo, uomini politici, giornalisti, scrittori. Tra gli altri, è prevista la partecipazione di Joseph Kabila, presidente della Repubblica Democratica del Congo, Nicolas Sarkozy, ministro dell'Interno francese, Giuliano Amato, Mario Soares, Bernard Kouchner, Simone Veil, Soeur Emmanuelle, Regis  Debray, Jean Daniel.
(A.G.)

 

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24 ORE NEL MONDO

24 luglio 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco  -

 

L’uomo ucciso nella metropolitana di Londra non era un integralista islamico e non stava per compiere un attacco kamikaze. E’ l’ammissione di Scotland Yard che in una nota esprime grande “rammarico” per la “tragedia”. Il capo della polizia britannica, sottolineando la mancanza di legami tra le stragi del 7 luglio e i falliti attentati del 21 luglio, ha ribadito che gli agenti hanno l’ordine di sparare alla testa per uccidere sospetti attentatori. Il nostro servizio:

 

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Era estraneo agli attentati che hanno sconvolto Londra l’uomo ucciso venerdì scorso da un agente in borghese in una stazione della metropolitana. Lo ha ammesso la polizia britannica accettando la piena responsabilità dell’accaduto e precisando che la vittima, un elettricista brasiliano di 27 anni, non era un terrorista e non aveva addosso esplosivi. Dopo aver appreso del tragico errore, il ministro degli Esteri brasiliano Celso Amorim, partito alla volta di Londra per partecipare ad un vertice sulla riforma dell’ONU, ha chiesto un incontro con il suo collega britannico Straw per ricevere chiarimenti su quanto accaduto. Proprio per cercare di ricomporre i tasselli di questo drammatico episodio, indagano il direttorato della polizia ed una commissione indipendente. Si cercherà di capire come un ragazzo di 27 anni, forse spaventato da un inseguimento iniziato probabilmente per un tragico equivoco, sia stato ucciso davanti a decine di passeggeri della metropolitana. L’episodio sembra destinato a scatenare le critiche soprattutto della comunità musulmana che contesta l’ordine di uccidere sospetti kamikaze. La stampa britannica, riconoscendo le difficoltà della lotta al terrorismo, denuncia infine la gravità dell’errore: “L’episodio – si legge sul Sunday Times - rafforza l’impressione di una città in stato di assedio”.

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In Iraq, almeno 22 persone sono rimaste uccise, poco fa, in seguito ad un attentato kamikaze a Baghdad. Sempre nella capitale, un ufficiale della polizia e un agente sono morti per attacchi condotti da guerriglieri. Al Qaeda, intanto, ha diffuso su Internet un nuovo video nel quale l’ambasciatore egiziano, sequestrato a Baghdad lo scorso 2 luglio, parla del trattato di pace tra Egitto e Israele. Nel filmato, diffuso alcune ore dopo gli attentati di Sharm el Sheikh, non viene fornita alcuna indicazione sulla sorte del diplomatico. Pochi giorni dopo il sequestro, i rapitori avevano annunciato di aver ucciso l’ostaggio ma non si può escludere che l’ambasciatore sia ancora vivo.

 

Cresce la tensione in Medio Oriente: poche ore dopo la partenza del segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, militanti palestinesi hanno ucciso due israeliani al valico di Kissufim, a sud della Striscia di Gaza. All’imboscata è seguita una sparatoria costata la vita a due estremisti palestinesi. Subito dopo l’azione terroristica, avvenuta ieri sera e rivendicata dalla Jihad islamica, il primo ministro israeliano Ariel Sharon ha dichiarato che in futuro la reazione di Israele agli attacchi di integralisti palestinesi sarà molto dura. Sharon ha anche chiesto all’Egitto, drammaticamente colpito dagli attentati di Sharm el Sheikh, di cooperare nella lotta al terrorismo islamico. Nella Striscia di Gaza i militari israeliani hanno catturato, intanto, un presunto attentatore suicida. Secondo fonti israeliane, l’uomo indossava una cintura esplosiva e si stava preparando a compiere un attentato.

 

In Bulgaria, il capo del partito socialista e primo ministro designato, Serguei Stanishev, ha annunciato di aver formato un governo di coalizione con il partito della minoranza turca, ma senza i centristi che facevano parte del precedente esecutivo. Il nuovo governo può contare sul sostegno di 117 deputati su 240. Dopo le elezioni del 25 giugno, dalle quali è uscito un parlamento frammentato in sette formazioni politiche, il partito socialista ha tentato accordi con il partito di centro destra, il Movimento nazionale Simeone II per formare una ampia coalizione. Ma l’ex re Simeone di Sassonia Coburgo ha respinto l’ipotesi di entrare nel governo.

 

Sono iniziate le operazioni di voto in Guinea Bissau per il secondo turno delle elezioni presidenziali. Gli elettori sono chiamati a scegliere il nuovo presidente della ex colonia portoghese tra due ex capi di Stato: Malai Bacai Sanha, candidato del partito attualmente al potere, e Joao Bernardo Vieira, presidente della Guinea Bissau dal novembre 1980 al maggio 1999, quando venne deposto con un colpo di Stato.

 

Il ministro della Cultura della Repubblica Ceca, Pavel Dostal, è morto stamani all’età di 62 anni all’ospedale di Brno. Drammaturgo ed ex dissidente, come l’ex presidente Vaclav Havel, ha fatto parte degli ultimi quattro governi socialdemocratici.

 

In Ucraina, un intero villaggio è stato sgomberato dalle forze dell’ordine a causa di un incendio scoppiato in un deposito di munizioni della località di Novobogdanikva. Le fiamme hanno provocato numerose esplosioni all’interno dell'arsenale e una donna è rimasta ferita.

 

La polizia spagnola ritiene che dietro l’attentato di ieri a Santiago di Compostela, ci sia il movimento indipendentista galiziano. Sono state fermate, infatti, due persone provenienti dalla Galizia e appartenenti al gruppo indipendentista. I gruppi radicali galiziani ricorrono non di rado ad azioni terroristiche. Nel 2003 gli uffici del Partito Popolare, allora al governo in Galizia, e un ufficio dell'amministrazione regionale galiziana furono più volte obiettivi di attentati.

 

Due persone sono rimaste ferite per l’esplosione di un ordigno in un ristorante di Istanbul. Secondo la polizia la deflagrazione, avvenuta ieri sera, è stata provocata da una bomba azionata con un comando a distanza. L'azione non è stata rivendicata, ma le autorità turche ritengono che si tratti di un nuova intimidazione del partito dei lavoratori curdi (PKK).

 

In vista dei colloqui multilaterali sul nucleare che si apriranno a Pechino nei prossimi giorni, le due Coree hanno dichiarato di essere d’accordo nell’individuare, come obiettivo, la creazione di una zona denuclearizzata nella penisola. A Pechino, intanto, è arrivato anche il rappresentante americano che ha auspicato progressi tali da consentire la prosecuzione del dialogo tra Corea del Sud, Stati Uniti, Russia, Cina e Giappone con la Corea del Nord.

 

Miliziani armati hanno assaltato una caserma delle forze di sicurezza ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Lo ha riferito il capitano delle forze di pace dell’ONU per il Paese africano precisando che l’attacco ha provocato la morte di almeno 4 persone.

 

L’Alta Corte di giustizia dell’Ecuador ha ordinato la carcerazione preventiva per l’ex presidente Lucio Gutierrez, che si trova attualmente negli Stati Uniti dopo essere stato destituito ad aprile dopo mobilitazioni popolari e manifestazioni di protesta . Gutierrez è accusato di “attentato alla sicurezza dello Stato”. Il mandato di arresto riguarda anche alcuni stretti collaboratori dell’ex presidente.

 

 

 

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