RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
201 - Testo della trasmissione di mercoledì 20 luglio 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Si conclude in Venezuela la
ottantaquattresima Assemblea ordinaria dei vescovi
In
Medio Oriente vacilla la tregua tra Hamas e ANP. Confermato il calendario del
piano Sharon per il ritiro
Continua
la crescita economica della Cina: negli ultimi sei mesi
più del 9,5 per cento del PIL.
20
luglio 2005
IL PRIMO INCONTRO DEL PAPA A
COLONIA CON I GIOVANI SARA’ IL 18 AGOSTO
SULLA BANCHINA DEL POLLER
RHEINWIESER SUL RENO.
RESO NOTO DALLA SALA STAMPA IL
PROGRAMMA DEL VIAGGIO APOSTOLICO
DI BENEDETTO XVI PER LA XX
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’
La sala stampa della Santa Sede
ha reso noto oggi il programma ufficiale del primo viaggio
all'estero di Benedetto XVI, che si svolgerà dal 18 al 21 agosto, a Colonia per
la ventesima giornata mondiale della gioventù. Il Papa partirà giovedì 18
agosto dall'aeroporto di Ciampino alle 10.00 e
arriverà alle 12.00 all'aeroporto di Colonia-Bonn. Si
trasferirà quindi in auto all'arcivescovado di Colonia dove risiederà durante
la permanenza in Germania. Alle 16.30, il primo appuntamento pubblico, con la
festa di accoglienza dei giovani: Benedetto XVI
navigherà lungo il Reno a bordo del battello RheinEnergie.
Dopo il discorso il Papa visiterà la cattedrale di
Colonia. In serata il ritorno all'arcivescovado.
Venerdì è in programma l’incontro
con il presidente della Repubblica federale di Germania, nella villa Hammerschmidt di Bonn. Alle 12.00 la visita alla sinagoga
della città. Per il pranzo di venerdì, il Papa farà ritorno all'arcivescovado
di Colonia, dove si intratterrà con alcuni giovani, in
rappresentanza delle migliaia che arriveranno da tutto il mondo. Nel pomeriggio, prima un incontro con i seminaristi, poi un
incontro ecumenico.
Sabato messa in privato, poi
l'udienza alle autorità politiche e civili della Germania,
sempre nell'arcivescovado. Nel pomeriggio Benedetto XVI incontrerà anche i
rappresentanti di alcune comunità musulmane, prima di
recarsi alla spianata di Marienfeld dove alle 20,30
inizierà la veglia con i giovani, uno dei momenti forti della GMG. Domenica mattina, alle 10.00, la messa conclusiva cui seguirà la
preghiera mariana dell'Angelus. Prima di ripartire alle 19.15 per Roma,
il Papa vedrà infine i vescovi della Germania e il
comitato organizzatore della GMG. L'arrivo a Ciampino
è previsto per le 21.15.
DECIMO GIORNO DI VACANZE PER BENEDETTO XVI IN
VALLE D’AOSTA
ALL’INSEGNA
DEL RIPOSO E DELLA CONTEMPLAZIONE DELLA NATURA.
ANNUNCIATO L’INCONTRO DEL PAPA CON IL CLERO DELLA
VALLE D’AOSTA,
LUNEDI’ PROSSIMO A LES COMBES
- Con noi Salvatore Mazza -
Decimo giorno di
vacanze per Benedetto XVI nella località valdostana di Les
Combes. Un periodo dedicato al riposo, ma
anche allo studio e alla contem
plazione della natura. D’altro canto,
mentre cresce l’attesa dei fedeli valdostani per l’appuntamento dell’Angelus
domenicale, stamani la curia di Aosta ha annunciato
stamani che lunedì prossimo il Papa incontrerà a Les Combes i sacerdoti della Valle d’Aosta. Intanto, visto il
bel tempo, anche oggi pomeriggio Benedetto XVI potrebbe uscire dallo chalet per una passeggiata in alta quota. Una consuetudine,
come sottolinea l’inviato a Les
Combes di Avvenire, Salvatore Mazza, raggiunto
telefonicamente da Alessandro Gisotti:
**********
R. – Il
Papa anche con uno stile diverso rispetto a Giovanni Paolo II, che preferiva lunghe uscite tutti i giorni, sta comunque uscendo ogni
giorno, nel pomeriggio, quando ha finito di lavorare. L’ha fatto anche con la
pioggia e tanto più lo sta facendo in questi giorni, quando il tempo sembra
essersi completamente ristabilito. Oggi, se possibile, è una giornata ancora
più bella di quella di ieri ed è facilmente immaginabile che, chiusa la sua
giornata di lavoro, come sempre verso le cinque, le cinque
e mezza, il Papa uscirà.
D. - Oggi, l’Osservatore Romano,
in prima pagina, pubblica immagini di Benedetto XVI dalla Valle d’Aosta. Si
vede un Papa dal volto disteso, sereno, che guarda con attenzione le bellezze
naturalistiche di Les Combes.
Si può dire che, dunque, è questa la cifra del periodo
di riposo di Benedetto XVI in Valle d’Aosta?
R. – Sì, realmente il Papa, anche domenica quando si è finalmente mostrato
in pubblico, è apparso veramente sereno, rilassato, molto contento di trovarsi
qui. Probabilmente, c’è da dire che è immaginabile che
il Papa non si aspettasse una cosa del genere. Il portavoce vaticano domenica diceva che il Papa in qualche modo l’ha lasciato capire
dicendo: “Era inimmaginabile poter stare in un ambiente così, con tanta privacy
e tanta tranquillità”. L’ha voluto ribadire quando ha
firmato il registro dei visitatori al museo di Les Combes, dedicato a Giovanni Paolo II, quando ha scritto:
“Vi ringrazio per la bellezza di questi posti. Vi ringrazio per la vostra fede
e per la vostra accoglienza”.
D. – Cresce la fede per
l’appuntamento domenicale dell’Angelus con il Papa a Les
Combes. Ma Benedetto XVI avrà anche un incontro significativo lunedì prossimo con il clero della Valle
d’Aosta…
R. – Sì, la curia di Aosta ha diffuso stamattina un comunicato, sottolineando
appunto che nella chiesetta di Introd il Papa
incontrerà il clero della diocesi. E’ stata una sorpresa nel 1989: il primo
anno che venne qui anche Giovanni Paolo II, nella
stessa chiesetta, volle incontrare il clero della Valle d’Aosta. E’ un gesto
sicuramente di rispetto, di affetto e di attenzione da
parte del Papa. Dovrebbero esserci circa 120 sacerdoti. Sarà verosimilmente un
momento di grande familiarità, di molto calore e di
grandissima cordialità.
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IL PAPA NOMINA IL VESCOVO DI SKOPJE ED ESARCA APOSTOLICO
PER I FEDELI DI RITO BIZANTINO IN MACEDONIA
In Macedonia, Benedetto XVI ha
nominato vescovo di Skopje ed Esarca apostolico per i
fedeli di rito bizantino in Macedonia mons. Kiro Stojanov, finora amministratore apostolico “sede
vacante” della stessa diocesi e del medesimo Esarcato Apostolico.
IL PAPA ERIGE UNA NUOVA DIOCESI IN INDIA
Benedetto XVI ha eretto la
diocesi di Jaipur in India, con territorio tratto dalla
diocesi di Ajmer-Jaipur, rendendola suffraganea della Sede Metropolitana di Agra. Il Pontefice
ha nominato primo vescovo di Jaipur, mons. Oswald Lewis, trasferendolo dall’ufficio di coadiutore della
diocesi di Meerut. Il
Santo Padre ha cambiato il nome della diocesi Ajmer-Jaipur
in Ajmer.
L’attuale chiesa parrocchiale di Our Lady of Annunciation
Church di Malviyanagar, ad 8 km da Jaipur, sarà la Cattedrale
della nuova diocesi e il Patrono sarà Cristo
Re.
IL
TURISMO SIA OCCASIONE DI INCONTRO PACIFICO TRA I POPOLI E RISPETTI
SEMPRE LA
PERSONA UMANA: E’ L’ESORTAZIONE CONTENUTA NEL
MESSAGGIO DEL CARDINALE ANGELO SODANO,
A NOME DEL SANTO PADRE,
PER LA
PROSSIMA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO
- Servizio di Alessandro
Gisotti -
“Occorre tener sempre conto
delle esigenze etiche connesse con il turismo”: è quanto si legge in un
messaggio del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, a
nome del Santo Padre per la prossima Giornata mondiale del Turismo, che si
celebra il prossimo 27 settembre. Il tema di quest’anno è Viaggi
e trasporti: dal mondo immaginario di Giulio Verne
alla realtà del secolo XXI. Il documento è indirizzato al cardinale Stephen Fumio Hamao,
presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli
Itineranti. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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“E’ importante – si legge nel
messaggio – che quanti hanno responsabilità” nell’ambito del turismo “si impegnino a favorire l’incontro pacifico fra le
popolazioni, garantendo sicurezza e facilità di comunicazione”. I promotori,
gli organizzatori e quanti lavorano nel settore turistico - si legge ancora - “sono chiamati a realizzare strutture che lo
rendano sano, popolare ed economicamente sostenibile, avendo sempre ben chiaro
che in ogni attività, e quindi anche nel turismo, fine primario deve restare
sempre il rispetto della persona umana, nel contesto della ricerca del bene
comune”.
Chi viaggia per turismo - è la viva esortazione contenuta nel
documento - “deve essere mosso dal desiderio di incontrare gli altri,
rispettandoli nella loro diversità personale, culturale e religiosa; deve
essere pronto ad aprirsi al dialogo e alla comprensione e con i propri
comportamenti veicolare sentimenti di rispetto, di solidarietà e di pace”. Non
manca un riferimento alle comunità cristiane: accogliendo i turisti, queste
“devono sentirsi impegnate ad offrire loro la possibilità di scoprire la
ricchezza di Cristo incarnata non solo in monumenti e opere d’arte religiosa,
ma nella vita quotidiana di una Chiesa viva”. Del resto - conclude il messaggio per la Giornata
- “i viaggi, sin dall’inizio del
Cristianesimo, hanno permesso e facilitato il diffondersi della Buona Novella
in ogni angolo del mondo”.
Il
messaggio si sofferma sulla figura di Giulio Verne al
quale è dedicata la Giornata di quest’anno. “Uomo di
lettere, viaggiatore e scrittore dalla fervida immaginazione – sottolinea il messaggio – Giulio Verne
seppe coniugare intelligentemente nei suoi scritti fantasia e conoscenze
scientifiche del suo tempo. I suoi viaggi, reali o immaginari costituirono di fatto un invito a consultare il nuovo atlante geografico
ed una sfida alla responsabilità umana nell’affrontare i limiti che non potevano
più essere ormai dissimulati”.
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SRADICARE LA PIAGA DELLA VIOLENZA PER COSTRUIRE
UNA PACE SOLIDA
NELLA
REGIONE DEI GRANDI LAGHI: COSI’, IL CARDINALE RENATO RAFFAELE MARTINO,
PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE,
ALLA CONFERENZA PER LA RICONCILIAZIONE, SVOLTASI
IN TANZANIA
- A cura di Alessandro
Gisotti -
“La pace è solida e forte quando
il comandamento non uccidere viene accettato
senza condizioni”: è quanto sottolineato dal cardinale Renato Raffaele Martino,
presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, alla Conferenza per la
Riconciliazione, svoltasi il 18 luglio scorso in Tanzania. Il porporato ha
messo l’accento sul bisogno di riconciliazione per i popoli della Regione dei Grandi Laghi. L’assise –
informa un comunicato di Giustizia e Pace – è stata convocata per dare
un’opportunità ai membri della Chiesa locale di individuare gli ostacoli alla pace
nella regione e per trovare una soluzione ai problemi causati dal perseverare
della violenza.
Durante l’incontro, i rappresentanti delle varie diocesi hanno sottolineato l’importanza del dialogo e della collaborazione
fra le Chiese locali per costruire le basi della pace nella regione. Il giorno prima della conferenza, nel campo profughi di Mtabila e Muyovosi, il cardinale
Martino assieme al cardinale Polycarp Pengo, arcivescovo di Dar-es-Salaam,
e al vescovo burundese, Joachim
Ntahondereye, hanno celebrato una messa, alla quale
hanno preso parte 5 mila fedeli. Nell’omelia, il presidente di Giustizia e Pace
ha riecheggiato le parole di Giovanni Paolo II, contenute nel Messaggio per la
Giornata Mondiale della Pace del 2005: “Non arrenderti al male, ma vinci con il
bene il male”.
Nei campi profughi della
Tanzania vive oltre un milione e mezzo di rifugiati provenienti dal Burundi, la
Repubblica Democratica del Congo e Rwanda, alcuni dal
lontano 1972.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina
l'Iraq con un articolo dal titolo "La tragica cadenza dell'orrore", in riferimento al continuo imperversare delle violenze che
travaglia la quotidianità del popolo iracheno, impegnato a guadagnare un
presente e un futuro di serenità e di pace.
Nelle vaticane, il
Messaggio del Cardinale Angelo Sodano al cardinale Stephen Fumio Hamao
in vista della Giornata Mondiale del Turismo fissata per il prossimo 27
settembre.
Una pagina dedicata al
tema dell'Eucaristia.
Nelle estere, Medio
Oriente: intesa per fermare gli scontri tra palestinesi; si stempera la
protesta dei coloni israeliani.
Nella pagina culturale,
un articolo di Paolo Miccoli dal titolo
"L'origine del divino nello spirito greco": ritorna "Gli dei
della Grecia", il "classico" di Walter Otto.
Nelle pagine italiane,
in primo piano il terrorismo.
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20
luglio 2005
MIGLIAIA DI FEDELI, IN GRAN PARTE MUSULMANI,
AI FUNERALI DI MONS.
LUIGI LOCATI IN KENYA
- Intervista con padre
Giuseppe Caramazza -
La diocesi di Isiolo, nel
nord del Kenya, ha dato l’estremo saluto questa mattina al suo vescovo, mons.
Luigi Locati, assassinato giovedì scorso nella sua diocesi da sconosciuti. Le esequie, presiedute dal nunzio apostolico mons. Lebeaupin nella cattedrale della città, si sono svolte in
un clima di commozione ed alla presenza di migliaia di persone, a testimoniare
l’impegno profuso dal vescovo in questi 40 anni di missione, soprattutto in
favore dei giovani e dei poveri, senza distinzioni tribali o religiose. Dopo i funerali Roberto Piermarini ha raggiunto a Isiolo il
direttore della rivista missionaria dei comboniani
“New People”, padre Giuseppe Caramazza.
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R. – Ai
funerali di mons. Locati hanno partecipato moltissime persone. C’erano 17 vescovi,
il nunzio, rappresentanti di vescovi che non potevano
venire, in Kenya ci sono 22 diocesi, circa 300 preti, circa 500 religiose e poi
- non saprei dire quante - almeno 3 mila persone laiche.
D. – E’ stato letto un discorso
del Papa?
R. – All’inizio il nunzio ha
letto una lettera del cardinal Sodano che, a nome del
Papa, salutando la diocesi, portava le sue condoglianze e assicurava la
preghiera e la sua vicinanza a tutta la diocesi.
D. – Chi ha pronunciato
l’omelia?
R. – L’omelia è stata
pronunciata da mons. John Njue, nuovo amministratore
apostolico della diocesi di Isiolo. Durante la sua predica egli ha detto che la lezione più importante oggi veniva dallo stesso
defunto che era presente in mezzo a noi, che ha dato più di 40 anni della sua
vita per l’annuncio del Vangelo nella zona di Isiolo. Inoltre
ha chiesto a tutti i cristiani di continuare nell’impegno dell’annuncio del
Vangelo nella diocesi.
D. – Erano presenti anche non
cristiani al rito?
R. – Credo che più o meno la metà dei laici fossero musulmani.
D. – C’erano anche i fratelli
provenienti dalla diocesi di Vercelli, dove era originario mons. Locati?
R. – Sì, c’erano alcuni della
famiglia di mons. Locati e don Franco Givone a rappresentare
la diocesi con altri sacerdoti diocesani di Vercelli.
D. – Padre Caramazza,
che cosa l’ha colpita di più di queste esequie?
R. – A me ha colpito molto come
ieri sera la maggioranza delle persone presenti alla veglia funebre, che è
durata tutta la notte, siano stati giovani, e quasi
tutti musulmani. E’ da notare che all’interno della stessa casa del vescovo della nostra zona ci sono due scuole, una maschile e una
femminile, aperte a tutti. Gli studenti, dunque, hanno partecipato alla veglia.
Molti piangevano dicendo: “Abbiamo perso un padre”.
D. – Sul fronte delle indagini
sugli autori dell’assassinio di mons. Locati ci sono
delle novità?
R. – No, non si sa ancora nulla.
Otto persone sono state arrestate. Si tratterebbe, però, in ogni caso, di pesci
piccoli. Non si sa ancora, invece, nulla su chi sia il
mandante.
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L’IRAQ, SCONVOLTO ANCHE OGGI DA
UN ENNESIMO ATTACCO KAMIKAZE, HA RICORDATO CON TRE MINUTI DI SILENZIO LE
VITTIME CIVILI DEL TERRORISMO:
ALL’INIZIATIVA SI E’ UNITA TRA GLI ALTRI, LA
NOSTRA EMITTENTE
- Intervista con mons. Shlemon
Warduni -
Ancora violenze in Iraq: un centro di reclutamento è stato teatro di
un ennesimo attacco suicida: un kamikaze si è messo in fila tra le aspiranti
reclute e si è fatto saltare in aria provocando la morte di almeno 10 persone. In
questo scenario dominato dall’insicurezza, il clima di instabilità
si riflette anche nella politica irachena. Il servizio di Amedeo
Lomonaco:
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Almeno
quattro membri sunniti della Commissione incaricata
di redigere la Costituzione si sono autosospesi dall’incarico all’indomani dell’uccisione di
due loro colleghi a Baghdad. La decisione rischia di complicare il
completamento della stesura del testo costituzionale,
previsto ento metà agosto e che sarà sottoposto a
referendum ad ottobre. I deputati sunniti hanno chiesto,
inoltre, l’apertura di un’approfondita indagine governativa per chiarire la dinamica del duplice assassinio. La difficile situazione del
Paese è drammaticamente confermata anche da un rapporto diffuso ieri dall’Oxford Research Group. La ricerca
rivela che sono quasi 25 mila i civili morti dall’inizio della guerra nel
2003. Tra questi, almeno un quinto sono donne e
bambini. Il dossier riferisce inoltre che, dall’inizio del conflitto, sono in media 34 i civili iracheni rimasti uccisi ogni giorno in
seguito ad operazioni militari. Secondo il rapporto, il 37 per cento delle
morti di civili sono state causate da azioni condotte
da soldati della coalizione, il 36 per cento dalla violenza criminale ed il 9
per cento da attacchi di ribelli. In Gran Bretagna, intanto, saranno processati
tre militari britannici per crimini di guerra: sono accusati di aver commesso
abusi contro prigionieri iracheni. Al Qaeda torna, infine, a minacciare
l’Europa: le brigate al-Masri - legate
alla rete terroristica di Bin Laden - hanno lanciato via internet un
ultimatum a tutti i Paesi europei impegnati in Iraq, intimandoli a ritirare le
truppe entro un mese.
**********
Tutto
l’Iraq, intanto, si è fermato alle 12.00 locali, le 10.00 in
Italia, per osservare tre minuti di silenzio indetti dal Parlamento di
Baghdad per commemorare i bambini uccisi nella strage di una settimana fa in un
sobborgo a sud della capitale e tutte le vittime civili del terrorismo in Iraq.
Sul senso di questa iniziativa, alla quale ha aderito
anche la nostra emittente sospendendo le trasmissioni, ascoltiamo al microfono
di Giada Aquilino, mons. Shlemon Warduni,
vescovo ausiliare caldeo di Baghdad:
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R. – E’ un significato
importante per la Nazione e speriamo serva a far incontrare tutte le parti.
Purtroppo i civili innocenti vengono uccisi ogni
giorno di più. Ricordiamo i 32 bambini, le centinaia di persone vicino a un luogo di culto degli sciiti, i due membri che stavano
scrivendo la nostra Costituzione: tutti uccisi recentemente.
D. – Che significato hanno assunto i minuti di silenzio proprio quando in Iraq si
continua a morire?
R. – Un significato molto
profondo, spirituale: quello di dire che dove si sente
il rumore c’è sempre pericolo di vita; quando, invece, si entra nel silenzio la
persona trova una dimensione di pace perché dove c’è il silenzio lì parla di
più il Signore.
D. – Com’è stato il
raccoglimento dei cristiani iracheni?
R. – Abbiamo pregato in chiesa.
Abbiamo ricordato queste vittime e chiesto una grazia speciale per i
terroristi, perché la smettano una volta per sempre.
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23 MORTI E MIGLIAIA DI FERITI E’ IL BILANCIO DELLE
RECENTI ALLUVIONI
IN ROMANIA, DOPO IL TELEGRAMMA
DEL PAPA IERI,
UN
APPROFONDIMENTO SULL’EMERGENZA NELLE ZONE ORIENTALI PIU’
COLPITE
- Intervista con Andrea Enea -
23 morti, migliaia di feriti,
distese infinite di acqua, interi villaggi distrutti.
E’ drammatico il bilancio dell’alluvione che ha colpito in queste settimane la
Romania: il disastro naturale più grave degli ultimi 50 anni che ha danneggiato
in particolare le zone orientali. “Il paese annega nelle lacrime”: titolava
giorni fa un quotidiano di Bucarest. Ieri Papa Benedetto XVI ha espresso il suo
dolore e la sua vicinanza spirituale al popolo romeno,
in un telegramma inviato al nunzio apostolico al Paese dell’Europa dell’Est,
che nel 2007 entrerà nell’Unione Europea. Ma a quanto
ammontano i danni? Rosa Praticò lo ha chiesto alla
corrispondente Ansa in Romania, Andrea Enea.
**********
R. – Secondo i primi dati,
ancora preliminari, si parla di più di 60 milioni di euro.
Bucarest, nella voce del presidente Traian Basescu ha chiesto a Bruxelles un aiuto di
urgenza. Sembra che Bruxelles abbia accettato ed abbia deciso di inviare
20 milioni di euro dai Fondi Phare.
Ci sono poi Paesi vicini alla Romania, come Germania, Olanda, Italia, che ci hanno offerto aiuto.
D. – La stampa locale ha parlato
di fondi che dovevano essere destinati alla costruzione di dighe, ma che in
realtà sono stati poi destinati altrove?
R. – Questi fondi sono serviti
alla costruzione di case private ed altro. Speriamo ora che in questa
ricostruzione, il nuovo
governo diretto dal liberale Tariceanu
mantenga quanto ha promesso.
D. – E’ vero che si è trattato
di un disastro annunciato?
R. – Certamente si poteva fare
di più: si sarebbero potuto costruire ponti più solidi in passato; si sarebbe
potuta fare una mappa delle regioni romene a rischio di inondazioni,
ma queste mappe non esistono e le persone esposte alle inondazioni non sanno di
essere ancora in pericolo e che le loro case sono in pericolo. Il governo
passato, quello dei socialdemocratici, aveva promesso di realizzare questo tipo
di misure in un piano adottato tre anni fa, ma non è mai
stato realizzato.
D. – Cosa si intende
fare in futuro?
R. – Le aspettative
sono grandi, anche perché il premier Tariceanu, che
si è dimesso tre settimane per un voto in Parlamento di una parziale riforma
della giustizia, ha annunciato di voler rinunciare alle dimissioni, poiché il
Paese ha ora bisogno di un governo stabile. Questa sera intende andare in
Parlamento e presentarsi con un programma di riforme per l’emergenza di queste inondazioni.
**********
5
MILIONI DI PERSONE IN AFRICA VITTIME
DI GUERRE NEGLI ULTIMI 50 ANNI:
LA
DENUNCIA NEL RAPPORTO DELL’UFFICIO ONU CONTRO LA DROGA E IL CRIMINE
-
Intervista con Antonio Maria Costa -
Cinque
milioni di persone vittime delle guerre in Africa negli ultimi 50 anni: è uno
dei dati messi in luce dal rapporto “Crimine e sviluppo in Africa” presentato
in questi giorni a Roma al ministero degli Esteri da Antonio Maria Costa,
direttore esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il
crimine. Lo studio mette in luce i diversi fattori socio-economici
che rendono il continente nero vulnerabile al crimine. Il servizio di Francesca
Smacchia:
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Il crimine in Africa alimenta
il sottosviluppo, il sottosviluppo facilita il crimine. Spezzare questo
circolo vizioso è però possibile. Questo il messaggio
lanciato dal rapporto “Crimine e sviluppo in Africa” in cui vengono
analizzati i diversi problemi che attanagliano il continente africano. Oltre
alla povertà, alla disoccupazione, alle malattie, alla fame, i
mali altrettanto insidiosi che affliggono l’Africa sono la criminalità,
lo sfruttamento, la tratta di essere di essere umani, il traffico di armi e di
droga, la corruzione. Quali sono i fattori che rendono l’Africa vulnerabile al
crimine? Antonio Maria Costa, direttore esecutivo dell’Ufficio delle Nazioni
Unite contro la droga e il crimine:
“Fattori
che in passato sono stati considerati elementi di forza di un’economia, in
Africa, data la povertà, diventano elementi di debolezza: per esempio, la grande urbanizzazione che crea tensioni nelle città,
nelle bidonville, e che porta crimine. O
l’età giovane: due terzi del continente africano ha
un’età sotto i 25 anni e purtroppo i giovani sono estremamente vulnerabili al
crimine. Di conseguenza diventano parte del problema, piuttosto che parte della
soluzione di esso. Poi abbiamo altri elementi come i divari di reddito.
La percentuale della popolazione più ricca in Africa guadagna un reddito 30-35
volte maggiore della popolazione più povera”.
Importanti
decisioni sono state prese al recente G8 in cui sono stati stanziati 50
miliardi di dollari per l’Africa, con l’impegno ad aumentare l’assistenza con
maggiori aiuti a favore dello sviluppo, dell’abbattimento del debito e della
lotta all’Aids. Quali sono, dunque, le aspettative per
lo sviluppo dell’economia africana? Ancora Antonio Maria Costa:
“Le aspettative sono enormi perché riteniamo che 50 miliardi
potrebbero effettivamente cambiare il futuro di questo continente. Se le
strutture amministrative, alle quali noi come Nazioni Unite contribuiamo
affinché siano oneste, affinché siano efficaci, verranno
messe in cantiere, allora questi 50 miliardi cambieranno il destino del
continente”.
Obiettivo
pratico di questo studio è quello di stimolare i governi africani ad inserire
la prevenzione e il controllo del crimine nelle politiche nazionali e di rafforzare
l’assistenza tecnica e la cooperazione allo
sviluppo della comunità internazionale nelle aree della giustizia, della
legalità, della sanità e dell’istruzione dell’Africa.
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LA
FACOLTÀ DI TEOLOGIA DELL’ATENEO REGINA APOSTOLORUM
ORGANIZZA PER IL PROSSIMO ANNO ACCADEMICO
UN
MASTER SU “CHIESA ECUMENISMO E RELIGIONI”
- Con noi, Andreu Rocha Scarpetta e Luigi
Del Prete -
Si fa sempre più urgente il
bisogno di una conoscenza interreligiosa. Per questo la Facoltà di Teologia
dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum ha
organizzato un master su “Chiesa Ecumenismo e
Religioni” che partirà all’inizio del prossimo anno accademico. Ce ne parla
Rita Anaclerio:
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Quali mansioni ha un imam? La stregoneria è molto seguita dai giovani? A
queste ed altre domande cercherà di rispondere un
master organizzato dalla Facoltà di Teologia dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum su “Chiesa Ecumenismo e Religioni” che inizierà
il mese di ottobre 2005. Si propone obiettivi molto chiari,
come ci spiega il prof. Andreu Rocha
Scarpetta, direttore del master:
“Questo master
cerca di offrire un primo livello per andare verso una comprensione ecumenica e
religiosa, cioè fornire l’informazione di base al
credente o studente cattolico sulle altre confessioni cristiane, le altre
religioni, i nuovi movimenti religiosi e il rapporto che hanno con la Chiesa
cattolica”.
Uno studio storico, quindi, ma
anche con uno sguardo all’attualità ed ai nuovi fenomeni settari, come ci indica il prof. Scarpetta:
“Si tratta dei
cosiddetti movimenti religiosi alternativi, tendenze religiose che hanno una identità particolare, tra cui troviamo il satanismo e la
stregoneria”.
Ma quanto può essere formativo
per i ragazzi, in particolare, un master di approfondimento
interreligioso. Ce lo spiega Luigi Del Prete, responsabile
del master presso la Fondazione Villaggio dei Ragazzi:
“I ragazzi
possono decidere e capire come sono le religioni. Oggi, si sa, non si parla
molto di queste cose, basta avere un tipo di ideale.
Sicuramente verrà accolto in modo molto positivo”.
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20
luglio 2005
Nigeria: il VESCOVO DI
ABUJA CHIEDE la CANCELLAZIONE DI TUTTI I DEBITI
davanti ai rappresentanti
di 15 paesi africani
ABUJA.
= “In Africa c’è miseria ovunque e non è quello che Dio vuole. Egli ha creato
tutti gli esseri umani uguali”. Lo ha detto l’arcivescovo di Abuja, monsignor John Onaiyekan,
davanti ai rappresentanti dei fedeli di 15 paesi africani, facendo appello al
Club di Parigi perché si vada oltre un parziale annullamento del debito estero
e si provveda invece alla totale cancellazione per tutti i paesi africani.
Secondo l'agenzia di notizie Cisa, pur esprimendo
apprezzamento per le recenti iniziative dei Paesi e degli enti creditori, il
presule ha sottolineato che l’ammontare del debito
cancellato alla Nigeria non basta a far uscire il Paese dalla povertà; la
Nigeria ha ottenuto una serie di provvedimenti e rinegoziazioni
per cancellare il 60% del suo debito, 18 miliardi di dollari, su un totale di
32. (T.C.)
CRITICHE AL GOVERNO DEL CIAD: DUE GIORNALISTI
DELL’OBSERVATEUR
CONDANNATI A PENE DETENTIVE DA UN TRIBUNALE DI N’DJAMENA
N’DJAMENA. = Sono stati
condannati a pene detentive e al pagamento di un’ammenda due giornalisti ciadiani giudicati colpevoli per aver violato la legge nazionale
sulla “diffamazione a mezzo stampa e incitamento all’odio”. Lo ha deciso un
Tribunale della capitale N’Djamena che,
ieri, ha emesso le condanne nei confronti di Garondè Djarma (tre anni di reclusione) e Samory
Ngaradoumbè (tre mesi). Entrambi i giornalisti sono
stati condannati per aver scritto sull’operato del
presidente ciadiano Idriss Deby, pubblicati nei mesi scorsi sul giornale “L’Observateur”. In particolare, a Djarma
sarebbe stato contestato un articolo sul referendum di modifica costituzionale
approvato lo scorso giugno che permetterà a Deby di ricandidarsi per un terzo mandato presidenziale nel 2006.
Al coordinatore editoriale Ngaradoumbè sarebbe stata
contestata la pubblicazione di una lettera anonima in cui venivano
criticati una serie di arresti compiuti ai danni di esponenti della comunità Kreda. I legali dei due reporter
hanno fatto sapere che ricorreranno in appello. Per un terzo giornalista,
Michael Didama del settimanale Le Temps,
comparso sempre ieri davanti alla corte, il procuratore di Stato ha chiesto una
condanna a 18 mesi per aver diffuso notizie di massacri di civili avvenuti
nelle zone orientali del Paese. Le condanne sono state criticate dai principali
organi internazionali di tutela della libertà di
stampa (Rsf e Cpj) che
hanno definito “inaccettabili” i provvedimenti. (T.C.)
SI CONCLUDE IN VENEZUELA LA
OTTANTAQUATTRESIMA ASSEMBLEA ORDINARIA
DEI VESCOVI. IN UN DOCUMENTO LA DENUNCIA
DA PARTE DEI PRESULI
DEI MALESSERI DELLA
SOCIETÁ
CARACAS. = “La causa
della verità e della libertà, della giustizia e della solidarietà, della
riconciliazione e della pace, è compito irrinunciabile della Chiesa, per la
funzione e il servizio all’umanità che impregna la sua missione
evangelizzatrice. La nostra coscienza di cristiani esige da noi, che siamo fermento di vita nuova all’interno della società, di
essere al servizio della persona, della verità, della vita, del bene, della
giustizia”. L’esortazione viene dai vescovi della Chiesa venezuelana, in
apertura del loro messaggio intitolato “Il Signore tuo Dio adorerai e solo Lui
servirai”, reso noto a conclusione della 84.ma
Assemblea Ordinaria dell’episcopato. Il documento è diviso in 3 capitoli: La
missione della Chiesa; Il Paese ha bisogno di un cambiamento di
atteggiamento; Scommettere per la vita, la giustizia e la verità. Si articola
in una disamina della situazione in cui si trova il Paese e, alla luce del
messaggio cristiano, propone e sollecita alcune soluzioni per gli urgenti problemi
che attanagliano la popolazione. I vescovi sottolineano
l’importanza della comunione e dell’unità tra tutti i membri della Chiesa:
valori e segni del Cristianesimo devono essere evocati e potenziati nel Venezuela
di oggi - si legge nel messaggio - perché illuminino i sentieri che il Paese
deve percorrere. In questa prospettiva i vescovi ribadiscono
l’opzione della Chiesa per una cultura della vita e della pace e il rifiuto di
tutto ciò che è cultura della morte: “Sosteniamo quanto promuova la
riconciliazione e permetta di superare la semina di odio e di divisione”. Il documento
denuncia inoltre la polarizzazione ed il malessere interiore persistenti che condizionano il giudizio su tutta la realtà sociale, ostacolano
il dialogo, l’accordo e la collaborazione per il bene comune. “La nostra
società ha bisogno di un clima diverso”, notano i vescovi, mentre rilevano
l’urgenza di “cercare insieme la verità concreta di ogni
giorno, nelle molte situazioni difficili che devono affrontare le persone e il
Paese”. Netto il rifiuto dei presuli del relativismo etico-morale
che rende gli interessi individuali o dei gruppi la norma assoluta dell’agire.
La Chiesa venezuelana ha espresso inoltre la sua solidarietà con le vittime
delle diverse forme di violenza che sono diventate quotidiane, denuncia il
flagello degli assassini dei fine settimana, i massacri e la morte di giovani
soldati in differenti istituzioni militari, i regolamenti di conti nei
quartieri, la delinquenza incontrollata, i sequestri… tutte situazioni che
stanno deteriorando gravemente la società. Infine i vescovi si sono espressi
anche a difesa del diritto alla vita. (T.C.)
Si riaprono le frontiere nelle
Molucche: si spera in una rinascita
delle isole eD IN una ripresa
economica anche attraverso il turismo
AMBON. = Il governo indonesiano ha
consentito la riapertura delle frontiere nelle isole Mollucche
cercando di promuovere gli ingressi turistici. I problemi di povertà e disoccupazione
che la popolazione sta affrontando, triste eredità della guerra civile, hanno
indotto gli organi amministrativi ad incentivare l’economia
del Paese attraverso il turismo. Dal 2000 infatti la guerra civile che ha colpito le “isole delle
spezie” ha del tutto allontanato ogni prospettiva di ingresso di stranieri e le
frontiere sono rimaste chiuse per molto tempo per motivi di sicurezza. Dopo
l’accordo di pace siglato a Malino nel 2002, sta faticosamente tornando la
normalità ed è in ripresa la vita economica e sociale. Sebbene
vi siano ancora rari episodi di violenza, la pacificazione fa passi avanti
anche grazie al lavoro delle Organizzazioni non governative e delle Chiese
cristiane, che svolgono un’opera di riconciliazione nelle scuole, nei
quartieri, nei centri sociali. Molti fra i cittadini molucchesi,
che avevano lasciato le isole in seguito alla guerra (in totale oltre
cinquecentomila), sono rientrati a casa ma manca il
lavoro e un quarto degli abitanti di Ambon vive in
stato di indigenza. In questa situazione le autorità civili (che continuano a
ricevere aiuti finanziari dalle agenzie dell’Onu), stanno cercando di attivare
tutti i canali possibili, fra i quali il turismo, per aumentare il benessere
della popolazione. (T.C.)
ALLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ DI COLONIA PER LA
PRIMA VOLTA
UNA DELEGAZIONE DI
GIOVANI DELLE PONTIFICIE OPERE MISSIONARIE
ROMA. = Alla prossima Giornata
Mondiale della Gioventù di Colonia (Germania), sarà presente per la prima volta
una delegazione di 150 giovani di tutti i continenti legati alle Pontificie
Opere Missionarie (POM). “Da qualche tempo i Direttori nazionali delle POM
stanno discutendo sulla dimensione missionaria della pastorale giovanile”: dice all’Agenzia Fides mons. Giuseppe Pellegrini,
vicedirettore delle POM d’Italia e assistente del Movimento Giovanile
Missionario. Siamo consapevoli che i giovani, pur nella loro fragilità, sono
una ricchezza, una speranza, una risorsa anche per la Missione. Molti di loro
sono disponibili ad andare lontano, sono già impegnati per la missione, vivono
cammini o esperienze missionarie. Tutti i Paesi in cui sono presenti le
Pontificie Opere Missionarie sono stati invitati ad
inviare una delegazione formata da 2 giovani tra i 18 ed i 31 anni, già
impegnati con le POM o aderenti ad un movimento giovanile legato alle POM. Un
animatore spiega a Fides: “Ci sono pervenute ad oggi 150 adesioni da 50 nazioni
di tutti i continenti. Oltre all’Europa sono rappresentati tutti i Paesi
dell’America, buona parte di Africa, Asia ed anche
Oceania, con la Papua Nuova Guinea”, riferisce Giorgio Minella, responsabile
del Segretariato Europeo che ha avuto l’incarico di portare avanti
l’iniziativa. La delegazione dei giovani delle POM seguirà il programma ormai
collaudato di tutte le GMG. Dall’11 al 15 agosto i
giovani saranno ospitati presso le famiglie della diocesi di Limburg, suddivisi tra Wiesbaden,
Hofheim e Flörsheim, per il
gemellaggio con i giovani tedeschi. Il 15 agosto il trasferimento a Dusseldorf, nel campo tenda internazionale allestito dagli
scout. Dal 17 al 19 agosto la delegazione POM svolgeranno
alcune attività di animazione missionaria e di preghiera nell’ambito del
programma “Incontragiovani” per comunicare ai giovani
presenti alla GMG la loro esperienza di vita a servizio della Missione. Nella
chiesa di S. Peter, nel centro di Dusseldorf,
sarà allestita una Mostra Missionaria che resterà aperta dal 17 al 19 agosto,
in cui i giovani delle POM presenteranno ai coetanei la realtà missionaria nei
cinque continenti, con le loro testimonianze dirette. La sera del 17 agosto ci sarà spazio per una rappresentazione teatrale organizzata da padre Michel Besse, intitolata “La
leggenda di Tumai”: 400 giovani si esprimeranno
con danze, canti, mimi, dialoghi sul tema della missione. Quindi,
la sera del 18 agosto, la delegazione animerà la recita del Rosario meditando i
misteri della Luce: ogni decina di Rosario sarà dedicata ad un continente. (T.C.)
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- A cura di Amedeo
Lomonaco -
Diventa sempre più internazionale
l’indagine sugli attentati di Londra. Oltre cento fondamentalisti islamici sono
stati arrestati in Pakistan nell’ambito delle indagini per i presunti legami
con il gruppo di terroristi che il 7 luglio ha
compiuto gli attacchi nella capitale britannica. Nello Stato indiano del
Kashmir, intanto, un kamikaze si è fatto esplodere con un’autobomba contro una
jeep militare nei pressi di una scuola a Srinagar.
L’attentato è stato rivendicato dal gruppo separatista della regione, Hizbul Mujaheddin.
È ancora alta la tensione in Medio
Oriente. Nei Territori palestinesi, vacilla la tregua interna siglata da Hamas
ed Al Fatah: stamattina 6 persone sono rimaste ferite
in un nuovo scontro a fuoco. Ore difficili anche in Israele,
per l’opposizione della destra nazionalista e confessionale al ritiro da Gaza,
annunciato dal premier Sharon. Il servizio è di
Andrea Cocco:
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Era iniziata con una buona notizia la mattinata in Medio
Oriente. Nella notte, infatti, era stata finalmente raggiunta un'intesa tra il
movimento islamico Hamas e l'Autorità nazionale palestinese per un cessate il
fuoco. L’accordo avrebbe dovuto mettere fine agli scontri tra palestinesi,
scoppiati nella striscia di Gaza dopo i tentativi dell'Autorità palestinese di
fermare il lancio di missili da parte degli estremisti di
Hamas contro gli israeliani. Ma l'ottimismo è durato
poche ore. Almeno sei palestinesi sono rimasti feriti
a seguito di nuovi scontri scoppiati tra militanti di Hamas e le forze
dell'autorità palestinese. Il primo incidente è avvenuto a seguito del
tentativo di un veicolo, con a bordo uomini armati di
Hamas, di evadere un posto di blocco dell’ANP. Successivamente
presunti militanti del movimento estremista islamico hanno aperto il fuoco
nella città di Gaza contro l'abitazione
di un alto esponente di Fatah e del comando del capo della polizia. Intanto, sul
versante israeliano proseguono le manifestazioni degli estremisti contro il
piano per il ritiro da Gaza previsto per la metà di agosto.
Nella mattinata, a Gerusalemme, alcune dozzine
di giovani studenti di un collegio rabbinico hanno versato olio su una strada,
bruciato stracci e lanciato uova contro le automobili
in transito. Ma le proteste degli estremisti israeliani non riescono a trovare una
sponda adeguata nelle forze politiche istituzionali. Questa mattina la Knesset,
il parlamento di Tel Aviv, ha respinto con 60 voti contrari e solo 40
favorevoli, una proposta di legge che mirava a far slittare di mesi le
operazioni di sgombero dei coloni da Gaza. Anche la marcia alla volta di Gaza intrapresa dai radicali
nazionalisti è in fase di smobilitazione. I dirigenti della protesta hanno
esortato i 7000-1000 militanti a tornare a casa per evitare scontri con
l’esercito israeliano che presidia con 10 mila soldati e poliziotti la località
di Kfar Maimón e che ha
ricevuto dal ministro della Difesa, israeliano Shaul Mofaz pieno mandato per bloccare la marcia.
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Il Libano ha il suo nuovo governo. Ad annunciarlo, ieri
pomeriggio, è stato il premier incaricato Fuad Sinora. Si tratta del primo esecutivo dopo il ritiro
delle truppe siriane dal territorio. 24 i neo
ministri, tra cui è compreso un esponente del movimento sciita Hezbollah al quale è stato affidato il dicastero
dell’energia. La notizia ha provocato le prime reazioni. Gli Usa hanno
dichiarato che non tratteranno con l’esponente del movimento Hezbollah, considerato un’organizzazione terroristica.
Non
si ferma la crescita dell’economia cinese: stamattina il governo di Pechino ha
annunciato che, negli ultimi sei mesi, il Prodotto interno lordo è aumentato
del 9,5 per cento. Notevole, soprattutto, l’incremento della
produzione industriale, cresciuta di oltre il 16 per cento. Il commento
di padre Bernardo Cervellera,
direttore di Asianews, al
microfono di Andrea Sarubbi:
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R. – La Cina è il Paese in cui
avvengono i maggiori investimenti mondiali: tutte le industrie del mondo cercano
ormai di trasferire le produzioni in Cina e, quindi, gli investimenti esteri
sono cresciuti in un modo veramente eccezionale. Quello che ha la Cina di buono per l’economia è uno stabile sistema
politico - forse addirittura fin troppo stabile - una manodopera a basso costo
e delle strutture piuttosto efficienti per le comunicazioni.
D. – Qual è il prezzo della crescita economica della Cina?
R. – Questa crescita paga il prezzo di una
ineguale diffusione della ricchezza: ci sono alcune città - come Shangai, Pechino, eccetera - che sono ricchissime, come pure
le città della costa, ma poi c’è tutta la campagna che è poverissima. Inoltre,
le tensioni sociali sono diventate enormi ed ogni giorno si
assiste a manifestazioni di persone licenziate, pensionati senza
pensioni ed altre categorie in difficoltà contro qualche rappresentante
politico o contro industrie che, per esempio, inquinano, oppure derubano o sono
corrotte… e così via.
D.- L’Occidente accusa Pechino di crescere economicamente
senza, però, rispettare le regole del commercio mondiale…
R. – Per quanto riguarda le regole del commercio mondiale,
per la Cina c’è un problema, perché non si riesce
ancora ad inquadrarla come un Paese del Terzo Mondo oppure come un Paese
altamente sviluppato. La comunità internazionale sta cercando di collocarla, ma
nel frattempo la Cina riesce a trovare vantaggio sia
presentandosi in un modo, sia nell’altro. Più che altro, comunque,
direi che il problema nel Paese è la questione dei diritti umani e dei diritti
del lavoro. Ed è una questione fondamentale, anche perché attualmente
la Cina si trova in un momento molto difficile per l’economia domestica ed ha
bisogno di potenziare il consumo interno. Per potenziare il consumo interno,
però, dovrebbe aumentare i salari, in modo tale da favorire una maggiore
diffusione della ricchezza ed anche una maggiore tranquillità sociale.
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In
Ucraina due reattori di due centrali nucleari sono
stati chiusi a causa di un guasto. Fonti ufficiali hanno riferito che non ci
sono state fughe radioattive. Piccole disfunzioni si
verificano spesso nei 15 reattori nucleari del Paese. L’Ucraina fu nel
1986 teatro della catastrofe nucleare di Cernobyl, il
peggior disastro atomico della storia.
Tragico
incidente in Senegal, dove all’alba di oggi due
autobus si sono scontrati sulla strada che unisce la capitale Dakar alla città
di Thies. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbero
almeno 14 i morti e 21 i feriti. All’origine della sciagura, sembra, l’errore
di uno dei due autisti.
Tre vittime dell’influenza aviaria
in Indonesia. A confermare i primi decessi per il virus nell’arcipelago
asiatico è stato il ministro della Salute indonesiano dopo i risultati positivi dei test condotti su un uomo di 39 anni e le sue
due figlie.
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