RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
194 - Testo della trasmissione di mercoledì 13 luglio 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
200 progetti in aiuto dell’America Latina, grazie alla
Fondazione vaticana Popolorum Progressio.
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Donata una reliquia di San Pio alla Chiesa di
Wadovice, in Polonia
Leader
musulmani dell’Indonesia appoggiano l’appello di Benedetto XVI contro il
terrorismo
Messa nel Principato di
Monaco per l’ascesa al trono di Alberto II di Monaco
Lutto nel mondo
accademico: è scomparsa a Roma la
nota antropologa Cecilia Gatto Trocchi.
Nuovo
orrore in Iraq: autobomba fa strage di bambini a Baghdad
Medio
Oriente: Sharon chiude la frontiera nella striscia di Gaza, dopo l’attentato a
Netanya
Londra,
sarebbero tutti islamici di nazionalità britannica i responsabili dell’attacco
terroristico di giovedì scorso
Gravissimo
incidente ferroviario in Pakistan: almeno 150 i morti.
13 luglio 2005
NELLA
TRANQUILLITÀ DI LES COMBES E TRA LE BELLEZZE DELLA NATURA
PROSEGUE
IL PERIODO DI VACANZA DI BENEDETTO XVI IN VALLE D’AOSTA
-
Interviste con Salvatore Mazza e Fabrizio Favre -
Terzo
giorno di riposo per Benedetto XVI in Valle d’Aosta tra preghiera e meditazione,
per cui non si è tenuta oggi la consueta udienza generale del mercoledì. Per il Papa si prospettano anche oggi ore di tranquillità nello chalet
in legno e in pietra tra i boschi di abeti e larici. Ascoltiamo al microfono di
Amedeo Lomonaco l’inviato di Avvenire, Salvatore Mazza:
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R. – Il cielo è coperto. Questo
può favorire la decisione del Papa di trascorrere la prima settimana
dedicandosi allo studio.
D. – Il programma di questa
settimana non prevede uscite; comunque, non si possono escludere passeggiate
nella località di Les Combes ...
R. – Certamente no. Gli
organizzatori di questo soggiorno hanno previsto diversi possibili itinerari
per Benedetto XVI. E poi, c’è la comunità dei vicini di casa, quelli della piccola
frazione di Les Combes che si aspettano una visita del Papa; pensano che
arriverà se non altro per vedere il piccolo museo dedicato a Giovanni Paolo II
che fu inaugurato nel 1996. Il museo ospita una documentazione completa, molto
esauriente in uno spazio ridottissimo, sul Pontificato dall’inizio fino alla
fine.
D. – Come vive la comunità di
Les Combes questa vicinanza con un ospite così riservato e così atteso?
R. – La discrezione di queste
persone è qualcosa di incredibile. Gli abitanti di Les Combes conducono la loro
vita di tutti i giorni in modo normale e sono attentissimi a non disturbare in
alcun modo il Papa: sanno che sta lì per riposare. Non hanno mai provato a forzare
un po’ la mano all’ospite, sono sempre stati veramente i primi difensori della
privacy del Papa. Certo, lo aspettano: è umanamente comprensibile che questa
attesa sia molto viva e forte.
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Les Combes è una piccola
frazione di Introd, comune vicino al Parco del Gran Paradiso. Per conoscere
alcuni particolari su questa amena località valdostana, ascoltiamo
Fabrizio Favre, direttore del “Corriere della Valle”, settimanale della diocesi
di Aosta. L’intervista è di Luca Collodi:
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R. –
Introd si trova non distante da Aosta. E’ un Comune dal quale si può andare
verso la Valsavarenche, e la Valle di Rhêmes. Siamo vicini alla zona del Parco
del Gran Paradiso. Valsavarenche è un Comune all’interno del Parco nazionale.
Le Combes si trova ad un altezza di 800-900 metri. E’ una zona molto isolata ed
è abitata da 30-40 persone. E’ ovviamente più frequentata d’estate.
D. – Tra l’altro, dobbiamo dire
che in Val d’Aosta ci sono molte residenze di Ordini religiosi …
R. – Sì, moltissime. Ci sono
molte case per campi scuola. Molti frequentano la Valle proprio per queste
iniziative estive. La presenza dei Salesiani è poi molto forte anche in Valle.
E’ collegata anche agli Istituti religiosi legati al mondo della scuola. Poi
ricordiamo che la casa messa a disposizione del Papa è dei Salesiani.
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Una notizia collegata alle
vacanze del Santo Padre che interessa gli appassionati di filatelia: il
prossimo 16 luglio sarà rilasciato uno speciale annullo filatelico realizzato
dalle Poste italiane in occasione del primo soggiorno estivo di Papa Ratzinger
in Valle d’Aosta.
- A cura di Rita
Anaclerio -
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Sarà mons. Paul Josef Cordes,
presidente della Fondazione Populorum Progressio, a presiedere ai lavori
dell’annuale riunione del Consiglio di Amministrazione dell’organismo vaticano
che si terrà a Lima, in Perù, dal 20 al 24 luglio. Il Perú è il Paese
dell’America Latina con il tasso di educazione più basso dopo Haiti, secondo i
dati dell’International Telecommunications Union. Inoltre, soffre del
grave problema dello svuotamento delle campagne con lo spostarsi di intere
popolazioni verso gli agglomerati urbani, con la conseguente formazione di periferie
metropolitane invivibili.
La Fondazione Populorum
Progressio, creata da Giovanni
Paolo II nel 1992 in occasione del quinto centenario dell’inizio
dell’evangelizzazione in America Latina, vuole essere un segno di
speranza per queste popolazioni, mettendosi al servizio delle comunità
indigene, meticce ed afroamericane più disagiate. Quest’anno i progetti da
approvare saranno all’incirca 200, per un totale di oltre due milioni di
dollari. I settori di intervento sono la formazione (60%), l’agricoltura (20%)
e lo sviluppo di micro-imprese (20%): la priorità dell’educa-zione allo
sviluppo è l’elemento più significativo dell’impegno della Chiesa in questi
Paesi. E’ l’educazione che favorisce la formazione integrale della persona
anche in contesti di povertà caratterizzati dalla violenza o dai miraggi
dell’ideologia e dell’edonismo. I fondi provengono in maggioranza dall’Italia.
Ad essi si aggiungono quelli di donatori privati di altri Paesi.
E sono proprio i presuli dei
Paesi caratterizzati dalla maggiore presenza indigena, meticcia o africana a
decidere nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione dell’uso degli
stessi. Parteciperanno alla riunione, oltre a sei rappresentanti
dell’Episcopato Latino-Americano, don Segundo Tejado Munoz, Officiale di “Cor
Unum” e mons. Piergiuseppe Vacchelli, presidente del Comitato per gli interventi
caritativi in favore del Terzo Mondo della CEI. In occasione del soggiorno in
Perú mons. Cordes terrà, inoltre, oggi una conferenza presso la Facoltà di
Teologia dell’Università Cattolica di Callao, sul tema de “Le radici
bibliche del duplice comandamento”.
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BREVITA’,
CHIAREZZA, INTEGRITA’: TRE QUALITA’ CHE FANNO
DEL
NUOVO COMPENDIO DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
UNO
“STRUMENTO AUTOREVOLE” PER EVANGELIZZARE
-
Intervista con mons. Walther Ruspi -
“Una
sorta di Vademecum che consenta alla persone, credenti e non, di abbracciare,
in uno sguardo d’insieme, l’intero panorama della fede cattolica”. Così
Benedetto XVI nell’introduzione al nuovo Compendio del Catechismo, pubblicato
di recente, nella Solennità di San Pietro e Paolo, raccomandando ad ogni
cristiano “questo autorevole strumento” per “la sua brevità, chiarezza e
integrità”, di grande utilità per uno slancio di “rinnovato impegno di
evangelizzazione”, nel terzo Millennio. Roberta Gisotti ha chiesto a mons.
Walther Ruspi, direttore dell’Ufficio catechistico nazionale della Conferenza
episcopale italiana, le sue impressioni sul Compendio:
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R. – In
questi giorni abbiamo fatto una riflessione e la prima osservazione che ci è
venuta è stata quella di trovarlo come un grande percorso che aiuta ad
accostare il testo maggiore. Riferito ai catechisti devo dire che in questi
anni si è rivelata sempre di più l’esigenza di una formazione, non solamente
didattica e pedagogica, ma anche molto di più dottrinale. Credo che posso
aiutare in quella sintesi di visione di fede, di conoscenza della dottrina della
Chiesa indispensabile.
D. – In questo Compendio non vi
sono naturalmente novità dottrinali. C’è, forse, la novità di un approccio di
sintesi adeguato alla sensibilità e alla comprensione dell’uomo contemporaneo?
R. – Ci sono alcune parti che
sono molto significative proprio nel rispondere e aiutare l’uomo contemporaneo
a conoscere quanto la Chiesa sta enunciando. Io ritengo che - come prima
sottolineavo – non vanno disgiunte le due conoscenze perché il Catechismo della
Chiesa cattolica nella sua edizione maggiore, dà le forti motivazioni, dà
l’accostamento alla Scrittura, indica il percorso della fede della Chiesa. Certamente
aiuta molto di più a motivare che non una stringata e sistematica risposta.
L’uno aiuta l’altro.
D. – Ma quali sono gli interrogativi
che interpellano maggiormente gli uomini e le donne di fede di oggi?
R. – Io credo che ci sia
innanzitutto un interrogativo che sta intorno alla persona di Gesù. E’
sintomatico osservare come, quando si parla con i giovani, spesse volte essi
hanno una informazione, anche se distorta, di certe indicazioni morali della
Chiesa, ma non sanno assolutamente niente sulla persona di Gesù. E questo, evidentemente,
è un qualche cosa che deve essere assolutamente riequilibrato perché la fede
cristiana riposa sull’amore e sull’incontro, sull’amicizia con la persona di
Gesù. In secondo luogo mi sembra che la terza parte del Compendio sugli
interrogativi morali vi siano risposte o comunque vi siano strade che
nell’ambito personale o nell’ambito sociale aiutano ad illuminare il pensiero
della Chiesa.
D. – Questo compendio è un
sussidio a cui tutti possono accedere?
R. – Io allargherei l’orizzonte,
come per altro il Santo Padre nella Introduzione fa, parlando di coloro che
sono innanzitutto i primi responsabili della catechesi, dai vescovi ai catecheti,
ai sacerdoti, ai laici che sono in una situazione di ricerca. Io credo, però,
che occorra una grande mediazione, un legame profondo con il cammino delle
Chiese locali quando si tratta di accostare ai fanciulli questo cammino, queste
indicazioni perché evidentemente il linguaggio non è un linguaggio che immediatamente
possa tradursi in una catechesi diretta per i fanciulli.
D. – Quindi anche uno strumento
per avvicinare il fedele al pastore?
R. – Questo senz’altro e quindi
c’è un riferimento che permette al fedele di trarre non solamente una buona
esortazione ma di cogliere come il pastore, quando enuncia la dottrina della
Chiesa enuncia qualche cosa che è anche al di sopra di lui, fa parte di questa
fede di tutta la Chiesa.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina l’Iraq dove non si fermano i brutali atti di violenza. A Baghdad
un attentato suicida ha provocato la morte di 24 bambini.
Nelle
vaticane, una pagina sul cammino della Chiesa in America.
Un
articolo di Felice Ruffini dal titolo “San Camillo de’ Lellis pellegrino devoto
al Miracolo Eucaristico di Lanciano”.
Nelle
estere, in riferimento alla strage a Londra un articolo dal titolo “Kamikaze in
Europa”: gli autori degli attacchi erano tutti giovani musulmani di
cittadinanza britannica.
Nella
pagina culturale, un articolo di Irene Iarocci dedicato al valore della saggezza,
dal mondo greco a quello orientale.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il terrorismo.
In rilievo
il tema della giustizia.
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13
luglio 2005
LO SVILUPPO E L’INTEGRAZIONE ECONOMICO-SOCIALE.
È STATO IL TEMA DISCUSSO NELLA III CONFERENZA
INTERNAZIONALE EUROMED
- Intervista con Bruno Ermolli -
Il
Mediterraneo e i Balcani sono le aree alle quali l’Unione Europea deve guardare
nell’ottica di una maggiore apertura. È quanto emerso nel corso della terza
Conferenza internazionale del “Laboratorio Euro-Mediterraneo”, che si è
conclusa ieri a Milano. Nato a Barcellona nel 1995 su iniziativa dell’Unione
Europea, il laboratorio EuroMed quest’anno ha visto il confronto fra 13 Paesi,
in un’ottica di sviluppo e integrazione economico-sociale. Discussa anche la
ripresa del progetto per la costituzione di una banca Euromediterranea, già
prevista negli accordi di Barcellona. Ma che potenzialità ha l’area del così
detto Mare Nostrum? Isabella Piro lo ha chiesto a Bruno Ermolli, presidente di
Promos, azienda speciale della Camera di Commercio di Milano per
l’internazionalizzazione, che quest’anno ha ospitato la Conferenza.
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R. – Il
bacino del Mediterraneo è un vero mosaico di culture, è un mosaico di religioni,
è un mosaico di aree economiche; è indispensabile premiare le eccellenze che
risiedono nel Mediterraneo, indipendentemente dalle differenze, perché questa
composizione consente di esprimere un’area ristrettissima, molte conoscenze e
molte possibilità di sviluppo sia nel campo sociale che nel campo economico.
D. –
Lei ha parlato di collaborazione nel senso di integrazione ...
R. –
Sviluppo economico e sviluppo culturale e sociale devono andare di pari passo.
Ecco la necessità di sviluppare da un lato le risorse finanziarie che possono
essere destinate ad investimenti nella costa sud-mediterranea da parte di
operatori italiani; abbiamo creato a questo proposito un Fondo che è destinato
proprio ad aiutare le piccole e medie imprese italiane ad insediarsi anche
nella costa sud-mediterranea e proprio in questo senso anche noi abbiamo
attivato la formazione di personale euro-mediterraneo in collaborazione con le
Camere di commercio di Napoli e di Venezia che coinvolge le Università, per
formare i primi 30 manager euro-mediterranei.
D. – Al
Convegno è stata presentata anche una ricerca realizzata in cinque città italiane
sul rapporto tra Islam e Italia. Dai dati emersi si deduce che il 61 per cento
degli italiani non avrebbe problemi a veder sorgere nella propria città una
moschea, il 69 per cento non è infastidito dall’ostentazione della fede altrui
e addirittura il 73 per cento si dice favorevole alle coppie di religione
mista. Questo che cosa significa, secondo lei?
R. – La
ricerca ha dimostrato che il popolo italiano incrementa sempre di più la
propria apertura e la propria comprensione del fenomeno e della religione
islamica. Naturalmente qui stiamo parlando di persone che sono in grado di
comprendere che possono esistere anche altre religioni e sono in grado di
rispettarle. Certamente, è necessario essere nella condizione di controllare il
fenomeno dell’immigrazione che non riguarda soltanto la costa sud-mediterranea.
D. –
Come si può arginare questo problema?
R. –
Questo fenomeno viene evitato nel momento in cui nelle terre di origine sia
evidente che esiste uno sviluppo economico, che esiste la possibilità di studiare,
di evolvere.
D. –
Secondo lei, dopo gli attentati di Londra il rapporto tra Italia e Islam cambierà?
R. –
Credo che tristemente qualche riflesso ci potrà essere. Siamo in realtà da
tantissimi anni in una situazione di disagio e di non dialogo che, evidentemente,
esiste.
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MIGLIAIA DI BAMBINI IN CONGO
ACCUSATI DI STREGONERIE E CACCIATI
DALLE FAMIGLIE:
LA DENUNCIA DELLL’OPERA DI
PROMOZIONE DELL’ALFABETIZZAZIONE NEL MONDO,
E DEI PADRI BIANCHI
- Con noi padre Daniele Lattuada e Joseph
Kukulù -
Migliaia di bambini
in Congo accusati di essere portatori di disgrazie e per questo cacciati dalle
famiglie: la denuncia viene dall’OPAM, l’opera di promozione
dell’alfabetizzazione nel mondo, in collaborazione con i Padri Bianchi. Anche diverse
organizzazioni umanitarie per la tutela dei diritti sui minori come “Save the
Children Italia”, cercano con i missionari di salvare questi piccoli. Il
servizio di Marina Tomarro:
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Vivere ai margini della società perché convinti di essere portatori di
disgrazie E’ la tragica situazione dei bambini considerati “stregoni” del
Congo. Padre Daniele Lattuada missionario in Congo e fondatore della comunità
Simba Ngai:
R. – Prima cosa, il bambino viene allontanato, magari non subito fisicamente,
ma viene privato del cibo, dell’istruzione… Di fronte a queste accuse di
stregonerie, il bimbo viene portato da uno stregone di una setta, il quale gli
farà degli esorcismi. Tra l’altro, come associazione Simba Ngai, che abbiamo
fondato, siamo entrati in possesso di parecchi dossier, all’interno dei quali
abbiamo saputo di bambini che venivano letteralmente malmenati. Prima di fare
gli esorcismi, i pastori davano medicine che provocavano vomito. Cose inverosimili…
D. – Una volta che finiscono in strada in che modo sopravvivono?
R. – I ragazzini in genere fanno piccoli lavoretti e a volte
rubano. Le ragazzine si portano dentro delle ferite enormi, spesso si prostituiscono
lungo il porto a Kinshasa. E per questo le ragazzine hanno più soldi. E’
difficilissimo riuscire a inquadrarle, a metterle in una struttura rigida, con
regole ben precise: preferiscono vivere in gruppo. Siamo arrivati alla seconda
generazione, quindi ragazzine che hanno partorito per strada e che vivono con i
figli. Nella sola Kinshasa, capitale
del Congo, sono oltre 30.000 i minori che vivono per strada. Ascoltiamo la
testimonianza di Joseph Kukulù, zio di uno di questi bambini:
R. – Mia sorella si
chiama Cristiana, ha sei figli e tra questi uno di loro è accusato di essere un
bambino stregone. Quindi, mia sorella insieme con il marito hanno cacciato il
figlio dalla loro casa. Da due anni il bambino abita per strada insieme ad
altri bambini.
D. – Cosa aveva
fatto di così grave questo bambino per essere incolpato di una cosa così assurda?
R. – Secondo loro,
questo bambino è la causa della disgrazia della famiglia. Quando qualcosa non
va bene dal punto di vista economico, della salute, la causa è il bambino.
D. – Tu hai notizie
di questo nipotino? Che cosa fa, dove dorme, dove vive?
R. – Io, purtroppo,
non ho nessuna notizia, a parte qualche telefonata che faccio ogni tanto a mia
sorella per chiedere del bambino. Non ho nessuna notizia. E mi dispiace tanto.
Se potessi salvare questo bambino, lo farei.
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13
luglio 2005
RICONCILIAZIONE CON IL PASSATO E SPERANZA PER IL
FUTURO
NELLA LETTERA DIFFUSA DAI
RAPPRESENTANTI
DELLE CHIESE CRISTIANE DELLO ZIMBABWE, PER IL
25.MO ANNIVERSARIO
DELL’INDIPENDENZA DEL PAESE AFRICANO DALLA
DOMINAZIONE BRITANNICA
- A cura di Roberta Moretti -
HARARE. = “Una chiamata alla
coscienza”: è il titolo della Lettera diffusa dai leader della Chiese dello
Zimbabwe, in occasione del 25.mo anniversario dell’indipendenza del Paese
africano dalla dominazione britannica, nel 1980. Nel documento, firmato dal
presidente della Conferenza episcopale del Paese, del Concilio della Chiese,
della Confraternita degli evangelici e dei leader delle altre confessioni
cristiane, si sottolinea che “per essere pienamente umani, occorre essere
liberi”. “Sarebbe stato meglio – si legge nel messaggio – riacquistare la nostra
libertà con metodi non violenti, ma ogni tentativo si è trasformato in
frustrazione”. Anche dopo l’indipendenza, si legge, “la violenza ha continuato
ad abitare in mezzo a noi”, generando una “violenta guerra civile”, “rapine”,
“furti”, stupri” e la conseguente “diffusione dell’AIDS/HIV”, specie tra le
donne. Ma accanto ai fallimenti, nel corso di questi 25 anni sono stati fatti
anche molti progressi nel campo dei servizi sanitari, dell’industria,
dell’agricoltura, dei servizi pubblici. Il “Giubileo d’argento è allora
un’occasione di “riposo”, per guardarsi indietro e, allo stesso tempo, per
proiettarsi nel futuro, affidandosi al “Dio delle Sorprese”. “Quanto è successo
– si legge nel documento – è avvenuto perché non abbiamo ascoltato la nostra
coscienza, che è la voce di Dio dentro di noi”. “Noi abbiamo seppellito la
nostra coscienza – continua il testo – perché era troppo scomodo vivere con essa.
Per sopravvivere, siamo ricorsi alla bugia, all’inganno e all’equivoco. Abbiamo
obbedito a degli ordini senza chiederci se ciò fosse giusto o sbagliato.
Abbiamo partecipato a pratiche commerciali che emarginavano i poveri”. I rappresentanti
delle Chiese dello Zimbabwe fanno allora un appello alla riconciliazione, “ascoltando
lo Spirito di Dio che dimora nei nostri cuori”. Riconciliarsi con il passato significa,
allora, intensificare le relazioni tra i due più grandi gruppi del Paese, i
Ndebele e gli Shona; superare le ostilità e il sospetto tra bianchi e neri;
accogliere e rispettare le minoranze. Il documento si chiude con un forte
invito alla speranza, dopo la grave crisi economica degli ultimi 5 anni nel
Paese: “Mentre il governo giocherà la sua parte nel favorire la creazione di
una Costituzione secondo le esigenze del popolo, considerando le esperienze
positive degli ultimi 25 anni, le Chiese dovranno impegnarsi ad accompagnare il
Paese verso la costruzione della pace, seguendo gli insegnamenti del Vangelo”.
DONATA UNA RELIQUIA DI SAN PIO
ALLA CHIESA DI WADOVICE.
PER L’OCCASIONE GEMELLAGGIO TRA PIETRELCINA E LA
CITTA' POLACCA
PIETRELCINA. = Una “reliquia
insigne” di San Pio, ovvero una striscia di stoffa intrisa di sangue con la
quale il frate di Pietrelcina si asciugava la ferita del costato, è stata
donata da padre Nazario Vasciarelli, vicario della Provincia monastica di
Foggia, al vice parroco della chiesa di Wadovice, dove venne battezzato Papa
Woityla. Per l’occasione si è creato, inoltre, un gemellaggio tra Pietrelcina,
paese natale del frate delle stimmate e la cittadina polacca. Madrina della
cerimonia è stata la signora Wanda Poldaska, la donna miracolata dopo che
l'allora vescovo Woityla scrisse una lettera a Padre Pio. Ad accompagnare la
donna a Pietrelcina c’era anche la delegazione del comune di Wadovice. La cerimonia
è stata preceduta da una Messa celebrata nella chiesa di Sant'Anna di
Pietrelcina, dove padre Pio fu battezzato. “Si realizza un sogno - ha
commentato padre Nazario - che abbiamo perseguito per cinque anni”. “La
donazione della reliquia di San Pio - ha aggiunto padre Nazario - sancisce
l'unione tra Papa Giovanni Paolo II e San Pio”'. Sia la signora Poldaska che la
delegazione di Wadovice dovrebbero essere tra gli ospiti della trasmissione
televisiva dedicata a San Pio che Raiuno trasmetterà questa sera in diretta da
Pietrelcina (R.A.)
leader
musulmani IN INDONESIA appoggiano l’appello di Benedetto XVI
contro
il terrorismo. “NESSUNA RELIGIONE PUO’ ACCORDARSI CON LA
VIOLENZA”
Jakarta. = “Nessuna
religione può accordarsi con la violenza”. Così si è espresso in una intervista
rilasciata all’agenzia di stampa AsiaNews, Azyumardi Azra, rettore
dell’Università islamica statale di Jakarta dove studiano migliaia di giovani
musulmani provenienti da ogni parte della penisola indonesiana. Secondo il
rettore, ogni leader religioso dovrebbe sottoscrivere l’appello lanciato da
Papa Benedetto XVI. “Io credo – ha ribadito Azra – che la Santa Sede abbia
sottolineato con forza un principio fondamentale di ogni credo religioso”.
Secondo il rettore l’appello papale è universalmente accettabile perché “dà
voce ad uno spirito di fratellanza, unità e pentimento. Sentimento che ogni
confessione dovrebbe provare di fronte a qualcosa di sbagliato”. Anche
Solahuddin Wahid, meglio conosciuto come Gus Solah, uno dei leader musulmani
più popolari in Indonesia, si è unito all’appello lanciato dal Papa domenica
scorsa ricordando che tra gli insegnamenti dell’Islam c’è quello di essere
buono con gli altri ed auspicando che “gli insegnamenti religiosi dell’Islam
tocchino i cuori dei terroristi. Nessuna religione insegna la violenza”. “Un
gruppo terrorista come Al Qaeda – aggiunge il leader musulmano – crede
nell’Islam, ma il loro modo di mettere in pratica gli insegnamenti è un deviazione
estremista. L’errore non è nei precetti religiosi, ma nella loro applicazione,
nella manipolazione a fini politici e interessi particolari”. (R.A.)
GOVERNO DEL MALAWI
PREOCCUPATO PER L’ALTO TASSO DI MORTALITÀ FEMMINILE.
TRA LE PRINCIPALI CAUSE IL PARTO E LE COMPLICAZIONI DURANTE LA GRAVIDANZA
MALAWI. = Oltre 1.100 decessi ogni 100 mila
donne. E’ questa l’allarmante statistica diffusa dal ministero per lo Sviluppo
economico e la Pianificazione del Malawi. Infatti, 1 madre su 30 in questo
Stato africano muore a causa del parto o per complicazioni durante la
gravidanza. Un tasso elevato di mortalità che pone il Malawi agli ultimi posti
nella classifica mondiale, seguito solo da Afghanistan, Angola e Sierra Leone.
La mortalità infantile, invece, raggiunge 104 casi ogni 1.000 dati. Lo stesso
ministro per lo Sviluppo economico e la pianificazione David Faiti ha definito
la situazione “molto preoccupante”. A proposito di salute femminile, il
responsabile governativo ha aggiunto che escludendo la gravidanza e il parto, è
la violenza la prima causa di morte tra le donne nella fascia di età tra i 15 e
i 45 anni, più di quanto ne uccida la malaria. Illustrando queste cifre, il
ministro ha annunciato l’avvio di una campagna governativa per migliorare la
salute delle donne. (R.A.)
ASCESA AL TRONO DI ALBERTO II
DI MONACO.
UNA SANTA
MESSA HA INAUGURATO LE PRIME CELEBRAZIONI IN ATTESA DELL’INCORONAZIONE UFFICIALE
PREVISTA PER IL 19 NOVEMBRE
MONACO.
= Il caldo abbraccio di seimila sudditi monegaschi. Così è stato accolto il
primo atto dell’ascesa al trono di Alberto II di Monaco, tre mesi dopo i
solenni funerali del padre, il principe Ranieri III. La Santa Messa nella
Cattedrale dell’Immacolata Concezione, officiata da mons. Bernard Barsi,
arcivescovo di Monaco, ha aperto ieri simbolicamente una celebrazione che verrà
ufficializzata il prossimo 19 novembre. In questa occasione ci saranno le
cerimonie solenni con la vera e propria incoronazione, alla presenza di personalità
di spicco internazionali. Mons. Bernard Barsi, durante l’omelia ha voluto
coinvolgere direttamente i cittadini monegaschi ricordando loro come ognuno
abbia “il dovere di riunirsi attorno a colui che da ora in poi guida il Principato”.
(R.A.)
SCOMPARSA A ROMA, ALL’ETÀ DI 66 ANNI,
L’ANTROPOLOGA, CECILIA GATTO TROCCHI: DA TEMPO SOFFRIVA
DI DEPRESSIONE,
IN SEGUITO ALLA MORTE DEL FIGLIO IN UN INCIDENTE
- A cura di Roberta Moretti -
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ROMA. =
Lutto nel mondo della cultura, per l’improvvisa scomparsa della studiosa, Cecilia
Gatto Trocchi, docente di Antropologia culturale all’Università di Chieti e
collaboratrice del Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Medicina Psicologica
de “La Sapienza” di Roma. L’antropologa, nota e stimata nell’ambiente accademico
per i suoi studi su magia ed esoterismo e conosciuta dal grande pubblico anche
per le frequenti apparizioni televisive, aveva 66 anni e negli ultimi tempi
soffriva di una forma depressiva, in seguito alla morte del figlio in un
incidente. La sua vita di antropologa è
divisa tra le ricerche effettuate in Italia e i viaggi in Africa, America
Latina e India, dove ha approfondito tematiche magico-simboliche, mitologie e
rituali primivitivi ancora intatti. A lei, inoltre, il merito di aver contribuito
ad analizzare, con il metodo dell’“osservazione partecipante”, gruppi magico-esoterici
e forme di sincretismo religioso. Tecniche, queste, che hanno permesso di indagare
sulle origini delle religioni e i comportamenti degli adepti a sette e
movimenti occulti. Punto di riferimento per politici, investigatori e giornalisti,
grazie ai suoi contributi alla lotta alle sette sataniche in Italia, la Gatto
Trocchi aveva creato di recente, in collaborazione con il comune
di Roma, uno “sportello per le sette sataniche”.
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- A cura di Eugenio Bonanata e Donika Lafratta -
Ennesima giornata di sangue a
Baghdad. Oggi nel mirino dei terroristi sono finiti 24 bambini che hanno perso
la vita in un attentato contro forze statunitensi. Il servizio di Eugenio Bonanata
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Un’atroce
strage di innocenti: 24 bambini, tutti di età compresa fra tra i 10 e i 13
anni, sono morti per l’esplosione di un’autobomba. Tutto è avvenuto nel quartiere
sudorientale della capitale. I piccoli erano accorsi per ricevere le caramelle
distribuite dai soldati americani quando un attentatore, con il suo veicolo
imbottito di esplosivo, si è lanciato contro il veicolo militare americano,
fermo al bordo della strada. Il kamikaze si è fatto saltare in aria, incurante
del fatto che in quel momento una folla di bambini, accerchiava i soldati. Secondo
fonti ospedaliere, ci sarebbero altri 18 bambini rimasti feriti. Tra le vittime
c’è anche un soldato statunitense, e altri tre sono rimasti feriti. Prosegue
comunque l’offensiva delle forze americane. La notte scorsa, infatti, il generale
Richard Myers ha annunciato la cattura del principale luogotenente di al-Zarqawi,
il capo di Al Qaida in Iraq. Non si arrestano, intanto le violenze fra sunniti
e sciiti nel Paese. Ieri sera una bomba è esplosa in una moschea sunnita a Jalowla,
nella parte orientale del Paese, uccidendo almeno due persone. Infine, ieri il
primo ministro iracheno Ibrahim Jaafari, riferendo al Parlamento ha affermato:
“Saranno gli iracheni stessi a stabilire il calendario del ritiro delle truppe
statunitensi dal Paese e non certo la volontà del terrore”.
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L’Iran potrebbe avere
responsabilità nell’attentato suicida in Israele che ieri ha provocato la morte
di 4 civili e il ferimento di un altra quarantina. Così il segretario alla
difesa americano, Donald Rumsfeld, che pur non avendo informazioni specifiche
sull’accaduto, ha ricordando come “Israele è uno degli obiettivi dichiarati di
Teheran”. L’attentato, condotto da un membro
alla Jihad Islamica, ha provocato una dura battuta d’arresto nel processo di
pace israelo-palestinese. Intanto, si susseguono le condanne dei leader
politici della regione. Il servizio di Graziano Motta:
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Per il presidente palestinese
Abu Mazen è stato commesso un crimine contro il suo popolo, con l’obiettivo
stupido – ha detto – di impedire il ritiro israeliano da Gaza e da altri insediamenti
di coloni in Cisgiordania. Così ha inteso rispondere al portavoce del primo ministro
Sharon, secondo cui l’Autorità e il governo palestinesi non stanno facendo
nulla per bloccare l’attività terroristica. “Noi vogliamo trattare onestamente
con i palestinesi, in risposta otteniamo terrorismo”. La condanna
dell’attentato è venuta anche dal Consiglio di Sicurezza dell’ONU e dal segretario
generale, Annan, nonché da Javier Solana a nome dell’Unione Europea, che ha
chiesto l’arresto e la punizione dei responsabili. Tre le reazioni israeliane
nelle ultime ore: la sospensione delle trattative tecniche con i palestinesi
per il ritiro da Gaza, il blocco dei transiti con i territori e un raid presso
la città di Tulkarem nel quale un poliziotto palestinese è stato ucciso ed uno
ferito.
Per la Radio Vaticana, Graziano
Motta.
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E intanto, proprio nella
striscia di Gaza, due europei - un britannico ed un austriaco – secondo la Radio
israeliana, sarebbero stati rapiti.
Clamorosa
svolta nelle indagini sugli attentati terroristici avvenuti a Londra giovedì
scorso. La Polizia britannica ha individuato il commando di kamikaze che ha
provocato le quattro esplosioni: gli autori degli attentati sarebbero cittadini
britannici. Per Blair, che ha parlato oggi alla Camera dei Comuni, “questo piccolo
gruppo di terroristi non deve essere considerato rappresentativo della comunità
islamica britannica”. Ora che si sa che gli attentatori erano musulmani nati e
cresciuti in Gran Bretagna, il premier britannico chiede alla gente la stessa
composta risposta data all’indomani degli attentati. Il servizio da Londra di
Sagida Syed:
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Giocava
a cricket. Era un ragazzo a posto, figlio di uno stimato commerciante pakistano
di Leeds. Questi i primi particolari che emergono su uno dei kamikaze, il
22.enne Shezad Tarviri. La Polizia ha anche dato un nome agli altri due
terroristi i cui corpi, probabilmente, giacciono tra quelli che la Scientifica
sta ancora identificando. Si tratta di un 19.enne, Assib Hussein, dato per
scomparso dalla famiglia lo scorso giovedì, e il 30.enne Mohammed Khan. Tutti e
tre erano originari di Leeds, dove la Polizia ha anche arrestato un familiare
di uno dei giovani. Scotland Yard, ora, è alla ricerca del quarto terrorista,
su cui si è aperta l’ipotesi che possa essere scappato dalla scena della strage.
Ma la convinzione è che qualcun altro abbia riempito di esplosivo gli zainetti
dei giovani britannici di origina pakistana e possa pianificare altri attacchi,
come ha dichiarato Charles Clarke, ministro degli Interni, che ha espressamente
chiesto ai leader islamici una profonda autocritica e un controllo della
propria gioventù. La conferma che i quattro terroristi erano di nazionalità britannica,
di origine pakistana, ha scioccato il Paese ed ha minato le fondamenta di una
società che si è sempre inorgoglita della propria multietnicità e ora si trova
a fare i conti con una gioventù islamica apparentemente integrata e che invece
è espressione di un conflitto culturale, ideologico e religioso ancora
irrisolto.
Da
Londra, per la Radio Vaticana, Sagida Syed.
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Sono circa 200 le perquisizioni
in corso su tutto il territorio italiano, condotte in ambienti islamici
radicali per un’operazione congiunta di Polizia e Carabinieri nell’ambito della
prevenzione antiterrorismo. Intanto, il ministro dell’Interno, Pisanu ha
affermato in Parlamento che “In Italia non servono leggi speciali per
combattere il terrorismo”. Il servizio di Giampiero Guadagni:
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“Allarme sì, panico no”: il
terrorismo islamico – ha detto Pisanu – bussa anche alle porte dell’Italia e
allora occorre adeguare gli strumenti di intelligence e rafforzare le
misure di sicurezza, in particolare il fermo di Polizia per consentire
l’identificazione di una persona passerà dalle attuali 12 a 24 ore. Ma – ha
aggiunto il ministro – tutto questo non deve stravolgere i diritti e la
democrazia. Dunque ‘no’ a leggi speciali e soprattutto ‘no’ allo scontro di
civiltà; bisogna dialogare con l’Islam moderato, afferma ancora il responsabile
del Viminale, ed evitare divisioni interne, anzi, ricercare la più larga concordia
politico-istituzionale. La risposta è arrivata dall’applauso al termine
dell’intervento di Pisanu che ha unito maggioranza e opposizione, con le
eccezioni – per motivi opposti – dei Comunisti italiani e della Lega.
Per la Radio Vaticana, Giampiero
Guadagni.
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L’ECOFIN, la riunione dei
ministri delle Finanze europei, svoltasi ieri a Bruxelles, ha confermato nel
documento finale le annunciate misure antiterrorismo in Europa. L’obiettivo è
assicurare ai Paesi dell’Unione sistemi efficaci per congelare i fondi dei
terroristi. La nuova legislazione richiede, inoltre, che i trasferimenti elettronici
di denaro siano accompagnati da informazioni sull’identità del mittente. Via
libera, inoltre, alla raccomandazione per deficit eccessivo nei confronti
dell’Italia, a cui è stato concesso di rientrare nei Parametri di Maastricht entro il 2007.
Disastro ferroviario in
Pakistan. È di almeno 150 morti e un migliaio di feriti il bilancio della
sciagura ferroviaria che ha visto coinvolti all’alba di oggi nel sud del Paese
tre convogli passeggeri entrati in collisione nella stazione di Ghotki, una piccola
località, a 430 chilometri a nord-est del porto di Karachi. Le squadre di
soccorso stanno tuttora estraendo nuovi cadaveri dalle lamiere dei 17 vagoni accartocciatisi
nello schianto.
Termina oggi in Corea del Sud il
viaggio in Asia del segretario di Stato americano. Condoleeza Rice ha
affrontato nuovamente la spinosa questione del nucleare nordcoreano ribadendo
la volontà degli Stati Uniti di lavorare affinché i prossimi negoziati
multilaterali, fissati per il 27 luglio a Pechino, possano portare a risultati
concreti. La soluzione della crisi potrebbe arrivare dalla Corea del Sud: Seul
ha infatti proposto a Pyongyang massicce forniture di energie elettrica a
partire dal 2008 a condizione che il regime comunista rinunci alle sue
ambizioni nucleari.
Assume proporzioni epocali il
bilancio dell’attacco sferrato ieri poco dopo l’’alba, al villaggio di Turbi
nel Kenya settentrionale. Secondo fonti locali le vittime accertate sarebbero
circa 70. Gli scontri, che hanno opposto le tribù rivali dei Borana e dei
Gabra, sono legati alla continua ed estenuante lotta per l’acqua e per i
terreni più fertili.
Sale nuovamente la tensione in
Burundi dove la scorsa notte, nel corso di un incursione di un gruppo di
ribelli delle Forze nazionali di liberazione (FNL) nel comune di Bukey, hanno
perso la vita sei persone. Tra le vittime cinque ribelli e un civile.
Dall’inizio della guerra civile nel 1993, questa è la prima volta che le Forze
nazionali di liberazione, intervengono in questa parte del Paese. Secondo il portavoce
dell’Esercito nazionale il movimento starebbe cercando di estendere il conflitto
anche in altre province. Ieri intanto, fonti militari avevano annunciato
l’esecuzione, da parte delle del FNL, di 14 civili nella parte occidentale del
Paese.
Quattro esplosioni sono state
avvertite ieri in Spagna, nei pressi di una centrale elettrica nei Paesi
Baschi. La radio di Stato ha riferito che non ci sono feriti. L’attentato era
stato preannunciato dai separatisti dell’ETA con una telefonata di avvertimento
al giornale “Gara”. Dopo la telefonata la Polizia spagnola ha avuto il tempo di
far allontanare il personale in servizio.
In Afghanistan la guerriglia
taleban continua a prendere di mira i religiosi islamici filogovernativi.
Questa mattina, infatti, un esponente religioso è stato ucciso a colpi d'arma
da fuoco a Lashkargar, nella provincia meridionale di Helmand. Mawlavi Saleh
Mohammad è il quarto religioso a cadere sotto i colpi della guerriglia dal mese
di maggio. Intanto il governo australiano ha annunciato che a partire dal mese
di settembre invierà un nuovo contingente militare, in Afghanistan, per
coadiuvare le truppe statunitensi nella lotta alla rete terroristica di Al
Qaeda.
Piccolo imprevisto a poche ore
dalla partenza di Discovery. Ieri, infatti, lo shuttle, è stato danneggiato dal
distacco di un finestrino che ha incrinato una delle tegole termiche. Due anni
e mezzo dopo la tragedia del Columbia, e dopo mesi di ricerche e rinvii, il
lancio, dovrebbe, comunque, essere effettuato alle 15:51, ora locale, le 21:51
in Italia.
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