RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 187 - Testo della trasmissione di mercoledì 6 luglio 2005

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Un sempre più generoso impegno per testimoniare in Europa i valori cristiani: l’auspicio di  Papa all’udienza, in Piazza San Pietro, affollata di fedeli in un clima di festa estivo

 

Storia e Cristianesimo: il contributo del Pontificio Comitato di Scienze Storiche al XX Congresso internazionale delle scienze storiche, in corso a Sydney, in Australia: ai nostri microfoni mons. Walter Brandmüller e la prof.ssa Lucetta Scaraffia

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Scontri tra frange estremiste dei no global e forze dell’ordine a Gleneagles, che da stasera ospita i grandi del mondo riuniti per il G8

 

A Londra le Olimpiadi del 2012. La scelta del CIO stamani a Singapore

 

Nuovi mezzi di comunicazione per accompagnare i giovani durante il cammino vocazionale: se ne è parlato ’incontro del Comitato delle Conferenze episcopali europee sulle vocazioni, in Slovacchia: ai nostri microfoni il cardinale Zenon  Grocholewski

 

Il fascino senza tempo dell’India, raccontato nella mostra pittorica e fotografica inaugurata ieri alle scuderie del Quirinale di Roma: ce ne parla Antonio Martinelli

 

In anteprima mondiale, questa sera apre la stagione estiva dell’Accademia di Santa Cecilia, alla Cavea dell’Auditorium di Roma, The Passion Symphony di John Debney: intervista con il compositore.

 

CHIESA E SOCIETA’:

In vista della Giornata Mondiale della Gioventù, pellegrinaggio dei giovani tedeschi con la croce della GMG da Dresda a Colonia

 

Si apre oggi in Mali il Forum della gente

 

Aperta a Bogotà la 79.ma Assemblea plenaria dei vescovi colombiani  

 

In corso in Indonesia, fino a maggio del 2007, le celebrazioni per i 200 anni dell’arcidiocesi di Giakarta

 

In Ciad, dove è imminente l’inizio della stagione delle piogge, migliaia di rifugiati provenienti dalla Repubblica Centrafricana rischiano di non poter più ricevere gli aiuti umanitari

 

Incontro nazionale dei direttori degli uffici diocesani di pastorale, apertosi oggi a Grosseto

 

24 ORE NEL MONDO:

Ancora un proclama via internet del leader di Al Qaeda in Iraq, Al-Zarqawi, che lancia un ulteriore appello alla Jihad.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

6 luglio 2005

 

 

UN SEMPRE PIU’ GENEROSO IMPEGNO

PER TESTIMONIARE IN EUROPA I VALORI CRISTIANI:

L’AUSPICIO DI BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE, IN PIAZZA SAN PIETRO,

AFFOLLATA DI FEDELI IN UN CLIMA DI FESTA ESTIVO

 

Circa ventimila i pellegrini raccolti stamane in piazza San Pietro per ascoltare la catechesi del Papa all’udienza generale, l’ultima prima della partenza lunedì prossimo per le vacanze in Val d’Aosta. Lo sventolio allegro di bandiere, striscioni, cappelli colorati oltre a festosi cori hanno accompagnato il passaggio di Benedetto XVI, che ha attraversato lentamente la piazza a bordo della sua camionetta bianca e che si è soffermato a lungo a salutare i fedeli prima di rientrare nel Palazzo apostolico. Emozione particolare intorno alla Fiaccola benedettina, giunta da Mosca, che il Santo Padre ha accolto con entusiasmo. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

**********

“Carissimi, possa questa suggestiva iniziativa suscitare un sempre più generoso impegno nel testimoniare in Europa i valori cristiani”.

 

E’ arrivata ieri sera a Roma la Fiaccola per la pace “Pro Europa Una”, quest’anno proveniente da Mosca, dove ha portato idealmente alla Chiesa ortodossa russa il messaggio di solidarietà, dialogo e amicizia di San Benedetto da Norcia. Dopo aver fatto tappa in Germania, prima nel monastero di Ottobeuren e poi nel villaggio Marktl am Inn che ha dato i natali a Benedetto XVI, la Fiaccola, accompagnata da una delegazione guidata dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, Riccardo Fontana, ha sostato oggi quale “segno simbolico di pace” presso le Tombe degli Apostoli, per poi proseguire attraverso i luoghi cari alla spiritualità benedettina verso Norcia, dove giungerà domenica prossima.

 

Dedicata all’Inno “Dio Salvatore”, la catechesi del Papa, ha commentato la Lettera di San Paolo agli Efesini, soffermandosi sui concetti di “santità” e “filiazione”, tappe del piano salvifico che rivela “il grande progetto segreto che il Padre aveva custodito in se stesso fin dall’eternità”. Il primo gesto divino è dunque “l’elezione dei credenti”, “un’iniziativa libera e gratuita” del Signore, per cui siamo “trasferiti nell’orizzonte sacro e vitale di Dio stesso”, cui segue “la nostra predestinazione” ad essere “figli di Dio”. Tutto ciò implica “la fraternità con Cristo”, e “l’intimità” con il Padre celeste, che ci ha fatto un “dono immenso”, ha sottolineato il Papa richiamando una riflessione di Sant’Ambrogio:

 

“Chi è ricco, se non il solo Dio, creatore di tutte le cose? Ma è molto più ricco di misericordia, poiché ha redento tutti e – quale autore della natura – ha trasformato noi, che, secondo la natura della carne, eravamo figli dell’ira e soggetti al castigo, perché fossimo figli della pace e della carità”.

 

Una benedizione particolare il Santo padre ha rivolto ai numerosi fedeli polacchi presenti in piazza, a sottolineare l’apertura la scorsa settimana del processo di beatificazione di Giovanni Paolo II.

 

Infine un accenno al periodo estivo, “tempo di sano svago e di meritato riposo”, ha ricordato Papa Ratzinger:

 

“Invito voi, cari giovani, ad approfittare dell’estate per utili  esperienze umane e religiose. Auguro a voi, cari malati, di sentire anche in questi mesi la vicinanza di persone amiche e familiari. E a voi, cari sposi novelli, rivolgo l’invito ad utilizzare le vacanze per crescere nell’amore reciproco illuminato dalla gioia divina.”

**********

 

 

STORIA E CRISTIANESIMO:

IL CONTRIBUTO DEL PONTIFICIO COMITATO DI SCIENZE STORICHE

AL XX CONGRESSO INTERNAZIONALE DELLE SCIENZE STORICHE,

IN CORSO A SYDNEY, IN AUSTRALIA

- Interviste con mons. Walter Brandmüller e la prof.ssa Lucetta Scaraffia -

 

Umanesimo e natura della storia; il mito e la storia; guerra, pace, società e ordine internazionale della storia: sono i tre ambiti di discussione in cui si articola il XX Congresso internazionale di Scienze Storiche, in corso a Sydney fino al 9 luglio. La Santa Sede è presente all’evento tramite una delegazione del Pontificio Consiglio di Scienze Storiche. Il servizio di Roberta Moretti:

 

**********

Un appuntamento di prestigio cui partecipano quasi mille studiosi di tutto il mondo. Il Congresso è occasione di incontro e di confronto sulle nuove frontiere della ricerca storica, dagli ambiti di indagine alle metodologie. Di rilievo, in questo senso, è il contributo scientifico del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, come afferma il suo presidente:

 

“Il Pontificio Comitato di Scienze Storiche potrà mettere in evidenza l’importanza del Cristianesimo per lo sviluppo della storia umana. Questo risulta essere di particolare importanza proprio perché negli ultimi decenni la storiografia si è soffermata soprattutto sugli aspetti economici, sociologici e politici della storia. Gli aspetti umani e religiosi sono stati invece sempre più emarginati”.

 

Ma anche alla stessa storia del Cattolicesimo si può guardare in modo diverso, come afferma la prof.ssa Lucetta Scaraffia, docente di Storia Contemporanea all’Università “La Sapienza” di Roma:

 

“C’è bisogno di fare una storia del Cattolicesimo – direi – più globalizzata, mondiale e quindi meno legata alle vicende della Curia pontificia. Manca, ad esempio, ancora totalmente, una storia delle missioni, che nell’Ottocento e Novecento hanno creato dei legami di solidarietà con i popoli del terzo mondo in un’epoca in cui il colonialismo invece vigeva e quindi vigevano dei legami molto più duri tra i Paesi europei e il resto del mondo”.

 

La globalizzazione, dunque, può alimentare e arricchire le scienze storiche, aprendo nuovi fronti di studio. Ancora la prof.ssa Scaraffia:

 

“Le ricchezze sono appunto quelle di superare la dimensione nazionale, di leggere cioè i problemi su basi molto più vaste. Sono ormai pochi gli storici che si mantengono nei limiti della storia del proprio Paese. Direi che anche la religiosità è tornata ad essere un tema interessante da studiare, importante. Il problema è che molto spesso viene studiata come un qualcosa in via di esaurimento, mentre invece si trascura la vitalità straordinaria che la Chiesa cattolica ha ancora oggi”.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina la catechesi dell'udienza generale.

Sempre in prima il Vertice del "G8": i poveri del mondo attendono risposte concrete. Alla vigilia dell'apertura dei lavori un rapporto dell'ONU denuncia gli scarsi interventi di sostegno ai Paesi sottosviluppati anche in Asia e nel Pacifico.

Aiutare l'infanzia per dare una speranza al futuro: è l'appello lanciato dai partecipanti al "summit" internazionale dei bambini organizzato dall'UNICEF in Scozia.  

 

Vaticane: è dedicato alla "Novo Millennio Ineunte" il primo volume del 2005 della rivista "PATH", della Pontificia Accademia di Teologia. Al riguardo, viene pubblicato il testo dell'editoriale a firma di Mons. Piero Coda, Prelato Segretario dell'Accademia. 

 

Nelle estere, Iraq: il gruppo che fa capo al terrorista giordano Al Zarqawi rivendica il sequestro dell'Ambasciatore egiziano a Baghdad.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Biagio Buonomo sulla nuova edizione dell'opera di John Henry Newman "L'idea di Università".

Un articolo di Andrea Colombo in merito alla mostra romana "Malevic, oltre la figurazione, oltre l'astrazione", al Museo del Corso.

 

Nelle pagine italiane, il Presidente Ciampi contestato a Strasburgo: non si spengono le polemiche, dopo la gazzarra leghista al Parlamento europeo.

 

=======ooo=======

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

6 luglio 2005

 

SCONTRI TRA FRANGE ESTREMISTE DEI NO GLOBAL E FORZE DELL’ORDINE

A GLENEAGLES, CHE DA STASERA OSPITA I GRANDI DEL MONDO RIUNITI PER IL G8. INTANTO, IERI, DAL VERTICE DELL’UNIONE AFRICANA, IN LIBIA

SONO EMERSE RICHIESTA PRECISE

 

Le previsioni della vigilia hanno trovato subito conferma: nella giornata di apertura del G8 a Gleneagles, in Scozia, stamattina si sono verificati i primi scontri tra polizia e frange estreme dei No Global. I manifestanti hanno cercato di violare la cosiddetta “zona rossa”, l’area che da stasera ospiterà i leader dei Paesi più industrializzati del mondo. Il servizio di Sagida Syed:

 

**********

Centinaia di giovani hanno cominciato a muoversi verso la tenuta dove si terrà il Vertice minacciando violenze su cose e persone, nonostante la presenza di oltre 10 mila poliziotti. E, intanto, da questa sera i leader degli otto grandi Paesi più industrializzati, dopo la cena ufficiale con la regina Elisabetta, affronteranno i temi di un’agenda ambiziosa. Domani mattina con gli otto ‘grandi’ seguiranno i leader dei cinque Paesi che per importanza non si potevano ignorare: Cina, India, Messico, Brasile e Sudafrica. Gli I temi saranno l’economia internazionale, con il prezzo del petrolio quale tema d’obbligo, e quindi l’argomento più spinoso del summit: i cambiamenti di clima. Come noto, c’è un dissenso di fondo fra gli Stati Uniti, che non hanno firmato il trattato di Kyoto, e gli altri Paesi che lo hanno firmato, anche se non tutti riescono a rispettarne i tempi previsti. Ma Washington questa volta potrebbe accettare un compromesso. La giornata si concluderà con il tema del Medio Oriente, su cui ci sarà una relazione di James Watson, rappresentante del quartetto sullo sgombero israeliano da Gaza. Venerdì si parlerà del tema che ha più scaldato i cuori con il concerto Live 8: l’Africa con la cancellazione dei debiti e l’apertura al commercio dei Paesi in via di sviluppo.

 

Per la Radio Vaticana, Sapida Syed

**********  

 

Mentre in Scozia si stanno per affrontare i temi dell'economia globale, degli aiuti alle nazioni sottosviluppate e delle politiche, al vertice dell’Unione Africana in Libia, ieri, i capi di stato e di governo del continente hanno chiesto la totale cancellazione del debito per tutti i Paesi africani senza distinzione. Hanno inoltre invocato un calendario preciso per la soppressione delle imposte agricole che gravano sull’economia africana e ostacolano gli scambi commerciali. Sempre, ieri, altra occasione particolare per un dibattito sulle problematiche africane a Londra. Il servizio di Giulio Albanese:

 

**********

         Blair ha inviato ieri un messaggio registrato al vertice delle iniziative imprenditoriali per l’Africa, apertosi a Londra, alla presenza di leader africano e dirigenti di industria internazionali. “E’ chiaro – ha spiegato Blair – che il nostro impegno sull’Africa sta già avendo un impatto, ma farò pressioni per il miglior pacchetto possibile durante il G8”. Al vertice imprenditoriale di Londra sono presenti il presidente della Nigeria, Olusegun Obasanjo; il presidente dello Zambia, Levy Mwanawasa; il ministro delle Finanze del Sudafrica, Trevor Manuel; e, il ministro britannico per lo sviluppo internazionale Hillary Ben. Si è parlato ieri di governments, di investimenti alla luce soprattutto delle indicazioni emerse dal Rapporto sull’Africa, stilato recentemente da una commissione ad hoc voluta dal premier britannico. Sta di fatto che la società civile, le associazioni, i gruppi ed i movimenti presenti in Africa chiedono il rispetto delle regole in rapporto soprattutto al crescente divario tra ricchi e poveri. Un continente dove la parola privatizzazione è divenuta sinonimo di svendita delle immense risorse minerarie africane.

 

         Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

**********

 

 

A LONDRA LE OLIMPIADI DEL 2012.

LA SCELTA DEL CIO STAMANI A SINGAPORE

 

E’ Londra la città scelta dai delegati del Comitato Olimpico Internazionale, riuniti a Singapore, per le Olimpiadi del 2012. Candidate erano anche Parigi, New York, Madrid e Mosca. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

**********

I Giochi Olimpici del 2012 si svolgeranno a Londra. Tutto secondo pronostico, dunque, considerando che la lunga tornata sportivo-elettorale ha, dapprima, portato all’eliminazione di Mosca, che avrebbe voluto mostrare il nuovo volto della città dopo l’edizione sovietica boicottata del 1980, e poi di New York. Ultima a resistere Madrid. Nel voto finale, fra Parigi e Londra, l’ha spuntata la capitale britannica. E proprio le due città, che già hanno ospitato due edizioni olimpiche a testa, 1900 e 1924 i francesi, 1908 e 1948 i britannici, erano alla vigilia le sedi più accreditate per succedere a Pechino che, invece, sarà sede dei Giochi nel 2008.

 

Ma ecco i numeri di quella che si preannuncia un’edizione tutta da scoprire e che si disputerà dopo gli attesissimi Giochi cinesi. Londra ha una popolazione di oltre 7 milioni di abitanti, se consideriamo anche il popoloso circondario, ed ha destinato alle Olimpiadi un budget di 2 miliardi e mezzo di dollari. I Giochi “made in England” dovrebbero svolgersi soprattutto ai confini della città, dove sorgerà anche il villaggio olimpico. Il progetto passa per la riqualificazione della zona periferica dell'East End. Alcuni eventi dovrebbero, inoltre, essere allestiti in luoghi altamente simbolici, come Hyde Park. Già si sta lavorando per potenziare ulteriormente il sistema dei trasporti, già messo a dura prova dal traffico ordinario, e per modernizzare la storica ma vetusta linea metropolitana. La capitale britannica ha dovuto rinunciare alla corsa per i Mondiali di Atletica Leggera del 2005 a causa dei problemi finanziari che hanno ritardato la costruzione di un nuovo stadio, ma questa volta ce l’ha fatta e per un obiettivo ben più prestigioso. Grande la soddisfazione del sindaco Livingstone, ma soprattutto del premier britannico Blair, che ha accompagnato e sostenuto a Singapore lo staff olimpico londinese. Un “totoolimpiadi” emozionante e incerto sino all’ultimo che ha premiato, dunque, una sede di altissimo prestigio. Insomma, forse non sarà una sorpresa come fu Pechino 2008, ma Londra 2012 sarà, comunque, una degna sede per ospitare il più importante evento sportivo mondiale.

**********

 

 

NUOVE SFIDE E NUOVI MEZZI DI COMUNICAZIONE

PER ACCOMPAGNARE I GIOVANI DURANTE IL CAMMINO VOCAZIONALE.

 QUESTI I RISULTATI DELL’INCONTRO DEL COMITATO

 DELLE CONFERENZE EPISCOPALI EUROPEE SULLE VOCAZIONI, IN SLOVACCHIA

- Intervista con il cardinale Zenon Grocholewski -

 

Tante e diverse le iniziative promosse dalle Chiese nazionali per aiutare i giovani a scoprire la propria vocazione: è quanto emerso dall’incontro promosso dal Comitato delle conferenze episcopali europee che si è tenuto nei giorni scorsi in Slovacchia. Nel corso delle diverse sessioni, i sessanta partecipanti, provenienti da diversi Paesi europei, hanno avuto modo di condividere le proprie esperienze e di discutere su come raccogliere la sfida della nuova era mediatica sfruttando i mezzi di comunicazione per crescere nel cammino vocazionale. I partecipanti, inoltre, hanno dato appuntamento a Colonia a tutti i giovani interessati. Nell’ambito della Giornata mondiale della Gioventù, infatti, diversi incontri sono previsti per i seminaristi di tutto il mondo. Al microfono di Jean-Baptiste Sourou, il cardinal Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, ci parla della realtà vocazionale in Asia:

 

**********

R. – L’Asia è un immenso continente con tante potenzialità, al quale la Chiesa guarda con fiducia. Giovanni Paolo II ha detto che il primo millennio ha portato Cristo in Europa, il secondo millennio in America e in Africa, il terzo millennio in Asia. L’Asia ha molti elementi positivi di tolleranza, di spiritualità, di preghiera.

 

D. - Quali sono, a suo avviso, li sfide oggi per le vocazioni sacerdotali e religiose?

 

R. – Penso che si tratti di sfide diverse. Una di queste sfide è la grande secolarizzazione. I giovani sono troppo distratti da tanti divertimenti, dagli impegni, dal progresso. Molto spesso manca il tempo di pregare. L’uomo si realizza nel contatto con Dio. Noi dobbiamo insegnare alla gente a staccarsi un po’ dalla televisione, dalla radio, dal chiasso esterno per rientrare in se stessi. Un secondo problema è connesso al primo. Quando non si prega ci si allontana da Dio. Tutto si vede soltanto alla luce di questa vita e si perde la grande dimensione dell’eternità. La terza sfida, che mi sembra riguardi di più la vita interna della Chiesa, è la perdita dell’identità del sacerdozio ministeriale. Si parla di vocazioni come se fossero tutte uguali. Questo è uno sbaglio sia teologico, sia pastorale. E’ovvio che ogni vita cristiana è una vocazione, è una risposta alla chiamata di Dio, ma tutte queste vocazioni sono ancorate nel battesimo, nel sacerdozio comune. Anche la vita religiosa è un’attuazione del Battesimo. Il Concilio Vaticano II, però, ha insegnato che il sacerdozio comune e il sacerdozio ministeriale, che è rapportato ad un altro sacramento, si differenziano non soltanto per grado, ma per essenza. Dunque la vocazione al sacerdozio ministeriale non si pone accanto alle altre vocazioni, ma al servizio di tutte le altre vocazioni. Il sacerdozio ministeriale è necessario perché si realizzino tutte le altre vocazioni. Quando non si ha chiaro in mente chi è il sacerdote e la necessità assoluta del sacerdote per la vita e lo sviluppo della Chiesa, allora le vocazioni al sacerdozio declinano.

**********

 

 

IL FASCINO SENZA TEMPO DELL’INDIA, RACCONTATO NELLA MOSTRA

 PITTORICA E FOTOGRAFICA INAUGURATA IERI

ALLE SCUDERIE DEL QUIRINALE DI ROMA

- Con noi, Antonio Martinelli -

 

Un omaggio alla cultura indiana, alla sua storia, al suo popolo. Si presenta così la mostra romana alle Scuderie del Quirinale, intitolata “Passaggi in India, ieri e oggi”. La rassegna, inaugurata ieri offre 73 acquetinte del XVIII secolo di Thomas e William Daniell, accompagnate da altrettante fotografie contemporanee di Antonio Martinelli. Sulla ricca esposizione, patrocinata dall’Unesco e dal presidente della Repubblica italiana, il servizio di Alessandro Gisotti:

 

**********

(Musica)

 

India, un fascino che il tempo non intacca: palazzi, città, templi e paesaggi naturali raccontati ieri attraverso le acquetinte di due artisti britannici; oggi, dagli scatti di un fotografo italiano. La mostra “Passaggi in India” è un viaggio ricco di fascino che inizia nel 1788, quando gli inglesi Thomas e William Daniell, zio e nipote, iniziano le loro peregrinazioni lasciando Calcutta per seguire il corso del fiume Gange. Due secoli dopo, tra il 1995 e il 1997, Antonio Martinelli ripercorre gli stessi luoghi. Un’esperienza sorprendente, come lo stesso Martinelli confessa ai nostri microfoni:

 

Un’emozione, la mia, nel poter ritrovare tante volte lo stesso punto di vista e dirmi ce l’ho fatta! Perché non è stato sempre così semplice e automatico, anche se ero aiutato dall’immagine. Sapevo che esisteva da qualche parte e che avrei trovato un giorno o l’altro il luogo corrispondente, perché ero convinto dell’esattezza e della fedeltà dell’opera e del lavoro dei Daniell.

 

Dal confronto delle due visioni artistiche, l’acquatinta e la fotografia, scaturisce una documentazione straordinaria del patrimonio ambientale e architettonico indiano. Colpisce soprattutto l’accuratezza dei dettagli nelle acquetinte dei Daniell. Una maestria su cui si sofferma Martinelli:

 

I Daniell hanno utilizzato lo strumento ottico e fisico che si chiama camera oscura ed erano un po’ limitati da questo che gli imponeva di ottenere un’immagine fedelissima della realtà che, attraverso un obiettivo e proiettata sul fondo di questa camera su un foglio bianco, erano obbligati a ricalcare come una fotografia. Evidentemente, arrivando in India 70 anni prima dell’invenzione della pellicola fotografica, l’unico modo per registrare quest’immagine che avevano loro a disposizione, era la matita e il disegno.

 

A fine settecento come oggi, l’India affascina e calamita l’interesse degli Europei:

 

Il fascino lo vediamo perché, a parte il motivo economico che ha spinto gli occidentali, gli europei a recarvisi, c’è comunque l’aspetto del viaggio lontano, dell’esotico che ha sempre attirato i viaggiatori. Iil nostro bisogno di “altro” ci porta in India.

 

La mostra, che si conclude il 2 ottobre, è accompagnata da una rassegna cinematografica di film indiani.

 

(Musica)

**********

 

 

IN ANTEPRIMA MONDIALE, QUESTA SERA APRE LA STAGIONE ESTIVA

DELL’ACCADEMIA DI SANTA CECILIA, ALLA CAVEA DELL’AUDITORIUM DI ROMA,

 THE PASSION SYMPHONY DI JOHN DEBNEY,

COLONNA SONORA DEL FAMOSISSIMO FILM DI MEL GIBSON

SULLE ULTIME ORE DELLA VITA TERRENA DI CRISTO

 

In anteprima mondiale, per l’inaugurazione della stagione estiva dell’Accademia di Santa Cecilia, sarà eseguita questa sera alla Cavea dell’Auditorium di Roma The Passion Symphony del compositore americano John Debney. Si tratta di una sintesi tratta dal famosissimo film di Mel Gibson sulle ultime ore della vita terrena di Cristo. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

**********

E’ stato sicuramente uno degli eventi cinematografici più dibattuti degli ultimi anni, uno dei film più amati e controversi: The Passion of the Christ di Mel Gibson. Ma, per i meno attenti, la forza delle immagini ha spesso offuscato la bellezza della musica. Ora finalmente John Debney, autore dell’intensa colonna sonora, presenta al pubblico romano la sua The Passion Symphony, ossia sette movimenti, con alcune rielaborazioni musicali appositamente scritte, tratti dai momenti più intensi della pellicola sulla passione di Gesù. Ma quanto la musica può aver contribuito artisticamente al successo del film? Abbiamo chiesto l’opinione dello stesso compositore:

 

R. – THE MUSIC PLAYED A VERY…

Credo che la musica abbia giocato un ruolo molto importante nel film perché tutti gli attori parlavano usando una lingua morta. Quindi, la musica ha giocato un ruolo leggermente diverso rispetto ad una normale colonna sonora. Per questo io e Mel Gibson siamo riusciti a lavorare molto vicini insieme e a creare differenti atmosfere musicali per le differenti parti del film.

 

D. - Maestro, quanto il potere delle immagini ha influenzato il suo lavoro di composizione?

 

R. – THEY INSPIRED ME…

Mi hanno ispirato. Mi hanno commosso. Mi hanno in alcuni momenti colpito potentemente e quindi mi hanno sollecitato a cercare di dare assolutamente il meglio di me, il massimo che potevo dare. E questo proprio grazie all’impatto pieno di ispirazione di quelle immagini.

 

D. – Qual è stato il momento più difficile, o la parte più difficile del suo lavoro?

 

R. – I THINK THE MOST DIFFICULT…

Penso che il momento più difficile o la parte più difficile del mio lavoro sia stato semplicemente lavorare ogni giorno in un film così potente. Ci sono state molte giornate in cui ho dovuto letteralmente fermarmi, leggere, farmi una passeggiata o un giro in macchina, tanto per schiarirmi le idee. Le immagini sono così potenti e pregne che è stato veramente un viaggio pieno di emozioni, a tratti molto difficile, e molte volte estremamente suggestivo, estremamente edificante.

**********

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

6 luglio 2005

 

 

 

IN VISTA DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’,

PELLEGRINAGGIO DEI GIOVANI TEDESCHI CON LA CROCE DELLA GMG

 DA DRESDA A COLONIA

 

COLONIA. = 40 giorni di cammino, 750 chilometri di percorso e una media di venti chilometri al giorno. Sono alcuni dati del pellegrinaggio a piedi con la Croce della Giornata mondiale della Gioventù da Dresda a Colonia. Il pellegrinaggio, organizzato a conclusione del periodo di preparazione alla GMG, è rivolto a giovani tra i 18 e i 30 anni. Il lungo cammino inizierà venerdì prossimo e si concluderà il 16 agosto con l’arrivo della Croce nel luogo della Messa di apertura. Itinerario e contenuti del pellegrinaggio si ispirano ai Magi: anche i giovani cristiani del terzo millennio si dirigono infatti da Oriente a Occidente, seguendo antiche vie di pellegrinaggio per incontrare il Re del mondo al termine del loro viaggio. La Croce della GMG è stata consegnata il 13 aprile del 2003, in piazza San Pietro, ad un gruppo di giovani tedeschi da una delegazione di ragazzi canadesi. (A.L.)

 

 

 

LO SVILUPPO DEI PAESI AFRICANI E LA CRISI

DEL SETTORE DELLA PRODUZIONE DEL COTONE IN AFRICA:

 ALCUNI DEI TEMI AL CENTRO DEL FORUM DELLA GENTE, CHE SI APRE OGGI IN MALI

 

BAMAKO. = In concomitanza con l’inaugurazione in Scozia del summit del G8, si apre oggi a Fana, in Mali, il “Forum della gente”. L’iniziativa, alla quale aderiscono duemila rappresentanti di organizzazioni africane, americane ed europee, prevede conferenze e dibattiti sulle opportunità di sviluppo in Africa. Obiettivo del vertice è quello di mettere i governi africani e quelli dei Paesi ricchi di fronte alle loro responsabilità. Il “Forum della gente” intende anche ribadire il proprio ‘no’ alle privatizzazioni selvagge delle filiere di cotone e allo squilibrio commerciale tra il Nord e il Sud del mondo. Gli interventi dei relatori si concentreranno in particolare sul dumping, pratica economica adottata soprattutto dai Paesi ricchi per consentire, attraverso sussidi, la vendita di uno o più prodotti  ad un prezzo molto basso. Ma il dumping provoca gravi danni alle già precarie economie dei Paesi in via di sviluppo: tra il 1998 ed il 2003 i sussidi dei governi dei Paesi industrializzati ai propri produttori hanno causato, nel settore della produzione del cotone, una perdita di almeno 600 milioni di euro ai contadini africani. (A.L.)

 

 

“MAGGIORE MISURA NELLE PAROLE, MENO INTERESSI PERSONALI E PIÙ SINTONIA

CON I CITTADINI”: E’ QUANTO HA CHIESTO ALLA CLASSE POLITICA

DELLA COLOMBIA IL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE DEL PAESE,

 CARDINALE PEDRO RUBIANO SÁENZ, APRENDO A BOGOTÀ

 LA 79.MA ASSEMBLEA PLENARIA DEI VESCOVI COLOMBIANI

 

BOGOTA’. = “Sentiamo il dovere di esigere dai nostri parlamentari e dirigenti politici maggiore misura nelle parole, meno interessi personali e più sintonia con i cittadini”: lo ha detto il cardinale Pedro Rubiano Sáenz, arcivescovo di Bogotá e presidente della Conferenza episcopale del Paese sudamericano, inaugurando nella capitale la 79.ma Assemblea plenaria dei vescovi, in corso fino a venerdì. Alla presenza dei rappresentanti delle 74 arcidiocesi, diocesi e vicariati apostolici della Colombia, il porporato ha espresso preoccupazione per gli ultimi episodi di violenza che hanno colpito alcune zone del Paese, per la povertà e la disoccupazione che affliggono vasti settori della popolazione e per la situazione dei sequestrati in mano ai gruppi armati, di cui ha chiesto “il rilascio incondizionato e immediato”. Allo stesso tempo, il cardinale ha apprezzato gli sforzi del governo e del Parlamento “nel loro tentativo di creare un quadro giuridico per il processo di reinserimento degli ex-combattenti”, in riferimento alla recente approvazione della discussa legge denominata “De Justicia y paz”, di cui beneficeranno i paramilitari disarmati. La nuova normativa - ha sottolineato il porporato - “dovrà però tenere conto del risarcimento alle vittime che hanno sperimentato sulla loro carne la via crucis della guerra”. Mons. Iván Marín López, vescovo di Popayán, ha condannato poi l’assalto sferrato domenica scorsa dalle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC) contro il villaggio di Caldono, concluso col ferimento di quattro civili e la distruzione di una ventina di abitazioni, per lo più appartenenti a indigeni e contadini. “Le vittime di questo conflitto sono poveri campesinos e persone violate nei loro più profondi diritti”, ha ricordato il presule. (R.M.)

 

 

IN CORSO IN INDONESIA, FINO A MAGGIO DEL 2007,

LE CELEBRAZIONI PER I 200 ANNI DELL’ARCIDIOCESI DI GIAKARTA

 

GIACARTA. = Sono partiti a giugno e si concluderanno a maggio del 2007 i festeggiamenti per i 200 anni di vita pastorale della Chiesa cattolica a Giakarta, capitale dell’Indonesia. Era il 1807, quando padre Jacobus Nellissenn fu nominato primo prefetto apostolico di Batavia, antico nome della città. Il Vangelo era arrivato nell’arcipelago indonesiano con i navigatori portoghesi nel 1500, ma furono necessari oltre due secoli prima dell’istituzione della gerarchia. La prefettura è divenuta vicariato apostolico nel 1841, vicariato apostolico di Giakarta nel 1950 e infine arcidiocesi nel 1961. Le celebrazioni sono incentrate sul tema “Più diventiamo fedeli a Gesù, più il nostro servizio diventa utile alla società e alla nazione” e si articoleranno in cicli di incontri sui temi principali della fede cristiana, sulla storia del cristianesimo in Asia, sui rapporti islamo-cristiani nel passato e nel presente. Inoltre, la comunità cattolica di Giakarta, che conta oltre 400 mila fedeli su 11 milioni di abitanti in maggioranza musulmani, ha reso noto di voler aumentare l’impegno nel campo delle opere sociali, potenziando i servizi di accoglienza, sanità, istruzione. Particolare attenzione è rivolta all’assistenza medica: 44 parrocchie su 56 hanno istituito un servizio di ambulatorio o un dispensario di medicinali. Le celebrazioni “saranno un’occasione per rendere i fedeli maggiormente consapevoli della storia di Salvezza che Dio ha fatto nel territorio di Giakarta” - afferma la Chiesa locale - e saranno un momento per incoraggiare un risveglio della fede e della partecipazione dei fedeli alle attività pastorali della Chiesa. “L’impegno nella vita sociale – notano i fedeli di Giakarta – è il modo con cui possiamo esprimere l’amore di Gesù per l’umanità”. (R.M.)

 

 

IN CIAD, DOVE È IMMINENTE L’INIZIO DELLA STAGIONE DELLE PIOGGE,

MIGLIAIA DI RIFUGIATI PROVENIENTI DALLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA

RISCHIANO DI NON POTER PIÙ RICEVERE GLI AIUTI UMANITARI

 

GORE. = In Ciad, l’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (UNHCR) ha chiesto alle autorità del Paese africano di trasferire circa 10 mila rifugiati che attualmente si trovano nel Ciad meridionale. I rifugiati, provenienti dalla Repubblica Centrafricana, sono fuggiti dal loro Paese in seguito ad ennesimi scontri tra ribelli e forze governative. Ma l’arrivo in Ciad ha significato nuove, drammatiche emergenze: l’assistenza non è adeguata e i profughi rischiano di non poter più ricevere gli aiuti umanitari perché è ormai imminente l’inizio della stagione delle piogge. L’UNHCR, che ha già distribuito aiuti di emergenza, ha proposto due possibili soluzioni: il trasferimento dei rifugiati nel campo di Amboko o nel Ciad centrale, aree dove sarebbe più agevole per le organizzazioni umanitarie fornire assistenza. Ma è importante intervenire immediatamente: sono già stati segnalati, infatti, diversi casi di malaria e di malnutrizione. Nel Ciad sono presenti più di 30 mila rifugiati, fuggiti dalla Repubblica Centrafricana, e oltre 200 mila profughi sudanesi provenienti dalla martoriata regione del Darfur. (A.L.)

 

 

LA COSTRUZIONE DELL’IDENTITÀ DELL’ADOLESCENTE, LE ATTIVITÀ DI FORMAZIONE

E LE ATTIVITÀ PASTORALI NELLE SCUOLE. SONO I TEMI CENTRALI

DELL’INCONTRO NAZIONALE DEI DIRETTORI DEGLI UFFICI DIOCESANI DI PASTORALE, APERTOSI OGGI A GROSSETO

 

ROMA. = “L’adolescente e la costruzione dell’identità. Il secondo ciclo dell’istruzione e della formazione e la comunità cristiana”. E’ il tema dell’incontro dei direttori degli uffici diocesani di pastorale che si apre oggi a Grosseto. La conferenza, che si concluderà sabato prossimo, prenderà in esame la costruzione dell’identità dell’adolescente nel contesto dell’educazione alla convivenza civile. Si parlerà anche di orientamento al secondo ciclo di studi e di diverse proposte collegate alla formazione. Sono previsti gli interventi di genitori, docenti e catechisti. Venerdì sono in programma, inoltre, le relazioni del segretario generale della CEI, il vescovo Giuseppe Betori, sulla pastorale nella scuola e del ministro italiano dell’Istruzione, Letizia Moratti, sul rapporto tra scuola e cittadinanza. Il direttore dell’ufficio nazionale della CEI per l’educazione, mons. Bruno Stenco, incentrerà infine il proprio intervento sulla presenza dei cattolici nell’attuale processo di riforma del sistema di istruzione e di formazione. (A.L.)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

6 luglio 2005

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

“Vogliamo vincere in Iraq, per andare poi a Gerusalemme: è questo il nuovo proclama che il leader di al Qaeda in Iraq, al Zarqawi, ha diffuso via internet. Nello stesso messaggio, il terrorista giordano ha annunciato la creazione di una unità speciale per combattere la Brigata Sadr, la milizia sciita collegata al Consiglio supremo della rivoluzione islamica in Iraq. Da Baghdad, intanto, si è recato in Iran il ministro della Difesa iracheno, per una visita in preparazione di un viaggio che il primo ministro Al Jaafari effettuerà la settimana prossima a Teheran. Intanto, secondo nuovi calcoli del centro antiterrorismo americano, nel 2004 vi sono stati 866 attacchi terroristici in tutto l’Iraq: il maggior numero di attacchi in tutto il mondo.  Tre studenti sono stati uccisi e numerosi altri sono rimasti feriti, ieri, nei pressi di Falluja, dove i soldati americani hanno aperto il fuoco contro un minibus, pensando che a bordo ci fosse un gruppo d'insorti.

 

Il Pentagono ha espresso “profondo rincrescimento” per un attacco aereo statunitense, che ha ucciso involontariamente almeno 17 civili in Afghanistan. L’accaduto è stato criticato anche dal presidente dell’Afghanistan, Karzai.

 

Il Consiglio rappresentativo degli insediamenti ebraici in Cisgiordania e nella striscia di Gaza ha lanciato un appello ad organizzare marce di protesta contro il ritiro. Dal canto suo, il vice premier Shimon Peres ha dichiarato alla radio pubblica che le case dei coloni saranno abbandonate intatte e non demolite, anche in considerazione degli alti costi e del tempo che richiederebbe l’operazione. Intanto, il premier Ariel Sharon ha affermato che la polizia e l’esercito israeliano sono pronti per avviare lo sgombero dei coloni, confermando anche la data di inizio sgombero, cioè il prossimo 15 agosto. Ma in che modo si sta preparando l’esercito per questo appuntamento? Eugenio Bonanata lo ha chiesto all’intellettuale israeliano Alon Altaras:

 

**********

R. – L’esercito israeliano affronta dei problemi inusuali, non sa come si tratta con la popolazione israeliana. L’esercito israeliano ha, infatti, evacuato zone per un processo di pace solo per Camp David, cioè dopo la pace con l’Egitto.

 

D. – Ci sono anche casi in cui i militari si rifiutano di eseguire gli ordini?

 

R. – Sì, ma sono pochi. In Israele, e questa è forse una cosa che non si sa, quando una persona è religiosa c’è la possibilità di fare un tipo di servizio militare che abbini gli studi biblici all’attività militare. Questo fa parte di un accordo dello Stato israeliano con le autorità spirituali e religiose, vicine ai coloni. Questa formula permette ad alcuni soldati, che vengono proprio dalle file dei coloni, di rifiutarsi di evacuare i loro amici, familiari, fratelli …

 

D. – Qual è il significato, nella prospettiva del governo d’Israele, di questa azione di disimpegno? Si guarda alla pace o ci sono anche altre motivazioni?

 

R. – Secondo me, l’unica occasione di Sharon per entrare nella storia d’Israele, non legandosi ad azioni belliche, è di avviare questo processo di pace. Nonostante ciò, lui preferisce chiamare in ebraico questo piano ‘il piano della separazione’. Il nome in ebraico non è un nome molto legato alla pace e questa è una delusione per me. Sharon, insomma, fa di tutto per non sottolineare questo patto può essere una prima tappa di un cammino verso l’accordo, verso la pace. Questo dispiace e, secondo me, è anche sbagliato strategicamente.

 

D. – Tuttavia, oggi, il vice premier Peres ha detto che è inutile continuare a sciupare decine di miliardi di dollari nelle colonie …

 

R. – Sì, insomma, i coloni sono costati allo Stato d’Israele tantissimi soldi. Penso proprio più di cento milioni di dollari in questi 37 anni, secondo l’ultimo dao riportato in un libro scritto da una storica e un giornalista israeliano. Non penso che lo Stato d’Israele, la cittadinanza, possa fare a lungo questi investimenti in un territorio che non è un territorio israeliano, anche secondo lo stesso Stato d’Israele. Questi territori, infatti, non sono mai stati annessi formalmente allo Stato d’Israele. Nessun governo si è mai sognato di fare questo patto. Ed Israele, alla soglia del 2005, deve decidere che tipo di Stato vuole essere. Degli investimenti nei territori hanno beneficiato solo pochi cittadini israeliani che vivono fuori da Israele e sono anche, in qualche maniera, fuori dalla legge israeliana. Nei territori la responsabilità legale non è chiara e non parliamo, dunque, solo di soldi. Con i territori e con i coloni si rischia di non avere la maggioranza ebraica nel Paese, perché se noi lasciamo così i territori, in 10 anni lo Stato d’Israele non sarà uno Stato a maggioranza di cittadini ebraici. E questo deve essere un monito chiaro per chi deve prendere questa decisione storica.

**********           

 

Il partito hutu delle Forze per la difesa e la democrazia (FDD) ha vinto le elezioni legislative in Burundi ottenendo il 58,23% dei voti. Il Paese si prepara ora alle elezioni presidenziali previste per il 19 agosto. Solo dopo questa votazione, sarà varato il nuovo governo.

 

Il governo sudanese e due gruppi ribelli del Darfur, hanno firmato ieri una dichiarazione di principio per l’avvio di un dialogo politico che ponga fine alla situazione di conflitto in cui versa la regione occidentale del Sudan.

 

In Albania la coalizione di destra, guidata dall’ex presidente Sali Berisha, ha raggiunto la maggioranza per formare il prossimo governo. Seppure in presenza di dati ufficiali ancora parziali, secondo quanto ha affermato l’agenzia ANSA, è ormai definitiva la vittoria della destra. In base ai dati riportati, la coalizione guidata da Berisha ha vinto in almeno 55 dei 100 collegi in cui si è votato con il sistema uninominale, contro i 40 che si è aggiudicato il partito socialista del premier uscente Fatos Nano.

 

Da Vienna i ministri austriaci di Giustizia e Interno hanno fatto sapere che verificheranno le affermazioni di un giornalista iraniano, in esilio in Francia, che ha accusato il neo presidente della Repubblica Islamica, Ahmadinejad, di implicazione nell’assassinio di un leader curdo, avvenuto a Vienna nel 1989.

 

In Italia è unanime lo sdegno del mondo politico e istituzionale per la contestazione al presidente della Repubblica da parte di 3 europarlamentari della Lega: Borghezio, Speroni e Salvini. La contestazione è avvenuta ieri a Strasburgo, mentre Carlo Azeglio Ciampi stava tenendo un discorso in difesa dell’euro. I tre leghisti sono stati poi espulsi dall’aula dell’Europarlamento.

 

Gli immigrati entrati illegalmente in Europa verranno rimandati nei Paesi di origine con voli ‘targati’ Unione Europea e non saranno più espulsi dalle singole nazioni. La decisione è stata presa ieri dai ministri degli Interni di Francia, Spagna, Italia, Gran Bretagna e Germania al termine del G5 di Evian. Il provvedimento ammette, fra le altre cose, che quello dell'immigrazione clandestina è un problema che riguarda tutta l’Unione.

 

Russia, Cina e alcuni Paesi dell’Asia centrale si sono riuniti ieri ad Astana, capitale del Kazakistan per rafforzare il grado di cooperazione nella lotta contro il terrorismo e per pronunciarsi contro ogni ingerenza nei propri territori. Agli Stati Uniti è stato chiesto il ritiro delle basi militari installate in Asia centrale per le operazioni in Afghanistan.

 

Il Segretario di Stato americano, Condoleeza Rice, partirà venerdì prossimo per una missione diplomatica di sei giorni in Cina, Corea del Sud e Giappone. Lo ha annunciato il Dipartimento di Stato specificando che la missione ha lo scopo di rilanciare la crisi nucleare con la Corea del Nord. I negoziati per risolvere la questione dello sviluppo nucleare militare di Pyongyang da diversi mesi attraversano un periodo di stallo.  La Rice si recherà, inoltre, anche in Thailandia per valutare gli sforzi per la ricostruzione nel sud-est asiatico dopo lo tsunami dello scorso dicembre.

 

 

 

=======ooo=======