RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
183 - Testo della trasmissione di sabato 2 luglio 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
IN PRIMO PIANO:
La solidarietà della Chiesa italiana: con
noi mons. Giuseppe Betori e Piero Nicolai
Vacanze estive e riposo dello spirito: intervista con
fra Gianfranco Roncone
Oggi in 10 città del mondo il “Live 8”, i concerti
contro il debito: con noi Claudio Baglioni
Il
Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik.
CHIESA E SOCIETA’:
Scarcerato nei giorni scorsi in Cina, don Vincenzo
Konk Guocun
Dimostrata l’efficacia delle cellule staminali adulte
per la cura dell’infarto
Nuovi attentati kamikaze a Baghdad: almeno 25 i morti.
2
luglio 2005
I
POPOLI DEI PAESI PIU’ RICCHI SIANO PRONTI A RIDURRE LA POVERTA’ NEL MONDO:
E’
L’ESORTAZIONE DI BENEDETTO XVI CONTENUTA IN UN MESSAGGIO AI PARTECIPANTI AL
CORTEO DI EDIMBURGO PER LA RIDUZIONE DEL DEBITO ESTERO DEI PAESI POVERI, A
QUATTRO GIORNI DALL’INIZIO DEL G8 IN SCOZIA
- A
cura di Alessandro Gisotti -
“I
popoli dei Paesi più ricchi del mondo devono essere pronti ad accettare il peso
della riduzione del debito dei Paesi poveri e devono spronare i propri leader a
rispettare l’impegno a ridurre la povertà, specie in Africa, entro il 2015”: è
quanto scrive Benedetto XVI a sostegno del corteo odierno ad Edimburgo, che
chiede all’imminente Vertice del G8 di assumere un impegno concreto per combattere
la povertà.
In un
telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano -
indirizzato al cardinale Keith Patrick O’ Brien, arcivescovo di Edimburgo - il
Santo Padre loda quanti partecipano alla manifestazione Make Poverty
History, ovvero “Consegna la povertà alla storia”. Donne e uomini,
afferma il Papa, “uniti dalla preoccupazione per milioni di nostri fratelli e
sorelle, afflitti dalla povertà estrema”. Benedetto XVI non manca di rivolgersi
ai leader degli otto Paesi più ricchi del mondo che si riuniranno la prossima
settimana, dal 6 all’8 luglio, nella località scozzese di Gleneagles e li
esorta affinché “assicurino una migliore distribuzione delle ricchezze
mondiali”.
“Dio –
avverte Benedetto XVI, riecheggiando la costituzione conciliare Gaudium et
Spes – ha destinato la terra e
tutto quello che essa contiene all'uso di tutti gli uomini e di tutti i popoli,
e pertanto i beni creati debbono essere partecipati equamente a tutti”.
I VESCOVI AIUTINO LO ZIMBABWE A PERCORRERE LA
STRADA DELLA RICONCILIAZIONE NAZIONALE E DELLA RICOSTRUZIONE MORALE
DELLA SOCIETA’: COSI’ BENEDETTO XVI AI PRESULI DEL
PAESE AFRICANO,
RICEVUTI AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA
- Servizio di Alessandro Gisotti -
I presuli dello Zimbabwe aiutino
il Paese a trovare la strada per la riconciliazione e la ricostruzione morale
della società. E’ l’esortazione di Benedetto XVI che ha ricevuto, stamani, i
vescovi dello Stato africano al termine della visita ad Limina. Il Papa
ha lodato il contributo dell’episcopato dello Zimbabwe al recente processo
elettorale e l’impegno in favore dei più deboli, ribadito nella lettera
pastorale Il pianto del povero. Il servizio di Alessandro Gisotti:
**********
IN THE EXERCISE OF YOUR EPISCOPAL MINISTRY…
Nell’esercizio
del vostro ministero episcopale, fate sentire la voce del Signore su ciò che è
vero e giusto, sulla pace e la giustizia e sull’amore e la riconciliazione. E’
l’esortazione di Benedetto XVI ai vescovi del Paese africano. La voce dei
presuli, ha proseguito, può consolare i fedeli nell’affrontare i problemi e
mostrare loro la via della speranza. Il Papa si è quindi soffermato sulla
situazione socio-politica dello Zimbabwe.
THE RECENT ELECTIONS IN ZIMBABWE…
Le
recenti elezioni, ha affermato, “hanno posto le basi per ciò che confido sarà
un nuovo inizio di un processo di riconciliazione nazionale e di ricostruzione
morale della società”. Il Pontefice ha così lodato il contributo offerto dai
vescovi al processo elettorale. Quindi, ha citato l’ultima lettera pastorale
dell’episcopato dello Zimbabwe, Il pianto del povero, per sottolineare
l’importanza della Dottrina sociale della Chiesa nel combattere la piaga della
povertà.
AMID THE DIFFICULTIES OF THE PRESENT MOMENT…
Anche
tra le difficoltà del momento presente, ha proseguito, la Chiesa dello Zimbabwe
può gioire in presenza di numerose comunità vibranti nella fede, un
significativo numero di vocazioni e la presenza di un laicato devoto ed
impegnato. In tale contesto, ha incoraggiato i presuli a lavorare per una
preparazione catechetica comprensibile per tutti i fedeli, compiendo ogni passo
necessario all’educazione dei catechisti. Infine, ha messo l’accento
sull’importanza delle scuole cattoliche, la cui identità religiosa deve essere
rafforzata”.
**********
ALTRE UDIENZE E NOMINE
Benedetto
XVI ha ricevuto stamani il cardinale William Wakefield Baum, Penitenziere
Maggiore emerito, il cardinale Julián Herranz, presidente del Pontificio Consiglio
per i Testi Legislativi e il cardinale Sergio Sebastiani, presidente della Prefettura
degli Affari Economici della Santa Sede.
Sempre
nella mattinata, il Papa ha ricevuto l’arcivescovo Agostino Vallini, prefetto
del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e mons. Heinz Josef
Algermissen, vescovo della diocesi tedesca di Fulda. Oggi pomeriggio è inoltre
prevista l’udienza del Papa con il cardinale Giovanni Battista
Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.
In
Uganda, il Santo Padre ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Mbarara il reverendo Lambert Bainomugisha,
Cancelliere dell’Arcidiocesi di Mbarara, assegnandogli
la sede titolare vescovile di Tacia montana.
IN VISITA ALLA SANTA SEDE UNA DELEGAZIONE DELLA
COMMISSIONE PER GLI AFFARI RELIGIOSI DEL VIETNAM,
IN VISTA DI UNA NORMALIZZAZIONE DEI RAPPORTI
BILATERALI
- A cura di Alessandro Gisotti -
Si
chiude oggi la visita alla Santa Sede di una delegazione della commissione governativa
per gli Affari Religiosi della Repubblica Socialista del Viêt Nam. Dell’evento
dà conto oggi un comunicato del direttore della Sala Stampa vaticana,
Navarro-Valls. La delegazione è guidata dal direttore della medesima
commissione, Ngo Yen Thi, e integrata da funzionari e rappresentanti del
Governo e del ministero degli Affari Esteri. Con tale visita – seconda dopo
quella del 1992 – la commissione ha inteso corrispondere all’invito rivolto
dalla delegazione della Santa Sede recatasi in Viêt Nam nell’aprile-maggio del
2004. Collocata nel contesto degli incontri bilaterali annuali, che si svolgono
ormai da anni, si prefigge lo scopo di promuovere i rapporti tra Chiesa e
Stato; inoltre, ha permesso alla parte vietnamita, di conoscere più
direttamente e approfonditamente la realtà della Santa Sede.
“Le
sessioni di lavoro presso la Segreteria di Stato condotte dal sottosegretario
per i Rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin, in un clima di cordiale
rispetto e di proficuo dialogo – informa la nota - si sono concentrate, come di
consueto, su alcuni aspetti dell’attività della Chiesa cattolica in Viêt Nam,
soffermandosi sugli sviluppi registratesi dall’ultimo incontro e sui problemi
ancora aperti”. Particolare attenzione, si legge ancora, “è stata data alla
nuova legge governativa sulle credenze e sulle religioni, pubblicata nel
novembre scorso. Non si è mancato infine di esaminare la questione dei rapporti
fra il Viêt Nam e la Santa Sede, con l’auspicio che si avanzi rapidamente nella
direzione della loro normalizzazione”.
La
Delegazione è giunta a Roma a fine mattinata di lunedì 27 giugno e, nel
pomeriggio, è stata ufficialmente accolta da mons. Giovanni Lajolo, segretario
per i Rapporti con gli Stati. Nei giorni successivi ha reso visita ad alcuni
dicasteri della Santa Sede ed ha avuto colloqui con il cardinale Crescenzio
Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, e con i
superiori del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del
pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.
Durante
la visita, la delegazione si è recata anche alla sede della Radio Vaticana. I
membri della delegazione hanno potuto intrattenersi con i responsabili del
programma in lingua vietnamita della nostra emittente e al Pontificio Collegio
Urbano “de Propaganda Fide” ha salutato un gruppo di giovani, candidati al
sacerdozio, provenienti dalle diocesi del Viêt Nam. Il 29 giugno, solennità dei
Santi Pietro e Paolo, la delegazione ha partecipato alla Santa Messa celebrata
da Benedetto XVI e all’imposizione dei Palli ad un gruppo di arcivescovi
metropoliti, fra i quali mons. Joseph Ngô Quang Kiêt, nuovo arcivescovo di Há
Nôi.
MONS. MIGLIORE ALL’ECOSOC: IL
PROSSIMO G8 RISPETTI GLI IMPEGNI PRESI
SULLA
CANCELLAZIONE DEL DEBITO DEI PAESI PIU’ POVERI DEL MONDO
“La Santa Sede è lieta di
associarsi con coloro che sostengono l’accordo raggiunto a Londra dai ministri
delle Finanze dei Paesi del G8 che prevede la cancellazione del debito a 18 tra
i Paesi più poveri del mondo”. E’ quanto ha detto ieri l’arcivescovo Celestino
Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle
Nazioni Unite, intervenendo a New York alla Conferenza del Consiglio economico
e sociale dell’ONU (Ecosoc). “Negli ultimi decenni – ha detto mons. Migliore
- la Santa Sede è stata uno dei
principali sostenitori di questa cancellazione e più volte Papa Giovanni Paolo
II ha invitato la comunità internazionale ad assumere questo impegno. Per il
momento – ha aggiunto - l’accordo di
Londra resta solo una proposta. I leaders del G8, che si incontreranno a
Gleneagles dal 6 all’8 luglio prossimo, dovranno prestare attenzione alle richieste
dei cittadini e della società civile e mettere da parte i rispettivi interessi
dando priorità al compimento degli accordi presi”.
“Non si può ignorare il fatto –
ha detto ancora il presule - che mentre
molti Paesi sono in grado di intervenire rapidamente per difendere e promuovere
qualsiasi cosa sia percepito come un proprio interesse, una serie di difficoltà
e di contrasti s’incontrano ogni qual volta si debba intervenire a sostegno dei
Paesi più poveri. Bisogna anche precisare – ha sottolineato - che le somme in questione sono piuttosto
modeste comparate con le spese militari e con i sussidi che diversi Paesi
industrializzati pagano ad alcuni settori dell’economia. Sussidi – ha concluso
mons. Migliore - spesso responsabili
delle gravi distorsioni che caratterizzano i Paesi più poveri”.
IL CARDINALE KASPER PARLA DEL SUO VIAGGIO A MOSCA:
CATTOLICI E ORTODOSSI RUSSI INSIEME PER
TESTIMONIARE
IL VANGELO NELLA SOCIETA’ PERMEATA DAL SECOLARISMO
- Intervista con il porporato -
Il cardinale Walter Kasper,
Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani,
è rientrato nei giorni scorsi da un viaggio a Mosca con l’obiettivo di
continuare il dialogo con il Patriarcato ortodosso russo avviato in occasione
della solenne inaugurazione del Pontificato di
Benedetto XVI. Su questa visita e sui rapporti tra cattolici e ortodossi
russi ascoltiamo lo stesso cardinale Kasper intervistato da Ludwig Waldmueller:
**********
R. –
AUS ANLASS DES TODES VON PAPST JOHANNES PAUL II UND DER ...
In occasione sia della morte di Giovanni Paolo II
sia dell’inizio di Pontificato del Papa attuale, è stata presente a Roma una
delegazione importante della Chiesa ortodossa russa, e quando c’è stata la
Messa d’inizio di Pontificato anche un incontro con il nuovo Papa, dal quale
sono emerse domande interessanti. Ho pensato che fosse il caso di approfondire
queste domande: come possiamo procedere in questo non troppo facile rapporto
con la Chiesa ortodossa russa? Ecco il motivo della mia visita a Mosca: una
visita con carattere ‘esplorativo’. Per questo, in realtà non era nemmeno
previsto un incontro con il Patriarca, ma con il metropolita Kyrill,
responsabile delle relazioni con l’estero: l’incontro è stato quindi
sostanzialmente con lui e con lui ho parlato delle prospettive di una futura
collaborazione.
D. – Com’era l’atmosfera,
durante i vostri colloqui?
R. –
DIE ATMOSPHÄRE WAR FREUNDLICH UND HÖFLICH; ...
L’atmosfera è stata cordiale e
cortese; non la definirei proprio ‘calorosa’,ma sicuramente fraterna. Abbiamo
ragionato degli ambiti nei quali possiamo collaborare, soprattutto in campo
sociale e culturale, e anche di come possiamo rendere testimonianza comune
contro l’attuale secolarismo. Qui ci sono possibilità d’incontro. Abbiamo detto
anche che sarebbe auspicabile che si verificassero incontri tra monasteri,
considerando la grande importanza che nella Chiesa ortodossa riveste il monachesimo.
Ecco, questa è la direzione nella quale vogliamo continuare. Inoltre, la Chiesa
ortodossa russa parteciperà al dialogo internazionale, e quindi le prospettive
sono assolutamente positive.
D. – Eminenza, una delegazione del Patriarcato ecumenico di
Costantinopoli è venuta a Roma in occasione della solennità dei Santi Pietro e
Paolo. Com’era l’atmosfera? E’ stato un incontro fraterno?
R. –
ES WAR EINE SEHR BRÜDERLICHE BEGEGNUNG. ...
L’incontro è stato molto fraterno. Ma del resto, è
un’esperienza in atto ormai da decenni. Questo incontro, però, è stato
particolarmente bello. Innanzitutto, è stato il loro primo incontro con il
nuovo Pontefice, un incontro molto bello; e poi, hanno potuto comunicare
ufficialmente, che in autunno potremo riprendere il dialogo internazionale con
tutte le Chiese ortodosse. Questa è stata veramente una bella notizia!
D. – E quali saranno gli argomenti all’ordine del giorno in questo
dialogo ecume-nico internazionale?
R. –
ES GEHT UM “KIRCHE – WAS HEISST DAS ÜBERHAUPT?“, ...
Il tema è “Chiesa – cosa significa, in realtà?”
Quindi tratteremo di comunità ecclesiale e in questo contesto tratteremo la
questione nodale con l’ortodossia, cioè il primato del ministero petrino. In
questo ambito, poi, sarà possibile anche riprendere la questione della Chiesa
uniate. Credo che in questo momento, siano questi gli aspetti da considerare.
Non sarà una discussione facile, ma finalmente affronteremo apertamente i
problemi che esistono tra di noi.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina l’udienza di Benedetto XVI ai vescovi della Conferenza episcopale
dello Zimbabwe. Il Papa ha esortato a gettare solide fondamenta morali e
spirituali per il futuro della Nazione.
Sempre
in prima il messaggio del cardinale Angelo Sodano per il “Make poverty history
rally” ad Edimburgo, prima del vertice del “G8”.
Nelle
vaticane, una pagina dedicata ai temi dell’Eucaristia.
Nelle
estere, un comunicato sulla visita alla Santa Sede di una Delegazione della Commissione
governativa per gli Affari Religiosi della Repubblica Socialista del Viet Nam.
Iraq:
nuovo sangue a Baghdad.
Cina-Russia:
i presidenti firmano una dichiarazione per “un nuovo ordine mondiale”; importanti
accordi raggiunti anche nel campo delle forniture energetiche.
Nella
pagina culturale, per la rubrica “Oggi” un articolo di Francesco M. Valiante
dal titolo “Altro che vittoria della storia!”: la legge spagnola che ha
equiparato al matrimonio l’unione fra omosessuali.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema delle pensioni.
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2
luglio 2005
LA SOLIDARIETA’ DELLA
CHIESA ITALIANA
- Intervista con Giuseppe Betori e Piero Nicolai -
Sono oltre 6000 i progetti di
solidarietà promossi in quindici anni dalla CEI, la Conferenza Episcopale
Italiana con una spesa complessiva di 710 milioni di euro. Questi alcuni dei
dati presenti nel volume “ Dalla parola alle opere- 15 anni di testimonianze
del Vangelo della Carità nel terzo mondo” presentato ieri a Roma dal Comitato
per gli interventi caritativi della CEI. Oltre 1200 progetti nel settore delle
comunicazioni, 800 per l’apprendimento e la conoscenza di un lavoro, 600
riguardo il settore dell’ ambiente. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro.
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Africa
e America Latina questi i due continenti dove negli ultimi quindici anni si
sono concentrati oltre 4000 interventi della Chiesa cattolica grazie ai fondi
provenienti dall’ otto per mille. A seguire l’Asia, l’Europa, il Medioriente e
l’Oceania. Lo si rileva dal libro “Dalla parola alle opere” presentato ieri. Ma
sulle polemiche riguardo la trasparenza dell’ otto per mille ascoltiamo
monsignor Giuseppe Betori segretario generale della Conferenza Episcopale
Italiana:
“Direi
con molta serenità che la Chiesa Cattolica può dire di aver sempre utilizzato
l’8 per mille che i cittadini gli hanno affidato con grande coerenza secondo i
principi che la legge proponeva, con grande trasparenza, rendendo conto di
tutto quello che doveva essere rendicontato e potendo mostrare a tutti che
questa utilizzazione è realmente
efficace per cui non abbiamo timore di confrontarci con nessuno sui dati
e non su falsità che oggi da più parti vengono propagate”.
Tanti i progetti
realizzati grazie ai fondi della Chiesa Cattolica. Piero Nicolai responsabile
in Italia dell’ associazione “Nossa senora apparecida” che opera in Brasile:
“Nella città
di Fos d’Iguacu in Paranaà, in Brasile, non esistevano figure professionali di titpo
infermieristico. Con la nostra presenza ormai da 15 anni, nella zona più povera
della città abbiamo pensato di
costruire, con il contributo della Conferenza Episcopale Italiana questo corso
per infermieri professionali. Il corso era rivolto prevalentemente ai giovani
che avevano frequentato già le scuole superiori, ma non erano nelle condizioni
di potersi permettere di pagare un corso universitario. Ne abbiamo individuato
40, di questi 40, 37 hanno terminato il corso, tutti questi 37 sono occupati attualmente
in attività inerenti il loro mestiere”.
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VACANZE ESTIVE E RIPOSO
DELLO SPIRITO
- Intervista con fra
Gianfranco Roncone -
Primo
week-end di grandi partenze in Italia. Tra oggi e domani saranno in otto
milioni a mettersi in viaggio per le strade del Belpaese. Secondo le indagini
quest’anno saranno vacanze brevi e all’insegna del risparmio. Confermata
la preferenza per il mare, in
particolare per le isole e la Liguria. Molto gettonate anche le ferie in
montagna: dalla Lombardia al Trentino Alto Adige. Le capitali europee più
richieste dagli italiani sono Parigi, Londra e Praga. Mentre mete delle lunghe
destinazioni restano Caraibi, Messico, Mar Rosso, Tunisia e Marocco. Il 45% dei
vacanzieri inoltre trascorrerà le ferie nella seconda casa. Ma c’è chi sceglie di dedicare questo periodo dell’anno
tanto atteso al riposo dello spirito oltre che del corpo. Varie le iniziative
messe a disposizione da ordini religiosi in eremi, abbazie e conventi. Vi
segnaliamo l’accoglienza offerta dai frati minori di Assisi all’Eremo delle
carceri sul Monte Subasio. In questo luogo suggestivo san Francesco si ritirava in contemplazione per periodi di
intensa preghiera insieme ai primi seguaci. Paolo Ondarza ha intervistato fra
Gianfranco Roncone della comunità d’accoglienza del santuario.
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R. –
Le persone vengono qui e partecipano ai vari momenti di preghiera della fraternità.
Per le persone che vengono e si fermano qui alcuni giorni organizziamo anche
degli incontri, delle catechesi.
D. –
Come mai secondo voi la gente cerca una vacanza per lo spirito?
R. – C’è un grosso desiderio di un incontro un po’
più forte, più in profondità con il Signore. Quando parlo con le persone,
allora, quello che cerco di capire è che innanzitutto non sia una fuga dalla
realtà, e che soprattutto non ci sia una specie di miscuglio spirituale -
sembra sia abbastanza diffusa questa spiritualità orientale, new age - e che
quindi non si vada alla ricerca di emozioni.
D. – Nella tua esperienza all’eremo, ricordi la storia
di qualcuno che ha soggiornato da voi e poi se ne è tornato a casa segnato?
R. – A me al momento quella che mi viene in mente è
la storia di un ragazzo di Milano, di 24 anni. Mi ha chiamato, ovviamente ha
trovato il numero su Internet, ci ho parlato un po’ e ho visto che viveva una
situazione abbastanza difficile. Lui aveva un passato difficile, aveva storie
legate allo spaccio di droga. Era coinvolto in un giro abbastanza losco. Aveva
capito, però, di aver sbagliato e voleva concretamente cambiare vita e quindi
dare una svolta e sentiva che per fare questo aveva bisogno di farlo con il Signore.
Da solo non ce l’avrebbe fatta. Quindi, è venuto per 5-6 giorni qui all’eremo e
abbiamo parlato molto. Gli ho dato qualche testo da leggere e da lì è
cominciato tutto un cammino che ha cambiato la sua vita. Ha dato una svolta
definitiva al suo passato ed ora è proprio rinato. E’ veramente un’altra
persona. Quando lo si incontra è una persona luminosa. Ogni volta che lo
incontro e torna qui è una festa. E’ bellissimo vedere il cambiamento che il
Signore ha operato nella sua vita, a cominciare però da quel suo desiderio.
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OGGI IN 10 CITTA’ DEL
MONDO IL “LIVE 8”, I CONCERTI
PER LA CANCELLAZIONE DEL
DEBITO DEI PAESI POVERI
- Intervista con Claudio
Baglioni -
Con l’esibizione del gruppo rock giapponese Rize è
partito da Tokyo il Live 8, l’evento musicale voluto dal cantante Bob Geldof,
per chiedere la cancellazione del debito per i Paesi in via di sviluppo. Il
concerto coinvolge 10 città del mondo, tra cui Berlino, Johannesburg, Londra e
Mosca. A Roma, al Circo Massimo, il via è previsto per le 15, ma già dalle 8.30
centinaia di giovani si sono radunati sotto al palco. Tra gli artisti che si
esibiranno, anche Claudio Baglioni che spiega ai nostri microfoni il senso
della manifestazione. Il servizio di Isabella Piro.
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Un concerto per cambiare il
mondo. E’ nato così l’idea del Live 8, l’evento musicale voluto per chiedere la
cancellazione del debito nei Paesi del Terzo Mondo. Ascoltiamo Claudio Baglioni,
uno dei protagonisti del concerto:
“Queste manifestazioni come il Live 8 di oggi o come il Live 8 di 20 anni
fa, sono state fatte proprio per stabilire che ci può essere la filosofia e
l’incontro del mondo, che non deve più serrare le braccia,ma le deve spalancare”.
Non
vogliamo i tuoi soldi, vogliamo te! Questo lo slogan del Live 8 per ribadire
che il concerto è completamente gratuito sia per il pubblico che per gli artisti:
“Secondo me non è importante essere lì come artisti, ma come uomini. L’impegno
poi, in fondo, è questo: dirsi che da oggi, da ieri, bisogna lavorare per
un mondo che effettivamente sia un
mondo fatto di uomini migliori e che si dia una umanità”.
La
cancellazione del debito è una delle priorità per il prossimo G8 in programma
in Scozia il 6 luglio. Ma il Terzo Mondo, dice Baglioni, ha bisogno anche di
qualcos’altro:
“Penso che abbia bisogno di dotarsi di una nuova filosofia, un nuovo modo
dello stare insieme. Questa manifestazione nasconde altre urgenze che sono
quelle di aumentare il senso civico, partecipativo di tutto il mondo; quello di
dare ad ogni individuo la dignità di essere uomo”.
La
povertà si può sconfiggere – ha detto il sindaco di Roma Walter Veltroni - mentre
i Paesi in via di sviluppo hanno molte potenzialità che aspettano solo di
essere scoperte in modo molto semplice:
“Abbassando la diffidenza, sicuramente, cercare quanto è più possibile di
apprezzare le differenze, invece che di temerle. In questi Paesi c’è veramente
tanta ricchezza, tanta voglia di vivere, tanta capacità. Questa andrebbe
aiutata e probabilmente aiutata sul posto”.
Tutti
i cantanti si esibiscono con una speranza nel cuore:
“Con l’idea che sia la prima festa, che poi si possa ripetere sempre, del
giorno in cui tutto il mondo sarà finalmente un mondo fatto di persone felici”.
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SPORT: AL VIA OGGI LA
92.MA EDIZIONE DEL TOUR DE FRANCE
- Ai nostri microfoni Pier Augusto Stagi e Felice
Gimondi -
Grande
attesa tra gli appassionati sportivi di ciclismo di tutto il mondo per l’inizio
oggi del Tour de France. Il più importante appuntamento delle due ruote, nato
oltre 100 anni fa e giunto alla sua 92.ma edizione, si concluderà dopo 21 tappe
a Parigi, il 24 luglio prossimo, e quest’anno sconfinerà in Germania.
L’americano Lance Armstrong proverà ad entrare nella leggenda, vincendo la sua
settima edizione consecutiva. Ce ne parla Giancarlo La Vella:
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(Musica)
21
tappe per 3608 km di cui tanti in montagna e spesso con temperature impossibili.
E’ il Tour de France, la gara che solo i grandissimi atleti delle due ruote
riescono a vincere. L’americano Lance Armstrong l’ha fatta sua per sei volte,
dopo aver superato gravi problemi di salute. Già un record irraggiungibile, ma
che tenterà quest’anno di rendere ancor più prestigioso con la settima maglia
gialla consecutiva. Ma perché il Tour de France è il più grande appuntamento ciclistico
della stagione? Ci risponde Pier Augusto Stagi del quotidiano “Avvenire”:
R. - Il
fascino del Tour de France è dato da tante piccole grandi cose, ma il merito
più grande ce l’hanno forse proprio i francesi che hanno saputo valorizzarla
come non mai. Non siamo di fronte solo alla corsa più importante, ma a quello
che è giudicato, a tutti gli effetti, a livello mediatico, il terzo avvenimento
sportivo. Dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio, c’è il Tour de France.
D. – Il
Tour de France è stato caratterizzato da pagine epiche, gloriose, ma anche drammatiche.
Quale sceglieresti?
R. –
Vorrei ricordare un amico, un grande corridore, un grandissimo ragazzo che
però, forse, è stato un fragile uomo: Marco Pantani. Nel ’98 saliva sul gradino
più alto del podio, insieme a quel ragazzo, 33 anni dopo, di nome Felice Gimondi,
che gli alzava il braccio destro.
D. – E
proprio a Felice Gimondi, vincitore del Tour de France del ’65, al seguito
anche quest’anno della Grand Boucle, chiediamo se Armstrong riuscirà ad
arrivare per primo agli Champs Elisées di Parigi ...
R. –
Credo proprio di sì, anche perché se l’americano ha accettato di mettersi in
gioco è perché è quasi certo di potere fissare il suo settimo obiettivo. Poi
concluderebbe la carriera. Almeno così è stato detto e scritto. Sicuramente il
soggetto ha uno spessore psicologico non indifferente, perché non c’è niente di
più difficile di dover partecipare ad una grande prova e vincerla. Si vede che
ha una taratura mentale tale da riuscire a focalizzare l’obiettivo in modo
giusto e corretto e si presenta alla partenza sempre al limite della
condizione. Quindi, non ci dovrebbero essere grossi dubbi. E’ il numero uno, insomma.
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Domani
3 luglio, 14a Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo
in cui Gesù invita quanti sono
affaticati e oppressi a trovare ristoro in Lui. “Prendete il mio giogo sopra di
voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore – dice il Signore - e troverete ristoro per le vostre anime. Il
mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. Gesù quindi prorompe in un
grido di lode al Padre:
“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai
tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate
ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te”.
Su questo brano evangelico
ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:
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Cristo benedice il Padre che ha
tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le ha rivelate ai
piccoli. Quali sono queste cose? Sono i segni che Gesù faceva per essere
riconosciuto come Figlio di Dio, tanto è vero che un istante prima Cristo,
amareggiato per l’incomprensione dice: guai a te, Korazin, guai a te Betsaida
perché se a Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti
in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, avvolte nel cilicio e
nella cenere. Cristo è stato compreso dai semplici e dai piccoli, cioè dalle
persone che non hanno niente su cui appoggiarsi, ma chi, invece, metteva avanti
le sue convinzioni o il suo potere si è messo contro Cristo. Questi, alla fine,
lo consegnerà alla morte senza giungere alla conoscenza del dono di Dio. Dio
resiste ai superbi.
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2
luglio 2005
“COOPERARE PER USCIRE DALLA POVERTA”: E’ IL TEMA
SCELTO DALLE NAZIONI UNITE PER L’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLE COOPERATIVE
- A
cura di Roberta Moretti -
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NEW YORK. = “La microfinanza è il nostro business.
Cooperare per uscire dalla povertà”: è il tema dell’odierna Giornata
internazionale delle cooperative, promossa dalle Nazioni Unite nell’Anno
internazionale del Microcredito. Scopo dell’iniziativa, sottolineare il ruolo
decisivo delle cooperative nel favorire l’accesso al finanziamento e ai servizi
finanziari di base ai poveri e a persone con basso reddito, in genere
escluse dai circuiti tradizionali. “Garantendo
un migliore accesso al credito – sottolinea, nel messaggio per la Giornata, il
segretario generale dell’ONU, Kofi Annan – alle assicurazioni e a forme di
risparmio più sicure, si possono aiutare le persone indigenti a incrementare i
loro profitti, proteggere i loro beni e ridurre il pericolo di rimanere vittime
di crisi”. Una strategia di produzione economica e di generazione del reddito
rivolta, in particolare, all’imprenditoria femminile: le donne
costituiscono infatti il 70 per cento dei poveri nel mondo e, nonostante
svolgano i due terzi del lavoro, i loro guadagni raggiungono appena il 5 per
cento del reddito globale. La costituzione di una piccola impresa rappresenta
allora la possibilità di dare ai figli accesso all’istruzione, alle cure sanitarie,
ad abitazioni dignitose. Il finanziamento in forma cooperativa permette inoltre
di mettere in comunione le risorse, “rafforzando – sottolinea Annan – la
partecipazione e l’inclusione dei poveri nei processi decisionali, sia a livello
finanziario che amministrativo”. “Allo stesso tempo – continua – esso può
contribuire alla creazione di un contesto sociale in cui la restituzione dei
prestiti possa divenire una pratica diffusa”. Una realtà, questa, già
consolidata in molti Paesi: studi condotti in India, Kenya e nelle Filippine
dimostrano infatti che la media annuale di redditività degli investimenti
effettuati da piccoli imprenditori che hanno usufruito di un microcredito varia
tra il 117 e l’847 per cento.
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SCARCERATO NEI GIORNI SCORSI IN CINA, DON VINCENZO
KONK GUOCUN:
IL SACERDOTE ERA IN PRIGIONE DAL 1999 PER ESSERSI
RIFIUTATO
DI REGISTRARSI PRESSO L’UFFICIO AFFARI RELIGIOSI
DEL GOVERNO
WENZHOU. = E’ stato rimesso in
libertà l’8 giugno scorso don Vincenzo Kong Guocun, della diocesi cinese di
Wenzhou, arrestato il 20 ottobre del 1999. Ne dà notizia l’agenzia EDA, Eglises
d’Asie, precisando che il sacerdote 34enne, ordinato il 31 agosto del 1997,
sarebbe stato liberato a causa di un aggravamento dello stato di salute. Il
regime ha concesso poche volte ai genitori la facoltà di visitare don Kong
Guocur, rinchiuso per essersi rifiutato più volte di registrarsi come cristiano
presso l’Ufficio affari religiosi del Governo cinese. Qualche settimana prima
dell’arresto, il suo vescovo, mons. Giacomo Lin Xili, era stato interrogato
dalla polizia e, da allora, costretto agli arresti domiciliari in un locale
adiacente alla cattedrale di Wenzhou. (A.M.)
DOPO LA CHIUSURA IMPOSTA DAL REGIME COMUNISTA
NEGLI ANNI ’60,
IL MONASTERO CINESE DI NAN CHONG RIAPRE LE PORTE A
UN GRUPPO DI RELIGIOSI
E RELIGIOSE BENEDETTINE IN VISITA NELLA REGIONE
NAN
CHONG. = Un gruppo internazionale di benedettini e benedettine di Sant’Ottilia,
provenienti da Stati Uniti, Inghilterra e Germania, di recente ha potuto visitare
un antico monastero benedettino nella diocesi cinese di Nan Chong. Negli anni
‘60, durante la rivoluzione culturale nel Paese, il monastero, come altri
istituti cattolici, subì ingenti danni e per un certo periodo venne trasformato
in una fabbrica di apparecchi radio. L’ordine monastico spera ora in
un’imminente riapertura. Nonostante le oggettive difficoltà determinate
dall’affermazione del regime comunista in Cina, i figli e le figlie di San
Benedetto non hanno mai smesso di sostenere alcune comunità cattoliche locali,
aiutando economicamente un ospedale e mettendo a disposizione numerose borse di
studio per sacerdoti, religiosi e religiose. I benedettini sono vicini al
popolo cinese anche con la preghiera: lo scorso anno, il superiore generale
dell’Ordine, padre Jeremias Schroeder, ha chiesto ai fedeli di pregare
incessantemente per la Chiesa in Cina e per la popolazione locale, minacciata
dal terribile virus della Sars. Attualmente, sono circa 70 mila i fedeli della
diocesi di Nan Chong, con 15 sacerdoti e altrettante chiese riaperte al culto.
(D.L)
DIMOSTRATA L’EFFICACIA DELLE CELLULE STAMINALI
ADULTE PER LA CURA DELL’INFARTO: L’ANNUNCIO, IERI A TORINO AL 78.MO CONVEGNO
DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI BIOLOGIA SPERIMENTALE
TORINO. = “Ormai è dimostrato:
l’uso delle cellule staminali adulte per riparare i cuori che hanno subito
infarto produce miglioramenti emodinamici. Quello che ci resta da capire è come
evitare gli effetti indesiderati, come i tumori”: a parlare è Gianni Losano,
coordinatore di un progetto di studio dell’Università di Torino, presentato
ieri nel capoluogo piemontese al 78.mo Convegno della Società italiana di
biologia sperimentale (SIBS). “Oggi, con la somministrazione per via
endovenosa, impiantiamo nell’organismo delle nostre cavie di laboratorio
cellule staminali non trattate – spiega Losano – che tendono ad annidarsi anche
fuori dal cuore malato, producendo tumori. La scommessa è specializzare le
staminali, mettendole in coltura con i cardiomiociti, e trasformarle in cellule
cardiache capaci di farsi attrarre solo dal cuore e ripararlo”. Al progetto di
studio, su cui lavorano una decina di ricercatori torinesi, collabora anche il
Dipartimento di scienze cliniche e biologiche del San Luigi di Torino, dove
vengono realizzati gli esperimenti su cuori isolati, espiantati dalle cavie di
laboratorio e tenuti in attività per 8-10 ore con una soluzione ossigenata. In
questi cuori viene provocato l’infarto in modo artificiale e poi vengono innestate
staminali fresche, estratte dal midollo osseo, che producono miglioramenti
dell’attività miocardica. (R.M.)
E’ DECEDUTO IERI A
SOTTO IL MONTE, IN PROVINCIA DI BERGAMO,
MONS. GIOVAN BATTISTA RONCALLI, NIPOTE DI PAPA
GIOVANNI XXIII: AVEVA 78 ANNI
SOTTO IL MONTE. = Mons. Giovan
Battista Roncalli, nipote di papa Giovanni XXIII, è morto ieri mattina nella
sua abitazione di Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, stroncato da un
infarto. A nulla è valso il tempestivo intervento medico. Il presule aveva 78
anni e dal 1981 era parroco di San Gregorio di Cisano Bergamasco. Lunedì era
rientrato da Parigi dove, nella fine settimana scorsa, si era svolto un
incontro del casato Frosio-Roncalli. Era stato ordinato sacerdote il 9 luglio
del 1955 proprio dallo zio, allora patriarca di Venezia, e tra pochi giorni avrebbe
festeggiato il 50.mo di sacerdozio. Subito dopo l’ordinazione, monsignor
Roncalli era stato coadiutore parrocchiale a Fusignano, in provincia di Faenza.
Qui, dal 1959 al 1963 aveva ricoperto l’incarico di canonico del Capitolo della
Cattedrale. Successivamente, si era trasferito a Bergamo dove, fino al 1974,
era stato coadiutore parrocchiale della Cattedrale. Nel 1962 era stato nominato
cappellano di Sua Santità. (R.M.)
LANCIATO IERI A TAIPEI, NELL’ISOLA DI TAIWAN,
L’“INDIGENOUS TELEVISION NETWORK”, IL PRIMO CANALE TELEVISIVO INTERAMENTE
DEDICATO AGLI ABORIGENI
TAIPEI. = E’ nato ieri a Taipei,
nell’isola di Taiwan, il primo canale televisivo interamente dedicato agli
aborigeni. L’“Indigenous Television Network” (ITV) sarà incentrato, in
particolare, sulla comunità aborigena taiwanese, che rappresenta circa il 2 per
cento della popolazione. La stazione televisiva, che trasmette notiziari e
programmi di approfondimento in cinese mandarino, era stata a lungo invocata
dagli indigeni, stanchi di essere mal rappresentanti oppure del tutto ignorati
dai media nazionali. Raggruppate in 12 tribù risalenti a 6 mila anni fa,
ciascuna con lingua, origini e fisionomia differenti, le comunità indigene
taiwanesi vivono nelle montagne in condizioni di sostanziale isolamento e
discriminazione. Discriminazioni ancora legate, secondo alcuni osservatori, a
ragioni storiche: durante l’ultima guerra, tali comunità furono accusate
infatti di appoggiare i giapponesi, che dal 1885 governavano Taiwan, divenuta
una provincia del Giappone. Gli aborigeni, da parte loro, continuano a
respingere ogni accusa. (R.M.)
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- A cura di Eugenio Bonanata e Donika Lafratta -
Un nuovo
attacco contro le reclute della polizia irachena, la conferma di contatti tra
ribelli sunniti e autorità americane e un nuovo video con la presunta voce di
Al Zarqawi. Sono gli ultimi sviluppi dell’intricata situazione irachena che
continua ad alimentare l’insofferenza degli americani per una guerra sempre più
drammatica. Il presidente statunitense, George Bush, ha comunque ribadito che
le truppe USA rimarranno nel Paese arabo fino al completamento della missione.
Il nostro servizio:
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Un ennesimo attentato suicida e
una nuova strage hanno scosso un centro di reclutamento della polizia: un
kamikaze, con indosso una cintura esplosiva, si è fatto saltare in aria a
Baghdad provocando la morte di almeno 20 persone, in gran parte reclute. Altre
cinque persone sono morte per l’esplosione di un’autobomba ad un posto di
blocco poco a sud di Baghdad. L’ondata di violenze contro le forze dell’ordine
irachene ha colpito anche Mossul dove uomini armati hanno ucciso un tenente
della polizia. Sempre a Mossul, un giornalista della televisione irachena
“Al-Iraqiya”, è stato prima sequestrato e poi ucciso. Il suo corpo è stato
rinvenuto, ieri, in un’area ad ovest della città. Un commando di guerriglieri
ha anche assassinato un leader religioso mentre si recava in una moschea di
Baghdad per la preghiera del venerdì. Nella capitale, inoltre, un cittadino
svizzero di origine irachena è stato ucciso per errore dai soldati americani.
L’esercito statunitense ha annunciato, intanto, l’apertura di un’inchiesta sulla morte del cugino
dell’ambasciatore iracheno all’ONU. Secondo il diplomatico è stato ucciso un
civile innocente e disarmato. La vittima, un 25.enne studente di ingegneria, è
stato ucciso lo scorso 25 giugno in seguito ad un blitz condotto da soldati
americani in una casa nella turbolenta provincia di Al Anbar. Torna a farsi
sentire, infine, Al Qaeda: un nuovo video con la presunta voce del leader della
rete terroristica in Iraq, il giordano Al Zarqawi, è stato diffuso su Internet.
Il filmato mostra attacchi kamikaze contro soldati americani e forze di
sicurezza irachene.
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Il presidente palestinese Abu
Mazen ha invitato il gruppo islamico Hamas ad entrare da subito nel governo in
modo da poter supervisionare, in maniera congiunta, la ritirata di Israele
dalla Striscia di Gaza. Secondo fonti del gruppo armato, la direzione di Hamas
starebbe valutando l’offerta e non avrebbe ancora preso una decisione. La
reazione del governo di Ariel Sharon alla proposta di Abu Mazen non si è fatta
attendere. Il portavoce del ministero degli Esteri, Mark Regev, ha avvertito infatti
che la presenza di Hamas nel governo non aiuterebbe il processo di pace.
Almeno 25 persone sono rimaste uccise in due successivi
attacchi aerei compiuti dalle forze americane in Afghanistan. I raid sono
avvenuti contro un villaggio nella provincia montuosa di Kunar. Dal sito online
della Bbc, il ten. col. Jerry O'Hara, portavoce dei militari statunitensi ha
dichiarato: “Abbiamo attaccato un obiettivo che ritenevamo di dover colpire
immediatamente', definendolo una 'base nemica”.
Almeno
due persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite in Turchia nell'esplosione
di una bomba al passaggio di un treno nella provincia di Bingol. Lo ha riferito
l’agenzia di stampa turca Anatolia, precisando che la deflagrazione ha fatto
deragliare due dei 15 vagoni. Secondo altre fonti, le vittime sarebbero invece
quattro, di cui due militari. A bordo del treno, che collegava le città di
Elagiz e Tatvan, nella zona orientale del Paese, si trovavano circa 45
passeggeri. Sul posto sono già al lavoro i soccorritori per estrarre dai vagoni
deragliati le persone intrappolate.
Viene
pubblicata oggi sul Boletín oficial del
Estado, la Gazzetta ufficiale della Spagna, la controversa legge sui
“matrimoni” omosessuali. E la società spagnola
oggi scende in piazza: da un lato, la manifestazione dell’orgoglio gay, che
riempirà questo pomeriggio le strade di Madrid; dall’altro, la protesta del
Foro della famiglia davanti al monumento della Costituzione, per chiedere un
referendum su alcuni provvedimenti appena varati dal Parlamento, come il
“matrimonio” omosessuale, l’adozione ed il cosiddetto “divorzio express”. Al
microfono di Andrea Sarubbi, il padre gesuita Norberto Alcover Ibáñez,
giornalista, scrittore e docente di Comunicazione sociale all’Università
Comillas di Madrid:
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R. –
LA SOCIEDAD ESPAÑOLA PIENSO QUE ES LA SOCIEDAD…
La società
spagnola credo sia, in Europa o addirittura tra i Paesi sviluppati, quella che
negli ultimi trent’anni è cambiata di più. Zapatero è un uomo molto pragmatico
ed anche piuttosto ideologizzato, con una visione decisamente laica della
realtà: vuole aprire le porte a tutte le possibilità. Sembra addirittura che –
se non in questa legislatura, nella prossima – si toccherà anche il tema
dell’eutanasia. Insomma, stiamo assistendo ad una riformulazione abbastanza
profonda della società spagnola.
D. – L’opinione pubblica
spagnola come sta vivendo questi cambiamenti?
R. –
DE UNA MANERA MUY CONTRASTADA…
Con un
confronto molto aspro. Il partito popolare è rimasto praticamente isolato in
Parlamento, ma può comunque contare su 10 milioni di elettori: non molti di
meno, rispetto alla coalizione di centrosinistra. Il clima è molto aggressivo,
non c’è dialogo autentico. Sono due forme diverse di concepire la vita.
D. – Tra la
Chiesa ed il governo di Zapatero si vedono, secondo Lei, spiragli per il
futuro?
R. –
NO, YO LO VEO MUY DIFÍCIL. ES DECIR…
No, mi sembra molto difficile. Non ci sarà mai una
rottura esplicita, perché il governo mantiene un atteggiamento molto formale, e
credo anche che i vescovi cercheranno un dialogo. Ma temo che non si arrivi a
risultati positivi, tranne che sul tema dell’educazione.
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In Albania domani si vota per le
elezioni legislative. Si tratta delle prime vere consultazioni dato che sulle
precedenti, tenutesi dopo la guerra civile del 1997, grava il forte dubbio di
brogli. A contendersi la maggioranza e, quindi, il governo, sono il partito
socialista, del premier uscente, Fatos Nano, e l’opposizione del partito
democratico dell’ex presidente Sali Berisha. Gli oltre 2 milioni e mezzo di
elettori sono chiamati ad eleggere 140 deputati del parlamento. Il servizio di
Eugenio Bonanata:
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Un banco di prova per la
democrazia albanese. È questa la definizione più opportuna dell’appuntamento
elettorale di domani nella speranza, condivisa da tutti, che le operazioni di
voto si svolgano in un clima di trasparenza e di correttezza. Di questo ne è
ben consapevole la Chiesa locale che recentemente ha lanciato un forte appello
agli elettori, affinché esprimano con coscienza la propria scelta. E i vescovi,
soprattutto, hanno ricordato ai politici l’urgenza di riforme per combattere i
problemi più gravi del Paese: droga, corruzione, prostituzione, disoccupazione,
emigrazione. In Albania, infatti, Paese prevalentemente rurale, dove l’84 %
degli oltre 3 milioni e mezzo di abitanti è musulmano, il 26% della popolazione
vive al di sotto della soglia di povertà e ogni anno oltre 100mila persone sono
costrette ad emigrare. Sono sempre molto diffuse, inoltre, le attività economiche
illegali e si calcola che l’economia sommersa rappresenti il 38% del totale. In
questo scenario, dove il rischio astensione è molto consistente, si colloca la
sfida fra il socialista Nano e il democratico Berisha. Ma la posta in palio è
ben più alta: indipendentemente dal risultato elettorale è in gioco
“l’anticamera” dell’Europa Unita. Basta
ricordare, infatti, che i programmi politici dei due schieramenti principali
pongono come priorità proprio l’ambita adesione ai Venticinque. Nei giorni
scorsi, tuttavia, l’Alto rappresentante per la politica estera, Javier Solana,
ha sottolineato che Bruxelles non è disposta ad accettare il ripetersi di
contestazioni nel Paese come avvenne con il voto del 1996. Il principale
ostacolo all’ingresso in Europa, è rappresentato dagli scarsi progressi fatti
dall’Albania in quelle che per Bruxelles sono le quattro aree più sensibili: la
lotta alla corruzione e al crimine, la riforma del sistema giudiziario e di
quello amministrativo. Fin dalla prossima settimana, dunque, potrà essere
chiaro se questa volta in Albania il copione post-elettorale sarà cambiato.
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Un’Europa alla ricerca di una nuova identità, dopo i
recenti problemi economico-istituzionali, affronta il prossimo semestre di
presidenza europea affidato alla Gran Bretagna. Ieri, il premier britannico,
Tony Blair, nella giornata inaugurale del mandato ha incontrato, nella sua
residenza di Downing Street, il presidente della Commissione Europea, Manuel
Barroso. Il servizio da Londra di Sapida Syed:
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Incontrando la Commissione europea, ieri, il primo
ministro ha detto di voler revisionare il modello sociale dell’Europa, visto
che quello attuale è fallito, ma ha fatto anche capire di voler risolvere la
questione dei contributi per l’agricoltura, destinati alla Francia. Non ha però
parlato di diminuire o sospendere quelli del Regno Unito. Ha anche annunciato
un Vertice dei 25 in autunno per superare una crisi che al momento vede profondamente
spaccata l’Europa e che a partire dal presidente Barroso è scettica nei
confronti di un leader britannico il cui euroentusiasmo viene interpretato come
una mossa politica e non come una profonda convinzione. Durante il semestre
britannico, Blair terrà aperto il dibattito sull’allargamento alla Turchia e
per quanto riguarda la politica estera verranno indette nuove iniziative per la
pace in Medio Oriente.
Da Londra, per la Radio
Vaticana, Sagida Syed
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Prosegue il confronto tra Italia
e Stati Uniti dopo il sequestro-arresto nel 2003 dell’imam della moschea di
Milano, Abu Omar, da parte di agenti della Cia. Ieri il presidente del
Consiglio, Berlusconi, ha incontrato a Palazzo Chigi, per chiarimenti,
l’ambasciatore americano, Mel Sembler al
quale ha rappresentato l’indispensabile esigenza del pieno rispetto della
sovranità italiana, da parte degli Stati Uniti. L'Ambasciatore Sembler, a nome
del suo Governo, ha ribadito che questo rispetto è pieno e totale e non verrà
meno in futuro. Proprio su tali basi di reciproco rispetto, è stato infine
sottolineato, “si fonda la profonda, stretta e duratura alleanza tra Stati
Uniti e Italia”.
In Italia, dopo il congresso di
ieri dell’UDC si è tenuta stamani, a Roma, l’assemblea nazionale di Alleanza
Nazionale (AN). Nel suo intervento, il presidente Gianfranco Fini ha risposto
al leader dell’UDC, Marco Follini, e ha sottolineato l’urgenza di ricomporre le
fratture all’interno del proprio partito. Il servizio è di Amedeo Lomonaco:
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Il bipolarismo non si fonda sul
confronto tra forze di centro e di sinistra ma consiste in un centrosinistra
alternativo al centrodestra. Così il presidente di Alleanza nazionale,
Gianfranco Fini, ha replicato alle critiche lanciate ieri dal leader dell’UDC,
Marco Follini. Fini ha anche fornito una diversa chiave di lettura sul momento
dell’Italia, Paese definito “stanco e ripiegato” da Follini. Il bilancio - ha
spiegato Fini - non è magro perchè il governo ha lavorato in una delle
congiunture più difficili. Durante il suo intervento, il presidente di AN ha
poi rilanciato l’idea di un partito unitario proposta dal premier Berlusconi.
Il progetto è stato bocciato, ieri, dal leader dell’UDC contrario invece alla
formazione di un partito unico. Fini ha quindi sottolineato l’urgenza di
rilanciare la coalizione di centrodestra. Il presidente di AN ha poi parlato di
coesione riferendosi anche al proprio partito. “Meglio una maggioranza che
segue il suo presidente ed una legittima minoranza piuttosto che un’unità
falsa, ipocrita”, ha affermato. Dopo aver ribadito di voler governare un
partito coeso e non stratificato in più correnti, il presidente di AN ha quindi
chiesto la collaborazione di tutti. Fini ha difeso, infine, le proprie scelte
sulla procreazione assistita: “Non era un referendum sulla sacralità della vita
– ha detto - ma sulle contraddizioni della legge 40”. “Saper parlare ai cattolici – ha
precisato - non può significare essere un partito cattolico”.
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