RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 183 - Testo della trasmissione di sabato 2 luglio 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

I popoli dei Paesi più ricchi siano pronti a ridurre la povertà nel mondo: così il Papa in un messaggio ai partecipanti al corteo di Edimburgo per la riduzione del debito estero dei Paesi poveri

 

I vescovi aiutino lo Zimbabwe a percorrere la strada della riconciliazione nazionale: così Benedetto XVI ai presuli del Paese africano, ricevuti al termine della visita ad Limina.

 

In visita alla Santa Sede una delegazione della Commissione per gli affari religiosi del Vietnam, in vista di una normalizzazione dei rapporti bilaterali

 

Mons. Migliore all’Ecosoc: il prossimo G8 rispetti gli impegni presi sulla cancellazione del debito dei Paesi più poveri del mondo

 

Il cardinale Kasper parla del suo viaggio a Mosca: cattolici e ortodossi russi insieme per testimoniare il Vangelo nella società permeata dal secolarismo: intervista con il porporato

 

IN PRIMO PIANO:

La solidarietà della Chiesa italiana: con noi mons. Giuseppe Betori e Piero Nicolai

 

Vacanze estive e riposo dello spirito: intervista con fra Gianfranco Roncone

 

Oggi in 10 città del mondo il “Live 8”, i concerti contro il debito: con noi Claudio Baglioni

 

Sport: al via oggi la 92.ma edizione del Tour de France. Ce ne parla Pier Augusto Stagi e Felice Gimondi

 

Il Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik.

 

CHIESA E SOCIETA’:

“Cooperare per uscire dalla povertà: è il tema scelto dalle Nazioni Unite per l’odierna Giornata mondiale delle cooperative

 

Scarcerato nei giorni scorsi in Cina, don Vincenzo Konk Guocun

 

Dopo la chiusura imposta dal regime comunista negli anni ’60, il monastero cinese di Nan Chong riapre le porte a un gruppo di religiosi e religiose benedettine in visita nella regione

 

Dimostrata l’efficacia delle cellule staminali adulte per la cura dell’infarto

 

E’ deceduto ieri a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, mons. Giovan Battista Roncalli, nipote di Papa Giovanni XXIII

 

Lanciato ieri a Taipei, nell’isola di Taiwan, l’“Indigenous Television Network”, il primo canale televisivo interamente dedicato agli aborigeni.

 

24 ORE NEL MONDO:

Nuovi attentati kamikaze a Baghdad: almeno 25 i morti.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

2 luglio 2005

 

 

 

I POPOLI DEI PAESI PIU’ RICCHI SIANO PRONTI A RIDURRE LA POVERTA’ NEL MONDO:

E’ L’ESORTAZIONE DI BENEDETTO XVI CONTENUTA IN UN MESSAGGIO AI PARTECIPANTI AL CORTEO DI EDIMBURGO PER LA RIDUZIONE DEL DEBITO ESTERO DEI PAESI POVERI, A QUATTRO GIORNI DALL’INIZIO DEL G8 IN SCOZIA

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

“I popoli dei Paesi più ricchi del mondo devono essere pronti ad accettare il peso della riduzione del debito dei Paesi poveri e devono spronare i propri leader a rispettare l’impegno a ridurre la povertà, specie in Africa, entro il 2015”: è quanto scrive Benedetto XVI a sostegno del corteo odierno ad Edimburgo, che chiede all’imminente Vertice del G8 di assumere un impegno concreto per combattere la povertà.

 

In un telegramma, a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano - indirizzato al cardinale Keith Patrick O’ Brien, arcivescovo di Edimburgo - il Santo Padre loda quanti partecipano alla manifestazione Make Poverty History, ovveroConsegna la povertà alla storia”. Donne e uomini, afferma il Papa, “uniti dalla preoccupazione per milioni di nostri fratelli e sorelle, afflitti dalla povertà estrema”. Benedetto XVI non manca di rivolgersi ai leader degli otto Paesi più ricchi del mondo che si riuniranno la prossima settimana, dal 6 all’8 luglio, nella località scozzese di Gleneagles e li esorta affinché “assicurino una migliore distribuzione delle ricchezze mondiali”.

 

“Dio – avverte Benedetto XVI, riecheggiando la costituzione conciliare Gaudium et Spes –  ha destinato la terra e tutto quello che essa contiene all'uso di tutti gli uomini e di tutti i popoli, e pertanto i beni creati debbono essere partecipati equamente a tutti”.

 

 

I VESCOVI AIUTINO LO ZIMBABWE A PERCORRERE LA STRADA DELLA RICONCILIAZIONE NAZIONALE E DELLA RICOSTRUZIONE MORALE

DELLA SOCIETA’: COSI’ BENEDETTO XVI AI PRESULI DEL PAESE AFRICANO,

RICEVUTI AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

I presuli dello Zimbabwe aiutino il Paese a trovare la strada per la riconciliazione e la ricostruzione morale della società. E’ l’esortazione di Benedetto XVI che ha ricevuto, stamani, i vescovi dello Stato africano al termine della visita ad Limina. Il Papa ha lodato il contributo dell’episcopato dello Zimbabwe al recente processo elettorale e l’impegno in favore dei più deboli, ribadito nella lettera pastorale Il pianto del povero. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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IN THE EXERCISE OF YOUR EPISCOPAL MINISTRY…

 

Nell’esercizio del vostro ministero episcopale, fate sentire la voce del Signore su ciò che è vero e giusto, sulla pace e la giustizia e sull’amore e la riconciliazione. E’ l’esortazione di Benedetto XVI ai vescovi del Paese africano. La voce dei presuli, ha proseguito, può consolare i fedeli nell’affrontare i problemi e mostrare loro la via della speranza. Il Papa si è quindi soffermato sulla situazione socio-politica dello Zimbabwe.

 

THE RECENT ELECTIONS IN ZIMBABWE…

 

Le recenti elezioni, ha affermato, “hanno posto le basi per ciò che confido sarà un nuovo inizio di un processo di riconciliazione nazionale e di ricostruzione morale della società”. Il Pontefice ha così lodato il contributo offerto dai vescovi al processo elettorale. Quindi, ha citato l’ultima lettera pastorale dell’episcopato dello Zimbabwe, Il pianto del povero, per sottolineare l’importanza della Dottrina sociale della Chiesa nel combattere la piaga della povertà.

 

AMID THE DIFFICULTIES OF THE PRESENT MOMENT…

 

Anche tra le difficoltà del momento presente, ha proseguito, la Chiesa dello Zimbabwe può gioire in presenza di numerose comunità vibranti nella fede, un significativo numero di vocazioni e la presenza di un laicato devoto ed impegnato. In tale contesto, ha incoraggiato i presuli a lavorare per una preparazione catechetica comprensibile per tutti i fedeli, compiendo ogni passo necessario all’educazione dei catechisti. Infine, ha messo l’accento sull’importanza delle scuole cattoliche, la cui identità religiosa deve essere rafforzata”.

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ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Benedetto XVI ha ricevuto stamani il cardinale William Wakefield Baum, Penitenziere Maggiore eme­rito, il cardinale Julián Herranz, presidente del Pontificio Consi­glio per i Testi Legislativi e il cardinale Sergio Sebastiani, presidente della Prefettura de­gli Affari Economici della San­ta Sede.

 

Sempre nella mattinata, il Papa ha ricevuto l’arcivescovo Agostino Vallini, prefetto del Supremo Tri­bunale della Segnatura Apostolica e mons. Heinz Josef Algermissen, vescovo della diocesi tedesca di Fulda. Oggi pomeriggio è inoltre prevista l’udienza del Papa con il cardinale Giovanni Battista Re, prefetto della Congregazione per i Vescovi.

 

In Uganda, il Santo Padre ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Mbarara  il reverendo Lambert Bainomugisha, Cancelliere dell’Arcidiocesi di Mbarara, assegnandogli la sede titolare vescovile di Tacia montana.

 

 

 

IN VISITA ALLA SANTA SEDE UNA DELEGAZIONE DELLA

 COMMISSIONE PER GLI AFFARI RELIGIOSI DEL VIETNAM,

IN VISTA DI UNA NORMALIZZAZIONE DEI RAPPORTI BILATERALI

- A cura di Alessandro Gisotti -

Si chiude oggi la visita alla Santa Sede di una delegazione della commissione governativa per gli Affari Religiosi della Repubblica Socialista del Viêt Nam. Dell’evento dà conto oggi un comunicato del direttore della Sala Stampa vaticana, Navarro-Valls. La delegazione è guidata dal direttore della medesima commissione, Ngo Yen Thi, e integrata da funzionari e rappresentanti del Governo e del ministero degli Affari Esteri. Con tale visita – seconda dopo quella del 1992 – la commissione ha inteso corrispondere all’invito rivolto dalla delegazione della Santa Sede recatasi in Viêt Nam nell’aprile-maggio del 2004. Collocata nel contesto degli incontri bilaterali annuali, che si svolgono ormai da anni, si prefigge lo scopo di promuovere i rapporti tra Chiesa e Stato; inoltre, ha permesso alla parte vietnamita, di conoscere più direttamente e approfonditamente la realtà della Santa Sede.

“Le sessioni di lavoro presso la Segreteria di Stato condotte dal sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Pietro Parolin, in un clima di cordiale rispetto e di proficuo dialogo – informa la nota - si sono concentrate, come di consueto, su alcuni aspetti dell’attività della Chiesa cattolica in Viêt Nam, soffermandosi sugli sviluppi registratesi dall’ultimo incontro e sui problemi ancora aperti”. Particolare attenzione, si legge ancora, “è stata data alla nuova legge governativa sulle credenze e sulle religioni, pubblicata nel novembre scorso. Non si è mancato infine di esaminare la questione dei rapporti fra il Viêt Nam e la Santa Sede, con l’auspicio che si avanzi rapidamente nella direzione della loro normalizzazione”.

La Delegazione è giunta a Roma a fine mattinata di lunedì 27 giugno e, nel pomeriggio, è stata ufficialmente accolta da mons. Giovanni Lajolo, segretario per i Rapporti con gli Stati. Nei giorni successivi ha reso visita ad alcuni dicasteri della Santa Sede ed ha avuto colloqui con il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, e con i superiori del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace e del pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.

Durante la visita, la delegazione si è recata anche alla sede della Radio Vaticana. I membri della delegazione hanno potuto intrattenersi con i responsabili del programma in lingua vietnamita della nostra emittente e al Pontificio Collegio Urbano “de Propaganda Fide” ha salutato un gruppo di giovani, candidati al sacerdozio, provenienti dalle diocesi del Viêt Nam. Il 29 giugno, solennità dei Santi Pietro e Paolo, la delegazione ha partecipato alla Santa Messa celebrata da Benedetto XVI e all’imposizione dei Palli ad un gruppo di arcivescovi metropoliti, fra i quali mons. Joseph Ngô Quang Kiêt, nuovo arcivescovo di Há Nôi.

 

 

MONS. MIGLIORE ALL’ECOSOC: IL PROSSIMO G8  RISPETTI GLI IMPEGNI PRESI

 SULLA CANCELLAZIONE DEL DEBITO DEI PAESI PIU’ POVERI DEL MONDO

 

“La Santa Sede è lieta di associarsi con coloro che sostengono l’accordo raggiunto a Londra dai ministri delle Finanze dei Paesi del G8 che prevede la cancellazione del debito a 18 tra i Paesi più poveri del mondo”. E’ quanto ha detto ieri l’arcivescovo Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite, intervenendo a New York alla Conferenza del Consiglio economico e sociale dell’ONU (Ecosoc). “Negli ultimi decenni – ha detto mons. Migliore -  la Santa Sede è stata uno dei principali sostenitori di questa cancellazione e più volte Papa Giovanni Paolo II ha invitato la comunità internazionale ad assumere questo impegno. Per il momento – ha aggiunto -  l’accordo di Londra resta solo una proposta. I leaders del G8, che si incontreranno a Gleneagles dal 6 all’8 luglio prossimo, dovranno prestare attenzione alle richieste dei cittadini e della società civile e mettere da parte i rispettivi interessi dando priorità al compimento degli accordi presi”.

 

“Non si può ignorare il fatto – ha detto ancora il presule -  che mentre molti Paesi sono in grado di intervenire rapidamente per difendere e promuovere qualsiasi cosa sia percepito come un proprio interesse, una serie di difficoltà e di contrasti s’incontrano ogni qual volta si debba intervenire a sostegno dei Paesi più poveri. Bisogna anche precisare – ha sottolineato -  che le somme in questione sono piuttosto modeste comparate con le spese militari e con i sussidi che diversi Paesi industrializzati pagano ad alcuni settori dell’economia. Sussidi – ha concluso mons. Migliore -  spesso responsabili delle gravi distorsioni che caratterizzano i Paesi più poveri”.

 

 

IL CARDINALE KASPER PARLA DEL SUO VIAGGIO A MOSCA:

CATTOLICI E ORTODOSSI RUSSI INSIEME PER TESTIMONIARE

IL VANGELO NELLA SOCIETA’ PERMEATA DAL SECOLARISMO

- Intervista con il porporato -

 

Il cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, è rientrato nei giorni scorsi da un viaggio a Mosca con l’obiettivo di continuare il dialogo con il Patriarcato ortodosso russo avviato in occasione della solenne inaugurazione del Pontificato di  Benedetto XVI. Su questa visita e sui rapporti tra cattolici e ortodossi russi ascoltiamo lo stesso cardinale Kasper intervistato da Ludwig Waldmueller:

 

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R. – AUS ANLASS DES TODES VON PAPST JOHANNES PAUL II UND DER ...

In occasione sia della morte di Giovanni Paolo II sia dell’inizio di Pontificato del Papa attuale, è stata presente a Roma una delegazione importante della Chiesa ortodossa russa, e quando c’è stata la Messa d’inizio di Pontificato anche un incontro con il nuovo Papa, dal quale sono emerse domande interessanti. Ho pensato che fosse il caso di approfondire queste domande: come possiamo procedere in questo non troppo facile rapporto con la Chiesa ortodossa russa? Ecco il motivo della mia visita a Mosca: una visita con carattere ‘esplorativo’. Per questo, in realtà non era nemmeno previsto un incontro con il Patriarca, ma con il metropolita Kyrill, responsabile delle relazioni con l’estero: l’incontro è stato quindi sostanzialmente con lui e con lui ho parlato delle prospettive di una futura collaborazione.

 

D. – Com’era l’atmosfera, durante i vostri colloqui?

 

R. – DIE ATMOSPHÄRE WAR FREUNDLICH UND HÖFLICH; ...

L’atmosfera è stata cordiale e cortese; non la definirei proprio ‘calorosa’,ma sicuramente fraterna. Abbiamo ragionato degli ambiti nei quali possiamo collaborare, soprattutto in campo sociale e culturale, e anche di come possiamo rendere testimonianza comune contro l’attuale secolarismo. Qui ci sono possibilità d’incontro. Abbiamo detto anche che sarebbe auspicabile che si verificassero incontri tra monasteri, considerando la grande importanza che nella Chiesa ortodossa riveste il monachesimo. Ecco, questa è la direzione nella quale vogliamo continuare. Inoltre, la Chiesa ortodossa russa parteciperà al dialogo internazionale, e quindi le prospettive sono assolutamente positive.

 

D. – Eminenza, una delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli è venuta a Roma in occasione della solennità dei Santi Pietro e Paolo. Com’era l’atmosfera? E’ stato un incontro fraterno?

 

R. – ES WAR EINE SEHR BRÜDERLICHE BEGEGNUNG. ...

L’incontro è stato molto fraterno. Ma del resto, è un’esperienza in atto ormai da decenni. Questo incontro, però, è stato particolarmente bello. Innanzitutto, è stato il loro primo incontro con il nuovo Pontefice, un incontro molto bello; e poi, hanno potuto comunicare ufficialmente, che in autunno potremo riprendere il dialogo internazionale con tutte le Chiese ortodosse. Questa è stata veramente una bella notizia!

 

D. – E quali saranno gli argomenti all’ordine del giorno in questo dialogo ecume-nico internazionale?

 

R. – ES GEHT UM “KIRCHE – WAS HEISST DAS ÜBERHAUPT?“, ...

Il tema è “Chiesa – cosa significa, in realtà?” Quindi tratteremo di comunità ecclesiale e in questo contesto tratteremo la questione nodale con l’ortodossia, cioè il primato del ministero petrino. In questo ambito, poi, sarà possibile anche riprendere la questione della Chiesa uniate. Credo che in questo momento, siano questi gli aspetti da considerare. Non sarà una discussione facile, ma finalmente affronteremo apertamente i problemi che esistono tra di noi.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l’udienza di Benedetto XVI ai vescovi della Conferenza episcopale dello Zimbabwe. Il Papa ha esortato a gettare solide fondamenta morali e spirituali per il futuro della Nazione.

Sempre in prima il messaggio del cardinale Angelo Sodano per il “Make poverty history rally” ad Edimburgo, prima del vertice del “G8”.

 

Nelle vaticane, una pagina dedicata ai temi dell’Eucaristia.

 

Nelle estere, un comunicato sulla visita alla Santa Sede di una Delegazione della Commissione governativa per gli Affari Religiosi della Repubblica Socialista del Viet Nam.

Iraq: nuovo sangue a Baghdad.

Cina-Russia: i presidenti firmano una dichiarazione per “un nuovo ordine mondiale”; importanti accordi raggiunti anche nel campo delle forniture energetiche.

 

Nella pagina culturale, per la rubrica “Oggi” un articolo di Francesco M. Valiante dal titolo “Altro che vittoria della storia!”: la legge spagnola che ha equiparato al matrimonio l’unione fra omosessuali.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema delle pensioni.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

2 luglio 2005

 

 

 

LA SOLIDARIETA’ DELLA CHIESA ITALIANA

- Intervista con Giuseppe Betori e Piero Nicolai -

 

Sono oltre 6000 i progetti di solidarietà promossi in quindici anni dalla CEI, la Conferenza Episcopale Italiana con una spesa complessiva di 710 milioni di euro. Questi alcuni dei dati presenti nel volume “ Dalla parola alle opere- 15 anni di testimonianze del Vangelo della Carità nel terzo mondo” presentato ieri a Roma dal Comitato per gli interventi caritativi della CEI. Oltre 1200 progetti nel settore delle comunicazioni, 800 per l’apprendimento e la conoscenza di un lavoro, 600 riguardo il settore dell’ ambiente. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro.

 

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Africa e America Latina questi i due continenti dove negli ultimi quindici anni si sono concentrati oltre 4000 interventi della Chiesa cattolica grazie ai fondi provenienti dall’ otto per mille. A seguire l’Asia, l’Europa, il Medioriente e l’Oceania. Lo si rileva dal libro “Dalla parola alle opere” presentato ieri. Ma sulle polemiche riguardo la trasparenza dell’ otto per mille ascoltiamo monsignor Giuseppe Betori segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana:

 

“Direi con molta serenità che la Chiesa Cattolica può dire di aver sempre utilizzato l’8 per mille che i cittadini gli hanno affidato con grande coerenza secondo i principi che la legge proponeva, con grande trasparenza, rendendo conto di tutto quello che doveva essere rendicontato e potendo mostrare a tutti che questa utilizzazione è realmente  efficace per cui non abbiamo timore di confrontarci con nessuno sui dati e non su falsità che oggi da più parti vengono propagate”.

 

Tanti i progetti realizzati grazie ai fondi della Chiesa Cattolica. Piero Nicolai responsabile in Italia dell’ associazione “Nossa senora apparecida” che opera in Brasile:

 

“Nella città di Fos d’Iguacu in Paranaà, in Brasile, non esistevano figure professionali di titpo infermieristico. Con la nostra presenza ormai da 15 anni, nella zona più povera della città  abbiamo pensato di costruire, con il contributo della Conferenza Episcopale Italiana questo corso per infermieri professionali. Il corso era rivolto prevalentemente ai giovani che avevano frequentato già le scuole superiori, ma non erano nelle condizioni di potersi permettere di pagare un corso universitario. Ne abbiamo individuato 40, di questi 40, 37 hanno terminato il corso, tutti questi 37 sono occupati attualmente in attività inerenti il loro mestiere”.

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VACANZE ESTIVE E RIPOSO DELLO SPIRITO

- Intervista con fra Gianfranco Roncone -

 

Primo week-end di grandi partenze in Italia. Tra oggi e domani saranno in otto milioni a mettersi in viaggio per le strade del Belpaese. Secondo le indagini quest’anno saranno vacanze brevi e all’insegna del risparmio. Confermata la  preferenza per il mare, in particolare per le isole e la Liguria. Molto gettonate anche le ferie in montagna: dalla Lombardia al Trentino Alto Adige. Le capitali europee più richieste dagli italiani sono Parigi, Londra e Praga. Mentre mete delle lunghe destinazioni restano Caraibi, Messico, Mar Rosso, Tunisia e Marocco. Il 45% dei vacanzieri inoltre trascorrerà le ferie nella seconda casa. Ma c’è chi  sceglie di dedicare questo periodo dell’anno tanto atteso al riposo dello spirito oltre che del corpo. Varie le iniziative messe a disposizione da ordini religiosi in eremi, abbazie e conventi. Vi segnaliamo l’accoglienza offerta dai frati minori di Assisi all’Eremo delle carceri sul Monte Subasio. In questo luogo suggestivo  san Francesco si ritirava in contemplazione per periodi di intensa preghiera insieme ai primi seguaci. Paolo Ondarza ha intervistato fra Gianfranco Roncone della comunità d’accoglienza del santuario.

 

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R. – Le persone vengono qui e partecipano ai vari momenti di preghiera della fraternità. Per le persone che vengono e si fermano qui alcuni giorni organizziamo anche degli incontri, delle catechesi.

 

D. – Come mai secondo voi la gente cerca una vacanza per lo spirito?

 

R. – C’è un grosso desiderio di un incontro un po’ più forte, più in profondità con il Signore. Quando parlo con le persone, allora, quello che cerco di capire è che innanzitutto non sia una fuga dalla realtà, e che soprattutto non ci sia una specie di miscuglio spirituale - sembra sia abbastanza diffusa questa spiritualità orientale, new age - e che quindi non si vada alla ricerca di emozioni.

 

D. – Nella tua esperienza all’eremo, ricordi la storia di qualcuno che ha soggiornato da voi e poi se ne è tornato a casa segnato?

 

R. – A me al momento quella che mi viene in mente è la storia di un ragazzo di Milano, di 24 anni. Mi ha chiamato, ovviamente ha trovato il numero su Internet, ci ho parlato un po’ e ho visto che viveva una situazione abbastanza difficile. Lui aveva un passato difficile, aveva storie legate allo spaccio di droga. Era coinvolto in un giro abbastanza losco. Aveva capito, però, di aver sbagliato e voleva concretamente cambiare vita e quindi dare una svolta e sentiva che per fare questo aveva bisogno di farlo con il Signore. Da solo non ce l’avrebbe fatta. Quindi, è venuto per 5-6 giorni qui all’eremo e abbiamo parlato molto. Gli ho dato qualche testo da leggere e da lì è cominciato tutto un cammino che ha cambiato la sua vita. Ha dato una svolta definitiva al suo passato ed ora è proprio rinato. E’ veramente un’altra persona. Quando lo si incontra è una persona luminosa. Ogni volta che lo incontro e torna qui è una festa. E’ bellissimo vedere il cambiamento che il Signore ha operato nella sua vita, a cominciare però da quel suo desiderio.

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OGGI IN 10 CITTA’ DEL MONDO IL “LIVE 8”, I CONCERTI

PER LA CANCELLAZIONE DEL DEBITO DEI PAESI POVERI

- Intervista con Claudio Baglioni -

 

Con l’esibizione del gruppo rock giapponese Rize è partito da Tokyo il Live 8, l’evento musicale voluto dal cantante Bob Geldof, per chiedere la cancellazione del debito per i Paesi in via di sviluppo. Il concerto coinvolge 10 città del mondo, tra cui Berlino, Johannesburg, Londra e Mosca. A Roma, al Circo Massimo, il via è previsto per le 15, ma già dalle 8.30 centinaia di giovani si sono radunati sotto al palco. Tra gli artisti che si esibiranno, anche Claudio Baglioni che spiega ai nostri microfoni il senso della manifestazione. Il servizio di Isabella Piro.

 

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Un concerto per cambiare il mondo. E’ nato così l’idea del Live 8, l’evento musicale voluto per chiedere la cancellazione del debito nei Paesi del Terzo Mondo. Ascoltiamo Claudio Baglioni, uno dei protagonisti del concerto:

 

“Queste manifestazioni come il Live 8 di oggi o come il Live 8 di 20 anni fa, sono state fatte proprio per stabilire che ci può essere la filosofia e l’incontro del mondo, che non deve più serrare le braccia,ma le deve spalancare”.

 

Non vogliamo i tuoi soldi, vogliamo te! Questo lo slogan del Live 8 per ribadire che il concerto è completamente gratuito sia per il pubblico che per gli artisti:

 

“Secondo me non è importante essere lì come artisti, ma come uomini. L’impegno poi, in fondo, è questo: dirsi che da oggi, da ieri, bisogna lavorare per un  mondo che effettivamente sia un mondo fatto di uomini migliori e che si dia una umanità”.

 

La cancellazione del debito è una delle priorità per il prossimo G8 in programma in Scozia il 6 luglio. Ma il Terzo Mondo, dice Baglioni, ha bisogno anche di qualcos’altro:

 

“Penso che abbia bisogno di dotarsi di una nuova filosofia, un nuovo modo dello stare insieme. Questa manifestazione nasconde altre urgenze che sono quelle di aumentare il senso civico, partecipativo di tutto il mondo; quello di dare ad ogni individuo la dignità di essere uomo”.

 

La povertà si può sconfiggere – ha detto il sindaco di Roma Walter Veltroni - mentre i Paesi in via di sviluppo hanno molte potenzialità che aspettano solo di essere scoperte in modo molto semplice:

 

“Abbassando la diffidenza, sicuramente, cercare quanto è più possibile di apprezzare le differenze, invece che di temerle. In questi Paesi c’è veramente tanta ricchezza, tanta voglia di vivere, tanta capacità. Questa andrebbe aiutata e probabilmente aiutata sul posto”.

 

Tutti i cantanti si esibiscono con una speranza nel cuore:

 

“Con l’idea che sia la prima festa, che poi si possa ripetere sempre, del giorno in cui tutto il mondo sarà finalmente un mondo fatto di persone felici”.

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SPORT: AL VIA OGGI LA 92.MA EDIZIONE DEL TOUR DE FRANCE

- Ai nostri microfoni Pier Augusto Stagi e Felice Gimondi -

 

Grande attesa tra gli appassionati sportivi di ciclismo di tutto il mondo per l’inizio oggi del Tour de France. Il più importante appuntamento delle due ruote, nato oltre 100 anni fa e giunto alla sua 92.ma edizione, si concluderà dopo 21 tappe a Parigi, il 24 luglio prossimo, e quest’anno sconfinerà in Germania. L’americano Lance Armstrong proverà ad entrare nella leggenda, vincendo la sua settima edizione consecutiva. Ce ne parla Giancarlo La Vella:

 

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(Musica)

 

21 tappe per 3608 km di cui tanti in montagna e spesso con temperature impossibili. E’ il Tour de France, la gara che solo i grandissimi atleti delle due ruote riescono a vincere. L’americano Lance Armstrong l’ha fatta sua per sei volte, dopo aver superato gravi problemi di salute. Già un record irraggiungibile, ma che tenterà quest’anno di rendere ancor più prestigioso con la settima maglia gialla consecutiva. Ma perché il Tour de France è il più grande appuntamento ciclistico della stagione? Ci risponde Pier Augusto Stagi del quotidiano “Avvenire”:

 

R. - Il fascino del Tour de France è dato da tante piccole grandi cose, ma il merito più grande ce l’hanno forse proprio i francesi che hanno saputo valorizzarla come non mai. Non siamo di fronte solo alla corsa più importante, ma a quello che è giudicato, a tutti gli effetti, a livello mediatico, il terzo avvenimento sportivo. Dopo le Olimpiadi e i Mondiali di calcio, c’è il Tour de France.

 

D. – Il Tour de France è stato caratterizzato da pagine epiche, gloriose, ma anche drammatiche. Quale sceglieresti?

 

R. – Vorrei ricordare un amico, un grande corridore, un grandissimo ragazzo che però, forse, è stato un fragile uomo: Marco Pantani. Nel ’98 saliva sul gradino più alto del podio, insieme a quel ragazzo, 33 anni dopo, di nome Felice Gimondi, che gli alzava il braccio destro.

 

D. – E proprio a Felice Gimondi, vincitore del Tour de France del ’65, al seguito anche quest’anno della Grand Boucle, chiediamo se Armstrong riuscirà ad arrivare per primo agli Champs Elisées di Parigi ...

 

R. – Credo proprio di sì, anche perché se l’americano ha accettato di mettersi in gioco è perché è quasi certo di potere fissare il suo settimo obiettivo. Poi concluderebbe la carriera. Almeno così è stato detto e scritto. Sicuramente il soggetto ha uno spessore psicologico non indifferente, perché non c’è niente di più difficile di dover partecipare ad una grande prova e vincerla. Si vede che ha una taratura mentale tale da riuscire a focalizzare l’obiettivo in modo giusto e corretto e si presenta alla partenza sempre al limite della condizione. Quindi, non ci dovrebbero essere grossi dubbi. E’ il numero uno, insomma.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani 3 luglio, 14a Domenica del Tempo Ordinario, la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù  invita quanti sono affaticati e oppressi a trovare ristoro in Lui. “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore – dice il Signore -  e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”. Gesù quindi prorompe in un grido di lode al Padre:

 

“Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te”.

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Cristo benedice il Padre che ha tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le ha rivelate ai piccoli. Quali sono queste cose? Sono i segni che Gesù faceva per essere riconosciuto come Figlio di Dio, tanto è vero che un istante prima Cristo, amareggiato per l’incomprensione dice: guai a te, Korazin, guai a te Betsaida perché se a Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, avvolte nel cilicio e nella cenere. Cristo è stato compreso dai semplici e dai piccoli, cioè dalle persone che non hanno niente su cui appoggiarsi, ma chi, invece, metteva avanti le sue convinzioni o il suo potere si è messo contro Cristo. Questi, alla fine, lo consegnerà alla morte senza giungere alla conoscenza del dono di Dio. Dio resiste ai superbi.

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CHIESA E SOCIETA’

2 luglio 2005

 

 

 

“COOPERARE PER USCIRE DALLA POVERTA”: E’ IL TEMA SCELTO DALLE NAZIONI UNITE PER L’ODIERNA GIORNATA MONDIALE DELLE COOPERATIVE

- A cura di Roberta Moretti -

 

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NEW YORK. = “La microfinanza è il nostro business. Cooperare per uscire dalla povertà”: è il tema dell’odierna Giornata internazionale delle cooperative, promossa dalle Nazioni Unite nell’Anno internazionale del Microcredito. Scopo dell’iniziativa, sottolineare il ruolo decisivo delle cooperative nel favorire l’accesso al finanziamento e ai servizi finanziari di base ai poveri e a persone con basso reddito, in genere escluse dai circuiti tradizionali. “Garantendo un migliore accesso al credito – sottolinea, nel messaggio per la Giornata, il segretario generale dell’ONU, Kofi Annan – alle assicurazioni e a forme di risparmio più sicure, si possono aiutare le persone indigenti a incrementare i loro profitti, proteggere i loro beni e ridurre il pericolo di rimanere vittime di crisi”. Una strategia di produzione economica e di generazione del reddito rivolta, in particolare, all’imprenditoria femminile: le donne costituiscono infatti il 70 per cento dei poveri nel mondo e, nonostante svolgano i due terzi del lavoro, i loro guadagni raggiungono appena il 5 per cento del reddito globale. La costituzione di una piccola impresa rappresenta allora la possibilità di dare ai figli accesso all’istruzione, alle cure sanitarie, ad abitazioni dignitose. Il finanziamento in forma cooperativa permette inoltre di mettere in comunione le risorse, “rafforzando – sottolinea Annan – la partecipazione e l’inclusione dei poveri nei processi decisionali, sia a livello finanziario che amministrativo”. “Allo stesso tempo – continua – esso può contribuire alla creazione di un contesto sociale in cui la restituzione dei prestiti possa divenire una pratica diffusa”. Una realtà, questa, già consolidata in molti Paesi: studi condotti in India, Kenya e nelle Filippine dimostrano infatti che la media annuale di redditività degli investimenti effettuati da piccoli imprenditori che hanno usufruito di un microcredito varia tra il 117 e l’847 per cento.

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SCARCERATO NEI GIORNI SCORSI IN CINA, DON VINCENZO KONK GUOCUN:

IL SACERDOTE ERA IN PRIGIONE DAL 1999 PER ESSERSI RIFIUTATO

DI REGISTRARSI PRESSO L’UFFICIO AFFARI RELIGIOSI DEL GOVERNO

 

WENZHOU. = E’ stato rimesso in libertà l’8 giugno scorso don Vincenzo Kong Guocun, della diocesi cinese di Wenzhou, arrestato il 20 ottobre del 1999. Ne dà notizia l’agenzia EDA, Eglises d’Asie, precisando che il sacerdote 34enne, ordinato il 31 agosto del 1997, sarebbe stato liberato a causa di un aggravamento dello stato di salute. Il regime ha concesso poche volte ai genitori la facoltà di visitare don Kong Guocur, rinchiuso per essersi rifiutato più volte di registrarsi come cristiano presso l’Ufficio affari religiosi del Governo cinese. Qualche settimana prima dell’arresto, il suo vescovo, mons. Giacomo Lin Xili, era stato interrogato dalla polizia e, da allora, costretto agli arresti domiciliari in un locale adiacente alla cattedrale di Wenzhou. (A.M.)

 

 

DOPO LA CHIUSURA IMPOSTA DAL REGIME COMUNISTA NEGLI ANNI ’60,

IL MONASTERO CINESE DI NAN CHONG RIAPRE LE PORTE A UN GRUPPO DI RELIGIOSI

E RELIGIOSE BENEDETTINE IN VISITA NELLA REGIONE

 

NAN CHONG. = Un gruppo internazionale di benedettini e benedettine di Sant’Ottilia, provenienti da Stati Uniti, Inghilterra e Germania, di recente ha potuto visitare un antico monastero benedettino nella diocesi cinese di Nan Chong. Negli anni ‘60, durante la rivoluzione culturale nel Paese, il monastero, come altri istituti cattolici, subì ingenti danni e per un certo periodo venne trasformato in una fabbrica di apparecchi radio. L’ordine monastico spera ora in un’imminente riapertura. Nonostante le oggettive difficoltà determinate dall’affermazione del regime comunista in Cina, i figli e le figlie di San Benedetto non hanno mai smesso di sostenere alcune comunità cattoliche locali, aiutando economicamente un ospedale e mettendo a disposizione numerose borse di studio per sacerdoti, religiosi e religiose. I benedettini sono vicini al popolo cinese anche con la preghiera: lo scorso anno, il superiore generale dell’Ordine, padre Jeremias Schroeder, ha chiesto ai fedeli di pregare incessantemente per la Chiesa in Cina e per la popolazione locale, minacciata dal terribile virus della Sars. Attualmente, sono circa 70 mila i fedeli della diocesi di Nan Chong, con 15 sacerdoti e altrettante chiese riaperte al culto. (D.L)

 

 

DIMOSTRATA L’EFFICACIA DELLE CELLULE STAMINALI ADULTE PER LA CURA DELL’INFARTO: L’ANNUNCIO, IERI A TORINO AL 78.MO CONVEGNO

DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI BIOLOGIA SPERIMENTALE

 

TORINO. = “Ormai è dimostrato: l’uso delle cellule staminali adulte per riparare i cuori che hanno subito infarto produce miglioramenti emodinamici. Quello che ci resta da capire è come evitare gli effetti indesiderati, come i tumori”: a parlare è Gianni Losano, coordinatore di un progetto di studio dell’Università di Torino, presentato ieri nel capoluogo piemontese al 78.mo Convegno della Società italiana di biologia sperimentale (SIBS). “Oggi, con la somministrazione per via endovenosa, impiantiamo nell’organismo delle nostre cavie di laboratorio cellule staminali non trattate – spiega Losano – che tendono ad annidarsi anche fuori dal cuore malato, producendo tumori. La scommessa è specializzare le staminali, mettendole in coltura con i cardiomiociti, e trasformarle in cellule cardiache capaci di farsi attrarre solo dal cuore e ripararlo”. Al progetto di studio, su cui lavorano una decina di ricercatori torinesi, collabora anche il Dipartimento di scienze cliniche e biologiche del San Luigi di Torino, dove vengono realizzati gli esperimenti su cuori isolati, espiantati dalle cavie di laboratorio e tenuti in attività per 8-10 ore con una soluzione ossigenata. In questi cuori viene provocato l’infarto in modo artificiale e poi vengono innestate staminali fresche, estratte dal midollo osseo, che producono miglioramenti dell’attività miocardica. (R.M.)

 

 

E’ DECEDUTO IERI A SOTTO IL MONTE, IN PROVINCIA DI BERGAMO,

MONS. GIOVAN BATTISTA RONCALLI, NIPOTE DI PAPA GIOVANNI XXIII: AVEVA 78 ANNI

 

SOTTO IL MONTE. = Mons. Giovan Battista Roncalli, nipote di papa Giovanni XXIII, è morto ieri mattina nella sua abitazione di Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, stroncato da un infarto. A nulla è valso il tempestivo intervento medico. Il presule aveva 78 anni e dal 1981 era parroco di San Gregorio di Cisano Bergamasco. Lunedì era rientrato da Parigi dove, nella fine settimana scorsa, si era svolto un incontro del casato Frosio-Roncalli. Era stato ordinato sacerdote il 9 luglio del 1955 proprio dallo zio, allora patriarca di Venezia, e tra pochi giorni avrebbe festeggiato il 50.mo di sacerdozio. Subito dopo l’ordinazione, monsignor Roncalli era stato coadiutore parrocchiale a Fusignano, in provincia di Faenza. Qui, dal 1959 al 1963 aveva ricoperto l’incarico di canonico del Capitolo della Cattedrale. Successivamente, si era trasferito a Bergamo dove, fino al 1974, era stato coadiutore parrocchiale della Cattedrale. Nel 1962 era stato nominato cappellano di Sua Santità. (R.M.)

 

 

LANCIATO IERI A TAIPEI, NELL’ISOLA DI TAIWAN, L’“INDIGENOUS TELEVISION NETWORK”, IL PRIMO CANALE TELEVISIVO INTERAMENTE DEDICATO AGLI ABORIGENI

 

TAIPEI. = E’ nato ieri a Taipei, nell’isola di Taiwan, il primo canale televisivo interamente dedicato agli aborigeni. L’“Indigenous Television Network” (ITV) sarà incentrato, in particolare, sulla comunità aborigena taiwanese, che rappresenta circa il 2 per cento della popolazione. La stazione televisiva, che trasmette notiziari e programmi di approfondimento in cinese mandarino, era stata a lungo invocata dagli indigeni, stanchi di essere mal rappresentanti oppure del tutto ignorati dai media nazionali. Raggruppate in 12 tribù risalenti a 6 mila anni fa, ciascuna con lingua, origini e fisionomia differenti, le comunità indigene taiwanesi vivono nelle montagne in condizioni di sostanziale isolamento e discriminazione. Discriminazioni ancora legate, secondo alcuni osservatori, a ragioni storiche: durante l’ultima guerra, tali comunità furono accusate infatti di appoggiare i giapponesi, che dal 1885 governavano Taiwan, divenuta una provincia del Giappone. Gli aborigeni, da parte loro, continuano a respingere ogni accusa. (R.M.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

2 luglio 2005

 

- A cura di Eugenio Bonanata e Donika Lafratta -

        

 

Un nuovo attacco contro le reclute della polizia irachena, la conferma di contatti tra ribelli sunniti e autorità americane e un nuovo video con la presunta voce di Al Zarqawi. Sono gli ultimi sviluppi dell’intricata situazione irachena che continua ad alimentare l’insofferenza degli americani per una guerra sempre più drammatica. Il presidente statunitense, George Bush, ha comunque ribadito che le truppe USA rimarranno nel Paese arabo fino al completamento della missione. Il nostro servizio:

 

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Un ennesimo attentato suicida e una nuova strage hanno scosso un centro di reclutamento della polizia: un kamikaze, con indosso una cintura esplosiva, si è fatto saltare in aria a Baghdad provocando la morte di almeno 20 persone, in gran parte reclute. Altre cinque persone sono morte per l’esplosione di un’autobomba ad un posto di blocco poco a sud di Baghdad. L’ondata di violenze contro le forze dell’ordine irachene ha colpito anche Mossul dove uomini armati hanno ucciso un tenente della polizia. Sempre a Mossul, un giornalista della televisione irachena “Al-Iraqiya”, è stato prima sequestrato e poi ucciso. Il suo corpo è stato rinvenuto, ieri, in un’area ad ovest della città. Un commando di guerriglieri ha anche assassinato un leader religioso mentre si recava in una moschea di Baghdad per la preghiera del venerdì. Nella capitale, inoltre, un cittadino svizzero di origine irachena è stato ucciso per errore dai soldati americani. L’esercito statunitense ha annunciato, intanto,  l’apertura di un’inchiesta sulla morte del cugino dell’ambasciatore iracheno all’ONU. Secondo il diplomatico è stato ucciso un civile innocente e disarmato. La vittima, un 25.enne studente di ingegneria, è stato ucciso lo scorso 25 giugno in seguito ad un blitz condotto da soldati americani in una casa nella turbolenta provincia di Al Anbar. Torna a farsi sentire, infine, Al Qaeda: un nuovo video con la presunta voce del leader della rete terroristica in Iraq, il giordano Al Zarqawi, è stato diffuso su Internet. Il filmato mostra attacchi kamikaze contro soldati americani e forze di sicurezza irachene.

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Il presidente palestinese Abu Mazen ha invitato il gruppo islamico Hamas ad entrare da subito nel governo in modo da poter supervisionare, in maniera congiunta, la ritirata di Israele dalla Striscia di Gaza. Secondo fonti del gruppo armato, la direzione di Hamas starebbe valutando l’offerta e non avrebbe ancora preso una decisione. La reazione del governo di Ariel Sharon alla proposta di Abu Mazen non si è fatta attendere. Il portavoce del ministero degli Esteri, Mark Regev, ha avvertito infatti che la presenza di Hamas nel governo non aiuterebbe il processo di pace.

 

Almeno 25 persone sono rimaste uccise in due successivi attacchi aerei compiuti dalle forze americane in Afghanistan. I raid sono avvenuti contro un villaggio nella provincia montuosa di Kunar. Dal sito online della Bbc, il ten. col. Jerry O'Hara, portavoce dei militari statunitensi ha dichiarato: “Abbiamo attaccato un obiettivo che ritenevamo di dover colpire immediatamente', definendolo una 'base nemica”.

 

Almeno due persone sono morte e molte altre sono rimaste ferite in Turchia nell'esplosione di una bomba al passaggio di un treno nella provincia di Bingol. Lo ha riferito l’agenzia di stampa turca Anatolia, precisando che la deflagrazione ha fatto deragliare due dei 15 vagoni. Secondo altre fonti, le vittime sarebbero invece quattro, di cui due militari. A bordo del treno, che collegava le città di Elagiz e Tatvan, nella zona orientale del Paese, si trovavano circa 45 passeggeri. Sul posto sono già al lavoro i soccorritori per estrarre dai vagoni deragliati le persone intrappolate.

 

Viene pubblicata oggi sul Boletín oficial del Estado, la Gazzetta ufficiale della Spagna, la controversa legge sui “matrimoni” omosessuali. E la società spagnola oggi scende in piazza: da un lato, la manifestazione dell’orgoglio gay, che riempirà questo pomeriggio le strade di Madrid; dall’altro, la protesta del Foro della famiglia davanti al monumento della Costituzione, per chiedere un referendum su alcuni provvedimenti appena varati dal Parlamento, come il “matrimonio” omosessuale, l’adozione ed il cosiddetto “divorzio express”. Al microfono di Andrea Sarubbi, il padre gesuita Norberto Alcover Ibáñez, giornalista, scrittore e docente di Comunicazione sociale all’Università Comillas di Madrid:

 

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R. – LA SOCIEDAD ESPAÑOLA PIENSO QUE ES LA SOCIEDAD…

La società spagnola credo sia, in Europa o addirittura tra i Paesi sviluppati, quella che negli ultimi trent’anni è cambiata di più. Zapatero è un uomo molto pragmatico ed anche piuttosto ideologizzato, con una visione decisamente laica della realtà: vuole aprire le porte a tutte le possibilità. Sembra addirittura che – se non in questa legislatura, nella prossima – si toccherà anche il tema dell’eutanasia. Insomma, stiamo assistendo ad una riformulazione abbastanza profonda della società spagnola.

 

D. – L’opinione pubblica spagnola come sta vivendo questi cambiamenti?

 

R. – DE UNA MANERA MUY CONTRASTADA…

Con un confronto molto aspro. Il partito popolare è rimasto praticamente isolato in Parlamento, ma può comunque contare su 10 milioni di elettori: non molti di meno, rispetto alla coalizione di centrosinistra. Il clima è molto aggressivo, non c’è dialogo autentico. Sono due forme diverse di concepire la vita.

 

D. – Tra la Chiesa ed il governo di Zapatero si vedono, secondo Lei, spiragli per il futuro?

 

R. – NO, YO LO VEO MUY DIFÍCIL. ES DECIR…

No, mi sembra molto difficile. Non ci sarà mai una rottura esplicita, perché il governo mantiene un atteggiamento molto formale, e credo anche che i vescovi cercheranno un dialogo. Ma temo che non si arrivi a risultati positivi, tranne che sul tema dell’educazione.

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In Albania domani si vota per le elezioni legislative. Si tratta delle prime vere consultazioni dato che sulle precedenti, tenutesi dopo la guerra civile del 1997, grava il forte dubbio di brogli. A contendersi la maggioranza e, quindi, il governo, sono il partito socialista, del premier uscente, Fatos Nano, e l’opposizione del partito democratico dell’ex presidente Sali Berisha. Gli oltre 2 milioni e mezzo di elettori sono chiamati ad eleggere 140 deputati del parlamento. Il servizio di Eugenio Bonanata: 

 

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Un banco di prova per la democrazia albanese. È questa la definizione più opportuna dell’appuntamento elettorale di domani nella speranza, condivisa da tutti, che le operazioni di voto si svolgano in un clima di trasparenza e di correttezza. Di questo ne è ben consapevole la Chiesa locale che recentemente ha lanciato un forte appello agli elettori, affinché esprimano con coscienza la propria scelta. E i vescovi, soprattutto, hanno ricordato ai politici l’urgenza di riforme per combattere i problemi più gravi del Paese: droga, corruzione, prostituzione, disoccupazione, emigrazione. In Albania, infatti, Paese prevalentemente rurale, dove l’84 % degli oltre 3 milioni e mezzo di abitanti è musulmano, il 26% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e ogni anno oltre 100mila persone sono costrette ad emigrare. Sono sempre molto diffuse, inoltre, le attività economiche illegali e si calcola che l’economia sommersa rappresenti il 38% del totale. In questo scenario, dove il rischio astensione è molto consistente, si colloca la sfida fra il socialista Nano e il democratico Berisha. Ma la posta in palio è ben più alta: indipendentemente dal risultato elettorale è in gioco “l’anticamera” dell’Europa Unita. Basta ricordare, infatti, che i programmi politici dei due schieramenti principali pongono come priorità proprio l’ambita adesione ai Venticinque. Nei giorni scorsi, tuttavia, l’Alto rappresentante per la politica estera, Javier Solana, ha sottolineato che Bruxelles non è disposta ad accettare il ripetersi di contestazioni nel Paese come avvenne con il voto del 1996. Il principale ostacolo all’ingresso in Europa, è rappresentato dagli scarsi progressi fatti dall’Albania in quelle che per Bruxelles sono le quattro aree più sensibili: la lotta alla corruzione e al crimine, la riforma del sistema giudiziario e di quello amministrativo. Fin dalla prossima settimana, dunque, potrà essere chiaro se questa volta in Albania il copione post-elettorale sarà cambiato.

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Un’Europa alla ricerca di una nuova identità, dopo i recenti problemi economico-istituzionali, affronta il prossimo semestre di presidenza europea affidato alla Gran Bretagna. Ieri, il premier britannico, Tony Blair, nella giornata inaugurale del mandato ha incontrato, nella sua residenza di Downing Street, il presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso. Il servizio da Londra di Sapida Syed:

 

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Incontrando la Commissione europea, ieri, il primo ministro ha detto di voler revisionare il modello sociale dell’Europa, visto che quello attuale è fallito, ma ha fatto anche capire di voler risolvere la questione dei contributi per l’agricoltura, destinati alla Francia. Non ha però parlato di diminuire o sospendere quelli del Regno Unito. Ha anche annunciato un Vertice dei 25 in autunno per superare una crisi che al momento vede profondamente spaccata l’Europa e che a partire dal presidente Barroso è scettica nei confronti di un leader britannico il cui euroentusiasmo viene interpretato come una mossa politica e non come una profonda convinzione. Durante il semestre britannico, Blair terrà aperto il dibattito sull’allargamento alla Turchia e per quanto riguarda la politica estera verranno indette nuove iniziative per la pace in Medio Oriente.

 

Da Londra, per la Radio Vaticana, Sagida Syed

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Prosegue il confronto tra Italia e Stati Uniti dopo il sequestro-arresto nel 2003 dell’imam della moschea di Milano, Abu Omar, da parte di agenti della Cia. Ieri il presidente del Consiglio, Berlusconi, ha incontrato a Palazzo Chigi, per chiarimenti, l’ambasciatore americano, Mel Sembler al quale ha rappresentato l’indispensabile esigenza del pieno rispetto della sovranità italiana, da parte degli Stati Uniti. L'Ambasciatore Sembler, a nome del suo Governo, ha ribadito che questo rispetto è pieno e totale e non verrà meno in futuro. Proprio su tali basi di reciproco rispetto, è stato infine sottolineato, “si fonda la profonda, stretta e duratura alleanza tra Stati Uniti e Italia”.

 

In Italia, dopo il congresso di ieri dell’UDC si è tenuta stamani, a Roma, l’assemblea nazionale di Alleanza Nazionale (AN). Nel suo intervento, il presidente Gianfranco Fini ha risposto al leader dell’UDC, Marco Follini, e ha sottolineato l’urgenza di ricomporre le fratture all’interno del proprio partito. Il servizio è di Amedeo Lomonaco:

 

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Il bipolarismo non si fonda sul confronto tra forze di centro e di sinistra ma consiste in un centrosinistra alternativo al centrodestra. Così il presidente di Alleanza nazionale, Gianfranco Fini, ha replicato alle critiche lanciate ieri dal leader dell’UDC, Marco Follini. Fini ha anche fornito una diversa chiave di lettura sul momento dell’Italia, Paese definito “stanco e ripiegato” da Follini. Il bilancio - ha spiegato Fini - non è magro perchè il governo ha lavorato in una delle congiunture più difficili. Durante il suo intervento, il presidente di AN ha poi rilanciato l’idea di un partito unitario proposta dal premier Berlusconi. Il progetto è stato bocciato, ieri, dal leader dell’UDC contrario invece alla formazione di un partito unico. Fini ha quindi sottolineato l’urgenza di rilanciare la coalizione di centrodestra. Il presidente di AN ha poi parlato di coesione riferendosi anche al proprio partito. “Meglio una maggioranza che segue il suo presidente ed una legittima minoranza piuttosto che un’unità falsa, ipocrita”, ha affermato. Dopo aver ribadito di voler governare un partito coeso e non stratificato in più correnti, il presidente di AN ha quindi chiesto la collaborazione di tutti. Fini ha difeso, infine, le proprie scelte sulla procreazione assistita: “Non era un referendum sulla sacralità della vita – ha detto - ma sulle contraddizioni della legge 40”. “Saper parlare ai cattolici – ha precisato - non può significare essere un partito cattolico”.

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