RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 179 - Testo della trasmissione di martedì 28 giugno 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Con un Motu Proprio, Benedetto XVI ha approvato e pubblicato il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica: contiene gli elementi essenziali della fede, formulati in maniera chiara, sintetica e accessibile a tutti. Un rinnovato annuncio del Vangelo per una umanità assetata di verità

 

“Santo subito”: gioia dei fedeli di tutto il mondo per l’apertura della fase diocesana della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II, stasera nella Basilica di San Giovanni in Laterano: con noi, mons. Gianfranco Ravasi

 

Il Pontefice presente stasera in Aula Paolo VI alla festa in suo onore organizzata dall’Opera don Orione

 

Benedetto XVI in Valle d’Aosta dall’11 al 28 luglio. Il Papa sarà a Les Combes, centro alpino che tante volte ha ospitato Giovanni Paolo II nei suoi periodi estivi di riposo

 

IN PRIMO PIANO:

La figura di Giovanni Battista Scalabrini nel centenario della morte: intervista con padre Isaia Birollo.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Argentina: occorre restituire l’anima alla politica. Così il cardinale Jorge Bergoglio

 

Oggi a Manila i funerali del cardinale Jaime Sin, scomparso il 21 giugno scorso

 

India: nuove violenze anti-cristiane mentre una suora cattolica riceve un premio internazionale per il suo impegno in favore dei poveri del Paese

 

Si è conclusa a Bangkok la Conferenza internazionale sulle vocazioni e le sfide del XXI secolo

 

Spagna: il 30 giugno nuova manifestazione contro il disegno di legge sul matrimonio omosessuale

 

Europa ed Asia strette nella morsa del caldo

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq, un kamikaze uccide un deputato nel giorno del primo anniversario del trasferimento dei poteri dalle autorità americane a quelle irachene

 

Dopo la vittoria di Ahmadinejad nelle presidenziali iraniane, crescono i timori di Stati Uniti e Unione Europea per il programma nucleare di Teheran

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

28 giugno 2005

 

 

 

CON UN MOTU PROPRIO , BENEDETTO XVI HA APPROVATO E PUBBLICATO

IL COMPENDIO DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA.

IL PAPA HA PRESENTATO IL TESTO DURANTE UNA SOLENNE CERIMONIA IN VATICANO

 

Una sintesi semplice, chiara, accessibile a tutti e allo stesso tempo autorevole nella presentazione delle verità della fede cristiana. Sono questi i pregi fondamentali del “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica”, che Benedetto XVI ha approvato oggi con un Motu proprio, presentandolo questa mattina in Vaticano, durante la celebrazione dell’Ora sesta in Sala Clementina, cui hanno partecipato numerosi cardinali e vescovi. Il Papa ha ripercorso nel suo discorso le tappe storiche che hanno portato - per volontà di Giovanni Paolo II e dell’episcopato mondiale - alla nascita del Catechismo prima e del suo Compendio poi. I particolari nel servizio di Alessandro De Carolis.

 

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Un Compendio che vale come un nuovo annuncio del Vangelo, adatto ai cristiani contemporanei. Una sintesi concepita in forma di dialogo, nella quale le domande e le risposte rappresentano l’ideale confronto tra il maestro e il discepolo e dove anche le immagini sacre presenti nel testo – capaci di descrivere la “suprema armonia tra il buono e il bello – assolvono alla funzione di trasmettere al credente “gli elementi essenziali e fondamentali della fede e della morale cattolica”. Con “grande gioia” e visibile soddisfazione, Benedetto XVI ha consegnato alla Chiesa lo strumento del Compendio del Catechismo, sul quale lo stesso Joseph Ratzinger, nelle vesti di cardinale, aveva lavorato dal 2003 come responsabile dell’apposita Commissione di cardinali ed esperti incaricati da Giovanni Paolo II di presiederne alla redazione.

 

Dopo due anni di “d’intenso e proficuo lavoro”, così come definiti dallo stesso Pontefice, il Compendio ha visto la luce raccogliendo l’eredità di quel più corposo testo del Catechismo della Chiesa Cattolica, pubblicato nel ’92 a trent’anni dal Concilio Vaticano II. Il nuovo strumento è stato pensato, ha detto il Papa, non solo per il “bene della Chiesa universale e delle Chiese particolari”, ma anche per il “mondo d’oggi assetato di verità”. “Non si tratta certamente di un nuovo Catechismo”, ha voluto precisare Benedetto XVI, ma di un fedele specchio del modello a cui si rifà e che resta dunque il punto di riferimento insostituibile.

 

“Questo Compendio è un rinnovato annuncio del Vangelo oggi (…) E’ la fede della Chiesa in Cristo Gesù, che il Compendio presenta. Seguendo la struttura quadripartita del Catechismo della Chiesa Cattolica, esso presenta, infatti, Cristo professato quale Figlio Unigenito del Padre, come perfetto Rivelatore della verità di Dio e come definitivo Salvatore del mondo; Cristo celebrato nei sacramenti, come fonte e sostegno della vita della Chiesa; Cristo ascoltato e seguito nell’obbedienza ai suoi comandamenti, come sorgente di esistenza nuova nella carità e nella concordia; Cristo imitato nella preghiera, come modello e maestro del nostro atteggiamento orante nei confronti del Padre”.

 

Per enunciare tali aspetti, il Compendio adotta la forma dialogica, che rimanda con la memoria ad analoghe e già sperimentate forme di insegnamento dottrinale. L’alternarsi di domande e risposte – 598 in totale - è la caratteristica più evidente del Compendio, che ha permesso di renderlo sintetico, essenziale, facilmente memorizzabile. Si tratta di una “sequenza incalzante di interrogativi che – ha osservato il Papa – coinvolgono il lettore invitandolo a proseguire nella scoperta dei sempre nuovi aspetti della verità della fede”. E allo stesso modo funzionano le immagini sacre inserite all’inizio di ogni sezione, che parlano al cuore grazie alla maestria di artisti antichi e moderni:

 

Le immagini sacre, con la loro bellezza, sono anch’esse annuncio evangelico ed esprimono lo splendore della verità cattolica, mostrando la suprema armonia tra il buono e il bello, tra la via veritatis e la via pulchritudinis. Mentre testimoniano la secolare e feconda tradizione dell’arte cristiana, sollecitano tutti, credenti e non, alla scoperta e alla contemplazione del fascino inesauribile del mistero della Redenzione, dando sempre nuovo impulso al vivace processo della sua inculturazione nel tempo.

 

Il Compendio si conclude con la sezione dedicata alla preghiera. Benedetto XVI ha giudicato una “scelta opportuna” l’inserimento di un’Appendice che raccoglie alcune preghiere comuni della Chiesa: un invito a ritrovare un comune modo di pregare, non solo a livello personale, ma anche a livello comunitario”. Inoltre, in ognuna delle traduzioni la maggior parte delle preghiere, ha sottolineato il Papa,  sarà presentata anche in latino. E ne ha spiegato le ragioni:

 

“Il loro apprendimento, anche in questa lingua, faciliterà il pregare insieme da parte dei fedeli cristiani appartenenti a lingue diverse, specialmente quando si incontreranno insieme per particolari circostanze. Come già dissi, nel 1997, in occasione della presentazione al mio Venerato Predecessore dell’edizione tipica latina del Catechismo della Chiesa Cattolica, “proprio nella molteplicità delle lingue e delle culture, il latino, per tanti secoli veicolo e strumento della cultura cristiana, garantisce non solo la continuità con le nostre radici, ma rimane quanto mai rilevante per rinsaldare i legami dell'unità della fede nella comunione della Chiesa”.

 

Benedetto XVI ha terminato il discorso donando una copia del Compendio al cardinale arcivescovo di Vienna, Cristoph Schoenborn, e al vescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione della Dottrina della Fede. E una copia è stata consegnata anche a un sacerdote, un diacono, un religioso, una suora, una famiglia e due giovani, in rappresentanza di quelle persone di buona volontà che desiderino conoscere, ha affermato il Papa, “le insondabili ricchezze del mistero salvifico di Gesù Cristo”.

 

Sull’importanza del compendio per il mondo giovanile, ecco il commento dell’arcivescovo Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, intervistato da Giovanni Peduto:

 

“A quarant’anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II e nell’anno dell’Eucaristia, il Compendio può rappresentare un ulteriore sussidio per soddisfare la fame di verità dei fedeli soprattutto dei giovani, che vi possono trovare un utile vademecum dottrinale per la loro formazione cristiana. La Giornata mondiale della Gioventù ad agosto può rappresentare un appuntamento straordinario per l’accoglienza e la conoscenza di questa sintesi della dottrina, della morale e della spiritualità cristiana. Dobbiamo ringraziare il Santo Padre, Benedetto XVI, che in qualità di Presidente della Commissione speciale ha elaborato con prontezza e con grande sapienza pedagogica questo dono a tutta la Chiesa e anche a tutti gli uomini e le donne di buona volontà”.

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Ma scorriamo insieme le pagine del Compendio del Catechismo. Ci guida in questa lettura Sergio Centofanti.

 

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E’ un viaggio scorrevole attraverso le verità della nostra fede. Un viaggio che inizia con l’annuncio dell’amore e della bontà di Dio che vuole rendere partecipe l’uomo della sua vita divina. Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità”, ribadisce il Compendio. Un messaggio di speranza per una umanità che ha sete d’infinito e che spesso inseguendo la felicità cerca Dio senza saperlo.  Un messaggio di gioia che però è anche esigente, come le parole di Gesù sono esigenti, non certo alla moda, né accomodanti. Si invita al rischio della fede in Gesù morto e risorto per la salvezza di tutti: fede che è “dono gratuito di Dio” ma anche atto umano, “atto dell’intelligenza” perché l’uomo dà liberamente il proprio consenso alla verità divina diventando ad essa obbediente.  E “anche se la fede supera la ragione non vi potrà mai essere contraddizione tre fede e scienza, perché entrambe hanno origine da Dio”.

 

Il Compendio affronta le domande di tutti: perché esiste il male, perché Dio lo permette? E risponde: “Dio non è in alcun modo … la causa del male” e anche se l’interrogativo resta “misterioso” “la fede ci dà la certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo stesso male non traesse il bene”. E così anche la trasmissione del peccato originale “rimane un mistero che non possiamo comprendere appieno”. Poi altre domande cruciali sul ruolo della Chiesa nella salvezza degli uomini, che non hanno colpa se non hanno conosciuto il Vangelo e cercano sinceramente Dio; e poi sul Battesimo e sugli altri Sacramenti come la Confessione: il Compendio ricorda che è necessaria almeno una volta l’anno per i peccati gravi: perché i peccati siano mortali devono esserci contemporaneamente “materia grave, piena consapevolezza e deliberato consenso”. Arrivano poi le domande sul rispetto della vita e sulla famiglia dove si legge che “la poligamia … contraddice la pari dignità tra l’uomo e la donna, l’unicità e l’esclusività dell’amore coniugale”. Si ribadiscono i principi della Chiesa sul matrimonio indissolubile e sui divorziati risposati che non possono accedere alla Comunione, ma per i quali tutta la comunità ecclesiale è chiamata ad un’attenta sollecitudine.

 

Il Compendio ribadisce la libertà di coscienza, ma, ricordando che la coscienza può essere erronea, elenca le tre regole da seguire: non commettere mai il male per un fine buono; fare agli altri ciò che ci si aspetta che gli altri facciano a noi; e infine attuare la carità  rispettando sempre il prossimo e la sua coscienza. Passando poi ai 10 Comandamenti il Compendio ricorda che i cristiani sono obbligati ad osservarli, anche se nella cornice della nuova legge dell’Amore data da Gesù. Si legge che la superstizione va contro il primo Comandamento; il quarto comandamento impone anche il rispetto dell’autorità civile ma  si nota che “il cittadino non deve in coscienza obbedire quando le leggi delle autorità civili si oppongono alle esigenze dell’ordine morale” perché “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”. Nel quinto Comandamento il cristiano è chiamato ad essere operatore di pace: pace che è frutto della giustizia e della equa distribuzione dei beni della Terra. L’uso della forza militare è giustificato solo in alcuni gravissimi casi. Il sesto Comandamento rifiuta l’adulterio, il divorzio, la prostituzione, gli atti omosessuali, la pedofilia, la pornografia, la fecondazione artificiale. Mentre il settimo Comandamento ribadisce che il diritto alla proprietà privata è soggetto al diritto di tutti gli uomini a godere dei beni fondamentali. In questo contesto la Chiesa rifiuta sia il comunismo sia “l’individualismo e il primato assoluto del mercato sul lavoro umano” che esistono nel sistema capitalistico. I cristiani sono invitati a partecipare alla vita politica come “autentici testimoni del Vangelo e operatori di pace e di giustizia” in un forte impegno a sostegno dei poveri. Nell’ottavo Comandamento il cristiano è chiamato a “testimoniare la verità evangelica” dovunque “anche, se necessario, col sacrificio della propria vita.” Il Compendio si conclude con il capitolo dedicato alla preghiera: la Chiesa esorta i fedeli a pregare sempre e dovunque, nella gioia e nelle prove. Contano “l’umiltà, la fiducia e la perseveranza”: nella preghiera vera si incontra Dio che ci ama.

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“SANTO SUBITO”: GIOIA DEI FEDELI DI TUTTO IL MONDO PER L’APERTURA

 DELLA FASE DIOCESANA DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II,

STASERA NELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO

- Con noi mons. Gianfranco Ravasi -

 

“Santo Subito”: dall’8 aprile, giorno dei funerali di Giovanni Paolo II, questa esortazione semplice e forte ha accompagnato le preghiere dei fedeli di tutto il mondo, che hanno amato con amore filiale Papa Karol Wojtyla. Il popolo di Dio vive dunque con grande emozione la giornata odierna, che segna l’apertura della fase diocesana della causa di beatificazione del Servo di Dio, Giovanni Paolo II. La celebrazione - trasmessa in diretta dalla nostra emittente con radiocronaca in lingua italiana - avrà inizio, alle ore 19, nella Basilica di San Giovanni in Laterano e verrà presieduta dal cardinale vicario Camillo Ruini. Sulla testimonianza di vita santa offerta da Giovanni Paolo II, Alessandro Gisotti ha raccolto la riflessione di mons. Gianfranco Ravasi, prefetto della Biblioteca Ambrosiana: 

 

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R. – La figura di Giovanni Paolo II ha costituito una vera e propria espressione quasi simbolica, direi, non soltanto di cristianità, di testimonianza cristiana, ma anche di umanità. Se pensiamo ad esempio soltanto alla parabola conclusiva della sua vita, anche questo modo con cui ha tentato continuamente di lottare anche con il disfacimento del corpo e alla fine anche la pace con cui ha varcato la soglia dell’esistenza, tutto questo ha costituito sicuramente un simbolo, un segno di riferimento anche per i non credenti.

 

D. – Mons. Ravasi, alcuni hanno osservato che fin dai primi momenti dopo la morte di Giovanni Paolo II i fedeli non hanno tanto pregato per lui, ma è lui stesso che hanno pregato. Davvero il popolo di Dio ha sentito, percepito nel profondo dell’anima, la santità di Karol Wojtyla?

 

R. – Questo aspetto a me, sostanzialmente – devo dire – piace perché fa parte anche di una sorta di antica tradizione quando, con una spontaneità che doveva essere controllata e che poi è stata inserita all’interno di un procedimento di stampo giuridico, ufficialmente codificato, organizzato, inizialmente in molti periodi della storia della Chiesa, era quasi proprio questo humus della fede ecclesiale che spontaneamente ritrovava nell’interno di alcune figure, da subito le stimmate del divino, cioè la presenza dell’opera della grazia di Dio. Ecco, in questa luce penso che si possa veramente dire che abbiamo assistito a qualcosa che appartiene un po’ anche alla storia della cristianità. Esiste, cioè, anche questa esperienza di fede che germoglia nella comunità dei credenti, i quali sono tutti comunque nel Battesimo consacrati come sacerdoti e profeti.

 

D. – La morte di Giovanni Paolo II ha riacceso la scintilla della fede in molti che l’avevano persa. Un miracolo anche questo, si può dire…

 

R. – Se è vero che è necessario che ci siano i miracoli verificabili per il percorso ufficiale, giuridico che la Chiesa compie, i grandi miracoli sono anche quelli sepolti nell’interno delle coscienze. Anche tanti non credenti, di fronte a questa figura, si sono posti delle domande; hanno cominciato quella ricerca, sono ritornati ad avere almeno un’inquietudine e un desiderio di interrogarsi e di guardare oltre la siepe del tempo e dello spazio. E questo è, per molti versi, un altro piccolo, misterioso però grandioso miracolo!

 

D. – “I Santi non invecchiano praticamente mai”, “restano continuamente testimoni della giovinezza della Chiesa”. Così, Giovanni Paolo II si esprimeva 25 anni fa, parlando di Santa Teresa di Lisieux. Si può dire altrettanto proprio di Papa Wojtyla?

 

R. – E’ vero! Questa definizione è molto suggestiva, tra l’altro, molto fragrante, quasi poetica, perché i Santi, per molti versi, hanno dentro di sé una carica ... in un mondo incupito, in un mondo egoista, magari in un mondo anche superficiale, i Santi conservano al loro interno quella dimensione di utopia e l’utopia è, in realtà, proprio una forza – certo, può essere semplicemente l’illusione del sogno – ma quando è autentica, è la tensione verso qualcosa di più alto, di più bello, di più buono, di più glorioso!

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BENEDETTO XVI PRESENTE STASERA IN AULA PAOLO VI

ALLA FESTA IN SUO ONORE ORGANIZZATA DALL’OPERA DON ORIONE.

NOSTRA RADIOCRONACA E DIRETTA TV SU CANALE 5 E SAT2000

 

L’Opera di Don Orione festeggia, oggi e domani, Benedetto XVI. Si intitola “Tanti cuori attorno al Papa, messaggero di pace”. L’evento, organizzato dalla famiglia orionina, vedrà stasera, alle 18.30 in Aula Paolo VI, personalità dello spettacolo e gruppi ecclesiali raccontare la propria fede alla presenza del Pontefice, attraverso performance artistiche ed esperienze di vita vissuta. Oltre 4 mila Orionini, 2000 ragazzi del Sermig Arsenale della Pace di Torino, altri giovani e 500 volontari della Protezione civile animeranno il pomeriggio di festa. Diretta TV su Canale 5 e Sat 2000. Tra i big dello spettacolo, Andrea Bocelli, Eugenio Bennato, Giuseppe Povia e Giorgio Albertazzi si alterneranno in Aula Paolo VI per rendere omaggio a Benedetto XVI assieme ai ragazzi orionini disabili dalla Polonia, dalla Giordania e da Tortona ed Ercolano".

 

La nostra emittente trasmetterà l’avvenimento in radiocronaca diretta a partire dalle 18.30, con commento in italiano per la zona di Roma sui 585 kHz dell’onda media e i 105 MHz della modulazione di frequenza.

 

 

BENEDETTO XVI IN VALLE D’AOSTA DALL’11 AL 28 LUGLIO.

IL PAPA SARA’ A LES COMBES, CENTRO ALPINO CHE TANTE VOLTE

 HA OSPITATO GIOVANNI PAOLO II NEI SUOI PERIODI ESTIVI DI RIPOSO

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

La Prefettura della Casa Pontificia rende noto che Benedetto XVI, da lunedì 11 a giovedì 28 luglio, si trasferirà a Les Combes, in Valle d’Aosta, per un periodo di riposo. Sono, pertanto, sospese le udienze generali dei mercoledì 13, 20 e 27 luglio. Nelle domeniche 17 e 24 luglio il Pontefice reciterà la preghiera mariana dell’Angelus dalla residenza di Les Combes. Ricordiamo che nella località, immersa tra i boschi che lambiscono l’area del Parco nazionale del Gran Paradiso, Giovanni Paolo II ha soggiornato dieci volte nei periodi estivi, l’ultima nel luglio dell’anno corso.

 

Giovedì 28 luglio, Benedetto XVI si trasferirà nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo. Durante il periodo estivo, informa la Prefettura della Casa Pontificia, sono sospese tutte le udienze private e speciali. Le udienze generali riprenderanno regolarmente da mercoledì 3 agosto.

 

 

ALTRE UDIENZE E NOMINE

 

Il Santo Padre ha ricevuto ieri in udienza il cardinale Marian Jaworski, arcivescovo di Lviv dei Latini, e il cardinale Franciszek Macharski, arcivescovo emerito di Kraków.

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Vannes, in Francia, presentata da mons. François-Mathurin Gourvès, per raggiunti limiti di età.

Gli succede mons. Raymond Centène, del clero della diocesi di Perpignan, finora cancelliere e parroco di Saint-Joseph-de-la-Gare.

Mons.Raymond Centène è nato il 20 marzo 1958 a Banyuls-sur-Mer, nella diocesi di Perpignan. E’ stato ordinato sacerdote il 27 giugno 1993.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina: Motu Proprio di Benedetto XVI per l'approvazione e la pubblicazione del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. Nella Sala Clementina la celebrazione dell'Ora Sesta presieduta dal Papa e la consegna del volume ad alcuni cardinali, vescovi, presbiteri e laici.

 

Nelle vaticane, due pagine dedicate alla prossima Giornata mondiale della Gioventù a Colonia.

 

Nelle estere, Iraq: le violenze non si arrestano. Kofi Annan e Tony Blair salutano con favore che gli Usa e i ribelli hanno avuto colloqui per porre fine alle violenze.

 

La pagina culturale è dedicata al 150 anniversario della nascita di Antonio Rosmini: i contributi di Armando Rigobello, Paolo Miccoli, Anna Maria Tripodi.

Per l' "Osservatore libri" un articolo di Piero Viotto dal titolo "Dalla filosofia alla teologia, dalla politica all'arte figurativa": è giunta al quarto volume la "Correspondance" fra Charles Journet e Jacques Maritain. 

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema dei conti pubblici.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

28 giugno 2005

 

 

LA FIGURA DI GIOVANNI BATTISTA SCALABRINI, NEL CENTENARIO DELLA MORTE

- Intervista con padre Isaia Birollo -

 

I missionari scalabriniani celebrano quest’anno il centenario della morte del loro fondatore, il vescovo Giovanni Battista Scalabrini. La figura di questo beato è nota soprattutto per l’impegno rivolto ai migranti italiani. Oggi l’apostolato dei religiosi scalabriniani è diffuso in tutto il mondo e la loro cura pastorale raggiunge coloro che non vivono nella loro patria attraverso svariate attività. Il servizio di Tiziana Campisi.

 

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(Musica)

 

Testimoniare la Chiesa anche nelle realtà più difficili, nel pellegrinaggio terreno di quanti sono costretti ad emigrare, a lasciare la loro terra a causa di ingiustizie o di eventi naturali. E’ la missione della Congregazione dei Missionari di San Carlo, comunità internazionale di religiosi, fratelli e sacerdoti fondata a Piacenza il 28 novembre del 1887 dal beato Giovanni Battista Scalabrini. Quest’anno ricorre il primo centenario della sua morte e gli scalabriniani hanno dato vita a diverse iniziative per ricordare il vescovo che ha voluto dedicare il suo apostolato anche ai migranti. Ma quali sono oggi le realtà nelle quali sono impegnati i missionari scalabriniani? Padre Isaia Birollo Superiore Generale della Congregazione.

 

R. - Noi abbiamo iniziato per volontà del nostro fondatore con gli emigranti italiani. Nel secolo scorso, dopo il Concilio Vaticano II, ci siamo aperti agli emigranti di qualsiasi nazionalità, considerando che l’immigrazione italiana stava diminuendo, e soprattutto all’immigrazione d’oltreoceano. I flussi migratori erano costituiti soprattutto da emigranti dall’America Latina verso il nord America e anche verso l’Europa; di emigranti dall’Asia verso l’Europa e verso le Americhe, e di emigranti dall’Africa verso l’Europa. Ed è questo il campo di lavoro molto ampio dei missionari e delle missionarie scalabriniane.

 

D. - Come riuscite ad aiutare queste persone?

 

R. – Noi siamo dentro a tutto questo lavoro in vari modi, con la pastorale diretta e con i centri di assistenza nelle frontiere. Siamo presenti anche - i nostri missionari che lavorano negli uffici diocesani, nazionali o delle conferenze episcopali – con alcuni centri di studio che cercano di approfondire la realtà di questi flussi migratori, di studiare le cause, di suggerire dei modi in cui si possa creare una coscienza della difesa dei diritti umani di questi emigranti, suggerire ai politici il modo di preparare delle leggi che siano più giuste. 

 

Dalla celebrazione di questo primo centenario della morte del beato Giovanni Battista Scalabrini con quali nuovi obiettivi vi ponete guardando al terzo millennio?

 

R. – Noi ci proponiamo di continuare ad essere nella Chiesa una voce che si fa sentire per promuovere questa accoglienza del migrante da parte della Chiesa locale. Noi stessi, come membri di questa Chiesa locale, vogliamo fare in modo che la Chiesa sia una casa che ha sempre la porta aperta, dove tutti, non importa di che nazionalità siano, si sentono accolti.

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CHIESA E SOCIETA’

28 giugno 2005

 

Per la ricostruzione dell’argentina Occorre restituire l’anima alla politica. Così l’arcivescovo di buenoS aires, il Cardinale Jorge Bergoglio,

nel suo intervento durante lA VIII giornata della pastorale sociale

che si è svolta nel collegio san Cayetano di Liniers

 

BUENOS AIRES. = L’arcivescovo di Buenos Aires e primate dell’Argentina, il cardinale Jorge Bergoglio, sabato scorso ha rivolto ad un migliaio di dirigenti sociali, politici e religiosi del Paese un appello a compiere uno “sforzo di tipo rivoluzionario” per trasformare il potere in servizio. “Servire – per il cardinale Bergoglio - significa essere fedeli a ciò che siamo, amare fino all’estremo dei propri limiti o, come ci ha insegnato con il suo esempio Madre Teresa, servire è ‘amare fino a farsi male’”. Nella sua esposizione durante l’VIII Giornata della Pastorale sociale, che si è svolta nel Collegio San Cayetano di Liniers, il primate ha invitato, inoltre, a “riscoprire la politica e a restituirgli l’anima che la partitocrazia le ha tolto”. In questa prospettiva ha specificato: “Non dico i partiti, ma la partitocrazia, il corporativismo, che priva la politica del pluralismo e le fa perdere il senso del servizio agli altri e alla comunità”. Dopo aver auspicato che l’attività politica diventi una forma elevata di carità e, dunque, un problema teologico ed etico”, il porporato ha fatto appello ad un “volontariato” per una politica in questo momento così “screditata”. L’arcivescovo ha osservato che l’Argentina vive “un momento decisivo che richiede di prendere una decisione fondamentale: imparare dall’esperienza dolorosa di questi anni e iniziare un cammino nuovo, oppure sprofondare nella miseria, nel caos, nella perdita dei valori e nella dissoluzione della società”. In questo quadro, per il cardinale Bergoglio bisogna “scommettere sull’impegno personale per costruire un Paese per tutti” puntando ad una “cultura dell’incontro”, contraria a quella della “non integrazione”. Per compiere questo percorso, non è possibile seguire “né i profeti dell’isolamento relativista - ha rimarcato - né i disfattisti, che ammirano i fuochi d’artificio del mondo con applausi programmati”. Con riferimento alla “lunga storia di reciproche intolleranze”, il primate dell’Argentina ha espresso rammarico del fatto che non si siano potute superare le contrapposizioni del passato e che come popolo “siamo entrati nel secolo XX per continuare ad escluderci, a reprimerci e ad ucciderci”. Per questo ha espresso un augurio: “Voglio chiedere a Dio che converta i nostri cuori perché possiamo smetterla, noi argentini, una volta per tutte con queste cose”. Durante l’inaugurazione, la pastorale sociale di Buenos Aires ha offerto un omaggio a Giovanni Paolo II con un dibattito su “Società e pensiero sociale cristiano”. In seguito, i partecipanti si sono divisi in 16 gruppi di lavoro, relativi ad altrettanti temi tra cui “La nazione: identità, cultura, senso di appartenenza”, “L’infanzia e i giovani a rischio”, “La situazione della povertà e la politica comunale”, “Cittadinanza e politica di sicurezza”, “Società e diritti umani” e “Una nazione in costruzione. La vocazione politica dei giovani”. (E. B.)

 

 

MIGLIAIA DI PERSONE, DAI SEMPLICI CITTADINI ALLE PIÙ ALTE CARICHE DELLO STATO, HANNO PARTECIPATO OGGI A MANILA AI FUNERALI DEL CARDINALE JAIME SIN,

SCOMPARSO IL 21 GIUGNO SCORSO

- A cura di Maria Grazia Coggiola -

 

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MANILA. = I principali leader politici, tra cui Gloria Arroyo e l’ex presidente Corazon Aquino, hanno preso parte ai funerali che sono stati celebrati in forma solenne con un rituale di solito dedicato agli statisti. La salma del cardinale Sin è stata portata in processione al di fuori della cattedrale di Manila su un carro funebre trainato da cavalli e scortato da militari, ed è stato salutato con 21 colpi di cannone a salve. Il corpo dell’arcivescovo riposa ora nella cripta della cattedrale. Di origine cinese, l’arcivescovo Sin giunse alla ribalta delle cronache nel 1986 quando radunò un milione di persone per formare barricate umane sulla strada principale di Manila e proteggere una squadra di 300 militari ribelli dai carri armati fedeli al dittatore Ferdinand Marcos. E quando le truppe di Marcos uccisero il leader dell’opposizione, Benigno Aquino, fu lui che convinse la vedova Corazon ad entrare in politica.

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Suor Grace Kodiyan ha ricevuto un premio internazionale per il suo impegno quotidiano al fianco dei poveri e degli emarginati indiani.

Intanto, nel Paese  continuano gli attacchi di estremisti indu

 contro istituti cristiani

 

NUOVA DELHI. = Suor Grace Kodiyan, appartenente alle Suore di Notre Dame, impegnata in India al fianco di malati ed emarginati in un ospedale nel villaggio di Gayiri, nel Nord del Bihar, ha ricevuto ieri l’International Human Rights and Nursing Award 2005, il premio internazionale assegnato dall’Università di Surrey, nel Regno Unito, a persone che si distinguono per l’impegno in difesa dei diritti umani e della dignità di ogni uomo. I cristiani in India hanno sempre sottolineato il loro impegno a livello sociale per migliorare la vita della popolazione. E proprio questo è il servizio che suor Grace ha svolto per oltre 17 anni, prima come responsabile di un dispensario, poi in remote aree rurali, dove l’assistenza medica è una rarità. La religiosa ha lavorato, così, con le donne delle tribù indigene insegnando loro i rudimenti della medicina e dell’infermeria, in modo che esse potessero, per esempio, assistere una donna durante il parto o curare le malattie dei bambini. Oggi questo suo impegno, quotidiano e silenzioso, è balzato sotto i riflettori di tutto il mondo ricevendo questo riconoscimento. “Come figlia di Cristo, ricordo sempre che è Lui il primo guaritore”, ha detto suor Grace ricevendo il premio che consiste in un contributo di 257 mila rupie indiane - circa 5 mila euro - che la religiosa utilizzerà per la struttura medica dove svolge il proprio servizio. Una struttura che sorge nello stato del Bihar molto noto per i recenti attacchi condotti da estremisti indù contro diversi conventi cattolici. L’ultimo episodio si è verificato lo scorso 25 giugno nello Stato del Rajastan ai danni di un raduno cristiano. “Sono anni che conviviamo con questi fanatici”, ha commentato all’agenzia AsiaNews mons. Ignatius Menezes, vescovo della diocesi di Ajemr-Jodhpur, sottolineando come il governo locale, guidato dal Bharatiya Janata Party, non ha alcun controllo sui questi gruppi. Il presule ha spiegato, inoltre, che questi gruppi “hanno ormai raggiunto un alto grado di popolarità nel paese proprio in virtù di questi attacchi perché si pongono come paladini della purezza indù e difensori della cultura e delle tradizioni indiane”. Fra le principali accuse rivolte ai cristiani vi è, infatti, quella di promuovere conversioni fra la popolazione. “In questo Stato la questione delle conversioni è molto sentita”, specifica il presule, che sottolinea come questi incontri non sono conversioni, non fanno male a nessuno e sono frequentati soprattutto da tribali o comunque da classi emarginate dagli indù. (E. B.)

 

 

Si è conclusa a Bangkok la Conferenza internazionale sulle vocazioni

e le sfide del XXI secolo. La conferenza è stata organizzata

 dalla Congregazione per l’educazione cattolica,

 la Conferenza episcopale thailandese e la Serra Internazionale

- A cura di Jean Baptiste Sourou -

 

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BANGKOK. = Un coro ed un’orchestra di cantanti musicisti buddisti, cattolici e protestanti che animano la Messa cattolica, questa è la Thailandia, ed è una delle particolarità di questo Convegno. L’originalità e la bravura del coro hanno stupito l’assemblea. E’ accaduto durante la Messa di chiusura, celebrazione durante la quale l’arcivescovo statunitense, Elden Curtiss, ha sottolineato l’importanza di creare comunione tra le componenti ecclesiali per la promozione vocazionale. “Quando si lavora assieme - ha detto - si crea una comunione di spirito, che non può che rendere più efficace l’impegno per le vocazioni”. Altri momenti forti sono state le relazioni del cardinale Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, del cardinale vietnamita, Man, e di mons. Tagle delle Filippine. Tutti hanno sottolineato quanto la promozione delle vocazioni riguardi ogni membro della Chiesa. Le vocazioni sono un dono della Chiesa e tutti devono sentirsi interpellati a fare qualcosa per esse: preghiera, solidarietà, sostegno, aiuto, consigli. Nello stesso tempo, l’attuale crisi delle vocazioni è stata vista come un richiamo dello Spirito Santo a ricercare maggiore autenticità, umiltà e attaccamento a Cristo da parte della Chiesa. Va ricordata anche l’adorazione eucaristica quotidiana, che ha dato vigore spirituale ai partecipanti. Era la prova che solo il Signore è padrone della messe. Le serate culturali che hanno concluso ogni giornata, oltre a dimostrare la vivacità culturale della Thailandia, sono anche segni dell’accoglienza calorosa di cui i thailandesi possiedono il segreto. La Thailandia, e l’Asia in generale, ha risposto in modo molto attivo al convegno, dimostrando così che vuole che il terzo millennio cristiano sia suo, come lo desiderava Giovanni Paolo II.

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il 30 giugno le organizzazioni familiari spagnole, contrarie

alla proposta di legge che equipara le coppie omosessuali alle famiglie

tradizionali, scendono nuovamente in piazza dopo che il governo

ha rifiutato di incontrarle

 

Madrid. = Dopo la manifestazione del 18 giugno scorso, contro il progetto di legge del governo spagnolo che equipara le coppie omosessuali alla famiglia tradizionale, la piattaforma Hazteoir ed il Forum Spagnolo della Famiglia (FEF) hanno convocato tutte le famiglie ad una nuova manifestazione che si terrà a Madrid il prossimo 30 giugno. La nuova adunata nasce all’indomani del rifiuto da parte del governo di incontrare le delegazioni che avevano chiesto di esternare le loro rivendicazioni. Proprio il 30 giugno, il Congresso spagnolo voterà nuovamente la legge che regola l’unione di coppie omosessuali e il veto espresso dal Senato giovedì scorso, probabilmente, non ostacolerà l’approvazione da parte del plenum del Congresso. La manifestazione di giovedì sarà preceduta da altre manifestazioni, convocate spontaneamente attraverso Internet, che si svolgeranno in diverse città spagnole. I responsabili di Hazteoir hanno denunciato, infine, che dopo la manifestazione del 18 giugno i membri del cartello hanno ricevuto numerose minacce ed ingiurie. Così chiedono un incontro con la Procura generale per informarla di questi fatti. (E. B.)

 

 

EUROPA E ASIA STRETTE NELLA MORSA DEL CALDO. LE TEMPERATURE TORRIDE

CHE SI REGISTRANO ORMAI DA DIVERSI GIORNI NEI DUE CONTINENTI STANNO

PROVOCANDO NOTEVOLI DISAGI ALLA POPOLAZIONE E ALL’AMBIENTE.

SCATTANO I PIANI DI EMERGENZA A SOSTEGNO DI ANZIANI, BAMBINI E MALATI

- A cura di Donika Lafratta -

 

ROMA. = Il margine che separa la preoccupazione dall’emergenza è sottile ma c’è ancora. Si spera nelle piogge attese per i prossimi giorni, per far rientrare l’allarme “caldo” che rievoca la torrida estate del 2003. Dai 40 gradi spagnoli agli oltre 26 gradi scandinavi, l’Europa vive, infatti, da alcuni giorni, soffocata dalla morsa del caldo. Responsabile dell'attuale intensa ondata di calore è l’alta pressione proveniente dal nord-Africa, che si è spinta verso il continente europeo. E il forte caldo ha colpito anche parte dell'Asia meridionale, dove le temperature hanno raggiunto punte di 50-51 °c. Provocando la morte di circa trecento persone. Tra i Paesi più colpiti l’India, il Nepal, il Pakistan e il Bangladesh. L’onda di calore è arrivata anche in Cina settentrionale dove le autorità hanno riaperto vecchi rifugi antibombardamento per favorire il refrigerio delle persone. In Italia è emergenza siccità. Nel centro-nord il livello dei fiumi è sceso vertiginosamente e si teme per i raccolti e le piantagioni. Ma la preoccupazione maggiore è per gli anziani: sono un milione quelli a rischio, secondo il Ministero della salute, che ha stanziato 6 milioni di euro per un piano d’assistenza. E per tutti, gli esperti ribadiscono che per godersi l’estate e proteggersi dalle alte temperature è necessario seguire alcuni accorgimenti: rinfrescarsi molto spesso, bere acqua in abbondanza, evitare l’esposizione diretta al sole, evitare di compiere sforzi fisici nelle ore più calde, restare quanto più possibile in luoghi freschi, indossare abiti leggeri e seguire un regime alimentare a base di frutta e verdura.

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

28 giugno 2005

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

 

In Iraq il deputato sciita Dhari al-Fayyad, decano dei parlamentari, è rimasto ucciso a Baghdad per l’esplosione di un’autobomba che ha anche provocato la morte di uno dei suoi figli e di tre guardie del corpo. Per fermare la guerriglia, le truppe americane hanno avviato, inoltre, una nuova operazione militare nella turbolenta provincia occidentale di Al Anbar. Nel Paese arabo ricorre, intanto, il primo anniversario del trasferimento dei poteri dalle autorità americane a quelle irachene. Il servizio di Barbara Schiavulli:

 

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Da un anno il nuovo governo se ne sta barricato nella zona verde, mentre la guerriglia impera e gli americani hanno annunciato che verranno ingrandite le carceri sul suolo iracheno: dai 10 mila detenuti di oggi, molti dei quali presi durante i raid ed in prigione senza alcuna accusa, si passerà ad una capienza di 16 mila. E di fronte alle morti quotidiane impallidiscono i progressi, comunque positivi, fatti da un anno a questa parte dal governo. Tra questi, le elezioni che hanno designato 275 membri del Parlamento. E’ stato il primo voto libero anche se si è tenuto sotto assedio. In Iraq sono piccoli i progressi: l’elettricità non è stabile, ma gli abbonati alla telefonia mobile sono duplicati e i magistrati sono raddoppiati. Il tasso di disoccupazione rimane del 30-40 per cento, mentre dei 18 milioni di dollari americani raccolti per la ricostruzione, ne restano solo 5.

 

Barbara Schiavulli, per Radio Vaticana.

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Il programma nucleare di Teheran ed i rapporti dell’Iran con Stati Uniti ed Unione Europea. Sono alcuni dei temi che alimentano, in questi giorni, le preoccupazioni della comunità internazionale dopo l’affermazione del radicalismo islamico nelle recenti elezioni iraniane. In Europa, la Commissione ha chiesto, intanto, l’apertura di un’inchiesta rapida e trasparente per sciogliere i dubbi sulla regolarità del voto in Iran. Ma i timori più grandi sono quelli espressi dall’amministrazione americana. Il nostro servizio:

 

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Gli Stati Uniti hanno accolto con inquietudine la vittoria dell’ultraconser-vatore Ahmadinejad nelle presidenziali iraniane. I timori di Washington si riferiscono soprattutto al mercato petrolifero. Le quotazioni del greggio, che ora sfiorano i 61 dollari a barile, hanno ricevuto infatti un’ulteriore impennata dopo l’esito delle elezioni in Iran. Con il nuovo corso politico iraniano – osservano economisti ed esperti – l’attività petrolifera del secondo maggior Paese produttore dell’OPEC potrebbe imboccare la strada del declino. Ahmadinejad ha affermato, inoltre, di non voler interferenze nell’industria nazionale, incluso il settore petrolifero. Ma oltre all’allarme per uno squilibrio tra l’offerta e la domanda mondiale di petrolio, si profila anche un inasprimento della tensione tra Iran e Stati Uniti per lo sviluppo, da parte di Teheran, della propria tecnologia nucleare. Sul programma atomico iraniano, le reazioni dell’Unione Europea sono, invece, più prudenti. “Ci aspettiamo che l’Iran rispetti gli impegni presi”, ha detto il premier britannico Tony Blair. Il responsabile della politica estera europea, Solana, ha assicurato inoltre che l’Europa non cambierà la propria linea. Decisiva sarà la prima settimana di agosto quando Germania, Francia e Gran Bretagna presenteranno un nuovo pacchetto di offerte a Teheran sulla questione nucleare. L’Europa è quindi intenzionata ad attendere le prossime mosse iraniane per non pregiudicare i negoziati.

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E la difficile situazione in Iraq e l’Iran è stata al centro dell’incontro avvenuto ieri, negli Stati Uniti, tra il presidente americano, George Bush, ed il cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder. Durante il colloquio, è stata anche presa in esame l’aspirazione di Berlino ad un seggio permanente del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

 

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Gli Stati Uniti non si oppongono all’ingresso di un Paese in particolare nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, ma favoriscono una riforma complessiva dell’Organizzazione che riguardi tutti gli aspetti discussi, come la Commissione per i diritti umani o il management. Lo ha detto il presidente Bush, ricevendo ieri alla Casa Bianca il cancelliere tedesco Schroeder. La Germania, insieme con Giappone, India e Brasile, si è candidata ad un seggio permanente nel massimo organismo del Palazzo di Vetro. L’Italia si oppone a questa proposta che la emarginerebbe ed è favorevole ad una riforma che aggiunga solo i seggi non permanenti. Nei giorni scorsi, gli Stati Uniti hanno fatto circolare un piano che aprirebbe le porte del Consiglio al Giappone, ma non alla Germania, con cui hanno avuto attriti durante la guerra in Iraq. Schroeder ha detto che forse ci sono differenze sui tempi, ma ha espresso soddisfazione perché non esiste un veto specifico da parte di Washington sull’ingresso di Berlino. Schroeder ha anche aggiunto di sperare che in futuro le aspirazioni del suo Paese vengano riconosciute. Viste le resistenze internazionali, però, la Germania ha rinviato a metà luglio il possibile voto sul documento scritto con Giappone, India e Brasile. Bush e Schroeder hanno discusso anche sulla crisi della UE e della situazione in Iran. Il capo della Casa Bianca ha ribadito l’appoggio per la mediazione europea sul programma nucleare di Teheran, purché venga chiarito che la costruzione di un’arma atomica non sarà tollerata. Sull’Iraq, infine, il cancelliere tedesco ha confermato l’impegno a favorire la stabilizzazione del Paese.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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In Libano, il deputato filosiriano Nabih Berri è stato rieletto portavoce del Parlamento. L’assemblea tornerà a riunirsi martedì, per scegliere il proprio presidente. Del clima politico nel Paese si è parlato nell’incontro a Bkerke fra il cardinale Sfeir, patriarca di Antiochia e dei Maroniti, ed il presidente libanese, Lahoud. I temi discussi sono stati la sicurezza, la lotta alla corruzione, le riforme amministrative, le necessità di un rilancio economico e di un risanamento delle finanze.

 

Si aggrava il bilancio dei morti e dei dispersi in Cina a causa delle inondazioni che dall’inizio dell’anno hanno colpito il sud del Paese. Le ultime cifre parlano di 607 morti e di 164 i dispersi. Ora si teme anche la diffusione di malattie infettive. Secondo l’agenzia ufficiale Nuova Cina, quasi due milioni e novecento mila persone sarebbero state evacuate. Il governo ha inviato l’esercito per aiutare la popolazione civile.

Un gruppo di uomini armati ha aperto il fuoco contro alcuni residenti di Alicia, villaggio della provincia di Zamboanga Sibugay, nelle Filippine. L’attacco ha provocato almeno 11 morti e oltre 24 feriti, secondo quanto reso noto dalle autorità locali. “Sospettiamo che l’attacco sia connesso ad una guerra tra clan o ad una faida tra famiglie”, ha detto il sovrintendente capo della polizia locale.

Strage in Kenya: una cinquantina di persone ha perso la vita dopo aver ingerito una sostanza stupefacente. La droga si chiama ‘changaa’, ed è una sorta di intruglio al metanolo che buca l’intestino, rende ciechi e a volte uccide. Il governo ha aperto un’indagine su scala nazionale per cercare di bloccarne la produzione.

 

In Galizia lo spoglio delle schede con i voti degli emigranti conferma la sconfitta del centrodestra e dopo 16 anni il partito popolare lascia il potere. La consultazione dello scorso 19 giugno era stata sospesa in attesa del voto degli emigranti. L’esito delle urne, che ha decretato la sconfitta della destra, apre ora la strada ad un governo fra socialisti e il blocco nazionale gallego.

 

 

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