RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 166 - Testo della trasmissione di mercoledì 15 giugno 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Dio non delude le attese di uomini e popoli nel bisogno: all’udienza generale, il Papa chiede di pregare e di aiutare gli umiliati delle nazioni in difficoltà

 

Soddisfazione della Santa Sede per la cancellazione del debito estero di 18 Paesi, soprattutto africani e latinoamericani: ai nostri microfoni il mons. Karel Kasteel

 

Al cardinale Paul Poupard il dottorato Honoris Causa dell’Università di Salta, in Argentina: al secondo Incontro dei centri culturali cattolici del Cono sud

 

Sarà presentato il 28 giugno, nel corso di una solenne celebrazione liturgica, alla presenza di Benedetto XVI, il nuovo compendio del catechismo della Chiesa cattolica

 

 

IN PRIMO PIANO:

A due giorni dalle elezioni presidenziali in Iran ancora episodi di violenza: con noi Caren Davidkhanian

 

“Afia together”: del programma di salute per l’Africa, che impegna medici italiani e africani, presentati ieri a Roma gli interessanti risultati: intervista con Paolo Arullani

 

“Parrocchie territorio e Caritas parrocchiali” tema del XXX Convegno nazionale della Caritas italiana, in corso a Fiuggi. Con noi Marco Toti e don Pierantonio Bodini

 

“Cibo del pellegrino”: è il titolo del libro di Marco Cardinali, responsabile di “Orizzonti cristiani” della Radio Vaticana, presentato nei giorni scorsi a Roma, presso la sede della nostra emittente: ce ne parla l’autore

 

Al Festival del cinema di Taormina, pellicole di giovani registi sui molti risvolti di una società in crisi

 

CHIESA E SOCIETA’:

Espulsi dall’India 8 missionari cristiani statunitensi

 

Grande partecipazione, nei giorni scorsi in Cina, al primo Congresso eucaristico dell’arcidiocesi di Tai Yuan, nella provincia di Shan Xi

 

In Corea del Sud, aumenta il numero dei cattolici, ma diminuisce quello dei praticanti

 

Presentato ieri pomeriggio a Bologna, presso l’Istituto “Veritatis Splendor”, il libro “Totus tuus: il magistero mariano negli scritti di Papa Wojtyla”

 

Oggi, 90 anni dalla fondazione delle Figlie di San Paolo, apostole della comunicazione

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq, liberato l’ostaggio australiano, mentre 23 soldati iracheni muoiono in un attentato suicida

 

In Argentina la Corte Suprema annulla le leggi dell’impunità e riapre oltre 100 processi per crimini commessi sotto la dittatura militare

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

15 giugno 2005

 

 

LA BENEVOLENZA DI DIO NON DELUDE LE ATTESE DEGLI UOMINI E DEI POPOLI

CHE VIVONO NEL BISOGNO: ALL’UDIENZA GENERALE DEDICATA AL SALMO 122,

IL PAPA CHIEDE DI PREGARE E DI AIUTARE

GLI UMILIATI DELLE NAZIONI IN DIFFICOLTA’

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

Oltre trentamila persone hanno sfidato a lungo la pioggia per ascoltare questa mattina, in Piazza San Pietro, la catechesi di Benedetto XVI, all’udienza generale del mercoledì, dedicata oggi al Salmo 122: una supplica a Dio per invocarne l’aiuto nella miseria umana e spirituale. Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

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(canto Salmo)        

        

Una preghiera per i popoli umiliati dalla superbia delle nazioni dei “gaudenti”. E una richiesta di aiuto, nella certezza che Dio stesso non resta “indifferente” alle loro sofferenze, “né delude la loro speranza”. E’ un appello alla solidarietà verso le nazioni che vivono situazioni di disagio quello che Benedetto XVI inserisce tra i concetti spirituali suggeriti dalle strofe del Salmo 122. Un componimento che suona come una “supplica”: ha spiegato alle migliaia di pellegrini il Papa, sottolineando come nella sequenza di versetti sia racchiuso “un intrecciarsi di sguardi”: quelli del “fedele che leva gli occhi al Signore e attende una reazione divina, per cogliervi un gesto d’amore, un’occhiata di benevolenza”.

 

L’orante è in attesa che le mani divine si muovano, perché esse opereranno secondo giustizia, distruggendo il male (...) Il Salmo 122 è una supplica in cui la voce di un fedele si unisce a quella dell’intera comunità (…) Viene espressa la speranza che le mani del Signore si aprano per effondere doni di giustizia e di libertà”.

 

E “quanto sia importante lo sguardo amoroso di Dio”, il Salmo lo rivela nella seconda parte, quando gli occhi del servo e della schiava implorano pietà dal Signore:

 

“I fedeli hanno bisogno di un intervento di Dio perché si trovano in una situazione penosa di disprezzo e di scherni da parte di gente prepotente”.

 

Subito dopo, parlando a braccio, Benedetto XVI ha attualizzato questo pensiero:

 

“Sappiamo come oggi tante nazioni, tanti individui, realmente sono troppo colmati di scherno, troppo sazi degli scherni dei gaudenti, del disprezzo dei superbi. Preghiamo per loro e aiutiamo questi umiliati”.

 

La sazietà di cibo e di anni - ha affermato il Pontefice - stava ad indicare nella Bibbia “un segno della benedizione divina”. Ma ora, pur “intollerabile”, quella “sazietà costituita da un carico esorbitante di umiliazioni” non resta – ha assicurato - senza risposta dal cielo:

 

“Per questo i giusti hanno affidato la loro causa al Signore ed egli non rimane indifferente a quegli occhi imploranti, non ignora la loro invocazione, né delude la loro speranza”.

 

D’altra parte, anche un raggio di sole può parlare della benevolenza di Dio. All’inizio dell’udienza, Benedetto XVI si era mostrato solidale con i pellegrini radunati sotto le nuvole: “Avete purtroppo sofferto sotto la pioggia, ora speriamo che il tempo migliori”. Al termine, con il cielo più aperto, ha ripreso la considerazione iniziale dicendo: “Un po’ di sole. Il Signore ci ha dato questo segno di tenerezza nel quale avevamo sperato”.

 

(canto Salmo)

 

Salutando i vari gruppi linguistici, oggi provenienti da tutti i continenti, il Papa ha rivolto, tra gli altri, un saluto speciale ad un gruppo di 500 ferrovieri di Trenitalia, che ad aprile avevano permesso al flusso ininterrotto di pellegrini di partecipare ai funerali di Giovanni Paolo II. Inoltre, Benedetto XVI ha rivolto un saluto agli studenti appartenenti alle Chiese orientali Cattoliche, invitandoli ad essere “coraggiosi testimoni del Vangelo” nei loro Paesi. Un saluto ai 400 ufficiali della Marina Militare italiana e agli oltre 600 membri dell’Azione Cattolica delle diocesi di Acerra e Nola, guidati dal vescovo Gianni Rinaldi. Da registrare anche un simpatico episodio, al termine dell’udienza: un disabile in carrozzella, dopo aver salutato Benedetto XVI, gli ha passato un telefono cellulare. Il Papa ha accettato di buon grado e ha parlato qualche istante al telefonino, sotto lo sguardo divertito dei collaboratori e i flash ininterrotti dei fotografi.

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SODDISFAZIONE DELLA SANTA SEDE PER LA CANCELLAZIONE

DEL DEBITO ESTERO DI 18 PAESI SOPRATTUTTO AFRICANI E LATINOAMERICANI

- Intervista con mons. Karel Kasteel -

 

“Compiacimento” della Santa Sede per gli effetti dell’accordo raggiunto sabato scorso a Londra dalle 8 Nazioni più ricche del mondo, che hanno deciso di cancellare con effetto immediato il debito estero di 18 Paesi più poveri del Pianeta, per un ammontare di 40 miliardi di dollari. L’intesa prevede poi ulteriori cancellazioni per 11 miliardi di dollari a favore di altri 9 Paesi entro un anno. Dovranno invece attendere di avere soddisfatto alcuni requisiti di buon governo e lotta alla corruzione altri 11 Paesi ancora, che potranno scontare altri 4 miliardi di dollari del loro debito estero. Una decisione che è un “chiaro segno” di “solidarietà”, secondo il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Anche il Pontificio Consiglio “Cor Unum” ha espresso soddisfazione, per voce del suo segretario mons. Karel Kasteel, intervistato da Giovanni Peduto:

 

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R. – Il significato è molto importante, perché si tratta di una parte consistente del debito ed è un segnale interessante per questi 18 Paesi che sono per la maggior parte africani. Ricordo che negli ultimi 10 anni in tutte le riunioni di agenzie di sviluppo cattoliche si è parlato di questo problema e sempre si è tentato di fare tutto il possibile per ottenere questa volontà politica internazionale che, finalmente, ha deciso questa bella notizia. Noi speriamo che la voce delle agenzie cattoliche venga ascoltata sempre di più, perché sappiamo quanto siamo vicini noi, Chiesa cattolica, alla gente e soprattutto ai più poveri. Comunque, questa decisione è una tappa di un processo da continuare, non è la conclusione. Bisogna auspicare ulteriori remissioni di debiti almeno di una ventina di Paesi. Quello che potrebbe essere interessante è anche pensare alla dimensione sociale dello sviluppo dei programmi educativi, sanitari, anche della promozione delle persone.

 

D. – Quali responsabilità hanno, dal canto loro, i Paesi in via di sviluppo?

 

R. – Di monitorare molto attentamente le nuove rimesse, i nuovi aiuti che avranno, in modo che vi sia sempre più trasparenza. Il popolo, non solo del Paese dove si deve aiutare, ma anche altri popoli, possano vedere che effettivamente si tratta di aiutare le persone a sviluppare la nazione e creare maggiori basi per la pace, per la giustizia e anche per la concordia.

 

D. – Tuttavia, le guerre e il commercio delle armi vanificano i tanti sforzi che sono intrapresi sul fronte dello sviluppo. Cosa fare?

 

R. – In alcuni Paesi sì, purtroppo questo esiste, ma non dappertutto. Io conosco molti luoghi dove non esiste questo traffico d’armi e quindi dobbiamo fare tutto il possibile per promuovere la pace mediante la concordia nazionale. Queste guerre, in genere, hanno come origine la divisione dei beni, dei beni nazionali. Quindi, nella misura in cui si potrà ottenere una maggiore concordia nazionale, anche queste brutte guerre potranno diminuire molto.

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AL CARDINALE PAUL POUPARD, PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO

DELLA CULTURA, IL DOTTORATO HONORIS CAUSA DELL’UNIVERSITA’ DI SALTA,

IN ARGENTINA: CERIMONIA A MARGINE DEL SECONDO INCONTRO

DEI CENTRI CULTURALI CATTOLICI DEL CONO SUD

- A cura di Roberta Moretti -

        

“L’identità cattolica dei popoli dell’America, speranza per il futuro”: è il titolo della lezione che il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio consiglio della Cultura, terrà oggi presso l’Università di Salta, in Argentina, dopo aver ricevuto il Dottorato Honoris Causa. Il conferimento avviene a margine del secondo Incontro dei Centri culturali cattolici del Cono Sud, in corso fino a domani nella stessa città. L’iniziativa, sul tema “L’identità cattolica dei Centri culturali e i giovani nella vita pubblica”, è promossa dal dicastero della Santa Sede, con lo scopo di proporre iniziative concrete di trasmissione della fede e d’integrazione dei giovani nella società, attraverso il contributo concreto dei Centri culturali cattolici. Ieri, nel suo intervento inaugurale intitolato “L’identità cattolica dei centri culturali e i giovani alla ricerca della Bellezza che cattura”, il cardinale Poupard si è ispirato alla mitica figura di Ulisse, attratto dalle sirene, per presentare la figura di Gesù, portatore di una bellezza capace di attrarre. Il porporato ha analizzato, poi, la situazione dei giovani, “tra la Bellezza di Gesù Cristo e il narcotico canto delle sirene”, e i nuovi linguaggi e le situazioni con cui si confrontano. A chiudere l’intervento del porporato, la proposta di un programma di azione per i Centri culturali a partire da una forte identità cattolica. I “canti delle sirene” – ha sottolineato -   richiedono un nuovo linguaggio personalista esistenziale”, che mostri la bellezza di Cristo e dell’essere suoi discepoli.

 

 

SARÀ PRESENTATO IL 28 GIUGNO, NEL CORSO DI UNA SOLENNE CELEBRAZIONE

 LITURGICA, ALLA PRESENZA DI BENEDETTO XVI, IL NUOVO COMPENDIO

DEL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

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“Un testo di riferimento sicuro e autentico”: con queste parole Giovanni Paolo II consegnava ai fedeli di tutto il mondo nel dicembre del ’92 il Catechismo della Chiesa cattolica. Da allora sono passati quasi 13 anni e in questo tempo si era evidenziata l’esigenza di esprimere in forma “più sintetica e dialogica” quegli stessi “contenuti della fede e della morale cattolica”. Tale esigenza era emersa in particolare nel Congresso catechistico internazionale del 2002, cosicché il Papa l’anno dopo aveva istituito una Commissione speciale, presieduta dall’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, il cardinale Joseph Ratzinger.

 

Due anni di preparazione per il nuovo Compendio, sottoposto all’esame di tutti i cardinali e presidenti delle Conferenze episcopali, che giunge a 40 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II e nel cuore dell’Anno dell’Eucaristia. “Un prezioso sussidio – come sottolinea una nota – per soddisfare la fame di verità che ogni persona umana di qualunque età e condizione avverte”. E non a caso la diffusione del Compendio avverrà a partire dal 29 giugno, Festa dei santi Pietro e Paolo, “colonne della Chiesa universale”, “evangelizzatori esemplari”.

 

Il Compendio, 150 pagine rispetto alle 900 del Catechismo, viene pubblicato dalla Libreria Editrice Vaticana, che ne curerà la diffusione in Italia, mentre le edizioni nelle varie lingue saranno affidate ai rispettivi episcopati.

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UDIENZE E NOMINE

 

Benedetto XVI ha ricevuto oggi, in successive udienze, l’arcivescovo Augustine Kasujja, nunzio apostolico in Madagascar, in Mauritius e nelle Seychelles, nonché delegato apostolico nelle Isole Comore, con funzioni di delegato apostolico in La Riunione. Ha poi ricevuto l’arcivescovo Joseph Chennoth, nunzio apostolico nella Repubblica Centroafricana e in Ciad, e l’arcivescovo Giuseppe De Andrea, nunzio apostolico in Kuwait, Bahrein, Yemen e Qatar, delegato apostolico nella Penisola Arabica.

 

In Tanzania, il Papa ha nominato nunzio apostolico l’arcivescovo Joseph Chennoth, finora nunzio apostolico nella Repubblica Centroafricana e in Ciad.

 

In Brasile, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Teixeira de Freitas – Caravelas, presentata per raggiunti limiti di età dal vescovo Antônio Eliseu Zuqueto, francescano Cappuccino. Al suo posto, Benedetto XVI ha nominato il sacerdote Carlos Alberto dos Santos, del clero dell’arcidiocesi di Aracaju, finora parroco della Parrocchia São José. Il neo presule, 50 anni, ha computo gli studi di filosofia e teologia presso il Seminario dei Salesiani di Lorena, nello Stato di São Paulo. Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha svolto, tra l’altro, gli incarichi di rettore del Seminario minore di Aracaju, primo rettore del nuovo Seminario maggiore di Filosofia in São Cristovão, coordinatore della pastorale vocazionale e dei ministeri, responsabile per la formazione dei Diaconi Permanenti, oltre che più volte il ministero di parroco.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'udienza generale.

Sempre in prima l'Iraq: liberato l'ostaggio australiano rapito il 29 aprile scorso. Il Parlamento approva il programma di Governo.  

 

Nelle vaticane, una pagina dedicata al tema dell'Eucaristia.

 

Nelle estere, per la rubrica dell'"Atlante geopolitico" un articolo di Giuseppe Fiorentino dal titolo "Novant'anni fa l'inizio delle indicibili sofferenze del popolo armeno".

Unione Europea: l'incontro tra Chirac e Blair conferma le distanze e i contrasti; si profila difficile nel vertice a Bruxelles un compromesso su bilancio comunitario e finanziamenti all'agricoltura.

 

Nella pagina culturale, in merito alla Biennale di Venezia una riflessione di Mario Gabriele Giordano dal titolo "Quando l'arte è 'cosa loro' ".

Un articolo di Franco Patruno sulla mostra "Nel segno di Guercino" alla Pinacoteca Civica di Cento.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano l'Irap: riduzioni in tre anni a partire dal 2006; il Consiglio dei Ministri vara la riforma.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

15 giugno 2005

 

 

A DUE GIORNI DALLE ELEZIONI PRESIDENZIALI IN IRAN ANCORA EPISODI DI VIOLENZA

- Intervista con Caren Davidkhanian -

 

A due giorni dalle elezioni presidenziali, continuano in Iran gli episodi di violenza dove gruppi di integralisti islamici cercano, ormai da diversi giorni, di minare la campagna elettorale del candidato riformista alle elezioni presidenziali Mostafa Moin. Intanto si aggrava la posizione dell’Iran di fronte all’Agenzia internazionale per l’energia atomica che ha giudicato insufficienti le informazioni fornite da Teheran sul proprio programma nucleare. Ma della tensione legata all’appuntamento elettorale ci parla Donika Lafratta:

 

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In un clima di forte tensione l’Iran si prepara alle elezioni presidenziali di venerdì. Ieri, intanto, nuovi incidenti sono stati registrati nel sud-est del Paese. Secondo quanto riferito dall’agenzia Irna, l'ex presidente del Parlamento, sarebbe stato aggredito da un gruppo di fondamentalisti islamici mentre nella città di Kerman teneva un comizio in favore di Mostafa Moin. Moin, ex ministro della Ricerca scientifica e dell’Università nel governo del presidente uscente Khatami, è dato dagli ultimi sondaggi al secondo posto tra i candidati favoriti alle presidenziali, alle spalle dell'ex presidente Rafsanjani. Intanto la magistratura iraniana informa che otto persone sono state arrestate con l’accusa di aver partecipato all’organizzazione degli attentati che domenica scorsa hanno causato la morte di dieci persone.

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In questo clima di tensione, crescono i timori per un forte astensionismo alle elezioni di venerdì prossimo. Giada Aquilino ne ha parlato col collega iraniano Caren Davidkhanian, giornalista de ‘Il Riformista’:

 

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R. – L’astensione prevista è dovuta al fatto che alle ultime due elezioni presidenziali, nel 1997 e nel 2001, gli elettori avevano scelto a stragrande maggioranza il loro candidato, ma questo candidato, cioè Khatami, non è stato in grado di portare a termine il programma di riforme annunciato. La possibile assenza degli elettori alle urne è legata anche al fatto che, alle consultazioni legislative dell’anno scorso, il Consiglio dei Guardiani escluse i candidati riformisti. E’ evidente, quindi, che in queste condizioni le elezioni appaiono   ininfluenti nella scelta della direzione che prenderà il Paese. Da diverse settimane si susseguono i sondaggi che proverebbero questa tendenza, sondaggi secondo cui non più del 30 per cento degli oltre 40 milioni di aventi diritto andrebbe a votare.

 

D. – L’ex presidente Rafsanjani appare favorito rispetto all’ex capo della polizia Baqer Qalifab e al candidato riformista Moin. Perché?

 

R. – Va detto innanzitutto che se Rafsanjani dovesse vincere, questa sua affermazione andrebbe rapportata al numero dei partecipanti al voto del 17. L’astensionismo, quindi, andrà a ridimensionare il tutto.

 

D. – Ma come appare il Rafsanjani candidato?

 

R. – Rafsanjani è una persona che ha avuto già due mandati nel passato, per un totale di 8 anni. Durante il suo governo, c’è stata comunque repressione in Iran e l’economia del Paese, contrariamente a quello che dicono i suoi sostenitori, non è stata brillante.

 

D. – Però sembra che a livello internazionale sia in un certo senso accettato…

 

R. – Perché è la persona con cui si è chiaramente fatto affari quando era al potere. Rafsanjani, poi, è ben conscio che anche all’interno dell’Iran, la maggior parte dei possibili elettori è a favore di rapporti pacifici con l’estero, soprattutto con gli Stati Uniti.

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“AFIA TOGETHER”: DEL PROGRAMMA DI SALUTE PER L’AFRICA CHE IMPEGNA MEDICI

ITALIANI E AFRICANI, PRESENTATI IERI A ROMA GLI INTERESSANTI RISULTATI

- Intervista con Paolo Arullani -

 

Presentati ieri al Campidoglio, a Roma, i risultati del programma di salute per l’Africa “Afia together” che sta impegnando medici italiani ed africani per la cooperazione nella ricerca. Diversi progetti avviati fino ad oggi danno speranza di vita a circa mille malati di Aids. Il servizio di Tiziana Campisi:

 

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E’ nato il 21 novembre del 2002 dall’intesa tra la Farmindustria e l’Università Campus Bio-Medico di Roma per la formazione alla sanità nell’Africa SubSahariana. “Afia together”, questo il nome del progetto, ha avviato una collaborazione tra mondo universitario ed imprenditoriale coinvolgendo due ospedali, in Uganda e nella Repubblica Democratica del Congo. I risultati: 80 ore di corsi per 50 ricercatori, l’attivazione di ricerche sull’anemia falciforme, sul diabete e sull’Aids. Per una solidarietà del progresso scientifico, medici ed operatori sanitari si stanno avvalendo di formazione on-line, forum e stage. Ora il progetto si avvia verso la seconda fase che prevede tra l’altro missioni per ricercatori e la fornitura di attrezzature per la diagnosi delle malattie più diffuse in Africa. Paolo Arullani, presidente del Campus Bio-Medico, illustra i traguardi raggiunti fino ad ora:

 

R. – “Afia together” vuol dire insieme per la salute, insieme per la promozione dell’uomo, della vita, della sanità. Noi ci proponiamo di aiutarli a risolvere i loro problemi di salute, cominciando forse dall’alto anziché dal basso, per diffondere più facilmente quella che può essere una nuova cultura, una cultura che deve essere la loro cultura, per la ricerca sull’uomo e la ricerca sulla salute. Per questo, quindi, partiamo da alcuni centri in grado di poter essere diffusori nel loro ambito.

 

D. – Che tipo di prospettive offrono i risultati fino ad ora raggiunti?

 

R. – Già ora si vedono le ripercussioni nei nostri colleghi africani, medici, infermieri, ed anche di altre professionalità che collaborando insieme acquistano un’identità di vedute. Per cui una ricerca nord-sud, una ricerca assieme Africa e Italia, aiuta senz’altro ad acquisire conoscenze alla stregua di come noi acquisiamo conoscenze andando in alcuni centri degli Stati Uniti o di altri Paesi. Ed anche noi acquisiamo conoscenze di quelle malattie tropicali, di quelle esigenze di igiene cui noi non pensiamo più, perché pensiamo superate.

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PARROCCHIE TERRITORIO E CARITAS PARROCCHIALI”:

TEMA DEL XXX CONVEGNO NAZIONALE DELLA CARITAS ITALIANA

- Intervista con Marco Toti e don Pierantonio Bodini -

 

“Parrocchie territorio e Caritas parrocchiali”: è il tema del XXX Convegno nazionale della Caritas Italiana, che si sta svolgendo in questi giorni a Fiuggi e che si concluderà domani. L’incontro rappresenta un’occasione importante per confrontarsi con esperienze e riflessioni sul ruolo delle Caritas diocesane di fronte  ai cambiamenti delle parrocchie e del territorio. Marina Tomarro ha sentito Marco Toti, coordinatore nazionale del convegno, e don Pierantonio Bodini, direttore della Caritas di Brescia:

 

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R. - La Caritas parrocchiale spesso è visibile soprattutto per le azioni che promuove: un’azione di vicinanza alle famiglie in difficoltà, alla persona, allo straniero, ma la Caritas parrocchiale ha anche un ruolo fondamentale d’animazione complessiva della comunità per fare in modo che non solo gli operatori della Caritas siano coloro che si adoperano per andare incontro ai bisogni, ma che ogni appartenente alla comunità sia promotore di carità, vicino all’uomo che soffre.

 

D. - Qual è la formazione che deve avere oggi un animatore parrocchiale Caritas?

 

R. – Veniamo da una tradizione in cui l’animatore Caritas era il volontario per eccellenza, colui che faceva delle cose. Oggi la caratteristica essenziale è saper fare rete. L’animatore Caritas deve essere una persona che sa fare rete, cioè che sa collegare le esperienze già esistenti nella realtà parrocchiale. Cioè un uomo di comunione, sostanzialmente.

 

D. – Uno dei temi principali di questo incontro è l’aumento delle richieste nei centri di ascolto. Perché c’è questo bisogno?

 

R. - Il Centro di ascolto è tradizionalmente il luogo in cui si presentano dei bisogni e bisogna riconoscere che negli ultimi tempi i bisogni materiali, rispetto alle possibilità reali di una famiglia, sono anche aumentati. Questo crea un bisogno diffuso  nella famiglia, che magari è spinta a rivolgersi ad un centro di ascolto inizialmente per soddisfare un bisogno materiale, poi da lì spesso si comprende come dietro quella difficoltà materiale ci sia invece una difficoltà più profonda, che richiede un accompagnamento nel tempo. Da queste spie noi ci accorgiamo che il lavoro va fatto sempre più in profondità e anche gli operatori, che una volta forse davano dei pacchi, oggi devono essere accompagnatori dentro la vita della gente.

 

Ma che in modo le Caritas diocesane cercano di andare incontro ai bisogni del territorio? Ascoltiamo don Pierantonio Boghini, direttore della Caritas di Brescia:

 

R. – La Caritas, innanzitutto, cerca di offrire, secondo il mandato proprio, dei percorsi di formazione e animazione sul territorio. In questi anni, poi, partendo in modo particolare dal Giubileo, condividendo con altre realtà sempre presenti in diocesi, abbiamo proposto ed offerto anche una mensa per i più bisognosi, una casa di accoglienza per le ragazze tolte dalla strada. Il nostro intento principale è appunto quello di condividere e di ampliare sempre di più una rete di carità e solidarietà che trova nei centri di ascolto zonali un punto di riferimento importante collegato col centro diocesano. Quindi attraverso queste antenne cerchiamo di avere un’idea sui problemi delle povertà presenti sul territorio e cerchiamo anche in qualche maniera di offrire delle risposte, non certo da soli ma consapevoli di dover condividere anche le istituzioni un cammino di risposta adeguata ai problemi delle persone.

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“CIBO DEL PELLEGRINO”: È IL TITOLO DEL LIBRO DI MARCO CARDINALI,

RESPONSABILE DI “ORIZZONTI CRISTIANI” DELLA RADIO VATICANA,

PRESENTATO NEI GIORNI SCORSI A ROMA, PRESSO LA SEDE DELLA NOSTRA EMITTENTE

- Intervista con l’autore -

 

“Un viaggio alla scoperta delle varie sfaccettature del dono eucaristico”: così l’arcivescovo di Tegucigalpa, nell’Honduras, cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, ha definito, nella sua prefazione, il libro “Cibo del pellegrino” di Marco Cardinali, responsabile di ‘Orizzonti Cristiani’ della Radio Vaticana. Il volume, presentato nei giorni scorsi presso la sede della nostra emittente, raccoglie 26 meditazioni sul Corpo e il Sangue di Cristo, preparate per gli ascoltatori della Radio del Papa in questo anno dedicato proprio all’Eucaristia. Roberta Moretti ha intervistato Marco Cardinali:

 

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R. – Tutti noi siamo pellegrini nella nostra esistenza su questa terra. Stiamo, dunque, viaggiando verso una patria, quella del cielo. Come pellegrini abbiamo bisogno di un sostegno, di un cibo, un cibo che nutra il nostro spirito, la nostra anima. E quale cibo più alto del Corpo e Sangue di Cristo?

 

D. – E proprio il mistero eucaristico viene esaminato e descritto nel libro, da diversi punti di vista…

 

R. – Alcune relazioni, che per noi sono importanti, ho voluto leggerle alla luce dell’Eucaristia: il rapporto padre-figlio, lo stesso pellegrinare, nel senso dell’essere in cammino; anche un aspetto più specifico, ad esempio quello della Messa domenicale. A volte la messa viene vista come un obbligo, come un qualcosa da fare, mentre è appunto necessaria: ci deve dare la forza e la gioia per andare avanti.

 

D. – Nel testo ricorre spesso il riferimento alla Terra Santa. Cosa rappresentano questi luoghi di pellegrinaggio per il cristiano?

 

R. – La Terra Santa è il luogo dove Gesù è stato pellegrino su questa terra, come uomo e come Dio. Dove ha agito, dunque, ha operato, dove è semplicemente vissuto. La Terra Santa, dunque, per un pellegrino come il cristiano non può non essere riferimento continuo. Poi, lì c’è stato il dono dell’Eucaristia, la passione, la morte, la vita degli apostoli, la vita di Maria soprattutto, che è stata il primo tabernacolo, colei che per prima ha portato il corpo del Signore.

 

D. – Tra le meditazioni raccolte in questo volume ce n’è una che ritieni particolarmente significativa?

 

R. – Ci sono delle meditazioni, specie nell’ultima parte, in cui nasce una preghiera, che è quella di un cristiano che si mette di fronte al proprio Signore. Vorrei realmente che questa preghiera fosse semplice, però vera davanti al Signore, che ci vuole comunque veri fino in fondo e ci ama così come siamo. Ci ha dato il suo corpo nella morte e nella risurrezione, ma ce lo dà ogni giorno attraverso l’Eucaristia.

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AL FESTIVAL DEL CINEMA DI TAORMINA, PELLICOLE DI GIOVANI REGISTI

SUI MOLTI RISVOLTI DI UNA SOCIETÀ IN CRISI

 

Al Festival del Cinema di Taormina si susseguono pellicole di giovani registi che già affrontano, con personalità e sicurezza stilistica, i molti segreti racchiusi da una società in crisi. I segreti del cinema sono svelati, invece, dai protagonisti delle sempre affollate lezioni di cinema: dopo Virna Lisi, ed in attesa di Irene Papas e Laura Morante, è toccato a Malcom McDowell confessare, ai tanti giovani studenti presenti in sala, gli alti e bassi della sua prolifica carriera. Da Taormina, rinomata località siciliana, Luca Pellegrini:

 

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         E’ il tempo dei segreti, al Filmfest di Taormina. Sono stati raccontati da alcune dense pellicole in concorso nella sezione “Cinema del mondo” e dall’attore Malcom McDowell nel corso di una sua applauditissima ed estroversa lezione di cinema, nella quale ha soprattutto ricordato il suo indelebile rapporto con il grande Stanley Kubrik per il quale interpretò il protagonista di “Arancia Meccanica”, controverso e profetico film sulla violenza nella società. “Mi propose il ruolo di Alex parlandomi di cose stupide, - ha raccontato l’attore – ma la sceneggiatura era incomprensibile e geniale. Lavorai senza progettare ma proiettando la personalità di Alex nelle diverse scene, quasi improvvisando. Uscito il film non si fece mai più sentire”.

 

In realtà conosciamo il carattere singolare del grande regista inglese. Emergono segreti, anche, di molti mondi frutto di storie sbagliate e drammatiche e di una contemporaneità problematica. Colpisce il primo film italiano in concorso, “Apnea”, opera prima e già di carattere, del giovane regista veneziano Roberto Dordit. Nella ricca provincia del nord est italiano, l’apparenza di vite di successo nasconde inquietanti segnali di corruzione e sfruttamento. Ne fa le spese Paolo, interpretato da Claudio Santamaria, che si spingerà oltre la soglia del lecito per scoprire l’illecito di vite e lavori. Ma di società in crisi raccontano anche “Guy X” di Saul Metzstein: una base americana in Groelandia nasconde le follie della concomitante guerra del Vietnam; “Schiza”, film del Kazakistan in cui le passioni sono legate ai combattimenti illegali di giovani e dove è difficile per la pietà fare breccia. Infine, il romantico “Bye-bye blackbird”, anch’esso opera prima del francese Robinson Savary, per il quale il mondo del circo, già in crisi nel primo decennio del ‘900, racchiude passioni, amori e follie degne del più lacrimevole dei feuiletton.

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CHIESA E SOCIETA’

15 giugno 2005

 

 

ESPULSI DALL’INDIA 8 MISSIONARI CRISTIANI STATUNITENSI:

LA CERIMONIA RELIGIOSA A CUI PARTECIPAVANO ERA STATA SCAMBIATA

PER UN RITO DI CONVERSIONE AL CRISTIANESIMO

 

MUMBAI. = Un gruppo di 8 missionari cristiani di nazionalità statunitense è stato costretto a lasciare l’India per “violazioni delle condizioni del visto”. Gli uomini erano stati assaliti domenica notte da 40 persone in un sobborgo di Mumbai, nello Stato del Maharastra, durante una cerimonia religiosa, scambiata per un rito di conversione al Cristianesimo. Nell’agguato, due di loro sono rimasti feriti, ma le forze di sicurezza hanno fermato solo due assalitori, subito rilasciati su cauzione. I missionari, invece, sono stati condotti dalla polizia di Malsani, all’Ufficio regionale registrazione stranieri, e interrogati per 4 ore. Dopo l’interrogatorio, il gruppo è stato diviso: 4 missionari sono stati allontanati subito, mentre gli altri hanno lasciato il Paese per gli Stati Uniti il giorno dopo. Un ufficiale di polizia ha dichiarato all’agenzia AsiaNews: “Se sono venuti in India per pregare dovevano richiedere un visto da missionario, non da turista!”. Sempre ad AsiaNews, John Dayal, presidente dell’All India Christian Union (AICU), ha dichiarato: “Il governo americano ha fatto in fretta a togliere l’India dalla lista degli Stati canaglia: l’AICU condurrà in maniera autonoma un’inchiesta su questo grave incidente”. “La violenza contro i cristiani – ha concluso – sta aumentando, anche nello stato del Maharashtra”. Il sito della Conferenza episcopale indiana (CBCI) “condanna l’attacco ad un pacifico incontro religioso”: “E’ molto triste constatare come questa Nazione, che ha una grande tradizione di ospitalità, non tratti più bene i suoi visitatori”, ha dichiarato Babu Joseph Svd, portavoce della CBCI. “E’ triste inoltre – ha aggiunto – che in questi tempi ogni raduno tenuto da cristiani sia visto con sospetto”. (R.M.)

 

 

GRANDE PARTECIPAZIONE, NEI GIORNI SCORSI IN CINA,

AL PRIMO CONGRESSO EUCARISTICO DELL’ARCIDIOCESI DI TAI YUAN,

 NELLA PROVINCIA DI SHAN XI, SUL TEMA:

 “ECCO, IO SONO CON VOI TUTTI I GIORNI, FINO ALLA FINE DEL MONDO”

 

TAI YUAN. = “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”: su questo tema si è svolto nei giorni scorsi in Cina il primo Congresso eucaristico dell’arcidiocesi di Tai Yuan, capoluogo della provincia di Shan Xi. Un’occasione per celebrare il centenario della fondazione della Cattedrale della città, dedicata all’Immacolata Concezione. Secondo il bollettino cattolico di He Bei, “Faith”, più di 1.400 sacerdoti, religiose, seminaristi, laici e catecumeni hanno preso parte all’incontro, scandito dalla Processione Eucaristica, dall’Adorazione del Santissimo Sacramento e dalla Santa Messa. Al termine del Congresso, i partecipanti hanno lanciato, poi, una “Proposta di devota adorazione dell’Eucaristia”, invitando tutti i fedeli ad adorare quotidianamente il Santissimo. Secondo il “Manuale della Chiesa cattolica in Cina”, pubblicato dall’He Bei Faith Press, attualmente l’arcidiocesi di Tai Yuan è costituita da 25 parrocchie con circa 90, fra chiese e cappelle. La comunità è composta da oltre 70 mila fedeli, 45 sacerdoti, di cui 37 giovani; 30 suore e 47 seminaristi. Nel territorio sorgono due Santuari mariani, quello della Madonna della Grazie e della Madonna Addolorata. La comunità cattolica ha anche aperto un Centro di servizio della carità, un biblioteca con sala di lettura e un piccolo negozio di oggetti sacri. (R.M.)

 

 

IN COREA DEL SUD, AUMENTA IL NUMERO DEI CATTOLICI, MA DIMINUISCE QUELLO

 DEI PRATICANTI: NE DA’ NOTIZIA LA CONFERENZA EPISCOPALE COREANA,

PUBBLICANDO I DATI DEL 2004 SULLA COMUNITA’ CATTOLICA NEL PAESE

SEOUL. = Le statistiche del 2004 sulla comunità cattolica in Corea del Sud mettono in luce che la Chiesa nel Paese è a un punto di svolta cruciale e necessita di nuovi programmi di orientamento pastorale. Secondo i dati pubblicati di recente dalla Conferenza episcopale coreana, il numero totale di cattolici è di 4.537.844, cifra pari al 9,3 per cento della popolazione, il 2,4 per cento in più rispetto all’anno precedente. È cresciuto quindi il numero dei battezzati che, inclusi i neonati, è stato di 138.715, rispetto ai 135.379 del 2003. La diocesi più numerosa è quella di Seoul, con 1.276.634 fedeli. Il rapporto tra cattolici uomini e donne è di 4 a 6, mentre sul totale della popolazione è quasi paritario: 50,2 per centro gli uomini e 49,8 per cento le donne. Solo un quarto della comunità cattolica, però, si può dire praticante: alla Messa dominicale partecipa infatti il 28,1 per cento, di cui il 24,1 per cento si confessa durante l’Avvento e la Quaresima. Di pari passo è salito il numero di cattolici definiti “apatici”: dal 35,7 per cento del 2003 al 36 per cento. Si presenta dunque la necessità, nel Paese, di studiare una nuova strategia pastorale per la ri-evangelizzazione dei fedeli. Secondo le statistiche, il 51,3 per cento dei cattolici vive in 7 grandi città: per far fronte a questa urbanizzazione, i vescovi sottolineano la necessità di promuovere scambi tra le aree rurali e cittadine. (R.M.)

 

 

PRESENTATO IERI POMERIGGIO A BOLOGNA, PRESSO L’ISTITUTO

 “VERITATIS SPLENDOR”, IL LIBRO “TOTUS TUUS: IL MAGISTERO MARIANO

NEGLI SCRITTI DI PAPA WOJTYLA”. IL VOLUME, IN ITALIANO E IN SPAGNOLO, E’ IL PRIMO DI UNA PRESTIGIOSA COLLANA DEDICATA AGLI SCRITTI DI GIOVANNI PAOLO II

- A cura di Stefano Andrini -

 

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BOLOGNA.= “Nel suo cammino verso l’uomo, nel suo camminare sulla ‘via che è l’uomo’, Giovanni Paolo II non poteva non essere con Maria”: lo ha ricordato l’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, nel corso della presentazione del volume “Totus Tuus: il Magistero Mariano negli scritti di Papa Wojtyla”, edito in tiratura limitata da Fmr- Art'è e realizzato in collaborazione con l’Istituto Veritatis Splendor. L’opera apre una nuova collana, dedicata alla raccolta antologica delle testimonianze di dottrina, di vita e di fede di Giovanni Paolo II.  Per il primo volume, il maestro Floriano Bodini ha realizzato due bassorilievi, incastonati rispettivamente sulla prima e sulla quarta di copertina; l’artista lombardo ha anche realizzato in esclusiva, con tecnica litoserigrafica, la tavola fuori testo intitolata “Mater Ecclesiae”. Nella prefazione, l’arcivescovo di Bologna sottolinea: “Giovanni Paolo II vede Maria nel mistero di Cristo che redime l’uomo, nel mistero dell’uomo affidato ad una libertà, la sua, che può distruggerne l’umanità; e quindi finalmente nel mistero di un affidamento dell’uomo a una maternità senza limiti. Ritroviamo nello sguardo su Maria tutte le caratteristiche del suo servizio petrino”. Mons. Arthur Burton Calkins, officiale della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, che ha curato la scelta antologica e le introduzioni, annota: “Ci sono nel libro tante pagine belle ma quella che rimane per me sempre un capolavoro è il discorso di Giovanni Paolo II a Fatima del 13 maggio 1982. In quell’omelia si trova la chiamata alla conversione, la dottrina della maternità spirituale, il ruolo di Maria nell’opera della salvezza, la teologia del Cuore di Maria e della consacrazione”.

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OGGI, 90 ANNI DALLA FONDAZIONE DELLE FIGLIE DI SAN PAOLO,

APOSTOLE DELLA COMUNICAZIONE

 

ALBA. = Diffondere il messaggio cristiano attraverso le tecnologie della comunicazione: è la missione della congregazione delle Figlie di San Paolo, fondata il 15 giugno di 90 anni fa ad Alba, in provincia di Cuneo, dal giovane don Giacomo Albertone, proclamato beato nel 2003. Costituita un anno dopo la Società di San Paolo, la Congregazione propone iniziative di animazione nelle diocesi, nelle parrocchie, negli istituti di cultura e nelle scuole, realizzando Centri multimediali e curando la crescita umano-spirituale degli operatori della comunicazione e della cultura. Attualmente le Figlie di San Paolo sono presenti in 52 nazioni con 2540 membri effettivi e circa 240 giovani in formazione; 250 sono le comunità, oltre 300 i centri apostolici e più di 30 i siti web delle Paoline. L’espansione missionaria è stata costante, culminata nel 1994, in occasione del centenario della nascita della cofondatrice, Sr Tecla Merlo, quando è stato realizzato il “Progetto missionario”, con 15 nuove fondazioni. Sono state così raggiunte alcune Nazioni dell’Europa dell’Est: Russia, Romania, Repubblica Ceca; dell’Asia: Singapore, Tailandia; dell’Africa: Angola, Costa d’Avorio, Nigeria, Sud Africa, Zambia; dell’America Latina: Paraguay, Repubblica Dominicana. Cominciano a portare i primi frutti, inoltre, i tentativi anche per una presenza nella Cina continentale, nella Corea del Nord e in Vietnam. (R.M.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

15 giugno 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq, dove un nuovo attentato kamikaze ha devastato un ristorante a nord di Baghdad, è stato liberato un ostaggio australiano grazie ad un blitz delle forze della coalizione. Il nostro servizio:

 

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Douglas Wood, il 63.enne ingegnere australiano rapito lo scorso 29 aprile in Iraq, è stato liberato. Lo ha annunciato poco fa al parlamento di Canberra il premier John Howard. La radio australiana ‘ABC’ ha precisato che l’ostaggio è stato rilasciato grazie ad un’operazione militare. Ma all’esito positivo di questa vicenda si contrappone uno scenario sempre più inquietante. Almeno 23 soldati iracheni sono morti per l’esplosione di una bomba in una mensa militare di Khalis, cittadina a nord di Baghdad. L’attentatore suicida, che indossava una divisa da soldato, è riuscito ad entrare nel locale durante l’ora del pranzo. Numerosi soldati britannici sono rimasti feriti per un attacco dinamitardo compiuto a Baghdad. La morte di un soldato americano per un agguato teso da ribelli a Falluja ha fatto poi salire a 1700 il numero di militari statunitensi rimasti uccisi nel Paese arabo dal mese di marzo del 2003, quando ebbe inizio l’offensiva per rovesciare l’allora regime di Saddam Hussein. Da alcuni mesi le truppe americane, appoggiate da forze governative irachene, sono impegnate in continue operazioni anti guerriglia ma la situazione resta difficile. Il segretario statunitense alla Difesa, Donal Rumsfel, ha ammesso che la cornice di sicurezza in Iraq non è migliorata dopo la caduta del governo di Saddam. Rumsfeld ha anche denunciato l’arrivo di ribelli in Iraq attraverso il confine siriano e ha accusato il governo iraniano di intromettersi nella politica irachena. In Italia, infine, i risultati del primo esame del Dna effettuato su presunti resti umani di Enzo Baldoni, il giornalista italiano ucciso in Iraq lo scorso 26 agosto, sono incompatibili con il codice genetico del padre del reporter.

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Intanto, nella prima conferenza stampa dopo la liberazione, la giornalista francese Florence Aubenas ha rivelato ieri alcuni particolari dei 5 mesi di prigionia. L’inviata del quotidiano “Liberation”, in un clima disteso, ha spiegato le varie fasi e i punti ancora oscuri del sequestro. Il servizio di Francesca Pierantozzi:

 

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In una sala stampa gremita, piena di amici e colleghi, Florence Aubenas ha raccontato i suoi 157 giorni in Iraq. Lo ha fatto con un umorismo e un’energia che hanno strappato applausi e risate ai giornalisti presenti a Parigi. Ma la sua è stata una prigionia dura. Sono stati 5 mesi durante i quali ha vissuto su un materasso, steso in terra, bendata con l’obbligo di non parlare e il permesso di fare soltanto una doccia al mese. Cinque mesi durante i quali è stata anche picchiata e minacciata. Florence Aubenas ed il suo interprete sono stati rapiti insieme. Poi sono stati separati, bendati e costretti al silenzio. Non hanno saputo fin quasi alla fine di aver condiviso la stessa cella. Di riscatto la Aubenas non ha mai sentito parlare. Mi piacerebbe sapere – ha detto – perché sono stata liberata e perché c’è voluto tanto tempo. La reporter di “Liberation” ha raccontato tutti gli incontri con un uomo, presumibilmente il capo dei sequestratori. E’ con lui che ha trattato il testo dei video girati. E’ lui che le ha chiesto di fare appello al discusso deputato neogollista Didier Julia, già coinvolto nelle trattative per la liberazione dei due giornalisti francesi Chesnot e Malbrunot, rilasciati lo scorso 21 novembre.

 

Da Parigi, Francesca Pierantozzi, per la Radio Vaticana.

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In Afghanistan, sette presunti militanti taleban sono rimasti uccisi nell’ambito di un’operazione condotta dall’esercito afghano a sud-est di Kandahar, nel sud del Paese. Lo hanno riferito oggi fonti dell'esercito afghano.

 

Dopo la guerra degli anni ’80 tra Iran e Iraq, è stato annunciato un collegamento aereo tra Teheran e Baghdad. Entro i prossimi due mesi comincerà, infatti, un servizio di voli diretti fra i due Paesi. Lo ha reso noto il ministero dei Trasporti della Repubblica islamica. La maggioranza degli iraniani è sciita e i voli serviranno soprattutto a trasferire pellegrini verso le città sante irachene di Najaf e Kerbala.

 

In Israele, il presidente del parlamento, Reuven Rivlin, ha chiesto lo scioglimento dell’Assemblea e la convocazione di elezioni anticipate dopo tre mozioni di sfiducia al governo di Ariel  Sharon. Intanto, si è svolta ieri la prima riunione della commissione mista israelo-palestinese incaricata di coordinare il ritiro dei coloni ebrei dalla Striscia di Gaza. Lo Stato Ebraico e l’Autorità nazionale palestinese si sono accordati, inoltre, per completare il passaggio del controllo della città cisgiordana di Jenin ai palestinesi prima del ritiro israeliano da Gaza.

 

La Corte Suprema argentina ha annullato, ieri, le cosiddette leggi dell'impunità. Si tratta di quelle disposizioni che permisero ai responsabili della dittatura, colpevoli di aver messo in atto una repressione che tra il ’76 e l’83 provocò 30.000 desaparecidos, di sfuggire alla giustizia. Da Buenos Aires, Maurizio Salvi:

 

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Anche se non ha colto di sorpresa l’opinione pubblica, la sentenza della Corte Suprema, che ha un indubbio valore storico, ha suscitato viva emozione in Argentina, dove esiste un attivo movimento per la difesa dei diritti umani. Il massimo tribunale ha impiegato oltre tre anni per esprimersi sulla questione. Lo ha fatto solo quando, per volontà del presidente  Néstor Kirchner, la Corte è stata rinnovata nella maggioranza dei suoi componenti. Il capo dello Stato ha sostenuto che queste leggi riempivano di vergogna l’Argentina per tutte le persone che hanno sofferto gli atroci tormenti generati dalla dittatura. L’annullamento delle leggi di obbedienza dovuta avrà come principale risultato la riapertura di oltre 100 processi e il coinvolgimento di un numero non ancora precisato, tra 500 e 1000, di militari che hanno svolto mansioni specifiche durante la dittatura militare. Poco prima della diffusione della sentenza, sono circolate voci di un diffuso malessere nei ranghi delle forze armate. Ma il comandante in capo dell’esercito, Roberto Bendini, le ha smentite. Nell’esercito – ha assicurato – sappiamo che questo primo passo era necessario per intraprendere la riconciliazione tra gli argentini.

 

Maurizio Salvi per la Radio Vaticana.

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“Sono quasi sicuro che non verrà trovato un accordo sulle prospettive finanziarie 2007-2013”. Lo ha detto il presidente di turno dell’Unione Europea, il premier lussemburghese Jean-Claude Juncker, parlando dei negoziati sul bilancio comunitario alla vigilia del Consiglio europeo che si aprirà domani a Bruxelles. Il presidente della Commissione, Josè Manuel Durao Barroso, ha precisato che è “meglio un accordo imperfetto rispetto ad un mancato accordo”.

 

Una forte scossa di terremoto di 7 gradi sulla scala Richter è stata registrata in California. L’epicentro del sisma è stato localizzato a poco meno di 500 chilometri a nord-ovest di San Francisco. Le autorità hanno lanciato un allarme tsunami, poi annullato. Gli abitanti della cittadina costiera di Crescent City sono stati invitati ad evacuare la zona.

 

Sedici sospetti estremisti islamici, cinque dei quali ritenuti coinvolti nelle stragi di Madrid dell’11 marzo 2004, sono stati arrestati nelle ultime ore dalla polizia spagnola. Nella duplice operazione, condotta simultaneamente in Catalogna e in Andalusia, hanno preso parte circa cinquecento agenti.

 

Nel cimitero ebraico di Budapest, 130 tombe sono state profanate da un gruppo di vandali. Secondo Gusztav Zoltai, direttore dell’organizzazione ebraica Mazsihisz, i vandali avrebbero approfittato della chiusura di lunedì e martedì per la festività ebraica dello Shavuot. Sulle tombe non sono stati ritrovati né slogan né graffiti.

 

 

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