RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
163 - Testo della trasmissione di domenica 12 giugno 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
IN PRIMO PIANO:
Inaugurato
ieri sera il FilmFest di Taormina, 12 i film in concorso. Il commento di Felice Laudadio.
CHIESA E SOCIETA’:
Oggi a Roma e in altre 270 città dei
cinque Continenti, maratona contro la fame nel mondo.
Il mondo della lirica in lutto per
la morte del soprano bulgaro Ghena Dimitrova.
Da domani a Fiuggi il 30.mo Convegno nazionale delle Caritas
diocesane italiane.
Libera la giornalista
francese Florence Aubenas e il suo interprete iracheno rapiti il 5 gennaio a
Baghdad. La donna è in viaggio verso Parigi.
In Bolivia anche i manifestanti di El Alto concedono una
tregua alle proteste. E il neo presidente boliviano, Edoardo Rodriguez, torna
ad invitare i leader ad un incontro
Elezioni
parlamentari in Libano: al terzo turno incerta la resa dei conti fra i leader
dell’opposizione antisiriana, che potrebbe favorire il ritorno in scena di
esponenti filosiriani
12
giugno 2005
“SENZA LA DOMENICA NON POSSIAMO VIVERE:
ALL’ANGELUS, NUOVO RICHIAMODEL PAPA AI CREDENTI NELL’ANNO DEDICATO
ALL’EUCARISTIA, ‘PERLA PREZIOSA’ CHE DA’ SENSO VERO E PIENO ALLA
VITA
La Messa domenicale non un è “un peso” ma “una gioia”: lo ha ribadito
stamane all’Angelus Benedetto XVI, parlando ad una folla di 40 mila fedeli, che
gremivano piazza San Pietro. Il Papa è dunque tornato su un tema al centro
dell’Anno dell’Eucaristia e del recente Congresso eucaristico italiano. Poi ha
dato l’annuncio di un prossimo incontro in Vaticano in ottobre con i bambini
della prima comunione di Roma e del Lazio. Il servizio di Roberta Gisotti
**********
“Senza la domenica noi cristiani non possiamo vivere”
La voce di Benedetto XVI si è levata per richiamare il rispetto del
Giorno del Signore, e ricordando che stiamo celebrando l’Anno dell’Eucarestia,
“voluto – ha rammentato - dall’amato Papa Giovanni Paolo II per ridestare
sempre più nelle coscienze dei credenti lo stupore verso questo grande
Sacramento”. E tra i “temi ricorrenti in questo Anno è proprio la
partecipazione alla Messa domenicale che deve “essere sentita dal cristiano non
come un imposizione o un peso, ma come un bisogno e un gioia”.
“Riunirsi insieme con i fratelli,
ascoltare la Parola di Dio e nutrirsi di Cristo, immolato per noi, è un’esperienza
che dà senso alla vita, che infonde pace al cuore”.
Per questo il Santo Padre ha
sollecitato i genitori a “far scoprire ai loro figli il valore
e l’importanza” della Messa domenicale, dove Cristo “convoca l’intera famiglia
cristiana” E “tappa quanto mai significativa” di questo “cammino educativo” è
la prima Comunione, “una vera festa” per la comunità parrocchiale che accoglie
per la prima volta i suoi figli più piccoli alla Mensa del Signore. E per sottolineare
l’importanza di questo evento, Benedetto XVI ha annunciato che il prossimo 15
ottobre terrà in Vaticano uno speciale incontro di catechesi con i bambini
della Prima Comunione di Roma e del Lazio.
“Sarà un circostanza opportuna e bella per ribadire
il ruolo essenziale che il sacramento dell’Eucaristia riveste nella formazione
e nella crescita spirituale dei fanciulli.”
Un incontro che Benedetto XVI ha affidato fin d’ora
alla Vergine Maria:
“Ci aiuti a far scoprire alle giovani generazioni
la “perla preziosa” dell’Eucaristia, che dà senso vero e pieno alla vita”.
Dopo la recita dell’Angelus il
Papa ha salutato le decine di migliaia di pellegrini che lo hanno applaudito a
lungo con entusiasmo, in particolare i donatori di sangue presenti in piazza,
in vista della Giornata mondiale del donatore di sangue, che ricorrerà il 14 giugno.
“Cristo – ha detto loro il Papa - che ci ha redenti con il suo Sangue, sia
sempre il modello del vostro volontariato”
TELEGRAMMA DI PAPA BENEDETTO XVI, AI PARTECIPANTI
DEL 27.MO PELLEGRINAGGIO,
A PIEDI DA MACERATA A LORETO, PROMOSSO DA
COMUNIONE E LIBERAZIONE,
SVOLTOSI LA SCORSA NOTTE
“Che questo devoto itinerario
susciti nei giovani una fervida adesione a Cristo, un nuovo slancio nella
testimonianza evangelica e un generoso impegno al servizio ecclesiale”: così,
Benedetto XVI, nel telegramma, a firma del segretario di Stato, cardinale
Angelo Sodano, inviato a mons. Luigi Conti, vescovo di Macerata e rivolto alle
50 mila persone che la scorsa notte hanno partecipato del 27.mo Pellegrinaggio
a piedi Macerata-Loreto.
Una manifestazione organizzata
da Comunione e Liberazione, “impreziosita – si legge nel telegramma –
dall’affettuoso ricordo” di Giovanni Paolo II e di mons. Luigi Giussani fondatore
del movimento ecclesiale. A chiudere il messaggio, l’invocazione alla “celeste
protezione della Madre di Dio” e la benedizione apostolica ai pellegrini.
=======ooo=======
12
giugno 2005
ITALIANI
CHIAMATI, OGGI E DOMANI, AL VOTO REFERENDARIO SULLA PROCREAZIONE MEDICALMENTE
ASSISTITA. CONTRAPPOSTI IL FRONTE DEL ‘SI’ PER L’ABROGAZIONE
PARZIALE
DELLA LEGGE 40 AL FRONTE DEL ‘NO’ E DI CHI SI ASTERRA’
PER IL
MANTENIMENTO DELL’ATTUALE LEGISLAZIONE
-
Intervista con Antonio Maria Baggio -
Sono 49.731.352 gli italiani chiamati oggi e domani al voto referendario
in materia di procreazione medicalmente assistita. I seggi aperti stamane alle
8 lo saranno fino alle 22 e domani dalle 7 alle 15. Contrapposti il fronte del
‘si’ per per l’abrogazione parziale delle Legge 40 al fronte del ‘no’ per il
mantenimento dell’attuale legislazione. Come è noto la Chiesa italiana, insieme
ad altre componenti della società, si è apertamente schierata a favore
dell’astensione, per il mancato raggiungimento del quorum necessario a legittimare
il risultato referendario. Grande attenzione dunque ai primi dati di affluenza
resi noti alle 12.00 che hanno indicato una percentuale del 4,6 per cento del
corpo elettorale.
I
promotori del referendum lo presentano come utile a favorire la cura di malattie
come l’Alzheimer e il Parkinson, e
vorrebbero a tal fine modificare la legge permettendo la sperimentazione sugli
embrioni. Ma è giusto che la ricerca scientifica non abbia limiti? Paolo
Ondarza lo ha chiesto ad Antonio Maria Baggio, docente di etica politica alla
Pontificia Università Gregoriana:
**********
R. – La ricerca scientifica è una delle azioni più alte e nobili
dell’attività umana. Questa sua nobiltà, però, non si misura soltanto con
l’utilità dei risultati che consegue è importante anche il modo con il quale li
consegue. Allora, il primo limite, che però è una condizione perché la ricerca
scientifica sia valida, è che deve rimanere un’attività umana, cioè un pensare,
un agire che esprima sempre la dignità dell’uomo e che non strumentalizzi altri
esseri umani per ottenere dei risultati altrimenti anche i cosiddetti medici e
scienziati dei lager nazisti sarebbero stati autorizzati ad ottenere risultati
nel modo bestiale con cui l’hanno fatto.
D.- Che peso ha, secondo lei,
l’appello di alcuni scienziati ad avere libertà di ricerca?
R. – Ricorrentemente alcuni
scienziati chiedono libertà nel senso che non vogliono alcuna forma di
controllo su ciò che fanno. E’ un dovere dello Stato stabilire delle piste
all’interno delle quali la ricerca scientifica si deve tenere e questo allo
scopo che questa ricerca non produca dei danni al bene comune. La figura dello
scienziato pazzo è nata per far ridere forse in qualche fumetto, in qualche
film, però può riprodursi in certe forme anche nella realtà. La libertà di
ricerca, intesa assolutamente, in realtà non esiste perché per fare ricerche
molto avanzate occorrono forti investimenti e i soggetti che hanno la
possibilità di investire sono grosse industrie private oppure lo Stato. I criteri
di questi due investimenti sono diversi perché lo Stato ritiene di dover
sostenere delle attività scientifiche che portino un beneficio alla maggioranza
dei cittadini oppure per finanziare le ricerche su farmaci per malati che sono
in piccolo numero. Dunque nessun privato sarebbe incentivato a investire capitali
per loro, per trovare cure che poi non hanno compratori in numero sufficiente.
Invece, quando ci sono aziende private che decidono non è una cosa sbagliata in
sé, ma certamente l’orientamento del profitto non dà le stesse tutele che può
dare invece l’orientamento del bene comune. Quindi noi dobbiamo decidere se
deve essere un ristretto numero di potentati economici a decidere
l’orientamento della ricerca o se invece non vogliamo avere una parola noi,
cittadini, attraverso le istituzioni per far sì che la ricerca porti ad un bene
comune.
***********
250
MILIONI DI PICCOLI LAVORATORI SFRUTTATI OGNI GIORNO NEL MONDO:
SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO
IL LAVORO MINORILE,
DEDICATA AI MINORI SFRUTTATI NELLE MINIERE E NELLE
CAVE
- Intervista con Claudio Lenoci -
Una piaga, quella del lavoro minorile, che non
accenna a guarire soprattutto nelle regioni più disagiate del Pianeta. Sono
infatti 250 milioni i bambini che lavorano nel mondo e per un terzo hanno meno
di 10 anni. Di questi, 180 milioni lo fanno in condizioni estremamente
pericolose. Sono dati drammatici diffusi in occasione della odierna, quarta,
Giornata mondiale contro il lavoro minorile, dedicata in particolare quest’anno
ai bambini sfruttati nelle miniere e nelle cave. Stefano Leszczynski ha
intervistato Claudio Lenoci, direttore dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), in Italia.
**********
R. – La
situazione permane sempre drammatica nei Paesi in via di sviluppo, cioè nella
parte più povera del mondo. L’Organizzazione internazionale del lavoro è impegnata
attraverso questa giornata appunto a ricordare tutto quello che non va da
questo punto di vista. La drammaticità delle cifre è abbastanza eloquente.
Naturalmente, la giornata è un’occasione per richiamare tutti quanti i soggetti
di un’alleanza, che noi consideriamo globale, ad impegnarsi maggiormente per affrontare
questo fenomeno che costituisce una delle più grandi tragedie dell’umanità.
D. – Spesso in questi Paesi le responsabilità per il lavoro minorile
vengono addossate alle grandi industrie dei Paesi sviluppati che portano lavoro
da quelle parti. E’ migliorato il contesto da questo punto di vista?
R. – Questo richiama in causa la
responsabilità sociale delle imprese. E’ un tema sul quale il nostro Paese in
particolare si sta impegnando in questi ultimi anni attraverso iniziative del
Ministero del Welfare per far avanzare e progredire questa responsabilità
sociale delle imprese. C’è responsabilità nel momento in cui queste imprese
vanno a produrre in Paesi laddove le legislazioni sul lavoro non tutelano i
diritti fondamentali del lavoro, fra cui quello appunto di evitare che i minori
cadano nella trappola del lavoro, inteso anche nelle forme più nocive e più
pericolose.
D. – Le celebrazioni tra l’altro
prendono in considerazione un fenomeno particolare, che è quello del lavoro
nelle miniere da parte dei bambini…
R. – Esiste lo sfruttamento
nelle miniere, esiste lo sfruttamento nell’agricoltura, esiste lo sfruttamento
in tanti settori della produzione, così come esiste lo sfruttamento, purtroppo,
nelle forme peggiori, che è quello della schiavitù, della prostituzione, dei
traffici illeciti a cui questi bambini, questi minori sono soggetti. Quest’anno
naturalmente c’è il dato particolare delle miniere, ma la tematica è molto più
ampia e noi dobbiamo parlare di sfruttamento con riferimento a tutte le
molteplici attività in cui i minori possono essere coinvolti.
D. – Per concludere, martedì
l’ILO farà un Convegno importante dedicato a questa giornata. Di cosa si
tratta?
R. – Abbiamo assunto questa
iniziativa, spostando quest’anno l’ottica dalla dimensione internazionale a
quella nazionale. Intendiamoci bene, non è che in Italia, così come negli altri
grandi Paesi industrializzati, esista un pericolo così incombente di un lavoro
minorile che possa essere una vera e propria minaccia per la prospettiva delle
nostre giovani generazioni, ma bisogna tenere comunque alta la guardia. Quindi,
abbiamo chiamato a questa nostra tavola rotonda tutti i rappresentanti istituzionali,
i sindacati, i rappresentanti del mondo delle imprese per mostrare il punto
della situazione e per verificare tutte le azioni che sono state intraprese e
quelle che si vorranno portare avanti nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
**********
A BREVE NELLE LIBRERIE IL VOLUME DELLE EDIZIONI
STUDIO DOMENICANO DI BOLOGNA SU “I MIRACOLI EUCARISTICI E LE RADICI CRISTIANE
DELL’EUROPA”
CON LA PRESENTAZIONE DELL’ARCIVESCOVO ANGELO
COMASTRI
- Intervista con il presule -
A ridosso del Congresso di Bari,
nell’Anno Eucaristico che si concluderà il prossimo ottobre con il Sinodo dei
vescovi che si occuperà proprio dell‘Eucaristia, a breve sarà nelle librerie un
poderoso volume delle Edizioni Studio Domenicano di Bologna su “I miracoli
eucaristici e le radici cristiane dell’Europa”. L’opera, edita grazie al
contributo dell’Istituto San Clemente I Papa e martire, si sviluppa per oltre
500 pagine arricchite da pregevoli illustrazioni a colori che documentano gli
oltre cento miracoli eucaristici datati a partire dal III secolo fino ai giorni
nostri in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Olanda, Belgio,
Portogallo, Spagna; nonché in Egitto, Colombia e India. Questo libro sui
miracoli eucaristici, che riporta la testimonianza di numerosi Padri della
Chiesa e di molti Santi che hanno fatto dell’Eucaristia il centro della loro
vita, si avvale della presentazione dell’arcivescovo Angelo Comastri, attualmente
vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano, per anni e fino a
qualche mese fa presidente del Comitato nazionale italiano per i Congressi
eucaristici. Giovanni Peduto gli ha chiesto quale contributo può dare un tale
volume alla fede eucaristica:
**********
R. – Innanzitutto, sfogliando
questo volume si resta sorpresi nel constatare che tutta l’Europa è costellata
di miracoli eucaristici. Vuol dire che il mistero dell’Eucaristia appartiene
alle radici dell’Europa. Questo volume mette in luce la fede del popolo
europeo, perché io credo che il popolo europeo lo si possa chiamare popolo nella
misura in cui ha radici comuni. E se non ha radici cristiane, radici di fede
cristiana, non ha altre radici per cui si possa chiamare popolo. Questo libro
svela il volto cristiano dell’Europa a partire dalla fede eucaristica.
D. – Quale messaggio viene ai
cristiani dai miracoli eucaristici?
R. – L’Eucaristia è apparsa fin
dall’inizio un fatto paradossale. Quando Gesù ne parlò a Cafarnao, già in
quella occasione molti, piuttosto scettici, dissero: “Ma com’è possibile che
accada questo? Come può darci la sua carne da mangiare, il suo sangue da bere”?
Ebbene, i miracoli eucaristici ci fanno toccare con mano la verità delle parole
di Gesù. Ci fanno toccare con mano la bellezza del mistero, quasi starei per
dire la fisicità del mistero, al punto tale che di fronte a certi miracoli
dubitare diventa quasi impossibile.
D. – Quale miracolo eucaristico
ha colpito lei di più e perché?
R. – Mi ha colpito in modo
particolare il miracolo eucaristico di Teresa Neumann e quello simile di Marthe
Robin. Due donne semplici, due figlie della campagna, sia Teresa Neumann in
Germania, sia Marthe Robin in Francia. In un’epoca, potremmo dire di scristianizzazione,
sia in Germania che in Francia, queste due creature semplici sono vissute per
decenni soltanto di Eucaristia. Molti dubitavano. Commissioni di medici si sono
alternate accanto al letto di queste creature e alla fine hanno dovuto
ammettere: “Queste si nutrono esclusivamente di Eucaristia”. Un miracolo
strepitoso. Nel secolo del dubbio, nel secolo dello scetticismo, miracoli come
questo dovrebbero essere fatti conoscere in modo che chi nega, per lo meno, si
trovi davanti queste evidenze che, in qualche modo, mettano in crisi la sua
incredulità.
D. – Il titolo del volume
accenna alle radici cristiane dell’Europa: cosa possiamo fare per salvare il
patrimonio cristiano del nostro continente?
R. – E’ giusto che noi
sottolineiamo che l’Europa ha delle radici cristiane, però se vogliamo che
l’Europa sia cristiana ci dobbiamo mettere bene in testa che oggi le radici
siamo noi. Se noi non viviamo da cristiani è inutile che ci appelliamo al patrimonio
del passato. Se siamo noi dei veri cristiani dobbiamo ritornare ad essere
evangelizzatori. Questo è il momento in cui l’Europa è giusto che riscopra le
sue radici, le radici cristiane, ma è ancora più giusto che i cristiani si
rimettano ad evangelizzare questa Europa che ha perso il contatto con le sue
radici. Oggi, o le radici siamo noi, o altre radici non esistono.
**********
AL VIA IERI SERA IL
FILMFESTIVAL DI TAORMINA, OSPITATO NELLO SPLENDIDO
SCENARIO DEL TEATRO
GRECO:12 LE PELLICOLE IN CONCORSO,
ESPRESSIONE DI PAESI E
CULTURE DIVERSE
Grande cinema, premi ed eventi,
il ritorno del concorso e le lezioni di attori e registi: il BNL FilmFest di
Taormina al via ieri sera con tanti appuntamenti fino al 18 giugno. Servizio di
Luca Pellegrini.
**********
Un
antico teatro greco, fra i più suggestivi del mondo, ed uno schermo cinematografico
che si erge a coprire l’antica skené. Il fascino del Festival di Taormina è
anche questo: l’antico e il moderno che s’incontrano, la cavea quasi intatta
capace di accogliere ancora centinaia di spettatori, ma quelli di oggi, che seguono
non più attori in maschera e le loro fatidiche tragedie, ma film di ogni genere
e tendenza, provenienti da diverse culture e Paesi. Anche quest’anno Taormina
si conferma come uno degli appuntamenti di rilievo dell’estate: grande cinema
al Teatro Antico, dodici film “del mondo” in competizione, una sezione dedicata
ai corti, molti premi e le quotidiane ed interessantissime lezioni di cinema.
In questa edizione, ampio spazio viene dedicato alla produzione italiana, come
conferma il Direttore Artistico, Felice Laudadio.
R. - Ci
abbiamo messo un po’ di tempo a far capire che vale la pena rischiare, anche ai
primi di giugno, e far uscire i film in sala durante l’estate, altrimenti diventa
una stagione anch’essa interamente dominata dai grandi film americani.
Quest’anno abbiamo dei film italiani, addirittura due – in genere ce n’è
massimo uno o addirittura nessuno – in concorso. Una è un’opera prima, “Apnea”,
e l’altro è un film di un regista già consolidato, Gian Paolo Tescari. Poi c’è
un evento speciale al Teatro Greco, con un film documentario di Ettore Scola,
dedicato ad uno dei grandi padri del cinema italiano del dopoguerra, che è
Sergio Amidei, il grande sceneggiatore di Roma Città Aperta e tanti
altri film importantissimi, che sarà seguito quella sera stessa da un film -
girato con 15 macchine da presa - di Giuliana Berlinguer e Irene Papas, che è
la trasposizione al cinema della rappresentazione di Ecuba, che Irene
Papas ha diretto in teatro e interpretato a Roma, a Tor Vergata, l’estate
scorsa. Quindi, un evento importante.
Rivedere Irene Papas che ha calcato tante volte le scene del Teatro Greco
questa volta dal vivo per presentare il film, ma poi sullo schermo che recita
straordinariamente bene questa tragedia greca, al Teatro Greco, dove è stata
tante volte come attrice, mi pare una bellissima occasione di mescolare insieme
tanti modi diversi di fare cultura, spettacolo e informazione.
D. - Un evento speciale
caratterizza poi la serata di oggi, in occasione di una cerimonia molto
attesa...
R. -
Abbiamo organizzato a Roma, dal 30 maggio al 4 giugno, un Festival del cinema
italiano. Tre critici di tre autorevoli testate, specialisti in cinema italiano,
hanno scelto i 15 migliori film dell’anno, dal giugno dello scorso anno al
maggio di quest’anno. Questi film presentati a Roma saranno visti da una giuria
molto autorevole, composta da Mario Monicelli, Suso Cecchi d’Amico, Ennio
Morricone, Tonino Guerra, Dante Ferretti, gli eredi di Franco Cristaldi, Gian
Maria Volontè e Anna Magnani. Tutti i premi hanno il nome di queste persone che
ho appena citato, sia vivi che non e
saranno consegnati questa sera e riconosceranno il talento del miglior regista,
sceneggiatore, attore, attrice, direttore della fotografia, musicista e così
via.
**********
=======ooo=======
12
giugno 2005
IERI A LONDRA, STORICO ACCORDO TRA I PAESI DEL G8
SULLA CANCELLAZIONE DEL DEBITO ESTERO A 18 PAESI
POVERI
- A cura di Roberta Moretti -
**********
LONDRA.
= Vale 40 miliardi di dollari lo storico accordo sulla cancellazione del debito
estero a18 Paesi poveri, raggiunto ieri a Londra in seno al G8. L’annuncio
dell’intesa, arrivata dopo 6 anni di estenuanti trattative, è stato dato dal
presidente di turno, il cancelliere dello Scacchiere britannico, Gordon Brown,
che tanto si era battuto, insieme a Stati Uniti e Canada, per raggiungere tale
obiettivo. L’opposizione era arrivata, invece, soprattutto da Francia, Germania
e Giappone, ma alla fine anche il ministro delle Finanze tedesco, Hans Eichel,
ha definito l’accordo “un buon compromesso”. Intanto, altre 9 Nazioni attendono
una cancellazione per 11 miliardi di dollari entro 12-18 mesi e una moratoria
per circa 4 miliardi di dollari potrà essere estesa, in seguito, anche ad altri
11 Paesi poveri, che dimostreranno di aver compiuto sforzi per il buon governo
e contro la corruzione. Un “condono” complessivo di 55 miliardi, dunque, che i
Paesi del G8 si sono impegnati a finanziare, attraverso un fondo fiduciario,
presso il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale e il Fondo per lo
sviluppo dell’Africa. Per quanto riguarda gli aiuti sanitari, c’è poi l’impegno
di stanziare, entro il 2015, 4 miliardi di dollari per le vaccinazioni dei
bambini e di promuovere l’accesso universale, entro il 2010, ai trattamenti
contro l’AIDS. Per la ratifica di tali misure, appuntamento ora a Gleaneagles,
in Scozia dove i capi di Stato e di Governo del G8 si riuniranno dal 6 all’8
luglio prossimi.
**********
“SIAMO QUI COME
MENDICANTI, PER RITROVARE IL SENSO DELLA VITA”: COSÌ, IL CARDINALE ANGELO
SCOLA, PATRIARCA DI VENEZIA, IERI SERA ALL’APERTURA DEL 27.MO PELLEGRINAGGIO A
PIEDI DA MACERATA A LORETO, PROMOSSO DA
“COMUNIONE E LIBERAZIONE” E DEDICATO
ALLA MEMORIA DI GIOVANNI PAOLO II E DI MONS. LUIGI
GIUSSANI
MACERATA/LORETO.
= “Siamo qui come mendicanti, per ritrovare il senso del nascere e del morire”.
Il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, ha incentrato su questa immagine
l’omelia della Messa per i circa 50 mila pellegrini che ieri sera si
apprestavano a partecipare al 27.mo Pellegrinaggio a piedi da Macerata a
Loreto. L’incontro, promosso da Comunione e Liberazione, era dedicato alla
memoria di Giovanni Paolo II e di mons. Luigi Giussani, fondatore del movimento
ecclesiale. Nello stadio maceratese “Helvia Recina”, il porporato ha definito
il pellegrinaggio, “la più straordinaria metafora, il segno più concreto della
vita dell’uomo”, che “mosso dal desiderio incontenibile della meta, cerca il
senso della vita, cerca di ritrovare l’esperienza elementare degli affetti e
del lavoro, per poter realizzare il desiderio straordinario di felicità che
porta nel cuore e gustare la liberta”. Sottolineando come l’uomo, nella sua
vita, sia un “grande mendico”, il cardinale ha citato una canzone
ascoltata in un santuario brasiliano, dove erano riunite centinaia di migliaia
di persone poverissime: “Io sono un povero contadino, ne ho fatte di tutti i
colori, sono qui davanti a te Maria, non posso neanche pregare, ma una cosa
voglio fare, voglio mostrarti il mio sguardo”. Ecco allora l’esortazione a “confessare il nostro peccato davanti a Colui che ci
salva”, per essere liberi davvero:
“Domandiamo una libertà liberata negli affetti. Chiediamo un amore capace del
dono totale di sé, che conosca l’esultanza trepida di una vita accolta, che sia
garantito oltre la morte”. “Chiediamo – ha aggiunto – il dolore pacificante del
perdono dopo il tradimento, la tenerezza saggia della vecchiaia”. A chiudere
l’omelia, infine, il riferimento a Giovanni Paolo II e a mons. Luigi Giussani,
testimoni privilegiati “quando il nostro passo si farà più stanco”, “nel
faticoso cammino verso la Santa Casa di Nazareth a Loreto”. “Loro – ha concluso
il cardinale Scola – hanno fatto da ponte tra Cristo e la nostra fragile fede”.
(R.M.)
ESTATE ALL’INSEGNA DELLA MISSIONARIETA’ PER LA
COMUNITÀ CATTOLICA COREANA, CHE PROPONE MOLTEPLICI INIZIATIVE NEL MONDO IN
AIUTO
DELLE PICCOLE CHIESE LOCALI: “DA CHIESA CHE RICEVE
VOGLIAMO ESSERE
SEMPRE PIÙ UNA CHIESA CHE DONA”
SEUL.
= “Da Chiesa che riceve vogliamo essere sempre più una Chiesa che dona”: ad affermarlo
sono i vescovi della Corea del Sud, commentando all’agenzia Fides la recente
crescita del senso di missionarietà nella comunità cattolica del Paese. Diversi
gruppi, movimenti ecclesiali, istituti religiosi, parrocchie e associazioni
stanno organizzando, infatti, un’estate all’insegna della missione ad gentes, promuovendo iniziative di
volontariato rivolte ai giovani, alle famiglie, agli studenti e ai seminaristi
in diversi Paesi del mondo. Il fine è quello di sensibilizzare sempre più sul
tema della “responsabilità universale” della missione e di aiutare specialmente
le piccole Chiese locali. Per questo, un team di circa 30 volontari
dell’arcidiocesi di Seul si sta preparando a partire per la Mongolia, per occuparsi
di progetti nel settore dell’agricoltura, dell’irrigazione, tenendo un corso
speciale ai giovani del luogo. Ma l’aspetto tecnico-professonale non sarà
disgiunto da quello formativo-spirituale, grazie alla presenza del movimento
ecclesiale “Un sol Corpo, un solo Spirito”, che offrirà un mese di
evangelizzazione per le strade della capitale mongola, Ulaan Baatar. Altra meta
privilegiata per la missione della Chiesa coreana è Timor Est, Paese a forte
maggioranza cattolica ancora alle prese con problemi di grave povertà. Non mancheranno,
poi, campi di lavoro anche Filippine, dove i giovani coreani potranno fare un’esperienza
soprattutto con i bambini e ragazzi di strada. (R.M.)
OGGI A ROMA E IN 270 CITTA’ DEI 5 CONTINENTI,
“WALK THE WORLD”,
MARATONA
INTERNAZIONALE CONTRO LA FAME NEL MONDO
ROMA.
= Si sono dati appuntamento nel centro di Roma, a piazza Venezia, per correre
contro la fame nel mondo. Circa un migliaio di persone, tra cui moltissimi
stranieri, hanno voluto così testimoniare il loro impegno, partecipando al
“Walk the World”, maratona internazionale che si svolge ogni anno alle 10 di mattina
in oltre 270 città dei 5 continenti. Un percorso di 5 chilometri, che a Roma ha
toccato alcune delle più belle aree monumentali del centro storico, dalla Domus
Area a via del Monte Oppio, da via Cavour a via San Pietro in Carcere. Alla
manifestazione, conclusa in Campidoglio, i partecipanti sono stati accolti dal
sindaco Veltroni: “Roma è città di pace e dialogo – ha detto – impegnata in
molti progetti di solidarietà e nella grande iniziativa Italia-Africa che
facciamo ogni anno. E’ del tutto naturale, quindi, che questa manifestazione si
sia svolta oggi qui”. (R.M.)
IL MONDO DELLA LIRICA IN LUTTO PER LA MORTE DI,
GHENA DIMITROVA,
SOPRANO DRAMMATICO, APPLAUDITO NEI MAGGIORI TEATRI DEL MONDO
SOFIA.
= “La Bulgaria è affranta, ha perso una grande voce e una grande cittadina che
ha rappresentato il suo Paese e la sua cultura nel mondo”: sono le parole del
ministro della Cultura della Bulgaria, Nina Chilova, alla notizia della morte a
Milano, nella notte tra venerdì e sabato, della cantante lirica bulgara, Ghena
Dimitrova, all’età di 64 anni. Soprano drammatico, la Dimitrova aveva cantato
nei principali teatri del mondo. Era diventata famosa per le sue
interpretazioni di Turandot di Puccini, di Norma di Bellini e di Abigail nel
Nabucco di Verdi. Per lei, insomma, oltre trent’anni di carriera nel segno
dell’amore per la lirica e con il dono di una voce che per l’incredibile
estensione, le consentiva di alternare i ruoli di soprano e mezzosoprano anche
nella stessa opera. I funerali si svolgeranno la settimana prossima in
Bulgaria. (R.M.)
AL VIA, DOMANI A FIUGGI, IL 30.MO CONVEGNO
NAZIONALE DELLE CARITAS DIOCESANE ITALIANE, SUL TEMA: “PARROCCHIA, TERRITORIO,
CARITAS PARROCCHIALE”
FIUGGI. = Confrontarsi sul servizio che ogni Caritas
parrocchiale può svolgere in termini di metodo, azioni e percorsi educativi,
per promuovere una parrocchia “dal volto missionario”, tutta testimone di
carità, attenta alle povertà nazionali e internazionali e capace di attivare
comportamenti solidali: è lo scopo del 30.mo Convegno nazionale delle Caritas
diocesane italiane, al via domani, fino a giovedì, a Fiuggi. L’incontro, sul
tema “Parrocchia, territorio, Caritas parrocchiale” è una tappa fondamentale
del cammino delle 222 Caritas diocesane italiane, alla luce degli orientamenti
pastorali della Conferenza Episcopale Italiana per questo decennio, della nota
pastorale “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” e
della riflessione pluriennale sulla carta pastorale Caritas “Lo riconobbero
nello spezzare il pane”. L’introduzione del
presidente di Caritas Italiana, mons.
Francesco Montenegro e le prospettive di lavoro pastorale che riassumerà
il direttore, mons. Vittorio Nozza,
sono le due sponde entro cui si snoderanno le varie giornate del Convegno, scandite
dal confronto con la Parola, sotto la guida di don Massimo Grilli, docente di Sacra Scrittura presso la
Pontificia Università Gregoriana. Tra gli interventi, anche quello, domani, del
cardinale vicario per la diocesi di Roma, Camillo Ruini, su “La riflessione
della Chiesa italiana sulla parrocchia”. (R.M.)
=======ooo=======
- A cura di Eugenio Bonanata -
Dopo 5 mesi di prigionia la
giornalista francese Florence Aubenas e la sua guida irachena, Hussein Hanoun,
sono stati liberati ieri in Iraq. Lo ha riferito soltanto oggi il portavoce del
ministero degli Esteri francese. Aubenas, sta bene ed è già in viaggio verso la
Francia dove è attesa in serata all'aeroporto militare di Villacoublay. La
guida irachena, invece, rimarrà in Iraq con la sua famiglia. Il servizio di
Eugenio Bonanata:
**********
Termina positivamente un incubo durato 157 giorni. La giornalista, che ha
passato la scorsa notte nell'ambasciata francese a Baghdad, è stata visitata da
un medico che l'ha trovata in buona
salute. Era ''dimagrita, ma sorridente'', ha specificato una fonte diplomatica.
Intorno alle 12.30 di Baghdad è salita su un aero per la Francia, e solo allora
e' stata diffusa la notizia ufficiale della liberazione. L'aereo farà scalo a
Cipro dove ad accoglierla ci sarà il ministro degli Esteri francese. Questa
mattina, il direttore del quotidiano ‘Liberation’, ha riferito che già da ieri
sera si sapeva che le cose stavano evolvendo positivamente. Aubenas, da diciotto
anni a 'Liberation' come inviata nei teatri più caldi del globo, era arrivata
in Iraq per un'inchiesta sulla sorte della popolazione di Falluja, costretta a
fuggire dopo l'assalto delle truppe statunitensi contro una delle roccheforti
della ribellione sunnita. Il 5 gennaio scorso, insieme con il suo interprete e
guida, Hussein Hanoun, era stata sequestrata all'uscita del suo albergo di
Baghdad. Tuttavia, dopo il sequestro, si seppe ben poco sulla loro sorte.
L’ultimo contatto risale al primo marzo quando i rapitori diffusero un video in
cui la giornalista, che appariva provata e fragile, chiedeva aiuto. Per la loro
liberazione vi è stata una grande mobilitazione in Francia e in Europa. A tutti
un “immenso ringraziamento” è stato rivolto dalla madre della giornalista e,
dal canto suo, il presidente francese Chirac ha espresso ''la gioia della
Francia intera''.
**********
In Kuwait la procura del
Tribunale penale ha chiesto la pena di morte contro 34 dei 37 integralisti islamici accusati di legami con
la rete terroristica Al Qaida e di scontri a fuoco con le forze di sicurezza
dell'emirato, nel gennaio scorso. Scontri che costarono la vita a quattro
poliziotti e il ferimento di altri dieci.
Urne
aperte stamani in Libano dove è in corso la terza delle quattro tornate elettorali
legislative. Circa 1,3 milioni di elettori, nella circoscrizione centrale del
Monte Libano e nella valle orientale della Bekaa, sono chiamati ad eleggere 58
dei 128 deputati che formeranno il prossimo parlamento libanese, di cui 64 saranno
cristiani e altrettanti musulmani. Dopo i 42 candidati eletti nelle due domeniche
precedenti a Beirut e nel sud del Paese, i risultati di oggi saranno decisivi
per capire gli equilibri che domineranno nella prossima Assemblea legislativa,
la prima dopo la fine dell’occupazione siriana. Alta l’affluenza alle urne sin dalla prima mattinata. Tuttavia è difficile fare previsioni, come conferma
Antonio Ferrari, inviato speciale del Corriere della Sera ed analista di
questioni mediorientali, al microfono di Andrea Sarubbi:
**********
R. – Gli altri due voti sono abbastanza scontati;
era scontato che a Beirut vincesse il figlio di Hariri, era scontato che nel
Sud avrebbe vinto questa alleanza sciita tra Hezbollah e Amal, cioè la
componente più integralista e la componente più moderata. E’ evidente che
adesso, in questa terza domenica, i giochi sono un po’ più complessi e forse
l’esito è un po’ più incerto.
D. – Perché?
R. – Proprio per le divisioni dell’opposizione.
Sembra un paradosso, ma il 14 febbraio, quando fu ucciso l’ex primo ministro
Hariri, sembrava che l’opposizione avesse trovato un punto d’incontro;
purtroppo, questo qualcosa non è stato costruito. Al contrario: Aoun era
tornato forse con l’idea di diventare il salvatore della patria e lì sono
cominciati i problemi, perché le grandi componenti hanno cominciato a porre dei
veti reciproci. Sta di fatto che proprio per il gioco dei collegi elettorali,
Aoun e i candidati vicini a lui si sono alleati proprio con i più filo-siriani
contrari all’opposizione e questo la dice lunga sulle profonde divisioni che
restano all’interno del mondo cristiano.
D. – Lo stesso Patriarca Nasrallah Sfeir aveva
lanciato più volte appelli per l’unità dei cristiani, a queste elezioni ...
R. – In effetti, l’unico vero leader cristiano oggi
è il Patriarca Nasrallah Sfeir, anche se ha un altro compito, certo, più
spirituale; però, proprio per la mancanza di qualcuno che sia in grado di
guidare la componente cristiana che fino a qualche anno fa era ancora la
maggioranza relativa nel Paese – oggi non ce l’ha più – ecco, per tutte queste
ragioni il Patriarca Sfeir è l’unico punto di riferimento. Ha fatto il
possibile e l’impossibile per aiutare a creare la dirigenza cristiana ...
D. – Da Kfarmatta viene la notizia di un’alleanza
elettorale tra cristiani e drusi. E’ un caso isolato o un segnale?
R. – Questo è sicuramente un segnale che va un po’
nella linea di quell’alleanza delle opposizioni che si era materializzata.
Però, anche qui è una componente cristiana limitata che ha scelto questa
strada, che forse era la strada migliore, l’unica strada davvero percorribile,
però contro gli interessi di altri cristiani.
**********
In Bolivia, una tregua confusa di durata incerta è stata
decisa dalle organizzazioni sociali di El Alto che, perlomeno fino a lunedi',
dovrebbero togliere il blocco alla capitale La Paz. La proposta del nuovo
presidente, Eduardo Rodriguez, è adesso quella di venire a discutere a El Alto,
dopo che i movimenti sociali hanno ignorato oggi il suo invito a colloqui nel
palazzo del governo di La Paz.
Si aggrava il bilancio
dell’inondazione che il 10 giugno scorso ha travolto una scuola nel nordest della Cina: sono 91 i morti, di
cui 87 bambini. Lo riferisce la stampa ufficiale. L’ultimo bilancio provvisorio
parlava di 62 vittime. Nell'edificio, secondo alcune testimonianze, si
trovavano circa 300 alunni.
“Otto persone implicate nel rapimento di Clementina Cantoni
sono ancora detenute”, lo ha detto il ministro dell'Interno afgano, Ali Ahmed
Jalali, sottolineando che non c'è stato alcun riscatto nel rispetto di un
accordo stabilito fra autorità italiane e afghane. “Io - ha aggiunto Jalali -
ho fiducia nel fatto che le autorità italiane abbiano rispettato questo accordo”.
Intanto, l’Afghanistan, che si prepara alle Elezioni parlamentari
del 18 settembre, ieri ha dato il via ad una nuova fase nel disarmo delle
milizie, ordinando a piu' di 1.000 gruppi illegali di consegnare le armi.
Nell'operazione sono coinvolte anche le forze della Nato e degli Usa. Le iniziative
precedenti hanno costretto finora circa
60.000 miliziani a consegnare le loro armi.
Quattro
palestinesi condannati a morte sono stati giustiziati questa mattina all’alba
nella prigione centrale di Gaza. Il portavoce
del ministero dell'Interno, Tawfik Abu, Mussa ha precisato che ''tre dei
condannati sono stati impiccati ed il quarto fucilato''. Il presidente
palestinese, Abu Mazen, ha aggiunto il portavoce, aveva in precedenza respinto
le domande di grazia presentate dai condannati. Le precedenti esecuzioni nei
territori palestinesi risalivano all'agosto 2002.
E' di almeno 8 morti e 30 feriti
il bilancio, ancora provvisorio, di quattro diversi attentati dinamitardi
avvenuti stamane ad Ahwaz, nel sud-ovest dell'Iran. Gli attentati, secondo
quanto riferito dalla televisione di Stato, hanno preso di mira sedi
governative. Il tutto avviene a cinque giorni dalle Elezioni presidenziali.
Un treno passeggeri russo
partito da Mosca e diretto a Grozny, capitale della Cecenia, è deragliato
questa mattina a causa dell’esplosione di un ordigno collocato sui binari. Non
vi sono state vittime, ma una decina di persone sono rimaste ferite in modo leggero.
Sul posto è stato scoperto un cratere largo un metro.
Sono stati liberati due
indonesiani sequestrati nel marzo scorso al largo della Malaysia, a bordo della
loro imbarcazione, verosimilmente da separatisti musulmani vicini al gruppo
integralista islamico Abu Sayyaf. L’operazione è stata condotta dall'esercito
nell'isola di Jolo, nel sud delle Filippine. Lo hanno comunicato fonti
militari.
=======ooo=======