RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 163 - Testo della trasmissione di domenica 12 giugno 2005

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Senza la domenica non possiamo vivere”: all’Angelus, nuovo richiamo del Papa ai credenti nell’Anno dedicato all’Eucaristia, ‘perla preziosa’ che dà senso vero e pieno alla vita

 

Benedetto XVI plaude al pellegrinaggio da Macerata-Loreto, svoltosi la scorsa notte, dedicato al ricordo di Giovanni Paolo II e don Luigi Giussani

 

IN PRIMO PIANO:

Italiani chiamati, oggi e domani, al voto referendario sulla procreazione medicalmente assistita. Ai nostri microfoni Antonio Maria Baggio.

 

Si celebra oggi la Giornata internazionale contro il lavoro minorile, dedicata ai piccoli lavoratori sfruttati nelle miniere e nelle cave. Intervista con Claudio Lenoci.

 

Con la presentazione dell’arcivescovo Angelo Comastri a breve nelle librerie il volume su “I miracoli eucaristici e le radici cristiane dell’Europa”. Ce ne parla lo stesso presule.

 

Inaugurato ieri sera il FilmFest di Taormina, 12 i film in concorso.  Il commento di Felice Laudadio.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Ieri a Londra storico accordo tra i Paesi del G8 per la cancellazione del debito estero a 18 Paesi poveri

 

Con l’omelia del cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, si è aperto ieri sera il 27.mo pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto

 

La comunità cattolica coreana propone molteplici iniziative nel mondo in aiuto alle piccole chiese locali.

 

Oggi a Roma e in altre 270 città dei cinque Continenti, maratona contro la fame nel mondo.

 

Il mondo della lirica in lutto per la morte del soprano bulgaro Ghena Dimitrova.

 

Da domani a Fiuggi il 30.mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane italiane.

 

24 ORE NEL MONDO:

Libera la giornalista francese Florence Aubenas e il suo interprete iracheno rapiti il 5 gennaio a Baghdad. La donna è in viaggio verso Parigi.

 

In Bolivia anche i manifestanti di El Alto concedono una tregua alle proteste. E il neo presidente boliviano, Edoardo Rodriguez, torna ad invitare i leader ad un incontro

 

Elezioni parlamentari in Libano: al terzo turno incerta la resa dei conti fra i leader dell’opposizione antisiriana, che potrebbe favorire il ritorno in scena di esponenti filosiriani

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

12 giugno 2005

 

 

“SENZA LA DOMENICA NON POSSIAMO VIVERE: ALL’ANGELUS, NUOVO RICHIAMODEL PAPA AI CREDENTI NELL’ANNO DEDICATO ALL’EUCARISTIA, ‘PERLA PREZIOSA’ CHE DA’ SENSO VERO E PIENO ALLA VITA

 

 

La Messa domenicale non un è “un peso” ma “una gioia”: lo ha ribadito stamane all’Angelus Benedetto XVI, parlando ad una folla di 40 mila fedeli, che gremivano piazza San Pietro. Il Papa è dunque tornato su un tema al centro dell’Anno dell’Eucaristia e del recente Congresso eucaristico italiano. Poi ha dato l’annuncio di un prossimo incontro in Vaticano in ottobre con i bambini della prima comunione di Roma e del Lazio. Il servizio di Roberta Gisotti

 

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Senza la domenica noi cristiani non possiamo vivere”

 

La voce di Benedetto XVI si è levata per richiamare il rispetto del Giorno del Signore, e ricordando che stiamo celebrando l’Anno dell’Eucarestia, “voluto – ha rammentato - dall’amato Papa Giovanni Paolo II per ridestare sempre più nelle coscienze dei credenti lo stupore verso questo grande Sacramento”. E tra i “temi ricorrenti in questo Anno è proprio la partecipazione alla Messa domenicale che deve “essere sentita dal cristiano non come un imposizione o un peso, ma come un bisogno e un gioia”.

 

“Riunirsi insieme con i fratelli, ascoltare la Parola di Dio e nutrirsi di Cristo, immolato per noi, è un’esperienza che dà senso alla vita, che infonde pace al cuore”.

 

Per questo il Santo Padre ha sollecitato i genitori a “far scoprire ai loro figli il valore e l’importanza” della Messa domenicale, dove Cristo “convoca l’intera famiglia cristiana” E “tappa quanto mai significativa” di questo “cammino educativo” è la prima Comunione, “una vera festa” per la comunità parrocchiale che accoglie per la prima volta i suoi figli più piccoli alla Mensa del Signore. E per sottolineare l’importanza di questo evento, Benedetto XVI ha annunciato che il prossimo 15 ottobre terrà in Vaticano uno speciale incontro di catechesi con i bambini della Prima Comunione di Roma e del Lazio. 

 

“Sarà un circostanza opportuna e bella per ribadire il ruolo essenziale che il sacramento dell’Eucaristia riveste nella formazione e nella crescita spirituale dei fanciulli.”

 

Un incontro che Benedetto XVI ha affidato fin d’ora alla Vergine Maria:

 

“Ci aiuti a far scoprire alle giovani generazioni la “perla preziosa” dell’Eucaristia, che dà senso vero e pieno alla vita”.

 

Dopo la recita dell’Angelus il Papa ha salutato le decine di migliaia di pellegrini che lo hanno applaudito a lungo con entusiasmo, in particolare i donatori di sangue presenti in piazza, in vista della Giornata mondiale del donatore di sangue, che ricorrerà il 14 giugno. “Cristo – ha detto loro il Papa - che ci ha redenti con il suo Sangue, sia sempre il modello del vostro volontariato”

 

 

TELEGRAMMA DI PAPA BENEDETTO XVI, AI PARTECIPANTI DEL 27.MO PELLEGRINAGGIO,

A PIEDI DA MACERATA A LORETO, PROMOSSO DA COMUNIONE E LIBERAZIONE,

SVOLTOSI LA SCORSA NOTTE

 

“Che questo devoto itinerario susciti nei giovani una fervida adesione a Cristo, un nuovo slancio nella testimonianza evangelica e un generoso impegno al servizio ecclesiale”: così, Benedetto XVI, nel telegramma, a firma del segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano, inviato a mons. Luigi Conti, vescovo di Macerata e rivolto alle 50 mila persone che la scorsa notte hanno partecipato del 27.mo Pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto.

 

Una manifestazione organizzata da Comunione e Liberazione, “impreziosita – si legge nel telegramma – dall’affettuoso ricordo” di Giovanni Paolo II e di mons. Luigi Giussani fondatore del movimento ecclesiale. A chiudere il messaggio, l’invocazione alla “celeste protezione della Madre di Dio” e la benedizione apostolica ai pellegrini.

 

           

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

12 giugno 2005

 

ITALIANI CHIAMATI, OGGI E DOMANI, AL VOTO REFERENDARIO SULLA PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA. CONTRAPPOSTI IL FRONTE DEL ‘SI’ PER L’ABROGAZIONE

PARZIALE DELLA LEGGE 40 AL FRONTE DEL ‘NO’ E DI CHI SI ASTERRA’

PER IL MANTENIMENTO DELL’ATTUALE LEGISLAZIONE

- Intervista con Antonio Maria Baggio -

 

 

Sono 49.731.352 gli italiani chiamati oggi e domani al voto referendario in materia di procreazione medicalmente assistita. I seggi aperti stamane alle 8 lo saranno fino alle 22 e domani dalle 7 alle 15. Contrapposti il fronte del ‘si’ per per l’abrogazione parziale delle Legge 40 al fronte del ‘no’ per il mantenimento dell’attuale legislazione. Come è noto la Chiesa italiana, insieme ad altre componenti della società, si è apertamente schierata a favore dell’astensione, per il mancato raggiungimento del quorum necessario a legittimare il risultato referendario. Grande attenzione dunque ai primi dati di affluenza resi noti alle 12.00 che hanno indicato una percentuale del 4,6 per cento del corpo elettorale.

 

I promotori del referendum lo presentano come utile a favorire la cura di malattie come l’Alzheimer e il Parkinson,  e vorrebbero a tal fine modificare la legge permettendo la sperimentazione sugli embrioni. Ma è giusto che la ricerca scientifica non abbia limiti? Paolo Ondarza lo ha chiesto ad Antonio Maria Baggio, docente di etica politica alla Pontificia Università Gregoriana:

 

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R. – La ricerca scientifica è una delle azioni più alte e nobili dell’attività umana. Questa sua nobiltà, però, non si misura soltanto con l’utilità dei risultati che consegue è importante anche il modo con il quale li consegue. Allora, il primo limite, che però è una condizione perché la ricerca scientifica sia valida, è che deve rimanere un’attività umana, cioè un pensare, un agire che esprima sempre la dignità dell’uomo e che non strumentalizzi altri esseri umani per ottenere dei risultati altrimenti anche i cosiddetti medici e scienziati dei lager nazisti sarebbero stati autorizzati ad ottenere risultati nel modo bestiale con cui l’hanno fatto.

 

D.- Che peso ha, secondo lei, l’appello di alcuni scienziati ad avere libertà di ricerca?

 

R. – Ricorrentemente alcuni scienziati chiedono libertà nel senso che non vogliono alcuna forma di controllo su ciò che fanno. E’ un dovere dello Stato stabilire delle piste all’interno delle quali la ricerca scientifica si deve tenere e questo allo scopo che questa ricerca non produca dei danni al bene comune. La figura dello scienziato pazzo è nata per far ridere forse in qualche fumetto, in qualche film, però può riprodursi in certe forme anche nella realtà. La libertà di ricerca, intesa assolutamente, in realtà non esiste perché per fare ricerche molto avanzate occorrono forti investimenti e i soggetti che hanno la possibilità di investire sono grosse industrie private oppure lo Stato. I criteri di questi due investimenti sono diversi perché lo Stato ritiene di dover sostenere delle attività scientifiche che portino un beneficio alla maggioranza dei cittadini oppure per finanziare le ricerche su farmaci per malati che sono in piccolo numero. Dunque nessun privato sarebbe incentivato a investire capitali per loro, per trovare cure che poi non hanno compratori in numero sufficiente. Invece, quando ci sono aziende private che decidono non è una cosa sbagliata in sé, ma certamente l’orientamento del profitto non dà le stesse tutele che può dare invece l’orientamento del bene comune. Quindi noi dobbiamo decidere se deve essere un ristretto numero di potentati economici a decidere l’orientamento della ricerca o se invece non vogliamo avere una parola noi, cittadini, attraverso le istituzioni per far sì che la ricerca porti ad un bene comune.

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   250 MILIONI DI PICCOLI LAVORATORI SFRUTTATI OGNI GIORNO NEL MONDO:

SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO IL LAVORO MINORILE,

DEDICATA AI MINORI SFRUTTATI NELLE MINIERE E NELLE CAVE

- Intervista con Claudio Lenoci -

 

Una piaga, quella del lavoro minorile, che non accenna a guarire soprattutto nelle regioni più disagiate del Pianeta. Sono infatti 250 milioni i bambini che lavorano nel mondo e per un terzo hanno meno di 10 anni. Di questi, 180 milioni lo fanno in condizioni estremamente pericolose. Sono dati drammatici diffusi in occasione della odierna, quarta, Giornata mondiale contro il lavoro minorile, dedicata in particolare quest’anno ai bambini sfruttati nelle miniere e nelle cave. Stefano Leszczynski ha intervistato Claudio Lenoci, direttore dell’Organizzazione  internazionale del lavoro (ILO), in Italia.

 

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R. – La situazione permane sempre drammatica nei Paesi in via di sviluppo, cioè nella parte più povera del mondo. L’Organizzazione internazionale del lavoro è impegnata attraverso questa giornata appunto a ricordare tutto quello che non va da questo punto di vista. La drammaticità delle cifre è abbastanza eloquente. Naturalmente, la giornata è un’occasione per richiamare tutti quanti i soggetti di un’alleanza, che noi consideriamo globale, ad impegnarsi maggiormente per affrontare questo fenomeno che costituisce una delle più grandi tragedie dell’umanità.

 

D. – Spesso in questi Paesi le responsabilità per il lavoro minorile vengono addossate alle grandi industrie dei Paesi sviluppati che portano lavoro da quelle parti. E’ migliorato il contesto da questo punto di vista?

 

R. – Questo richiama in causa la responsabilità sociale delle imprese. E’ un tema sul quale il nostro Paese in particolare si sta impegnando in questi ultimi anni attraverso iniziative del Ministero del Welfare per far avanzare e progredire questa responsabilità sociale delle imprese. C’è responsabilità nel momento in cui queste imprese vanno a produrre in Paesi laddove le legislazioni sul lavoro non tutelano i diritti fondamentali del lavoro, fra cui quello appunto di evitare che i minori cadano nella trappola del lavoro, inteso anche nelle forme più nocive e più pericolose.

 

D. – Le celebrazioni tra l’altro prendono in considerazione un fenomeno particolare, che è quello del lavoro nelle miniere da parte dei bambini…

 

R. – Esiste lo sfruttamento nelle miniere, esiste lo sfruttamento nell’agricoltura, esiste lo sfruttamento in tanti settori della produzione, così come esiste lo sfruttamento, purtroppo, nelle forme peggiori, che è quello della schiavitù, della prostituzione, dei traffici illeciti a cui questi bambini, questi minori sono soggetti. Quest’anno naturalmente c’è il dato particolare delle miniere, ma la tematica è molto più ampia e noi dobbiamo parlare di sfruttamento con riferimento a tutte le molteplici attività in cui i minori possono essere coinvolti.

 

D. – Per concludere, martedì l’ILO farà un Convegno importante dedicato a questa giornata. Di cosa si tratta?

 

R. – Abbiamo assunto questa iniziativa, spostando quest’anno l’ottica dalla dimensione internazionale a quella nazionale. Intendiamoci bene, non è che in Italia, così come negli altri grandi Paesi industrializzati, esista un pericolo così incombente di un lavoro minorile che possa essere una vera e propria minaccia per la prospettiva delle nostre giovani generazioni, ma bisogna tenere comunque alta la guardia. Quindi, abbiamo chiamato a questa nostra tavola rotonda tutti i rappresentanti istituzionali, i sindacati, i rappresentanti del mondo delle imprese per mostrare il punto della situazione e per verificare tutte le azioni che sono state intraprese e quelle che si vorranno portare avanti nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

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A BREVE NELLE LIBRERIE IL VOLUME DELLE EDIZIONI STUDIO DOMENICANO DI BOLOGNA SU “I MIRACOLI EUCARISTICI E LE RADICI CRISTIANE DELL’EUROPA”

CON LA PRESENTAZIONE DELL’ARCIVESCOVO ANGELO COMASTRI

- Intervista con il presule -

 

A ridosso del Congresso di Bari, nell’Anno Eucaristico che si concluderà il prossimo ottobre con il Sinodo dei vescovi che si occuperà proprio dell‘Eucaristia, a breve sarà nelle librerie un poderoso volume delle Edizioni Studio Domenicano di Bologna su “I miracoli eucaristici e le radici cristiane dell’Europa”. L’opera, edita grazie al contributo dell’Istituto San Clemente I Papa e martire, si sviluppa per oltre 500 pagine arricchite da pregevoli illustrazioni a colori che documentano gli oltre cento miracoli eucaristici datati a partire dal III secolo fino ai giorni nostri in Italia, Francia, Germania, Svizzera, Austria, Olanda, Belgio, Portogallo, Spagna; nonché in Egitto, Colombia e India. Questo libro sui miracoli eucaristici, che riporta la testimonianza di numerosi Padri della Chiesa e di molti Santi che hanno fatto dell’Eucaristia il centro della loro vita, si avvale della presentazione dell’arcivescovo Angelo Comastri, attualmente vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano, per anni e fino a qualche mese fa presidente del Comitato nazionale italiano per i Congressi eucaristici. Giovanni Peduto gli ha chiesto quale contributo può dare un tale volume alla fede eucaristica:

 

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R. – Innanzitutto, sfogliando questo volume si resta sorpresi nel constatare che tutta l’Europa è costellata di miracoli eucaristici. Vuol dire che il mistero dell’Eucaristia appartiene alle radici dell’Europa. Questo volume mette in luce la fede del popolo europeo, perché io credo che il popolo europeo lo si possa chiamare popolo nella misura in cui ha radici comuni. E se non ha radici cristiane, radici di fede cristiana, non ha altre radici per cui si possa chiamare popolo. Questo libro svela il volto cristiano dell’Europa a partire dalla fede eucaristica.

 

D. – Quale messaggio viene ai cristiani dai miracoli eucaristici?

 

R. – L’Eucaristia è apparsa fin dall’inizio un fatto paradossale. Quando Gesù ne parlò a Cafarnao, già in quella occasione molti, piuttosto scettici, dissero: “Ma com’è possibile che accada questo? Come può darci la sua carne da mangiare, il suo sangue da bere”? Ebbene, i miracoli eucaristici ci fanno toccare con mano la verità delle parole di Gesù. Ci fanno toccare con mano la bellezza del mistero, quasi starei per dire la fisicità del mistero, al punto tale che di fronte a certi miracoli dubitare diventa quasi impossibile. 

 

D. – Quale miracolo eucaristico ha colpito lei di più e perché?

 

R. – Mi ha colpito in modo particolare il miracolo eucaristico di Teresa Neumann e quello simile di Marthe Robin. Due donne semplici, due figlie della campagna, sia Teresa Neumann in Germania, sia Marthe Robin in Francia. In un’epoca, potremmo dire di scristianizzazione, sia in Germania che in Francia, queste due creature semplici sono vissute per decenni soltanto di Eucaristia. Molti dubitavano. Commissioni di medici si sono alternate accanto al letto di queste creature e alla fine hanno dovuto ammettere: “Queste si nutrono esclusivamente di Eucaristia”. Un miracolo strepitoso. Nel secolo del dubbio, nel secolo dello scetticismo, miracoli come questo dovrebbero essere fatti conoscere in modo che chi nega, per lo meno, si trovi davanti queste evidenze che, in qualche modo, mettano in crisi la sua incredulità.

 

D. – Il titolo del volume accenna alle radici cristiane dell’Europa: cosa possiamo fare per salvare il patrimonio cristiano del nostro continente?

 

R. – E’ giusto che noi sottolineiamo che l’Europa ha delle radici cristiane, però se vogliamo che l’Europa sia cristiana ci dobbiamo mettere bene in testa che oggi le radici siamo noi. Se noi non viviamo da cristiani è inutile che ci appelliamo al patrimonio del passato. Se siamo noi dei veri cristiani dobbiamo ritornare ad essere evangelizzatori. Questo è il momento in cui l’Europa è giusto che riscopra le sue radici, le radici cristiane, ma è ancora più giusto che i cristiani si rimettano ad evangelizzare questa Europa che ha perso il contatto con le sue radici. Oggi, o le radici siamo noi, o altre radici non esistono.  

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AL VIA IERI SERA IL FILMFESTIVAL DI TAORMINA, OSPITATO NELLO SPLENDIDO

SCENARIO DEL TEATRO GRECO:12 LE PELLICOLE IN CONCORSO,

ESPRESSIONE DI PAESI E CULTURE DIVERSE

 

Grande cinema, premi ed eventi, il ritorno del concorso e le lezioni di attori e registi: il BNL FilmFest di Taormina al via ieri sera con tanti appuntamenti fino al 18 giugno. Servizio di Luca Pellegrini.

 

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Un antico teatro greco, fra i più suggestivi del mondo, ed uno schermo cinematografico che si erge a coprire l’antica skené. Il fascino del Festival di Taormina è anche questo: l’antico e il moderno che s’incontrano, la cavea quasi intatta capace di accogliere ancora centinaia di spettatori, ma quelli di oggi, che seguono non più attori in maschera e le loro fatidiche tragedie, ma film di ogni genere e tendenza, provenienti da diverse culture e Paesi. Anche quest’anno Taormina si conferma come uno degli appuntamenti di rilievo dell’estate: grande cinema al Teatro Antico, dodici film “del mondo” in competizione, una sezione dedicata ai corti, molti premi e le quotidiane ed interessantissime lezioni di cinema. In questa edizione, ampio spazio viene dedicato alla produzione italiana, come conferma il Direttore Artistico, Felice Laudadio.

 

R. - Ci abbiamo messo un po’ di tempo a far capire che vale la pena rischiare, anche ai primi di giugno, e far uscire i film in sala durante l’estate, altrimenti diventa una stagione anch’essa interamente dominata dai grandi film americani. Quest’anno abbiamo dei film italiani, addirittura due – in genere ce n’è massimo uno o addirittura nessuno – in concorso. Una è un’opera prima, “Apnea”, e l’altro è un film di un regista già consolidato, Gian Paolo Tescari. Poi c’è un evento speciale al Teatro Greco, con un film documentario di Ettore Scola, dedicato ad uno dei grandi padri del cinema italiano del dopoguerra, che è Sergio Amidei, il grande sceneggiatore di Roma Città Aperta e tanti altri film importantissimi, che sarà seguito quella sera stessa da un film - girato con 15 macchine da presa - di Giuliana Berlinguer e Irene Papas, che è la trasposizione al cinema della rappresentazione di Ecuba, che Irene Papas ha diretto in teatro e interpretato a Roma, a Tor Vergata, l’estate scorsa.  Quindi, un evento importante. Rivedere Irene Papas che ha calcato tante volte le scene del Teatro Greco questa volta dal vivo per presentare il film, ma poi sullo schermo che recita straordinariamente bene questa tragedia greca, al Teatro Greco, dove è stata tante volte come attrice, mi pare una bellissima occasione di mescolare insieme tanti modi diversi di fare cultura, spettacolo e informazione.

 

D. - Un evento speciale caratterizza poi la serata di oggi, in occasione di una cerimonia molto attesa...

 

R. - Abbiamo organizzato a Roma, dal 30 maggio al 4 giugno, un Festival del cinema italiano. Tre critici di tre autorevoli testate, specialisti in cinema italiano, hanno scelto i 15 migliori film dell’anno, dal giugno dello scorso anno al maggio di quest’anno. Questi film presentati a Roma saranno visti da una giuria molto autorevole, composta da Mario Monicelli, Suso Cecchi d’Amico, Ennio Morricone, Tonino Guerra, Dante Ferretti, gli eredi di Franco Cristaldi, Gian Maria Volontè e Anna Magnani. Tutti i premi hanno il nome di queste persone che ho appena citato, sia vivi che non  e saranno consegnati questa sera e riconosceranno il talento del miglior regista, sceneggiatore, attore, attrice, direttore della fotografia, musicista e così via.

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CHIESA E SOCIETA’

12 giugno 2005

 

 

IERI A LONDRA, STORICO ACCORDO TRA I PAESI DEL G8

SULLA CANCELLAZIONE DEL DEBITO ESTERO A 18 PAESI POVERI

- A cura di Roberta Moretti -

 

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LONDRA. = Vale 40 miliardi di dollari lo storico accordo sulla cancellazione del debito estero a18 Paesi poveri, raggiunto ieri a Londra in seno al G8. L’annuncio dell’intesa, arrivata dopo 6 anni di estenuanti trattative, è stato dato dal presidente di turno, il cancelliere dello Scacchiere britannico, Gordon Brown, che tanto si era battuto, insieme a Stati Uniti e Canada, per raggiungere tale obiettivo. L’opposizione era arrivata, invece, soprattutto da Francia, Germania e Giappone, ma alla fine anche il ministro delle Finanze tedesco, Hans Eichel, ha definito l’accordo “un buon compromesso”. Intanto, altre 9 Nazioni attendono una cancellazione per 11 miliardi di dollari entro 12-18 mesi e una moratoria per circa 4 miliardi di dollari potrà essere estesa, in seguito, anche ad altri 11 Paesi poveri, che dimostreranno di aver compiuto sforzi per il buon governo e contro la corruzione. Un “condono” complessivo di 55 miliardi, dunque, che i Paesi del G8 si sono impegnati a finanziare, attraverso un fondo fiduciario, presso il Fondo monetario internazionale, la Banca Mondiale e il Fondo per lo sviluppo dell’Africa. Per quanto riguarda gli aiuti sanitari, c’è poi l’impegno di stanziare, entro il 2015, 4 miliardi di dollari per le vaccinazioni dei bambini e di promuovere l’accesso universale, entro il 2010, ai trattamenti contro l’AIDS. Per la ratifica di tali misure, appuntamento ora a Gleaneagles, in Scozia dove i capi di Stato e di Governo del G8 si riuniranno dal 6 all’8 luglio prossimi.

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“SIAMO QUI COME MENDICANTI, PER RITROVARE IL SENSO DELLA VITA”: COSÌ, IL CARDINALE ANGELO SCOLA, PATRIARCA DI VENEZIA, IERI SERA ALL’APERTURA DEL 27.MO PELLEGRINAGGIO A PIEDI DA MACERATA A LORETO, PROMOSSO DA

“COMUNIONE E LIBERAZIONE” E DEDICATO

ALLA MEMORIA DI GIOVANNI PAOLO II E DI MONS. LUIGI GIUSSANI

 

MACERATA/LORETO. = “Siamo qui come mendicanti, per ritrovare il senso del nascere e del morire”. Il cardinale Angelo Scola, patriarca di Venezia, ha incentrato su questa immagine l’omelia della Messa per i circa 50 mila pellegrini che ieri sera si apprestavano a partecipare al 27.mo Pellegrinaggio a piedi da Macerata a Loreto. L’incontro, promosso da Comunione e Liberazione, era dedicato alla memoria di Giovanni Paolo II e di mons. Luigi Giussani, fondatore del movimento ecclesiale. Nello stadio maceratese “Helvia Recina”, il porporato ha definito il pellegrinaggio, “la più straordinaria metafora, il segno più concreto della vita dell’uomo”, che “mosso dal desiderio incontenibile della meta, cerca il senso della vita, cerca di ritrovare l’esperienza elementare degli affetti e del lavoro, per poter realizzare il desiderio straordinario di felicità che porta nel cuore e gustare la liberta”. Sottolineando come l’uomo, nella sua vita, sia un “grande mendico”, il cardinale ha citato una canzone ascoltata in un santuario brasiliano, dove erano riunite centinaia di migliaia di persone poverissime: “Io sono un povero contadino, ne ho fatte di tutti i colori, sono qui davanti a te Maria, non posso neanche pregare, ma una cosa voglio fare, voglio mostrarti il mio sguardo”. Ecco allora l’esortazione a “confessare il nostro peccato davanti a Colui che ci salva”, per essere liberi davvero: “Domandiamo una libertà liberata negli affetti. Chiediamo un amore capace del dono totale di sé, che conosca l’esultanza trepida di una vita accolta, che sia garantito oltre la morte”. “Chiediamo – ha aggiunto – il dolore pacificante del perdono dopo il tradimento, la tenerezza saggia della vecchiaia”. A chiudere l’omelia, infine, il riferimento a Giovanni Paolo II e a mons. Luigi Giussani, testimoni privilegiati “quando il nostro passo si farà più stanco”, “nel faticoso cammino verso la Santa Casa di Nazareth a Loreto”. “Loro – ha concluso il cardinale Scola – hanno fatto da ponte tra Cristo e la nostra fragile fede”. (R.M.)

 

 

ESTATE ALL’INSEGNA DELLA MISSIONARIETA’ PER LA COMUNITÀ CATTOLICA COREANA, CHE PROPONE MOLTEPLICI INIZIATIVE NEL MONDO IN AIUTO

DELLE PICCOLE CHIESE LOCALI: “DA CHIESA CHE RICEVE VOGLIAMO ESSERE

SEMPRE PIÙ UNA CHIESA CHE DONA”

 

SEUL. = “Da Chiesa che riceve vogliamo essere sempre più una Chiesa che dona”: ad affermarlo sono i vescovi della Corea del Sud, commentando all’agenzia Fides la recente crescita del senso di missionarietà nella comunità cattolica del Paese. Diversi gruppi, movimenti ecclesiali, istituti religiosi, parrocchie e associazioni stanno organizzando, infatti, un’estate all’insegna della missione ad gentes, promuovendo iniziative di volontariato rivolte ai giovani, alle famiglie, agli studenti e ai seminaristi in diversi Paesi del mondo. Il fine è quello di sensibilizzare sempre più sul tema della “responsabilità universale” della missione e di aiutare specialmente le piccole Chiese locali. Per questo, un team di circa 30 volontari dell’arcidiocesi di Seul si sta preparando a partire per la Mongolia, per occuparsi di progetti nel settore dell’agricoltura, dell’irrigazione, tenendo un corso speciale ai giovani del luogo. Ma l’aspetto tecnico-professonale non sarà disgiunto da quello formativo-spirituale, grazie alla presenza del movimento ecclesiale “Un sol Corpo, un solo Spirito”, che offrirà un mese di evangelizzazione per le strade della capitale mongola, Ulaan Baatar. Altra meta privilegiata per la missione della Chiesa coreana è Timor Est, Paese a forte maggioranza cattolica ancora alle prese con problemi di grave povertà. Non mancheranno, poi, campi di lavoro anche Filippine, dove i giovani coreani potranno fare un’esperienza soprattutto con i bambini e ragazzi di strada. (R.M.)

 

 

OGGI A ROMA E IN 270 CITTA’ DEI 5 CONTINENTI, “WALK THE WORLD”,

 MARATONA INTERNAZIONALE CONTRO LA FAME NEL MONDO

 

ROMA. = Si sono dati appuntamento nel centro di Roma, a piazza Venezia, per correre contro la fame nel mondo. Circa un migliaio di persone, tra cui moltissimi stranieri, hanno voluto così testimoniare il loro impegno, partecipando al “Walk the World”, maratona internazionale che si svolge ogni anno alle 10 di mattina in oltre 270 città dei 5 continenti. Un percorso di 5 chilometri, che a Roma ha toccato alcune delle più belle aree monumentali del centro storico, dalla Domus Area a via del Monte Oppio, da via Cavour a via San Pietro in Carcere. Alla manifestazione, conclusa in Campidoglio, i partecipanti sono stati accolti dal sindaco Veltroni: “Roma è città di pace e dialogo – ha detto – impegnata in molti progetti di solidarietà e nella grande iniziativa Italia-Africa che facciamo ogni anno. E’ del tutto naturale, quindi, che questa manifestazione si sia svolta oggi qui”. (R.M.)

 

 

 

 

IL MONDO DELLA LIRICA IN LUTTO PER LA MORTE DI, GHENA DIMITROVA,                       SOPRANO DRAMMATICO, APPLAUDITO NEI MAGGIORI TEATRI DEL MONDO

                                                                          

SOFIA. = “La Bulgaria è affranta, ha perso una grande voce e una grande cittadina che ha rappresentato il suo Paese e la sua cultura nel mondo”: sono le parole del ministro della Cultura della Bulgaria, Nina Chilova, alla notizia della morte a Milano, nella notte tra venerdì e sabato, della cantante lirica bulgara, Ghena Dimitrova, all’età di 64 anni. Soprano drammatico, la Dimitrova aveva cantato nei principali teatri del mondo. Era diventata famosa per le sue interpretazioni di Turandot di Puccini, di Norma di Bellini e di Abigail nel Nabucco di Verdi. Per lei, insomma, oltre trent’anni di carriera nel segno dell’amore per la lirica e con il dono di una voce che per l’incredibile estensione, le consentiva di alternare i ruoli di soprano e mezzosoprano anche nella stessa opera. I funerali si svolgeranno la settimana prossima in Bulgaria. (R.M.)

 

 

AL VIA, DOMANI A FIUGGI, IL 30.MO CONVEGNO NAZIONALE DELLE CARITAS DIOCESANE ITALIANE, SUL TEMA: “PARROCCHIA, TERRITORIO, CARITAS PARROCCHIALE”

 

FIUGGI. = Confrontarsi sul servizio che ogni Caritas parrocchiale può svolgere in termini di metodo, azioni e percorsi educativi, per promuovere una parrocchia “dal volto missionario”, tutta testimone di carità, attenta alle povertà nazionali e internazionali e capace di attivare comportamenti solidali: è lo scopo del 30.mo Convegno nazionale delle Caritas diocesane italiane, al via domani, fino a giovedì, a Fiuggi. L’incontro, sul tema “Parrocchia, territorio, Caritas parrocchiale” è una tappa fondamentale del cammino delle 222 Caritas diocesane italiane, alla luce degli orientamenti pastorali della Conferenza Episcopale Italiana per questo decennio, della nota pastorale “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia” e della riflessione pluriennale sulla carta pastorale Caritas “Lo riconobbero nello spezzare il pane”. L’introduzione del presidente di Caritas Italiana, mons. Francesco Montenegro e le prospettive di lavoro pastorale che riassumerà il direttore, mons. Vittorio Nozza, sono le due sponde entro cui si snoderanno le varie giornate del Convegno, scandite dal confronto con la Parola, sotto la guida di don Massimo Grilli, docente di Sacra Scrittura presso la Pontificia Università Gregoriana. Tra gli interventi, anche quello, domani, del cardinale vicario per la diocesi di Roma, Camillo Ruini, su “La riflessione della Chiesa italiana sulla parrocchia”. (R.M.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

12 giugno 2005

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

 

Dopo 5 mesi di prigionia la giornalista francese Florence Aubenas e la sua guida irachena, Hussein Hanoun, sono stati liberati ieri in Iraq. Lo ha riferito soltanto oggi il portavoce del ministero degli Esteri francese. Aubenas, sta bene ed è già in viaggio verso la Francia dove è attesa in serata all'aeroporto militare di Villacoublay. La guida irachena, invece, rimarrà in Iraq con la sua famiglia. Il servizio di Eugenio Bonanata:

 

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Termina positivamente un incubo durato 157 giorni. La giornalista, che ha passato la scorsa notte nell'ambasciata francese a Baghdad, è stata visitata da un medico che   l'ha trovata in buona salute. Era ''dimagrita, ma sorridente'', ha specificato una fonte diplomatica. Intorno alle 12.30 di Baghdad è salita su un aero per la Francia, e solo allora e' stata diffusa la notizia ufficiale della liberazione. L'aereo farà scalo a Cipro dove ad accoglierla ci sarà il ministro degli Esteri francese. Questa mattina, il direttore del quotidiano ‘Liberation’, ha riferito che già da ieri sera si sapeva che le cose stavano evolvendo positivamente. Aubenas, da diciotto anni a 'Liberation' come inviata nei teatri più caldi del globo, era arrivata in Iraq per un'inchiesta sulla sorte della popolazione di Falluja, costretta a fuggire dopo l'assalto delle truppe statunitensi contro una delle roccheforti della ribellione sunnita. Il 5 gennaio scorso, insieme con il suo interprete e guida, Hussein Hanoun, era stata sequestrata all'uscita del suo albergo di Baghdad. Tuttavia, dopo il sequestro, si seppe ben poco sulla loro sorte. L’ultimo contatto risale al primo marzo quando i rapitori diffusero un video in cui la giornalista, che appariva provata e fragile, chiedeva aiuto. Per la loro liberazione vi è stata una grande mobilitazione in Francia e in Europa. A tutti un “immenso ringraziamento” è stato rivolto dalla madre della giornalista e, dal canto suo, il presidente francese Chirac ha espresso ''la gioia della Francia intera''.

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In Kuwait la procura del Tribunale penale ha chiesto la pena di morte contro 34 dei 37  integralisti islamici accusati di legami con la rete terroristica Al Qaida e di scontri a fuoco con le forze di sicurezza dell'emirato, nel gennaio scorso. Scontri che costarono la vita a quattro poliziotti e il ferimento di altri dieci.

 

Urne aperte stamani in Libano dove è in corso la terza delle quattro tornate elettorali legislative. Circa 1,3 milioni di elettori, nella circoscrizione centrale del Monte Libano e nella valle orientale della Bekaa, sono chiamati ad eleggere 58 dei 128 deputati che formeranno il prossimo parlamento libanese, di cui 64 saranno cristiani e altrettanti musulmani. Dopo i 42 candidati eletti nelle due domeniche precedenti a Beirut e nel sud del Paese, i risultati di oggi saranno decisivi per capire gli equilibri che domineranno nella prossima Assemblea legislativa, la prima dopo la fine dell’occupazione siriana. Alta l’affluenza alle urne sin dalla prima mattinata. Tuttavia è difficile fare previsioni, come conferma Antonio Ferrari, inviato speciale del Corriere della Sera ed analista di questioni mediorientali, al microfono di Andrea Sarubbi:

 

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R. – Gli altri due voti sono abbastanza scontati; era scontato che a Beirut vincesse il figlio di Hariri, era scontato che nel Sud avrebbe vinto questa alleanza sciita tra Hezbollah e Amal, cioè la componente più integralista e la componente più moderata. E’ evidente che adesso, in questa terza domenica, i giochi sono un po’ più complessi e forse l’esito è un po’ più incerto.

 

D. – Perché?

 

R. – Proprio per le divisioni dell’opposizione. Sembra un paradosso, ma il 14 febbraio, quando fu ucciso l’ex primo ministro Hariri, sembrava che l’opposizione avesse trovato un punto d’incontro; purtroppo, questo qualcosa non è stato costruito. Al contrario: Aoun era tornato forse con l’idea di diventare il salvatore della patria e lì sono cominciati i problemi, perché le grandi componenti hanno cominciato a porre dei veti reciproci. Sta di fatto che proprio per il gioco dei collegi elettorali, Aoun e i candidati vicini a lui si sono alleati proprio con i più filo-siriani contrari all’opposizione e questo la dice lunga sulle profonde divisioni che restano all’interno del mondo cristiano.

 

D. – Lo stesso Patriarca Nasrallah Sfeir aveva lanciato più volte appelli per l’unità dei cristiani, a queste elezioni ...

 

R. – In effetti, l’unico vero leader cristiano oggi è il Patriarca Nasrallah Sfeir, anche se ha un altro compito, certo, più spirituale; però, proprio per la mancanza di qualcuno che sia in grado di guidare la componente cristiana che fino a qualche anno fa era ancora la maggioranza relativa nel Paese – oggi non ce l’ha più – ecco, per tutte queste ragioni il Patriarca Sfeir è l’unico punto di riferimento. Ha fatto il possibile e l’impossibile per aiutare a creare la dirigenza cristiana ...

 

D. – Da  Kfarmatta viene la notizia di un’alleanza elettorale tra cristiani e drusi. E’ un caso isolato o un segnale?

 

R. – Questo è sicuramente un segnale che va un po’ nella linea di quell’alleanza delle opposizioni che si era materializzata. Però, anche qui è una componente cristiana limitata che ha scelto questa strada, che forse era la strada migliore, l’unica strada davvero percorribile, però contro gli interessi di altri cristiani.

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In Bolivia, una tregua confusa di durata incerta è stata decisa dalle organizzazioni sociali di El Alto che, perlomeno fino a lunedi', dovrebbero togliere il blocco alla capitale La Paz. La proposta del nuovo presidente, Eduardo Rodriguez, è adesso quella di venire a discutere a El Alto, dopo che i movimenti sociali hanno ignorato oggi il suo invito a colloqui nel palazzo del governo di La Paz.

 

Si aggrava il bilancio dell’inondazione che il 10 giugno scorso ha travolto una scuola  nel nordest della Cina: sono 91 i morti, di cui 87 bambini. Lo riferisce la stampa ufficiale. L’ultimo bilancio provvisorio parlava di 62 vittime. Nell'edificio, secondo alcune testimonianze, si trovavano circa 300 alunni.

 

“Otto persone implicate nel rapimento di Clementina Cantoni sono ancora detenute”, lo ha detto il ministro dell'Interno afgano, Ali Ahmed Jalali, sottolineando che non c'è stato alcun riscatto nel rispetto di un accordo stabilito fra autorità italiane e afghane. “Io - ha aggiunto Jalali - ho fiducia nel fatto che le autorità italiane abbiano rispettato questo accordo”. Intanto, l’Afghanistan, che si prepara alle Elezioni parlamentari del 18 settembre, ieri ha dato il via ad una nuova fase nel disarmo delle milizie, ordinando a piu' di 1.000 gruppi illegali di consegnare le armi. Nell'operazione sono coinvolte anche le forze della Nato e degli Usa. Le iniziative precedenti hanno costretto finora circa  60.000 miliziani a consegnare le loro armi.

 

Quattro palestinesi condannati a morte sono stati giustiziati questa mattina all’alba nella  prigione centrale di Gaza. Il portavoce del ministero dell'Interno, Tawfik Abu, Mussa ha precisato che ''tre dei condannati sono stati impiccati ed il quarto fucilato''. Il presidente palestinese, Abu Mazen, ha aggiunto il portavoce, aveva in precedenza respinto le domande di grazia presentate dai condannati. Le precedenti esecuzioni nei territori palestinesi risalivano all'agosto 2002.

 

E' di almeno 8 morti e 30 feriti il bilancio, ancora provvisorio, di quattro diversi attentati dinamitardi avvenuti stamane ad Ahwaz, nel sud-ovest dell'Iran. Gli attentati, secondo quanto riferito dalla televisione di Stato, hanno preso di mira sedi governative. Il tutto avviene a cinque giorni dalle Elezioni presidenziali.

  

Un treno passeggeri russo partito da Mosca e diretto a Grozny, capitale della Cecenia, è deragliato questa mattina a causa dell’esplosione di un ordigno collocato sui binari. Non vi sono state vittime, ma una decina di persone sono rimaste ferite in modo leggero. Sul posto è stato scoperto un cratere largo un metro.

 

Sono stati liberati due indonesiani sequestrati nel marzo scorso al largo della Malaysia, a bordo della loro imbarcazione, verosimilmente da separatisti musulmani vicini al gruppo integralista islamico Abu Sayyaf. L’operazione è stata condotta dall'esercito nell'isola di Jolo, nel sud delle Filippine. Lo hanno comunicato fonti militari.    

 

 

 

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