RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 161 - Testo della trasmissione di venerdì 10 giugno 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La società africana è minacciata da mali come aborto, prostituzione e traffico di esseri umani: così Benedetto XVI ad un gruppo di vescovi dell’Africa australe, ricevuti al termine della visita ad Limina. Il Papa ribadisce l’impegno della Chiesa contro l’AIDS

 

I mass media orientati alla ricerca della verità e della giustizia creano ponti di dialogo e solidarietà nel mondo. L’intervento di mons. Foley alla 10.ma Conferenza cristiana su internet

 

IN PRIMO PIANO:

Grande gioia nella Chiesa per l’annuncio del cardinale Ruini sull’apertura della causa di beatificazione di Giovanni Paolo II il prossimo 28 giugno. Il porporato, sull’astensione ai referendum sulla fecondazione assistita, afferma che la Chiesa non vuole forzare le coscienze ma solo difendere la vita nascente: ai nostri microfoni l’arcivescovo Luigi Moretti

 

Il non voto ai referendum  in Italia per stare dalla parte di chi non ha voce: con noi Luisa Santolini

 

E’ grande festa per il rientro in Italia di Clementina Cantoni dopo la sua liberazione: il commento di  Guido Olimpio

 

Questa sera alle 21.00 in Piazza San Pietro veglia di preghiera per il Papa promossa dal Movimento dell’Amore Familiare: ce ne parla don Stefano Tardani

 

Conclusa a Roma la fase diocesana del processo di beatificazione di Emanuele Stablum, medico e religioso: rischiò la vita per salvare gli ebrei dai lager:  intervista con padre Giovanni Cazzaniga

 

CHIESA E SOCIETA’:

Appello dei vescovi della regione del nord est del Messico contro la violenza e il consumo di stupefacenti che minacciano la regione

 

In India, nello Stato di Orissa, grazie all’impegno della Chiesa locale, le autorità interrompono la demolizione di oltre cento case abitate da cristiani. Ma continuano le intimidazioni anti-cristiane

 

Accordo per prevenire il traffico di minori nella zona di confine fra il Benin e la Nigeria

 

In Cina le scuole cristiane criticano le nuove proposte del governo in tema di educazione

 

L’Università Cattolica di Roma premia il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, e mons. Leonardo Sandri, sostituto della Segreteria di Stato

 

24 ORE NEL MONDO:

Nominato in Bolivia il nuovo presidente: è il capo della Corte Suprema di giustizia, Eduardo Rodriguez

 

Concluso ieri a Damasco, in Siria, il 10.mo Congresso del Baath, partito al potere da oltre 40 anni

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

10 giugno 2005

 

 

LA SOCIETA’ AFRICANA E’ MINACCIATA DA MALI COME ABORTO, PROSTITUZIONE

E TRAFFICO DI ESSERI UMANI: COSI’ BENEDETTO XVI AD UN GRUPPO DI VESCOVI DELL’AFRICA AUSTRALE, RICEVUTI AL TERMINE DELLA VISITA AD LIMINA. IL PAPA RIBADISCE L’IMPEGNO E LE PROPOSTE DELLA CHIESA PER SCONFIGGERE L’AIDS: 

CURA DEI MALATI E PREVENZIONE, MA ANCHE FEDELTA’ MATRIMONIALE E CASTITA’

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

La Chiesa guarda con preoccupazione alle minacce a cui è sottoposta la famiglia in Africa. E’ la riflessione offerta da Benedetto XVI ad un gruppo di vescovi di Sud Africa, Botswana, Swaziland, Namibia e Lesotho, ricevuti stamani nella Sala dei Papi in Vaticano, al termine della visita ad Limina. Il Papa ha sottolineato con forza che gli insegnamenti cattolici sono l’unico strumento per prevenire la diffusione dell’Aids, vera piaga dell’Africa sub sahariana. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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IT IS OF GREAT CONCERN THAT THE FABRIC…

 

“E’ davvero preoccupante – rileva Benedetto XVI – che il tessuto della vita africana, la sua fonte di speranza e stabilità, sia minacciata dal divorzio, l’aborto, la prostituzione, il traffico di essere umani e da una mentalità contraccettiva”. Mali, è il richiamo del Papa, che “contribuiscono a scardinare la morale sessuale” e a colpire la famiglia “elemento unificante della società africana”. Quindi, si sofferma sulla pandemia dell’Aids, che tante sofferenze arreca al popolo africano:

 

THE TRADITIONAL TEACHING…

 

“L’insegnamento tradizionale della Chiesa offre l’unico modo sicuro per prevenire la diffusione dell’Aids”.. Per questo, afferma riecheggiando l’Ecclesia in Africa deve essere messo l’accento con i fedeli, specie giovani, sulla gioia, la serenità che danno il matrimonio cristiano e la fedeltà coniugale, così come la protezione garantita dalla castità.

 

THE CATHOLIC CHURCH HAS ALWAYS…

 

“La Chiesa cattolica – prosegue – è sempre stata in prima linea sia nella prevenzione che nella cura di questa malattia”. Esorta così i presuli “a combattere questo virus che non solo uccide, ma minaccia la stabilità sociale ed economica del continente”. Il Papa assicura le sue preghiere per le vedove e gli orfani, per tutti coloro che sono stati “scossi da questa crudele epidemia”. Il Pontefice non manca di dedicare particolare attenzione alla centralità delle vocazioni sacerdotali per la Chiesa africana:

 

A WORLD FILLED WITH TEMPTATIONS…

 

“Un mondo pieno di tentazioni – afferma - ha bisogno di sacerdoti che siano totalmente dedicati alla loro missione”. Questi dunque sono chiamati “in modo speciale ad aprirsi totalmente al servizio degli altri come Cristo fece abbracciando il dono del celibato”. I vescovi devono perciò assistere i sacerdoti “assicurando che questo dono non diventi mai un peso”. Il Papa non manca, d’altro canto, di esprimere il suo compiacimento per il gran numero di vocazioni che caratterizza l’Africa sub-sahariana. I cattolici, constata poi, sono una minoranza nella vostra regione. Aspetto, questo, che presenta numerose sfide alla Chiesa. I presuli, è l’esortazione di Benedetto XVI, devono allora promuovere “il lavoro cruciale della catechesi così da assicurare che il popolo di Dio sia preparato a testimoniare l’autentico insegnamento del Vangelo”. L’Eucaristia ribadisce il Papa è “il cuore della vita cristiana e la fonte della missione evangelizzatrice della Chiesa”. Deve dunque essere sempre al centro del ministero episcopale.

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I MASS MEDIA ORIENTATI ALLA RICERCA DELLA VERITA’ E DELLA GIUSTIZIA

CREANO PONTI DI DIALOGO E SOLIDARIETA’ NEL MONDO.

L’INTERVENTO DI MONS. FOLEY ALLA 10.MA CONFERENZA CRISTIANA SU INTERNET

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

La “nuova cultura” imposta dai media può fornire un “grande contributo” al dialogo tra i popoli se opportunamente fondata su criteri etici e orientata alla verità e alla giustizia. L’auspicio dell’arcivescovo John Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali, è contenuto nel discorso che il presule ha tenuto oggi durante la decima Conferenza cristiana su Internet (ECIC), ospitata dallo stesso dicastero vaticano. L’incontro, intitolato “La Chiesa nella società digitale”, ha permesso a mons. Foley di riprendere e ribadire alcuni concetti espressi poco prima della sua morte da Giovanni Paolo II, nella Lettera apostolica Il rapido sviluppo, indirizzata lo scorso febbraio ai responsabili delle comunicazioni sociali..

 

Riconoscendo il forte potere di condizionamento della “nuova cultura mediale” sulla mentalità umana, mons. Foley ha subito chiarito la necessità che essa sia “basata sui valori universalmente validi e finalizzata al bene comune”, oltre che guidata dal “principio etico di rispetto della dignità umana”. I mass media - formando le opinioni ed echeggiando gli interrogativi fondamentali dell’uomo, compresi quelli religiosi – offrono, con il loro continuo sviluppo, “nuove possibilità di approfondimento” per la stessa fede. Tuttavia, ha obiettato il presidente del dicastero vaticano, tale caratteristica rende urgente “la necessità di un approccio critico e di un vero discernimento”. In particolare, ha osservato mons. Foley, serve “un’opportuna formazione degli operatori dei media, non solo cattolici”, che renda l’esercizio della professione libero e responsabile, a servizio dei “supremi criteri della verità e della  giustizia”. La Chiesa, chiamata da tempo a dialogare con l’universo dei media, “vuole varcare questa soglia che conduce ad una nuova epoca, valorizzando – ha concluso mons. Foley - gli strumenti donati da Dio all’uomo, capaci di mantenere aperto il dialogo tra le genti, facendosi strumento di conoscenza, comprensione reciproca e solidarietà”.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

La prima pagina si apre con la lieta notizia della liberazione, in Afghanistan, di Clementina Cantoni. Era stata rapita a Kabul lo scorso 16 maggio.

 

Nelle vaticane, il discorso di Benedetto XVI ai vescovi di Sud Africa, Botswana, Swaziland, Namibia e Lesotho. Nell’occasione il Papa ha esortato a proseguire gli sforzi per combattere l’Aids, che non solo uccide ma attenta seriamente alla stabilità economica e sociale del Continente. Il Santo Padre ha poi sottolineato che preoccupa il fatto che la famiglia, tessuto della vita africana, sia minacciata dal divorzio, dall’aborto e dalla mentalità a favore della contraccezione.

 

Nelle estere, Bolivia: il presidente della Corte Suprema nominato Capo dello Stato in vista di elezioni anticipate.

Iraq: l’Unione Europea aprirà una rappresentanza a Baghdad.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Marco Testi dal titolo “La sonorità ‘seriale’ dei versi di Holan”: tradotta la silloge poetica “A tutto silenzio”. 

 

Nelle pagine italiane, in primo piano le reazioni e i commenti dopo la liberazione della giovane volontaria in Afghanistan. La soddisfazione del Capo dello Stato.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

10 giugno 2005

 

 

GRANDE GIOIA NELLA CHIESA PER L’ANNUNCIO DEL CARDINALE RUINI

SULL’APERTURA DELLA CAUSA DI BEATIFICAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II

IL PROSSIMO 28 GIUGNO. IL PORPORATO, SULL’ASTENSIONE AI REFERENDUM

SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA, AFFERMA CHE LA CHIESA

NON VUOLE FORZARE LE COSCIENZE MA SOLO DIFENDERE LA VITA NASCENTE

 

Grande gioia in tutta la Chiesa per l’annuncio dato ieri sera dal cardinale vicario Camillo Ruini sull’apertura ufficiale il prossimo 28 giugno della Causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II. Il porporato ha dato la notizia in San Giovanni in Laterano a conclusione del Convegno della diocesi di Roma su famiglia e comunità cristiana. Una notizia attesa fin dal 13 maggio scorso, giorno in cui Benedetto XVI aveva annunciato, sempre nella Basilica Lateranense, la dispensa dei 5 anni canonici di attesa per l’avvio del processo di beatificazione per Papa Wojtyla. Il cardinale Ruini, concludendo i lavori del convegno, ha poi ringraziato coloro che si stanno impegnando in favore “della scelta consapevole del ‘non voto’” ai prossimi referendum sulla fecondazione assistita sottolineando che la Chiesa non forza le coscienze ma vuole solo difendere la vita umana. Il servizio è di Paolo Ondarza:

 

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E’ grande la gioia e l’emozione nella Basilica Lateranense all’annuncio del cardinale Ruini:

 

“Martedì 28 giugno, alle ore 19.00, in questa Basilica di San Giovanni in Laterano, nei primi vespri della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, apriremo ufficialmente la causa di beatificazione e canonizzazione (applausi) del nostro amatissimo vescovo e Papa, Giovanni Paolo II. Il vostro applauso testimonia ancora una volta il bene che tutti gli vogliamo e il bene che egli ci ha fatto. Sarà per tutti noi un grandissimo dono e uno straordinario motivo di rendere grazie al Signore. (Applausi)

 

Parole forti anche sui prossimi referendum: “Non siamo stati noi a volerli – ha detto il cardinale Ruini - non siamo e non saremo noi ad esacerbare i contrasti e le contrapposizioni. Non vogliamo forzare le coscienze ma soltanto illuminarle; non siamo contro nessuno, lavoriamo invece per qualcuno, ha spiegato ancora il porporato: per la vita umana nascente per i figli che hanno diritto a conoscere i propri genitori, per le donne e gli uomini di oggi e di domani, che devono sempre essere considerati persone e non prodotto di laboratorio o oggetto di sperimentazione, e che anche nel loro giusto desiderio di essere genitori vanno aiutati a non dimenticare che il figlio è prima che una propria soddisfazione, una persona da accogliere in dono”.

 

Nella logica di servizio e di amore del prossimo che il Signore ci ha insegnato. Il cardinale Ruini ha tirato poi le somme dei tre giorni di lavoro del congresso diocesano a Roma. Richiamandosi al lungo messaggio introduttivo di Benedetto XVII sul tema del convegno “Famiglia e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della fede”, il cardinale vicario ha ricordato come la missione e missionarietà debbano essere scelte permanenti. La famiglia centro costante della pastorale diocesana ha indicato il porporato,ponendo come obbiettivo prioritario l’educazione delle nuove generazioni in particolare per quanto concerne libertà -  spesso vissuta in un orizzonte consumistico, non come dono di sé, e sessualità, una grande forza che promuove la comunione e la vita.

 

“Occorre ribaltare un pregiudizio diffuso e far comprendere che la fede cristiana non è affatto ostile al corpo e alla sessualità, ma al contrario ci aiuta a scoprire pienamente il loro genuino valore. E’ importante ha detto il porporato risvegliare nei giovani, speranza della Chiesa e spesso esposti al pericolo di essere sballottati dalle onde, la fiducia nella Chiesa e il senso – spesso debole – di appartenenza ad essa. Altrettanto fondamentale secondo il cardinale Ruini un “progetto culturale orientato in senso cristiano”. Come il Papa, lunedì scorso, il porporato ha ripreso il tema delle vocazioni ricordando l’importanza della preghiera, della testimonianza dei consacrati e della famiglia come luogo in cui queste maturano.

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Con la relazione conclusiva del cardinale vicario Camillo Ruini, si è, dunque, chiuso ieri sera a Roma il Convegno della Diocesi su “Famiglia e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della fede”. Per un bilancio delle tre giornate di lavori, Paolo Ondarza ha sentito il vice-gerente della diocesi di Roma, l’arcivescovo Luigi Moretti.

 

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R. – C’è stato un grande scambio di esperienze. L’esigenza che è nata è quella di ricostruire dei rapporti tra le famiglie, in modo che si possano costituire comunità di famiglie, dentro quella che è un po’ la confusione dell’orizzonte culturale nel quale ci troviamo.

 

D. – Le parrocchie offrono strumenti validi per la famiglia o c’è qualcosa di più che si potrebbe ancora fare?

 

R. – Spesso e volentieri la parrocchia è un grande centro che presta servizi, dove ci sono molti volontari, molta disponibilità. Il cambiamento, invece, che si sta cercando di fare è proprio quello di farlo diventare un’esperienza di comunità, dove si cresce la coscienza di una corresponsabilità complessiva che legge la realtà e cerca le risposte.

 

D. – Il Papa ha aperto i lavori con un messaggio molto denso. In particolare possiamo citare alcuni aspetti che hanno fatto un po’ da guida in questi tre giorni di lavori?

 

R. – Insieme alla comunità cristiana la famiglia può e deve recuperare la capacità di svolgere anche quello che è il ruolo educativo. Spesso si fa fatica a mettersi in atteggiamento di guidare, di orientare. Siamo infatti figli della cultura del vietato vietare. E quindi di riuscire a metterci accanto alle persone per aiutarle a scoprire, aiutarle ad orientarsi e quindi a scegliere con responsabilità quello che è il loro bene e credo che questo sia stato uno dei contributi che ha avuto più risonanza all’interno dei gruppi.

 

D. – A conclusione dei lavori si possono tracciare delle linee programmatiche per l’anno pastorale prossimo, 2005-2006?

 

R. – Cercheremo anzitutto di non disperdere il cammino già fatto finora e cercheremo anche di affrontare aspetti nuovi a livello educativo, accompagnando le giovani famiglie che portano i bambini per il Battesimo, nel cammino che li porta fino alle prime Comunioni, che era un periodo della vita nel quale le famiglie in qualche modo si perdevano.

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“L’ASTENSIONE CONSAPEVOLE” AI REFERENDUM SULLA FECONDAZIONE ASSISTITA

PER STARE DALLA PARTE DI CHI NON HA VOCE

- Intervista con Luisa Santolini -

 

“Dalla parte della vita senza nessuna strumentalizzazione” lo ribadisce il comitato nazionale “Scienza e Vita” per il non voto al referendum sulla procreazione artificiale. Oggi è il giorno conclusivo della campagna referendaria. Intanto a sostegno dell’astensione, ieri, si sono schierati anche i lavoratori cattolici delle ACLI che, nella sede nazionale romana, hanno proposto un incontro con quattro rappresentanti di organizzazioni di lavoratori e ribadito che l'astensione e' un modo per dare voce ai più deboli. Massimiliano Menichetti:

 

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Mancano solo due giorni e l’Italia sarà chiamata ad esprimersi sui referendum abrogativi della legge 40 sulla fecondazione artificiale. Il fronte referendario ha duramente attaccato la scelta di chi ha ritenuto l’astensione il modo più efficace per dire “no”. Paladino di questa lotta il leader dei Radicali, Pannella, che nel 1985 però invitava l'elettorato a disertare le urne contro i referendum sulla Scala Mobile, scrivendo “Basta non votare: il referendum cadrà”. Anni in cui tutti gli schieramenti politici si sono avvicendati nello scegliere l’astensione come strumento di contrasto.

 

Nel 2003, sul referendum riguardante l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, il segretario Ds Piero Fassino coniò la formula “astensione attiva”; oggi la considera “un trucco”. Intanto ieri a Roma si sono incontrati nella sede delle Acli il presidente Bobba, Paolo Bedoni presidente Coldiretti; Luigi Marino, presidente Confcooperative, e a titolo personale il segretario della Cisl Savino Pezzotta. I rappresentanti di quattro organizzazioni di lavoratori hanno ribadito, contro il “potere crescente delle grandi fabbriche genetiche”  che la vita è ''la nuova frontiera del sociale ed è terreno di lotta per chi decide di stare dalla parte dei più deboli e gli dà voce”. E che sulla vita è meglio scegliere di non votare.

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I quattro referendum partono dall’assunto che malattie come ’Alzheimer, il Parkinson, le sclerosi, il diabete, le cardiopatie, i tumori potranno essere curate grazie alla sperimentazione sugli embrioni. Ma esistono prove scientifiche dell’efficacia delle staminali embrionali? Massimiliano Menichetti lo ha chiesto a Luisa Santolini presidente del Forum delle Famiglie e del Comitato “Scienza e Vita”...

 

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R. – E’ esattamente il contrario: il trattamento di malattie da parte delle cellule staminali adulte arriva alla cura di 58 malattie, mentre il trattamento con cellule staminali embrionali è a zero. Si illudono le persone come se ci fosse la guarigione dietro l’angolo, mentre è vero esattamente il contrario.

 

D. – La tutela della donna è il punto centrale – diciamo – del secondo referendum…

 

R. – La tutela della donna è una cosa molto seria e non può essere contrabbandata con degli slogan. La tutela della donna è garantita da questa legge, proprio perché l’Associazione mondiale di medicina riproduttiva ha dichiarato, pochi mesi fa, che il 50 per cento delle fecondazioni in vitro possono essere evitate. Il che significa che le donne si trovavano in mano a medici senza scrupoli, che le avviano a queste pratiche, costose, invasive ed anche pericolose, senza aver prima cercato altre soluzione alla sterilità.

 

D. – Passiamo al terzo quesito, che insieme di fatto al secondo mira ad abrogare completamente l’art. 1 della legge: quello che definisce ed assicura cioè i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. In questo caso c’è chi ravvisa la possibilità che poi potrebbe essere abrogata la legge sull’aborto, la 194?

 

R. – Non è vero che la legge 40 va in conflitto con la 194. La legge 194 non è stata mai applicata nell’art. 1, che dice testualmente: la Repubblica riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana fin dal suo inizio. Allora la legge 40 tutela la vita umana fin dal suo inizio. La legge 194 non nega l’umanità del concepito, dice solo che quando ci sono dei conflitti tra la salute del bambino e la sua vita e ci sono conflitti con la salute della mamma, in un certo senso prevale la salute della mamma. Le speculazioni in questo campo e la disinformazione in questi giorni hanno regnato sovrane.

 

D. – Stiamo assistendo a diversi Manifesti firmati da Premi Nobel o scienziati che affermano la possibilità di sperimentare sull’embrione, di fatto non considerando questo un uomo…

 

R. – Hanno tutto l’interesse ad avere a disposizione embrioni da sperimentare e quindi a far finta che quell’embrione sia una cosa. Però, in questo caso, mi viene voglia di dire a questi scienziati: applichiamo il principio di precauzione.

 

D. – Quindi lei mi dice che nel dubbio non si tocchino gli embrioni…

 

R. – Non si tocchino gli embrioni; la legge si ferma e fra tre anni la legge sarà stata applicata, sarà stata studiata nei suoi aspetti positivi e negativi, si sarà visto quali saranno gli esiti: a quel punto il Parlamento è il luogo giusto per discuterne insieme agli scienziati.

 

D. – E’ possibile quantificare degli interessi economici?

 

R. – Si parlava di svariate e svariate decine di miliardi all’anno. Noi in Italia abbiamo – a parità di popolazione – per milione di abitanti ci sono 6 volte i centri che ci sono in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e questi centri sono tutti privati. Perché? Sarebbe allora molto più onesto dire che la fecondazione assistita si fa gratis e in strutture pubbliche garantite.

 

D. – Il quarto referendum parla di fecondazione eterologa…

 

R. – Non è possibile pensare di avere un figlio e metterlo al mondo soltanto in base ai propri desideri, ai propri bisogni o al proprio egoismo. Questo bambino ha diritto ad avere una propria identità genetica. Ci sono dei Paesi all’estero che stanno tornando indietro: tanto è vero che in Inghilterra e in Svezia hanno adesso imposto l’obbligo che il donatore del seme sia noto. Questo ha fatto crollare, tra l’altro, il numero dei donatori. Aggiungo inoltre che sono alti i casi di ricusazione del bambino che nasce sia da parte del padre, sia da parte della madre, perché questo genitore fantasma diventa un’ossessione e ci sono molti casi di una grande e grave crisi della coppia dopo che sono arrivati alla fecondazione eterologa. Sottolineo che il donatore non è per niente un donatore, perché si fa pagare. Ricordo che in Inghilterra una donna che dà gli ovociti viene pagata mille sterline per ogni ovocita donato e siccome costava troppo questa operazione, adesso vanno in Romania e le donne romene, che sono notoriamente più povere, danno gli ovociti a 150 sterline. Ci siamo quindi inventanti un nuovo metodo di sfruttamento delle donne.

 

D. – Si è dibattuto molto sulla liceità dell’astensione…

 

R. – Qui non si tratta soltanto di un problema di contenuti, che abbiamo spiegato finora, noi rifiutiamo il metodo del referendum e rimarremo a casa anche se si raggiunge il quorum. Ricordo che tutti i partiti – cominciando da Fassino, due anni fa – hanno predicato l’astensione per fermare dei referendum che ritenevano sbagliati, Radicali in testa. Non si capisce perché allora la nostra astensione è immorale e l’astensione degli altri va benissimo…

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CLEMENTINA CANTONI E’ LIBERA.

LA VOLONTARIA ITALIANA RIENTRERA’ OGGI POMERIGGIO IN ITALIA.

SODDISFAZIONE E SOLLIEVO SONO STATI ESPRESSI

DALLE AUTORITA’ ITALIANE E AFGHANE

- Intervista con Guido Olimpio -

 

È decollato stamattina dall’aeroporto di Kabul l’aereo della Presidenza del Consiglio italiano con a bordo Clementina Cantoni, l’operatrice umanitaria milanese rilasciata ieri. Il velivolo arriverà a Ciampino intorno alle 16. Ad accogliere Clementina ci saranno i genitori e diverse autorità. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

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“Ci vediamo a casa”. Con queste prime parole rivolte da Clementina Cantoni ai genitori in una telefonata subito dopo il rilascio, è terminato per la famiglia della cooperatrice italiana un incubo iniziato lo scorso 16 maggio a Kabul. Il padre ha poi rassicurato i giornalisti sulle condizioni di salute di Clementina:

 

“Clementina sta bene. Le abbiamo parlato: ha ancora il senso dell’umor che aveva prima e che ha sempre avuto”.

 

Il padre di Clementina ha anche criticato l’operato di alcuni giornalisti:

 

“Il fatto che qualche giornalista a Kabul si sia intromesso per avere degli scoop, mettendo a repentaglio, non dico la vita dell’ostaggio, ma anche quella dei negoziatori, rischiando di far saltare i negoziati stessi, mi sembra  sia veramente un aspetto disgustoso”.

 

Le autorità afghane non hanno voluto rendere note le richieste dei rapitori né la loro identità, salvo precisare che non erano militanti islamici, ma criminali. Il presidente dell’Afghanistan, Hamid Karzai, “ha lodato l’operato del ministero dell’Interno e delle altre forze di sicurezza, gli sforzi degli ulema e delle donne di Kabul. Il ministro degli Esteri italiano, Gianfranco Fini, ha dichiarato che si è trattato di “un sequestro anomalo, collegato a motivazioni di carattere estorsivo-criminale”, precisando che a gestire la trattativa è stato il governo di Kabul:

 

“Il governo afgano ha tenuto fede all’impegno che Karzai aveva preso personalmente con me. Per noi l’unica vera grande preoccupazione era quella di riportarla a casa senza correre alcun rischio”.

 

Gianfranco Fini ha anche rivelato l’unica contropartita per la liberazione di Clementina: la giovane – ha detto - è stata messa in libertà dopo il rilascio della madre di Timor Shah, il capo della banda dei rapitori. La donna afgana era in stato di fermo perché coinvolta in un precedente sequestro di persona. Oltre alle trattative, grande peso hanno avuto durante i 24 giorni del sequestro, i numerosi appelli lanciati per ottenere la liberazione della cooperatrice italiana. Tra questi, ha ricevuto vasta eco quello di domenica scorsa del Santo Padre. La dolorosa esperienza di questa nostra sorella - aveva detto Papa Benedetto XVI all’Angelus - sia di stimolo a ricercare con ogni mezzo la pacifica e fraterna intesa tra gli individui e le nazioni.

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Quello di Clementina Cantoni è stato un sequestro atipico, diverso da quelli operati in Iraq. Lo spiega al microfono di Roberto Piermarini l’esperto di terrorismo del Corriere della Sera, Guido Olimpio:

 

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R. – La banda responsabile del sequestro è dedita al brigantaggio, sia pure con venature politiche. Il capo, Timor Shah, era legato in qualche modo all’ex regime dei talebani e quindi la banda si è mossa con l’obiettivo di ottenere la liberazione di alcuni amici e parenti. Ha anche chiesto un riscatto.

 

D. – Come possiamo inquadrare questo sequestro nella realtà afgana?

 

R. – Con questo sequestro si è introdotta in Afghanistan una pratica che potremmo chiamare irachena. E’, quindi, un segnale abbastanza negativo. Il secondo elemento è che la soluzione positiva non può far dimenticare che ci sono molte realtà in Afghanistan pericolose e in evoluzione. Ci sono segnali concreti di un ritorno all’attività dei talebani. Alcune richieste della banda sono state accettate e cioè potrebbe spingere ad altre operazioni di questo tipo. In questo caso c’è stata una copertura mediatica minore rispetto a quella dell’Iraq. Se ci fosse stata una pressione maggiore dei media, se ci fossero stati più video – invece di uno solo – sicuramente la posta in gioco sarebbe stata più alta.

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QUESTA SERA ALLE 21.00 IN PIAZZA SAN PIETRO VEGLIA DI PREGHIERA

PER IL PAPA PROMOSSA DAL MOVIMENTO DELL’AMORE FAMILIARE

- Intervista con don Stefano Tardani -

 

Si svolge questa sera alle 21, in Piazza San Pietro, una veglia di preghiera per Benedetto XVI e il suo Pontificato. L’arcivescovo Oscar Rizzato, elemosiniere di sua Santità, guiderà la recita del Santo Rosario seguita dalla processione aux flambeaux fino alla Chiesa di Santo Spirito in Sassia dove la preghiera e l’adorazione eucaristica si protrarranno fino a mezzanotte. L’iniziativa è promossa dal Movimento dell’Amore Familiare. Ma perché questa veglia? Giovanni Peduto lo ha chiesto all’assistente spirituale del movimento, don Stefano Tardani:

 

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R. – Appena eletto, il Santo Padre ha chiesto che si pregasse per lui e per il suo ministero nella “vigna del Signore”, come ha detto lui stesso. Questo suo invito ha suscitato subito familiarità e simpatia; era una richiesta vera, autentica, che chiamava all’unità e alla collaborazione. E’ stato subito sentito come un invito, uniti nella fede e nell’amore a Gesù, a proseguire sulle orme del suo beneamato predecessore Giovanni Paolo II. Non potevamo disattendere un desiderio del Santo Padre, né rimandarlo più oltre. Così, con i laici e le famiglie del nostro Movimento dell’Amore Familiare, abbiamo organizzato  questa veglia di preghiera per Benedetto XVI e per il suo Pontificato. Sono stati invitati i fedeli delle parrocchie con i loro pastori, le associazioni, i movimenti e invitiamo ora, anche per radio, quanti si vorranno unire nella preghiera e nella lode al Signore.

 

D. – La veglia termina a Santo Spirito in Sassia, perché?

 

R. – Stiamo celebrando l’Anno dell’Eucaristia, abbiamo voluto così che la veglia avesse il suo epilogo con la processione fino alla Chiesa che è lì vicino, di Santo Spirito in Sassia, dove ci sarà una breve adorazione al Santissimo Sacramento e al termine la benedizione eucaristica.

 

D. – La causa della vita e della famiglia sono tra le priorità della Chiesa in questo momento storico ...

 

R. – Stiamo vivendo un’epoca di nuove applicazioni tecnologiche. E’ la prima volta che tutto questo passa non accanto all’uomo, ma dentro l’uomo stesso, toccando i fondamenti della vita umana e della famiglia. Questo significa che la potenza della scienza e della cultura possono essere per il bene e per il progresso della civiltà che chiamiamo appunto civiltà della vita, della verità e dell’amore. Viceversa, la potenza della scienza e della cultura possono essere per la morte, l’inganno e la prevaricazione appunto della potenza sulla verità e sull’amore. L’amore e il rispetto che si deve alla vita umana, dal suo concepimento fino al suo termine naturale, come anche il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio, sono due realtà inscindibili che si illuminano a vicenda e che segnano il cammino dell’umanità. E’ proprio qui che si pone il grande servizio della Chiesa al mondo come l’ha voluta Gesù Cristo. Una vicinanza umana della Chiesa alle realtà, alle sofferenze e ai bisogni dell’uomo ma anche una guida, una luce di Dio creatore e redentore, indispensabile perché il mondo non si perda in una felicità illusoria ma costruisca il regno di Dio progredendo in un vero umanesimo. E’ un’opera veramente grande quella della Chiesa, per questo il Papa ha chiesto preghiere ed è quanto faremo con la veglia di questa sera alle ore 21 in Piazza San Pietro.

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EMANUELE STABLUM, UN PROFESSIONISTA E UN MODELLO DI CARITA’:

CONCLUSA A ROMA LA FASE DIOCESANA DEL PROCESSO DI BEATIFICAZIONE,

DEL PRIMO MEDICO RELIGIOSO DEI FIGLI DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

- Intervista con padre Giovanni Cazzaniga -

 

Medico, sacerdote, uomo di carità: per Emanuele Stablum, religioso della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, si avvicinano gli onori degli altari, dopo la conclusione della fase diocesana del processo di beatificazione. Nato nel 1895 da un’umile famiglia della provincia di Trento, allora parte del Tirolo austriaco, Stablum entra ben presto nell’Istituto al quale consacrerà la propria esistenza, ma il suo desiderio di diventare sacerdote deve attendere: i suoi superiori gli chiedono di laurearsi in medicina per poter curare i dermopazienti di un nascente sanatorio. E’ l’inizio di una straordinaria parabola esistenziale. Emanuele Stablum diventa il primo religioso medico della Congregazione, sperimenta con successo nuovi metodi curativi, fa compiere un balzo di qualità all’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (IDI) nel quale, durante la seconda Guerra mondiale, trarrà in salvo dai nazisti anche 51 ebrei. In memoria di questo gesto, dal 2001 il nome di Emanuele Stablum – morto nel 1950 - è inciso sul Muro dello Yad Vashem, a Gerusalemme, e una medaglia ebraica lo onora come “Giusto fra le Nazioni”. Padre Giovanni Cazzaniga, postulatore della Causa di beatificazione, lo ricorda così al microfono di Giovanni Peduto:

 

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R. – Un religioso molto fedele alla volontà di Dio; un religioso che nell’obbedienza a Dio e ai superiori ha realizzato il progetto della sua consacrazione, e soprattutto la sua personalità di medico-santo, che incide parecchio nella testimonianza di fede, di vita cristiana e religiosa. Ha abbinato molto bene la scienza e la fede. Quando i superiori l’hanno chiamato ad essere medico, tutto quello che aveva convogliato in se stesso per il sacerdozio, lo riversò nella scienza e soprattutto nella professione medica: la sua è diventata una missione di medico-sacerdote.

 

D. – Emanuele Stablum ha rischiato la vita per salvare numerosi ebrei...

 

R. – Sì. Di fatto, per obbedire alla sollecitazione di Papa Pio XII, Stablum ha aperto le porte a numerosi rifugiati politici perseguitati, tra cui anche ad oltre 50 ebrei che furono salvati dalla Shoah proprio per merito suo, a rischio della vita sua e della comunità. E gli ebrei sono stati molto coerenti conferendogli, alla memoria, l’onorificenza di “Giusto tra le nazioni”.

 

D. – Quale messaggio dà al mondo di oggi Emanuele Stablum?

 

R. – Il messaggio che rivolge a tutti i cristiani è che la volontà di Dio è sempre una volontà di pace. Ma, nello stesso tempo, è anche la realizzazione stessa della libertà della persona, perché chi si tuffa nella volontà di Dio agisce proprio in una grande libertà. Poi, soprattutto al mondo medico, il messaggio che arriva da Stablum - cofondatore dell’Associazione Medici Cattolici italiani - riguarda la visione del malato. Oltre che scorgere in lui il Cristo sofferente, vedeva nel malato una persona: prima di una terapia, aveva colloqui lunghissimi con il malato, proprio perché voleva capire quale interferenza ci fosse tra la malattia dello spirito e la patologia del corpo, e quindi dava due terapie.

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CHIESA E SOCIETA’

10 giugno 2005

 

 

Appello dei vescovi della regione del nord est del messico contro

la violenza e il consumo di stupefacenti che minacciano la regione.

Con un documento, diffuso nei giorni scorsi, i presuli si rivolgono

alla comunità ecclesiale e a tutta la società affinché si ponga fine

a questa situazione di insicurezza

 

MONTERREY. = I vescovi della regione pastorale nord est del Messico con una dichiarazione intitolata “Narcotraffico e violenza sociale”, affermano di non poter restare impassibili “dinanzi al fragore della violenza che seguita a bagnare di sangue questa regione e all’onda silenziosa, ma non meno distruttiva, che continua a provocare il consumo di stupefacenti”. Nel documento, i vescovi offrono un quadro della situazione di violenza, caratterizzata da frequenti esecuzioni di civili, sequestri, irruzioni nelle case private o nei luoghi pubblici, e lamentano la crescita di quanti si dedicano al traffico di stupefacenti. I presuli denunciano, inoltre, come anche alcune autorità siano complici del traffico e della distribuzione di stupefacenti. Di fronte a questo panorama che riflette una cultura di morte - caratterizzata dal disprezzo della vita umana, dallo svilimento della dignità della persona, dalla perdita di coscienza del valore del lavoro onesto, dalla corruzione e dall’impunità - è a rischio – sostengono - “la perdita dei valori umani trascendenti, che danno coesione e stabilità alle società”. Per i presuli, dunque, soltanto la conversione a Dio può far assumere consapevolezza delle conseguenze della collaborazione con il narcotraffico.  Una situazione - proseguono il documento – che ci pone dinanzi alla sfida di lasciar entrare Dio nelle nostre vite, nella famiglia e in tutta la società. E’ con profonda preoccupazione che i vescovi si rivolgono alla comunità ecclesiale e a tutta la società, perché si metta fine alla sofferenza di tanti esseri umani e così si freni la distruzione del tessuto sociale provocata dal narcotraffico. Alle autorità, a cui si riconosce l’impegno per contrastare questa piaga, si ricorda che una delle radici del problema è la disuguaglianza sociale, che nega le opportunità di sviluppo alla maggior parte della popolazione. La corruzione e l’impunità, inoltre, ledono lo Stato di diritto, lasciando spazi a vuoti di potere che aprono le porte all’ingovernabilità. Non manca un riferimento agli operatori dei media ai quali viene sollecitato l’impegno a promuovere quanto contribuisca a rafforzare i valori e la qualità morale della popolazione. Alle famiglie si chiede di accompagnare i loro figli in ogni tappa della loro vita, nella consapevolezza che i principali destinatari del narcotraffico sono proprio giovani e bambini. Un appello dei vescovi messicani a tutti gli operatori pastorali, infine, perché nell’evangelizzazione e nella catechesi si annunci con forza Gesù Cristo, unico Salvatore. “Formiamo un fronte comune per promuovere i valori della vita, la dignità della persona e del lavoro, la responsabilità cittadina, l’onestà, la giustizia e la pace, per agevolare la ricostruzione del tessuto sociale”. (E. B.)

 

 

in india, nello stato di orissa, grazie all’impegno della chiesa locale,

le autorità interrompono la demolizione di oltre cento case abitate

da cristiani. ma in tutto il paese continuano gli episodi di intolleranza contro i cristiani

- A cura di Eugenio Bonanata -

 

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NUOVA DELHI. = Ogni giorno, dai diversi stati dell’Unione Indiana, le associazioni cristiane, le Chiese, i semplici fedeli, denunciano casi di discriminazione e di violenza contro i cristiani. Nei giorni scorsi, infatti, nello stato del Karnataka – nell’India sud occidentale - due donne cristiane, accusate di convertire la gente al cristianesimo, sono state aggredite da un gruppo di residenti. Le due stavano distribuendo inviti e opuscoli per un incontro di preghiera in programma nelle vicinanze. L’episodio è stato l’occasione per attivisti indù di inscenare proteste in strada, con slogan e grida contro i cristiani e i loro tentativi di proselitismo. Secondo fonti della Chiesa locale, il clima che si respira in tutta l’area non promette nulla di buono: la tensione resta alta, i pregiudizi e l’odio anti-cristiano sono facilmente percepibili fra la gente. Il timore è che la campagna di intolleranza, fomentata da gruppi estremisti, possa sfociare in fatti di violenza concreta su persone o istituzioni cristiane. Intanto, dall’India orientale, arrivano buone notizie. L’Amministrazione distrettuale di Koraput, nello stato di Orissa, ha fatto sapere di aver interrotto “per ora” la demolizione delle case di un centinaio di famiglie cristiane, in seguito all’intervento delle autorità locali. Un intervento fortemente richiesto dai rappresentanti della comunità cristiana locale, che hanno definito “sconsiderato” il trasferimento “di questa povera gente poco prima della stagione delle piogge monsoniche”. Appena saputo del provvedimento, i cristiani hanno cercato di posticipare la demolizione.  Dal canto suo, l’Amministrazione distrettuale aveva però respinto la richiesta e, venuta a conoscenza delle tensioni, aveva ordinato un “pesante dispiegamento di polizia” nella cittadina. Così l’amministrazione aveva ordinato alle famiglie di “ricollocarsi” per procedere alla demolizione, ufficialmente parte di un progetto di miglioramento della città di Jeypore. Secondo la comunità cristiana locale, invece, il provvedimento era ispirato dal Partito nazionalista “Bharatiya Janata Party” che per mezzo del braccio armato il “Corpo nazionale di volontari”, promuove, anche con la violenza, la propria ideologia estremista. (E. B.)

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Prevenire il traffico di minori nella zona di confine fra il Benin

e la Nigeria. è quanto prevede un accordo firmato nei giorni scorsi

dalle autorità dei due paesi africani. l’obiettivo è arginare il fenomeno

che interessa migliaia di bambini ogni anno

 

 COTONOU. = Un’intesa di cooperazione su “prevenzione, repressione e soppressione” della tratta di esseri umani, con particolare riferimento a donne e bambini, è stato firmato a Cotonou dalle autorità di Benin e Nigeria. L’urgenza di un accordo tra i due Paesi confinanti per arginare il traffico di persone, era emersa già nel 2003, quando le autorità di frontiera avevano fermato un “carico” di 300 minori del Benin, destinati a essere sfruttati per lavori pesanti. “Si tratta chiaramente di un problema transfrontaliero, soprattutto per la tratta di minori, e dunque lo strumento migliore è un accordo bilaterale come quello appena firmato”, ha detto il ministro degli Esteri beninese, Ragatine Biaou. A gennaio, pattuglie miste dei due Paesi avevano iniziato la propria attività nella zona di frontiera “per garantire sicurezza a tutta la fascia di confine”. Da tempo, il Benin è crocevia di una vera e propria “tratta”: famiglie povere vendono i minori per poche decine di euro a bande organizzate che promettono di farsi carico della loro educazione ma che in realtà gestiscono questo traffico soprattutto con la Nigeria, ma anche con Camerun, Gabon e Costa d’Avorio, dove i ragazzi vengono rivenduti a prezzi dieci volte superiori. Secondo statistiche del locale Ministero per la Protezione sociale, sono oltre seimila i bambini del Benin sfruttati in Nigeria nelle coltivazioni, soprattutto di cacao, e nelle cave per l’estradizione di minerali. L’organizzazione “Brigata di protezione dei minori” di Cotonou sostiene che ogni anno, dal 2000, almeno 4.000 piccoli schiavi siano stati intercettati alle frontiere del Benin. (E. B.)

 

In cina, le scuole cristiane criticano le nuove proposte del governo in tema di educazione che ridimensionerebbero il loro ruolo. e si dicono pronte

ad intraprendere una battaglia legale contro le autorita’

 

HONG KONG. = I responsabili delle comunità cristiane di Hong Kong sono pronti a citare in giudizio il governo locale per discriminazione contro le scuole cristiane, ree di non accettare la nuove legge sull’educazione, varata nel luglio dello scorso anno. Il Dipartimento dell’educazione cinese, infatti, ha approntato – secondo l’agenzia Asia News -  un decreto che offre diversi benefici per le scuole che attuano da subito la legge. Tali benefici comprendono: assicurazione al personale della scuola, elasticità nella gestione dei fondi, un bonus annuale di 350 mila dollari di Hong Kong. Le chiese cristiane, invece, hanno criticato a suo tempo la nuova legge perché emargina il loro ruolo educativo, e stanno ostacolando la sua attuazione che dovrebbe essere obbligatoria entro il 2008. Non riceveranno, dunque, dei benefici previsti. I rappresentanti cristiani definiscono discriminante la proposta e chiedono che il godimento dei benefici venga esteso a tutti oppure cancellato. Avvocati e penalisti danno ragione alle comunità cristiane e dicono che se le Chiese citano in tribunale il governo, di sicuro vinceranno la causa. La stessa proposta, infatti, ammette un ritardo nell’attuazione è legale: motivo valido, quindi, per considerare discriminante il decreto sui benefici concessi solo a chi attua la legge. Secondo l’agenzia di stampa Asia News, il governo, accortosi della mossa errata, sta tentando un compromesso con le Chiese e ha invitato i capi cristiani a un incontro pubblico in programma per la prossima settimana. (E. B.)

 

 

L’UNIVERSITA’ CATTOLICA DI ROMA PREMIA IL PRESIDENTE DELLA CAMERA,

PIER FERDINANDO CASINI, E MONS. LEONARDO SANDRI,

SOSTITUTO DELLA SEGRETERIA DI STATO

 

ROMA. = Il presidente della Camera Pierferdinando Casini e il sostituto della Segreteria di Stato mons. Leonardo Sandri sono “due grandi amici dell'Università Cattolica, due personalità della Chiesa e del Paese che hanno testimoniato una comunanza ideale con la missione dell’ateneo dei cattolici italiani”. Il rettore della Cattolica, Lorenzo Ornaghi, ha introdotto così la sessione accademica per la consegna dello speciale riconoscimento della sede di Roma all’arcivescovo Sandri e all’onorevole Casini. “Con questo omaggio - si legge nella motivazione del premio attribuito a mons. Sandri - intendiamo testimoniarle la nostra stima e rinnovarle tutta la nostra gratitudine, in particolare quella dei degenti e del personale sanitario del Policlinico Agostino Gemelli, per essere stato la voce di Giovanni Paolo II durante la recita dell'Angelus nei suoi ultimi due ricoveri”. Un compito prezioso “svolto con grande umanità e semplicità, che ha permesso al mondo intero di ascoltare gli ultimi insegnamenti di un Pontefice, la cui eredità resterà un tesoro inesauribile per ognuno di noi”. “Perseguendo una visione che lega saldamente la maturità e la vitalità democratica di un Paese con il prestigio interno e il rango internazionale delle istituzioni dello Stato, il presidente della Camera - si legge invece nella motivazione del premio conferito a Casini - ha costantemente operato affinché l’Italia ricopra un ruolo da protagonista sia nell’Unione Europea, sia nei nuovi e spesso inattesi scenari geo-politici che l’età della globalizzazione giorno dopo giorno va disegnando. Attraverso il suo impegno istituzionale si è consolidata quella tradizione di democrazia che, ispirata dalla concezione cristiana dei valori e della politica, ha le sue radici nei padri fondatori dell’Italia repubblicana e della comune casa d’Europa”. Una tradizione di cultura e di azione, che “è sempre risultata indispensabile nelle fasi decisive della nostra storia e che ha sempre prodotto le innovazioni sociali e istituzionali più durature e più vantaggiose per l’intero Paese”. All’onorevole Casini, infine, la Cattolica ha voluto esprimere un sentito riconoscimento per la sua speciale vicinanza al Policlinico Agostino Gemelli e a tutta la comunità universitaria, durante le settimane delle ultime degenze di Giovanni Paolo II. Altri attestati sono andati poi, per la loro carriera ventennale, a dipendenti non medici dell’Università. Alla cerimonia era presente il nunzio in Italia, mons. Paolo Romero. (E. B.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

10 giugno 2005

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco e Donika Lafratta -

 

In Iraq sono stati rinvenuti, nella parte occidentale del Paese, i corpi di 16 persone barbaramente uccise. Molte delle vittime avevano le mani legate dietro la schiena ed alcune erano bendate. Gli inquirenti hanno dichiarato che potrebbe trattarsi di alcuni soldati rapiti due giorni fa a Qaim, roccaforte sunnita vicino al confine siriano. A Bassora, intanto, uomini armati hanno assassinato un alto funzionario della polizia.

 

Un cauto pacchetto di riforme, ma nessun netto cambiamento politico. Questa la conclusione, ieri a Damasco, del decimo congresso del Baath, il partito al potere da 42 anni in Siria. C’era per noi Barbara Schiavulli:

 

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Finisce il monopolio del partito unico. Verranno accettati altri partiti purché non siano confessionali o etnici. E’ un modo per evitare che i movimenti curdi o religiosi si insinuino nel governo. Verrà alleggerito lo stato di emergenza, in vigore dal ’63, e la stampa per la prima volta potrà essere indipendente. E sullo stato di emergenza sono anche intervenuti gli intellettuali iracheni con una lettera firmata da 225 dissidenti che hanno chiesto al partito di liberare tutti i detenuti politici, tra cui scrittori e legislatori arrestati solo per aver criticato il governo. Qualche passo avanti è stato fatto, anche se tutte le decisioni prese durante il Congresso dovranno passare attraverso il filtro del Parlamento. Sul fronte estero, la Siria dovrà migliorare le relazioni con l’Iraq, che spesso accusa di lasciar passare la militanza attraverso i suoi confini. Dovrà trovare una soluzione al problema dei curdi e impegnarsi in una strategia di pace nei territori occupati.

 

Barbara Schiavulli da Damasco, per Radio Vaticana.

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Il presidente dell’ANP, Abu Mazen,ha incontrato ieri a Gaza gli esponenti dei principali movimenti palestinesi: gli integralisti di Hamas, della Jihad Islamica, e di Al Fatah, il partito del presidente. Scopo di questi colloqui è quello di salvare la tregua informale in vigore da tre mesi con Israele, dopo le violenze degli ultimi giorni.

 

Una violenta esplosione è avvenuta questa mattina a trecento metri dal terminal dell’aeroporto di Saragozza, in Spagna. Secondo alcune fonti locali, non ci sarebbero vittime. L’attentato sarebbe stato preannunciato dall’ETA attraverso una telefonata anonima giunta al quotidiano basco ‘Gara’ qualche minuto prima della deflagrazione.

 

Un deputato del Parlamento del Kirghizistan, vicino all’ex presidente Akaiev, è stato assassinato oggi nel centro di Bishkek. Torna dunque la tensione nella ex Repubblica sovietica, dopo le elezioni svoltesi tra febbraio e marzo, considerate inquinate da frodi. Il voto aveva scatenato la cosiddetta ‘rivoluzione dei tulipani’, che portò alla caduta del regime di Akaiev. Il prossimo 10 luglio si terranno le presidenziali.

 

In Cecenia, sette poliziotti sono stati uccisi in un agguato compiuto da ribelli, ieri sera nel sudest del Paese. Secondo quanto riferito dall'agenzia Interfax, l’auto nella quale viaggiavano i poliziotti è stata attaccata e colpita da lanciarazzi.

 

È salito a oltre 400 il numero delle persone infettate dall'epidemia di epatite A, diffusasi negli ultimi giorni nella regione russa di Tver, duecento chilometri circa a nord-ovest di Mosca. Secondo l'istituto superiore di sanità russo, l’epidemia sarebbe stata originata dalla violazione di norme igienico-sanitarie da parte un’azienda locale produttrice di bevande. La direzione dello stabilimento e fonti locali hanno dal canto loro sollevato ieri il sospetto di un ipotetico sabotaggio.

 

Colpo di scena in Bolivia: dopo la crisi politica che ha paralizzato il Paese negli ultimi giorni, il Parlamento di La Paz ha scelto il nuovo presidente. Si tratta di Eduardo Rodriguez, già capo della Corte Suprema di giustizia, subentrato al posto del dimissionario Carlos Mesa. Il servizio di Maurizio Salvi:

 

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Tutti sembravano rassegnati all’apertura di una nuova stagione di violenza e di caos in Bolivia. Ma dopo il decesso di un minatore in scontri con le forze dell’ordine, c’è stato un colpo di scena notturno, frutto di un accordo dell’ultimo minuto. Questo accordo, di cui non si conoscono i termini, ha permesso di risolvere il problema della presidenza. Così il posto lasciato vacante da Carlos Mesa è stato occupato dal presidente della Corte Suprema, Eduardo Rodriguez, che aveva già dichiarato che in caso di designazione si sarebbe occupato unicamente dell’organizzazione di elezioni anticipate. Rodriguez è, fra l’altro, l’uomo che tutte le forze sociali, politiche e sindacali, impegnate nelle proteste, avevano designato come unico possibile successore di Mesa. Per gran parte della giornata gruppi parlamentari si erano riuniti, ieri, per studiare una via di uscita. Le difficoltà sembravano insormontabili. Il presidente del Senato, Hormando Vaca Diez, primo nella linea di successione costituzionale alla presidenza, aveva infatti lasciato intendere di non volersi fare da parte come tutti gli chiedevano. Ma poi Vaca Diez ha fatto dietrofront e Rodriguez è stato designato capo di Stato.

 

Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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Folle gesto in un liceo di Yamaguchi, nel Giappone occidentale: uno studente ha lanciato una bomba molotov nella sua classe e ha ferito almeno 58 compagni. Il diciottenne, arrestato poco dopo dalla polizia, ha ammesso la sua responsabilità senza fornire alcuna spiegazione.

Dovrebbero riprendere oggi ad Abuja, in Nigeria, i negoziati per la soluzione della crisi in Darfur. La regione occidentale sudanese è teatro da diversi anni di una sanguinosa guerra civile tra gruppi di ribelli e l’esercito governativo. Dall’inizio del conflitto, sono morte circa duecentocinquanta mila persone e due milioni e mezzo sono state costrette a fuggire nei paesi vicini.

Violenti scontri si sono registrati questa mattina ad Harare, in Zimbabwe, dove le forze dell’ordine sono intervenute contro gli aderenti allo sciopero generale che sta paralizzando il Paese da ieri. La protesta è stata indetta dal principale partito di opposizione, il Movimento per il cambio democratico, contro la campagna di repressione del governo nei confronti dei commercianti ambulanti e l’abbattimento di molte baracche.

 

 

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