RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 156 - Testo della trasmissione di domenica 5 giugno 2005

 

 

Sommario

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Liberate Clementina Cantoni: è il vibrante appello di Benedetto XVI all’Angelus, in piazza San Pietro. Il Papa rivolge un pensiero speciale al popolo boliviano, che affronta una drammatica crisi politica, ed esorta i fedeli a pregare il Sacro Cuore di Gesù.

 

Benedetto XVI apre domani sera il Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, nella basilica di San Giovanni in Laterano, incentrato sulla famiglia. Con noi Suor Lorenzina Colosi.

 

Ieri, nella Basilica Vaticana, incontro di preghiera delle associazioni mariane italiane per la festa del Cuore Immacolato di Maria.

 

IN PRIMO PIANO:

Evitare di tornare al far west procreativo: così, il presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini, motiva ai nostri microfoni l’astensione ai referendum di domenica prossima sulla legge 40

 

Si celebra oggi la Giornata mondiale dell’ambiente, quest’anno sul tema dell’urbanizzazione: intervista con il prof. Antonino Zichichi

 

Al via domani a Terni un originale festival cinematografico sul mondo del lavoro. Ai nostri microfoni il direttore artistico, Mario Sesti.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Si chiude oggi a Castelgandolfo il Convegno internazionale dei membri del Movimento dei focolari che operano in parrocchia.

 

Le migrazioni e le nuove frontiere della missione nel rapporto pubblicato in occasione del centenario della morte del Beato Giovanni Battista Scalabrini

Alla IV Conferenza interreligiosa “Abramo” di Sydney, il cardinale Pell invita le grandi religioni monoteiste a costruire ponti di dialogo

 

Concluso a Palermo il convegno internazionale del Cesnur sui movimenti religiosi

 

Consegnati stamane a Roma i premi “Vivere da campione” a personalità del mondo sportivo, impegnate nella solidarietà.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Afghanistan, arrestato il capo della banda responsabile dell’omicidio della giornalista Maria Grazia Cutuli -  Svizzera oggi al voto su coppie omosessuali e adesione al trattato di Schengen: in vantaggio il “sì”.

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

5 giugno 2005

 

 

 

LIBERATE CLEMENTINA CANTONI: E’ IL VIBRANTE APPELLO DI BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS, IN PIAZZA SAN PIETRO. IL PAPA RIVOLGE UN PENSIERO SPECIALE AL POPOLO BOLIVIANO CHE AFFRONTA UNA DRAMMATICA CRISI POLITICA E INVITA I FEDELI A PREGARE IL SACRO CUORE DI GESU’, NEL QUALE ADORIAMO L’AMORE DI DIO PER L’UMANITA’

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Liberate Clementina Cantoni: all’Angelus in piazza San Pietro, Benedetto XVI rivolge un vibrante appello per il rilascio della volontaria italiana rapita in Afghanistan. Il Papa esprime anche la sua vicinanza al popolo della Bolivia alle prese con una drammatica crisi politica. E nella prima domenica di giugno, il Pontefice sottolinea la centralità, per la vita dei fedeli, del Sacro Cuore di Gesù, solennità celebrata venerdì scorso. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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Benedetto XVI è vicino a chi soffre, a quanti in queste ore a causa della guerra, delle tensioni sociali o del terrorismo vivono momenti di paura, di angoscia. All’appuntamento domenicale dell’Angelus in piazza San Pietro, gremita di fedeli, il Papa rivolge un appello vibrante per la liberazione di Clementina Cantoni, rapita in Afghanistan mentre svolgeva il suo impegno in favore dei più deboli:

 

“Unisco la mia voce a quella del Presidente della Repubblica Italiana, del Presidente dell’Afghanistan e dei popoli italiano ed afgano per chiedere la liberazione della volontaria italiana Clementina Cantoni. La dolorosa esperienza che questa nostra sorella sta vivendo sia di stimolo a ricercare con ogni mezzo la pacifica e fraterna intesa tra gli individui e le nazioni”.  

Il Santo Padre non manca di rivolgere un pensiero a quei popoli che sperimentano “tensioni sociali e politiche, che rischiano in alcuni casi di sfociare in gravi conflitti”. Il cuore del Papa è vicino in particolare al popolo boliviano alle prese con una drammatica crisi politica:

 

“Affido alla Madonna la mia speranza e il mio appello affinché prevalgano in tutti la ricerca del bene comune, il senso di responsabilità e la disponibilità al dialogo aperto e leale”.

 

Di fronte alle situazioni di dolore sperimentate da varie regioni del mondo, Benedetto XVI ricorda dunque ai fedeli il significato profondo della solennità del Sacro cuore di Gesù, celebrata venerdì scorso. Nel cuore del Redentore adoriamo “l’amore di Dio per l’umanità, la sua volontà di salvezza universale, la sua infinita misericordia”. Un richiamo corredato da una viva esortazione:

 

“Rendere culto al Sacro Cuore di Cristo significa, pertanto, adorare quel Cuore che, dopo averci amato sino alla fine, fu trafitto da una lancia e dall’alto della Croce effuse sangue e acqua, sorgente inesauribile di vita nuova”.

 

Il Papa rammenta che la festa del Sacro Cuore è stata anche la Giornata mondiale per la santificazione dei sacerdoti, “occasione propizia per pregare affinché i presbiteri nulla antepongano all’amore di Cristo”. Si sofferma così sulla figura del Beato Giovanni Battista Scalabrini, profondamente devoto al Cuore di Cristo, che fondò i missionari “scalabriniani” per l’annuncio del Vangelo tra gli emigranti italiani. Da questa figura, il Pontefice prende spunto per una profonda riflessione:

 

“Ricordando questo grande Vescovo, rivolgo il mio pensiero a coloro che si trovano lontani dalla patria e spesso anche dalla famiglia ed auspico che incontrino sempre sul loro cammino volti amici e cuori accoglienti, capaci di sostenerli nelle difficoltà di ogni giorno”.

 

Benedetto XVI sottolinea come il cuore che più di ogni altro rassomiglia a quello di Cristo è “senza dubbio il cuore di Maria”. Invita così tutti i fedeli ad affidare al suo Cuore Immacolato il mondo intero perché “sperimenti l’amore misericordioso di Dio e conosca la vera pace”.

 

Il Papa ricorda poi l’odierna giornata italiana dello Sport e quella mondiale dell’Ambiente. L’auspicio di Benedetto XVI è che “lo sport praticato in modo sano e armonico a tutti i livelli favorisca la fratellanza e la solidarietà tra le persone e il rispetto e la valorizzazione dell’ambiente naturale”. Tra i tanti saluti del Pontefice ai pellegrini uno in particolare ad un folto gruppo di aderenti al Movimento dei Focolari esortati ad essere “segno di Cristo risorto” in ogni ambiente di vita.

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         BENEDETTO XVI APRE DOMANI SERA IL CONVEGNO ECCLESIALE DELLA

DIOCESI DI ROMA, NELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO.

TEMA CENTRALE DELL’ASSISE: LA FAMIGLIA NELLA MISSIONE PASTORALE

- Ai nostri microfoni, suor Lorenzina Colòsi -

 

         Al via domani, con la Relazione fondamentale di Benedetto XVI, i lavori del Convegno ecclesiale diocesano di Roma sul tema “Famiglia e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della fede”. L’assise, che si concluderà il 9 giugno, avrà luogo nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Il Convegno si inserisce in un progetto biennale di azione rivolto alla famiglia come oggetto e contemporaneamente soggetto della missione pastorale, chiamata alla comunione e alla corresponsabilità nella costruzione della comunità cristiana in Roma. Al Convegno prenderanno parte i parroci romani, religiosi e laici impegnati nelle parrocchie, nelle associazioni e movimenti ecclesiali presenti sul territorio. Ad illustrare l’evento è suor Lorenzina Colòsi del Comitato organizzatore del Convegno, intervistata da Adriana Masotti:

 

 

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R.- Da due anni la diocesi sta lavorando per questo incontro con le famiglie. Vogliamo completare con il tema “Famiglie e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della fede”, perché riteniamo che la prima iniziazione alla fede e la sua trasmissione avvengono proprio nell’ambito della famiglia.

 

D. – Finora quale esperienza è maturata in diocesi nel lavoro con le famiglie?

 

R. - E’ cresciuta moltissimo la sensibilità dell’incontro con le famiglie, cominciando da quelle che chiedono qualcosa alla comunità cristiana, come il matrimonio, il battesimo dei figli, la prima Comunione, la Cresima. Una esperienza molto positiva e molto bella è stata quella di accogliere i genitori che chiedono il battesimo e di accompagnarli nei primi anni di vita dei bambini, in modo da poter essere sostenuti nell’educare i bambini a quelli che sono i primi atteggiamenti positivi che saranno poi, in fondo, il sostegno e la via della fede, come il perdono, il sentirsi amati e amare allo stesso tempo.

 

D.- Che risposta c’è? C’è attenzione, c’è voglia di partecipare o difficoltà a tirar fuori dalle proprie case le famiglie?

 

R. - Laddove le famiglie si avvicinano e sperimentano questa esperienza e questo desiderio di conoscere di più il Signore e di educare meglio i propri figli, qui c’è una grossa risposta. Dall’altra parte, dobbiamo tener conto anche che noi abbiamo tante famiglie in difficoltà, tante famiglie che hanno problemi grossi di rapporto tra i coniugi, certe volte anche problemi per cui i coniugi non possono avere tempo e spazio per dedicarsi completamente ai bambini e questo crea delle grosse difficoltà nell’educazione dei figli e nell’educazione alla fede in modo specifico. Oggi le famiglie sono isolate a Roma, con problemi diversi, di lavoro, di tempo, di abitazione, perciò i genitori giovani sono molto felici di essere accompagnati e di avere punti di riferimento.

 

D. – Proprio per avvicinare famiglie in difficoltà quali strumenti si possono dare le parrocchie e la diocesi?

 

R. – Primo: una grande carità e un grande amore, tenendo conto che tutti vogliamo essere amati e accolti. Dall’altra parte è molto importante anche il sostegno delle altre famiglie. Nel convegno c’è anche questo stimolo, riprendere la missione cittadina, soprattutto a partire dalle famiglie perché l’incontro condominiale di famiglie che si incontrano tra loro per scambiare l’esperienza, per leggere insieme la Parola di Dio molte volte è il primo approccio per riprendere pienamente una esperienza completa di fede.

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IERI, NELLA BASILICA VATICANA, INCONTRO DI PREGHIERA DELLE

ASSOCIAZIONI MARIANE ITALIANE PER LA FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 

“La devozione alla Vergine si esprime nella fede, nell’amore cristiano e nel saper fare della nostra vita un’esistenza eucaristica”: così, il cardinale vicario del Papa per la diocesi di Roma, Camillo Ruini, ai membri delle associazioni mariane italiane, riuniti ieri in preghiera nella Basilica di San Pietro per la Festa del Cuore Immacolato di Maria. Hanno partecipato all’evento, tra gli altri, la Legione di Maria, la Milizia dell’Immacolata, la Gioventù ardente mariana, l’Aiuto alla Chiesa che soffre e il Rinnovamento dello Spirito Santo. Il servizio di Roberta Moretti:

 

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(musica)

 

Un pomeriggio d’intensa spiritualità, per entrare nel mistero del Cuore Immacolato di Maria, e consacrarsi a Lei, madre di Cristo e madre dell’uomo. Per la prima volta a Roma tutti insieme, oltre 6 mila rappresentanti di circa 30 associazioni mariane italiane si sono stretti in preghiera nella Basilica Vaticana attorno alla statua della Madonna pellegrina di Fatima. Fu Lei, apparendo alla pastorella Lucia dos Santos il 13 giugno del 1917, a mostrare il suo Cuore coronato di spine e a richiederne la devozione a nome di Gesù, in cambio della salvezza eterna. Ad aprire l’incontro, l’intervento del noto esorcista, padre Gabriele Amorth, che ha sottolineato, attraverso vari esempi, come la consacrazione a Maria sia un mezzo per appartenere più profondamente a Cristo. E in questo Anno dell’Eucaristia e 150.mo anniversario del dogma dell’Immacolata Concezione, è stata forte la partecipazione all’Adorazione Eucaristica e alla preghiera del Rosario, presieduta dal vicario generale del Papa per la Città del Vaticano, mons. Angelo Comastri. Poi, la santa Messa, celebrata dal cardinale Ruini. Il porporato ha evidenziato, in particolare, l’esempio di Maria nel “dare al Signore una risposta di fede e di amore”:

 

“La devozione a Maria si esprime nella fede, si esprime nell’amore cristiano, si esprime nel saper fare della nostra vita una esistenza eucaristica”.

 

E poco prima della cerimonia di affidamento alla Vergine della “Causa della Vita” e di consacrazione personale al Suo Cuore Immacolato, il cardinale ha descritto il legame intimo che unisce la Madonna alla Chiesa e al Romano Pontefice, invitando i fedeli a “condividere giorno per giorno la parola, l’insegnamento, le scelte della Chiesa”:

 

“Il mondo ha bisogno di questo. La nostra Italia ha bisogno di questo. Tante volte parliamo delle difficoltà che ha il nostro Paese, ma la prima grande radice di difficoltà e la nostra debolezza e fragilità spirituale. Se il nostro cuore, la nostra coscienza sarà sana e forte, allora nessuna difficoltà ci farà paura. E così anche affrontiamo le prove della vita personale, le prove a cui è chiamata la nostra nazione. Le affrontiamo con animo sereno e fiducioso perché sappiamo che il Signore ci è vicino”.

 

(musica)

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

5 giugno 2005

 

 

 

EVITARE DI TORNARE AL FAR WEST PROCREATIVO: COSI’, IL PRESIDENTE DEL MOVIMENTO PER LA VITA, CARLO CASINI, MOTIVA AI NOSTRI MICROFONI

L’ASTENSIONE AI REFERENDUM DI DOMENICA PROSSIMA SULLA LEGGE 40

 

Fra una settimana, si terranno in Italia i referendum abrogativi sulla legge 40, che regolamenta la procreazione medicalmente assistita. Quattro i quesiti proposti dal cosiddetto fronte del si; il quinto quesito,  quello sull’abrogazione totale della norma, seppur presentato, non è stato accettato dalla Corte Costituzionale, che ha rimarcato l’indispensabilità della legge attuale, la prima in questo settore che ha messo ordine al caos preesistente. Isabella Piro ha raccolto il commento del presidente del Movimento per la Vita, Carlo Casini:

 

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R. – C’era il Far West procreativo che non era soltanto una situazione di fatto ma una situazione di diritto. Tutto quello che avveniva prima era assolutamente permesso e come tale protetto dalla legge. Quindi una legge era assolutamente necessaria.

 

D. – Come venivano trattati gli embrioni prima della legge 40?

 

R.- Prima si usava la selezione, il congelamento, l’immagazzinaggio nei frigoriferi, il congelamento stesso e così via.

 

D. – La legge 40 non è una legge cattolica, però pone ugualmente dei punti fermi fondamentali?

 

R. – E’ chiaro che la visione antropologica cristiana è piena di riserve nei confronti della fecondazione artificiale umana, che entra e mette le mani nell’uomo, nel mistero straordinario della creazione, ma in definitiva almeno l’idea è stata di introdurre nel dibattito anche i diritti del concepito, il suo diritto alla vita, il suo diritto alla famiglia in modo particolare. Credo che questa legge sia stata il massimo possibile raggiungibile in questo momento ed è stato raggiunto in tanti anni di lavoro parlamentare ma anche di impegno popolare e alla fine siamo arrivati a questa legge, una legge non perfetta, che non rispecchia pienamente l’antropologia cristiana, ma che almeno dice: se proprio volete ricorrere alla procreazione artificiale, almeno lasciate una speranza, una possibilità di vita ad ogni figlio e garantitegli un padre e una madre certi, veri, conoscibili, conosciuti. Questa è essenzialmente la legge, che va difesa perché per lo meno raggiunge un livello  rilevante nel panorama mondiale di tutela della vita e di tutela della famiglia.

 

D. – Cosa succederà se vincerà il fronte del “sì” al referendum?

 

R. – Se passa il referendum si torna alla possibilità di clonare, selezionare, congelare, ammassare nei frigoriferi, distruggere con aborto selettivo, sperimentare sull’embrione distruggendolo, tornare a non garantire più genitori sicuri ai figli. Cioè si torna al far west. L’uomo quando è piccolo e sta ancora o nella pancia della madre o addirittura nella provetta è uguale a tutti gli altri esseri umani. Questo è il punto fondamentale che si vuole distruggere.

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SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE:

L’ONU, DI FRONTE ALLA RAPIDA URBANIZZAZIONE, RICHIAMA GOVERNI E CITTADINI

A CREARE CITTÀ RISPETTOSE DELLE REGOLE AMBIENTALI

 

- Intervista con il prof. Antonino Zichichi -

 

“Le città verdi: progetta per il pianeta!”. E’ questo il tema della Giornata Mondiale dell’Ambiente, che si celebra oggi per richiamare l’attenzione dei governi e dei privati cittadini a raccogliere la sfida ambientale rappresentata dagli agglomerati urbani. In questa occasione, il segretario generale del’ONU, Kofi Annan, ha sottolineato come nei prossimi 25 anni più del 60% della popolazione del mondo vivrà nelle aree urbane. Tuttavia, in diverse città - in continua espansione - le misure di sicurezza ambientali sono poche e la pianificazione non segue schemi precisi. Ma quali sono le emergenze planetarie oggi? Eugenio Bonanata lo ha chiesto al prof. Antonino Zichichi:

 

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R. – Le emergenze planetarie non sono le due famose – buco dell’ozono, effetto serra – ma sono ben 63 e le stiamo studiando già da diversi anni. Per quello che riguarda l’emergenza di cui si parla in questi giorni, quella delle megalopoli: i posti più pericolosi dove oggi si può vivere sono le grandi concentrazioni urbane e in particolar modo quelle del Terzo Mondo.

 

D. – Guardiamo in prospettiva: quali sono le priorità di intervento?

 

R. – Le priorità di intervento sono da rintracciare nella costruzione stessa delle megalopoli: se si costruissero edifici dotati di sistemi per catturare l’energia solare e trasformarla in calore locale, rappresenterebbe già un grosso passo avanti. C’è poi il problema del traffico, che potrebbe essere risolto con l’utilizzo di macchine elettriche o alimentate ad idrogeno e non perché l’idrogeno sia una sorgente nuova di energia. Quello che bisogna dire chiaramente è che non ci sono pozzi di idrogeno, come è per il petrolio, e che per produrre l’idrogeno ci vuole più energia rispetto a quello che l’idrogeno stesso restituisce, quando viene trasformato in acqua. Pur tuttavia, nelle grandi città le auto a idrogeno ridurrebbero considerevolmente l’inquinamento.

 

D. – Possiamo affermare che le possibilità e le soluzioni tecnologiche sono a portata di mano. Ma cosa manca allora?

 

R. – La cultura. Noi abbiamo visto diversi milioni di persone che si sono riversate tra le strade di Roma durante i giorni che hanno preceduto e seguito la morte del grande Papa Giovanni Paolo II. Non è successo assolutamente nulla! Non si sono verificati incidenti, delitti, niente di niente e questo perché questi milioni di persone erano motivate da ideali. Noi dobbiamo portare nelle megalopoli il rispetto della dignità umana e questo viene dalla cultura che crede nel trascendente. L’ateismo ha creato disastri e purtroppo continua a crearli.

 

D. – Cosa potrebbe fare concretamente ciascuno di noi per contribuire a questa causa?

 

R. – Non sprecare energia. Quando si lascia, ad esempio, un televisore acceso in attesa senza spingere il bottone, quanto si consuma? Un watt o due watt. Ma moltiplicato per un miliardo di persone diventa un gigawatt, quanto una centrale elettrica. Imparare poi a non sprecare acqua, a non sporcare. Sono tutti piccoli gesti che sembrano insignificanti, ma che se si moltiplicano per centinaia di milioni diventano disastri. Se tutti rispettassero questi principi elementari di convivenza e di civiltà, sarebbe un grosso passo avanti.

 

D. – La responsabilità ricade anche sugli amministratori locali?

 

R. – Assolutamente sì. Gli amministratori locali, però, spesso affermano che non hanno i mezzi per intervenire… Le megalopoli possono essere trasformate in città verdi se ci sono motivazioni ideologiche. Non basta la tecnologia. La tecnologia c’è, ma come mai essendo a disposizione uno strumento tecnologico non succede nulla? Questo è il mistero dei nostri tempi!

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AL VIA DOMANI A TERNI UN ORIGINALE FESTIVAL

CINEMATOGRAFICO SUL MONDO DEL LAVORO

 

- Ai nostri microfoni il direttore artistico, Mario Sesti -

 

Si inaugura, domani, a Terni e fino all’11 giugno, un curioso Festival cinematografico dedicato al mondo del lavoro. Con anteprime, rassegne e dibattiti si scopre così come il cinema abbia un occhio del tutto particolare nello scrutare e raccontare il lavoro umano. Il servizio di Luca Pellegrini:

 

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(musica)

 

Non è davvero comune che il lavoro conservi quella dimensione di serenità e di gioia, che spesso soltanto le favole più belle riescono ad incarnare. Spesso, invece, il lavoro può diventare per molti una fonte di preoccupazioni e di tensioni, a livello personale, familiare o per un’intera popolazione. Il lavoro è un ottimo soggetto cinematografico e molte sono le pellicole che vi hanno prestato attenzione. Il Festival “Cinema e lavoro” dedica proprio a questo tema anticipazioni e dibattiti, scrutando così, attraverso i più diversi apporti stilistici, il modo con il quale il lavoro identifica una società oppure condiziona in maniera decisiva la nostra vita, anche nella drammatica realtà della ricerca o dell’assenza di lavoro, con tutto ciò che ne deriva come povertà, tensione sociale, ingiustizia. Il direttore artistico del Festival, Mario Sesti, annuncia le scelte più interessanti dell’edizione di quest’anno:

 

R. – Il Festival ha una struttura ad eventi: una giornata è dedicata ad un evento particolare che culmina in serata con un incontro e un dialogo fra un personaggio e il pubblico. Faccio un esempio: avremo Paolo Villaggio per i 30 anni di Fantozzi, avremo poi Bertrand Tavernier, un regista che non ha certo bisogno di presentazioni e che ha dedicato dei film bellissimi al mondo del lavoro ed anche qui avremo un incontro, al quale prenderanno parte specialisti, universitari, docenti, critici ma anche il pubblico stesso potrà incontrare questo regista e vedere poi in anteprima il suo ultimo film che parla del tema dell’adozione.

 

D. - Collaterale alle pellicole in programma ed all’omaggio al lavoro stesso del cinema – in questa edizione si tratta di quello dell’attore – si tiene anche un’interessante retrospettiva di titoli accomunati da un curioso interrogativo: “Il lavoro mangia l’anima?”. Di che cosa si tratta?

 

R. – Non c’è nessuno che possa in qualche maniera evitare il problema del lavoro, nel senso che anche laddove si decide di non lavorare, anche questo è un problema. Ma fino a che punto siamo capaci di convivere con lo stress che il lavoro comporta, con la competizione, l’idea di stare in un ruolo subordinato, la possibilità – e sono tantissime – di finire in situazioni di frustrazioni? Il lavoro è anche uno dei principali strumenti attraverso i quali ci esprimiamo, cresciamo e diventiamo quello che siamo. E’ difficile diventare un’anima che non si trovi prima o poi a dover parlare il linguaggio del lavoro. E’ frequente o comunque è un pericolo costante e riguarda chiunque e non solo coloro che amano il cinema o che fanno i Festival, che il lavoro possa diventare un problema. Questa domanda “Il lavoro mangia l’anima?” era un po’ un modo di impostare questo dibattito e sarà proprio al centro dell’incontro con Alessandro D’Alatri, Fabio Volo, Curzio Maltese e che vedrà questi personaggi dialogare con noi e con il pubblico.

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CHIESA E SOCIETA’

5 giugno 2005

 

 

 

LE GRANDI RELIGIONI MONOTEISTE HANNO LA RESPONSABILITA’ DI COSTRUIRE PONTI DI DIALOGO, SCORAGGIARE LE VIOLENZE E PUNTARE SUI VALORI MORALI.

COSI’ IL CARDINALE PELL, ARCIVESCOVO DI SYDNEY,

 ALLA IV CONFERENZA INTERRELIGIOSA ABRAMO

 

SYDNEY. = “Uno dei grandi obiettivi del XXI Secolo è quello di costruire ponti ed incrementare relazioni tra le grandi religioni”. E’ iniziato così l’intervento del cardinale George Pell, arcivescovo di Sydney, alla IV Conferenza interreligiosa Abramo, svoltasi oggi nella metropoli australiana. Un evento ecumenico di particolare rilevanza, che ha visto la presenza delle più importanti personalità religiose ebree, cristiane e musulmane. Le grandi religioni monoteiste a confronto, dunque, ricondotte dal porporato ad un unico punto di confluenza, per una lunga serie di motivi: “siamo tutti figli di Abramo – ha sottolineato il cardinale Pell – veneriamo l’unico vero Dio, portiamo grande rispetto a Gerusalemme, crediamo che le nostre azioni in questa vita verranno giudicate in una prossima vita. Riconosciamo Dio come creatore dell’universo e come giudice supremo; tutti noi crediamo nell’importanza della preghiera”. L’origine comune, dunque, diviene sinonimo di un simile percorso, che giungerà a sviluppare uno stesso destino. E’ inutile, però, nascondere le grandi differenze, createsi negli anni per motivi disparati, così come avviene in un normale nucleo familiare. “In nessuna famiglia – ha affermato il porporato – le differenze creano violenze e tensioni; questa è la nostra grande responsabilità”. Ponti di dialogo da costruire su pilastri fatti di storia e tradizione, insomma, puntando sul senso di responsabilità e mettendo da parte gli idoli della violenza e del fanatismo. “Dobbiamo continuare ad incoraggiare gli aderenti alle nostre religioni – ha poi affermato l’arcivescovo di Sydney – ad intraprendere la strada del dialogo, come base per future iniziative di scambio”. Il porporato ha inoltre voluto sottolineare le grandi responsabilità dei figli di Abramo nel combattere “gli eccessi dell’individualismo, come la pornografia, l’abuso di droga, l’alcolismo, la promiscuità sessuale e l’aborto”, grazie all’utilizzo dei valori morali da proporre come chiave di volta per la società moderna. Il cardinale Pell nel suo intervento ha poi focalizzato l’attenzione sull’Australia, terra di confine e di incontro tra culture diverse; continente che negli anni ha saputo offrire i principi base del vivere civile ed i valori morali necessari allo sviluppo della società, come “il rispetto per la fede, la famiglia, la libertà religiosa, la giustizia e la non violenza. Dobbiamo lavorare insieme – ha aggiunto– affinché questi valori siano rispettati, assicurandone la giusta continuità”. Solo percorrendo questa strada ci sarà il giusto interesse per preservare la pace, l’armonia, la stabilità e la democrazia. (S.S.)

 

 

 

 

LE MIGRAZIONI E LE NUOVE FRONTIERE DELLA MISSIONE,

IN UN DETTAGLIATO RAPPORTO REDATTO IN OCCASIONE DEL Centenario

della morte del Beato Giovanni Battista Scalabrini.

 

CITTA’ DEL VATICANO. =“Il più vasto movimento di persone di tutti i tempi”: così vengono definite le migrazioni odierne dall’Istruzione del Pontificio consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Circa un miliardo di persone ogni anno lascia la propria nazione per un’altra per i motivi più diversi, anche se risulta difficile fornire cifre precise. I dati emergono da un dettagliato rapporto diffuso dall’agenzia Fides, in occasione del centenario della morte del Beato Giovanni Battista Scalabrini. Secondo le Nazioni Unite, i migranti che si spostano per motivi economici sono circa 175 milioni, circa la metà sono donne. I demografi prevedono che nel 2050 i migranti saranno oltre 230 milioni. Ma già ai giorni nostri nessun Paese al mondo può dirsi estraneo a questo complesso fenomeno delle migrazioni: si tratti di un Paese di partenza, di transito o di arrivo.  Gli Stati Uniti, con 35 milioni di persone, e la Federazione Russa, con 13,3 milioni, sono in testa alla lista dei 15 Paesi con il più alto tasso di presenza di immigrati nel proprio territorio. La lista comprende Paesi di tutti i continenti: dalla Germania (7,3 milioni) all’Ucraina (6,9), dalla Francia (6,3) all’India (anche 6,3), fino all’Australia (4,7) ed al Pakistan (4,2). L'Africa conta 16,2 milioni di immigrati, pari al 2,1% della popolazione totale, meno di un decimo dei migranti del mondo. Il 90% è nell'Africa Subsahariana. Ad accogliere più di un milione di migranti sono solo due Paesi africani: Costa d'Avorio (2.236.000) e Burkina Faso (1.124.000). La presenza straniera in America Latina e nei Caraibi raggiunge, invece, i 5,9 milioni, pari all'1,2% della popolazione e al 3,4% del totale mondiale. Ed i motivi che spingono tante persone a spostarsi da un Paese all’altro sono davvero molteplici, anche se al primo posto vi sono sicuramente le problematiche lavorative. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che attualmente siano circa 65 milioni le persone che operano professionalmente in un Paese diverso dal proprio, con o senza autorizzazione. Alla base del fenomeno: l’attrazione esercitata dai cambiamenti demografici e dal mercato del lavoro in molti Paesi industrializzati; la pressione demografica, la disoccupazione e le crisi nei Paesi poveri; le reti e i contatti stabiliti nel tempo tra i vari Paesi, grazie a legami familiari, culturali e storici. Altro capitolo importante del rapporto è senza dubbio quello concernente la migrazione irregolare, che continua ad essere un fenomeno estremamente complesso, sul quale sono difficilmente disponibili dati precisi e affidabili. Così si stima che siano tra i 700.000 e i 2 milioni le donne e i bambini oggetto-soggetto di traffico, ogni anno, attraverso le frontiere internazionali. Si calcola inoltre che circa 500.000 persone entrino irregolarmente annualmente negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda, mentre nell'Unione Europea la cifra varierebbero tra 120.000 e 500.000 all'anno L'introduzione clandestina di migranti è un "commercio" molto proficuo che genera miliardi di dollari, soprattutto per le organizzazioni criminali. (S.S.)

 

 

 

 

ATTO CONCLUSIVO A PALERMO PER IL CONVEGNO INTERNAZIONALE DEL CESNUR SUL TEMA “IDENTITA’ E FUTURO DEI MOVIMENTI RELIGIOSI”.

PRESENTATA UNA RICERCA SUL PLURALISMO RELIGIOSO IN SICILIA

- A cura di Alessandra Zaffiro -

 

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PALERMO.= Con i dati di una ricerca sul pluralismo religioso in Sicilia, voluta da mons. Cataldo Naro, arcivescovo di Monreale, si è concluso a Palermo il convegno internazionale del CESNUR sul tema "Identità e futuro dei movimenti religiosi". La ricerca mostra una forte tenuta dell'identità cattolica in Sicilia, ma anche la crescente presenza di minoranze islamiche, protestanti e anche buddiste che si affiancano alla tradizionale presenza ortodossa. Un dato per qualche verso inatteso è la diminuzione di credenze di tipo "New Age" o magiche presso la popolazione giovanile siciliana. “In dieci anni – ha spiegato il vice-direttore del CESNUR Zoccatelli - è notevolmente salito l’interesse per le religioni diverse da quella cattolica. La credenza alternativa per eccellenza è quella nella reincarnazione. In calo è il credere nei dogmi cristiani: in particolare, la resurrezione di Gesù, l’Eucaristia, il Giudizio finale e il peccato originale. La conclusione – dice Zoccatelli - è che, come in tutto il contesto occidentale, si fa strada la tendenza ad una religione costruita come ognuno desidera”. Nelle conclusioni del convegno si è anche parlato dei problemi della libertà religiosa. La forte riaffermazione dell'identità nazionale - ha detto il professor Boris Falikov, dell'Istituto Nazionale di Scienze Umane di Mosca - crea problemi per le minoranze religiose in Russia, dove la protezione legale non sarebbe sempre sufficiente. Lo stesso avverrebbe nel mondo islamico e nel subcontinente indiano, oggetto di un'analisi di Mark Sedgwick, professore all'Università Americana del Cairo.

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SI CHIUDE OGGI A CASTELGANDOLFO IL Convegno internazionale dei membri del Movimento dei FocolarI che operano in parrocchia

 

 

CASTELGANDOLFO. = Sono venuti da oltre 40 Paesi dei 5 continenti, in 1500, i membri del Movimento dei Focolari impegnati in vario modo nelle parrocchie: catechisti, ministri dell’Eucaristia, consigli o commissioni pastorali, corsi per fidanzati, accompagnamento delle famiglie, Caritas, oratori. In questo tempo di profonde trasformazioni in cui “si stanno cercando tante strade per dare alla parrocchia un volto nuovo”, Chiara Lubich sottolinea la responsabilità del dono ricevuto: la spiritualità dell’unità in così profonda consonanza con quella spiritualità di comunione lanciata da Giovanni Paolo II a tutta la Chiesa. “Può aiutare anche le comunità parrocchiali a rinnovarsi, e diventare sempre più chiesa viva, dove tutti trovano Dio, Gesù”. E’ lo scopo di quest’ incontro da lei voluto: approfondire la comunione, l’esperienza viva del Risorto da lui promessa “a due o più uniti nel suo nome”, per “saperlo edificare poi nelle comunità parrocchiali” in cui ciascuno opera. “E questo è importante – ha aggiunto la fondatrice dei Focolari – perché la presenza di Gesù costituisce il volto profondo della Chiesa, come di ogni comunità cristiana. Gesù è luce, gioia, vita, fuoco… e quando c’è Lui la comunità rifiorisce, diventa il suo Corpo vivo”. Numerose le testimonianze portate dai membri del movimento nei 4 giorni di incontro: da episodi di riconciliazione, come è avvenuto nello Zimbabwe, quando le tensioni tra le varie etnie si sono acuite, all’azione di giovanissimi in una parrocchia di Roma, che si sono fatti carico di iniziative a favore dei più piccoli. Il Movimento parrocchiale nasce nel 1966 in risposta all’incoraggiamento di Papa Paolo VI ad un gruppo di sacerdoti, a portare lo spirito dell’unità nelle loro diocesi e nelle loro parrocchie.  Questa mattina i partecipanti hanno assistito alla recita dell’Angelus in Piazza san Pietro con Papa Benedetto XVI. (S.S.)

 

 

CONSEGNATI STAMANE A ROMA I PREMI “VIVERE DA CAMPIONE”

A PERSONALITÀ DEL MONDO SPORTIVO CHE SI SONO DISTINTE

PER LA PARTICOLARE ATTENZIONE VERSO  GLI ALTRI

- A cura di Marina Tomarro –

 

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ROMA. = I tifosi del ciclismo , Bruno Pizzul, Juri Chechi: sono alcuni dei premiati, che per  il loro impegno a vivere lo sport  all’ insegna della solidarietà , questa mattina hanno ricevuto un riconoscimento alla  cerimonia di premiazione di Vivere da campioni. Don Giuseppe Moscati presidente di Nova Auxilium l’associazione nazionale che ha ideato questa iniziativa, ha ricordato che i giovani guardando i campioni dello sport devono imparare a vivere da vincenti anche nella loro vita quotidiana ma senza dimenticare gli altri , perché la solidarietà deve essere un valore costante  in ognuno di noi. Presenti alla consegna dei premi anche Manuela Di Centa e Antonio Rossi testimonial del riconoscimento  E questa sera allo Stadio Olimpico alle 20 la manifestazione  continuerà con uno spettacolo musicale in onore di Giovanni Paolo II.

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24 ORE NEL MONDO

5 giugno 2005

 

 

- A cura Amedeo Lomonaco -

 

 

 

Poco prima dell’appello lanciato da Papa Benedetto XVI per la liberazione di Clementina Cantoni, in Afghanistan è stato annunciato l’arresto del presunto capo della banda responsabile dell’uccisione della giornalista italiana Maria Grazia Cutuli. Il nostro servizio:

 

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E’ stato arrestato questa notte il capo della banda accusata dell’uccisione di quattro giornalisti tra i quali l’inviata del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli. La giornalista è stata assassinata il 19 novembre del 2001 in un agguato lungo la strada tra Jalalabad e Kabul. Subito dopo la notizia dell’arresto, il fratello della reporter ha detto che l’operazione dimostra come in Afghanistan si stiano compiendo progressi nei settori della democrazia e della legalità. Nel Paese asiatico ha inoltre ricevuto vasta eco la cattura, nella provincia occidentale di Farah, del comandante talebano Haji Sultan, uno dei leader della resistenza contro le forze americane e della Nato nella regione. Da Kabul, intanto, il ministro degli Esteri Abdullah ha rivelato che la liberazione di Clementina Cantoni è vicina: “Spero che la ragazza venga liberata al più presto, ha dichiarato il ministro aggiungendo che si stanno definendo i termini del rilascio”. Ottimista anche il portavoce del ministero dell’Interno afgano: “Le trattative - ha spiegato - sono complesse ma assicuro che la donna italiana rapita sta bene”. Ieri sera agenti dei servizi di intelligence afgani hanno avuto altri contatti con i sequestratori, ma non sono riusciti a parlare direttamente con la cooperante italiana.

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In Iraq, una grossa operazione condotta da soldati americani e iracheni a sud di Baghdad ha portato all’arresto di 180 sospetti guerriglieri. La polizia irachena ha reso noto, inoltre, che è stato arrestato a Mossul un uomo di fiducia del terrorista giordano Al Zarqawi. Si tratta del mullah Mehdi, capo della sezione irachena di Al Qaeda. A Baghdad, intanto, un agguato condotto da ribelli ha provocato la morte di una donna poliziotto. Sul fronte dei sequestri, il muftì d’Australia ha dichiarato che l’ostaggio australiano, rapito lo scorso aprile in Iraq, è vivo e sta bene. Il quotidiano saudita Asharq al-Awsat ha rivelato, infine, che il processo contro il deposto presidente iracheno, Saddam Hussein, inizierà tra due mesi. I capi d’accusa formulati contro l’ex rais saranno 12.

 

Si sono aperti stamani, in Libano, i seggi elettorali per la seconda tornata delle elezioni generali, le prime che si tengono nel Paese dei Cedri dopo il ritiro delle truppe siriane. All’odierna votazione, indetta per eleggere 23 deputati delle circoscrizioni meridionali, sono attesi più di 660 mila elettori. I sondaggi prevedono una vittoria dei partiti sciiti.

 

Politica europea e nuova legge sul partenariato per le coppie omosessuali: questi i due delicati temi sui quali si sono espressi oggi i cittadini svizzeri attraverso referendum. Le urne si sono chiuse a mezzogiorno e l’esito del risultato appare, dunque, ancora incerto, anche se si profila una vittoria del “sì”. I dati ufficiali sono attesi per stasera. Gli elvetici sono stati chiamati a pronunciarsi sull’adesione della Svizzera agli accordi europei di Dublino - in materia di asilo - e di Schengen per l’abolizione dei controlli alle frontiere. Terzo tema oggetto di votazione: una legge che intende parificare l’unione omosessuale registrata al matrimonio in campo fiscale, sociale e previdenziale. In vista della consultazione popolare, la Conferenza dei vescovi svizzeri aveva diramato una nota il 29 aprile scorso, nella quale, pur sottolineando che ogni forma di discriminazione nei confronti degli omosessuali deve essere abrogata, richiede al contempo che la parificazione dei partenariati omosessuali con il matrimonio sia chiaramente evitata. A giudizio dell’episcopato elvetico, il nuovo progetto di legge non tutela a sufficienza l’istituto del matrimonio.

 

Nei Territori palestinesi è sempre più netta la frizione tra il presidente Abu Mazen ed il movimento estremista palestinese ‘Hamas’, dopo il rinvio delle elezioni politiche inizialmente fissate per il prossimo 17 luglio. Lo slittamento è stato motivato ufficialmente da questioni tecniche ma gli integralisti sostengono che la decisione è stata presa da Abu Mazen per favorire il suo partito, Al Fatah. Secondo diversi osservatori, infatti, la consultazione avrebbe fatto registrare una netta affermazione di Hamas.

 

Tensione in Turchia: tre soldati sono stati uccisi ieri sera durante uno scontro con ribelli curdi nella provincia orientale di Tunceli. La sparatoria è avvenuta in una zona rurale vicino al villaggio Cicekli, dove reparti dell’esercito di Ankara stanno conducendo in questi giorni operazioni militari. I combattimenti tra forze governative e ribelli curdi sono ripresi nel giugno del 2004, dopo una tregua durata cinque anni.

 

L'Iran ha fatto sapere che la sospensione delle proprie attivita' nucleari e' condizionata 

alle proposte concrete di cooperazione avanzate dall'Unione europea.  Le condizioni poste da parte iraniana riguardano tre gruppi congiunti di lavoro ed un comitato direttivo, che dovranno incontrarsi prima della fine di luglio.

 

Tragedia nel traforo del Frejus che collega l’Italia alla Francia: l’incendio di un camion ha provocato, ieri, la morte di due persone. Il rogo, che ha coinvolto altri tre mezzi pesanti, è stato provocato dalla rottura di un turbocompressore. Le vittime sono uno sloveno, autista di uno dei quattro tir avvolti dalle fiamme, e uno slovacco. La tempestività dei soccorsi ha evitato che la tragedia assumesse contorni più drammatici. Nel tunnel del Frejus sono state introdotte speciali misure di sicurezza dopo l’incendio avvenuto nel 1999 nel traforo del Monte Bianco e costato la vita a 39 persone.

 

“Bisogna superare le difficoltà. Il processo di ratifica della Costituzione europea deve continuare”. Sono le convinzioni espresse dal presidente francese, Jacques Chirac, e dal cancelliere tedesco, Gerhard Schroeder, durante il vertice di ieri a Berlino. I due leader hanno anche ribadito il loro completo appoggio al progetto europeo dopo i ‘no’ ai referendum in Francia e Olanda sulla Costituzione europea. Durante l’incontro, sono stati affrontati, in particolare, tre temi: il Trattato europeo, le prospettive finanziarie in vista del vertice del 16 e del 17 giugno a Bruxelles ed i preparativi del prossimo incontro bilaterale a Parigi.

 

In Italia il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi ha espresso stamani la propria solidarietà al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e ha anche richiamato tutti i ministri al rispetto del proprio ruolo istituzionale e dei più alti vertici della Repubblica. Ieri Ciampi aveva difeso ancora una volta il ruolo dell’Europa e dell’euro, richiamando gli Stati membri ad assumersi le loro responsabilità. Dopo questa dichiarazione, il ministro leghista delle Riforme Roberto Calderoli ha chiesto a Ciampi di accettare la sconfitta della moneta unica, indicandolo come il responsabile della scelta italiana di aderire all’euro.

 

Almeno 45 mila persone hanno partecipato ieri, ad Hong Kong, ad una veglia per commemorare il 16.mo anniversario della sanguinosa repressione del movimento studentesco a Piazza Tiennamen. La manifestazione è stata l’unica organizzata in Cina in occasione dell’anniversario del massacro, perpetrato nella notte fra il 3 e il 4 giugno 1989. Secondo fonti ufficiali, sono morte 320 persone ma diverse organizzazioni, tra le quali Amnesty International, parlano di almeno 1300 vittime. Piazza Tiennamen, presidiata dalla polizia, è rimasta deserta: a numerosi dissidenti è stato vietato, infatti, di organizzare manifestazioni di protesta a Pechino. Sul fronte politico, gli Stati Uniti hanno ribadito i loro timori per i crescenti investimenti della Cina in armamenti: durante la sua visita a Singapore, il segretario alla Difesa americano, Donal Rumsfeld, ha detto ieri che il governo cinese spende per il riarmo una cifra di gran lunga superiore rispetto a quella dichiarata. Questa linea strategica – ha aggiunto Rumsfeld - mette a rischio l’equilibrio in Asia e nel Pacifico.

 

Sono almeno 200 i morti e quasi ottanta i dispersi per le inondazioni che hanno investito, nei giorni scorsi, 16 province della Cina. Lo ha reso noto l’Ageniza “Nuova Cina” precisando che oltre 17 milioni di persone hanno lasciato le loro case. Sono più di 600.000 gli ettari di terre coltivate devastati dall'inondazione.

Il maltempo ha sconvolto anche il Brasile: le piogge torrenziali, che si sono riversate negli ultimi tre giorni sulle regioni nord orientali del Paese, hanno causato la morte di almeno 28 persone. Lo hanno annunciato fonti della protezione civile brasiliana, precisando che gli sfollati sono più di 30 mila. La maggior parte dei decessi sono stati causati da alluvioni avvenute nello Stato di Pernambuco.

In Azerbaigian, migliaia di persone sono scese in piazza a Baku per chiedere libere elezioni e le dimissioni del presidente Ilham Aliev, succeduto due anni fa al padre. Si è trattato della prima dimostrazione dell’opposizione dalle presidenziali del 2003, non repressa in modo violento. I partecipanti, almeno 80 mila secondo gli organizzatori e circa 4 mila per le autorità, hanno sventolato bandiere arancioni alludendo alla rivoluzione ucraina dello scorso anno. Durante la protesta antigovernativa, sono anche stati mostrati diversi ritratti del presidente americano, George Bush. In Azerbaigian si terranno elezioni politiche il prossimo mese di novembre.

 

Resta grave la situazione di Haiti: almeno 25 persone sono state uccise in diversi raid condotti, nelle ultime 24 ore dalla polizia, nei pressi di Port-au-Prince. Organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani hanno accusato la polizia di esecuzioni sommarie e di torture contro i seguaci dell'ex presidente Aristide. Secca la smentita del governo.

 

 

 

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