RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
156 - Testo della trasmissione di domenica 5 giugno 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Concluso
a Palermo il convegno internazionale del Cesnur sui movimenti religiosi
In Afghanistan, arrestato il capo della banda responsabile dell’omicidio della giornalista Maria Grazia Cutuli - Svizzera oggi al voto su coppie omosessuali e adesione al trattato di Schengen: in vantaggio il “sì”.
5 giugno
2005
LIBERATE
CLEMENTINA CANTONI: E’ IL VIBRANTE APPELLO DI BENEDETTO XVI ALL’ANGELUS, IN
PIAZZA SAN PIETRO. IL PAPA RIVOLGE UN PENSIERO SPECIALE AL POPOLO BOLIVIANO CHE
AFFRONTA UNA DRAMMATICA CRISI POLITICA E INVITA I FEDELI A PREGARE IL SACRO
CUORE DI GESU’, NEL QUALE ADORIAMO L’AMORE DI DIO PER L’UMANITA’
- Servizio di Alessandro Gisotti -
Liberate Clementina
Cantoni: all’Angelus in piazza San Pietro, Benedetto XVI rivolge un vibrante
appello per il rilascio della volontaria italiana rapita in Afghanistan. Il
Papa esprime anche la sua vicinanza al popolo della Bolivia alle prese con una
drammatica crisi politica. E nella prima domenica di giugno, il Pontefice sottolinea
la centralità, per la vita dei fedeli, del Sacro Cuore di Gesù, solennità celebrata
venerdì scorso. Il servizio di Alessandro Gisotti:
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Benedetto XVI è
vicino a chi soffre, a quanti in queste ore a causa della guerra, delle tensioni
sociali o del terrorismo vivono momenti di paura, di angoscia. All’appuntamento
domenicale dell’Angelus in piazza San Pietro, gremita di fedeli, il Papa
rivolge un appello vibrante per la liberazione di Clementina Cantoni, rapita in
Afghanistan mentre svolgeva il suo impegno in favore dei più deboli:
“Unisco la mia voce a quella del Presidente
della Repubblica Italiana, del Presidente dell’Afghanistan e dei popoli
italiano ed afgano per chiedere la liberazione della volontaria italiana
Clementina Cantoni. La dolorosa esperienza che questa nostra sorella sta
vivendo sia di stimolo a ricercare con ogni mezzo la pacifica e fraterna intesa
tra gli individui e le nazioni”.
Il Santo Padre
non manca di rivolgere un pensiero a quei popoli che sperimentano “tensioni
sociali e politiche, che rischiano in alcuni casi di sfociare in gravi conflitti”.
Il cuore del Papa è vicino in particolare al popolo boliviano alle prese con
una drammatica crisi politica:
“Affido
alla Madonna la mia speranza e il mio appello affinché prevalgano in tutti la
ricerca del bene comune, il senso di responsabilità e la disponibilità al
dialogo aperto e leale”.
Di fronte alle
situazioni di dolore sperimentate da varie regioni del mondo, Benedetto XVI
ricorda dunque ai fedeli il significato profondo della solennità del Sacro
cuore di Gesù, celebrata venerdì scorso. Nel cuore del Redentore adoriamo
“l’amore di Dio per l’umanità, la sua volontà di salvezza universale, la sua
infinita misericordia”. Un richiamo corredato da una viva esortazione:
“Rendere culto al Sacro Cuore di Cristo significa,
pertanto, adorare quel Cuore che, dopo averci amato sino alla fine, fu trafitto
da una lancia e dall’alto della Croce effuse sangue e acqua, sorgente inesauribile
di vita nuova”.
Il Papa
rammenta che la festa del Sacro Cuore è stata anche la Giornata mondiale per la
santificazione dei sacerdoti, “occasione propizia per pregare affinché i
presbiteri nulla antepongano all’amore di Cristo”. Si sofferma così sulla
figura del Beato Giovanni Battista Scalabrini, profondamente devoto al Cuore di
Cristo, che fondò i missionari “scalabriniani” per l’annuncio del Vangelo tra
gli emigranti italiani. Da questa figura, il Pontefice prende spunto per una
profonda riflessione:
“Ricordando questo grande
Vescovo, rivolgo il mio pensiero a coloro che si trovano lontani dalla patria e
spesso anche dalla famiglia ed auspico che incontrino sempre sul loro cammino
volti amici e cuori accoglienti, capaci di sostenerli nelle difficoltà di ogni
giorno”.
Benedetto XVI sottolinea come il
cuore che più di ogni altro rassomiglia a quello di Cristo è “senza dubbio il
cuore di Maria”. Invita così tutti i fedeli ad affidare al suo Cuore Immacolato
il mondo intero perché “sperimenti l’amore misericordioso di Dio e conosca la
vera pace”.
Il Papa ricorda poi l’odierna
giornata italiana dello Sport e quella mondiale dell’Ambiente. L’auspicio di
Benedetto XVI è che “lo sport praticato in modo sano e armonico a tutti i livelli
favorisca la fratellanza e la solidarietà tra le persone e il rispetto e la
valorizzazione dell’ambiente naturale”. Tra i tanti saluti del Pontefice ai
pellegrini uno in particolare ad un folto gruppo di aderenti al Movimento dei
Focolari esortati ad essere “segno di Cristo risorto” in ogni ambiente di vita.
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BENEDETTO XVI APRE DOMANI SERA IL CONVEGNO ECCLESIALE DELLA
DIOCESI DI ROMA, NELLA BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO.
TEMA CENTRALE DELL’ASSISE: LA FAMIGLIA NELLA
MISSIONE PASTORALE
- Ai nostri microfoni, suor
Lorenzina Colòsi -
Al
via domani, con la Relazione fondamentale di Benedetto XVI, i lavori del Convegno
ecclesiale diocesano di Roma sul tema “Famiglia e comunità cristiana:
formazione della persona e trasmissione della fede”. L’assise, che si
concluderà il 9 giugno, avrà luogo nella Basilica di San Giovanni in Laterano. Il Convegno si inserisce
in un progetto biennale di azione rivolto alla famiglia come oggetto e contemporaneamente
soggetto della missione pastorale, chiamata alla comunione e alla
corresponsabilità nella costruzione della comunità cristiana in Roma. Al Convegno
prenderanno parte i parroci romani, religiosi e laici impegnati nelle parrocchie,
nelle associazioni e movimenti ecclesiali presenti sul territorio. Ad
illustrare l’evento è suor Lorenzina Colòsi del Comitato organizzatore
del Convegno, intervistata da Adriana Masotti:
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R.- Da due anni la diocesi sta
lavorando per questo incontro con le famiglie. Vogliamo completare con il tema
“Famiglie e comunità cristiana: formazione della persona e trasmissione della
fede”, perché riteniamo che la prima iniziazione alla fede e la sua trasmissione
avvengono proprio nell’ambito della famiglia.
D. – Finora quale esperienza è
maturata in diocesi nel lavoro con le famiglie?
R. - E’ cresciuta moltissimo la
sensibilità dell’incontro con le famiglie, cominciando da quelle che chiedono
qualcosa alla comunità cristiana, come il matrimonio, il battesimo dei figli,
la prima Comunione, la Cresima. Una esperienza molto positiva e molto bella è
stata quella di accogliere i genitori che chiedono il battesimo e di
accompagnarli nei primi anni di vita dei bambini, in modo da poter essere sostenuti
nell’educare i bambini a quelli che sono i primi atteggiamenti positivi che
saranno poi, in fondo, il sostegno e la via della fede, come il perdono, il
sentirsi amati e amare allo stesso tempo.
D.- Che risposta c’è? C’è
attenzione, c’è voglia di partecipare o difficoltà a tirar fuori dalle proprie
case le famiglie?
R. - Laddove le famiglie si avvicinano
e sperimentano questa esperienza e questo desiderio di conoscere di più il
Signore e di educare meglio i propri figli, qui c’è una grossa risposta.
Dall’altra parte, dobbiamo tener conto anche che noi abbiamo tante famiglie in
difficoltà, tante famiglie che hanno problemi grossi di rapporto tra i coniugi,
certe volte anche problemi per cui i coniugi non possono avere tempo e spazio
per dedicarsi completamente ai bambini e questo crea delle grosse difficoltà
nell’educazione dei figli e nell’educazione alla fede in modo specifico. Oggi
le famiglie sono isolate a Roma, con problemi diversi, di lavoro, di tempo, di
abitazione, perciò i genitori giovani sono molto felici di essere accompagnati
e di avere punti di riferimento.
D. – Proprio per avvicinare
famiglie in difficoltà quali strumenti si possono dare le parrocchie e la
diocesi?
R. – Primo: una grande carità e
un grande amore, tenendo conto che tutti vogliamo essere amati e accolti.
Dall’altra parte è molto importante anche il sostegno delle altre famiglie. Nel
convegno c’è anche questo stimolo, riprendere la missione cittadina,
soprattutto a partire dalle famiglie perché l’incontro condominiale di famiglie
che si incontrano tra loro per scambiare l’esperienza, per leggere insieme la
Parola di Dio molte volte è il primo approccio per riprendere pienamente una
esperienza completa di fede.
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IERI,
NELLA BASILICA VATICANA, INCONTRO DI PREGHIERA DELLE
ASSOCIAZIONI
MARIANE ITALIANE PER LA FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA
“La devozione alla Vergine
si esprime nella fede, nell’amore cristiano e nel saper fare della nostra vita
un’esistenza eucaristica”: così, il cardinale vicario del Papa per la diocesi
di Roma, Camillo Ruini, ai membri delle associazioni mariane italiane, riuniti
ieri in preghiera nella Basilica di San Pietro per la Festa del Cuore
Immacolato di Maria. Hanno partecipato all’evento, tra gli altri, la Legione di
Maria, la Milizia dell’Immacolata, la Gioventù ardente mariana, l’Aiuto alla
Chiesa che soffre e il Rinnovamento dello Spirito Santo. Il servizio di Roberta
Moretti:
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(musica)
Un pomeriggio d’intensa
spiritualità, per entrare nel mistero del Cuore Immacolato di Maria, e
consacrarsi a Lei, madre di Cristo e madre dell’uomo. Per la prima volta a Roma
tutti insieme, oltre 6 mila rappresentanti di circa 30 associazioni mariane
italiane si sono stretti in preghiera nella Basilica Vaticana attorno alla
statua della Madonna pellegrina di Fatima. Fu Lei, apparendo alla pastorella
Lucia dos Santos il 13 giugno del 1917, a mostrare il suo Cuore coronato di
spine e a richiederne la devozione a nome di Gesù, in cambio della salvezza
eterna. Ad aprire l’incontro, l’intervento del noto esorcista, padre Gabriele
Amorth, che ha sottolineato, attraverso vari esempi, come la consacrazione a
Maria sia un mezzo per appartenere più profondamente a Cristo. E in questo Anno
dell’Eucaristia e 150.mo anniversario del dogma dell’Immacolata Concezione, è
stata forte la partecipazione all’Adorazione Eucaristica e alla preghiera del
Rosario, presieduta dal vicario generale del Papa per la Città del Vaticano,
mons. Angelo Comastri. Poi, la santa Messa, celebrata dal cardinale Ruini. Il
porporato ha evidenziato, in particolare, l’esempio di Maria nel “dare al
Signore una risposta di fede e di amore”:
“La devozione a Maria si esprime nella fede, si esprime nell’amore cristiano,
si esprime nel saper fare della nostra vita una esistenza eucaristica”.
E poco prima della cerimonia di
affidamento alla Vergine della “Causa della Vita” e di consacrazione personale
al Suo Cuore Immacolato, il cardinale ha descritto il legame intimo che unisce
la Madonna alla Chiesa e al Romano Pontefice, invitando i fedeli a “condividere
giorno per giorno la parola, l’insegnamento, le scelte della Chiesa”:
“Il mondo ha bisogno di questo. La nostra Italia ha
bisogno di questo. Tante volte parliamo delle difficoltà che ha il nostro
Paese, ma la prima grande radice di difficoltà e la nostra debolezza e
fragilità spirituale. Se il nostro cuore, la nostra coscienza sarà sana e
forte, allora nessuna difficoltà ci farà paura. E così anche affrontiamo le
prove della vita personale, le prove a cui è chiamata la nostra nazione. Le
affrontiamo con animo sereno e fiducioso perché sappiamo che il Signore ci è
vicino”.
(musica)
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5 giugno
2005
EVITARE DI TORNARE AL FAR WEST PROCREATIVO: COSI’, IL
PRESIDENTE DEL MOVIMENTO PER LA VITA, CARLO CASINI, MOTIVA AI NOSTRI MICROFONI
L’ASTENSIONE AI REFERENDUM DI DOMENICA PROSSIMA SULLA
LEGGE 40
Fra una settimana, si
terranno in Italia i referendum abrogativi sulla legge 40, che regolamenta la
procreazione medicalmente assistita. Quattro i quesiti proposti dal cosiddetto
fronte del si; il quinto quesito, quello sull’abrogazione totale della norma, seppur presentato, non
è stato accettato dalla Corte Costituzionale, che ha rimarcato
l’indispensabilità della legge attuale, la prima in questo settore che ha messo
ordine al caos preesistente. Isabella Piro ha raccolto il commento del presidente
del Movimento per la Vita, Carlo Casini:
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R. – C’era il Far West
procreativo che non era soltanto una situazione di fatto ma una situazione di
diritto. Tutto quello che avveniva prima era assolutamente permesso e come tale
protetto dalla legge. Quindi una legge era assolutamente necessaria.
D. – Come venivano trattati gli
embrioni prima della legge 40?
R.-
Prima si usava la selezione, il congelamento, l’immagazzinaggio nei frigoriferi,
il congelamento stesso e così via.
D. – La legge 40 non è una legge
cattolica, però pone ugualmente dei punti fermi fondamentali?
R. – E’ chiaro che la visione
antropologica cristiana è piena di riserve nei confronti della fecondazione
artificiale umana, che entra e mette le mani nell’uomo, nel mistero straordinario
della creazione, ma in definitiva almeno l’idea è stata di introdurre nel
dibattito anche i diritti del concepito, il suo diritto alla vita, il suo diritto
alla famiglia in modo particolare. Credo che questa legge sia stata il massimo
possibile raggiungibile in questo momento ed è stato raggiunto in tanti anni di
lavoro parlamentare ma anche di impegno popolare e alla fine siamo arrivati a
questa legge, una legge non perfetta, che non rispecchia pienamente l’antropologia
cristiana, ma che almeno dice: se proprio volete ricorrere alla procreazione
artificiale, almeno lasciate una speranza, una possibilità di vita ad ogni
figlio e garantitegli un padre e una madre certi, veri, conoscibili,
conosciuti. Questa è essenzialmente la legge, che va difesa perché per lo meno
raggiunge un livello rilevante nel
panorama mondiale di tutela della vita e di tutela della famiglia.
D. – Cosa succederà se vincerà
il fronte del “sì” al referendum?
R. – Se passa il
referendum si torna alla possibilità di clonare, selezionare, congelare,
ammassare nei frigoriferi, distruggere con aborto selettivo, sperimentare
sull’embrione distruggendolo, tornare a non garantire più genitori sicuri ai
figli. Cioè si torna al far west. L’uomo quando è piccolo e sta ancora o nella
pancia della madre o addirittura nella provetta è uguale a tutti gli altri
esseri umani. Questo è il punto fondamentale che si vuole distruggere.
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SI
CELEBRA OGGI LA GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE:
L’ONU,
DI FRONTE ALLA RAPIDA URBANIZZAZIONE, RICHIAMA GOVERNI E CITTADINI
A
CREARE CITTÀ RISPETTOSE DELLE REGOLE AMBIENTALI
-
Intervista con il prof. Antonino Zichichi -
“Le città verdi: progetta per il
pianeta!”. E’ questo il tema della Giornata Mondiale dell’Ambiente, che si
celebra oggi per richiamare l’attenzione dei governi e dei privati cittadini a
raccogliere la sfida ambientale rappresentata dagli agglomerati urbani. In
questa occasione, il segretario generale del’ONU, Kofi Annan, ha sottolineato
come nei prossimi 25 anni più del 60% della popolazione del mondo vivrà nelle
aree urbane. Tuttavia, in diverse città - in continua espansione - le misure di
sicurezza ambientali sono poche e la pianificazione non segue schemi precisi.
Ma quali sono le emergenze planetarie oggi? Eugenio Bonanata lo ha chiesto al
prof. Antonino Zichichi:
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R. – Le emergenze planetarie non
sono le due famose – buco dell’ozono, effetto serra – ma sono ben 63 e le
stiamo studiando già da diversi anni. Per quello che riguarda l’emergenza di
cui si parla in questi giorni, quella delle megalopoli: i posti più pericolosi
dove oggi si può vivere sono le grandi concentrazioni urbane e in particolar
modo quelle del Terzo Mondo.
D. – Guardiamo in prospettiva:
quali sono le priorità di intervento?
R. – Le priorità di intervento
sono da rintracciare nella costruzione stessa delle megalopoli: se si
costruissero edifici dotati di sistemi per catturare l’energia solare e
trasformarla in calore locale, rappresenterebbe già un grosso passo avanti. C’è
poi il problema del traffico, che potrebbe essere risolto con l’utilizzo di macchine
elettriche o alimentate ad idrogeno e non perché l’idrogeno sia una sorgente
nuova di energia. Quello che bisogna dire chiaramente è che non ci sono pozzi
di idrogeno, come è per il petrolio, e che per produrre l’idrogeno ci vuole più
energia rispetto a quello che l’idrogeno stesso restituisce, quando viene
trasformato in acqua. Pur tuttavia, nelle grandi città le auto a idrogeno ridurrebbero
considerevolmente l’inquinamento.
D. –
Possiamo affermare che le possibilità e le soluzioni tecnologiche sono a portata
di mano. Ma cosa manca allora?
R. – La cultura. Noi abbiamo
visto diversi milioni di persone che si sono riversate tra le strade di Roma
durante i giorni che hanno preceduto e seguito la morte del grande Papa
Giovanni Paolo II. Non è successo assolutamente nulla! Non si sono verificati
incidenti, delitti, niente di niente e questo perché questi milioni di persone
erano motivate da ideali. Noi dobbiamo portare nelle megalopoli il rispetto
della dignità umana e questo viene dalla cultura che crede nel trascendente.
L’ateismo ha creato disastri e purtroppo continua a crearli.
D. – Cosa potrebbe fare
concretamente ciascuno di noi per contribuire a questa causa?
R. – Non sprecare energia.
Quando si lascia, ad esempio, un televisore acceso in attesa senza spingere il
bottone, quanto si consuma? Un watt o due watt. Ma moltiplicato per un miliardo
di persone diventa un gigawatt, quanto una centrale elettrica. Imparare poi a
non sprecare acqua, a non sporcare. Sono tutti piccoli gesti che sembrano
insignificanti, ma che se si moltiplicano per centinaia di milioni diventano
disastri. Se tutti rispettassero questi principi elementari di convivenza e di
civiltà, sarebbe un grosso passo avanti.
D. – La responsabilità ricade
anche sugli amministratori locali?
R. – Assolutamente sì.
Gli amministratori locali, però, spesso affermano che non hanno i mezzi per
intervenire… Le megalopoli possono essere trasformate in città verdi se ci sono
motivazioni ideologiche. Non basta la tecnologia. La tecnologia c’è, ma come
mai essendo a disposizione uno strumento tecnologico non succede nulla? Questo
è il mistero dei nostri tempi!
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AL VIA DOMANI A TERNI UN ORIGINALE FESTIVAL
CINEMATOGRAFICO SUL MONDO DEL LAVORO
- Ai nostri microfoni il direttore artistico,
Mario Sesti -
Si inaugura, domani, a Terni e
fino all’11 giugno, un curioso Festival cinematografico dedicato al mondo del
lavoro. Con anteprime, rassegne e dibattiti si scopre così come il cinema abbia
un occhio del tutto particolare nello scrutare e raccontare il lavoro umano. Il
servizio di Luca Pellegrini:
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(musica)
Non è davvero comune che il
lavoro conservi quella dimensione di serenità e di gioia, che spesso soltanto
le favole più belle riescono ad incarnare. Spesso, invece, il lavoro può diventare
per molti una fonte di preoccupazioni e di tensioni, a livello personale,
familiare o per un’intera popolazione. Il lavoro è un ottimo soggetto
cinematografico e molte sono le pellicole che vi hanno prestato attenzione. Il
Festival “Cinema e lavoro” dedica proprio a questo tema anticipazioni e dibattiti,
scrutando così, attraverso i più diversi apporti stilistici, il modo con il
quale il lavoro identifica una società oppure condiziona in maniera decisiva la
nostra vita, anche nella drammatica realtà della ricerca o dell’assenza di
lavoro, con tutto ciò che ne deriva come povertà, tensione sociale,
ingiustizia. Il direttore artistico del Festival, Mario Sesti, annuncia le
scelte più interessanti dell’edizione di quest’anno:
R. – Il Festival ha una struttura ad eventi: una giornata è dedicata ad
un evento particolare che culmina in serata con un incontro e un dialogo fra un
personaggio e il pubblico. Faccio un esempio: avremo Paolo Villaggio per i 30
anni di Fantozzi, avremo poi Bertrand Tavernier, un regista che non ha certo
bisogno di presentazioni e che ha dedicato dei film bellissimi al mondo del
lavoro ed anche qui avremo un incontro, al quale prenderanno parte specialisti,
universitari, docenti, critici ma anche il pubblico stesso potrà incontrare
questo regista e vedere poi in anteprima il suo ultimo film che parla del tema
dell’adozione.
D. -
Collaterale alle pellicole in programma ed all’omaggio al lavoro stesso del cinema
– in questa edizione si tratta di quello dell’attore – si tiene anche
un’interessante retrospettiva di titoli accomunati da un curioso interrogativo:
“Il lavoro mangia l’anima?”. Di che cosa si tratta?
R. –
Non c’è nessuno che possa in qualche maniera evitare il problema del lavoro,
nel senso che anche laddove si decide di non lavorare, anche questo è un problema.
Ma fino a che punto siamo capaci di convivere con lo stress che il lavoro
comporta, con la competizione, l’idea di stare in un ruolo subordinato, la
possibilità – e sono tantissime – di finire in situazioni di frustrazioni? Il
lavoro è anche uno dei principali strumenti attraverso i quali ci esprimiamo,
cresciamo e diventiamo quello che siamo. E’ difficile diventare un’anima che non
si trovi prima o poi a dover parlare il linguaggio del lavoro. E’ frequente o comunque
è un pericolo costante e riguarda chiunque e non solo coloro che amano il cinema
o che fanno i Festival, che il lavoro possa diventare un problema. Questa
domanda “Il lavoro mangia l’anima?” era un po’ un modo di impostare questo
dibattito e sarà proprio al centro dell’incontro con Alessandro D’Alatri, Fabio
Volo, Curzio Maltese e che vedrà questi personaggi dialogare con noi e con il
pubblico.
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5 giugno
2005
LE GRANDI RELIGIONI MONOTEISTE HANNO LA
RESPONSABILITA’ DI COSTRUIRE PONTI DI DIALOGO, SCORAGGIARE LE VIOLENZE E
PUNTARE SUI VALORI MORALI.
COSI’ IL CARDINALE PELL, ARCIVESCOVO DI SYDNEY,
ALLA IV
CONFERENZA INTERRELIGIOSA ABRAMO
SYDNEY. = “Uno dei grandi
obiettivi del XXI Secolo è quello di costruire ponti ed incrementare relazioni
tra le grandi religioni”. E’ iniziato così l’intervento del cardinale George
Pell, arcivescovo di Sydney, alla IV Conferenza interreligiosa Abramo, svoltasi
oggi nella metropoli australiana. Un evento ecumenico di particolare rilevanza,
che ha visto la presenza delle più importanti personalità religiose ebree,
cristiane e musulmane. Le grandi religioni monoteiste a confronto, dunque,
ricondotte dal porporato ad un unico punto di confluenza, per una lunga serie
di motivi: “siamo tutti figli di Abramo – ha sottolineato il cardinale Pell – veneriamo
l’unico vero Dio, portiamo grande rispetto a Gerusalemme, crediamo che le
nostre azioni in questa vita verranno giudicate in una prossima vita. Riconosciamo
Dio come creatore dell’universo e come giudice supremo; tutti noi crediamo
nell’importanza della preghiera”. L’origine comune, dunque, diviene sinonimo di
un simile percorso, che giungerà a sviluppare uno stesso destino. E’ inutile,
però, nascondere le grandi differenze, createsi negli anni per motivi
disparati, così come avviene in un normale nucleo familiare. “In nessuna
famiglia – ha affermato il porporato – le differenze creano violenze e
tensioni; questa è la nostra grande responsabilità”. Ponti di dialogo da
costruire su pilastri fatti di storia e tradizione, insomma, puntando sul senso
di responsabilità e mettendo da parte gli idoli della violenza e del fanatismo.
“Dobbiamo continuare ad incoraggiare gli aderenti alle nostre religioni – ha
poi affermato l’arcivescovo di Sydney – ad intraprendere la strada del dialogo,
come base per future iniziative di scambio”. Il porporato ha inoltre voluto
sottolineare le grandi responsabilità dei figli di Abramo nel combattere “gli
eccessi dell’individualismo, come la pornografia, l’abuso di droga,
l’alcolismo, la promiscuità sessuale e l’aborto”, grazie all’utilizzo dei
valori morali da proporre come chiave di volta per la società moderna. Il cardinale
Pell nel suo intervento ha poi focalizzato l’attenzione sull’Australia, terra
di confine e di incontro tra culture diverse; continente che negli anni ha
saputo offrire i principi base del vivere civile ed i valori morali necessari
allo sviluppo della società, come “il rispetto per la fede, la famiglia, la
libertà religiosa, la giustizia e la non violenza. Dobbiamo lavorare insieme –
ha aggiunto– affinché questi valori siano rispettati, assicurandone la giusta
continuità”. Solo percorrendo questa strada ci sarà il giusto interesse per
preservare la pace, l’armonia, la stabilità e la democrazia. (S.S.)
LE MIGRAZIONI E LE NUOVE FRONTIERE DELLA
MISSIONE,
IN UN DETTAGLIATO RAPPORTO REDATTO IN
OCCASIONE DEL Centenario
della morte del
Beato Giovanni Battista Scalabrini.
CITTA’ DEL VATICANO. =“Il più
vasto movimento di persone di tutti i tempi”: così vengono definite le
migrazioni odierne dall’Istruzione del Pontificio consiglio della Pastorale per
i Migranti e gli Itineranti. Circa un miliardo di persone ogni anno lascia la
propria nazione per un’altra per i motivi più diversi, anche se risulta
difficile fornire cifre precise. I dati emergono da un dettagliato rapporto
diffuso dall’agenzia Fides, in occasione del centenario della morte del Beato
Giovanni Battista Scalabrini. Secondo le Nazioni Unite, i migranti che si
spostano per motivi economici sono circa 175 milioni, circa la metà sono donne.
I demografi prevedono che nel 2050 i migranti saranno oltre 230 milioni. Ma già
ai giorni nostri nessun Paese al mondo può dirsi estraneo a questo complesso
fenomeno delle migrazioni: si tratti di un Paese di partenza, di transito o di
arrivo. Gli Stati Uniti, con 35 milioni
di persone, e la Federazione Russa, con 13,3 milioni, sono in testa alla lista
dei 15 Paesi con il più alto tasso di presenza di immigrati nel proprio
territorio. La lista comprende Paesi di tutti i continenti: dalla Germania (7,3
milioni) all’Ucraina (6,9), dalla Francia (6,3) all’India (anche 6,3), fino
all’Australia (4,7) ed al Pakistan (4,2). L'Africa conta 16,2 milioni di
immigrati, pari al 2,1% della popolazione totale, meno di un decimo dei
migranti del mondo. Il 90% è nell'Africa Subsahariana. Ad accogliere più di un
milione di migranti sono solo due Paesi africani: Costa d'Avorio (2.236.000) e
Burkina Faso (1.124.000). La presenza straniera in America Latina e nei Caraibi
raggiunge, invece, i 5,9 milioni, pari all'1,2% della popolazione e al 3,4% del
totale mondiale. Ed i motivi che spingono tante persone a spostarsi da un Paese
all’altro sono davvero molteplici, anche se al primo posto vi sono sicuramente
le problematiche lavorative. L'Organizzazione Internazionale del Lavoro stima
che attualmente siano circa 65 milioni le persone che operano professionalmente
in un Paese diverso dal proprio, con o senza autorizzazione. Alla base del
fenomeno: l’attrazione esercitata dai cambiamenti demografici e dal mercato del
lavoro in molti Paesi industrializzati; la pressione demografica, la
disoccupazione e le crisi nei Paesi poveri; le reti e i contatti stabiliti nel
tempo tra i vari Paesi, grazie a legami familiari, culturali e storici. Altro
capitolo importante del rapporto è senza dubbio quello concernente la
migrazione irregolare, che continua ad essere un fenomeno estremamente
complesso, sul quale sono difficilmente disponibili dati precisi e affidabili.
Così si stima che siano tra i 700.000 e i 2 milioni le donne e i bambini
oggetto-soggetto di traffico, ogni anno, attraverso le frontiere
internazionali. Si calcola inoltre che circa 500.000 persone entrino
irregolarmente annualmente negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda,
mentre nell'Unione Europea la cifra varierebbero tra 120.000 e 500.000 all'anno
L'introduzione clandestina di migranti è un "commercio" molto
proficuo che genera miliardi di dollari, soprattutto per le organizzazioni
criminali. (S.S.)
ATTO CONCLUSIVO A PALERMO PER IL CONVEGNO
INTERNAZIONALE DEL CESNUR SUL TEMA “IDENTITA’ E FUTURO DEI MOVIMENTI
RELIGIOSI”.
PRESENTATA UNA RICERCA SUL PLURALISMO RELIGIOSO IN
SICILIA
- A cura
di Alessandra Zaffiro -
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PALERMO.=
Con i dati di una ricerca sul pluralismo religioso in Sicilia, voluta da mons.
Cataldo Naro, arcivescovo di Monreale, si è concluso a Palermo il convegno internazionale del CESNUR sul tema
"Identità e futuro dei movimenti religiosi". La ricerca mostra una
forte tenuta dell'identità cattolica in Sicilia, ma anche la crescente presenza
di minoranze islamiche, protestanti e anche buddiste che si affiancano alla
tradizionale presenza ortodossa. Un dato per qualche verso inatteso è la
diminuzione di credenze di tipo "New Age" o magiche presso la
popolazione giovanile siciliana. “In dieci anni – ha spiegato il vice-direttore
del CESNUR Zoccatelli - è notevolmente salito l’interesse per le religioni
diverse da quella cattolica. La credenza alternativa per eccellenza è quella
nella reincarnazione. In calo è il credere nei dogmi cristiani: in particolare,
la resurrezione di Gesù, l’Eucaristia, il Giudizio finale e il peccato originale.
La conclusione – dice Zoccatelli - è che, come in tutto il contesto
occidentale, si fa strada la tendenza ad una religione costruita come ognuno
desidera”. Nelle conclusioni del convegno si è anche parlato dei problemi della
libertà religiosa. La forte riaffermazione dell'identità nazionale - ha detto
il professor Boris Falikov, dell'Istituto Nazionale di Scienze Umane di Mosca -
crea problemi per le minoranze religiose in Russia, dove la protezione legale
non sarebbe sempre sufficiente. Lo stesso avverrebbe nel mondo islamico e nel
subcontinente indiano, oggetto di un'analisi di Mark Sedgwick, professore
all'Università Americana del Cairo.
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SI CHIUDE
OGGI A CASTELGANDOLFO IL Convegno internazionale dei membri del Movimento dei
FocolarI che operano in parrocchia
CASTELGANDOLFO. = Sono venuti da
oltre 40 Paesi dei 5 continenti, in 1500, i membri del Movimento dei Focolari
impegnati in vario modo nelle parrocchie: catechisti, ministri dell’Eucaristia,
consigli o commissioni pastorali, corsi per fidanzati, accompagnamento delle
famiglie, Caritas, oratori. In questo tempo di profonde trasformazioni in cui
“si stanno cercando tante strade per dare alla parrocchia un volto nuovo”, Chiara Lubich sottolinea la
responsabilità del dono ricevuto: la spiritualità dell’unità in così profonda
consonanza con quella spiritualità di comunione lanciata da Giovanni Paolo II a
tutta la Chiesa. “Può aiutare anche le comunità parrocchiali a rinnovarsi, e
diventare sempre più chiesa viva, dove tutti trovano Dio, Gesù”. E’ lo scopo di
quest’ incontro da lei voluto: approfondire la comunione, l’esperienza viva del
Risorto da lui promessa “a due o più uniti nel suo nome”, per “saperlo
edificare poi nelle comunità parrocchiali” in cui ciascuno opera. “E questo è
importante – ha aggiunto la fondatrice dei Focolari – perché la presenza di
Gesù costituisce il volto profondo della Chiesa, come di ogni comunità
cristiana. Gesù è luce, gioia, vita, fuoco… e quando c’è Lui la comunità rifiorisce,
diventa il suo Corpo vivo”. Numerose le testimonianze portate dai membri del
movimento nei 4 giorni di incontro: da episodi di riconciliazione, come è
avvenuto nello Zimbabwe, quando le tensioni tra le varie etnie si sono acuite,
all’azione di giovanissimi in una parrocchia di Roma, che si sono fatti carico
di iniziative a favore dei più piccoli. Il Movimento parrocchiale nasce nel
1966 in risposta all’incoraggiamento di Papa Paolo VI ad un gruppo di
sacerdoti, a portare lo spirito
dell’unità nelle loro diocesi e nelle loro parrocchie. Questa mattina i partecipanti
hanno assistito alla recita dell’Angelus in Piazza san Pietro con Papa
Benedetto XVI. (S.S.)
CONSEGNATI STAMANE A ROMA I PREMI “VIVERE DA
CAMPIONE”
A PERSONALITÀ DEL MONDO SPORTIVO CHE SI SONO
DISTINTE
PER LA PARTICOLARE ATTENZIONE VERSO GLI ALTRI
- A cura di Marina Tomarro –
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ROMA. =
I tifosi del ciclismo , Bruno Pizzul, Juri Chechi: sono alcuni dei premiati,
che per il loro impegno a vivere lo
sport all’ insegna della solidarietà ,
questa mattina hanno ricevuto un riconoscimento alla cerimonia di premiazione di Vivere da campioni. Don Giuseppe
Moscati presidente di Nova Auxilium l’associazione nazionale che ha ideato
questa iniziativa, ha ricordato che i giovani guardando i campioni dello sport
devono imparare a vivere da vincenti anche nella loro vita quotidiana ma senza
dimenticare gli altri , perché la solidarietà deve essere un valore
costante in ognuno di noi. Presenti
alla consegna dei premi anche Manuela Di Centa e Antonio Rossi testimonial del
riconoscimento E questa sera allo
Stadio Olimpico alle 20 la manifestazione
continuerà con uno spettacolo musicale in onore di Giovanni Paolo II.
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- A cura Amedeo Lomonaco -
Poco prima dell’appello lanciato
da Papa Benedetto XVI per la liberazione di Clementina Cantoni, in Afghanistan
è stato annunciato l’arresto del presunto capo della banda responsabile dell’uccisione
della giornalista italiana Maria Grazia Cutuli. Il nostro servizio:
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E’ stato arrestato questa notte
il capo della banda accusata dell’uccisione di quattro giornalisti tra i quali
l’inviata del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli. La giornalista è stata
assassinata il 19 novembre del 2001 in un agguato lungo la strada tra Jalalabad
e Kabul. Subito dopo la notizia dell’arresto, il fratello della reporter ha
detto che l’operazione dimostra come in Afghanistan si stiano compiendo
progressi nei settori della democrazia e della legalità. Nel Paese asiatico ha
inoltre ricevuto vasta eco la cattura, nella provincia occidentale di Farah,
del comandante talebano Haji Sultan, uno dei leader della resistenza contro le
forze americane e della Nato nella regione. Da Kabul, intanto,
il ministro degli Esteri Abdullah ha rivelato che la liberazione di Clementina
Cantoni è vicina: “Spero che la ragazza venga liberata al più presto, ha
dichiarato il ministro aggiungendo che si stanno definendo i termini del
rilascio”. Ottimista anche il portavoce del ministero dell’Interno afgano: “Le
trattative - ha spiegato - sono complesse ma assicuro che la donna italiana
rapita sta bene”. Ieri sera agenti dei servizi di intelligence afgani hanno
avuto altri contatti con i sequestratori, ma non sono riusciti a parlare
direttamente con la cooperante italiana.
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In Iraq, una grossa operazione
condotta da soldati americani e iracheni a sud di Baghdad ha portato
all’arresto di 180 sospetti guerriglieri. La polizia irachena ha reso noto,
inoltre, che è stato arrestato a Mossul un uomo di fiducia del terrorista
giordano Al Zarqawi. Si tratta del mullah Mehdi, capo della sezione irachena di
Al Qaeda. A Baghdad, intanto, un agguato condotto da ribelli ha provocato la
morte di una donna poliziotto. Sul fronte dei sequestri, il muftì d’Australia
ha dichiarato che l’ostaggio australiano, rapito lo scorso aprile in Iraq, è
vivo e sta bene. Il quotidiano saudita Asharq al-Awsat ha rivelato, infine, che
il processo contro il deposto presidente iracheno, Saddam Hussein, inizierà tra
due mesi. I capi d’accusa formulati contro l’ex rais saranno 12.
Si sono aperti stamani, in
Libano, i seggi elettorali per la seconda tornata delle elezioni generali, le
prime che si tengono nel Paese dei Cedri dopo il ritiro delle truppe siriane.
All’odierna votazione, indetta per eleggere 23 deputati delle circoscrizioni
meridionali, sono attesi più di 660 mila elettori. I sondaggi prevedono una
vittoria dei partiti sciiti.
Politica europea e nuova legge
sul partenariato per le coppie omosessuali: questi i due delicati temi sui
quali si sono espressi oggi i cittadini svizzeri attraverso referendum. Le urne
si sono chiuse a mezzogiorno e l’esito del risultato appare, dunque, ancora
incerto, anche se si profila una vittoria del “sì”. I dati ufficiali sono
attesi per stasera. Gli elvetici sono stati chiamati a pronunciarsi
sull’adesione della Svizzera agli accordi europei di Dublino - in materia di
asilo - e di Schengen per l’abolizione dei controlli alle frontiere. Terzo tema
oggetto di votazione: una legge che intende parificare l’unione omosessuale registrata
al matrimonio in campo fiscale, sociale e previdenziale. In vista della
consultazione popolare, la Conferenza dei vescovi svizzeri aveva diramato una
nota il 29 aprile scorso, nella quale, pur sottolineando che ogni forma di
discriminazione nei confronti degli omosessuali deve essere abrogata, richiede
al contempo che la parificazione dei partenariati omosessuali con il matrimonio
sia chiaramente evitata. A giudizio dell’episcopato elvetico, il nuovo progetto
di legge non tutela a sufficienza l’istituto del matrimonio.
Nei Territori palestinesi è
sempre più netta la frizione tra il presidente Abu Mazen ed il movimento
estremista palestinese ‘Hamas’, dopo il rinvio delle elezioni politiche inizialmente
fissate per il prossimo 17 luglio. Lo slittamento è stato motivato
ufficialmente da questioni tecniche ma gli integralisti sostengono che la
decisione è stata presa da Abu Mazen per favorire il suo partito, Al Fatah.
Secondo diversi osservatori, infatti, la consultazione avrebbe fatto registrare
una netta affermazione di Hamas.
Tensione in Turchia: tre soldati
sono stati uccisi ieri sera durante uno scontro con ribelli curdi nella
provincia orientale di Tunceli. La sparatoria è avvenuta in una zona rurale vicino
al villaggio Cicekli, dove reparti dell’esercito di Ankara stanno conducendo in
questi giorni operazioni militari. I combattimenti tra forze governative e
ribelli curdi sono ripresi nel giugno del 2004, dopo una tregua durata cinque
anni.
L'Iran ha fatto sapere che la
sospensione delle proprie attivita' nucleari e' condizionata
alle proposte concrete di
cooperazione avanzate dall'Unione europea.
Le condizioni poste da parte iraniana riguardano tre gruppi congiunti di
lavoro ed un comitato direttivo, che dovranno incontrarsi prima della fine di
luglio.
Tragedia nel traforo del Frejus
che collega l’Italia alla Francia: l’incendio di un camion ha provocato, ieri,
la morte di due persone. Il rogo, che ha coinvolto altri tre mezzi pesanti, è
stato provocato dalla rottura di un turbocompressore. Le vittime sono uno
sloveno, autista di uno dei quattro tir avvolti dalle fiamme, e uno slovacco.
La tempestività dei soccorsi ha evitato che la tragedia assumesse contorni più
drammatici. Nel tunnel del Frejus sono state introdotte speciali misure di
sicurezza dopo l’incendio avvenuto nel 1999 nel traforo del Monte Bianco e costato
la vita a 39 persone.
“Bisogna superare le difficoltà.
Il processo di ratifica della Costituzione europea deve continuare”. Sono le
convinzioni espresse dal presidente francese, Jacques Chirac, e dal cancelliere
tedesco, Gerhard Schroeder, durante il vertice di ieri a Berlino. I due leader
hanno anche ribadito il loro completo appoggio al progetto europeo dopo i ‘no’
ai referendum in Francia e Olanda sulla Costituzione europea. Durante
l’incontro, sono stati affrontati, in particolare, tre temi: il Trattato europeo,
le prospettive finanziarie in vista del vertice del 16 e del 17 giugno a Bruxelles
ed i preparativi del prossimo incontro bilaterale a Parigi.
In Italia il presidente del Consiglio, Silvio
Berlusconi ha espresso stamani la propria solidarietà al presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e ha anche richiamato tutti i ministri al
rispetto del proprio ruolo istituzionale e dei più alti vertici della
Repubblica. Ieri Ciampi aveva difeso ancora una volta il ruolo
dell’Europa e dell’euro, richiamando gli Stati membri ad assumersi le loro responsabilità.
Dopo questa dichiarazione, il ministro leghista delle Riforme Roberto Calderoli
ha chiesto a Ciampi di accettare la sconfitta della moneta unica, indicandolo
come il responsabile della scelta italiana di aderire all’euro.
Almeno 45 mila persone hanno
partecipato ieri, ad Hong Kong, ad una veglia per commemorare il 16.mo
anniversario della sanguinosa repressione del movimento studentesco a Piazza
Tiennamen. La manifestazione è stata l’unica organizzata in Cina in occasione
dell’anniversario del massacro, perpetrato nella notte fra il 3 e il 4 giugno
1989. Secondo fonti ufficiali, sono morte 320 persone ma diverse organizzazioni,
tra le quali Amnesty International, parlano di almeno 1300 vittime. Piazza
Tiennamen, presidiata dalla polizia, è rimasta deserta: a numerosi dissidenti è
stato vietato, infatti, di organizzare manifestazioni di protesta a Pechino.
Sul fronte politico, gli Stati Uniti hanno ribadito i loro timori per i
crescenti investimenti della Cina in armamenti: durante la sua visita a Singapore,
il segretario alla Difesa americano, Donal Rumsfeld, ha detto ieri che il governo
cinese spende per il riarmo una cifra di gran lunga superiore rispetto a quella
dichiarata. Questa linea strategica – ha aggiunto Rumsfeld - mette a rischio
l’equilibrio in Asia e nel Pacifico.
Sono almeno 200 i morti e quasi
ottanta i dispersi per le inondazioni che hanno investito, nei giorni scorsi,
16 province della Cina. Lo ha reso noto l’Ageniza “Nuova Cina” precisando che
oltre 17 milioni di persone hanno lasciato le loro case. Sono più di 600.000
gli ettari di terre coltivate devastati dall'inondazione.
Il maltempo ha sconvolto anche il Brasile: le
piogge torrenziali, che si sono riversate negli ultimi tre giorni sulle regioni
nord orientali del Paese, hanno causato la morte di almeno 28 persone. Lo hanno
annunciato fonti della protezione civile brasiliana, precisando che gli
sfollati sono più di 30 mila. La maggior parte dei decessi sono stati causati
da alluvioni avvenute nello Stato di Pernambuco.
In Azerbaigian, migliaia di
persone sono scese in piazza a Baku per chiedere libere elezioni e le
dimissioni del presidente Ilham Aliev, succeduto due anni fa al padre. Si è trattato
della prima dimostrazione dell’opposizione dalle presidenziali del 2003, non
repressa in modo violento. I partecipanti, almeno 80 mila secondo gli
organizzatori e circa 4 mila per le autorità, hanno sventolato bandiere arancioni
alludendo alla rivoluzione ucraina dello scorso anno. Durante la protesta antigovernativa,
sono anche stati mostrati diversi ritratti del presidente americano, George
Bush. In Azerbaigian si terranno elezioni politiche il prossimo mese di novembre.
Resta
grave la situazione di Haiti: almeno 25 persone sono state uccise in diversi
raid condotti, nelle ultime 24 ore dalla polizia, nei pressi di Port-au-Prince.
Organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani hanno accusato la
polizia di esecuzioni sommarie e di torture contro i seguaci dell'ex presidente
Aristide. Secca la smentita del governo.
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