RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 17  - Testo della trasmissione lunedì 17 gennaio 2005

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Lo sport, se praticato nel rispetto delle regole, è un valido strumento educativo per i giovani: è quanto sottolineato da Giovanni Paolo II nell’udienza al team della Ferrari, ricevuto stamani in Vaticano

 

Ieri il presidente italiano Ciampi con la moglie Franca a pranzo con il Papa in Vaticano: “un incontro molto cordiale”

 

Le conclusioni del Convegno in Vaticano sulle religioni tradizionali: la Chiesa cattolica rilancia il dialogo con i culti tribali. Con noi l’arcivescovo Michael Fitzgerald e padre Theodore Mudiji

 

Anno dell’Eucaristia a tre mesi dall’apertura: ora c’è l’indulgenza plenaria. Ce ne parla padre Scicolone.

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Oggi in Italia la Giornata del dialogo tra cattolici ed ebrei. Domani dal Papa 160 rabbini da tutto il mondo  per ringraziarlo di quanto ha fatto per riconciliare le due fedi: ai nostri microfoni mons. Vincenzo Paglia e il rabbino Alberto Moshe Somekh

 

Si è spento oggi l’ex leader cinese Zhao Ziyang: nell’’89 era stato deposto perché contrario alla repressione della protesta studentesca a Piazza Tienanmen. I commenti di Francesco Sisci e padre Bernardo Cervellera.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Sale ad oltre 175 mila  morti il bilancio delle vittime del maremoto in Asia

 

Il cardinale Camillo Ruini inaugurerà oggi pomeriggio, a Bari, la riunione del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana

 

Sarà presentata oggi a Roma la “Campagna sugli obiettivi di sviluppo del millennio” promossa da Volontari nel mondo-FOCSIV, da Caritas italiana e dalle principali associazioni del mondo cattolico

La delegazione ecumenica della Finlandia, apre questo pomeriggio, la settimana di preghiera per l’unità presso la chiesa di Santa Brigida, in Piazza Farnese, a Roma

 

Il genio di Leonardo da Vinci nella mostra visitabile a Firenze, fino a giovedì prossimo, incentrata sul tema “Leonardo, i giochi e lo sport”.

 

 

24 ORE NEL MONDO:

Medio Oriente: Abu Mazen vara il piano per fermare la violenza degli estremisti palestinesi e ordina alle forze di sicurezza di  proteggere il confine tra Israele e Gaza

 

Non si fermano gli attentati della guerriglia in Iraq: almeno 20 morti solo questa mattina

 

Stipe Mesic rieletto presidente della Croazia: dovrebbe portare nel 2009 il Paese nell’Unione Europea.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

17 gennaio 2005

 

 

 LO SPORT, SE PRATICATO NEL RISPETTO DELLE REGOLE, E’ UN VALIDO STRUMENTO

 EDUCATIVO PER I GIOVANI: E’ QUANTO SOTTOLINEATO DA GIOVANNI PAOLO II NELL’UDIENZA AL TEAM DELLA FERRARI, RICEVUTO STAMANI IN SALA CLEMENTINA

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Per la Chiesa lo sport è un valido strumento educativo soprattutto per le giovani generazioni. E’ quanto affermato da Giovanni Paolo II nell’udienza al team Ferrari, ricevuto stamani in Sala Clementina. Rivolgendosi ai piloti Schumacher, Barrichello e ai dirigenti e tecnici della “Rossa di Maranello”, il Papa si è complimentato per il successo ottenuto nell’ultimo campionato mondiale di Formula Uno. Il campione del mondo in carica, Schumacher, ha definito l’incontro “un’emozione unica”. Dal canto suo, la società sportiva Ferrari - nella persona del presidente Luca di Montezemolo - ha donato al Pontefice il primo modellino della F2004 in scala 1:5. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“La Chiesa considera l’attività sportiva, praticata nel pieno rispetto delle regole, un valido strumento educativo specialmente per le giovani generazioni”. E’ la riflessione offerta dal Papa alla “grande famiglia della Ferrari”, in un incontro cordiale e affettuoso con gli uomini della Rossa più famosa nel mondo. Il Pontefice ha sottolineato come la Scuderia di Maranello rappresenti “una singolare comunità di uomini al cui interno vige una grande intesa”. In questo spirito, il Pontefice ha indicato il segreto del successo della casa automobilistica fondata da Enzo Ferrari:

 

“E’ soprattutto all’entusiasmo derivante dallo spirito comunitario che essa deve i suoi notevoli risultati sportivi ed industriali”.

 

Ha così esortato il team Ferrari a coltivare sempre “questo stile di lavoro” facendo “della crescita costante nella solidarietà uno dei vostri principali obiettivi”. Con questo impegno, ha aggiunto, diffonderete i “valori dello sport e contribuirete, al tempo stesso, a costruire una società più giusta e solidale”. Dal canto suo, il presidente Montezemolo ha voluto proprio evidenziare come quello della comunità sia un tratto distintivo della Ferrari al pari del Cavallino rampante:

 

“Comunità è la formula chiave, vorrei dire la “formula 1” dei nostri successi. Questo spirito comunitario, questo saper stare insieme, che sentiamo profondamente nostro, è il motore che ci ha portato a vincere tante competizioni, mettendo in comune gli sforzi, la creatività, la ricerca e la passione”.

 

All’udienza ha preso parte anche Piero Ferrari, figlio del fondatore, che nel 1988 ebbe l’onore di guidare la “Rossa” sulla quale Papa Wojtyla fece un giro sulla pista di Fiorano in occasione della visita agli stabilimenti di Maranello. A margine dell’udienza, il direttore generale della Ferrari, Jean Todt, ha dichiarato che al Papa è stato promesso anche l’equivalente in denaro di una vettura “Enzo Super Limited Edition”. L’annuncio riguarda l’iniziativa dell’azienda di Maranello di mettere all’asta, a favore delle vittime del maremoto del Sudest Asiatico - attraverso la Caritas Internationalis - l’auto numero 400 della serie attualmente più prestigiosa, che ha come prezzo di listino, e quindi base dell’asta, 640 mila euro.

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UDIENZE E NOMINE

 

Nel corso della mattina, Giovanni Paolo II ha ricevuto in successive udienze il cardinale Sergio Sebastiani, presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede e un gruppo di vescovi spagnoli in visita ad Limina Apostolorum. 

In Francia, Il Santo Padre ha nominato vescovo di Agen il reverendo Hubert Herbreteau, del clero della diocesi di Luçon, finora vicario episcopale per la “Côte et Marais Breton”.

Nello Sri Lanka, il Papa ha nominato vescovo coadiutore della diocesi di Chilaw, il reverendo Warnakulasurya Wadumestrige Devasritha Valence Mendis, del clero della diocesi di Chilaw, rettore del seminario nazionale di Kandy.

 

 

IERI IL PRESIDENTE ITALIANO CIAMPI CON LA MOGLIE FRANCA A PRANZO

CON IL PAPA IN VATICANO: “UN INCONTRO MOLTO CORDIALE”

 

“Un incontro molto cordiale e di carattere privato in occasione dell'inizio del nuovo anno”. Così il direttore della Sala Stampa della Santa Sede Joaquin Navarro Valls si è espresso sul pranzo ieri in Vaticano tra il Papa e il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi, che era accompagnato dalla moglie Franca. Con il pranzo di ieri in Vaticano, sono undici gli incontri tra il Papa e Carlo Azeglio Ciampi in varie circostanze. Il primo risale al 24 giugno '93 quando Ciampi, allora presidente del Consiglio, si recò in visita in Vaticano.

 

 

LE CONCLUSIONI DEL CONVEGNO IN VATICANO SULLE RELIGIONI TRADIZIONALI:

LA CHIESA CATTOLICA RILANCIA IL DIALOGO CON I CULTI TRIBALI

- Interviste con l’arcivescovo Michael Fitzgerald e padre Theodore Mudiji -

 

Si è concluso sabato scorso in Vaticano un convegno mondiale di quattro giorni promosso dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Inter-Religioso, sul tema “Le risorse per la pace nelle religioni tradizionali”. Durante i lavori si è preso in esame il contributo che possono dare alla pace i seguaci dei culti tribali. Sulle conclusioni del convegno ascoltiamo l’arcivescovo Michael Fitzgerald, presidente del dicastero promotore, al microfono di Jean-Baptiste Sourou:

 

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R. – La conclusione generale è che troviamo nelle religioni tradizionali delle vere risorse per la pace nel nostro mondo. Ci sono dei valori che devono essere accolti e riconosciuti e questo richiede un lavoro di dialogo con le persone che appartengono a queste religioni tradizionali o con le persone che provengono dalle religioni tradizionali, che sono adesso cristiani e vogliono però conservare quei valori che sono nella loro tradizione etnica e culturale. Noi invieremo il nostro messaggio alle Chiese locali e alle Commissioni per il dialogo. Starà a loro poi riprendere la questione e andare avanti nella direzione del dialogo, per far sì che tutte le tradizioni religiose possano contribuire alla pace.

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Le religioni tradizionali  sono diffuse  soprattutto in Africa dove sono seguite da circa 60 milioni di seguaci. Ma qual è attualmente la situazione? Giovanni Peduto lo ha chiesto a padre Theodore Mudiji, direttore del Centro studi di religioni africane e docente all’Università Cattolica di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo:

 

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R. – Le religioni tradizionali in Africa sono ancora ben vive, anche se con la diffusione del cristianesimo e dell’islam  molti africani si sono convertiti a queste religioni. In fondo però c’è sempre quell’aspetto africano, religioso, tradizionale che rimane in tutti. D’altra parte Gesù non è venuto per cancellare ciò che era buono nell’uomo, ma è venuto proprio per risuscitare nell’uomo  ciò che è buono in lui, e che viene da Dio. E’ questo che abbiamo cercato di vedere: ciò che è buono e può aiutare il cristiano ed ogni uomo ad essere migliore, specialmente nel campo della pace.

 

D. – Che rapporto c’è oggi in Africa tra cristianesimo e religioni tradizionali?

 

R. – In questi ultimi tempi c’è un grande sforzo e qualcosa di positivo. C’è infatti un dialogo, attraverso il quale si cercano i valori comuni per andare avanti nella fraternità umana.

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TRE MESI FA, L’APERTURA DELL’ANNO DELL’EUCARISTIA

ORA C’E’ ANCHE L’INDULGENZA PLENARIA

- Intervista con padre Ildebrando Scicolone -

 

“Un mistero di Luce e di Vita che chiama i cristiani ad aprirsi alla logica dell’amore e della condivisione in un tempo sconvolto dalla violenza”. Questa, l’Eucaristia secondo il Santo Padre, che esattamente 3 mesi fa, il 17 ottobre scorso, dava l’avvio all’Anno eucaristico. Ma come sta vivendo la Chiesa questo periodo particolare? Roberta Moretti lo ha chiesto a padre Ildebrando Scicolone, docente di Liturgia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma:

 

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R. – Sicuramente bene perché è stata una notizia che credo il popolo cristiano aspettasse. La mia paura è che l’Anno Eucaristico si veda più come un anno di esposizioni, adorazioni e non come un anno in cui si prende meglio coscienza della celebrazione dell’Eucaristia. Se non si darà al popolo cristiano una occasione forte per capire qual è il senso della celebrazione, che è la cena della comunità cristiana, il popolo di Dio che è convocato per incontrare il Signore risorto, l’Anno Eucaristico sarà un anno in cui abbiamo moltiplicato le pratiche ma non abbiamo cambiato la vita.

 

D.– Nei giorni scorsi la Penitenzieria Apostolica ha annunciato per questo Anno dell’Eucaristia l’indulgenza plenaria per particolari atti di culto e di venerazione verso il Santissimo Sacramento ...

 

R.– Certo l’indulgenza plenaria non è semplicemente un do ut des, cioè tu fai questo ed io ti perdono. Giustamente il decreto della Penitenzieria Apostolica ricorda che innanzitutto bisogna distaccarsi dall’affetto al peccato, cioè uno deve rinunciare al peccato. Ci vuole un impegno di conversione. Poi è necessario fare una pratica, una preghiera o un pio esercizio davanti al Santissimo Sacramento solennemente esposto, oppure anche nel tabernacolo. Il distacco dal peccato si manifesta con una Confessione entro l’arco di una settimana, o prima o dopo, nell’arco di otto giorni e poi la Comunione frequente. Cioè sono delle occasioni che vogliono ricordare ai fedeli quello che è il dovere di sempre. E’ un modo perché uno possa essere attratto a fare sempre meglio. Non si può dire semplicemente ho fatto l’indulgenza e sono a posto. E’ un invito a fare sempre meglio. Va comunque ricordato che nel Manuale delle Indulgenze, pubblicato da Paolo VI dopo il Concilio, si dice chiaramente che per chi fa una mezz’ora di adorazione davanti al Santissimo Sacramento anche col tabernacolo chiuso c’è già l’indulgenza plenaria.

 

D. – L’indulgenza plenaria presuppone, oltre alla comunione eucaristica e la preghiera secondo le intenzioni del Papa, la confessione sacramentale. Ci dà delle linee guida per vivere con pienezza tale sacramento?

 

R. – Io penso che si possa capire bene se si ha un retto concetto di Chiesa come comunità cristiana. Molto spesso molti cristiani non si confessano dicendo:“ io mi confesso direttamente con Dio”, perché non sanno che cosa è la Chiesa. Dio ama la Chiesa, il Corpo di Cristo. Ogni cristiano, quando col peccato si separa dal corpo ecclesiale, è come un membro che si stacca dal corpo. Per riavere la vita questo membro staccato non può dire “io mi rivolgo direttamente a Dio”, bisogna che si riattacchi al corpo. Dunque la dimensione ecclesiale fa capire la necessità di una riconciliazione con la Chiesa e una volta che uno è in comunione con la Chiesa è automaticamente in comunione con Dio perché Dio ama la sua Chiesa, ama il Corpo del Figlio suo.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'Iraq dove non si fermano le sanguinose violenze.

 

Nelle vaticane, all'Angelus Giovanni Paolo II ha esortato i cristiani a formare un cuore solo e un'anima sola ed ha auspicato che tutti gli uomini crescano nella solidarietà per costruire un mondo di pace.

L'udienza del Papa a dirigenti, piloti, meccanici e operai della Casa Automobilistica "Ferrari". Nell'occasione il Santo Padre ha ricordato che la Chiesa considera l'attività sportiva, praticata nel pieno rispetto delle regole, un valido strumento educativo, specialmente per le nuove generazioni.

Una pagina dedicata al solenne ingresso in Diocesi di mons. Francesco Marino, vescovo di Avellino. L'articolo dell'inviato Francesco M. Valiante.

 

Nelle estere, Medio Oriente: Sharon intensifica la lotta al terrorismo; l'Olp chiede una tregua ad Hamas.

 

Nella pagina culturale, d'apertura un articolo di Franco Patruno dal titolo "Il 'trash' non può essere supinamente accettato": né in Tv, né sulla carta stampata. 

 

Nelle pagine italiane, elezioni: accuse e slogan lontani dai bisogni dei cittadini; polemiche per alcune frasi di Berlusconi.

Camorra: fermati gli assassini della madre di uno "scissionista": decisive le testimonianze dei cittadini; sempre più brutale la faida di Scampia.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

17 gennaio 2005

 

 

OGGI IN ITALIA GIORNATA DEL DIALOGO EBRAICO-CATTOLICO

- Intervista a mons. Vincenzo Paglia e al rabbino di Torino Alberto Moshe Somekh -

 

Oggi in Italia è la XVI Giornata del dialogo-ebraico-cattolico: un’occasione di scambio e di approfondimento fra le due religioni. Domani poi 160 rabbini di tutto il mondo, riuniti dalla fondazione Pave The Way, incontreranno in Vaticano Giovanni Paolo II per ringraziarlo per tutti gli sforzi sostenuti nei 26 anni di Pontificato per riconciliare le due fedi. Il tema scelto quest’anno per la Giornata del dialogo fra ebrei e cattolico, propone le parole della Scrittura: “Amerai il Signore Dio Tuo con tutto il cuore … Amerai il prossimo tuo come te stesso”. Sentiamo in proposito il vescovo di Terni, mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della CEI, al microfono di Debora Donnini.

 

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R. – Il grande albero ebraico-cristiano ha le sue radici più profonde in queste parole. Ritornare alle nostre comuni radici significa guardare con verità a questo rapporto inseparabile che c’è tra gli ebrei e i cristiani.

 

D. – Voi parlate anche di un impegno comune sulla giustizia e la carità. Ci può spiegare più concretamente questi punti? Per esempio, un impegno comune nella difesa della vita?

 

R. – Esattamente. Io potrei citare l’esempio della diocesi qui a Terni, dove per la difesa della vita ci siamo trovati assieme in varie occasioni, o per iniziative comuni di carità o per approfondire insieme la grande tradizione spirituale ebraico-cristiana.

 

D. – Lei sottolineava anche che il cristianesimo ha raccolto il messaggio della prima alleanza e che nel cristianesimo Cristo stesso rivela l’amore del Padre…

 

R. – Noi restiamo custodi delle stesse Scritture del Vecchio Testamento. Gesù stesso si sente pienamente ebreo e ha insegnato a noi tutti a chiamare “Papà” il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe. Ci ha insegnato a vedere in questo Dio un Dio che sa mischiarsi nella sfera degli uomini. Questa tradizione di paternità di Dio, un Padre che si commuove, è la grande eredità che noi abbiamo ricevuto e che Gesù stesso ha vissuto per primo, fino a diventare Lui il “Compassionevole”, l’immagine più vera del Padre. Tutta l’attenzione alla persona umana nasce dal monoteismo ebraico-cristiano. In questo senso io credo che tutta la tradizione ebraico-cristiana debba ritrovare la sua forza e quindi anche la sua audacia nel proporre al nichilismo contemporaneo la bellezza di una paternità come quella di Dio, che non ci abbandona mai.

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E sempre sul tema di questa giornata e sul dialogo ebraico-cristiano sentiamo ora iLrabbino capo di Torino Alberto Moshe Somekh.

 

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R. – Il dialogo ebraico-cristiano ha un’estrema importanza per il progresso della società e della civiltà nei suoi valori migliori, in un momento in cui sembra che questi valori passino in secondo piano rispetto a dei “contro-valori”, essenzialmente. Quindi, merita senz’altro di essere portato avanti e di essere riaffermato. I valori ai quali alludono i versetti che sono stati scelti per questa giornata sono incentrati sull’amore, l’amore di Dio e l’amore del prossimo, che nella tradizione ebraica sono strettamente connessi anche ai valori della giustizia e della legalità. Per il principio ebraico effettivamente la giustizia, e il diritto in particolare, sono il veicolo fondamentale per la realizzazione dell’amore di Dio sulla Terra. “Ama il prossimo tuo come te stesso”, è accompagnato nel capitolo 19.mo del Levitico da altri versetti non meno significativi su questo piano: “Non molesterai il forestiero”, e nello stesso tempo anche “non mentire”, “non rubare”, non commettere atti immorali nei confronti del proprio prossimo e della società nella quale si viene ospitati. Si ha il dovere di dare amore, ma chi riceve amore deve anche mostrare gratitudine quanto meno, nei confronti delle persone che glielo offrono. Questo doppio rapporto è alla base dell’etica ebraica.

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SI E’ SPENTO L’EX LEADER DEL PARTITO COMUNISTA CINESE ZHAO ZIYANG

- Intervista con Francesco Sisci e p. Bernardo Cervellera -

 

È morto stanotte in un ospedale di Pechino l’ex segretario generale del Partito comunista cinese Zhao Ziyang, caduto in disgrazia oltre 15 anni fa per aver sostenuto la rivolta degli studenti di piazza Tiananmen, nel 1989. Zhao, che aveva compiuto 85 anni nell'ottobre scorso, si era opposto a quell'intervento militare contro gli studenti che, nella notte tra il 3 ed il 4 giugno, causò la morte di centinaia e centinaia di giovani. Ma cosa portò Zhao ad opporsi alla repressione? Al microfono di Giada Aquilino risponde Francesco Sisci, direttore dell’Istituto italiano di cultura a Pechino:

 

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R. – Allora era un momento molto delicato, in cui in realtà si stava svolgendo una lotta politica interna, per il controllo del partito. Da una parte, possiamo dire, c’era Deng Xiaoping e dall’altra parte c’era Ziyang. In qualche modo gli studenti erano in mezzo ed erano l’incidente di percorso, l’occasione di questa lotta. In realtà, non erano veramente il fine, né per Ziyang, che si batteva contro questo intervento militare, né per Deng Xiaoping, che era invece a favore dell’intervento.

 

D. – Celebre la sua frase pronunciata in un accampamento degli studenti: “Sono venuto troppo tardi”, disse. Poi di lui non si seppe più niente…  

 

R. – Lui arrivò il 19 maggio a Piazza Tienanmen per cercare di convincere di persona gli studenti. Però gli studenti non si fecero smuovere. Tornò a casa senza alcun successo e fu la sua fine politica, insieme anche alla fine del movimento di Tienanmen.

 

D. – Cosa rimane alla Cina di oggi di Zhao Ziyang?

 

R. – Le riforme economiche nelle città. Lui varò l’idea che la Cina doveva svilupparsi a partire dalle città, a partire dalle zone costiere. Oggi le zone costiere della Cina producono oltre il 70 per cento del prodotto interno lordo. A metà degli anni Ottanta, Zhao Ziyang studiò le riforme di Reagan e quelle di Margareth Thatcher. Il liberismo economico doveva essere la bandiera del successo cinese. Oggi a 15 anni dalla sua deposizione queste cose stanno avvenendo.

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Ma allora Zhao Ziyang può essere ricordato come l’uomo delle prime riforme economiche in Cina o come colui che disse no alla repressione militare contro gli studenti? Giada Aquilino ha sentito padre Bernardo Cervellera, direttore di Asia News:

 

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R. – Ha voluto entrambe le cose. Ha voluto cioè le riforme economiche, ma ha voluto anche le riforme politiche. Il partito comunista si è preso il suo progetto di riforme economiche e lo ha portato avanti e adesso la Cina è potente, è grande, è una “riverita” potenza economica internazionale. Ha sempre però rigettato le sue proposte di riforme politiche.

 

D. – Quali erano queste riforme politiche?

 

R. – Voleva anzitutto eliminare la corruzione dal partito comunista e in questo il partito comunista ha ancora gli stessi problemi. La seconda cosa era quella di riuscire a distinguere lo Stato dal partito comunista, in modo tale che ci fosse un potere giudiziario, un potere legislativo indipendente dal partito. Ma anche di mettere l’esercito non sotto il partito, ma sotto lo Stato. Queste riforme sono ancora tutte da fare.

 

D. – Quando scoppiò la rivolta di Tienanmen scese tra gli studenti, rendendo palese una spaccatura interna al regime cinese. In piazza con Zhao scese allora Wen Jiabao, quello che oltre un decennio dopo sarebbe diventato premier. Come è cambiata allora la Cina?

 

R. – Wen Jiabao è diventato un uomo di potere anche se probabilmente si tratta di una persona ancora piena di gratitudine verso Zhao Ziyang, purtroppo però all’interno di un mondo in cui le regole del partito vanno rispettate e quindi non si può – come nell’89 – mostrare una differenza di opinioni. Quello che è importante è che Wen Jiabao sostiene, comunque, tutto un mondo di intellettuali, di personalità accademico e personalità della base cinese che tuttora vogliono le riforme che Zhao Ziyang aveva richiesto.

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CHIESA E SOCIETA’

17 gennaio 2005

 

                      

 

Sale AD OLTRE 175.000 MORTI il numero delle vittime del maremoto

 che lo scorso 26 dicembre ha colpito i Paesi del sud est asiatico.

Intanto, l’ORGANIZZAZIONE ‘Human Rights Watch’ denuncia

CASI DI discriminazionE NELLA DISTRIBUZIONE DEGLI aiuti umanitari

- A cura di Rita Anaclerio -

 

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GIAKARTA.= E’ salito ad oltre 175.000 il numero complessivo delle vittime del maremoto. Il tributo più pesante è stato pagato dallo Sri Lanka che da quasi 31.000 morti è passato a oltre 38.000. Intanto, alcune ONG del Myanmar che hanno sede in Thailandia hanno rotto il muro di silenzio che da tre settimane il governo di Rangoon aveva innalzato. Le organizzazioni umanitarie locali, infatti, hanno denunciato che sono almeno 2500 gli immigrati morti a causa del maremoto e 4 mila sono i dispersi. Si sapeva che molti lavoratori della zona provenivano da oltre confine, ma finora nessuno sembrava essersi interessato al loro destino. La stessa denuncia è stata lanciata da Steven Forrester, direttore delle comunicazioni del Comitato americano per i rifugiati e gli immigrati (USCRI). L’operatore dell’ONG ha riferito all’agenzia AsiaNews che “queste persone non ricevono un’assistenza adeguata per paura di essere arrestate o rimpatriate se escono allo scoperto”. E a chi sostiene che i diritti umani valgono per tutti, replica l’organizzazione ‘Human Rights Watch’ secondo la quale in India c’è discriminazione nella distribuzione degli aiuti umanitari che non raggiungono lo strato più povero della società, i cosiddetti “intoccabili”. Il governo locale smentisce ma il direttore di HWR, Brad Adams, ribadisce che le zone dove vivono i paria “sono state le ultime a ricevere l’elettricità e l’acqua”.

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IL CARDINALE CAMILLO RUINI INAUGURERÀ OGGI POMERIGGIO, A BARI,

 LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO PERMANENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA. DOMANI E’ PREVISTA LA RIAPERTURA DELLA CATTEDRALE DOPO I LAVORI DI RESTAURO

 

BARI. = Oggi pomeriggio si aprono, a Bari, i lavori del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (CEI) in vista del Congresso eucaristico nazionale che si terrà nel capoluogo pugliese dal 21 al 29 maggio prossimo sul tema “Senza la domenica non possiamo vivere”. La riunione, che sarà inaugurata con la prolusione del presidente della CEI, cardinale Camillo Ruini, è incentrata sulle prospettive della pastorale carceraria in Italia e sulla questione dell’assistenza spirituale agli emigrati italiani. Durante i lavori, che si protrarranno fino a giovedì prossimo, è prevista anche una solenne cerimonia eucaristica per la riapertura, domani, della cattedrale di Bari. Rivolgendosi ai sacerdoti e ai fedeli in occasione di questo evento, l’arcivescovo di Bari – Bitonto, mons. Francesco Cacucci, sottolinea come “la cattedrale restaurata sia segno di una Chiesa che rinnova se stessa alle fonti perenni del sacrificio eucaristico del Cristo”. Sulla riapertura della cattedrale il provicario generale, mons. Vito Angiuli, osserva anche come il paziente lavoro di restauro, mettendo in evidenza gli ornamenti della pietra mirabilmente incastonati in armonica composizione, “consenta di ammirare l’eleganza della costruzione, la proporzione delle parti, il gioco delle luci, lo splendore della forma”. La bellezza dell’opera architettonica - aggiunge mons. Angiuli - richiama la bellezza della comunità cristiana: “soffermarsi a guardare la costruzione del tempio è come volgere lo sguardo ad un’icona nella quale si può vedere rappresentato o evocato il fascino del Signore”. Ogni oggetto artistico della cattedrale è stato restaurato per essere riproposto ai fedeli, agli studiosi e ai visitatori. Per gli studenti, in particolare, sono stati predisposti diversi itinerari didattici.  (A.L.)

 

 

PRESENTATA OGGI A ROMA LA “CAMPAGNA SUGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO

DEL MILLENNIO” PROMOSSA DA VOLONTARI NEL MONDO-FOCSIV,

DA CARITAS ITALIANA E DALLE PRINCIPALI ASSOCIAZIONI DEL MONDO CATTOLICO

ROMA. = L’associazione Volontari nel mondo–FOCSIV e Caritas Italiana in collaborazione con le ACLI, Azione Cattolica, Comunità Papa Giovanni XXIII ed il Movimento giovani salesiani, hanno presentato stamani a Roma, presso la sala Stampa Estera, la “Campagna sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio”. L’iniziativa intende rispondere alle parole pronunciate da Giovanni Paolo II nel messaggio per la celebrazione della Giornata mondiale della pace. In quell’occasione il Papa ha esortato la comunità internazionale a porsi come obiettivi prioritari la lotta alla povertà e la ricerca della pace: “Quando a tutti i livelli si coltiva il bene comune - si legge nel testo - si coltiva la pace.” Nata con l’intento di far sentire la voce della società civile ai governi perché rispettino gli impegni internazionali che hanno assunto proprio contro la povertà, la Campagna si colloca nell’ambito della mobilitazione mondiale lanciata per il 2005 dalla società civile internazionale, la “Global Call for Action Against Poverty”. In tal senso, la campagna rappresenta un momento di grande mobilitazione dell’associazionismo cattolico per riaffermare un impegno unitario nella promozione e nella difesa della dignità di ogni uomo. (A.L.)

 

 

LA DELEGAZIONE ECUMENICA DELLA FINLANDIA,

RICEVUTA IN UDIENZA DAL PAPA SABATO SCORSO, APRE

QUESTO POMERIGGIO,ASSIEME AI RESPONSABILI DEL DICASTERO VATICANO

PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI, LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’

PRESSO LA CHIESA DI SANTA BRIGIDA, IN PIAZZA FARNESE, A ROMA

- A cura di Giovanni Peduto -

 

ROMA.= Domani inizia la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e questo pomeriggio alle 17.00 una speciale celebrazione si svolgerà in Piazza Farnese, presso la chiesa delle Suore di Santa Brigida, che è da molti decenni un attivo centro di ecumenismo soprattutto per il dialogo tra cattolici e luterani. Vi parteciperà la delegazione ecumenica della Finlandia, ricevuta sabato scorso in udienza dal Papa e composta dal vescovo cattolico di Helsinki, in Finlandia, mons, Jozef Wrobel; dall’arcivescovo Jukka Paarma della Chiesa luterana di Turku, in Finlandia; dal vescovo Leo della Chiesa ortodossa, sempre di Finlandia; e dal pastore luterano a Roma, Alf Lindh. Ricordiamo che quest’anno si celebra l’850.mo anniversario di presenza del cristianesimo in Finlandia. Alla celebrazione ecumenica di questo pomeriggio in Piazza Farnese interverrà il segretario del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei cristiani, l’arcivescovo Brian Farrell, assieme ad altri esponenti del dicastero. Santa Brigida è veneratissima sia dai cattolici che dai luterani del nord Europa. L’Ordine Brigidino attuale è stato rifondato da una luterana convertita al cattolicesimo, la Beata Maria Elisabetta Hesselblad, che tanto si adoperò in tutta la sua vita per la causa dell’unità assieme ad un insigne sacerdote, mons. Lino Lozza, da poco scomparso (il 28 dicembre scorso), fondatore del Centro Unitas, presso la basilica romana di Santa Maria in Via Lata, su Via del Corso, di cui era rettore e dove per 25 anni egli ha promosso l’Ottavario di preghiere per l’unità con una speciale celebrazione ogni sera in un diverso rito orientale cattolico. Le Suore Figlie della Chiesa, che hanno cura della basilica, in sua memoria anche quest’anno hanno organizzato l’Ottavario: a partire da domani sera si succederanno alle ore 20.00 le celebrazioni eucaristiche nei riti bizantino-romeno, bizantino-greco, siro-maronita, armeno, bizantino-ucraino, romano, siro-malabarese e bizantino-russo.

 

 

IL GENIO DI LEONARDO DA VINCI NELLA MOSTRA VISITABILE A FIRENZE,

FINO A GIOVEDÌ PROSSIMO, INCENTRATA SUL TEMA

“LEONARDO, I GIOCHI E LO SPORT”

 

FIRENZE. = “Leonardo, i giochi e lo sport”. E’ il titolo della mostra allestita a Firenze nel palazzo Panciatichi e aperta al pubblico fino al prossimo 20 gennaio. L’esposizione artistico-documentaria analizza gli studi di Leonardo da Vinci su diverse attività sportive: si tratta di schizzi stenografici su archi, giostre di cavalieri, barche a vela, carri e deltaplani. La mostra, curata dal museo ideale Leonardo da Vinci e sponsorizzata dalla fondazione Monte dei Paschi di Siena, ha anche offerto lo spunto per illustrare affreschi, di probabile scuola leonardesca, trovati nei pressi del convento della Santissima Annunziata. E’ esposto, inoltre, un crittografo realizzato grazie alle istruzioni contenute in un manoscritto leonardesco del 1487. La mostra propone anche testi di Leonardo sulla forza e sul movimento e illustrazioni tratte dal suo manoscritto seicentesco apocrifo intitolato “Trattato della pittura”. (A.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

17 gennaio 2005

 

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

 

Il presidente palestinese Abu Mazen vara il piano per fermare la violenza degli estremisti e gli attacchi contro Israele. Ce ne parla Fausta Speranza:

 

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Il presidente Abu Mazen ordina alla forze di sicurezza dell'ANP di proteggere i punti di passaggio fra la Striscia di Gaza e Israele: lo indicano fonti autorevoli dell'ANP, al termine della riunione del consiglio di sicurezza palestinese, con la partecipazione di Abu Mazen e del premier Abu Ala.  Già prima della conclusione, il ministro delle telecomunicazioni confermava l’approvazione di un piano ''volto a ripristinare la sicurezza e la legalità nelle aree palestinesi''. Nessuna conferma di un altro dei punti in discussione: l'ipotesi di un’integrazione dei miliziani delle brigate Al Aqsa nei nuovi servizi di sicurezza riformati dell'ANP, già più volte evocata da Abu Mazen nelle ultime settimane. Da parte israeliana, anche oggi la richiesta della fine degli attacchi: questa volta affidata alle parole del viceministro della difesa, intervenuto a Radio Gerusalemme. Ma proprio in queste ore un dirigente del movimento integralista islamico palestinese Hamas ha respinto l'appello per uno stop alla violenza lanciato ieri dall'Organizzazione di Liberazione della Palestina (OLP). Ieri il comitato esecutivo dell' OLP aveva invitato tutti i gruppi palestinesi a sospendere gli attacchi contro Israele, appoggiando gli appelli in questo senso del presidente Abu Mazen. Resta da riferire di due palestinesi uccisi da reparti israeliani al valico di Kissufim, nel sud della striscia di Gaza. Fonti militari a Tel Aviv precisano che i due si apprestavano a sparare contro un convoglio israeliano con un lanciarazzi.

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Ancora sangue in Iraq: almeno dieci persone morte per attentato kamikaze contro il quartier generale della polizia a Baiji, circa 180 chilometri a nord di Baghdad. Sette soldati iracheni uccisi nell'attacco contro un posto di blocco della Guardia nazionale a Baquba, da uomini armati che hanno poi ucciso un guardiano del vicino palazzo della TV di stato irachena, assalito mentre stava pregando. A Ramadi tre civili sono morti, colpiti dal fuoco americano dopo che un uomo si è fatto esplodere presso una pattuglia USA.

  

Scontri a sud della capitale del Kuwait tra le forze di sicurezza e presunti integralisti islamici. L'operazione della polizia ha portato all’arresto di oltre dieci sospetti tra cui alcuni sauditi. Ieri le forze di sicurezza hanno ucciso un attivista saudita e due agenti sono rimasti feriti.

 

La Premio Nobel per la pace  iraniana Shirin Ebadi ha ribadito che non si presenterà  alla Corte rivoluzionaria di Teheran, che l'aveva convocata nei  giorni scorsi minacciandola di arresto se avesse rifiutato di  comparire davanti ai giudici.   Parlando in una conferenza stampa convocata per criticare l'uso della detenzione in stato di isolamento dei dissidenti da  parte della magistratura, l'avvocatessa iraniana ha anche ribadito di ritenere ''non corretta in termini di legge'' la  convocazione perchè non vengono specificate le  accuse contestate.

 

Il presidente Stipe Mesic, liberale di centro, è stato rieletto con il 66% dei voti al ballottaggio presidenziale che si è tenuto ieri. Il servizio di Emiliano Bos:

 

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         “Sono maturate le condizioni affinché la Croazia raggiunga tutti gli standard europei”. Se ne è detto convinto Stipe Mesic, presidente, rieletto ieri a grande maggioranza, con il 66 per cento dei consensi. Toccherà a lui ora il compito di guidare l’ultima tappa di avvicinamento tra Zagabria e Bruxelles. Fra due mesi esatti inizieranno i colloqui di adesione per l’iscrizione al club dell’Unione Europea che potrebbe avvenire entro il 2009, chiudendo così i conti – in modo definitivo – con il periodo di lguerra degli anni Novanta. Nel 2000, al posto di Franjo Tudjman, fu eletto a sorpresa proprio Mesic e ieri i croati hanno voluto riconfermare piena fiducia al presidente che nel suo primo mandato aveva consolidato le istituzioni democratiche del Paese, facendosi anche apprezzare per i modi semplici e la battuta sempre pronta. Bocciata, senza mezzi termini, Jadranka Kosor, attuale vice premier e ministro per la famiglia ed i veterani di guerra, ferma al 34 per cento dei consensi. “Sono fiero della maturità della democrazia croata, ragione per cui oggi ci troviamo oggi alle porte dell’Europa unita” ha dichiarato ancora Mesic. Una vittoria, la sua, a cui guardano con favore le cancellerie occidentali, ma prima di staccare il biglietto di sola andata per Bruxelles vogliono dalla Croazia una ancor più decisa collaborazione con il Tribunale Penale per l’ex Jugoslavia.

 

         Per la Radio Vaticana, Emiliano Bos.

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Primo giorno in Marocco per il Re di Spagna Juan Carlos e per la Regina Sofia. E' la prima volta dal 1979 che avviene un evento del genere. Si tratta di una nuova tappa nelle relazioni tra i due Paesi dopo l'arrivo al potere di Jose Luis Rodriguez Zapatero. I rapporti tra Spagna e Marocco avevano raggiunto il loro punto più basso nel 2002 quando l'esercito spagnolo cacciò i gendarmi marocchini dall'isolotto di Perejil, rivendicato da entrambi.

 

Il dibattito sulla riforma del Patto di stabilità entra ''in una fase importante e critica'', ma la Commissione Europea è ''fiduciosa che si possa trovare un compromesso entro marzo'', prima del vertice UE di primavera. Lo ha detto la portavoce del commissario europeo agli Affari monetari ed economici Joaquin Almunia, Amelia Torres. Interpellata sull'intervento del cancelliere tedesco Gerard Schroeder, che chiede una riforma ampia del Patto e una interpretazione non meccanica delle regole, inclusa quella che limita al 3% il rapporto deficit-pil, Torres ha detto: ''Si tratta di un contributo importante e costruttivo al dibattito''.

 

Le forze speciali russe hanno raso al suolo a cannonate una casa in Daghestan, dove c'era un gruppo di guerriglieri islamici. Nel blitz sono rimasti uccisi i cinque guerriglieri e un membro del reparto speciale. La cellula era al servizio della causa indipendentista cecena e si era asserragliata in seguito ad un sanguinoso conflitto a fuoco con la polizia.

 

Un centinaio di passeggeri sono  rimasti feriti oggi durante una collisione tra due treni della  metropolitana di Bangkok, all'ora di punta, ha annunciato la  polizia della capitale thailandese. Un treno vuoto è andato a sbattere contro la coda di un altro su cui viaggiavano 700 persone, ha precisato la fonte. ''I primi rapporti parlano di circa cento feriti. Tutti i passeggeri sono usciti dai vagoni'', ha spiegato il generale Dusistan Terephat, numero due della polizia di Bangkok, parlando alla televisione.

 

 

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