RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
44 - Testo della trasmissione domenica 13 febbraio 2005
IL PAPA E LA SANTA SEDE:
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Presentato
ieri nel palazzo vescovile di Prato,in Toscana, il nuovo portale internet della
diocesi
Le liste sciite vincono le elezioni in Iraq
In Medio Oriente i due principali movimenti
islamici, Hamas e Jihad islamica, hanno annunciato che si impegneranno a
rispettare la tregua di fatto con Israele
13
febbraio 2005
“SENTO SEMPRE BISOGNO DEL VOSTRO AIUTO PER
COMPIERE LA MISSIONE CHE GESÙ MI HA AFFIDATO” : COSÌ IL PAPA NEL MESSAGGIO DELL’ANGELUS IN PIAZZA SAN PIETRO, LETTO DA MONS. SANDRI.
GIOVANNI PAOLO II SALUTA E BENEDICE PERSONALMENTE I PELLEGRINI. IL
PONTEFICE SPIEGA IL SIGNIFICATO DELLA QUARESIMA: “QUESTO
TEMPO CI RICORDA CHE NON SI ENTRA NELLA VITA
ETERNA SENZA PORTARE LA CROCE IN UNIONE CON CRISTO”. QUINDI IL PAPA LANCIA UN
APPELLO PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE E LA LIBERAZIONE DI GIULIANA SGRENA E DI
TUTTI I SEQUESTRATI IN IRAQ.
Grande
partecipazione e commozione in Piazza
San Pietro gremita di fedeli per la prima apparizione in pubblico in Vaticano
di Giovanni Paolo II, in questa prima Domenica di Quaresima, dopo il suo
ricovero al Policlinico Gemelli. Il Papa saluta e benedice i pellegrini, mentre
il Messaggio dell’Angelus è stato letto dall’arcivescovo Leonardo Sandri,
sostituto della Segreteria di Stato. Il servizio di Sergio Centofanti.
*********
“Cari fratelli e sorelle:
benvenuti!”
(Applausi).
Le
prime parole del Papa sono state accolte con emozione dai tantissimi fedeli venuti a pregare con lui per il suo
primo Angelus in Piazza San Pietro, dopo che giovedì scorso ha lasciato il Policlinico Gemelli. “Di nuovo ci
incontriamo in questo luogo per lodare il Signore” – ha detto mons. Sandri
leggendo il messaggio del Pontefice prima della preghiera mariana:
“Vorrei ringraziare voi - e anche quanti seguono
mediante la radio e la televisione - per la vostra vicinanza, l’affetto e,
soprattutto, la preghiera durante i giorni della mia degenza al Policlinico
Gemelli. Sento sempre bisogno del vostro aiuto davanti al Signore, per compiere
la missione che Gesù mi ha affidato”.
Il
Pontefice ricorda quindi l’inizio, mercoledì scorso, con il rito delle Ceneri,
della Quaresima: si tratta di un tempo
liturgico – ha rilevato - che ogni anno
ci ricorda una verità fondamentale:
“Non si entra nella vita eterna senza portare la
nostra croce in unione con Cristo. Non si giunge alla felicità e alla pace
senza affrontare con coraggio il combattimento interiore. E’ un combattimento
che si vince con le armi della penitenza: la preghiera, il digiuno e le opere
di misericordia. Tutto ciò va compiuto nel nascondimento, senza ipocrisia, in
spirito di sincero amore verso Dio e i fratelli”.
Nel
messaggio il Papa ha poi ricordato che questa sera, come ogni anno, inizierà
gli esercizi spirituali, insieme con i suoi collaboratori della Curia, pregando
il Signore nel silenzio e nel raccoglimento per tutte le necessità della Chiesa
e del mondo. Il Pontefice chiede ai fedeli di accompagnarlo con la preghiera. Quindi l’invocazione alla
Vergine, sempre pronunciata da mons. Sandri:
“Maria Santissima, che tra le occupazioni
quotidiane teneva la mente ed il cuore sempre rivolti al mistero del suo
Figlio, ci guidi a compiere un fruttuoso itinerario quaresimale”.
Dopo
la recita della preghiera mariana mons. Sandri ha letto l’appello del Papa per
il Medio Oriente e l’Iraq:
“Mentre continuo a pregare per la pace in Medio
Oriente, rivolgo il mio accorato appello per la liberazione della giornalista
italiana Giuliana Sgrena e di tutti i sequestrati in Iraq”.
(Applausi).
Quindi il Papa benedice
e saluta personalmente i fedeli:
“A tutti
buona Domenica, grazie!”
(Applausi)
Ma
adesso ascoltiamo le voci delle tante persone presenti in Piazza San Pietro
raccolte da Roberta Moretti.
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R. – Siamo felici, come se mi fosse successo
qualche cosa di meraviglioso!
R. - La
gioia di vederlo e vedere che sta ancora abbastanza bene, per noi vuol dire tanto.Vedo
che tanta gente è venuta e questo vuol dire che è molto amato.
R. – Io non sono abituato a queste cose, però io
credo che veramente lui emani la spiritualità di cui noi abbiamo bisogno. L’ho
sentito presente e le sue poche parole sono entrate nel mio cuore e credo in
quello di tutti.
R. – Provo un grandissimo affetto ed anche
ammirazione per il fatto che rimanga al servizio della gente, anche in queste
condizioni di salute. Ammirazione per la sua grandissima energia, che non ha ma
che trova per rimanere al servizio della Chiesa.
R. – Siamo felici anche se siamo stranieri e non
cattolici, perché vediamo che lui fa molto per noi.
R. – Ho provato una grande commozione e una grande
tenerezza nel vedere un Papa così malato, così pieno di fede nell’opera che
Gesù gli ha dato da compiere.
D. – Il Papa ha proprio detto ‘ho bisogno del
vostro aiuto davanti al Signore per compiere la missione che Gesù mi ha
affidato’.
R. – Tutti i giorni preghiamo per questo Papa,
proprio per affetto filiale, mai abbiamo avuto tanto affetto come per questo
Papa.
R. – E’ sempre eccezionale questo Papa. Chiede
l’aiuto a noi, che siamo nessuno, proprio lui che è tutto. Questo significa che
dobbiamo essere umili e seguire il suo esempio.
**********
IL PAPA INIZIA QUESTA SERA CON LA CURIA ROMANA GLI ESERCIZI SPIRITUALI
IN
VATICANO:
QUEST’ANNO SARANNO PREDICATI DAL VESCOVO DI NOVARA RENATO CORTI. L’EUCARISTIA
SARA’ AL CENTRO DELLE MEDITAZIONI
- Intervista con mons. Renato Corti -
Questa sera dunque, come già
detto all’Angelus, il Papa insieme con
la Curia Romana inizia gli esercizi spirituali in Vaticano. Quest’anno a
predicarli sarà mons. Renato Corti, vescovo di Novara che approfondirà il tema:
“La Chiesa a servizio della nuova ed eterna alleanza”.
Come di consueto, durante gli
esercizi tutte le udienze pontificie sono sospese, compresa l’udienza generale del mercoledì. Gli esercizi
spirituali si concluderanno sabato prossimo con una Santa Messa nella Basilica
di San Pietro. In Vaticano l’istituzione della settimana di ritiro risale al
1929 durante il pontificato di Pio XI che la fissò nel periodo
dell’Avvento. Paolo VI la spostò poi nella prima settimana di Quaresima.
Il predicatore di quest’anno,
mons. Renato Corti,è nato a Galbiate, nell’arcidiocesi di Milano, il 1° marzo
1936, e dunque fra pochi giorni compirà 69 anni: ordinato sacerdote a 23 anni, è stato consacrato vescovo a 45
anni. Dal 1990 è alla guida della diocesi di Novara. E’ vice-presidente della
Conferenza Episcopale Italiana in rappresentanza delle diocesi dell’Italia
settentrionale. E’ anche membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei
Popoli, di quella per le Chiese Orientali e consultore della Congregazione per
il Clero.
Ma quale messaggio sarà al
centro delle sue meditazioni? Giovanni Peduto lo ha chiesto allo stesso
presule:
************
R. – Sarà evidentemente il mistero dell’Eucaristia, tenendo conto di
quello che già i nostri Padri della Chiesa hanno detto, anche con parole molto
forti, quando dicevano che il Corpo e il Sangue di Cristo, presenti nel Sacramento
dell’Eucaristia, sono la sintesi vivente di tutta la storia della salvezza. E
perciò, la lettura del Sacramento dell’Eucaristia, la compirò rileggendo la
storia della salvezza e mostrando come l’Eucaristia, di tutto questo, è la
sintesi.
D. – Come siamo chiamati a
vivere a suo parere quest’Anno dell’Eucaristia?
R. – A questo proposito, io mi
sono fermato sulla pagina della Lettera apostolica Mane Nobiscum Domine,
perché lì il Papa mi sembra che offra alcune risposte. Per esempio, dice: io
vorrei questo Anno dell’Eucaristia perché l’Eucaristia continui a risplendere
in tutto il fulgore del suo mistero. Aggiunge: questo Anno, vorrei che fosse
per tutti occasione preziosa per una rinnovata consapevolezza del tesoro
incomparabile che Cristo ha affidato alla Sua Chiesa: la consapevolezza!. E
terzo, aggiunge anche: vorrei che diventasse, questo Anno, stimolo ad una celebrazione
più viva e più sentita dalla quale scaturisca un’esistenza cristiana
trasformata dall’amore”. E aggiunge ancora: vorrei che questo Anno
dell’Eucaristia fosse un tempo nel quale riconoscere nell’Eucaristia la radice
ed il segreto della vita spirituale dei fedeli, come anche di ogni iniziativa
della Chiesa locale. Mi sembra che siano attenzioni molto rilevanti: lo dico
guardando alla realtà di base della vita della Chiesa, delle parrocchie, della
diocesi ... Abbiamo proprio bisogno di valorizzare questo Anno, mirando a
questi obiettivi.
D. – Qual è l’importanza degli
esercizi spirituali? Lei li consiglia anche ai laici?
R. – Sì. Io li consiglio anche ai laici, li propongo anche alle
parrocchie e in qualche luogo questa esperienza viene vissuta e mi sembra che
risulti buona, così come mi sembra molto utile che dei giovani partecipino agli
esercizi, cos’ come gli sposi ... Sant’Ignazio li ha pensati come un momento
nel quale considerare la propria vita e vedere se non occorra una riforma
spirituale. Ora, io dico: ma chi non ha bisogno di questo ripensamento, di
questa revisione? Sant’Ignazio dice anche che il vivere gli esercizi non
significa metterci noi allo specchio che riflette noi, ma significa specchiarci
nel Volto di Cristo. E questo, proprio meditando i misteri della vita, della
morte, della risurrezione del Signore. Questa è la strada e, come si vede, non
è qualcosa che vada su aspetti secondari della vita cristiana, perché vuol dire
rileggere il Vangelo e farlo diventare la propria contemplazione. E proprio
questo permette di dire che gli esercizi spirituali sono fruttuosi quando
diventano un momento nel quale, coraggiosamente – perché ci vuole coraggio! –
ci si rende disponibili ad accogliere le grazie e i doni della “Divina Bontà”,
come dice Sant’Ignazio.
D. – La Chiesa – i vescovi, i
sacerdoti, i religiosi, i fedeli laici – sanno comunicare al mondo di oggi il
Vangelo di Gesù?
R. – La questione è molto seria e le risposte potrebbero essere più di una.
Io, in questo momento, vorrei ricordare la condizione base per potere esprimere
la responsabilità che abbiamo nei confronti dei fratelli, a proposito della
fede. E la condizione base è questa: io posso rispondere, prendermi carico
degli altri solo se ciò che dico e propongo lo vivo. Mi faccio carico della
fede dei fratelli vivendo e nutrendo la fede nel mio cuore e quindi poi nelle
mie parole, nelle mie opere. Questa credo che sia la risposta che va meditata
per prima e più ampiamente, perché è assolutamente decisiva.
D. – C’è a volte la tentazione
di ammorbidire il messaggio di Gesù ...
R. – E’ vero. Le tentazioni sono anche numerose; cambiano magari nel tempo.
Già nell’Antico Testamento c’erano le tentazioni di abbandonare Dio per seguire
altri dei, i Baal. E credo che per quanto ci riguarda, questa tentazione di
ammorbidire il messaggio di Gesù possa essere vinta in due maniere. La prima:
la supera chi ha un tale amore nei confronti di Gesù, da non potere non dire
quanto Gesù ha detto, ciò che hanno espresso Pietro e Giovanni davanti al
Sinedrio: “Non possiamo non dire ciò che abbiamo visto e udito”. Poi, credo che
ci sia anche un’altra modalità importante per superare questa tentazione: la
supera chi coltiva il timore di Dio. E’ proprio il “timor di Dio”, che è un
dono dello Spirito Santo, che fa vincere il timore del mondo e ci ridona costantemente
una grande libertà interiore.
D. – Cosa ci vuole perché la Chiesa possa testimoniare meglio la verità
dell’amore di Dio?
R. – Credo che andrebbero
meditati i misteri della vita del Signore. Contemplare il mistero
dell’Incarnazione di Dio, che veramente è un segno unico in tutta la storia
religiosa dell’umanità, perché è il diventare uomo, il condividere la vita
dell’uomo da parte di Dio con un gesto libero, gratuito, preveniente e rivolto
all’uomo-peccatore. E poi, credo che abbiamo molto bisogno di assiderci ai
piedi della Suprema Cattedra della Rivelazione di Dio come amore. E questa Cattedra
ha un solo nome: la Croce. Io credo che ciascuno di noi debba decidere ogni
giorno che quanto sta fuori dal perimetro dell’amore, resti fuori anche dal
nostro cuore e dalla nostra condotta.
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APERTA IN VATICANO LA MOSTRA SULL’IMMACOLATA CONCEZIONE
CON OLTRE CENTO OPERE DI GRANDI ARTISTI TRA CUI LEONARDO, EL GRECO, TIEPOLO
- Interviste con mons. Angelo Comastri, mons.
Mauro Piacenza e Giovanni Morello -
“Una donna vestita di sole.
L'Immacolata Concezione nelle opere dei grandi maestri''. E’ il titolo della
mostra inaugurata ieri pomeriggio e che sarà visitabile da oggi fino al 13
maggio presso il Braccio di Carlo Magno in Vaticano, dedicata all’iconografia
dell’Immacolata per celebrare i 150 anni della proclamazione del dogma da parte
di Pio IX. La mostra che presenta oltre 100 opere di grandi artisti, tra cui
Leonardo, Tiepolo, El Greco, Pinturicchio,
è promossa dalla Pontificia Commissione per i Beni culturali della
Chiesa, e prodotta da Artifex con la collaborazione di Federico Motta Editore. Il servizio è di Stefano Leszczynski.
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(Musica)
''Un
segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto
i piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle''. È da questo passo dell'Apocalisse
che prende vita quell'immagine della Vergine, universalmente riconosciuta, che
poi, attraverso i secoli, giunge fino ai nostri giorni. Allestita in occasione
del 150.mo anniversario della proclamazione del dogma dell'Immacolata
Concezione, la mostra “Una donna vestita di sole” ripercorre nelle oltre cento opere
mille anni di iconografia dell’Immacolata. Il commento di mons. Mauro Piacenza,
Presidente della Pontificia Commissione per i Beni culturali della Chiesa.
“Queste
opere non sono semplicemente delle opere studiate a tavolino, ma sono opere nate per esprimere la fede e di
fronte alle quali i fedeli pregano, dunque è una ricchezza non soltanto
artistica ma anche spirituale, anzi direi che è una ricchezza spirituale illustrata
magnificamente sul piano artistico...
L’esposizione
segue un percorso cronologico e tematico che ricopre oltre mille anni di storia
e si sviluppa in sei sezioni, come ci spiega Giovanni Morello, curatore della
mostra e componente della Commissione permanente per la Tutela dei monumenti
storici e artistici della Santa Sede.
“Sono 6 sezioni: tra queste “La donna dell’Apocalisse”, “La disputa
sull’Immacolata” e poi una sezione dedicata all’iconografia simbolica di una
“Tota Pulchra”; quindi al piano superiore c’è quella che potremmo definire Pinacoteca
nella quale c’è il trionfo dell’Immacolata con autori come Murillo, Guercino,
Luca Giordana, Pietro Novelli, grande pittore palermitano”
Ad accogliere i visitatori
all’ingresso dell’esposizione la statua della Madonna Miracolosa di Taggia,
piccolo Borgo in provincia di Imperia. Molte le rarità raccolte
nell’esposizione come la pala dell’Immacolata Concezione con i genitori, del
celebre pittore rinascimentale spagnolo Juan de Juanes, e una rara versione de
La Vergine delle rocce di Leonardo. Ancora mons. Piacenza.
“Certamente la Vergine delle rocce di Leonardo ha
un fascino tutto particolare: sono rimasto allibito dalle luci, ma soprattutto
da quell’accostamento teologico tra la purezza verginale di Maria e la sua
santità e rocce e acqua, quindi proprio immacolatezza anche con l’espressione
della natura”
(Musica)
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Presente ieri pomeriggio
all’inaugurazione della mostra sull’Immacolata anche l’arcivescovo-prelato di
Loreto Angelo Comastri, da pochi giorni nominato dal Papa suo vicario generale
per lo Stato della Città del Vaticano. Jean-Baptiste Sourou lo ha intervistato:
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R. - Quello che mi ha colpito di
più in questa mostra è il canto della bellezza che oggi è un canto che pochi
sanno cantare. Viviamo in un’epoca dove circolano tanti equivoci riguardo alla
bellezza. La bellezza, guardando Maria, si capisce che parte dal cuore. E’
bello chi è buono. La bellezza coincide con la bontà e se manca la bontà la
bellezza è una maschera. Ecco perchè oggi abbiamo tante maschere in giro, belle
ma non conoscono la bellezza.
D. – Questa mostra oggi nel
nostro tempo, ha un senso?
R. – Certo che ha un senso,
perché la nostra e un’epoca che non riesce più a volare alto, non riesce più a
guardare verso il cielo e guardando Maria ci si rende conto che la vita umana è
bella nella prospettiva di un “oltre”, perché sulla terra la bellezza possiamo
soltanto intuirla e sognarla, la vedremo soltanto nella pienezza in cielo e
Maria è Colei che ci dà la sicurezza che la bellezza piena si realizzerà perché
un raggio già ha colpito Maria che ci ha fatto vedere un anticipo. Il mondo
bello verrà perché Dio sta preparando cieli nuovi e terre nuove il che vuol
dire ‘terra bella e cieli belli’.
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13
febbraio 2005
IN
ASIA PROCEDE A VELOCITA’ DIVERSE LA RICOSTRUZIONE NELLE AREE DEVASTATE
DALLO TSUNAMI.
IL PROBLEMA DELLA DISTRIBUZIONE DEGLI AIUTI
-
Intervista con padre Bernardo Cervellera -
Oltre
285.000 morti dei quali più di 232.000 solo in Indonesia, 30 mila nello Sri
Lanka, 16 mila in India e più di 5 mila in Thailandia. E’ questo l’ultimo e purtroppo ancora
provvisorio bilancio delle vittime dello tsunami che lo scorso 26 dicembre
ha colpito i Paesi del Sud-Est asiatico, arrivando anche sulle coste orientali dell’Africa, in particolare la Somalia,
dove le vittime sono state oltre 100. Numeri drammatici che danno l’idea di
quanto c’è da ricostruire: case per le centinaia di migliaia di sfollati,
infrastrutture di ogni tipo, e soprattutto la speranza per i sopravvissuti.
Accadono, intanto, piccoli miracoli: in questi giorni una donna è stata
ritrovata viva dopo 45 giorni in un isola dell’arcipelago indiano delle Andamane.
Ma ascoltiamo come sta procedendo il delicato processo di ricostruzione, così
diverso da Paese a Paese, come spiega ai microfoni di Rita Anaclerio il direttore
dell’agenzia cattolica “AsiaNews”, padre Bernardo Cervellera, missionario del PIME:
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R. – L’Indonesia, come sappiamo,
è la zona più colpita e lì il governo ha detto di non cercare più i morti. In
altri Paesi, come nello Sri Lanka, sta cominciando la ricostruzione. In India e
in Thailandia, Paesi che hanno alle spalle una grossa economia, la
ricostruzione sta andando molto più velocemente. Resta il fatto che Indonesia e
Sri Lanka sono i luoghi dove i centri di raccolta dei rifugiati sono ancora a
livello di emergenza: dei veri e propri rifugi temporanei, insomma, delle
baracche ...
D. – Dei fondi promessi dalla
comunità internazionale, quanti effettivamente sono arrivati e quali sono le
priorità nel loro utilizzo?
R. – I fondi che provengono
dalla comunità internazionale, secondo l’ONU, stanno arrivando, ma non nella
quantità promessa. Pare che sia stato versato soltanto il 50 per cento o forse
poco più. D’altra parte i fondi raccolti attraverso la Chiesa sono già arrivati
a destinazione e stanno operando per la ricostruzione in modo molto più veloce.
D. – Inizia quindi ora, padre,
una fase molto complessa della ricostruzione: quella della riallocazione degli
sfollati. Come procede?
R. – Da una parte, ci sono i
governi che vogliono ristrutturare tutte le coste, vogliono trovare modi di
garantire la sicurezza delle case, vogliono costruire le case con criteri antisismici,
vogliono costruirle non vicino al mare, per difendersi da nuovi tsunami
... Tutto questo, però, si scontra con la mentalità della gente, la paura delle
persone di lasciare il mare ... Per esempio in India, c’è un grosso problema
nel Tamil Nadu dove, appunto, la popolazione chiede di non essere trasferita a
oltre 200 metri dal mare, perché significherebbe cambiare tutto il modo di
vivere.
D. – Passiamo in Sri Lanka:
l’ONU ha presentato un rapporto dal titolo “Bambini e conflitto armato”. Si
denuncia l’arruolamento, dal 2001, di oltre 4.700 giovani da parte dei ribelli
tamil. L’attuale situazione del Paese, con i campi profughi, secondo lei mette
ancora più in pericolo i bambini? E quanto ostacolano i ribelli la
ricostruzione e l’arrivo degli aiuti?
R. – Il problema degli aiuti è
che arrivano a Colombo e poi devono essere trasportati in tutta la zona
colpita. Queste difficoltà sono dovute in parte ai ribelli, in parte al
governo, che non intende aiutare la zona controllata dai ribelli, affinché
costoro non si impossessino di questi aiuti. Il problema dei bambini-soldati è
stato ammesso anche dagli stessi ribelli tamil che, ultimamente, hanno
rilasciato alcune decine di bambini che avevano preso.
D. – Sotto tante macerie ci sono
però sempre segnali di viva speranza. Cosa ci può raccontare in merito?
R. – Ci viene da Melankani.
Melankani è nel Tamil Nadu, il Santuario di Nostra Signora della Salute è stato
colpito dal maremoto. Centinaia di persone sono morte mentre moltissime altre –
almeno duemila – che erano dentro la Chiesa, si sono salvate. Ecco, in questo
santuario sta avvenendo una cosa molto importante: cioè una solidarietà interreligiosa:
cioè, cristiani, musulmani, indù spesso vanno ad onorare la Madonna e tutto questo
sta creando una nuova stima tra le
religioni.
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DOMANI SERA CONCERTO DI SAN
VALENTINO NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA IN ARA COELI, ORGANIZZATO DALLE
ACLI PER DIRE “MAI PIU’” ALLE GUERRE E RACCOGLIERE FONDI PER I MISSIONARI CHE
STANNO
SOSTENENDO I BAMBINI INDONESIANI
COLPITI DAL MAREMOTO
-Intervista
con Luigi Bobba -
Uno spettacolo di musica e
parole dedicato alla madre come simbolo dell’amore universale. E’ la terza
edizione di “San Valentino – Innamoràti della pace” quest’anno dal titolo “Tra le tue braccia”, la manifestazione
organizzata dalle Acli, per dire “Mai più” insieme con tutte le madri che
soffrono per i figli vittime di guerre e violenze. Il concerto, che si terrà
domani, memoria liturgica di San Valentino, nella Basilica romana di Santa
Maria in Ara Coeli, sarà trasmesso in diretta dalla nostra emittente a partire
dalle 18.00, sull’onda media di 585 Khz e sulla modulazione di frequenza 105
MHz. L’iniziativa, cui parteciperanno, tra gli altri, il soprano Cecilia Gasdia
e la cantante Antonella Ruggiero, sarà anche occasione per raccogliere fondi
per i missionari che stanno sostenendo i bambini dell’Indonesia colpiti dal
maremoto. Sabrina Alivernini ha sentito Luigi Bobba, presidente delle Acli:
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R. –
Era nata 3 anni fa, in occasione della grande manifestazione mondiale contro la
guerra per la pace. Poi l’anno scorso l’abbiamo ripresa, scegliendo la data del
14 febbraio e usando la metafora dell’innamoramento, San Valentino: “Siamo innamorati
della pace”.
D. –
Qual è il valore di questa iniziativa?
R. –
Dire con il linguaggio artistico musicale, quindi raggiungendo anche tante
persone che non sono impegnate, che questi valori della vita e della pace sono
intimamente legati e che possiamo in qualche modo assicurare un futuro, non
solo a noi stessi, ma all’intero pianeta.
D. –
Perché puntare sulla figura della madre per parlare di pace?
R. –
Oggi, proprio nelle guerre, nelle situazioni di violenza, coloro che fanno le
spese più degli altri sono proprio le donne e i bambini. Ecco perché il dolore
di tutte le madri per la perdita dei figli, che avviene con la guerra, con le
violenze, è un dolore universale. E’ da questa ferita che possiamo ricominciare
e rincamminarci sul sentiero della pace.
D. – Lo
spettacolo è a fini benefici, quindi è anche un modo concreto per parlare alle
persone…
R. – Quest’anno
l’iniziativa sarà anche un’occasione di raccolta fondi per un progetto di borse
di studio per bambini e ragazzi dell’Isola di Mias, in Indonesia, perché
possano continuare a guardare in modo positivo al loro futuro.
(Musica)
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13
febbraio 2005
UCCISA IERI A COLPI DI ARMA DA FUOCO SUOR DOROTHY
STANG, UNA MISSIONARIA STATUNITENSE DELLE SORELLE DI NOTRE DAME DI NAMUR,
DA 20
ANNI IMPEGNATA IN BRASILE NELLA DIFESA DEI CONTADINI
E DEI
SENZA-TERRA DELLO STATO DEL PARA’. IL PRESIDENTE BRASILIANO
LULA
DA SILVA HA FATTO APRIRE UN’INDAGINE FEDERALE.
BELEM (BRASILE). = Aveva scelto
di trascorrere la sua vita in Brasile per dare voce e sostegno ai più deboli.
Suor Dorothy Stang, missionaria delle Suore di Notre Dame di Namur, 73 anni,
era di nazionalità statunitense, ma risiedeva da oltre 20 anni ad Anapur, 600
chilometri ad ovest di Parà, capitale dello Stato omonimo. E’ stata uccisa ieri
con tre colpi di pistola alla testa non lontano dalla sua missione. Ad entrare
in azione due “pistoleros”, ingaggiati probabilmente da proprietari terrieri che, per scopi speculativi,
si oppongono a qualsiasi iniziativa tendente a un equilibrato sviluppo del
territorio e della foresta amazzonici. Per anni la religiosa aveva
ricevuto minacce di morte per la sua instancabile
lotta a difesa della conservazione dell'Amazzonia e per l'affermazione dei
diritti dei “senza terra”. Suor Dorothy aveva denunciato uno stato di tensione,
tanto che la settimana scorsa si era incontrata con il sottosegretario per i
diritti umani brasiliano Nimario Miranda per segnalargli che quattro persone a
lei vicine erano state minacciate di morte. L’uccisione della religiosa ha
fatto immediatamente il giro del Brasile, provocando ovunque un’ondata di
sdegno e commozione. Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha già dato
disposizione affinchè si faccia piena luce sull’accaduto anche con indagini
della polizia federale. Ministri dello stato del Parà sono ugualmente impegnati
nella ricostruzione dei fatti e sarebbero già al corrente sia dell’identità dei
sicari sia di quella del loro mandante. Nella piazza più grande di Belém,
principale città del Parà, è stata organizzata una veglia di preghiera a cui
hanno partecipato migliaia di persone. Lo
stato del Parà, grande quattro volte l’Italia e con una popolazione di poco
superiore ai sei milioni di abitanti, è un punto nevralgico della “sfida” che
trafficanti di legno, latifondisti e altri speculatori sembrano intenzionati a
sviluppare contro il governo centrale. E’ proprio in queste zone che la Chiesa
da anni cerca di portare la sua testimonianza concreta di pace e dialogo.
L’uccisione della missionaria è l’undicesimo assassinio compiuto in 12 mesi in
quest’area del Brasile. (S.S.)
LA CONFERENZA EPISCOPALE DI INGHILTERRA E GALLES
HA EMANATO LE NUOVE
DIRETTIVE
CIRCA LE DISCRIMIAZIONI VERSO GLI OMOSESSUALI, DA CUI EMERGE CHE
LE
ISTITUZIONI CATTOLICHE NON POSSONO DISCRIMINARLI PREGIUDIZIALMENTE.
LONDRA. = Le istituzioni
cattoliche non possono discriminare pregiudizialmente le persone omosessuali,
poiché tutti, “quale che sia il loro orientamento sessuale,
hanno diritto di prendere
pienamente e attivamente parte alla vita della Chiesa”. Lo precisano delle
nuove direttive emanate in questi giorni dalla Conferenza episcopale
dell’Inghilterra e del Galles le quali stabiliscono che: “fatte salve alcune
rare e ben definite eccezioni, le organizzazioni cattoliche devono assicurare
che nessun richiedente lavoro o loro dipendente riceva un trattamento diverso
per la sua razza, genere, religione, credo orientamento sessuale o età”. Le
nuove disposizioni sono state introdotte per adeguare la normativa che
disciplina i rapporti di lavoro nelle istituzioni sociali, caritative ed
educative della Chiesa in Gran Bretagna alla legislazione europea e britannica
in materia di discriminazioni. Come precisano i vescovi, esse sono comunque in
linea con la dottrina della Chiesa che distingue nettamente l’orientamento
omosessuale dalla pratica attiva dell’omosessualità, condannando quest’ultima,
ma non la prima. Partendo dalla constatazione degli inevitabili riflessi sulla
vita della Chiesa dell’evoluzione dei costumi sociali, il documento invita in
sostanza tutti i responsabili delle organizzazioni cattoliche del Paese che si
trovino a trattare situazioni potenzialmente conflittuali a rispettare la
legislazione anti-discriminazioni, senza peraltro rinunciare alle prerogative
della Chiesa in ambito morale. Ai vescovi, ha infatti puntualizzato mons. Peter
Smith, presidente della Commissione episcopale per la responsabilità e la
cittadinanza cristiana, preme
innanzitutto la fedeltà “ai valori del Vangelo e agli insegnamenti della
Chiesa” circa “la dignità fondamentale e l’uguaglianza di ogni essere umano”.
(L.Z.)
SALE A 300 IL BILANCIO DELLE VITTIME DEL MALTEMPO CHE DA 10 GIORNI
INVESTE IL PAKISTAN.
ALMENO 40 MILA I SENZATETTO.
L’ESERCITO DI ISLAMABAD
IN PRIMA LINEA PER PORTARE I SOCCORSI
ISLAMABAD.
= E’ salito a 300 il bilancio delle vittime del maltempo che investe il Pakistan
dal 3 febbraio scorso con nevicate record nelle aree montane del nord e con
piogge torrenziali nel sud-ovest. Lo hanno annunciato stamani fonti ufficiali
del Paese, secondo cui almeno 40 mila persone sarebbero rimaste senza casa.
Dati discordanti, invece, sul fronte dei dispersi, da 500 a 2 mila. Nella sola
provincia sudoccidentale del Beluchistan hanno perso la vita 250 persone, 80
delle quali per la rottura della diga di Shadi Kor, non lontano dalla città
costiera di Pasni. Nel nord del Paese e nella zona del Kashmir sotto controllo
pakistano un centinaio di persone sono state inghiottite dalle valanghe. Islamabad
ha mobilitato l’esercito per soccorrere la popolazione in difficoltà, fornendo
ripari, assistenza medica, acqua potabile e cibo. Tuttavia, il cattivo tempo
che continua ad imperversare sulla zona, impedisce ai militari di raggiungere i
luoghi più impervi, dove vi sarebbero numerosi dispersi. Decine, al momento,
anche le comunità isolate dalla neve. Ieri, il presidente pakistano, Pervez
Musharraf, ha sorvolato le zone colpite del meridione. Il capo di Stato ha
annunciato lo stanziamento di 100 mila rupie, quasi 1700 dollari, per ogni
famiglia che ha perso un membro a causa del maltempo. (R.M.)
PRESENTATO
IERI NEL PALAZZO VESCOVILE DI PRATO IL NUOVO PORTALE INTERNET DELLA DIOCESI
DELLA CITTA’ TOSCANA. IL SITO CUSTODISCE IL PIU’ GRANDE ARCHIVIO TELEMATICO DEL
PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO DEL TERRITORIO.
PRATO.= Trecentocinquanta pagine,
arricchite da oltre mille foto e dal più grande archivio telematico del
patrimonio storico artistico del territorio. E’ il nuovo portale della Diocesi
di Prato, operativo ieri sul web all’indirizzo www.diocesiprato.it. Sono
inoltre previste pagine ed e-mail per tutte le parrocchie, documenti, un'agenda
interattiva, forum, news ed approfondimenti. Il progetto, avviato due anni fa
in vista del 350/o anniversario dell'istituzione della diocesi, è stato
promosso e coordinato dall'Ufficio per le comunicazioni sociali e da quello per
i beni culturali, con il supporto del Servizio progetti e pastorale della curia
diocesana. L’iniziativa rappresenta una nuova risorsa pastorale per
incrementare l’informazione, il dialogo, il confronto tra le varie realtà
diocesane. Un dialogo che può ora meglio svilupparsi sia in senso verticale –
tra il centro-diocesi e le varie realtà periferiche - sia in senso orizzontale
– quest’ultime tra di loro. Partner tecnologici sono state due aziende pratesi:
il Gruppo Abaco spa, per lo sviluppo web, e Space spa per lo studio grafico. Il
portale è stato presentato ieri nel salone del palazzo vescovile alla presenza
del vescovo, monsignor Gastone Simoni e del professore Fausto Colombo,
direttore dell'Osservatorio sulla Comunicazione dell'Università Cattolica del
Sacro Cuore, che ha tenuto un intervento su ''Internet e la memoria culturale''.(S.S.)
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13
febbraio 2005
- A cura di Amedeo Lomonaco-
L’accorato appello rivolto
stamani dal Papa per la liberazione della giornalista italiana rapita in Iraq,
Giuliana Sgrena, ha profondamente commosso la famiglia. “E’ una testimonianza
di vicinanza che si aggiunge alla tante manifestazioni di solidarietà ricevute
in questi giorni”, ha detto il fratello dell’inviata del Manifesto. In Iraq,
intanto, sono stati annunciati i risultati definitivi della consultazione tenutasi
lo scorso 30 gennaio per designare 275 rappresentanti del Parlamento e i membri
di 18 Consigli provinciali. La vittoria è andata come previsto alle liste
sciite. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
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L’affluenza alle urne è
stata di circa il 58%, ma molto bassa
nelle zone sannite. La coalizione che raccoglie i principali partiti sciiti,
Alleanza irachena unita, ha conquistato circa il 48% dei voti. Al secondo posto la lista della coalizione
curda con poco più del 25%, seguita da quella capeggiata da Iyad Allawi,
l’attuale premier a interim, con circa il 13%. Dopo la
certificazione dei risultati, l’Assemblea nazionale sarà chiamata a redigere la
Costituzione che sarà sottoposta a referendum nel mese di ottobre. Se la
Costituzione verrà approvata, si terranno a dicembre nuove elezioni per
scegliere il Parlamento. Sul terreno, intanto, non si interrompono le violenze:
l’emittente Al Arabiya ha reso noto che questa mattina sono stati uccisi due
esponenti politici della lista elettorale del premier Allawi. Tre corpi di iracheni, che portavano segni di
torture, sono poi stati scoperti a est di Baghdad e lungo
la strada che collega Hilla e Kerbala almeno una persona è morta per
l’esplosione di una bomba nei pressi di un posto di controllo. A nord della
capitale uomini armati hanno ucciso, inoltre, un ufficiale dell’esercito
iracheno. L’assassinio è stato rivendicato da un gruppo del terrorista giordano
Al Zarqawi. Episodi di violenza sono avvenuti anche a Mossul dove due civili
sono morti per una sparatoria seguita al lancio di un razzo contro la sede del
governatore. Forze di polizia hanno lanciato stamani una operazione di
rastrellamento e hanno fermato 52 persone, sospettate di coinvolgimento nel
sanguinoso attacco contro le panetterie di Baghdad costato la vita ad undici
civili. Sul caso di Giuliana Sgrena, la giornalista del ‘Manifesto’ rapita in
Iraq, il ministro italiano degli Esteri Gianfranco Fini ha dichiarato infine
che “l'Italia non tratta con i criminali”. “Il governo – ha aggiunto - sta
lavorando per il suo rilascio”.
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L’Iran non rinuncerà al proprio
programma di ricerca con un reattore ad acqua pesante. Lo ha detto il portavoce
del ministero degli Esteri iraniano. La decisione del governo di Teheran arriva
dopo il round di trattative, conclusosi ieri a Ginevra, tra Iran, Francia, Germania
e Gran Bretagna. I tre Paesi europei si sono dichiarati pronti a fornire alla
Repubblica islamica un reattore ad acqua leggera per soddisfare le esigenze
energetiche dell’Iran. I reattori ad acqua pesante possono produrre armi al plutonio.
I candidati islamici moderati
hanno vinto le prime elezioni municipali della storia dell'Arabia Saudita. La
votazione, tenutasi lo scorso 10 febbraio, fa parte di un programma di riforme
sollecitato soprattutto dagli Stati Uniti. Alle urne si sono recati circa 100
mila degli oltre 150 mila elettori iscritti. La bassa affluenza e la totale
esclusione delle donne dal voto sembra riflettere un certo scetticismo sulla
possibilità che i consiglieri eletti possano davvero influire sulla vita
quotidiana del Paese.
Proseguono gli sforzi per promuovere la pace in Medio
Oriente: al termine dell’incontro di ieri sera a Gaza tra il presidente
palestinese Abu Mazen ed i leader di Hamas e della Jihad islamica, i due
principali movimenti islamici hanno deciso di mantenere la tregua di fatto con
Israele. Il nostro servizio:
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“Ci impegneremo – ha detto Mahmoud Zahar, leader di
Hamas - a rispettare il cessate il fuoco e valuteremo il comportamento di
Israele prima di decidere se aderire ad una tregua permanente”. “In questo
periodo di quiete – ha aggiunto Zahar - verificheremo anche quali criteri adotterà il governo di Tel Aviv per il rilascio dei
detenuti palestinesi”. L’attesa del movimento estremista è già stata
segnata da un’importante risposta: Israele ha annunciato, infatti, la liberazione di 500 degli oltre
8000 prigionieri palestinesi. Seguendo una linea simile a quella tracciata da
Hamas, la Jihad Islamica ha poi
reso noto di voler rispettare una tregua informale nei Territori senza aderire
esplicitamente al cessate il fuoco in vigore tra il governo di Tel Aviv e
l’Autorità nazionale palestinese. Sull’intricata questione mediorientale, sono anche da
rimarcare le dichiarazioni rilasciate al quotidiano tedesco “Bild” dall’alto
rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Javier Solana: “Il
rispetto di un accordo di pace tra israeliani e palestinesi - ha detto Solana -
potrebbe essere assicurato da un contingente internazionale formato da soldati
dell’ONU, della NATO o dell’UE”. Fonti della sicurezza israeliana
hanno annunciato, infine, che la città di Gerico verrà posta sotto il controllo
delle forze palestinesi entro la prossima settimana. Gerico
è la prima delle cinque principali città della Cisgiordania che in base agli
accordi fra le parti dovranno essere trasferite sotto il controllo dell’ANP.
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E’ necessario che la NATO e l’Europa appoggino l’Unione
Africana e si impegnino attivamente per far cessare le violenze e i massacri
nella provincia sudanese del Darfur. Lo ha detto il segretario generale
dell’ONU, Kofi Annan, intervenendo oggi alla Conferenza sulla sicurezza a
Monaco di Baviera. Annan si è poi detto fiducioso sulla possibilità di portare
a termine, entro quest’anno, il processo di riforma delle Nazioni Unite.
Affrontando la complessa questione della proliferazione nucleare, il segretario
generale dell’ONU ha sottolineato, inoltre, l’urgenza di un’azione congiunta di
tutta la comunità internazionale. Solo così, ha precisato, si può evitare “un
tragico effetto a cascata in campo atomico”. Annan ha anche escluso l’ipotesi
di una sostituzione delle truppe della coalizione in Iraq con un contingente di
caschi blu delle Nazioni Unite.
Uno dei grattacieli del centro di Madrid, la torre
‘Windsor’, è in fiamme dalla scorsa notte. L’incendio, che ha causato vittime,
è probabilmente scoppiato dopo un cortocircuito avvenuto al 21.esimo piano
dell’edificio alto 106 metri. Il grattacielo, costruito nel 1979 e situato nel cuore
finanziario della capitale spagnola, era stato appena ristrutturato. Secondo il
sindaco di Madrid, Alberto Ruiz Gallardon l’incendio che ha avvolto la torre
‘Windsor’ è il più grave della storia della città. Crescono, inoltre, i timori
di un cedimento dell’edificio: le fiamme continuano, infatti, a divampare all’interno
e all’esterno il grattacielo si presenta come una enorme carcassa semicarbonizzata.
In Francia
una forte esplosione ha devastato questa mattina a Parigi il teatro ‘Empire’. La struttura ha subito
gravi danni. Sette persone sono rimaste leggermente ferite da schegge di vetri
andati in frantumi. Non sono ancora chiare le cause della deflagrazione.
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