RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 39 - Testo della trasmissione martedì 8 febbraio 2005

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Settimo giorno in ospedale per il Papa. Un gruppo di pellegrini polacchi intona cori tradizionali sotto le finestre della sua stanza. Il cardinale Angelo Sodano risponde alle domande dei giornalisti sull’ipotesi di “dimissioni” del Papa: ai nostri microfoni il porporato e Jean Vanier

 

Il cardinale Sodano riceve in Vaticano il segretario di Stato USA Condoleeza Rice

 

Presentata stamane, nella Sala Stampa vaticana, l’Istruzione “Dignitas Connubii” sulle norme da osservarsi nei tribunali ecclesiastici nelle cause matrimoniali: con noi il cardinale Julián Herranz

 

Domani, Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima: il Papa invita tutti a valorizzare gli anziani. Intervista con il cardinale Francis Arinze

 

Conclusa la visita ad Limina dei vescovi svizzeri

 

“Viva la libreria!”: l’esclamazione del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, all’inaugurazione ieri in Piazza San Pietro della “Libreria internazionale Giovanni Paolo II”: ai nostri microfoni mons. Giuseppe Scotti

 

IN PRIMO PIANO:

Svolta per la pace in Medio Oriente: accordo al vertice di Sharm el-Sheikh tra israeliani e palestinesi per il cessate il fuoco. Il commento di mons. Michel Sabbah

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il digiuno e l’elemosina ci rendono più vicini alle vittime dei maremoti, delle ingiustizie e delle malattie incurabili: così il Patriarca latino di Gerusalemme, mons. Michel Sabbah, nel suo messaggio per la Quaresima

I vescovi colombiani rinnovano il proprio appello per la pace nel Paese

 

Uno storico accordo di cooperazione sancisce la stretta collaborazione fra la Chiesa costaricense e il Ministero della Pubblica Istruzione per migliorare il sistema educativo del Paese

 

Il vescovo di El Alto, in Bolivia, esorta all’unità del Paese di fronte a tendenze separatiste

 

Oggi pomeriggio i funerali di Lia Brunet, tra le prime compagne di Chiara Lubich e tra i cofondatori del Movimento dei Focolari

 

24 ORE NEL MONDO:

Oltre 20 morti in un attentato-kamikaze a Baghdad e altre violenze sparse in tutto il Paese. Un sito di mujaeddhin annuncia la morte della giornalista Giuliana Sgrena, ma gli inquirenti lo giudicano inattendibile

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

8 febbraio 2005

 

 

SETTIMO GIORNO  IN OSPEDALE PER IL PAPA. UN GRUPPO DI PELLEGRINI POLACCHI

INTONA CORI TRADIZIONALI SOTTO LE FINESTRE DELLA SUA STANZA.

IL CARDINALE SODANO INTERVISTATO DAI GIORNALISTI

SULL’IPOTESI DI “DIMISSIONI” DEL PONTEFICE RISPONDE:

DOBBIAMO AVERE UN’ENORME FIDUCIA IN LUI: LUI SA COSA DEVE FARE!”

- Interviste con il cardinale Angelo Sodano e Jean Vanier -

 

Settima giornata al Policlinico romano  Gemelli per il Papa, le cui condizioni – ha detto ieri il portavoce vaticano Navarro-Valls – continuano a migliorare. Giovanni Paolo II non ha più la febbre, ma per motivi prudenziali resterà ancora qualche giorno in ospedale. Giovedì prossimo a mezzogiorno sarà diramato un nuovo bollettino medico. Questa mattina un gruppo di pellegrini polacchi in abiti tradizionali, provenienti dai Monti Tatra, dove Giovanni Paolo II amava sciare, ha intonato dei cori di incoraggiamento nel piazzale del Policlinico proprio sotto le finestre della stanza del Pontefice. Ieri pomeriggio invece, ha parlato del Papa il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano, intervistato dai giornalisti, durante l’inaugurazione in Piazza San Pietro del ristrutturato punto vendita della Libreria Editrice Vaticana. Ascoltiamo le parole del porporato raccolte da Roberta Moretti:

 

**********

R. – Nei suoi 26 anni di Pontificato, Giovanni Paolo II ci ha lasciato un luminoso magistero. Facciamo voti che questo magistero continui per molti anni. Il Papa Pio IX ha governato la Chiesa per 32 anni e facciamo voti che il Papa attuale, Giovanni Paolo II, superi questo traguardo ... (applausi) ... Leone XIII  è vissuto fino a 93 anni! E così, preghiamo anche in questo momento che il Signore conceda lunga vita al nostro Santo Padre, che gli conceda serenità. Noi nella liturgia sovente invochiamo lo Spirito Santo consolatore, che ci consola anche nelle  prove della vita, e per lui preghiamo anche lo Spirito Santo consolatore che gli sia accanto, e l’affetto dei figli, l’affetto della Chiesa intera sarà per lui la migliore medicina.

 

D. – Come può un Papa, anche se parla poco, guidare la Chiesa?

 

R. – Certo, ricordo che leggendo le opere di San Giovanni Crisostomo, c’era una lettera – famosa – sulla vecchiaia che dice: ‘Nella Chiesa, a differenza della società, la vecchiaia è molto utile, e quindi la sapienza dell’anziano per la Chiesa è anche un dono, e il Signore sa lui come guidare la Sua Chiesa. Non preoccupiamoci: il Signore è grande’.

 

D. – Ha pensato il Santo Padre anche all’ipotesi di una “dimissione”?

 

R. – Questo lasciamolo alla coscienza del Papa. Se c’è uomo nella Chiesa che è guidato dallo Spirito Santo, se c’è un uomo che ama la Chiesa più di tutti, se c’è un uomo che ha una sapienza meravigliosa, è il Papa. Dobbiamo avere un’enorme fiducia in lui: lui sa cosa deve fare!

**********

 

Ascoltiamo ora la riflessione di un testimone dei nostri tempi: il 77.enne Jean Vanier. Figlio del governatore generale del Canada, aveva una brillante carriera davanti a sé: a 35 anni ha lasciato tutto per dedicare la sua vita ai disabili nel fisico e nella mente. Fondatore della Comunità dell’Arca e del movimento Fede e Luce ha fatto della sofferenza un luogo di amore e di salvezza. Ai nostri microfoni ci offre una sua risposta a quanti parlano di eventuali “dimissioni” di Giovanni Paolo II:

 

**********

R. - JEAN-PAUL II EST LE PAPE, C’EST A LUI DE DECIDER ...                   

Giovanni Paolo II è il Papa e spetta a lui decidere. Quando gli è stato chiesto se pensava di dimettersi ha risposto: forse Gesù ha voluto scendere dalla Croce? Il Papa è un uomo sofferente: soffre nel fisico ma credo che soffra terribilmente anche nel suo cuore. Eppure, nello stesso tempo, c’è qualcosa in lui di straordinariamente luminoso e limpido. Il Papa è il segno di ciò che è il cristiano. Oggi, l’umanità si trova in una condizione di povertà particolare. I cristiani sono spesso in condizioni di povertà. A ciascuno di noi Gesù chiede che di fronte alla tanta sofferenza che esiste nel mondo, crediamo che Egli è presente e ci invita ad avere fiducia in Lui e a crescere in questa fiducia. Oggi il Papa, più di qualsiasi enciclica, più di qualsiasi altro scritto, è con la sua presenza segno di santità. Oggi il mondo non ha bisogno di grandi “atleti di Dio”, ha bisogno di uomini e donne come Giovanni Paolo II che accettino il mistero di ciò che vivono. San Paolo dice: la mia forza si manifesta nella mia debolezza. E’ proprio questo che il Papa oggi vive.

**********

 

 

IL CARDINALE SODANO INCONTRA IN VATICANO

IL SEGRETARIO DI STATO USA CONDOLEEZA RICE

 

Nel corso del suo tour in Europa e in Medio Oriente, il neosegretario di Stato americano, la signora Condoleeza Rice, stamani è stata ricevuta in Vaticano dal segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Angelo Sodano. Il servizio di Giancarlo La Vella:

 

**********

E’ il Vaticano una tra le prime tappe scelte, nella sua nuova veste istituzionale, da Condoleezza Rice. Accompagnata da una delegazione ufficiale, la responsabile esteri Usa è stata ricevuta dal Segretario di Stato vaticano, il cardinale Angelo Sodano. All’inizio del cordiale colloquio, che si è protratto per quasi un’ora – si legge in una nota del direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Joaquin Navarro-Valls – il porporato ha presentato alla Rice i saluti del Santo Padre, pregandola di trasmetterli anche al Presidente degli Stati Uniti, George Bush. A sua volta, Condoleeza Rice, a nome del capo della Casa Bianca, del popolo americano e suo personale, ha espresso i migliori auguri al Santo Padre per un pronto ristabilimento dall’indisposizione che lo costringe in questi giorni al ricovero nel Policlinico Gemelli. Al centro del colloquio, uno scambio di opinioni su vari problemi internazionali, con particolare riferimento alla Terrasanta, al Medio Oriente e alla situazione di altri Paesi asiatici. Attenzione è stata dedicata anche al tema della libertà religiosa in varie zone del mondo. Infine, sono state passate in rassegna alcune questioni attinenti ai rapporti bilaterali, riaffermando la volontà di collaborazione nella tutela e nella promozione dei valori spirituali.

 

Precedentemente Condoleeza Rice aveva incontrato il ministro degli Esteri italiano, Gianfranco Fini, per mettere a punto i rapporti con l’Italia sui temi internazionali del momento, soprattutto la crisi israelo-palestinese e l’Iraq. Sul primo argomento, per la Rice tutti – israeliani, palestinesi e i mediatori internazionali, il Quartetto innanzitutto – hanno la responsabilità della buona riuscita del processo di pace. Per quanto riguarda poi l’Iraq, il segretario di Stato ha affermato che non bisogna imporre la democrazia agli iracheni; è un passo che devono conquistare da soli, attraverso un lavoro che coinvolga nelle istituzioni tutte le fazioni. Gli Stati Uniti – ha detto Condoleeza Rice – hanno elaborato per l’Iraq una "strategia di successo", ma non ancora di ritiro e disimpegno delle forze americane.

**********

 

 

PRESENTATA STAMANE, NELLA SALA STAMPA VATICANA,

 L’ISTRUZIONE “DIGNITAS CONNUBII”, OVVERO “DIGNITÀ DEL MATRIMONIO”

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

**********

Un documento che appassionerà gli esperti, frutto di laborioso lavoro durato più di 8 anni, e che susciterà nuovo dibattito nella società civile. Si tratta delle norme da osservare nei tribunali ecclesiastici nel trattare le cause di nullità matrimoniale. In 219 pagine, suddivise in 15 capitoli e 308 articoli sono raccolte in un unico corpo tutte le leggi riguardanti i processi matrimoniali, alla luce delle esperienze registrate in oltre 20 anni dalla promulgazione - dopo il Concilio Vaticano II - del Nuovo Codice di diritto canonico, che risale al 1983. A presentare l’Istruzione è stato il cardinale Julian Herranz, presidente del Pontificio consiglio per i testi legislativi, che ha redatto il documento in collaborazione con altri dicasteri della Santa Sede, più interessati alla materia, presenti alla conferenza nella persona dei presuli, mons. Angelo Amato segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, mons.  Domenico Sorrentino segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, mons. Velasio De Paolis segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e mons. Antoni Stankiewicz del tribunale della Rota Romana. Ma quale valenza pastorale riveste l’Istruzione oltre quella giuridica? Ascoltiamo il cardinale Herranz al microfono di Giovanni Peduto:

 

 R. – Io direi che è molto opportuna, perché nell’attuale società c’è una mentalità divorzistica. Si tende a vedere il matrimonio come un fatto privato, per cui ognuno decide liberamente, ma questo non è vero per tanti motivi: dalla stabilità del matrimonio dipende il bene dei figli e direi anche il bene della famiglia, che è alla base della società. Bisogna dire che c’è una tendenza ad accelerare, in alcune legislazioni civili, i processi per l’annullamento, e questa è un’instabilità che nuoce al bene comune della società. Nel caso dei matrimoni religiosi tutta la normativa che viene adesso presentata ribadisce le due condizioni fondamentali per un matrimonio: l’unità e l’indissolubilità. Queste esistono già nel matrimonio naturale, che è l’unione di un uomo e di una donna. Ma questo concetto del matrimonio viene adesso snaturalizzato anche in alcune legislazione civili. Chiamano, infatti, matrimonio, cose che matrimonio non sono. Due sono le caratteristiche fondamentali del matrimonio, riconosciute in tutte le legislazioni del mondo. Primo, la eterosessualità: l’unione tra un uomo e una donna. Secondo, l’apertura alla fecondità. Se queste due condizioni essenziali non ci sono, non c’è il matrimonio. Questo mi sembra che faccia diventare molto attuale questa Istruzione, perché in alcune nazioni, sotto un falso segno di progresso, si va verso il regresso giuridico, storico che fa male alle anime.

 

Dunque matrimonio e famiglia “non sono una realtà privata, che ciascuno può modellarsi a suo arbitrio”. Al contrario “La dignità del matrimonio… – si legge in apertura dell’Istruzione - esige che la Chiesa promuova con la maggior sollecitudine possibile il matrimonio e la famiglia.. e li protegga e li difenda con tutti i mezzi a sua disposizione”.  Tanto più arduo si profila “il sacro ufficio della decisione delle cause di nullità di matrimonio”, che non ha lo scopo di annullare un matrimonio esistente ma di accertare se il matrimonio non c’è mai stato, è stato nullo. Da qui l’Istruzione quale aiuto ai giudici e agli altri addetti dei tribunali ecclesiastici, cui si raccomanda in particolare di evitare “da un lato il formalismo giuridico come del tutto estraneo allo spirito delle leggi della Chiesa, dall’altro quel modo di agire che indulge a un eccessivo soggettivismo nell’interpretazione e nell’applicazione” delle norme. E qui si sottolinea il “grave obbligo” per i vescovi “di provvedere” a formare per i propri tribunali “idonei amministratori di giustizia”, prevedendo “un opportuno tirocinio in foro canonico”.

*********

 

 

DOMANI, MERCOLEDI’ DELLE CENERI,  INIZIA LA QUARESIMA:

IL PAPA INVITA TUTTI A VALORIZZARE GLI ANZIANI

- Intervista con il cardinale Francis Arinze

 

Domani, 9 febbraio, Mercoledì delle Ceneri, inizia la Quaresima, tempo forte per la conversione personale. Alle 10.30 nella Basilica di San Pietro, il cardinale James Francis Stafford, Penitenziere Maggiore della Penitenzieria Apostolica, presiede, a nome del Papa, la celebrazione della Parola con il rito della benedizione e imposizione delle Ceneri.

 

La Radio Vaticana trasmetterà in diretta l’evento a partire dalle 10.20 con commento in italiano  sull’onda media di 585 kHz, sulla modulazione di frequenza di 105 MHz e sulle onde corte di 5.885 kHz, e con commento in tedesco sulle onde corte di 9.645 kHz.

 

Ma come vivere il tempo quaresimale in questo anno particolare dedicato all’Eucaristia? Giovanni Peduto lo ha chiesto al cardinale Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei Sacramenti:

 

 

**********

R. – La Quaresima è tempo di preparazione alla Pasqua. Considerando  che stiamo nell’Anno dell’Eucaristia, la penitenza viene sottolineata come virtù accanto alla penitenza come sacramento. Accettando il fatto che noi siamo peccatori, abbiamo bisogno di pentirci, di confessarci e di ricevere il perdono di Dio, tramite il sacerdote. Siamo così ben preparati per partecipare all’Eucaristia, privilegiando la Messa della Domenica. La Domenica la prima cosa che dobbiamo fare è quella di adorare Dio, insieme alla comunità. Dovremmo anche riflettere sulla possibilità di dedicare almeno un’ora all’adorazione. Alcune parrocchie lo fanno una volta alla settimana. Non è troppo difficile. Un’ora non è certo troppo.

 

D. – C’è anche la possibilità di ottenere l’Indulgenza plenaria in quest’Anno dell’Eucaristia, certamente un momento propizio per un forte ripensamento della propria vita…

 

R. – Il 17 dicembre scorso il Santo Padre ha concesso l’Indulgenza plenaria ogni volta che i fedeli partecipano ad una sacra funzione o a un pio esercizio in onore del Santissimo Sacramento, esposto o conservato nel Tabernacolo, ed anche a chi recita il Vespro davanti al Santissimo. Ai fedeli  ammalati o anziani che non possono andare in Chiesa e quindi partecipare alle funzioni viene concessa in unione spirituale con una celebrazione eucaristia. Tutto questo è di incoraggiamento.

 

D. – Preghiera, digiuno, elemosina: è questo il tradizionale itinerario della Quaresima. Qual è il loro profondo significato?

 

R. – La preghiera è l’elevazione dell’anima a Dio, con la domanda ai Dio di beni convenienti, come dice San Giovanni Damasceno, anche citato nel Catechismo della Chiesa Cattolica. Dobbiamo pregare sempre e questo perché la preghiera è respiro ed una persona che non respira è morta. E’ necessario uno sforzo per intensificare la preghiera e non tanto per la quantità ma quanto per l’intensità. Il digiuno tradizionalmente si congiunge con la preghiera e il poter sacrificare qualche cibo o il fumo o una bevanda come segno che sappiamo di essere peccatori e vogliamo fare penitenza, ma visto anche come disciplina spirituale. L’elemosina è il condividere ciò che abbiamo con persone che non stanno così bene quanto noi: Gesù stesso ci dice che l’ultimo giudizio sarà basato sulla nostra solidarietà con gli affamati, gli assettati, gli ignudi, i carcerati. Insomma con tutti coloro che hanno bisogno. Quindi tutte e tre queste dimensioni – preghiera, digiuno ed elemosina – si combinano armoniosamente.

 

D. – Il Papa nel suo Messaggio per la Quaresima invita quest’anno a porre attenzione agli anziani…

 

R. – Sì. Il Santo Padre dice in quel messaggio che la vita è un dono di Dio e dobbiamo avere cura dei nostri anziani, essere vicini a loro. Gli anziani hanno saggezza ed esperienza che i più giovani non hanno; possono veramente condividere molto con i più giovani e con un reciproco arricchimento tra le diverse generazioni. Gli anziani sanno che la morte non è troppo lontana e quindi hanno una maggiore possibilità di concentrarsi su quello che è realmente essenziale. Abbiamo bisogno dei nostri anziani.

**********

 

 

CONCLUSA LA VISITA AD LIMINA DEI VESCOVI SVIZZERI

- A cura di Lisa Zengarini -

 

I vescovi svizzeri hanno concluso sabato scorso la loro visita ad Limina iniziata il 1° febbraio. L’imprevisto ricovero del Santo Padre al Policlinico Gemelli ha ovviamente modificato il programma della visita, durante la quale i presuli hanno comunque avuto modo di incontrare il Segretario di Stato, cardinale Angelo Sodano, e i responsabili dei principali dicasteri vaticani per fare il punto sull’attuale situazione della Chiesa nella Confederazione a più di cinque anni dal loro ultimo pellegrinaggio a Roma nel 1997. Al centro dei colloqui sono stati, in particolare, la crisi delle vocazioni sacerdotali e il conseguente accresciuto ruolo degli assistenti pastorali laici nella Chiesa elvetica, tema a cui è dedicato un recente documento con il quale, alla luce  dei documenti pontifici in materia e delle indicazioni del diritto canonico, i vescovi hanno voluto fissare alcune regole e principi sulla collaborazione tra i laici e sacerdoti nelle parrocchie. Tra gli altri appuntamenti dei presuli elvetici si segnala inoltre la visita alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, da cui la Conferenza episcopale svizzera (Ces) ha ottenuto l’approvazione (recognitio) della traduzione francese delle norme liturgiche per la celebrazione del matrimonio. Durante il loro soggiorno a Roma, i vescovi hanno poi celebrato la loro 267ª assemblea ordinaria. Tra i principali punti all’ordine del giorno vi sono stati: la ristrutturazione del segretariato della Ces decisa lo scorso dicembre e la proroga del mandato dell’attuale segretario, padre Agnell Rickenmann; l’aggiornamento della pastorale per i filippini in Svizzera per rispondere meglio ai bisogni spirituali e materiali di questa numerosa comunità straniera e la gestione dei problemi creati dalla nuova normativa che dall’aprile 2004 esclude dall’assistenza sociale pubblica i richiedenti asilo i quali sempre più numerosi si stanno ora rivolgendo alle strutture caritative della Chiesa locale.

 

 

“VIVA LA LIBRERIA!”: L’ESCLAMAZIONE DEL CARDINALE SEGRETARIO DI STATO,

ANGELO SODANO, ALL’INAUGURAZIONE IERI IN PIAZZA SAN PIETRO

DELLA “LIBRERIA INTERNAZIONALE GIOVANNI PAOLO II”,

RISTRUTTURATO PUNTO VENDITA DELLA LIBRERIA EDITRICE VATICANA

- Ai nostri microfoni mons. Giuseppe Scotti -

 

“Che questa libreria serva a diffondere sempre più la vita della Chiesa, il Vangelo di Cristo e l’opera del Papa, a cui essa è intitolata”. Così, il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, inaugurando ieri, presso il Braccio di Carlo Magno in Piazza San Pietro, la “Libreria Internazionale Giovanni Paolo II”, ristrutturato punto vendita della Libreria Editrice Vaticana. Quest’ultima, fondata da Sisto V nel 1587 insieme alla Tipografia Vaticana, e da questa separata nel 1926, è oggi riconosciuta come l’editrice ufficiale della Santa Sede. Roberta Moretti:

 

**********

Novanta metri quadrati all’uscita della Basilica di San Pietro, per un negozio rinnovato in modo moderno e lineare, senza perdere però il fascino della tradizione. Alla “Libreria Internazionale Giovanni Paolo II” sono in vendita gli atti e i documenti del Papa e della Santa Sede, ma anche testi di dottrina, liturgia e cultura del cattolicesimo. Tra gli scaffali, è possibile trovare, inoltre, le pubblicazioni dei principali organismi vaticani e delle maggiori case editrici cattoliche. In tutto, 7 mila titoli, per un’affluenza di pubblico, nel 2004, di quasi mezzo milione di persone, in gran parte straniere. Ma quali sono le novità della Libreria? Mons. Giuseppe Scotti, presidente del Consiglio di amministrazione della Libreria Editrice Vaticana:

 

“Sono di due generi: uno di tipo architettonico e l’altro di tipo contenutistico. Quello di tipo architettonico sta nel tentare di sfruttare tutto lo spazio al meglio. E questo ha voluto dire studiare un modo per esporre i libri. Basti pensare che si è passati dagli 80 metri lineari ai 300 metri di esposizione, con 6 mila volumi sul banco. La seconda soluzione è quella di tipo ideale, cioè il renderci conto che c’è un Pontificato, quello di Giovanni Paolo II, che ha dato un impulso notevolissimo alla fede che è capace di farsi cultura. Quindi, volerlo intitolare al Santo Padre, da parte della Libreria Vaticana, è prendere atto di questo fatto incontrovertibile, di cui la mole dei suoi testi ne è l’evidenza”.

**********

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina l'articolo di Giampaolo Mattei sulla costante e toccante testimonianza di filiale affetto che i fedeli stanno dimostrando al Papa ricoverato al Policlinico "Gemelli".

 

 Nelle vaticane. Il cardinale Angelo Sodano benedice i locali ristrutturati della Libreria internazionale "Giovanni Paolo II".

La conferenza stampa di presentazione dell'Istruzione "Dignitas connubii".

Un articolo di Jean Galot sulla Quaresima dal titolo "Uno sguardo nuovo verso il mondo". 

 

Nelle estere, in evidenza il vertice, in Egitto, tra il Presidente dell'Autorità palestinese, Abu Mazen, ed il Premier israeliano, Ariel Sharon.

Arabia Saudita: proposta l'istituzione di un fondo a favore delle vittime del terrorismo.

Un articolo di Gabriele Nicolò sui progetti di ricostruzione promossi dalla Fao nello Sri Lanka dopo il devastante maremoto.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Livia Possenti in merito ad una mostra a Lecce dove sono esposti capolavori del XIV e del XV secolo.

Per l' "Osservatore libri" un articolo di Danilo Mazzoleni sul libro "Le prime chiese di Roma" di Hugo Brandenburg, edito dalla Jaca Book.

 

Nelle pagine italiane, gli sviluppi della vicenda della giornalista italiana rapita venerdì scorso a Baghdad.

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

8 febbraio 2005

 

 

SVOLTA PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE: AL VERTICE DI SHARM EL SHEIKH

ACCORDO TRA ISRAELIANI E PALESTINESI PER IL CESSATE IL FUOCO.

AI NOSTRI MICROFONI, IL CAUTO OTTIMISMO DEL PATRIARCA

 DI GERUSALEMME, MONS. MICHEL SABBAH

- Intervista con mons. Michel Sabbah -

 

Dopo quattro anni di intifada armata e di incursioni nei Territori occupati, il presidente palestinese Abu Mazen e il premier israeliano Ariel Sharon si sono impegnati oggi a Sharm el-Sheikh a porre fine alla violenza e ad offrire nuovo spazio alla diplomazia. L’incontro, ancora in corso, è stato organizzato dal presidente egiziano Hosni Mubarak e vi prende parte anche re Abdallah di Giordania. Al centro del Vertice l’intesa su una tregua, che faccia ripartire il processo di pace nella regione. In studio, Alessandro Gisotti:

        

**********

E’ già stato ribattezzato il vertice della speranza, una speranza che in Terra Santa si chiama pace. Solo il tempo potrà dire se l’accordo, raggiunto a Sharm El Sheikh, rappresenti davvero l’inizio di una nuova stagione per il Medio Oriente, tuttavia la scelta coraggiosa di Abu Mazen e Ariel Sharon ha già dimostrato che la pace tra israeliani e palestinesi non è utopia. E’ un traguardo impegnativo, ma non per questo irraggiungibile. Proprio Mubarark, grande sponsor dell’incontro, ha dichiarato poco fa che a Sharm El Sheikh si è rimessa in moto “la ruota della pace”, aggiungendo che “tutti i passi da riavviare nel processo di pace devono essere compresi nella roadmap”. Per Abu Mazen, questo vertice segna “l'inizio di una nuova era” nei rapporti fra israeliani e palestinesi. Sharon ha affermato: “Tutti dobbiamo dichiarare oggi che la violenza non vincerà, che la violenza non potrà uccidere la speranza”.

 

Con la supervisione di Egitto e Giordania ed il sostegno fattivo degli Stati Uniti, dunque, Abu Mazen e Sharon hanno concordato la liberazione di 900 detenuti palestinesi, il passaggio al controllo dell’Autorità nazionale palestinese di cinque città cisgiordane e, ancora, la riapertura di alcuni valichi, la rimozione di posti di blocco e l’avvio dei lavori di costruzione del porto di Gaza. In Israele, l’evolversi dei negoziati suscita reazioni contrastanti. Su alcuni muri di Tel Aviv sono comparse scritte che definiscono Sharon “traditore”. D’altra parte, secondo un sondaggio pubblicato oggi, il 60 per cento degli israeliani si fida del presidente palestinese Abu Mazen quando questi parla di tregua. In occasione del summit Israele ha elevato lo stato di allerta nel timore di attentati.

 

Dal canto suo, il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché incoraggi israeliani e palestinesi a mantenere gli impegni reciproci per la pace e contribuisca a migliorare le condizioni economiche dei palestinesi. Intanto, Damasco sarebbe pronta a riprendere i negoziati di pace con Israele. E’ quanto dichiarato dall’inviato europeo per il Medio Oriente, Marc Otte, dopo un incontro con il presidente siriano Bashar al-Assad.

**********

 

Il summit di Sharm el-Sheikh riaccende, dunque, le speranze di pace in Medio Oriente. Certo, i fallimenti dei vertici passati inducono alla cautela, tuttavia sembra emergere un cambiamento di mentalità nell’atteggiamento di israeliani e palestinesi. Un’evoluzione che fa ben sperare. E’ quanto sottolinea anche mons. Michel Sabbah, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, intervistato da Alessandro Gisotti:

 

**********

R. - Bisogna dire che ci sono novità, sì, nella disponibilità sia da parte israeliana sia da parte palestinese, ed anche dalla comunità internazionale e dalla stessa America. Speriamo che qualcosa di positivo e definitivo esca, da questo incontro. Ancora siamo alle mezze misure, e questo è il problema, il pericolo. Un processo che ricomincia daccapo, richiede ancora tanto tempo. Quello che c’è di nuovo, e che ormai è visibile a tutti, è che i palestinesi hanno diritto a qualcosa, che bisogna in qualche modo rispondere a questo vertice.

 

D. – Questo Vertice a Sharm el-Sheik – lo dice anche lei – è un punto di partenza, un segno di buona volontà ma è solo l’inizio di un percorso per la pace. Quali sono dunque i passi importanti ora, non solo dei leader ma anche fra la gente, fra gli israeliani e i palestinesi, per raggiungere questa pace?

 

R. – L’atteggiamento tra la gente è la pazienza. Gli israeliani devono pazientare, se mai ci fossero ancora episodi di violenza; i palestinesi devono avere anche più pazienza, perché sarà necessario continuare ancora per lunghi giorni a vivere la vita che già c’era, una vita di oppressione ... E tutto questo, certo, non potrà essere eliminato in un giorno! Io direi che ormai – dopo l’esperienza del dopo-Oslo fino ad oggi – un elemento essenziale è il tempo: bisogna che i responsabili facciano al più presto possibile, per non permettere al tempo che passa di risvegliare nuove violenze, incidenti ...

 

D. – La comunità cristiana si è sempre impegnata per la pace in Terra Santa, per far dialogare palestinesi ed israeliani. Come stanno vivendo i cristiani questo momento?

 

R. – Tutti – ebrei, musulmani o cristiani – tutti viviamo nuove speranza, perché tutti vogliamo la pace. Quale che sia la religione, quale che sia la nazionalità. Viviamo tempi di speranza, con tanti dubbi, viste le esperienze passate; la speranza è che questa volta c’è una nuova disponibilità palestinese che  non lascia posto a pretese per non fare la pace. Questo è un elemento molto nuovo da parte palestinese: c’è una chiarezza nella situazione, una determinazione forte ad andare avanti.

********** 

 

=======ooo=======

 

CHIESA E SOCIETA’

8 febbraio 2005

 

 

Il digiuno e l’elemosina ci rendono più vicini alle vittime dei

maremoti, delle ingiustizie e delle malattie incurabili. LO HA DETTO IL PATRIARCA LATINO DI GERUSALEMME, MONS. MICHEL SABBAH, NEL SUO

MESSAGGIO PER LA QUARESIMA, ESORTANDO I LEADER ISRAELO-PALESTINESI A PURIFICARE LE INTENZIONI PER GIUNGERE ALLA PACE

 

 

GERUSALEMME. = Digiunare significa sottoporre il corpo ad un esercizio che ha per scopo la liberazione da qualsiasi costrizione, poiché la vita interna è un combattimento. “Occorre digiunare – ha detto il patriarca - per diventare persone libere, capaci di vivere secondo lo spirito e di fare il bene che vogliamo”. L’elemosina, invece, secondo il presule, rappresenta la nostra “comunione con ogni persona umana, soprattutto quella delusa, abbandonata o sofferente, nella nostra società o nel mondo”. Così, la nostra Quaresima ci mette in comunione con le vittime dei recenti terremoti e maremoti avvenuti nei due continenti dell’Asia e dell’Africa e con “le vittime delle malattie incurabili, delle ingiustizie imposte dall’uomo ai suoi fratelli in nome dell’interesse nazionale o della pura violenza come unica via per la pace”. E ancora, ci mette in comunione con qualsiasi resistenza e oppressione, come quella che ha luogo nella Terra Santa, dove, in questi giorni, si vede un “nuovo soffio di ragione e di giustizia”. Ed è ai protagonisti della situazione israelo-palestinese che si rivolge mons. Sabbah affermando che il digiuno è richiesto per purificare le intenzioni e gli egoismi nazionali o individuali. “Un digiuno – specifica - che permetta ai capi di sapere che sono delegati per servire e salvare. Che faccia capire loro che tutte le persone umane sono ugualmente create e amate da Dio e non sono divise in due campi, le buone e le cattive, le forti e le deboli. Tutte prendono la loro dignità di Dio e sono chiamate alla stessa libertà e sicurezza”. Infine, il Patriarca prega affinché il digiuno renda capaci di vedere Dio “in ogni fratello e sorella al di là di qualsiasi barriera religiosa, nazionale o geografica”. (E. B.)

 

 

I VESCOVI COLOMBIANI RINNOVANO IL PROPRIO APPELLO PER LA PACE NEL PAESE: BISOGNA DEFINIRE DEGLI “ACCORDI UMANITARI” E AVVIARE UN

SOLIDO PROCESSO DI NEGOZIAZIONE CON LA GUERRIGLIA

 

BOGOTA’. = Si è conclusa con un rinnovato appello alla pace e al dialogo la 78.ma Assemblea plenaria della Conferenza episcopale colombiana (CEC). Riprendendo il messaggio iniziale del presidente, il cardinale Pedro Rubiano Sáenz, arcivescovo di Bogotá, i presuli chiedono che si arrivi al più presto a “definire un ‘accordo umanitario’, che serva alla liberazione dei sequestrati, e all’avvio di un solido processo di negoziazione di pace tra il governo e la ribellione, si chiami essa FARC (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) o ELN (Esercito di liberazione nazionale) o AUC (Autodifese unite della Colombia)”. Inoltre, i vescovi chiedono “chiarezza” e “precisione” sul progetto di legge denominato “Verdad, Justicia y Reparación”, mirato a creare un quadro legale per la smobilitazione dei paramilitari delle Auc. “Auspichiamo che i parlamentari trovino un’intesa”, affermano specificando che si tratta di una questione chiave “per non dare l’impressione, anche a livello internazionale, che stiamo procedendo verso l’impunità”. “Come tutti i colombiani – ha dichiarato monsignor Luis Augusto Castro, vice presidente della CEC e arcivescovo di Tunja – vogliamo un Paese in cui sia rispettata la libertà, sia promossa la libertà e sia applicata la giustizia”. “Anche la “dottrina sociale della Chiesa ricorda che le vittime del conflitto non possono essere dimenticate – si legge in un altro stralcio della dichiarazione – dunque continueremo a denunciare i crimini atroci, la violenza, da qualsiasi parte essa provenga, così come lo sfollamento forzato, il sequestro e tutte le violazioni dei diritti umani fondamentali”. Inoltre, concludono i vescovi,  “il tempo di Quaresima che si sta avvicinando è un’occasione propizia per il cambiamento e la conversione; lasciamoci condurre dallo Spirito di Dio, per correggere così il nostro cammino e guardare con speranza alla possibilità di un Paese più giusto e fraterno”. (E. B.)

 

potenziare l’intero sistema educativo in costarica. con questo

obiettivo nasce l’accordo di collaborazione fra la Chiesa

costariceNSE E il Ministero della Pubblica Istruzione

 

SAN JOSE’. =  Uno storico accordo di cooperazione sancisce la stretta collaborazione fra la Chiesa costaricense e il Ministero della pubblica istruzione per migliorare il sistema educativo del Paese. Nel testo, siglato dal presidente della Conferenza episcopale, mons. José Francisco Ulloa Rojas, e dal titolare del dicastero governativo, Manuel Bolaños, si legge che “la pastorale educativa della Chiesa è stata di fondamentale importanza per l’intero settore a livello nazionale”. Inoltre, si pone l’accento sullo sforzo della Chiesa nella storia  della conoscenza scientifica e della formazione, “essendo il primo organismo ad aver avviato la scuola elementare”. Il documento sottolinea anche il ruolo pionieristico della Chiesa nello sperimentare, nella seconda metà del 19° secolo, la scuola media e nell’aprire università e nell’essere promotrice dell’educazione diversificata attraverso “scuole vocazionali e agropecuarie”. “Nella maggior parte delle comunità rurali – specifica il documento - le scuole sono sorte nei pressi delle parrocchie. Inoltre, la Chiesa ha influito sulla costruzione della identità nazionale, sulla cultura e sul sistema politico”. In fine, per il ministro Bolaños, la Chiesa “ha garantito a tutti, senza distinzione alcuna, il diritto di educazione”. L’accordo prevede, tra gli altri punti, la concessione di spazi e di istituzioni direttamente gestiti dalla Chiesa per attività didattico-formative. (D. D.)

 

 

IL VESCOVO DI EL ALTO, IN BOLIVIA, ESORTA ALL’UNITA’ DEL PAESE DI

FRONTE A TENDENZE SEPARATISTE. A GOVERNO E ORGANIZZAZIONI

CIVICHE CHIEDE DI NON OFFUSCARE IL POPOLO CON FALSE PROSPETTIVE

 

EL ALTO. = “Le richieste regionali di autonomia non devono in alcun modo dividere il popolo boliviano". Lo ha chiesto il vescovo di El Alto, monsignor Jesús Juá rez Pàrraga, in comunicato stampa diffuso alla vigilia del Mercoledì delle ceneri, giorno d’inizio della Quaresima. “E’ vero che tutti chiediamo di essere ascoltati e soddisfatti nelle nostre richieste – si legge nella nota - ma è giusto restare sempre entro i limiti della tolleranza ed entro i confini del dialogo”. Secondo il presule menzogna e inganno sono nemici dello sviluppo dell’umanità: dunque, afferma, “chiediamo a governanti, parlamentari, magistrati, dirigenti delle organizzazioni sindacali e civiche di non lasciarsi confondere e di non offuscare il popolo con false prospettive che servono solo a creare fratture tra fratelli”. A porre il problema dell’autonomia locale, creando difficoltà al governo di Carlos Mensa, è la ricca provincia di Santa Cruz, con il suo comitato civico pervaso da tendenze separatiste. (E. B.)

 

UNA RETE D’AMORE PER LA TRASFORMAZIONE SOCIALE

DEL CONTINENTE LATINOAMERICANO.

L’EREDITÀ DI LIA BRUNET, TRA LE PRIME COMPAGNE DI CHIARA LUBICH,

TRA I CONFONDATORI DEL MOVIMENTO DEI FOCOLARI.

- a cura di Carla Cotignoli -

 

**********

ROMA: = Lia Brunet ha speso senza risparmiarsi 44 anni in America Latina. E’ deceduta sabato scorso a Roma. Lo scorso Natale aveva compiuto 87 anni. Oggi pomeriggio saranno celebrati i funerali alle ore 15, al Centro internazionale di Rocca di Papa. Sarà presente una rappresentanza del Movimento dai diversi Paesi latinoamericani. “Ricca di umanità”, “una presenza costante, dinamica, creativa, intelligente, esigente, che tutto donava, senza risparmio”. Così le testimonianze di chi le è vissuto accanto. Tutto aveva avuto inizio da quel primo viaggio al di là dell’Oceano, nell’ottobre 1958, insieme a Marco Tecilla, primo focolarino, e a Fiore Ungaro. Un viaggio pieno di incognite nella più assoluta povertà, con un’unica ricchezza: il crocefisso vivo, e un’unica meta: “Legare tutti in una rete di amore”. Questa la consegna di Chiara Lubich. Sono gli anni della rivoluzione sociale di Che Guevara. “Sì - annota Lia - anche la nostra è una rivoluzione, ma usando l’arma più potente, l’Amore che Gesù ha portato sulla terra. Anche noi parliamo di ‘uomo nuovo’, ma quello di San Paolo, e  anche di ‘uomo vecchio’: quello che cerchiamo di far morire anzitutto in noi stessi. Anche il nostro è un progetto di morte e di vita: punta a ‘che tutti siano uno’”. In 12 intensi mesi, i tre getteranno i semi di questa fraternità in varie città del Brasile, Uruguay, Argentina e Cile. Lia tornerà in quelle terre nel 1961 e vi resterà per 44 anni. La rete di amore si espande e si rafforza, coinvolge ora oltre 150.000 persone di ogni età e categoria sociale. Una rete di amore che incide sulla vita culturale, politica ed economica di questi Paesi. Quando l’Argentina, in questi ultimi anni, attraversa una profonda crisi economica e politica, membri dei Focolari danno il loro apporto al tavolo di dialogo tra società e governo. Lia curerà la nascita e lo sviluppo della cittadella di O’Higgins, che diventerà un bozzetto della nuova società argentina con un polo imprenditoriale che sarà punto di riferimento per le aziende ispirate al progetto dell’Economia di comunione. Si apre il dialogo con cristiani di diverse Chiese e religioni. Un buddista rivolgendosi a lei scrive: “Ora tu sei lì e ci attirerai sempre di più verso l’eternità. Arriveremo rinnovati dall’amore, come ci dicevi”. E Chiara, annunciando la sua partenza per il cielo a tutto il Movimento scrive: “Non si sente questa separazione, perché l’unità con lei è sempre più forte”.

**********

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

8 febbraio 2005

 

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

 

Dopo giorni di calma relativa dalla chiusura delle urne, in Iraq violenza e sangue sono tornati in primo piano. Agli attentati di ieri avvenuti a Baquba e Mossul, che hanno provocato complessivamente una trentina di morti, rivendicati via Internet dal capo iracheno di Al Qaeda, al Zarkawi, la cronaca di stamani registra nuovi e cruenti episodi. E informazioni contraddittorie fanno temere per la vita della giornalista italiana, Giuliana Sgrena. Il nostro servizio.

 

**********

Sembra correre sul filo impalpabile della comunicazione via Internet la sorte dell’inviata del quotidiano Il Manifesto, Giuliana Sgrena, rapita in un Iraq nuovamente devastato da attentati e stragi. Su un sito islamico, presunti mujahhedin hanno annunciato l'uccisione della Sgrena, tacciata come spia “a vantaggio delle forze crociate americane”. L’inquietante messaggio, giudicato “inattendibile” dagli inquirenti sul posto, fa da contraltare all’annuncio della prossima liberazione della giornalista - diramato ieri, sempre su Internet, dall'Organizzazione della Jihad Islamica - e più ancora si contrappone alle notizie che arrivano dal fronte delle indagini, secondo le quali esisterebbe invece un contatto che avrebbe fornito indicazioni sul gruppo dei sequestratori e sul luogo dove la giornalista è tenuta prigioniera. Un ennesimo appello per la sua liberazione è stato lanciato oggi anche dal preside e dai professori della Facoltà di Lingue dell'Università di Baghdad.

 

Questa mattina intanto, nella capitale, un commando ha teso un agguato al politico iracheno Mithal al-Alusi, segretario del Partito democratico della Nazione irachena, mentre si trovava nella sua auto. L’uomo si è salvato, ma sono rimasti uccisi due suoi figli, di 22 e 30 anni. Sempre a Baghdad, un kamikaze a piedi si è fatto esplodere stamattina nei pressi di un centro di reclutamento militare, uccidendo 21 persone. E due attentati si registrano anche nella provincia settentrionale di Salaheddin: bilancio, due morti e sette feriti. Da Londra, il premier britannico, Tony Blair, ha auspicato oggi che nel summit del 22 febbraio, a Bruxelles, la NATO acconsenta ad addestrare le forze di sicurezza irachene.

**********

 

E sempre il premier britannico ha duramente attaccato oggi l’Iran, sostenendo – durante un intervento in una commissione parlamentare - che il Paese “sponsorizza il terrorismo”. Blair ha anche invitato Teheran a non ostacolare gli eventuali successi nel processo di pace in Medio Oriente e a recepire l'esortazione dell'Unione Europea contro lo sviluppo di armi nucleari.

 

Giornata di elezioni in Danimarca. Dalle otto di questa mattina, e fino alle otto di stasera, quattro milioni di elettori sono attesi ai seggi per la tornata delle legislative. Grande favorito, il premier uscente, Anders Fogh Rasmussen, e il suo Partito liberale, insieme al blocco di destra da lui guidato. Ma nelle ultime ore, si segnala un recupero dell'opposizione, tra le cui fila spicca il socialdemocratico, Mogen Lykketoft. La Danimarca è nota per la forte affluenza alle urne, con una media dell'85%, ma finora non sono state rese note cifre in merito. Sulla situazione politica del Paese al voto, il servizio di Vincenzo Lanza:

 

**********

Il governo borghese in carica del premier liberale Anders Fogh Rasmussen è consapevole che in caso di miglioramento o conferma di due partiti - il liberal-radicale ed il Partito popolare danese, che appoggiano dall’esterno il governo – dovrà procedere a concessioni pesanti. I radicali liberali sostengono i diritti civili e umani degli immigrati, mentre i popolari danesi del Dansk Folkeparti hanno esasperato una politica xenofoba e anti-immigrazione. I cristiano-democratici sembra possano raggiungere il 2 per cento dei voti ed il minimo di quattro seggi necessari per essere ancora tra i 179 parlamentari del Folketing di Copenaghen. Potrebbero costituire l’ago sulla bilancia per altri quattro anni di governo di centro-destra, in appoggio al premier liberale Rasmussen. I social-democratici del leader Mogen Lykketoft hanno cercato nella breve campagna elettorale di riacquistare i consensi di quella parte dei propri simpatizzanti persa assieme al governo nelle ultime elezioni del novembre 2001, per mancanza di una chiara ideologia e carenza di proposte concrete.

 

Per la Radio Vaticana, Vincenzo Lanza.

**********

 

Scuole semideserte, negozi chiusi, taxi fermi, strade vuote. Ha avuto seguito l’operazione “Togo Paese morto”, la campagna di sciopero generale indetta, oggi e domani, dal presidente del Comitato d'azione per la rinascita, Yawovi Agboyibo, in segno di protesta contro “il colpo di Stato”. Dopo la morte del capo di Stato Eyadema, il Parlamento ha modificato il testo costituzionale per permettere al figlio dello statista scomparso, Faure, di prendere il potere e di giurare come presidente. Intanto, il Paese rischia sanzioni da parte dell’Unione Africana.

 

Il leader indipendentista ceceno, Maskhadov, ha invitato gli occidentali ad uscire dal silenzio sulla questione cecena e a spingere la Russia ad accettare i negoziati. Maskhadov ha proposto al presidente russo, Putin, una soluzione negoziata di pace per la regione del Caucaso, drasticamente rifiutata dal Cremlino. E dalle pagine di un quotidiano, l'oligarca in esilio, Boris Berezovski, sostiene che “il presidente russo farebbe meglio ad accettare la proposta, perché la guerriglia cecena è entrata in possesso di una bomba nucleare portatile”. Ma la notizia è stata smentita dal Ministero degli esteri russo.

 

Il presidente del Parlamento dell’Honduras, Porfirio Lobo, ha annunciato la convocazione di un referendum per chiedere ai cittadini se siano o meno favorevoli al ripristino della pena di morte come strumento deterrente contro il dilagare delle “maras” o “pandillas”, le bande criminali giovanili diffuse nel Paese e in tutto il Centroamerica. In un messaggio trasmesso dalle principali emittenti nazionali, Lobo ha precisato che la pena capitale sarebbe applicata “in casi speciali, sempre se sia stata comprovata al 100% la colpevolezza dell’accusato”. Contrario al ripristino delle esecuzioni capitali si è già detto il capo dello Stato, Ricardo Maduro.

 

Alcuni miliziani hanno aperto il fuoco contro il presidente del Parlamento di transizione somalo, Shariif Hassan Sheikh Aden, e la delegazione di parlamentari e ministri del nuovo governo somalo, giunta a Mogadiscio domenica scorsa, senza fare feriti.

 

Lo studioso britannico Ian Wilmut che diede vita alla celebre pecora Dolly ha ottenuto dal governo britannico l’autorizzazione alla clonazione degli embrioni umani per la cura di malattie come l’Alzheimer o il Parkinson. Wilmut e la sua equipe del Kings College di Londra hanno ricevuto il 'via libera' dalla Human Fertilisation and Embryology Authority, l'autorità etica britannica in materia di embriologia e fertilizzazione umana. Nel Regno Unito la discussa pratica medica è legale dal 2001.

 

 

=======ooo=======