RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 34 - Testo della trasmissione giovedì 3 febbraio 2005

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Migliorano le condizioni di salute del Papa. La laringo-tracheite acuta è in fase di regressione.  L’affetto e la preghiera di tante persone in tutto il mondo per l’anziano Pontefice: ai nostri microfoni Joaquín Navarro-Valls e don Decio Cipolloni

 

“L’Eucaristia, centro della vita consacrata, personale e comunitaria”. Le parole del Papa, riportate dall’arcivescovo Franc Rodé, alla Messa di ieri nella Basilica di San Pietro per la festa della Presentazione del Signore e la IX Giornata mondiale della vita consacrata

 

La Chiesa incoraggia le donazioni degli organi nel rispetto della vita: è quanto scrive il Papa in un messaggio alla Pontificia Accademia delle Scienze che ha promosso un incontro in Vaticano sul problema della determinazione del momento esatto della morte umana. Ai nostri microfoni, mons. Marcelo Sánchez Sorondo.

 

IN PRIMO PIANO:

Stamani nella basilica romana di Santa Maria in Montesanto, i funerali del compositore Franco Mannino, scomparso martedì all’età di 80 anni.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Prosegue il viaggio del presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum” nei Paesi colpiti dal maremoto dello scorso 26 dicembre

 

Resta drammatica la situazione in Costa d’Avorio

 

Si moltiplicano in Bangladesh le iniziative per l’Anno dell’Eucaristia

 

Sempre difficile la situazione dei poveri in Guatemala

 

Storico accordo in Alabama tra il network cattolico Eternal Word Television Network e la Audiofeast Inc.

 

24 ORE NEL MONDO:

Segni concreti di pace in Medio Oriente: Abu Mazen annuncia un cessate-il-fuoco. Il governo israeliano approva il ritiro da cinque città della Cisgiordania

 

Dopo le elezioni, in Iraq si apre una nuova fase: lo ha detto il presidente americano Bush nel discorso sullo Stato dell’Unione, dedicato anche alla riforma interna della previdenza sociale.

 

E’ giallo sulla morte del premier georgiano Zhvania, ucciso apparentemente da una intossicazione da gas nell’abitazione di un amico.

 

      

IL PAPA E LA SANTA SEDE

3 febbraio 2005

 

MIGLIORANO LE CONDIZIONI DI SALUTE DEL PAPA. 

LA LARINGO-TRACHEITE ACUTA E’ IN FASE DI REGRESSIONE. 

L’AFFETTO E LA PREGHIERA DI TANTE PERSONE

IN TUTTO IL MONDO PER L’ANZIANO PONTEFICE

- Ai nostri microfoni Joaquín Navarro-Valls e don Decio Cipolloni -

 

Migliorano le condizioni del Papa. Il portavoce vaticano Joaquín Navarro-Valls ha fornito oggi notizie rassicuranti sulla salute di Giovanni Paolo II. Il prossimo bollettino medico è atteso per domani a mezzogiorno. Ma colleghiamoci con il nostro inviato al Policlinico “Gemelli”, Alessandro De Carolis:

 

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Da 40 ore in un letto d’ospedale, ma la sua salute migliora. Giovanni Paolo II ha trascorso una notte di riposo tranquillo e le difficoltà da lui accusate due sere fa, costringendolo al ricovero, non hanno più turbato la progressiva ripresa del Pontefice. La conferma del trend positivo è giunta a mezzogiorno di oggi per bocca del portavoce della Santa Sede, Navarro-Valls. In una dichiarazione - letta dal direttore nella Sala stampa vaticana e riferita in tempo reale dal portavoce del Policlinico Gemelli, Nicola Cerbino, alla folla dei giornalisti assiepata nella hall dell’ospedale – le condizioni generali e respiratorie del Papa vengono definite in “evoluzione positiva”. “La laringo-tracheite acuta – si legge nel comunicato - è in fase di regressione e non si sono più ripetuti gli episodi di laringo-spasmo, che avevano motivato il ricovero d’urgenza”. Lo stesso Navarro-Valls, lasciando a metà mattinata il Gemelli, dopo la consueta visita al Pontefice, aveva anticipato così ai cronisti la situazione:

 

“Il Papa ha riposato bene tutta la notte e le analisi che si sono fatte hanno dato un risultato soddisfacente”.

 

Qui, al Gemelli, il clima della mattinata è stato sensibilmente diverso da ieri. Palpabile la minore tensione con cui il centinaio circa, tra giornalisti e cineoperatori presenti, hanno accolto il comunicato della Sala Stampa, anche se la soglia di attenzione dei media resta alta, come testimoniano la varie lingue dei cronisti presenti, appartenenti alle testate di tutto il mondo. Anzi, proprio per disciplinare il viavai dei giornalisti che stazionano ormai in massa da due giorni al piano terra del Policlinico, la direzione dell’ospedale ha creato questa mattina una sorta di “area-stampa”, circoscrivendola dai corridoi d’ingresso. E proprio in quest’area, poco fa, è apparsa un’altra personalità politica italiana che ha fatto visita al Pontefice: si tratta dell’eurodeputato Antonio Tajani, il quale, facendo a Giovanni Paolo II gli auguri di pronta guarigione, ha voluto ricordare la sua importanza per la difesa delle radici cristiane in Europa.

 

Tra i temi che hanno suscitato l’interesse dei giornalisti c’è anche la memoria liturgica odierna di San Biagio, protettore della gola. Mentre vi parliamo, nella Cappella del Gemelli, l’assistente spirituale del Policlinico, don Decio Cipolloni, sta celebrando, come di consueto ogni 3 febbraio, la Messa per i malati: una liturgia che la presenza del Pontefice, e soprattutto la specifica malattia che lo ha colpito, hanno involontariamente trasformata in un avvenimento. Infine, anche oggi non sono mancate le note di colore. Circondata dalle telecamere, un’anziana signora, 82 anni, è apparsa, portando con sé una immagine sacra che raffigura lo stesso Pontefice tra le braccia della Vergine. Carmen Querime Dhabdu, così si chiama l’82.enne messicana d'origine palestinese, ha detto riferendosi a Giovanni Paolo II: “Spero di riuscire ad arrivare fin da lui, anche se so bene che sarà impossibile. E allora affiderò a qualcuno dei sanitari questa immagine sacra perché venga consegnata al Papa”. Anche questo è un segno d’affetto per il più illustre paziente del Policlinico, per l’ottava volta accolto in questa struttura da lui stesso scherzosamente definita in passato “Vaticano numero tre”.

 

Dal Policlinico Gemelli, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana.

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Il Policlinico Gemelli, microcosmo di degenti, medici, operatori sanitari e personale vario, in questi giorni sta vivendo con qualche difficoltà, ma anche con pazienza l’invasione dei giornalisti di tutto il mondo. Giancarlo La Vella ha raccolto il pensiero di don Decio Cipolloni, assistente spirituale del nosocomio, impegnato nella pastorale del personale sanitario:

 

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R. – Stiamo vivendo questo momento con grande serenità, grande fiducia. Del resto, il Policlinico Gemelli è abituato ormai da diverso tempo ad avere tra i suoi pazienti questo illustre malato e anzi, nel contatto con gli operatori sanitari come con i pazienti la voce comune è questo desiderio di un immediato ristabilimento, ma anche – dico io – la consapevolezza che in questo momento è arrivato un collega di malattia per tutti i nostri infermi. E’ un collega di malattia che è il primo testimone di come si soffra, anzi, di quanto sia necessaria la sofferenza per salvare il mondo, per dare sostegno e spiritualità alla Chiesa.

 

D. – Oggi, tra l’altro, nella liturgia della Chiesa è una giornata particolare ...

 

R. – Sì, perché è la festa di San Biago, patrono dei malati di gola, ed è per questo che noi ci incontreremo oggi, faremo una celebrazione della messa, come del resto ogni anno, per invocare la protezione di San Biagio più che da un punto di vista fisico, il sollievo di quanti soffrono ma anche l’impegno umano, professionale e spirituale di tutti gli operatori sanitari.

 

D. – Ci sarà una preghiera particolare per la malattia del Santo Padre?

 

R. – Nelle celebrazioni che si fanno al Policlinico Gemelli, si prega sempre per tutti i degenti e oggi l’attenzione, insieme a tutti i malati, sarà anche per il Santo Padre proprio in quella visuale di fraternità e di carità che ci spinge a presentare al Signore le nostre richieste e in questo momento a chiedere che il Suo vicario possa essere sostenuto nel tempo della sofferenza e sostenuto nel suo ministero apostolico.

 

D. – Per tanti anni è stato assistente spirituale dell’UNITALSI, l’organizzazione che si occupa dei viaggi della speranza a Lourdes; è stato quindi in contatto con tanti malati. Ora, invece, il contatto – come ha detto lei – con un malato così illustre ...

 

R. – Le mie sensazioni sono veramente nella luce della fede: Giovanni Paolo II non solo ha insegnato nel suo magistero a rendere preziosa e valida la sofferenza, ma direi che la sua cattedra di insegnamento, in questo momento, è il suo letto, dove si sta curando per riprendere le sue forze. Quindi, ha sempre insegnato sia con la parola e – in questo momento e in questi anni – con l’esempio, di come il tempo della malattia è sempre un tempo di grazia.

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Messaggi di solidarietà e partecipazione continuano ad arrivare al Papa da tutto il mondo da leader politici, da esponenti religiosi, da fedeli e persone amiche. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Un grande affetto trapela nei messaggi che travalica le formalità di circostanza, parole dettate dal cuore, che tradiscono sincera apprensione verso un Papa tanto amato, oggi anziano e sofferente, che ha speso ogni energia per il bene del mondo. E gli auguri si fanno partecipazione sincera, a partire da quelli dei capi di Stato, tra questi Ciampi, Bush, Chirac, Kwasniewski e di molti capi ed esponenti di governi, segno di conforto per Giovanni Paolo II, mentre preghiere per la sua guarigione si levano, travalicando i confini del cattolicesimo, in ogni angolo del Pianeta. Preghiere vicine in tutte le cappelle del Policlinico Gemelli, in Vaticano e nelle chiese italiane, e preghiere lontane, anzitutto nel suo Paese, la Polonia, dove in particolare i fedeli si sono raccolti a Wadowice, città natale, nella chiesa di santa Maria. E notizie di Messe dedicate al Papa giungono anche  dalla Filippine, dall’Iraq, dall’America Latina, in Messico, Colombia, Cile, Venezuela, Costarica, Cuba, e dall’Europa in Gran Bretagna, in Irlanda e in Francia, dove stasera a Parigi nella cattedrale di Notre Dame, il cardinale Lustiger presiederà una celebrazione eucaristica per Giovanni Paolo II, che nella sua stanza d’ospedale ci testimonia ancora una volta il significato profondo della sofferenza, offerta in dono all’umanità.

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 “L’EUCARISTIA, CENTRO DELLA VITA CONSACRATA, PERSONALE E COMUNITARIA”.

LE PAROLE DEL PAPA, RIPORTATE DALL’ARCIVESCOVO FRANC RODE’,

ALLA MESSA DI IERI NELLA BASILICA DI SAN PIETRO

PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE

E LA GIORNATA MONDIALE DELLA VITA CONSACRATA

 

“Vivete ogni giorno con pienezza l’Eucaristia, sorgente inesauribile di fedeltà al Vangelo e cuore della Vita Consacrata!” E’ l’esortazione del Papa nell’omelia letta dall’arcivescovo Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, durante la Messa di ieri nella Basilica Vaticana, in occasione della festa della Presentazione del Signore e della IX Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Presenti alla celebrazione, migliaia di religiosi di tutte le nazionalità per assistere al tradizionale rito di benedizione delle candele. Per noi c’era Roberta Moretti:

 

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(musica)

 

La Basilica di San Pietro avvolta dalla penombra e illuminata soltanto dalla flebile luce di migliaia di candele. La cerimonia di benedizione dei ceri, comunemente definita “candelora”, ha preceduto la celebrazione della Messa per la festa della Presentazione del Signore al Tempio. E questa offerta a Dio, compiuta da Maria e Giuseppe a 40 giorni dalla nascita di Gesù, “luce per illuminare le genti”, prefigura l’offerta spirituale e la lode riconoscente dei consacrati di tutto il mondo, nella Giornata a loro dedicata. Dopo l’invito a pregare per la pronta guarigione del Papa, l’arcivescovo Rodé ha riportato l’esortazione del Santo Padre ai religiosi a trarre ardore ogni giorno, nello spirito e nell’apostolato, dall’Eucaristia, “per sua natura al centro della Vita Consacrata, personale e comunitaria”:

 

“E’ il sacramento della filiazione, della fraternità e della missione. Sacramento dell’unità con Cristo, l’Eucaristia è contemporaneamente sacramento dell’unità ecclesiale e dell’unità della comunità dei consacrati”.

 

Ma “prendere parte al banchetto sacrificale di Cristo non comporta solo ripetere il gesto da Lui compiuto, ma bere al suo stesso calice e partecipare alla sua stessa immolazione”:

 

“Come Cristo si fa ‘pane spezzato’ e ‘sangue versato’, così ogni cristiano, e ancor più ogni consacrato e ogni consacrata, è chiamato a dare la vita per i fratelli, in unione a quella del Redentore”.

 

A chiudere l’omelia del Papa, l’invocazione a Maria, “donna eucaristica”, perché aiuti i consacrati “ad essere frequentatori assidui della Santa Messa” ed “ottenga per loro il dono di un’obbedienza pronta, di una fedele povertà e di una verginità feconda”.

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LA CHIESA INCORAGGIA LE DONAZIONI DEGLI ORGANI MA NEL RISPETTO DELLA VITA

 E DELLA DIGNITA’ DELLA PERSONA: E’ QUANTO SCRIVE IL PAPA IN UN MESSAGGIO

 ALLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE CHE  HA PROMOSSO UN INCONTRO

 IN VATICANO SUL PROBLEMA  DELLA DETERMINAZIONE

DEL MOMENTO ESATTO DELLA MORTE UMANA

- Intervista con il vescovo Marcelo Sánchez Sorondo -

 

La Chiesa incoraggia alla donazione gratuita degli organi ma sottolinea anche le condizioni etiche per tali donazioni, evidenziando l’obbligo di difesa della vita  e dunque l’accertamento della morte clinica del donatore. E’ quanto scrive il Papa nel suo messaggio ai partecipanti alla riunione del Gruppo di lavoro su “I segni della morte”, promossa oggi e domani in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Al centro dell’incontro il problema della determinazione del momento esatto della morte dell’uomo. Il servizio di Sergio Centofanti:

 

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“Il magistero della Chiesa - scrive il Papa - ha seguito fin dall’inizio, con costanza e consapevolezza, lo sviluppo della prassi chirurgica del trapianto di organi, introdotta per salvare vite umane dalla morte imminente e consentire ai malati di proseguire la vita per un ulteriore periodo di anni”. Ma se da una parte, afferma il Pontefice – la Chiesa offre “un incoraggiamento alla donazione gratuita degli organi” dall’altra  sottolinea “le condizioni etiche per tali donazioni, evidenziando l’obbligo di difesa della vita e della dignità del donatore e del ricevente” e indicando “i doveri degli specialisti che intervengono in questo procedimento sostitutivo”. Per il Papa è necessario dunque  stabilire “con certezza morale la morte clinica di una persona per procedere al prelievo degli organi da trapiantare”.

 

Giovanni Paolo II premette che nell'orizzonte dell'antropologia cristiana “il momento della morte di ogni persona consiste nella definitiva perdita della sua unità costitutiva corporeo-spirituale”. Ciascun essere umano, infatti, è vivente proprio in quanto “unità di anima e di corpo”. “Di fronte a tale verità antropologica, risulta chiaro – leggiamo ancora nel messaggio - che “la morte della persona, intesa in questo senso radicale, è un evento che non può essere direttamente individuato da nessuna tecnica scientifica o metodica empirica”. “Dal punto di vista clinico, tuttavia, - aggiunge il Pontefice - l'unica maniera corretta - ed anche l'unica possibile - di affrontare il problema dell'accertamento della morte di un essere umano è quella di volgere l'attenzione e la ricerca verso l'individuazione di adeguati “segni di morte”.

 

In questo senso “la posizione della scienza, attenta e rigorosa – scrive Giovanni Paolo II - deve … essere ascoltata in primaria istanza”, secondo quanto già insegnava Pio XII, affermando che “tocca al medico di dare una definizione chiara e precisa della ‘morte’ e del ‘momento della morte’ di un paziente che spira in stato di incoscienza” .

 

Ma “a partire dai dati forniti dalla scienza – conclude il Papa nel suo messaggio - le considerazioni antropologiche e la riflessione etica hanno il dovere di intervenire con un’analisi altrettanto rigorosa, in attento ascolto del magistero della Chiesa”.

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Ma sull’incontro in Vaticano del Gruppo di lavoro su “I segni della morte” ascoltiamo il cancelliere dell’Accademia, mons. Marcelo Sanchez Sorondo, al microfono di Giovanni Peduto:

 

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R. – L’Accademia negli anni ’80 ha tenuto due incontri, uno nel 1983 e un altro nel 1988, nei quali si è stabilito che si poteva dire che la morte della persona sopraggiungeva con la morte cerebrale. Ora, a distanza di tanti anni, l’Accademia vuole riverificare questo criterio alla luce naturalmente delle nuove esperienze dal punto di vista medico.

 

D. – Si tratta di una questione cruciale anche in vista, per esempio, del trapianto degli organi...

 

R. – Si tratta di una questione cruciale che viene ad essere ancora più attuale proprio per il fatto che oggi si sa che ancora per certi tipi di malattia non c’è una soluzione migliore di quella del trapianto degli organi. Naturalmente sappiamo che alla morte del cervello tutti gli altri organi muoiono, ma sappiamo anche che si può – determinando con precisione la morte celebrale – utilizzare ancora degli organi.

 

D. – Aborto, eutanasia, clonazione, manipolazione genetica, fecondazione artificiale: l’uomo d’oggi vuole essere sempre più padrone della vita…

 

R. – Noi siamo stati creati da Dio e non siamo padroni della nostra vita, e quindi noi dobbiamo realizzare la volontà di Dio e vivere tutto il tempo stabilito da Dio. Lui è il Dio della vita: noi siamo invece i suoi “vicari” per collaborare con Lui per la vita.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina il titolo “L’Eucaristia è il segreto dell'ardore spirituale e la sorgente inesauribile della fedeltà al Vangelo”: il Papa si unisce spiritualmente con un messaggio ai religiosi e alle religiose convenuti nella Basilica Vaticana per la festa della Presentazione del Signore.

Sempre in prima, un articolo di Giampaolo Mattei dal titolo “Dal Gemelli ancora una catechesi di Giovanni Paolo II”.

 

Nelle vaticane, una pagina sul tema: “Cinque primi sabati del mese nell’Anno dell’Eucaristia promossi dai ‘gruppi di preghiera Padre Pio’ di Roma”.

 

Nelle estere, Iraq: a Kirkuk la guerriglia ha ucciso dodici soldati iracheni.

Medio Oriente: si rilancia il processo di pace; vertice in Egitto - la prossima settimana - tra il premier israeliano, Ariel Sharon, ed il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Livia Possenti sulla Rotonda di Brescia, prezioso monumento del Medioevo lombardo.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema dei conti pubblici.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

3 febbraio 2005

 

STAMANI NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA IN MONTESANTO,

I FUNERALI DEL COMPOSITORI FRANCO MANNINO,

SCOMPARSO MARTEDI’ ALL’ETA’ DI 80 ANNI

 

Si sono volti questa mattina nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, Chiesa degli Artisti, a Roma, i funerali del compositore siciliano Franco Mannino, scomparso martedì all’età di 80 anni. Un ricordo del maestro nel ritratto di A.V.:

 

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Il suo nome rimarrà indissolubilmente legato a quello di Luchino Visconti, un sodalizio artistico durato 50 anni come autore e interprete delle musiche di film memorabili, da “Bellissima” all’ultimo, “L'innocente”, passando per il capolavoro “Morte a Venezia”, fino a lavori teatrali come “Zio Vania” di Cecov, mentre Visconti firmò a sua volta il libretto di una sua celebre opera, “Mario e il Mago”, tratta dalla novella di Thomas Mann e rappresentata alla Scala nel 1956. Precoce talento pianistico prima, ammirato direttore d’orchestra poi, compositore eclettico e prolifico di ben 629 partiture, scrittore, organizzatore, saggista, Franco Mannino è stato uno dei musicisti italiani più importanti per l’insieme delle sue attività, continuate fino all’ultimo.

 

Fondatore degli Incontri Musicali Romani, è stato direttore artistico del Teatro San Carlo di Napoli, presidente dell’antichissima Accademia Filarmonica di Bologna e, dal 1970, Accademico di Santa Cecilia. Palermitano di nascita, romano d’adozione, il 12 maggio 1997 era tornato nella sua città a dirigere il concerto di apertura del ricostruito Teatro Massimo; a Roma aveva celebrato il Giubileo con la sua “Missa Solemnis Pro Jubilaeo Domini Nostri Tertio Millennio”, eseguita all’interno del Colosseo, da Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera sotto la sua stessa direzione, il 23 luglio 2000. Proprio di questa partitura aveva detto:

 

“In questo caso ho dovuto studiare molto, meditare moltissimo, e ho impiegato ben tre anni, esclusivamente – ho fermato tutta la mia attività – per scrivere questa ‘Missa’. Il Santo Padre ha voluto far pervenire una lunghissima lettera piena di riferimenti proprio alla mia ‘Missa’. Quindi, questo sta a significare che veramente mi sarà vicino”.

 

Composizione eclettica, la Messa, per esprimere la spiritualità delle diverse culture: una sorta di ecumenismo musicale per l’artista che ammirava in Giovanni Paolo II quello religioso:

 

“Ho sempre avuto presente davanti a me la politica ecumenica formidabile che ha condotto il nostro Papa”.

 

L’ultimo concerto il 7 dicembre scorso, alla Reggia di Caserta, mentre non avranno fine le repliche delle sue opere più celebri, da “Vivì” su libretto di Paola Masino e Bindo Missiroli - a tutt’oggi la più rappresentata al mondo di un  autore vivente – al “Principe Felice” di Oscar Wilde, alla liederopera “Le notti bianche” che inaugurò nel ’94 il Festival di San Pietroburgo. Altro titolo rappresentato nel mondo, “Da Colombo a Broadway”, il musical di cui Mannino ha scritto anche il libretto.

 

(musica)

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CHIESA E SOCIETA’

3 febbraio 2005

 

PROSEGUE IL VIAGGIO DEL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO “COR UNUM”

NEI PAESI COLPITI DAL MAREMOTO DELLO SCORSO 26 DICEMBRE,

CHE HA CAUSATO LA MORTE DI OLTRE 290MILA PERSONE.

 I SOCCORSI VANNO AVANTI, MA MOLTO RESTA ANCORA DA FARE. INTANTO,

UNA RICERCA RIVELA CHE IL 90% DEI SOPRAVVISSUTI SOFFRE DI PROBLEMI PSICHICI

 

GIAKARTA. = In visita nei Paesi del sud-est asiatico più colpiti dal maremoto dello scorso 26 dicembre, mons. Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, porta con sé un messaggio speciale di Giovanni Paolo II. Il Santo Padre non solo “affida le vittime di questa terribile calamità all’infinita misericordia di Dio Onnipotente e implora la divina consolazione sui feriti e su quanti soffrono”, ma auspica che “la solidarietà possa servire come fonte di incoraggiamento, perseveranza e speranza nel grande lavoro di ricostruzione”. Intanto, missionari, volontari, e associazioni locali impegnate sul campo nei diversi Paesi dell’Asia colpiti dallo tsunami per portare assistenza ai profughi lanciano un appello: “La solidarietà non sia solo verbale, ma fatta di opere e aiuti concreti”. Sul fronte degli aiuti materiali, arriva da Colombo una doccia fredda: almeno il 70 per cento della popolazione cingalese non è stata ancora raggiunta dall’assistenza. Intanto, un rapporto del Dipartimento di psichiatria della Duke University, ha segnalato che circa il 90 per cento dei sopravissuti al maremoto soffre di problemi mentali, in particolare i bambini. Il cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del Pontificio Consiglio dei Migranti e Itineranti, ha sottolineato come la Chiesa  abbia creato una “concreta rete di collaborazione per un’opera di recupero psicologico e si impegnerà a strutturare programmi il più possibile mirati per organizzare aiuti specifici per i giovani”. E come segnale di speranza anche un piccolo miracolo. Dopo più di un mese sono stati ritrovati vivi nove aborigeni dell’arcipelago indiano delle Andamane e Nicobare sopravvissuti nella giungla nutrendosi di noci di cocco. E intanto secondo gli operatori umanitari potrebbe essere utile – per non far calare il sipario dei mass-media sulla tragedia causata dallo tsunami – la nomina di Bill Clinton come inviato speciale delle Nazioni Unite per gestire il lungo cammino dei Paesi dell'Oceano Indiano. (R.A.)

 

 

RESTA DRAMMATICA LA SITUAZIONE IN COSTA D’AVORIO. MIGLIAIA I PROFUGHI

SULLA LINEA DI DEMARCAZIONE TRA RIBELLI E FORZE GOVERNATIVE.

SOLO I MISSIONARI SI OCCUPANO DELLA LORO ASSISTENZA

 

BAHIAKRO. = “È facile descrivere la situazione di stallo ivoriana stando comodamente seduti nell’assise delle conferenze internazionali, ma è più difficile farlo quando si è di fronte allo sguardo impaurito di migliaia di donne costrette a fuggire per non subire violenze”. E’ la drammatica testimonianza di un missionario di Bahiakro, nel centro della Costa d’Avorio, rilasciata ai microfoni dell’agenzia Fides. La località si trova proprio di fronte alle linea di demarcazione tra la zona controllata dai militari governativi e il nord in mano ai ribelli delle Forze Nuove. “Qui i ribelli – ha spiegato – hanno scacciato la popolazione civile che ha trovato rifugio nell’area governativa”. “I rifugiati sono in gran parte donne e bambini. Le donne – ha aggiunto il missionario – sono fuggite per difendere il loro corpo, come mi hanno detto. Le più giovani sono costrette a ‘sposare’ un guerrigliero, mentre le più anziane sono impiegate come sguattere”. “I ragazzi vengono rapiti e le famiglie sono costrette a pagare un riscatto per poterlo avere indietro vivo – ha detto ancora la fonte – altrimenti viene ucciso senza pietà”. “Nella zona ribelle – ha concluso – regna l’anarchia e la legge del più forte. La criminalità è esplosa anche perché i ribelli hanno liberato i delinquenti comuni dalle carceri sotto il loro controllo”. Dal settembre 2002, la Costa d’Avorio è spaccata in due, con il nord in mano ai ribelli delle “Forze Nuove”. L’assistenza dei profughi di Bahiakro e delle zone vicine ricade in gran parte sulle spalle dei missionari. Il presidente francese, Jacques Chirac, intanto, ha sottolineato oggi che Parigi è pronta a ritirare i suoi soldati presenti in Costa d’Avorio, se i leader africani lo chiederanno. La Francia ha inviato nel Paese africano circa 4.000 soldati, che rappresentano il nucleo principale di una forza di pace internazionale. Il governo di Abidjan, tuttavia, ha sempre criticato Parigi, accusandola di non essere imparziale e di essere la causa della attuale spaccatura in due del Paese. In aprile il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve pronunciarsi sulla crisi in Costa d’Avorio. (B.C.)

 

 

SI MOLTIPLICANO IN BANGLADESH LE INIZIATIVE PER L’ANNO DELL’EUCARISTIA.

SENTITA LA PARTECIPAZIONE DEI FEDELI

 

DACCA. = Anche in Bangladesh sono entrate nel vivo le celebrazioni per l’Anno Eucaristico. Omelie e seminari sul significato autentico e la centralità dell’Eucaristia nella vita della Chiesa, adorazioni eucaristiche, pellegrinaggi, incontri di preghiera: in tutte le sei diocesi del Paese sono numerose le iniziative avviate e in programma per aiutare i fedeli a celebrare al meglio questo anno speciale, come spiega all’agenzia Ucan il segretario generale della Conferenza episcopale bengalese, mons. Theotonius Gomes, vescovo ausiliare di Dacca. Per l’occasione, nella capitale la chiesa del Santo Rosario di Tejgaon, già usata come principale cappella per l’adorazione perpetua del Santissimo durante il Giubileo, è stata nuovamente aperta ai fedeli per la preghiera e la meditazione eucaristica. In occasione della Giornata mondiale della Vita Consacrata, ieri, i religiosi e religiose di diverse Congregazioni del Paese si sono incontrati nella chiesa per un seminario eucaristico. L’arcidiocesi ha già ospitato il 30 gennaio un seminario eucaristico per sacerdoti, religiosi e laici e un altro è previsto dall’11 al 12 marzo prossimi. Numerose parrocchie e diocesi hanno, inoltre, predisposto programmi specifici per sacerdoti, religiosi, genitori, giovani e bambini centrati sull’Eucaristia. Questi comprendono colloqui, seminari di approfondimento, oltre ad incontri di preghiera e meditazione. Tutte iniziative a cui i fedeli stanno partecipando con grande entusiasmo, come conferma mons. Gomes, che rileva come questo sia un segno concreto che tra essi è ben presente la consapevolezza dell’importanza centrale dell’Eucaristia nella loro vita di fede. (L.Z.)

 

 

SEMPRE DIFFICILE LA SITUAZIONE DEI POVERI IN GUATEMALA. OLTRE 3.000

I BAMBINI DENUTRITI SOTTO I CINQUE ANNI NELLA REGIONE DI CHIQUIMULA

 

CITTA’ DEL GUATEMALA. = Il diritto all’alimentazione è un diritto fondamentale, universale, proprio di ogni essere umano, fin dalla nascita. Affermare che la povertà può giustificare la denutrizione è un assurdo”. Lo ha sottolineato Jean Ziegler, relatore speciale delle Nazioni Unite per l’alimentazione, visitando la regione guatemalteca di Chiquimula, che conta 190.000 abitanti e dove si registrano indici di povertà, tra i più alti del Paese. Una famiglia media a Jocotán, riferisce l’agenzia Misna, conta almeno 8 figli e risorse del tutto minime per la sopravvivenza. La mancanza di lavoro obbliga molti uomini adulti a spostarsi e cercare impiego come braccianti nelle grandi piantagioni di caffè. Ziegler stilerà un rapporto nel quale raccoglierà dati aggiornati e formulerà raccomandazioni al governo e agli organismi internazionali che si occupano di crisi alimentare. L’emergenza carestia a Chiquimula è scoppiata nel 2001 per una serie congiunta di fattori, tra cui il crollo del prezzo del caffè sul mercato internazionale e le conseguenze mai sanate di precedenti calamità naturali come l’uragano Mitch. Nel 2002 i casi di denutrizione tra i bambini inferiori ai cinque anni erano oltre 1.700. Nel 2004 sono saliti a 3.109. (B.C.)

 

 

STORICO ACCORDO IN ALABAMA TRA IL NETWORK CATTOLICO ETERNAL WORD

TELEVISION NETWORK E LA AUDIOFEAST INC. “QUESTA NUOVA AVVENTURA CI

ENTUSIASMA – HA DETTO IL PRESIDENTE DELL’EWTN – DOBBIAMO PUNTARE SULLE

NUOVE TECNOLOGIE PER DIFFONDERE MEGLIO IL MESSAGGIO DEL VANGELO”

 

MONTGOMERY. = Accordo strategico tra la Eternal Word Television Network (EWTN) e la AudioFeast Inc, la società che si occupa della trasmissione radiofonica per portatili, utilizzando internet. L’intesa consentirà al colosso mediatico cattolico di arrivare ad un numero sempre crescente di cybernauti e di patiti dei telefonini e di palmari. Secondo quanto anticipato dal presidente di EWTN, Michael Warsaw, “tutti coloro che si abboneranno ad AudioFeast (www.audiofeast.com) potranno accedere gratuitamente alle programmazioni”. “La nostra fondatrice, Madre Angelica – ha spiegato – intuì fin dall’inizio l’importanza della radio, intesa come strumento fondamentale per la missione di EWTN”. “Ci entusiasma questa nuova avventura – ha aggiunto Warsaw – consapevoli del fatto che sempre più persone potranno seguirci. Il nostro è il primo network cattolico e come tale è chiamato ad investire sulle nuove tecnologie per diffondere al meglio il messaggio del Vangelo”. Estremamente positivo anche il giudizio del partner: “Siamo orgogliosi di offrire il prodotto di EWTN” ha detto il presidente di AudioFeast, Tom Carhart. “I nostri utenti – ha proseguito – potranno ascoltare i programmi come e dove vorranno. In ogni angolo del mondo si potranno apprezzare i palinsesti della rete cattolica”. AudioFeast utilizza un sistema chiamato Virtual Broadcast Network (VBN), la cui tecnologia consente di trasmettere liberamente, senza pubblicità, per lettori Mp3, Pcs e altre serie di apparecchi portatili. Inoltre, ha licenza di trasmettere notiziari, rassegne sportive, musicali, culturali, commerciali e programmi vari di intrattenimento. (D.D.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

3 febbraio 2005

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

In Medio Oriente, finalmente segni tangibili per la costruzione della pace. Il presidente palestinese Abu Mazen ha annunciato un cessate-il-fuoco. Dal canto suo, il governo israeliano ha approvato un ritiro da cinque città della Cisgiordania. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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La pace in Medio Oriente sembra oggi più vicina grazie ai gesti concreti di buona volontà da parte dei leader palestinese ed israeliano. Il presidente palestinese Abu Mazen ha dichiarato stamani che nel corso dell’incontro al vertice israelo-arabo di martedì prossimo, a Sharm El Sheikh, ci sarà un annuncio di cessate-il-fuoco. Sul fronte israeliano, il governo Sharon ha approvato poco fa il ritiro da cinque città della Cisgiordania e un piano per il rilascio di detenuti palestinesi. Si tratta di 900 prigionieri che verranno rimessi in libertà nel quadro di un pacchetto di misure da presentare al vertice di Sharm el Sheikh. Ieri, intanto, le forze di sicurezza palestinesi hanno individuato e distrutto un tunnel al confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto che doveva essere impiegato per il contrabbando di armi. Al via, inoltre, su territorio egiziano l’addestramento dei funzionari delle forze di sicurezza palestinese in vista del ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza. Dal canto suo, Abu Mazen ha accettato un invito del presidente iraniano Khatami a compiere una visita a Teheran, ma al momento non è stata ancora stabilita una data.   

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“L’avanzata della libertà condurrà alla pace”: è quanto affermato dal presidente George W. Bush nel discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato ieri sera al Congresso riunito in sessione plenaria. Bush ha citato i progressi rappresentati dalle elezioni in Afghanistan, in Ucraina, in Palestina e in Iraq. Un sondaggio realizzato dalla Gallup indica che il 60 per cento degli americani dà un giudizio positivo del discorso. Per quanto riguarda la politica interna, Bush ha ribadito il suo obiettivo di riformare il sistema di previdenza sociale. Il servizio di Paolo Mastrolilli:

 

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L’applauso più lungo sul discorso sullo Stato dell’Unione è avvenuto quando il presidente Bush ha salutato i genitori del sergente dei Marines, Byron Norwood, morto a Falluja, che erano suoi ospiti nella sala del Congresso. E il momento più commovente è seguito subito dopo quando Safia, una donna irachena, il cui padre era stato ucciso dai servizi segreti di Saddam, ha abbracciato la madre del militare che ha perso la vita per darle il diritto di votare nelle elezioni di domenica. Il capo della Casa Bianca però ha cominciato il discorso con la politica interna, ribadendo la sua intenzione di riformare il sistema pensionistico con una parziale privatizzazione. Quindi, ha difeso anche i valori morali che lo hanno aiutato a vincere le presidenziali di novembre, confermando il sostegno per un emendamento costituzionale che vieta il matrimonio fra omosessuali. Nella seconda metà del discorso Bush è passato alla politica estera, dicendo che gli Stati Uniti prevarranno a Baghdad, perché con il voto di domenica gli iracheni hanno dimostrato la determinazione a combattere per la loro libertà. Il presidente ha rifiutato di stabilire scadenze artificiali per il ritiro, ma ha aggiunto che i soldati torneranno a casa quando le forze locali saranno in grado di garantire la sicurezza. Il capo della Casa Bianca ha ripreso il tema della diffusione di democrazia e libertà, indicando nell’Iran e la Siria i due problemi più urgenti, e promettendo sostegno al popolo iraniano che si batte per la sua stessa libertà. Quindi, ha sollecitato anche Arabia Saudita ed Egitto a fare riforme democratiche ed ha offerto aiuto ai palestinesi per rilanciare il processo di pace.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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E in Iraq, cresce - con lo spoglio delle schede - l’attesa per i risultati delle elezioni generali di domenica scorsa. La Commissione elettorale indipendente ha messo in guardia dall'aspettarsi a breve termine la pubblicazione dei risultati ufficiali del voto. Sul terreno si registrano, però, nuovi episodi di violenza. Nelle ultime 24 ore, dodici soldati iracheni sono stati uccisi a sud della città di Kirkuk, mentre due marines americani sono morti durante un combattimento nella provincia di Al Anbar, ad ovest di Baghdad. Intanto, ci sono elementi “probanti” che dimostrano che il responsabile delle Nazioni Unite incaricato di gestire il programma “Petrolio contro cibo” per l’Iraq, Benon Sevan, ha infranto le regole dell’ONU nella scelta di potenziali acquirenti del greggio iracheno. Lo ha detto oggi il capo della commissione di inchiesta sulla vicenda, Paul Volcker.

 

Giallo politico a Tbilisi: il premier georgiano Zurab Jvania, braccio destro del presidente filo-occidentale Mikhail Saakashvili, è stato trovato morto nell’appartamento di un amico e non sono ancora chiare le circostanze esatte del decesso. A caldo il ministro dell’Interno, che ha dato stamattina il primo annuncio, ha parlato di una micidiale intossicazione da gas causata dal malfunzionamento di una stufetta. Il presidente Saakashvili ha immediatamente convocato una riunione d’emergenza del governo. Premier ad interim è stato nominato il vice di Zhvania, Giya Baramidze.

 

Nello Zimbabwe, il principale partito dell’opposizione ha annunciato oggi che prenderà parte alle elezioni parlamentari indette per il marzo prossimo. In un primo momento, l’opposizione aveva minacciato di boicottare la tornata elettorale, affermando che le condizioni poste dal presidente Mugabe l’avrebbero reso troppo sbilanciata in favore del partito al potere.

 

Si complica il processo di pace nell’Ulster: l’IRA ha, infatti, rifiutato di smantellare il suo arsenale. L’annuncio ieri con un comunicato diramato dagli indipendentisti nordirlandesi. La decisione fa seguito alle dichiarazioni provenienti dalla polizia e dai governi, sia britannico che irlandese, circa la responsabilità dell'IRA nella rapina del dicembre scorso alla Northern Bank di Belfast che ha fruttato oltre 26 milioni di sterline. Da Dublino, Enzo Farinella:

 

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C’è stata una condanna generale del comunicato degli estremisti repubblicani dell’IRA, che annunciano il loro ritiro dal completare il processo di distruzione dei propri arsenali di guerra e delle proprie offerte al tavolo delle trattative. Senza dubbio la dichiarazione del movimento repubblicano di accantonare per adesso il processo di restituzione delle proprie armi – processo che doveva avvenire prima di Natale, sotto l’occhio scrutatore di una Commissione internazionale e di due rappresentanti della Chiesa cattolica e protestante, arenatosi poi davanti alla richiesta di una prova visiva di tale distruzione e vista dai Repubblicani come un’azione di resa e di umiliazione – segna un passo indietro e desta preoccupazione. Tuttavia non sembra che debba esserci una fine del cessate-il-fuoco ed un ritorno alla violenza. Martin McGuinness, uno dei principali artefici del processo di pace del partito nazionalista Sinn Fein, ha dichiarato questa mattina: “Continueremo a lavorare per la pace”.

 

Da Dublino, per la Radio Vaticana, Enzo Farinella.

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Alta tensione in Nepal dopo il colpo di forza col quale il re Gyanendra ha assunto ieri il potere assoluto. Il nuovo governo nominato dal sovrano ha fatto sapere di voler negoziare con i ribelli maoisti. Questi ultimi, però, hanno indetto una serie di manifestazioni di protesta contro l’esecutivo nepalese. La decisione presa dal re Gyanendra è stata condannata dalla confinante India, dal governo americano e dalle Nazioni Unite.

 

Il Vietnam ha chiesto ufficialmente alla comunità internazionale un aiuto per debellare l’epidemia del virus dei polli, e per preparare una strategia in vista dei prossimi anni. Lo ha annunciato l’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS).  Le Nazioni Unite coordineranno gli aiuti internazionali per il Vietnam. Esperti stranieri saranno inviati sul posto per fare un’analisi precisa della situazione epidemiologica. 

 

Dopo aver incassato la sospensione delle sanzioni diplomatiche dall’UE, Fidel Castro ha sfidato nuovamente Bruxelles e Washington affermando che Cuba “può prescindere sia dall’Europa che dagli Stati Uniti”. In un discorso durato quattro ore al Primo Congresso mondiale di alfabetizzazione in corso all’Avana, Castro ha dichiarato: “Qualcuno sostiene che l’Europa si è arresa al tiranno Castro. Devo però rispondere affermando che Cuba non ha bisogno né degli Stati Uniti né dell’Europa. Cuba ha imparato a prescindere da entrambi”.

 

“Saccheggi massicci dei fondi pubblici e corruzione gigantesca, con un impatto molto pesante sull’economia del Paese”: è il violentissimo attacco lanciato ieri sera dall’ambasciatore britannico a Nairobi, Edward Clay, contro il governo keniano. Delle critiche ne parlano stamani con grande rilievo tutti i quotidiani locali. L’ambasciatore sostiene che la corruzione e lo storno di fondi coinvolge anche alcuni ministri.

 

La CIA non potrà negare alle organizzazioni di difesa dei diritti civili che lo richiedono, documenti che riguardano abusi commessi nei confronti di detenuti, incarcerati nella base militare di Guantanamo. Lo ha deciso un tribunale di New York.

 

Il generale Vladimir Lazarevic, incriminato dal Tribunale penale internazionale per crimini di guerra in Kosovo, è partito oggi da Belgrado per l’Aja. E’ quanto riferisce la radio B-92. Quattro generali in tutto, due dell’esercito e due della polizia, sono stati incriminati dal Tribunale per il loro ruolo nei crimini di guerra perpetrati contro la popolazione albanese del Kosovo durante il conflitto del 1998-1999.

 

La responsabilità per la Shoah “fa parte dell’identità nazionale tedesca”: è quanto dichiarato ieri a Gerusalemme dal presidente tedesco Horst Köhler in un indirizzo alla Knesset, il parlamento israeliano.

 

 

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