RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
34 - Testo della trasmissione giovedì 3 febbraio 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Resta drammatica la situazione in Costa d’Avorio
Si moltiplicano in Bangladesh le iniziative per l’Anno
dell’Eucaristia
Sempre
difficile la situazione dei poveri in Guatemala
Segni concreti di pace in Medio Oriente: Abu Mazen annuncia un
cessate-il-fuoco. Il governo israeliano approva il ritiro da cinque città della
Cisgiordania
Dopo le elezioni, in Iraq si apre una nuova fase: lo ha detto il
presidente americano Bush nel discorso sullo Stato dell’Unione, dedicato anche
alla riforma interna della previdenza sociale.
E’ giallo sulla morte del premier georgiano Zhvania, ucciso
apparentemente da una intossicazione da gas nell’abitazione di un amico.
3 febbraio 2005
MIGLIORANO LE CONDIZIONI DI SALUTE DEL PAPA.
LA LARINGO-TRACHEITE ACUTA E’ IN FASE DI
REGRESSIONE.
L’AFFETTO E LA PREGHIERA DI TANTE PERSONE
IN TUTTO IL MONDO PER L’ANZIANO PONTEFICE
- Ai nostri microfoni Joaquín Navarro-Valls e don
Decio Cipolloni -
Migliorano le condizioni del
Papa. Il portavoce vaticano Joaquín Navarro-Valls ha fornito oggi notizie
rassicuranti sulla salute di Giovanni Paolo II. Il prossimo bollettino medico è
atteso per domani a mezzogiorno. Ma colleghiamoci con il nostro inviato al Policlinico
“Gemelli”, Alessandro De Carolis:
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Da 40
ore in un letto d’ospedale, ma la sua salute migliora. Giovanni Paolo II ha
trascorso una notte di riposo tranquillo e le difficoltà da lui accusate due
sere fa, costringendolo al ricovero, non hanno più turbato la progressiva
ripresa del Pontefice. La conferma del trend positivo è giunta a
mezzogiorno di oggi per bocca del portavoce della Santa Sede, Navarro-Valls. In
una dichiarazione - letta dal direttore nella Sala stampa vaticana e riferita
in tempo reale dal portavoce del Policlinico Gemelli, Nicola Cerbino, alla
folla dei giornalisti assiepata nella hall dell’ospedale – le condizioni
generali e respiratorie del Papa vengono definite in “evoluzione positiva”. “La
laringo-tracheite acuta – si legge nel comunicato - è in fase di regressione e
non si sono più ripetuti gli episodi di laringo-spasmo, che avevano motivato il
ricovero d’urgenza”. Lo stesso Navarro-Valls, lasciando a metà mattinata il
Gemelli, dopo la consueta visita al Pontefice, aveva anticipato così ai
cronisti la situazione:
“Il Papa ha riposato bene tutta la notte e le analisi che
si sono fatte hanno dato un risultato soddisfacente”.
Qui, al
Gemelli, il clima della mattinata è stato sensibilmente diverso da ieri. Palpabile
la minore tensione con cui il centinaio circa, tra giornalisti e cineoperatori
presenti, hanno accolto il comunicato della Sala Stampa, anche se la soglia di
attenzione dei media resta alta, come testimoniano la varie lingue dei cronisti
presenti, appartenenti alle testate di tutto il mondo. Anzi, proprio per
disciplinare il viavai dei giornalisti che stazionano ormai in massa da due
giorni al piano terra del Policlinico, la direzione dell’ospedale ha creato
questa mattina una sorta di “area-stampa”, circoscrivendola dai corridoi
d’ingresso. E proprio in quest’area, poco fa, è apparsa un’altra personalità
politica italiana che ha fatto visita al Pontefice: si tratta dell’eurodeputato
Antonio Tajani, il quale, facendo a Giovanni Paolo II gli auguri di pronta
guarigione, ha voluto ricordare la sua importanza per la difesa delle radici
cristiane in Europa.
Tra i
temi che hanno suscitato l’interesse dei giornalisti c’è anche la memoria
liturgica odierna di San Biagio, protettore della gola. Mentre vi parliamo,
nella Cappella del Gemelli, l’assistente spirituale del Policlinico, don Decio
Cipolloni, sta celebrando, come di consueto ogni 3 febbraio, la Messa per i
malati: una liturgia che la presenza del Pontefice, e soprattutto la specifica
malattia che lo ha colpito, hanno involontariamente trasformata in un
avvenimento. Infine, anche oggi non sono mancate le note di colore. Circondata
dalle telecamere, un’anziana signora, 82 anni, è apparsa, portando con sé una immagine
sacra che raffigura lo stesso Pontefice tra le braccia della Vergine. Carmen Querime
Dhabdu, così si chiama l’82.enne messicana d'origine palestinese, ha detto
riferendosi a Giovanni Paolo II: “Spero di riuscire ad arrivare fin da lui,
anche se so bene che sarà impossibile. E allora affiderò a qualcuno dei
sanitari questa immagine sacra perché venga consegnata al Papa”. Anche questo è
un segno d’affetto per il più illustre paziente del Policlinico, per l’ottava
volta accolto in questa struttura da lui stesso scherzosamente definita in
passato “Vaticano numero tre”.
Dal
Policlinico Gemelli, Alessandro De Carolis, Radio Vaticana.
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Il Policlinico Gemelli, microcosmo
di degenti, medici, operatori sanitari e personale vario, in questi giorni sta
vivendo con qualche difficoltà, ma anche con pazienza l’invasione dei
giornalisti di tutto il mondo. Giancarlo La Vella ha raccolto il pensiero di
don Decio Cipolloni, assistente spirituale del nosocomio, impegnato nella
pastorale del personale sanitario:
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R. – Stiamo vivendo questo
momento con grande serenità, grande fiducia. Del resto, il Policlinico Gemelli
è abituato ormai da diverso tempo ad avere tra i suoi pazienti questo illustre
malato e anzi, nel contatto con gli operatori sanitari come con i pazienti la
voce comune è questo desiderio di un immediato ristabilimento, ma anche – dico
io – la consapevolezza che in questo momento è arrivato un collega di malattia
per tutti i nostri infermi. E’ un collega di malattia che è il primo testimone
di come si soffra, anzi, di quanto sia necessaria la sofferenza per salvare il
mondo, per dare sostegno e spiritualità alla Chiesa.
D. – Oggi, tra l’altro, nella
liturgia della Chiesa è una giornata particolare ...
R. – Sì, perché è la festa di
San Biago, patrono dei malati di gola, ed è per questo che noi ci incontreremo
oggi, faremo una celebrazione della messa, come del resto ogni anno, per
invocare la protezione di San Biagio più che da un punto di vista fisico, il
sollievo di quanti soffrono ma anche l’impegno umano, professionale e
spirituale di tutti gli operatori sanitari.
D. – Ci sarà una preghiera
particolare per la malattia del Santo Padre?
R. – Nelle celebrazioni che si
fanno al Policlinico Gemelli, si prega sempre per tutti i degenti e oggi
l’attenzione, insieme a tutti i malati, sarà anche per il Santo Padre proprio
in quella visuale di fraternità e di carità che ci spinge a presentare al
Signore le nostre richieste e in questo momento a chiedere che il Suo vicario
possa essere sostenuto nel tempo della sofferenza e sostenuto nel suo ministero
apostolico.
D. – Per tanti anni è stato
assistente spirituale dell’UNITALSI, l’organizzazione che si occupa dei viaggi
della speranza a Lourdes; è stato quindi in contatto con tanti malati. Ora,
invece, il contatto – come ha detto lei – con un malato così illustre ...
R. – Le mie sensazioni sono
veramente nella luce della fede: Giovanni Paolo II non solo ha insegnato nel
suo magistero a rendere preziosa e valida la sofferenza, ma direi che la sua
cattedra di insegnamento, in questo momento, è il suo letto, dove si sta
curando per riprendere le sue forze. Quindi, ha sempre insegnato sia con la
parola e – in questo momento e in questi anni – con l’esempio, di come il tempo
della malattia è sempre un tempo di grazia.
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Messaggi di solidarietà e partecipazione continuano ad arrivare al Papa
da tutto il mondo da leader politici, da esponenti religiosi, da fedeli e persone
amiche. Il servizio di Roberta Gisotti:
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Un grande affetto trapela nei
messaggi che travalica le formalità di circostanza, parole dettate dal cuore,
che tradiscono sincera apprensione verso un Papa tanto amato, oggi anziano e
sofferente, che ha speso ogni energia per il bene del mondo. E gli auguri si fanno
partecipazione sincera, a partire da quelli dei capi di Stato, tra questi
Ciampi, Bush, Chirac, Kwasniewski e di molti capi ed esponenti di governi,
segno di conforto per Giovanni Paolo II, mentre preghiere per la sua guarigione
si levano, travalicando i confini del cattolicesimo, in ogni angolo del
Pianeta. Preghiere vicine in tutte le cappelle del Policlinico Gemelli, in
Vaticano e nelle chiese italiane, e preghiere lontane, anzitutto nel suo Paese,
la Polonia, dove in particolare i fedeli si sono raccolti a Wadowice, città
natale, nella chiesa di santa Maria. E notizie di Messe dedicate al Papa
giungono anche dalla Filippine,
dall’Iraq, dall’America Latina, in Messico, Colombia, Cile, Venezuela,
Costarica, Cuba, e dall’Europa in Gran Bretagna, in Irlanda e in Francia, dove
stasera a Parigi nella cattedrale di Notre Dame, il cardinale Lustiger
presiederà una celebrazione eucaristica per Giovanni Paolo II, che nella sua
stanza d’ospedale ci testimonia ancora una volta il significato profondo della
sofferenza, offerta in dono all’umanità.
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“L’EUCARISTIA, CENTRO DELLA VITA CONSACRATA,
PERSONALE E COMUNITARIA”.
LE PAROLE DEL PAPA, RIPORTATE DALL’ARCIVESCOVO
FRANC RODE’,
ALLA MESSA DI IERI NELLA BASILICA DI SAN PIETRO
PER LA FESTA DELLA PRESENTAZIONE DEL SIGNORE
E LA GIORNATA MONDIALE DELLA VITA CONSACRATA
“Vivete ogni giorno con pienezza
l’Eucaristia, sorgente inesauribile di fedeltà al Vangelo e cuore della Vita
Consacrata!” E’ l’esortazione del Papa nell’omelia letta dall’arcivescovo Franc Rodé, prefetto della
Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita
Apostolica, durante la Messa di ieri nella Basilica Vaticana, in occasione
della festa della Presentazione del Signore e della IX Giornata Mondiale della
Vita Consacrata. Presenti alla celebrazione, migliaia di religiosi di tutte le
nazionalità per assistere al tradizionale rito di benedizione delle candele.
Per noi c’era Roberta Moretti:
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(musica)
La
Basilica di San Pietro avvolta dalla penombra e illuminata soltanto dalla
flebile luce di migliaia di candele. La cerimonia di benedizione dei ceri,
comunemente definita “candelora”, ha preceduto la celebrazione della Messa per la festa
della Presentazione del Signore al Tempio. E questa offerta a Dio, compiuta da
Maria e Giuseppe a 40 giorni dalla nascita di Gesù, “luce per illuminare le
genti”, prefigura l’offerta spirituale e la lode riconoscente dei consacrati di
tutto il mondo, nella Giornata a loro dedicata. Dopo l’invito a pregare per la
pronta guarigione del Papa, l’arcivescovo Rodé ha riportato l’esortazione del
Santo Padre ai religiosi a trarre ardore ogni giorno, nello spirito e
nell’apostolato, dall’Eucaristia, “per sua natura al centro della Vita
Consacrata, personale e comunitaria”:
“E’ il sacramento della filiazione, della
fraternità e della missione. Sacramento dell’unità con Cristo, l’Eucaristia è
contemporaneamente sacramento dell’unità ecclesiale e dell’unità della comunità
dei consacrati”.
Ma
“prendere parte al banchetto sacrificale di Cristo non comporta solo ripetere
il gesto da Lui compiuto, ma bere al suo stesso calice e partecipare alla sua
stessa immolazione”:
“Come Cristo si fa ‘pane spezzato’ e ‘sangue
versato’, così ogni cristiano, e ancor più ogni consacrato e ogni consacrata, è
chiamato a dare la vita per i fratelli, in unione a quella del Redentore”.
A chiudere l’omelia del Papa,
l’invocazione a Maria, “donna eucaristica”, perché aiuti i consacrati “ad
essere frequentatori assidui della Santa Messa” ed “ottenga per loro il dono di
un’obbedienza pronta, di una fedele povertà e di una verginità feconda”.
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LA CHIESA INCORAGGIA LE DONAZIONI DEGLI ORGANI MA
NEL RISPETTO DELLA VITA
E DELLA
DIGNITA’ DELLA PERSONA: E’ QUANTO SCRIVE IL PAPA IN UN MESSAGGIO
ALLA
PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE CHE
HA PROMOSSO UN INCONTRO
IN VATICANO
SUL PROBLEMA DELLA DETERMINAZIONE
DEL MOMENTO ESATTO DELLA MORTE UMANA
- Intervista con il vescovo Marcelo Sánchez Sorondo
-
La
Chiesa incoraggia alla donazione gratuita degli organi ma sottolinea anche le
condizioni etiche per tali donazioni, evidenziando l’obbligo di difesa della
vita e dunque l’accertamento della
morte clinica del donatore. E’ quanto scrive il Papa nel suo messaggio ai
partecipanti alla riunione del Gruppo di lavoro su “I segni della
morte”, promossa oggi e domani in Vaticano dalla Pontificia Accademia delle
Scienze. Al centro dell’incontro il problema della determinazione del momento
esatto della morte dell’uomo. Il servizio di Sergio Centofanti:
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“Il magistero della Chiesa -
scrive il Papa - ha seguito fin dall’inizio, con costanza e consapevolezza, lo
sviluppo della prassi chirurgica del trapianto di organi, introdotta per salvare
vite umane dalla morte imminente e consentire ai malati di proseguire la vita
per un ulteriore periodo di anni”. Ma se da una parte, afferma il Pontefice –
la Chiesa offre “un incoraggiamento alla donazione gratuita degli organi”
dall’altra sottolinea “le condizioni
etiche per tali donazioni, evidenziando l’obbligo di difesa della vita e della
dignità del donatore e del ricevente” e indicando “i doveri degli specialisti
che intervengono in questo procedimento sostitutivo”. Per il Papa è necessario
dunque stabilire “con certezza morale
la morte clinica di una persona per procedere al prelievo degli organi da
trapiantare”.
Giovanni Paolo II premette che
nell'orizzonte dell'antropologia cristiana “il momento della morte di ogni
persona consiste nella definitiva perdita della sua unità costitutiva corporeo-spirituale”.
Ciascun essere umano, infatti, è vivente proprio in quanto “unità di anima e di
corpo”. “Di fronte a tale verità antropologica, risulta chiaro – leggiamo
ancora nel messaggio - che “la morte
della persona, intesa in questo senso radicale, è un evento che non può essere
direttamente individuato da nessuna tecnica scientifica o metodica empirica”.
“Dal punto di vista clinico, tuttavia, - aggiunge il Pontefice - l'unica maniera
corretta - ed anche l'unica possibile - di affrontare il problema
dell'accertamento della morte di un essere umano è quella di volgere
l'attenzione e la ricerca verso l'individuazione di adeguati “segni di morte”.
In questo senso “la posizione
della scienza, attenta e rigorosa – scrive Giovanni Paolo II - deve … essere
ascoltata in primaria istanza”, secondo quanto già insegnava Pio XII, affermando
che “tocca al medico di dare una
definizione chiara e precisa della ‘morte’ e del ‘momento della morte’ di un
paziente che spira in stato di incoscienza” .
Ma “a partire dai dati forniti
dalla scienza – conclude il Papa nel suo messaggio - le considerazioni
antropologiche e la riflessione etica hanno il dovere di intervenire con
un’analisi altrettanto rigorosa, in attento ascolto del magistero della
Chiesa”.
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Ma sull’incontro in Vaticano del
Gruppo di lavoro su “I segni della morte” ascoltiamo il cancelliere
dell’Accademia, mons. Marcelo Sanchez Sorondo, al microfono di Giovanni Peduto:
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R. – L’Accademia negli anni ’80
ha tenuto due incontri, uno nel 1983 e un altro nel 1988, nei quali si è
stabilito che si poteva dire che la morte della persona sopraggiungeva con la
morte cerebrale. Ora, a distanza di tanti anni, l’Accademia vuole riverificare
questo criterio alla luce naturalmente delle nuove esperienze dal punto di
vista medico.
D. – Si tratta di una questione
cruciale anche in vista, per esempio, del trapianto degli organi...
R. – Si tratta
di una questione cruciale che viene ad essere ancora più attuale proprio per il
fatto che oggi si sa che ancora per certi tipi di malattia non c’è una
soluzione migliore di quella del trapianto degli organi. Naturalmente sappiamo
che alla morte del cervello tutti gli altri organi muoiono, ma sappiamo anche
che si può – determinando con precisione la morte celebrale – utilizzare ancora
degli organi.
D. – Aborto, eutanasia,
clonazione, manipolazione genetica, fecondazione artificiale: l’uomo d’oggi
vuole essere sempre più padrone della vita…
R. – Noi siamo stati creati da
Dio e non siamo padroni della nostra vita, e quindi noi dobbiamo realizzare la
volontà di Dio e vivere tutto il tempo stabilito da Dio. Lui è il Dio della
vita: noi siamo invece i suoi “vicari” per collaborare con Lui per la vita.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la
prima pagina il titolo “L’Eucaristia è il segreto dell'ardore spirituale e la
sorgente inesauribile della fedeltà al Vangelo”: il Papa si unisce
spiritualmente con un messaggio ai religiosi e alle religiose convenuti nella
Basilica Vaticana per la festa della Presentazione del Signore.
Sempre
in prima, un articolo di Giampaolo Mattei dal titolo “Dal Gemelli ancora una
catechesi di Giovanni Paolo II”.
Nelle
vaticane, una pagina sul tema: “Cinque primi sabati del mese nell’Anno
dell’Eucaristia promossi dai ‘gruppi di preghiera Padre Pio’ di Roma”.
Nelle
estere, Iraq: a Kirkuk la guerriglia ha ucciso dodici soldati iracheni.
Medio
Oriente: si rilancia il processo di pace; vertice in Egitto - la prossima settimana
- tra il premier israeliano, Ariel Sharon, ed il presidente dell’Autorità
palestinese, Abu Mazen.
Nella
pagina culturale, un articolo di Livia Possenti sulla Rotonda di Brescia,
prezioso monumento del Medioevo lombardo.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema dei conti pubblici.
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3 febbraio 2005
STAMANI NELLA BASILICA ROMANA DI SANTA MARIA IN MONTESANTO,
I FUNERALI DEL
COMPOSITORI FRANCO MANNINO,
SCOMPARSO MARTEDI’
ALL’ETA’ DI 80 ANNI
Si sono volti questa mattina nella Basilica di Santa Maria in Montesanto,
Chiesa degli Artisti, a Roma, i funerali del compositore siciliano Franco
Mannino, scomparso martedì all’età di 80 anni. Un ricordo del maestro nel
ritratto di A.V.:
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Il suo nome rimarrà indissolubilmente legato a quello di Luchino
Visconti, un sodalizio artistico durato 50 anni come autore e interprete delle
musiche di film memorabili, da “Bellissima” all’ultimo, “L'innocente”, passando
per il capolavoro “Morte a Venezia”, fino a lavori teatrali come “Zio Vania” di
Cecov, mentre Visconti firmò a sua volta il libretto di una sua celebre opera,
“Mario e il Mago”, tratta dalla novella di Thomas Mann e rappresentata alla
Scala nel 1956. Precoce talento pianistico prima, ammirato direttore
d’orchestra poi, compositore eclettico e prolifico di ben 629 partiture,
scrittore, organizzatore, saggista, Franco Mannino è stato uno dei musicisti
italiani più importanti per l’insieme delle sue attività, continuate fino
all’ultimo.
Fondatore degli Incontri Musicali Romani, è stato direttore artistico del
Teatro San Carlo di Napoli, presidente dell’antichissima Accademia Filarmonica
di Bologna e, dal 1970, Accademico di Santa Cecilia. Palermitano di nascita,
romano d’adozione, il 12 maggio 1997 era tornato nella sua città a dirigere il
concerto di apertura del ricostruito Teatro Massimo; a Roma aveva celebrato il
Giubileo con la sua “Missa Solemnis Pro Jubilaeo Domini Nostri Tertio Millennio”,
eseguita all’interno del Colosseo, da Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera
sotto la sua stessa direzione, il 23 luglio 2000. Proprio di questa partitura
aveva detto:
“In questo caso ho dovuto studiare molto, meditare
moltissimo, e ho impiegato ben tre anni, esclusivamente – ho fermato tutta la
mia attività – per scrivere questa ‘Missa’. Il Santo Padre ha voluto far
pervenire una lunghissima lettera piena di riferimenti proprio alla mia
‘Missa’. Quindi, questo sta a significare che veramente mi sarà vicino”.
Composizione eclettica, la
Messa, per esprimere la spiritualità delle diverse culture: una sorta di
ecumenismo musicale per l’artista che ammirava in Giovanni Paolo II quello religioso:
“Ho sempre avuto presente davanti a me la politica
ecumenica formidabile che ha condotto il nostro Papa”.
L’ultimo concerto il 7 dicembre
scorso, alla Reggia di Caserta, mentre non avranno fine le repliche delle sue
opere più celebri, da “Vivì” su libretto di Paola Masino e Bindo Missiroli - a
tutt’oggi la più rappresentata al mondo di un
autore vivente – al “Principe Felice” di Oscar Wilde, alla liederopera
“Le notti bianche” che inaugurò nel ’94 il Festival di San Pietroburgo. Altro
titolo rappresentato nel mondo, “Da Colombo a Broadway”, il musical di
cui Mannino ha scritto anche il libretto.
(musica)
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3 febbraio 2005
PROSEGUE IL VIAGGIO DEL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO
CONSIGLIO “COR UNUM”
NEI PAESI COLPITI DAL MAREMOTO DELLO SCORSO 26
DICEMBRE,
CHE HA CAUSATO LA MORTE DI OLTRE 290MILA PERSONE.
I SOCCORSI
VANNO AVANTI, MA MOLTO RESTA ANCORA DA FARE. INTANTO,
UNA RICERCA RIVELA CHE IL 90% DEI SOPRAVVISSUTI
SOFFRE DI PROBLEMI PSICHICI
GIAKARTA. = In visita nei Paesi
del sud-est asiatico più colpiti dal maremoto dello scorso 26 dicembre, mons.
Paul Josef Cordes, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”, porta con sé
un messaggio speciale di Giovanni Paolo II. Il Santo Padre non solo
“affida le vittime di questa terribile calamità all’infinita misericordia di
Dio Onnipotente e implora la divina consolazione sui feriti e su quanti
soffrono”, ma auspica che “la solidarietà possa servire come fonte di incoraggiamento,
perseveranza e speranza nel grande lavoro di ricostruzione”. Intanto, missionari,
volontari, e associazioni locali impegnate sul campo nei diversi Paesi
dell’Asia colpiti dallo tsunami per portare assistenza ai profughi lanciano un
appello: “La solidarietà non sia solo verbale, ma fatta di opere e aiuti
concreti”. Sul fronte degli aiuti materiali, arriva da Colombo
una doccia fredda: almeno il 70 per cento della popolazione cingalese non è
stata ancora raggiunta dall’assistenza. Intanto, un rapporto del Dipartimento
di psichiatria della Duke University, ha segnalato che circa il 90 per
cento dei sopravissuti al maremoto soffre di problemi mentali, in particolare i
bambini. Il cardinale Stephen Fumio Hamao, presidente del Pontificio Consiglio
dei Migranti e Itineranti, ha sottolineato come la Chiesa abbia creato
una “concreta rete di collaborazione per un’opera di recupero psicologico e si impegnerà a strutturare programmi il più possibile
mirati per organizzare aiuti specifici per i giovani”. E come segnale di
speranza anche un piccolo miracolo. Dopo più di un mese sono stati ritrovati
vivi nove aborigeni dell’arcipelago indiano delle Andamane e Nicobare sopravvissuti
nella giungla nutrendosi di noci di cocco. E
intanto secondo gli operatori umanitari potrebbe essere utile – per non far
calare il sipario dei mass-media sulla tragedia causata dallo tsunami – la
nomina di Bill Clinton come inviato speciale delle Nazioni Unite per gestire il
lungo cammino dei Paesi dell'Oceano Indiano. (R.A.)
RESTA DRAMMATICA LA
SITUAZIONE IN COSTA D’AVORIO. MIGLIAIA I PROFUGHI
SULLA LINEA DI
DEMARCAZIONE TRA RIBELLI E FORZE GOVERNATIVE.
SOLO I MISSIONARI SI
OCCUPANO DELLA LORO ASSISTENZA
BAHIAKRO.
= “È facile descrivere la situazione di stallo ivoriana stando comodamente
seduti nell’assise delle conferenze internazionali, ma è più difficile farlo
quando si è di fronte allo sguardo impaurito di migliaia di donne costrette a
fuggire per non subire violenze”. E’ la drammatica testimonianza di un
missionario di Bahiakro, nel centro della Costa d’Avorio, rilasciata ai
microfoni dell’agenzia Fides. La località si trova proprio di fronte alle linea
di demarcazione tra la zona controllata dai militari governativi e il nord in
mano ai ribelli delle Forze Nuove. “Qui i ribelli – ha spiegato – hanno
scacciato la popolazione civile che ha trovato rifugio nell’area governativa”.
“I rifugiati sono in gran parte donne e bambini. Le donne – ha aggiunto il
missionario – sono fuggite per difendere il loro corpo, come mi hanno detto. Le
più giovani sono costrette a ‘sposare’ un guerrigliero, mentre le più anziane
sono impiegate come sguattere”. “I ragazzi vengono rapiti e le famiglie sono
costrette a pagare un riscatto per poterlo avere indietro vivo – ha detto
ancora la fonte – altrimenti viene ucciso senza pietà”. “Nella zona ribelle –
ha concluso – regna l’anarchia e la legge del più forte. La criminalità è
esplosa anche perché i ribelli hanno liberato i delinquenti comuni dalle
carceri sotto il loro controllo”. Dal settembre 2002, la Costa d’Avorio è
spaccata in due, con il nord in mano ai ribelli delle “Forze Nuove”.
L’assistenza dei profughi di Bahiakro e delle zone vicine ricade in gran parte
sulle spalle dei missionari. Il presidente francese, Jacques Chirac, intanto,
ha sottolineato oggi che Parigi è pronta a ritirare i suoi soldati presenti in
Costa d’Avorio, se i leader africani lo chiederanno. La Francia ha inviato nel
Paese africano circa 4.000 soldati, che rappresentano il nucleo principale di
una forza di pace internazionale. Il governo di Abidjan, tuttavia, ha sempre
criticato Parigi, accusandola di non essere imparziale e di essere la causa
della attuale spaccatura in due del Paese. In aprile il Consiglio di sicurezza
delle Nazioni Unite deve pronunciarsi sulla crisi in Costa d’Avorio. (B.C.)
SENTITA LA PARTECIPAZIONE DEI FEDELI
DACCA. = Anche in Bangladesh
sono entrate nel vivo le celebrazioni per l’Anno Eucaristico. Omelie e seminari
sul significato autentico e la centralità dell’Eucaristia nella vita della
Chiesa, adorazioni eucaristiche, pellegrinaggi, incontri di preghiera: in tutte
le sei diocesi del Paese sono numerose le iniziative avviate e in programma per
aiutare i fedeli a celebrare al meglio questo anno speciale, come spiega
all’agenzia Ucan il segretario generale della Conferenza episcopale bengalese,
mons. Theotonius Gomes, vescovo ausiliare di Dacca. Per l’occasione, nella
capitale la chiesa del Santo Rosario di Tejgaon, già usata come principale
cappella per l’adorazione perpetua del Santissimo durante il Giubileo, è stata
nuovamente aperta ai fedeli per la preghiera e la meditazione eucaristica. In
occasione della Giornata mondiale della Vita Consacrata, ieri, i religiosi e
religiose di diverse Congregazioni del Paese si sono incontrati nella chiesa
per un seminario eucaristico. L’arcidiocesi ha già ospitato il 30 gennaio un
seminario eucaristico per sacerdoti, religiosi e laici e un altro è previsto
dall’11 al 12 marzo prossimi. Numerose parrocchie e diocesi hanno, inoltre,
predisposto programmi specifici per sacerdoti, religiosi, genitori, giovani e
bambini centrati sull’Eucaristia. Questi comprendono colloqui, seminari di
approfondimento, oltre ad incontri di preghiera e meditazione. Tutte iniziative
a cui i fedeli stanno partecipando con grande entusiasmo, come conferma mons.
Gomes, che rileva come questo sia un segno concreto che tra essi è ben presente
la consapevolezza dell’importanza centrale dell’Eucaristia nella loro vita di
fede. (L.Z.)
SEMPRE DIFFICILE LA SITUAZIONE DEI POVERI IN GUATEMALA. OLTRE 3.000
I BAMBINI DENUTRITI
SOTTO I CINQUE ANNI NELLA REGIONE DI CHIQUIMULA
CITTA’ DEL GUATEMALA. = “Il diritto all’alimentazione è un diritto
fondamentale, universale, proprio di ogni essere umano, fin dalla nascita.
Affermare che la povertà può giustificare la denutrizione è un assurdo”. Lo ha
sottolineato Jean Ziegler, relatore speciale delle Nazioni Unite per
l’alimentazione, visitando la regione guatemalteca di Chiquimula, che conta
190.000 abitanti e dove si registrano indici di povertà, tra i più alti del
Paese. Una famiglia media a Jocotán, riferisce l’agenzia Misna, conta almeno 8
figli e risorse del tutto minime per la sopravvivenza. La mancanza di lavoro
obbliga molti uomini adulti a spostarsi e cercare impiego come braccianti nelle
grandi piantagioni di caffè. Ziegler stilerà un rapporto nel quale raccoglierà
dati aggiornati e formulerà raccomandazioni al governo e agli organismi
internazionali che si occupano di crisi alimentare. L’emergenza carestia a Chiquimula
è scoppiata nel 2001 per una serie congiunta di fattori, tra cui il crollo del
prezzo del caffè sul mercato internazionale e le conseguenze mai sanate di precedenti
calamità naturali come l’uragano Mitch. Nel 2002 i casi di denutrizione tra i
bambini inferiori ai cinque anni erano oltre 1.700. Nel 2004 sono saliti a
3.109. (B.C.)
STORICO
ACCORDO IN ALABAMA TRA IL NETWORK CATTOLICO ETERNAL WORD
TELEVISION NETWORK E LA
AUDIOFEAST INC. “QUESTA NUOVA AVVENTURA CI
ENTUSIASMA – HA DETTO IL
PRESIDENTE DELL’EWTN – DOBBIAMO PUNTARE SULLE
NUOVE TECNOLOGIE PER
DIFFONDERE MEGLIO IL MESSAGGIO DEL VANGELO”
MONTGOMERY. = Accordo strategico tra la Eternal Word Television Network (EWTN) e la AudioFeast Inc, la società che si occupa
della trasmissione radiofonica per portatili, utilizzando internet. L’intesa
consentirà al colosso mediatico cattolico di arrivare ad un numero sempre crescente
di cybernauti e di patiti dei telefonini e di palmari. Secondo quanto anticipato
dal presidente di EWTN, Michael Warsaw, “tutti coloro che si abboneranno ad AudioFeast
(www.audiofeast.com) potranno accedere gratuitamente
alle programmazioni”. “La nostra fondatrice, Madre Angelica – ha spiegato –
intuì fin dall’inizio l’importanza della radio, intesa come strumento
fondamentale per la missione di EWTN”. “Ci entusiasma questa nuova avventura –
ha aggiunto Warsaw – consapevoli del fatto che sempre più persone potranno
seguirci. Il nostro è il primo network cattolico e come tale è chiamato ad
investire sulle nuove tecnologie per diffondere al meglio il messaggio del
Vangelo”. Estremamente positivo anche il giudizio del partner: “Siamo orgogliosi
di offrire il prodotto di EWTN” ha detto il presidente di AudioFeast, Tom
Carhart. “I nostri utenti – ha proseguito – potranno ascoltare i programmi come
e dove vorranno. In ogni angolo del mondo si potranno apprezzare i palinsesti
della rete cattolica”. AudioFeast utilizza un sistema chiamato Virtual
Broadcast Network (VBN), la cui tecnologia consente di trasmettere liberamente,
senza pubblicità, per lettori Mp3, Pcs e altre serie di apparecchi portatili.
Inoltre, ha licenza di trasmettere notiziari, rassegne sportive, musicali,
culturali, commerciali e programmi vari di intrattenimento. (D.D.)
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3 febbraio 2005
- A cura di Alessandro Gisotti -
In Medio
Oriente, finalmente segni tangibili per la costruzione della pace. Il presidente
palestinese Abu Mazen ha annunciato un cessate-il-fuoco. Dal canto suo, il
governo israeliano ha approvato un ritiro da cinque città della Cisgiordania.
Il servizio di Alessandro Gisotti:
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La pace in
Medio Oriente sembra oggi più vicina grazie ai gesti concreti di buona volontà
da parte dei leader palestinese ed israeliano. Il presidente palestinese Abu
Mazen ha dichiarato stamani che nel corso dell’incontro al vertice
israelo-arabo di martedì prossimo, a Sharm El Sheikh, ci sarà un annuncio di
cessate-il-fuoco. Sul fronte israeliano, il governo Sharon ha approvato poco fa
il ritiro da cinque città della Cisgiordania e un piano per il rilascio di
detenuti palestinesi. Si tratta di 900 prigionieri che verranno rimessi in
libertà nel quadro di un pacchetto di misure da presentare al vertice di Sharm
el Sheikh. Ieri, intanto, le forze di sicurezza palestinesi hanno individuato e
distrutto un tunnel al confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto che doveva essere
impiegato per il contrabbando di armi. Al via, inoltre, su territorio egiziano
l’addestramento dei funzionari delle forze di sicurezza palestinese in vista
del ritiro di Israele dalla Striscia di Gaza. Dal canto suo, Abu Mazen ha
accettato un invito del presidente iraniano Khatami a compiere una visita a Teheran,
ma al momento non è stata ancora stabilita una data.
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“L’avanzata
della libertà condurrà alla pace”: è quanto affermato dal presidente George W.
Bush nel discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato ieri sera al Congresso
riunito in sessione plenaria. Bush ha citato i progressi rappresentati dalle
elezioni in Afghanistan, in Ucraina, in Palestina e in Iraq. Un sondaggio realizzato
dalla Gallup indica che il 60 per cento degli americani dà un giudizio positivo
del discorso. Per quanto riguarda la politica interna, Bush ha ribadito il suo
obiettivo di riformare il sistema di previdenza sociale. Il servizio di Paolo
Mastrolilli:
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L’applauso
più lungo sul discorso sullo Stato dell’Unione è avvenuto quando il presidente
Bush ha salutato i genitori del sergente dei Marines, Byron Norwood,
morto a Falluja, che erano suoi ospiti nella sala del Congresso. E il momento
più commovente è seguito subito dopo quando Safia, una donna irachena, il cui
padre era stato ucciso dai servizi segreti di Saddam, ha abbracciato la madre
del militare che ha perso la vita per darle il diritto di votare nelle elezioni
di domenica. Il capo della Casa Bianca però ha cominciato il discorso con la
politica interna, ribadendo la sua intenzione di riformare il sistema pensionistico
con una parziale privatizzazione. Quindi, ha difeso anche i valori morali che
lo hanno aiutato a vincere le presidenziali di novembre, confermando il
sostegno per un emendamento costituzionale che vieta il matrimonio fra
omosessuali. Nella seconda metà del discorso Bush è passato alla politica
estera, dicendo che gli Stati Uniti prevarranno a Baghdad, perché con il voto
di domenica gli iracheni hanno dimostrato la determinazione a combattere per la
loro libertà. Il presidente ha rifiutato di stabilire scadenze artificiali per
il ritiro, ma ha aggiunto che i soldati torneranno a casa quando le forze
locali saranno in grado di garantire la sicurezza. Il capo della Casa Bianca ha
ripreso il tema della diffusione di democrazia e libertà, indicando nell’Iran e
la Siria i due problemi più urgenti, e promettendo sostegno al popolo iraniano
che si batte per la sua stessa libertà. Quindi, ha sollecitato anche Arabia
Saudita ed Egitto a fare riforme democratiche ed ha offerto aiuto ai palestinesi
per rilanciare il processo di pace.
Da New
York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.
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E in Iraq, cresce - con lo spoglio delle schede - l’attesa per i
risultati delle elezioni generali di domenica scorsa. La Commissione elettorale
indipendente ha messo in guardia dall'aspettarsi a breve termine la
pubblicazione dei risultati ufficiali del voto. Sul terreno si registrano,
però, nuovi episodi di violenza. Nelle ultime 24 ore, dodici soldati iracheni sono
stati uccisi a sud della città di Kirkuk, mentre due marines americani
sono morti durante un combattimento nella provincia di Al Anbar, ad ovest di
Baghdad. Intanto, ci sono elementi “probanti” che dimostrano che il
responsabile delle Nazioni Unite incaricato di gestire il programma “Petrolio
contro cibo” per l’Iraq, Benon Sevan, ha infranto le regole dell’ONU nella
scelta di potenziali acquirenti del greggio iracheno. Lo ha detto oggi il capo
della commissione di inchiesta sulla vicenda, Paul Volcker.
Giallo politico a Tbilisi: il premier georgiano Zurab Jvania, braccio
destro del presidente filo-occidentale Mikhail Saakashvili, è stato trovato
morto nell’appartamento di un amico e non sono ancora chiare le circostanze
esatte del decesso. A caldo il ministro dell’Interno, che ha dato stamattina il
primo annuncio, ha parlato di una micidiale intossicazione da gas causata dal
malfunzionamento di una stufetta. Il presidente Saakashvili ha immediatamente
convocato una riunione d’emergenza del governo. Premier ad interim è stato
nominato il vice di Zhvania, Giya Baramidze.
Nello Zimbabwe, il principale partito dell’opposizione ha annunciato oggi
che prenderà parte alle elezioni parlamentari indette per il marzo prossimo. In
un primo momento, l’opposizione aveva minacciato di boicottare la tornata
elettorale, affermando che le condizioni poste dal presidente Mugabe
l’avrebbero reso troppo sbilanciata in favore del partito al potere.
Si complica il processo di pace nell’Ulster: l’IRA ha, infatti, rifiutato
di smantellare il suo arsenale. L’annuncio ieri con un comunicato diramato
dagli indipendentisti nordirlandesi. La decisione fa seguito alle dichiarazioni
provenienti dalla polizia e dai governi, sia britannico che irlandese, circa la
responsabilità dell'IRA nella rapina del dicembre scorso alla Northern Bank di
Belfast che ha fruttato oltre 26 milioni di sterline. Da Dublino, Enzo Farinella:
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C’è
stata una condanna generale del comunicato degli estremisti repubblicani
dell’IRA, che annunciano il loro ritiro dal completare il processo di
distruzione dei propri arsenali di guerra e delle proprie offerte al tavolo
delle trattative. Senza dubbio la dichiarazione del movimento repubblicano di
accantonare per adesso il processo di restituzione delle proprie armi –
processo che doveva avvenire prima di Natale, sotto l’occhio scrutatore di una
Commissione internazionale e di due rappresentanti della Chiesa cattolica e
protestante, arenatosi poi davanti alla richiesta di una prova visiva di tale
distruzione e vista dai Repubblicani come un’azione di resa e di umiliazione –
segna un passo indietro e desta preoccupazione. Tuttavia non sembra che debba
esserci una fine del cessate-il-fuoco ed un ritorno alla violenza. Martin
McGuinness, uno dei principali artefici del processo di pace del partito
nazionalista Sinn Fein, ha dichiarato questa mattina: “Continueremo a lavorare
per la pace”.
Da
Dublino, per la Radio Vaticana, Enzo Farinella.
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Alta tensione in Nepal dopo il colpo di forza col quale il re Gyanendra
ha assunto ieri il potere assoluto. Il nuovo governo nominato dal sovrano ha
fatto sapere di voler negoziare con i ribelli maoisti. Questi ultimi, però,
hanno indetto una serie di manifestazioni di protesta contro l’esecutivo nepalese.
La decisione presa dal re Gyanendra è stata condannata dalla confinante India,
dal governo americano e dalle Nazioni Unite.
Il Vietnam ha chiesto ufficialmente alla comunità internazionale un aiuto
per debellare l’epidemia del virus dei polli, e per preparare una strategia in
vista dei prossimi anni. Lo ha annunciato l’Organizzazione mondiale della
Sanità (OMS). Le Nazioni Unite coordineranno
gli aiuti internazionali per il Vietnam. Esperti stranieri saranno inviati sul
posto per fare un’analisi precisa della situazione epidemiologica.
Dopo aver incassato la sospensione delle sanzioni diplomatiche dall’UE,
Fidel Castro ha sfidato nuovamente Bruxelles e Washington affermando che Cuba
“può prescindere sia dall’Europa che dagli Stati Uniti”. In un discorso durato
quattro ore al Primo Congresso mondiale di alfabetizzazione in corso all’Avana,
Castro ha dichiarato: “Qualcuno sostiene che l’Europa si è arresa al tiranno Castro.
Devo però rispondere affermando che Cuba non ha bisogno né degli Stati Uniti né
dell’Europa. Cuba ha imparato a prescindere da entrambi”.
“Saccheggi massicci dei fondi pubblici e corruzione gigantesca, con un
impatto molto pesante sull’economia del Paese”: è il violentissimo attacco
lanciato ieri sera dall’ambasciatore britannico a Nairobi, Edward Clay, contro
il governo keniano. Delle critiche ne parlano stamani con grande rilievo tutti
i quotidiani locali. L’ambasciatore sostiene che la corruzione e lo storno di
fondi coinvolge anche alcuni ministri.
La CIA non potrà negare alle organizzazioni di difesa dei diritti civili
che lo richiedono, documenti che riguardano abusi commessi nei confronti di
detenuti, incarcerati nella base militare di Guantanamo. Lo ha deciso un
tribunale di New York.
Il generale Vladimir Lazarevic, incriminato dal Tribunale penale
internazionale per crimini di guerra in Kosovo, è partito oggi da Belgrado per
l’Aja. E’ quanto riferisce la radio B-92. Quattro generali in tutto, due
dell’esercito e due della polizia, sono stati incriminati dal Tribunale per il
loro ruolo nei crimini di guerra perpetrati contro la popolazione albanese del
Kosovo durante il conflitto del 1998-1999.
La responsabilità per la Shoah “fa parte dell’identità nazionale
tedesca”: è quanto dichiarato ieri a Gerusalemme dal presidente tedesco Horst
Köhler in un indirizzo alla Knesset, il parlamento israeliano.
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