RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
356 - Testo
della trasmissione di giovedì 22 dicembre 2005
IL
PAPA E
OGGI IN PRIMO PIANO:
Natale a Capo Verde. La testimonianza del padre
cappuccino Ottavio Fasano
CHIESA E SOCIETA’:
Lettera di Natale delle Chiese cristiane in
Belgio: non abbiate paura, credete nell’amore di Dio!
Bilancio di fine anno di Kofi
Annan: un 2005 “molto difficile per le Nazioni Unite
e per il mondo”
Convegno a Dakar in Senegal contro l’introduzione degli OGM in
Africa
Nell’ex campo di concentramento di Jasenovac in Croazia, sorgerà un centro studi
sull’Olocausto
Prosegue in Iraq il processo contro Saddam: continuano anche scontri ed attentati
22 dicembre 2005
BENEDETTO XVI INCONTRA I SUOI COLLABORATORI DELLA
CURIA ROMANA
PER
GLI AUGURI NATALIZI: IL PAPA PARLA DEL NATALE ORMAI IMMINENTE,
DI
GIOVANNI PAOLO II, DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’ DI COLONIA,
DELL’ANNO EUCARISTICO E DEL CONCILIO VATICANO II
A 40
ANNI DALLA SUA CONCLUSIONE
Tradizionale incontro stamane
nella Sala Clementina in Vaticano tra il Papa e la Curia Romana per lo scambio
degli auguri natalizi. Dopo il saluto del cardinale Decano Angelo Sodano,
Benedetto XVI si
è rivolto ai suoi collaboratori con un lungo discorso partendo proprio dal
Mistero del Natale: ha quindi ricordato i principali avvenimenti di quest’anno:
la scomparsa di Giovanni Paolo II, la Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia,
l’Anno dell’Eucaristia e il Sinodo sul mistero eucaristico. Infine ampio spazio
ha dedicato al Concilio Vaticano II nel 40° anniversario della sua conclusione.
Ma ascoltiamo il servizio di Sergio Centofanti:
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“Svegliati, uomo, poiché per te Dio si è fatto uomo”. Con
quest’invito di Sant’Agostino a cogliere il senso autentico del Natale di
Cristo, Benedetto XVI ha aperto il suo incontro con i collaboratori della Curia
Romana:
“Iddio si è fatto uomo per noi: è questo il messaggio che ogni anno dalla
silenziosa grotta di Betlemme si diffonde sin nei più sperduti angoli della
terra. Il Natale è festa di luce e di pace, è giorno di interiore stupore e di
gioia che si espande nell’universo, perché “Dio si è fatto uomo”. Dall’umile
grotta di Betlemme l’eterno Figlio di Dio, divenuto piccolo Bambino, si rivolge
a ciascuno di noi: ci interpella, ci invita a rinascere in lui perché, insieme a lui, possiamo vivere eternamente nella comunione della
Santissima Trinità”.
Il Papa ha quindi parlato di Giovanni Paolo II e
soprattutto della lezione che ci ha dato “dalla cattedra della sofferenza e del
silenzio” negli ultimi momenti della sua vita. Proprio a partire dalla sua esperienza – ha
detto – Giovanni Paolo II si è posto il problema del male, del “male eretto a
sistema”, un male di “proporzioni gigantesche” come si è visto nel secolo
scorso. Ma ecco: “il potere che al male mette un
limite – diceva Papa Wojtyla - è la misericordia di Dio”. “L’agnello è più
forte del drago”:
“Il limite del potere del male, la potenza che, in definitiva, lo vince è
– così egli ci dice – la sofferenza di Dio, la sofferenza del Figlio di Dio
sulla Croce: La sofferenza di Dio crocifisso non è soltanto una forma di
sofferenza accanto alle altre… Cristo, soffrendo per tutti noi, ha conferito un
nuovo senso alla sofferenza, l'ha introdotta in una nuova dimensione, in un
nuovo ordine: quello dell'amore… La passione di Cristo sulla Croce ha dato un
senso radicalmente nuovo alla sofferenza, l'ha trasformata dal
di dentro… È la sofferenza che brucia e consuma il male con la fiamma
dell'amore… Ogni sofferenza umana, ogni dolore, ogni infermità racchiude una
promessa di salvezza”.
Quindi Benedetto XVI ha parlato della straordinaria
esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia: oltre un milione
di giovani guardando al di là del quotidiano si sono messi alla ricerca della
verità ponendosi in
adorazione di Cristo:
“Prima di ogni
attività e di ogni mutamento del mondo deve esserci l'adorazione. Solo essa ci
rende veramente liberi; essa soltanto ci dà i criteri per il nostro agire.
Proprio in un mondo in cui progressivamente vengono meno i criteri di orientamento
ed esiste la minaccia che ognuno faccia di se stesso il proprio criterio, è
fondamentale sottolineare l'adorazione”.
E parlando dell’Anno dell’Eucaristia e del recente
Sinodo ha sottolineato come sia commovente vedere che
nella Chiesa si sta risvegliando la gioia dell’adorazione eucaristica. “E
proprio in questo atto personale di incontro col Signore – ha affermato –
matura poi anche la missione sociale che nell'Eucaristia è racchiusa e che
vuole rompere le barriere non solo tra il Signore e
noi, ma anche e soprattutto le barriere che ci separano gli uni dagli altri”.
Sul Concilio Vaticano II ha parlato dei contrasti sulla
sua interpretazione. Due ermeneutiche, cioè due diverse interpretazioni – ha
notato il Pontefice - “si sono trovate a confronto e hanno litigato tra loro”:
“L'una ha causato confusione, l'altra, silenziosamente
ma sempre più visibilmente, ha portato frutti. Da una parte esiste
un'interpretazione che vorrei chiamare ermeneutica della discontinuità e della
rottura; essa non di rado si è potuta avvalere della simpatia dei mass-media, e
anche di una parte della teologia moderna. Dall'altra parte c'è l'ermeneutica
della riforma, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa,
che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa,
rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino.
L'ermeneutica della discontinuità rischia di finire in una rottura tra Chiesa preconciliare e Chiesa postconciliare”.
“Il Concilio – ha detto il Papa – doveva determinare in
modo nuovo il rapporto tra Chiesa ed età moderna” e in certo modo ha
manifestato una discontinuità rispetto al passato ma senza abbandonare “la
continuità nei principi”:
“Il Concilio
Vaticano II, con la nuova definizione del rapporto tra la fede della Chiesa e
certi elementi essenziali del pensiero moderno, ha rivisto o anche corretto alcune decisioni storiche, ma in questa apparente
discontinuità ha invece mantenuto ed approfondito la sua intima natura e la sua
vera identità. La Chiesa è, tanto prima quanto dopo il Concilio, la stessa
Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica in cammino
attraverso i tempi; essa prosegue ‘il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni
del mondo e le consolazioni di Dio’, annunziando la
morte del Signore fino a che Egli venga”.
Benedetto XVI ha poi fatto riferimento alla propria
elezione:
“Devo forse ancora far memoria di quel 19 aprile di quest'anno, in cui il
Collegio Cardinalizio, con mio non piccolo spavento, mi ha eletto a successore di Papa Giovanni Paolo II, a successore di San
Pietro sulla cattedra del Vescovo di Roma. Un tale compito stava del tutto
fuori di ciò che avrei mai potuto immaginare come mia vocazione. Così, fu
soltanto con un grande atto di fiducia in Dio che potei dire nell'obbedienza il
mio “sì” a questa scelta. Come allora, così chiedo anche oggi a tutti Voi la
preghiera, sulla cui forza e sostegno io conto. Al contempo desidero
ringraziare di cuore in quest'ora tutti coloro che mi hanno accolto e mi
accolgono tuttora con tanta fiducia, bontà e comprensione, accompagnandomi
giorno per giorno con la loro preghiera”.
Infine ha rivolto il suo ultimo pensiero al Natale che si
avvicina:
“Il Natale è ormai
vicino. Il Signore Dio alle minacce della storia non si è opposto con il potere
esteriore, come noi uomini, secondo le prospettive di questo nostro mondo, ci saremmo
aspettati. L'arma sua è la bontà. Si è rivelato come bimbo, nato in una stalla.
È proprio così che contrappone il suo potere completamente diverso alle potenze
distruttive della violenza. Proprio così Egli ci salva”.
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Da sempre i Papi si sono avvalsi dell’aiuto di
collaboratori nel loro Ministero, ma solo nel 1538 Sisto V, con la Costituzione apostolica «Immensa Aeterni Dei», diede alla Curia Romana la sua formale
configurazione, istituendo 15 dicasteri. L’ultima riforma della Curia risale a
Giovanni Paolo II che nel 1988 con la Costituzione apostolica Pastor Bonus ha inteso conformarla ai principi del Concilio
Vaticano II. “La Curia romana – scrive Papa Wojtyla -
è l'insieme dei dicasteri e degli organismi che coadiuvano il romano Pontefice
nell'esercizio del suo supremo ufficio pastorale per il bene e il servizio
della Chiesa universale e delle Chiese particolari, esercizio col quale si
rafforzano l'unità di fede e la comunione del Popolo di Dio e si promuove la
missione propria della Chiesa nel mondo”. La Curia Romana oggi è composta dalla
Segreteria di Stato, da 9 Congregazioni, 11 Pontifici Consigli, 3 Tribunali, 7
Pontificie Commissioni, 7 Accademie Pontificie e vari altri uffici, organismi e
istituzioni collegate.
ALTRE
UDIENZE E NOMINE
Benedetto XVI ha ricevuto, ieri sera, l’arcivescovo Paul
Josef Cordes, presidente
del Pontificio Consiglio Cor Unum. Il Papa riceverà oggi pomeriggio in
udienza il cardinale Crescenzio Sepe, prefetto della
Congregazione per l’Evange-lizzazione dei Popoli.
Il Papa ha nominato il cardinale Javier
Lozano Barragán, presidente
del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute, suo Inviato speciale
alle celebrazioni della XIV Giornata Mondiale del Malato, che avranno luogo ad Adelaide in Australia, l’11 febbraio 2006.
In Argentina, il Papa ha accettato la rinuncia al governo
pastorale dell’arcidiocesi di Rosario, presentata da mons. Eduardo Vicente Mirás, per sopraggiunti
limiti d’età. Il Papa ha nominato suo successore mons. José Luis
Mollaghan, finora vescovo di San Miguel.
Sempre in Argentina, il Pontefice ha nominato vescovo di Gualeguaychú
mons. Jorge Eduardo Lozano,
finora vescovo titolare di Fornos maggiore ed ausiliare
di Buenos Aires.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Prima pagina – “Una giusta
ermeneutica per leggere e recepire il Concilio come grande forza di
rinnovamento della Chiesa”: il discorso di Benedetto XVI ai cardinali, agli arcivescovi,
ai vescovi e ai prelati della Curia romana per la presentazione degli auguri
natalizi.
Servizio vaticano - Una pagina dedicata alle Lettere dei vescovi italiani.
Servizio estero - Per la rubrica dell’“Atlante geopolitica” una pagina speciale -
a cura di Gabriele Nicolò e di Pierluigi Natalia - ad un anno dalla tragedia
dello tsunami.
Servizio
culturale - Un articolo di Felice Accrocca dal titolo
“Una vita di studio; una vita di fede”; il primo anniversario della morte di
Romana Guarnieri.
Servizio italiano - In rilievo
sempre l’incidente ferroviario avvenuto nella provincia di Frosinone.
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22 dicembre 2005
L’IMPEGNO DI CARITAS INTERNATIONALIS AD
UN ANNO DAL MAREMOTO
CHE HA SCONVOLTO IL SUD-EST ASIATICO
- Intervista con Paolo Beccegato -
A quasi un anno dal maremoto che ha sconvolto il Sud-Est
asiatico, Caritas Internationalis
ha presentato ieri, a Roma, il rapporto sul progetto “After Tsunami”.
Finalità ultima: sostenere la ricostruzione del tessuto sociale a partire dal
rispetto verso ogni persona e la risposta ai suoi bisogni. Ma quali sono gli
ostacoli maggiori da affrontare? Francesca Fialdini lo ha chiesto a Paolo Beccegato, responsabile della Cooperazione per la Caritas italiana:
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R. – C’è stato un problema molto grosso un po’ in tutte le
zone colpite, cioè quello della terra. Il dover ricostruire, questa volta
rispettando la famosa buffer zone, quindi
quella fascia costiera entro cui non si può più ricostruire e dovendo ricollocare
migliaia di persone più all’interno, ha posto un enorme problema ai governi di
trovare delle terre adeguate dove spostare queste persone. Per le persone che
ancora oggi vivono in tenda o in collocazioni temporanee, le cosiddette “temporary shelters”, sono
certamente delle vittime di questo meccanismo che, dovendo vivere in condizioni igienico-sanitarie precarie,
rischiano di ammalarsi, di aggravare la loro situazione.
D. – Per agire in concreto, riassegnando
terre, confrontarsi con il diritto locale, con le culture locali, come si è
posta Caritas Internationalis?
R. – Certamente è stato un problema molto grosso e in
alcuni casi, sollecitando le autorità locali e non ottenendo le risposte,
abbiamo anche proceduto all’acquisto di alcuni terreni. Questo evidentemente ha
comportato l’aumento dei costi. Il dialogo interreligioso, cioè il lavorare con
altri rappresentanti di altre religioni nell’esprimere la solidarietà verso le
vittime colpite, è stata una dinamica molto positiva, anche di ascolto delle comunità
locali, di collaborazione con questi leader, a livello alto, ma anche medio-basso operativo. Invece, appunto, le difficoltà
maggiori sono arrivate soprattutto con i governi per questi problemi oggettivi.
Oltre al problema della terra c’è per esempio quello del legname, in Indonesia,
che è molto grave, visto il diffuso disboscamento che già aveva avuto luogo precedentemente.
D. – Parliamo di cifre …
R. – Come Caritas italiana
abbiamo raccolto 24 milioni e mezzo di euro e ne abbiamo già spesi e impegnati
l’80 per cento. Quindi, un grosso sforzo è stato fatto nell’emergenza. Non
nascondiamo, però, che il lavoro debba continuare.
Ancora adesso, quindi, evidentemente la solidarietà non manca e i fondi che
stanno arrivando verranno impiegati per progetti più a
lungo periodo. Siamo presenti con operatori all’estero in otto Paesi e con
un’attenzione olistica complessiva. Quindi, non solo emergenza, non solo generi di prima necessità, non solo
case, non solo barche, ma anche quella che è la dimensione psicologica
relazionale, le cosiddette ferite invisibili.
D. – Ad un anno dallo tsunami,
rinasce la speranza?
R. – Certamente sì, la speranza c’è, però non mancano le
difficoltà. Manca ancora tanto, per cui bisogna stare
in questi luoghi almeno tre, cinque anni per pensare di riportare la situazione
ad un livello minimo di accettabilità.
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MANUALE DI SOPRAVVIENZA PER I SENZA
FISSA DIMORA:
PRESENTATA LA GUIDA ANNUALE DELLA
COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO
- Intervista con Mario Marazziti -
“Dove
mangiare dormire lavarsi” è la guida alla sopravvivenza nelle grandi città per
chi non ha una fissa dimora, edita dalla comunità di S. Egidio in
collaborazione con le Ferrovie dello Stato e presentata ieri a Roma. Il volume
giunto alla sua sedicesima edizione sarà pubblicato anche a Firenze, Napoli e
Genova . E anche la città di Parigi ispirandosi a
questa guida ne
ha realizzata una propria. Il servizio di Marina Tomarro.
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Circa 7000 senza fissa dimora vivono a Roma. Di questi,
2000 dormono per strada ogni sera, 3000 sono ospiti di centri di accoglienza
notturni e 2000 occupano ripari di fortuna. Questi sono alcuni dati forniti
dalla Comunità di Sant’Egi-dio in occasione della
presentazione della guida “Dove mangiare dormire lavarsi”. Mario Marazziti tra i responsabili della comunità di Sant’Egidio:
“La guida ‘Dove
mangiare dormire lavarsi’ sarà data in tutti i pranzi
di Natale, in tutti i centri, gratuitamente, dalla Comunità di Sant’Egidio,
messa a disposizione degli assistenti sociali delle parrocchie. Solo a Roma ne
sono state stampate 15 mila copie. Sono in carta resistente, che non si unge.
Devono durare un anno, infatti, e stare in tasca. Spero che nel giro di un mese
raggiungeranno le persone che normalmente vivono per la strada a Roma e le
persone più a rischio”.
E tra le persone a rischio non ci sono più solo extra
comunitari ma anche tanti italiani che non riescono ad arrivare alla fine del
mese. Infatti secondo le ultime statistiche sono circa
800 mila le persone in più rispetto al 2004 che vivono al di sotto della fascia
di povertà. Ma chi sono questi nuovi poveri? Ascoltiamo ancora Mario Marazziti:
“Noi
incontriamo sempre più famiglie, famiglie con bambini, con il genitore disoccupato.
Chi è giovane non riesce ad entrare nel mercato del lavoro. Sono, quindi,
famiglie numerose da un lato oppure sono anziani, anziani soli, e persone dal
Sud d’Italia. Queste tre sono le facce dei nuovi poveri italiani.”
E
naturalmente anche quest’anno il 25 dicembre la Comunità di Sant’Egidio si ritroverà
nella Basilica di S. Maria in Trastevere per il
tradizionale pranzo di Natale con i poveri. Mario Marazziti:
“E’
diventata la tradizione della famiglia dei senza famiglia. Menù fisso: lasagne,
polpettone, dolci natalizi, qualcosa che possano mangiare tutti, sia di
religione diversa, sia con pochi denti. E poi grande festa”.
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QUARANT’ANNI IN MISSIONE IN CAPO VERDE. LI HA TRASCORSI IL
PADRE CAPPUCCINO OTTAVIO FASANO, OGGI PROMOTORE DI DIVERSI PROGETTI TRA CUI
QUELLO
DI UN
OSPEDALE NELL’ISOLA DI FOGO PER LE CURE SPECIALISTICHE
-
Intervista con padre Ottavio Fasano -
Quarant’anni in Capo Verde. Li ha trascorsi in missione il
padre cappuccino Ottavio Fasano, oggi promotore di
svariati progetti tra cui quello di un ospedale nell’isola di Fogo, dove potranno offrire il loro
servizio medici di tutto il mondo. Al microfono di Tiziana Campisi racconta la sua esperienza in Africa.
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R. – E’
stato un bagno in una realtà umana che non pensavo esistesse. Mi ero preparato,
avevo letto, ma non mi rendevo conto qual era la vera realtà di questi Paesi e
incontrare, non solo i missionari ma il popolo capoverdiano,
ha cambiato l’orientamento della mia vita. Ho visto parecchi bambini morire per
mancanza di antibiotici, di infezioni intestinali, e questo mi ha sconvolto
interiormente. Oltre ad aver pianto tanto, ho sentito che la mia vita doveva
cambiare come mentalità, ma anche come destinare la mia intelligenza, le mie
capacità, la mia volontà, per servire chi ha più bisogno.
D. – In quali attività lei è impegnato particolarmente?
R. – In questi ultimi 6 anni, sono molto impegnato nella
realizzazione di un ospedale nell’isola di Fogo, che
serve 40 mila abitanti dell’isola più un’altra isola, l’isola di Bravacus con 7 mila abitanti. L’ospedale offre alcune specialità
come l’otorino, l’oculistica, la cardiologia, ecc. ed ha due sale operatorie
legate alle specialità e legate all’urgenza.
D. – I capoverdiani, come vivono
il cristianesimo?
R. – Il capoverdiano è molto più
influenzato dalla cultura americana - perché c’è moltissima emigrazione negli
Stati Uniti - e dalla cultura europea. Quindi le nostre difficoltà, le nostre
crisi, si riflettono anche sulla realtà capoverdiana.
Però la disponibilità del popolo, del cuore e della mente capoverdiane,
è molto aperta e attenta. Secondo me, se noi come sacerdoti, come missionari
lavoriamo in un certo modo, penso che può diventare una Chiesa africana molto
ricca, molto disponibile e potrebbe dare anche un esempio agli altri Paesi
africani.
D. – Come è vissuto il Natale in Capo Verde?
R. – Da una parte del popolo, all’insegna del consumismo
anche se è un ambiente molto semplice. La maggioranza della popolazione è
povera e ha la semplicità di accogliere la festa del Natale, in maniera meno
distratta della nostra
e direi più profonda nell’accogliere la tenerezza di Dio che si
fa fratello dell’uomo, uno come noi e che cammina come noi. Penso che sia molto più facile per loro
vivere il Natale così.
D. – Quindi questi fratelli d’Africa, che cosa ci
insegnano in questo clima natalizio?
R. – La ricchezza di questo popolo capoverdiano,
è quella di educarci ed ascoltare, imparare ad ascoltare, e se riusciremo a
fare questo piccolo passo di apertura di cuore, penso che sarà regalato
qualcosa all’umanità.
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“IN
CERCA DEL PADRE”: IN UN LIBRO DEL VATICANISTA GIANFRANCO SVIDERCOSCHI,
LE RAGIONI STORICHE, SOCIALI E RELIGIOSE
DELL’ECLISSE
DELLA FIGURA PATERNA NEL MONDO DI OGGI
C’è ancora
posto per il Padre nel mondo moderno? Da questo interrogativo parte
l’affascinante viaggio di Gianfranco Svidercoschi “In
cerca del Padre” - titolo del suo libro edito San Paolo - per capire cosa ha
provocato l’eclisse della figura paterna nella storia, nella società e perfino
nella religione. Collega vaticanista, da quasi 50 anni osservatore attento
della comunità ecclesiale ma anche della società civile, autore di numerosi
saggi, tra cui “Storia di Karol”, dedicato a Giovanni Paolo II, da cui è stato
tratto uno sceneggiato televisivo di grande successo. Roberta Gisotti ha
chiesto a Gianfranco Svidercoschi che cosa lo ha
spinto a porsi sulle tracce di Dio Padre?
**********
R. –
Per riuscire a scoprire il perché di questa dicotomia, di questa separazione
fra fede e vita che da anni era denunciata, addirittura dai tempi del Concilio
Vaticano II. E allora, andando ad indagare, ho scoperto che forse è proprio
nella coscienza dei credenti che comincia questo oscuramento dell’immagine di
Dio, da cui poi tutte le conseguenze di una fede in qualche modo superficiale o
per lo meno di una fede che poi all’esterno non produce frutti.
D. – Nel tuo cammino individui vari livelli di
responsabilità di questo straniamento del senso del
Padre, che avrebbe provocato un atteggiamento di sostanziale indifferenza al
senso del sacro, di chi vive come se Dio non esistesse, cioè non se ne fa un problema.
R. – Questo penso sia la cosa peggiore, non solo per la
Chiesa cattolica, ma per tutte le religioni, cioè il passaggio da quello che era il nemico numero uno di una volta, cioè l’ateismo – un
ateismo ideologico, addirittura eretto a sistema – a questo indifferentismo
religioso.
D. – Ma quest’uomo che vive senza Dio, appare orfano,
infelice…
R. – Sì, perché una volta per lo meno era supportato da
questa sbronza di razionalismo, di illuminismo, quindi di fare tutto quello che
volesse della sua libertà. Adesso le ideologie sono finite nella pattumiera.
Non c’è altro che possa aiutare l’uomo. Ed è finito
anche in qualche modo il mito di questa scienza di progresso senza fine. C’è,
però, quest’uomo che a tentoni sta cercando. Allora,
c’è sicuramente una rinascita, un’esplosione di sacro, anche se certe volte è
un sacro spurio: questo tipo di religiosità del ‘fai
da te’ a seconda dei bisogni della vita. E questa è
responsabilità delle Chiese, quella di riuscire ad alimentare questo vero sacro
che sta emergendo. L’unica cosa è che certe volte non riusciamo a riconoscerlo,
perché per troppo tempo, troppi secoli, siamo stati abituati a tener lontani
questi due poli della realtà cristiana, e cioè sacro e profano,
trascendenza e immanenza. Io penso invece che un grande esempio ce l’ha dato Giovanni Paolo II. Penso che questo sia stato
un Papa dell’Incarnazione, cioè ha fatto vedere veramente il volto di Dio. Ha avvicinato
questi poli estremi, in qualche modo. Forse il sacro oggi bisognerà andarlo a
trovare nella normalità, nella quotidianità della fede.
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22 dicembre 2005
LETTERA
DI NATALE DELLE CHIESE CRISTIANE IN BELGIO: “NATALE È ALLE PORTE
IN UN
MONDO TROPPO SPESSO GUIDATO DALLA PAURA”. COSI’ SCRIVONO
I
LEADER RELIGIOSI CATTOLICI, PROTESTANTI UNITI, ORTODOSSI E ANGLICANI,
INVITANDO
A NON FARSI SOPRAFFARE DA SENTIMENTI DI INSICUREZZA E IMPOTENZA
MA A
CREDERE NELL’AMORE DI DIO
BRUXELLES. = “In un mondo retto dalla paura, risuonano
ancora oggi le parole dell’angelo ai pastori la notte di Natale: ‘Non temete’”. È l’esortazione
contenuta nel messaggio congiunto di Natale delle Chiese cristiane del Belgio.
La lettera è firmata per
BILANCIO
DI FINE ANNO DEL SEGRETARIO GENERALE DELL’ONU, KOFI ANNAN:
UN
2005 “MOLTO DIFFICILE PER LE NAZIONI UNITE E PER IL MONDO”, HA COMMENTATO IERI
NEL PALAZZO DI VETRO A NEW YORK.
DURANTE
LA CONFERENZA STAMPA,
SCONTRO
VERBALE CON UN GIORNALISTA BRITANNICO CHE LO HA ACCUSATO
DI NON
DIRE TUTTA
CHE LO
AVREBBERO COINVOLTO INSIEME AL FIGLIO KOJO
- A cura di Roberta Gisotti -
NEW YORK. = Un 2005 “molto
difficile” per le Nazioni Unite e per il mondo: cosi il segretario generale
dell’ONU, Kofi Annan, ieri
nella conferenza stampa di fine anno, nel Palazzo di Vetro a New York,
ripercorrendo gli eventi più significativi e più dolorosi,
compresa l’inchiesta sulle tangenti del programma “petrolio in cambio di
cibo” (Oil for
Food), che lo ha coinvolto direttamente.
Annan ha ricordato le crisi provocate dallo Tsunami, cataclisma senza precedenti che ha messo in ginocchio
il Sudest asiatico, gli eventi in Libano, su tutti l’attentato del 14 febbraio
scorso in cui ha perso la vita l’ex premier Rafik Hariri. E ancora, la crisi umanitaria nel Darfur, dove resta alta l’emergenza per i circa 2 milioni
di sfollati, prodotto di un sanguinoso conflitto interetnico ancora in atto, e
la necessità di agire per combattere la povertà e le malattie, di cui ancora soffrono
larghe fasce della popolazione mondiale.
Tra i progetti messi in cantiere per l’anno nuovo, Annan
ha espresso l’auspicio che possa essere istituito un
nuovo organismo per i diritti umani. E’ impossibile, ha detto Annan, “avere sviluppo senza sicurezza, né sicurezza senza
sviluppo”, tutte condizioni che possono essere soddisfatte nel rispetto dei
diritti umani e dello stato di diritto. Dalle cose del mondo, Kofi Annan è passato a parlare di
cose personali, quando
un giornalista del “Times” di Londra lo
ha accusato di non aver detto tutta la verità sull’acquisto di una Mercedes a nome
del figlio Kojo, coinvolto ma mai formalmente
accusato, nello scandalo “petrolio in cambio di cibo”. La domanda di James Bone, il giornalista
britannico, ha mandato Annan su tutte le furie: “Da
mesi lei si sta comportando come uno scolaretto cresciuto in questa sala - ha
replicato piccato - lei è un imbarazzo per i suoi colleghi e la sua professione. Ora
smetta di fare i capricci e passiamo a cose più serie”. All’inizio della
conferenza stampa, Annan aveva criticato i
giornalisti dell’ONU per aver coperto male lo scandalo “petrolio in cambio di
cibo”, andando all’inseguimento di soffiate che si erano poi rivelate
infondate. Dell’acquisto della Mercedes, acquistata a
prezzo di sconto e importata senza dazi in Africa da Kojo,
aveva dato notizia il rapporto della Commissione Volcker
sullo stesso scandalo del petrolio.
LE
SCUSE DEL DIRETTORE DELLA RIVISTA DEI GESUITI AMERICA,
PADRE DREW CHRISTIANSEN, PER LA
PUBBLICAZIONE SUL NUMERO DEL 5 DICEMBRE
DI UNA PUBBLICITA’ RAFFIGURANTE IN MODO OFFENSIVO
UNA
STATUA DELLA MADONNA
WASHINGTON.= Profondo dispiacere e sentite scuse ai
lettori vengono espresse dal direttore della rivista
dei gesuiti degli Stati Uniti, America, padre Drew
Christiansen per la pubblicazione sul numero del 5
dicembre di una pubblicità raffigurante in modo offensivo una statua della
Vergine Maria. “Anche noi – ha precisato il direttore sul numero del 12
dicembre – ci riteniamo offesi per quella pubblicità ed esprimiamo il nostro
più sincero rammarico per non aver colto l’inganno prima
della pubblicazione”. Padre Christiansen ha inoltre
annunciato di aver restituito i soldi ricevuti per l’inserzione e protestato
con l’autore della scultura, oggetto della pubblicità. D’altro canto, ha
assicurato i lettori della rivista che “verranno prese
nuove misure per rafforzare i controlli sui contenuti delle pubblicità”.
CONVEGNO
A DAKAR IN SENEGAL, PROMOSSO DALLA COALIZIONE
PER LA
DIFESA DEL PATRIMONIO GENETICO AFRICANO,
CONTRO
L’INTRODUZIONE DEGLI OGM
DAKAR. = Allarme nel continente africano
per gli esperimenti attualmente in corso di colture con organismi geneticamente
modificati (OGM) nelle regioni senegalesi di Tamcounda
e Saint-Louis, rispettivamente nell’est e nel nord
del Paese. Gli OGM “costituiscono un pericolo reale per i piccoli agricoltori e
per l’ambiente”: ha denunciato Ndiaga Sall, il coordinatore della Coalizione per la difesa del
patrimonio genetico africano (CPDGA). Parlando in apertura di un Convegno dedicato al tema,
promosso dalla stessa Coalizione a Dakar, capitale del Senegal, Sall ha annunciato l’avvio di campagne di sensibilizzazione
a favore dei piccoli contadini e di tutta la popolazione per spiegare quali
siano i rischi derivanti dall’intro-duzione degli OGM per la salute e per la
salvaguardia del patrimonio genetico del Senegal e dell’intero continente. Sall ha anche criticato quello che ha definito “il mutismo
della FAO” sull'introduzione degli OGM in Africa. (R.G.)
NELL’EX
CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI JASENOVAC, IN CROAZIA,
SORGERA’
IL PRIMO DI UNA RETE EUROPEA DI CENTRI STUDI SULL’OLOCAUSTO. L’INIZIATIVA E’
PROMOSSA IN COLLABORAZIONE
CON
L’ISTITUTO YAD VASHEM DI GERUSALEMME
ZAGABRIA. = Il memoriale di Jasenovac, dove nella Seconda Guerra Mondiale ci fu il
maggiore campo di concentramento in Croazia voluto dal regime filonazista degli ustascia,
diventerà il primo Centro di una rete europea per l’insegnamento
sull’Olocausto. Lo riferisce l’agenzia di stampa Hina.
L’iniziativa del progetto, ha spiegato la direttrice del Centro di Jasenovac, Natasa Jovicic, è partita dall’Istituto Yad
Vashem di Gerusalemme che il 27 gennaio prossimo, in
occasione della Giornata internazionale della memoria della Shoah,
invierà in Croazia una delegazione per concretizzare il programma di cooperazione
tra le due istituzioni. A Jasenovac, secondo recenti
stime di storici, tra il 1941 e il 1945 morirono circa 70.000 persone, tra
serbi, ebrei, Rom e croati
antifascisti. (R.G.)
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22
dicembre 2005
- A cura di Eugenio Bonanata
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In Iraq, l’ex presidente Saddam, alla ripresa del
processo, accusa gli Stati Uniti di essere bugiardi. E mentre il primo ministro
britannico, Blair, giunge a sorpresa a Bassora,
dall’Italia un’altra notizia occupa il primo piano. Un soldato americano, Mario
Lozano, è stato iscritto nel registro degli indagati
della Procura di Roma, nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Nicola Calipari. Il nostro servizio:
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Per i magistrati della procura di Roma, il marine quella
notte del 4 marzo dal posto di blocco sulla via dell’aereoporto
di Baghdad, avrebbe fatto fuoco violando le regole di ingaggio. Si profila,
dunque, l’ipotesi di omicidio volontario. La raffiche
esplose crivellarono l'auto su cui Calipari viaggiava
con la giornalista del “Manifesto”, Giuliana Sgrena, appena
liberata. Intanto, in Iraq, occhi puntati sul processo contro Saddam Hussein.
L’ex rais in aula ha accusato ancora gli Stati Uniti di “mentire”
quando affermano che non è stato torturato dai suoi carcerieri. Una
menzogna – sottolinea l’ex presidente – come quella delle armi chimiche
dell’Iraq. C’è poi da segnalare il viaggio a sorpresa del Primo Ministro
britannico. Blair è giunto a Bassora, nel sud del
Paese, per una vista natalizia alle truppe del suo Paese. La missione di Blair, la quarta nel territorio iracheno dal 2003, è stata
protetta dalla massima segretezza e da ingenti misure di sicurezza. L’agenda
del leader laburista prevede anche colloqui con le autorità locali sul futuro
del Paese nel dopo elezioni. Per Blair un Iraq
stabile darebbe “un colpo duro” al terrorismo. Sul fronte rapimenti non ci sono
notizie sulle tre donne sequestrate stamani, insieme con il proprio autista,
nella centralissima e super-protetta zona-verde di Baghdad. Sul terreno, le
azioni della guerriglia non accennano a diminuire. Diversi episodi di violenza
hanno provocato la morte di 8 iracheni, 4 civili e 4 poliziotti.
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Gli italiani rimarranno in Iraq per contribuire alla
ricostruzione materiale del Paese. È quanto ribadito dal presidente italiano, Ciampi, durante il tradizionale saluto di Natale alle Forze
militari. Tuttavia, nell’opera di ricostruzione del Paese arabo, Ciampi spera in un maggiore coinvolgimento di quanti
operano nel campo civile.
Sempre in Italia il governo ha ottenuto il ‘si’ della Camera sull’emendamento al DDL sul risparmio che
riscrive le regole di Bankitalia. Dopo Montecitorio, domani il provvedimento passa all’esame del
Senato. Il governo ha intenzione, infatti, di licenziarlo entro Natale. Per il
presidente del Consiglio, Berlusconi, il nome del
nuovo Governatore di Bankitalia potrebbe essere dato
ad inizio gennaio.
La Banca popolare italiana risarcirà i clienti
danneggiati. Lo ha annunciato il nuovo amministratore delegato dell’istituto di
credito, Gronchi, a proposito della vicenda Antonveneta. Intanto l’ABI, l’Associazione bancaria
italiana, si costituirà parte civile contro i dirigenti della stessa Banca
popolare italiana “per il danno alla reputazione e all’immagine del sistema”.
Sul piano politico invece, discussione alla Camera questo pomeriggio sulla modifiche apportate alla legge elettorale.
Sempre alta la tensione in Medio Oriente, dove
questa mattina un razzo, lanciato dalla Striscia di Gaza ha colpito una base
militare a sud di Israele. 5 i soldati rimasti feriti. Tre, invece, i
palestinesi rimasti uccisi da militari israeliani a Nablus,
in Cisgiordania, durante un’incursione.
Il Patriot Act
sarà prorogato di sei mesi: è questa la formula di compromesso varata dal
Senato americano per il rinnovo della normativa anti-ter-rorismo,
adottata dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre. L’intesa è stata
raggiunta al termine di un’autentica maratona negoziale, che ha diviso quanti,
a cominciare dalla Casa Bianca, chiedevano una proroga di quattro anni della
legge e quanti, denunciandone le conseguenti limitazioni delle libertà civili,
intendevano rimettervi mano. Perché l’iter di formazione dell’atto sia
completo, bisogna attendere ora l’approvazione della Camera dei rappresentanti,
e la promulgazione del Presidente della Repubblica, George W.
Bush.
Il Parlamento francese ha approvato in via definitiva la
nuova legislazione antiterrorismo. Il progetto di legge autorizza la videosorveglianza nei trasporti collettivi, attorno alle stazioni
ma anche in diversi luoghi pubblici, come spazi commerciali e di culto. Previsto
maggiore spazio per controlli sui dati dei collegamenti Internet, che dovranno
essere conservati. Stessa cosa anche per Ferrovie, Compagnie aeree e di
navigazione. Gli inquirenti potranno, comunque, accedere agli schedari generali delle
carte di identità, patenti e passaporti. Appesantite, infine, le sanzioni
penali. 20 anni, invece dei 10 attuali, per la partecipazione ad associazioni
terroristiche; 30 anni invece per i dirigenti, a fronte dei 20 di ora. Il fermo
preventivo, infine, passa da quattro a sei giorni in caso di “imminenza di azione
terroristica”.
Il Parlamento russo ha approvato ieri una versione
emendata della controversa legge sulle organizzazioni non governative, la cui
modifica era stata chiesta nei giorni scorsi dallo stesso presidente Putin, sull’onda delle veementi proteste degli interessati.
Ma la legge non soddisfa ancora le ONG occidentali che Mosca accusa di fare da
tramite per finanziamenti alle fazioni anti russe
come è avvenuto nelle cosiddette “rivoluzioni colorate” in Ucraina, Georgia e Kirghizistan. La legge approvata ieri
infatti, mette seri limiti all’attività delle ONG straniere in Russia,
con pesanti controlli sui finanziamenti all’estero. Il servizio di Giuseppe
D’Amato:
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Dopo tante discussioni, trattative segrete e accordi di
corridoio la legge sulle organizzazioni non governative è stata approvata in
seconda lettura dalla Duma che ha apportato alcune
modifiche rispetto al progetto originario. In
mattinata, a sorpresa, i deputati avevano votato di discutere la legge e non di
rimandarla a data da destinarsi come molti analisti si attendevano. Le
pressioni internazionali sul Cremlino sono state assai forti in queste
settimane. Durissime le critiche dell’Unione Europea e del Congresso statunitense.
L’Amministrazione Usa era persino arrivata a minacciare il mancato appoggio
della Russia all’entrata nel WTO, l’Organizzazione del commercio mondiale. Ed infatti Mosca doveva rimandare di un anno almeno l’adesione
non avendo concluso in tempo le trattative.
Per
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Nella Repubblica Democratica del Congo,
sono in atto operazioni militari congiunte dei Caschi Blu della MONUC (Missione
ONU in Congo) e dell’Esercito nazionale, per il ripristino dell’ordine pubblico
in un’area vicina a Fataki, nella martoriata
provincia nord-orientale dell’Ituri. L’obiettivo di
questo intervento, che va ad aggiungersi a numerosi altri compiuti nell’area
nel corso dell’anno, è quello di neutralizzare le milizie etniche dell’Ituri, che non hanno ancora aderito al programma di disarmo
promosso dalle Nazioni Unite. Intanto, una larga maggioranza di “sì” ha
prevalso nel referendum tenutosi la scorsa domenica nel Paese per l’adozione di
una nuova Costituzione.
Il Fondo monetario internazionale ha annunciato ieri sera
la cancellazione del debito di 19 Paesi poveri, per un totale di circa 3
miliardi di dollari. Il lungo elenco ricomprende: Benin, Bolivia, Burkina Faso, Etiopia, Ghana, Guyana, Honduras, Madagascar, Mali,
Mozambico, Nicaragua, Niger, Rwanda, Senegal, Tanzania, Uganda, Zambia,
Cambogia e Tajikistan. Ad essi
dovrebbe aggiungersi anche
L’influenza aviaria è all'origine di altri due decessi in
Indonesia. La conferma giunge dalle analisi effettuate dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità (OMS) di Hong Kong. Nel Paese asiatico, che conta ormai
16 casi confermati, sale così a 11 il numero dei morti causati dal morbo. Dalla
fine del
A rischio i rapporti fra Cina e Giappone. Il
ministro degli Affari Esteri giapponese, Taro Aso, ha
dichiarato che il gigante economico cinese comincia a rappresentare “una considerevole
minaccia” per il continente asiatico, soprattutto in ragione dell’aumento delle
spese per l’armamento militare e nucleare. Immediata la risposta delle autorità
di Pechino, che hanno ribadito di recente in un “Libro Bianco” il carattere
pacifico dello sviluppo del Paese. Un portavoce del ministero degli Affari
Esteri cinese ha precisato che il progresso economico della
Cina costituisce un elemento di forza per tutti i Paesi dell’Est asiatico,
Giappone compreso.
Allargare il numero dei Paesi del G8 con l’ingresso di
Cina e India. La proposta è del primo ministro britannico Blair.
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