RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 351  - Testo della trasmissione di sabato 17  dicembre 2005

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Creare le condizioni per una buona collaborazione del laicato con il clero: la raccomandazione di Benedetto XVI ai vescovi polacchi

 

In udienza dal Papa un gruppo di Èferding, il paese austriaco che ha donato l’albero di Natale al Vaticano. Nel pomeriggio verrà inaugurato in piazza San Pietro 

 

Adesione della Santa Sede al Protocollo sui residui bellici inesplosi

 

Domani, la prima visita di Benedetto XVI alla parrocchia romana di Santa Maria Consolatrice a Casalbertone: intervista col parroco mons. Enrico Pomili

 

Il continente americano al centro della X riunione del Consiglio della segreteria generale del Sinodo dei vescovi per l'Assemblea speciale per l'America

 

La salvaguardia dei discorsi e dei testi del Santo Padre e della Santa Sede e la tutela dei diritti d’autore sugli scritti dell’allora cardinale Joseph Ratzinger oggetto di tre giorni di studio a Roma

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Il cardinale Paul Poupard e Antonio Pelayo ricordano Julian Marias, intellettuale spagnolo, morto il 15 dicembre

 

L’Annunciazione al centro del Vangelo di domani: il commento di padre Marko Ivan Rupnik

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il vescovo di Dili, mons. Ricardo, scrive al segretario generale dell’ONU Kofi Annan

 

Indonesia: cristiani e musulmani delle Sulawesi chiedono un’inchiesta indipendente sulle violenze che a Poso, nel 2000, hanno causato la morte di migliaia di persone

 

Celebrati i 100 anni della parrocchia dell’Immacolata nel villaggio cinese di Don Xiao Yang Zhuan

 

Oggi a Roma la “Luce della pace”. Sarà esposta fino all’8 gennaio in Santa Maria in Ara Coeli

 

Alcuni bambini di Kampala visitano i loro coetanei del nord Uganda vittime della guerriglia

 

Nel 2005, concessi dall’UE 100 brevetti su piante, oltre 40 su animali e circa 200 su geni umani.

 

24 ORE NEL MONDO:

 Si chiuderà domani il WTO: difficile un accordo finale sui sussidi agricoli

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

17 dicembre 2005

 

 

CREARE LE CONDIZIONI PER UNA BUONA COLLABORAZIONE DEL LAICATO CON IL CLERO: LA RACCOMANDAZIONE DI BENEDETTO XVI AI VESCOVI POLACCHI

 

         “Creare le migliori condizioni per una buona collaborazione del laicato con il clero” per il bene di tutti i fedeli: è la raccomandazione rivolta stamane da Benedetto XVI ai vescovi polacchi, in visita ad Limina. Un discorso interamente dedicato all’importante ruolo dei fedeli laici nella Chiesa per evangelizzare il mondo moderno. Il servizio di Roberta Gisotti:

 

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Anzitutto occorre partire – ha detto Benedetto XVI – “da quell’ambiente che nella struttura della Chiesa è il più fondamentale”, la parrocchia, dove si fondono “insieme tutte le differenze umane”. E’ qui che sacerdoti, in particolare i parroci, devono adoperarsi:

 

“Essi per primi dovrebbero conoscere le pecorelle del proprio ovile, mantenere i contatti pastorali con ogni ambiente, cercare di conoscere le necessità spirituali e materiali dei parrocchiani”.

 

A tal fine il Papa ha raccomandato ai sacerdoti di cooperare con i Consigli pastorali:

 

“La collaborazione dei Consigli con i Pastori deve sempre svolgersi nello        spirito di comune sollecitudine per il bene dei fedeli.”

 

Cooperazione anche con le diverse comunità di apostolato, che devono pure tra loro collaborare, senza rivalità, per realizzare “un programma comune”, sotto la direzione dei pastori”, dove abbia un ruolo rilevante la catechesi per gli adulti, l’esperienza sacramentale, l’attenzione ai bambini, ai giovani e alle ragazze che partecipano alla liturgia. Ciò può portare frutti per le vocazioni sacerdotali e religiose.

 

Il Papa ha invitato i vescovi anche a mantenere “un contatto vivo” con i movimenti di evangelizzazione, perché sappiano operare secondo il carisma riconosciuto loro dalla Chiesa e si guardino dalla chiusura verso la realtà che li circonda. Se molti di questi movimenti hanno stretto legami con Chiese non cattoliche, i presuli debbono indicare loro la via corretta dell’ecumenismo.

 

“Esso deve sempre consistere nella ricerca della verità e non dei facili compromessi che possono portare i movimenti cattolici a perdere la propria identità.

 

Attenzione deve essere data anche ai laici che si associano in vario modo o su base professionale, specie a quanti si dedicano all’arte della politica, e “che non possono rimanere privi di aiuto da parte della Chiesa”:

        

Si tratta qui, in modo particolare, dell’aiuto a prendere coscienza della loro identità cristiana e dei valori morali universali che si fondano nella natura dell’uomo, così da impregnarsi, in base a una retta coscienza, a trasfonderli negli ordinamenti civili, in vista dell’edificazione di una convivenza rispettosa dell’uomo in ogni sua dimensione.”

 

Infine la raccomandazione ad apprezzare e valorizzare l’impegno dei laici nel volontariato, che si va diffondendo nel mondo di oggi, e ad “accettare con apertura e benevolenza, anche se sempre con la dovuta prudenza, quei laici che sono disposti a lavorare nelle missioni”.

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IN UDIENZA DAL PAPA LA DELEGAZIONE AUSTRIACA DI ÈFERDING,

DAI CUI BOSCHI PROVIENE L’ALBERO DI NATALE, CHE OGGI POMERIGGIO

VERRA’ INAUGURATO IN PIAZZA SAN PIETRO CON IL RITO DELL’ACCENSIONE

 

L’albero di Natale “segno e richiamo” della “sfolgorante luce divina” che Gesù Bambino ha portato all’umanità. Così, Benedetto XVI ha accolto il dono dell’imponente abete austriaco che da qualche giorno troneggia in Piazza San Pietro e che oggi pomeriggio verrà inaugurato con il tradizionale rito dell’accensione. Il Papa ha ricevuto in udienza un gruppo di pellegrini dell’Alta Austria – zona da dove proviene l’albero – ed ha salutato con grande cordialità le autorità civili insieme con l’attuale vescovo di Linz, Ludwig Schwarz, alla guida della delegazione. Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

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L’annuncio del prossimo Natale riecheggia in questi giorni di Avvento come la promessa di un dono di pace e di amore e l’albero di Natale è un simbolo della gioia e della luce che la nascita di Gesù porta con sé. E’ questo, in sintesi, il messaggio che Benedetto XVI ha rivolto ai pellegrini del Comune austriaco di Eferding, dai cui boschi proviene l’albero di Natale installato in Piazza San Pietro. “Grazie, cari amici per questo grande albero e per gli altri più piccoli  che andranno ad ornare il Palazzo Apostolico e vari ambienti del Vaticano”, ha detto il Papa, che ha più volte interrotto il discorso ufficiale per ribadire il proprio legame affettivo con l’Austria, cementato nei decenni passati anche da molti ricordi familiari.

 

(musica)

 

“Vorrei assicurarvi che il Papa vi è vicino e che con la sua preghiera accompagna il cammino delle comunità cristiane e dell’intero popolo d’Austria”, ha proseguito Benedetto XVI, che poi si è soffermato sul significato del 25 dicembre. “Con la sua luminosa presenza – ha affermato Benedetto XVI - Gesù ha dissipato le tenebre dell’errore e del peccato, ed ha recato all’umanità la gioia della sfolgorante luce divina, di cui l’albero natalizio è segno e richiamo. Vi auguro – ha aggiunto -  di accogliere nel vostro cuore il dono della sua gioia, della sua pace e del suo amore. Credere a Cristo significa lasciarsi avvolgere dalla luce della sua verità che dà pieno significato, valore e senso alla nostra esistenza, giacché proprio rivelandoci il mistero del Padre e del suo amore – ha concluso il Papa - Egli svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione”.

 

(musica – applausi)

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Questa sera, dunque, Piazza S. Pietro vivrà, tra le 16.00 e le 17.00, la suggestiva cerimonia dell’accensione dell’albero di Natale alla presenza delle autorità austriache, religiose e civili, nonché del cardinale Edmund Szoka, presidente del Governatorato della Città del Vaticano, del sostituto della segreteria di Stato, l’arcivescovo Leonardo Sandri, del segretario per i rapporti con gli Stati, l’arcivescovo Giovanni Lajolo, e del segretario del Governatorato della Città del Vaticano, il vescovo Renato Boccardo. Il servizio di Marina Tomarro:

 

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Un regalo speciale che profuma di pace. Cosi può essere definito il grande albero di natale che si erge  in piazza S. Pietro, arrivato quest’anno dall’Alta Austria. Infatti proprio in questo periodo ricorre il cinquantesimo anniversario del trattato di pace firmato nel 1955 dalla nazione con i  Paesi vincitori della seconda guerra mondiale. Atonia Litschka dell’amministrazione regionale dell’Alta Austria:

 

“Siamo molto contenti e anche fieri di vedere il nostro albero in Piazza San Pietro perché 50 anni fa abbiamo ottenuto la pace in Austria. Così avendo per 50 ani goduto la pace, vogliamo dire a tutto il mondo che la pace è la cosa più importante”.

 

Oltre al grande abete, sono stati donati altri 32 alberi più piccoli che abbeliscono l’appartamento pontificio, le caserme delle guardie svizzere  e gli appartamenti dei cardinali. Questi alberi sono stati decorati da diverse organizzazioni austriache di disabili. Ma in che modo hanno reagito gli ospiti  di queste case di cura nel sapere che era stato chiesto loro di fare delle decorazioni destinate al Vaticano? Josef Bauer direttore dell’Istituto St Pius collocato nella città di Eferding in Alta Austria:

 

“Con grande gioia. E’ stato anche un onore perché il Papa per noi è un vicino del nostro Paese. Conosce il nostro Paese molto bene e penso che questa sia stata una grande motivazione per noi nel fare queste decorazioni”.

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ADESIONE DELLA SANTA SEDE AL PROTOCOLLO SUI RESIDUI BELLICI INESPLOSI:

 E’ IL PRIMO STRUMENTO GIURIDICO MULTILATERALE CUI ADERISCE

DALL’INIZIO DEL PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI

 

La Santa Sede ha aderito al “Protocollo sui residui bellici inesplosi”, annesso alla “Convenzione sulla proibizione o restrizione dell’uso di certe armi convenzionali”, adottato il 28 novembre 2003. Si tratta del primo strumento giuridico internazionale a livello multilaterale al quale la Santa Sede aderisce dall’inizio del Pontificato di Benedetto XVI. L’arcivescovo Celestino Migliore, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, ha depositato nei giorni scorsi lo strumento di adesione al Protocollo presso l’Ufficio del segretario generale dell’ONU. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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“La Santa Sede – si legge nella nota del presule che accompagna il documento di adesione – è convinta che il protocollo rappresenti un ulteriore passo della comunità internazionale verso la concreta promozione della cultura di difesa della vita e della pace”. L’arcivescovo Migliore ribadisce, quindi, l’importanza di quegli sforzi che si basano sulla “dignità umana della persona e sul primato dello stato di diritto, attraverso un’onesta cooperazione di tutti i membri della comunità delle nazioni”.

 

Con l’approvazione di questo protocollo - sottolinea l’Osservatore vaticano - vengono affrontati concretamente “quei problemi collegati ai moderni conflitti armati”. E’ un documento - prosegue mons. Migliore - che “migliora l’efficacia della protezione dei civili e anche dei combattenti in situazioni di conflitto”. Certo, prosegue, “si sarebbe potuto desiderare una maggiore incisività del Protocollo” sui residui bellici. Tuttavia – conclude - la sua adesione rappresenta “un importante strumento multilaterale per il controllo delle armi per ragioni umanitarie”.

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DOMANI, LA PRIMA VISITA DI BENEDETTO XVI ALLA PARROCCHIA ROMANA

DI SANTA MARIA CONSOLATRICE A CASALBERTONE

- Intervista col parroco mons. Enrico Pomili -

 

Un ritorno da Papa nella parrocchia romana che lo vide legato a sé da giovane cardinale. Benedetto XVI sarà domani mattina alle 9:30 nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice a Casalbertone, primo atto delle tradizionali visite di un Pontefice alle parrocchie capitoline. Nel 1977, l’allora arcivescovo Ratzinger venne creato cardinale da Paolo VI proprio con il titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice a Casalbertone, titolo che mantenne fino al 1993. Gli anni trascorsi non hanno attenuato questo legame, come ricorda il parroco, mons. Enrico Pomili, intervistato da Giovanni Peduto:

 

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R. – Noi abbiamo un motivo particolare per essere contenti e grati verso il Santo Padre, perché lui non è stato soltanto un cardinale di titolo, ma si è interessato e ha avuto sempre un ottimo rapporto con la nostra comunità parrocchiale. Tutte le volte che ha potuto, è venuto a farci visita, ha presieduto celebrazioni, feste, cresime. Insomma, il suo rapporto con noi è stato molto semplice, cordiale e familiare. Questo rende la sua presenza in mezzo a noi particolarmente grata e ci fa particolarmente contenti, perché anche da parte sua lo consideriamo come un segno di attenzione verso di noi.

 

D. – Proprio dieci anni fa, Giovanni Paolo II visitava la vostra parrocchia. Quali immagini restano più impresse di quell’evento? Quali parole?

 

R. – A ripensarci, era proprio il 2 aprile del 1995. 10 anni dopo il Santo Padre, Giovanni Paolo II, è morto. Noi ricordiamo una grande manifestazione di affetto e di fede da parte della popolazione. Abbiamo fatto la celebrazione all’aperto. Certamente, le parole che il Papa dice sono sempre belle. Io vorrei ricordare un particolare nell’omelia che ha fatto il Papa, quando ha ricordato il suo fedelissimo collaboratore che era presente alla concelebrazione, il cardinale Giuseppe Ratzinger. Questo ci ha colpito, giacché l’armonia e la collaborazione tra il prefetto della Congregazione per la dottrina della Fede e il Papa era piena e totale.

 

D. – Come potrebbe definire la sua parrocchia? Quali sono le note positive, quali le difficoltà?

 

R. – Le note positive sono che il popolo segue con buona partecipazione. La collaborazione che abbiamo è ampia da parte di tanti, in tutti i campi dell’attività pastorale. Le difficoltà, poi, sono quelle che hanno tutti: il fenomeno della scristianizzazione, l’allontanamento dalla vita religiosa, in quanto sembra che Dio cominci ad essere un dimenticato, un assente, non certamente uno combattuto, ma un non considerato. Questa è un po’ la situazione generale, che troviamo dappertutto, e si rispecchia un poco anche nella nostra comunità parrocchiale.

 

D. – Come portare oggi il Vangelo ai lontani e non curare solo i fedeli che già vengono in chiesa?

 

R. -  E’ una domanda un po’ troppo difficile per poter rispondere, perché per andare dai lontani ci vogliono le persone che siano disponibili a farlo e il tempo per poterlo fare. Io credo che una delle difficoltà più grosse sia che non abbiamo questo personale che possa essere presente più attivamente e più incisivamente nel contatto con le persone.

 

D. – Cosa devono fare i cristiani oggi per essere testimoni più credibili?

 

R. – Quelli che ci credono devono vivere più intensamente, con più coerenza, la fede, non ritirarsi troppo nel privato, perché le difficoltà è vero che ci sono, le contestazioni ci sono, però una persona deve avere il coraggio della propria fede, non pensando che nel credere sia inferiore agli altri.

 

D. – Avete preparato qualche dono particolare per il Santo Padre?

 

R. – Faremo un dono, un’offerta, in denaro per le opere di carità del Santo Padre, e poi un’immagine della Madonna Consolatrice, in ricordo della nostra comunità parrocchiale.

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Ricordiamo che la nostra emittente seguirà la Santa Messa del Papa in radiocronaca diretta, a partire dalle 9.15, con commento in italiano per la zona di Roma sull’onda media di 585 kHz e sulla modulazione di frequenza di 105 MHz.

 

 

RINUNCE E NOMINE

 

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Choluteca (Honduras), presen­tata da Sua Eccellen­za Reverendissima Monsignor Raúl Corriveau, P.M.E., in confor­mità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico. Gli succede monsignor Guido Plante, P.M.E., finora vescovo Coadiutore della medesima diocesi di Choluteca.

 

Inoltre, il Santo Padre ha accolto la rinunzia, presentata per raggiunti limiti d'età, da mons. Gabriel Montalvo, arcivescovo titolare di Celene, dall'incarico di Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d'America e di Osservatore Permanente della Santa Sede presso l'Organizzazione degli Stati Americani (O.A.S.), ringraziandolo per il suo lungo servizio alla Santa Sede, ed ha chiamato a succedergli nei medesimi incarichi mons. Pietro Sambi, arcivescovo titolare di Belcastro, finora Nunzio Apostolico in Israele e Cipro e Delegato Apostolico in Gerusalemme e Palestina.

 

 

LA SITUAZIONE SOCIALE E RELIGIOSA NEI PAESI DEL CONTINENTE AMERICANO

AL CENTRO DELLA X RIUNIONE DEL CONSIGLIO DELLA SEGRETERIA GENERALE

DEL SINODO DEI VESCOVI PER L'ASSEMBLEA SPECIALE PER L'AMERICA

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

La situazione della società nei diversi Paesi del continente americano alla luce degli orientamenti pastorali della Ecclesia in America è stata al centro della X riunione del consiglio della segreteria generale del Sinodo dei vescovi per l’assemblea speciale per l'America, tenutasi nei giorni scorsi. Un comunicato della segreteria del Sinodo dei vescovi per l’America sottolinea che “oltre a fattori positivi, come la maggiore coscienza dell’uguale dignità di ogni persona umana, della promozione della famiglia e della cultura della vita, della necessità di superare la grave sproporzione tra i molti poveri e i pochi ricchi, di combattere la disoccupazione, di perseguire la pace sociale, ci sono fenomeni che lasciano perplessi circa il futuro del grande continente: l’instabilità politica ed economica, il traffico di droga e di armi, l’invasione delle sette e di una cultura spesso contraria ai valori del Vangelo”.

 

 I presuli si sono anche soffermati sulle conclusioni dell’undicesima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, presieduta dal Papa, svoltasi in Vaticano - dal 2 al 23 ottobre scorso - sul tema L’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa. Nel contesto della celebrazione dell’Anno dell’Eucaristia, prosegue la nota, ciò che “interessa maggiormente i vescovi è la necessità di proseguire, con rinnovato impegno, ad educare la comunità ecclesiale alla fede e alla testimonianza convinta del Signore risorto anche in ambienti non sempre favorevoli”.

 

Un’opera di evangelizzazione, si legge ancora, che richiede di “attenersi alla dottrina della Chiesa e in particolare all’insegnamento dell’Esortazione apostolica post sinodale Ecclesia in America”. Nell’incontro, si è inoltre discusso dell’applicazione del documento, “soprattutto in riferimento ad un senso più profondo di fraternità tra le parrocchie delle varie parti dell’America, all’animazione missionaria, alla vita eucaristica, al senso del mistero e all’attesa del documento pontificio post sinodale sull’Eucaristia nella vita e nella missione della Chiesa”. I vescovi dell’America hanno poi preso “maggiore consapevolezza dell’urgenza di una pastorale delle vocazioni sacerdotali”. La prossima riunione dell’assise sinodale avrà luogo dal 2 al 3 ottobre 2006.

 

 

LA SALVAGUARDIA DEI DISCORSI E DEI TESTI DEL SANTO PADRE E DELLA SANTA SEDE

 E LA TUTELA DEI DIRITTI D’AUTORE SUGLI SCRITTI DELL’ALLORA CARDINALE JOSEPH RATZINGER OGGETTO DI TRE GIORNI DI STUDIO A ROMA

- A cura di Tiziana Campisi -

 

Allo scopo di studiare il Decreto e il Comunicato dello scorso 31 maggio con i quali il cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha affidato alla Libreria Editrice Vaticana la salvaguardia dei discorsi e dei testi del Santo Padre e della Santa Sede e la tutela dei diritti d’autore sugli scritti del cardinale Joseph Ratzinger, si sono svolti a Roma tre giorni di studio. L’incontro, alla Domus Sanctae Marthae in Vaticano, ha riunito gli Editori italiani e internazionali dell’allora professore / cardinale Joseph Ratzinger e la Libreria Editrice Vaticana. Sono stati chiariti, anzitutto, gli aspetti legali e giuridici della tutela del diritto d’autore con gli interventi e le relazioni dell’avvocato Carmine Stingone e del padre gesuita Joseph Fessio, fondatore della Ignatius Press. Oltre ai Direttori Editoriali ed ad esperti delle 15 Case Editrici provenienti da Germania, Austria, Svizzera, Italia e Stati Uniti, ha partecipato anche Padre Stephan Horn, Presidente di Ratzinger Schülerkreis.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Prima pagina - "Dalla parrocchia al volontariato un laicato pronto a correre in aiuto dei bisognosi ovunque essi siano": l'udienza di Benedetto XVI al terzo gruppo di Vescovi della Polonia in visita "ad limina". 

 

Servizio vaticano - L'udienza del Papa al pellegrinaggio dell'Alta Austria per il dono dell'albero di Natale in Piazza San Pietro: l'albero di Natale - ha ricordato il Santo Padre - è segno e richiamo della gioia recata all'umanità dalla sfolgorante luce di Cristo

 

Servizio estero - Dichiarazione: "La Santa Sede aderisce al protocollo sui residui bellici inesplosi, annesso alla Convenzione sulla proibizione o restrizione dell'uso di certe armi convenzionali che possono essere considerate eccessivamente dannose o avere effetti indiscriminati".  

Unione Europea: raggiunto un accordo sul bilancio al termine di una difficile trattativa; concluso il vertice a Bruxelles tra i Capi di Stato e di Governo. 

 

Servizio culturale - Un articolo di Susanna Paparatti dal titolo "Il 'ladro del sole' e la sua capacità di cogliere ogni respiro della natura": oltre cento pitture di Fracesco Lojacono esposte alla Civica Galleria d'Arte Moderna di Palermo.

 

Servizio italiano - In primo piano la vicenda di Bankitalia: si cercano vie d'uscita con un'intesa tra i poli; martedì il Consiglio dei Ministri in seduta.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

17 dicembre 2005

 

 

IL CARDINALE POUPARD RICORDA JULIAN MARIAS: UNA DELLE FIGURE DI SPICCO

DELLA INTELLETTUALITÀ IBEROAMERICANA. E’ DECEDUTO A MADRID IL 15 DICEMBRE

- Servizio di padre Ignacio Arregui -

 

E’ morto a Madrid, il 15 dicembre, all’età di 91 anni, lo scrittore e filosofo Julian Marias. Autore di un gran numero di libri, studi, articoli è stata una delle personalità più conosciute della cultura spagnola degli ultimi anni. Nato a Valladolid il 17 giugno 1914, ha fatto gli studi di filosofia all’Università di Madrid nel periodo 1931-1936. E’ stato discepolo di alcuni tra i massimi esponenti della cultura spagnola come Ortega y Gasset e Zubiri. Dopo la guerra civile spagnola del 1936-1939, ha subito la prigionia per alcuni mesi e più tardi, a causa del suo passato politico, gli fu impedito di esercitare il magistero nell’Università. Nel 1941 ha sposato la professoressa e scrittrice Dolores Franco Manero. Lo stesso anno, ha pubblicato la prima edizione di quella che sarebbe stata la sua opera più conosciuta e diffusa: “Historia de la filosofia”. Nel 1964 viene chiamato a far parte della Real Academia de la Lengua Espanola e nel 1977 il Re di Spagna lo fa Senatore. Giovanni Paolo II lo nomina nel 1982 membro del Pontificio Consiglio della Cultura, organismo appena creato dal Sommo Pontefice. E nel 1996 riceve il prestigioso premio intitolato al Principe delle Asturie, per la Comunicazione e l’Umanità. Il premio lo condivide con il maestro del giornalismo italiano Indro Montanelli. La Giuria del Premio consacra Julian Marias come “una fra le figure di maggior spicco dell’intellettualità iberoamericana del secolo”. Julian Marias ha partecipato personalmente in numerose attività del Pontificio Consiglio della Cultura. Il cardinale Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio, ricorda oggi con sentimenti di amicizia e di ammirazione l’intellettuale, l’umanista e il credente:

 

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Contava molto ed è divenuto anche un mio stretto amico. Contava molto perché per me la cultura che si esprime in lingua castigliana è una parte grande dell’eredità della nostra cultura cristiana, del nostro umanesimo. Ammiravo in lui il fatto che quando lo portavo a qualche convegno aveva sempre una espressione limpida, cioè il pensiero profondo espresso in modo pedagogico e anche con calore umano. E’ stato un vero umanista cristiano del nostro tempo ed ha affrontato chiaramente le tematiche più scottanti, ma sempre con grande rispetto degli altri. Per me questa è stata una collaborazione esemplare e mi rimane un vuoto nel cuore.

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Julian Marias, per i suoi interessi personali nell’ambito della cultura e per i suoi impegni nel Pontificio Consiglio della Cultura, è stato ospite a Roma e in Vaticano molte volte. Il giornalista Antonio Pelayo lo ha intervistato in quelle occasioni. Oggi sottolinea alcuni aspetti della sua personalità:

 

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R. - Ho sempre ammirato molto in lui la coerenza da grande intellettuale, da grande pensatore, ma che nello stesso tempo prestava molta attenzione a fenomeni un po’ più leggeri. Ad esempio, come tutti sanno, era un grande amatore di cinema, scriveva articoli di critica cinematografica per un grande periodico spagnolo e dava al cinema una dimensione ed una importanza che forse altri intellettuali non davano, meno consapevoli di che cosa il cinema e i mass media rappresentano oggi nella nostra cultura. E tutto questo lo faceva con una grande coerenza. Devo dire poi che non ha mai perso il pizzico di ironia che hanno sempre gli intellettuali perché loro sono molto più coscienti di noi della nostra precarietà, anche quando noi esprimiamo giudizi considerati importanti o seri. Era un uomo veramente molto attraente da questo punto di vista, ed anch’io mi precipitavo ogni volta che veniva a Roma per poterlo intervistare e godere della sua conversazione amena e ricchissima. E poi c’era sempre questa sensibilità di uomo di fede, che vede la fede come qualcosa che dà un substrato alla cultura.

 

D. – Julian Marias ha pubblicato tanti scritti di ogni genere, libri, saggi, commenti, che cosa metterebbe in risalto della produzione scritta del filosofo Julian Marias?

 

R. – Effettivamente è una produzione vastissima. Si tratta di tanti libri, saranno decine e decine di libri. Ma evidentemente tra questi numerosi libri emerge quello che ha fatto un po’ la storia in Spagna: la sua famosa Storia della filosofia, di cui sono state fatte numerosissime edizioni, che si vendevano quasi  come il pane, perché era un libro che, pur non perdendo niente del suo rigore intellettuale e scientifico, aveva il dono di esprimere i concetti della filosofia, che non sono sempre facili, in modo accessibile a tutti. E  anche quelli che non dovevano per motivi di studio leggere questo tipo di libri, erano in gradi di leggerlo. Ha poi scritto di tutto. Come il suo maestro Ortega y Gasset, è stato un grande divulgatore delle idee scientifiche e filosofiche dello scorso secolo. In tutta la sua produzione c’era anche lo spessore del credente che esprimeva la sua fede senza fare inutili proclami, ma mettendo chiaramente in evidenza che chi scriveva e pensava era un cristiano.

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IL VANGELO DI DOMANI

 

 

Domani 18 dicembre, 4a Domenica di Avvento, la Liturgia ci presenta l’Annunciazione. L'angelo Gabriele  annuncia a Maria che concepirà un figlio, lo chiamerà Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo;  Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine.  Allora Maria dice:

 

 «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. 

 

Su questo brano evangelico ascoltiamo il commento del teologo gesuita padre Marko Ivan Rupnik:

 

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Per far passare la Parola nella realtà della vita, l’antichità ha conosciuto diversi vie, come la magia o il destino, per esempio. I tempi moderni, elaborando sistemi di teorie complesse, hanno inevitabilmente creato diverse forme di moralismi. La novità radicale del Vangelo è che la parola assume il corpo, entra nella storia per trasfigurarla attraverso l’accoglienza personale. La Vergine Maria è una risposta di amore all’amore di Dio. Essendo piena di grazia, apre tutta la sua persona alla parola di Dio che Lei ama. E la sua accoglienza diventa un tessere la carne al Verbo. Il passaggio dalla parola alla concretezza della vita che diventa conforme a questa parola, è però opera dello Spirito Santo che dona l’amore e l’amore trasforma la vita. C’è un momento di universale solitudine di Maria con il verbo, dopo che l’Angelo partì da Lei. L’amore prevede anche la solitudine che si fa densa di presenza.

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CHIESA E SOCIETA’

17 dicembre 2005

 

 

IL VESCOVO DI DILI, MONS. ALBERTO RICARDO, SCRIVE AL SEGRETARIO GENERALE DELL’ONU KOFI ANNAN. CHIEDE L’ISTITUZIONE DI UN TRIBUNALE INTERNAZIONALE CHE GIUDICHI I CRIMINI COMMESSI A TIMOR EST DURANTE L’OCCUPAZIONE INDONESIANA

 

TIMOR EST. = Da Dili una lettera del vescovo Alberto Ricardo al segretario generale dell’ONU, Kofi Annan. Il presule torna a chiedere un tribunale internazionale per giudicare i crimini commessi a Timor Est durante l’occupazione indonesiana dal 1976 al 1999. Nella lettera, riferisce l’agenzia MISNA, il presule ribadisce la posizione della comunità cattolica “sull’importanza della giustizia per il popolo est-timorese e per la nostra giovane e fragile democrazia”. Monsignor Ricardo ha avuto parole critiche nei confronti della Commissione per l’accoglienza, verità e riconciliazione (Cavr), istituita da alcuni mesi per risolvere il contenzioso tra Timor Est e Indonesia. “La riluttanza dei capi politici a divulgare il rapporto della Commissione – ha detto – sono la prova che vogliono nascondere la verità e assicurarsi che non siano indicati colpevoli per le atrocità commesse tra 1976 e 1999”. In questi anni due tribunali si sono occupati delle violenze del 1999 costate la vita a 1.500 abitanti dell’ex colonia portoghese, la distruzione del 75% delle infrastrutture e l’esodo forzato di 250.000 est-timoresi: la corte ‘ad hoc’ istituita a Giakarta ha condannato solo due civili est-timoresi e prosciolto militari e politici di nazionalità indonesiana, mentre quella di Dili, costituita dall’ONU, ha condannato 74 responsabili, ma altri 303 presunti criminali restano latitanti. (T.C.)

 

 

INDONESIA: CRISTIANI E MUSULMANI DELLE SULAWESI CHIEDONO UN’INCHIESTA

 INDIPENDENTE SULLE VIOLENZE CHE A POSO, NEL 2000, HANNO CAUSATO LA MORTE

 DI MIGLIAIA DI PERSONE. TRE I CATTOLICI CONDANNATI A MORTE

 

JAKARTA. = Esponenti delle comunità musulmana e cristiana di Poso si sono recati a Jakarta, alla sede centrale del Nahdlatul Ulama Nu, la più grande organizzazione islamica del Paese, per incontrare Kiai Haj Hasyim Muzadi, presidente del Nu e noto attivista per il dialogo interreligioso. Lo scopo, come riferisce l’agenzia AsiaNews, è chiedere una Commissione investigativa indipendente che raccolga prove sulle cause delle violenze del 2000 a Poso che hanno causato la morte di migliaia di persone. Tre i cattolici condannati a morte per quegli scontri: Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu. Il mese scorso Tibo ha dichiarato che dietro i fatti di Poso vi sono almeno 16 persone, tra cui alcuni funzionari governativi. Il reverendo Rinaldy Damanik, presidente del Sinodo delle chiese delle Sulawesi centrali, e il musulmano Adnan Arsal, presidente del Forum della fratellanza islamica di Poso, sottolineano che la task force speciale istituita dal governo per indagare sul conflitto di Poso non è ancora riuscita a fornire i nominativi dei coinvolti. “Rispettiamo il lavoro di questa squadra - spiega Arsal - ma chiediamo al governo centrale di incoraggiare la partecipazione di vari gruppi, inclusi i leader religiosi, nell’affrontare questo grande enigma”. Per il reverendo Damanik una Commissione indipendente aiuterebbe anche la popolazione ad avere una comprensione più profonda dei fatti: “Finora sono stati spiegati sulla base di problemi sociali; la gente così ha pensato che tutto derivava da una questione religiosa”. (T.C.)

 

 

OLTRE 500 FEDELI CELEBRANO IN CINA I CENTO ANNI DELLA PARROCCHIA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE NEL VILLAGGIO DI DON XIAO YANG ZHUAN

 

JI NAN. = Oltre 500 fedeli, in Cina, hanno partecipato ieri alla solenne liturgia per i cento anni di fondazione della parrocchia dell’Immacolata Concezione nel villaggio di Don Xiao Yang Zhuan, della diocesi di Ji Nan. La Messa, come riferisce l’agenzia Fides, è stata concelebrata da 26 sacerdoti. Durante l’omelia il parroco ha ripercorso i cento anni vissuti con grande perseveranza dai parrocchiani. Al termine della celebrazione si è svolta una processione eucaristica. Il Vicariato Apostolico di Ji Nan è stato fondato nel 1839 come missione francescana. Elevato ad Arcidiocesi nel 1946, cinque anni dopo contava 91 sacerdoti (tra cui 57 stranieri), 85 religiose (46 straniere), più di 2.000 parrocchie (48 con sacerdote residente), un seminario maggiore regionale e un seminario minore. Dopo la rivoluzione culturale, secondo le statistiche fornite da “Guide to the Catholic Church in China” del 2000, le diocesi sotto la giurisdizione dell’Arcidiocesi di Ji Nan erano 11, i sacerdoti 27, più di 100 le religiose, 38.000 i fedeli, 58 le chiese, 3 le congregazioni femminili. (T.C.)

 

 

ARRIVA OGGI A ROMA LA “LUCE DELLA PACE”. SARÀ ESPOSTA FINO ALL’8 GENNAIO

 NELLA CHIESA DI SANTA MARIA IN ARA COELI. MERCOLEDÌ, ALL’UDIENZA GENERALE, UNA DELEGAZIONE DI SCOUTS LA CONSEGNERÀ AL PAPA

 

ROMA. = Giunge oggi a Roma la “Luce della Pace”, accesa nella chiesa della Natività di Betlemme, come simbolo di fratellanza nel mondo. La fiaccola arriverà da Trieste in treno, quindi una delegazione di scout delle varie associazioni del Lazio la porterà in Campidoglio. Alle 16.30 il sindaco di Roma, Walter Veltroni, accenderà un tripode con la “Luce della Pace”. In Campidoglio tutto lo scoutismo laziale, con i suoi giovani ed i suoi adulti, accoglierà la "Luce della Pace" per poi portarla nelle proprie sedi, nei quartieri, negli ospedali, nelle case di cura, nelle carceri, nelle comunità di recupero. Nella chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, dove sarà collocato il tripode, questa sera si svolgerà una veglia. La “Luce della Pace” rimarrà accesa fino all’8 gennaio. Lunedì, alle 10.00, la Luce della Pace sarà consegnata a 19 scuole romane in rappresentanza dei Municipi della città; saranno presenti circa 600 alunni. Mercoledì, durante l’udienza generale, 2700 scouts porteranno la Luce di Betlemme per la Pace a Benedetto XVI. (T.C.)

 

 

ALCUNI BAMBINI DI KAMPALA VISITANO I LORO COETANEI DEL NORD UGANDA VITTIME DELLA VIOLENZA DELLA GUERRIGLIA. NEI CAMPI DEGLI SFOLLATI HANNO PORTATO

PER LORO VESTIARIO E CIBO

 

GULU. = I bambini dell’Arcidiocesi di Kampala, capitale dell’Uganda, hanno espresso la loro solidarietà ai loro coetanei che hanno sofferto a causa delle violenze dei guerriglieri del Lord’s Resistance Army (Esercito di Resistenza del Signore LRA). In un incontro organizzato dalla Pontificia Società della Sant’Infanzia, scrive l’agenzia Fides, un gruppo di 28 bambini, in rappresentanza dell’infanzia di Kampala, si è recato nei campi dove sono alloggiati gli sfollati nei distretti di Lira e Gulu, nel nord Uganda. Numerosi i minori ancora privi di cibo, vestiario e di un alloggio adeguato. I bambini, che provenivano da scuole di diverse zone di Kampala, hanno donato ai loro compagni più sfortunati vestiti, scarpe, cibarie e hanno assicurato le loro preghiere per il ritorno della pace nei distretti settentrionali ugandesi. Il gruppo ha visitato i campi di Aloi e Akanyi, nel distretto di Lira, e quelli di Palenga, Koro Lapainat e Unyama nel distretto di Gulu. La delegazione si è quindi recata presso l’ospedale di Lacor, dove durante la notte si raccolgono i bambini per sfuggire ai raid condotti dalla guerriglia nei villaggi circostanti. Il Direttore della Pontificia Opera Missionaria della Sant’Infanzia, padre Augustine Lukenge, e suor Mary Fortunate Nakitto, che hanno accompagnato la delegazione, hanno sottolineato che i bambini da tempo volevano visitare i loro contenei del Nord Uganda che soffrono a causa della guerra che dura da 20 anni. Dal 1986, infatti, il nord Uganda è sconvolto dalla guerriglia del LRA. Formato soprattutto da membri dell’etnia Acholi, l’LRA combatte contro l’attuale presidente Yoweri Museveni che ha preso il potere nel 1986 rovesciando una giunta militare formata in gran parte da ufficiali Acholi. In circa 20 anni di guerra oltre 35 mila bambini sono stati rapiti per essere arruolati a forza nelle fila della guerriglia. (T.C.)

 

 

NEL 2005 L’UFFICIO BREVETTI EUROPEO HA CONCESSO

100 BREVETTI SU PIANTE, OLTRE 40 SU ANIMALI E CIRCA 200 SU GENI UMANI.

UNA CIFRA RECORD MAI REGISTRATA PRIMA IN UN SOLO ANNO.

LA DENUNCIA DI GREENPEACE: “LA CORSA AL BREVETTO SUL VIVENTE DEVE FINIRE”

 

MONACO. = L’associazione ambientalista Greenpeace ha denunciato ieri a Monaco, all’Ufficio Europeo Brevetti, il tentativo della società Monsanto di brevettare diverse razze di maiali. Attivisti dell’associazione hanno portato alla sede dell’Epo (Ufficio Europeo Brevetti) un cesto con dei maialini, chiedendo all’Ufficio di rigettare la richiesta della multinazionale. I maialini sono della razza Schwaebisch Haellische, una di quelle che sarebbe oggetto di brevetto, ma che è stata selezionata in Germania fin dal 1820. “Il maiale non è un’invenzione. La Monsanto vuole derubare in questo modo gli allevatori. Ha richiesto 12 brevetti, elencando caratteristiche genetiche che sono comuni a quasi tutte le razze europee di maiali e pretendendo che i maiali con queste caratteristiche sono invenzioni della multinazionale!”: è quanto ha dichiarato Federica Ferrario, responsabile per gli Ogm (organismi geneticamente modificati) di Greenpeace. “Nel corso del 2005 sono stati concessi dall’Ufficio Europeo Brevetti oltre 100 brevetti su piante, oltre 40 su animali e circa 200 su geni umani. Una cifra record, che non si era mai registrata prima in un solo anno. La corsa ai brevetti sul vivente deve finire!”, ha affermato Ferrario. (R.G.)

 

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24 ORE NEL MONDO

17 dicembre 2005

 

 

 

- A cura di Eugenio Bonanata -

                                    

I capi di Stato e di governo dell'Unione europea hanno raggiunto faticosamente questa notte un accordo sulle prospettive finanziarie dell’Unione per i prossimi sette anni. Il via libera al termine di un giro di tavola da parte dei leader dei Venticinque, che hanno aderito alla bozza di mediazione dalla presidenza britannica. Il servizio nostro servizio:

 

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L’accordo è stato “estremamente difficile” per il presidente di turno dell’Unione, Blair, ma consente adesso all’Europa di “andare avanti nella giusta direzione”. La proposta britannica, fortemente sostenuta dal cancelliere tedesco, Merkel, prevede un leggero aumento del budget comunitario, dall’1,03 % all’1,045 % del Pil dell’Unione, per una spesa complessiva pari a 862,3 miliardi di euro. Altro punto centrale è poi quello dello sconto britannico. In questo Blair ha ceduto alle richieste avanzate un pò da tutti a Bruxelles. Uno sforzo che in pratica impegna Londra, come gli altri Paesi, a sostenere le spese di allargamento. In particolare la Gran Bretagna rinuncerà in sette anni a 10,5 miliardi invece di 8 come aveva detto inizialmente. “Non sarebbe ragionevole – ha spiegato il leader britannico ai giornalisti del suo Paese che lo criticavano - che tutti gli altri Paesi più ricchi pagassero per l’allargamento e noi no”. Se non si fosse raggiunta un'intesa, ha poi aggiunto Blair, "avremmo rovinato i rapporti  con i Paesi nuovi membri dell'Ue e con il nuovo governo tedesco". Soddisfazione è stata espressa dai rappresentanti italiani, Fini e Berlusconi. “Un buon accordo per il futuro dell'Europa", ha affermato il cancelliere tedesco Merkel. Al coro si unisce anche il presidente francese  Chirac per il quale così all’Europa si danno i mezzi per finanziare le sue ambizioni. Per il presidente della commissione Ue, Barroso,"è un segnale molto importante che evita la paralisi”. Restano ancora molti aspetti del bilancio da perfezionare e non bisogna dimenticare, inoltre, che il documento deve essere rivisto dall’Europarlamento.

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In Italia occhi puntati sul prossimo consiglio dei ministri che, secondo quanto dichiarato dal premier Berlusconi, sta studiando una soluzione che acceleri la fine del mandato del governatore di Bankitalia, Antonio Fazio. Dal ministro dell’economia Tremonti l’invito al governatore a fare un passo indietro.  Il centrosinistra chiede espressamente le dimissioni. Fazio avrebbe rivelato informazioni riservate all’ex amministratore delegato della Banca popolare italiana, Gianpiero Fiorani, arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulla scalata ad Antonveneta. Sulla vicenda, ieri è intervenuto anche il presidente della Banca Centrale Europea, Jean Claude Trichet, per il quale se vengono confermate le accuse si configurerebbe una violazione del codice etico di condotta che i membri del Consiglio direttivo della Bce hanno sottoscritto. Dal canto suo Fazio si è detto assolutamente tranquillo per aver sempre operato nel rispetto della legge.

 

Ad Hong Kong domani calerà il sipario sul vertice dell’Organizzazione Mondiale per il Commercio, caratterizzato da un elemento di novità: il compattamento di tutti i Paesi in via di sviluppo. Resta difficile un accordo finale sui sussidi agricoli anche se si prevedono ulteriori negoziati prima della conclusione del vertice. Un’intesa è stata trovata, inoltre, sui sussidi all’export agricolo che dovranno essere eliminati a partire dal 2010, mentre il 2006 è il termine fissato dai Paesi sviluppati per eliminare quelli all’export del cotone. Si segnalano infine scontri tra la polizia e manifestanti che hanno forzato i blocchi per raggiungere le porte del centro congressi dove si svolge il vertice Wto. Al momento sono 20 i feriti.

 

Lungo colloquio telefonico ieri sera tra il segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan ed il presidente degli Stati Uniti Bush, che domani sera parlerà alla nazione in televisione. Al centro della chiacchierata le elezioni irachene che hanno rappresentato un esempio di democrazia per la mancanza di violenze e l’alta affluenza al voto. Nel Paese iracheno prosegue intanto lo spoglio delle schede, ma per i risultati bisogna attendere almeno un paio di settimane. Sul terreno non mancano tuttavia gli episodi violenza. Quattro bambini e un militare iracheno sono stati uccisi in un attacco della guerriglia avvenuto a Parwana, nella valle occidentale dell'Eufrate.

 

Doppio colpo alla strategia dell’amministrazione Bush per combattere il terrorismo. Ieri il Senato ha bloccato il rinnovo del Patriot Act, proprio nel giorno in cui il New York Times ha rivelato che il capo della Casa Bianca ha autorizzato la più grande agenzia d’Intelligence degli Stati Uniti a spiare le comunicazioni dei cittadini americani senza chiedere l’autorizzazione dei giudici. Da New York Paolo Mastrolilli:

 

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Il Patriot Act è la legge che fu approvata dopo l’11 settembre 2001 per facilitare le indagini anti-terrorismo. E’ sempre stato criticato dai difensori dei diritti civili perché secondo loro viola la privacy e le garanzie costituzionali degli americani. Alcuni articoli sono a tempo determinato: scadono il 31 dicembre e Bush vuole renderli permanenti. La Camera ha già dato il via libera ma il procedimento si è inceppato al Senato dove i membri di entrambi i partiti chiedono più protezione per i cittadini. Ieri il leader dell’aula, Bill Frist, ha forzato un voto per interrompere il dibattito e rinnovare la legge ma ha fallito. L’offensiva dei rivali della Casa Bianca è stata aiutata da un articolo, uscito sul New York Time, secondo cui nel 2002 Bush ha autorizzato la National Security Agency a spiare le conversazioni telefoniche e le email scambiate dai cittadini americani con l’estero. La legge vieta alle agenzie USA di compiere queste attività di intelligence dentro i confini nazionali, senza l’autorizzazione di un tribunale. Ma il Presidente ha firmato una direttiva per scavalcare la corte in situazione urgenti. Questa pratica ha fruttato risultati, ad esempio portando all’arresto di un camionista dell'Ohio, che progettava di far saltare il ponte di Brooklyn. Migliaia di americani innocenti, però, sono finiti sotto controllo e ciò ha scatenato lo scandalo.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli

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Forte affermazione del movimento islamico Hamas, ai danni di al Fatha, alle elezioni locali palestinesi. La prospettiva che il successo di Hamas possa confermarsi anche alle prossime elezioni legislative, preoccupa fortemente Israele visto che il movimento si oppone ad ogni forma di dialogo. Peraltro il primo ministro israeliano, Sharon, ha già escluso qualsiasi incontro sull’ipotesi di uno stato palestinese fin quando il presidente Abu Mazen non avrà disarmato le milizie armate, tra le quali Hamas è la più consistente. A rendere ancora più incerta la prospettiva di una ripresa dei colloqui di pace, ci sono i perduranti atti di violenza. Ieri un colono ebreo è stato ucciso e altri due feriti in Cisgiordania in un’azione rivendicata dalla Brigata dei Martiri di al-Aqsa e dalla Jihad islamica.

 

Promulgata in Iran una legge secondo la quale il Paese potrebbe sottrarsi ad un regime rafforzato di controllo delle sue attività nucleari e riprendere l’arricchimento dell'uranio se la questione che lo riguarda sarà portata davanti al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Il presidente Ahmadinejad  - scrive l’agenzia Fars - ha dato ordine all'Organizzazione iraniana dell'energia atomica di essere pronta ad applicare il provvedimento.

 

Nella Repubblica Democratica del Congo, ieri sono scoppiati  gravi disordini nella capitale Kinshasa, nel corso di una manifestazione di proteste per il referendum costituzionale di domani. Diversi i feriti con la polizia che ha arrestato leader politici e sindacali. Il servizio di Giulio Albanese:

 

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Sempre ieri, il Capo dello Stato, Joseph Cabila, per la prima volta in visita a Bucavo, nella tormentata regione del Kivu meridionale, ha esortato i suoi connazionali a votare “sì” al referendum sulla costituzione, tappa essenziale verso le elezioni del 2006 per il ritorno della democrazia nel Paese. Sta di fatto che appare sempre più chiaro che la maggior parte degli aventi diritto al voto, non conosce i contenuti della nuova costituzione. Le modalità della consultazione referendaria sono state definite irregolari e partigiane, a causa della proliferazione di versioni, a volte in contraddizione tra loro, della nuova carta incostituzionale in circolazione nel Paese.

 

Per la Radio Vaticana, Giulio Albanese.

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In un clima disteso, diverso da quello che a giugno costrinse alle dimissioni il presidente Carlos Mesa, i boliviani si apprestano ad una storica votazione che potrebbe portare per la prima volta in America Latina, un indio autentico, alla massima carica dello Stato. Ce ne parla Maurizio Salvi:

 

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I sondaggi indicano che il leader del movimento per il socialismo Evo Morales è in chiaro vantaggio rispetto al candidato conservatore Jorge Quiroga detto 'Tuto'. In caso di vittoria con meno del 50 per cento più uno dei voti, è il Parlamento che dovrà scegliere il nuovo presidente e se in tre votazioni non si troverà un consenso, alla quarta si dovrà ratificare la vittoria del candidato più votato. E la prospettiva di un successo di Morales, conosciuto leader della federazione dei coltivatori di coca del Chapare, preoccupa gli Stati Uniti che, attraverso il dipartimento di Stato, hanno ammonito il futuro presidente boliviano. “Qualunque sia il presidente eletto domenica, ha detto il portavoce statunitense Sean McCormack, la Bolivia dovrà rispettare gli accordi firmati con noi in materia di produzione e commercio di sostanze stupefacenti. Commentando da parte sua il voto, l’arcivescovo di La Paz, Edmundo Abastoflor Montero, ha sostenuto che si rispetti la volontà del popolo espressa nelle urne e si dia vita ad un governo a maggioranza stabile che sappia dirigere con personalità il destino del proprio Paese.

 

Da La Paz, Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana.

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Si terranno il 19 marzo le elezioni presidenziali in Bielorussia, in anticipo rispetto alla scadenza naturale del mandato, in luglio. La data è stata approvata ieri all’unanimità dal parlamento della ex repubblica sovietica. Nonostante le accuse di gestione autarchica rivoltegli dall’opposizione e dai governi occidentali, il presidente in carica Alexander Lukashenko sembra intenzionato a presentare nuovamente la propria candidatura. L’appuntamento si preannuncia difficile: l’opposizione ha già promesso manifestazioni di piazza ispirate alla “rivoluzione arancione” dello scorso anno in Ucraina. A maggio, il presidente americano Bush aveva definito la Bielorussia come l’ “ultima dittatura rimasta in Europa”.

 

Guerriglieri taleban hanno attaccato una scuola nella parte meridionale dell'Afghanistan, uccidendo un bidello e uno studente. Nella stessa provincia solo due giorni fa un episodio simile ha provocato la morte di un maestro.

 

Un sisma di magnitudo 6,2 Richter ha colpito all'alba il nordest del Giappone, senza provocare vittime ne’ danni. L’epicentro del sisma è stato registrato nel Pacifico, al largo delle coste della prefettura di Miyagi. I meteorologi giapponesi non hanno lanciato alcun allarme tsunami. Il terremoto è stato maggiormente sentito nella città di Ishinomagi. 

 

 

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