RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 118 - Testo della trasmissione di giovedì 28 aprile 2005

 

 

Sommario

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                             

Benedetto XVI riceve in Vaticano alcuni cardinali e vescovi: tra questi il suo vicario per la diocesi di Roma il cardinale Camillo Ruini

 

Da oggi, presso la Libreria vaticana in Piazza San Pietro, disponibili in un fascicolo i due discorsi inaugurali di Benedetto XVI, in cui il nuovo Pontefice annuncia a tutto il mondo la verità dell’amore di Dio per ogni uomo

 

L’unità dei cristiani: priorità del Pontificato di Benedetto XVI : con noi il Primate della Comunione Anglicana, dott.  Rowan Williams, e il priore della comunità ecumenica di Bose, Enzo Bianchi

 

Lotta alla corruzione e al traffico di armi ed esseri umani. L’intervento di mons. Salvatore Pennacchio all’11.mo Congresso dell’ONU sulla prevenzione dei crimini e la giustizia penale

 

I beni culturali di interesse religioso hanno pari dignità rispetto alle altre espressioni della creatività umana e chiedono analoga tutela. L’intervento di mons. Francesco Follo all’UNESCO.

 

IN PRIMO PIANO:

Il Consiglio d’Europa boccia una risoluzione sull’eutanasia: ai nostri microfoni mons. Elio Sgreccia

 

Il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, ha presieduto ieri sera nel Duomo la Messa di ringraziamento per l’elezione del nuovo Pontefice

 

Scontri in Togo: almeno 22 morti negli ultimi due giorni. Ce ne parla un missionario italiano

 

“Fecondità nell’infertilità”: è il titolo del seminario organizzato a Roma dal Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” e dall’Università Cattolica: con noi,padre Maurizio Calipari.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Ieri in Cina arrestati sette sacerdoti cattolici

 

Assolto da ogni accusa: si conclude così dopo sette anni la vicenda giudiziaria che aveva coinvolto l’arcivescovo di Napoli, cardinale Michele Giordano, che perdona i suoi accusatori

 

A Banjul, capitale della Repubblica della Gambia, si è aperta la 37.ma Sessione ordinaria della Commissione africana dei diritti dell’uomo e dei popoli

 

Coltivare specie autoctone e differenziare l’alimentazione. E’ l’appello lanciato da un gruppo di scienziati e ricercatori per combattere la fame nel sud del mondo

 

Nel 2004, il valore delle esportazioni autorizzate di armi italiane è cresciuto del 16% rispetto al 2003, arrivando a 1, 5 milioni di euro.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq il Parlamento dà la fiducia al nuovo governo

 

Storica visita del presidente russo Putin in Israele

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

28 aprile 2005

 

 

BENEDETTO XVI HA RICEVUTO STAMANE IN UDIENZA ALCUNI CARDINALI E VESCOVI

 

Benedetto XVI ha ricevuto stamane in udienza nello studio dell’Aula Paolo VI in Vaticano alcuni cardinali e vescovi: il cardinale Camillo Ruini, suo  vicario generale  per la diocesi di Roma;  il cardinale Bernardin Gantin, decano emerito del Collegio cardinalizio; mons. Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano e presidente della Fabbrica di San Pietro.

 

Quindi il Pontefice ha ricevuto i membri della Presidenza del Consiglio episcopale per l'America Latina: il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo di Santiago del Cile, presidente dell’organismo; mons. Carlos Aguiar Retes, vescovo di Texcoco (Messico), primo vice-presidente; mons. Geraldo Lyrio Rocha, arcivescovo di Vitória da Conquista (Brasile), secondo vice-presidente; il cardinale Pedro Rubiano Sáenz, arcivescovo di Bogotà (Colombia), tesoriere; mons. Andrés Stanovnik, vescovo di Reconquista (Argentina), segretario generale.

 

 

DA OGGI, PRESSO LA LIBRERIA INTERNAZIONALE “GIOVANNI PAOLO II”

IN PIAZZA SAN PIETRO, DISPONIBILI, IN UN FASCICOLO, I DUE DISCORSI INAUGURALI

DI BENEDETTO XVI, IN CUI IL NUOVO PONTEFICE ANNUNCIA A TUTTO IL MONDO

LA VERITA’ DELL’AMORE DI DIO PER OGNI UOMO

 

Da questo pomeriggio saranno disponibili nella Libreria Internazionale “Giovanni Paolo II” in Piazza San Pietro, i due discorsi inaugurali del Pontificato di Benedetto XVI, raccolti in un agile fascicolo. Si tratta del messaggio letto nella Cappella Sistina al termine della Messa per la fine del Conclave il 20 aprile scorso, e dell’omelia della Messa per l’inizio del Pontificato domenica 24 aprile. Il fascicolo porta sulla copertina la fotografia di Benedetto XVI e sul retro il suo stemma. Ma ripercorriamo brevemente alcuni punti di questi due discorsi nel servizio di Sergio Centofanti.

 

**********

Benedetto XVI sente l’enorme peso della responsabilità che si riversa – dice – sulle sue “povere spalle”: è un compito che definisce “inaudito” e che “realmente supera ogni capacità umana”. Ma si affida totalmente a Dio, a Maria, ai Santi e alle preghiere di tutti i fedeli. “Chi crede – dice – non è mai solo”. “Scegliendomi quale vescovo di Roma – aggiunge – il Signore mi ha voluto suo Vicario, mi ha voluto pietra su cui tutti possano poggiare con sicurezza”.

 

Benedetto XVI intende proseguire lungo la via tracciata dal Concilio Vaticano II: la collegialità, l’ecumenismo, il dialogo con il mondo, l’impegno per la pace, la giustizia e la dignità di ogni essere umano. Al centro del suo servizio petrino resta comunque l’Eucaristia, “cuore della vita cristiana e sorgente della missione evangelizzatrice della Chiesa”.

 

La sua principale preoccupazione sarà quella di “proclamare al mondo intero la presenza viva di Cristo” secondo la formula proposta da San Paolo: “fare la verità nella carità”. Una carità che vuole estendersi a tutti: credenti e non credenti, ma specialmente ai poveri e ai piccoli della Terra. Tutti – afferma – siamo quella pecora smarrita che il Buon pastore cerca e insegue fin sulla croce. Il Papa chiede per sé quella “santa inquietudine di Cristo” che porta a cercare l’umanità nei deserti della povertà, della solitudine, dell’amore distrutto. Vuole annunciare al mondo intero che noi “non siamo il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di noi – afferma – è il frutto di un pensiero di Dio”. Ciascuno di noi è voluto e amato da Dio.

 

Riecheggiando Giovanni Paolo II esorta a non avere paura di Cristo: chi accoglie la sua amicizia non perde nulla “di ciò che rende la vita libera, bella e grande”. “Chi si dona a lui riceve il centuplo”. “Aprite, spalancate le porte a Cristo – ripete Benedetto XVI – e troverete la vera vita”.

**********

 

 

L’UNITA’ DEI CRISTIANI: PRIORITA’ DEL PONTIFICATO DI BENEDETTO XVI

- Intervista col Primate della Comunione Anglicana, dott. Rowan Williams

e con il priore di Bose Enzo Bianchi -

 

Benedetto XVI, in questi primi giorni del suo Pontificato, ha già affermato chiaramente che uno dei suoi impegni primari sarà quello di “lavorare senza risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di tutti i seguaci di Cristo”: “Non bastano le manifestazioni di buoni sentimenti – ha detto il 20 aprile scorso – Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e smuovano le coscienze, sollecitando ciascuno a quella conversione interiore che è il presupposto di ogni progresso sulla via dell’ecumenismo”. E in questi giorni si sono stretti intorno al nuovo Pontefice i rappresentanti delle varie confessioni cristiane: tra questi il Primate della Comunione Anglicana, l’arcivescovo di Canterbury Rowan Williams. Philippa Hitchen lo ha intervistato chiedendogli quali siano, a suo avviso, le prospettive di questo Papato sul piano ecumenico:

 

**********

R. – I WOULD SEE THERE ARE THREE FASES …

Ci sono tre fasi nella vita di Benedetto XVI. Come teologo, inizialmente in Germania, ha scritto delle cose straordinarie, positive e incredibilmente fruttuose, circa la natura della Chiesa, la natura della fede cristiana. Alcune delle cose scritte dal teologo negli anni ’70 le trovo ancora straordinariamente significative. Ho riletto recentemente degli scritti del 1976 dove descrive il modo in cui il vero Dio ha un nome e chiama le persone per nome, mentre i “falsi dei” sono numeri e trattano le persone come numeri. E’ qualcosa che vale la pena riaffrontare e a cui pensare per altri anni ancora. La seconda fase è quella in cui viene incaricato professionalmente, nel suo lavoro in Vaticano, delle definizioni dottrinali. Egli ha costantemente lottato per la chiarezza delle definizioni. Questo è stato il suo compito, questo è quello che gli è stato chiesto. Adesso gli è stato chiesto di affrontare un terzo compito. Come lo affronterà noi ancora non lo sappiamo, ma come è già stato detto ci sono dei segnali di come trovare una via, insieme agli altri, alla luce dell’enciclica di Giovanni Paolo II “Ut Unum Sint”, coinvolgendoli nel dibattito sull’esercizio del Ministero Petrino. Mi sembra che gli avvenimenti delle ultime settimane, dalla morte al funerale di Papa Giovanni Paolo II, fino all’inizio del Pontificato domenica, siano stati una sorta di anticipo di un legame di amicizia a livello mondiale che ha visto gli uomini riunirsi per adorare Dio e rendergli gloria. Di fronte alle difficoltà poste dalle definizioni dottrinali s’intravede ora una unità ad altri livelli. La mia opinione è che proprio su questo piano il Papa intenda lavorare. Questa è la mia preghiera.

**********            

 

Dunque anche sul piano ecumenico Benedetto XVI si pone in continuità con l’azione di Giovanni Paolo II. Ascoltiamo in proposito la riflessione del priore della comunità ecumenica di Bose, Enzo Bianchi, intervistato da Rosario Tronnolone:

 

**********

R. – Non solo Benedetto XVI confermerà il cammino fatto da Giovanni Paolo II, ma lo rafforzerà. Non dimentichiamo che nel passato il cardinale Ratzinger era stato sempre molto attento all’ecumenismo e al dialogo con gli ortodossi. Nel suo discorso inaugurale, addirittura ha detto che Dio sarà giudice di quello che lui farà per il cammino di comunione tra le Chiese. Mi sembra, dunque, non solo un convincimento ma anche un impegno preso davanti a Dio e poi ribadito di fronte a tutte le Chiese e le comunità cristiane. Credo che il dialogo ecumenico sarà molto rafforzato da Benedetto XVI.

 

D. – Per quel che riguarda il dialogo con le altre religioni?

 

R. – Io credo che sarà confermato. Certamente, Benedetto XVI è consapevole che c’è anche il pericolo, quello del relativismo, per il quale una religione vale l’altra. Molti gesti profetici di Giovanni Paolo II - questo lo si può dire senza nessun spirito di critica - come il gesto di Assisi, non erano stati sempre ben capiti. Si era pensato qualche volta a pregare insieme, mentre Giovanni Paolo II aveva fatto una preghiera simultanea, non una preghiera comune. Quindi, il suo cristocentrismo, la centralità di Cristo che ha Benedetto XVI potenzierà il dialogo, ma con una saldezza nella verità cristiana e nella convinzione che Gesù è davvero il Salvatore unico di tutti gli uomini.

 

D. – Benedetto XVI ha voluto anche dare come sigla del suo Pontificato il suo lavoro per la pace. In che modo si può contribuire perché la pace diventi una realtà?

R. – Occorre certamente che la pace diventi anzitutto un compito spirituale. E’ inutile che si vogliano fare azioni di pace senza essere prima uomini di pace, ricevere questo dono dal Signore e viverlo concretamente nella nostra vita quotidiana. La pace innanzitutto è un impegno spirituale. Benedetto XVI lo ribadisce. Nello stesso tempo non dimentichiamo le parole nette, chiare, che il cardinale Ratzinger ha detto in occasione della guerra nel Golfo. Il suo impegno di pace, dunque, sarà un impegno saldo, forte, chiaro.

**********   

 

 

COLLABORARE A LIVELLO INTERNAZIONALE PER ARGINARE I FENOMENI

DELLA CORRUZIONE E DEL TRAFFICO DI ARMI ED ESSERI UMANI.

L’INTERVENTO DI MONS. PENNACCHIO ALL’11.MO CONGRESSO DELL’ONU

SULLA PREVENZIONE DEI CRIMINI E LA GIUSTIZIA PENALE

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

Traffico di esseri umani e di armi, corruzione, rispetto dei prigionieri e dei minori. Quattro questioni di grande importanza per la stabilità mondiale, che la Santa Sede ha posto all’attenzione dell’11.mo Congresso delle Nazioni Unite sulla prevenzione dei crimini e la giustizia penale, conclusosi nei giorni scorsi a Bangkok, in Thailandia. Il servizio di Alessandro De Carolis.      

 

**********

La prevenzione dei crimini “non è una questione che possa essere risolta su scala locale”, ha affermato nel suo intervento al Congresso il capo della delegazione vaticana, l’arcivescovo Salvatore Pennacchio, nunzio apostolico in Thailandia. A cominciare dal traffico di esseri umani: un “flagello”, ha detto mons. Pennacchio, che condiziona e riduce in parte la possibilità di un’immigrazione regolare a causa dell’emergenza dei clandestini. Per combatterlo, ha affermato il presule, è fondamentale che i mezzi della giustizia criminale nazionale e internazionale “identifichino non solo i criminali, ma anche le vittime” di questi traffici. Analoga determinazione, ha proseguito mons. Pennacchio, va posta nella lotta alla vendita e al possesso delle armi, che fomenta, tra l’altro, la violenza terroristica. Si tratta di una questione “strettamente legata alla costruzione della pace ed è una componente chiave per un autentico sviluppo sostenibile in campo economico, ha osservato il capo della delegazione vaticana.

 

Mons. Pennacchio ha poi fatto notare la preoccupazione della Santa Sede per il fenomeno della corruzione, che – ha dichiarato – “aggredisce i valori basilari della società, il ruolo della legge e della giustizia”. Essa va affrontata a tutti i livelli: nel settore pubblico, con politiche di ampio respiro, in collaborazione con la giustizia e i mass media, per coinvolgere in cittadini in un circolo virtuoso. E anche in campo commerciale, dove la corruzione, ha scandito il nunzio apostolico, “distorce la competizione e il mercato, aumentando le sofferenze dei poveri”. Mons. Pennacchio si è dedicato quindi all’analisi dei crimini commessi in situazioni di instabilità post-bellica. L’incertezza che regna in queste circostanze trasforma le speranze della gente in “scetticismo” e “disillusione”, giacché i crimini vengono reiterati in un contesto di assenza totale o parziale di misure deterrenti e di strumenti della legalità, che andrebbero al più presto ripristinati. Infine, l’intervento del rappresentante vaticano si è concentrato sulla questione del giusto trattamento da riservare ai prigionieri e ai minori. Riferendosi alla Carta che ne sancisce i diritti, mons. Pennacchio ha chiesto “particolare attenzione” per ciò che riguarda il rispetto della loro dignità e il loro reinserimento sociale”.

**********

 

 

I BENI CULTURALI DI INTERESSE RELIGIOSO HANNO PARI DIGNITA’ RISPETTO ALLE

ALTRE ESPRESSIONI DELLA CREATIVITA’ UMANA E CHIEDONO ANALOGA TUTELA.

L’INTERVENTO DI MONS. FOLLO ALL’ESECUTIVO DELL’UNESCO

SULLA NASCENTE COSTITUZIONE CHE PROMUOVE LA DIVERSITA’

DEI CONTENUTI CULTURALI

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

L’UNESCO riconosca e ammetta nella nascente Convenzione sulla promozione della diversità dei contenuti culturali e delle spressioni artistiche anche i “beni culturali a interesse religioso”. La richiesta è stata avanzata dall’osserva-ore permanente della Santa Sede presso l’agenzia ONU, l’arcivecovo Francesco Follo, durante la Plenaria del Consiglio direttivo dell’UNESCO svoltasi ieri a Parigi. Nel definire una “felice iniziativa” quella di una Convenzione che riconosca nei differenti contenuti culturali e nelle diverse espressioni artistiche mondiali dei “fattori di sviluppo” sociale ed economico, mons. Follo ha ricordato l’affermazione di Giovanni Paolo II per cui “non è possibile ridurre la questione del pluralismo dei contenuti e delle espressioni culturali a un problema di gestione di beni e di servizi”, in una mera ottica di mercato. Le espressioni culturali, ha affermato il rappresentante vaticano a Parigi, riguardano “l’identità” stessa degli individui che le creano e c’è quindi in esse, prima di tutto, un aspetto di dignità e libertà umane che va tutelato.

 

In questo contesto, ha proseguito mons. Follo, pur non potendo certamente “ridurre la religione a un fenomeno culturale”, esiste un “rapporto vitale tra cultura e religione che non può essere negato” e che ha diritto ad essere tutelato nelle sue manifestazioni dalla Costituzione dell’UNESCO in fase di elaborazione. La Chiesa, ha concluso, considera i “beni culturali di interesse religioso” come “un veicolo di un patrimonio di valori e di sensibilità che non può essere ridotto alla sola cultura”. L’attuale mancanza di un riferimento a tali beni nel progetto dell’UNESCO è segno di una “tendenza” a considerare la religione come “una dimensione privata dell’esistenza” e non - come chiede la Chiesa – “un dovere di riconoscimento, di giustizia e di dignità di tutte le persone e di tutte le comunità umane”.

 

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina il Medio Oriente: “storica” missione di Putin in Israele; al vaglio questioni bilaterali e il rilancio del processo di pace con i palestinesi.

Sempre in prima, Consiglio d’Europa: no alla legalizzazione dell’aborto; voto dell’Assemblea.

 

Una pagina dedicata al cammino della Chiesa in Italia.

 

Nelle estere, Iraq: il nuovo governo dei Premier Jaafari ottiene la fiducia dell’Assemblea nazionale.  

 

Nella pagina culturale, un articolo di Piero Amici dal titolo “Persona, città, universalismo da Roma a Costantinopoli, a Mosca”: il XXV Seminario di studi storici dell’Università “La Sapienza” su “Diritto e religione”.

 

Nelle pagine italiane, Governo: voto di fiducia in Senato dopo il via libera della Camera.

 

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

28 aprile 2005

 

IL CONSIGLIO D’EUROPA BOCCIA UNA RISOLUZIONE SULL’EUTANASIA.

SODDISFAZIONE DA PARTE DEL PRESIDENTE DELLA PONTIFICA ACCADEMIA

PER LA VITA CHE GIUDICA INAMMISSIBILE PENSARE DI ESSERE PADRONI

DELLA VITA MA RITIENE ANCHE FONDAMENTALE ASSICURARE

TUTTA L’ASSISTENZA POSSIBILE E ALLEVIARE PIU’ POSSIBILE IL DOLORE FISICO

- Intervista con mons. Elio Sgreccia -

 

I parlamentari del Consiglio d’Europa hanno respinto ieri a Strasburgo, con 138 voti contrari e 26 favorevoli, una risoluzione che invitava i 46 Stati membri dell’organizzazione a discutere “dell’accompagnamento dei malati in fin di vita”. Sul dibattito che sta dietro a questo pronunciamento paneuropeo contro l’eutana-sia e sul valore da attribuirgli, il servizio di Fausta Speranza:

                                                                                                       

**********

La risoluzione del parlamentare svizzero Dick Marty (liberale), che era già stata ritirata dall’ordine del giorno dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a settembre 2003 e a gennaio 2004, è stata respinta ieri dopo oltre tre ore di dibattito nel corso del quale sono stati apportati ben 71 emendamenti. “L’eutanasia attiva o passiva è una realtà quotidiana e va affrontata”, ha detto Marty, spiegando che non vuole “la legalizzazione dell’eutanasia, ma semplicemente attirare l’attenzione dei governi sulla clandestinità”, affinché si avvii un “dibattito in ogni Paese”. Tra i parlamentari contrari, il britannico Kevin McNamara (SOC) ha espresso i suoi timori per le conseguenze che potrebbe provocare la liberalizzazione dell’eutanasia in Europa, sottolineando quanto ciò sia contrario ai principi garantiti dalla Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo.

 

Ricordiamo che il Consiglio d’Europa è la più vecchia organizzazione politica del continente (1949) e che è un’organizzazione distinta dall’Unione Europea dei “25”. Con la sua dimensione paneuropea, il Consiglio d’Europa si occupa di diritti dell’uomo, di orientamenti e valori culturali. Ma come valutare questo ‘no’ all’eutanasia? Lo abbiamo chiesto al presidente della Pontificia Accademia per la Vita, mons. Elio Sgreccia:

 

R. – E’ stato un segnale positivo. Vuol dire che ci sono ancora in Europa delle forze che rispettano e vogliono il rispetto della vita del malato grave, della vita del morente. E’ chiaro che c’è da aspettarsi che la spinta verso l’eutanasia ritorni all’attacco con altre proposte, con proposte analoghe, dato che in Europa alcuni Paesi hanno approvato l’eutanasia. Io penso che, in questo momento, il compito dei cattolici, dei credenti e di tutti coloro che vogliono il rispetto della vita umana in senso pieno, sia di chiarire sul piano dottrinale che nessuno è padrone della propria vita, che nessuno è autorizzato a sopprimere né la propria vita né quella degli altri. Sul piano pratico, invece, mettere tutto l’amore e tutta la provvidenza del sollievo del dolore, delle terapie palliative, dello sviluppo di quel sistema sanitario che rispetta il paziente, il morente, con appropriate terapie e con le cure debite ad ogni essere vivente.

 

L’Olanda è stato il primo Paese al mondo a legalizzare l’eutanasia e di recente ha aperto la strada anche per i bambini malati inguaribili. In ambito europeo, ci sono poi diverse situazioni di ammissione o aperture: in Belgio è autorizzata dopo verifica da parte di una speciale commissione e solo a partire dai 18 anni; in Danimarca si può chiedere di non essere tenuti in vita artificialmente con il cosiddetto “testamento biologico”; in Svezia “l’assistenza al suicidio” è un delitto non punibile; in Spagna l’eutanasia e il suicidio assistito non sono considerati più omicidio; in Germania può essere approvata per persone in coma irreversibile  su volontà espressa in precedenza dal paziente e su approvazione dei tribunali tutori.

 

Si parla di eutanasia sui media per l’emergere di nuove normative o in relazione a casi di attualità, come il lungo e delicato dibattito sulla situazione di Terri Schiavo, cittadina statunitense alla quale è stata interrotta l’alimentazione con il sondino su richiesta del marito. In Italia, proprio in questi giorni, lancia un drammatico appello il fratello di un uomo di 38 anni, in stato vegetativo da 18 mesi. L’uomo nominato “curatore speciale” del fratello chiede l’aiuto delle autorità perché i familiari non riescono a far fronte a un’assistenza impegnativa e continua.  Con disperazione annuncia che senza aiuto dovrà chiedere di staccare la spina al fratello. C’è poi il caso recente della ragazza di Lecco in stato neurovegetativo irreversibile: qualche giorno fa, la Cassazione ha respinto la richiesta del padre di lasciarla morire.

**********

 

 

IL CARDINALE DI MILANO DIONIGI TETTAMANZI

HA PRESIEDUTO IERI SERA NEL DUOMO

LA MESSA DI RINGRAZIAMENTO PER L’ELEZIONE DEL NUOVO PONTEFICE

- Servizio di Fabio Pizzul -

 

**********

Commozione e gratitudine. Attorno a questi due sentimenti è ruotata la celebrazione di ringraziamento che la Diocesi di Milano ha dedicato al neoletto Papa Benedetto XVI. I fedeli presenti numerosi in Duomo hanno accolto con affetto il cardinale Dionigi Tettamanzi, al suo ritorno in Diocesi dopo la straordinaria esperienza vissuta a Roma nelle scorse settimane. Ecco un passo della sua omelia:

 

 “Ho avvertito la grandezza e la fortuna, ho sperimentato l’ebbrezza esaltante e tutta spirituale di appartenere alla Chiesa. Nell’ascolto e nel confronto con i confratelli Cardinali, ho conosciuto più da vicino ciò che oggi fa parte delle aspirazioni, delle fatiche, delle gioie e delle questioni che attraversano la vita della cattolicità; ho allargato il mio sguardo agli orizzonti del mondo intero, nel quale la Chiesa è mandata a servire; ho partecipato, dal di dentro e in prima persona, alla sollecitudine per tutte le Chiese; ho sperimentato in un modo nuovo la singolare bellezza dell’universalità della Chiesa.”

 

Il cardinal Tettamanzi ha poi ricordato il tratto fondamentale dei primi giorni del Pontificato di Benedetto XVI, ovvero il riferimento al Concilio Vaticano II. Forte di questo il cardinale ha detto di tornare a Milano più ricco spiritualmente e con la consapevolezza di dover fare tesoro delle straordinarie esperienze vissute a Roma.

 

Da Milano per la Radio Vaticana, Fabio Pizzul.

**********

 

 

IN TOGO CONVALIDATE LE ELEZIONI CONTESTATE DALL’OPPOSIZIONE.

 NEL PAESE CONTINUANO LE VIOLENZE: ALMENO 22 MORTI NELLE ULTIME 48 ORE

 

“Alcune anomalie, ma elezioni valide”. La Comunità degli Stati dell’Africa occidentale convalida le presidenziali di domenica in Togo, contestate invece dall’opposizione. Il rischio di guerra civile è alto: gli scontri delle ultime 48 ore hanno provocato almeno 22 morti, oltre un centinaio di feriti ed una fuga di civili verso il Benin. Anche la Chiesa locale vive con particolare sofferenza questo clima di tensione in Togo. Al microfono di Andrea Sarubbi ascoltiamo un missionario che per motivi di sicurezza ha scelto di rimanere anonimo:

 

**********

R. – Tutti si proclamano vincitori. Adesso siamo nel caos, nella confusione. Ogni giorno ci sono dei morti, perché la gente esce in strada per dimostrare. Ci sono repressioni. Noi adesso stiamo vivendo con la gente questa situazione. Stiamo pregando. Supplichiamo Dio di aiutarci, perché la gente ormai è al limite della sopportazione. L’arcivescovo di Lomè ci ha invitati alla preghiera, perché anche dai sassi il Signore fa venire fuori l’acqua.

 

D. – Da queste elezioni la popolazione quindi si aspettava un cambiamento democratico?

 

R. – La gente, certo, si aspettava un vero cambiamento. Lo aspetta ancora e lo aspetterà. Questa volta non sarà come le altre: c’è la miseria, c’è la sofferenza. Non è ancora tutto finito. Stiamo vivendo giorni di tensione. La sera c’è il coprifuoco per evitare manifestazioni ed altre cose e per il momento andiamo avanti.

 

D. – Padre, sa per caso se anche i missionari sono rimasti coinvolti negli scontri di questi giorni?

 

R. – I telefoni sono tagliati, quindi non possiamo telefonare alle altre missioni. Da quello che so nessun missionario è stato ferito o è stato malmenato.

**********

 

 

 

“FECONDITA’ NELL’INFERTILITA’”:

E’ IL TITOLO DEL SEMINARIO PROMOSSO DAL PONTIFICIO ISTITUTO

“GIOVANNI PAOLO II” E DALL’ISTITUTO DI BIOETICA DELL’UNIVERSITA’ CATTOLICA

DEL SACRO CUORE LO SCORSO 23 APRILE A ROMA

- Intervista con padre Maurizio Calipari -

 

Il senso del generare umano: se ne è discusso sabato scorso a Roma durante il seminario dal titolo “Fecondità nell’infertilità”. L’iniziativa è stata promossa dal Pontificio Istituto “Giovanni Paolo II” per gli Studi su Matrimonio e Famiglia, in collaborazione con l’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il servizio di Roberta Moretti:

 

**********

Un fenomeno in forte aumento, quello della infertilità, spesso dirompente nella vita intima e nelle relazioni sociali della coppia. Ma il legittimo desiderio di diventare genitori, se inappagato, può assumere altre forme di realizzazione, secondo la visione cristiana del generare umano. Ascoltiamo padre Maurizio Calipari, membro della Pontificia Accademia per la Vita:

 

“Credo che il cristiano debba fare questo passo in avanti alla scoperta del senso della fecondità che, certamente, ha una valenza molto più ampia della semplice fecondità intesa in senso biologico. Una fecondità che deve ritrovare, quindi, tutte le sue potenzialità, che in una coppia di sposi sono tantissime perché il loro amore può assumere diverse forme di accoglienza e servizio della vita, necessarie agli altri e a loro stessi”.

 

Padre Calipari si riferisce all’alternativa dell’adozione e dell’affidamen-to, ma anche ad altre forme di genitorialità, verso gli anziani, i malati e chi è particolarmente bisognoso. E aggiunge:

 

“Non lascerei da parte, comunque, neanche un ulteriore stimolo a un maggiore impegno da parte della medicina e della scienza a trovare giuste soluzioni, nei limiti del possibile, per cercare di risolvere il problema della sterilità. Parlo di soluzioni che siano davvero degne dell’uomo e della coppia, del loro amore coniugale. Quindi, evidentemente, non mi riferisco certo alla cosiddetta “procreatica artificiale”, che non corrisponde assolutamente alla dignità del procreare umano e, tanto meno, alla tutela del neoconcepito”.

 

Un tema di forte attualità, questo, a un mese e mezzo dal referendum abrogativo della legge 40 dello Stato italiano sulla fecondazione assistita, per il quale la Chiesa ha già proposto l’astensione dal voto.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

28 aprile 2005

 

Ieri in cina Arrestati sette sacerdoti cattolici.

i religiosi si erano radunati per un ritiro spirituale

insieme CON IL vescovo non ufficiale di Zhengding, Giulio Jiazhiguo

 

PECHINO. = In Cina, sette sacerdoti cattolici sono stati arrestati il 27 aprile scorso nel villaggio di Wuqiu, vicino alla città di Jinzhou (Hebei). La notizia è stata resa nota dalla Kung Foundation, un’organizzazione con base negli Stati Uniti, che ha anche diffuso i nomi degli arrestati. Ordinato dalla Pubblica sicurezza e dall’Ufficio affari religiosi di Shijiazhuang, il raid contro i sacerdoti è avvenuto alle 5.30 del pomeriggio, quando il luogo del ritiro è stato circondato da dozzine di poliziotti e da nove auto. Mons. Jiazhiguo, che doveva predicare il ritiro, era stato appena rilasciato da un periodo di sorveglianza 24 ore su 24, per tutta la durata della morte di Giovanni Paolo II e dell’elezione di Benedetto XVI. La Pubblica sicurezza e l’Ufficio affari religiosi avevano messo in guardia mons. Jia di non compiere alcuna attività religiosa. Il governo cinese permette le attività religiose solo con personale e in luoghi controllati dallo Stato. Ogni attività religiosa al di fuori del controllo statale è considerata fuorilegge, un attentato all’ordine pubblico. Nei giorni dei funerali di Giovanni Paolo II e dell’elezione di Benedetto XVI, alcuni media hanno creduto di rilevare un cambiamento di toni nel governo cinese e nuove prospettive per un dialogo fra Cina e Vaticano. In quell’occasione, il governo aveva infatti espresso condoglianze per la morte di Giovanni Paolo II e auguri per il nuovo Pontificato. I sette arresti di ieri e, ancora prima, l’arresto di due vescovi, un sacerdote e un laico sono avvenuti proprio in concomitanza con i primi giorni del nuovo Pontificato. (E. B.)

 

 

Assolto da ogni accusa: si conclude così dopo sette anni

la vicenda giudiziaria che aveva coinvolto l’arcivescovo di Napoli,

cardINALE Michele Giordano. Nei giorni scorsi, dopo l’annullamento

in cassazione della sentenza di condanna per abusi edilizi,

il cardinale ha espresso perdono e misericordia per chi lo aveva accusato

 

NAPOLI. = Nei giorni scorsi, dopo l’assoluzione in Cassazione, l’arcivescovo di Napoli, il cardinale Michele Giordano, è uscito definitivamente da tutti i procedimenti giudiziari che lo vedevano coinvolto. Si tratta di tre distinte inchieste, condotte dalle procure di Lagonegro e di Napoli, su altrettanti presunti reati: un giro di usura nel Potentino, una frode fiscale e abusi edilizi in un palazzo di proprietà della Curia partenopea. “Sono stato sempre sereno – ha commentato il presule –  non ho mai dubitato che alla fine la giustizia avrebbe riconosciuto la verità dei fatti”. Dunque, assolto da tutte le accuse: dopo sette anni si chiudono così tutte le vicende giudiziarie che avevano coinvolto il cardinale il quale si è detto “talmente sereno e fiducioso da aver persino dimenticato che fosse in programma il pronunciamento della Cassazione”. Per chi in questi anni lo aveva accusato, l’arcivescovo ha chiesto perdono e misericordia. “È inutile ricordare il passato – ha affermato – gli avvenimenti di questi giorni, il grande clima di comunione spirituale che stiamo vivendo attorno al nuovo Papa, ci spingono a usare due sostantivi: perdono e misericordia. E si perdona dimenticando, come ci insegnò mirabilmente Paolo VI”.  L’arcivescovo, reduce dal Conclave e dai riti di insediamento di Benedetto XVI, preferisce non aggiungere altro. Infatti, in queste ore, sta preparando l’omelia per la solenne processione delle reliquie di San Gennaro, in programma a Napoli sabato prossimo. “La diocesi di Napoli – ha concluso - vivrà quest’anno la tradizionale festa legata al culto del patrono come ringraziamento al Signore per il dono fatto alla Chiesa e al mondo con l’elezione del nuovo Pontefice”. (E. B.)

 

 

nonostante alcuni progressi, la situazione dei diritti umani IN AFRICA

 rimane ancora fragile e necessita di una vigilanza incessante da parte

 delle istituzioni internazionali e degli organismi della società civile

in generale” SOTTO QUESTA LUCE SI è APERTA IN GAMBIA LA 37ESIMA SESSIONE

ORDINARIA DELLA COMMISSIONE AFRICANA DEI DIRITTI DELL’UOMO E DEI POPOLI

 

BANJUL. = A Banjul, capitale della Repubblica della Gambia, si è aperta la 37esima sessione ordinaria della Commissione africana dei diritti dell’uomo e dei popoli (Achpr) che si concluderà il prossimo 11 maggio. Alla vigilia della riunione, Mousa Gandega, addetto stampa dell’organismo, ha dichiarato: “Nonostante alcuni progressi, la situazione dei diritti umani nel continente rimane ancora fragile e preoccupante e necessita di una vigilanza incessante da parte della Commissione, delle istituzioni internazionali e degli organismi della società civile in generale”. Molti i temi in agenda. I partecipanti all’incontro discuteranno principalmente di rifugiati, sfollati e richiedenti asilo all’estero a causa dei conflitti persistenti in diversi Paesi. E si parlerà di diritti delle donne, di libertà d’espressione, di popolazioni indigene e, inoltre, di condizioni di vita nelle carceri con riferimento a quelle di Camerun, Etiopia e Sudafrica. All’ordine del giorno, inoltre, il dibattito sulla creazione di una Corte africana dei diritti dell’uomo, l’esame del rapporto periodico sullo stato dei diritti fondamentali in Egitto, Seychelles e Mauritania, oltre a diversi progetti di promozione dei diritti umani in Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone, Rwanda, Burundi, Mali, Repubblica Centrafricana e Nigeria. (E. B.)

 

 

COLTIVARE SPECIE AUTOCTONE E DIFFERENZIARE L’ALIMENTAZIONE.

E’ L’APPELLO LANCIATO DA UN GRUPPO DI SCIENZIATI E RICERCATORI

PER COMBATTERE LA FAME NEL SUD DEL MONDO

 

NEW DELHI. = Combattere la malnutrizione nel sud del mondo. E’ stato questo l’obiettivo che ha animato la conferenza che si è svolta nei giorni scorsi a Chennai, in Andhra Pradesh, e che ha visto confrontarsi 100 scienziati e ricercatori di 20 nazioni. La proposta dei partecipanti è quella di indurre le nazioni povere a sviluppare coltivazioni autoctone, differenziando così l’alimentazione. Dunque, non più soltanto mais, riso e grano, ma anche tuberi, quinoa, amaranto e canihua nelle zone andine dell’America meridionale e particolari tipi di miglio in Asia. Il principale vantaggio di questi prodotti sarebbe quello di migliorare la dieta delle persone che si nutrono con una tipologia di cibi sempre più limitata. Tuttavia, incrementando queste colture, si eviterebbe anche la scomparsa di molte specie utili e nutrienti. Metà delle risorse alimentari mondiali si basa, infatti, soltanto su riso, mais e grano, provocando un apporto troppo scarso di vitamine e minerali. Queste sostanze, potrebbero invece essere introdotte attraverso la coltivazione delle particolari specie native. (M.V.S.)

 

 

NEL 2004 IL VALORE DELLE ESPORTAZIONI AUTORIZZATE DI ARMI ITALIANE

È CRESCIUTO DEL 16% RISPETTO AL 2003, ARRIVANDO A 1, 5 MILIONI DI EURO.

IL DATO EMERGE DALLA RELAZIONE ANNUALE DEL GOVERNO

TRASMESSA AL PARLAMENTO NEL MARZO SCORSO

 

ROMA. = Continua a crescere il valore dell’export di armamenti italiani, passando da più di 1,2 miliardi di euro nel 2003 a circa 1,5 miliardi di euro nel 2004, con un aumento del 16%. È quanto emerge dalla relazione annuale trasmessa al Parlamento dalla presidenza del Consiglio dei Ministri nel marzo scorso. Dal documento emerge che l’esportazione si è diretta soprattutto verso Regno Unito, Norvegia, Polonia, Portogallo, Stati Uniti, Grecia e Malaysia. “Per i Paesi in situazione di tensione – si legge nella relazione – il Governo ha mantenuto una situazione di cautela”. E il movimento pacifista prende spunto da questi dati per lanciare la campagna “control arms”, volta a rafforzare il monitoraggio sulla diffusione delle armi, soprattutto quelle leggere di cui l’Italia è il quarto produttore e il secondo esportatore mondiale. (E. B.)

 

 

=======ooo=======

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

28 aprile 2005

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

L’Iraq ha ufficialmente un nuovo governo. L’esecutivo formato dallo sciita Al Jafaari, in base ai risultati delle elezioni del 30 gennaio, ha ottenuto oggi la fiducia del Parlamento di Baghdad. Il nostro servizio:

 

**********

In Iraq il Parlamento ha dato la fiducia al governo, il primo eletto democraticamente in più di 50 anni. La squadra governativa del premier Jaafari è formata da 33 ministri. Hanno votato a favore 180 dei 185 deputati presenti. L’esecutivo resterà in carica fino al prossimo 31 dicembre. Il ministero dell’Interno è stato affidato a Bayan Jabbor, un musulmano sciita. E’ stato scelto uno sciita anche per il ministero delle Finanze, Abdul Amir Allawi. Il premier Jaafari ha precisato che restano vacanti due dei quattro posti di vice premier. Anche cinque ministeri, tra i quali quelli della Difesa e del Petrolio, restano in attesa di titolare e sono stati assegnati ad interim. La guida del dicastero della Difesa è stata temporaneamente assunta dallo stesso Jaafari, mentre quella del Petrolio è stata affidata ad interim allo sciita Ahmed Chalabi. E’ stato ufficializzato, inoltre, che l’ex primo ministro Allawi non farà parte del nuovo governo. Il numero dei membri dell’esecutivo è aumentato, nelle ultime ore, di due unità dopo la creazione dei nuovi ministeri del Turismo e dei rapporti con l’Assemblea nazionale. Per quanto riguarda la ripartizione, 17 dicasteri sono stati riservati alla lista unica sciita, 8 alla coalizione curda, 6 alla formazione sunnita ed uno ciascuno alle minoranze turcomanna e cristiana. In apertura della seduta, l’Assemblea nazionale ha tributato il proprio omaggio alla deputata Lamiya Abed Khadawi, assassinata ieri a Baghdad da un commando armato che ha aperto il fuoco davanti alla sua abitazione. A poche ore dal voto l’Iraq è stato segnato anche da altri episodi di violenza: la guerriglia ha ucciso almeno 8 persone.

**********

 

Ci sono le condizioni per arrivare ad un equo accordo di pace israelo-palestinese. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin, in occasione della sua visita in Israele e nei Territori palestinesi. Il capo del Cremlino ha incontrato, stamani, il presidente dello Stato ebraico Moshe Katzav. Il colloquio costituisce un’importante tappa di questo primo viaggio di un capo di Stato russo in Israele. Sul significato della storica visita di Putin in Medio Oriente ascoltiamo, al microfono di Giancarlo La Vella il corrispondente dell’ANSA a Mosca, Pierantonio Lacqua:

 

**********

R. – La Russia, chiaramente, vuole contare di più così come contava anche durante l’epoca dell’Unione Sovietica. Quindi c’è un tentativo di recupero di influenza che riguarda un po’ tutta la regione mediorientale. La Russia fa parte del quartetto che ha proposto il piano di pace della ‘Road Map’ e non a caso Putin ha anche lanciato l’idea di una conferenza internazionale sul Medio Oriente da tenersi a Mosca, in autunno. L’altro aspetto importantissimo è che, finora, la Russia ha mantenuto delle posizioni molto filoarabe. La visita in Israele mostra, invece, una volontà di riequilibrare i rapporti diplomatici.

 

D. – Questo porsi così prepotentemente in primo piano nella questione mediorientale rischia di far nascere degli attriti con gli Stati Uniti, che da sempre sono i mediatori principali?

 

R. – Non credo che questa visita di Putin possa irritare più di tanto gli Stati Uniti. Le relazioni rimangono comunque difficili; c’è un rapporto complesso ma gli americani non vogliono negare del tutto alla Russia il diritto di fare una politica estera indipendente.

**********

 

Dopo il ritiro delle truppe siriane, l’indizione delle elezioni politiche per il prossimo 29 maggio e la fiducia del Parlamento al nuovo governo, il Libano è chiamato adesso ad un nuovo futuro politico. L’esecutivo, di cui fanno parte anche gli estremisti sciiti hezbollah, dovrà ora portare il Paese all’appuntamento elettorale. Intanto, questa mattina è stata sospesa la discussione in Parlamento sulla nuova legge elettorale per contrasti tra maggioranza e opposizione. Ma per un giudizio sul nuovo governo sentiamo il commento di Misbah Adbah, deputato indipendente al Parlamento di Beirut, intervistato da Gianluca Scagnetti:

 

**********

R. – Io direi più che un governo di unità nazionale è un governo di “compromesso nazionale” perché l’opposizione, che ha una legittimità popolare, non ha la maggioranza in parlamento. Siamo in un periodo dove la cosa più importante da realizzare è di arrivare ad elezioni nei tempi legali. Questo governo, con un presidente che è un uomo vicino alla Siria, è il risultato di un compromesso internazionale. Sono tre gli obiettivi per i quali è stato creato questo esecutivo: organizzare elezioni in tempi legali; le dimissioni dei capi dei servizi di sicurezza e poi collaborare con la commissione internazionale nelle indagini sull’assassinio del presidente Hariri.

**********

 

In Italia, dopo il via libera ieri della camera, questa mattina anche il Senato ha votato la fiducia al nuovo governo Berlusconi. In aula ancora una volta si sono riproposti i contrasti tra maggioranza e opposizione, con il centrosinistra che critica duramente la politica economica e le riforme istituzionali. Mentre la Casa delle libertà discute sul progetto del premier della casa comune dei moderati. Il servizio è di Giampiero Guadagni:

 

**********

Si chiude dunque la crisi di governo nata di fatto con la netta sconfitta del centrodestra alle elezioni regionali e formalizzata poi con le dimissioni dei ministri UDC. Ma non tutti i nodi che avevano provocato la crisi sono stati sciolti. Come dimostra il fatto che il leader dell’UDC Follini, da poco tempo divenuto vicepremier, è uscito dal Governo e ha accordato la fiducia al “Berlusconi bis” - sono parole di Follini - senza gelo ma anche senza illusioni. I centristi del polo sono stati parzialmente accontentati con l’integrazione al programma dell’ultimo scorcio di legislatura: più attenzio-ne cioè a famiglie, imprese e mezzogiorno. Ora, però, nella maggioranza la partita si è spostata su un altro terreno: il progetto di Berlusconi di un partito unico - la Casa comune dei moderati - con la leadership affidata a qualcuno più giovane, e che si organizzi subito in vista delle elezioni politiche del prossimo anno. “Auspico un bipolarismo con due soli partiti”, ha detto anche questa mattina in aula al Senato il presidente del Consiglio; “altrimenti – aggiunge – l’unica alternativa è il ritorno al sistema elettorale proporzionale”. Tra gli alleati i più perplessi sono sempre quelli dell’UDC: “Nessun pregiudizio ma l’identità – dice ancora Follini – viene prima della forma”. Follini non vuole neppure dare per scontato che il candidato premier del centrodestra sia ancora Berlusconi. Che da parte sua sottolinea: “Non lo sarò se la Casa delle libertà si presenterà divisa”. Per il centro-sinistra, l’idea del bipolarismo perfetto avanzata da Berlusconi è di pura e semplice convenienza. In sostanza, la scappatoia per tentare di non perdere le politiche. Il dibattito parlamentare ha segnato insomma l’inizio della campagna elettorale. Che prevedibilmente sarà senza esclusione di colpi.

 

Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni.

**********

 

Il Parlamento spagnolo ha adottato con una schiacciante maggioranza il trattato della Costituzione europea, già approvato lo scorso 20 febbraio dagli elettori con un referendum. Sui 350 deputati della Camera, 311 hanno votato a favore. Il testo passa ora al Senato e se verrà approvato senza emendamenti, come previsto, entrerà in vigore la ratifica. 

 

In Cina è arrivato il leader dell’opposizione taiwanese Lien Chan. Il presidente del partito nazionalista Kuomintang vedrà domani il capo di Stato cinese Hu Jintao. Per questo viaggio Lien Chan è stato accusato in Patria di aver tradito Taiwan e di aver accettato l’invito di Hu Jintao solo per indebolire il presidente taiwanese Chen Shui-bian.

 

Restiamo in Cina, dove i vertici del partito comunista hanno nominato lavoratore simbolo del 2005 un campione miliardario di pallacanestro che gioca nel campionato americano dell’NBA. Lo “Stakhanov” della nuova Cina non è dunque un operaio ma uno sportivo famoso, Yao Ming. Questa scelta riflette l’attuale corso del Paese asiatico: “Raccomandiamo Yao – si legge nella motivazione – in quanto rappresenta l’immagine della Cina moderna, un esempio di patriota nell’arena della competizione sportiva internazionale”. La Repubblica popolare cinese proclama ogni anno, in occasione della festa del primo maggio, un “lavoratore modello”.

 

Nelle Filippine un elicottero si è schiantato contro una montagna. I morti sono almeno 9 e tra le vittime c’è anche il più famoso vulcanologo del Paese. L’incidente è avvenuto nei pressi della città di Gabaldon, 100 chilometri a nord di Manila.

 

In Giappone è salito a 104 il drammatico bilancio dei morti dell’incidente ferroviario avvenuto lunedì scorso ad Amagasaki. Si ignorano ancora le cause della sciagura ma in base ai primi elementi dell'inchiesta, il conducente avrebbe preso una curva a velocità troppo elevata per ridurre il ritardo sull’orario previsto.

 

L’Unione Africana ha chiesto alla NATO sostegno logistico per la missione di pace in Darfur, la provincia occidentale del Sudan sconvolta dalla guerra civile e da una catastrofe umanitaria. Si tratterebbe della prima missione dell’Alleanza Atlantica in Africa. La crisi umanitaria della regione sudanese, innescata da uno scontro fra contadini africani ribelli e nomadi arabi appoggiati dal governo, è iniziata nel febbraio del 2003. Si stima che la tragedia del Darfur abbia provocato decine di migliaia di morti. I dati oscillano tra 180 mila e 300 mila vittime. I profughi sono almeno due milioni.

 

 

 

=======ooo=======