RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 102 - Testo della trasmissione di martedì 12  aprile 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:                                                                                   

Da domani mattina alle 7.00, i fedeli potranno recarsi in visita alla tomba di Giovanni Paolo II, nelle Grotte Vaticane. Sarà aperta a tutti la Messa d’inizio del Conclave lunedì 18 aprile alle 10.00, nella Basilica Vaticana.  All’ottava Congregazione generale, i porporati hanno discusso della situazione della Chiesa e del bilancio della Santa Sede. Questo pomeriggio alle 17.00, quinto Novendiale presieduto dal cardinale Eugenio Sales de Araùjo

 

Ieri pomeriggio il quarto Novendiale presieduto dal cardinale Bernard Francis Law

 

Le significative cifre della straordinaria partecipazione ai funerali di Giovanni Paolo II e dell’afflusso di pellegrini in San Pietro dal momento della sua morte, in una nota della Sala Stampa vaticana pubblicata oggi

 

Da oggi l’emissione di tre francobolli delle Poste Vaticane sulla Sede Vacante

 

“Il genio femminile” secondo Papa Wojtyla.

 

IN PRIMO PIANO:

A 10 giorni dalla morte di Giovanni Paolo II proseguono in Polonia le iniziative di preghiera e le celebrazioni in suffragio del Papa. Intervista con il padre gesuita Andrej Bies

 

La dimensione storica del Pontificato di Giovanni Paolo II. Ce ne parla Giorgio Rumi.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Il Parlamento europeo ha ufficialmente commemorato ieri Giovanni Paolo II, durante la sua prima sessione plenaria dopo la morte del Pontefice

 

L’Iraq piange la scomparsa di Papa Wojtyla

 

Anche dall’Irlanda si levano voci per la canonizzazione di Giovanni Paolo II, che, recentemente, aveva lanciato un ultimo, accorato appello per la pace nell’Ulster

 

Si conclude oggi, in Norvegia, la Conferenza dei Paesi donatori per il Sudan

 

Sarà dedicata a Giovanni Paolo II la maratona Betlemme-Gerusalemme promossa dall’Opera Romana Pellegrinaggi e in programma per giovedì prossimo

 

Sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica italiana e con il patrocinio del Comune di Roma, il Teatro dell’Opera rende omaggio a Giovanni Paolo II, il Papa “amico degli artisti”.

 

24 ORE NEL MONDO:

 In Iraq almeno venti morti per un nuovo raid americano al confine con la Siria. Altre vittime a Mossul e a Baghdad dove stamani è arrivato a sorpresa Donald Rumsfeld

 

Storico accordo tra India e Cina sui confini

 

119 Paesi hanno accettato ieri a New York l’invito italiano per una Conferenza al Palazzo di Vetro su una riforma alternativa del Consiglio di Sicurezza.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

12 aprile 2005

 

 

LA MESSA D’INIZIO DEL CONCLAVE APERTA A TUTTI I FEDELI, CHE DA DOMANI MATTINA ALLE 7.00

POTRANNO RECARSI IN VISITA ALLA TOMBA DI GIOVANNI PAOLO II, NELLE GROTTE VATICANE.

ALL’OTTAVA CONGREGAZIONE GENERALE, I PORPORATI HANNO DISCUSSO DELLA SITUAZIONE DELLA CHIESA E

DEL BILANCIO DELLA SANTA SEDE. NEL POMERIGGIO, QUINTO NOVENDIALE IN SAN PIETRO DELLA CAPPELLA PAPALE

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

C’è molta attesa per l’apertura delle Grotte Vaticane, che da domani mattina alle 7.00 permetteranno a tutti i fedeli di recarsi sul luogo dove è sepolto Giovanni Paolo II. Intanto, verso le 13, è terminata l’ottava Congregazione generale dei cardinali: la più lunga di quelle svoltesi finora, durata oltre tre ore e svoltasi alla presenza di 137 porporati. Tra gli interventi – riferisce una nota della Sala Stampa vaticana - da segnalare quello del cardinale Sergio Sebastiani, che ha informato il Collegio sul bilancio consuntivo 2004 della Santa Sede, con alcuni particolari anche del bilancio preventivo 2005.

 

Il cardinale Camerlengo Martínez Somalo ha invece informato la Congregazione generale sulla chiusura definitiva dell’appartamento pontificio mediante l’apposizione dei sigilli della Camera Apostolica. Inoltre, i cardinali hanno avviato uno scambio di idee sulla situazione generale della Chiesa nel mondo e sulla Santa Sede. Ieri, intanto, il cardinale Camerlengo ha scritto una lettera al presidente italiano Ciampi, per ringraziare tutto il Paese per l’“ospitalità” e la “dedizione” dimostrata nei confronti dei milioni di pellegrini giunti a Roma. Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

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Non si sa ancora con certezza quanti saranno, ma si ritiene che alla fine il loro numero si conterà in migliaia. Dalle sette di domani mattina, una fila di persone ancor più composta di quella straordinariamente ordinata – considerate le circostanze - della settimana scorsa inizierà a scendere le scale che conducono alle Grotte Vaticane, per sostare in preghiera davanti alla tomba di Giovanni Paolo II.

 

Una lastra di marmo, incisa con il nome, il monogramma pontificio e le date di inizio e fine del Pontificato e, sulla parete di fondo, il bassorilievo di una Madonna quattrocentesca: è in questo luogo delle Grotte - per anni custode delle spoglie mortali del “Papa buono”, Giovanni XXIII – che le autorità vaticane e italiane prevedono l’addensarsi di una nuova, lunghissima coda di gente, al punto che ieri sera il responsabile della Protezione civile italiana, Guido Bertolaso, ha effettuato un sopralluogo per stabilire le modalità di apertura e di incanalamento. E su quella stessa tomba, come annunciato ieri dal portavoce vaticano Navarro-Valls, si riuniranno oggi pomeriggio in preghiera i cardinali, dopo la celebrazione del quinto Novendiale, che sarà presieduto, sempre alle ore 17, dal cardinale Eugênio Sales de Araújo, protopresbitero del Collegio cardinalizio. La nostra emittente, lo ricordiamo, seguirà la cerimonia liturgica a partire dalle 17, con commento in italiano per la zona di Roma - sull’onda media di 585 kHz e in modulazione di frequenza di 105 MHz - in spagnolo su satellite e in inglese sul collegamento ISDN.

 

Anche ieri, i porporati hanno rinnovato la richiesta di preghiere ai fedeli in vista del Conclave. “La Chiesa tutta spiritualmente unita con Maria, Madre di Gesù, chiamata a perseverare unanime nell'orazione, sull'esempio della prima comunità cristiana, eleva umili ed insistenti preghiere al Signore, affinché illumini le menti degli elettori e li renda concordi onde ottenere una sollecita e unanime elezione del nuovo Papa”, si legge nella nota dell’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche per la Messa d’inizio del Conclave, Pro eligendo Pontifice, fissata per le 10 di lunedì 18 aprile e aperta alla partecipazione di tutti.

 

Ieri intanto, dal Collegio cardinalizio, a firma del cardinale Camerlengo, è giunta al Quirinale una lettera di gratitudine all’Italia. “In particolare - scrive il cardinale Martínez Somalo al presidente Ciampi - sento il dovere di ringraziare lei, le istituzioni dello Stato e l'intera nazione per la testimonianza di apertura e di solidarietà offerta al mondo, accogliendo senza discriminazioni l'immensa folla di pellegrini venuta a Roma per rendere omaggio al sommo Pontefice”. Folla che certamente, tra pochi giorni, tornerà a presidiare Piazza San Pietro, in attesa della “fumata” che segnerà un nuovo corso per la Chiesa.

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IERI POMERIGGIO NELLA BASILICA VATICANA IL QUARTO NOVENDIALE

PRESIEDUTO DAL CARDINALE BERNARD FRANCIS LAW

 

“I Capitoli delle Basiliche Patriarcali innalzano i loro cuori nella preghiera per il nostro amatissimo Papa, Giovanni Paolo II”. Così ieri pomeriggio, durante l’omelia nella Basilica di San Pietro, il cardinale Bernard Francis Law, arcivescovo emerito di Boston e arciprete della Patriarcale Basilica di Santa Maria Maggiore. Il porporato, che ha presieduto la celebrazione, ha rimarcato che l’intera vita del Papa ha mostrato cosa significa vivere il Mistero Pasquale fatto presente nell’Eucaristia. Il servizio è di Massimiliano Menichetti:

 

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E’ con il vincolo speciale che unisce il Papa alle quattro Basiliche romane di San Pietro, San Paolo fuori le Mura, San Giovanni in Laterano e Santa Maria Maggiore che il cardinale Bernard Francis Law ha aperto la sua omelia ieri pomeriggio nel quarto giorno dei Novendiali. Il porporato ha evidenziato che la struttura sorta sul colle Vaticano “segna il luogo della morte e della sepoltura del Pescatore”, Pietro, che seguì il Signore sino alla fine. “Quale grazia – ha aggiunto – che il Signore abbia chiamato il Papa a Sé nella Vigilia della Domenica della Divina Misericordia”. Quindi il pensiero del cardinale, quasi compiendo un pellegrinaggio alle origini della Chiesa, è andato alla Basilica di San Paolo, alla Roma dei martiri, quella in cui il “cuore missionario di San Paolo lo spinse a predicare senza sosta ad ogni popolo” il volto di Cristo. Orme seguite instancabilmente anche da Giovanni Paolo II:

 

“Come nessun altro, anche Papa Giovanni Paolo II, prendendo ad esempio San Paolo, andò ai confini della terra per predicare Gesù Cristo e Cristo crocifisso”.

 

Il cardinale Law ha ricordato la commovente testimonianza di amore dei romani negli ultimi giorni di malattia del Papa, ed il particolare legame del pastore con la sua città, “vincolo – ha sottolineato – che ha espressione meravigliosa nella Patriarcale Basilica di San Giovanni in Laterano”. Il porporato ha poi rimarcato che la “fede cattolica spicca per un amore speciale per Maria”; quanto il Papa abbia promosso un’autentica devozione mariana tra i fedeli e ricordato l’ultima visita del Santo Padre alla Basilica di Santa Maria Maggiore, “nella scorsa solennità del Corpus Christi, quando accompagnò il Santissimo Sacramento portato in processione da San Giovanni in Laterano”:

 

“Fra gli ultimi doni che il Santo Padre ci ha fatto, vi furono l’Anno del Rosario e l’Anno che stiamo celebrando, dell’Eucaristia”.

 

“In questi incredibili giorni – ha aggiunto il cardinale Law – il Santo Padre ha continuato ad insegnarci che cosa significa essere un discepolo, un seguace di Cristo. La nostra fede e la nostra speranza si sono rinforzate nel vedere un giovane Karol Wojtyla riflesso nei volti di milioni di giovani pellegrini provenienti dall’Italia, dalla Polonia e da innumerevoli altri Paesi”:

 

“Sopra ogni altra cosa, Papa Giovanni Paolo II ci ha mostrato che cosa significa vivere il Mistero Pasquale fatto presente nell’Eucaristia. ‘Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo resusciterò nell’ultimo giorno’”.

 

Tracciato poi idealmente un ponte dal 1079, anno dell’uccisione del vescovo di Cracovia, Santo Stanislao, ieri memoria liturgica, e la prima visita pastorale in Polonia del Papa nel 1979, quindi l’applauso dei fedeli in Basilica quando è stato ricordato l’impegno, per quattro decenni, di mons. Stanislaw Dziwisz al fianco del Papa.

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LE SIGNIFICATIVE CIFRE DELLA STRAORDINARIA PARTECIPAZIONE AI FUNERALI DI GIOVANNI PAOLO II E

DELL’AFFLUSSO DI PELLEGRINI IN SAN PIETRO DAL MOMENTO DELLA SUA MORTE: IN UNA NOTA DELLA SALA STAMPA PUBBLICATA OGGI

- A cura di Fausta Speranza -

 

Oltre 6.000 accrediti per la copertura mediatica dei funerali di Giovanni Paolo II: è uno dei dati che la sala stampa vaticana riassume oggi in relazione al periodo che va dal momento della morte di Giovanni Paolo II fino al giorno delle Esequie.

 

Si scopre che 137 reti televisive di 81 Paesi dei cinque continenti hanno segnalato al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali di aver trasmesso i funerali. La Radio Vaticana ha trasmesso dirette in 7 lingue diverse e varie centinaia di stazioni si sono collegate ad essa in Europa ed in America. Il sito Internet della Santa Sede ha avuto 1.300.000 visitatori nella sola giornata di venerdì scorso.

 

Con uno sguardo alla presenza fisica intorno alla salma del Papa, si ricorda che hanno concelebrato 157 Cardinali, alla presenza di 700 arcivescovi e vescovi, 3000 prelati e sacerdoti. 169 le delegazioni straniere: 10 i sovrani, 59 i Capi di Stato, 17 i Capi di Governo. 23 le Delegazioni di Chiese Ortodosse; 8 di Chiese e Comunioni ecclesiali d’Occidente, 3 di Organizzazioni Cristiane Internazionali. Varie le Delegazioni e diversi gli esponenti dell’Ebraismo, 17 le Delegazioni di religioni non cristiane ed Organizzazioni per il Dialogo Interreligioso.

 

E poi c’è la partecipazione dei fedeli: dal 2 all’8 aprile oltre 3 milioni di pellegrini sono confluiti a Roma: 21 mila le persone entrate ogni ora nella Basilica Vaticana, 350 al minuto; 13 ore il tempo di attesa medio e 24 ore il tempo di attesa massima per l’ingresso a San Pietro; 5 Km la lunghezza massima della fila. 29 maxischermi per loro solo a Roma. E per assicurare un servizio ai fedeli: 8.000 volontari; quasi 12 mila addetti alla sicurezza; 400 soldati. 1.000 treni speciali, oltre quelli ordinari. 

 

Sono state 20 mila le persone tra dipendenti comunali, dipendenti delle aziende pubbliche comunali e volontari in collegamento con il Comune di Roma, a prestare la propria opera. Domenica 3 aprile Roma si è svegliata con 3.500 manifesti del Comune con la scritta “Grazie - Roma piange e saluta il suo Papa”.  

 

 

DA OGGI L’EMISSIONE DI TRE FRANCOBOLLI DELLE POSTE VATICANE SULLA SEDE VACANTE

- A cura di Alessandro De Carolis -

 

Tre francobolli - da 60, 62 e 80 centesimi – raffiguranti un affresco settecentesco, con il padiglione che sormonta lo stemma della Camera Apostolica, sorretto da un angelo. Con questo soggetto, unico per i tre valori, l'Ufficio filatelico e numismatico del Governatorato della Città del Vaticano emette da oggi i francobolli dedicati al periodo di Sede Vacante.  La tiratura sarà di 750 mila esemplari, ognuno dei quali avrà “vita” breve, giacché – informano le poste Vaticane - potranno essere utilizzati per spedire la corrispondenza dalla Città del Vaticano “solo nel periodo di durata della Sede Vacante stessa”.

 

 

“IL GENIO FEMMINILE” SECONDO PAPA WOJTYLA

- A cura di Tiziana Campisi -

 

Una lettera apostolica e un documento rivolto alle donne. Sono questi gli scritti che Giovanni Paolo II ha dedicato all’universo femminile, a questi devono aggiungersi innumerevoli discorsi, messaggi, omelie sui diritti delle donne, sul loro ruolo nella società e la loro promozione. Tanti anche gli appelli contro le violenze e gli abusi, ma in particolare il Papa ha voluto dar voce alla necessità della valorizzazione della donna. Nel servizio di Tiziana Campisi le tematiche che il Santo Padre, durante il suo Pontificato, ha proposto all’opinione pubblica sulla donna.

 

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(musica)

 

“I nostri giorni attendono la manifestazione del genio femminile”: così scriveva Giovanni Paolo II il 15 agosto del 1988 nella Lettera Apostolica “Mulieris Dignitatem” sulla dignità e la vocazione della donna, con la quale il Pontefice ha voluto sottolineare la pari dignità dei sessi. Le pagine del documento invitavano a riflettere sulla originalità, messa in rilievo da Cristo, che distingue la donna dall’uomo e sulla ricchezza ad essa elargita nel mistero della creazione.

 

Nel 1995 – Anno Internazionale della donna – il Papa le ha dedicato gran parte dei suoi discorsi e dei suoi messaggi. In vista anche della quarta Conferenza mondiale sulla donna, che si sarebbe svolta dal 4 al 15 settembre a Pechino, Giovanni Paolo II rivolse proprio alle donne il suo messaggio del 1° gennaio, per la Giornata Mondiale della Pace, invitandole ad essere testimoni, messaggere e maestre di pace nei rapporti tra le persone e le generazioni, nella famiglia, nella vita culturale, sociale e politica e in modo particolare nelle situazioni di conflitto e di guerra.

 

Nello stesso messaggio, riconobbe alle donne il pieno diritto di inserirsi attivamente in tutti gli ambiti pubblici con un invito a non sminuire il loro insostituibile ruolo all’interno della famiglia, e a loro ha chiesto anche di schierarsi sempre dalla parte della vita. Sempre nel 1995, con una ulteriore Lettera “Alle donne”, il Santo Padre ha voluto esprimere il grazie della Chiesa alla donna Madre, Sposa, Figlia, Lavoratrice e Consacrata, per il suo impegno nel mondo, condannando ogni forma di violenza nei suoi confronti ed auspicando progetti per la sua promozione:

 

“Occorre contrastare vigorosamente ogni prassi che offende la donna nella sua libertà e femminilità: il cosiddetto ‘turismo sessuale’, la compravendita delle giovani ragazze, la sterilizzazione di massa e, in generale, ogni forma di violenza nei confronti dell’altro sesso. Ben diverso atteggiamento richiede la legge morale che predica la dignità della donna come persona creata ad immagine di un Dio-comunione. E’ oggi più che mai necessario riproporre l’antropologia biblica della relazionalità che aiuta a cogliere in modo autentico l’identità della persona umana nel suo rapporto con le altre persone, e in particolare tra uomo e donna”.

 

Sono le parole di Giovanni Paolo II pronunciate mercoledì del 24 novembre 1999. Alle soglie del Giubileo del 2000, il suo pensiero va ancora alla donna e in questo discorso pronunciato all’udienza generale esorta nuovamente ad un impegno per la sua promozione. E non è possibile dimenticare le diverse figure ricordate dal Papa nei 27 anni del suo Pontificato. Da Monica, madre di Sant’Agostino, a Macrina, da Brigida di Svezia a Giovanna d’Arco. Non è mancato il suo pensiero alle mistiche Caterina da Siena, Teresa d’Avila, Edith Stein. Il 20 maggio del 2000, in Piazza San Pietro, ricorda così Santa Rita ad un secolo dalla canonizzazione:

 

“I resti mortali di Santa Rita costituiscono una testimonianza significativa dell’opera che il Signore compie nella storia, quando trova cuori umili e disponibili al suo amore. E’ nota nel mondo intero per la sua eroica esistenza cristiana di sposa, di madre, di vedova e di monaca. Mi piace riproporla come segno di speranza, specialmente alle famiglie. Sappiate anche voi trovare nell’adesione a Cristo la forza per portare a compimento la vostra missione al servizio della civiltà dell’amore”.

 

E il 7 marzo del 2001, nel messaggio inviato all’Assemblea generale dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni femminili cattoliche, Giovanni Paolo II non esita ad affermare che la presenza e l’azione della Chiesa nel nuovo millennio passano attraverso la capacità delle donne di ricevere e custodire la Parola di Dio, e scrive che in virtù dei suoi carismi specifici la donna ha un dono unico nel trasmettere il messaggio e il mistero cristiano.

 

(musica)

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Prima pagina: Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice.

Cappella Papale - Santa Messa "Pro Eligendo Romano Pontifice" (lunedì 18 aprile, ore 10.00, nella Basilica Vaticana)

Ingresso in Conclave (lunedì 18 aprile, ore 16.30). 

Una pagina con i messaggi e i telegrammi di cordoglio dei Capi di Stato e di Governo.

Quattro pagine dedicate alla biografia di Giovanni Paolo II.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

12 aprile 2005

 

 

A 10 GIORNI DALLA MORTE DI GIOVANNI PAOLO II PROSEGUONO IN POLONIA LE INIZIATIVE DI PREGHIERA E

LE CELEBRAZIONI IN SUFFRAGIO DEL PAPA

- Intervista con il padre gesuita Andrej Bies -

 

In Polonia continuano le iniziative di preghiera e le celebrazioni eucaristiche in suffragio di Giovanni Paolo II. Le migliaia di pellegrini polacchi giunti a Roma per i funerali e per l’omaggio alla salma del Pontefice sono rientrati in patria, portando ai connazionali la profonda esperienza vissuta in questi giorni, con sentimenti di gratitudine per l’accoglienza ricevuta. Ma quale clima si respira in Polonia oggi a 10 giorni dalla morte di Karol Wojtyla? Antonella Palermo lo ha chiesto al padre gesuita Andrej Bies, raggiunto telefonicamente a Cracovia:

 

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R. – Veramente, è molto difficile esprimere tutti i sentimenti di questi giorni. Credo che la maggioranza dei polacchi senta pace e gratitudine. Credo che questa pace sia un dono del Santo Padre: nella notte tra il 2 e il 3 aprile, quando sono state celebrate le Messe nelle diverse città della Polonia, sono state ricordate le parole del Papa con le quali egli chiedeva di non piangere, ma di pregare per lui. Anche questo ci consola tanto. Lo stesso Santo Padre pensava al momento in cui avrebbe dovuto congedarsi da tutti. Lo ha sempre fatto, tuttavia, con cuore aperto, con senso dell’umorismo, con la sua apertura a Dio, perché era sempre Lui al centro della sua vita! Io l’ho sempre considerato un testimone, un grande testimone di quello che Dio può fare nel mondo e con l’uomo.

 

D. – Il cardinale Ratzinger ha sottolineato, nella sua omelia, durante i funerali, la sequela di Giovanni Paolo II portata fino alla fine, fino in fondo ...

 

R. – Quando abbiamo sentito della morte del Santo Padre, il primo sentimento che ho avuto è stato proprio quello: che finalmente il Signore gli ha tolto questa dimensione della Croce che lui ha portato fino alla fine; come abbiamo visto all’ultima Via Crucis, quando lui ha tenuto la Croce sempre con sé, sempre davanti a sé ...

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LA DIMENSIONE STORICA DEL PONTIFICATO DI GIOVANNI PAOLO II

- Intervista col prof. Giorgio Rumi -

 

Quello di Giovanni Paolo II viene universalmente riconosciuto come un Pontificato straordinario: cinque lustri che, senza il rischio di peccare di retorica, hanno inciso nella storia dell’umanità, orientandone in alcuni casi i destini. Per una riflessione sui momenti forti dei 26 anni di Pontificato, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Giorgio Rumi, storico dell’Università Statale di Milano ed editorialista dell’Osservatore Romano. Il prof. Rumi pone l’accento sul coraggio mostrato da Papa Wojtyla durante tutta la sua vita:

 

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R. – Io direi il coraggio nella professione della fede. Troppo spesso leggiamo sui giornali commenti sul fatto che il Papa sia stato progressista o conservatore: cosa che, secondo me, non è pertinente. Invece qui il problema è di un uomo, Karol Wojtyla, che avendo avuto una vita basata sul coraggio, sul sacrificio, sull’impegno, sulla lotta, ha continuato così anche da Papa. Quel “non abbiate paura” rimandava al fatto di “io non ho paura, venite con me”.

 

D. – Il Papa che ha dato un contributo fondamentale all’abbattimento dei regimi comunisti in Europa non ha mai mancato di criticare anche duramente il capitalismo radicale. Qual è stata la stella polare di Giovanni Paolo II nel suo approccio con il mondo e con i diversi sistemi economici e politici?

 

R. – Direi un equilibrato umanesimo. A lui interessa l’uomo e le aggregazioni sociali, quindi la famiglia, tutte le attività che l’uomo dispiega. Ma lui non parla alle strutture e alle burocrazie, parla all’uomo. A quest’uomo ha fatto la sua proposta di valori di fede e la gente, la gente comune, disarmata lo ha capito.

 

D. – Pace, diritti umani e libertà soprattutto religiosa: questi sono i grandi temi che il Papa ha proclamato in modo instancabile. Quanto ha raccolto il Santo Padre sul fronte della difesa assoluta della dignità della persona umana?

 

R. – Io direi molto. Non sempre ha “vinto”. Vedi il caso del rapporto con la Russia dove non è riuscito a fare questo pezzo del suo tragitto e anche in Iraq le cose sono andate un po’ per conto suo e ne stiamo ancora pagando il prezzo. Bisogna tener presente che il Papa non è l’ONU e non è la FAO. Il Papa ha una proposta di valori e di vita.

 

D. – L’Africa, continente spesso dimenticato perché escluso dalla globalizzazione, è sempre stato nel cuore del Papa che gli ha dedicato da ultimo anche una parte fondamentale del messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2005. Il Pontefice ha costretto, in pratica, il mondo sviluppato a guardare dove non voleva…

 

R. – Certo, il Papa non è stato un conservatore dell’ordine esistente. Il Papa ha fatto sempre il suo dovere, pagando anche di persona. Anche attriti, incomprensioni non sono mancati, ma questo era già nel conto. La pace non è sonno.

 

D. – “Dall’Atlantico agli Urali l’Europa torni a respirare a due polmoni”. Così affermava profeticamente il Papa in un tempo in cui il Vecchio Continente era diviso in due dalla cortina di ferro. Si può dire che Giovanni Paolo II è stato davvero il grande unificatore dei popoli europei?

 

R. – Non nel senso politico, perché anche qui bisogna stare attenti, il Papa non è un capo politico, non è il presidente dell’Unione Europea. E’ sempre fermissima la recinzione di campo. Però quest’idea dei due polmoni è molto importante. Innanzitutto, perché deburocratizza l’Europa e la richiama alla sostanza della sua esperienza e poi tiene presente anche quell’altra Europa che avevamo un po’ dimenticato, eravamo rassegnati che avesse il suo destino, che era quello di servitù nel grande impero sovietico, con cui noi cercavamo di migliorare lentamente con gli anni, le relazioni. 

 

D. – Il Papa che ha ideato gli incontri interreligiosi di Assisi ha dovuto confrontarsi con l’esplodere dei fondamentalismi religiosi. Quali sono state le note caratterizzanti dell’azione del Pontefice di fronte a questa nuova, drammatica sfida alla convivenza pacifica degli uomini?

 

R. – Sì, com’è nella tradizione dei suoi predecessori anche più recenti ha distinto tra l’errore e l’errante. Il fatto che ci siano delle spinte fondamentaliste non significa che ci siano dei nemici. Il Papa non ha nemici, il Papa semmai ha degli interlocutori. E’ libero di parlare con i diversi, anche i più difficili, i più ardui, che prima erano rappresentati da un certo nord protestante e adesso lo sono dal fondamentalismo islamico. Ha avuto sempre molto da lavorare quest’uomo e ha portato delle croci molto pesanti.

 

D. - In 104 viaggi internazionali, Giovanni Paolo II ha toccato praticamente ogni angolo della Terra. E’ possibile trovare un filo comune che lega le visite apostoliche dalla prima, nella Repubblica Dominicana nel 1979, all’ultima, l’anno scorso a Lourdes?

 

R. – Il fine è quello missionario. Il Papa è un pastore che va a cercare lui quelle che, quando ero giovane, si chiamavano le pecorelle, va a cercare lui gli altri uomini. Da Timor ad altri luoghi importanti o più sperduti, il Papa dimostra di essere amico dell’uomo. Ha risparmiato una grande solitudine agli uomini.

 

D. – In questo peregrinare si può dire che si vede il grande evangelizzatore…

 

R. – Sì, proprio il pastore, l’evangelizzatore, quello che grida dai tetti. Va anche dai diseredati, da quelli che non contano nulla. Come è andato dai poveri della periferia romana, così è andato in giro per i continenti e le isole.

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CHIESA E SOCIETA’

12 aprile 2005

 

 

“GIOVANNI PAOLO II HA LASCIATO UNA GRANDE EREDITA’ ALL’UMANITA’ CON IL SUO MESSAGGIO DI PACE, DI AMORE E DI LIBERTA’”.

COSI’ IERI IL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO, BORRELL.

OSSERVATO ANCHE UN MINUTO DI SILENZIO A STRASBURGO, DURANTE

LA PRIMA SESSIONE PLENARIA DOPO LA MORTE DEL PONTEFICE

STRASBURGO. = Il Parlamento Europeo ha ufficialmente commemorato ieri Giovanni Paolo II, durante la sua prima sessione plenaria dopo la morte del Pontefice. Il presidente, Josep Borrell, che venerdì scorso ha partecipato in Vaticano, insieme con una delegazione dell’UE, ai funerali di Karol Wojtyla, ha ricordato la visita che il Pontefice fece nel 1988 alle istituzioni europee. Borrell ha poi aggiunto che Giovanni Paolo II è stato “un grande esempio di fede e coraggio”, riconoscendo che “l’Europa gli deve gratitudine per aver contribuito alla sua riunificazione” e sottolineandone il ruolo nella caduta del muro di Berlino. Il Parlamento ha quindi osservato un minuto di silenzio, seguito da un lungo applauso. Sempre ieri, nella cattedrale de La Almudena a Madrid, re Juan Carlos e la regina Sofia di Spagna hanno assistito, insieme con il premier Jose Luis Rodriguez Zapatero, ad una messa funebre in memoria di Giovanni Paolo II. (B.C.)

 

 

LA CHIESA IN IRAQ RICORDA GIOVANNI PAOLO II E IL SUO ESEMPIO,

NELLA COSTRUZIONE DI UNA SOCIETA’ FATTA DI PACE E DI DIALOGO.

VIVO E CONCRETO IL SEGNO LASCIATO NEI GIOVANI DEL PAESE

 

MOSSUL. = Anche l’Iraq piange la scomparsa di Giovanni Paolo II, che non ha mai potuto visitare il Paese del Golfo. A raccontare il legame tra la tormentata comunità cristiana irachena e il Papa, ai microfoni dell’agenzia Asianews, è mons. Paulos Faraj Rahho, arcivescovo di Mossul dei Caldei. Soprattutto dopo l’attentato subito dal vescovado il 7 dicembre 2004, ha raccontato il presule, il Pontefice è diventato un punto di riferimento indispensabile. “In seguito all’esplosione – ha spiegato – solo la foto del Santo Padre era rimasta intatta; i fedeli della diocesi hanno letto questo segno come la conferma della costante preghiera del Papa per l’Iraq”. L’arcivescovo Rahho, che ha incontrato Giovanni Paolo II nel 2001 in occasione del Sinodo caldeo, ha poi sottolineato che proprio dal Pontefice ha imparato l’importanza dell’apertura ai giovani, “il futuro della Chiesa”. Dal 1993, infatti, il presule ha indetto la “settimana dei giovani”, un incontro che si tiene due volte l’anno nella città del nord dell’Iraq. Lo scorso 8 aprile, giorno dei funerali del Papa, l’arcivescovo Paulos Faraj Rahho ha celebrato la Santa Messa al monastero di San Giorgio di Mossul. A concelebrare con lui, l’arcivescovo siro-cattolico di Mossul, mons. Basile Georges Casmoussa. Alla funzione hanno partecipato un gran numero di fedeli, due vescovi siro ortodossi, un vescovo assiro e il pastore della chiesa ortodossa armena di Mossul. (B.C.)

 

 

ANCHE DALL’IRLANDA SI LEVANO VOCI PER LA CANONIZZAZIONE DI GIOVANNI PAOLO II, CHE RECENTEMENTE AVEVA LANCIATO UN ULTIMO,

ACCORATO APPELLO PER LA PACE NELL’ULSTER

- A cura di Enzo Farinella -

 

DUBLINO. = “Papa Giovanni Paolo II viene giustamente considerato Santo. Il mondo intero lo riconosce”. Lo ha detto il primate emerito di tutta l’Irlanda, Brendan Daly Cahal, purtroppo impossibilitato per ragioni di salute a rendere omaggio al Papa che lo ha creato cardinale. “Credo che ci siano tutti i pre-requisiti per essere canonizzato, anche se bisognerà seguire le procedure ordinarie”, ha asserito il cardinale Daly. Anche l’ex primo ministro irlandese, Albert Reynold, e la cantante Dana, vincitrice del Festival della Canzone europea, hanno espresso forti convinzioni sull’opportunità che Giovanni Paolo II debba essere dichiarato Santo. “L’Europa e il mondo gli devono la santità, per il contributo che il Papa ha dato ai valori della libertà e della dignità della persona umana”, ha asserito Albert Reynold. Giovanni Paolo II ha amato tanto l’Irlanda e nella sua visita del 1979, in quella nazione, rivolgendosi ai giovani, disse: “Giovani d’Irlanda vi amo”. Sua Santità ha anche implorato in ginocchio gli uomini della violenza a desistere dal cammino della lotta armata. E pochi giorni prima di morire, al ministro degli Esteri irlandese, Bertie Ahern, aveva lanciato un ultimo accorato appello: la pace nel Nord Irlanda. La settimana scorsa, Jerry Adams, leader del partito nazionalista Sinn Fein, ha invitato gli uomini del movimento repubblicano IRA a deporre definitivamente le armi e seguire solo la via democratica per la soluzione dei problemi del Nord Irlanda. Queste coincidenze ci fanno sperare che la preghiera e l’attesa ansiosa del Papa per quest’angolo d’Europa possano finalmente essere coronate da una pace giusta e duratura.

 

 

SI CONCLUDE OGGI, IN NORVEGIA, LA CONFERENZA DEI PAESI DONATORI PER IL SUDAN.

PROMESSI 2,6 MILIARDI DI DOLLARI PER LA RICOSTRUZIONE

 

OSLO. = I 60 Paesi donatori, riuniti da ieri ad Oslo, in Norvegia, per la Conferenza internazionale sul Sudan, hanno promesso 2,6 miliardi di dollari per aiutare la ripresa del Paese africano, martoriato da una lunga e sanguinosa guerra civile. Lo ha annunciato oggi il ministro norvegese allo sviluppo, Hilde Frafjord Johnson, nella sessione di apertura della giornata conclusiva della due giorni di colloqui. Secondo un Rapporto dell’ONU, il Sudan ha bisogno di 7,8 miliardi di dollari entro il 2007 per la ricostruzione del Paese, devastato da un ventennale conflitto spesso rappresentato solo come un contrasto religioso tra il nord (arabo e musulmano) e il sud (abitato da popolazioni nere a prevalenza cristiana e animista), ma in realtà fortemente legato agli interessi internazionali sullo sfruttamento dei giacimenti petroliferi di cui sono ricche le aree contese. La guerra, conclusasi formalmente con l’accordo di pace del gennaio scorso tra governo di Khartoum e indipendentisti dell’Esercito-Movimento di liberazione del Sudan (SPLA-M), ha causato 2 milioni di morti e 4 milioni di rifugiati. Per garantire il rispetto dell’accordo siglato a Nairobi, le Nazioni Unite, con la risoluzione 1509 del 24 marzo, hanno deciso di inviare nei prossimi mesi 10.000 caschi blu in Sudan. L’accordo sembra tenere, ma paradossalmente questo rischia di aggravare la situazione dal punto di vista umanitario. Centinaia di migliaia di profughi hanno, infatti, iniziato a rientrare nel Sudan meridionale, divenuto un'oasi di relativa calma, insieme a quelli che fuggono il conflitto in Darfur. Ma la carestia e la siccità stanno “letteralmente affamando il Sud”, come afferma mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek. Nella regione occidentale del Darfur, intanto, è tuttora in corso un conflitto scoppiato nel febbraio 2003. Sarebbero 300 mila le persone morte per fame e malattia, oltre che negli scontri lanciati dalle milizie islamiche dei Janjaweed, e più di 2 milioni i rifugiati. Nonostante le condanne internazionali del “genocidio” e le promesse del governo di Karthoum di disarmare la guerriglia, la situazione, secondo il rapporto di Annan a Oslo, resta “estremamente grave, con continui abusi sulla popolazione civile e attacchi agli operatori umanitari”. (B.C.)

 

 

SARA’ DEDICATA A GIOVANNI PAOLO II LA MARATONA BETLEMME-GERUSALEMME

PROMOSSA DALL’OPERA ROMANA PELLEGRINAGGI E IN PROGRAMMA PER GIOVEDI’ PROSSIMO

- A cura di Giovanni Peduto -

 

BETLEMME. = La maratona-pellegrinaggio Betlemme-Gerusalemme, in programma giovedì prossimo su iniziativa dell’Opera romana pellegrinaggi, sarà dedicata a Giovanni Paolo II, che avrebbe dovuto accendere la fiaccola della pace portata dagli sportivi italiani in Terra Santa. Alla manifestazione, aderiscono il Centro sportivo italiano, il Coni e l’Ufficio per la pastorale del tempo libero, il turismo e lo sport della Conferenza episcopale italiana. Vi prendono parte 200 atleti italiani, palestinesi e israeliani. Mons. Liberio Andreatta, amministratore delegato e direttore generale dell’Opera romana pellegrinaggi, ha spiegato che, dopo tutto quello che il defunto Pontefice ha fatto per la pace in Terra Santa, è sembrato giusto e naturale onorare i suoi sforzi dedicando l’iniziativa proprio a lui, che più di ogni altro l’aveva voluta e appoggiata. Lo scorso anno, prima edizione della Maratona, fu proprio Giovanni Paolo II a incoraggiarla, nonostante l’atmosfera in Terra Santa non fosse tra le migliori. La maratona vuole unire due aspetti che si integrano tra loro: quello religioso e quello sportivo. I partecipanti vogliono essere ambasciatori di pace e di solidarietà, in un particolare momento storico, simbolo tangibile che lo sport può efficacemente adoperarsi per il dialogo, la riconciliazione e la pace. Giovedì mattina la maratona parte da Betlemme per giungere a Gerusalemme sul monte Sion, davanti al Cenacolo dove Gesù istituì l’Eucaristia. Questo riveste un particolare significato per l’Anno dell’Eucaristia che stiamo vivendo.

 

 

SOTTO L’ALTO PATRONATO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E CON IL PATROCINIO DEL COMUNE DI ROMA, IL TEATRO DELL’OPERA

RENDE OMAGGIO A GIOVANNI PAOLO II, IL PAPA “AMICO DEGLI ARTISTI”, CON L’ESECUZIONE, DOMANI SERA NELLA BASILICA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI, DELLA “MESSA DI REQUIEM” DI GIUSEPPE VERDI. IL MAESTRO GIANLUIGI GELMETTI ALLA GUIDA DEI COMPLESSI ARTISTICI

DEL TEATRO E CON UN QUARTETTO DI VALIDISSIMI SOLISTI

- A cura di Luca Pellegrini -

 

ROMA. = “La Chiesa ha bisogno dei musicisti. Quante composizioni sacre sono state elaborate nel corso dei secoli da persone profondamente imbevute del senso del mistero!” Giovanni Paolo II, imbevuto di quel mistero, nella sua “Lettera agli artisti”, firmata nel 1999, ci ha reso partecipi di questa sua profonda convinzione: la Chiesa non può fare a meno dei capolavori musicali che hanno costellato la storia dell’umanità. “Per trasmettere il messaggio affidatole da Cristo – scrive – la Chiesa ha bisogno dell’arte. Essa deve, infatti, rendere percepibile e, anzi, per quanto possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell’invisibile, di Dio”. Memori di queste parole, il Teatro dell’Opera e tutti gli artisti hanno sentito il bisogno di rendere omaggio al Pontefice scomparso, attraverso il linguaggio universale della musica, offrendo gratuitamente il proprio lavoro a tutta la cittadinanza e ai pellegrini accorsi a Roma con l’esecuzione della verdiana “Messa di Requiem”, per soli, coro e orchestra. Le voci sono quelle di Fiorenza Cedolins, Daniela Barcellona, Massimo Giordano e Orlin Anastassov. “Ricordiamo con commozione la calda accoglienza che Giovanni Paolo II, sempre sensibile ai valori sociali della cultura e dell’arte, ha riservato al Teatro dell’Opera e al mondo della musica nell’udienza in Vaticano concessa il 27 gennaio 2001, in occasione del centenario della morte di Giuseppe Verdi”, ha affermato il sovrintendente Francesco Ernani, presentando il concerto straordinario. Nel corso di quell’udienza pontificia, il Santo Padre, ringraziando tutti i presenti, ricordava espressamente “il centenario della morte del grande compositore Giuseppe Verdi che tanto dovette all’eredità cristiana” e ringraziava “per gli sforzi volti a promuovere un repertorio culturalmente ricco, che esprime i grandi valori legati alla rivelazione biblica, alla vita di Cristo e dei Santi e ai misteri di vita e di morte celebrati dalla liturgia cristiana”. Una riflessione ampiamente condivisa dai musicisti. Ascoltare alcuni dei capolavori della musica sacra significa anche promuovere una nuova coscienza delle persone e, dunque, suscitare un animo capace di meraviglia e stupore, di ascolto e contemplazione, di reale e profonda attenzione al Creato e alle sue bellezze, attraverso le quali, come già affermava San Paolo, si manifesta l’arte suprema del Creatore. Praticamente esauriti i posti disponibili in Basilica, ricordiamo che il Concerto potrà essere seguito attraverso la diretta radiofonica da Rai RadioTre e le dirette televisive di Telepace e SAT 2000.

 

 

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24 ORE NEL MONDO

12 aprile 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

In Iraq un bombardamento aereo delle forze americane contro la città di Rumana, al confine con la Siria, ha provocato la morte di almeno 20 persone. Lo ha riferito l’emittente araba ‘Al Jazeera’ precisando che tra le vittime ci sono sette bambini e sei donne. Rumana si trova a pochi chilometri dalla città di Al Qaim dove ieri sono esplose due bombe nelle vicinanze di una base militare statunitense. La deflagrazione di un ordigno al passaggio di un convoglio americano ha causato, inoltre, la morte di almeno 5 civili a Mossul. Altri episodi di violenza si registrano nella capitale e a Samarra. Il nostro servizio:

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A Baghdad, il viceministro dell’Interno è sfuggito ad un agguato costato la vita ad una sua guardia del corpo. Sempre nella capitale, un ex responsabile del disciolto partito Baath e due suoi parenti sono stati assassinati da un commando armato. Si deve poi registrare un nuovo rapimento: un gruppo di guerriglieri ha sequestrato un cittadino americano che lavorava a Baghdad per un’impresa edile. Nel nord dell’Iraq, tre persone sono rimaste uccise a Samarra per l’esplosione di un’autobomba nei pressi di un mercato. Strage sventata, invece, in una scuola di Medayna, città meridionale a 40 chilometri da Bassora, dove la polizia ha arrestato una donna aspirante kamikaze. Il nuovo presidente iracheno, il leader curdo Talabani, ha reso noto intanto che le forze statunitensi rimarranno nel Paese arabo per almeno altri due anni. Il governo polacco ha annunciato, invece, il ritiro delle proprie truppe dall’Iraq alla fine del 2005. L’amministrazione americana ha lanciato un monito alla leadership irachena. Durante una visita a sorpresa compiuta stamani a Baghdad, il segretario alla Difesa americano Donald Rumsfeld ha detto: “Bisogna evitare purghe politiche e nomine clientelari che rischiano di creare sfiducia o alimentare la corruzione”. “Non si può concedere l’amnistia a quanti hanno ucciso soldati della coalizione”, ha aggiunto Rumsfeld prima di incontrare Talabani ed il premier Jaafari. Il segretario alla Difesa statunitense ha anche espresso il proprio auspicio per un governo tecnico in Iraq.

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“Israele rispetti gli impegni presi sul blocco dello sviluppo delle colonie in Cisgiordania e sul ritiro da Gaza”. E’ quanto ha detto il presidente americano, George Bush, al termine dell’incontro di ieri con il premier israeliano, Ariel Sharon, in Texas. Bush ha fatto riferimento al progetto che prevede la costruzione di 35 mila nuove case nei pressi di Gerusalemme. Sharon si è impegnato a smantellare gli insediamenti illegali in Cisgiordania. Per l’applicazione della Road Map – ha precisato il premier dello Stato ebraico – è necessario che l’Autorità nazionale palestinese blocchi le azioni terroristiche dei fondamentalisti.

 

Nulla di fatto in Libano per la formazione del nuovo governo. Il primo ministro Karame ed il presidente Lahoud non hanno trovato un accordo con il Parlamento. Tra le questioni irrisolte anche la legge elettorale che avrebbe dovuto regolare le elezioni di maggio. Questa consultazione potrebbe adesso subire un rinvio.

 

Accordo storico, ieri, a New Delhi, tra India e Cina. Gettando alle spalle gli antichi disaccordi sulle dispute territoriali, i due premier, l’indiano Manmohan Singh e il cinese Wen Jabao, hanno avviato una nuova era di cooperazione economica e commerciale. Dalla capitale indiana, Maria Grazia Coggiola:

 

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Il più importante degli undici accordi è quello che detta i principi guida per risolvere le contese territoriali sul confine che corre per 3.500 chilometri lungo la catena dell’Himmalaya. Su questo confine, India e Cina hanno combattuto una guerra negli anni ‘60. Adesso c’è la volontà politica di arrivare ad un compromesso per tracciare un confine. In particolare, Pechino rivendica lo Stato nord-orientale indiano dell’Arunachal Pradesh, mentre l’India accusa la Cina di occupare illegalmente una porzione del Kashmir. Risolta invece la disputa sul Sikhim che da ieri è stato ufficialmente inserito nelle mappe cinesi come parte integrante dell’India. Gli altri memorandum riguardano misure di distensione militare al confine, la cooperazione commerciale e perfino la costruzione di un tempio buddista in Cina. I due Paesi hanno anche deciso di aumentare i collegamenti. Molto interessante per l’India anche l’aver ottenuto l’appoggio della Cina alla candidatura come membro permanente nel futuro Consiglio di Sicurezza dell’ONU allargato. Per la prima volta, il premier Wen ha detto che è favorevole alla presenza dell’India nell’esclusivo club dei cinque. Proprio ieri, in Cina ci sono state violente dimostrazioni contro il Giappone, altro candidato, insieme con India, Brasile e Germania, al nuovo Consiglio di Sicurezza.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

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In Indonesia, il vulcano ‘Talang’ si è risvegliato eruttando cenere e seminando il panico fra gli abitanti dell’isola di Sumatra già duramente colpiti dal maremoto dello scorso 26 dicembre. Le autorità indonesiane hanno ordinato lo sgombero della popolazione nel raggio di un chilometro. In Indonesia si trova la più alta densità di vulcani del mondo: sono oltre 500 quelli dislocati lungo il cosiddetto “anello di fuoco”. Rimane incandescente anche la situazione politica: per cercare di raffreddare le tensioni tra ribelli e governo, i rappresentanti dell’esecutivo indonesiano ed una delegazione del ‘Movimento per la liberazione di Aceh’ hanno avviato stamani la terza tornata di negoziati a Helsinki.

 

119 Paesi hanno accettato ieri, a New York, l’invito italiano per una conferenza al Palazzo di Vetro su una riforma alternativa del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. La proposta di Roma, esposta dal ministro degli Esteri, Gianfranco Fini, ha suscitato il vivo interesse di gran parte della comunità internazionale. Il servizio da New York di Paolo Mastrolilli:

 

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Nei mesi scorsi, una commissione di studio ha proposto due modelli per la riforma del Consiglio. Il primo include la creazione di sei nuovi membri permanenti ed escluderebbe l’Italia; il secondo, invece, prevede solo l’aggiunta di seggi non permanenti a rotazione più lunga dei due anni attuali. Roma appoggia questa ipotesi perché non verrebbe emarginata e potrebbe puntare sui nuovi posti non fissi. Per sostenere le proprie posizioni, l’Italia ha lanciato l’iniziativa “Uniting for Consensus”, che si basa sulla ricerca del consenso più ampio possibile a favore di una riforma condivisa da tutti. I suoi rivali, cioè Germania, Giappone, India e Brasile, puntano invece ad andare al voto sul primo modello che li favorirebbe, anche se questo potrebbe spaccare la comunità internazionale. Il fatto che quasi 120 Paesi abbiano aderito alla Conferenza promossa da Roma potrebbe convincere Berlino e Tokyo ad evitare lo scontro. Pesa in maniera particolare l’appoggio che la proposta italiana ha ricevuto dalla Cina, dove domenica sono avvenute manifestazioni contro l’ingresso del Giappone, perché Pechino come membro permanente ha potere di veto sulla riforma. Oggi, Fini presenterà i risultati del vertice al segretario generale Kofi Annan e poi andrà a Washington per discuterne con il governo americano.

 

Da New York, per la Radio Vaticana, Paolo Mastrolilli.

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La Commissione dell’Unione Europea avvierà la procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia. Lo ha dichiarato il commissario dell’UE, Almunia, precisando che sarà stilata una relazione ai sensi dell’articolo 104 comma 3 del Trattato di Maastricht. Questa procedura costituisce la prima fase della procedura per la sorveglianza di bilancio. In base alle cifre presentate a marzo in sede europea, il rapporto deficit/Pil dell’Italia è stato del 3 per cento nel 2004 e del 2,9 per cento nel 2003.

 

“Lanciare la cooperazione con la Libia in materia di immigrazione”. E’ la proposta che la Commissione europea presenterà giovedì prossimo ai 25 Stati dell’Unione. Ai ministri della Giustizia e dell’Interno verrà mostrato un rapporto nel quale si sottolinea come sia necessaria l’assistenza dell’UE in questo ambito. Il rapporto, stilato dopo la missione di esperti europei tra novembre e dicembre 2004 in Libia, verrà presentato dal commissario alla Giustizia, libertà e sicurezza, Franco Frattini.

 

 

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