RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 233 - Testo della trasmissione di domenica 21 agosto 2005

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

“Chi ha scoperto Cristo deve portare altri verso di Lui”: il mandato di Benedetto XVI al milione di giovani raccolti stamane nella spianata di Marienfeld, per la Messa conclusiva della XX Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia. Dalla città tedesca, nel cuore dell’Europa, la voce del Papa si è levata per richiamare i grandi temi di fronte all’umanità e indicare la strada per trovare se stessi nella fede in Dio

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Con un messaggio del Santo Padre si è aperto questa mattina a Rimini il Meeting per l’Amicizia tra i Popoli

 

CHIESA E SOCIETA’:

I pensieri di Giovanni Paolo II e quelli di Benedetto XVI raccolti in un libro per i giovani della GMG. Duc in altum è il titolo dell’opera voluta dalla Peregrinatio ad Petri Sedem  per accompagnare i ragazzi nel loro apostolato

Si apre oggi pomeriggio a Torre Pellice il Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste

Povertá, guerre, traffico d’armi, malnutrizione e AIDS caratterizzano il grande Continente africano. E’ la triste testimonianza di don Fabien Hagenimana, nell’ambito della XX Giornata Mondiale della Gioventù

 

Congratulazioni e l’invito a continuare sulla via delle riforme: messaggio del segretario dell’ONU, Kofi Annan, al nuovo presidente della Repubblica del Burundi, Nkurunziza

Almeno 20 morti e 15.000 senzatetto in Sierra Leone, per le terribili inondazioni che hanno colpito il Sud del Paese negli ultimi giorni

 

Si apre oggi il 63° Corso internazionale di studi cristiani organizzato dalla Cittadella di Assisi, sul tema della salvezza

24 ORE NEL MONDO:

Prosegue il disimpegno israeliano dalle colonie nella Striscia di Gaza: Esercito impegnato a Katif. A settembre Sharon al Palazzo di Vetro

 

Quattro soldati statunitensi uccisi nel sud dell’Afghanistan

 

La presentazione della Costituzione irachena al Parlamento potrebbe essere rinviata di un'altra settimana

IL PAPA E LA SANTA SEDE

21 agosto 2005

 

 

“CHI HA SCOPERTO CRISTO DEVE PORTARE ALTRI VERSO DI LUI”:

IL MANDATO DI BENEDETTO XVI AL MILIONE DI GIOVANI RACCOLTI STAMANE

NELLA SPIANATA DI MARIENFELD PER LA MESSA CONCLUSIVA

DELLA XX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ, A COLONIA. DALLA CITTA’ TEDESCA, NEL CUORE DELL’EUROPA, LA VOCE DEL PAPA SI E’ LEVATA PER RICHIAMARE

I GRANDI TEMI DI FRONTE ALL’UMANITA’ E INDICARE LA STRADA

PER TROVARE SE STESSI NELLA FEDE IN DIO

- A cura di Roberta Gisotti -

 

“Siamo venuti per adorarlo”: con la Santa Messa di stamane a Marienfeld, si è conclusa a Colonia la XX Giornata mondiale della gioventù. Tanti i messaggi di Benedetto XVI ai giovani di tutto il mondo e tanti gli spunti di riflessione nei discorsi del Papa agli ebrei, ai musulmani, ai cristiani di altre confessioni, ed anche agli uomini lontani dalla Chiesa o non credenti. Nel suo primo viaggio internazionale in terra natale, il Santo ha saputo parlare alla mente e al cuore dei fedeli e non solo, con grande semplicità espressiva e profondità di insegnamenti. Ieri sera alla Veglia l’invito ai giovani ad intraprendere sull’esempio dei Magi quel cammino interiore che cambia la vita, imparando – come insegnano i santi - a perdere se stessi per trovare se stessi; oggi l’invito a mettere l’Eucarestia al centro della vita, dove quell’ “ora” di Gesù diventa la nostra ora, per  rinnovare veramente il mondo, per trasformare la violenza e la morte in atto d’amore. Poi un mandato preciso: “chi ha scoperto Cristo – ha detto Benedetto XVI – deve portare altri verso di Lui. Una grande gioia non si puo’ tenere per sé”. Ha infine ammonito a non ricercare “la religione del ‘fai da te’, che “al fin fine non ci aiuta”, “è comoda, ma nell’ora della crisi ci abbandona a noi stessi”

 

Ma colleghiamoci ora con il nostro inviato a Colonia per partecipare di questa grande gioia che si è respirata nella spianata di Marienfeld, allestita per l’occasione con grande cura scenografica; circa un milione i fedeli che hanno seguito la celebrazione ed ascoltato l’Angelus. La parola a Massimiliano Menichetti:

 

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(coro)

 

Le note dei cori, l’affetto dei giovani, gli applausi, le bandiere di tutto il mondo hanno accolto Benedetto XVI questa mattina sulla spianata del Marienfeld per la Messa conclusiva della XX Giornata Mondiale della Gioventù. Circa un milione i pellegrini presenti oggi, venuti sulle orme dei Magi per incontrare Cristo, per pregare con il Papa: la stragrande maggioranza ha dormito qui, dopo la Veglia e l’adorazione eucaristica di ieri sera. Quasi 800 i vescovi e diecimila i sacerdoti che hanno preso parte alla celebrazione in un clima rigido, nebbioso, ma scaldato dal cuore vivo della fede.

L’altare posto sulla collina artificiale della spianata è stato letteralmente avvolto dall’amore del Papa per i giovani, che a lui si sono affidati nel sentiero dell’adorazione di Cristo. “Nell’Eucaristia l’adorazione deve diventare unione” ha detto il Papa nell’omelia, e meditando sulla donazione totale di Cristo alla volontà del Padre ha rimarcato: “Facendo del pane il suo Corpo” e del vino il suo Sangue, Egli anticipa la sua morte, l’accetta nel suo intimo e la trasforma in un’azione di amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale, dall’interno diventa un atto di un amore che si dona totalmente. “ La violenza si trasforma in amore e quindi la morte in vita” e “soltanto questa intima esplosione del bene che vince il male - ha continuato - può suscitare poi la catena di trasformazioni che poco a poco cambieranno il mondo”.

 

Il Corpo e il Sangue di Cristo - ha aggiunto - sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra volta. Da qui la sottomissione a Cristo come atto del riconoscimento dell’amore assoluto. Una “sottomissione” che diventa “unione”, però, perché Colui al quale ci sottomettiamo è Amore e rivela la più intima verità del nostro essere.

 

L’Eucaristia, ha sottolineato Benedetto XVI, deve diventare il centro della nostra vita: 

 

IL EST BEAU QU’AUJOURD’HUI, DANS DE NOMBREUSES CULTURES, …

“È bello che oggi, in molte culture, la domenica sia un giorno libero o, insieme col sabato, costituisca addirittura il cosiddetto “fine-settimana” libero. Questo tempo libero, tuttavia, rimane vuoto se in esso non c’è Dio. Cari amici! Qualche volta, in un primo momento, può risultare piuttosto scomodo dover programmare nella domenica anche la Messa. Ma se vi ponete impegno, constaterete poi che è proprio questo che dà il giusto centro al tempo libero. Non lasciatevi dissuadere dal partecipare all’Eucaristia domenicale ed aiutate anche gli altri a scoprirla. Certo, perché da essa si sprigioni la gioia di cui abbiamo bisogno, dobbiamo imparare a comprenderla sempre di più nelle sue profondità, dobbiamo imparare ad amarla”.

 

Quindi, il riferimento all’evangelizzazione che ogni cristiano compie nel suo cammino. “Chi ha scoperto Cristo deve portare altri verso di Lui”, ha aggiunto il Papa.  Una grande gioia non si può tenere per sé. Bisogna trasmetterla. "Libertà non vuol dire godersi la vita, ritenersi assolutamente autonomi. Libertà - ha detto il Papa - vuol dire orientarsi secondo la misura della vita e del bene", e parlando della grande frustrazione vissuta da chi non conosce Dio ha sottolineato:

 

“Non di rado la religione diventa quasi un prodotto di consumo. Si sceglie quello che piace, e certuni sanno anche trarne un profitto. Ma la religione cercata alla maniera del ‘fai da te’ alla fin fine non ci aiuta. È comoda, ma nell’ora della crisi ci abbandona a noi stessi. Aiutate gli uomini a scoprire la vera stella che ci indica la strada: Gesù Cristo! Cerchiamo noi stessi di conoscerlo sempre meglio per poter in modo convincente guidare anche gli altri verso di Lui. Per questo è così importante l’amore per la Sacra Scrittura e, di conseguenza, importante conoscere la fede della Chiesa che ci dischiude il senso della Scrittura. È lo Spirito Santo che guida la Chiesa nella sua fede crescente e l’ha fatta e la fa penetrare sempre di più nelle profondità della verità”.

“Negli ultimi decenni, ha detto il Papa, sono nati movimenti e comunità in cui la forza del Vangelo si fa sentire con vivacità”. Precisando che “la spontaneità delle nuove comunità è importante, ha anche evidenziato l’importanza di conservare la comunione col Papa e con i Vescovi. Poichè sono essi a garantire che non si sta cercando dei sentieri privati, ma invece si sta vivendo in quella grande famiglia di Dio che il Signore ha fondato con i dodici Apostoli.

 

Quindi, il richiamo all’aiuto per il prossimo. “Non dobbiamo, ad esempio, abbandonare gli anziani alla loro solitudine - ha detto - non dobbiamo passare oltre di fronte ai sofferenti. “Io so - ha concluso - che voi come giovani aspirate alle cose grandi, che volete impegnarvi per un mondo migliore. Dimostratelo agli uomini, dimostratelo al mondo, che aspetta proprio questa testimonianza dai discepoli di Gesù Cristo”.

 

Prima dell’Angelus il Papa, tra gli applausi festanti della folla, riferendosi alle GMG ha detto: “Sento risuonare forte una parola: ‘grazie’! Sono sicuro che essa trova eco corale in ciascuno di voi”. Poi, l’annuncio della prossima GMG che si terrà a Sydney, in Australia, nel 2008. Quindi il ringraziamento in più lingue ai giovani presenti:

 

“Cari amici di lingua italiana! Volge ormai al termine la ventesima Giornata Mondiale della Gioventù, ma questa celebrazione eucaristica continua nella vita: portate a tutti la gioia di Cristo, che qui avete incontrato”.

 

         E il Papa, sorridente, ha benedetto le migliaia di ragazzi in festa e si è avviato alla ‘papa-mobile’ ed i suoi giovani, ricevuto il mandato missionario, adesso già guardano a Sydney 2008.

 

Da Colonia, Massimiliano Menichetti, Radio Vaticana.

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Appuntamento dunque per i giovani del monto intero a Sidney, nel 2008: tre anni per diffondere i frutti raccolti a Colonia nei loro Paesi, per cambiare la loro vita, per trasformare il mondo e ritrovarsi poi ancora uniti dalla Parola di Dio nella prossima XXI Giornata mondiale della Gioventù. Ascoltiamo con quali sentimenti si lasciano i giovani di Colonia. Francesca Fialdini ha raccolto le loro voci:

 

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R. – Spero di portare l’entusiasmo, la forza e la speranza di continuare a camminare insieme.

 

R. – E’ una fortissima emozione, una sensazione bellissima …

 

R. – E’ bello stare insieme, con un obiettivo unico!

 

D. – Alessia, che cosa ti porti dentro?

 

R. – La certezza che Lui c’è e che non possiamo non pregarLo e non stare con Lui.

 

D. – Luca, cosa significa per te “aprire le porte a Cristo” e “non avere paura”?

R. – Essere quanto più vicino possibile al Signore, tramite l’Eucaristia. Per me Eucaristia vuol dire anche condividere belle esperienze con le altre migliaia di ragazzi che sono qui.

 

D. – Grazia, è possibile oggi testimoniare Cristo?

 

R. – La quotidianità ti porta ad affrontare molte difficoltà, quindi a volte è un po’ difficile. Ma non impossibile.

 

D. – Cosa significa “adorare l’Eucaristia”?

 

R. – Significa ringraziarLo. Di tutti i doni che ci dà, che a volte non vediamo ma sono molto vicini a noi.

 

D. – Tu sai che questo è tempo pieno di difficoltà. Questi giovani quale messaggio di speranza possono essere per altri giovani?

 

R. – Noi sappiamo che il Signore è al di là di tutto questo, e quindi siamo nelle mani Sue. Tutto si risolverà!

 

R. – Nella società in cui viviamo oggi, molti non accettano più i valori tradizionali della Chiesa e dall’altra parte non accettano neanche il male nel mondo, ma un qualcosa che sia una via di mezzo, tra tutti e due …

 

R. – Siamo venuti per adorare il Signore, per metterci dinanzi a Lui, per consegnare a Lui la nostra vita, credere veramente che Lui è il Dio dell’impossibile e può tutto. I miracoli esistono ancora!

 

D. – Tu hai sperimentato i miracoli di Dio nella tua vita?

 

R. – Sì!

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Torniamo ora alla Veglia del Papa con i giovani, ieri sera nella spianata di Marienfeld che ha avuto momenti davvero commoventi, in uno scenario suggestivo, illuminato dalla Luce della pace di Betlemme, consegnata a tutti i partecipanti per portarla nelle loro case. Ascoltiamo la cronaca di questo evento centrale della Giornata mondiale della Gioventù a Colonia, nel servizio di Massimiliano Menichetti:

 

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Giovanni Paolo II “è con noi in questo momento”. Così Benedetto XVI a braccio durante l’omelia sul palco del Marienfeld raccolto in preghiera, per la Veglia, insieme ad oltre 800 mila giovani della Giornata Mondiale della Gioventù. Il Papa si è fatto pellegrino tra i pellegrini ed ha iniziato il cammino interiore dell’adorazione sulle orme dei Magi; i giovani lo hanno cercato per farsi guidare, nell’incontro con Cristo, hanno risposto all’invito, tema della XX Giornata Mondiale della Gioventù: “Siamo venuti per adorarlo”. I canti, gli inni, gli applausi scroscianti hanno accompagnato l’arrivo della ‘papa-mobile’ che ha percorso la spianata, colorata dallo sventolio delle bandiere, dei capellini, dei fazzoletti, dalle note dell’inno della GMG.

 

Portate sul palco la Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù, l’icona di Maria, “Salus popoli romani”, la “Luce di Betlemme”, attinta dal luogo della Natività in Terra Santa. Migliaia gli accendini accesi, le fiaccole, le candele. Il Marienfeld è diventato, man mano che il sole tramontava, un cuore luminoso pulsante di preghiera, di gioia, nella notte di Colonia 2005. Il Papa ha benedetto una campana che da ieri porta il nome di Giovanni Polo II.

 

(Suono campana)

 

Al centro della spianata, la collina artificiale con la terra dei 5 continenti. Dall’altare, Benedetto XVI ha aperto più volte le braccia verso le migliaia di pellegrini, li ha stretti a sé nel cammino verso Cristo, nella sua prima Giornata mondiale, accettando l’eredità di Giovanni Paolo II. Durante l’omelia, il Papa ha rimarcato il percorso compiuto dai Magi per arrivare alla verità del proprio essere. I re dell’Oriente - ha detto - avevano il cuore inquieto ma erano certi che Dio esistesse e che fosse un Dio giusto e benigno. Quasi tracciando un ponte salvifico a guidare l’incertezza che risiede nel cuore dell’uomo, ha indicato il cammino dei Magi posti davanti ad Erode e al Bambino nella mangiatoia, davanti “al quale si prostrano, riconoscendo in lui il Re promesso”. I Magi, ha detto il Papa, “dovevano cambiare la loro idea sul potere, su Dio e sull’uomo e, facendo questo, dovevano anche cambiare se stessi”. 

 

GOD’S WAYS ARE NOT AS WE IMAGINE THEM OR AS WE MIGHT WISH …

“Il modo di agire di Dio è diverso da come noi lo immaginiamo e da come vorremmo imporlo anche a Lui. Dio in questo mondo non entra in concorrenza con le forme terrene del potere. Non contrappone le sue divisioni ad altre divisioni. A Gesù, nell’Orto degli ulivi, Dio non manda dodici legioni di angeli per aiutarlo. Egli contrappone al potere rumoroso e prepotente di questo mondo il potere inerme dell’amore, che sulla Croce – e poi sempre di nuovo nel corso della storia – soccombe, e tuttavia costituisce la cosa nuova, divina che poi si oppone all’ingiustizia e instaura il Regno di Dio”.

 

Evidenziata la stretta relazione tra l’adorazione ed il dono di sé, per diventare come i Magi “uomini della verità, del diritto, della bontà, del perdono, della misericordia”, Benedetto XVI ha indicato la via dei Santi che “hanno voluto donarsi”, perché sono stati raggiunti “dalla luce di Cristo”. E riferendosi alle testimonianze del nostro tempo come Massimiliano Kolbe, Edith Stein, Madre Teresa, Padre Pio ha rimarcato come “contemplando queste figure impariamo che cosa significa “adorare”.

 

“Solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo”, Ha aggiunto il Papa, e parlando del secolo scorso, testimone del totalitarismo che non libera l’uomo, ma “gli toglie la sua dignità e lo schiavizza”, ha precisato:

 

NO SON LA IDEOLOGÍAS LAS QUE SALVAN EL MUNDO, SINO SÓLO …

“Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro Creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è veramente buono e vero. La rivoluzione vera consiste unica-mente nel volgersi senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso tempo è l’amore eterno”.

 

Questo significa che non ci costruiamo un Dio privato, un Gesù privato - ha detto il Papa - ma che crediamo e ci prostriamo davanti a quel Gesù che ci viene mostrato dalle Sacre Scritture e che nella grande processione dei fedeli chiamata Chiesa si rivela vivente. E parlando delle ricchezze di una Chiesa che “si può criticare” ma capace dell’abbraccio salvifico nei confronti di tutti gli uomini, ha sottolineato:

 

“La Chiesa è come una famiglia umana, ma è anche allo stesso tempo la grande famiglia di Dio, mediante la quale Egli forma uno spazio di comunione e di unità attraverso tutti i continenti, le culture e le nazioni. Perciò siamo lieti di appartenere a questa grande famiglia; siamo lieti di avere fratelli e amici in tutto il mondo. Lo sperimentiamo proprio qui a Colonia quanto sia bello appartenere ad una famiglia vasta come il mondo, che comprende il cielo e la terra, il passato, il presente e il futuro e tutte le parti della terra. In questa grande comitiva di pellegrini camminiamo insieme con Cristo, camminiamo con la stella che illumina la storia”.

 

Mostrando tutta l’attualità della sequela in Cristo - ha concluso – questa non è una storia lontana, avvenuta tanto tempo fa. Questa è presenza. Qui nell’Ostia sacra Egli è davanti a noi e in mezzo a noi. Ci invita a quel pellegrinaggio interiore che si chiama adorazione. Quindi ancora canti ed il suggestivo arrivo alla collina della processione. Il pane eucaristico è stato portato nell’ostensorio ed esposto sull’altare per l’adorazione. Consegnati al Papa i testi delle preghiere scritte dai giovani durante la GMG nelle chiese del Centro Spirituale, raccolte in rotoli. Poi, dopo la preghiera dei fedeli, la benedizione eucaristica e migliaia di ragazzi si sono raccolti in preghiera adorando Cristo, Salvatore del mondo.

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E veniamo ad un altro appuntamento importante della Giornata di ieri, che ha rivestito grande interesse in tutto il mondo: l’udienza di Benedetto XVI, nel pomeriggio, ai rappresentanti di alcune comunità musulmane. Il Papa non ha nascosto “ai cari amici musulmani” le sue “preoccupazioni” “in questi momenti – ha ricordato – particolarmente difficili della storia del nostro tempo”.  Riguardo il “dilagante fenomeno del terrorismo”, di qualunque matrice esso sia – ha detto - è una scelta perversa e crudele, che calpesta il diritto sacrosanto alla vita e scalza le fondamenta stesse di ogni civile convivenza”. Sui contenuti di questo discorso ci riferisce Tiziana Campisi:

 

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Un “compito arduo ma non impossibile”. Per frenare il fanatismo che mette a repentaglio la vita di tante persone ed ostacola il progresso della pace nel mondo, Benedetto XVI ha invitato cristiani e musulmani ad “estirpare dai cuori sentimenti di rancore, a contrastare ogni forma di intolleranza e ad opporsi ad ogni manifestazione di violenza”. Di fronte al dilagante fenomeno del terrorismo che semina morte, il Papa ha ricordato che “il credente, nonostante la propria fragilità, sa di poter contare sulla forza spirituale della preghiera”, con questa consapevolezza è possibile combattere il male. Ma occorre anche dar spazio ai “valori del rispetto reciproco, della solidarietà e della pace”. La dignità della persona e la difesa dei diritti che da essa scaturiscono, abitano nella coscienza di ogni uomo. Benedetto XVI raccomanda di ascoltarne la voce per superare contrapposizioni culturali e neutralizzare la forza dirompente delle ideologie. E’ una condanna forte quella che il Pontefice ha pronunciato contro il terrorismo incontrando a Colonia le comunità musulmane. “E’ una scelta perversa e crudele che calpesta il diritto sacrosanto alla vita e scalza le fondamenta stesse di ogni civile convivenza”, ha detto il Santo Padre.

 

DIE ERFAHRUNG DER VERGANGENHEIT LEHRT UNS, DASS SICH DIE …

“L’esperienza del passato ci insegna che il rispetto mutuo e la comprensione non hanno sempre contraddistinto i rapporti tra cristiani e musulmani. Quante pagine di storia registrano le battaglie e le guerre, affrontate invocando, da una parte e dall’altra, il nome di Dio, quasi che combattere il nemico e uccidere l’avversario potesse essere cosa a Lui gradita. Il ricordo di questi tristi eventi dovrebbe riempirci di vergogna, ben sapendo quali atrocità siano state commesse nel nome della religio-ne”.

 

Sulle basi del passato, l’insegnamento del Papa per affrontare il futuro:

 

DIE LEKTIONEN DER VERGANGENHEIT MÜSSEN UNS DAVOR BEWAHREN, …

 “Le lezioni del passato devono servirci ad evitare di ripetere gli stessi errori. Noi vogliamo ricercare le vie della riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l’identità dell’altro. La difesa della libertà religiosa, in questo senso, è un imperativo costante e il rispetto delle minoranze un segno indiscutibile di vera civiltà”.

 

Ci sono sfide che cristiani e musulmani devono affrontare insieme, ha esortato Benedetto XVI. Non deve esserci spazio per “l’apatia”, “il disimpegno”, “la parzialità” e “il settarismo”. Non bisogna cedere alla “paura” né al “pessimismo”. A guidare i passi dell’uomo sulle strade del mondo, ha concluso il Papa, devono essere “l’ottimismo” e la “speranza”.

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Il pensiero di tutti quanti hanno avuto l’opportunità di vivere l’esperienza della Giornata mondiale della Gioventù è già al dopo Colonia: ascoltiamo gli auspici del cardinale Joachim Meisner, arcivescovo della città, che prima della Messa stamane rivolgendo il suo saluto di accoglienza al Papa ha sottolineato che la fede dei giovani che credono in Dio “dona ad un mondo che sta invecchiando futuro e speranza.”

 

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DIE ERWARTUNGEN SIND SICHER VERSCHIEDEN, ABER ICH GLAUBE, JEDER ...

Certo, le aspettative sono diverse, ma credo che ognuno si aspetti di tornare a casa, da Colonia, più felice di quando è partito. E questo è anche il mio auspicio personale: che ci lasci più felici di come ci ha trovati, felici nel senso che siamo più vicini a Dio, nel senso che riusciamo a sperimentare la gioia affascinante che viene da Dio, Dio che non ci lascia più!

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Ed ora un commento alle tante suggestioni, che sono arrivate ai giovani e al mondo intero da questo evento, dove i giovani sono stati protagonisti e Benedetto XVI ha saputo evidenziare le gioie e le speranze dell’umanità di oggi ma anche le ansie e i timori, cui solo la fede in Dio può dare risposta. La nota è del nostro direttore dei programmi, padre Federico Lombardi:

 

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800 mila per un’adorazione eucaristica: probabilmente non era mai avvenuto. Ha avuto un bel coraggio, il cardinale di Colonia, a sperare fortemente che – in quest’Anno dell’Eucaristia – i giovani capissero che la mèta dei Magi, l’adorazione del Bimbo, Dio incarnato, diventa per noi l’adorazione di Cristo presente nel Sacramento. Eravamo più abituati a pensare a Veglie molto animate da canti vivaci, grida e battimani in cui, dopo il lungo cammino e l’attesa, l’entusiasmo dei giovani si esprimeva visibilmente e sonoramente. Questa volta, si è voluto scommettere coraggiosamente sulla capacità di preghiera e di interiorità dei giovani, non solo nell’ambiente raccolto di una piccola chiesa o nello spazio sublime della cattedrale di Colonia, ma anche in un immenso prato fangoso, sotto la volta del cielo.

 

E la scommessa è riuscita. I giovani hanno dimostrato di capire bene quando è tempo di gridare e acclamare e quando è tempo di ascoltare, tacere, pregare. In questo clima si è inserito lo stile di Benedetto XVI con il suo gesto misurato e la sua oratoria piana che non mira tanto a suscitare un dialogo con l’uditorio, dono unico del suo predecessore, quanto a condurre con limpido discorso a partire dal testo biblico, nella profondità del concetto teologico, dell’esperienza spirituale, della bellezza della vita cristiana.

 

Nei giorni scorsi, i giovani hanno sentito molte catechesi; vorremmo dire che le omelie del Papa alla Veglia e nella Messa sono le catechesi culminanti di queste Giornate, e per la loro ricchezza e finezza concettuale, per la chiarezza di linguaggio, per la ricerca di immagini efficaci ed attuali meriteranno di essere portate a casa dai giovani e meditate a lungo. In particolare, nel corso della Messa, l’omelia è stata seguita dall’immenso uditorio con un’attenzione intensissima come se nessuno del milione di presenti volesse perderne una sola parola.

 

I giovani sono venuti a Colonia curiosi di conoscere il nuovo Papa; è venuto a loro un Papa più del ‘magistero’ che del ‘gesto’. Ma, a dire il vero, di un magistero così chiaro ed efficace che saprà certo aiutarli a coniugare meglio fede e ragione, a muoversi meglio nel grande labirinto della cultura di oggi. Una grande gioia non si può contenere, ha detto Benedetto XVI, la si deve donare agli altri. I giovani ripartono da Colonia con il loro entusiasmo caratteristico, ma pensiamo che portino con sé una radice più profonda di gioia: l’esperienza della preghiera, anzi, dell’adorazione come esperienza di amore, e la consapevolezza che è bello e doveroso saper rendere ragione della loro fede e della speranza che è in loro.

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Benedetto XVI incontrerà questo pomeriggio alle 17 nel Seminario della città i vescovi della Germania. Quindi saluterà il Comitato organizzatore della GMG, nella sede dall’arcivescovado, per poi recarsi all’aeroporto di Colonia, dove avverrà la cerimonia di congedo e la partenza, prevista per le ore 19.15. L’arrivo a Roma avverrà dopo circa due ore all’aeroporto di Ciampino, da dove il Papa si porterà in auto a Castel Gandolfo.

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OGGI IN PRIMO PIANO

21 agosto 2005

 

 

CON UN MESSAGGIO DEL PAPA SI E’ APERTO A RIMINI

IL MEETING PER L’AMICIZIA TRA I POPOLI,

DEDICATO QUEST’ANNO AL TEMA DELLA LIBERTA’

 

 

“Libertà, il bene più grande che i cieli abbiano donato agli uomini”: questo il tema che accompagna la XXVI edizione del “Meeting per l’amicizia tra i popoli”, promosso da “Comunione e Liberazione”. L’incontro, che ha preso il via oggi a Rimini, è il primo dopo la scomparsa di Don Giussani, fondatore di “Comunione e Liberazione”. Il servizio del nostro inviato, Luca Collodi:

 

 

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Il pensiero di Don Chisciotte e l’azione dell’imperatore Costantino al centro del Meeting 2005. Entrambi affrontano il tema della libertà, in epoche e culture diverse. Costantino, al quale è dedicata una grande mostra a Castel Sismondo a Rimini, con l’editto di Milano del 313 svincolando la fede dall’obbedienza allo Stato, apre alla libertà religiosa ed alle radici cristiane nella storia dei popoli. Il don Chisciotte di Cervantes afferma come “la libertà sia il bene più grande che i cieli abbiamo donato agli uomini”, titolo dell’edizione di quest’anno. Pensiero ripreso da Benedetto XVI nel messaggio inviato a tutti i partecipanti al Meeting. “La libertà autentica è il frutto dell’incontro personale con Cristo”.

 

“Dio – scrive il Papa in un ideale passaggio di testimone dai giovani di Colonia a quelli di Rimini – ha sommamente a cuore la nostra libertà. Ci vuole liberi, ci ama in quanto liberi, a tal punto che accetta il rischio che abbiamo ad allontanarci da Lui pur di salvare in noi la possibilità di riconoscerlo senza costrizioni”. Ma perché – si chiede il Santo Padre – Dio ama la nostra libertà? “Perché Egli vede in noi l’immagine del suo Figlio incarnato che liberamente ha sempre aderito al progetto del Padre”. Nel messaggio al Meeting Benedetto XVI, riferendosi al movimento di Comunione e Liberazione, sottolinea come non si possa pensare alla libertà senza andare con il pensiero al termine “liberazione”. “Gesù è per noi la liberazione, dal peccato, dai nostri falsi desideri, ultimamente anche da noi stessi”; e chiude ricordando la figura di mons. Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, scomparso nell’inverno scorso.

 

Dopo la Messa celebrata dal vescovo di Rimini, mons. Mariano Dè Nicolò, sarà il filosofo Marcello Pera, Presidente del Senato italiano, ad aprire nel pomeriggio i 135 incontri in programma da oggi al 27 agosto. Pera aprirà il dibattito sul rapporto tra “Democrazia e Libertà”, confrontando la tradizione della cultura occidentale con la realtà dei nostri giorni, l’Islam e la sua deriva fondamentalista, il laicismo esasperato ed i nuovi nazionalismi frutto di una globalizzazione senza regole. Di rilievo anche gli incontri internazionali, dall’Afghanistan, all’Iraq, dall’Europa in crisi al Mediterraneo. Oltre agli incontri, 15 spettacoli, 16 mostre, tra cui segnaliamo quella dedicata agli universitari tedeschi della “Rosa Bianca” oppositori di Hitler, e 10 manifestazioni sportive arricchiranno il Meeting, luogo di incontro di storie ed esperienze diverse che hanno in comune la passione per l’uomo e il suo destino.

 

Da Rimini, Luca Collodi, Radio Vaticana.

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CHIESA E SOCIETA’

21 agosto 2005

 

I PENSIERI DI GIOVANNI PAOLO II E QUELLI DI BENEDETTO XVI RACCOLTI IN UN LIBRO PER I GIOVANI DELLA GMG. DUC IN ALTUM  È IL TITOLO DELL’OPERA

VOLUTA DALLA PEREGRINATIO AD PETRI SEDEM

PER ACCOMPAGNARE I RAGAZZI NEL LORO APOSTOLATO

COLONIA. = La Giornata Mondiale della Gioventù dei due Papi si è concretizzata in un libro che raccoglie i pensieri di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Il volume, in italiano, tedesco, inglese, francese, spagnolo e polacco, è un’iniziativa della Peregrinatio ad Petri Sedem, l’ente vaticano che si incarica dei pellegrinaggi che giungono a Roma e di quelli del Romano Pontefice all’estero. Il titolo Duc in Altum, è il suggestivo motto proclamato da Giovanni Paolo II durante il Giubileo del 2000, quando invitava tutti a prendere il largo. I testi corrispondono a frasi pronunciate da Papa Wojtyla durante alcune Giornate Mondiali della Gioventù e a pensieri di Benedetto XVI sui giovani. Il volume è stato distribuito ai partecipanti italiani a Colonia e questi, a loro volta, lo hanno distribuito ai loro coetanei di altre nazionalità. L’idea del libro è di mons. Francesco Gioia, presidente della Peregrinatio ad Petri Sedem. “Questi pensieri – scrive nella prefazione monsignor Gioia, rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze di tutto il mondo – potranno essere semi per la vostra meditazione”, perché “i giovani in cammino verso Colonia sono nella situazione ideale per comprendere che l’uomo è essenzialmente un nomade, un pellegrino per natura” e “la meta del pellegrino è sempre un luogo sacro, ove Dio si è manifestato con un evento prodigioso, la cui memoria è ancora viva. Un luogo reale e al tempo stesso simbolico”. (D.L.)

 

 

SI APRE OGGI POMERIGGIO A TORRE PELLICE IL SINODO DELLE CHIESE VALDESI

E METODISTE. I PARTECIPANTI PROVENIENTI DA TUTTA ITALIA DISCUTERANNO

DI WELFARE, AMBIENTE, GLOBALIZZAZIONE E AIDS

 

TORINO. = Il welfare, la globalizzazione, la distruzione dell’ambiente e l’Aids, ma anche il terrorismo ed il caro-vita che impoverisce le famiglie italiane saranno i principali temi trattati nel corso del Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste, uno dei principali appuntamenti annuali del protestantesimo italiano, che verrà inaugurato oggi pomeriggio a Torre Pellice, in provincia di Torino. All’Assemblea partecipano circa 200 membri, oltre a numerosi osservatori dall’Italia e dall’estero. Tra gli ospiti attesi in Valle Pellice, il vescovo di Terni, Narni e Amelia mons. Vincenzo Paglia, presidente della Commissione Cei per ecumenismo e il dialogo, e il reverendo Nivola Rimaudo, esponente della Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia. “Vi è la necessità - spiega Gianni Genre moderatore della Tavola valdese - di riprendere gli argomenti che l’anno scorso erano al centro dell’Assemblea dell’Alleanza riformata mondiale ad Accra, in Ghana, guardando al prossimo importante appuntamento mondiale di Porto Alegre, in Brasile, ovvero l’assemblea generale del Consiglio ecumenico delle Chiese che si svolgerà nel febbraio 2006''. Il Sinodo verrà aperto oggi pomeriggio con un culto solenne presieduto dal pastore Giovanni Anziani. L’elezione del nuovo moderatore è prevista nella mattinata del 26 agosto. (D.L.)

 

 

POVERTA’, GUERRE, TRAFFICO D’ARMI, MALNUTRIZIONE E AIDS CARATTERIZZANO

IL GRANDE CONTINENTE AFRICANO. È LA TRISTE TESTIMONIANZA

DI DON FABIEN HAGENIMANA, Al MARGINE DELL’INCONTRO “WORKING AS NEW PEOPLE” SVOLTOSI A COLONIA NELL’AMBITO DELLA XX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÚ

 

COLONIA. = “La situazione dell’Africa fa piangere”. L’amara constatazione è di don Fabien Hagenimana, della diocesi di Ruhengeri, in Rwanda, a margine dell’incontro dei giovani lavoratori “Working as new people”, svoltosi venerdì 19 agosto presso la chiesa di S.Nikolaus di Colonia. “Gli africani sembrano addormentati”, denuncia il sacerdote. “Si lasciano sfruttare dai potenti che si arricchiscono sulle loro spalle, mentre cresce la povertà”. Anche il mondo occidentale, secondo don Hagenimana, approfitta della situazione, vedendo nell’Africa un’opportunità di sfruttamento piuttosto che un Continente che vuole svilupparsi. “È più facile trovare persone che investono nel traffico d’armi piuttosto che nell’istruzione e nella formazione delle giovani generazioni” denuncia il sacerdote. La Chiesa rwandese cerca di sollevare la povertà attraverso aiuti concreti sottolinea: “I contadini lavorano molto ma i prodotti agricoli sono pagati poco. Per questo abbiamo realizzato un granaio nel quale conserviamo il grano comprato ad un prezzo equo. Nei momenti di carestia lo rivendiamo a pochi soldi per sfamare i poveri”. Mathieu Kpoghomou, commissario diocesano degli scout di Nzerekore, in Guinea, denuncia, inoltre, come nel suo Paese ci siano poche possibilità di impiego e molti siano costretti ad emigrare in Liberia, Sierra Leone e Costa d’Avorio, dove, spesso, sono assoldati dai gruppi di ribelli”. Un altro problema, conclude don Hagenimana, è legato all’elevato numero di persone sieropositive che, a causa della malattia, non possono lavorare. (D.L.)

 

 

CONGRATULAZIONI, COMPLIMENTI E L’INVITO A CONTINUARE SULLA VIA

DELLE RIFORME. È QUESTO IL NUCLEO CENTRALE DEL MESSAGGIO INVIATO

DAL SEGRETARIO DELLE NAZIONI UNITE, KOFI ANNAN AL NUOVO PRESIDENTE

DELLA REPUBBLICA DEL BURUNDI, PIERRE NKURUNZIZA

 

BURUNDI. = Da venerdì 19 agosto è Pierre Nkurunziza il nuovo presidente del Burundi pacificato. Il primo capo di Stato eletto dopo la transizione. Il leader scelto per guidare il Paese verso la pace e verso la conclusione definitiva della terribile guerra civile che dal 1993 ha provocato la morte di circa 300 mila persone. Nkurunziza, ex-docente universitario di educazione fisica e capo dei guerriglieri delle Forze per la difesa della democrazia (Cnd-Fdd), è stato eletto in qualità di candidato unico con i voti 151 voti favorevoli e 9 contrari. In un messaggio inviato al neo-presidente, il Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan si è complimentato con Pierre Nkurunziza per la sua elezione ed ha auspicato per il futuro nuove riforme e maggiori interventi a favore della popolazione. Annan ha contestualmente ringraziato anche tutti i capi di Stato e di governo africani per il loro sostegno al processo di pace in Burundi ed ha enumerato le sfide che attendono il nuovo governo e il Parlamento neo-eletto: ulteriori riforme, il consolidamento della pace, la riconciliazione nazionale, la ricostruzione e lo sviluppo. (D.L.)

 

 

ALMENO 20 MORTI E 15.000 SENZATETTO IN SIERRA LEONE.

QUESTO IL BILANCIO PROVVISORIO DELLE TERRIBILI INONDAZIONI

CHE HANNO COLPITO IL SUD DEL PAESE AFRICANO NEGLI ULTIMI GIORNI

 

SIERRA LEONE. = È emergenza in Sierra Leone dove le piogge torrenziali abbattutesi negli ultimi giorni nelle zone meridionali del Paese hanno provocato ingenti danni a cose e a persone. Almeno quaranta i villaggi colpiti, principalmente concentrati nel distretto di Pujehun sulle coste dell’Oceano Atlantico, 300 chilometri a sud della capitale Freetown. Fonti ufficiali hanno riferito che il bilancio, ancora approssimativo, è di almeno 20 morti e circa 15.000 senza-tetto, in larga parte ancora irraggiungibili a causa delle pessime condizioni delle strade e del crollo di alcuni ponti. Squadre di soccorso della Marina sierraleonese, supportate dalla Croce Rossa e dai Caschi blu della missione Unamsil, hanno allestito un ponte aereo riuscendo finora a trarre in salvo circa 600 persone. Alcune famiglie hanno abbandonato l’area a bordo di canoe, altre si sono rifugiate sui tetti delle case e sugli alberi. Secondo il coordinatore della Croce Rossa Vandy Sonnah la situazione rischia di peggiorare viste le alte probabilità di diffusione di alcune malattie, soprattutto il colera. (Misna)

 

 

“LA SALVEZZA” AL CENTRO DEL 63° CORSO INTERNAZIONALE DI STUDI CRISTIANI

ORGANIZZATO DALLA CITTADELLA DI ASSISI. DA OGGI  AL 26 AGOSTO I PARTECIPANTI

POTRANNO AFFRONTARE CON ESPONENTI DEL MONDO RELIGIOSO, SCIENTIFICO

ED UNIVERSITARIO LE MOLTEPLICI SFACCETTATURE

DEL TEMA DELLA SALVEZZA E DEI SUOI STRUMENTI

 

ASSISI. = “La salvezza, grande domanda muta?”. È questo il titolo del 63° Corso Internazionale di Studi Cristiani, che si apre oggi ad Assisi. “In un tempo nel quale ciascuno di noi sembra essere colpito dal demone dell’infelicità e dall’inquietudine nel percepire il male che irrompe nel mondo (guerre, ingiustizie, oppressione, violenza, terrorismo)” - si legge nella nota introduttiva al Corso – “proporre un tema come quello della salvezza potrebbe significare dare sponda a problematiche tappabuchi di tipo consolatorio e buonista. Eppure, uno sguardo più attento alla sensibilità emergente dai dibattiti culturali, etici, politici e religiosi del momento (procreazione assistita, eutanasia, qualità della vita) sembra portarci a riconsiderare la salvezza come la grande domanda muta, quasi un’ancora sommersa nelle molte derive che ci minacciano.” In un momento storico dunque dominato da sanguinosi attacchi terroristici e devastanti disastri naturali e caratterizzato da una diffusa mancanza di certezze, l’incontro si pone l’obiettivo di esplorare agenti e strumenti di salvezza quali la politica, la scienza, la fede e la ricerca teoretica. Grazie all’apporto e al contributo di personalità religiose, politici, docenti universitari, scienziati e giornalisti, i partecipanti potranno quindi affrontare ed analizzare la salvezza nelle sue molteplici sfaccettature. All’evento interverranno, il Vescovo di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli, il priore di Bose Enzo Bianchi, l’economista Stefano Zamagni, il filosofo e teologo Rosino Gibellini. (D.L.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

21 agosto 2005

 

- A cura di Salvatore Sabatino -

 

 Dopo il riposo sabbatico, l'Esercito israeliano prosegue lo sgombero delle colonie di Gaza. Numerose anche oggi le proteste dei coloni, mentre il presidente palestinese Abu Mazen ha annunciato un finanziamento di 30 milioni di dollari da parte degli Stati Uniti all’ANP, per costruire infrastrutture. Intanto il premier israeliano Ariel Sharon dovrebbe prendere la parola all'Assemblea dell'ONU verso la metà di settembre per parlare del dopo ritiro da Gaza: lo hanno riferito oggi fonti della presidenza del governo israeliano. La cronaca di questa giornata, nel nostro servizio:

 

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   Un giorno di stop non è certo bastato a far calare la tensione tra i coloni israeliani nella Striscia di Gaza. Prosegue, infatti, tra manifestazioni di protesta, il piano di disimpegno deciso dal premier Sharon. Il calendario degli sgomberi è serrato: stamane reparti militari e di polizia sono impegnati ad evacuare le colonie di Atzmona, Slav e Katif, a sud di Gaza. Nel pomeriggio dovrebbe essere sgomberata anche la colonia di Eley Sinai, nel nord. Domani sarà, invece, la volta di Netzarim, un insediamento che si trova in prossimità di Gaza city. Quindi le forze israeliane si rivolgeranno verso quattro piccoli insediamenti nella Cisgiordania settentrionale: Ganim, Kadim, Homesh e Sa-Nur. Il grosso del disimpegno è, però, già avvenuto, se si pensa che fra mercoledì e venerdì sono rientrati in territorio israeliano oltre l'80 per cento dei coloni che risiedevano nella striscia di Gaza. Un ritiro accompagnato da numerose critiche. Lo stesso premier Sharon all'inizio della seduta settimanale del Consiglio dei ministri, ha attaccato i dirigenti del movimento dei coloni, che hanno proposto di creare una grande tendopoli per le migliaia di persone che sono state costrette a sgomberare gli insediamenti nella striscia di Gaza. “Lo Stato di Israele - ha assicurato  Sharon ai ministri - è in grado di trovare per costoro una  sistemazione più adeguata”.

 

E la tensione è alta anche sul fronte palestinese. I Comitati di resistenza popolare hanno comunicato che, una volta completato il ritiro di Israele dalla striscia di Gaza, trasferiranno la loro lotta armata in Cisgiordania, da dove lanceranno razzi che colpiranno Tel Aviv. Nessun commento da parte del presidente palestinese Abu Mazen, il quale ha però annunciato che gli Stati Uniti hanno concesso all’Anp un finanziamento di 30 milioni di dollari per la costruzione di impianti di depurazione dell'acqua nella Striscia di Gaza. E dello sgombero delle colonie si parlerà a settembre alle Nazioni Unite, dov’è atteso il premier israeliano Sharon. Con lui dovrebbe recarsi al Palazzo di Vetro di New York anche il ministro degli Esteri Silvan Shalom. Nei giorni scorsi il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan aveva reso omaggio alla decisione “coraggiosa” di Sharon di attuare il ritiro.

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 In Iraq a 48 ore dalla scadenza per la presentazione della bozza della nuova costituzione al Parlamento, proseguono febbrili le trattative tra le parti. I negoziatori curdi si dicono pronti ad un compromesso sul modo di inserire il loro diritto di auto-determinazione, ma restano intransigenti sul ruolo dell'Islam. Tema su cui invece i diplomatici statunitensi pare abbiano fatto delle concessioni. Intanto il portavoce del governo di Baghdad, Leith Kubba ha riferito che la data ultima per la presentazione della Costituzione potrebbe essere rinviata di un'altra settimana, se non ci sarà un accordo fra i dirigenti politici.

 

 Ancora violenza in Afghanistan. Quattro soldati statunitensi sono stati uccisi e altri tre feriti dall'esplosione di diverse bombe. Lo hanno annunciato le Forze armate americane in un comunicato. L’attacco è avvenuto in un non meglio precisato luogo dell’Afghanistan meridionale.

 

 Un iracheno ritenuto responsabile dell’attacco di venerdì nel porto giordano di Aqaba è stato arrestato ieri sera ad Amman. Lo si è appreso da fonti  della sicurezza. Le autorità giordane già ieri erano sulle tracce di sei uomini, con passaporto egiziano, iracheno e siriano, ritenuti coinvolti nell’attentato, costato la vita ad un soldato giordano. Due razzi, lanciati da un magazzino del porto di Aqaba, erano diretti verso due navi statunitensi, attraccate nel porto. Le imbarcazioni non sono state raggiunte.

 

 La polizia britannica è convinta di aver sventato un attentato organizzato da Al Quaeda con gas tossico o con un ordigno “sporco”. L’obiettivo dell’attenta-to sarebbe stato la Camera dei Comuni. Lo ha scritto oggi il “Sunday Times”. Secondo il giornale, il progetto di attentato era stato preparato l'anno scorso ed è venuto alla luce grazie ad alcune e-mail criptate trovate in computer sequestrati a presunti terroristi in Gran Bretagna e in Pakistan. 

 

 L’Iran è pronto ad esaminare nuove eventuali proposte dell’Unione Europea volte a risolvere la crisi internazionale scatenata dalla ripresa del programma nucleare da parte della Repubblica islamica. Ad affermarlo il ministro degli Esteri di Teheran, Hamid Reza Asefi, precisando che però l’Iran non tornerà in nessun caso a bloccare l'impianto di Isfahan.

 

 Mini-summit latino-americano all’Avana in occasione della consegna dei diplomi della Scuola superiore di Medicina a giovani provenienti da numerosi Paesi dell’America Latina. L’incontro, organizzato dal presidente cubano Fidel Castro, ha visto come ospite d’onore il presidente venezuelano Hugo Chavez. La sua presenza sull’isola è servita a confermare la vitalità dell’asse tra i due Paesi, uniti dalla comune politica anti-statunitense. Giunto da Panama anche il presidente Martin Torrijos. 

 

 Dopo sei giorni di paralisi, in seguito ad uno sciopero, l’Esercito ecuadoriano è sceso in campo per consentire ai lavoratori del settore petrolifero di riprendere il lavoro e l'estrazione del greggio dai pozzi. I militari hanno sbloccato le strade abbattendo le barricate erette dai manifestanti, e per proteggere gli impianti della società petrolifera di Stato Petroecuador da eventuali attentati.

 

 Ci trasferiamo in Guinea Bissau. L’ex presidente Malam Bacai Sanha non accetta la decisione della Corte suprema del Paese africano, che sabato ha ratificato la vittoria alle elezioni presidenziali di Joa Bernardo Vieira.  A suo parere ci sarebbero stati brogli e irregolarità nel voto. Secondo i risultati ufficiali Vieira ha ottenuto alle elezioni del luglio scorso il 52,35 per cento dei voti contro il 47.65 per cento di Sanha.

 

 

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