RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
233 - Testo della trasmissione di domenica 21 agosto 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
CHIESA E SOCIETA’:
Si
apre oggi pomeriggio a Torre Pellice il Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste
Prosegue il disimpegno israeliano dalle colonie
nella Striscia di Gaza: Esercito impegnato a Katif. A settembre Sharon al
Palazzo di Vetro
Quattro soldati statunitensi uccisi nel sud
dell’Afghanistan
La presentazione della Costituzione irachena al
Parlamento potrebbe essere rinviata di un'altra settimana
21
agosto 2005
“CHI HA SCOPERTO CRISTO DEVE
PORTARE ALTRI VERSO DI LUI”:
IL MANDATO DI BENEDETTO XVI AL MILIONE DI GIOVANI
RACCOLTI STAMANE
NELLA SPIANATA DI MARIENFELD PER LA MESSA
CONCLUSIVA
DELLA XX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ, A
COLONIA. DALLA CITTA’ TEDESCA, NEL CUORE DELL’EUROPA, LA VOCE DEL PAPA SI E’
LEVATA PER RICHIAMARE
I GRANDI TEMI DI FRONTE ALL’UMANITA’ E INDICARE LA
STRADA
PER TROVARE SE STESSI NELLA FEDE IN DIO
- A cura di Roberta Gisotti -
“Siamo venuti per adorarlo”: con
la Santa Messa di stamane a Marienfeld, si è conclusa a Colonia la XX Giornata
mondiale della gioventù. Tanti i messaggi di Benedetto XVI ai giovani di tutto
il mondo e tanti gli spunti di riflessione nei discorsi del Papa agli ebrei, ai
musulmani, ai cristiani di altre confessioni, ed anche agli uomini lontani
dalla Chiesa o non credenti. Nel suo primo viaggio internazionale in terra
natale, il Santo ha saputo parlare alla mente e al cuore dei fedeli e non solo,
con grande semplicità espressiva e profondità di insegnamenti. Ieri sera alla
Veglia l’invito ai giovani ad intraprendere sull’esempio dei Magi quel cammino
interiore che cambia la vita, imparando – come insegnano i santi - a perdere se
stessi per trovare se stessi; oggi l’invito a mettere l’Eucarestia al centro della
vita, dove quell’ “ora” di Gesù diventa la nostra ora, per rinnovare veramente il mondo, per
trasformare la violenza e la morte in atto d’amore. Poi un mandato preciso:
“chi ha scoperto Cristo – ha detto Benedetto XVI – deve portare altri verso di
Lui. Una grande gioia non si puo’ tenere per sé”. Ha infine ammonito a non
ricercare “la religione del ‘fai da te’, che “al fin fine non ci aiuta”, “è
comoda, ma nell’ora della crisi ci abbandona a noi stessi”
Ma colleghiamoci ora con il
nostro inviato a Colonia per partecipare di questa grande gioia che si è
respirata nella spianata di Marienfeld, allestita per l’occasione con grande
cura scenografica; circa un milione i fedeli che hanno seguito la celebrazione
ed ascoltato l’Angelus. La parola a Massimiliano Menichetti:
**********
(coro)
Le note dei cori, l’affetto dei
giovani, gli applausi, le bandiere di tutto il mondo hanno accolto Benedetto
XVI questa mattina sulla spianata del Marienfeld per la Messa conclusiva della
XX Giornata Mondiale della Gioventù. Circa un milione i pellegrini presenti
oggi, venuti sulle orme dei Magi per incontrare Cristo, per pregare con il
Papa: la stragrande maggioranza ha dormito qui, dopo la Veglia e l’adorazione
eucaristica di ieri sera. Quasi 800 i vescovi e diecimila i sacerdoti che hanno
preso parte alla celebrazione in un clima rigido, nebbioso, ma scaldato dal
cuore vivo della fede.
L’altare posto sulla collina
artificiale della spianata è stato letteralmente avvolto dall’amore del Papa
per i giovani, che a lui si sono affidati nel sentiero dell’adorazione di
Cristo. “Nell’Eucaristia l’adorazione deve diventare unione” ha detto il Papa
nell’omelia, e meditando sulla donazione totale di Cristo alla volontà del
Padre ha rimarcato: “Facendo del pane il suo Corpo” e del vino il suo Sangue,
Egli anticipa la sua morte, l’accetta nel suo intimo e la trasforma in
un’azione di amore. Quello che dall’esterno è violenza brutale, dall’interno
diventa un atto di un amore che si dona totalmente. “ La violenza si trasforma
in amore e quindi la morte in vita” e “soltanto questa intima esplosione del
bene che vince il male - ha continuato - può suscitare poi la catena di
trasformazioni che poco a poco cambieranno il mondo”.
Il Corpo e il Sangue di Cristo -
ha aggiunto - sono dati a noi affinché noi stessi veniamo trasformati a nostra
volta. Da qui la sottomissione a Cristo come atto del riconoscimento dell’amore
assoluto. Una “sottomissione” che diventa “unione”, però, perché Colui al quale
ci sottomettiamo è Amore e rivela la più intima verità del nostro essere.
L’Eucaristia, ha sottolineato
Benedetto XVI, deve diventare il centro della nostra vita:
IL EST BEAU QU’AUJOURD’HUI, DANS DE
NOMBREUSES CULTURES, …
“È bello che oggi, in molte
culture, la domenica sia un giorno libero o, insieme col sabato, costituisca
addirittura il cosiddetto “fine-settimana” libero. Questo tempo libero,
tuttavia, rimane vuoto se in esso non c’è Dio. Cari amici! Qualche volta, in un
primo momento, può risultare piuttosto scomodo dover programmare nella domenica
anche la Messa. Ma se vi ponete impegno, constaterete poi che è proprio questo
che dà il giusto centro al tempo libero. Non lasciatevi dissuadere dal
partecipare all’Eucaristia domenicale ed aiutate anche gli altri a scoprirla.
Certo, perché da essa si sprigioni la gioia di cui abbiamo bisogno, dobbiamo
imparare a comprenderla sempre di più nelle sue profondità, dobbiamo imparare
ad amarla”.
Quindi, il riferimento
all’evangelizzazione che ogni cristiano compie nel suo cammino. “Chi ha
scoperto Cristo deve portare altri verso di Lui”, ha aggiunto il Papa. Una grande gioia non si può tenere per sé.
Bisogna trasmetterla. "Libertà non vuol dire godersi la vita,
ritenersi assolutamente autonomi. Libertà - ha detto il Papa - vuol dire
orientarsi secondo la misura della vita e del bene", e parlando
della grande frustrazione vissuta da chi non conosce Dio ha sottolineato:
“Non di rado la religione diventa quasi un prodotto di consumo. Si
sceglie quello che piace, e certuni sanno anche trarne un profitto. Ma la
religione cercata alla maniera del ‘fai da te’ alla fin fine non ci aiuta. È
comoda, ma nell’ora della crisi ci abbandona a noi stessi. Aiutate gli uomini a
scoprire la vera stella che ci indica la strada: Gesù Cristo! Cerchiamo noi
stessi di conoscerlo sempre meglio per poter in modo convincente guidare anche
gli altri verso di Lui. Per questo è così importante l’amore per la Sacra
Scrittura e, di conseguenza, importante conoscere la fede della Chiesa che ci dischiude
il senso della Scrittura. È lo Spirito Santo che guida la Chiesa nella sua fede
crescente e l’ha fatta e la fa penetrare sempre di più nelle profondità della
verità”.
“Negli ultimi decenni, ha detto
il Papa, sono nati movimenti e comunità in cui la forza del Vangelo si fa
sentire con vivacità”. Precisando che “la spontaneità delle nuove comunità è
importante, ha anche evidenziato l’importanza di conservare la comunione col
Papa e con i Vescovi. Poichè sono essi a garantire che non si sta cercando dei
sentieri privati, ma invece si sta vivendo in quella grande famiglia di Dio che
il Signore ha fondato con i dodici Apostoli.
Quindi, il richiamo all’aiuto
per il prossimo. “Non dobbiamo, ad esempio, abbandonare gli anziani alla loro
solitudine - ha detto - non dobbiamo passare oltre di fronte ai sofferenti. “Io
so - ha concluso - che voi come giovani aspirate alle cose grandi, che volete
impegnarvi per un mondo migliore. Dimostratelo agli uomini, dimostratelo al
mondo, che aspetta proprio questa testimonianza dai discepoli di Gesù Cristo”.
Prima
dell’Angelus il Papa, tra gli applausi festanti della folla, riferendosi alle
GMG ha detto: “Sento risuonare forte una parola: ‘grazie’! Sono sicuro che essa
trova eco corale in ciascuno di voi”. Poi, l’annuncio della prossima GMG che si
terrà a Sydney, in Australia, nel 2008. Quindi il ringraziamento in più lingue
ai giovani presenti:
“Cari amici di lingua italiana! Volge ormai al
termine la ventesima Giornata Mondiale della Gioventù, ma questa celebrazione
eucaristica continua nella vita: portate a tutti la gioia di Cristo, che qui
avete incontrato”.
E il Papa, sorridente, ha benedetto le
migliaia di ragazzi in festa e si è avviato alla ‘papa-mobile’ ed i suoi
giovani, ricevuto il mandato missionario, adesso già guardano a Sydney 2008.
Da Colonia, Massimiliano
Menichetti, Radio Vaticana.
**********
Appuntamento dunque per i
giovani del monto intero a Sidney, nel 2008: tre anni per diffondere i frutti
raccolti a Colonia nei loro Paesi, per cambiare la loro vita, per trasformare
il mondo e ritrovarsi poi ancora uniti dalla Parola di Dio nella prossima XXI
Giornata mondiale della Gioventù. Ascoltiamo con quali sentimenti si lasciano i
giovani di Colonia. Francesca Fialdini ha raccolto le loro voci:
***********
R. – Spero di portare
l’entusiasmo, la forza e la speranza di continuare a camminare insieme.
R. – E’ una fortissima emozione,
una sensazione bellissima …
R. – E’ bello stare insieme, con
un obiettivo unico!
D. – Alessia, che cosa ti porti
dentro?
R. – La certezza che Lui c’è e
che non possiamo non pregarLo e non stare con Lui.
D. – Luca, cosa significa per te
“aprire le porte a Cristo” e “non avere paura”?
R. – Essere quanto più vicino
possibile al Signore, tramite l’Eucaristia. Per me Eucaristia vuol dire anche
condividere belle esperienze con le altre migliaia di ragazzi che sono qui.
D. – Grazia, è possibile oggi
testimoniare Cristo?
R. – La quotidianità ti porta ad
affrontare molte difficoltà, quindi a volte è un po’ difficile. Ma non
impossibile.
D. – Cosa significa “adorare
l’Eucaristia”?
R. – Significa ringraziarLo. Di
tutti i doni che ci dà, che a volte non vediamo ma sono molto vicini a noi.
D. – Tu sai che questo è tempo
pieno di difficoltà. Questi giovani quale messaggio di speranza possono essere
per altri giovani?
R. – Noi sappiamo che il Signore
è al di là di tutto questo, e quindi siamo nelle mani Sue. Tutto si risolverà!
R. – Nella società in cui
viviamo oggi, molti non accettano più i valori tradizionali della Chiesa e
dall’altra parte non accettano neanche il male nel mondo, ma un qualcosa che
sia una via di mezzo, tra tutti e due …
R. – Siamo venuti per adorare il
Signore, per metterci dinanzi a Lui, per consegnare a Lui la nostra vita,
credere veramente che Lui è il Dio dell’impossibile e può tutto. I miracoli
esistono ancora!
D. – Tu hai sperimentato i
miracoli di Dio nella tua vita?
R. – Sì!
**********
Torniamo ora alla Veglia del
Papa con i giovani, ieri sera nella spianata di Marienfeld che ha avuto momenti
davvero commoventi, in uno scenario suggestivo, illuminato dalla Luce della
pace di Betlemme, consegnata a tutti i partecipanti per portarla nelle loro
case. Ascoltiamo la cronaca di questo evento centrale della Giornata mondiale
della Gioventù a Colonia, nel servizio di Massimiliano Menichetti:
**********
Giovanni Paolo II “è con noi in
questo momento”. Così Benedetto XVI a braccio durante l’omelia sul palco del
Marienfeld raccolto in preghiera, per la Veglia, insieme ad oltre 800 mila
giovani della Giornata Mondiale della Gioventù. Il Papa si è fatto pellegrino
tra i pellegrini ed ha iniziato il cammino interiore dell’adorazione sulle orme
dei Magi; i giovani lo hanno cercato per farsi guidare, nell’incontro con
Cristo, hanno risposto all’invito, tema della XX Giornata Mondiale della
Gioventù: “Siamo venuti per adorarlo”. I canti, gli inni, gli applausi scroscianti
hanno accompagnato l’arrivo della ‘papa-mobile’ che ha percorso la spianata,
colorata dallo sventolio delle bandiere, dei capellini, dei fazzoletti, dalle note
dell’inno della GMG.
Portate sul palco la Croce delle
Giornate Mondiali della Gioventù, l’icona di Maria, “Salus popoli romani”, la
“Luce di Betlemme”, attinta dal luogo della Natività in Terra Santa. Migliaia
gli accendini accesi, le fiaccole, le candele. Il Marienfeld è diventato, man
mano che il sole tramontava, un cuore luminoso pulsante di preghiera, di gioia,
nella notte di Colonia 2005. Il Papa ha benedetto una campana che da ieri porta
il nome di Giovanni Polo II.
(Suono campana)
Al
centro della spianata, la collina artificiale con la terra dei 5 continenti.
Dall’altare, Benedetto XVI ha aperto più volte le braccia verso le migliaia di
pellegrini, li ha stretti a sé nel cammino verso Cristo, nella sua prima
Giornata mondiale, accettando l’eredità di Giovanni Paolo II. Durante l’omelia,
il Papa ha rimarcato il percorso compiuto dai Magi per arrivare alla verità del
proprio essere. I re dell’Oriente - ha detto - avevano il cuore inquieto ma
erano certi che Dio esistesse e che fosse un Dio giusto e benigno. Quasi
tracciando un ponte salvifico a guidare l’incertezza che risiede nel cuore
dell’uomo, ha indicato il cammino dei Magi posti davanti ad Erode e al Bambino
nella mangiatoia, davanti “al quale si prostrano, riconoscendo in lui il Re
promesso”. I Magi, ha detto il Papa, “dovevano cambiare la loro idea sul
potere, su Dio e sull’uomo e, facendo questo, dovevano anche cambiare se
stessi”.
GOD’S
WAYS ARE NOT AS WE IMAGINE THEM OR AS WE MIGHT WISH …
“Il modo
di agire di Dio è diverso da come noi lo immaginiamo e da come vorremmo imporlo
anche a Lui. Dio in questo mondo non entra in concorrenza con le forme terrene
del potere. Non contrappone le sue divisioni ad altre divisioni. A Gesù,
nell’Orto degli ulivi, Dio non manda dodici legioni di angeli per aiutarlo.
Egli contrappone al potere rumoroso e prepotente di questo mondo il potere
inerme dell’amore, che sulla Croce – e poi sempre di nuovo nel corso della
storia – soccombe, e tuttavia costituisce la cosa nuova, divina che poi si
oppone all’ingiustizia e instaura il Regno di Dio”.
Evidenziata
la stretta relazione tra l’adorazione ed il dono di sé, per diventare come i Magi
“uomini della verità, del diritto, della bontà, del perdono, della
misericordia”, Benedetto XVI ha indicato la via dei Santi che “hanno voluto
donarsi”, perché sono stati raggiunti “dalla luce di Cristo”. E riferendosi
alle testimonianze del nostro tempo come Massimiliano Kolbe, Edith Stein, Madre
Teresa, Padre Pio ha rimarcato come “contemplando queste figure impariamo che
cosa significa “adorare”.
“Solo
dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del
mondo”, Ha aggiunto il Papa, e parlando del secolo scorso, testimone del
totalitarismo che non libera l’uomo, ma “gli toglie la sua dignità e lo
schiavizza”, ha precisato:
NO SON LA IDEOLOGÍAS LAS QUE SALVAN EL MUNDO, SINO
SÓLO …
“Non
sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente,
che è il nostro Creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò
che è veramente buono e vero. La rivoluzione vera consiste unica-mente nel
volgersi senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso
tempo è l’amore eterno”.
Questo
significa che non ci costruiamo un Dio privato, un Gesù privato - ha detto il
Papa - ma che crediamo e ci prostriamo davanti a quel Gesù che ci viene
mostrato dalle Sacre Scritture e che nella grande processione dei fedeli
chiamata Chiesa si rivela vivente. E
parlando delle ricchezze di una Chiesa che “si può criticare” ma capace
dell’abbraccio salvifico nei confronti di tutti gli uomini, ha sottolineato:
“La Chiesa è come una famiglia umana, ma è anche
allo stesso tempo la grande famiglia di Dio, mediante la quale Egli forma uno
spazio di comunione e di unità attraverso tutti i continenti, le culture e le
nazioni. Perciò siamo lieti di appartenere a questa grande famiglia; siamo
lieti di avere fratelli e amici in tutto il mondo. Lo sperimentiamo proprio qui
a Colonia quanto sia bello appartenere ad una famiglia vasta come il mondo, che
comprende il cielo e la terra, il passato, il presente e il futuro e tutte le
parti della terra. In questa grande comitiva di pellegrini camminiamo insieme
con Cristo, camminiamo con la stella che illumina la storia”.
Mostrando tutta
l’attualità della sequela in Cristo - ha concluso – questa non è una storia
lontana, avvenuta tanto tempo fa. Questa è presenza. Qui nell’Ostia sacra Egli
è davanti a noi e in mezzo a noi. Ci invita a quel pellegrinaggio interiore che
si chiama adorazione. Quindi ancora canti ed il suggestivo arrivo alla collina
della processione. Il pane eucaristico è stato portato nell’ostensorio ed esposto
sull’altare per l’adorazione. Consegnati al Papa i testi delle preghiere
scritte dai giovani durante la GMG nelle chiese del Centro Spirituale, raccolte
in rotoli. Poi, dopo la preghiera dei fedeli, la benedizione eucaristica e
migliaia di ragazzi si sono raccolti in preghiera adorando Cristo, Salvatore
del mondo.
**********
E veniamo ad un altro
appuntamento importante della Giornata di ieri, che ha rivestito grande
interesse in tutto il mondo: l’udienza di Benedetto XVI, nel pomeriggio, ai
rappresentanti di alcune comunità musulmane. Il Papa non ha nascosto “ai cari
amici musulmani” le sue “preoccupazioni” “in questi momenti – ha ricordato –
particolarmente difficili della storia del nostro tempo”. Riguardo il “dilagante fenomeno del
terrorismo”, di qualunque matrice esso sia – ha detto - è una scelta perversa e
crudele, che calpesta il diritto sacrosanto alla vita e scalza le fondamenta
stesse di ogni civile convivenza”. Sui contenuti di questo discorso ci
riferisce Tiziana Campisi:
**********
Un “compito arduo ma non impossibile”. Per frenare il
fanatismo che mette a repentaglio la vita di tante persone ed ostacola il
progresso della pace nel mondo, Benedetto XVI ha invitato cristiani e musulmani
ad “estirpare dai cuori sentimenti di rancore, a contrastare ogni forma di
intolleranza e ad opporsi ad ogni manifestazione di violenza”. Di fronte al
dilagante fenomeno del terrorismo che semina morte, il Papa ha ricordato che
“il credente, nonostante la propria fragilità, sa di poter contare sulla forza
spirituale della preghiera”, con questa consapevolezza è possibile combattere
il male. Ma occorre anche dar spazio ai “valori del rispetto reciproco, della
solidarietà e della pace”. La dignità della persona e la difesa dei diritti che
da essa scaturiscono, abitano nella coscienza di ogni uomo. Benedetto XVI
raccomanda di ascoltarne la voce per superare contrapposizioni culturali e
neutralizzare la forza dirompente delle ideologie. E’ una condanna forte quella
che il Pontefice ha pronunciato contro il terrorismo incontrando a Colonia le comunità
musulmane. “E’ una scelta perversa e crudele che calpesta il diritto sacrosanto
alla vita e scalza le fondamenta stesse di ogni civile convivenza”, ha detto il
Santo Padre.
DIE ERFAHRUNG DER VERGANGENHEIT LEHRT UNS, DASS SICH DIE
…
“L’esperienza del passato ci
insegna che il rispetto mutuo e la comprensione non hanno sempre
contraddistinto i rapporti tra cristiani e musulmani. Quante pagine di storia
registrano le battaglie e le guerre, affrontate invocando, da una parte e
dall’altra, il nome di Dio, quasi che combattere il nemico e uccidere
l’avversario potesse essere cosa a Lui gradita. Il ricordo di questi tristi
eventi dovrebbe riempirci di vergogna, ben sapendo quali atrocità siano state
commesse nel nome della religio-ne”.
Sulle basi del passato,
l’insegnamento del Papa per affrontare il futuro:
DIE
LEKTIONEN DER VERGANGENHEIT MÜSSEN UNS DAVOR BEWAHREN, …
“Le lezioni del passato devono servirci
ad evitare di ripetere gli stessi errori. Noi vogliamo ricercare le vie della
riconciliazione e imparare a vivere rispettando ciascuno l’identità dell’altro.
La difesa della libertà religiosa, in questo senso, è un imperativo costante e
il rispetto delle minoranze un segno indiscutibile di vera civiltà”.
Ci sono sfide che cristiani e musulmani devono affrontare
insieme, ha esortato Benedetto XVI. Non deve esserci spazio per “l’apatia”, “il
disimpegno”, “la parzialità” e “il settarismo”. Non bisogna cedere alla “paura”
né al “pessimismo”. A guidare i passi dell’uomo sulle strade del mondo, ha
concluso il Papa, devono essere “l’ottimismo” e la “speranza”.
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Il pensiero di tutti quanti
hanno avuto l’opportunità di vivere l’esperienza della Giornata mondiale della
Gioventù è già al dopo Colonia: ascoltiamo gli auspici del cardinale Joachim
Meisner, arcivescovo della città, che prima della Messa stamane rivolgendo il
suo saluto di accoglienza al Papa ha sottolineato che la fede dei giovani che credono
in Dio “dona ad un mondo che sta invecchiando futuro e speranza.”
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DIE
ERWARTUNGEN SIND SICHER VERSCHIEDEN, ABER ICH GLAUBE, JEDER ...
Certo, le aspettative sono
diverse, ma credo che ognuno si aspetti di tornare a casa, da Colonia, più felice
di quando è partito. E questo è anche il mio auspicio personale: che ci lasci
più felici di come ci ha trovati, felici nel senso che siamo più vicini a Dio,
nel senso che riusciamo a sperimentare la gioia affascinante che viene da Dio,
Dio che non ci lascia più!
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Ed ora un commento alle tante
suggestioni, che sono arrivate ai giovani e al mondo intero da questo evento,
dove i giovani sono stati protagonisti e Benedetto XVI ha saputo evidenziare le
gioie e le speranze dell’umanità di oggi ma anche le ansie e i timori, cui solo
la fede in Dio può dare risposta. La nota è del nostro direttore dei programmi,
padre Federico Lombardi:
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800 mila per un’adorazione
eucaristica: probabilmente non era mai avvenuto. Ha avuto un bel coraggio, il
cardinale di Colonia, a sperare fortemente che – in quest’Anno dell’Eucaristia
– i giovani capissero che la mèta dei Magi, l’adorazione del Bimbo, Dio incarnato,
diventa per noi l’adorazione di Cristo presente nel Sacramento. Eravamo più abituati
a pensare a Veglie molto animate da canti vivaci, grida e battimani in cui,
dopo il lungo cammino e l’attesa, l’entusiasmo dei giovani si esprimeva
visibilmente e sonoramente. Questa volta, si è voluto scommettere
coraggiosamente sulla capacità di preghiera e di interiorità dei giovani, non
solo nell’ambiente raccolto di una piccola chiesa o nello spazio sublime della
cattedrale di Colonia, ma anche in un immenso prato fangoso, sotto la volta del
cielo.
E la scommessa è riuscita. I
giovani hanno dimostrato di capire bene quando è tempo di gridare e acclamare e
quando è tempo di ascoltare, tacere, pregare. In questo clima si è inserito lo
stile di Benedetto XVI con il suo gesto misurato e la sua oratoria piana che
non mira tanto a suscitare un dialogo con l’uditorio, dono unico del suo
predecessore, quanto a condurre con limpido discorso a partire dal testo
biblico, nella profondità del concetto teologico, dell’esperienza spirituale,
della bellezza della vita cristiana.
Nei giorni scorsi, i giovani
hanno sentito molte catechesi; vorremmo dire che le omelie del Papa alla Veglia
e nella Messa sono le catechesi culminanti di queste Giornate, e per la loro
ricchezza e finezza concettuale, per la chiarezza di linguaggio, per la ricerca
di immagini efficaci ed attuali meriteranno di essere portate a casa dai
giovani e meditate a lungo. In particolare, nel corso della Messa, l’omelia è
stata seguita dall’immenso uditorio con un’attenzione intensissima come se
nessuno del milione di presenti volesse perderne una sola parola.
I giovani sono venuti a Colonia
curiosi di conoscere il nuovo Papa; è venuto a loro un Papa più del ‘magistero’
che del ‘gesto’. Ma, a dire il vero, di un magistero così chiaro ed efficace
che saprà certo aiutarli a coniugare meglio fede e ragione, a muoversi meglio
nel grande labirinto della cultura di oggi. Una grande gioia non si può
contenere, ha detto Benedetto XVI, la si deve donare agli altri. I giovani
ripartono da Colonia con il loro entusiasmo caratteristico, ma pensiamo che portino
con sé una radice più profonda di gioia: l’esperienza della preghiera, anzi,
dell’adorazione come esperienza di amore, e la consapevolezza che è bello e doveroso
saper rendere ragione della loro fede e della speranza che è in loro.
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Benedetto XVI incontrerà questo
pomeriggio alle 17 nel Seminario della città i vescovi della Germania. Quindi
saluterà il Comitato organizzatore della GMG, nella sede dall’arcivescovado,
per poi recarsi all’aeroporto di Colonia, dove avverrà la cerimonia di congedo
e la partenza, prevista per le ore 19.15. L’arrivo a Roma avverrà dopo circa
due ore all’aeroporto di Ciampino, da dove il Papa si porterà in auto a Castel
Gandolfo.
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21 agosto 2005
CON UN MESSAGGIO DEL PAPA SI E’ APERTO A RIMINI
IL MEETING PER L’AMICIZIA TRA I POPOLI,
DEDICATO QUEST’ANNO AL TEMA DELLA LIBERTA’
“Libertà, il bene
più grande che i cieli abbiano donato agli uomini”: questo il tema che accompagna
la XXVI edizione del “Meeting per l’amicizia tra i popoli”, promosso da “Comunione
e Liberazione”. L’incontro, che ha preso il via oggi a Rimini, è il primo dopo la scomparsa di Don
Giussani, fondatore di “Comunione e Liberazione”. Il servizio del nostro
inviato, Luca Collodi:
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Il pensiero di Don Chisciotte e l’azione dell’imperatore
Costantino al centro del Meeting 2005. Entrambi affrontano il tema della
libertà, in epoche e culture diverse. Costantino, al quale è dedicata una
grande mostra a Castel Sismondo a Rimini, con l’editto di Milano del 313
svincolando la fede dall’obbedienza allo Stato, apre alla libertà religiosa ed
alle radici cristiane nella storia dei popoli. Il don Chisciotte di Cervantes
afferma come “la libertà sia il bene più grande che i cieli abbiamo donato agli
uomini”, titolo dell’edizione di quest’anno. Pensiero ripreso da Benedetto XVI
nel messaggio inviato a tutti i partecipanti al Meeting. “La libertà autentica
è il frutto dell’incontro personale con Cristo”.
“Dio – scrive il Papa in un ideale passaggio di testimone
dai giovani di Colonia a quelli di Rimini – ha sommamente a cuore la nostra
libertà. Ci vuole liberi, ci ama in quanto liberi, a tal punto che accetta il
rischio che abbiamo ad allontanarci da Lui pur di salvare in noi la possibilità
di riconoscerlo senza costrizioni”. Ma perché – si chiede il Santo Padre – Dio
ama la nostra libertà? “Perché Egli vede in noi l’immagine del suo Figlio
incarnato che liberamente ha sempre aderito al progetto del Padre”. Nel
messaggio al Meeting Benedetto XVI, riferendosi al movimento di Comunione e
Liberazione, sottolinea come non si possa pensare alla libertà senza andare con
il pensiero al termine “liberazione”. “Gesù è per noi la liberazione, dal
peccato, dai nostri falsi desideri, ultimamente anche da noi stessi”; e chiude
ricordando la figura di mons. Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione,
scomparso nell’inverno scorso.
Dopo la Messa celebrata dal vescovo di Rimini, mons.
Mariano Dè Nicolò, sarà il filosofo Marcello Pera, Presidente del Senato
italiano, ad aprire nel pomeriggio i 135 incontri in programma da oggi al 27
agosto. Pera aprirà il dibattito sul rapporto tra “Democrazia e Libertà”,
confrontando la tradizione della cultura occidentale con la realtà dei nostri
giorni, l’Islam e la sua deriva fondamentalista, il laicismo esasperato ed i
nuovi nazionalismi frutto di una globalizzazione senza regole. Di rilievo anche
gli incontri internazionali, dall’Afghanistan, all’Iraq, dall’Europa in crisi
al Mediterraneo. Oltre agli incontri, 15 spettacoli, 16 mostre, tra cui
segnaliamo quella dedicata agli universitari tedeschi della “Rosa Bianca”
oppositori di Hitler, e 10 manifestazioni sportive arricchiranno il Meeting,
luogo di incontro di storie ed esperienze diverse che hanno in comune la passione
per l’uomo e il suo destino.
Da Rimini, Luca Collodi, Radio Vaticana.
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21
agosto 2005
I PENSIERI DI GIOVANNI PAOLO
II E QUELLI DI BENEDETTO XVI RACCOLTI IN UN LIBRO PER I GIOVANI DELLA GMG. DUC IN ALTUM È IL TITOLO DELL’OPERA
VOLUTA DALLA PEREGRINATIO
AD PETRI SEDEM
PER ACCOMPAGNARE I RAGAZZI NEL LORO APOSTOLATO
COLONIA. = La Giornata Mondiale
della Gioventù dei due Papi si è concretizzata in un libro che raccoglie i pensieri
di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Il volume, in italiano, tedesco,
inglese, francese, spagnolo e polacco, è un’iniziativa della Peregrinatio ad Petri Sedem, l’ente
vaticano che si incarica dei pellegrinaggi che giungono a Roma e di quelli del
Romano Pontefice all’estero. Il titolo Duc
in Altum, è il suggestivo motto proclamato da Giovanni Paolo II durante il
Giubileo del 2000, quando invitava tutti a prendere il largo. I testi
corrispondono a frasi pronunciate da Papa Wojtyla durante alcune Giornate
Mondiali della Gioventù e a pensieri di Benedetto XVI sui giovani. Il volume è
stato distribuito ai partecipanti italiani a Colonia e questi, a loro volta, lo
hanno distribuito ai loro coetanei di altre nazionalità. L’idea del libro è di
mons. Francesco Gioia, presidente della Peregrinatio
ad Petri Sedem. “Questi pensieri – scrive nella prefazione monsignor Gioia,
rivolgendosi ai ragazzi e alle ragazze di tutto il mondo – potranno essere semi
per la vostra meditazione”, perché “i giovani in cammino verso Colonia sono
nella situazione ideale per comprendere che l’uomo è essenzialmente un nomade,
un pellegrino per natura” e “la meta del pellegrino è sempre un luogo sacro,
ove Dio si è manifestato con un evento prodigioso, la cui memoria è ancora
viva. Un luogo reale e al tempo stesso simbolico”. (D.L.)
SI APRE OGGI POMERIGGIO A TORRE PELLICE IL SINODO
DELLE CHIESE VALDESI
E METODISTE. I PARTECIPANTI PROVENIENTI DA TUTTA ITALIA
DISCUTERANNO
DI WELFARE, AMBIENTE, GLOBALIZZAZIONE E AIDS
TORINO. = Il welfare, la globalizzazione,
la distruzione dell’ambiente e l’Aids, ma anche il terrorismo ed il caro-vita
che impoverisce le famiglie italiane saranno i principali temi trattati nel
corso del Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste, uno dei principali appuntamenti
annuali del protestantesimo italiano, che verrà inaugurato oggi pomeriggio a
Torre Pellice, in provincia di Torino. All’Assemblea partecipano circa 200
membri, oltre a numerosi osservatori dall’Italia e dall’estero. Tra gli ospiti
attesi in Valle Pellice, il vescovo di Terni, Narni e Amelia mons. Vincenzo Paglia,
presidente della Commissione Cei per ecumenismo e il dialogo, e il reverendo
Nivola Rimaudo, esponente della Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia. “Vi è la
necessità - spiega Gianni Genre moderatore della Tavola valdese - di riprendere
gli argomenti che l’anno scorso erano al centro dell’Assemblea dell’Alleanza riformata
mondiale ad Accra, in Ghana, guardando al prossimo importante appuntamento
mondiale di Porto Alegre, in Brasile, ovvero l’assemblea generale del Consiglio
ecumenico delle Chiese che si svolgerà nel febbraio 2006''. Il Sinodo verrà aperto
oggi pomeriggio con un culto solenne presieduto dal pastore Giovanni Anziani.
L’elezione del nuovo moderatore è prevista nella mattinata del 26 agosto. (D.L.)
POVERTA’, GUERRE, TRAFFICO D’ARMI, MALNUTRIZIONE E
AIDS CARATTERIZZANO
IL GRANDE CONTINENTE AFRICANO. È LA TRISTE
TESTIMONIANZA
DI DON FABIEN HAGENIMANA, Al MARGINE DELL’INCONTRO
“WORKING AS NEW PEOPLE” SVOLTOSI A COLONIA NELL’AMBITO DELLA XX GIORNATA
MONDIALE DELLA GIOVENTÚ
COLONIA. = “La situazione
dell’Africa fa piangere”. L’amara constatazione è di don Fabien Hagenimana,
della diocesi di Ruhengeri, in Rwanda, a margine dell’incontro dei giovani
lavoratori “Working as new people”, svoltosi venerdì 19 agosto presso la chiesa
di S.Nikolaus di Colonia. “Gli africani sembrano addormentati”, denuncia il
sacerdote. “Si lasciano sfruttare dai potenti che si arricchiscono sulle loro
spalle, mentre cresce la povertà”. Anche il mondo occidentale, secondo don
Hagenimana, approfitta della situazione, vedendo nell’Africa un’opportunità di
sfruttamento piuttosto che un Continente che vuole svilupparsi. “È più facile
trovare persone che investono nel traffico d’armi piuttosto che nell’istruzione
e nella formazione delle giovani generazioni” denuncia il sacerdote. La Chiesa
rwandese cerca di sollevare la povertà attraverso aiuti concreti sottolinea: “I
contadini lavorano molto ma i prodotti agricoli sono pagati poco. Per questo
abbiamo realizzato un granaio nel quale conserviamo il grano comprato ad un
prezzo equo. Nei momenti di carestia lo rivendiamo a pochi soldi per sfamare i
poveri”. Mathieu Kpoghomou, commissario diocesano degli scout di Nzerekore, in
Guinea, denuncia, inoltre, come nel suo Paese ci siano poche possibilità di
impiego e molti siano costretti ad emigrare in Liberia, Sierra Leone e Costa
d’Avorio, dove, spesso, sono assoldati dai gruppi di ribelli”. Un altro
problema, conclude don Hagenimana, è legato all’elevato numero di persone sieropositive
che, a causa della malattia, non possono lavorare. (D.L.)
CONGRATULAZIONI, COMPLIMENTI E L’INVITO A
CONTINUARE SULLA VIA
DELLE RIFORME. È QUESTO IL NUCLEO CENTRALE DEL
MESSAGGIO INVIATO
DAL SEGRETARIO DELLE NAZIONI UNITE, KOFI ANNAN AL
NUOVO PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA DEL BURUNDI, PIERRE NKURUNZIZA
BURUNDI. = Da venerdì 19 agosto
è Pierre Nkurunziza il nuovo presidente del Burundi pacificato. Il primo capo
di Stato eletto dopo la transizione. Il leader scelto per guidare il Paese
verso la pace e verso la conclusione definitiva della terribile guerra civile
che dal 1993 ha provocato la morte di circa 300 mila persone. Nkurunziza,
ex-docente universitario di educazione fisica e capo dei guerriglieri delle
Forze per la difesa della democrazia (Cnd-Fdd), è stato eletto in qualità di
candidato unico con i voti 151 voti favorevoli e 9 contrari. In un messaggio
inviato al neo-presidente, il Segretario generale delle Nazioni Unite Kofi
Annan si è complimentato con Pierre Nkurunziza per la sua elezione ed ha auspicato
per il futuro nuove riforme e maggiori interventi a favore della popolazione. Annan
ha contestualmente ringraziato anche tutti i capi di Stato e di governo africani
per il loro sostegno al processo di pace in Burundi ed ha enumerato le sfide
che attendono il nuovo governo e il Parlamento neo-eletto: ulteriori riforme, il
consolidamento della pace, la riconciliazione nazionale, la ricostruzione e lo
sviluppo. (D.L.)
ALMENO 20 MORTI E 15.000 SENZATETTO IN SIERRA
LEONE.
QUESTO IL BILANCIO PROVVISORIO DELLE TERRIBILI
INONDAZIONI
CHE HANNO COLPITO IL SUD DEL PAESE AFRICANO NEGLI
ULTIMI GIORNI
SIERRA LEONE. = È emergenza in
Sierra Leone dove le piogge torrenziali abbattutesi negli ultimi giorni nelle
zone meridionali del Paese hanno provocato ingenti danni a cose e a persone. Almeno
quaranta i villaggi colpiti, principalmente concentrati nel distretto di
Pujehun sulle coste dell’Oceano Atlantico, 300 chilometri a sud della capitale
Freetown. Fonti ufficiali hanno riferito che il bilancio, ancora
approssimativo, è di almeno 20 morti e circa 15.000 senza-tetto, in larga parte
ancora irraggiungibili a causa delle pessime condizioni delle strade e del
crollo di alcuni ponti. Squadre di soccorso della Marina sierraleonese, supportate
dalla Croce Rossa e dai Caschi blu della missione Unamsil, hanno allestito un
ponte aereo riuscendo finora a trarre in salvo circa 600 persone. Alcune
famiglie hanno abbandonato l’area a bordo di canoe, altre si sono rifugiate sui
tetti delle case e sugli alberi. Secondo il coordinatore della Croce Rossa
Vandy Sonnah la situazione rischia di peggiorare viste le alte probabilità di
diffusione di alcune malattie, soprattutto il colera. (Misna)
“LA SALVEZZA” AL CENTRO DEL 63° CORSO INTERNAZIONALE
DI STUDI CRISTIANI
ORGANIZZATO DALLA CITTADELLA DI ASSISI. DA OGGI AL 26 AGOSTO I PARTECIPANTI
POTRANNO AFFRONTARE CON ESPONENTI DEL MONDO
RELIGIOSO, SCIENTIFICO
ED UNIVERSITARIO LE MOLTEPLICI SFACCETTATURE
DEL TEMA DELLA SALVEZZA E DEI SUOI STRUMENTI
ASSISI. = “La salvezza, grande domanda muta?”. È questo il titolo del 63° Corso
Internazionale di Studi Cristiani, che si apre oggi ad Assisi. “In un tempo nel quale ciascuno di noi sembra
essere colpito dal demone dell’infelicità e dall’inquietudine nel percepire il
male che irrompe nel mondo (guerre, ingiustizie, oppressione, violenza, terrorismo)”
- si legge nella nota introduttiva al Corso – “proporre un tema come quello
della salvezza potrebbe significare dare sponda a problematiche tappabuchi di tipo
consolatorio e buonista. Eppure, uno sguardo più attento alla sensibilità
emergente dai dibattiti culturali, etici, politici e religiosi del momento
(procreazione assistita, eutanasia, qualità della vita) sembra portarci a
riconsiderare la salvezza come la grande
domanda muta, quasi un’ancora
sommersa nelle molte derive che ci minacciano.” In un momento storico dunque
dominato da sanguinosi attacchi terroristici e devastanti disastri naturali e
caratterizzato da una diffusa mancanza di certezze, l’incontro si pone
l’obiettivo di esplorare agenti e strumenti di salvezza quali la politica, la
scienza, la fede e la ricerca teoretica. Grazie all’apporto e al contributo di
personalità religiose, politici, docenti universitari, scienziati e
giornalisti, i partecipanti potranno quindi affrontare ed analizzare la
salvezza nelle sue molteplici sfaccettature. All’evento interverranno, il
Vescovo di Viterbo, mons. Lorenzo Chiarinelli, il priore di Bose Enzo Bianchi,
l’economista Stefano Zamagni, il filosofo e teologo Rosino Gibellini. (D.L.)
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A cura di Salvatore Sabatino -
Dopo il
riposo sabbatico, l'Esercito israeliano prosegue lo sgombero delle colonie di
Gaza. Numerose anche oggi le proteste dei coloni, mentre il presidente palestinese
Abu Mazen ha annunciato un finanziamento di 30 milioni di dollari da parte
degli Stati Uniti all’ANP, per costruire infrastrutture. Intanto il premier israeliano
Ariel Sharon dovrebbe prendere la parola all'Assemblea dell'ONU verso la metà
di settembre per parlare del dopo ritiro da Gaza: lo hanno riferito oggi fonti
della presidenza del governo israeliano. La cronaca di questa giornata, nel
nostro servizio:
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Un giorno di stop non è certo bastato a far calare la tensione
tra i coloni israeliani nella Striscia di Gaza. Prosegue, infatti, tra
manifestazioni di protesta, il piano di disimpegno deciso dal premier Sharon.
Il calendario degli sgomberi è serrato: stamane reparti militari e di polizia sono
impegnati ad evacuare le colonie di Atzmona, Slav e Katif, a sud di Gaza. Nel
pomeriggio dovrebbe essere sgomberata anche la colonia di Eley Sinai, nel nord.
Domani sarà, invece, la volta di Netzarim, un insediamento che si trova in
prossimità di Gaza city. Quindi le forze israeliane si rivolgeranno verso quattro
piccoli insediamenti nella Cisgiordania settentrionale: Ganim, Kadim, Homesh e
Sa-Nur. Il grosso del disimpegno è, però, già avvenuto, se si pensa che fra
mercoledì e venerdì sono rientrati in territorio israeliano oltre l'80 per
cento dei coloni che risiedevano nella striscia di Gaza. Un ritiro accompagnato
da numerose critiche. Lo stesso premier Sharon all'inizio della seduta settimanale
del Consiglio dei ministri, ha attaccato i dirigenti del movimento dei coloni,
che hanno proposto di creare una grande tendopoli per le migliaia di persone
che sono state costrette a sgomberare gli insediamenti nella striscia di Gaza. “Lo
Stato di Israele - ha assicurato Sharon
ai ministri - è in grado di trovare per costoro una sistemazione più adeguata”.
E la tensione è alta anche sul
fronte palestinese. I Comitati di resistenza popolare hanno comunicato che, una
volta completato il ritiro di Israele dalla striscia di Gaza, trasferiranno la
loro lotta armata in Cisgiordania, da dove lanceranno razzi che colpiranno Tel
Aviv. Nessun commento da parte del presidente palestinese Abu Mazen, il quale
ha però annunciato che gli Stati Uniti hanno concesso all’Anp un finanziamento
di 30 milioni di dollari per la costruzione di impianti di depurazione
dell'acqua nella Striscia di Gaza. E dello sgombero delle colonie si parlerà a
settembre alle Nazioni Unite, dov’è atteso il premier israeliano Sharon. Con
lui dovrebbe recarsi al Palazzo di Vetro di New York anche il ministro degli Esteri
Silvan Shalom. Nei giorni scorsi il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan
aveva reso omaggio alla decisione “coraggiosa” di Sharon di attuare il ritiro.
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In Iraq a 48 ore
dalla scadenza per la presentazione della bozza della nuova costituzione al Parlamento,
proseguono febbrili le trattative tra le parti. I negoziatori curdi si dicono
pronti ad un compromesso sul modo di inserire il loro diritto di
auto-determinazione, ma restano intransigenti sul ruolo dell'Islam. Tema su cui
invece i diplomatici statunitensi pare abbiano fatto delle concessioni. Intanto
il portavoce del governo di Baghdad, Leith Kubba ha riferito che la data ultima
per la presentazione della Costituzione potrebbe essere rinviata di un'altra
settimana, se non ci sarà un accordo fra i dirigenti politici.
Ancora
violenza in Afghanistan. Quattro soldati statunitensi sono stati uccisi e altri
tre feriti dall'esplosione di diverse bombe. Lo hanno annunciato le Forze armate
americane in un comunicato. L’attacco è avvenuto in un non meglio precisato
luogo dell’Afghanistan meridionale.
Un
iracheno ritenuto responsabile dell’attacco di venerdì nel porto giordano di
Aqaba è stato arrestato ieri sera ad Amman. Lo si è appreso da fonti della sicurezza. Le autorità giordane già
ieri erano sulle tracce di sei uomini, con passaporto egiziano, iracheno e siriano,
ritenuti coinvolti nell’attentato, costato la vita ad un soldato giordano. Due
razzi, lanciati da un magazzino del porto di Aqaba, erano diretti verso due
navi statunitensi, attraccate nel porto. Le imbarcazioni non sono state
raggiunte.
La
polizia britannica è convinta di aver sventato un attentato organizzato da Al
Quaeda con gas tossico o con un ordigno “sporco”. L’obiettivo dell’attenta-to sarebbe
stato la Camera dei Comuni. Lo ha scritto oggi il “Sunday Times”. Secondo il
giornale, il progetto di attentato era stato preparato l'anno scorso ed è venuto
alla luce grazie ad alcune e-mail criptate trovate in computer sequestrati a presunti
terroristi in Gran Bretagna e in Pakistan.
L’Iran è
pronto ad esaminare nuove eventuali proposte dell’Unione Europea volte a risolvere
la crisi internazionale scatenata dalla ripresa del programma nucleare da parte
della Repubblica islamica. Ad affermarlo il ministro degli Esteri di Teheran,
Hamid Reza Asefi, precisando che però l’Iran non tornerà in nessun caso a bloccare
l'impianto di Isfahan.
Mini-summit
latino-americano all’Avana in occasione della consegna dei diplomi della Scuola
superiore di Medicina a giovani provenienti da numerosi Paesi dell’America
Latina. L’incontro, organizzato dal presidente cubano Fidel Castro, ha visto
come ospite d’onore il presidente venezuelano Hugo Chavez. La sua presenza
sull’isola è servita a confermare la vitalità dell’asse tra i due Paesi, uniti
dalla comune politica anti-statunitense. Giunto da Panama anche il presidente
Martin Torrijos.
Dopo sei
giorni di paralisi, in seguito ad uno sciopero, l’Esercito ecuadoriano è sceso
in campo per consentire ai lavoratori del settore petrolifero di riprendere il
lavoro e l'estrazione del greggio dai pozzi. I militari hanno sbloccato le
strade abbattendo le barricate erette dai manifestanti, e per proteggere gli impianti
della società petrolifera di Stato Petroecuador da eventuali attentati.
Ci trasferiamo
in Guinea Bissau. L’ex presidente Malam Bacai Sanha non accetta la decisione
della Corte suprema del Paese africano, che sabato ha ratificato la vittoria alle
elezioni presidenziali di Joa Bernardo Vieira. A suo parere ci sarebbero stati brogli e irregolarità nel voto. Secondo
i risultati ufficiali Vieira ha ottenuto alle elezioni del luglio scorso il
52,35 per cento dei voti contro il 47.65 per cento di Sanha.
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