RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 230 - Testo della trasmissione di giovedì 18 agosto 2005

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Benedetto XVI è a Colonia per la XX GMG: la gioia del Santo Padre tornato nella sua terra natale per incontrare i giovani di tutto il mondo nel suo primo viaggio internazionale. Oggi pomeriggio, sul Reno, la festa d’accoglienza al Papa. Domani la visita alla sinagoga: interviste con alcuni giovani, con  don Paolo Giulietti, il dottor Michael Rado  e la catechesi di mons. Angelo Comastri

 

La preghiera del Papa perché sia proseguita l’opera di riconciliazione cominciata da Frère Roger. Martedì prossimo a Taizè i funerali del priore e fondatore della Comunità ecumenica: ce ne parla mons. Felix Machado

 

Cordoglio di Benedetto XVI per le vittime della sciagura aerea in Venezuela

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

A Gaza continua lo scontro tra soldati e coloni: in molti si sono asserragliati in una sinagoga. Ai nostri microfoni il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa

 

Terrorismo, questione energetica, armi nucleari: sono tra i principali temi al centro del 34.mo Seminario sulle emergenze planetarie, al via da domani ad Erice: con noi il prof. Antonino Zichichi  

 

CHIESA E SOCIETA’:

“Preghiamo per l’unità e la rinascita cristiana del nostro popolo”. Così i vescovi della Corea per la Solennità dell’Assunzione e l’anniversario della Liberazione dal dominio giapponese

 

Conferenza stampa del cardinale Husar sul prossimo trasferimento della sede dell’arcivescovo maggiore di Leopoli a Kiev

Dure critiche del Segretario generale dell’ONU Kofi Annan ai ribelli ed al governo del Darfur

 

Completata da un Consorzio Internazionale la prima mappatura genetica del riso

In Italia la “festa dei nonni” si celebrerà il 2 ottobre, giorno degli Angeli Custodi

 

24 ORE NEL MONDO:

Ucciso a Medina il capo di Al Qaeda in Arabia Saudita

 

Inizia oggi la prima fase  delle elezioni amministrative Pakistan

 

Russia e Cina hanno dato inizio, stamani, a manovre militari congiunte

 

 

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

18 agosto 2005

 

BENEDETTO XVI E’ A COLONIA PER LA VENTESIMA GMG: LA GIOIA DEL SANTO PADRE TORNATO NELLA SUA TERRA NATALE PER INCONTRARE I GIOVANI DI TUTTO IL MONDO.

NEL SUO PRIMO DISCORSO A COLONIA, BENEDETTO XVI RICORDA

GIOVANNI PAOLO II E INVITA I GIOVANI A “CERCARE LA VERITA’, LA GIUSTIZIA

E L’AMORE”. OGGI POMERIGGIO, SUL RENO, LA FESTA D’ACCOGLIENZA AL PAPA.

 DOMANI LA VISITA ALLA SINAGOGA DI COLONIA

- Interviste con don Paolo Giulietti ed il dottor Michael Rado -

 

Tornare in patria per incontrare i giovani di tutto il mondo, riuniti in Cristo: poco dopo mezzogiorno, Benedetto XVI è sceso dall’aereo, che da Roma lo ha portato a Colonia per prendere parte alla Ventesima Giornata Mondiale della Gioventù. Sereno, sorridente, divertito da un vento dispettoso che ha soffiato durante tutta la cerimonia d’accoglienza. In una parola: felice. Così, il Santo Padre si è presentato sulla pista dell’aeroporto di Bonn-Colonia, dove è stato accolto dalle massime autorità dello Stato, ma anche da tanti giovani desiderosi di offrire al Papa un anticipo del caloroso entusiasmo, che lo accompagnerà nei prossimi giorni di GMG. Su questo momento storico, atto d’inizio del primo viaggio internazionale di Benedetto XVI, il servizio del nostro inviato a Colonia, Massimiliano Menichetti:

 

**********

Benedetto XVI è a Colonia accolto dalle massime cariche istituzionali del Paese, dagli onori militari, dalle note degli inni nazionali, dall'affetto di migliaia di giovani di tutto il mondo venuti in città per la GMG. Il Papa è arrivato nella sua terra per il primo viaggio internazionale per sua prima Giornata M'rizzazione della terza età “E’Newsondiale della gioventù.ondiale della Gioventù come pastore della Chiesa universale. Un mosaico di bandiere colorate, di applausi di speranza ha accolto all'aeroporto internazionale di Bonn-Colonia il Papa che visibilmente emozionato è sceso dall’aereo e simpaticamente ha perso lo zucchetto, a causa del forte vento, ha sorriso e proseguito il suo cammino verso il palco. Ad attenderlo il presidente della Repubblica federale Köhler quindi il saluto del cancelliere Schröder.

 

Prima della partenza da Ciampino ai giornalisti ha confidato di essere commosso per questo incontro con i giovani. Lo ha definito straordinario, un incontro fra i ragazzi di tutte le culture uniti nella ricerca della verità, uniti sotto il segno di Gesù Cristo. E ha ribadito che questi giovani sono la forza di pace nel mondo. E i suoi giovani che si sono assiepati sulle tribune all’aeroporto, nei pressi dei maxi schermi in città per vedere l’arrivo del Papa lo attendono in massa per un abbraccio di amore oggi pomeriggio sulle rive del Reno per la festa dell’accoglienza.

 

“Benvenuto nella patria, benvenuto in Germania” così il presidente tedesco Köhh'ro mondo.

i, la giusta strada per Chiesa ...stiano, un battezzato nella morte di Cristo, ha vissler, che nel suo discorso ha rimarcato che in questi tempi nei quali gli uomini hanno paura del terrorismo  è una cosa importante mostrare che la fede e la religione sono il cammino per la pace e per l'umanità.

 

Quindi il Papa aprendo il suo discorso con un fuori-programma ha salutato i ragazzi presenti chiamandoli giovani uomini, quindi ha rimarcato la grande intuizione avuta da Giovanni Paolo II per la GMG. Ed ha sottolineato la profonda gioia di trovarsi nella sua patria, la Germania, per la prima volta dopo l’elezione alla Cattedra di Pietro ed ha mostrato gratitudine per la calorosa accoglienza e l’impegno di tutti coloro che hanno lavorato e lavorano per la realizzazione della GMG. Quindi ha sottolineato che la  Chiesa che vive in Germania e l’intera “popolazione della Repubblica Federale Tedesca possono vantare una vasta e consolidata tradizione di apertura alla mondialità, come testimoniano, tra l’altro, le tante iniziative di solidarietà, in particolare a favore dei Paesi in via di sviluppo”. E con questo spirito di sensibilità e di accoglienza – ha evidenziato il Papa – ci apprestiamo a vivere la Giornata Mondiale della Gioventù:

 

DIE BEGEGNUNG SO VIELER JUGENDLICHER MIT DEM NACHFOLGER PETRI IST …

“L’incontro di tanti giovani col Successore di Pietro è un segno della vitalità della Chiesa. Sono felice di stare in mezzo ai giovani, di sostenerne la fede e di animarne la speranza. Al tempo stesso, sono certo di ricevere anche qualcosa dai giovani, soprattutto dal loro entusiasmo, dalla loro sensibilità e dalla loro disponibilità ad affrontare le sfide del futuro”.

 

Il Santo Padre ha quindi parlato del programma del viaggio: momenti importanti per intensificare il cammino di dialogo ovvero l’incontro con i rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali, la visita alla Sinagoga e l’incontro con i rappresentanti di alcune Comunità islamiche. 

 

Volgendo lo sguardo ai Re Magi, le cui reliquie sono conservate nel Duomo della città, ha detto: “I magi non sapevano che sarebbero stati ancora una volta pellegrini non sapevano che la loro meta sarebbe stata Colonia”:


IM LAUFE DIESES WELTJUGENDTAGS WERDEN WIR GEMEINSAM NACHDENKEN …

“Nel corso di questa Giornata Mondiale della Gioventù rifletteremo insieme sul tema “Siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2). Si tratta di un’opportunità da non perdere per approfondire il significato dell’esistenza umana come “pellegrinaggio”, compiuto sotto la guida della “stella”, alla ricerca del Signore. Guarderemo insieme alle figure dei Magi che, provenendo da terre diverse e lontane, furono tra i primi a riconoscere in Gesù di Nazaret, nel Figlio della Vergine Maria, il Messia promesso, ed a prostrarsi davanti a Lui (cfr Mt 2,1-12)”.

 

Come i Magi, ha aggiunto Benedetto XVI “tutti i credenti, in particolare i giovani, sono chiamati ad affrontare il cammino della vita alla ricerca della verità, della giustizia, dell’amore. E’ un cammino la cui meta risolutiva si può trovare soltanto mediante l'incontro con Cristo, un incontro che non si realizza senza la fede”.

 

Quindi il riferimento al grande patrimonio culturale che ha lasciato la tradizione cristiana nel cuore dell'Europa, l'eredità spirituale, l'esperienza mistica dei Santi, che "testimonia la fecondità della fede e della tradizione cristiana". E parlando di san Bonifacio, sant'Orsola, sant'Alberto Magno, santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) e del beato Adolph Kolping, ha rimarcato siano "modelli" e "patroni" della Giornata Mondiale della Gioventù. Quindi il Papa ha invocato l'intercessione della Vergine Maria.

**********

 

Fra meno di tre ore, dunque, attorno alle ore 17, il primo corale abbraccio dei giovani a Benedetto XVI in questa GMG di Colonia. Il Papa riceverà una festa di accoglienza davvero suggestiva in navigazione sul Reno. L’imbarcazione del Pontefice, scortata da altri 5 battelli - una per ogni continente – percorrerà 10 chilometri sul grande fiume. A metà percorso, il battello papale si fermerà di fronte ad una banchina dove sono radunati i giovani. Già palpabile l’emozione tra i ragazzi che aspettano con trepidazione questo incontro, come testimoniano le voci raccolte stamani dal nostro inviato, Massimiliano Menichetti: 

 

**********

D. – Che cosa cerchi qui a Colonia?

 

R. – Cerco il Signore. Sono venuta qui per adorarlo.

 

R. – Cerchiamo di avere un contatto con tutte le parrocchie del mondo, insieme uniti anche se magari siamo di diverse città. Il pellegrinaggio è un momento di gioia e di ricerca.

 

D. – Che cosa sei venuto a cercare?

 

R. – Sono venuto a cercare una conversione.

 

D. – L’incontro con il Papa come te lo aspetti?

 

R. – L’incontro con il Papa è un momento forte che spero sappia comunicare dei contenuti significativi e testimoniare con coraggio la sua fede in Cristo.

 

R. – Per me se ci fossero 10 volte all’anno queste cose sarebbe anche meglio.

 

R. – Sono contento, in particolare in questa giornata, perché è da tanto che la prepariamo. E’ un pellegrinaggio che non si è svolto solo qui a Colonia, ma è iniziato da Reggio Emilia. Finalmente, anche noi possiamo portare come i Magi al Signore qualcosa di bello. 

**********

 

Questa GMG è stata già ribattezzata come la “Giornata dei due Papi”. Se Giovanni Paolo II ha esortato i giovani a diventare sentinelle del mattino, Benedetto XVI li invita alla costruzione di una civiltà dell’amore. Tante le sfide da affrontare per adempiere questo impegno. Ma i giovani non sono soli, perché vivono insieme la realtà della Chiesa come comunità accogliente. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con don Paolo Giulietti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI:

 

**********

R. – Ci sono sfide che vanno incontro ai desideri, alle aspettative del loro cuore, di chi desidera la pace, la giustizia, lo sviluppo, la concordia tra i popoli. Sfide possibili nel senso che, poi è compito degli educatori aiutare i giovani a trasformare questi sogni in percorsi praticabili nel quotidiano, perché non rimangano un’utopia ma diventino invece possibilità concrete di impegno. I giovani hanno bisogno di essere aiutati innanzitutto a trovare la strada per vivere nella quotidianità la propria fede, i propri ideali, i propri sogni. Questa quotidianità che è difficile e che per questo ha bisogno di essere sostenuta in questo percorso quotidiano. Soprattutto questo: perché poi hanno energia, hanno entusiasmo, hanno la voglia di far bene.

 

D. – I giovani stanno insieme nelle GMG e sperimentano la Chiesa. In che senso?

 

R. – Dunque, i giovani sperimentano innanzitutto di essere al cuore della Chiesa. La comunità cristiana si fa particolarmente accogliente e investe particolarmente risorse, energie e persone su di loro. Quindi sperimentano un volto accogliente di Chiesa, un volto giovane di Chiesa, direi anche un volto simpatico della comunità cristiana. Questo diventa un luogo propizio della riscoperta di Cristo nella loro vita. E direi che l’incontro di Colonia ripropone particolarmente questa centralità di Cristo attraverso la figura dei Magi che proprio si mettono alla ricerca del volto di Cristo e fanno di questa ricerca l’avventura grande della loro esistenza.

 

D. – Insieme alla croce delle GMG anche l’icona mariana “Salus Popoli Romani”: Maria, potentissima Madre, che ci conduce a Cristo. Che valore ha questa icona?

 

R. – I Magi incontrano Cristo presentato da Maria. Direi che questo è il ruolo della figura materna di Maria sempre, nella storia della Chiesa: presentare Cristo e guidare a Cristo, indicare Cristo, esortare a fare quello che Lui dirà. Quindi, questa mediazione materna di Maria che, anche per i giovani, acquista importanza.

 

D. – Le GMG nascono anche per fornire un momento di sosta nel costante pellegrinaggio di fede: quale l’importanza dell’incontro tra coetanei nel mondo in Cristo?

 

R. – I giovani sperimentano, a volte, la solitudine nella propria esperienza quotidiana. Essere soli come cristiani negli ambienti di vita che spesso sono ostili. Ecco, a Colonia ci si scopre, invece, in tanti: membri di una stessa, grande famiglia che è la Chiesa diffusa in tutta la terra, accomunati da una stessa fede, da un medesimo ideale, e anche dalla capacità di comprendersi al di là delle lingue, delle culture differenti. Quindi, direi: come esperienza, estremamente motivante, questo incontro cattolico per i giovani.

 

D. – Giovanni Paolo II prima, adesso Benedetto XVI …

 

R. – A me piace pensare che Benedetto XVI, con la semplicità con cui si è presentato, con la sua affabilità, anche con quella certa timidezza che a volte sembra caratterizzare in questi grandi incontri, ponga forte la questione della quotidianità, cioè del ritorno a casa, di una GMG che non può essere solamente un evento ma che deve portare a una quotidianità diversa, ad una ferialità diversa, con molta semplicità, con molta ordinarietà.

**********

 

Se i giovani sono i protagonisti assieme al Papa della GMG, a Colonia si vivranno momenti molto significativi anche sotto il profilo dell’ecumenismo e del dialogo interreligioso. In tale contesto, di particolare rilievo è la visita di Benedetto XVI, domani mattina alle 12, alla sinagoga di Colonia, dove il Pontefice verrà accolto dal Rabbino Netanel Teitelbaum e dai tre presidenti della Comunità ebraica. L’incontro avviene 19 anni dopo la storica visita di Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma. Al microfono di Ludwig Waldmüller, il dottor Michael Rado - uno dei presidenti della comunità ebraica di Colonia - sottolinea l’importanza di questa visita di Benedetto XVI:

 

**********

GRUNDSÄTZLICH MUSS MAN SAGEN: ...

Bisogna dire che la visita di un Papa in una Sinagoga è un passo che dimostra a tutti i fedeli cristiani che il loro capo, la loro più alta autorità si reca presso gli ebrei, che egli stesso chiama ‘fratres maiores’, i fratelli maggiori e li va a trovare. Se poi si tratta di un Papa tedesco che va in una sinagoga tedesca, questo assume un significato ancora più alto. Fortunatamente, quegli eventi terribili che sono stati la Shoah, l’Olocausto non sono riconducibili ad un antisemitismo cristiano, ma  a un antisemitismo voluto politicamente. Il fatto che il Papa, un Papa tedesco, venga in una Sinagoga tedesca è un segno ulteriore, che emotivamente trova terreno fertilissimo.

**********

 

Questa mattina, prima dell’arrivo di Benedetto XVI, oltre 15 mila giovani hanno ascoltato all’Arena di Colonia la catechesi dell’arcivescovo Angelo Comastri, vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano. Al centro della meditazione è stato il tema dell’Eucaristia. Ce ne parla Sergio Centofanti:

 

**********

Mons. Comastri parla di Santa Teresa Benedetta della Croce Edith Stein, ebrea, cattolica, carmelitana, morta nel campo di concentramento di Auschwitz, e di altri testimoni cristiani che hanno dato la vita per amore perché nutriti dell’Eucaristia. Ma per comprendere bene cosa sia l’Eucaristia l’arcivescovo afferma che occorre ritornare al Cenacolo dove è stato istituito questo Sacramento: c’è un clima di tradimento, Gesù sa già che sarà abbandonato, rinnegato e tradito. Ma Lui prende su di sé tutto quel male. Ascoltiamo mons. Comastri:

 

“Dio sfida il male con il bene. Dio sfida la cattiveria con la bontà. Dio affronta l’immensa potenza del peccato - e pensate quanto è potente il peccato. Immaginate di mettere insieme tutta la potenza del peccato che oggi c’è nel mondo, tutta la potenza dell’odio, tutta la potenza dell’egoismo, tutta la potenza dell’ingiustizia … spaventa tutto questo! Ebbene, Dio affronta l’immensa potenza del peccato con l’onnipotenza dell’amore. (Applausi) E per questo Gesù dona l’Eucaristia nel Cenacolo. E per questo, quando celebriamo l’Eucaristia dobbiamo dire “nella notte in cui veniva tradito”, per ricordarci che l’Eucaristia non l’abbiamo meritata e non la meriteremo mai. Nessuna Eucaristia è meritata. E’ sempre un regalo, è sempre un dono dell’amore infinito di Dio. Per questo si può sempre ricominciare”. (Applausi)

 

Mons. Comastri si è poi chiesto cosa fare per evangelizzare la società di oggi: una società che appare spesso “sorda” e quasi “vaccinata contro il Vangelo”:

 

“Lancio una provocazione a voi e a me: e se cominciassimo a credere di più nell’Eucaristia? E se offrissimo uno spettacolo di unità e di solidarietà, proprio partendo dall’Eucaristia, come faceva Madre Teresa? Io sono sicuro che tante persone si farebbero pensose e ci chiederebbero: “Ma dove trovate la forza per vivere così, per sorridere così, per amarvi così, per perdonare così, per essere generosi così? Dove trovate la forza?” Allora potremmo dire “nell’Eucaristia” e saremmo creduti. Ringraziamo con un grande applauso Gesù per il dono dell’Eucaristia”. (Applausi)

**********

   

Come è consuetudine, all’inizio dei Viaggi apostolici internazionali, il Papa ha inviato un telegramma al presidente della Repubblica Italiana. Benedetto XVI augura al popolo italiano “pace e prosperità”. Dal canto suo, il presidente Ciampi ha manifestato il suo plauso al Santo Padre per l’attenzione riservata al “dialogo con le giovani generazioni”. “La ferma richiesta di pace, di giustizia, di valori etici, sia all’interno delle nostre società che nei rapporti tra gli Stati, di cui la gioventù è portatrice - scrive Ciampi in un telegramma al Papa – costituisce un elemento fondamentale per consolidare una comunità internazionale fondata sulla centralità della persona umana e sul dialogo tra civiltà e religioni”. Il Pontefice ha inoltre inviato un messaggio al presidente della Confederazione elvetica, Paese sorvolato nel viaggio da Roma a Colonia.

 

 

LE PREGHIERA DEL PAPA PERCHE’ SIA PROSEGUITA L’OPERA DI RICONCILIAZIONE

COMINCIATA DA FRÈRE ROGER. MARTEDI’ PROSSIMO A TAIZE’ I FUNERALI

DEL PRIORE E FONDATORE DELLA COMUNITA’ ECUMENICA

- Servizio di Roberta Gisotti -

 

**********

“Un testimone infaticabile del Vangelo della pace e della riconciliazione”. Così il Papa ricorda Frère Roger, in un telegramma di cordoglio a firma del cardinale Sodano, inviato a Frère Aloys, chiamato a succedergli nella guida della Comunità ecumenica di Taizé. Dopo le parole di dolore e turbamento espresse ieri per la notizia “terrificante” dell’uccisione di  Frère Roger, Benedetto XVI ricorda oggi l’“uomo di fede, che amava appassionatamente la Chiesa”, priore e fondatore di una Comunità, che ha visto arrivare giovani del mondo intero: “numerose generazioni di cristiani, nel rispetto della proprie confessioni, hanno fatto una autentica esperienza di fede, nell’incontro con Cristo, grazie alla preghiera e all’amore fraterno, rispondendo anche al suo invito a vivere l’unità attraverso il vincolo della pace”. Il Santo Padre affida quindi al Signore i Fratelli della Comunità di Taizè e tutte le persone toccate da questo lutto “affinché trovino la forza di proseguire l’opera di riconciliazione cominciata da Frère Roger. 

 

Si apprende intanto che i funerali di Frère Roger si svolgeranno a Taizé martedì prossimo 23 agosto, mentre proseguono le indagini degli inquirenti per accertare la dinamica del delitto, di cui è responsabile una donna rumena di 36 anni, in attesa della perizia sulle sue condizioni mentali.

 

Omaggi alla memoria di Frère Roger e attestati di stima per la sua attività sono giunti da tutto il mondo, da personalità laiche e religiose e organismi ecclesiali, tra questi il Consiglio Ecumenico delle Chiese, la Commissione degli Episcopati della Comunità Europea, la Conferenza delle Chiese d’Europa ed il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. In tutti i messaggi un tratto comune: la coerenza di vita ed opere e il suo spendersi per gli altri e per l’unità dei cristiani. La sua vita “tutta donata a Dio e ai fratelli, è stata coronata dalla palma del martirio”, ha detto Chiara Lubich fondatrice del Movimento dei Focolari, legata da 40 anni di profonda amicizia con Frère Roger.

 

Ascoltiamo il ricordo che ne traccia un'altra persona amica, mons. Felix Machado, sottosegretario del Pontifico Consiglio per il dialogo interreligioso, al microfono di Luca Collodi:

 

R. – E’ un’icona dell’unità tra le Chiese ma anche tra tutta l’umanità, tra le diverse culture, le diverse religioni, soprattutto un uomo che parlava in favore dei poveri, di coloro che sono ridotti al silenzio … Quello che ricordo benissimo della sua vita – ho vissuto accanto a lui per tanti anni - Frère Roger era capace di vedere sempre l’aspetto positivo di una persona. Credo che i giovani venissero a Taizé a migliaia, ogni settimana, perché lui guardava sempre con amore all’aspetto positivo di ciascuno; era come se facesse rinascere questa persona; quando qualcuno mi accoglie senza pregiudizio, senza condanna, senza negatività, questo significa che esiste per me la possibilità di rinascere. Questo è il mistero del sacramento della Riconciliazione: che Dio ci accoglie sempre come se fossimo una persona nuova. E così, Frère Roger ha sempre aiutato i giovani della nostra epoca.

 

D. – Mons. Machado, la morte di Frère Roger è arrivata alla vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia. Che cosa può significare una morte, tra l’altro, violenta di un uomo di pace?

 

R. – Secondo me, il messaggio è quello di una contraddizione: non avremo la pace senza il sacrificio. La pace non è qualcosa che viene facilmente; alla radice della pace c’è la Croce. La vera pace emerge, esce fuori dal mistero della Croce. Frère Roger, un cristiano, un battezzato nella morte di Cristo, ha vissuto per la pace e l’ora finale della sua vita è stata come sulle orme di Gesù Cristo sul Calvario.

 

D. – Mons. Machado, Frère Roger ha sempre spinto alla riconciliazione della Chiesa …

 

R. – Io direi che Frère Roger ha vissuto la sua vita per l’unità dei cristiani. Diceva sempre che se i cristiani sono uniti, questa sarà la strada giusta per ottenere armonia e pace nel nostro mondo.

**********

 

 

CORDOGLIO DI BENEDETTO XVI PER LE VITTIME

DELLA SCIAGURA AEREA IN VENEZUELA

 

Profondo cordoglio di Benedetto XVI per le vittime della sciagura aerea, avvenuta il 16 agosto in Venezuela, che ha causato la morte di 160 persone. In un telegramma inviato all’arcivescovo di Fort-de-France, Michel Méranville, a firma del cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, il Papa esprime la sua vicinanza spirituale ai famigliari delle vittime e a quanti sono stati colpiti da tale tragedia.

 

Il Santo Padre chiede all’Onnipotente di dare sostegno e conforto a tutte le persone provate da questo disastro aereo, nell’auspicio che possano trovare l’aiuto di cui hanno bisogno in questi momenti così dolorosi.

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

 

Apre la prima pagina il titolo: “Sono felice di stare in mezzo ai giovani”: Benedetto XVI accolto da un milione di giovani a Colonia, “memoria viva” di grandi testimoni della civiltà cristiana, modelli e patroni della Giornata mondiale della gioventù.

Il discorso del Papa all’aeroporto. Il resoconto dettagliato dell’evento con l’articolo dell’inviato, Giampaolo Mattei, e la rassegna della stampa internazionale.

 

Servizio vaticano - Una pagina sul tema: “Storia e vitalità ecclesiale della Diocesi di Palestrina”.

 

Servizio estero - In rilievo l’Ecuador: ancora un tragico naufragio sulle rotte dell’immigrazione; senza esito le ricerche di 113 dispersi di un’imbarcazione affondata.

 

Servizio culturale - Un articolo di Franco Lanza dal titolo “Il classicismo di Felice Romani”: librettista di Rossini, Donizetti, Bellini.  

 

Servizio italiano - In primo piano Cdl: la tensione FI-UDC permane alta; Lega e AN invitano a placare le polemiche.

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

18 agosto 2005

 

 

A GAZA CONTINUANO LE TENSIONI TRA SOLDATI E COLONI:

MOLTI COLONI OLTRANZISTI SI SONO ASSERRAGLIATI IN UNA SINAGOGA.

AI NOSTRI MICROFONI IL CUSTODE DI TERRA SANTA, PADRE PIZZABALLA:

IL RITIRO ISRAELIANO  E’ UNA PIETRA MILIARE DEL LUNGO PERCORSO

VERSO LA RICONCILIAZIONE

- Intervista con padre Pierbattista Pizzaballa -

 

In Medio Oriente, entrano oggi nella fase cruciale le operazioni per il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza: poco dopo l’alba una colonna di mezzi dell’Esercito e della polizia sono entrati in un insediamento a sud dell'enclave palestinese. Il servizio di Amedeo Lomonaco:

 

**********

I militari israeliani sono entrati nella colonia di Kfar Darom, roccaforte dei coloni oltranzisti, e hanno minacciato di usare la forza contro coloro che si oppongono al piano unilaterale di ritiro da Gaza voluto dal premier Ariel Sharon. Nella notte, intorno all’insediamento, c’è stato uno scambio di colpi di arma da fuoco tra estremisti  palestinesi e militari israeliani ed è anche stata occupata dai coloni una sinagoga.Le forze israeliane stanno iniziando lo sgombero. Nonostante le tensioni, le operazioni di disimpegno procedono velocemente. Il primo ministro Sharon ha detto che lo sgombero sarà completato entro lunedì. Finora, sono stati evacuati 9 insediamenti su 21 e stanno per essere demoliti tutti gli edifici di una colonia. Ieri, le fasi del ritiro sono state scosse da due gravi episodi. Una donna si è data fuoco per protestare contro il disimpegno. La colona ha riportato ustioni sul 60 per cento del corpo ed è stata ricoverata in condizioni giudicate serie. Quattro operai palestinesi sono stati uccisi e altri 2 sono stati feriti da un israeliano in un insediamento in Cisgiordania. Secondo fonti militari dello Stato ebraico, l’uomo ha sparato con una pistola sottratta ad una guardia. Il premier israeliano Sharon ha definito l’uccisione “un atto di terrorismo ebraico” volto ad ostacolare il ritiro. Il gesto è stato condannato anche dal presidente Abu Mazen che ha esortato i palestinesi a non compiere rappresaglie.

**********

 

Il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza sta dunque entrando nel vivo. Ma come ha accolto la comunità cristiana in Terra Santa la decisione di Israele di evacuare le proprie colonie? Amedeo Lomonaco lo ha chiesto al custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa:

 

**********

R. – La comunità cristiana, come si è notato, non ha preso posizione; non siamo voluti intervenire su questo argomento che è molto politico. Tuttavia, noi siamo molto attenti. Anzitutto, c’è stato un atteggiamento – da parte dei cristiani – molto positivo: va riconosciuto al governo israeliano, al primo ministro Sharon, di avere fatto una scelta molto coraggiosa e stiamo vedendo in questi giorni quanto sia difficile attuarla e comunque viene portata avanti. E’ sicuramente un passo buono e positivo che va nella direzione della riconciliazione tra i due popoli.

 

D. – Il ritiro israeliano può essere dunque definito un primo passo verso un percorso più lungo. La pace è adesso un orizzonte più vicino?

 

R. – Penso e spero di sì. Siamo tutti convinti che, per arrivare veramente ad una pace vera, ci vorrà ancora molto tempo, perché la pace deve essere costruita e preparata. Credo che questo passo del ritiro da Gaza sia molto importante. Penso che sia una pietra miliare in questo cammino che è ancora molto lungo.

 

D. – Siamo abituati a considerare Israele e la Palestina come due territori divisi, separati da un muro, da profonde incomprensioni. Ma ci sono anche molti casi di serena convivenza tra israeliani e palestinesi, tra ebrei e musulmani. Può darci qualche testimonianza?

 

R. – Sì, è vero. Si parla spesso di questa terra come di una terra carica di odio e di disordine, ma c’è anche collaborazione. C’è il “Parent Circle”, il circolo dei genitori palestinesi e israeliani che sono stati vittime di attentati o che hanno perso familiari negli attentati… C’è una rete di scuole che si chiama “Hand in Hand”, mano nella mano, dove cristiani, ebrei e musulmani studiano insieme in due lingue, in arabo e in ebraico… Ci sono tantissimi gemellaggi tra scuole palestinesi e scuole israeliane. Ci sono tantissime associazioni che, sul territorio, si incontrano per fare qualcosa insieme, non per discutere ma per lavorare insieme. Realizzano progetti piccoli ma concreti, incontri con i poveri, mense per i poveri, cose di questo genere. Sono tantissime queste iniziative e io penso che questa sia una base molto concreta per lo sviluppo futuro di pace e convivenza.

 

D. – Il dialogo interreligioso rimane una delle leve più importanti per migliorare le relazioni tra israeliani e palestinesi. Cosa stanno facendo i cristiani sotto questo profilo?

 

R. – Noi viviamo insieme: le tre religioni vivono insieme, anche le diverse comunità cristiane vivono insieme, quindi tutto sommato le relazioni, al di là di qualche piccola tensione inevitabile, sono abbastanza cordiali. Devo dire però con tutta onestà che ancora non sono state avviate tra le autorità religiose, le comunità religiose, iniziative comuni per un discorso di pace e di riconciliazione per i due popoli.

**********

 

 

TERRORISMO, QUESTIONE ENERGETICA, PROLIFERAZIONE DELLE ARMI NUCLEARI:

SONO TRA I PRINCIPALI TEMI AL CENTRO DEL 34.MO SEMINARIO INTERNAZIONALE

SULLE EMERGENZE PLANETARIE, AL VIA DA DOMANI, 19 AGOSTO, AD ERICE, IN SICILIA

- Con noi il prof. Antonino Zichichi -

 

Studiare quali contributi può dare la comunità scientifica per risolvere problemi come il crescente divario tra Nord e Sud del mondo, il terrorismo, la questione energetica. Questo l’obiettivo principale del 34.mo Seminario Internazionale sulle Emergenze Planetarie, al via da domani ad Erice, in Sicilia. Intervenuti oltre cento ricercatori. Al microfono di Dorotea Gambardella, il professore Antonino Zichichi, direttore del Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana”, parla dei più importanti temi in agenda:

 

**********

R. – La crisi energetica, con il petrolio oltre i 60 dollari è al centro del seminario. Le energie alternative non ce le fanno a competere a livello di potenza necessaria, e quindi è inevitabile il quasi imminente ritorno alle fonti di natura nucleare. Urge quindi studiare le centrali intrinsecamente sicure. Poi c’è l’emergenza riscaldamento planetario e le variazioni climatiche: il problema è capire quali sono gli effetti dovuti all’uomo – industrializzazione selvaggia, deforestazione – e quali sono quelli dovuti alla natura. Poi, c’è la crisi economico-politica con decine di milioni di persone che vogliono abbandonare i loro Paesi. E il guaio è che a questa crisi si lega l’aspetto sanitario in quanto il diffondersi delle epidemie è legato a questa enorme massa di gente che si sposta. Un altro tema: è saltato l’accordo sulla proliferazione nucleare e questo riaccende la corsa agli armamenti con tutte le conseguenze che si legano ai conflitti latenti in diversi posti del pianeta. Dopo il pericolo dell’olocausto nucleare, affrontiamo un altro grosso pericolo, legato al fatto che il divario Nord-Sud aumenta, quindi c’è una guerra non dichiarata ma latente tra il Nord ricco e il Sud povero; in questo divario si introduce il terrorismo.

 

D. – Ecco, proprio in merito al tema del terrorismo internazionale: qual è il messaggio che questo ciclo di seminari vuole lanciare?

 

R. – Il terrorismo è frutto di moderno oscurantismo, la scienza è sorgente di valori. Se vivessimo l’era della scienza, non esisterebbero le emergenze planetarie e non esisterebbe il terrorismo. Perché il terrorismo è un fenomeno che non considera più la vita come bene fondamentale, in nome di ideali che sono pura illusione. Non è con la violenza che si risolvono i problemi. E’ necessario un coraggio illuminato, non un coraggio cieco. La luce dev’essere divina e terrena: la luce divina è la fede, la luce terrena è la scienza. E’ da  un’alleanza grande, tra scienza e fede, che queste emergenze possano essere affrontate e risolte.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

18 agosto 2005

 

 

“preghiamo per l’unità e la rinascita cristiana del nostro popolo”.

Così i vescovi della Corea DEL SUD, rivolgendosi ai fedeli in occasione

della Solennità dell’Assunzione

e dell’anniversario della Liberazione dal dominio giapponese

 

Seoul. = “Per una nuova partenza del popolo coreano – La pace sia con voi”. E’ questo il titolo del messaggio di mons. Nicholas Cheong Jin-suk, arcivescovo di Seoul in occasione della Festa dell’Assunzione della Vergine Maria e giorno della Liberazione nazionale della Corea dalla dominazione giapponese, durata dal 1910 al 1945. A prendere parte alla solenne cerimonia, riportata dall’agenzia di stampa cattolica AsiaNews, anche mons. John Chrysostom Kwon Hyok-ju, vescovo di Andong e mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon i quali hanno invitato tutti i fedeli a pregare per la riunificazione della Corea, impegnarsi nella campagna a favore della vita e vivere ogni giorno seguendo l’esempio di Maria. “Con animo sincero auspichiamo una effettiva liberazione del popolo e una vera pace – scrive il vescovo Cheong,  – Noi pregheremo Dio di riuscire a superare le ferite della divisione con la grazia di Dio e ad avanzare verso la riconciliazione e l’unificazione”. “Dobbiamo cogliere questa opportunità del 60mo anniversario della Liberazione – ha aggiunto mons. Cheong - specialmente come momento per ripartire da Cristo per una nuova storia del nostro popolo, cioè per la vera liberazione e per la vera vita del nostro popolo”. Il presule ha poi ricordato ai fedeli gremiti nella cattedrale che nessun sacerdote è rimasto vivo nel Nord dopo che, nel 1949, sono spariti mons. Hong Yong-ho, vescovo di Pyongyang, e tutti gli altri sacerdoti. Nel suo ruolo di Amministratore apostolico di Pyongyang si è detto “sempre preoccupato” per i fedeli del Nord ed ha chiesto alla comunità di offrire ardenti preghiere per i diritti umani di quel popolo ed ha espresso un fervente desiderio di poter svolgere quanto prima attività pastorale nel Nord”.  Mons Kwon, in un messaggio su “Maria Santissima, la Donna della Grazia”, ha ringraziato Dio per la Sua grazia che protegge e guida il popolo della Corea e ha augurato a tutti una rinascita in Dio. “Se noi affidiamo in modo totale la vita quotidiana a Dio – ha detto il presule – seguendo l’esempio di Maria, donna della grazia, noi possiamo anticipare anche in questo mondo la gioia della salvezza”. Anche mons. You ha inviato un messaggio “Per la Comunità di Comunione”. In esso invita i fedeli a pregare per il diritto alla vita e per la libertà religiosa nella sorella Corea del Nord e per l’evangelizzazione in Asia. Ha sottolineato la ferma opposizione della Chiesa alle ricerche sulle cellule staminali dell’embrione e ha invitato i fedeli a dare sostegno alla ricerca sulla cellule staminali adulte come la più giusta alternativa. (R.A.)

 

 

CONFERENZA STAMPA DEL CARDINALE HUSAR SUL PROSSIMO TRASFERIMENTO

DELLA SEDE DELL’ARCIVESCOVO MAGGIORE DI LEOPOLI A KIEV

 

LVIV - LEOPOLI. = Si è svolta ieri a Leopoli la conferenza stampa dell’arcivescovo maggiore di Lviv (Leopoli) degli Ucraini, il cardinale Lubomyr Husar, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, sullo spostamento della sua sede  il prossimo 21 agosto da Leopoli a Kiev, capitale del Paese. Dal giorno del trasferimento il titolo dell’arcivescovo maggiore di Lviv cambierà in quello di arcivescovo maggiore di Kiev e Halyč. La decisione, conforme al canone 57 del Codice delle Chiese Orientali, era stata approvata durante il Sinodo dei vescovi ucraini, svoltosi a Kiev nell’ottobre del 2004. Il cardinale Husar, durante la conferenza stampa, ha espresso la speranza che tale evento, con la buona volontà di tutti, aiuterà nel cammino verso l’unità. Poi, riferendosi alle reazioni negative della Chiesa ortodossa ucraina e della Chiesa ortodossa russa- Patriarcato di Mosca, il porporato ha detto che il trasferimento della sua sede non è diretto contro nessuno, ma è spinto dalle reali necessità della Chiesa greco-cattolica ucraina. Non faremo mai nulla – ha aggiunto – che possa compromettere la libera scelta spirituale delle persone. Il cardinale Husar ha infine detto che il trasferimento della sede sarà graduale e lento in quanto si tratta di una questione complessa.  Nel Paese, sui circa 50 milioni di abitanti, in maggioranza ortodossi, 5 milioni sono cattolici di rito bizantino, mentre poco meno di un milione sono cattolici di rito latino.

 

 

KOFI ANNAN DENUNCIA L’EMERGENZA DI UNA “CRIMINALITA' SENZA PRECEDENTI”

NELLA REGIONE SUDANESE DEL DARFUR

 

Khartoum. = In un rapporto inviato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione del Darfur, la regione sudanese sconvolta dal febbraio 2003 da una guerra civile, il Segretario generale dell’ONU, Kofi Annan, ha criticato l’atteggiamento dei ribelli che, a suo avviso, stanno favorendo una “criminalità senza precedenti”. Situazione aggravata dalla contemporanea “scarsa opposizione ai crescenti episodi di banditismo e violenza”. Oltre a chiedere maggior impegno dei capi ribelli per favorire il processo di pace, Annan ha criticato anche il governo sudanese, colpevole di non aver preso provvedimenti contro i predoni arabi Janjaweed, e di non aver denunciato alla giustizia i responsabili degli atti di violenza nel Darfur. “Se le parti continueranno ad alimentare questo clima di né guerra né pace, sarà sempre più alto il prezzo che dovranno pagare tutte le persone del Darfur per restaurare sicurezza, dignità e  prosperità”, ha affermato il segretario generale dell’ONU, sottolineando che nella regione ci  sono 3,2 milioni di persone bisognose di urgenti aiuti umanitari. Kofi Annan ha quindi ribadito le sue attese per la nuova sessione di negoziati di pace, previsto ad Abuja, in Nigeria, il  prossimo 24 agosto. (R.A.)

 

 

“LA FESTA DEI NONNI” SI CELEBRERA' IN ITALIA IL 2 OTTOBRE,

NEL GIORNO DEGLI ANGELI CUSTODI

 

ROMA. = E’ legge: la “Festa dei nonni” si celebrerà, In Italia, il 2 ottobre, giorno degli Angeli Custodi. E’ stata infatti pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge, approvata in via definitiva il 26 luglio scorso dal Parlamento. Un “momento per celebrare l'importanza del ruolo svolto dai nonni all'interno delle famiglie e della società in generale”. Così recita la legge, che infatti prevede varie occasioni di  festeggiamento che avranno il loro fulcro nella scuola. Viene poi istituito il “Premio nazionale del nonno e della nonna d'Italia”. Un riconoscimento annuale che verrà assegnato ai dieci nonni che durante l'anno si siano distinti “per aver compiuto azioni particolarmente meritorie sul piano sociale”. Le loro “buone azioni” saranno giudicate da altrettanti nonni. Il governo, infatti, nominerà una commissione, composta solo da cittadini ultra - sessantacinquenni, italiani o di un Paese dell'Unione europea, che avrà il compito di valutare le dieci azioni socialmente più meritevoli compiute da nonni, sulla base di segnalazioni e informazioni “di  qualsiasi tipo”. Diverse le reazioni che hanno accompagnato l'istituzione di questa nuova festa. Secondo l'AUSER, associazione attiva da più di 15 anni sul territorio nazionale per la promozione sociale e la valorizzazione della terza età: “E’ solo retorica che non risolve i problemi degli anziani, che sono tanti”. E’ una festa che non trova una soluzione “né al problema degli anziani né a quelli delle famiglie italiane” - fa eco il MOIGE (Movimento italiano genitori), che comunque ammette che “si tratta del riconoscimento di una figura importante e spesso fondamentale per la crescita dei bambini”. (R.A.)

 

 

COMPLETATA LA PRIMA MAPPATURA GENETICA DEL RISO.

UN CONSORZIO INTERNAZIONALE STA PORTADO AVANTI

UNA RICERCA SCIENTIFICA SU QUESTO ALIMENTO CHE AD OGGI 

rappresenta la principale fonte di nutrimento per 3 miliardi di persone

 

ROMA. = Entro il 2025 il riso potrebbe essere l’alimento principale di 4,6 miliardi di persone sul Pianeta. Per questo motivo il riso è stato completamente “mappato” geneticamente da un Consorzio internazionale di dieci laboratori, l'International Rice Genome Sequencing Project (Irgsp). Da quanto si apprende dall’agenzia di stampa Misna, il riso è un alimento che fornisce ad oggi circa il 20% per cento del fabbisogno energetico alimentare mondiale, rappresentando la principale fonte di nutrimento per 3 miliardi di persone. “Si tratta di un traguardo di eccezionale importanza, non solo per la scienza e l'agricoltura ma anche per tutti coloro che dipendono dal riso come principale fonte di sostentamento alimentare” - ha detto Joachim Messing, uno dei ricercatori che partecipano al progetto, presentato sull’ultimo numero della rivista scientifica “Nature”. Infatti, secondo i ricercatori, l’individuazione della sequenza genetica del riso aiuterà la ricerca scientifica su mais, grano, orzo, segale, sorgo e canna da zucchero, data la somiglianza genetica fra queste colture di cereali. (R.A.)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

18 agosto 2005

 

- A cura di Amedeo Lomonaco e Andrea Cocco -

 

Il capo di Al Qaeda in Arabia Saudita, Saleh al Awfi, è stato ucciso in uno scontro a fuoco con le forze di sicurezza nella città di Medina. La notizia è stata diffusa dall’emittente Al Arabiya. La televisione araba ha anche reso noto che violenti scontri sono scoppiati a Riad tra le forze di sicurezza saudite e un gruppo di 5 uomini armati in un quartiere a nord della capitale. Nel conflitto a fuoco sono rimasti uccisi quattro sospetti terroristi islamici. Si tratta dei primi scontri tra fondamentalisti e forze di sicurezza dall'ascesa al trono wahabita, lo scorso primo agosto, di re Abdullah.

 

In Iraq, quattro soldati americani sono stati uccisi a Samarra in seguito all’esplosione di un ordigno artigianale. Altri quattro militari iracheni sono stati assassinati in un attacco degli insorti a Falluja. In questo protrarsi tragico di violenze, le autorità irachene hanno annunciato una drammatica decisione. La presidenza irachena ha firmato, infatti, le condanne a morte di tre uomini accusati di omicidio. Si tratta delle prime condanne capitali dopo la caduta del regime di Saddam Hussein.

 

In Afghanistan, due soldati statunitensi sono morti e altri due sono rimasti feriti per l’esplosione di un ordigno rudimentale. I ribelli talebani hanno rilasciato stamani un ingegnere libanese, rapito domenica scorsa nella provincia sudorientale di Zabul. L’azienda turca per la quale lavora l’uomo avrebbe deciso di chiudere le sue attività in Afghanistan.

 

Prima di tre tornate elettorali, oggi in Pakistan, per la designazione dei membri delle amministrazioni locali; per la prima volta, i cristiani e le altre minoranze religiose possono votare ed essere eletti sulla base di liste congiunte con gli elettori e i candidati musulmani. Il processo elettorale proseguirà il 25 agosto e il 29 settembre. La Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale pakistana controllerà l’andamento delle votazioni, la conformità delle liste e la partecipazione delle minoranze in 35 dei 110 distretti sparsi in tutto il Paese.

 

Russia e Cina hanno dato inizio, stamani, a manovre militari congiunte.  Le operazioni coinvolgono complessivamente diecimila militari e le forze terrestri, aeree. Lo scenario, teatro delle esibizioni e delle esercitazioni, è vastissimo: sono previste manovre a Vladivostok, sul Mar Giallo e in un’area a largo della penisola di Jiaodong, nella Cina orientale. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha presenziato al lancio di un missile balistico da un sottomarino. Gli analisti non concordano sulle finalità politiche di queste manovre che rientrano nel piano denominato “Missione di pace 2005”. “L’obiettivo sono gli Stati Uniti: le parti vogliono rafforzarsi per trattare da posizioni migliori in termini politici, economici e di sicurezza", ha sottolineato Jin Canrong, docente di Relazioni internazionali all'Università popolare di Pechino. Altri osservatori sostengono, invece, che le manovre hanno altri obiettivi. “La cooperazione militare è legata alla cooperazione politica ed economica nel quadro di un pacchetto più ampio. Non si tratta di atteggiamenti ostili”, ha dichiarato Robert Karniol, direttore per l’area Asia-Pacifico del settimanale “Jane’s Defence”. L’agenzia cinese “Xinhua” ha reso noto, inoltre, che le manovre serviranno a “rafforzare le capacità dei due eserciti in un impegno congiunto contro il terrorismo, l’estremismo e il separatismo”.

 

In Congo si è chiuso con l’assoluzione di tutti gli imputati il processo per il massacro di Beach, che vedeva alti gradi dell’esercito e della polizia accusati di genocidio e crimini contro l’umanità per la scomparsa di centinaia di rifugiati nel 1999. “Un processo farsa”, hanno commentato i familiari delle vittime che sottolineano come non si sia riusciti nemmeno a determinare l’identità e il numero esatto delle vittime. Malgrado l’assoluzione, la Corte di Brazzaville, ha condannato lo Stato a un risarcimento di 19 milioni di Franchi CFA (15 mila euro) per ogni persona scomparsa. Il nostro servizio:

 

**********

Gli scomparsi di Beach: una tragedia che risale al maggio del 1999, quando dopo la firma di un accordo tra il governo di Brazaville, quello di Kinshasa e l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, un gruppo di rifugiati congolesi, ottiene piene garanzie sulla sicurezza e decide di tornare in patria. In arrivo da Kinshasa, vengono arrestati da forze della sicurezza appena sbarcati nel porto fluviale di Beach a Brazaville. Secondo le testimonianze, i più giovani vengono separati dal resto del gruppo, accusati di appartenere ai Ninja, le forze ribelli che combattevano per spodestare il presidente Nguesso. Da allora, di loro non si è più saputo nulla. Spediti in centri di detenzione, sarebbero stati torturati e giustiziati. Ma nessun corpo è stato mai ritrovato e in tutto i familiari delle vittime contano 353 scomparsi. Dopo le dure denunce da parte della società civile e di diverse associazioni francesi, è lo stesso presidente Nguesso ad accettare l’apertura di un processo in Congo.  Alla sbarra degli imputati, 15 membri dell’esercito e delle forze di polizia. Un processo, tuttavia, che sin dai primi dibattimenti aveva sollevato le perplessità dei familiari delle vittime. Per loro la sentenza di oggi è una triste conferma dei timori sulla scarsa trasparenza ed equità della giustizia congolese. Tutt’altro il parere di Jean Pierre Verseni, avvocato difensore dei militari, secondo cui la Corte ha semplicemente preso atto dell’inesistenza di prove contro gli imputati. “Certo, ha detto Verseni, gli imputati sono colpevoli di gravi negligenze ma ciò non basta a sostenere l’accusa di crimini contro l’umanità”.

**********

 

In Egitto è ufficialmente iniziata la campagna elettorale per le presidenziali che si svolgeranno il prossimo 7 settembre. Elezioni diverse da tutte le precedenti in quanto per la prima volta è stata ammessa la candidatura di rappresentanti dell’opposizione. In totale, sono 10 i partiti che concorrono alla competizione elettorale, mentre alcune importanti formazioni dell’opposizione hanno comunque deciso di boicottare il voto, denunciando lo strapotere del partito del presidente Mubarak. A dare inizio alla campagna è stato proprio il presidente egiziano in lizza per il quinto mandato consecutivo. I sondaggi danno quasi per certa la sua rielezione.

 

Il Fronte Polisario, attivo nel Sahara Occidentale, ha liberato oggi 404 prigionieri marocchini, molti dei quali detenuti per circa 20 anni. Lo ha riferito il Comitato Internazionale della Croce rossa. Il Polisario è stato creato nel 1973 con l’intento di ottenere l’indipendenza del Sahara Occidentale dall’occupazione militare di Spagna, Marocco e Mauritania. Nel 1976, il Polisario ha proclamato la Repubblica Democratica Araba Saharawi, riconosciuta da 76 Stati, principalmente africani e sudamericani, ma non dalle Nazioni Unite.

 

In Ecuador, il presidente Alfredo Palacio ha annunciato l’apertura di un’inchiesta per indagare sul naufragio dell’imbarcazione in cui erano stipate oltre 120 persone nel tentativo di raggiungere illegalmente gli Stati Uniti. Partita dal porto ecuadoriano di Manta la barca, con una capienza di 15 persone, è affondata lo scorso venerdì al largo della Colombia. Nessuna certezza sul numero delle vittime, ma le speranze di recuperare altre vite diminuiscono di ora in ora. Gli unici superstiti rimangono i nove ecuadoriani recuperati da un peschereccio ieri pomeriggio. Intanto, nel Paese cresce la tensione per le manifestazioni di questi giorni nelle zone settentrionali dove si trovano importanti stabilimenti petroliferi. In risposta allo sciopero che domenica ha paralizzato le province di Orellana e Sucumbios, il presidente Palacio ha decretato lo stato di emergenza. La Commissione ecumenica dei diritti umani dell’Ecuador ha denunciato gravi episodi di repressione da parte dell’esercito inviato per contrastare le manifestazioni di protesta.

 

Prosegue il lungo e penoso lavoro di riconoscimento delle 160 vittime dell’MD82 della West Carebbean Airways, precipitato martedì in Venezuela. Tra i morti, quasi tutti di nazionalità francese, figura anche un cittadino italiano che viveva da tempo nella Martinica. Rinvenute, intanto, le scatole nere del velivolo.

 

 

=======ooo=======