RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 227 - Testo della trasmissione di lunedì 15 agosto 2005

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La Festa dell’Assunta mostra che Dio ha vinto, perché l’amore è più forte della morte. Così il Papa nella Solennità dell’Assunzione. Intervista con padre Stefano De Fiores

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

La prima intervista a Benedetto XVI dedicata in particolare alla GMG di Colonia che inizia domani:

il Papa l’ha rilasciata alla Radio Vaticana. La pubblichiamo nella versione integrale

 

CHIESA E SOCIETA’:

Ancora ignote le cause che ieri hanno provocato la sciagura aerea a nord di Atene

A Seul, Corea del Nord e Corea del Sud celebrano insieme il 60.mo anniversario della liberazione dal dominio coloniale giapponese. Le scuse dell’imperatore e del premier del Giappone

 

Nasce in Camerun, grazie ad alcuni finanziamenti dell’UNESCO, una radio per i giovani

 

I vescovi messicani, riuniti nella loro 79.ma assemblea plenaria, chiedono giustizia e libertà, e si sono espressi contro la legalizzazione dei casinò nel Paese

 

In un DVD realizzato da “RAI Trade”, il profilo di Benedetto XVI attraverso interviste esclusive e fotogrammi inediti

Un astrofilo italiano scopre due comete

 

24 ORE NEL MONDO:

Cominciato nella notte, in Medio Oriente, lo storico ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

15 agosto 2005

 

LA FESTA DELL’ASSUNTA MOSTRA CHE DIO HA VINTO,

PERCHE’ L’AMORE E’ PIU’ FORTE DELLA MORTE.

COSI’ IL PAPA NELLA SOLENNITA’ DELL’ASSUNZIONE

- Intervista con padre Stefano De Fiores -

 

La Festa dell’Assunta “è un giorno di gioia” perché manifesta che “Dio ha vinto”, perché “l’amore è più forte della morte”. Con queste parole Benedetto XVI ha iniziato la sua omelia nella Messa celebrata questa mattina nella parrocchia di San Tommaso di Villanova a Castel Gandolfo. Poi, a mezzogiorno, il Papa si è affacciato alla finestra del Palazzo Apostolico della cittadina laziale per l’Angelus. Partiamo da questo evento. Ce ne parla Sergio Centofanti:

 

**********

“Nell’odierna solennità dell’Assunta – ha affermato Benedetto XVI – contempliamo il mistero del passaggio di Maria da questo mondo al Paradiso”. E “come Cristo risuscitò dai morti con il suo corpo glorioso e ascese al Cielo, così la Vergine Santa, a Lui pienamente associata, è stata assunta nella gloria celeste con l’intera sua persona”.

 

Dunque è “segno di sicura speranza” per tutti i cristiani nel pellegrinaggio terreno e questa festa – spiega il Pontefice – è un’utile occasione per meditare sul senso vero dell’esistenza umana nella prospettiva dell’eternità:

 

“Cari fratelli e sorelle, è il Cielo la nostra definitiva dimora. Da lì Maria ci incoraggia con il suo esempio ad accogliere la volontà di Dio, a non lasciarci sedurre dai fallaci richiami di tutto ciò che è effimero e passeggero, a non cedere alle tentazioni dell’egoismo e del male che spengono nel cuore la gioia della vita”.

 

Il Papa affida quindi a Maria quanti parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia che inizia domani:

 

“Invoco l’aiuto di Maria Assunta in Cielo specialmente per i giovani partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù … (applausi )… ecco, allora qui è già cominciata la GMG … (altri applausi) … A Dio piacendo, mi unirò a loro anch’io, giovedì prossimo, per vivere insieme i vari momenti di tale straordinario evento ecclesiale … La Vergine Santa ottenga a tutti coloro che vi prenderanno parte di seguire l’esempio dei Magi per incontrare Cristo presente soprattutto nell’Eucaristia e ripartire poi per le loro città e nazioni di origine con il vivo proposito di testimoniare la novità e la gioia del Vangelo”.

 

Al termine dell’Angelus, il Papa ha espresso la sua spirituale vicinanza alla  popolazione di Cipro, per l’incidente aereo di ieri in Grecia che ha provocato la morte di 121 persone:

 

“Mentre affido al Signore le vittime del disastro, fra le quali 48 bambini di ritorno dalle vacanze nell’Isola, assicuro il mio particolare ricordo nella preghiera per i defunti, per i loro familiari e per quanti sono nel dolore a causa di questa tragedia”.

 

Prima dell’Angelus, Benedetto XVI aveva celebrato verso le 8.00 la Messa per la Festa dell’Assunzione nella Parrocchia di San Tommaso di Villanova, a Castel Gandolfo. Nell’omelia ha parlato del “Magnificat”, questo “canto meraviglioso” in cui Maria desidera che Dio sia grande nel mondo e nella sua vita. Nell’epo-ca moderna invece – ha aggiunto il Papa – si è pensato “che accantonando Dio e seguendo solo le nostre idee e la nostra volontà saremmo diventati veramente liberi”:

 

“Ma dove scompare Dio, l’uomo non diventa più grande: perde la dignità divina, perde lo splendore di Dio nel suo volto. Alla fine, è solo un prodotto di una evoluzione cieca, non ha più dignità divina, e perciò può essere usato e abusato come vediamo. Solo se Dio è grande, l’uomo è grande. Applichiamo questo alla nostra vita: è importante che Dio sia grande tra di noi, nella vita pubblica e nella vita privata. Nella vita pubblica, che Dio sia presente nei segni della Croce nelle case pubbliche, Dio sia presente nella nostra vita comune perché solo se Dio è presente abbiamo un orientamento, una strada comune. Altrimenti, i contrasti diventano inconciliabili perché non c’è più la comune essenza, la comune dignità del nostro essere. Rendiamo Dio grande nella vita pubblica e nella vita privata: vuol dire dare spazio ogni giorno nella mia vita a Dio. Cominciando con la preghiera del mattino, dando tempo a Dio, dando la domenica a Dio. Non perdiamo il nostro tempo libero se offriamo il nostro tempo a Dio; se Dio entra nel nostro tempo, tutto il tempo diventa più grande, più ampio, più ricco”.

 

Infine Benedetto XVI ha esortato tutti ad affidarsi a Maria, che Gesù ci ha voluto dare come nostra Madre. Madre che è nel Cielo ma che non è lontana da noi:

 

“Proprio perché è con Dio e in Dio, è vicinissima ad ognuno di noi. Conosce i nostri cuori, può sentire le nostre preghiere, può aiutarci con la sua bontà materna e ci è data – come è detto dal Signore – proprio come Madre che ci sente sempre, ci è sempre vicina e, essendo Madre del Figlio, partecipa al potere del Figlio. Alla sua bontà, possiamo sempre affidare tutta la nostra vita, a questa Madre che non è lontana da nessuno di noi”.

**********

 

L’Assunzione della Vergine esprime, in modo mirabile, l’adagio patristico di Sant’ Ireneo di Lione: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo possa diventare portatore dello Spirito”. Ascoltiamo, al microfono di Amedeo Lomonaco, il commento del mariologo padre Stefano De Fiores:

 

**********

R. – E’ un bellissimo riassunto di tutta la storia della salvezza. Vediamo, come dice Ireneo, che il Padre manda sulla terra suo Figlio perché nello Spirito gli uomini diventino Chiesa e ritornino al Padre. Naturalmente, qui si parla di divinizzazione del cristiano, nel senso che siamo chiamati tutti a diventare partecipi della divina natura. Questo, però, non vuol dire che noi ci trasformiamo in Dio, ma che siamo divinizzati. Come il ferro, andando a finire nella brace, diventa fuoco, ma resta sempre ferroò la stessa cosa è per l’uomo: l’uomo rimane sempre creatura di Dio. L’uomo partecipa alla vita stessa di Dio.

 

D. – In Maria, Figlia del proprio Figlio - dice Dante - c’è data un’anticipazione della glorificazione di tutto l’universo che avverrà alla fine dei tempi, quando Dio sarà “tutto in tutti”, “tutto in ogni cosa”…

 

R. – Maria ci precede, anticipa quella che sarà la sorte finale dell’umanità. L’uomo è chiamato ad entrare nel luogo del riposo di Dio. Maria è la primizia, è come la spiga matura che viene raccolta e introdotta nei granai del cielo.

 

D. – Quali sono le differenze tra Oriente e Occidente sulla Dormizione e Assunzione di Maria?

 

R. – Mentre l’Occidente insiste sull’Assunzione, l’Oriente insiste sulla Dormizione. La Dormizione conclude l’anno liturgico bizantino che incomincia con la nascita di Maria. Quindi, giustamente, in alto devono essere elevati i cuori per contemplare, in questa donna vestita di sole, la speranza per l’umanità. Non solo Gesù, ma anche la figlia di Sion ha preceduto tutti i fedeli in questa patria.

 

(musica)

**********

 

=======ooo=======

 

 

 

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

15 agosto 2005

 

 

LA PRIMA INTERVISTA A BENEDETTO XVI

DEDICATA IN PARTICOLARE ALLA GMG DI COLONIA CHE INIZIA DOMANI:

IL PAPA L’HA RILASCIATA ALLA RADIO VATICANA.

LA PUBBLICHIAMO NELLA VERSIONE INTEGRALE

- A cura di padre Eberhard von Gemmingen -

 

Ha fatto il giro del mondo la prima intervista di Benedetto XVI: il Papa l’ha voluta rilasciare alla Radio Vaticana alla vigilia della Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia che inizia domani. Centinaia di migliaia di giovani stanno affluendo da tutti i continenti in Germania per questo evento. Il Pontefice sarà a Colonia dal 18 al 21 agosto per il suo primo viaggio internazionale. E principalmente a questo tema Benedetto XVI ha voluto dedicare l’intervista realizzata nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo dal responsabile del programma tedesco della nostra emittente, il padre gesuita Eberhard von Gemmingen. Ascoltiamola nella sua versione integrale:

 

**********

D. – Padre Santo, il 25 aprile lei ha detto: sono contento di andare a Colonia. Contento, perché?

 

R. – JA, IN VIELER HINSICHT. ERSTENS HABE ICH IM RHEINLAND SCHÖNE JAHRE ...

Per molte ragioni. Prima di tutto, ho passato degli anni molto belli in Renania, e mi fa piacere di poter condividere di nuovo l’indole della Renania, di questa città aperta al mondo, e tutto quanto ad essa è legato. E poi perché la Provvidenza ha voluto che il mio primo viaggio all’estero fosse proprio in Germania: mai avrei osato organizzarlo io stesso!, ma se poi è proprio il Buon Dio a disporre così, certo, abbiamo il diritto di gioirne! Ed anche il fatto che questo primo viaggio all’estero sia proprio un incontro con i giovani di tutto il mondo ... Incontrare i giovani è sempre bello, perché magari hanno anche tanti problemi, ma sicuramente portano con sé tanta speranza, tanto entusiasmo, tante aspettative: nei giovani c’è la dinamica del futuro! Da un incontro con i giovani si esce sempre con una carica nuova, più allegri, più aperti. Ecco, questi sono alcuni dei motivi che poi, con il passare del tempo, hanno ulteriormente rafforzato, e non certo diminuito la mia gioia.

 

D. – Santità, quale il messaggio specifico che Lei vuole portare ai giovani che da tutto il mondo vengono a Colonia? Qual è la cosa più importante che lei vuole trasmettere loro?

 

R. – JA, ICH MÖCHTE IHNEN ZEIGEN, DASS ES SCHÖN IST, EIN CHRIST ZU SEIN ...

Vorrei fare capire loro che è bello essere cristiani! L’idea genericamente diffusa è che i cristiani debbano osservare un’immensità di comandamenti, divieti, principi e simili e che quindi il cristianesimo sia qualcosa di faticoso e oppressivo da vivere e che si è più liberi senza tutti questi fardelli. Io invece vorrei mettere in chiaro che essere sostenuti da un grande Amore e da una rivelazione non è un fardello ma sono ali e che è bello essere cristiani. Questa esperienza ci dona l’ampiezza, ci dona però soprattutto la comunità, il fatto cioè che come cristiani non siamo mai soli: in primo luogo c’è Dio, che è sempre con noi; e poi noi, tra di noi, formiamo sempre una grande comunità, una comunità in cammino, che ha un progetto per il futuro: tutto questo fa sì che viviamo una vita che vale la pena di vivere. La gioia di essere cristiano: è bello ed è giusto, anche, credere!

 

D. – Santo Padre, essere Papa significa essere ‘costruttore di ponti’ – ‘pontifex’, appunto. La Chiesa poggia su una saggezza antica, e Lei si trova oggi ad incontrare una gioventù che sicuramente ha tanto entusiasmo, ma in quanto a saggezza ha ancora molta strada da fare ... Come è possibile costruire un ponte tra questa antica saggezza – compresa anche quella del Papa, che ha una certa età – e la gioventù? Come si fa?

 

R. – JA, WIR WERDEN SEHEN WIE WEIT DER HERR MIR HILFT! ABER, JEDENFALLS, ...

Staremo a vedere quanto il Signore sarà disposto ad aiutarmi, in questa opera! Comunque, la saggezza non è quella cosa che ha un po’ il sapore di stantìo – in tedesco, a questa parola si associa un po’ anche questo sapore! Piuttosto, intendo per saggezza la comprensione di quello che è importante, lo sguardo che coglie l’essenziale. E’ ovvio che i giovani devono ancora ‘imparare’ a vivere la vita, vogliono scoprirla da soli, non vogliono trovarsi la ‘pappa pronta’. Ecco, qui forse si potrebbe vedere un po’ la contraddizione. Al contempo, però, la saggezza aiuta ad interpretare il mondo, che è sempre nuovo perché, sia pur calato in nuovi contesti, riporta sempre e comunque all’essenziale e a come, poi, l’essenziale possa essere messo in pratica. In questo senso, credo che parlare, credere e vivere partendo da qualcosa che è stato donato all’umanità e le ha acceso dei lumi, non sia una ‘pappa pronta stantìa’, ma sia invece adeguato proprio alla dinamica della gioventù, che chiede cose grandi e totali. Ecco cos’è la saggezza della fede: non il fatto di riconoscere una gran quantità di dettagli, caratteristica necessaria invece in una professione, ma riconoscere, al di là di tutti i dettagli, l’essenziale della vita, come essere Persona, come costruire il futuro.

 

D. – Santità, Lei ha detto, e questa Sua affermazione è stata ripresa: “La Chiesa è giovane”, non è una cosa vecchia. In che senso?

 

R. – JA, SIE IST ZUNÄCHST JUNG IN DEM BIOLOGISCHEN SINNE, DASS IHR SEHR ...

Intanto, in senso strettamente biologico, perché ad essa appartengono molti giovani; ma essa è anche giovane perché la sua fede sgorga dalla sorgente di Dio, quindi proprio dalla fonte dalla quale viene tutto quello che è nuovo e rinnovatore. Non si tratta quindi di una minestra rifatta, scaldata e riscaldata, che ci viene riproposta da duemila anni. Perché Dio stesso è l’origine della giovinezza e della vita. E se la fede è un dono che viene da Lui – è l’acqua fresca che sempre ci viene donata – quella che poi ci consente di vivere e che poi noi, a nostra volta, possiamo immettere come forza vivificatrice nelle strade del mondo, vuol dire allora che la Chiesa ha la forza di ringiovanire. Uno dei Padri della Chiesa, osservando la Chiesa, aveva considerato che, con il passare degli anni, sorprendentemente essa non invecchiava ma diventava sempre più giovane, perché essa va sempre più incontro al Signore, sempre più incontro a quella sorgente dalla quale sgorga la giovinezza, la novità, il ristoro, la forza fresca della vita.

 

D. – Lei conosce la Chiesa tedesca meglio di me. Una delle questioni fondamentali è l’ecumenismo, l’unità della Chiesa soprattutto tra la Chiesa cattolica e le Chiese evangeliche. Forse esiste anche l’utopica speranza che la GMG possa imprimere una svolta all’ecumenismo. Quale posto riveste l’ecumenismo a Colonia?

 

R. – JA, SIE IST IN SOFERN DA, ALS DER AUFTRAG ZUR EINHEIT DAS GANZE WESEN ...

Esiste in quanto il compito dell’unità permea tutta l’entità della Chiesa e non è un compito qualsiasi, a margine. Quando poi la fede è vissuta e trattata in maniera ‘centrale’, essa stessa rappresenta un impulso all’unità. Ovviamente, il dialogo ecumenico come tale non è all’ordine del giorno a Colonia, perché Colonia è sostanzialmente un incontro tra giovani cattolici di tutto il mondo e anche con quei giovani che non sono cattolici ma che vogliono sapere se da noi possono trovare una risposta alle loro domande. Quindi, immagino che questa dimensione dell’ecumenismo possa essere presente piuttosto negli incontri tra i giovani: i giovani non parlano soltanto con il Papa ma sostanzialmente si incontrano anche tra di loro. Io avrò un incontro con i nostri fratelli evangelici: purtroppo, non avremo molto tempo perché il programma del giorno è fittissimo; ma sarà sufficiente per riflettere su come vogliamo andare avanti. Ricordo molto bene e con piacere la prima visita di Giovanni Paolo II in Germania: a Magonza, erano seduti allo stesso tavolo, lui ed i rappresentanti della Comunità evangelica, a ragionare su come procedere. In seguito a quell’incontro fu istituita quella Commissione dalla quale è scaturita poi la Dichiarazione di Augusta sulla Giustificazione. Credo che sia importante che noi tutti abbiamo sempre, costantemente presente l’unità, proprio nella centralità del nostro essere cristiani e non solo nell’occasione di determinati incontri; per questo, qualunque cosa possiamo fare a partire dalla nostra fede, avrà comunque un significato ecumenico.

 

D. – Santità, purtroppo proprio nei nostri Paesi ricchi del Nord, si manifesta un allontanamento dalla Chiesa e dalla fede in generale, ma soprattutto da parte  giovani. Come ci si può opporre a questa tendenza? O meglio, come si può dare una risposta alla ricerca del senso della vita – “Che senso ha la mia vita?” – da parte dei giovani, per far sì che i giovani dicano: “Ehi, ecco quello che fa per noi: è la Chiesa!”?

 

R. – WIR ALLE VERSUCHEN DAS, NATÜRLICH, DENEN DAS EVANGELIUM ZU BRINGEN, ...

Ovviamente, stiamo tutti cercando di presentare il Vangelo ai giovani in maniera che essi comprendano: “Ecco il messaggio che stavamo aspettando!”. E’ vero anche che nella nostra società occidentale moderna ci sono molte zavorre che ci allontanano dal cristianesimo; la fede appare molto lontana, anche Dio appare molto lontano ... La vita invece piena di possibilità e di compiti ... e tendenzialmente il desiderio dei giovani è di essere padroni della propria vita, di viverla al massimo delle sue possibilità ... Penso al Figliol Prodigo che considerava noiosa la sua vita nella casa paterna: “Voglio vivere la vita fino in fondo, godermela fino in fondo!”. E poi si accorge che la sua vita è vuota e che in realtà era libero e grande proprio quando viveva nella casa di suo padre! Credo però che tra i giovani si stia anche diffondendo la sensazione che tutti questi divertimenti che vengono offerti, tutto il mercato costruito sul tempo libero, tutto quello che si fa, che si può fare, che si può comprare e vendere, poi alla fine non può essere ‘il tutto’. Da qualche parte, ci dev’essere il ‘di più’! Ecco allora la grande domanda: “Cos’è quindi l’essenziale? Non può essere tutto quello che abbiamo e che possiamo comprare!”. Ecco allora il cosiddetto ‘mercato delle religioni’ che però in qualche modo torna ad offrire la religione come una merce e quindi la degrada, certamente. Eppure indica che esiste una domanda. Ora, occorre riconoscere questa richiesta e non ignorarla, non scansare il cristianesimo come qualcosa di ormai concluso e sufficientemente sperimentato, e contribuire affinché esso possa essere riconosciuto come quella possibilità sempre fresca, proprio perché originata da Dio, che cela e rivela in sé dimensioni sempre nuove ... In realtà, il Signore ci dice: “Lo Spirito Santo vi introdurrà in cose che io oggi non posso dirvi!”. Il cristianesimo è pieno di dimensioni non ancora rivelate e si mostra sempre fresco e nuovo, se la domanda è posta dal profondo; in un certo senso, la domanda che già c’è si imbatte con la risposta che viviamo e che noi stessi, proprio attraverso quella domanda, riceviamo sempre di nuovo. Questo dovrebbe essere l’evento nell’incontro tra l’annuncio del Vangelo e l’essere giovani.

 

D. – Ho la sensazione che l’Europa stia rinunciando a se stessa, ai suoi valori, a quei valori fondati sul cristianesimo e anche i valori umani, che questi contino sempre meno. Noi europei viviamo con una certa stanchezza, mentre ad esempio cinesi e indiani mostrano una grande vitalità. Parliamo delle radici cristiane, in riferimento anche al Trattato costituzionale dell’Unione Europea. L’Europa è in crisi. Ora, un evento come la Giornata mondiale della Gioventù, alla quale è previsto che partecipi quasi un milione di persone, può dare un impulso a ricercare le radici cristiane, soprattutto da parte dei giovani, affinché possiamo tutti continuare a vivere in maniera “umana”?

 

R. – WIR HOFFEN ES, DENN GRADE EIN SOLCHES ZUSAMMENTREFFEN VON ...

Ce lo auguriamo, perché proprio un incontro del genere, tra persone che vengono da ogni continente, dovrebbe dare un impulso nuovo anche al continente “vecchio”, che lo ospita; dovrebbe aiutarci a non guardare solo a quanto vi è di malato, di stanco, di mancato nella storia europea – non dimentichiamo che ci troviamo in una fase di auto-commiserazione e auto-condanna. Ma in tutte le storie c’è stato qualcosa di ‘malato’, anche se nella nostra, che pure ha sviluppato possibilità tecniche così grandi, questo assume un significato ancora più drammatico. Dobbiamo però guardare anche alle cose grandi che sono nate in Europa! Diversamente non sarebbe possibile, oggi, che tutto il mondo ‘vivesse’ in qualche modo della civiltà che in Europa si è sviluppata, se questa civiltà non avesse radici molto profonde! Oggi noi abbiamo solo queste da offrire; succede invece che raccogliendo questa civiltà, ma cercando altre radici, alla fine si cade in contraddizione ... Credo che questa civiltà, con tutti i suoi pericoli e le sue speranze, possa essere ‘dominata’ e condotta alla sua grandezza solo se essa imparerà a riconoscere le sorgenti della sua forza; se riusciremo di nuovo a vedere quella ‘grandezza’, in modo che restituisca l’orientamento e l’importanza alla possibilità di essere Uomo, così minacciata; se riusciremo di nuovo a gioire del fatto di vivere in questo continente che ha determinato le sorti del mondo – nel bene e nel male. Proprio per questo noi abbiamo il dovere costante di riscoprire la verità, la purezza, la grandezza e di determinarne il futuro, per pórci quindi in maniera nuova e magari migliore al servizio dell’umanità intera.

 

D. – Un’ultima domanda. Lo scopo ideale da raggiungere con la Giornata mondiale della Gioventù di Colonia: se proprio tutto andasse nel migliore dei modi ...

 

R. – JA, NUN, DASS EBEN EIN SCHWUNG NEUEN GLAUBENS DURCH DIE JUGEND ...

Sicuramente che passi un vento di nuova fede sulla gioventù, sopratutto sulla gioventù della Germania e dell’Europa. In Germania ci sono tuttora grandi istituzioni cristiane, i cristiani compiono ancora molte opere di bene, ma c’è anche tanta stanchezza. Siamo talmente impegnati a risolvere questioni strutturali che ci mancano poi l’entusiasmo e la gioia che vengono dalla fede. Se questa ventata riuscisse a far rivivere in noi la gioia di conoscere Cristo, e riuscisse a imprimere un nuovo slancio alla Chiesa che è in Germania e in tutta Europa, penso che potremmo dire che la Giornata mondiale della Gioventù ha raggiunto il suo scopo.

 

D. – Santità, La ringraziamo di cuore per questo colloquio, Le auguriamo ogni bene e la Benedizione di Dio per i giorni belli seppur faticosi che La aspettano a Colonia.

 

R. – DANKE!

Grazie!

**********

(Traduzione dal tedesco di Gloria Fontana)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

 

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

15 agosto 2005

 

 

 

ANCORA IGNOTE LE CAUSE DEL DISASTRO AEREO A NORD DI ATENE.

RECUPERATI 119 CORPI E LE DUE SCATOLE NERE DEL VELIVOLO

DELLA HELIOS AIRWAYS

 

ATENE. = Sono 119, fino ad ora i corpi recuperati dal boeing 737-300 della compagnia Helios Airways che si è schiantato al suolo ieri mattina a Gramatiko, a nord di Atene, per cause ancora da accertare. I passeggeri erano in maggioranza ciprioti;il rappresentante dell’aviolinea Helios, Ghiorghios Dimitreu, ha confermato che sull’aereo si trovavano 48 bambini. Di nazionalità tedesca, invece, uno dei piloti. L’aereo, ha detto il portavoce della compagnia aerea, era stato revisionato la scorsa settimana. Ritrovate le due scatole nere. Il governo greco ha proclamato per martedì una giornata di lutto. Le bandiere saranno a mezz’asta su tutti gli edifici pubblici e a mezzogiorno saranno osservati tre minuti di silenzio nei servizi pubblici. A Cipro sono stati decretati tre giorni di lutto nazionale. Una quindicina di parenti delle vittime sono assistiti psicologicamente da personale specializzato in un centro di accoglienza allestito in un albergo vicino all’aeroporto. Costantinos Vrachas, ingegnere aeronautico dell’aviazione civile di Cipro, parlando con l’ANSA ha affermato che quanto avvenuto pare inspiegabile e che tutte le ipotesi avanzate fino a questo momento non sarebbero convincenti. Il fatto che più ha colpito l’esperto è la quasi istantanea e contemporanea morte dei due piloti e dei passeggeri, come risulterebbe dalla testimonianza dei due piloti militari greci che a bordo dei caccia F-16 si sono levati in volo per andare incontro al Boeing ormai già in avaria. “Non credo che un guasto del sistema di condizionamento dell’aria abbia potuto provocare un abbassamento della temperatura così rapido e letale”, ha detto l’ingegnere. “Sarebbe più probabile un problema di pressurizzazione e lo proverebbero le maschere per l’ossigeno viste dai due piloti militari greci - continua Vrachas - ma anche in questo caso non si spiega perché i piloti non abbiano segnalato il problema alla torre di controllo. Deve essere avvenuto qualcos’altro, qualcosa di molto più improvviso ed inaspettato, che ha colto tutti di sorpresa e non ha dato loro il tempo di reagire”. “Forse – ha azzardato il tecnico cipriota - si è bloccato il tubo che immette aria calda nel sistema misto di condizionamento e pressurizzazione del velivolo”. Intanto, ieri pomeriggio, nel Sud della Francia, un aereo addetto alla sorveglianza del territorio si è inabissato nel Golfo del Leone, davanti a Sérignan. Unica vittima, il pilota. L'aereo, un biplano Morane, è precipitato per cause ancora sconosciute, dopo aver sorvolato una zona in cui era scoppiato un incendio. (T.C.)

 

 

 

LA COREA DEL NORD E LA COREA DEL SUD CELEBRANO A SEUL

IL SESSANTESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE

DAL DOMINIO COLONIALE GIAPPONESE.

IL PREMIER KOIZUMI E L’IMPERATORE AKIHITO CHIEDONO SCUSA AI COREANI

 

Seul. = Le due Coree celebrano insieme a Seul oggi il sessantesimo anniversario della liberazione dal dominio coloniale giapponese durato dal 1910 al 1945. Nonostante la tensione nella regione per il programma nucleare di Pyongyang e l’andamento a rilento dei negoziati a sei con Cina, Corea del Sud, Russia, Stati Uniti e Giappone, due aerei passeggeri nordcoreani sono atterrati a Seul con una delegazione di 182 persone che prenderanno parte alle cerimonie in programma. Ieri, la visita dei capi delegazione del Nord al cimitero nazionale dei caduti sudcoreani nel conflitto fratricida del 1950-1953. A Seul e a Pyongyang, una quarantina di famiglie rimaste separate dal 1953 si sono riunite per la prima volta in videoconferenza, grazie anche al primo cavo di fibre ottiche steso appena un mese fa tra le due Coree. Circa 10 degli oltre 70 milioni di coreani residenti a nord e sud del trentottesimo parallelo, vivono ancora il dramma della separazione. Nel suo messaggio alla nazione, il presidente sudcoreano Roh Moo Huyn ha invitato il Paese a gettarsi alle spalle questa spaccatura, per costruire una nuova era di pace nella penisola. Il primo ministro Junichiro Koizumi ha detto che il Giappone è determinato a non entrare mai più in una guerra e a contribuire alla pace e alla prosperità del mondo con tutti i Paesi vicini e in particolare con Cina e Corea del Sud. “Il nostro Paese – si legge in una dichiarazione di Koizumi – ha causato durante la seconda guerra mondiale, attraverso la dominazione coloniale e le aggressioni, terribili danni e sofferenze ad altri Paesi, particolarmente in Asia. Ammettiamo umilmente questi fatti storici e rinnoviamo il nostro profondo rammarico e sentimenti di scuse sincere”. La dichiarazione ricalca quella già fatta dal primo ministro giapponese nel maggio scorso a Giakarta, in occasione dell’anniversario del vertice dei Paesi non allineati di Bandung. Anche l’imperatore Akihito ha ricordato l’anniversario della resa del Paese, firmata dal padre Hirohito, augurandosi di tutto cuore che non venga ripetuta una seconda volta la tragedia della guerra. “Rinnovo oggi il profondo dolore e l’angoscia per tutte le vite preziose perdute a causa di quella guerra, ed esprimo questo mio sentimento ai familiari dei caduti in guerra”, ha detto Akihito. (T.C.)

 

 

NASCE IN CAMERUN, GRAZIE AD ALCUNI FINANZIAMENTI DELL’UNESCO,

UNA RADIO PER I GIOVANI. SARÀ CURATA DALL’ARCIDIOCESI DI YAOUNDÈ

 

Yaoundé. = Da lunedì scorso il paesaggio mediatico del Camerun conta una nuova radio, “Radio Jeunesse”. È la radio comunitaria dell’arcidiocesi di Yaoundé che ha ufficialmente lanciato la sua griglia di programmi sulla frequenza dei 99.5 FM in stereofonia. La stazione è nata grazie ad un finanziamento dell’UNESCO, che ha sottoscritto il progetto di una radio comunitaria gestita dalla diocesi. Non si tratta però di un’emissione a tematica esclusivamente confessionale. Padre Félix Désiré Amougou, codirettore dei programmi e responsabile finanziario della radio, spiega questa scelta con la volontà dell’UNESCO di fornire una radio comunitaria che sia veramente destinata alla gioventù. Un orientamento confermato dai termini di riferimento contenuti nell’autorizzazione del ministero della Comunicazione, che obbligano Radio Gioventù a produrre almeno il 60% di programmi per i giovani nella sua offerta. Attualmente, una leggera presenza di programmi a tematiche religiose è stata integrata nel palinsesto di quelli provvisori. (T.C.)

 

 

I VESCOVI MESSICANI CHIEDONO GIUSTIZIA E LIBERTÁ.

RIUNITI PER LA SETTANTANOVESIMA ASSEMBLEA PLENARIA SI SONO ESPRESSI CONTRO LA LEGALIZZAZIONE DEI CASINÒ: HANNO UN EFFETTO DISTRUTTIVO SULLE FAMIGLIE

 

CITTÀ DEL MESSICO. = Maggiore giustizia sociale, tutela della vita e di libertà di religione. Lo chiedono i vescovi messicani riunitisi nei giorni scorsi per la settantanovesima assemblea plenaria. Durante l’incontro si è discusso in particolare della libertà di religione relativamente alla quale i presuli hanno voluto evidenziare che questa non significa soltanto praticare il culto liberamente, ma comporta anche conseguenze visibili nella politica, nell'economia e nella società. Lo ha sottolineato, in particolare, il presidente dell'assemblea dei vescovi, monsignor José Guadalupe Martín Rábago, vescovo di León. I vescovi hanno inoltre chiesto il diritto per i loro rappresentanti di essere votati durante le elezioni e di essere presenti nei mezzi di comunicazione di massa; una richiesta di libertà avanzata non solo per la Chiesa cattolica, ma per tutte le comunità di fede. L’assemblea si è anche espressa contro la legalizzazione dei casinò, attualmente di nuovo al centro di un dibattito che dura ormai da dieci anni. L'esempio di Las Vegas mostra come il gioco d'azzardo, oltre ad essere moralmente negativo, abbia un effetto distruttivo sulle famiglie, e si teme che possa creare ancor più povertà in Messico, ha ammonito il cardinale Juan Sandoval Íñiguez, arcivescovo di Guadalajara. I guadagni aggiuntivi attesi per lo Stato e la creazione di posti di lavoro sono una conclusione ingannevole che mostra solo una faccia della medaglia ma nasconde le ricadute sociali negative. (T.C.)

 

 

IN UN DVD REALIZZATO DA RAI TRADE IN CINQUE LINGUE,

IL PROFILO DI BENEDETTO XVI ATTRAVERSO INTERVISTE ESCLUSIVE

E FOTOGRAMMI INEDITI

 

ROMA. = “RAI Trade” ha pubblicato un DVD su Benedetto XVI che racconta la sua carriera ecclesiastica con interviste esclusive e fotogrammi inediti. Nel DVD della consociata RAI si va dalla fumata bianca del 19 aprile fino alla prima celebrazione di inizio del Pontificato. Firmato da Fabio Zavattaro e Sandro Lai, il DVD è stato realizzato in italiano, inglese, francese, tedesco e spagnolo. (T.C.)

 

 

UN Astrofilo italiano scopre due comete. Una È la millesima,

catturata da immagini della sonda “Soho” lanciata nello spazio nel 1995

 

ROMA. = Si chiama “Soho 1000” ed è la più debole delle due comete osservate dall’astrofilo italiano Antonio Scarmato dell’Unione Italiana Astrofili (UAI). La scoperta è avvenuta analizzando le immagini inviate alla Terra dalla sonda Soho, l’osservatorio solare lanciato nel 1995 dalle agenzie spaziali ESA e NASA, e le cui immagini sono disponibili su Internet. “Non è possibile osservare direttamente le comete che, come queste, passano molto vicine al Sole”, ha detto Scarmato.

 

=======ooo=======

 

 

 

 

 

24 ORE NEL MONDO

15 agosto 2005

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Medio Oriente, è cominciato la scorsa notte il ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza. E’ scattato il divieto, per i cittadini israeliani, di entrare o risiedere nei territori palestinesi. I coloni hanno tempo fino a mercoledì per andarsene. Dopo questa data interverrà, con la forza, l’esercito israeliano. Poco dopo l’inizio del ritiro, il ministro degli Esteri Mofaz ha dichiarato, inoltre, che Israele intende mantenere il controllo di sei insediamenti in Cisgiordania. A Gaza, intanto, è stato sequestrato da uomini armati un tecnico di una televisione francese. Il nostro servizio:

 

**********

Dopo 38 anni, Israele lascia la Striscia di Gaza. L’operazione, denominata “Mano fraterna”, prevede lo smantellamento di 21 insediamenti, abitati da circa 8500 coloni ebraici. Il governo israeliano ha anche approvato lo sgombero di un secondo gruppo di insediamenti, quelli di Gush Katif. Nell’area di confine tra Israele e il territorio palestinese è stato posizionato un cartello rivolto agli israeliani: “Stop. L’ingresso e la permanenza nella Striscia di Gaza sono vietati dalla legge”. Nelle colonie, sulle porte di molte case sono comparsi altri tipi di cartelli: sono di colore arancione, il colore scelto dagli oppositori al ritiro, e invitano i soldati a non obbedire ad un ordine definito “immorale e crudele”. Ma i militari hanno chiuso i varchi di accesso e hanno cominciato a notificare l’ordine di espulsione. Sono gentili ma fermissimi: bussano alla porta e ricordano ai capofamiglia che hanno tempo fino a mercoledì, per lasciare le loro case. A partire dal prossimo 17 agosto lo sgombero sarà forzato. Si prevede che almeno 4 mila coloni lasceranno la Striscia di Gaza entro domani. Ma altri 4 mila sono determinati a resistere passivamente all’evacuazione. Le misure di sicurezza sono imponenti e sono stati dislocati anche 7.500 agenti palestinesi. Le operazioni di disimpegno, che prevedono anche la distruzione di edifici e strutture, dovrebbero durare due o tre settimane. Il territorio delle colonie dovrebbe essere formalmente consegnato da Israele all’Autorità nazionale palestinese all’inizio di ottobre.

**********

 

 La Forza multinazionale nel Sinai (FMO) ha smentito che si sia verificata un’esplosione a bordo di un bus all’interno della base di Rafah, in Egitto. Il Comando ha precisato che un veicolo militare è rimasto danneggiato in territorio egiziano, e non all’interno delle strutture usate dal contingente. Fonti egiziane riferiscono di un’esplosione su un bus usato dai militari. Un precedente bilancio indicava tre morti e alcuni feriti. La Forza multinazionale nel Sinai è stata creata nel 1979 in seguito agli accordi di pace di Camp David tra Israele ed Egitto. Comprende truppe di Stati Uniti e di diversi Paesi europei.

 

 In Iraq non è stato ancora trovato un accordo per completare la stesura della Costituzione. Il termine per la presentazione della bozza al Parlamento è fissato per oggi pomeriggio. Sono in corso trattative fra sciiti, curdi e sunniti per trovare un’intesa su due temi centrali: il federalismo e il ruolo dell’Islam nell’ordi-namento del Paese. Sul terreno, un kamikaze si è fatto esplodere in un ristorante di Baghdad frequentato da agenti di polizia. Su questo episodio non sono stati forniti, al momento, ulteriori dettagli.

 

 L’Iran è pronto a proseguire le trattative con i negoziatori europei sul programma nucleare. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri iraniano, Kamal Kharazi, precisando che i negoziati con Germania, Francia e Gran Bretagna saranno incentrati soprattutto su aspetti legati al processo di arricchimento dell’uranio. Ieri, il governo di Teheran aveva invece definito non negoziabile la decisione di riprendere le attività di riconversione. Il cancelliere Gerhard Schröder ha condannato, intanto, una eventuale opzione militare americana in Iran definendola “altamente pericolosa”.

 

 E’ stato firmato oggi a Helsinki l’accordo di pace tra il governo dell’Indonesia e la guerriglia indipendentista di Aceh, provincia che si trova nell’estremità settentrionale dell’isola di Sumatra. L’accordo costituisce un test cruciale anche per la politica estera e di sicurezza dell’Unione Europea: un gruppo di esperti europei avrà il compito, infatti, di monitorare l’intesa. La provincia indonesiana, teatro da quasi 30 anni di scontri tra l’esercito di Giakarta e i ribelli, è stata una delle zone più colpite dallo tsunami che lo scorso 26 dicembre ha sconvolto il Sudest asiatico.

 

 Nel giorno in cui l’India celebra il 58.mo anniversario della propria indipendenza, almeno 9 persone sono morte in seguito ad una imboscata compiuta da uomini armati nello Stato dell’Andra Pradesh. Secondo gli inquirenti, l’agguato è stato condotto da ribelli maoisti.

 

 Il presidente del Kirghizistan, Bakaiev, ha nominato oggi Felix Kulov primo ministro. Ieri, intanto, si è svolta a Bishkek la cerimonia di insediamento di Bakaiev. Il neo capo di Stato, successore di Akayev, deposto lo scorso mese di maggio, ha giurato ieri nella piazza centrale alla presenza di circa 10 mila persone. Bakaiev è stato eletto a giugno con il 90 per cento dei voti. La consultazione è stata giudicata dagli osservatori internazionali dell’OSCE la prima votazione regolare in un Paese dell’ex Unione Sovietica.

 

 Un nuovo terremoto politico scuote il Perú: due giorni dopo essere stato designato nuovo ministro degli Esteri, il leader del Fronte indipendente moralizzatore (FIM), Fernando Olivera, ha rinunciato all’incarico. Olivera è stato fortemente contestato per aver appoggiato la proposta di legalizzare le piantagioni di coca, lanciata dal governatore della regione di Cuzco. Il premier, Carlos Ferrero, ed il ministro delle Opere Pubbliche, Carlos Bruce, avevano presentato le loro dimissioni subito dopo la nomina di Olivera. Dopo la rinuncia di Olivera, grande alleato del presidente Toledo, il futuro politico del Perú è adesso vicino ad un bivio: le due opzioni sono il rimpasto di governo o le elezioni anticipate.

 

 In Algeria, il presidente Abdelaziz Bouteflika ha annunciato ieri che il prossimo 29 settembre si terrà un referendum su un progetto per la pace e la riconciliazione nazionale. Se la consultazione avrà esito positivo – ha detto Bouteflika - saranno adottate misure concrete per far cessare lo spargimento di sangue. Il progetto - ha aggiunto il presidente algerino - prevede l’estinzione dei procedimenti giudiziari per tutti coloro che hanno già abbandonato la lotta armata e si sono consegnati alle autorità dal 13 gennaio del 2000. Nella seconda metà degli anni ’90, l’Algeria è stata teatro di violenti combattimenti tra estremisti islamici e forze governative. Attentati e scontri, che continuano ad insanguinare il Paese anche oggi, sono costati la vita ad almeno 100 mila persone.

 

  “In Italia permane elevato il rischio di un attentato terroristico”. E’ quanto emerge dalle valutazioni del Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza riunito oggi al Viminale sotto la presidenza del ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu.

 

 

=======ooo=======