RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
226 - Testo della trasmissione di domenica 14 agosto 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Benedetto XVI ha rilasciato alla Radio Vaticana la
prima intervista dall’inizio del suo Pontificato. L’intervista, centrata in
particolare sulla Giornata Mondiale della Gioventù, sarà trasmessa oggi alle
16.00 dal programma tedesco della nostra emittente, e contemporaneamente sarà
disponibile sul nostro sito web www.radiovaticana.va
Cresce l’attesa per la GMG di Colonia: con noi mons.
Giancarlo Vecerrica
OGGI IN PRIMO PIANO:
Solo l’amore è credibile e quest’amore ha il volto di
Gesù: il messaggio del grande teologo svizzero
Hans Urs von Balthasar,
a 100 anni dalla sua nascita. Intervista con padre Antonio Livi
CHIESA E SOCIETA’:
Numerose le celebrazioni previste domani in tutta Italia
per la Solennità dell’Assunzione
I vescovi brasiliani condannano duramente i casi di
corruzione politica nel Paese
Le famiglie missionarie argentine riunite a Buenos Aires
nel 6° Incontro nazionale
Il Pakistan si prepara ad espellere gli studenti stranieri che
frequentano le scuole religiose
I giovani africani in partenza per Colonia: porteranno alla GMG
la voce dell’Africa
Tragedia in Grecia: vicino ad Atene precipita un aereo con a bordo 121
persone
14 agosto 2005
NON DISPERATE MAI NELLE PROVE DURE DELLA VITA, MA
INVOCATE DIO
CON INSISTENZA E UMILTA’: COSI’ OGGI IL PAPA
ALL’ANGELUS.
I GIOVANI DELLA GMG AFFIDATI ALLA PROTEZIONE DELLA
VERGINE
Non disperate mai, nemmeno nelle
prove più dure della vita: ma confidate in Dio, invocando con insistenza e
umiltà l’intervento di Cristo. Questo il messaggio del Papa oggi all’Angelus
dalla sua residenza estiva a Castel Gandolfo. Benedetto XVI ha quindi invitato
a pregare per i giovani che si apprestano a partecipare all’ormai prossima
Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia e ha affidato tutti all’amore
materno di Maria, che domani – ha detto – “contempleremo nella sua gloriosa
assunzione al cielo”. Il servizio di Sergio Centofanti:
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Il Papa parla del Vangelo di
questa XX Domenica del Tempo ordinario. La liturgia ci presenta un singolare
esempio di fede: una donna cananea, che chiede a Gesù di guarire sua figlia,
“crudelmente tormentata da un demonio”. “Il Signore – sottolinea Benedetto XVI
– resiste alle sue insistenti invocazioni e pare non cedere nemmeno quando gli
stessi discepoli intercedono per lei”. Ma alla fine, “davanti alla perseveranza
e all’umiltà di questa sconosciuta Gesù acconsente” dicendo: “Donna, davvero
grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”:
“Donna, grande è la tua fede! Quest’umile donna viene additata da Gesù
come esempio di indomita fede. La sua insistenza nell’invocare l’intervento di
Cristo è per noi incoraggiamento a non perderci mai d’animo, a non disperare
nemmeno in mezzo alle più dure prove della vita. Il Signore non chiude gli
occhi dinanzi alle necessità dei suoi figli e, se talora sembra insensibile
alle loro richieste, è solo per metterne alla prova e temprarne la fede”.
Questa è la testimonianza dei
Santi – ha detto ancora il Papa – ed è specialmente la testimonianza dei
martiri, associati in modo più stretto al sacrificio redentore di Cristo. Nei
giorni scorsi – ha aggiunto – ne abbiamo commemorati diversi: i Pontefici
Ponziano e Sisto II, il sacerdote Ippolito, il diacono Lorenzo con i compagni
uccisi a Roma agli inizi del cristianesimo:
“Abbiamo ricordato, inoltre, una martire del nostro tempo, santa Teresa
Benedetta della Croce, Edith Stein, compatrona d’Europa, morta in campo di
concentramento; e proprio oggi la liturgia ci presenta un martire della carità,
che suggellò la sua testimonianza di amore a Cristo nel bunker della fame di
Auschwitz: San Massimiliano Maria Kolbe, immolatosi volontariamente al posto di
un padre di famiglia. Invito ogni battezzato e, in modo speciale, i giovani che
prendono parte alla Giornata Mondiale della Gioventù, a guardare a questi
fulgidi esempi di eroismo evangelico. Invoco su tutti la loro protezione ed in
particolare quella di Santa Teresa Benedetta della Croce, che trascorse alcuni
anni della sua vita proprio nel Carmelo di Colonia. Su ciascuno vegli con amore
materno Maria, la Regina dei martiri, che domani contempleremo nella sua
gloriosa Assunzione al cielo”.
Il Papa, salutando i pellegrini
nelle varie lingue, ha invitato dunque a pregare per i giovani che andranno a
Colonia ricordando che la fede autentica conduce ad un incontro personale con
Cristo. Gesù – ha detto – ci vuole incontrare in ogni situazione della vita.
Dopo i saluti finali e una volta
rientrato nei suoi appartamenti, Benedetto XVI, acclamato con insistenza dai
fedeli, è riapparso a sorpresa alla finestra ringraziando ancora i pellegrini e
dando appuntamento per l’Angelus di domani, Festa dell’Assunzione.
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BENEDETTO XVI RILASCIA ALLA RADIO VATICANA LA SUA
PRIMA INTERVISTA
DALL’INIZIO DEL PONTIFICATO: E’ CENTRATA SULLA
GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU’.
SARA’ DISPONIBILE DALLE 16.00 SUL NOSTRO SITO WEB
Benedetto XVI ha rilasciato alla
Radio Vaticana la sua prima intervista dall’inizio del suo Pontificato.
L’intervista, centrata in particolare sulla Giornata Mondiale della Gioventù, sarà
trasmessa oggi alle 16.00 dal programma tedesco della nostra emittente, e
contemporaneamente sarà disponibile sul nostro sito web www.radiovaticana.va sia in audio, con doppiaggio in italiano,
che nel testo scritto. Il Papa,
nell’intervista affronta oltre alla GMG, alcuni temi attuali della vita della
Chiesa in rapporto con la società contemporanea, quali la crisi dei valori in
Europa.
“L’idea diffusa – dice tra
l’altro – è che i cristiani debbano osservare un’immen-sità di comandamenti,
divieti e che si è più liberi senza tutti questi fardelli. Io invece – afferma
Benedetto XVI – vorrei mettere in chiaro che essere sostenuti da un grande
Amore non è un fardello e che è bello essere cristiani.”
In lingua italiana l’intervista
sarà trasmessa questa sera nel radiogiornale delle 21.00 e domani nel
radiogiornale delle 14.00 e nel programma dedicato alla Giornata Mondiale della
Gioventù (Stop – Precedenza a chi pensa) trasmesso dal canale One-O-Five Live a partire dalle ore 15.00 (a Roma 105
MHz e OM 585 kHz).
L’intervista è stata realizzata
nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo dal responsabile del programma
tedesco dell’emittente pontificia, il padre gesuita Eberhard von Gemmingen.
GMG 2005: OGGI A COLONIA LA FIACCOLA DELLA PACE
- Intervista con mons. Giancarlo Vecerrica -
Continuano ad affluire a Colonia
migliaia di giovani da tutto il mondo per partecipare alla Giornata Mondiale
della Gioventù che inizierà ufficialmente il 16 agosto prossimo, due giorni
prima dell’arrivo di Benedetto XVI. Dopo tre mesi di cammino giunge oggi nella
città tedesca la Fiaccola della Pace. Il pellegrinaggio è partito lo scorso 29
maggio da Bari ed ha toccato cinque Paesi prima di arrivare a Colonia. Il
percorso seguito dalla Fiaccola è stato lo stesso che fecero le reliquie dei
Magi nel 1164 quando furono portate nella città tedesca da Federico Barbarossa.
Sul significato della Fiaccola della Pace, Massimiliano Menichetti ha raccolto
il commento di mons. Giancarlo Vecerrica, vescovo di Fabriano Matelica, che nel
1997 ideò questo tipo di pellegrinaggio, e oggi è a Colonia come catechista:
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R. – Il significato di questa
Fiaccola della Pace è che la pace nasce all’interno della civiltà dell’amore
che fiorisce sull’esperienza cristiana.
D. – Questa Fiaccola, che si
unisce alla Giornata Mondiale della Gioventù, cosa vuole affermare?
R. – Vuole affermare di non spegnere
la speranza in questo mondo così bruciato dal terrorismo e da tanti altri mali.
Il cristianesimo può dare veramente tutto ciò che serve all’uomo di oggi, può
portare questo respiro per poter guardare Colui che è il costruttore della pace
nella storia, Gesù Cristo. La Giornata Mondiale della Gioventù ha, infatti,
come titolo “Siamo venuti per adorarLo”, riecheggiando la missione dei Re Magi.
D. – Ma, in questo senso, cosa
significa adorazione?
R. – Significa riconoscere chi è
l’indispensabile nella vita, Dio vicino a noi. Mi ha colpito molto che
Benedetto XVI, parlando al clero ad Aosta ha detto: “Dovete educare i giovani
alla bellezza dell’esperienza cristiana”. E poi spiegava: “E’ bello avere un
Dio amico e vicino, che risponde alle domande della vita”.
D. – Ma è possibile per un
giovane vivere le sfide alte che il cristianesimo propone?
R. – E’ possibile se noi –
vescovi, sacerdoti ed educatori – riusciamo a testimoniarlo. Perché la parola,
l’annuncio ha valore nella misura in cui noi possiamo dare le ragioni attraverso
l’esperienza, attraverso la vita in una educazione paziente, ma continua.
D. – Molti giovani sono presenti
a Colonia, cristiani ma anche non cristiani …
R. – Il cuore dei giovani è
aperto a trovare la risposta al desiderio grande della vita, che non si
confonde con i desideri provvisori o istintivi, ma è l’emergere finalmente del
desiderio del di più, della pienezza, della totalità, del desiderio di Dio.
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DOMANI PER LA SOLENNITA’ DELL’ASSUNZIONE
MESSA E ANGELUS DEL PAPA A CASTEL GANDOLFO
-Intervista con mons. Angelo Comastri -
E domani il Papa, oltre
all’Angelus, celebrerà in mattinata alle 8.15 la Messa per la Solennità
dell’Assunzione nella parrocchia di San Tommaso di Villanova, a Castel Gandolfo. Ricordiamo in questa ricorrenza l’assunzione
di Maria Santissima al Cielo in anima e corpo, come ha sempre creduto la Chiesa
fin dagli inizi e come poi Pio XII il 1° novembre 1950 definì in maniera
solenne. All’arcivescovo Angelo Comastri, Vicario del Papa per lo Stato della
Città del Vaticano, Giovanni Peduto ha chiesto di puntualizzare il senso e la
storia di questa verità di fede:
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R. – Desidero anzitutto
sottolineare il senso di questa festività, e poi arrivare alla storia. Il
senso: Charles Peguy, all’inizio del secolo XX, colse un malessere tipico
dell’uomo contemporaneo, e lo espresse così: “L’uomo moderno soffre di amnesia
di eternità. Ha dimenticato che c’è un aldilà, ha dimenticato che c’è un’altra
vita che poi è la vera vita”. E questo è verissimo. Oggi nella selva dei rumori
e delle sollecitazioni del consumismo, l’uomo rischia di correre da una fontana
all’altra senza dissetarsi, cioè senza raggiungere la speranza che illumina la
vita. La festa di oggi è un invito a guardare al di là e a guardare in alto per
ricordare all’uomo che la vita non finisce quaggiù; la vita non si esaurisce
nel presente: la vita ha un ‘oltre’ e ha un ‘aldilà’ che è il compimento e il
senso di tutto. La vita è un viaggio, è un pellegrinaggio. E’ inesorabile,
questo. Abbiamo dentro di noi un orologio, il cuore che scandisce tutti i
secondi e ci ricorda: “Sei in cammino! Stai camminando! Non fermarti, guarda lontano:
chi viaggia deve sempre pensare alla mèta!”. La festa di oggi è un richiamo. Un
richiamo per dire all’uomo che cammina: “Guarda, stai attento, non lasciarti ingannare
da quello che trovi sulla strada: il più bello deve ancora venire! Il meglio
deve ancora manifestarsi!”. Ed è soltanto nella prospettiva di questo futuro
che si illumina il presente e anche tutte le prove del presente trovano un
senso e una giustificazione.
D. – Questa verità di fede come
si è evoluta nel corso dei secoli?
R. – La verità dell’Assunzione
di Maria al Cielo in anima e corpo è sempre stata custodita in maniera talvolta
esplicita, talvolta implicita dalla memoria della Chiesa. Sia della Chiesa di
Occidente, sia della Chiesa di Oriente. La Chiesa di Oriente ha sempre avuto
una grande devozione alla dormitio Mariae, alla dormizione di Maria, e
nell’Oriente abbiamo tutta una iconografia interessantissima che rappresenta
Maria che sta morendo circondata dagli apostoli, come nel giorno di Pentecoste,
mentre Gesù raccoglie l’anima di Maria, potremmo dire, come una bambina, e la
presenta davanti a Dio. Questa bambina che Gesù raccoglie nelle sue braccia non
è altro che Maria che entra come primizia nel Regno dei redenti dal Sangue di
Cristo. Nella tradizione di Occidente, la festa dell’Assunzione di Maria al
Cielo si può dire che abbia radice immemorabile, e nel 1950 il Santo Padre Pio
XII, come interprete autorevole della traditio fidei, giustamente ha
detto: “Tutto questo risale agli Apostoli”, e risale agli Apostoli perché
risale ad un fatto realmente accaduto: cioè, Maria è stata veramente assunta in
Cielo in anima e corpo.
D. – Tuttavia, nella sua
definizione dommatica, Pio XII non si pronunciò se Maria fosse morta realmente.
Infatti, la definizione suona: “Al termine della sua vita terrena, la Beata
Vergine fu assunta in anima e corpo in Cielo”. Le opinioni sono disparate. Cosa
ci può dire al riguardo, eccellenza?
R. – Il Santo Padre non volle
entrare in quel problema; l’ha lasciato ancora all’approfondimento dei teologi.
Però, io credo che come è morto Gesù, credo che sia morta anche Sua Madre, che
anche lei abbia provato la morte. Ma Maria non ha provato la corruzione che c’è
dopo la morte: il suo corpo è stato trasfigurato ed è entrato nella pienezza
della risurrezione, nella pienezza della vita nuova che Cristo ha meritato per
tutti noi, come una primizia e un’anticipazione, che ci ricorda quale sarà il
nostro futuro. E mi sembra anche bello entrare in un approfondimento teologico,
chiedendoci: “Ma perché Gesù ha voluto che Maria fosse per prima partecipe
della gloria futura che aspetta tutti i redenti?”. Io credo che la ragione sia
estremamente semplice: Maria è intimamente vicina a Gesù; Maria è colei che ha
dato a Cristo la carne e il corpo per redimerci. La vita di Maria è tutta in
comunione con il figlio. E’ impensabile la gloria del Figlio senza una partecipazione
della Madre. E noi potremmo dire che l’Assunzione di Maria al Cielo in anima e
corpo non è altro che il grazie che il Figlio ha detto alla Madre per averGli
dato un corpo che l’ha reso Redentore.
D. – Eccellenza, il suo invito
ai nostri ascoltatori a come vivere questa solennità.
R. – Vorrei a tutti ricordare
che purtroppo oggi ogni solennità cristiana è sempre accompagnata da una
solennità pagana. Esiste l’assunzione di Maria al Cielo ma esiste anche il
Ferragosto, come esiste il Natale cristiano ma esiste anche il Natale pagano,
come esiste la Pasqua cristiana, esiste anche una Pasqua pagana. Noi dobbiamo
avere il coraggio di sapere fare discernimento. Per noi, il 15 agosto non è
Ferragosto; per noi, il 15 agosto non è il cuore delle ferie; per noi, il 15
agosto non è il mare o la montagna. Il 15 agosto non è altro che un grido del
Cielo che ci ricorda che, mentre siamo qui sulla terra, non dobbiamo
dimenticare la mèta, perché se un pellegrino dimentica la mèta, diventa uno
sbandato. Mentre invece, ricordando la mèta, diventa uno che cammina
gioiosamente anche in mezzo alle prove perché sa che al termine del viaggio c’è
una casa che lo aspetta.
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14 agosto 2005
SOLO L’AMORE E’ CREDIBILE E QUEST’AMORE
HA IL VOLTO DI GESU’:
IL MESSAGGIO
DEL GRANDE TEOLOGO SVIZZERO
HANS URS VON
BALTHASAR, A 100 ANNI DALLA SUA NASCITA
Intervista
con padre Antonio Livi
“Solo
l’Amore è credibile”. E’ una convinzione che ha sempre animato gli studi di
Hans Urs von Balthasar, il grande teologo svizzero di cui in questi giorni
abbiamo ricordato i 100 anni dalla nascita. Sostenitore del profondo legame tra
teologia e preghiera ed esperto di patristica, padre von Balthasar, aveva
fondato nel 1972 con Joseph Raztinger la rivista internazionale di teologia e
cultura “Communio”. Nominato cardinale da Giovanni Paolo II nel 1988, si spense
nella sua casa di Basilea, due giorni prima di ricevere dal Papa la berretta
cardinalizia. Sul valore dell’opera di Balthasar, Paolo Ondarza ha intervistato
padre Antonio Livi, decano della facoltà di Filosofia alla Pontificia
Università Lateranense:
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R. – von Balthasar iniziò la sua
carriera di studioso come germanista, come studioso della storia della
letteratura, pertanto sensibile alla bellezza dell’arte e delle opere della
natura. Il titolo in italiano di una sua opera caratteristica è “Solo l’Amore è
credibile”. Dio è credibile al massimo perché è testimoniato dalle opere della
Creazione come Colui che dona bellezza, vita, gioia e speranza senza interesse,
senza residui.
D. – Quale fu il suo rapporto
con i teologi del Novecento?
R. – Seppe conquistare la fama
di uomo più colto del secolo: un conoscitore straordinario della patristica ma
anche della scolastica, della filosofia contemporanea. Tra gli altri teologi si
caratterizza per il fatto di aver riproposto in maniera persuasiva e anche
molto moderna quello che è fondamentale nel dogma cristiano: ossia il realismo,
l’attenzione alle cose, il vedere l’uomo non come produttore di lavori, ma come
ricettore di un dono che viene dall’alto.
D. – Professor Livi, quale il
ruolo della produzione teologica di von Balthasar nel dialogo con la cultura a
lui contemporanea?
R. – E’ un ruolo critico. Avendo
mostrato un’apertura senza limiti a tutte le forme della cultura, anche quelle
propriamente artistiche e letterarie oltre che scientifiche, filosofiche e
teologiche, von Balthasar ha potuto poi ricondurre tutto con spirito critico a
ciò che è essenzialmente credibile nelle posizioni del dogma cattolico, nelle
posizioni della filosofia, nelle posizioni della scienza: la sua parola fondamentale
è “credibile”. Che cos’è credibile? E alla fine viene fuori che è credibile
soprattutto Dio come Colui che dona e la Chiesa come il grande dono di Dio che
è Gesù presente ieri, oggi e sempre nella vita nostra come Salvatore.
D. – E oggi, qual è l’attualità
del pensiero e dell’opera di von Balthasar?
R. – L’attualità è far vedere
che non esiste più una distinzione tra filosofia e teologia, potere mondano o
sapere teologico. Lui ha fatto vedere che il sapere è unitario, “l’intero nel
frammento” – è un’espressione sua! Occorre essere molto colti, bisogna dare
molta importanza alla cultura, ma allo stesso tempo la cultura non c’è senza lo
spirito critico, senza il discernimento, senza la preoccupazione per la verità.
La cultura non è enciclopedia; la cultura è cercare la sapienza.
D. – E’ centrale nel pensiero
della teologia di von Balthasar la preghiera; un valore che anche attraverso i
suoi scritti oggi si può scoprire?
R. – Eh sì, perché la sua opera
deve molto anche alla familiarità con una mistica, Adriane von Speer, con la
quale ha lavorato parecchio e che gli ha fatto vedere che non esiste lavoro teologico
che non sia allo stesso tempo preghiera.
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“VIVIAMO IN POSITIVO”: UN
ASSOCIAZIONE ITALIANA PROMUOVE LA CLOWNTERAPIA
PER FAR SORRIDERE IN ITALIA E NEL MONDO MALATI E
DISABILI
- Intervista con Maria Luisa Mirabella -
1.500 volontari italiani fanno sorridere bambini, anziani
e portatori di handicap. Li raduna l’associazione “Viviamo in positivo” che
promuove la clownterapia in 60 ospedali, 30 case di riposo e svariati centri
medici. Da alcuni anni i clown organizzano anche missioni e collaborano in
diversi continenti con ordini religiosi ed enti sociali. Tiziana Campisi ha raggiunto
Maria Luisa Mirabella, fondatrice dell’associazione, in Bolivia. Ai nostri microfoni
la sua esperienza a Santa Cruz:
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R. – L’esperienza dei clown in missione
è variegata, ovvero facciamo dallo spettacolo all’intervento in un ospedale,
interventi socio-educativi come abbiamo fatto in Brasile quest’anno.
D. – Dagli ospedali italiani
alle missioni in tutto il mondo: come vi preparate per questo?
R. – Per gli ospedali, noi
facciamo un corso di preparazione di un week-end, ed è un corso base in cui
lavoriamo non solo sulle tecniche, che poi approfondiamo durante l’anno, ma
soprattutto sul percorso spirituale, di crescita personale. Fare il clown è un
percorso sostanzialmente spirituale. Ci sono persone che appartengono a varie
religioni, nella nostra associazione, però sicuramente la solidarietà
dev’essere vista come un atto d’amore. Per cui, nel corso insegniamo sì,
tecniche clown, ma anche la capacità di empatia con il nostro prossimo. Poi,
per chi va in missione, c’è una preparazione di quattro week-end, tematici. Per
cui, c’è un week-end sul lavoro di gruppo e di coesione del gruppo, un week-end
su tecniche di giocoleria, c’è un week-end di teatro sociale e ci sono week-end
di crescita personale.
D. – Come è l’impatto con i
Paesi del Terzo Mondo?
R. – Da parte della gente,
grandioso. Da parte nostra, a volte ... dipende dalle realtà, ecco! In alcune
realtà è un po’ incredulo, no?, come quando siamo stati in India o anche in
Brasile ...
D. – Che cosa lasciate, che cosa
portate via con voi quando rientrate in Italia?
R. – Con noi, portiamo via
milioni di sorrisi, di abbracci, di calore, le lacrime perché quando partiamo
piangono loro e piangiamo noi ... Noi lasciamo sicuramente il messaggio di
fratellanza.
D. – Qual è la ricetta per
vivere in positivo?
R. – Innanzitutto, potrei dire
la fede. Io ho sempre avuto fede che per me ci fosse un “piano” e quindi
credevo in questo “piano”. Ho chiesto, mi sono affidata ... ecco, quando si
dice: ‘Scegli prima il Regno di Dio, tutto il resto ti verrà dato in aggiunta’,
io posso dire che è vero. E poi, vivere ogni cosa, cioè ogni difficoltà, come
una sfida e non come un fallimento. Per cui, quando arriva un momento difficile,
avere una grande forza di volontà, un grande abbandono ed una certezza di
vedere dei segni che indicano la strada giusta. A volte perdiamo delle cose.
Però, è bene che le perdiamo, perché perdendole ne acquistiamo tantissime
altre!
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14 agosto 2005
LA CHIESA CATTOLICA SI PREPARA A CELEBRARE LA
SOLENNITÁ DELL’ASSUNZIONE
DELLA VERGINE MARIA IN CIELO. NUMEROSE LE
CELEBRAZIONI PREVISTE: DA ROMA A CAGLIARI E DA MESSINA A PERUGIA, DECINE DI
MIGLIAIA I FEDELI CHE NELLA NOTTE DI OGGI E NELLA GIORNATA DI DOMANI SI
RITROVERANNO INSIEME
PER VENERARE MARIA
ROMA. = “L'Immacolata sempre
Vergine Maria, Madre di Dio, terminato il corso della vita terrena, fu assunta
alla gloria celeste in anima e corpo” (DS 3903). Recita così il dogma
dell'Assunzione di Maria Santissima al cielo, definito dal Papa Pio XII il 1º
novembre 1950. La comunità cattolica festeggia la Solennità dell’Assunta il 15
agosto. Numerose le celebrazione e le iniziative promosse dalle diverse diocesi
e parrocchie d’Italia per festeggiare la Vergine Maria ed il suo eccezionale
passaggio al cielo. A Roma, nella patriarcale basilica di Santa Maria Maggiore
si attende la solenne veglia della celebrazione dell’Assunta. La cerimonia che
avrà inizio questa sera alle ore 20:30, culminerà con la celebrazione eucaristica
e l’ossequio finale alla Madre di Dio davanti al mosaico della Glorificazione
di Maria. Sempre nella capitale, anche i pellegrini della Madonna del Divino Amore,
si mobilitano per chiedere il dono della pace. In particolare, questa sera
centinaia di fedeli si raduneranno in Piazza di Porta Capena, davanti alla sede
della Fao, per il tradizionale pellegrinaggio al Santuario di Castel di Leva,
sulla via Ardeatina. L’immagine miracolosa della Madonna posta su di un carro
precederà e guiderà i pellegrini nel cammino della notte che si concluderà
domani mattina con la solenne Messa. Grande attesa anche a Perugina per la
tradizionale processione della Luminaria. A partire dalle 21, infatti, un
corteo di fedeli si snoderà per le vie della città umbra accompagnando con dei
piccoli lumi l’icona mariana dalla cattedrale di San Lorenzo alla chiesa
parrocchiale di Monteluce, dedicata alla Beata Vergine dell’Assunzione in
cielo. La Luminaria che si tiene a Perugia fin dal 1235, venne istituita sotto
il pontificato di Gregorio IX. A Messina si rinnova invece la Festa della Vara.
Considerata una delle più antiche processioni religiose italiane, la Vara
riunirà, quest’anno decine di migliaia di fedeli provenienti da tutta la
Sicilia e dalla vicina Calabria. E anche nella Sardegna di mezz’agosto sono ben
vivi i riti che caratterizzano la festa dell’Assunta. In molte località della
regione, infatti, sono previste celebrazioni in occasione di quella che in
tutta l’isola viene venerata come la “Vergine dormiente”. (D.L.)
LA CONFERENZA EPISCOPALE
BRASILIANA CONDANNA DURAMENTE I CASI DI CORRUZIONE REGISTRATI A VARI LIVELLI
DEL POTERE POLITICO ED INVITA IL GOVERNO ED IL PAESE A RIFLETTERE SULLE RADICI
DI QUESTA TENDENZA NEGATIVA E REAGIRE PER LA COSTRUZIONE DI UN BRASILE PIÚ
GIUSTO E DEMOCRATICO
- A cura di Donika
Lafratta -
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BRASILIA. = Indignazione etica è
il duro giudizio della Conferenza episcopale brasiliana di fronte agli scandali
finanziari e alla corruzione emersa, in questi giorni, ai diversi livelli del
potere politico nazionale. Riuniti ad Itaici per la 43ma Assemblea Plenaria che
si è aperta il 9 e si chiuderà il 17 agosto, i vescovi brasiliani hanno
espresso ieri, tramite un comunicato ufficiale tutta la loro preoccupazione per
quanto sta accadendo nel Paese. “È necessario cercare le radici storiche della
perversa cultura della corruzione di cui si è impregnato il Brasile” - è quanto
si legge nel comunicato diffuso ieri dalla Conferenza episcopale brasiliana -
“una corruzione – prosegue il testo - che si nutre di impunità, connivenza e
complicità e che è incentivata da corporativismi storici e dall’abitudine di
usare le strutture del potere pubblico a beneficio di interessi privati.” I
presuli commentano così, i casi di corruzione che hanno caratterizzato la scena
politica brasiliana di questi ultimi giorni. Nel documento si sottolinea
inoltre, come l’indignazione etica nasca dalla consapevolezza della violazione
di alcuni valori fondamentali ma si precisa che senza un impegno fatto di
azioni concrete, questa indignazione possa risultare assolutamente sterile.
Risulta assolutamente necessario, quindi, agevolare la maggiore partecipazione
popolare e rinforzare la pratica democratica. Nel documento, la Conferenza
episcopale, rivela inoltre l’esistenza, in Brasile, di due tipi di corruzione:
quella contingente e quella strutturale. La prima, secondo quanto si legge nel
testo: “dovrebbe essere messa sotto indagine, andrebbero punite le azioni
illegali di trasferimento dei fondi e andrebbe prevenuta grazie ad una maggiore
trasparenza nell’amministrazione dei beni pubblici. La seconda, convivrebbe
invece, con l’attuale sistema politico-elettorale e sarebbe associata ad una
struttura economica che accentua e legittima le disuguaglianze”. Per ridurre il
fenomeno, quindi, i presuli reclamano una riforma radicale, una riforma
politica in grado di migliorare la democrazia rappresentativa e favorire quella
diretta a tutti i livelli decisionali. “Questa crisi – termina il comunicato –
sia dunque un momento di purificazione politica e di maggiore impegno per
costruire un Paese giusto, solidale, democratico e rispettoso della vita e
dell’ecologia”. “Noi Vescovi del Brasile riponiamo la nostra fiducia nel popolo
brasiliano, la cui cultura, nonostante alcuni aspetti ambigui, esprime valori
di grande significato etico, quali la solidarietà, la cordialità ed il senso
della giustizia”.
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LE FAMIGLIE MISSIONARIE ARGENTINE RIUNITE A BUENOS
AIRES
NEL 6° INCONTRO NAZIONALE PER DISCUTERE LA
DIMENSIONE MISSIONARIA
DELLA FAMIGLIA AL SERVIZIO DELLA PROMOZIONE E
DELLA DIFESA DELLA VITA
BUENOS AIRES. = "La
Famiglia missionaria promuove e difende la vita" è questo lo slogan del 6º Incontro
Nazionale Argentino delle Famiglie Missionarie in corso presso il Centro
Educativo Nostra Signora di Lourdes e nella Basilica della Sacra Famiglia di
Nazareth, a Buenos Aires. L’iniziativa, promossa dal Segretariato nazionale
della Pontificia Opera Missionaria della Propagazione della Fede, ha lo scopo
di approfondire la dimensione missionaria della famiglia al servizio della
promozione e della difesa della vita. Attraverso relazioni, lavori di gruppo e
comunicazioni gli organizzatori intendono raccogliere e rispondere alle preoccupazioni
delle famiglie e fornire le informazioni necessarie affinché le famiglie possano
affrontare le problematiche che sorgono nei loro ambienti e luoghi di missione.
(D.L.)
RIPORTARE I MUSULMANI IN AMBITO TEOLOGICO E
CONTRASTARE
I PREDICATORI ESTREMISTI DELL’ISLAM. È QUANTO
EMERSO NEL CORSO
DELLA CONFERENZA ISLAMICA SVOLTASI IERI A
BIRMINGHAM. I 3000 PARTECIPANTI HANNO RIBADITO LA LORO INDIGNAZIONE CONTRO CHI
UTILIZZA LA RELIGIONE
PER GIUSTIFICARE IL TERRORISMO
BIRMINGHAM. = Molte riflessioni
critiche ed un acceso dibattito contro il terrorismo e i predicatori estremisti
come Omar Bakri o Abu Qatada hanno caratterizzato la conferenza islamica che si
è tenuta ieri a Birmingham, nell'Inghilterra centrale. Abu Khadeejah, direttore
delle edizioni Salafi e organizzatore di questa sesta edizione della conferenza
islamica al centro Salafi di Small Heath, nel corso della sua presentazione, ha
ribadito che gli attentati suicidi non rappresentano una morte gloriosa ma
piuttosto, una perversione teologica.
''Il fatto di uccidersi per la Jihad non è mai stato citato nei 1.400 anni di storia dell'islam , trasformarsi in
un’arma è un fenomeno nato nel XXmo secolo'', ha dichiarato il religioso
commentando gli attentati di Londra del 7 luglio scorso. Khadeejah ha inoltre
sottolineato che lo scopo del convegno è quello di contrastare l’effetto dei
discorsi di odio pronunciati, per circa 15 anni, da estremisti come Omar Bakri
e Abu Qatada, presunto capo spirituale di Al Qaeda in Europa. Amjad Rafiq, uno
degli altri religiosi intervenuti a Birmingham, ha sottolineato invece come i
leaders religiosi cercano, da ormai quasi 15 anni di mettere in guardia i
credenti musulmani contro questi individui. Individui che secondo Rafiq,
utilizzano gli eventi internazionali per provocare emozione e giustificare il
terrorismo. “Il nostro scopo – ha concluso il religioso - è quello di riportare
i musulmani nell’ambito teologico”. (D.L.)
DISPOSTA IN
PAKISTAN L’ESPULSIONE DEGLI STUDENTI STRANIERI CHE FREQUENTANO LE SCUOLE
RELIGIOSE. IL PROVVEDIMENTO È STATO SUGGERITO
DAL PRESIDENTE MUSHARRAF CHE, DOPO GLI
ATTENTATI DI LONDRA,
TEME DI ESSERE ACCUSATO DI OSPITARE
POTENZIALI TERRORISTI
KARACHI. = Le autorità pachistane si stanno preparando a rimandare
a casa 648 studenti stranieri che seguono l’insegnamento nelle scuole religiose,
le madrasse, nella provincia meridionale di Sindh. A comunicarlo è stato ieri
un esponente del governo. Ghulam
Mohtaram, responsabile dell’interno nella provincia, ha inoltre precisato che
571 di questi studenti si troverebbero a Karachi, e ha aggiunto che tutti gli
studenti stranieri delle scuole coraniche in Pakistan, oltre 12 mila, saranno
invitati a lasciare il Paese nei prossimi mesi. Dopo gli attentati del 7 luglio
scorso a Londra, infatti, il presidente Pervez Musharraf, per non essere accusato
di ospitare potenziali terroristi, ha ordinato l’espulsione dei 1.400 stranieri
delle madrasse. (D.L.)
I GIOVANI AFRICANI SI PREPARANO PER ANDARE A
COLONIA.
ACCORRERANNO DAL KENYA E DAL SENEGAL PER PORTARE
AGLI ALTRI GIOVANI
LA VOCE DEL GRANDE CONTINENTE AFRICANO
NAIROBI.= “I giovani keniani
andranno alla Giornata Mondiale della Gioventù per portare a Colonia la voce di
tutti i loro connazionali che non hanno voce. Questo non deve essere solo un
bel viaggio, ma l’occasione per tornare in patria arricchiti di un’esperienza
di fede da comunicare agli altri”. Questo il commento di suor Elena Rastello,
delle Figlie di Maria Ausiliatrice e direttrice dell’Istituto per la pastorale
giovanile del Tangata College di Nairobi all’agenzia MISNA. Quest’anno, dal 16
al 21 agosto nella città tedesca dovrebbero ritrovarsi circa un milione di
partecipanti. Tra i tantissimi accorsi da ogni parte del pianeta ci saranno
anche 20 keniani del Movimento giovanile salesiano provenienti da varie missioni
del Paese. “Sono tutti ragazzi semplici, studenti universitari o giovani
lavoratori – spiega alla MISNA la salesiana – ma sono stati scelti con cura in
centri giovanili, scuole e parrocchie come i più adatti per intraprendere un
viaggio del genere, che non deve essere vissuto assolutamente come un
privilegio ma piuttosto come un pellegrinaggio”. “Questi giovani - commenta la
religiosa - vivono l’emozione della
novità, ma anche quella del confronto con culture diverse, vivono la bellezza
di poter incontrare altri giovani e la felicità di fare festa”. Dall’altra
parte dell’Africa, in Senegal, padre Gerard Djen, dell’arcidiocesi di Dakar,
racconta alla MISNA, invece, il viaggio dei suoi connazionali a Colonia: “Hanno
portato i jambeé tradizionali del Senegal per far danzare gli altri giovani al
ritmo dell’Africa e del mondo”. Sono un centinaio quelli partiti dalla capitale
senegalese, provenienti da tutto il Paese. “A Colonia – spiega padre Djen –
porteremo la nostra sensibilità, la nostra particolarità senegalese che si
articola nel dialogo con l’Islam, ed un forte messaggio di pace, quello
scaturito dalla Giornata internazionale della Gioventù celebrata in marzo nella
regione senegalese della Casamance. (D.L.)
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14
agosto 2005
-
A cura di Amedeo Lomonaco -
Tragedia in Grecia: un aereo
della compagnia cipriota “Helios” è precipitato vicino a Maratona, a nord
dell’aeroporto di Atene. Il velivolo con a bordo 121 persone, tutte cipriote,
si è schiantato contro una montagna. I soccorritori escludono che ci siano superstiti.
Al momento, appare difficile individuare la causa di questa tragedia. Il nostro
servizio:
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Il pilota, secondo diversi media
greci, avrebbe segnalato un guasto all’impianto dell’aria condizionata.
Potrebbe essersi verificata una depressurizzazione improvvisa.
Questa ipotesi è avallata da un sms scritto da un passeggero e inviato poco
prima dello schianto. “Il pilota - si legge nel messaggio - è diventato
cianotico”. “Qui – scrive il passeggero - si sta morendo dal freddo”. Fonti
della sicurezza hanno dichiarato, inoltre, che probabilmente è terminato
l’ossigeno nella cabina di pilotaggio. E’ certo, invece, che il pilota ha
lanciato un S.O.S. alla torre di controllo poco prima del disastro. Due F16
dell’aeronautica militare si sono subito alzati in volo per scortare l’aereo.
Uno dei militari ha dichiarato che un pilota era al suo posto, mentre l’altro
era accasciato e sembrava aver perso i sensi. La tesi di un improvviso malore
del pilota dovuto ad una depressurizzazione è, dunque, quella più accreditata.
Ma non si scartano altre ipotesi. Il portavoce dello Stato maggiore delle forze
armate greche non esclude la pista terroristica o un atto di pirateria. La
polizia ha comunque precisato che non è stata trovata, finora, alcuna prova in
grado di confermare la tesi del dirottamento.
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In Iran è stata resa nota la lista dei ministri del
nuovo governo. Lo schieramento è composto, in gran parte, da esponenti
ultraconservatori. Il parlamento ha una settimana di tempo per votare la
fiducia ad ogni singolo ministro. Cresce, intanto, la tensione tra Iran e Stati
Uniti: il governo di Teheran ha annunciato che risponderà ad un eventuale
attacco americano. In una recente intervista il presidente statunitense,
George Bush, non ha escluso un intervento in Iran se il regime iraniano si
doterà di armi atomiche. Il nostro servizio:
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In Iran comincia a delinearsi la nuova compagine
governativa. Il presidente Ahmadinejad ha scelto il conservatore Manushehr
Mottaki per il ministero degli Esteri e l’attuale sindaco di Teheran, Ali
Saeedlou, per quello del Petrolio. Gli altri dicasteri chiave sono stati assegnati
ad esponenti dell’ala ultraconservatrice, alla quale appartiene anche il capo
di Stato. Sembra scontato che l’Assemblea nazionale approverà la nuova squadra
di governo. Sul versante internazionale, invece, la situazione appare intricata
e preoccupante: l’Iran ha fatto sapere che replicherà ad un eventuale attacco
statunitense. L’annuncio arriva dopo le dichiarazioni del presidente americano,
George Bush, che in una recente intervista all’emittente pubblica israeliana
non ha escluso il ricorso alla forza contro la Repubblica islamica. Bush
giudica possibile questa opzione se il regime iraniano non porrà fine alle
proprie ambizioni atomiche. Il programma nucleare di Teheran costituisce la principale
causa delle tensioni tra il governo iraniano e la comunità internazionale. Dopo
aver respinto la richiesta di sospensione avanzata dall’Agenzia internazionale
per l’energia atomica (AIEA), l’Iran ha annunciato che non è negoziabile la
propria decisione di riprendere le attività di riconversione dell’uranio. Sul
processo successivo alla riconversione, quello dell’arricchimento dell’uranio,
il governo di Teheran ribadisce, invece, di non aver ancora preso una
decisione. “Su questo punto, il comportamento dei negoziatori europei – fa sapere
il portavoce del ministro degli Esteri – sarà determinante”.
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In Iraq restano ancora alcuni nodi da sciogliere per
completare la stesura della Costituzione. La bozza del testo costituzionale
deve essere presentata al Parlamento entro domani ma i colloqui tra i
rappresentanti sunniti, sciiti e curdi, si sono arenati su due punti centrali:
il federalismo e il ruolo dell’Islam nell’ordinamento legislativo del Paese.
All’instabilità politica si aggiunge anche il dramma degli attentati e dei
rapimenti: tre soldati americani sono morti per l’esplosione di una bomba a
nord di Baghdad. Uomini armati hanno sequestrato, nella capitale, il direttore
generale della Banca centrale irachena.
In un’altra area calda, l’Afghanistan, almeno 10
presunti talebani sono rimasti uccisi in seguito a due blitz condotti nei
giorni scorsi da truppe americane e afghane. Lo riferiscono le forze
statunitensi precisando che le operazioni sono avvenute nella provincia meridionale
di Paktika ed in quella centrale di Urizgan. In vista delle elezioni del 18
settembre, soldati americani e afghani stanno conducendo, inoltre, un’intensa
offensiva in una valle nella parte orientale del Paese. Secondo il comando
americano, in questa zona sono rifugiati centinaia di ribelli ed estremisti
islamici provenienti da Pakistan, Arabia Saudita e Cecenia.
A Gerusalemme, sono state adottate misure di massima
sicurezza per prevenire scontri tra fedeli musulmani e ultranazionalisti
israeliani che si oppongono all’imminente ritiro dalla Striscia di Gaza. Il
ministro palestinese per i Negoziati di Pace dell’Autorità nazionale
palestinese (ANP), Saeb Erekat, ha dichiarato che è alto il rischio di un
attacco da parte dei coloni nell’area della moschea di al Aqsa, luogo sacro per
i musulmani. Il movimento estremista palestinese Hamas, ha reso noto inoltre di
voler continuare la lotta armata anche dopo lo sgombero delle colonie ebraiche. L’ONU ha
richiamato, intanto, il personale straniero nella Striscia di Gaza per motivi
di scurezza. Ai
timori per un deterioramento della situazione, si contrappongono gli sforzi dei
governi israeliano e palestinese, impegnati a garantire un’adeguata cornice di
sicurezza durante le fasi del disimpegno. Sulle conseguenze politiche del
ritiro israeliano, ascoltiamo, al microfono di Giancarlo La Vella, il
giornalista libanese Camille Eid:
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R. – Le conseguenze politiche, a livello diplomatico,
saranno molto positive perché la comunità internazionale accoglierà molto bene
questo passo, nonostante le riserve palestinesi. Sharon ha detto che non ci
saranno altri sgomberi dalle colonie della Cisgiordania. Il premier israeliano
ha anche aggiunto che non ci sarà il ritorno dei profughi. Queste cose sono
state contestate dal primo ministro palestinese. Quindi, da una parte abbiamo
dei lati positivi e dall’altra c’è la preoccupazione che il processo di pace si
fermi. Si teme che lo Stato palestinese sarà concentrato solo nella Striscia di
Gaza.
D. – Qual è la moneta di scambio
per questo ritiro dalla Striscia di Gaza? Che cosa vogliono gli israeliani dai
palestinesi?
R. – Vogliono il blocco delle
attività militari di Hamas e della Jihad. Proprio ieri, queste due
organizzazioni hanno detto ‘no’ ad ogni disarmo. Intendono addirittura
celebrare l’evento, alla vigilia del ritiro, per dare l’impressione che il
disimpegno israeliano sia frutto di una pressione militare esercitata da queste
organizzazioni radicali.
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Nello Sri Lanka, più di 1000
agenti sono impegnati nella caccia all’autore dell’assassinio del ministro
degli Esteri, Lakshman Kadirgamar, rimasto ucciso venerdì scorso. Gli inquirenti
sospettano che dietro l’agguato ci sia la mano delle ‘Tigri Tamil’, fazione di
ribelli che chiede la secessione delle aree del nord del Paese. Il movimento
separatista ha subito respinto, però, il proprio coinvolgimento nell’assassinio
del ministro.
Un’operazione antiterrorismo è scattata
anche in Egitto, dove sono state fermate tre persone sospettate di essere
coinvolte negli attentati compiuti lo scorso 23 luglio a Sharm el Sheikh e
costati la vita ad oltre 60 persone. Lo riferisce il quotidiano ‘Al-Ahram’
precisando che le indagini delle autorità egiziane si stanno concentrando su un
gruppo di beduini.
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