RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 224 - Testo della trasmissione di venerdì 12 agosto 2005

 

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La lunga conversazione del Papa a porte chiuse con il clero di Aosta del luglio scorso, pubblicata integralmente in un opuscolo dall’Osservatore Romano

 

In Germania continuano ad arrivare, da tutti i continenti, migliaia di giovani per la GMG di Colonia che prenderà il via ufficialmente il 16 agosto. Oggi la “Giornata dell’impegno sociale”

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

100 anni fa nasceva il teologo  Hans Urs von Balthasar: in lui la teologia si è fatta preghiera

 

Sudafrica: terminato lo sciopero nelle miniere d’oro. Ce ne parla padre Efrem Tresoldi

 

Atteso in Brasile il pronunciamento dei vescovi sulla crisi politica del Paese: ai nostri microfoni il cardinale Cláudio Hummes

 

Tiene in Italia l’insegnamento della religione a scuola. Smentiti i dati allarmanti diffusi da un quotidiano: intervista con il vescovo Cesare Nosiglia

 

CHIESA E SOCIETA’:

Dopo le inondazioni, la città indiana di Mumbai è colpita adesso dal flagello delle epidemie

 

Alla fiera internazionale del libro cristiano in India, esposta la Bibbia più grande del mondo

 

Domenica prossima a Roma, veglia dell'Assunta a Santa Maria Maggiore

 

Ad Hong Kong sarà inaugurato il primo centro di studi cattolici in un’università cinese

 

50 anni fa moriva lo scrittore tedesco Thomas Mann, premio Nobel per la letteratura nel 1929

 

24 ORE NEL MONDO:

 Hamas annuncia che non deporrà le armi, anche dopo il ritiro israeliano da Gaza

 

Ancora violenze in Iraq, il giorno dopo la proroga di un anno della missione Onu

 

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

12 agosto 2005

 

 

LA LUNGA CONVERSAZIONE DEL PAPA A PORTE CHIUSE CON IL CLERO DI AOSTA

DEL LUGLIO SCORSO, PUBBLICATA INTEGRALMENTE IN UN OPUSCOLO DALL’OSSERVATORE ROMANO:

 BENEDETTO XVI AVEVA INCORAGGIATO I SACERDOTI

AD ANNUNCIARE CON CORAGGIO E PAZIENZA IL VANGELO,

ANCHE DI FRONTE ALL’APPARENTE FALLIMENTO DELLA PREDICAZIONE

 

L’annuncio del Vangelo in un mondo spesso indifferente, la questione di un Occidente stanco della propria cultura, l’attenzione ai giovani e il tema della Comunione ai fedeli divorziati risposati: sono solo alcuni tra gli argomenti affrontati da Benedetto XVI nella conversazione a porte chiuse avuta con il clero di Aosta il 25 luglio scorso ad Introd, durante le sue vacanze estive. Un lungo dialogo con i sacerdoti di questa piccola regione italiana, che l’Osservatore Romano ha voluto riprendere e pubblicare integralmente in un opuscolo allegato al quotidiano. Rileggiamo alcuni passi di quella conversazione in questo servizio di Sergio Centofanti:

 

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Il Papa parla a braccio: è contento di incontrare i sacerdoti che vivono in prima linea i problemi di tutti i giorni. Ascolta le loro difficoltà nell’annuncio del Vangelo: a volte la predicazione sembra inefficace e la gente sembra non aver bisogno di loro. Si parla di sofferenza e di senso di inutilità. I preti chiedono al Papa una risposta:

 

“Vorrei anche dire che il Papa non è un oracolo, è infallibile in situazioni rarissime, come sappiamo. Quindi, condivido con voi queste domande, queste questioni. Soffro anch’io. Ma tutti insieme vogliamo da una parte soffrire su questi problemi e anche soffrendo trasformare i problemi, perché proprio la sofferenza è la via di trasformazione e senza sofferenza non si trasforma niente”.

 

Benedetto XVI invita ad avere coraggio e pazienza. L’Occidente sembra ormai stanco della propria cultura: Dio non appare più necessario ad un uomo che considera il metodo scientifico l’unico modello di conoscenza, mentre tutto il resto diventa soggettivo. In questo clima relativistico le Chiese protestanti stanno affrontando una crisi profondissima. Avanzano le sette che predicano poche ma semplici certezze: sono facili e accomodanti e attraggono di più in un mondo che non vuole sentire la parola “sacrificio”. La Chiesa Cattolica – nota il Papa – reagisce meglio a questa crisi. Ma occorre riproporre con forza il Volto di Dio che ha mostrato il suo amore per noi in Gesù:

 

“Quindi, avere noi stessi questa profondissima certezza che Cristo è la risposta e senza il Dio concreto, il Dio col Volto di Cristo, il mondo si autodistrugge e cresce anche l’evidenza che questo razionalismo chiuso, che pensa che da solo l’uomo potrebbe ricostruire il vero mondo migliore, non è vero. Al contrario, se non c’è la misura del Dio vero, l’uomo si autodistrugge. Lo vediamo con i nostri occhi. Dobbiamo avere noi stessi una rinnovata certezza: Egli è la Verità e solo camminando sulle sue orme andiamo nella direzione giusta e dobbiamo camminare e guidare gli altri in questa linea”.

 

Il Papa parla quindi dei giovani: occorre avere fantasia nel dialogo con loro perché scoprano la bellezza e la gioia della fede. Una fede vissuta in comunione e amicizia con i fratelli. La fede – dice Benedetto XVI – ci redime dalla solitudine. Da qui il riferimento ad una speciale attenzione per gli ultimi: i poveri, i malati, i carcerati.

 

Infine risponde ad un sacerdote sull’esclusione dalla Comunione eucaristica dei fedeli divorziati risposati. Una questione dolorosa, per cui nessuno ha una ricetta già pronta, ma che ha bisogno di ulteriori studi:

 

“Questa è realmente una sofferenza grande e quando sono stato Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede ho invitato diverse Conferenze episcopali e specialisti a studiare questo problema: un sacramento celebrato senza fede. Se realmente si possa trovare qui un momento di invalidità, perché al sacramento mancava una dimensione fondamentale non oso dire. Io personalmente lo pensavo, ma dalle discussioni che abbiamo avuto, ho capito che il problema è molto difficile e deve essere ancora approfondito. Ma data la situazione di sofferenza di queste persone, è da approfondire!

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VERSO LA GMG 2005: CONTINUANO AD ARRIVARE A COLONIA

 MIGLIAIA DI GIOVANI

- Intervista con Matthias Lainweber -

 

In Germania continuano ad arrivare, da ogni parte del globo, migliaia di giovani per la prossima GMG di Colonia che prenderà il via ufficialmente il 16 agosto. Oggi “Giornata dell’impegno sociale” partono in tutte le diocesi tedesche oltre 650 progetti di aiuto, sostegno e di impegno sociale. Il motto dell’iniziativa - “Underconstruction - contribuisci a costruire un mondo giusto” – riprende le parole di Giovanni Paolo II all’Angelus di Toronto, con le quali il Papa invitava i giovani ad agire “per costruire la civiltà dell’amore e della giustizia”. Tutti i gruppi che hanno partecipato alla Giornata porteranno a Colonia una pietra, che servirà a costruire un grande labirinto nella Haus Altenberg, come simbolo dell’importanza e necessità dell’aiuto sociale. Durante la festa dell’accoglienza a Benedetto XVI il 18 agosto, i giovani di Magdeburgo consegneranno alcune pietre al Santo Padre per attestare il loro impegno. Sul clima di festa e di accoglienza che già ora si respira in tutta la Germania, Massimiliano Menichetti ha intervistato Matthias Lainweber del gruppo internazionale di giovani della Comunità di Sant’Egidio che animeranno uno dei Centri spirituali previsti a Colonia:

 

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R. – Prima di tutto bisogna dire che adesso i giovani sono già arrivati nelle diocesi un po’ in tutta la Germania; hanno avuto una bella accoglienza, perché c’era stata una grande attesa ed anche una grande preparazione di quasi un anno, nella quale tanti giovani in tante parrocchie si sono lasciati coinvolgere. Gli ospiti stanno arrivando: li accolgono nelle parrocchie, nei gruppi, nelle famiglie ...

 

D. – Possiamo dire quindi che molti sono i pellegrini già giunti nell’arcidiocesi di Colonia, ovvero nelle città di Bonn, Düsseldorf e Colonia stessa?

 

R. - Sì, stanno arrivando. I primi ad arrivare sono quelli che vengono da lontano: certamente, i giovani che vengono dall’America, dall’Africa e dall’Asia hanno una permanenza più lunga perché hanno anche un viaggio più lungo. Oggi arriveranno giovani dall’Europa che si uniranno a loro. Sabato e domenica ci saranno i primi incontri locali, diocesani nelle città maggiori della Germania, per partire poi lunedì, tutti insieme, per Colonia.

 

D. – Ieri le Giornate dell’Incontro: 120 mila giovani di 162 Paesi si sono ritrovati nelle diocesi tedesche ...

 

R. – C’è stata l’accoglienza di tutti i giovani che stanno arrivando anche da lontano, da altri continenti, per conoscere la realtà della Chiesa che è in Germania.

 

D. – E oggi si è ripreso con la Giornata dell’Impegno sociale, con progetti come l’assistenza ai malati, agli anziani o attività ricreative con bambini infermi, con i rifugiati e gli emarginati: insomma, tutte attività orientate verso l’altro ...

 

R. – Oggi c’è stata questa grande Giornata dell’Impegno sociale in cui sono state pensate centinaia di iniziative per far vedere dove i giovani, anche in Germania, sono impegnati nella realtà della società e per dare un po’ un quadro di una Chiesa molto impegnata nel sociale.

 

D. – Che cosa vi aspettate da questa GMG?

 

R. – C’è una grande attesa – come hanno detto anche diversi vescovi tedeschi – di una nuova vitalità della Chiesa in Germania attraverso questo incontro con tanti giovani di altri Paesi attraverso questo scambio di esperienze, per creare un nuovo entusiasmo che arricchisca la vita della Chiesa in Germania.

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

 

Apre la prima pagina il titolo “Colonia si sta trasformando in un grande luogo di preghiera”: i giovani pellegrini, in tutte le diocesi tedesche, stanno dando vita a concreti progetti di solidarietà.

 

Servizio vaticano - Una pagina dedicata al tema dell’Eucaristia.

Una pagina sul cammino della Chiesa in America. 

 

Servizio estero - Nucleare: l’AIEA invita l’Iran a fermare il programma atomico e a riprendere il dialogo con i mediatori europei.

Medio Oriente: si susseguono le manifestazioni contrarie al ritiro da Gaza.

 

Servizio culturale - Un articolo di Marco Testi dal titolo “Una critica radicale alle storture dell'Occidente”; cento anni dalla nascita del premio Nobel Elias Canetti.

 

Servizio italiano - In primo piano il tema dell’economia.

 

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

12 agosto 2005

 

 

 

100 ANNI FA NASCEVA IL TEOLOGO SVIZZERO HANS URS VON BALTHASAR:

IN LUI LA TEOLOGIA SI E’ FATTA PREGHIERA

 

Cent’anni fa nasceva Hans Urs von Balthasar, teologo e filosofo svizzero dalla vasta produzione letteraria e autore di scritti insieme all’allora cardinale Joseph Ratzinger. Il servizio di Tiziana Campisi. 

 

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La teologia che si fa preghiera. Così è possibile riassumere la riflessione di Hans Urs von Balthasar, nato a Lucerna, in Svizzera il 12 agosto del 1905 e morto a Basilea il 26 giugno del 1988. Musicista, letterato, filosofo, la sua è una personalità poliedrica. Ma nella produzione letteraria il centro è Cristo, la parola umana di Dio. Nei suoi scritti il teologo evidenzia spesso l’amore estremo che il Creatore ha dimostrato all’uomo attraverso il Figlio. Attingeva ai Padri della Chiesa, ma erano la contemplazione e la meditazione ad indurlo a scrivere. Fedele alla tradizione cristiana, in Balthasar si leggono pagine in cui emerge l’esperienza di una fede vissuta nel quotidiano. Una fede che annulla il relativismo e che ha il suo presupposto nel mistero dell’Incarnazione divina. Per il sacerdote svizzero è questo il dato concreto che consente all’uomo di elevarsi ad una ricerca trascendente. Grande importanza ebbe per lui il concetto di Chiesa, corpo di Cristo e comunione di individui che hanno fede, vivono l’amore e perseverano nella speranza. “Al laico incombe l’obbligo di dare realtà al Regno di Dio nel regno di questo mondo”, ha scritto Balthasar. Un compito, quello del cristiano, che si realizza anche attraverso la croce, lo scandalo, la persecuzione. “La civiltà deve gettare ponti tra la terra e il cielo e perciò tra lo spirito e il corpo” sottolineava il teologo, solo così l’uomo potrà raggiungere la sua pienezza.

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SUDAFRICA: TERMINATO LO SCIOPERO NELLE MINIERE D’ORO

- Intervista con padre Efrem Tresoldi -

 

Si è concluso dopo quattro giorni lo sciopero nelle miniere d’oro del Sudafrica. I rappresentanti dei sindacati e delle aziende estrattive hanno raggiunto un accordo per un aumento del salario del 6/7 per cento. “Un risultato accettabile” hanno commentato i leader sindacali, che inizialmente avevano chiesto un aumento superiore al 10 per cento. La protesta ha visto la massiccia partecipazione dei 130 mila minatori impiegati nel settore, con un’adesione media del 70 per cento. Intervistato da Andrea Cocco, padre Efrem Tresoldi, missionario comboniano e portavoce della Conferenza episcopale sudafricana, spiega perché si è trattato di un evento storico:

 

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R. – Questo accordo tra la Camera delle miniere e i minatori è senz’altro un fatto storico, soprattutto perché non c’era stato nessuno sciopero di questo tipo nell’ambito minerario, che è il settore più forte dell’economia sudafricana, negli ultimi 18 anni. Quindi, senz’altro è un avvenimento straordinario. I minatori, i lavoratori in genere, soffrono per questa mancanza di adeguamento del loro salario all’inflazione. Quindi, l’aumento che hanno ricevuto non è di per sé un aumento eccezionale, ma serve ad equipararlo al livello di inflazione del Paese.

 

D. – Come sono attualmente le condizioni di lavoro nelle miniere?

 

R. – Purtroppo, ci sono sempre incidenti. E’ sempre un lavoro molto, molto pericoloso, anche se le miniere hanno cercato di aumentare il livello di sicurezza soprattutto in questi tunnel sotterranei che vanno fino a 3, 4 km sotto terra. Sono condizioni fisiche estremamente estenuanti e in un ambiente molto rischioso. Scosse, cedimenti portano sempre a delle conseguenze piuttosto disastrose. I lavoratori si sentono impazienti di fronte alla disparità di salario che esiste tra un lavoratore e un manager. Sono disparità enormi. Si calcola che un lavoratore dovrebbe lavorare 115 anni per guadagnare quello che un manager d’alto livello guadagna in un anno. Quindi, questo crea ancora oggi risentimento da parte di molti lavoratori che guadagnano un salario che è ancora troppo basso rispetto alle condizioni di lavoro e al rischio che incontrano ogni giorno sotto terra.

 

D. – Lo sciopero dei minatori ha visto anche l’adesione dei sindacati dei lavoratori bianchi che, finora, avevano sempre agito separatamente…

 

R. – Questa partecipazione dei lavoratori bianchi nelle miniere che sono associate allo sciopero è un fatto senz’altro sensazionale, perché si sa come nel passato la distinzione fosse nettissima. Un bianco non poteva mai abbassarsi al livello dei minatori neri. I neri non potevano accedere ai livelli più alti, perché c’erano leggi che impedivano loro di accedere a questi livelli di lavoro più qualificati. E’ un evento eccezionale vedere bianchi e neri che si sono uniti per una lotta sindacale che mai era esistita prima.

 

D. -  A 11 anni dalla fine dell’Apartheid ci sono delle nuove prospettive per arrivare finalmente ad un livellamento delle condizioni di vita di tutta la popolazione sudafricana?

 

R. – Il Ministero del lavoro ha cercato di stabilire un tetto minimo di salario per i contadini che lavorano nelle grandi proprietà terriere, per i lavoratori domestici e per altri settori municipali. Penso che sia già un piccolo passo nella giusta direzione. Per lo meno oggi i lavoratori possono presentare un caso in tribunale contro i loro datori di lavoro, se non rispettano almeno il minimo.

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PRESENTATO DAI VESCOVI DEL BRASILE RIUNITI IN PLENARIA IL NUOVO DIRETTORIO NAZIONALE DELLA CATECHESI.

ATTESO IL DOCUMENTO SULLA CRISI POLITICA DEL PAESE

- Intervista con il cardinale Claudio Hummes -

 

E’ giunta al quarto giorno di lavori la 43.ma Assemblea generale della Conferenza episcopale del Brasile, in corso a Itaici, nei pressi di San Paolo. I 400 partecipanti - tra presuli, religiosi e rappresentanti della Santa Sede - hanno esaminato il “Direttorio nazionale della catechesi” e si apprestano a varare un atteso documento sull’attuale situazione sociopolitica del Paese, scosso dalle accuse di corruzione contro il Partito del presidente Lula da Silva. L’aggiornamento è del nostro inviato a San Paolo, Silvonei Protz.

 

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Questo venerdì i vescovi ritornano al tema centrale di questa assemblea  “evangelizzazione e profetiamo”. Su questo argomento  i vescovi preparano un documento finale. Si parlerà anche del ministero dei presbiteri e si rinnoverà anche il direttorio della catechesi:ieri è stato presentato un documento sintesi dei suoi 50 anni di vita. La Chiesa qui in Brasile prepara anche un documento dedicato alla crisi politica brasiliana che vede coinvolto il partito del presidente brasiliano, Ignacio Lula da Silva. C’è molta aspettativa sul contenuto di questo documento. Il tema centrale sarà la speranza. Si aspetta per oggi un pronunciamento dei vescovi. Ci racconta lo svolgimento di questa assemblea e la situazione attuale del Brasile, il cardinale Claudio Hummes, arcivescovo di San Paolo:

 

“Qui in Brasile la Chiesa ha continuato sempre questa riflessione sull’evangelizzazione. Si vede sempre di più come questo è determinante. Il profetismo accompagna l’evangelizzazione, perché il profetismo vuole dire che veramente si annuncia la buona novella. Anche se si denuncia tutto quello che è contrario al regno di Dio, perciò alla dignità umana. Tutto questo lo ripensiamo nel momento storico che attraversa il Brasile: siamo in una crisi politica perché è stato scoperto un grande schema di corruzione all’interno del Parlamento e dell’Amministrazione pubblica. I vescovi faranno una dichiarazione perché mi sembra che in Brasile c’è un’aspettativa molto grande per la parola dei vescovi. Perciò i vescovi devono dire alla gente che la speranza rimane e noi dobbiamo dare speranza e il progetto di un Brasile che progredisce, un Brasile che diventa più giusto, più fraterno, più umano che vinca la grande disuguaglianza sociale, la povertà, la miseria, la fame, l’analfabetismo. Questo grande progetto deve andare avanti perché il popolo brasiliano è più grande di un partito o di un governo. Sarebbe un male grandissimo avere un regresso politico ed economico del Brasile che sta in un momento abbastanza buono, in termini democratici ed anche economici. E’ stato presentato il nuovo direttorio della catechesi. Quanto è importante per la Chiesa in Brasile. L’evangelizzazione presuppone anche il lavoro di catechesi che deve trasformarsi in vita, nutrita della parola di Dio. E in questo noi vogliamo veramente tornare ad essere sempre più forti nelle nostre comunità, e non soltanto per la catechesi dei fanciulli, ma anche dei giovani e degli adulti”.

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SECONDO I DATI IN POSSESSO DELLA CEI, TIENE IN ITALIA L’INSEGNAMENTO

DELLA RELIGIONE A SCUOLA. IL MINISTERO ITALIANO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE SMENTISCE I DATI SU UN NETTO CALO,

DIFFUSI DA UN QUOTIDIANO

- Intervista con il vescovo Cesare Nosiglia -

 

Non esiste un tracollo dell’ora di religione nelle scuole superiori italiane. Al contrario, le percentuali di diminuzione su scala nazionale sono appena apprezzabili e dimostrano una sostanziale tenuta sulla scelta di questa materia. Dopo la pubblicazione da parte del quotidiano La Repubblica di alcuni dati attribuiti al Ministero della Pubblica istruzione italiana, che evidenzierebbero un netto abbandono dell’ora di cultura religiosa da parte degli studenti della scuola media secondaria, lo stesso dicastero ha smentito ieri pomeriggio quanto riferito dal giornale. In un comunicato, si informa che è ancora “in fase di iniziale elaborazione” uno studio commissionato dal Ministero, e che “pertanto non possono in alcun modo essere veritieri” i dati diffusi da “un organo di stampa che, assumendosene la responsabilità, ha utilizzato - prosegue la nota - rilevamenti parziali e protetti,  non ancora elaborati statisticamente”. Secondo La Repubblica, dal 2001 al 2005 gli studenti che avrebbero rifiutato l’ora di religione sarebbero passati dal 12% circa al 36,7%. Una cifra, questa, che differisce ampiamente da quella dell’Osservatorio Socio-religioso del Triveneto, che da anni fornisce le rilevazioni alla Conferenza episcopale italiana e che parla invece di un calo minimo. Sulla questione, Luca Collodi ha sentito il vescovo di Vicenza, Cesare Nosiglia, già presidente della Commissione CEI per l’Educazione cattolica:

 

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R. – Mi ha stupito molto quell’articolo, perché da anni la CEI commissiona all’Osservatorio socio-religioso del Triveneto un’inchiesta su chi sceglie di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione. E ad aprile del 2005, l’Osservatorio ha pubblicato il suo documento, che è molto diverso da quei dati sul giornale, i quali probabilmente possono essere spiegati con il fatto che l’indagine è stata condotta nelle grandi città, dove il dato di coloro che non si avvalgono dell’insegnamento della religione, nella scuola secondaria, certamente scende anche al 25, al 30%. Ma nei piccoli centri, e soprattutto nel sud d’Italia, il livello di frequenza è ancora molto alto. Ora, il problema della scuola secondaria superiore certamente esiste, perché lì sono i ragazzi che scelgono. Teniamo presente che spesso, essendo l’ora di religione programmata magari alla prima o all’ultima ora, è facile per un giovane scegliere di uscire da scuola. E’ una cosa che avrei fatto anch’io, per avere un’ora libera. Oppure, non ci sono alternative valide e dunque uno preferisce lo studio individuale, perché ci sono anche queste possibilità. Se parliamo di grandi città, come Torino e Milano, lì c’è una cultura molto più laicista e quindi è possibile una diminuzione, però il dato nazionale è diverso. E un’interpretazione che non può limitarsi alle grandi città.

 

D. – Mons. Nosiglia, quindi prendiamo comunque atto che c’è un decremento …

 

R. – Questo, secondo me, dovrebbe preoccupare molto anche i laici, perché rinunciare alla cultura religiosa non è certamente un valore per uno studente. Conoscere è sempre principio di libertà e di maturità. Non conoscere è ignoranza. Non dobbiamo dimenticare che l’insegnamento della religione a scuola non è “catechesi”: è “cultura religiosa”, che fa conoscere, apprendere quelli che sono i contenuti, i messaggi, ma anche la dimensione culturale e storica della religione cattolica che, da duemila anni, fa parte del patrimonio del nostro popolo. Ci troviamo di fronte a dei ragazzi che io mi chiedo come possano studiare italiano, arte, letteratura, storia, senza avere un minimo di conoscenza religiosa. Come possono studiare Dante, le Cantiche del Paradiso, dell’Inferno e del Purgatorio? Come fanno a interpretare un quadro di Michelangelo, la Cappella Sistina? Cosa ci capiscono? Del resto, è un fatto accaduto anche in Francia, dove avevano eliminato completamente l’ora di religione per poi reinserirla proprio per questo motivo: i giovani, hanno detto, devono conoscere innanzitutto le radici fondamentali e saper dare una chiave di interpretazione a quella che è la cultura, la storia, la realtà che ci circonda. Per non dire poi l’importanza dei valori etici che fanno parte del tessuto fondamentale della nostra civiltà. Vogliamo fare spazio all’ignoranza e avere poi dei giovani che non hanno più neanche il punto di riferimento di valori concreti come la pace, la solidarietà? Questa è una cosa che deve preoccupare, indubbiamente.

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CHIESA E SOCIETA’

12 agosto 2005

 

 

DOPO IL DRAMMA DELLE INONDAZIONI, LA CITTÀ INDIANA DI MUMBAI

 È COLPITA ADESSO DAL FLAGELLO DELLE INFEZIONI. ALMENO 26 PERSONE SONO MORTE DOPO ESSERE VENUTE A CONTATTO CON ACQUE CONTAMINATE

                                       

NEW DELHI. = Dopo le terribili inondazioni che, nelle scorse settimane, hanno provocato oltre mille morti nello Stato indiano del Maharasthra, un nuovo dramma sta colpendo la città di Mumbai. Secondo le autorità locali, almeno 26 persone sono decedute in seguito a varie patologie infettive, tra le quali la malaria, il tifo e la leptospirosi. I quotidiani indiani hanno rivelato, inoltre, che sono già 3000 i casi di malattie infettive. Il pericolo maggiore deriva da acque contaminate durante le inondazioni. “Molte persone -  spiega all’Agenzia Misna il missionario del PIME, padre Carlo Torrioni - sono venute a contatto con acque che ristagnano tra le strade”. Il missionario sottolinea, inoltre, che la forza devastatrice delle alluvioni è stata drammaticamente amplificata dal recente “boom edilizio  avvenuto anche in zone acquitrinose”. Intanto, gli abitanti dello Stato del Maharastra hanno chiesto alle autorità interventi incisivi affinché la situazione non degeneri ulteriormente. Si temono, infatti, nuovi casi di contagio. “Bisognerà attendere fino al prossimo 15 agosto - spiega il primario di un ospedale di Mumbai - per poter dire di aver scongiurato il rischio di un’epidemia”. Per evitare altri decessi i medici cercano di individuare con tempestività il tipo di infezione. Ma in molti casi gli antibiotici non sono facilmente reperibili ed hanno un costo elevato. (A.L.)

 

 

ALLA FIERA INTERNAZIONALE DEL LIBRO CRISTIANO A CHENNAI, IN INDIA,

 ESPOSTA LA BIBBIA PIÙ GRANDE DEL MONDO

 

CHENNAI. = Pesa 7 chili e ha 3500 pagine in lingua Tamil: è la Bibbia più grande del mondo, in esposizione alla Fiera internazionale del libro cristiano in corso a Chennai, nello Stato indiano del Tamil Nadu. La Fiera, che si concluderà il prossimo 16 agosto, è visitata da persone di varie fedi. Ci sono Bibbie di varie forme e dimensioni. Una è talmente piccola che può essere letta solo con la lente di ingrandimento. “La Fiera internazionale del libro cristiano – spiega all’Agenzia Asia News il portavoce della Conferenza episcopale indiana, padre Joseph Karakombil – è un’occasione per far conoscere il Cristianesimo, la sua storia e la sua liturgia ad ampi segmenti della società indiana”. “L’abbondanza di sapere offerta a tutte le categorie sociali attraverso i testi esposti – aggiunge padre Karakombil – introduce i lettori alla ricchezza del contributo cristiano al genere umano”. (A.L.)

 

 

DOMENICA PROSSIMA VEGLIA DELL'ASSUNTA A SANTA MARIA MAGGIORE.

LA CELEBRAZIONE SARÀ PRESIEDUTA DAL VESCOVO DELLA BASILICA ROMANA,

MONS. FRANCO GUALDRINI

 

ROMA. = Domenica prossima, nella patriarcale basilica di Santa Maria Maggiore si terrà, dalle ore 20.30 alle 22.30, la solenne celebrazione della veglia dell’Assunta. Da quattro anni l’antica tradizione della veglia è stata ripresa a Santa Maria Maggiore con un lucernario di apertura e una breve processione con lampade dietro il cero pasquale di Cristo Risorto. La cerimonia culminerà con la celebrazione eucaristica e l’ossequio finale alla Madre di Dio davanti al celebre mosaico della Glorificazione di Maria di Iacopo Torriti. Le radici di questa celebrazione, che sarà presieduta dal vescovo di Santa Maria Maggiore, mons. Franco Gualdrini, sono antichissime. A partire dalla fine del VII secolo e fino al Concilio di Trento, non solo i fedeli di Roma ma anche moltissimi pellegrini partecipavano, infatti, alla processione serale. Partendo da San Giovanni in Laterano, l’antica Curia dell’impero risaliva tra file di fiaccole verso Santa Maria Maggiore. La Messa della vigilia dell’Assunta, venne mantenuta con i suoi formulari ispirati all’Oriente fino al Concilio Vaticano II. La grande processione romana con la Santa Messa vigiliare venne cancellata in seguito alla prescrizione di San Pio V (1572), che proibiva la celebrazione di Sante Messe vespertine, ad eccezione della notte di Natale. (A.L.)

 

 

AD HONG KONG SARA’ INAUGURATO IL PRIMO CENTRO DI STUDI CATTOLICI

IN UN’UNIVERSITÀ CINESE

 

HONG KONG. = La Chiesa cattolica sta per inaugurare, ad Hong Kong, un centro di studi cattolici in un’università pubblica per promuovere il dialogo fra il cattolicesimo e la cultura cinese. La Chiesa cattolica e l’Università Cinese di Hong Kong si sono accordate per avviare il centro a partire dal prossimo mese. In alcune università di Hong Kong è già possibile approfondire il cattolicesimo, ma il centro di studi cattolici che sta nascendo è il primo ad essere fondato ad Hong Kong con il coinvolgimento della diocesi che finanzierà gli studi sul cattolicesimo e il lavoro dei ricercatori. Il progetto congiunto, a scadenza quinquennale, prevede l’assunzione di ricercatori a tempo pieno per l’organizzazione delle attività accademiche. Ci saranno anche ricercatori da altri istituti e sono previsti programmi di scambio grazie ai quali potranno arrivare ricercatori dal resto della Cina e da altri Paesi. Il centro servirà anche come luogo di incontro fra studiosi e docenti della Cina Popolare e studenti cattolici. (A.L.)

 

 

SI CELEBRA OGGI IL 50.MO ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELLO SCRITTORE TEDESCO, THOMAS MANN, PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA NEL 1929.

 LE SUE OPERE DESCRIVONO LA DECADENZA DEL MONDO BORGHESE

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

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LUBECCA. = “Oggi vi ha parlato un narratore borghese, che invece per tutta la vita racconta solo una storia: quella della decadenza della borghesia”. Questa frase pronunciata da Thomas Mann a Lubecca nel 1926 offre una chiave di lettura dell’universo narrativo dello scrittore tedesco, morto a Zurigo il 12 agosto del 1955. Per celebrare il 50.mo anniversario della morte di Mann, vincitore nel 1929 del premio Nobel per la letteratura, sono state organizzate diverse manifestazioni in Germania e in molti altri Paesi europei. Le sue opere, tra le quali si devono ricordare “I Buddenbrook”, “La Montagna incantata”, “Doctor Faustus” e “Morte a Venezia”, sono affreschi di un solido ceto ottocentesco minacciato da spinte dissolutrici. Per lo scrittore tedesco, è un borghese chi affronta ogni giorno della sua vita come una missione, un compito che gli è stato affidato da Dio. Di questa borghesia, Mann descrive la pericolosa attrazione verso la dissoluzione. La sua produzione artistica è dominata anche da contrapposizioni messe in evidenza attraverso il confronto, ad esempio, tra il borghese e l’artista, tra il nord e il sud, tra la Germania e l’Italia. Mann si sentiva il rappresentante della cultura tedesca. “Dove sono io – disse – è la Germania”. Amò profondamente il proprio Paese, ma dopo la presa del potere da parte di Hitler,  lasciò la Germania e non vi fece più ritorno. Si schierò apertamente contro il nazionalsocialismo e la vendita delle sue opere fu vietata durante gli anni del regime nazista. Oggi è considerato uno dei più grandi narratori della letteratura tedesca.

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24 ORE NEL MONDO

12 agosto 2005

 

 

- A cura di Alessandro Gisotti e Andrea Cocco -

 

“Neppure quando Israele avrà completato il proprio ritiro dalla Striscia di Gaza, Hamas deporrà le armi”: è quanto affermato oggi da Mahmoud Zahar, uno dei dirigenti del movimento radicale islamico palestinese. Intanto, il premier israeliano Sharon ribadisce la propria scelta in favore del disimpegno da Gaza, all’indomani di una imponente manifestazione in favore dei coloni, che ha riempito le strade di Tel Aviv. Il nostro servizio:

 

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(CORI DI PROTESTA)

 

“Non vi abbandoneremo”: questo il grido delle cento mila persone, addirittura 250 mila secondo gli organizzatori, che ieri sera hanno affollato piazza Isaac Rabin a Tel Aviv in favore dei coloni. Una prova di forza da parte della destra strenuamente contraria al ritiro da Gaza, che non sembra tuttavia scalfire la determinazione del premier Ariel Sharon. Questi, in un’intervista ad un quotidiano israeliano, ha affermato di non ritenere necessario chiedere perdono ai coloni, ma “semmai di immedesimarsi con il loro dolore”. Per Sharon, che sta preparando un discorso alla nazione per lunedì prossimo, giorno dell'inizio del ritiro da Gaza, il suo partito - il Likud - è in mano agli estremisti. D’altro canto, alcuni esponenti dei coloni ebrei di Gaza intendono proclamare domenica la nascita di una entità politica indipendente, separata da Israele. Una lancia in favore di Sharon è stata, invece, spezzata dal presidente americano. Il ritiro da Gaza, ha detto Bush intervistato dal primo canale israeliano, sarà un bene per Israele. E sviluppi si registrano anche nel fronte palestinese: al presidente Abu Mazen, che aveva esortato i gruppi radicali a cessare gli attacchi anti-israeliani e a lavorare per la pace, oggi Mahmoud Zahar, tra i leader di Hamas, ha risposto che il suo movimento non deporrà le armi “fino a quando anche soltanto un centimetro di Palestina rimarrà occupato”.

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Un magistrato libanese ha disposto il rilascio di Omar Bakri Mohammad, il predicatore estremista fermato ieri dalla polizia di Beirut dove era arrivato sabato, dopo avere lasciato frettolosamente Londra. Intanto, fonti governative di Amman hanno annunciato che il predicatore islamico giordano di origine palestinese, Abu Qatada, arrestato a Londra, sarà estradato la prossima settimana in Giordania.

 

Negli Stati Uniti, l'FBI mette in guardia la polizia: autobotti per il rifornimento di carburante potrebbero essere usate come proiettili  dall'organizzazione terroristica al Qaeda per attaccare città come New York, Chicago e Los Angeles. La polizia federale avverte, però, che le minacce non sono, al momento, suffragate da elementi convalidanti.

 

Sette iracheni sono rimasti uccisi oggi in una serie di scontri armati a Baghdad e a nord della capitale. Sul piano politico, è scontro aperto fra i partiti dopo la richiesta di una regione autonoma avanzata da diversi ambienti sciiti. Intanto, sono forti anche i contrasti sul ruolo della religione islamica. Un aspetto, questo, che preoccupa la Chiesa locale, la quale in un documento, presentato lo scorso 10 luglio, ha chiesto al governo l’edificazione di uno Stato “secondo criteri lontani dalla discriminazione etnica e religiosa”. Dal canto suo, il Consiglio di Sicurezza ha prorogato di un anno la missione dell’ONU nel Paese. Sul dibattito che accompagna la nascita della nuova costituzione irachena, Eugenio Bonanata ha raccolto il commento del giornalista iracheno, Al Saadi Latif:

 

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R. – Questa discussione fa parte della realtà dell’Iraq, nella quale tutti vogliono avere diritti, dopo tanti anni di oppressione. Sono cominciate riunioni fra tutte le forze politiche, sia quelle che fanno parte del Parlamento, sia quelle che non hanno partecipato alle elezioni, con l’obiettivo di modificare gli ultimi aspetti della nuova Costituzione: il federalismo, il ruolo delle religioni, la distribuzione delle risorse nelle diverse regioni irachene. In aggiunta, dunque, anche il tema dei diritti umani in generale, dei diritti della donna ed anche di altri gruppi religiosi ed etnici.

 

D. – I vescovi iracheni chiedono la laicità dello Stato…

 

R. – Sì, lo Stato iracheno deve riconoscere che la maggioranza in Iraq è musulmana, ma deve rispettare i diritti di tutte le minoranze religiose. Come iracheno, sono convinto che eliminare i diritti di una minoranza danneggi proprio il senso democratico di uno Stato.

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Taiwan avrebbe iniziato a dispiegare dei nuovi missili balistici di produzione locale in grado di colpire obiettivi nella Cina del sudest. Lo afferma oggi la stampa taiwanese. Il Ministero della difesa di Taipei non ha tuttavia confermato la notizia. La scorsa settimana, il Pentagono ha diffuso un rapporto secondo il quale la Cina ha 730 missili balistici puntati verso Taiwan.

 

Si teme un’escalation di violenza in Somalia: secondo la BBC, il presidente somalo, Abdullahi Yusuf Ahmed, sta progettando una guerra interna con l'aiuto dell'Etiopia. L'allarme - riferisce oggi la BBC online - viene da alcuni membri del Parlamento, che accusano Yusuf di tradimento.

 

Migliaia di passeggeri sono bloccati per il secondo giorno consecutivo ad Heathrow, per uno sciopero selvaggio del personale di terra della British Airways  che ha costretto la compagnia britannica a cancellare tutti i voli da e per l'aeroporto londinese.

 

In Turchia, due sospetti membri dell’organizzazione armata separatista curda Pkk sono stati catturati da una squadra anti-terrorismo turca mentre preparavano un attacco a Smirne, sulla costa dell'Egeo.

 

In India, un gruppo di 50 maoisti ha preso d'assalto ieri sera la sede della polizia di Chabilapur, nello Stato nord-orientale del Bihar, uccidendo due agenti e facendo saltare l'edificio con la dinamite.

 

In Afghanistan, quattro persone accusate di spionaggio per le truppe americane sono state catturate e decapitate dai miliziani talebani nell'Afghanistan meridionale. A Kandahar, invece, una bomba posta in una pentola a pressione è esplosa oggi in un affollato mercato ferendo quattro persone.

 

Il latitante mafioso, Luigi Putrone, ritenuto personaggio di spicco di Cosa Nostra, è stato arrestato dai carabinieri di Agrigento, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, in un'operazione effettuata all'estero. L'uomo era ricercato dal '98 ed è accusato di associazione mafiosa e di diversi omicidi.

 

L'ambasciata polacca a Mosca ha diffuso oggi una nota nella quale afferma che le tre aggressioni compiute negli ultimi giorni nella capitale russa contro cittadini polacchi sono state compiute da “teppisti spinti da motivazioni politiche” e sollecita gli organi inquirenti russi ad “attivarsi” con maggiore “dinamismo”.

 

Nuove accuse di malversazioni sono piovute sul governo brasiliano di Lula. A lanciarle, di fronte alla Commissione parlamentare che indaga sulla corruzione, un pubblicitario che lavorò alla propaganda del partito dei lavoratori. Le nuove denunce chiamano direttamente in causa il presidente, finora rimasto estraneo al terremoto che ha costretto alcuni dei suoi più stretti collaboratori a dimettersi per scandali e tangenti.

 

Il presidente peruviano, Alejandro Toledo, ha chiesto a tutti i membri del suo governo di rassegnare le dimissioni. La crisi è nata dopo la decisione di lasciare il governo presa dal premier Carlos Ferrero, in forte disaccordo con il presidente a causa della nomina a ministro degli Esteri di un politico molto controverso: Fernando Olivera. Di fronte a un governo riottoso Toledo, la cui popolarità ha toccato oramai il 14 per cento, ha deciso di formare un nuovo gabinetto che dovrebbe rimanere in carica fino alle elezioni del prossimo aprile.

 

E' partito stamani il Mars Orbiter, la sonda che la NASA ha destinato ad una missione di ricognizione su Marte. Il gigantesco razzo vettore Atlas V si è alzato senza problemi dalla base di lancio di Cape Canaveral, in Florida.

 

In Bulgaria, il partito dell'ex re e premier uscente, Simeone di Sassonia-Coburgo-Gota, ha annunciato di essere disposto a partecipare a un governo di  ''larga coalizione'' guidato da Serghej Staniscev, leader dei socialisti che dispongono della maggioranza in Parlamento, dopo il voto del 25 giugno scorso.

 

 

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