RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
223 - Testo della trasmissione di giovedì 11 agosto 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
OGGI IN PRIMO PIANO:
In Iraq gli sciiti per uno Stato sciita federato
nel sud: il commento di
Alberto Negri
La Chiesa ricorda oggi Santa Chiara d’Assisi: ai nostri microfoni suor Maria Daniela
In scena ieri a Pesaro il Barbiere di
Siviglia: con noi Luca Ronconi
CHIESA E SOCIETA’:
Proseguono in Brasile i lavori dell’Assemblea generale della
Conferenza episcopale brasiliana
Scarcerato in Pakistan un cristiano accusato di aver
dissacrato il Corano
In Sudan 5000 sfollati sono ritornati nelle proprie case
GMG: da oggi a Colonia 120 mila giovani partecipano alle
“Giornate dell’Incontro”
In Colombia la Chiesa chiede una “soluzione negoziata” tra
governo e FARC
Ritiro
israeliano da Gaza: il presidente Katsav chiede rispetto per la decisione presa
dal parlamento. Intanto, ieri imponente manifestazione in favore dei coloni
Senza sosta il rincaro del petrolio: superati i 65 dollari al barile
In
Cile, arrestati la moglie e il figlio dell’ex dittatore Pinochet,
incriminati per sottrazione di fondi e possesso di conti segreti all’estero
11 agosto 2005
AFFIDARSI CON SEMPLICITA’ A DIO ESPRIME LA NATURA
PROPRIA DELL’UOMO:
UN COMMENTO ALLA CATECHESI DI BENEDETTO XVI
ALL’UDIENZA GENERALE
- Intervista con padre Paolo Martinelli
-
La fede di un uomo che si affida
a Dio è una fede che risponde al disegno originario del Creatore sulla sua
creatura. E’ uno dei pensieri che scaturiscono dalla catechesi sviluppata ieri
da Benedetto XVI all’udienza generale. Il Papa, sulla scia
del Salmo 130, ha affrontato il tema della fiducia filiale che il
cristiano ripone nel Padre e, viceversa, dell’arroganza del superbo che vuole
farsi - secondo le parole del Pontefice - arbitro del bene e del male come Dio
stesso. Nel primo atteggiamento, ha spiegato Benedetto XVI, si riflettono da un
lato il momento dell’“infanzia spirituale” dell’uomo e dall’altro la bontà
“materna” di Dio. Quest’ultimo, un concetto spesso ostico da
comprendere per molti cristiani, che vedono in Dio soprattutto il Padre e il
giudice. Alessandro De Carolis ne ha parlato con il religioso
Cappuccino, padre Paolo Martinelli, preside
dell’Istituto francescano di Spiritualità all’Antonianum di
Roma:
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R. – Il tema della maternità di Dio mi sembra profondamente
presente in tutta la rivelazione ebraico-cristiana.
Esprime la tenerezza e l’attenzione con cui Dio segue il cammino dell’uomo, la
sua creatura. In questo senso, si sente tutta la passione di Dio per il destino
positivo per cui ha voluto l’uomo: questo mi sembra il
valore fondamentale, uno struggimento amoroso di Dio per la sua creatura.
D. – Colpisce un’annotazione che
Benedetto XVI fa parlando della fede dell’uomo, una fede
che, dice, deve essere consapevole, “non cieca e automatica”. E’ un po’ una riposta
a chi vive invece la propria fede con fatalismo o addirittura superstizione…
R. – Certo, questo è molto
importante, proprio in relazione con il tema dell’“infanzia spirituale”, ovvero di questo abbandono dell’uomo nei confronti di Dio.
E’ molto importante cogliere l’atteggiamento della semplicità, dell’abbandono,
non come un atteggiamento irrazionale, ma come l’atteggiamento
originario con cui Dio pone nell’essere l’uomo. Dio crea l’uomo perché si
affidi al mistero di Dio. Quindi, in un certo senso,
nell’affidamento a Dio si esprime la natura propria dell’uomo.
D. – E contrapposta a questo
senso di affidamento, il Salmo 130, pone invece la
superbia: un male antico, ma possiamo dire anche molto attuale…
R. –
Credo che qui sia veramente decisiva questa contrapposizione tra la semplicità
del bambino che si affida e, al contrario, la superbia. Essa,
in fondo, è l’uomo senza un “tu”, senza il riconoscimento di una
alterità buona che lo fa essere. In fondo,
l’origine di ogni superbia è l’uomo chiuso in se
stesso, l’uomo che si fa da sé. Mentre l’uomo vero, il semplice - in questo
senso, il bambino come volto originario di ogni uomo -
è il riconoscimento di essere fatti, istante per istante, da un altro. L’uomo,
quando è veramente realista, sa che il proprio “io” ha consistenza, perché è voluto e amato da un “tu”.
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A POCHI GIORNI DALL’INIZIO DELLA GIORNATA MONDIALE
DELLA GIOVENTU’,
10 MILA GIOVANI ROMANI IN PARTENZA PER COLONIA
- Intervista con mons. Mauro Parmeggiani
-
Circa 10 mila giovani romani
prenderanno parte alla GMG di Colonia che inizierà il prossimo 16 agosto. Lo ha confermato oggi mons. Mauro Parmeggiani,
segretario generale del Vicariato e responsabile del servizio diocesano per la
pastorale giovanile, alla conferenza stampa presso la sede del Vicariato
di Roma. Presentate anche la Mostra “Giovanni Paolo II: uomo eucaristico” e le
attività dei giovani romani presso la chiesa di San Remigio a
Bonn comprendenti anche l’adorazione eucaristica perpetua, animata dai
giovani dei gruppi romani e coordinata dai giovani di S. Agnese in Agone a
Piazza Navona. Sui preparativi per Colonia 2005
Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento di mons. Mauro Parmeggiani.
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R. – I giovani che partiranno
dalla diocesi sono i giovani di tutte le realtà cattoliche presenti a Roma e
non solo, e sono quelle dei movimenti, delle associazioni, delle parrocchie ma
anche loro amici che, anche tramite un’opera di evangelizzazione
che la diocesi ha promosso in tutto questo anno, partono con loro. Saranno
circa 10 mila; alcuni sono già partiti per andare a fare il gemellaggio, ospiti
nelle diocesi della Germania. In particolare, domenica
partiranno tre treni dalla Stazione Ostiense, che
abbiamo chiamato “Melchiorre”, “Gaspare” e “Baldassarre” come i Magi, verso la
città di Colonia dove andremo ad adorare il Signore.
D. – Ecco:
sulle orme dei Magi verso Cristo. Che
significato ha questo pellegrinaggio e questo arrivo nel Duomo di Colonia?
R. – I Magi sono i cercatori
della verità, vanno alla ricerca della verità di Colui che
dà senso alla vita. E per tanti aspetti, sono simili ai giovani, che cercano la
verità: è Colui che è la Via, la Verità e la Vita,
cioè Cristo. Quell’incontro che portò i Magi a fare ritorno, dopo avere
incontrato il Bambino Gesù, per un’altra strada, senza passare per Erode: anche
questi giovani, che cercano Cristo, sono invitati a far ritorno, quando
torneranno dal pellegrinaggio, per un’altra strada, cioè
tornare insieme a Cristo ed essere autentici testimoni di Cristo, abbandonando
tutto ciò che è male, vivendo una vita sempre più convertita di gente che
desidera stare con il Signore e non stare con i tanti idoli del nostro tempo.
D. – Che
cosa porta un giovane nel cuore andando alla XX GMG?
R. – Innanzitutto,
appunto, il desiderio di incontrare Cristo, di fare un’esperienza forte con
lui. Direi che quest’anno, lo zaino del giovane che va
alla GMG porta anche l’esempio di un grande uomo che ha camminato sulle strade
della santità, e cioè Giovanni Paolo II. I giovani lo portano nell’affetto, lo portano nel cuore, lo portano come un esempio da imitare, di
una persona che si è data totalmente per la causa del Vangelo. Poi portano il desiderio
di incontrare il nuovo Papa, Benedetto XVI, in questa sua prima Giornata Mondiale
della Gioventù, che illustrerà loro con questa maniera didascalica che lui usa
nelle sue omelie, la verità che è Cristo. E quindi portano
tutto questo perché possa diventare poi segno, speranza, testimonianza al loro
ritorno nelle loro case.
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GMG 2005: IL
CARDINALE LEHMANN HA PRESENTATO IERI
IL COMPENDIO DEL
CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
NELL’EDIZIONE IN TEDESCO
- Intervista con il
porporato -
Nell’ambito delle iniziative per la GMG di Colonia è
stato presentato ieri in Germania, a Magonza, nell'edizione
in lingua tedesca, il “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica”, già
pubblicato in italiano il 28 giugno scorso. Ad illustrare il
testo, che sarà presente negli stand della GMG di Colonia, il cardinale Karl Lehmann, presidente
dell'Episcopato tedesco e vescovo di Magonza. Ascoltiamo le parole del porporato:
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R. –
DER KATECHISMUS WIRD ZUGLEICH DER GANZEN KIRCHE UND JEDEM …
Il catechismo è consegnato
all’intera Chiesa e ad ogni singolo cristiano, affinché essi – cito – “si
possano impegnare, in questo terzo millennio, con nuovo slancio nell’evangelizzazione e nell’educazione alla fede”. Esiste quindi
anche una dimensione missionaria che supera il Catechismo, quando il Papa –
cito ancora – “desidera intendere il Compendio come rivolto a tutti gli uomini,
che in questo mondo disperso e sommersi da messaggi di ogni
genere, desiderino conoscere la Via della Vita, la Verità che Dio ha affidato
alla Chiesa di Suo Figlio”. Ecco perché egli – cito nuovamente – “desidera
anche andare incontro alle necessità di coloro che, pur non essendo credenti,
hanno però sete di verità e giustizia, o più semplicemente, vogliono
informarsi”. Questo ultimo aspetto, devo dire, è stato poco trattato nella
tradizione del Catechismo – per quanto io la conosca:
in realtà, il Catechismo è sempre stato un libro rivolto ‘all’interno’
…
D. – Come sono trattate nel Compendio le “questioni
moderne”?
R. –
MODERNE FRAGESTELLUNGEN SIND BESONDERS IN DER ETHIK ZUM TEIL RECHT …
Le “questioni moderne”,
soprattutto nel campo dell’etica, sono trattate nel Decalogo in maniera molto
“saggia”, per esempio quanto attiene all’etica della vita e della pace; però,
ci sono anche affermazioni brevi e concise in merito al servizio civile, al
commercio delle armi, all’ecologia … Similmente si è proceduto a proposito dei
principi fondamentali della dottrina sociale della
Chiesa. In alcuni casi, è vero, quando affronta argomenti complessi, il testo
si complica un pochino e diventa un po’ astratto, a causa dell’uso di un
“gergo” teologico, e quindi non facilmente comprensibile. Questo, ovviamente, è
il prezzo della brevità e lì serve il catechista, che spiega ed illumina, e che
comunque è parte integrante – non bisogna
dimenticarlo! – del processo della trasmissione della
fede.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre
la prima pagina il titolo “In viaggio verso Colonia per adorare Cristo”: migliaia
di giovani pellegrini sono già arrivati in Germania e
sono stati accolti a braccia aperte da tutte le diocesi per vivere
un’esperienza di comunione. All’interno una pagina dedicata alla prossima
Giornata mondiale della Gioventù.
Nelle
vaticane, in rilievo un articolo di Eugenio Arena dal
titolo “Musica corale e canto nella Chiesa, ricchezza di fraternità e di
speranza”.
Nelle
estere, Medio Oriente: nuove proteste dei coloni contro il ritiro da Gaza.
Terrorismo,
Gran Bretagna: arrestati ed espulsi dieci stranieri accusati di minacciare la
sicurezza nazionale.
Nella pagina culturale, un articolo di Paolo Miccoli dal titolo “Il Bello a servizio della Teologia”:
cento anni dalla nascita di Hans Urs
von Balthasar.
Un
articolo di Piero Amici dal titolo “Tra le pieghe più profonde dell’animo umano
sapeva cogliere i drammi di un’‘epoca malata’”: il 12
agosto del 1955 moriva a Zurigo Thomas
Mann, figura dominante della narrativa tedesca del XX secolo.
Nelle pagine italiane, in primo piano l’inchiesta
sulla sciagura aerea avvenuta sabato scorso.
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11 agosto 2005
PROSEGUONO, IN BRASILE,
I LAVORI DELLA 43.MA
ASSEMBLEA GENERALE
DELLA CONFERENZA
EPISCOPALE BRASILIANA. DUE INCONTRI SONO STATI DEDICATI, IERI,
AL RUOLO DEI MEDIA CATTOLICI NELLA SOCIETA’
E AL FENOMENO DELLE CONVERSIONI
- A cura di Silvonei Protz -
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ITAICI. = Terzo giorno della 43.ma assemblea dei vescovi del
Brasile ad Itaici. Ieri sera si è tenuto un incontro
sui mezzi di comunicazione cattolici.
Sono state presentate le principali emittenti radiofoniche. E’ stato
illustrato anche il lavoro della Radio Vaticana e quello delle reti
radiofoniche cattoliche. E’ emersa l’importanza di una sempre più grande integrazione
con i media brasiliani, non soltanto con quelli cattolici. Ricordiamo che sono
più di 200 le emittenti in tutto il Brasile che ritrasmettono il programma brasiliano
della Radio Vaticana. Prendendo spunto dal tema centrale dell’assemblea
“L’evangelizzazione e il profetismo: la missione
della Chiesa davanti alle sfide attuali”, è stato preso in esame il fenomeno
delle conversioni. Sono stati presentati i risultati di una ricerca sulla mobilità
religiosa in Brasile, realizzata in sei grandi città. La ricerca rivela che il
24 per cento della popolazione brasiliana ha già cambiato religione. Secondo
questa ricerca, realizzata dal Ceris (Centro di
statistica e Ricerche sociali) in Brasile i cattolici sono il 67,2 per cento.
Nell’anno 2000 erano il 73,9 per cento della popolazione. Il principale motivo del cambiamento si riscontra in una discordanza con
la dottrina. L’altro motivo sono le influenze di amici
e i familiari.
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IN PAKISTAN, SCARCERATO
UN CRISTIANO ACCUSATO DI AVER DISSACRATO IL CORANO. ATTIVISTI PER LE MINORANZE
ANNUNCIANO UNA CAMPAGNA
CONTRO
LA LEGGE SULLA BLASFEMIA
- A cura di Amedeo Lomonaco -
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ISLAMABAD. = In Pakistan, è stato scarcerato su
cauzione il cristiano arrestato lo scorso 28 giugno con l’accusa di aver
dissacrato il Corano. All’uomo, Yousaf Masih, era stato chiesto di ripulire una strada. Masih, di professione spazzino, non si è però accorto che
tra le carte c’erano anche alcuni versetti del Corano. Dopo quasi due mesi di
detenzione, è arrivata adesso la decisione del tribunale di rimettere in
libertà il cristiano, anziano e malato di cuore. La sentenza è stata duramente
contestata però, dagli estremisti islamici e alcuni partiti politici integralisti
hanno chiesto la condanna a morte di Masih. L’uomo,
che ha anche ricevuto numerose minacce di morte, è stato portato in un luogo
sicuro. Shahbaz Bhatti,
presidente dell’organizzazione ‘All Pakistan Minorities Alliance’ (APMA),
ha dichiarato che dopo la liberazione di Masih, sono
aumentati i casi di intolleranza dei musulmani a danno dei cristiani. Il
presidente dell’APMA ha annunciato inoltre all’agenzia Asia News
che la prossima settimana si terrà ad Islamabad una conferenza stampa per
presentare una campagna contro le leggi discriminanti. In particolare, la legge
sulla blasfemia, ha spiegato Bhatti, è una spada di Damocle sulla testa delle minoranze e costituisce una
violazione dei diritti umani. La legge sulla blasfemia prevede l’ergastolo in
caso di offese al Corano e la pena di morte per
diffamazioni contro il profeta Maometto.
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IN SUDAN, 5000 SFOLLATI SONO TORNATI A CASA GRAZIE ALL’INTERVENTO
DELL’ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DELLE MIGRAZIONI
KARTHOUM.
= Dopo quattro mesi di marcia tra foreste e paludi del Sudan, più di 5 mila
sfollati sono tornati nella loro terra natale, la provincia meridionale di Bahr el Gazal. Lo ha annunciato
ieri, a Ginevra, l’Organizzazione Internazionale delle migrazioni (OIM). La
decisione di intraprendere il viaggio è stata presa dopo il passaggio del
controllo della regione al Movimento di liberazione
del Sudan (SPLM) nell’ambito degli accordi di pace che hanno posto fine a 21
anni di conflitto. I profughi, fuggiti a causa della guerra civile, sono
partiti da un campo situato nella provincia di Equatoria, nel sud ovest del Paese. Durante il percorso,
una vera e propria odissea iniziata lo scorso mese di aprile,
ci sono state 33 nascite e sono morte 43 persone. Il viaggio sarebbe
dovuto durare 30 giorni ma le forti piogge hanno reso difficili gli
spostamenti. Gli sfollati hanno compiuto, inoltre, un percorso più lungo per
evitare le strade minate. L’OIM ha fornito 4 camion per trasportare bambini,
donne e malati ma i mezzi sono rimasti impantanati più volte e la maggioranza
dei profughi ha percorso a piedi l’intero percorso, lungo quasi 700 chilometri.
Durante la marcia, il Programma Alimentare Mondiale (PAM) ha paracadutato
viveri e altre organizzazioni hanno fornito assistenza. I 5 mila profughi hanno
raggiunto, adesso, il campo di Bile e torneranno prima possibile nelle loro
case, nelle città di Raga e Wau.
“La loro felicità è immensa ”, ha detto Bill Lorenz,
uno dei funzionari dell’OIM che ha accompagnato gli sfollati durante la marcia.
“Sono contenti - ha aggiunto Lorenz - di poter
riabbracciare, dopo tanti anni, i loro cari”. (A.L.)
IN GERMANIA 120 MILA GIOVANI
PARTECIPANO, A PARTIRE DA OGGI,
ALLE “GIORNATE DELL’INCONTRO”. AGLI OSPITI STRANIERI VIENE
OFFERTA L’OPPORTUNITÀ DI CONOSCERE LA VITA SPIRITUALE E SOCIALE
DELLE DIOCESI TEDESCHE
COLONIA. = Nell’imminenza della
XX Giornata Mondiale della Gioventù, almeno 120 mila giovani di 162 Paesi
partecipano, a partire da oggi, alle iniziative organizzate
per le “Giornate dell’Incontro”. I gruppi più consistenti sono quelli provenienti
dalla Francia (21mila), dall’Italia (18mila) e dalla
Polonia (10mila). I giovani sono ospitati in famiglie, parrocchie, conventi sulla base di gemellaggi tra le diverse realtà ecclesiali,
associazioni e movimenti. Nate in occasione della GMG di Parigi del 1997, le
“Giornate dell’Incontro” offrono agli ospiti stranieri l’oppor-tunità di
conoscere la vita spirituale e sociale 27 circoscrizioni ecclesiastiche territoriali
della Germania. Sono previsti momenti di preghiera e
anche visite a luoghi di interesse storico, artistico
e paesaggistico. In ogni diocesi è stato approntato un fitto calendario di eventi, che culmineranno con le celebrazioni mariane
dell’Assunzione, il prossimo 15 agosto. Il ricco programma di eventi previsto per le
“Giornate dell’Incontro” culminerà il 15 agosto alle 13 a Mannheim
con una celebrazione all’aperto. Alla celebrazione parteciperanno circa 15.000
giovani accolti dall’arcivescovo di Friburgo, mons. Robert Zollitsch. (A.L.)
IN COLOMBIA,
LA CHIESA CHIEDE UNA “SOLUZIONE NEGOZIATA”
PER TROVARE
UNO SBOCCO ALLA CRISI TRA GOVERNO E FARC
BOGOTA’. = “Si apre una speranza”: così
il presidente della Conferenza episcopale colombiana e arcivescovo di Tunja, monsignor Luis Augusto
Castro, ha accolto la proposta del governo di Bogotà
di incontrare la guerriglia per discutere su un possibile scambio tra decine di ostaggi nelle mani dei guerriglieri e ribelli che si
trovano nelle carceri colombiane. Presentando le iniziative in programma per la
‘Settimana nazionale della pace’, che si terrà dal 4
all’11 settembre, monsignor Castro ha sottolineato la
necessità di “una soluzione politica negoziata” che consenta di arrivare alla
pace “da entrambe le parti”. Secondo Ana Teresa Bernal, dell’organizzazione non governativa ‘Redepaz’, “è necessario fare pressione sui gruppi armati
affinché accettino il dialogo per la libertà di tutti i prigionieri”. In attesa di una risposta formale delle Forze Armate
Rivoluzionarie della Colombia (FARC), il presidente Alvaro Uribe
ha precisato le condizioni dell’au-spicato incontro tra le parti: il luogo
prefissato, un piccolo villaggio rurale a sud ovest del Paese, “non sarà smilitarizzato”.
Per raggiungere la località – ha detto Uribe - la
guerriglia “potrà farsi accompagnare da una delegazione della Croce Rossa
internazionale”. Le FARC, che vorrebbero ‘scambiare’ 59 prigionieri con 500
ribelli reclusi nelle carceri nazionali, hanno ripetutamente preteso la smilitarizzazione
di due municipi del dipartimento del Valle. Ma questa condizione, finora, è sempre stata respinta dal
governo colombiano. (A.L.)
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11 agosto 2005
LA CARESTIA IN NIGER: MIGLIAIA DI PERSONE
RISCHIANO DI MORIRE DI FAME.
IN ARRIVO GLI AIUTI INTERNAZIONALI
- Intervista con Gianfranco De Maio -
Almeno 32 mila bambini potrebbero
morire nei prossimi mesi a causa di una grave crisi alimentare che sta colpendo
il Niger. L’allarme è stato lanciato da numerose organizzazioni umanitarie che
operano nell’area del Sahel, anche se il presidente nigerino Mamadou Tandja ha contestato ieri il dato, accusando l’opposizione
e le organizzazioni umanitarie di aver montato un caso internazionale inesistente.
Ma la comunità internazionale inizia a mobilitarsi per
aiutare la popolazione del Paese africano. La Gran Bretagna ha donato quasi 25
milioni di Euro. Intanto la crisi sta lentamente
espandendosi, interessando anche Mauritania, Sud Sudan e Burkina
Faso. Ma quante sono le persone coinvolte da questa emergenza? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a
Gianfranco De Maio, responsabile medico di Medici senza Frontiere Italia.
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R. – Le Nazioni Unite parlano di 3 milioni e mezzo
di persone a rischio, cosa che è stata negata dal presidente della Repubblica nigerina, e in ogni caso, sicuramente, si tratta di centinaia
di migliaia di persone, soprattutto bambini. Dal mese
di maggio abbiamo aperto sei centri di salute nel sud del Niger, cioè nella parte certamente più abitata, ma più fertile, che
però è stata quella colpita dalla siccità dell’anno scorso, dall’attacco delle
cavallette e, soprattutto, in un sistema economico così fragile, da una
politica del mercato dei cereali che è stata assolutamente dissennata.
D. – Tra i Paesi interessati - il Niger, come diceva lei,
ma anche la Mauritania, la Nigeria e il Sud Sudan - quale sta
vivendo la situazione peggiore?
R. –
Sicuramente il Niger, che è stato l’epicentro. Probabilmente perché il sistema è crollato prima. Altri Paesi, esposti agli stessi problemi climatici e catastrofi
naturali come le cavallette, quali il Burkina Faso, invece sembrano reagire meglio, perché si è
provveduto ad una distribuzione anche gratuita degli alimenti, cosa che invece
è stata negata in Niger. Altri Paesi a rischio sono la Mauritania e il
Mali, soprattutto al confine tra i due Paesi.
D. – I Paesi interessati da
queste emergenze spesso sono anche quelli che vivono in situazioni di guerra,
instabilità sociale, politica… Medici senza Frontiere come riesce ad operare in
contesti tanto difficili?
R. – Questa volta, in realtà, sono dei Paesi che non sono immediatamente interessati da
conflitti armati. Noi normalmente siamo presenti per delle emergenze e vediamo
che in realtà ciò che è in crisi è la politica di sviluppo. La natura delle
crisi umanitarie è una natura politica. Non è per caso.
Non bisogna dare la colpa alle cavallette, alla
siccità, queste sono delle concause di sistemi fragili.
D. – Dottore, come vede il
prossimo futuro in questi Paesi?
R. – I prossimi due mesi sono
quelli peggiori, perché non ci sono riserve alimentari e queste popolazioni
hanno venduto anche gli armenti, le greggi… Sopravvivranno soltanto grazie ad
un aiuto esterno.
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In iraQ diverse forze sciite propongono
la creazione
di
uno stato sciita federato nel sud del paese. Intanto diversi
episodi
di
violenza, da Bassora a Kirkuk, PROVOCANO LA MORTE DI SETTE PERSONE
- Intervista con Alberto Negri -
L’Iraq anche oggi
nella morsa della violenza. Un alto ufficiale dei servizi d'informazione
iracheni è stato assassinato stamani a Bassora, nel sud del Paese, da ignoti
individui armati, che gli hanno teso un agguato. E la situazione non cambia nel nord del Paese: a Kirkuk è stato ritrovato il cadavere di un ingegnere
iracheno, rapito all’alba da ignoti. Nella città settentrionale di Baiji, cinque soldati iracheni sono rimasti uccisi e altri tre
feriti in un attacco della guerriglia. Inoltre, undici persone sono state arrestate
nel corso di blitz iniziati alcuni giorni fa dall'esercito di Baghdad in
diverse città. Intanto, sul piano politico, da vari ambienti sciiti viene la proposta della creazione di uno Stato sciita
federato, nel sud dell’Iraq. Su questa eventualità
Eugenio Bonanata ha raccolto il parere di Alberto
Negri, inviato speciale del Sole 24 Ore:
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R. – Si tratta di un’uscita non del tutto
sorprendente di fronte a quella che è la questione nazionale irachena. Al di là della caduta del regime di Saddam Hussein, infatti,
la costante di questo Paese è stata sempre il fatto di essere uno Stato che
riuniva componenti diverse: una sunnita, una sciita e
una curda. Ebbene, mentre i curdi a nord, che già si amministrano da oltre 10 anni,
chiedono a loro volta uno Stato che abbia non solo un’indipendenza politica, ma
anche un’autonomia economica con capitale Kirkuk,
ecco che anche gli sciiti si muovono per chiedere a loro volta di avere un loro
Stato confederato.
D. – Quanto potrà essere
concreta questa richiesta?
R. – Molto dipenderà dal
dibattito che si svilupperà intorno alla nuova bozza di Costituzione, che dovrebbe essere presentata proprio il 15 agosto. In questa
bozza di Costituzione si delineano delle soluzioni
federate, alle quali si oppongono naturalmente in modo molto strenuo i sunniti,
che non hanno un territorio di elezione come i curdi
a nord e gli sciiti a sud, dove sono in grande maggioranza, e che si vedrebbero
tagliati fuori soprattutto dalla gestione delle risorse petrolifere.
D. – L’Iran, dunque, è sempre
più vicino al Paese iracheno?
R. – C’è naturalmente una
tendenza da parte del governo sciita di oggi ad avere
dei legami con l’Iran. Certamente, in un disegno federale o confederale
dell’Iraq, la parte sud graviterebbe nell’area iraniana dal punto di vista economico,
ma probabilmente anche dal punto di vista politico. Non dimentichiamo, però, un
dato di fondo: in Iran sono persiani, in Iraq sono
arabi. Ebbene, il nazionalismo ha, comunque, sempre
una forte componente, sia da una parte che dall’altra.
D. – Quale può essere, secondo
lei, l’evoluzione del conflitto a questo punto?
R. – Certamente siamo stati
messi di fronte a due anni di sanguinosi scontri, di guerriglia, ma soprattutto
di terrorismo, di segno integralista e islamico con una forte
componente sunnita, come tutti sappiamo. Se
intorno al progetto del nuovo Iraq ci sarà uno scontro
tra le varie componenti curde, sunnite
e sciite, questa violenza che vediamo oggi potrebbe trasformarsi in una sorta
di contrapposizione civile. Ed ecco che allora il compito degli Stati Uniti e
delle forze multinazionali sul territorio diventerebbe
se non arduo, quasi assolutamente impossibile.
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LA CHIESA FESTEGGIA SANTA CHIARA
D’ASSISI:
CON SAN FRANCESCO HA SEGUITO
GESU’ POVERO ED UMILE
- Intervista con suor Maria Daniela -
L’11 agosto del 1253 moriva Chiara d’Assisi. La Chiesa la
ricorda oggi come mistica che seguendo le tracce di San Francesco ha voluto vivere,
secondo l’esempio di Cristo, in assoluta povertà e umiltà. Attualmente
le religiose che raccolgono la sua eredità sono le monache clarisse, in circa
mille monasteri sparsi in tutto il mondo, altre, invece alla vita contemplativa
uniscono attività apostoliche. Al microfono di Tiziana Campisi
suor Maria Daniela, del monastero San Damiano di Civita Castellana, nel viterbese, descrive in che modo viene
vissuta oggi la spiritualità di Santa Chiara.
**********
R. – Cerchiamo, ad imitazione
di Chiara, di dare una testimonianza di vita cristiana in modo integrale, con
semplicità, che oggi veramente è molto da riscoprire,
con povertà intesa come essenzialità ma anche e soprattutto come riconoscere
nel Padre, in Dio, la fonte di ogni bene. Noi cerchiamo di incarnare oggi
questo carisma e ci apriamo anche ad un discorso di accoglienza,
perché ci consente anche di contemplare continuamente il volto di Dio in ogni
fratello e in ogni sorella, in una reciprocità di relazioni che arricchisce
continuamente la nostra vita, come Chiara stessa ci esorta nei suoi scritti, ad
essere specchio ed esempio per tutti quelli che vivono nel mondo, perché così
insieme possiamo crescere nell’amore di Dio e nella mutua carità.
D. – Voi, monache clarisse,
vivete la spiritualità di Chiara d’Assisi nei monasteri, ma come giunge la
spiritualità di Chiara ai laici?
R. – il monastero è una realtà
aperta: siamo sempre disponibili ad accogliere i laici per condividere insieme
la preghiera, il confronto delle nostre vite, delle nostre
esperienze.
D. – In questo particolare
momento storico, in che modo è possibile recepire il
messaggio di Chiara?
R. –
Credo che Chiara voglia fortemente richiamare tutti alla vita con Dio, quindi,
alla vita di preghiera; voglia richiamare tutti alla semplicità.
Voglia richiamare gli uomini del nostro tempo a capire che solo ordinando la vita in Dio è possibile ritrovare la pace con
se stessi e la pace con tutti.
D. – L’amicizia tra Francesco
e Chiara è un’amicizia esemplare, la ricordiamo in particolare tra le amicizie
più note nella storia. Che cosa si può trarre da questo esempio?
R. - Innanzitutto
il grande insegnamento che solo quando la relazione è in Dio, l’amicizia è
fondata su valori veri e quindi fa crescere le persone ed è un fattore positivo
per la vita che non può finire mai. E’ qualcosa che dura nel tempo e aiuta a maturare insieme;
ci fa affrontare la vita consapevoli di non essere soli.
D. – E’
un’amicizia singolare, è un’amicizia tra un uomo e una donna…
R.- L’amicizia tra uomo e
donna non è solo possibile e costruttiva, ma è indispensabile perché realizza
quella necessaria complementarietà che è parte della vita stessa perché la
vita, ontologicamente parlando, è una vita al
maschile e al femminile, e quindi, è assolutamente necessaria questa
collaborazione.
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IN
SCENA IERI A PESARO IL BARBIERE DI SIVIGLIA
-
Intervista con Luca Ronconi -
Andato in scena ieri sera a
Pesaro, nell’ambito del Rossini Opera Festival,
l’atteso e non convenzionale allestimento de Il Barbiere di Siviglia
firmato da Luca Ronconi: tra mobili e pareti in movimento,
si è messa in luce una splendida compagnia di canto. Il servizio di Luca
Pellegrini:
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Quando
il cervello “si riduce ad impazzar”, Figaro e compagni, inaspettatamente,
s’immobilizzano nella vastità dello spazio scenico offerto dal Palafestival ed ideato da Gae
Aulenti, contraddistinto soltanto da: un pulmino anni ’50 rosso fiamma, alcuni
mobili e bauli che vanno e vengono, s’alzano e s’abbassano, portandosi spesso
dietro e sollevando i personaggi, uno schermo cinematografico con operatore,
una cabina di regia messa perpendicolare sulla destra, spazi indefiniti creati
dagli oggetti e da pochissime pareti. Luci poco
appariscenti e molta, accurata recitazione, e tutto quello che da un Barbiere
rossiniano non ci si aspetta: accennati e misurati
segni comici, cinismo e qualche sottolineata crudeltà, come quella di Rosina
portata al laccio da un ottuso Don Bartolo. Insomma, la nuova produzione
offerta dal Festival nasce sotto il segno di una intelligente
ed a tratti spericolata originalità, pur se Luca Ronconi,
il regista, afferma di non aver voluto far violenza né al libretto di Sterbini né alla musica di Rossini,
per la perennità della storia raccontata, come lui stesso ci dice:
“E’ un’opera, come tanti sanno,
molto visitata, piena di sedimenti, di tradizioni interpretative. Tutti quanti sanno come si muove Bartolo, come si muove Rosina,
quello che farà. Quindi, non per fare qualcosa
di nuovo, però abbiamo cercato di guardare l’opera con uno sguardo, come dire,
vergine, senza ricorrere troppo alle cose già fatte. Sono vestiti in abiti
contemporanei, ma senza nessuna volontà di attualizzare la storia, perché è una
storia che potrebbe benissimo svolgersi oggi. Quindi, non c’è bisogno di attualizzare. Questo, dunque, è
lo sguardo”.
Una interpretazione
dell’opera non convenzionale che però cancella la gioia della narrazione e la
luce di Siviglia, assecondata da una direzione orchestrale di Daniele Gatti nervosa
e a tratti davvero concitata, che ha messo alla prova una valorosa compagnia di
canto, sulla quale svettavano Juan Diego Flórez, oggi considerato il tenore rossiniano
di riferimento e unico a poter affrontare le spericolate agilità, Bruno De
Simone, intenso, concentrato Bartolo e, soprattutto, il soprano americano Joyce Didonato, una Rosina esemplare,
spigliata, musicalissima e giustamente molto, molto
applaudita.
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A cura di Alessandro Gisotti e Andrea Cocco -
Momenti
cruciali in Israele, a pochi giorni dal ritiro da Gaza. Ieri sera, in un
discorso a reti televisive unificate, il presidente israeliano
Moshe Katsav ha invocato il perdono dei circa 8.000 coloni, che saranno
evacuati dai 17 insediamenti della Striscia di Gaza e dai 4 della Cisgiordania.
Tuttavia, ha aggiunto Katsav, “è tempo di rispettare la decisione presa dalle
autorità”, “l'opposizione al ritiro non deve minacciare la sicurezza dello
Stato”. Israele e l'Autorità nazionale palestinese, dal canto loro, hanno aperto due uffici di collegamento congiunti nella
Striscia di Gaza per meglio coordinare le attività preparatorie del ritiro.
Intanto, ieri sera, una folla enorme ha pregato a Gerusalemme contro il ritiro
da Gaza. Ce ne parla, Barbara Schiavulli:
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Al Muro del Pianto era previsto che arrivasse tanta gente:
dovevano esserci gli ortodossi della città, ma nessuno si aspettava che
Gerusalemme venisse sommersa da un’onda di persone in
preghiera. 70 mila, stima la polizia; 100 mila, dicono i
religiosi. Sta di fatto che la città si è piegata in preghiera ad ogni angolo
e incrocio. “Pregano per noi, perché insieme la preghiera è più forte”: ce lo aveva detto poche ore prima una donna nella Striscia
di Gaza, decisa a non andarsene. Intanto, la massiccia opposizione al
disimpegno, molto più forte e sentita di quella laica a sostegno, apre profonde
ferite nel governo del premier Sharon, che rischia di diventare l’ultima opzione della sua lunga carriera. E si sgretola anche il suo
partito, il Likud: secondo due sondaggi di opinione emerge che il Likud
non segue il premier nel ritiro da Gaza e vuole piuttosto al suo posto Benjamin Netanyahu, che qualche giorno fa si è dimesso da
ministro delle Finanze proprio in protesta allo sgombero.
Barbara Schiavulli, da
Gerusalemme, per Radio Vaticana.
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E' stato condannato a otto anni
di carcere per omicidio preterintenzionale un soldato israeliano, Taysir Wahid, che alcuni mesi fa
uccise a colpi di arma da fuoco un giovane pacifista britannico, Tom Hurndall, nel corso di
un'operazione militare nella Striscia di Gaza.
Dieci stranieri
“che costituivano una minaccia per la sicurezza nazionale” sono stati arrestati in
Gran Bretagna in virtù della legge sull'immigrazione. Lo ha detto il ministro
dell'Interno, Charles Clarke.
Tra le dieci persone arrestate dalla polizia britannica, in vista di una loro
espulsione c’è anche il predicatore fondamentalista giordano, Abu Qatada. E, in tarda
mattinata, è giunta la notizia dell’arresto in Libano dell’imam radicale, Omar Bakri Mohammed, che aveva
lasciato Londra frettolosamente sabato scorso, quando si profilava
l'introduzione del reato di apologia del terrorismo.
Gli Stati Uniti e l’Unione
Europea commetterebbero un “grave, gravissimo sbaglio” se portassero di fronte
al Consiglio di sicurezza dell'ONU l’Iran per aver ripreso il proprio programma
di arricchimento dell'uranio: questo l’avvertimento di
Sirus Naseri, capo della
delegazione iraniana all’AIEA, l'Agenzia delle
Nazioni Unite per l’energia atomica. E proprio l’ AIEA
dovrebbe votare oggi pomeriggio una risoluzione per il congelamento delle
attività nucleari iraniane. Nel progetto di risoluzione, secondo fonti di agenzia, si chiede al direttore generale, Mohamed El Baradei, di preparare
un rapporto sull’attuazione da parte dell'Iran delle norme di salvaguardia
previste dal Trattato di Non Proliferazione nucleare, ma non è previsto il
rinvio dell'Iran al Consiglio di Sicurezza dell'ONU per eventuali sanzioni.
Colpo di scena
nella trattativa sul nucleare nord coreano: il ministro per l'Unificazione nazionale,
Chung Dong Young, ha affermato oggi che il governo di Seul condivide la posizione della Corea del Nord di avere il
diritto al possesso di centrali nucleari per uso civile. La dichiarazione di Chung contrasta non solo con la posizione degli Stati
Uniti, espressa nei recenti negoziati multilaterali a sei di Pechino sulla
crisi nucleare nord coreana, ma con la stessa posizione mantenuta, almeno
ufficialmente, dalla delegazione sud coreana durante le trattative di Pechino, conclusesi con un rinvio dei colloqui alla fine di agosto.
Quotazioni del
petrolio ancora in rialzo. A New York, durante le
contrattazioni elettroniche, il greggio è schizzato a quota 65,24 dollari al
barile, segnando un nuovo record storico. Per un’analisi sul rincaro del
petrolio e le conseguenze sullo stato dell’economia mondiale, Antonella Palermo
ha intervistato l’economista Alberto Quadrio Curzio, docente all’Università
Cattolica di Milano:
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R. - Da
un lato i Paesi produttori hanno interesse a tenere le quotazioni il più alte possibile, compatibilmente ad evitare che i
prezzi troppo alti innestino poi una forte ondata di innovazione sostitutiva
del prodotto petrolifero, che nel lungo periodo poi verrebbe a danneggiare
questi Paesi produttori. Naturalmente, sono convinto che bisogna intensificare
molto la ricerca scientifica e tecnologica per trovare delle fonti sostitutive di energia. Una diversificazione delle fonti energetiche
rende, comunque, meno vulnerabile la crescita economica
alle impennate del prezzo del greggio.
D. – E’
possibile che interessi finanziari siano in qualche misura condizionati anche
da interessi di natura diversa, da parte di organizzazioni
terroristiche?
R. –
Quello che io potrei dire, forse con un minimo di azzardo,
è questo: la mia impressione è che se ci fosse una diversificazione di fonti
energetiche più ampia, tale che la dipendenza dal petrolio dei Paesi
occidentali fosse meno marcata, tutta la geopolitica andrebbe a rasserenarsi un
po’. La mia impressione è che intorno a questo petrolio si concentrino tanti di
quegli interessi che, in qualche modo, ne rimane
condizionata anche tutta la geopolitica mondiale.
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Almeno 20 mila
persone sono rimaste senza casa a Bangui, capitale
della Repubblica Centrafricana, a causa delle inondazioni degli ultimi giorni.
E’ l’allarme lanciato dalla Croce Rossa locale alla Radio nazionale. E sempre
nel Paese africano, secondo quanto riferisce l’Agenzia France
Presse, un barcone con oltre 150 passeggeri sarebbe
naufragato sul fiume Oubangui. Ancora impossibile tracciare
un bilancio delle vittime.
Almeno 32 persone sono morte a
causa delle inondazioni provocate da piogge torrenziali negli ultimi giorni nel
nordest dell'Iran: le autorità temono di ritrovare altri cadaveri.
Nuovo test militare in Pakistan, dove è stato lanciato con
successo Babur, un missile con una gittata di circa
500 km e in grado di trasportare testate atomiche. Il lancio potrebbe causare
tensioni con l’India, proprio alcuni giorni dopo gli importanti accordi
raggiunti tra le due potenze nucleari. Il governo di Islamabad
ha dichiarato di non avere informato l’India del suo ultimo test in quanto non
rientrava negli accordi.
Salva Kiir, neo eletto leader del
Movimento popolare per la liberazione del Sudan, SPLM, ha preso il posto del
defunto Garang alla vicepresidenza del Sudan. La cerimonia del giuramento è
stata celebrata oggi a Karthoum. “La morte di Garang – deceduto lo scorso 30
luglio in seguito ad un incidente di elicottero - non
deve minare il percorso verso l’unità del Paese”, ha detto Salva Kiir, confermando il suo impegno a portare avanti il
processo di pace.
La magistratura
cilena ha disposto l’incriminazione e l’arresto di Lucia Hiriart,
moglie dell'ex dittatore Augusto Pinochet, per reati
di complicità nell’inchiesta sui conti stranieri all’estero. Incriminato
anche il figlio di Pinochet, Marco Antonio. Il
servizio di Maurizio Salvi:
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Pinochet ha sostenuto di volere assumere
tutta la responsabilità degli eventuali reati legati all’esistenza di conti
segreti nella Riggs Bank
degli Stati Uniti. Tentativo in extremis di tenere fuori la moglie Lucia e il
figlio minore Marco Antonio dallo scandalo, sembrano però destinati a
naufragare. Dalle relazioni di una Commissione del Senato statunitense era
emerso che si trattava di 128 conti sui quali erano transitati almeno 17
milioni di dollari e che per fare questo erano state
utilizzate identità false e tre passaporti. La notizia dell’arresto ha avuto
l’effetto di una bomba negli ambienti politici cileni, visto che mancano quattro mesi alle elezioni presidenziali e che la
destra, già colpita nei mesi scorsi delle peripezie giudiziarie dell’ex
presidente de facto cileno, fa fatica
a trovare un candidato capace di insidiare il vantaggio della socialista
Micelle Bachelet.
Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana.
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Le Filippine scosse dall’ennesimo
attentato. Due violente esplosioni si sono verificate ieri a Zamboanga, città della regione di Mindanao
a sud del Paese, causando il ferimento di almeno 30
persone. Secondo le autorità, dietro l’azione terroristica potrebbe nascondersi
il gruppo Abu Sayyaf,
vicino ad Al-Qaeda. Le bombe sono state fatte esplodere proprio nel momento in
cui si svolgevano le operazioni di spoglio delle elezioni regionali, tenutesi
lunedì in tutta Mindanao.
La Commissione elettorale della Guinea Bissau
ha comunicato i risultati definitivi delle presidenziali del 24 luglio scorso,
confermando la vittoria di Joao Bernardo
Vieira, ex militare alla guida del Paese, che ha
ottenuto il 52,35 per cento dei suffragi. Malam Bacai
Sanha sfidante di Vieira al
ballottaggio, ha comunicato che farà ricorso contro i
risultati annunciati dalla Commissione. Già il 28 luglio, alla comunicazione
dei risultati provvisori, Sahana aveva denunciato
brogli elettorali da parte dei sostenitori di Vieira.
Cresce
il timore della diffusione di epidemie in India a
seguito degli enormi danni provocati dai monsoni. Due settimane dopo le
inondazioni che hanno causato più di mille vittime, le condizioni di vita nello
stato del Maharasthra continuano a
essere preoccupanti. Le autorità della città, abitata da 15 milioni di
persone, minimizzano tuttavia il pericolo della diffusione di virus.
Alle prese con
lo scandalo “Oil for food”, il segretario generale
dell’ONU, Kofi Annan, ha dichiarato di voler prendere misure drastiche
per mettere fine alla corruzione nel reparto responsabile delle commesse delle
Nazioni Unite.
Negli Stati
Uniti, un uomo è stato fermato dalle forze di sicurezza all’aeroporto di Oklahoma City mentre cercava di imbarcarsi con una bomba
su un aereo. E’ quanto reso noto dall’FBI, che per il
momento esclude un movente di terrorismo. L’uomo, 24enne, è stato fermato ieri
mattina all’aeroporto Will Rogers,
mentre cercava di imbarcarsi su un aereo diretto a Philadelphia.
Una buona
notizia per l’economia italiana: nel secondo trimestre 2005, rende
noto l’Istat, il Prodotto interno lordo è
salito dello 0,7% rispetto al primo trimestre dell'anno. Si tratta
dell’incremento maggiore del PIL dal primo trimestre 2001.
I dati pubblicati oggi sono stati accolti con soddisfazione dal premier, Silvio Berlusconi, ma anche da esponenti dei DS, il
maggiore partito dell’opposizione.
La Malaysia ha dichiarato oggi
lo stato di emergenza su una parte del suo territorio,
fra cui la capitale Kuala Lumpur,
a causa dei fumi provocati dagli incendi
nelle foreste della vicina Indonesia. Lo ha detto un responsabile del Consiglio
di governo.
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