RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLIX n. 222 - Testo della trasmissione di mercoledì 10 agosto 2005

 

 

Sommario

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Dio ama l’uomo con tenerezza di madre, salvandolo dalla mediocrità della superbia. Così Benedetto XVI stamane all’udienza generale in Vaticano

 

Il Papa invita a pregare per l’ormai prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia: con noi, Ilaria Vellani

 

Oggi la Chiesa festeggia San Lorenzo, martirizzato per aver difeso i poveri: il Papa lo indica come modello di eroismo cristiano

 

OGGI IN PRIMO PIANO:

Ancora violenze in Nepal, per il sanguinoso confronto armato che da almeno dieci anni oppone l’esercito di Kathmandu ai ribelli ultramaoisti: intervista con Aldo Daghetta

 

Luci e ombre della leggenda nera sull’Inquisizione in un libro scritto dopo l’apertura dell’Archivio segreto vaticano: ai nostri microfoni, Franco Cardini e Marina Montesano

 

CHIESA E SOCIETA’:

I vescovi brasiliani riuniti in assemblea generale per rilanciare nel Paese l’evangelizzazione e la profezia

 

La sede del cardinale Husar, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, sarà spostata il 21 agosto da Leopoli alla capitale  Kiev

 

In Niger migliaia di bambini rischiano di morire di fame: lo denuncia l’UNICEF

 

Nell’area del santuario mariano di La Vang, in Vietnam, sarà inaugurata il prossimo 15 agosto la nuova Casa del Pellegrino, capace di ospitare più di 3 mila fedeli

 

24 ORE NEL MONDO:

E’ inevitabile un attacco terroristico alla City, cuore finanziario di Londra. L’allarme lanciato dalla polizia londinese

 

Anche oggi giornata di violenza in Iraq: uccisi in diversi attacchi 14 iracheni e quattro soldati americani

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

10 agosto 2005

 

 

DIO AMA L’UOMO CON TENEREZZA DI MADRE,

SALVANDOLO DALLA MEDIOCRITA’ DELLA SUPERBIA.

IL COMMENTO DI BENEDETTO XVI ALL’UDIENZA GENERALE IN AULA PAOLO VI

 

La superbia dell’uomo arrogante in contrasto con la mansuetudine di chi crede in Dio e si affida a lui come un figlio a sua madre. Due atteggiamenti contenuti nel Salmo 130, che questa mattina Benedetto XVI ha spiegato nella sua catechesi all’udienza generale in Aula Paolo VI, dopo essere giunto dalla sue residenza estiva di Castel Gandolfo. Migliaia le persone presenti da tutto il mondo, tra le quali molti giovani in viaggio verso la GMG di Colonia. Sui contenuti della catechesi, il servizio di Alessandro De Carolis:

 

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Dio come una madre tenera, che accoglie il momento dell’“infanzia spirituale” dell’uomo. E l’uomo che si affida sereno a Dio come un figlio, consapevole della propria fragilità, al contrario del superbo, che nasconde dietro la maschera dell’arroganza la debolezza del mediocre. Sono immagini che attraversano diagonalmente la storia del pensiero cristiano, ma fin dai tempi della Bibbia hanno ispirato numerose similitudini: come nel profeta Osea, che paragona Israele a un “giovinetto” amato da Dio.

 

(canto Salmo)

 

Di fronte alle seimila persone in Aula Paolo VI, provenienti oggi dal Giappone alla Giamaica, Benedetto XVI ha introdotto la sua riflessione al Salmo 130 sottolineando l’intensità espressiva con la quale, ha detto, viene svolto un tema caro a tutta la letteratura religiosa:

 

“Il pensiero corre subito in modo spontaneo a santa Teresa di Lisieux, alla sua ‘piccola via’, al suo ‘restare piccola’ peressere tra le braccia di Gesù’. Al centro del Salmo, infatti, si staglia l’immagine di una madre col bambino, segno dell’amore tenero e materno di Dio”.

 

Il Salmo gioca, nelle sue strofe, con luci e ombre: da una parte c’è l’infanzia “consapevole della propria fragilità”. Dall’altra – ha osservato il Papa – “l’orgoglio del cuore”, “la superbia dello sguardo” dell’uomo che pretende di farsi come Dio:

 

“È la rappresentazione della persona superba (…) l’atteggiamento arrogante di chi guarda gli altri con senso di superiorità, ritenendoli inferiori a se stesso. La grande tentazione del superbo, che vuol essere come Dio, arbitro del bene e del male, è decisamente respinta dall’orante, il quale opta per la fiducia umile e spontanea nell’unico Signore”.

 

Ma anche l’aspetto dell’infanzia che il Salmo propone contiene una sua saggezza. L’autore – nota Benedetto XVI -  non parla di un neonato, ma di un bambino già svezzato, che ha cioè con la madre un rapporto “più personale e intimo”, slegato dal soddisfacimento dei bisogni primari. Anche in questo caso, un’immagine eloquente che ha un risvolto spirituale:

 

“Si tratta di un legame più cosciente, anche se sempre immediato e spontaneo. È questa la parabola ideale della vera «infanzia» dello spirito, che si abbandona a Dio non in modo cieco e automatico, ma sereno e responsabile”.

 

Un senso di grande affidamento, dunque, che infonde certezze nell’anima di ogni persona:

 

“La speranza sboccia ora in tutto il popolo, e in tutta la Chiesa, che riceve da Dio sicurezza, vita e pace, e si estende dal presente al futuro, 'ora e sempre'”.

 

(canto Salmo)        

 

I saluti in nove lingue, oltre all’italiano, hanno riservato poi a un sorridente Benedetto XVI la consueta ondata di affetto e di applausi, in particolare dai numerosi gruppi di giovani diretti a Colonia.

 

(applausi – acclamazioni)

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“Pensando con gioia alla Giornata mondiale della Gioventù, i miei pensieri sono oggi già a Colonia. Anche voi, accompagnate questo grande incontro con la vostra preghiera!” Sono le parole con le quali Benedetto XVI si è rivolto ai pellegrini di lingua tedesca durante l’udienza generale. Molti comunque i gruppi di giovani già in marcia verso Colonia, che si sono fermati per l'incontro con  il Papa. Tra questi anche giovani dalla Cina continentale, da Hong Kong e Taiwan, e molti italiani. Ma quali sono le caratteristiche principali della GMG di Colonia? Massimiliano Menichetti ne ha parlato con Ilaria Vellani, vice presidente di Azione cattolica giovani:

 

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R. – Sostanzialmente due cose. La prima, quella di un primo incontro ufficiale con Benedetto XVI, e poi l’altra, credo che sia quella che porta ogni giovane alla Giornata mondiale, cioè il sentire sulla propria pelle il senso di una Chiesa universale, una Chiesa che si estende su tutto il mondo e l’abbraccia.

 

D. – La GMG è un cammino, non un arrivo ...

 

R. – Il fatto che ad ogni GMG, dopo un paio di anni ne succeda un’altra, dice proprio questo: che non sono un punto di arrivo ma semplicemente una tappa di un cammino più lungo che ognuno poi compie all’interno delle associazioni, dei movimenti, della vita ecclesiale. Una GMG senza vita ecclesiale prima e dopo risulta secondo me anche depotenziata. Ma non è questo quello che si sta facendo in questi anni ...

 

D. – Che cosa significa organizzare una GMG in questa prospettiva?

 

R. – Significa aiutare le persone a comprendere quello che stanno vivendo, prima di tutto, e maturare uno spirito di generosità, di accoglienza per tutti i pellegrini: ecco, questi due aspetti. Aiutare a capire il senso e aiutare anche a guardare con simpatia agli altri giovani che ci saranno accanto per cui ci si sente fratelli.

 

D. – I ragazzi hanno bisogno di certezze. Le GMG che cosa danno?

 

R. – Credo che aiutino a far sentire che questa ricerca della verità la si fa insieme; che la verità è qualcosa che si scopre non da soli, avendo la pazienza di camminare insieme ad altri, magari di sostenere il passo di chi va più lento o di seguire chi ci apre la strada perché va più veloce. Credo che questa sia la cosa più importante. Imparare che è insieme che si scopre e si cerca la verità. E la verità è Cristo.

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10 AGOSTO, MEMORIA DI SAN LORENZO:

IL PAPA LO INDICA COME UN ESEMPIO DI EROISMO CRISTIANO

 

Sempre all’udienza generale, nei saluti finali in lingua italiana, Benedetto XVI ha voluto ricordare la memoria odierna di San Lorenzo martire: un “luminoso modello di cristiano che ha saputo vivere – ha affermato il Papa – con coraggio ed eroismo evangelico la sua totale adesione al divino Maestro”. Per riscoprire allora la figura di questo Santo, ascoltiamo il servizio di Tiziana Campisi:

 

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Antiche fonti lo indicano come arcidiacono di papa Sisto II, cioè il primo dei sette diaconi al servizio della Chiesa romana nel terzo secolo. Lorenzo aveva il compito di assistere il vescovo di Roma nella celebrazione dei riti, distribuiva l’Eucaristia e amministrava le offerte fatte alla Chiesa. La tradizione lo ricorda bruciato sopra una graticola il 10 agosto, immagine che ha ispirato opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per secoli. Nell’anno 258 l’imperatore Valeriano vieta ai cristiani adunanze ed accessi alle catacombe; non dispone l’obbligo di rinnegare pubblicamente la fede cristiana, ma ordina la messa a morte di vescovi e presbiteri. E’ la sorte di Sisto II. Si racconta che Lorenzo lo incontri e gli parli, mentre va al supplizio. Fermato poi dal prefetto imperiale che gli intima di consegnare “i tesori della Chiesa”, Lorenzo chiede un po’ di tempo. Si affretta così a distribuire ai poveri le donazioni di cui è amministratore e poi si presenta al prefetto. E mostrandogli la turba dei malati, storpi ed emarginati che lo accompagna, si rivolge a lui dicendo: “Ecco, i tesori della Chiesa sono questi”.

 

Viene messo a morte e il suo corpo viene deposto in una tomba sulla via Tiburtina. Su di essa, Costantino costruisce una basilica. Si narra che un soldato romano che assistette al supplizio, avesse raccolto con un cencio gocce di sangue e grasso mentre il martire spirava per portarlo in un paesino della Ciociaria, Amareno. Nel piccolo centro laziale, posto ai piedi del versante settentrionale dei monti Musoni, si custodisce ancora la reliquia. Nella cittadina, nota anticamente con il nome di “Castrum Sancti Laurentii de Valle”, nella chiesa di Santa Maria, ogni anno tra l’8 e il 9 agosto, il sangue che apparterrebbe a San Lorenzo, conservato in un’ampolla di vetro, si liquefa per poi tornare a   coagularsi in un grumo secco ed indistinto. Alcune documentazioni, tra cui una Bolla del 1759 di Papa Clemente, datano le prime liquefazioni a partire dal 1600.

 

La notte del 10 agosto coincide con il passaggio degli asteroidi della costellazione di Perseo nell’orbita terrestre, fenomeno che dà vita alla cosiddetta pioggia di stelle e da tempi immemori è dedicata proprio al martirio di San Lorenzo. Le stelle cadenti sono viste come le lacrime versate dal diacono durante l’esecuzione della sua condanna a morte, che vagano eternamente nei cieli, e scendono sulla terra solo il giorno in cui il santo morì, creando un’atmosfera carica di speranza. Nella tradizione popolare le stelle del 10 agosto sono anche chiamate “fuochi di san Lorenzo” perchè ricorderebbero le scintille provenienti dalla graticola infuocata sulla quale fu arso il martire, poi volate in cielo. La liturgia di oggi, nel ricordarlo, evidenzia l’importanza del dono di sé. L’esempio di San Lorenzo è quello del chicco di grano che caduto in terra muore e produce molto frutto.

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NOMINA INVIATO SPECIALE DEL PAPA IN POLONIA

 

Benedetto XVI ha nominato l’arcivescovo di Cracovia, Stanisław Dziwisz, come suo inviato speciale alle celebrazioni per il 25° anniversario della fondazione del Sindacato “Solidarność”, che si svolgeranno a Danzica il prossimo 31 agosto 2005.

 

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

Apre la prima pagina l’udienza generale.

Sempre in prima, un articolo sull’Africa dal titolo “Fame e malattie serrano la loro morsa mortale”; reiterati allarmi ed appelli delle agenzie dell'ONU e delle Organizzazioni non governative. Il presidente del Niger nega che il suo Paese stia fronteggiando una crisi immane.

 

Nelle vaticane, una pagina sul tema: “11 agosto: Santa Chiara d’Assisi, vergine, Fondatrice delle Clarisse”.

 

Nelle estere, Medio Oriente: vertice tra i capi della polizia di Israele e Autorità Palestinese per coordinare l’imminente ritiro dalla Striscia di Gaza.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Sveva Flaminia Mazzini dal titolo “Alle origini della scrittura”: nell’evoluzione della lingua nell’antica Mesopotamia le prime testimonianze della storia dell’umanità.

 

Per la pagina delle “Monografie” l’intervento del cardinale Giovanni Battista Re al simposio “Tonalestate” dedicato al tema “L’uomo e la politica”.  

 

Nelle pagine italiane, in primo piano l’inchiesta sulla sciagura aerea avvenuta sabato scorso.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

10 agosto 2005

 

ANC0RA VIOLENZE IN NEPAL, PER IL SANGUINOSO CONFRONTO ARMATO

 CHE DA ALMENO DIECI ANNI OPPONE L’ESERCITO DI KATHMANDU

AI RIBELLI ULTRAMAOISTI

- Intervista con Aldo Daghetta -

 

Continua in Nepal il sanguinoso confronto armato che da almeno dieci anni oppone l’esercito di Kathmandu ai ribelli ultramaoisti, con un bilancio di circa 12 mila morti. Circa 150 militari governativi risultano dispersi, dopo che la guerriglia domenica sera ha assalito un loro accampamento nel nord-ovest del Paese. Una guerra civile a tutti gli effetti, dunque, che si sta consumando nel disinteresse della comunità internazionale. Giancarlo La Vella ha intervistato Aldo Daghetta, portavoce dell’organizzazione umanitaria Pangea che vanta numerosi progetti in Nepal:

 

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R. – Si tratta di una vera e propria guerra civile. Da un lato, c’è una parte della popolazione maoista che dal febbraio 1996 cerca di instaurare nel Paese una repubblica di stampo popolare cinese: combatte contro il governo centrale, in particolare contro l’esercito, che da circa un anno è stato posto direttamente sotto il potere del re il quale, non dimentichiamolo, il 1° febbraio di quest’anno di fatto ha compiuto un colpo di Stato ed ha esautorato da ogni potere il Parlamento. Quindi, di fatto, il Nepal è in una situazione di reale crisi continua e quotidiana. Oltre alla guerra civile, che si trascina ormai da dieci anni, c’è comunque una situazione di negazione dei diritti civili. Non esiste un Parlamento, tutti i poteri sono accentrati nelle mani del re e quindi ancora una volta le persone si trovano realmente tra due fuochi.

 

D. – In questa crisi, la popolazione civile come sta vivendo?

 

R. – La gente vive di fatto in uno stato di terrore e di paura continua. Sono stati numerosi i casi di bambini-soldato perchè i maoisti arrivano, occupano un villaggio e pretendono che ogni famiglia dia un ragazzo per entrare tra le file dei combattenti. E, sull’altro fronte, ci sono anche molti casi di sparizioni, operate dalle forze governative che prendono le persone con l’accusa di essere sostenitori dei maoisti. Vengono prelevate e scompaiono e le famiglie non ne hanno più notizia ... Cioè, in Nepal, nell’ultimo anno e mezzo ci sono stati qualcosa come 7 mila casi di persone scomparse, ed è questa una situazione assolutamente dimenticata, di cui nessuno parla.

 

D. – Quali i motivi della scarsa attenzione della comunità internazionale verso il Nepal che, invece, occupa una posizione geografica di rilievo?

 

R. – Forse i motivi sono più che altro legati al fatto che da un punto di vista geografico il Nepal di fatto è il cuscinetto che si trova tra le due potenze emergenti, che sono la Cina e l’India. Non ci sono, però, grosse risorse economiche, non ci sono risorse naturali e quindi probabilmente le potenze mondiali non hanno grossi interessi a investire. E’ anche vero che, comunque, in Nepal potenze come gli Stati Uniti d’America o l’Inghilterra hanno investito molto in armamenti, quindi in vendita di armi all’esercito e al re. I soldati hanno un armamento pesante che viene utilizzato nel combattere i maoisti.

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LUCI ED OMBRE DELLA LEGGENDA NERA SULL’INQUISIZIONE

IN UN LIBRO SCRITTO DOPO L’APERTURA DELL’ARCHIVIO SEGRETO VATICANO

- Intervista con Franco Cardini e Marina Montesano -

 

Era temuto come strumento repressivo e i suoi processi sono passati alla storia come terribili giudizi. La storia del Tribunale dell’Inquisizione ha sempre destato parecchi interrogativi. Un libro scritto dopo l’apertura dell’Archivio segreto vaticano svela oggi nuovi fatti che permettono una rilettura di quelle vicende. Edito dalla casa editrice Città Nuova “La lunga storia dell’Inquisizione. Luci e ombre della leggenda nera” è frutto delle ricerche di due medievalisti: Franco Cardini e Marina Montesano. Tiziana Campisi ce ne illustra insieme agli autori i contenuti. 

 

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(musica)

 

Spesso, il Tribunale dell’Inquisizione evoca pagine oscure della storia della Chiesa, il più delle volte, in realtà, sconosciute. Intorno a quegli strumenti nati per combattere le eresie sono sorte, lungo i secoli, le più svariate dicerie. Ma studiosi e ricercatori, attraverso l’analisi di documenti e atti, ormai da decenni stanno offrendo una lettura più chiara degli eventi. Franco Cardini e Marina Montesano descrivono luci e ombre del tribunale ecclesiastico ne “La lunga storia dell’Inquisizione” illustrando anche i primi dati emersi dall’apertura dell’Archivio segreto vaticano. I due medievalisti spiegano come i racconti terrificanti che hanno dato vita a quella che è stata definita la leggenda nera dell’inquisizione, siano stati alimentati da libelli e pamphlet scritti da inglesi e tedeschi. Una letteratura da pochi spiccioli che ebbe larga diffusione fino all’illuminismo e oltre e che ha lasciato poco spazio alla verità dei fatti. Ma quali false convinzioni oscurano ancora la storia dell’inquisizione? Lo spiega Franco Cardini.

 

R. – E’ molto diffuso ancora oggi il pensare che attraverso l’Inquisizione la Chiesa controllava le varie società civili del suo tempo. Non è vero affatto. Molto spesso erano proprio i tribunali inquisitoriali che venivano fatti oggetto di pressione da parte dei sovrani.

 

D. – Quali nuovi dati sono emersi con l’apertura dell’Archivio segreto vaticano?

 

R. – Anzitutto, la grande serietà dei tribunali inquisitoriali, la clemenza dei tribunali inquisitoriali. L’inquisitore sa benissimo che il suo giudizio ha un effetto giuridico sul piano civile. Quindi, è molto attento a non emettere condanne che possano portare poi l’imputato a subire pene particolarmente dure. Certo, l’inquisitore che può aver abusato del suo potere esiste e ne conosciamo anche qualche caso, però non è affatto la norma.

 

(musica)

 

Un capitolo particolare è quello dei processi agli intellettuali come Tommaso Campanella, Giordano Bruno e Galileo Galilei. Ma per quali motivi la Chiesa ha processato queste persone? Marina Montesano.

 

R. – Sono delle motivazioni complesse che soprattutto bisognerebbe analizzare caso per caso. E si devono inserire in un periodo estremamente difficile per la cultura europea in generale, anche per la situazione politica e sociale di profonde guerre religiose, di contrasti che sono scaturiti dalla contrapposizione tra Chiese riformate e Controriforma. Con Campanella abbiamo un personaggio che ha spesso a che fare con le pratiche di magia, con un tipo di pensiero fra il mistico e il visionario. Mentre nel caso di Galileo abbiamo invece un’esperienza molto differente, fra l’altro controversa. C’era una larga parte della Chiesa italiana – pensiamo ai gesuiti ad esempio – che avevano accolto con entusiasmo le tesi di Keplero, condannate dal mondo protestante, e che avevano quindi poi accolto, anche con entusiasmo, quelle di Galileo. Purtroppo, però, una serie di circostanze sfortunate, che hanno soprattutto a che fare con la situazione europea del tempo, portarono invece alla celebrazione di questi famigerati processi.

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CHIESA E SOCIETA’

10 agosto 2005

 

 

CON IL SALUTO DEL PAPA SI È APERTA IERI A SAN PAOLO DEL BRASILE

LA 43.MA ASSEMBLEA GENERALE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE BRASILIANA

INCENTRATA SUL TEMA “L'EVANGELIZZAZIONE E IL PROFETISMO:

LA MISSIONE DELLA CHIESA DAVANTI ALLE SFIDE ATTUALI”

- A cura di Silvonei Protz -

 

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ITAICI. = L’apertura dei lavori è stata presieduta dal presidente della Conferenza episcopale brasiliana, il cardinale Geraldo Majella Agnelo. Ha partecipato anche il nunzio apostolico in Brasile, l’arcivescovo Lorenzo Baldisseri, che ha portato il saluto di Papa Benedetto XVI. Durante i lavori dell’Assemblea, sarà analizzata l’attuale situazione politica, economica e sociale brasiliana e il fenomeno delle conversioni. Ieri, è stato letto un messaggio del presidente del Brasile, Lula da Silva, che ha fatto riferimento al momento attuale del Paese, immerso in una grave crisi politica. “Voglio confermare – scrive il presidente brasiliano – che ho coscienza della gravità della situazione che viviamo. Ribadisco la mia determinazione: tutti gli errori dovranno essere individuati, i responsabili dovranno essere puniti”. In Brasile, sono molteplici le denunce di corruzioni politiche. Sono coinvolti anche politici legati al Partito del presidente Lula. Oggi è attesa una dichiarazione dei vescovi brasiliani sulla situazione politica brasiliana. Un messaggio alla Conferenza del vescovi brasiliani è stato rivolto anche dal prefetto della Congregazione per i vescovi, cardinale Giovanni Battista Re. Il porporato, dopo avere ricordato Giovanni Paolo II, sottolinea che l’Assemblea generale in Brasile è un’occasione privilegiata per incrementare la coscienza evangelizzatrice di tutta la Chiesa del Brasile”. E conclude: “Nessun cristiano, nessuna istituzione della Chiesa può venire meno al dovere supremo di evangelizzare”. Ieri è stato eletto anche il primo dei quattro rappresentanti dei vescovi del Brasile al prossimo Sinodo dei vescovi a Roma, nel mese di ottobre. Si tratta dell’arcivescovo di San Paolo, il cardinale Cláudio Hummes.

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LA SEDE DEL CARDINALE HUSAR, CAPO DELLA CHIESA GRECO- CATTOLICA UCRAINA,

SARA’ SPOSTATA IL 21 AGOSTO DA LEOPOLI ALLA CAPITALE  KIEV

- A cura di Sergio Centofanti -

 

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LVIV - LEOPOLI. = La sede dell’arcivescovo maggiore di Lviv (Leopoli) degli Ucraini, il cardinale Lubomyr Husar, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, sarà spostata il prossimo 21 agosto da Leopoli a Kiev, capitale del Paese. Lo ha reso noto ieri un comunicato dell’ufficio stampa del cardinale Husar. Lo stesso porporato illustrerà l’evento in una conferenza stampa che terrà a Leopoli il 17 agosto. La decisione, conforme al canone 57 del Codice delle Chiese Orientali, era stata approvata durante il Sinodo dei vescovi ucraini, svoltosi a Kiev nell’ottobre del 2004. Giovanni Paolo II, alcuni mesi prima, il 3 giugno 2004, aveva espresso la speranza che la Chiesa greco-cattolica ucraina potesse ottenere una piena configurazione giuridico-ecclesiale. Papa Wojtyla aveva sottolineato la sua ammirazione profonda per questa Chiesa, rimasta fedele a Roma nonostante il tentativo di Stalin di eliminarla non solo giuridicamente ma anche fisicamente, con persecuzioni sistematiche fino al drammatico holodomor, il genocidio per fame, costato la vita di milioni di ucraini. Nel settembre del 2004, il cardinale Husar in una lettera pastorale, parlando delle speranze di questa Chiesa di acquisire uno status patriarcale, al pari della Chiesa ortodossa, invitava i fedeli alla pazienza e alla prudenza. Nello stesso tempo, ribadiva la necessità per la Chiesa cattolica di rito bizantino di riorganizzarsi dal punto di vista giuridico per il bene spirituale dei fedeli. Il cardinale Husar respingeva anche le critiche della Chiesa ortodossa, contraria alla creazione di un Patriarcato greco-cattolico ucraino. Nel Paese, sui circa 50 milioni di abitanti, in maggioranza ortodossi, 5 milioni sono cattolici di rito bizantino, mentre poco meno di un milione sono cattolici di rito latino.

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IN NIGER, PAESE COLPITO DA UNA GRAVE EMERGENZA ALIMENTARE,

MIGLIAIA DI BAMBINI RISCHIANO DI MORIRE DI FAME. LO DENUNCIA L’UNICEF, L’AGENZIA DELLE NAZIONI UNITE IMPEGNATA IN UN VASTO PIANO DI AIUTI

NELLO STATO AFRICANO

- A cura di Amedeo Lomonaco -

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NIAMEY. = In Niger, l’emergenza fame sta assumendo proporzioni drammatiche. Secondo l’UNICEF, oltre 3,6 milioni di persone rischiano di morire per fame e malnutrizione e tra queste, più di 800 mila sono bambini con meno di 5 anni. L’UNICEF ha dichiarato di aver già distribuito, in collaborazione con il Programma alimentare Mondiale (PAM), più di 600 tonnellate di cereali nei villaggi più colpiti, ma la situazione del Niger resta gravissima. Per il Paese africano, lo spettro di una crisi umanitaria è legato soprattutto alla siccità e all’invasione di locuste. Il presidente del Niger, Mamadou Tanja, ha comunque ridimensionato l’emergenza in un’intervista rilasciata alla BBC. L’allarme – ha spiegato Tanja – è stato lanciato dall’opposizione per perseguire scopi politici ed economici. Il capo di Stato del Niger ha anche ricordato che il Paese ha ricevuto solo 2,5 milioni di dollari degli oltre 45 milioni promessi. L’organizzazione umanitaria internazionale, Medici senza frontiere (MSF), ha denunciato inoltre, con un comunicato, “le politiche sconsiderate imposte dai finanziatori internazionali al governo del Niger”. “In nome della tutela del libero mercato – si legge nel documento - non sono stati distribuiti aiuti alimentari gratuiti”. Ma quella del Niger non è l’unica situazione allarmante. “La carestia – spiega il vicedirettore generale dell’UNICEF, Rima Salah – sta minacciando l’intera regione”. L’emergenza malnutrizione si sta allargando, infatti, a macchia d’olio anche in Mauritania, Mali, Sudan, Burkina Faso e Nigeria. In questi Paesi, dove l’agricoltura è influenzata dall’imprevedibilità del clima, i governi stanno cercando di adottare misure adeguate per affrontare carestie ed emergenze alimentari. In Mali, in particolare, è stato inaugurato un progetto che istituisce 178 “banche dei cereali”, per garantire scorte alimentari pari a circa 3.000 tonnellate in 160 comunità degli otto distretti del Paese.

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NELL’AREA DEL SANTUARIO MARIANO DI LA VANG, IN VIETNAM, SARÀ INAUGURATA

IL PROSSIMO 15 AGOSTO LA NUOVA CASA DEL PELLEGRINO,

CAPACE DI OSPITARE PIÙ DI 3 MILA FEDELI

 

HANOI. = Il santuario di Nostra Signora di La Vang, nel Vietnam centrale, potrà ospitare un numero maggiore di pellegrini e in condizioni migliori grazie alla costruzione di un nuovo edificio autorizzato, con un permesso concesso dal governo di Hanoi. La Vang è uno dei Santuari più noti e frequentati di tutto il continente asiatico: ogni anno migliaia di pellegrini vi si recano soprattutto nel giorno dell’Assunzione. La nuova “Casa del pellegrino” è l’edificio più grande nel complesso mariano; ufficialmente sarà inaugurata il 15 agosto prossimo, ma è già in funzione da metà di luglio. Padre Joseph Duong Duc Toai, rettore del Santuario, ha spiegato che il nuovo edificio a 3 piani è provvisto di 3 grandi sale e può ospitare 3 mila persone. Dal 13 al 15 agosto, presso il Santuario, si svolgerà inoltre il 27.mo Congresso mariano di La Vang, incentrato sul tema “Maria, donna dell’Eucaristia”. La nascita del Santuario è legata all’apparizione della Madonna a un gruppo di cattolici in fuga dalle persecuzioni del re CanhMinh, nel 1798. Distrutto ripetutamene nel corso dei secoli, è stato ricostruito per l’ultima volta nel 1997. Il card. Pham Dinh Tung, arcivescovo emerito di Hanoi, ha definito La Vang “un bastione per la Chiesa in Vietnam”. Nel 1988, in occasione della Beatificazione di 117 martiri vietnamiti, Giovanni Paolo II aveva ribadito l’importanza della Madonna di La Vang per tutti cattolici vietnamiti. Il Santuario fa parte dell’arcidiocesi di Huê, nella provincia di Quang Tri, a sud di Hanoi. (A.L.)

 

 

 

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24 ORE NEL MONDO

 

10 agosto 2005

 

- A cura di Andrea Cocco -

 

14 iracheni e 4 americani uccisi nelle ultime ore in Iraq, in diversi attacchi in cui sono rimaste ferite decine di persone. Un attentato suicida con un’auto-bomba ha preso di mira una pattuglia di polizia a Baghdad. Altri attacchi sono avvenuti sempre nella capitale o poco più a nord. Quattro soldati americani, invece, hanno perso la vita nella notte, attaccati vicino alla città petrolifera di Baiji, nel nord del Paese. E Washington teme anche un incremento della violenza. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Il segretario alla difesa americano, Donald Rumsfeld, prevede un aumento della violenza in Iraq in vista degli appuntamenti elettorali di metà  ottobre, cioè il referendum sulla Costituzione,  e di metà dicembre, cioè il voto politico. Afferma anche che gli insorti non stanno guadagnando terreno e lo fa in una conferenza stampa al Pentagono insieme con il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate degli Stati Uniti, generale Richard Myers. Rumsfeld sostiene che, considerati i “progressi politici” in Iraq, l'aumento della violenza non dovrà necessariamente essere considerata come una prova di quella che chiama “la forza nemica”. Nello stesso tempo Rumsfeld non avanza previsioni sul ritiro degli americani dall'Iraq e neppure su un rafforzamento temporaneo del contingente in vista delle scadenze elettorali. “Ogni decisione – dice – sarà basata anche sulle capacità delle unità di sicurezza irachene”, che definisce forti di 173 mila uomini”. E sempre in relazione all’Iraq, ma  non ai fatti di cronaca, Tareq Aziz, l'ex vice primo ministro iracheno, ha affermato che non testimonierà contro il deposto presidente Saddam  Hussein, smentendo così  voci che lo dicevano pronto a farlo nel processo che potrebbe aprirsi tra un paio di mesi.

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L’Iran continua sulla strada annunciata della ripresa dell’attività nucleare. Oggi sono stati tolti i sigilli posti dall’ONU all’impianto per l’arricchimento dell’uranio di Isfahan. Una decisione che, nonostante le tensioni della comunità internazionale, è stata poco fa accettata dall’Agenzia internazionale dell’ONU per il controllo sull’energia atomica (AIEA), che ha autorizzato Teheran a riaprire l’impianto.  Intanto, è stata rinviata a giovedì la riunione straordinaria dell’AIEA a Vienna.

 

Con una mossa fuori della norma, il capo dello Stato israeliano Moshe Katzav (Likud) ha deciso oggi di avvalersi della propria facoltà di indirizzare un messaggio alla nazione, a reti unificate. Katzav prenderà la parola nell’ora di maggiore ascolto in Israele, le 20.00 (ossia le 19.00 in Italia). Il tema del discorso sarà l’imminente ritiro israeliano da Gaza. Secondo alcune anticipazioni, il capo dello Stato intende  chiedere ai coloni di accettare la decisione del governo e di  abbandonare le proprie abitazioni senza lottare oltre. La stampa odierna aggiunge che anche il premier Ariel Sharon pronuncerà fra alcuni giorni un discorso alla nazione. 

 

Non c’è riposo per Eden Natan Zada, il disertore dell’esercito israeliano che giovedì in Galilea ha aperto il fuoco in un autobus uccidendo quattro arabi e ferendone altri sedici, e poi linciato dalla folla. Dopo vari rifiuti, è stato sepolto nel cimitero a sud di Tel Aviv, dove ignoti hanno cercato di profanarne la tomba.  Nel frattempo il governo israeliano pubblica oggi sulla stampa un annuncio funebre di partecipazione al lutto degli arabi parlando di un “attentato criminale di un terrorista malvagio”. Parole ferme di condanna anche dal rabbino capo (sefardita) Shlomo Amar che si dice “sconvolto” e che auspica che tutti i leader religiosi della zona trovino la forza di condannare la violenza e l’uccisione di innocenti.

 

Mentre proseguono le indagini sugli attentati del 7 e 21 luglio a Londra, in Gran Bretagna giungono notizie sulla possibilità di nuovi attacchi. Uno degli  obiettivi, secondo quanto indicato dalle autorità investigative, potrebbe essere il quartiere dell’alta finanza della capitale britannica. Il nostro servizio:

 

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“Un attacco terroristico alla City di Londra è inevitabile. E’ solo una questione di tempo”. Arrivano come una doccia gelata le parole del commissario di polizia del cuore finanziario di Londra, James Hart, che ha rivelato i suoi timori in un’intervista pubblicata oggi sul Financial Times. Il quartiere londinese, sede di importanti istituzioni finanziarie e bersaglio negli anni passati di diversi attentati dell’Ira, sarebbe stato oggetto di “perlustrazioni da parte di forze ostili”, ha ammesso Hart. Ma proprio sull’efficienza delle forze di sicurezza britanniche è giunta un’altra critica da parte delle autorità saudite, che già tre giorni fa avevano detto di aver avvertito Scotland Yard di possibili attacchi a Londra mesi prima degli attentati. Stamattina l’ambasciatore saudita in Gran Bretagna ha accusato il governo di Tony Blair di non riuscire a far fronte alla minaccia degli estremisti islamici. Intanto proseguono le indagini sugli attentati di luglio. Ieri gli agenti di Scotland Yard hanno interrogato a Roma il terrorista Hamdi, arrestato dalla polizia italiana alla fine dello scorso mese. Nel primo faccia a faccia con gli inquirenti britannici, che attendono dalle autorità italiana il via libero alla sua estradizione, il cittadino etiope ha ammesso di aver fatto parte del gruppo delle bombe inesplose piazzate il 21 luglio e ha riconosciuto gli altri componenti del commando. “Non volevo uccidere nessuno”, ha ribadito Hamdi ma “solo far provare  agli inglesi come si vive nel terrore delle esplosioni, come si  vive in Iraq”.

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Intanto nuove minacce sono pervenute in un video diffuso oggi dalla televisione satellitare al Arabiya. Attribuito ad al Qaeda, il video mostra immagini di un campo di addestramento in Afghanistan e di un mujaheddin, che in perfetto inglese minaccia nuovi attacchi: “Come voi bombardate, voi sarete bombardati”.

 

In Etiopia sono stati resi noti i risultati ufficiali delle elezioni legislative dello scorso 15 maggio. La maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento va al Fronte etiopico democratico rivoluzionario del popolo, al potere dal 1991. Dunque, nonostante l’opposizione contesti la regolarità del volto, il primo ministro Meles Zenawi appare destinato a conservare il proprio incarico. Lo scorso giugno, proteste di piazza avevano condotto alla morte di 36 dimostranti, uccisi dalla polizia. Ma qual è la situazione nel Paese del Corno d’Africa? Ci risponde Massimo Alberizzi, inviato speciale del Corriere della Sera:

 

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R. – Qualche giorno fa c’è stata una riunione segreta, dove l’ambasciatore americano Clark ad Addis Abeba ha chiamato i governativi di Zenawi e i due partiti di opposizione, li ha fatti sedere ad un tavolo e ha detto: “Adesso voi vi mettete d’accordo, perché l’Etiopia deve uscire da questo stallo”. Io non so cosa sia accaduto in quella riunione, però ho visto che sono usciti tutti felici e contenti e nessuno ha fatto dichiarazioni bellicose. Credo che l’opposizione si accontenterà del sindaco di Addis Abeba, mentre Zenawi cercherà di venire incontro a quello che chiedevano le opposizioni. Prima di tutto, c’è il problema della terra e in Etiopia la terra resta di proprietà dello Stato. Un’altra cosa importante è liberalizzare le telecomunicazioni.

 

D. – Tuttavia l’opposizione ha annunciato di fare ricorso contro questi risultati…

 

R. – Secondo me, è più una dichiarazione formale questa. Cosa possono fare di più? Possono protestare, possono andare sicuramente davanti ad un giudice. Tuttavia, non credo che si mettano a fare un’altra guerra civile.

 

D. – Quindi, c’è ottimismo?

 

R. – Direi di sì. Mi pare che la situazione dovrebbe ricomporsi in breve tempo.

 

D. – Ma perché tanto odio?

 

R. – C’è stato secondo me un uso strumentale dei giovani, i quali sicuramente hanno motivi per essere scontenti, ma sono anche aizzati dall’odio tribale, dalle differenze etniche, per soli motivi personali.

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Prosegue per il terzo giorno di fila lo sciopero dei minatori sudafricani che chiedono un aumento salariale superiore al 10 per cento. Ieri si è, infatti, conclusa con un fallimento la trattativa con le grandi aziende dell’estrazione, ferme alla proposta di alzare il salario del 4-5 per cento. Allo sciopero si è unito anche il sindacato che tradizionalmente rappresenta i lavoratori bianchi, portando così a 110 mila il numero dei minatori in protesta. Il Sudafrica è il primo produttore di oro al mondo. Secondo le imprese, le perdite si aggirano attorno ai 16 milioni di euro al giorno.

 

Dopo la vittoria alle amministrative di domenica il presidente venezuelano Chavez ha intrapreso questa mattina un viaggio strategico per il futuro dell’America latina con la visita in Uruguay in Argentina e Brasile. L’obiettivo degli incontri fissati dal leder del Venezuela è quello di compattare l’America del Sud e ridurre le influenze straniere nel continente. Il servizio è di Maurizio Salvi:

 

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Forte della popolarità conquistata nel suo Paese e delle ingenti risorse a disposizione per il crescente prezzo del petrolio, di cui il Venezuela è grande produttore, Chavez cerca ora di realizzare il suo sogno di sempre, che è quello di rilanciare l’idea di Simon Bolivar di liberare il Sud America dalle influenze esterne per trasformarlo in un blocco capace di pesare negli equilibri mondiali. Così il capo dello Stato venezuelano valuterà con il collega uruguayano, Tabaré Vásquez, lo scambio di petrolio con alimenti, confermerà all’argentino Nestor Kirchner commesse per la costruzione di unità navali e solleciterà a Lula a Brasilia impegni per avvicinare presto il nord e il sud del continente. Prima di lasciare Caracas, comunque, Chavez ha annunciato di avere deciso di interrompere la cooperazione antidroga con la DEA statunitense, accusata di cospirare ai suoi danni.

 

Maurizio Salvi, ANSA; per la Radio Vaticana.

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L’opportunità concreta di discutere attorno a un tavolo: è quanto offre il governo colombiano alle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (FARC).  L’obiettivo è discutere i termini di uno scambio umanitario fra le decine di ostaggi nelle loro mani ed i guerriglieri che si trovano nelle carceri colombiane. La proposta è per una riunione in una località del dipartimento del Valle del Cauca. Oltre una settimana fa, in una lettera ad alcune personalità politiche colombiane, i vertici della più antica guerriglia sudamericana avevano proposto, per propria sicurezza, la smilitarizzazione dei due municipi di Pradera e Florida. Oggi, senza parlare di smilitarizzazione più volte respinta da vari ministri, il governo offre alle FARC tutte le garanzie di sicurezza per permettere ai suoi rappresentanti di raggiungere questa parte di territorio.

La Federal Reserve ha portato i tassi d’interesse al 3,5 per cento, confermando in pieno le previsioni degli analisti. La decisione della Banca centrale statunitense, presa all’unanimità, ha generato una buona reazione delle Borse internazionali. Poco dopo la diffusione della notizia, l’indice Dow Jones aumentava dello 0,76 per cento mentre il Nasdaq registrava un +0,58 per cento.

 

Un’imbarcazione con 165 persone a bordo è stata soccorsa al largo di Lampedusa dalle Guardia Costiera italiana. Sono stati gli stessi migranti a lanciare l'SOS, affermando di trovarsi su un peschereccio che imbarcava acqua. I migranti saranno trattenuti nel Centro di permanenza temporanea dell’isola da dove oggi saranno rimpatriati 65 extracomunitari. “Un’espulsione di massa” – hanno denunciato alcuni parlamentari italiani – “che non tiene conto dei richiami degli organismi internazionali, del Parlamento europeo, della Corte di Strasburgo, di Amnesty International”.

 

 

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