RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLIX n.
219 - Testo della trasmissione di domenica 7 agosto 2005
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Lettera del Papa per i 50 anni di
sacerdozio del cardinale Juliàn Herranz
OGGI IN PRIMO PIANO:
che affronta
argomenti diversi con lo sguardo dell’uomo di Chiesa: ce ne parla il porporato
CHIESA E SOCIETA’:
In Burundi, aumentano i casi di violenza e le
esecuzioni sommarie: la denuncia delle Nazioni Unite
Un milione di sfollati cinesi per il passaggio del
tifone Matsa vicino Shanghai
Emergenza alimentare in Niger, penultimo Paese al
mondo per indice di sviluppo
Quarant’anni fa, negli Usa, il diritto di voto
veniva esteso ai neri con il “Voting rights act”
Estradato dalla
Zambia in Gran Bretagna il presunto stratega degli attentati del 7 luglio a
Londra
Sono vivi e stanno bene i membri del
batiscafo russo, recuperato grazie ad un robot inglese.
7
agosto 2005
LA PREGHIERA DI BENEDETTO XVI PER LE VITTIME DELLA
TRAGEDIA AEREA DI IERI
ALL’ANGELUS DEDICATO ALLA GMG DI COLONIA E AL TEMA
DELL’ADORAZIONE DIVINA
Il significato dell’adorazione
nell’esperienza del cristiano, il dolore per l’ennesima, tragica notizia che è
venuta a funestare, per l’Italia, l’estate del 2005. Sono i due sentimenti
contrastanti che hanno dominato l’animo di Benedetto XVI all’Angelus di oggi.
Dal balcone della sua residenza estiva di Castel Gandolfo, il Papa ha rivolto
un messaggio di cordoglio alle famiglie di Bari e dintorni che ieri hanno perso
alcuni dei loro cari nel drammatico incidente aereo dell’ATR 72, precipitato in
mare a poca distanza dalle coste siciliane mentre si dirigeva a Jerba, in
Tunisia. In precedenza, il Pontefice aveva dedicato gran parte la riflessione
dell’Angelus ai giovani in procinto di partire per la Giornata mondiale della
Gioventù. Ce ne parla Alessandro De Carolis:
**********
La GMG di Colonia, un luogo dove
riscoprire la “vetta dell’amore” per i giovani cristiani del terzo millennio:
la santità. E’ una promessa quella che Benedetto XVI fa alle centinaia di
migliaia di ragazzi e ragazze che una settimana si riverseranno sulla città
tedesca pronta ad accoglierli per la 20.ma Giornata mondiale della gioventù. Il
tema, ispirato dalla celebre affermazione rivolta dai Magi ad Erode – “Siamo
venuti per adorarlo” – ha offerto al Papa lo spunto per approfondire questo
argomento:
“Si può dire che tutta la Chiesa è spiritualmente
mobilitata per vivere quest’evento straordinario, guardando ai Magi come a
singolari modelli di ricercatori di Cristo, davanti al quale piegare le
ginocchia in adorazione”.
“Ma che
significa 'adorare'?”, si chiede subito dopo il Pontefice, domandandosi pure se
questa pratica sia forse “un atteggiamento d’altri tempi”, privo cioè “di senso
per l’uomo contemporaneo”. Tutt’altro, afferma invece, ricordando l’inizio di
una preghiera d’altri tempi che molti cristiani amavano recitare e che dice:
“Ti adoro, mio Dio, ti amo con tutto il cuore…”. L’adorazione, ha soggiunto il
Papa, è un modo per rinnovare ogni giorno nella propria vita il “riconoscimento
della presenza di Dio, Creatore e Signore dell’universo”:
“E’ un riconoscimento colmo di gratitudine, che
parte dal profondo del cuore e investe tutto l’essere, perché solo adorando e
amando Dio sopra ogni cosa l’uomo può realizzare pienamente se stesso”.
Anche gli Apostoli sul Monte
Tabor, assistendo alla trasfigurazione di Gesù, celebrata ieri dalla liturgia,
hanno vissuto un’esperienza analoga, ha osservato Benedetto XVI, che ha poi affidato
a Maria le “nuove generazioni” indicando a loro e a tutti i credenti i modelli
da imitare per fare dell’adorazione di Dio un’autentica pratica di fede:
“I Santi sono coloro che hanno accolto questo dono e sono diventati
veri adoratori del Dio vivente, amandolo senza riserve in ogni momento della
loro vita. Con il prossimo incontro di Colonia, la Chiesa vuole riproporre a
tutti i giovani del terzo millennio questa santità, vetta dell’amore”.
Dopo la recita dell’Angelus,
sorridendo e ringraziando più volte per le affettuose acclamazioni rivoltegli
in diverse lingue dalla folla radunata nel cortile del Palazzo apostolico,
Benedetto XVI è poi tornato serio quando ha voluto far precedere ai
tradizionali saluti nelle varie lingue un messaggio di solidarietà ai familiari
delle persone scomparse tragicamente nel pomeriggio di ieri, quando un aereo
tunisino carico di turisti italiani si è inabissato al largo di Palermo:
“Desidero esprimere le mie condoglianze ai parenti delle vittime della
sciagura aerea avvenuta ieri nel sud dell’Italia. Prego per le vittime e per i
feriti, provenienti in massima parte da Bari e dintorni. Partecipo al lutto
delle famiglie e dell’intera comunità ecclesiale e civile di quella città, che
ho da poco visitato in occasione del Congresso Eucaristico Nazionale. Cristo,
morto e risorto, infonda in tutti conforto e speranza”.
**********
LETTERA DEL PAPA PER I 50 ANNI DI SACERDOZIO DEL
CARDINALE JULIÀN HERRANZ
- A cura di Alessandro De Carolis -
Una “solida pietà sacerdotale”
unita ad una “sollecita operosità apostolica”. Con queste espressioni,
Benedetto XVI ricorda e celebra in una lettera i 50 anni dell’ordinazione
sacerdotale del cardinale Juliàn Herranz, molti dei quali trascorsi a servizio
nella Curia romana. Nel testo in lingua latina, il Papa ricorda le tappe
fondamentali della vita e del ministero del 75.enne porporato spagnolo,
ordinato sacerdote il 7 agosto del 1955 e consacrato vescovo nel ’91. Esperto
in Diritto Canonico, il cardinale Herranz partecipò ai lavori del Concilio
Vaticano II all’interno della Commissione sulla Disciplina del clero e del
popolo cristiano. Giovanni Paolo II lo ha promosso arcivescovo chiamandolo nel
1994 alla presidenza del Pontificio Consiglio dei Testi Legislativi. Della
Curia Romana, il porporato ha poi assunto anche la presidenza della Commissione
Disciplinare.
Oggi pomeriggio, a Madrid, il
cardinale Herranz celebrerà una Messa nella Parrocchia della Concezione di
Nostra Signora, la stessa chiesa che lo vide ordinato sacerdote cinquant’anni fa.
Alla celebrazione, è prevista la presenza di alcuni tra i massimi responsabili
della Chiesa spagnola.
======ooo======
7
agosto 2005
IL VENEZUELA AL VOTO PER LE AMMINISTRATIVE,
UN TEST PER IL PRESIDENTE CHAVEZ
- Intervista con Maurizio Chierici -
Urne
aperte oggi in Venezuela, chiamato a rinnovare 335 amministrazioni locali. Per
la terza volta in meno di un anno i venezuelani si recano al voto per eleggere
6 mila amministratori locali fra 40 mila candidati in tutto il Paese. Sull’esito
del voto, pesano le divisioni interne all’opposizione, che non è riuscita a
trovare un accordo su possibili candidati comuni. Dopo mesi di accese polemiche
sul suo conto, il presidente Chávez si aspetta da queste elezioni una conferma.
Andrea Sarubbi ne ha parlato con Maurizio Chierici, esperto di America Latina:
**********
R. –
E’ un test importante come lo sono tutte le elezioni. Il problema è che nelle
elezioni amministrative intervengono anche interessi particolari di certe zone,
di certe regioni, e lì è probabile che l’opposizione abbia qualche piccolo
successo, nello Stato di Miranda, per esempio. Però, in generale, Chavez
dovrebbe di nuovo riconfermare, soprattutto nelle grandi città, il suo
risultato.
D. -
Quello di oggi è un Chavez che sta guadagnando consensi o li sta perdendo?
R. –
E’ uno Chavez che sta perdendo e guadagnando consensi. Dipende da che punto lo
si guardi. Il Chavez populista guadagna consensi perché sta facendo strade,
scuole, ospedali, fuori. Perde consensi perché la borghesia è sempre più
arrabbiata con lui.
D. –
Però, fino all’anno scorso ad esempio, si parlava di referendum anti-Chavez, di
colpi di Stato, ora non più. Perché?
R. –
Perché gli Stati Uniti hanno abbandonato l’opposizione, di colpo, proprio per
la questione del petrolio.
D. –
Cioè?
R. – Gli Stati Uniti in questo momento non si impegnano su Chavez: hanno
cambiato l’esperto Noriega, ex cubano che curava l’America Latina, per fare
qualcosa di diverso, hanno messo un diplomatico di carriera. Quindi, è una
specie di attesa, che riguarda due questioni. La prima è il petrolio. Con il
petrolio che brucia il Medio Oriente, gli USA hanno bisogno di un petrolio
tranquillo e sicuro sulla porta di casa, e incredibilmente il Chavez così
rissoso con gli Stati Uniti, è perfettamente allineato sul piano commerciale e
gli USA, con prezzo speciale, vengono considerati clienti privilegiati. La
seconda questione riguarda una proiezione internazionale. Chavez sta
spaventando gli Stati Uniti con altri argomenti: per esempio, con l’enorme
ingresso economico che ha avuto e che sta raccogliendo del petrolio, ha fatto
un’offerta a Ecuador, Perù ed Argentina affermando di anticipare le rate del
debito del Fondo monetario. E’ un segno pericolosissimo per gli USA perché vuol
dire che Chavez cerca di sottrarre potere ed influenza agli Stati Uniti che
dominano la Banca mondiale e Fondo monetario.
**********
SOLDATI
DI PACE NEL MONDO: DALL’AFGHANISTAN ALLA BOSNIA,
IL RUOLO DELLE OPERAZIONI MILITARI INTERNAZIONALI
PER GARANTIRE LA SICUREZZA DEI CIVILI
- Intervista con l’arcivescovo Angelo Bagnasco -
Giovedì
scorso l'Italia ha assunto il comando dell'ISAF, la Forza multinazionale da
anni dislocata in Afghanistan sotto mandato dell'ONU e della NATO per assistere
il governo di Kabul nel processo di stabilizzazione e di ritorno alla sicurezza
nel Paese. Ma l’ISAF è solo una delle cosiddette missioni di peace-keeping che oggi impegnano in
tutto il mondo militari di ogni provenienza. E’ il caso, per esempio, della Forza
di pace multilaterale operativa in Bosnia per almeno il 70% costituita da
truppe di Paesi dell’Unione Europea. O quelle tuttora in corso in Eritrea
(UNMEE) o a Hebron (TIPH II). Sul ruolo del soldato di pace, Luca Collodi ha
sentito mons. Angelo Bagnasco, ordinario militare per l’Italia:
**********
R. – La
presenza dei nostri militari è certamente una presenza di grande sicurezza per
le popolazioni che sono colpite da situazioni gravi, che ben conosciamo, e di
grande intervento umanitario, di ricostruzione che, nella fattispecie - ad
esempio in Afghanistan l’ho visto personalmente tutte le volte che sono andato
- significa anche costruzioni di corsi d’acqua, costruzioni di scuole a Kabul.
Questo mi pare sia il segno più concreto, più visibile del senso della presenza
dei nostri militari all’estero.
D. – Spesso è difficile
riflettere su un mestiere come quello del soldato, che poi è in sostanza un
mestiere delle armi, con la grande ricchezza di umanità, di solidarietà che i
militari italiani all’estero testimoniano…
R. – Sono certo che anche in
Afghanistan, con l’assunzione del comando da parte dell’Italia, questa
caratteristica porterà dei grandi frutti, in un momento così delicato per la
vita dell’Afghanistan, insieme a questa particolare umanità, che è la capacità
di non aumentare i conflitti, di non crescere nelle tensioni, ma se mai di
affrontare e di risolvere i problemi, dietro quel tratto di cordialità, di
affabilità, di simpatia che i nostri militari italiani sanno portare ovunque e
direi anche nelle regioni più lontane, come può essere giustamente
l’Afghanistan, ma anche lo stesso Iraq. Una caratteristica che viene molto
apprezzata.
D. – Questo comporta anche una
diversa formazione del soldato. Oggi i militari hanno una formazione che
privilegia molto il mantenimento della pace…
R. – Certamente, la presenza dei
nostri cappellani militari, sia in Italia che all’estero, è una presenza che
favorisce e fa maturare sempre di più nella coscienza dei nostri militari
questa sensibilità di costruttori, di artefici di pace, come ricorda il
Concilio Vaticano II. Oltre a questo, vanno considerati anche gli stimoli che
queste missioni all’estero degli ultimi anni hanno portato proprio nella
direzione della costruzione della pace, basata sulla sicurezza, sull’ordine e
naturalmente su tutti i fattori della ricostruzione.
**********
UN RISCATTO DALLA MAFIA:
E’ IL SIGNIFICATO DELL’INIZIATIVA
“Liberarci dalle spine”,
promossa in Italia dall’associazione Libera:
GIOVANI VOLONTARI TORNANO
A FAR FRUTTIFICARE I CAMPI CONFISCATI AI MAFIOSI
- Il servizio di Rosa Praticò -
**********
E’ possibile dire basta alla
cultura del privilegio e del ricatto, a quella della paura e dell’omertà
mafiosa. E’ possibile non arrendersi alla violenza: tornare a sentire il “fresco
profumo della libertà” in quelle terre dove per tanto tempo ha dominato “il puzzo del compromesso morale e dell'indifferenza”, come affermò il giudice Paolo
Borsellino all’indomani dell’assassinio di Giovanni Falcone, entrambi
magistrati uccisi da Cosa nostra. Nasce da queste considerazioni il progetto
“liberarci dalle Spine” promosso, tra gli altri, dall’Associazione Libera con
il sostegno della Regione Toscana. Un’iniziativa che coinvolge 82 ragazzi tra i
18 e i 30 anni che hanno rinunciato alle vacanze per impegnarsi in due campi di
lavoro nelle terre confiscate alla mafia. Il primo, a Canicattì, è già partito
e terminerà il prossimo 11 agosto. Il secondo, a Corleone, si svolgerà negli
ultimi 10 giorni di agosto e nei primi tre di settembre. Ma come è
organizzata e che valore ha la giornata di lavoro nei campi? Lo abbiamo chiesto
al responsabile di Libera per la Toscana, Maurizio Pascucci:
“La mattina, dalle 6.30 alle
11.30, c’è il lavoro nei campi, con l’espianto in una vigna e la raccolta dei pomodori.
Nel pomeriggio, alcune testimonianze di persone impegnate nel mondo cattolico,
alcuni politici, per poi arrivare alla terza fase, che è quella dell’incontro
con le comunità locali, con proiezioni di film o feste. Il valore del lavoro
nei campi è un valore particolare: è quello di un lavoro trasparente che
permette di non condividere niente con i poteri mafiosi e di creare un reddito
“pulito”, “sano” e legale nei confronti di giovani che hanno deciso di
continuare a vivere in questo territorio invece di andare via. Il campo era
previsto per 35 volontari. Ora siamo arrivati a 82. Sono arrivati ragazzi molto
volenterosi e soprattutto hanno messo al centro la volontà di scoprire con il
proprio impegno alcune pagine della nostra attualità che non possono trovare
nei libri o nelle trasmissioni televisive”.
Sul significato dell’iniziativa, abbiamo sentito
l’Assessore alla cultura della Regione Toscana,
Maria Concetta Zoppi:
“L’idea è di affiancare
un’esperienza di lavoro manuale, fatta in una regione così apparentemente
lontana dalla Toscana. In realtà, sappiamo che i legami sono profondi, non solo
di tipo culturale ma purtroppo anche di tipo illegale. Mandare dei nostri
giovani in più sembrava un’esperienza molto formativa. Mettere le mani nella
terra è sempre un’esperienza che ha un significato nella vita di una persona.
Questi ragazzi faranno un’esperienza che riguarda proprio togliere delle piante
di vite ormai invecchiate, perché trascurate da circa 10 anni, l’ostensione del
lavoro dei vigneti e la preparazione del terreno per piantare nuovi vitigni.
Quindi, in qualche modo, si tratta di chiudere un capitolo e affrontarne uno
nuovo, sia materialmente sia da un punto di vista morale ed etico.
**********
LA “FIACCOLA DELLA
PACE” IN PELLEGRINAGGIO DALL’ITALIA ALLA GERMANIA
VERSO LA CITTA’ DI COLONIA, SEDE DELLA GMG,
LUNGO L’ANTICO PERCORSO DELLE RELIQUIE DEI MAGI
- Intervista con don Paolo Giulietti -
Ha varcato ieri i confini
dell’Italia la Fiaccola della Pace, che prosegue il cammino verso la GMG di
Colonia. La fiaccola partita da Bari, il 29 maggio scorso, intende promuovere
attraverso il pellegrinaggio le Giornate Mondiali della Gioventù, coinvolgendo
ragazzi e giovani in momenti di preghiera e riflessione. Massimiliano
Menichetti ha intervistato don Paolo Giulietti, responsabile della Pastorale
giovanile della Conferenza Episcopale Italiana:
**********
R. – Il pellegrinaggio è la
“forma” della Giornata mondiale della gioventù, il grande cammino di giovani
verso una mèta che è l’incontro con il Papa, l’incontro con altri ragazzi ma,
in ultimo con Cristo, mèta di questo pellegrinaggio e mèta anche della vita.
D. – La fiaccola della pace è
passata dall’Italia alla Svizzera. Il percorso che state seguendo è quello
seguito nel 1164, quando le reliquie dei Magi furono portate da Federico
Barbarossa dall’Italia a Colonia. Perché questa scelta?
R. – Si è voluto ripercorrere
questa strada antica perché le strade antiche portano con sé un significato che
è fatto di tradizioni, di spiritualità, di arte… Quindi, direi un
pellegrinaggio che è anche riscoperta di antiche strade che danno un
significato cristiano al nostro territorio.
D. – La fiaccola arriverà a
Colonia il 14 agosto, ultima tappa. Il 15 ci sarà la Messa e il 17 la festa
degli italiani nello stadio di Colonia…
R. – La festa degli italiani è,
a suo modo, una piccola Giornata mondiale dentro alla Giornata mondiale, perché
è l’incontro dei giovani italiani che saranno presenti a Colonia venendo
dall’Italia, ma anche dei giovani italiani che vivono in Germania e delle loro
famiglie, e dei giovani italiani che vivendo all’estero – in Europa, in America
Latina – sono alla GMG. Quindi, direi si tratti di un incontro
internazionale-italiano. La fiaccola della pace, che avrà attraversato cinque
Paesi, darà questo tocco di internazionalità, questo tocco di apertura alla
festa degli italiani che caratterizza la manifestazione di quest’anno.
**********
“PINOCCHIO, PEPPONE, L’ANTICRISTO E ALTRE DIVAGAZIONI”:
E’ IL TITOLO DELL’ULTIMO LIBRO
DEL CARDINALE BIFFI,
CHE AFFRONTA ARGOMENTI
DIVERSI CON LO SGUARDO DELL’UOMO DI CHIESA
- Intervista con il
porporato -
“Pinocchio, Peppone, l’Anticristo e altre divagazionì”: suona originale e
accattivante il titolo dell’ultimo libro del cardinale Giacomo Biffi,
pubblicato dalle Edizioni Cantagalli/FMR-Art’è. Si tratta di una variegata
raccolta di saggi critici che spazia su scrittori come Collodi, Guareschi, Bacchelli, Tolkien, Soloviev e
Chesterton. Il volume si occupa di temi letterari e storici ma anche politici e
sociali, con uno sguardo d’insieme dell’uomo di Chiesa su uomini e vicende
tanto diverse. C’è dunque un filo conduttore? Fabio Colagrande lo ha chiesto
all’autore:
**********
R. – Io credo che ci sia senz’altro, ed è quello di non rassegnarci
alla presentazione ovvia, ricevuta su tanti argomenti. E’ un po’ il tentativo
di rendere omaggio ad una verità che spesso viene ricoperta da presentazioni un po’ ideologiche ed
arbitrarie.
D. – Mi scusi la domanda “irriverente”, eminenza: ma Collodi,
Tolkien, Soloviev sono letture adatte ad un cardinale?
R. – Sì, perché mi sono divertito e tutto ciò che mette e
tiene di buon umore un cardinale lo rende anche un cardinale meno pericoloso
per la vita della Chiesa, credo.
D. – Gli autori italiani che lei commenta, come Lorenzini e
Guareschi, sono scrittori di talento che hanno saputo dar voce al pensiero
cattolico, seppur partendo da una prospettiva laica. Al giorno d’oggi, non
sembrano avere degni eredi. E’ d’accordo?
R. – Sì, sono d’accordo. Possiamo però sempre sperare che
nascano. Tra l’altro, né l’uno né l’altro si possono definire autori cattolici
nel senso che hanno fatto qualcosa di catechetico o di devozionale. Loro hanno
espresso quella che era la realtà delle cose, ma la realtà delle cose e la
verità coincidono con la sostanza del messaggio cristiano. Questa mi pare la
tesi di fondo.
D. – La ragione di questa assenza di eredi degni è, secondo
lei, difficile da trovare?
R. – Credo che derivi anche un po’ dal fatto che abbiamo
privilegiato l’idea dell’attenzione all’altro, che è giusto ed è doveroso, e
cioè del dialogo, del vedere quello che ci unisce e non quello che ci divide.
Ma se si vuol dialogare, bisogna avere chiaro il principio della propria
identità. E poi, secondo me, inconsciamente abbiamo trasferito nel mondo
cristiano ed ecclesiale il principio che il messaggio consiste nella
comunicazione: oggi è importante riuscire a comunicare, l’audience quindi, che viene ricercata un po’ da tutti ed anche dai
cattolici. Ma così si rischia di far passare in second’ordine il contenuto. Noi
abbiamo – direi – tradotto questo principio in quello ecclesiale del dire:
l’evangelizzazione è il dialogo, basta dialogare e si va alla meta. No, il
dialogo è un qualcosa di doveroso, certamente, ma quello che conta è dire delle
cose e soprattutto delle cose che siano vere. Dopo di che, si trova senz’altro
la verità cristiana.
**********
LA SICILIA, “PATRIA”
DELLA MUSICA DEL SEICENTO, CON IL PRIMO FESTIVAL
“MAGIE BAROCCHE”, CELEBRATO TRA I SITI ARCHITETTONICI
PIU’ BELLI DELL’ISOLA
- Intervista con Nicola Bono e Antonino
Marcellino -
“Magie Barocche”: si intitola
così il primo Festival internazionale della Val di Noto, in corso dal 30 luglio
in Sicilia fino al 18 settembre. Da Ragusa a Catania, da Modica a Caltagirone,
gli spettacoli si svolgeranno tutti in siti architettonici dell’UNESCO, scenari
perfetti per eventi che spazieranno dalla danza alle mostre, dalla musica sacra
al jazz. Il servizio di Isabella Piro:
**********
(musica)
Musica e storia: un’unione
semplice, ma dalla suggestione infinita. E’ questo l’obiettivo del primo
Festival internazionale della Val di Noto, interamente dedicato alla musica
barocca. In 40 appuntamenti, le note del ‘600 arricchiranno chiese e piazze, tutti
monumenti barocchi ritenuti dall’UNESCO patrimonio dell’umanità. Ascoltiamo il
sottosegretario ai Beni e le attività culturali, Nicola Bono:
“Il Val di Noto costituisce una
occasione unica per evidenziare una cultura, quella barocca, che non è solo fatta
di monumenti, ma che toccava tutti gli aspetti dell’arte creativa umana. Unire
lo scenario meraviglioso dei monumenti barocchi del Val di Noto con le musiche
e le danze barocche e con una serie di sperimentazioni interessanti, come ad
esempio trarre musica jazz dalle antiche partiture barocche oppure fare
ricerche negli archivi storici con le partiture non conosciute di autori
barocchi minori, è certamente una operazione culturale che promuove il
territorio”.
Una
sezione speciale sarà dedicata alla musica sacra, con l’esecuzione della Santa
Messa cantata in latino dal coro dell’UNESCO. Importante, inoltre, il restauro
di antichi organi e la ricerca musicologica, come sottolinea Antonino
Marcellino, direttore artistico del Festival:
“Noi sosteniamo la ricerca
musicologica. Presenteremo l’edizione critica del Fondo Altieri di Noto, la
Biblioteca Comunale, dove ci sono le lamentazioni del profeta Geremia”.
Gli spettacoli saranno tutti
diversi l’uno dall’altro, non ci saranno repliche:
“Noi vogliamo che il cittadino
catanese, perché Catania è la città più importante, non aspetti il concerto
replicato nella propria città, ma vada a scoprire il patrimonio dell’UNESCO.
Questa è una funzione importante del progetto: avvicinare il pubblico e il
viaggiatore e non il concerto ‘mordi e fuggi’”.
La musica, quindi, come
strumento di sviluppo sostenibile.
(musica)
**********
=======ooo=======
7
agosto 2005
ASSEGNATO AL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA VATICANA,
JOAQUIN NAVARRO VALLS,
IL “PREMIO VAL DI SOLE” PER UN GIORNALISMO
TRASPARENTE
ROMA.
= E’ il direttore della sala stampa Vaticana, Joaquin Navarro Valls, il
vincitore della decima edizione del “Premio Val di Sole” per l’informazione
internazionale corretta e trasparente. La cerimonia di consegna del
riconoscimento è avvenuta ieri sera nella suggestiva cornice della città
italiana di Folgarida, in provincia di Trento. A presiedere la giuria, nella
sala convegni del centro “Alla sosta estiva”, l’ex direttore del Tg1 Rai,
Albino Longhi, che a conclusione della serata ha intervistato il vincitore.
Navarro Valls ha ripercorso, di fronte a un migliaio di spettatori, alcuni
momenti della sua attività durante il Pontificato di Giovanni Paolo II. Non sono mancate le curiosità inedite riferendosi
alle passeggiate estive di Papa Wojtyla. Navarro Valls, infatti, ha ricordato
che il Pontefice amava ascoltare la radio in jeep e che aveva mostrato
particolare interesse per un programma, “Radio Zorro”, proprio in quanto
esempio di giornalismo trasparente e al servizio del pubblico. La trasmissione
in questione era condotta da Oliviero Beha, che ieri è stato “animatore” della
cerimonia di premiazione accanto alla presentatrice cinese Dong Mei e
all’arpista Elisa Forcato. Nel corso
della serata, tra gli altri, sono stati premiati padre Francesco Zambotti, don
Antonio Svaizer, Gianni Perelli, inviato del settimanale “Espresso” e Antonio
Caprarica, corrispondente Rai da Londra. Per la sezione della stampa italiana
all’estero, invece, il riconoscimento è andato ad Elia Finzi direttore e
fondatore del quindicinale “Corriere di Tunisi”. Mentre Alfredo Pieroni, ex
inviato del Corriere della Sera, ha ricevuto il premio alla carriera.
(R.P.)
IN BURUNDI, AUMENTANO I CASI DI VIOLENZA E LE
ESECUZIONI SOMMARIE:
LA DENUNCIA DELLE NAZIONI UNITE
BUJUMBURA.
= Nuovo allarme della missione delle Nazioni Unite in Burundi (ONUB): crescono
infatti nello Stato africano le violenze ai danni della popolazione civile.
Almeno 129 persone, infatti, sarebbero rimaste vittime di esecuzioni sommarie
in appena tre mesi, da aprile a giugno. E sempre nello stesso periodo si
sarebbero verificati oltre 120 casi di rapimenti, linciaggi, episodi di tortura
e di violenza sessuale soprattutto su minori. La maggior parte dei crimini
sarebbe avvenuta nelle province vicine alla capitale, Bujumbura, dove sono
ancora attivi i ribelli delle Forze di liberazione nazionale che starebbero tentando
di consolidare ed estendere la loro presenza sul territorio. A sostenerlo è
anche la Lega per i diritti umani Iteka, che ha registrato la presenza del
gruppo di guerriglieri anche nelle zone di Muyinga, Kirundo, Kayaza. Pesante
l’accusa della sezione “diritti umani” dell’ONUB: “Nei casi in cui siamo
riusciti ad identificare con certezza gli autori – ha dichiarato il capo della
Missione, Ismael Diallo - non abbiamo comunque potuto portarli di fronte alla
magistratura per mancanza di collaborazione da parte dei vertici
militari”. Immediata la smentita del
portavoce delle forze armate burundesi, il maggiore Adolphe Manirakiza, secondo
cui “l’esercito non uccide civili e le persone arrestate sono immediatamente
deferite alla giustizia”.
(R.P.)
IN CINA, UN MILIONE DI SFOLLATI PER IL PASSAGGIO
DEL TIFONE “MATSA”
VICINO
SHANGHAI CHE VIAGGIA AD UNA VELOCITA’ DI OLTRE 120 KM ORARI
PECHINO.
= Un morto e un milione di sfollati: è questo il triste bilancio del passaggio
di “Matsa”, il tifone che ha provocato ingenti danni e inondazioni in Cina,
nella zona di Shangai e nella provincia dello Zhejiang. Ieri,
l’ufficio Meteorologico centrale aveva dichiarato lo stato d’allarme per altre
24 ore sostenendo che la velocità del tifone, già superiore ai 120 km orari,
sarebbe potuta aumentare. Per questo a Shanghai tutti i voli sono stati sospesi
mentre ai pescatori è stato ordinato di non imbarcarsi. All’ancora sono state
lasciate 35 mila imbarcazioni cui si sono aggiunte altre centinaia di navi che
erano nelle acque al largo della metropoli. Ad Hangzhou, invece, i cartelloni
pubblicitari sono stati rinforzati o rimossi e tutti i cantieri hanno sospeso il lavoro. Sotto stretta osservazione è tenuto anche il
fiume Qiantang. Secondo l’agenzia “Nuova Cina”, una coda di Matsa, che prende
il nome da un pesce laotiano, ha pure investito la provincia del Jiangsu, portando piogge torrenziali sulle città di
Suzhou, Nanchino, Wuxi e Nantong.
Appena due settimane fa un altro tifone, Haitang, aveva colpito lo Zhejiang
provocando la morte di 17 persone e danni per circa 10 miliardi di yuan.
(R.P.)
EMERGENZA ALIMENTARE IN NIGER, PENULTIMO PAESE AL
MONDO
PER INDICE DI SVILUPPO. GLI AIUTI ARRIVANO ANCHE
DALL’AFRICA OCCIDENTALE
NIAMEY. = Trecento milioni di franchi Cfa: a tanto ammonta la cifra
stanziata dalla Comunità degli Stati dell’Africa Occidentale per il Niger. Il
Paese, infatti, versa in una grave situazione economica e umanitaria. Tra le
molteplici cause, oltre alla cattiva gestione delle risorse agricole
disponibili, anche l’invasione delle locuste e l’emergenza alimentare.
Emergenza ampiamente annunciata nei mesi scorsi dalle autorità locali e dai
rapporti di numerose associazioni, ma solo di recente resa nota dai media
internazionali. Ad attirare l’attenzione dei mezzi di comunicazione di massa,
l’appello di alti funzionari dell’ONU e dei responsabili delle agenzie delle
Nazioni Unite che si occupano di portare assistenza e prodotti alimentari nel
Paese. Il Niger, infatti, è il penultimo al mondo per livello di sviluppo dopo
la Sierra Leone. A seguito del sostegno internazionale ricevuto in questa fase,
il primo ministro nigerino, Hama Amadou, ha assicurato che il suo governo
utilizzerà le nuove risorse a disposizione per trovare una soluzione di lunga
durata alla crisi. Intanto, la Comunità degli Stati dell’Africa Occidentale ha
fatto sapere di avere pronte ulteriori donazioni per circa 100 milioni di
franchi Cfa, anche per il Burkina Faso e il Mali, Paesi confinanti con il Niger
e in gravi difficoltà alimentari. (R.P.)
COREA DEL SUD: OGNI ANNO SCOMPAIONO CIRCA TREMILA
BAMBINI.
GOVERNO E POLIZIA PROMETTONO NUOVE MISURE PER
FRONTEGGIARE IL PROBLEMA
SEUL.
= Le autorità sud coreane annunciano pene più severe e strumenti di indagine
più efficaci per contrastare il fenomeno dei bambini scomparsi. Dal 2002, il
numero dei minori non rintracciabili è in continuo aumento e ha conosciuto un
picco nello scorso anno. Nel 2004, infatti, sono spariti oltre 4 mila bambini:
55 dei quali mancano da casa da molto tempo. Un dato reso ancor più allarmante
dal fatto che nei soli primi sei mesi del 2005 la cifra si aggirava attorno
alle 1300 unità. Il primo agosto scorso, il ministro della Sanità, Kim
Geun–tae, e il commissario dell’Agenzia di polizia nazionale, Huh Joo-young,
hanno chiesto ufficialmente ai cittadini di collaborare nelle ricerche
attraverso le segnalazioni. Il governo, inoltre, ha fatto sapere che la nuova
legge in materia è già pronta ed entrerà in vigore il prossimo dicembre. La
normativa prevede che, a disposizione delle autorità, ci sia un database con le
informazioni genetiche dei bambini non identificati e dalle famiglie di quelli
scomparsi. Il tutto nel massimo rispetto della privacy. Ma non finisce qui. Il
provvedimento stabilisce anche pene più severe per chi si prende cura di un
bambino dichiarato smarrito senza informare gli organi competenti. Si rischia,
infatti, dalla multa alla detenzione, per un massimo di cinque anni. La legge,
infine, allarga la fascia d’età dei bambini da rintracciare con il conseguente
potenziamento del personale impegnato nelle operazioni. (R.P.)
QUARANT’ANNI FA, NEGLI USA, IL DIRITTO DI VOTO AI
NERI.
IERI UN GIORNO DI CELEBRAZIONI IN RICORDO
DELLO STORICO “VOTING
RIGHTS ACT”
NEW
YORK. = Un giorno di celebrazioni in ricordo del “Voting Right Act”, la storica
legge che nel 1965 riconobbe il diritto di voto alla popolazione di colore
degli USA. Lo ha proclamato ieri il presidente americano Geroge Bush, proprio
in occasione del 40.mo anniversario del suffragio universale negli Stati Uniti.
In una dichiarazione diffusa dal suo ranch texano di Crawford, Bush ha
ricordato le parole con cui Lyndon Johnson, il presidente democratico texano
firmatario della storica legge, aveva commentato il nuovo provvedimento:
“Milioni di americani non hanno il diritto di voto a causa del colore della loro
pelle. Questa legge garantirà loro questo diritto. E' stato un errore che
nessun americano, nel suo cuore, può giustificare, ed è un diritto che nessun
americano, in base ai nostri principi, può negare''. Ieri i festeggiamenti
hanno avuto particolare enfasi in alcune grandi città del sud degli Stati ex
schiavisti. Ad Atlanta, in Georgia, si è svolta una grande processione seguita
da un concerto con alcune star della musica nera: una per tutte Stevie Wonder.
Il prossimo 11 agosto, inoltre, ricorre un'altra celebrazione, quella dei
disordini anti–segregazione, avvenuti nel 1965 a Watts, sobborgo di Los
Angeles, che causarono 34 morti, più di 1.000 feriti e oltre 4.000 arresti.
All’epoca, infatti, nonostante la legge voluta da Johnson fosse già in vigore,
in diversi Stati americani la popolazione di colore continuava ad essere
discriminata e a subire violenze ingiustificate da parte della polizia e delle
autorità locali.(R.P.)
=======ooo=======
- A cura
di Eugenio Bonanata -
E’ finito positivamente
l’incubo per l’equipaggio del batiscafo russo intrappolato da tre giorni al largo
della penisola russa di Kamchatka. I sette membri, salvati nelle scorse ore,
sono sbarcati a Petropavlovsk, capoluogo della Kamciatka, nell’Estremo Oriente
russo, e stanno complessivamente bene. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
**********
“Sono vivi e stanno
bene. Sono chiaramente affaticati”. Una speciale equipe medica di rianimazione
li terrà sotto controllo all’ospedale di Petropavlovsk Kamchatskij. Uno dei 7
membri dell’equipaggio, il capitano Vjaceslav Milashevskij, potrà così presto
riabbracciare le sue due gemelline di 23 mesi. La notizia della riemersione del
mini-sottomarino è giunta alle 7,25 ora di Mosca, le 5,25 del mattino in
Italia. Decisivo è stato l’intervento di una speciale apparecchiatura
britannica, lo Scorpion, che, in poco più di 5 ore, ha tagliato i cavi della
rete in cui era finito il batiscafo a 190 metri di profondità. L’ultima
difficoltà è stata poi rappresentata da alcuni cavi a prua. Successivamente,
nell’arco di una decina di minuti, alle 7,15 l’AS-28 è riemerso con una procedura
di emergenza. L’equipaggio sarebbe poi uscito da solo dall’imbarcazione senza
bisogno di aiuto. Il mini-sommergibile è stato, quindi, issato a bordo di una
nave d’appoggio. “Grazie ai colleghi stranieri – è stato il primo commento
dell’ammiraglio Vladimir Pepeljaiev - la cooperazione russa ed internazionale
ha avuto successo”. All’operazione di soccorso era presente il ministro della
Difesa, Serghej Ivanov, giunto d’urgenza. Grande soddisfazione anche a Mosca.
L’incubo del Kursk, il cui tragico quinto anniversario cade tra qualche giorno,
è stato vinto.
Da
Mosca, per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.
**********
Sono 13 le persone morte, 3 i dispersi e 23 i superstiti
della sciagura dell’Atr 72 avvenuta ieri a largo delle coste palermitane. Per la
quale anche il Papa ha pregato all’Angelus di questa mattina. Intanto, la
guardia costiera di Palermo sta tentando di rimorchiare il relitto in porto. Il
servizio di Giampiero Guadagni:
**********
Un’avaria al motore. Per questo
motivo il comandante dell’ATR 72 della Tuninter aveva chiesto alla torre di
controllo dell’aeroporto di Punta Raisi di poter effettuare un atterraggio
d’emergenza. Poco dopo, erano le 15.40, il comandante ha comunicato che il
velivolo stava ammarando a 13 miglia dalle coste palermitane. Immediati i
soccorsi. I feriti, alcuni gravi, sono stati ricoverati negli ospedali
cittadini. “Siamo vivi per miracolo”, hanno detto visibilmente scossi i
superstiti del disastro, che per salvarsi si sono aggrappati alle carlinghe e
alle ali del velivolo. La procura di Palermo ha aperto un’inchiesta. L’ENAC,
l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, ha reso noto che l’ATR ammarato era
stato ispezionato otto volte, l’ultima il 25 marzo scorso, senza che
emergessero problemi.
Per la Radio Vaticana, Giampiero
Guadagni.
**********
Il governo della Zambia ha
estradato verso il Regno Unito Haroon Rashid Aswad, il presunto organizzatore
delle stragi del 7 luglio scorso. Lo ha annunciato un alto funzionario del
Ministero dell'interno del Paese africano, specificando che l’uomo è a bordo di
un aereo diretto nel Regno Unito. Intanto, a Londra, è stato incriminato Yassin Hassan Omar,
uno dei 4 arrestati per i falliti attentati del 21 luglio. Le accuse per lui
sono: cospirazione a fine di omicidio, tentato omicidio e reati collegati al
possesso illegale di esplosivi.
La polizia finlandese è in stato
di allerta per i Campionati Mondiali di atletica in corso a Helsinki. Ieri, in
serata, sono stati chiusi temporaneamente due porti della città in seguito alla
segnalazione di un camion sospetto, a bordo di un traghetto, in arrivo
dall’Estonia. Dopo oltre tre ore e mezzo, i porti sono stati, tuttavia,
riaperti, avendo i controlli dato esito negativo.
La
polizia irachena ha aperto il fuoco su una folla di manifestanti scesi in
piazza a Samawa, a sud di Baghdad, per protestare contro l’inefficienza dei
servizi pubblici. Secondo testimoni oculari, almeno otto civili sarebbero stati
colpiti e uno di essi sarebbe morto. A Baghdad, intanto, due funzionari del Ministero del
petrolio, sono stati uccisi in un agguato e almeno 5 persone sono morte per lo
scoppio di un’autobomba a Tikrit. Infine, è stato reso noto che due soldati americani sono rimasti
uccisi, ieri, nei pressi di Samarra per l’esplosione di una bomba al passaggio
del loro veicolo.
Il ritiro israeliano da Gaza
inizierà fra dieci giorni con lo sgombero di tre insediamenti isolati. Questa
la proposta presentata dal premier Ariel Sharon durante la seduta del Consiglio
dei ministri che, secondo la radio militare, gode di un forte sostegno fra i
ministri. Sharon ha inoltre espresso il timore che dopo la strage di passeggeri
arabi, commessa giovedì scorso da un soldato israeliano, “potrebbero avvenire
altri casi del genere”. Intanto, almeno due coloni israeliani sono rimasti
feriti dai colpi di arma da fuoco esplosi da un individuo che li attendeva
all’esterno di un insediamento in Cisgiordania.
I colloqui a sei sul disarmo
nucleare della Corea del Nord, che hanno riunito da 13 giorni a Pechino oltre
alle due Coree anche Stati Uniti, Russia, Cina e Giappone, sono stati
ufficialmente sospesi per tre settimane. In questo quadro, la Corea del Nord ha
ribadito la necessità di costruire armi nucleari, perchè gli Stati Uniti
rappresentano una minaccia. Il nostro servizio:
**********
“Noi
fabbrichiamo armi nucleari perché gli Stati Uniti minacciano di attaccarci con
armi nucleari”. È questa la dichiarazione che fa da sfondo al fallimento dei
colloqui di Pechino. Ad affermarlo è stato il capo negoziatore nord coreano,
Kim Kye-gwan, aggiungendo che è viva la speranza che Stati Uniti cambino
politica. La Corea del Nord, insomma, rivendica il diritto di mantenere il suo
programma nucleare, che afferma essere unicamente civile. Gli Stati Uniti,
invece, vogliono che Pyongyang abbandoni ogni progetto in materia, sia militare
che civile. In cambio, era stato definito anche un piano di aiuti, tuttavia,
secondo indiscrezioni, le divergenze sono forti anche sui tempi della
soluzione: i nord coreani chiedono che i promessi aiuti finanziari vengano
forniti contemporaneamente alla loro rinuncia al nucleare militare. Gli Stati
Uniti e il Giappone sostengono invece che gli aiuti potranno arrivare solo dopo
che il disarmo sia stato verificato. Comunque sia, il mancato raggiungimento di
un accordo su una dichiarazione comune porterà i negoziatori nelle rispettive
capitali. Il fallimento di questa sessione di colloqui, si era detto nei giorni
scorsi, spingerebbe gli Stati Uniti ad investire della questione il consiglio
di sicurezza dell’ONU. Un atto questo che, secondo Pyongyang, equivarrebbe ad
una “dichiarazione di guerra”.
**********
L’Iran riprenderà le attività di
riconversione dell’uranio, subito dopo che gli ispettori dell’Agenzia
internazionale per l’energia atomica (AIEA) avranno installato degli apparecchi
di sorveglianza nell’impianto contestato. Lo hanno riferito fonti ufficiali del
Ministero degli esteri, specificando che il Paese non si preoccupa di quanto
potranno decidere i governatori dell’AIEA.
Dopo due giorni di discussioni,
India e Pakistan hanno si sono accordati per avvertirsi vicendevolmente,
attraverso una linea rossa fra i due Ministeri degli esteri, in caso di test
missilistici nucleari. Lo annuncia un comunicato emesso a New Delhi da entrambi
i Paesi, specificando che la linea di comunicazione sarà attivata a partire dal
prossimo mese di settembre. Tali misure costituiscono un momento importante del
processo di pace tra i due Paesi, avviato nel 2004.
L’accordo di pace
di Nairobi, che in gennaio ha posto fine ad oltre 20 anni di guerra civile in
Sudan, sarà rispettato alla lettera. Così ieri il presidente sudanese, Omar
Beshir, nel corso dei funerali del vicepresidente John Garang, leader del
movimento di liberazione del popolo del Sudan (SPLM). Beshir si è impegnato
inoltre a pubblicare i risultati dell’inchiesta sul misterioso incidente di
elicottero in cui è morto Garang.
Il Consiglio militare per la
giustizia e la democrazia (CMJD), al potere in Mauritania, ha adottato una
carta costituzionale che definisce l’organizzazione e il funzionamento dei vari
poteri, dopo il colpo di stato di pochi giorni fa. Il testo contiene 11
articoli e proclama l’impegno del Consiglio militare “a rispettare tutti gli
impegni internazionali dello Stato, i principi consacrati dalla Dichiarazione
universale dei diritti umani, dalle Nazioni Unite e dalle altre organizzazioni,
come Lega Araba e Unione Africana. Il Parlamento eletto nell’ottobre 2003 cessa
le sue funzioni e il potere esecutivo “viene esercitato dal presidente del
Consiglio militare” al quale viene anche riservata la nomina del primo ministro
e dei membri del governo di transizione.
I sette astronauti dello
shuttle Discovery sono giunti all’ultimo giorno della loro missione spaziale.
La navicella ieri si è staccata dalla Stazione spaziale internazionale IISS per
fare ritorno sulla Terra. L’equipaggio ha provato i sistemi di volo dello
shuttle e hanno simulato su un computer portatile la manovra di atterraggio. Si
è trattato di un test dello shuttle, risultato positivo, in vista della manovra
di atterraggio, quella vera, prevista per domani mattina in Florida alle 10:46
ora italiana.
=======ooo=======