RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 273 - Testo della trasmissione di mercoledì 29 settembre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

La bellezza non sia fine a se stessa: in Gesù è unita alla giustizia per liberare il mondo dalla maledizione e dalle brutture del peccato: così il Papa oggi all’udienza generale.

 

Tutti devono sentirsi coinvolti nella lotta contro l’Aids,in particolare in Africa, un dramma che si presenta anche come una “patologia dello spirito”. Lo scrive Giovanni Paolo II nel messaggio per la Giornata mondiale del malato, il prossimo 11 febbraio in Camerun.

 

“I mezzi di comunicazione al servizio della comprensione tra i popoli” è il tema scelto dal Papa per la prossima Giornata delle comunicazioni sociali

 

Il cardinale Joseph Ratzinger ha celebrato ieri sera nella Basilica Vaticana la Messa in suffragio di Paolo VI e Giovanni Paolo I

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Il sorriso della libertà: le due Simone finalmente a casa. La gioia del Papa. Ai nostri microfoni mons. Shlemon Warduni, padre Justo Lacunza e padre Federico Lombardi

 

La schiavitù esiste ancora: se ne è parlato in un convegno a Roma. Interviste con Lucio Babolin e Carla Valeri

 

Oggi festa alla Radio Vaticana nel giorno dell’Arcangelo Gabriele, patrono della nostra emittente

 

CHIESA E SOCIETA’:

Appello dei vescovi dell’Ecuador ai grandi gruppi finanziari del Paese

 

Sempre più preoccupante in Somalia la crisi alimentare

 

Pubblicato ieri dalla Banca Mondiale il Rapporto sullo sviluppo planetario del 2005

Oltre 15 bambini di strada uccisi nella Repubblica Democratica del Congo

 

La piazza più famosa di Pechino, Piazza Tiananmen, resterà chiusa al pubblico il prossimo 1° ottobre, in occasione della festa nazionale cinese

 

Dal 28 ottobre all’8 novembre prossimi Genova sarà capitale della scienza

 

Aggrediti e picchiati a Hebron, nei pressi di un insediamento israeliano, due giovani volontari del Christian Peacemakers Team , che accompagnavano a scuola un gruppo di bambini palestinesi

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq uomini armati hanno ucciso, a Bassora, cinque agenti di sicurezza e a Mossul il presidente iracheno dell’Ong internazionale ‘World Vision’

 

Morti tre palestinesi per un raid dell’esercito israeliano nella striscia di Gaza. A Netzarim un bambino palestinese di 13 anni è rimasto ucciso nel corso di violenti scontri

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

29 settembre 2004

 

 

LA BELLEZZA NON SIA FINE A SE STESSA:

IN GESU’ E’ UNITA ALLA GIUSTIZIA PER LIBERARE IL MONDO DALLA MALEDIZIONE

E DALLE BRUTTURE DEL PECCATO: COSI’ IL PAPA OGGI ALL’UDIENZA GENERALE.

E NELL’ODIERNA FESTA DEI SANTI ARCANGELI GIOVANNI PAOLO II INVITA I FEDELI: “SENTITE ACCANTO A VOI LA PRESENZA DEGLI ANGELI

E LASCIATEVI GUIDARE DA LORO”

 

“In un mondo segnato spesso da bruttezze e brutture”, la bellezza e la giustizia di Gesù vengono a portare la speranza di un’umanità liberata dalla maledizione. Questo in sintesi il messaggio lanciato oggi dal Papa durante l’udienza generale in Piazza San Pietro, al suo rientro in Vaticano dalla residenza di Castel Gandolfo al termine del riposo estivo. Giovanni Paolo II, prendendo spunto dall’odierna festa dei Santi Arcangeli ha poi invitato tutti a sentire accanto a sé la presenza degli Angeli e a lasciarsi guidare da loro. Oltre 20 mila i pellegrini presenti all’udienza. Il servizio di Sergio Centofanti:

 

*********

Il Papa proseguendo la catechesi sulla Liturgia dei Vespri ha incentrato la sua riflessione sul Salmo 44, un cantico per le nozze del Re che celebra la bellezza e la giustizia del sovrano. La tradizione cristiana identifica in questo Re Cristo stesso, raffigurato “in forma di uomo perfetto e affascinante”. Giovanni Paolo II ha sottolineato il fatto che “in un mondo spesso segnato da bruttezze e brutture questa immagine è un invito a ritrovare” la via della bellezza “nella fede, nella teologia e nella vita sociale per ascendere alla bellezza divina”.

 

“La bellezza, però - ha aggiunto - non è fine a se stessa”, ma si incontra con la giustizia. “Infatti, il sovrano - dice il Salmo - avanza, per la verità, la mitezza e la giustizia”:

 

 “La bellezza si deve coniugare con la bontà e la santità di vita così da far risplendere nel mondo il volto luminoso di Dio buono, mirabile e giusto”.

 

Di fronte ad una umanità macchiata dal peccato e dal male dunque – continua il Pontefice - “la persona di Cristo rappresenta una sfida, quella di cercarlo continuamente sulle vie della fede e di rendersi simili a Lui”. E la bellezza della giustizia di Cristo sta proprio nella sua misericordia: Gesù – diceva San Giovanni Crisostomo - si è fatto maledizione per liberare l’umanità dalle maledizioni: è divenuto Lui stesso maledizione per ricolmarci di benedizione.

 

Dopo la catechesi il Papa ha salutato i vari  gruppi presenti in Piazza San Pietro: tra questi il movimento polacco di Solidarnosc che – ha detto – ha aperto “le porte della libertà in molti Paesi d’Europa”:

 

“Mi rallegro perché lo spirito di Solidarnosc continua ad unire nella nostra Patria così tante persone. Auspico che questo sano spirito penetri anche l’Europa unita”.

 

Alla fine dell’udienza il Papa ricordando l'odierna festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele e quella imminente dei santi Angeli Custodi, ha invitato tutti “a pensare alla premura con cui Dio si occupa di ogni persona umana”:

 

“Sentite accanto a voi la presenza degli Angeli e lasciatevi guidare da loro”.

***********

 

 

TUTTI DEVONO SENTIRSI COINVOLTI NELLA LOTTA CONTRO L’AIDS,

 UN DRAMMA CHE SI PRESENTA ANCHE COME UNA “PATOLOGIA DELLO SPIRITO”.

COSI’ GIOVANNI PAOLO II NEL MESSAGGIO PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO,

IL PROSSIMO 11 FEBBRAIO IN CAMERUN. NUOVO APPELLO DEL PAPA PER L’AFRICA,

SCONVOLTO DAL “FLAGELLO DELL’AIDS” E DALLE GUERRE

- A cura di Barbara Castelli -

 

“In Cristo sta la speranza della vera e piena salute, la salvezza che Egli porta è la vera risposta agli interrogativi ultimi dell’uomo. Non c’è contraddizione fra salute terrena e salute eterna, dal momento che il Signore è morto per la salute integrale dell’uomo e di tutti gli uomini”. Questa, in sintesi, la riflessione che Giovanni Paolo II offre nel messaggio per la Giornata Mondiale del Malato, che verrà celebrata il prossimo 11 febbraio presso il Santuario di Maria Regina degli Apostoli, a Yaoundé, in Camerun. “In realtà, l’essere umano non aspira ad un benessere solo fisico o spirituale – si legge nel documento – ma ad una “salute” che s’esprima in un’armonia totale con Dio, con se stesso e con l’umanità. A questo traguardo si giunge soltanto attraverso il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo”.

 

Nel messaggio l’attenzione del Papa si focalizza soprattutto sull’Africa, un continente “dotato di immense risorse umane, culturali e religiose”, ma afflitto “anche da indicibili sofferenze”. Nelle parole del Pontefice, l’Africa assume le fattezze di “quell’uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico” e che derubato e percosso dai briganti resta in strada “mezzo morto”. “L’Africa - scrive Giovanni Paolo II - è un continente in cui innumerevoli esseri umani - uomini e donne, bambini e giovani - sono distesi, in qualche modo, sul bordo della strada, malati, feriti, impotenti, emarginati e abbandonati. Essi hanno un bisogno estremo di buoni Samaritani che vengano loro in aiuto”.

 

La Giornata Mondiale del Malato dovrebbe essere l’occasione per riscoprire il significato profondo della nozione di salute, intesa come “una situazione di armonia dell’essere umano con se stesso e col mondo che lo circonda”. Proprio in questa prospettiva, il Papa non può che constatare che in Africa quest’armonia “è oggi fortemente turbata”. “Tante malattie devastano il Continente – sottolinea – e fra tutte in particolare il flagello dell’AIDS”. “I conflitti e le guerre che travagliano non poche regioni africane – aggiunge il Pontefice nel messaggio – rendono più difficili gli interventi volti a prevenire e curare queste malattie. Nei campi dei profughi e dei rifugiati giacciono spesso persone prive persino dei viveri indispensabili per la sopravvivenza”. Invitando tutti, governanti e autorità civili, a non risparmiare nessuna energia per arginare “il dolore e la morte” legate al virus dell’HIV, il Papa ricorda che per combatterlo in modo responsabile “occorre accrescerne la prevenzione mediante l’educazione al rispetto del valore sacro della vita e la formazione alla pratica corretta della sessualità”. In effetti, insiste, “se molte sono le infezioni da contagio attraverso il sangue, specialmente nel corso della gestazione, ben più numerose sono quelle che avvengono per via sessuale, e che possono essere evitate soprattutto mediante una condotta responsabile e l’osservanza della virtù della castità”. Soddisfazione è stata, inoltre, espressa per l’opera instancabile degli operatori pastorali, degli uomini di scienza e delle industrie farmaceutiche, che si impegnano a tenere bassi i costi dei medicinali utili nella cura dell’AIDS.

 

“L’annuale celebrazione della Giornata Mondiale del Malato - conclude il Papa - offre a tutti la possibilità di comprendere meglio l’importanza della pastorale della salute”. E’ proprio nel momento della malattia, infatti, che “si pone con più urgenza il bisogno di trovare risposte adeguate alle questioni ultime riguardanti la vita dell’uomo: le questioni sul senso del dolore, della sofferenza e della stessa morte, considerata non soltanto come un enigma con cui faticosamente confrontarsi, ma come mistero in cui Cristo incorpora a Sé la nostra esistenza, aprendola ad una nuova e definitiva nascita per la vita che mai più finirà”.

 

 

“i mezzi di comunicazione al servizio della comprensione tra i popoli”

e’ il tema scelto dal papa

per la prossima giornata delle comunicazioni sociali

 

“I mezzi di comunicazione al servizio della comprensione tra i popoli”, questo il tema della prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che si celebrerà l’8 maggio. L’annuncio è stato dato oggi in occasione della festa degli arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele patroni di quanti lavorano nelle radio. “Il tema scelto dal Santo Padre - ha spiegato l’arcivescovo mons. John Patrick Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali - riflette il suo desiderio che i media contribuiscano ad un dialogo autentico e ad una reciproca conoscenza tra i popoli, conducendo alla comprensione, alla giustizia e ad una pace duratura”. La Giornata delle comunicazioni sociali è l’unica celebrazione mondiale voluta direttamente dal Concilio Vaticano II con il decreto “Inter Mirifica”.

 

 

IL CARDINALE JOSEPH RATZINGER HA CELEBRATO IERI SERA NELLA BASILICA VATICANA LA MESSA IN SUFFRAGIO DI PAOLO VI E GIOVANNI PAOLO I

 

“Il primato di Pietro non è un esercizio di potere ma è portare il peso degli altri, è responsabilità dell’amore”. Con queste parole il cardinale Joseph Ratzinger, decano del collegio cardinalizio, ha reso omaggio alle figure di Paolo VI e Giovanni Paolo I nell’omelia della Messa di suffragio celebrata ieri presso l’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana, come ascoltiamo nel servizio di Ignazio Ingrao:

 

**********

“I Sommi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo I hanno “con coraggio apostolico” confermato i loro fratelli: in un tempo dove vediamo come Satana ‘vaglia come il grano’ i discepoli di Cristo, la fede imperturbabile dei Papi fu visibilmente la roccia sulla quale sta la Chiesa”.

 

Il decano del collegio cardinalizio ha tracciato così il ritratto spirituale di papa Montini e Papa Luciani nell’omelia della Messa di suffragio. “L’amore di Cristo - ha proseguito il cardinale Ratzinger - è amore per i poveri, per i sofferenti. Sappiamo bene come i nostri Papi erano impegnati con forza contro l’ingiustizia, per i diritti degli oppressi, quelli senza potere”. L’amore, di Cristo, ha sottolineato ancora il porporato, non è una cosa individualistica, soltanto spirituale, concerne la carne, concerne il mondo e deve trasformare il mondo.

 

Prendendo spunto dalla liturgia di suffragio, il cardinale si è poi soffermato sul significato del ministero petrino. “Amore e verità – ha detto il cardinale, appaiono come i due poli della missione affidata ai successori di Pietro”. Ascoltiamo ancora le sue parole:

 

“Presiedere nella carità è innanzitutto precedere ‘nell’amore di Cristo’. Pascere il gregge di Cristo ed amare il Signore sono la stessa cosa. E’ l’amore di Cristo, che guida le pecore sulla retta strada e costruisce la Chiesa”.

 

Ma l’amore, ha proseguito il porporato, sarebbe cieco senza la verità. Perciò colui che deve precedere nell’amore riceve una promessa dal Signore: Cristo prega per la fede di Pietro e su questa preghiera è basata la missione dell’apostolo. La preghiera di Gesù, ha concluso il cardinale Ratzinger, è dunque il fondamento sicuro della funzione di Pietro per tutti i secoli.

**********

 

 

NOMINE

 

Il Santo Padre ha nominato arcivescovo metropolita di Marin in Brasile mons. Anuar Battisti, finora vescovo di Toledo.

 

In India il Papa ha nominato ausiliare dell’arcidiocesi di Ranchi mons. Vincent Barwa, finora vescovo di Purnea.

 

=======ooo=======

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

“Libere” è il titolo di apertura della prima pagina in riferimento alla liberazione di Simona Torretta e di Simona Pari dopo 22 giorni di prigionia. Iraq: uno spiraglio nel dramma degli ostaggi ancora nelle mani dei gruppi estremistici: almeno undici persone rilasciate nel giro di 24 ore. La catechesi del Papa sul Salmo 44, 2-10 dei Vespri di lunedì 2° settimana, tenuta all’Udienza generale in Piazza San Pietro La Santa Messa celebrata a nome del Santo Padre dal Cardinale Joseph Ratzinger in suffragio dei Pontefici defunti Paolo VI e Giovanni Paolo I.

 

Nelle pagine vaticane, il messaggio di Giovanni Paolo II per la XIII Giornata Mondiale del Malato che si celebrerà nel 2005 a Yaounde’, in Camerun. L’omelia del Cardinale Giovanni Battista Re al Santuario della Madonna del Tirano nel centenario dell’apparizione.

 

Nelle pagine estere, Sudan: Incontro tra UE ed ONU per intensificare l’azione internazionale del Darfur. Medio Oriente: raid israeliano provoca vittime in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Franco Patruno sul volume che raccoglie le poesie giovanili di Karol Wojtyla

 

Nelle pagine italiane, i temi delle riforme, della giustizia e della finanziaria.

 

 

=======ooo=======

 

 

 

OGGI IN PRIMO PIANO

29 settembre 2004

 

LA GIOIA DEL PAPA PER IL RILASCIO DELLE DUE VOLONTARIE ITALIANE.

 NELLE PRIME DICHIARAZIONI DI SIMONA TORRETTA

LA VOLONTA’ DI NON DIMENTICARE LA DRAMMATICA REALTA’ DELL’IRAQ.

DA PARTE DEL GOVERNO LA SMENTITA DEL PAGAMENTO DI UN RISCATTO.

DICHIARAZIONI INCORAGGIANTI PER I DUE GIORNALISTI FRANCESI

- Ai nostri microfoni con mons. Shlemon Warduni, padre Justo Lacunza e

padre Federico Lombardi -

 

Il Papa ha appreso con grande gioia la notizia della liberazione delle due volontarie italiane. Il suo pensiero è andato anche alle famiglie e con esse e con tutte le persone di buona volontà ringrazia Dio per questo gesto di umanità. Nelle dichiarazioni delle due Simone, giunte in tarda serata all’aeroporto romano di Ciampino, dove sono state riabbracciate dai familiari per poi essere ascoltate poco dopo in Procura, c’è la notizia di un solo trasferimento nel periodo del sequestro, la conferma che sono state trattate bene e poi un’affermazione: i rapitori ci hanno chiesto perdono. Il servizio di Fausta Speranza:         

**********

''Non mollerò il mio lavoro, magari ci saranno sviluppi diversi''. Lo ha annunciato Simona Torretta, riconoscendo di essere stordita e stanca e non in grado di fare programmi ma ricordando le sofferenze del popolo iracheno. C’è attesa per testimonianze complete da parte delle due Simone, mentre per il momento di nuovo, dopo le dichiarazioni del mondo politico di ieri, c’è la smentita ufficiale e senza ambiguità del ministro degli esteri Frattini del pagamento di un riscatto. Contraddice quanto riportato dal quotidiano kuwaitiano Al-Rai Al-Amm che ha avuto una parte nell’anticipare le buone condizioni delle due rapite e poi nell’annunciare il prossimo rilascio. Dà per scontato il pagamento di  1 milione di dollari, parlando di una prima richiesta di 5 milioni.  Da parte sua, Scelli, commissario della Croce Rossa, afferma che parlare di riscatto è un attentato alla vita di 25 persone che stanno curando 300  persone al giorno in Iraq. Scelli spiega che il rilascio delle giovani è avvenuto anche a fronte dell'impegno di restare nel Paese e potenziare le attività. Berlusconi ha ringraziato l’opposizione per la collaborazione e ha parlato di altri temi sui quali rivivere l’unità nazionale. Secondo il capogruppo DS,alla Camera, Violante, dopo la fase di contentezza “resta da affrontare i problemi più duri'' e c’è da valutare il senso della permanenza italiana in Iraq. Il presidente della Repubblica Ciampi, dopo la prima espressione di gioia di ieri, questa mattina sottolinea che “l'unità di intenti e la sincera condivisione dei valori fondamentali da parte di tutte le forze sociali devono continuare a sostenere l'attenzione degli apparati dello Stato nei nuovi scenari imposti dal terrorismo internazionale”.

 

Alla vicenda ha dato risalto la stampa mondiale. Il premier Blair ha parlato di segno incoraggiante, mentre resta l’angoscia per il britannico sequestrato. E sul filo della speranza riferiamo che i due giornalisti francesi potrebbero essere liberati presto secondo un negoziatore francese che definisce un affare concluso l’accordo in questo senso. 

**********

        

Tra contentezza e speranza, mons. Slhemon Warduni vescovo ausiliare di Baghdad, raggiunto telefonicamente da Giada Aquilino, esprime la preoccupazione per quanto riguarda l’Iraq:

 

**********

R. - La liberazione di questi ostaggi è una grande gioia per tutti quanti. Le preghiere dei bambini sono veramente arrivate e le hanno salvate.

 

D. – Ora il pensiero della Chiesa irachena a chi va?

 

R. – Continuiamo ora a pregare affinché vengano liberati tutti gli ostaggi, che sono ancora decine e decine di persone e che sono state sequestrate per ragioni politiche od economiche, con lo scopo di ricevere un riscatto. Preghiamo, poi, ovviamente, per il raggiungimento della pace in Iraq.

**********

 

Sollievo e gioia per il rilascio delle due italiane e dei due collaboratori iracheni sono espressi prima di ogni considerazione anche da padre Justo Lacunza, presidente del Pontificio Consiglio di Studi Arabi e di Islamistica, al quale Fausta Speranza ha chiesto, in particolare, di dar voce al mondo musulmano, ipotizzando il suo punto di vista:

 

**********

R. - Questo mondo islamico è scombussolato dal tentativo di alcuni gruppi e di alcuni dei suoi membri, che hanno profanato il nome dell’islam, che hanno profanato il nome di Dio, e che hanno commesso e continuano a commettere dei crimini orrendi nel nome di una religione, di una fede. E questo è un sentimento di amarezza per moltissimi milioni di musulmani che credono che la fede sia anche la capacità di vivere insieme con gli altri, in armonia con gli altri. C’è un sentimento, dunque, da parte delle popolazioni musulmane, di essere non soltanto in mezzo alla voragine dei conflitti, della guerra, della violenza, ma anche della povertà, del disagio, dell’immigrazione, della persecuzione in molti casi e della sofferenza per le loro famiglie e per i loro figli e che non vedono, per così dire, la fine di questo tunnel. Ci sono molte voci che vengono dai singoli musulmani, uomini e donne, bambini e anziani, dalle istituzioni che vogliono allargare i ponti, che vogliono continuare questo dialogo, che vogliono continuare a vivere nell’armonia di un dialogo di vita.  

 

D. – Padre Lacunza per queste due donne si è mobilitata la popolazione irachena ed è stata una prima assoluta. Poi ci sono state tutte le manifestazioni del mondo musulmano. Quale segno lascerà questo rilascio?

 

R. – Io cerco di mettermi nei panni di un iracheno che vive a Bassora, a Baghdad, in mezzo all’incertezza, alle paure, alla mancanza di cibo, alla mancanza di scuole, di medicine e alla mancanza di elettricità. Cerco di mettermi nei suoi panni, in una situazione nella quale non vedo esattamente quello che accadrà nel pomeriggio, nella sera. Evidentemente provo un sentimento di impotenza, un sentimento di dolore, un sentimento di amarezza. E penso ai bambini e ai ragazzi nel cortile della scuola, al dispensario dell’ospedale, che adesso non vedranno più l’opera di queste due Simone. Oltre evidentemente alla letizia, al giubilo e alla gioia di vedere liberare due donne che hanno consacrato la loro vita ad un lavoro umanitario, nasce evidentemente anche questo senso di impotenza di vedere il conflitto, di vedere la guerra, di vedere il dolore e la sofferenza a portata di mano.

**********

 

Per una riflessione ad ampio raggio ascoltiamo il nostro direttore dei programmi, padre Federico Lombardi:

 

**********

La notizia della liberazione delle due Simone ci ha riempito di gioia, non solo perché è la conclusione positiva di una vicenda che poteva concludersi tragicamente, ma anche perché è un segno di speranza, che ci rianima nell’impegno di servizio generoso per tutti coloro che soffrono per la guerra, la povertà e l’ingiustizia. Abbiamo non solo ammirato le due volontarie rapite, ma soprattutto abbiamo sempre, sinceramente, condiviso i loro ideali e quindi auguriamo loro di tutto cuore di poter riprendere al più presto i loro impegni di servizio, confermando con coraggio la bella testimonianza, con l’autorità che deriva dalla prova subita, e speriamo di potere - anche noi - continuare ad appoggiare le loro nuove battaglie di pace.

 

Allo stesso tempo in questo momento di gioia per la liberazione di alcuni, non possiamo dimenticare le altre innumerevoli vittime dei conflitti e dell’orribile piaga dei sequestri, impiegati come mezzo di pressione politica o di finanziamento. La soddisfazione per due o quattro o dieci vite salvate deve indicare la nostra convinzione profonda della dignità e del valore incommensurabile di ogni singola vita umana ed alimentare, perciò, un impegno incrollabile per la pace, “con le armi della giustizia e dell’amore”, come dice il tema dato dal Papa per la prossima Giornata della pace: “non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”.

**********

 

 

LA SCHIAVITU’ ESISTE ANCORA:

SE NE E’ PARLATO A ROMA IN UN CONVEGNO

PROMOSSO DAL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE COMUNITA’ D’ACCOGLIENZA

- Ai nostri microfoni Lucio Babolin e Carla Valeri -

 

La schiavitù esiste ancora non solo nelle aree più arretrate del mondo, ma anche nella civilissima Europa dove assume aspetti più subdoli ed invisibili. Almeno 27 milioni di persone nel mondo - secondo una recente stima del CNCA, il coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, - sono vittime delle “nuove forme di schiavitù”, tra queste almeno 8,5 milioni sono bambini. Si tratta di crimini odiosi che ci sfiorano quotidianamente spesso senza che ce ne rendiamo pienamente conto, come i piccoli mendicanti ai semafori, le donne costrette a prostituirsi, gli immigrati costretti a lavorare senza alcuna tutela e con remunerazioni infime.

 

In quest’anno, che si avvia a conclusione e che le Nazioni Unite hanno voluto dedicare alla Commemorazione della lotta alla schiavitù, organizzazioni internazionali come l’OIL e l’ACNUR, le ONG e molti enti locali italiani hanno voluto fare il punto sulla situazione riunendosi a convegno a Roma. Ne è emerso un quadro sconcertante in cui - come sottolinea Lucio Babolin, presidente del CNCA - il primo nemico da sconfiggere sono l’indifferenza ed il senso di assuefazione diffusi, che in parte derivano da una sottovalutazione del fenomeno. Il servizio di Stefano Leszczynski.

 

********** 

Il traffico e il commercio di esseri umani è la terza attività più redditizia dopo il traffico di armi e di droga, con guadagni che sfiorano i 12 miliardi di dollari l’anno. A riferirlo sono le Nazioni Unite, in un rapporto aggiornato al 2002. Ma anche i dati diffusi dall’Organizzazione internazionale per il lavoro e dal CNCA, il Coordinamento delle comunità accoglienza in Italia, tracciano un quadro preoccupante per la situazione italiana ed europea. Le vittime sono centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini che, privi di qualsiasi tutela, vengono ridotti in stato di schiavitù o di semi schiavitù, per soddisfare le richieste del mercato del lavoro nero, della prostituzione, della criminalità organizzata. Il commento è di Lucio Babolin, presidente del Coordinamento nazionale delle Comunità d’accoglienza:

 

R. – Il fenomeno della schiavitù non è un fenomeno in fase di superamento, né a livello internazionale e né a livello italiano. E’ eventualmente un fenomeno che si va modificando nelle sue forme di organizzazione e di presentazione anche al cittadino. Il fenomeno, però, è costante sostanzialmente. Se guardiamo a livello internazionale, si parla di oltre 25-26 milioni di persone che vengono dichiarate ufficialmente in situazioni di schiavitù. Ma se guardiamo le tre aree più significative della riduzione di schiavitù per tratta orientata alla prostituzione, per minori indotti o alla prostituzione o allo sfruttamento sessuale o al lavoro, il fenomeno italiano è un fenomeno che mantiene caratteristiche di stabilità dal punto di vista della quantità.

 

Si tratta di fenomeni difficili da quantificare con esattezza, in quanto non del tutto visibili. In Italia si stima che vengano vendute sulle strade alcune migliaia di donne. Sentiamo Carla Valeri dell’Associazione Magliana ’80 di Roma:

 

“I dati che abbiamo, che sono veramente mutevolissimi, ci dicono che ci potrebbero essere in strada circa 6-7 mila persone che si prostituirebbero. Per quello che riguarda Roma stiamo parlando di circa 2000-2500 persone che sono sulle strade cittadine e della provincia”.

 

Ma come contrastare questo commercio di persone? Ancora Lucio Babolin del CNCA:

 

“C’è un problema di consentire nei Paesi di provenienza uno sviluppo, un’attività economica, una possibilità per la gente di avere dei diritti di cittadinanza minimi. Se noi questi glieli neghiamo, è evidente che i flussi aumenteranno. Poi c’è anche da dire che dentro il flusso migratorio se noi non lo intercettiamo, in termini di aumento delle libertà, affidiamo alla illegalità, di fatto, il controllo dei flussi migratori”.

**********

 

 

INFORMARE CON VERITA’ E GIUSTIZIA, PROMUOVERE LA SOLIDARIETA’,

EVANGELIZZARE LA CULTURA: COSI’ IL CARDINALE MARTINO ALLA RADIO VATICANA,

NEL GIORNO DELLA FESTA DI SAN GABRIELE ARCANGELO, PATRONO DELL’EMITTENTE

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

Rendere la Radio Vaticana uno “strumento di solidarietà”, che sappia “evangelizzare la cultura” e fornire una comunicazione “vera e giusta”. Nel giorno della festa di San Gabriele Arcangelo e, tradizionalmente, anche della Radio Vaticana di cui è patrono, il cardinale Renato Martino, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e pace, ha voluto soffermarsi sulle spinte ideali e spirituali connaturate al servizio che svolge la nostra emittente. Il servizio di Alessandro De Carolis:

 

**********

Nell’omelia della Messa presieduta dal porporato nella cappella dell’Annunciazione della Radio, alla presenza del cardinale Roberto Tucci e delle più alte cariche dell’emittente pontificia, il cardinale Martino ha dapprima diretto lo sguardo sulla figura di S. Gabriele, “l’annunciatore per eccellenza delle divine rivelazioni” e colui che accompagna alla visione del volto di Cristo, fonte di “autentica spiritualità” per chi opera alla Radio Vaticana. “Una simile spiritualità – ha osservato il presidente di Giustizia e Pace – vi aiuterà a guardare oltre la storia senza allontanarvene” e “a coltivare un amore appassionato per Dio senza distogliere lo sguardo dai fratelli”. Inoltre, ha aggiunto, “vi permetterà di operare nell’ambito della comunicazione e dell’informazione con una sensibilità rispondente alle esigenze della verità cristiana, un tema cruciale di cui Giovanni Paolo II ci insegna a cogliere i molteplici aspetti”:

 

“Il vostro è un servizio che deve farsi missione; una missione protesa a dare compimento all’urgente necessità di evangelizzare la cultura, a dare piena valorizzazione alla dimensione religiosa della cultura, a quella domanda che proviene dal mistero della vita e rimanda al mistero più grande, quello di Dio”.

 

Prima di concludere, il cardinale Martino – che in apertura di omelia aveva ringraziato la nostra emittente per l’attenzione posta ai lunghi anni del suo ministero a servizio della Santa Sede – ha invitato tutta la Radio Vaticana ad essere strumento di una solidarietà, che nasce da una “comunicazione vera e giusta” e dalla “libera circolazione delle idee”. Esse sono veicolo di giustizia e di amore, in una società dove talvolta i media servono la causa dell’avidità, ignorando “alcuni aspetti della sofferenza umana.

 

Nel momento conviviale seguito alla Messa, i direttori delle diverse sezioni dell’emittente vaticana hanno provveduto, come è consuetudine, ad insignire dipendenti e programmi distintisi per la qualità del loro lavoro. A ricevere il titolo di Commendatore dell’Ordine di San Silvestro Papa sono stati Giovanni Peduto e Marco Guadagnini, rispettivamente in servizio alla Radio dal 1970 e dal 1976, il primo nel Radiogiornale e quindi con l’incarico di seguire l’attività dei dicasteri pontifici, il secondo nei Programmi musicali, dopo alcuni anni trascorsi nella redazione centrale. Per la sezione tecnica, è stato insignito del Cavalierato di San Gregorio Magno Ilio Di Reda, in servizio dal 1975 a Palazzo Pio. Infine, la Direzione dei programmi ha consegnato due menzioni di merito: alla sezione portoghese, autrice di due programmi per l’Europa e uno per l’Africa, e al Web Team, equipe di recente costituzione, incaricata di sviluppare il sito Internet della Radio Vaticana. Tra i risultati di rilievo delle ultime ore, l’inserimento nel sito della Radio dell’informazione in lingua araba. Un traguardo di particolare importanza, in una fase storica delicata come quella attuale.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

CHIESA E SOCIETA’

29 settembre 2004

 

 

APPELLO DEI VESCOVI DELL’ECUADOR AI GRANDI GRUPPI FINANZIARI DEL PAESE.

“RICERCATE UN MODO COSTRUTTIVO PER EVITARE LA CRISI – ESORTANO I PRESULI – POICHE’ SONO SEMPRE I PIU’ DEBOLI A PAGARE LE CONSEGUENZE DI QUESTI SCONTRI”

 

QUITO. = Il presidente della Conferenza episcopale ecuadoriana, mons. Vicente Rodrigo Cisneros Durán, ha lanciato un accorato appello ai grandi gruppi finanziari del Paese affinché dialoghino e si confrontino in modo costruttivo per evitare la crisi. Mons. Cisneros Durán, arcivescovo di Cuenca, ha spiegato che i ripetuti scontri tra le parti potrebbero causare uno stato di tensione che provocherebbe solo disordine e caos. Lo stesso presule, inoltre, si è reso disponibile per una mediazione e ha ufficialmente offerto i suoi uffici per un incontro. “Temo che le conseguenze di questi scontri – ha sottolineato – debbano pagarle ancora una volta i più deboli. Mentre le banche, i diversi settori dell’economia e le istituzioni alzano i toni del confronto, i poveri sono costretti ad assistere e a subire inermi”. Nei giorni scorsi, due emittenti televisive, legate ai principali gruppi bancari, si sono accusate reciprocamente, arrivando anche a denunciare pubblicamente illeciti commessi da alcuni loro esponenti. Il canal Tc Television, del Grupo Isaias, ha puntato il dito contro Teleamazonas, perché anello di una catena guidata dal banchiere Fidel Egas, membro di spicco del Banco del Pichincha, sul quale pende una denuncia di evasione. Immediata la risposta di Teleamazonas, che ha avviato indagini contro un deputato legato al Grupo Isais ed ha reso pubblico un suo presunto reddito milionario. (D.D.)

 

 

SEMPRE PIU’ PREOCCUPANTE IN SOMALIA LA CRISI ALIMENTARE.

AI DANNI DELLA GUERRA, RIFERISCE UN RAPPORTO DELL’ORGANIZZAZIONE

“FAMINE EARLY WARNING SYSTEM NETWORK”, SI AGGIUNGE

ANCHE LA CARENZA DI PIOGGE

 

MOGADISCIO. = La terza peggiore stagione delle piogge in un decennio sta esacerbando una crisi alimentare già grave in diverse zone della Somalia, facendo salire ad oltre un milione il numero di persone dipendenti da aiuti umanitari esterni. È quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’organizzazione “Famine Early Warning System Network”. Il documento riferisce di oltre 220.000 persone in urgente bisogno di assistenza alimentare in quattro zone del Paese africano: Plateau e Nugal Valley, Galgadud, Mudug, le comunità del Lower Juba e la zona occidentale della provincia di Gedo, nel sud. Proprio nei giorni scorsi, il coordinatore per gli Affari umanitari delle Nazioni Unite, Maxwell Gaylard, da Nairobi, in Kenya, ha espresso viva preoccupazione per la situazione in Somalia, riferisce l’agenzia Misna. Se i combattimenti nel sud non cesseranno al più presto, ha detto, il Paese rischia di trovarsi a rivivere la grave crisi alimentare che lo segnò nei primi anni ’90 e che provocò la morte di migliaia di persone per fame. La Somalia sta cercando da anni di uscire dal vortice di violenza e anarchia in cui è precipitata nel 1991, dopo la caduta del regime di Siad Barre. Nelle scorse settimane, tuttavia, da Nairobi è giunto un primo parziale segnale di speranza per la Somalia. E’ stato varato, infatti, il Parlamento di transizione, il primo dopo 13 conferenze di pace fallite. (B.C.)

 

 

INFRASTRUTTURE INADEGUATE, CORRUZIONE DILAGANTE E LEGGI VAGHE

METTONO UN FRENO ALL’ATTIVITA’ DELLE IMPRESE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO.

E’ QUANTO EMERGE DAL RAPPORTO 200% SULLO SVILUPPO,

PRESENTATO IERI DALLA BANCA MONDIALE

 - A cura di Paolo Mastrolilli -

 

**********

WASHINGTON. = La chiave per favorire una crescita economica più veloce e, quindi, ridurre la povertà in tutto il mondo è una strategia in due punti. Da una parte, i Paesi in via di sviluppo devono impegnarsi a ridurre i rischi politici, i costi, le barriere e la competizione. Dall’altra, i ricchi devono eliminare le restrizioni ai commerci ed ai sussidi. E’ la ricetta, questa, contenuta nel Rapporto sullo sviluppo planetario del 2005, pubblicato ieri dalla Banca Mondiale. Secondo il capo economista dell’istituzione finanziaria di Washington, Francois Bourguignon, un buon clima negli investimenti è centrale per la crescita e la riduzione della povertà. Un settore privato vibrante crea posti di lavoro, fornisce i beni e i servizi necessari per migliorare gli standard di vita e contribuisce alle tasse, che servono per gli investimenti pubblici nella sanità, nell’istruzione ed altro. Ma troppo spesso, i governi riducono la dimensione di questi contributi, creando rischi ingiustificati, costi e barriere alla competizione. I problemi principali nei Paesi in via di sviluppo riguardano l’instabilità politica, la mancanza di infrastrutture, l’incertezza del diritto e della proprietà e la corruzione. Dove questi temi sono stati affrontati – come in Cina, in India ed Uganda – gli investimenti sono aumentati e con loro la crescita. Negli altri Paesi, le imprese hanno paura di esporsi e, quindi, tutta la popolazione ne risente. Anche i ricchi hanno, però, la loro responsabilità diretta nel successo delle politiche internazionali per lo sviluppo sostenibile: oltre a dare aiuti, devono eliminare le restrizioni ai commerci, ai sussidi e ad altre distorsioni del mercato, che penalizzano i Paesi poveri, rendono meno competitivi i loro prodotti, frenano gli investimenti e quindi impediscono una crescita sostenibile.

**********

 

 

OLTRE 15 BAMBINI DI STRADA UCCISI NELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO. DIETRO L’ASSASSINIO ALCUNI CERCATORI DI DIAMANTI

 

KINSHASA. = Almeno 15 bambini di strada (19 secondo altre fonti) sono stati uccisi nella città diamantifera di Mbuji Mayi, capitale del Kasai Orientale, nella Repubblica democratica del Congo. Lo hanno riferito fonti giornalistiche locali, citando il ministro degli Affari sociali, Ingele Ifoto. “Sembra che alcuni di loro – ha detto il ministro – abbiano rubato attrezzature ai minatori per organizzare una forza di difesa e poi la situazione sia sfuggita di mano”. I ragazzi sarebbero stati uccisi dai vigilantes delle miniere. Secondo gli abitanti di Mbuji Mayi le vittime potrebbero essere una trentina, mentre il ministro ha confermato un bilancio compreso tra 15 e 19 vittime. Alcuni sarebbero stati colpiti con pietre, altri bruciati. Lo staff locale dell’Unicef, riferisce l’agenzia Misna, ha confermato di aver recuperato i cadaveri di sei bambini. Secondo “La tempesta dei tropici”, un quotidiano di Kinshasa, i ragazzi di strada sono stati oggetto di un attacco di alcuni cercatori di diamanti, che accusano i ragazzi di disturbare le loro attività. Nella ricostruzione del giornale “Le Potentiel”, invece, i bambini di strada avrebbero aggredito per primi i minatori, rubando loro diamanti grezzi lungo il fiume Lubilanji. Nella città di Mbuji Mayi vivono circa 8.000 “enfants de la rue”, che cercano di sopravvivere in un Paese devastato da cinque anni di guerra. Nelle miniere del Kasai i minorenni sono spesso sfruttati come manodopera nelle rischiose attività di estrazione. (B.C.)

 

 

LA PIAZZA PIU’ FAMOSA DI PECHINO, PIAZZA TIANANMEN, RESTERÀ CHIUSA AL PUBBLICO IL PROSSIMO 1° OTTOBRE, IN OCCASIONE DELLA FESTA NAZIONALE CINESE.

UFFICIALMENTE LE AUTORITÀ HANNO DICHIARATO CHE TALE PROVVEDIMENTO

E’ STATO PRESO PER TIMORE DI ATTENTATI TERRORISTICI

 

PECHINO. = Per la prima volta gli abitanti di Pechino non potranno radunarsi in piazza Tiananmen per assistere all’alzabandiera in occasione del 55° anniversario della Fondazione della Repubblica popolare cinese. Solo un migliaio di persone, scelte tra funzionari e uomini di affari, potranno, infatti, accedere alla piazza e seguire la celebrazione. Ufficialmente, le autorità hanno dichiarato che tale decisione è stata presa per timore di attentati terroristici. In realtà, se si escludono i militanti islamici del Movimento del Turkestan, il governo di Pechino non è mai stato oggetto di minacce terroristiche. Gli osservatori delle vicende cinesi attribuiscono, invece, la decisione di chiudere piazza Tiananmen al timore di azioni di protesta, come quella che radunò l’anno scorso nella piazza oltre 200 mila persone. A Pechino resteranno chiusi, inoltre, cinque parchi pubblici. E secondo una tragica consuetudine, nei giorni precedenti la festa nazionale vengono eseguite le condanne a morte: il governo cinese ha giustiziato 36 persone, alcune per rapina, altre per corruzione, altre per omicidio. La Cina mantiene così il triste primato di essere il Paese al mondo con il maggior numero di esecuzioni capitali. (I.I.)

 

 

DAL 28 OTTOBRE ALL’8 NOVEMBRE PROSSIMI GENOVA SARA’ CAPITALE

DELLA SCIENZA. DIVERSE E VARIEGATE LE INIZIATIVE LEGATE AL PROGETTO

- A cura d Dino Frambati -

 

**********

GENOVA. = Genova, capitale quest’anno della cultura, per analogo motivo è stata prescelta per esserlo anche della scienza, dal 28 ottobre all’8 novembre prossimi, quando vi si svolgerà il Festival della scienza, un evento internazionale di altissimo livello culturale che si snoderà attraverso oltre 200 iniziative, mostre scientifiche interattive, fotografiche, laboratori didattici, presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche, installazioni, video-giochi, gare. Tema principale quello dell’esplorazione, attorno al quale, però, ne ruoteranno moltissimi altri, quali i segreti del corpo umano, neuroscienza, biodiversità, potere dell’ambiente, cosmologia, fisica ed altro. Da citare poi la mostra “Meraviglie della scienza”, dove saranno da vedere le realizzazioni di 50 studenti di 25 Paesi. Ci saranno poi 120 conferenze e tavole rotonde, appuntamenti con esponenti di punta della comunità scientifica mondiale. Il ricchissimo calendario prevede perfino spettacoli e una grande curiosa novità: una gara di robot, laboratorio per studenti delle medie inferiori, che daranno prova di abilità costruendo robot capaci di confrontarsi con la realtà e di risolvere un compito loro assegnato.

**********

 

 

 AGGREDITI E PICCHIATI A HEBRON, NEI PRESSI DI UN INSEDIAMENTO ISRAELIANO,

DUE GIOVANI VOLONTARI DEL CHRISTIAN  PEACEMAKERS TEAM ,

CHE ACCOMPAGNAVANO A SCUOLA UN GRUPPO DI BAMBINI PALESTINESI.

 I DUE VOLONTARI RICOVERATI IN OSPEDALE

 

TUWANI. = Se la comunità internazionale gioisce per la liberazione, in Iraq, delle due volontarie italiane, le aggressioni contro membri di organizzazioni di solidarietà continuano ad imperversare nell’area mediorientale. Questa mattina, nella zona sud di Hebron, un ragazzo e una ragazza, volontari del Christian Peacemakers Team (CPT) stavano scortando un gruppetto di bambini del villaggio palestinese di Tuba alla scuola del vicino villaggio di Tuwani quando - lungo il percorso che passa in una zona isolata nei pressi dell'insediamento israeliano di Ma'on - sono stati avvicinati da cinque persone, vestite di nero e col volto coperto. I piccoli sono riusciti a fuggire, anche se una bambina è stata raggiunta da un colpo di catena dietro l'orecchio che le ha provocato una profonda escoriazione. Diversa la sorte dei due volontari, picchiati con catene e bastoni e uno dei due derubato del passaporto e del telefono cellulare. Sul luogo dell'aggressione sono subito intervenuti un'altra volontaria del CPT e un volontario di “Operazione Colomba”, altro organismo di aiuto che opera nell’area, in attesa dell’arrivo della polizia. I due volontari sono stati ricoverati in ospedale, ma in comunicato stampa il CPT ha denunciato il mancato intervento dei soldati israeliani di stanza non lontano dal luogo dell’aggressione, nonostante, si precisa nella nota, i volontari abbiano “l'autorizzazione dell'esercito ad effettuare l'accompagnamento” e la strada non sia “soggetta a restrizioni”. “La polizia e l'esercito – conclude il comunicato - hanno il dovere di tutelare tutta la popolazione compresi gli internazionali, trattandosi di zona sotto completa amministrazione israeliana”. (A.D.C.)

 

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

29 settembre 2004

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

In Iraq cinque agenti dei servizi di sicurezza iracheni sono stati uccisi a Bassora da un gruppo di sequestratori. Lo ha dichiarato il capo dei servizi di intelligence della città precisando che l’agguato è avvenuto ieri mentre gli agenti stavano per riconsegnare alla famiglia un ostaggio “appena liberato dalle mani della banda”. E sempre ieri sconosciuti hanno ucciso a Mossul, nel nord dell’Iraq, il presidente iracheno dell’Ong internazionale ‘World Vision’, Mohammad Hoshyar. A Mossul, l’esplosione di un’autobomba ha anche causato il ferimento di sei soldati americani e di due iracheni. Oggi pomeriggio è intanto previsto in Italia l’arrivo di 15 bambini iracheni gravemente malati. I piccoli pazienti, che atterreranno all’aeroporto di Fiumicino con un aereo della Croce Rossa italiana, saranno smistati in diversi ospedali.

 

Il primo ministro britannico, Tony Blair, ha ribadito oggi che la guerra in Iraq è stata giusta, nonostante il mancato ritrovamento di armi di distruzione di massa da parte dei servizi di intelligence. In un’intervista rilasciata alla ‘Bbc’, il premier ha contestato la tesi dell’illegalità del conflitto avanzata dal segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, aggiungendo che la guerra è stata giustificata dalle violazioni alle risoluzioni dell’Onu.

 

Tre palestinesi, tra i quali due adolescenti, sono morti questa mattina nella striscia di Gaza per un’incursione dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jebaliya. E nei pressi della colonia israeliana di Netzarim è rimasto ucciso, nel corso di violenti scontri, un bambino palestinese di 13 anni. A Nablus i soldati dell’esercito ebraico hanno assassinato, ieri, un presunto militante delle ‘Brigate dei martiri di Al Aqsa’. Sempre ieri è stato liberato, dopo 24 ore di sequestro, il giornalista della rete televisiva Cnn, Riad Ali, rapito lunedì scorso da attivisti palestinesi.

 

Israele prenderà in considerazione “tutte le opzioni” per impedire all’Iran di sviluppare un proprio arsenale nucleare. Lo ha confermato il ministro della Difesa israeliano, Shaul Mofaz, in una intervista pubblicata oggi dal quotidiano ‘Yediot Ahronot’. La preoccupazione sull’attività nucleare di Teheran è cresciuta dopo l’annuncio delle autorità iraniane di aver avviato le procedure di conversione di uranio grezzo in gas, primo passo per la creazione di una bomba atomica.

 

Venti soldati afghani sono morti ed altri quattro sono rimasti feriti in seguito ad un attacco sferrato da oltre 60 talebani nella provincia dell’Afghanistan meridionale di Zabul. A riferirlo è  l’agenzia di stampa Aip precisando che l’agguato è stato condotto contro il quartier generale dell’amministrazione e della sicurezza del distretto di Khak-e-Afghan.

 

Nel sud est della Cecenia, le forze filo-russe stanno circondando, da tre giorni, un numeroso gruppo di guerriglieri. Nelle ultime ore, 23 ribelli e cinque soldati sono morti durante furiosi scontri. Tra i combattenti assediati potrebbe esserci anche Aslan Maskhadov, l’ex presidente della Repubblica caucasica coinvolto, secondo Mosca, nella strage di Beslan. Il capo dell’amministrazione locale, Vakha Magamgaziev, ha dichiarato, infatti, che alcune intercettazioni radio dimostrerebbero che nel gruppo ci sono diversi fedelissimi di Maskhadov. La notizia è stata confermata anche dal vicepremier ceceno, Ramzan Kadyrov.

 

Nello Yemen, due dei sei imputati per l’attentato compiuto contro il cacciatorpediniere statunitense “Cole”, sono stati condannati a morte da un tribunale di Saana. Agli altri quattro incriminati sono state inflitte pene che vanno dai cinque ai dieci anni. L’attacco terroristico, che ha investito lo scorso 12 ottobre del 2002 la nave da guerra americana mentre stava entrando nel porto di Aden, ha causato la morte di 17 persone ed è stato rivendicato da ‘Al Qaeda’.

 

In Spagna la polizia ha arrestato stamani, nel nord del Paese, cinque presunti membri del gruppo separatista basco dell’Eta. Secondo quanto riportato da diversi organi di stampa, i cinque uomini sono sospettati di aiutare i membri dell’organizzazione ad attraversare le frontiere da e per la Spagna. Un portavoce del ministero degli Interni di Madrid non ha rilasciato ulteriori informazioni sulla vicenda. L'Eta ha lanciato la sua campagna terroristica, alla fine degli anni ’60, rivendicando l’indipendenza dei Paesi baschi dalla Spagna.

 

Almeno 45 clandestini nordcoreani si sono rifugiati in Cina all’interno dell’ambasciata canadese a Pechino. Lo ha riferito l’agenzia di stampa sudcoreana ‘Yonhap’. Se il numero degli immigrati verrà confermato, si tratta della fuga più massiccia di rifugiati nordcoreani in una sede diplomatica straniera. Decine di migliaia di nordcoreani, addirittura 300.000 secondo organizzazioni umanitarie sudcoreane e di altri Paesi, sono fuggiti dalla Corea del Nord e  vivono clandestinamente in Cina.

 

Un tifone ha colpito l’isola giapponese di Kyushu provocando la morte di almeno due persone. Il tifone, ribattezzato Meari, ha già flagellato l’arcipelago meridionale di Okinawa con venti e piogge torrenziali. Frane a ripetizione hanno inghiottito case e isolato centinaia di persone.

 

In Nigeria i ribelli hanno minacciato di colpire le compagnie petrolifere ed il loro leader, Asari, fa sapere di essere stato invitato ad Abuja dal presidente Olusegun Obasanjio per negoziare. Ma il portavoce del presidente ha smentito questa notizia. L’insurrezione nell’area del delta del Niger, dove si estraggono gran parte dei 2,5 milioni di barili al giorno che il Paese africano immette sul mercato, sta facendo impennare i prezzi del greggio. La borsa non sembra aver accolto con fiducia, intanto, la proposta saudita di aumentare di 1,5 milioni di barili al giorno. Nonostante l’offerta saudita, il prezzo del petrolio resta, infatti, sopra i 50 dollari al barile.

 

Sventato un tentativo di colpo di Stato in Mauritania. Il ministro dell’Interno, Ould Cherif Ahmed, ha dichiarato che le forze di sicurezza hanno bloccato un vasto piano di destabilizzazione e di sabotaggio finalizzato alla presa del potere nel Paese. Il ministro ha anche precisato che sono stati arrestati molti appartenenti al commando che ha pianificato il tentativo di golpe. Tra le persone fermate ci sono anche quattro ufficiali dell’esercito.

 

In Italia, via libera della Camera alla devolution. L’Aula di Montecitorio, dopo tre giorni di dibattito, ha approvato, infatti, l’articolo 34 del disegno di legge di riforma costituzionale che ridisegna le competenze legislative di Stato e Regioni. Quest’ultime avranno la potestà esclusiva di legiferare su assistenza e organizzazione sanitaria, sull’organizzazione scolastica e sulla definizione della parte dei programmi scolastici e formativi di interesse specifico della Regione. Di competenza regionale anche l’ordinamento della polizia amministrativa regionale e locale e di ogni altra materia non espressamente riservata alla legislazione dello Stato.

 

Più di 120 immigrati sono sbarcati questa mattina a Lampedusa. Sono tutti in buone condizioni di salute e sono già stati trasferiti nel centro di accoglienza temporanea dell’isola. Dalle prime informazioni, risulta che l’imbarcazione sarebbe partita, ieri, dalle coste nordafricane. I clandestini sostengono di provenire dall'Eritrea e dai Territori occupati.

 

 

=======ooo=======