RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 271 - Testo della trasmissione di lunedì 27 settembre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Un coraggio e una fede che non furono spenti dalla “lunga e dura prova” delle persecuzioni naziste e sovietiche: così il Papa ha ricordato l’esperienza del cardinale Kazimiers Swiatek, insignito del premio “Testimone della fede” da parte dell’Istituto “Paolo VI”: con noi Xeniu Toscani

 

Fermezza e attenzione alle persone: è quanto raccomanda il Pontefice alle agenti in prova della polizia penitenziaria femminile. Il Papa ricorda san Vincenzo de’ Paoli che chiedeva un trattamento umano per i carcerati

 

Il Pontificio Consiglio “Cor Unum” invia aiuti a nome del Santo Padre alle popolazioni di Haiti colpite dall’uragano Jeanne

 

Rischi e potenzialità del nucleare al centro dell’intervento di mons. Boccardi alla 48.ma sessione della Conferenza generale dell’Aiea, a Vienna.

 

Si celebra oggi la Giornata Mondiale del Turismo: ai nostri microfoni mons. Piero Monni

 

Tra i nuovi beati che saranno proclamati dal Papa domenica 3 ottobre c’è la mistica tedesca Anna Caterina Emmerick: ha vissuto il mistero della Passione di Cristo portando la pace nel cuore dei sofferenti. Ce ne parla Andrea Ambrosi.

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Concluse a Lille le Settimane Sociali di Francia: tra le proposte per l’Europa figurano la tassazione del commercio delle armi, il partenariato con l’Africa e il servizio civile europeo per i giovani: il commento di Paolo Bustaffa

 

La dimensione missionaria della Chiesa italiana, tra comunione e corresponsabilità. A Montesilvano, il Convegno della CEI dedicato al tema: interviste con mons. Giuseppe Pellegrini e Ivano Lanzafame.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Le Chiese dello Zimbabwe protestano contro un nuovo disegno di legge che limiterebbe l’attività delle ONG nel loro ruolo di denuncia delle violazioni dei diritti umani

 

Aggrediti in India sei missionari della carità di madre Teresa

 

Si svolgerà a Roma, dal 6 al 10 ottobre prossimi, il primo Meeting dei gruppi giovanili che, dopo il Giubileo del 2000, hanno iniziato ad impegnarsi nell’adorazione eucaristica

 

Santa Caterina da Genova dottore della Chiesa: proposta di un Convegno internazionale organizzato dal capoluogo ligure

 

La Chiesa in Cambogia punta sulle moderne tecniche audio-visive come strumento per la propria missione evangelizzatrice

 

Proseguono in Perù le iniziative legate al mese della Bibbia.

 

24 ORE NEL MONDO:

Uccisi 9 iracheni, dei quali se cristiani perché accusati di lavorare per gli americani. Secondo il re Abdallah di Giordania Simona Pari e Simona Torretta sono vive

 

1650 morti, 800 dispersi e 300 mila senzatetto ad Haiti. E’ questo il tragico bilancio delle alluvioni provocate dall’uragano Jeanne che nelle ultime ore ha anche causato sei vittime in Florida.

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

27 settembre 2004

 

 

UN CORAGGIO E UNA FEDE CHE NON FURONO SPENTI

DALLA “LUNGA E DURA PROVA” DELLE PERSECUZIONI NAZISTE E SOVIETICHE:

COSI’ IL PAPA HA RICORDATO L’ESPERIENZA DEL CARDINALE KAZIMIERS SWIATEK,

 INSIGNITO DEL PREMIO “TESTIMONE DELLA FEDE”

DA PARTE DELL’ISTITUTO “PAOLO VI”

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

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Testimone delle fede in un contesto - un campo di lavori forzati - in cui c’era bisogno di una fede “forte e coraggiosa” per sopravvivere agli stenti e alla crudeltà. E Kazimiers Światek, oggi cardinale arcivescovo della diocesi bielorussa di Minsk-Mohilev, fu un esempio di questo eroismo per il Vangelo, nonostante le ingiustizie di cui fu reso vittima durante gli anni della persecuzione sovietica contro la Chiesa cattolica. Giovanni Paolo II ha reso onore alla personalità del cardinale Swiatek, ricevendolo oggi in udienza a Castel Gandolfo insieme ad una delegazione dell’Istituto bresciano “Paolo VI”, che ha insignito il porporato del Premio Fidei testis, “testimone della fede”, in occasione del 25.mo di fondazione dell’Istituto.

 

Nel felicitarsi per l’assegnazione del “prestigioso riconoscimento”, il Papa ha ripercorso le tappe della personale “via crucis” del cardinale Swiatek, ordinato sacerdote poco prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Due anni più tardi, ha ricordato il Pontefice, venne il momento di portare “in prima persona la croce della prigionia, dell’ingiusta condanna, dei campi di lavoro con il loro carico di fatica, freddo, fame”. “'Si poteva sopravvivere solo con la fede'”, così Lei ha confidato - ha detto il Papa, citando le parole del cardinale - E il Signore le ha concesso una fede forte e coraggiosa per superare quella lunga e dura prova, al termine della quale ella è ritornato nella comunità ecclesiale quale testimone ancora più credibile del Vangelo: Fidei testis”. Un titolo, ha osservato Giovanni Paolo II, “più di ogni altro appropriato per un cristiano” e a maggior ragione, ha aggiunto, “lo è per un Pastore insignito della porpora cardinalizia, che negli anni difficili della persecuzione della Chiesa in Europa dell’Est ha dato fedele e coraggiosa testimonianza a Cristo e al suo Vangelo”.

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Il cardinale Swiatek, dunque, è una delle grandi figure ecclesiali dell’est europeo, che hanno sofferto per la fede sotto il comunismo. E l’onorificenza attribuitagli oggi si collega bene con lo studio della Dichiarazione conciliare Dignitatis humanae, pubblicata da Papa Montini nel 1965, al centro del Simposio organizzato nei giorni scorsi a Brescia dall’Istituto “Paolo VI”. Lo conferma il segretario generale dell’organismo di cultura, il professor Xeniu Toscani, intervistato da Giovanni Peduto:

 

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R. – Il tema di questo colloquio è stato “Dignitatis humanae – la libertà religiosa in Paolo VI”. Ora, il cardinale Swiatek è stato un testimone eminente della libertà, del desiderio di libertà religiosa conculcato da chi lo ha incarcerato per vietare l’espressione della sua fede religiosa, della sua attività pastorale. Del resto, l’Istituto “Paolo VI” insignisce personalità di cultura che abbiano una alta ispirazione religiosa così come le loro opere. Siamo alla quinta edizione: nel passato sono stati premiati, tra gli altri, il teologo Hans Urs von Balthasaar, il professor Oscar Cullman - per i suoi studi e scritti nell’ambito dell’ecumenismo – e, ancora, Jean Vanier, nell’ambito della promozione dei diritti umani e dello sviluppo dei popoli.

 

D. – Come e con quali finalità è sorto l’Istituto Paolo VI?

 

R. – L’Istituto Paolo VI è stato fondato dall’Opera per l’Educazione cristiana di Brescia, che è una fondazione di culto e di religione che ha deciso di promuovere la costituzione di questo istituto perché gli studiosi di tutto il mondo potessero trovarvi strumenti idonei per le loro ricerche. In questi 25 anni, l’Istituto ha innanzitutto costituito un archivio per raccogliere la documentazione edita e inedita, fonte primaria di nuovi studi e ricerche sulla figura e l’opera di Paolo VI. Poi ha raccolto una biblioteca specializzata che comprende sia la biblioteca personale di Paolo VI, di Giovanni Battista Montini-Paolo VI, sia i numerosissimi studi pubblicati sulla sua figura e sulla sua attività in questi anni. Promuove infine colloqui internazionali e giornate di studio su temi specifici con invito a studiosi tra i più qualificati di ogni parte del mondo.

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FERMEZZA E ATTENZIONE ALLE PERSONE: E’ QUANTO RACCOMANDA IL PAPA

 ALLE AGENTI IN PROVA DELLA POLIZIA PENITENZIARIA FEMMINILE.

NEL DISCORSO, ANCHE L’AUSPICIO DI UN’AUTENTICA PROMOZIONE DELLA GIUSTIZIA NELLE CARCERI

E IL RICORDO DI SAN VINCENZO DE’ PAOLI,

ATTENTO PROPRIO A  “QUELLA CATEGORIA DI POVERI CHE SONO I FORZATI”

 

Una solida maturità umana, che permetta di coniugare la fermezza con l’attenzione alle persone: è il presupposto per svolgere al meglio la funzione di poliziotto penitenziario. E’ quanto mette in luce il Papa ricevendo agenti in prova del gruppo femminile. Nel suo discorso, anche l’auspicio di un’autentica promozione della giustizia nelle carceri. Presenti il capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Tinebra, alcuni funzionari e mons. Giorgio Caniato, Ispettore Generale dei Cappellani. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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“Giova certamente il vostro essere donne”, sottolinea il Papa spiegando che le qualità propriamente femminili incidono positivamente sul rapporto interumano. E dice di “aver appreso con piacere di risultati incoraggianti” raggiunti dalle agenti durante il corso, grazie a un impegno che definisce encomiabile. Ma il pensiero del Papa va alla condizione attuale delle carceri, perché auspica di cuore che la volontà di autentica promozione della giustizia si attui con successo in ogni settore dell’Amministrazione Penitenziaria italiana. Giovanni Paolo II parla di maturità umana richiesta per tale professione e della necessità della “forza interiore che - spiega -viene dalla preghiera, cioè dall’intima unione con Dio in ogni situazione della vita, anche nelle occupazioni quotidiane”. “Una felice coincidenza” - nota il Papa - è che ricorre oggi la memoria liturgica di san Vincenzo de’ Paoli. Lo definisce “grande santo della carità” ricordando la sua “speciale attenzione per quella categoria di poveri che sono i forzati”. Chiedeva di avere con loro comprensione e di esigere per essi un trattamento umano ricorda – ed era animato dall’amore di Cristo, che nel Vangelo si identifica anche con il carcerato. E il Papa ribadisce che “il valore primario della persona umana dev’essere alla base di ogni etica civile e professionale e della relativa formazione”.

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IL PONTIFICIO CONSIGLIO “COR UNUM” INVIA AIUTI A NOME DEL SANTO PADRE

 ALLE POPOLAZIONI DI HAITI COLPITE DALL’URAGANO JEANNE

 

Anche la Santa Sede si è attivata per gli aiuti umanitari ad Haiti colpita dall’uragano Jeanne che in questi giorni ha causato circa 1650 morti, 800 dispersi e 300 mila senzatetto.  Il Pontificio Consiglio Cor Unum, in contatto con la Conferenza Episcopale haitiana, rispondendo alla necessità manifestata dalla Caritas locale, ha inviato a nome del Santo Padre un aiuto di 100 mila dollari per l’acquisto di generi di prima necessità: acqua potabile, cibo, medicine. In un comunicato del Dicastero si rileva che a Gonaives le acque non hanno risparmiato nemmeno un dispensario per malati di Aids, uccidendo un missionario assieme ai suoi malati. Esattamente quattro mesi fa - ricorda il comunicato - la tremenda inondazione del Rio Soleil aveva messo in ginocchio Haiti e la Repubblica Dominicana. Solo in Haiti la calamità aveva causato oltre 1500 morti. Per questo il Papa aveva inviato sul posto il presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, l’arcivescovo Paul Josef Cordes, dal 22 al 25 giugno, per portare un messaggio di speranza ed un contributo economico per la ricostruzione.

 

 

RISCHI E POTENZIALITA’ DEL NUCLEARE AL CENTRO DELL’INTERVENTO

DI MONS. BOCCARDI ALLA 48.MA SESSIONE DELLA CONFERENZA GENERALE DELL’AIEA,

A VIENNA. TRA LE SFIDE INTERNAZIONALI DA AFFRONTARE - SOTTOLINEA -

QUELLA DEL TERRORISMO “MODERNA FORMA DI BARBARIE”

 

Di fronte alle sfide internazionali, coniugare insieme sicurezza, solidarietà e difesa della vita umana: è l’appello di mons. Leo Boccardi, Osservatore Permanente presso le Organizzazioni internazionali a Vienna, in occasione della 48.ma sessione della Conferenza generale dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica (AIEA), che si è svolta la settimana scorsa. Al centro, i rischi e le potenzialità del nucleare. Il servizio di Fausta Speranza:

 

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Le continue minacce alla pace e alla stabilità che vengono dal proliferare delle armi di distruzione di massa, oltre agli atti di violenza perpetrati in diverse parti del mondo e ai conflitti in corso, interpellano la comunità internazionale. Le continue violazioni della dignità umana e le innocenti vittime del terrorismo chiamano tutti ad affrontare le cause che sono dietro questa “moderna forma di barbarie”. Mons. Boccardi ricorda tali drammatiche sfide sottolineando che “dobbiamo continuare a ritenere il dialogo essenziale per il ristabilimento della pace e della sicurezza”.  Molti i segnali che avvertono sui rischi di una proliferazione nucleare in mano a Paesi interessati a un illecito acquisto di armi di distruzione di massa. Anche qui il richiamo alla comunità internazionale, con il riconoscimento degli sforzi fatti dall’Agenzia AIEA e una precisa indicazione: la necessità di dare più autorità agli ispettori, di fronte alla recente scoperta di un illecito mercato di materiali nucleari, non sottovalutando il rischio – spiega mons. Boccardi – che terroristi abbiano accesso a questi materiali e a questo tipo di tecnologia. 

 

Ricordando che l’Agenzia Internazionale fa fronte a numerosi campi di applicazione dell’energia atomica, l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Organizzazioni internazionali a Vienna sottolinea quanto alcune applicazioni delle tecnologie nucleari possano offrire un contributo per alcuni bisogni dell’uomo in particolare in Paesi in via di sviluppo. Tra gli altri, gli studi per applicazioni a servizio della malnutrizione infantile o per diagnosi e trattamenti di malattie come il cancro. Il numero dei pazienti affetti da tumori - ricorda - cresce in particolare proprio nei Paesi in via di sviluppo più che nei Paesi industrializzati ed è evidente l’importanza della radioterapia e la necessità di potenziare gli studi in questa direzione. Il lavoro dell’Agenzia deve continuare - conclude mons. Boccardi - ma è fondamentale “un’intensa collaborazione tra le Organizzazioni Internazionali e gli stati individuali”. Solo così è pensabile raggiungere significativi risultati nel far fronte alle gravi sfide menzionate.

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SI CELEBRA OGGI LA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO.

IL TEMA PORTANTE DELL’INCONTRO RUOTA ATTORNO A SPORT E TURISMO,

UN BINOMIO CAPACE DI GENERARE COMPRENSIONE E DIALOGO TRA LE GENTI

E RICCHEZZA NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

 

“Sport e turismo: due forze vitali al servizio della reciproca comprensione, della cultura e dello sviluppo dei Paesi”. E’ il titolo dell’odierna Giornata Mondiale del Turismo. Nel messaggio per l’occasione, Giovanni Paolo II invita a considerare il fenomeno turistico non come un evento tra i tanti dell’attività umana, ma come un fenomeno inserito in una concezione unitaria e cristiana dell’uomo e della società. “Di fatto – scrive – molte delle situazioni di violenza in cui l’umanità soffre ai tempi nostri hanno la loro radice nell’incomprensione e anche nel rifiuto dei valori e dell’identità delle culture altrui”. In occasione della Giornata Mondiale del Turismo, l’ingresso ai Musei Vaticani e al Museo Storico Vaticano a San Giovanni in Laterano è gratuito. Ma perché la scelta, per il tema della Giornata, di un binomio così insolito: sport e turismo? Barbara Castelli lo ha chiesto a mons. Piero Monni, Osservatore Permanente della Santa Sede presso l’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT).

 

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R. - Non bisogna dimenticare che nella società contemporanea sport e turismo sono elementi considerati complementari e come i più ambiti per il benessere della persona, questo perché si presentano come strumenti essenziali per uno sviluppo integrale dell’uomo. Si tratta, quindi, di realizzare un cammino di crescita non solo fisica, ma anche spirituale e culturale, in entrambi i casi, come indica il Santo Padre. Non è raro, infatti, che, nonostante la nobiltà degli obiettivi proclamati, vi si insidino molti casi di abuso e deviazione. Lo sport e il turismo si manifestano come fenomeni sociali e culturali ed è per questo che si impone la necessità di un’etica, di una discussione comune sul significato e l’importanza dell’impatto sociale e dei grandi eventi sportivi, senza la ricorrente manipolazione – purtroppo quella che oggi constatiamo – politica e commerciale.

 

D. – Il fenomeno del turismo, può trasformarsi in uno strumento per la diffusione della comprensione tra i popoli, e quindi divenire una via per la pace?

 

R. – Direi che il ruolo sociale di sport e turismo diventa uno strumento essenziale d’incontro, di conoscenza, di comprensione reciproca e di promozione umana, in una società come la nostra sempre più transnazionale e in continua espansione e movimento. Il turismo rappresenta, quindi, un veicolo fondamentale di avvicinamento e dialogo. Promuovere il turismo significa unire gli uomini nel rispetto universale dei diritti e delle libertà fondamentali, senza distinzione di razza, lingua, religione e condizione sociale e personale. Di questo se n’è avuto anche esempio evidente nell’ultimo incontro olimpico di Atene.

 

D. – Il turismo come motore di ricchezza può risolvere anche tante situazioni di miseria nel mondo?

 

R. – Il turismo è, indubbiamente, una valvola per la disoccupazione. Aumentando il turismo, infatti, aumenta il terziario e crescono anche molte industrie collaterali, basti pensare che nel turismo operano 200 milioni di addetti, considerando tutti gli alberghi, le agenzie di viaggio, i ristoranti, gli agriturismo diffusi in tutti i Continenti. C’è poi da considerare che nel 2010 è previsto un miliardo di turisti, il che significa che una fetta così cospicua dell’umanità viaggerà per il mondo.

 

D. – Nell’insieme turismo, tuttavia, ci sono degli elementi distorti che non possono essere trascurati, pensiamo al turismo sessuale. Qual è l’impegno della Chiesa in questo ambito?

 

R. – La Chiesa si è interessata e ha sollecitato più volte le Organizzazioni turistiche internazionali, in modo particolare l’OMT, che ha la sede a Madrid, a promuovere una normativa, che, a sua volta, è stata approvata nell’Assemblea generale dell’Organizzazione mondiale del Turismo a Santiago del Cile nel 1999. Proprio in settimana, ci sarà a Madrid un incontro internazionale, perché i governi vogliono adottare le norme che sono state indicate in questo citato Convegno di Santiago del Cile. Il turismo ha bisogno di etica, perché quando c’è una grande moltitudine di persone, come dicevano gli antichi giuristi, dove c’è la folla c’è anche l’etica. Non si può, quindi, prescindere da un fattore etico, se si vuole garantire al turismo quella chiarezza di principi e quella nobiltà che traspare dai suoi fini.

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TRA I NUOVI BEATI CHE SARANNO PROCLAMATI DAL PAPA DOMENICA 3 OTTOBRE

 C’E’ LA MISTICA TEDESCA ANNA CATERINA EMMERICK: HA VISSUTO IL MISTERO

 DELLA PASSIONE DI CRISTO PORTANDO LA PACE NEL CUORE DEI SOFFERENTI

- Intervista con Andrea Ambrosi -

 

Domenica prossima 3 ottobre Giovanni Paolo II proclamerà in Piazza San Pietro 5 nuovi beati: tra questi l’ultimo imperatore austriaco Carlo d’Austria e la mistica tedesca agostiniana Anna Caterina Emmerick. Oggi parliamo di questa religiosa vissuta dal 1774 al 1824 nel land tedesco della Vestfalia. Ne traccia un profilo biografico l’avvocato Andrea Ambrosi, postulatore della causa di beatificazione. L’intervista è di Giovanni Peduto:

 

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R. – Caterina Emmerick proveniva da una famiglia molto povera e, come spesso accade insieme alla povertà, vi era anche un forte sentimento religioso a cui lei ha attinto a piene mani tanto da voler presto entrare nella vita religiosa. Di fatti, superando una certa opposizione del padre alla fine riesce a coronare questo suo sogno, per cui, nel 1802 entra tra le Canonichesse regolari di Sant’Agostino. La vita claustrale fu abbastanza dura, in primo luogo perché le altre canonichesse non mancavano di farle rilevare la sua bassa condizione sociale, e poi per la salute, che cominciò a declinare molto velocemente. Lei si portava fin da piccola un certo rachitismo che tra le pareti del convento si accentuò tanto che per anni rimase  a letto. A partire poi dalla fine del 1812, dal momento che in lei già si manifestavano dei doni soprannaturali, si aggiunse quel fenomeno molto eclatante che è stata l’apparizione delle stimmate. All’inizio fece del tutto per tenerle nascoste, ma poi il fatto venne risaputo e tutta la gente voleva vederla: ma non soltanto per il fatto esterno delle stimmate, ma anche per la sua grande bontà e per un dono che aveva, che era quello di penetrare negli animi più sofferenti, più dilaniati portandovi la pace.

 

D. – Vogliamo approfondire questo suo carisma: il vivere la passione del Signore attraverso le stimmate…

 

R. – Lei viveva in perfetta sintonia con il mistero della vita, della passione e della morte di Gesù. Le sue stimmate sono la testimonianza lampante della sua unione esistenziale con Gesù. La sua disponibilità alla sofferenza non aveva altro fondamento che il suo amore verso il Crocifisso e la sua preoccupazione per il prossimo. Mai, durante le vive sofferenze cui andò incontro, perdeva l’ideale disposizione del cuore che le faceva sentire la sua miseria ma la faceva vivere con gioia, consapevole che questa era la volontà del Signore.

 

D. – Veniamo all’iter processuale. Come mai, questa donna viene elevata all’onore degli altari dopo tanti anni dalla sua morte?

 

R. – Veramente, poco tempo dopo la sua morte, nel 1824, in diocesi di Muenster, era talmente viva la sua fama di santità che tra tutta la popolazione ed anche tra il clero vi fu un vivo desiderio di promuovere la sua causa di beatificazione. Però vi è stata una certa difficoltà, intanto, proprio perché sappiamo bene come l’Ottocento in Germania sia stato un secolo molto difficile per motivi storici e anche religiosi, ma vi fu poi il fatto dei suoi scritti, perché questi scritti erano talmente pieni di frasi, di episodi non chiari, anzi al limite di un cattolicesimo poco ortodosso, che più volte il Sant’Uffizio è intervenuto per bloccare la causa per chiedere sempre nuovi pareri da parte di teologi. Quando poi si scoprì che le rivelazioni, attribuite a Caterina Emmerick, erano state manipolate dal famoso poeta tedesco Clemens Brentano, da quel momento in poi la causa poté prendere un iter più veloce. Ha seguito quella che erano le disposizioni canoniche del codice del 1917 che prevedevano molte discussioni, molti esami, varie fasi processuali che hanno ritardato la causa finché poi, alla fine, si è potuto giungere alla conclusione.

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UDIENZE E NOMINE

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto questa mattina, in successive udienze, mons. Luis Augusto Castro Quiroga, e mons. Jorge Enrique Jiménez Carvajal, rispettivamente arcivescovo e vescovo coadiutore della diocesi colombiane di Tunja e di Cartagena, in occasione della loro visita ad Limina.

 

In Francia, il Papa ha nominato ausiliare di Strasburgo il sacerdote Jean-Pierre Grallet, dei Francescani minori, finora superiore del Convento dei Minori francescani della medesima città. Il nuovo presule, 63 anni, ha compiuto gli studi secondari e filosofici nei Seminari Minori e Maggiori di Nancy. Entrato nell’Ordine dei Frati Minori, ha continuato la formazione teologica presso la Scuola di Teologia di Orsay. E’ laureato in Storia presso l’Università di Besançon. Nel suo Ordine Religioso ha ricoperto, tra gli altri, gli incarichi di custode, di ministro provinciale e di visitatore generale, oltre a svolgere gli uffici di cappellano di studenti in vari istituti.

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

“Giustizia e sviluppo solidale per garantire al mondo un futuro di pace” è il titolo di apertura della prima pagina in riferimento alle parole pronunciate da Giovanni Paolo II all’Angelus Domini nel quale il Papa ha ribadito l’impegno della Chiesa cattolica per sradicare il flagello della fame e le altre conseguenze della miseria che affliggono l’umanità. A seguire, Iraq: per il segretario di Stato USA, Powell, “L’insurrezione è sempre più grave”. Secondo il re di Giordania, Abdullah II bin Hussein, Simona Pari e Simona Torretta sono vive; Medio Oriente: ucciso a Damasco un leader di Hamas.

 

Nelle pagine vaticane, un articolo sull’XXVI anniversario della morte di Giovanni Paolo I.

 

Nelle pagine estere, India: aggrediti nello stato del Kerala due sacerdoti e quattro religiose missionari della carità; USA: dopo il passaggio dell’uragano “Jeanne” decretato in Florida lo stato di disastro naturale. Il Pontificio Consiglio “Cor Umum” invia aiuti a nome del Santo Padre alle popolazioni di Haiti colpite dall’uragano; Un contributo della Santa Sede alla 48.ma sessione della Conferenza Generale dell’Aiea.

 

Nella pagina culturale, un articolo sull’opera di Françoise Segan.

 

Nelle pagine italiane, I temi dell’immigrazione e della giustizia. Da un quotidiano kuwatiano nuove speranze per la sorte delle due italiane rapite in Iraq: preghiere nelle chiese di Rimini per le due volontarie.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

27 settembre 2004

 

 

CONCLUSE A LILLE LE SETTIMANE SOCIALI DI FRANCIA: TRA LE PROPOSTE

PER l’EUROPA FIGURANO LA TASSAZIONE DEL COMMERCIO DELLE ARMI,

IL PARTENARIATO CON L’AFRICA E IL SERVIZIO CIVILE EUROPEO PER I GIOVANI

- Intervista con Paolo Bustaffa -

 

Si sono concluse ieri a Lille le Settimane Sociali di Francia che hanno festeggiato i 100 anni di vita. Oltre 4 mila i partecipanti soprattutto, giovani, molti dei quali provenienti dall’Est Europa, che hanno dibattuto per quattro giorni sul ruolo dei cattolici nella società. Per l’occasione il Papa ha inviato un messaggio in cui ha esortato i cristiani a costruire un’Europa della solidarietà che ripudi per sempre la guerra e argini i flagelli della povertà e della fame. Per un bilancio dell’evento Sergio Centofanti ha sentito Paolo Bustaffa, direttore del SIR, l’agenzia d’informazione dei vescovi italiani, presente a Lille:

 

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R. – Certamente il bilancio, credo più opportuno, sia quello che lo stesso presidente delle Settimane Sociali di Francia, Michel Camdessus, ha tracciato ieri, chiudendo questo centenario della storica esperienza francese, quando ha affermato che torniamo a casa cambiati, con una grande fierezza dell’Europa e una fierezza di appartenere ad una comunità di valori. Il presidente delle Settimane Sociali indica alcune strade prioritarie. Innanzitutto tassare finalmente il commercio delle armi; sostenere il partenariato con l’Africa e con i 50 Paesi più poveri del mondo, “e cerchiamo anche” dice “di arrivare ad un’approvazione rapida dello Statuto europeo del volontariato e promoviamo un servizio civile europeo per i giovani”. Questo è un dato che riguarda i temi della pace. Mentre per quanto riguarda le politiche europee, quelle più interne, il riferimento è una strategia di inclusione sociale, cioè di una attenzione alla realtà sociale europea. Qui c’è un’immagine che credo sia molto bella e molto significativa, perché dice che l’Europa non è fatta solo da 25 Paesi, ma da 26. Il 26.mo Stato è quello dei milioni di disoccupati europei. Questa è la preoccupazione che è emersa, direi continuamente, nelle giornate della Settimana Sociale, come risposta concreta da parte dei cattolici impegnati in politica e nelle istituzioni, perché in questa realtà, in questo 26.mo Stato, si gioca davvero questa capacità di uno sviluppo sostenibile, che possa riportare una giustizia sociale più visibile. Devo aggiungere personalmente che le riflessioni che sono state compiute in questi giorni sono state sicuramente improntate ad un grande senso di responsabilità dei cattolici, che hanno riproposto il tema delle radici cristiane dell’Europa, non solo come una richiesta di menzione nella Costituzione europea, ma proprio come un impegno per il futuro, quindi, come una volontà forte di riprendere questo primato dell’impegno politico oggi, a livello europeo.

 

D. – Come è stato accolto il messaggio del Papa, soprattutto quando ha esortato i cristiani a non sottrarsi all’impegno politico che per i credenti significa servire i loro fratelli in modo disinteressato?

 

R. – E’ stato un momento di particolare attenzione, di riflessione, perché il Papa ha anche chiamato con estrema chiarezza il tema della santità in politica, riproponendo le figure di alcuni Santi. Io credo che questa sia stata una ricchezza straordinaria per queste Settimane francesi, che rischiava di rimanere al di fuori delle riflessioni culturali, delle riflessioni politiche, delle riflessioni istituzionali. Il Papa, con il suo messaggio, ha richiamato all’essenziale, ha richiamato al perché per i cattolici, per i cristiani, sia fondamentale – non sia accessorio – un impegno politico inteso come servizio. Peraltro questa è anche la traduzione di quello che il Concilio diceva, cioè che l’impegno politico è una forma alta, esigente di carità.

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LA DIMENSIONE MISSIONARIA DELLA CHIESA ITALIANA,

TRA COMUNIONE E CORRESPONSABILITA’. A MONTESILVANO,

IL CONVEGNO DELLA CEI DEDICATO AL TEMA

- Interviste con mons. Giuseppe Pellegrini e Ivano Lanzafame -

 

La Chiesa italiana e la realtà missione: da vivere nella parrocchie, da stimolare nei giovani, da testimoniare tra gli immigrati. Per guardare alla missionarietà non come un aspetto particolare della vita cristiana, ma come parte essenziale della vocazione battesimale di ogni credente, l’Ufficio nazionale della CEI per la Cooperazione missionaria fra le Chiese inaugura oggi a Montesilvano, in provincia di Pescara, il terzo Convegno missionario nazionale. Il tema è “Comunione e corresponsabilità per la Missione”, “un laboratorio di analisi e proposte – si legge nella nota di presentazione - che aiuti la Chiesa in Italia ad assumere nuove responsabilità per l'evangelizzazione dei popoli”, rinnovando contemporaneamente se stessa in questo cammino di annuncio. Fabio Colagrande ne ha parlato con il vicedirettore dell’Ufficio organizzatore del convegno, mons. Giuseppe Pellegrini:

 

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R. - Il Convegno credo voglia proprio rispondere a questo bisogno di aggiornamento che hanno i missionari, e sappiamo che sono 15 mila i missionari italiani nel mondo, che cercano di incarnarsi concretamente nella storia delle popolazioni tra le quali prestano la loro opera di apostolato.

 

D. – Il compito missionario viene considerato come una specializzazione. Perché culturalmente, anche dal punto di vista religioso, non è più ritenuto parte essenziale della vocazione battesimale?

 

R. – Purtroppo, credo che alla base di ciò vi siano state tante vicende storiche. Ma, dal Concilio Vaticano II in poi, si sta riscoprendo che la missione è compito di tutta la comunità cristiana.

 

D. – Il gran numero di immigrati di altre religioni, in particolare della religione musulmana, che giungono nel nostro Paese, vuol dire anche trasformare la missione ad gentes in una missione da svolgere qui, in Italia?

 

R. – Sì. Infatti, proprio i vescovi italiani, nel documento programmatico del decennio - “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” - ci dicono che c’è una missione nuova da fare, per quei tanti nostri fratelli che sono qui in Italia e che non conoscono ancora Gesù. La missione non ha confini, non è qui e là: la missione nasce dove ci si trova, con il coraggio di portare il Vangelo di Gesù.

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Nella doppia veste di ascoltatore e di collaboratore, partecipa al Convegno di Montesilvano anche il Movimento giovanile missionario delle Pontificie opere, un organismo che vede protagonisti ragazzi e ragazze che hanno scoperto una particolare sensibilità per l’aspetto apostolico della vita cristiana. Un aspetto che diventa una proposta e uno stile di vita per i giovani che si avvicinano a questa istituzione, come spiega il responsabile nazionale, Fabio Lanzafame:

 

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R. - Noi proponiamo un viaggio di formazione missionaria in Africa a tutti i giovani appartenenti a qualsiasi realtà ecclesiastica, proprio perché sappiamo che confrontandosi con questa realtà così diversa, così provocatoria per diversi punti di vista, al proprio ritorno si vuole trasmettere anche agli altri giovani lo stesso entusiasmo, la stessa carica di rinnovamento anche nella pastorale. A me è capitato lo stesso, quando nel 2000 ho fatto un’esperienza missionaria in Tanzania. Lì, confrontandomi con una realtà così forte a partire dal punto di vista umano, in me si è prodotta una trasformazione anche dal punto di vista spirituale. In altre parole, ho incontrato un Dio concreto, che mi chiedeva personalmente: “Ivano, tu cosa puoi fare per il mondo? Adesso tocca a te”. Ebbene, è stato lì che, tornando, ho cominciato a chiedere con insistenza a molti parroci, a molti sacerdoti, di poter trasmettere agli altri giovani la scoperta che avevo fatto.

 

D. - Quindi, quel viaggio, ha cambiato la tua vita di fede…

 

R. - Senz’altro, e da lì è iniziato un cammino nuovo: un cammino più maturo e anche difficile, da un certo punto di vista, perché bisogna mettersi in discussione e lavorare sodo. Però, sicuramente, è molto più vero il rapporto concreto con Gesù che quotidianamente mi chiama a lavorare per la sua missione. Non è la nostra missione, ma è la sua missione.

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CHIESA E SOCIETA’

27 settembre 2004

 

 

LE CHIESE DELLO ZIMBABWE PROTESTANO CONTRO UN NUOVO DISEGNO DI LEGGE.

IL PROVVEDIMENTO LIMITEREBBE L’ATTIVITA’ DELLE ORGANIZZAZIONI

NON GOVERNATIVE NEL LORO RUOLO DI DENUNCIA

DELLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI

 

HARARE. = Suscita crescenti apprensioni nelle Chiese dello Zimbabwe il nuovo disegno di legge presentato dal governo, che vuole limitare drasticamente la presenza e l’attività delle Organizzazioni non governative internazionali nel Paese. In sostanza, lo ‘Ngo Bill 2004’ vuole rendere obbligatoria la registrazione presso un’apposita commissione governativa di tutte le organizzazioni e agenzie caritative operanti in Zimbabwe e limitarne i finanziamenti dall’estero. Il timore è che esso possa essere usato come strumento di pressione e controllo contro quelle organizzazioni che denunciano le violazioni dei diritti umani nel Paese. “Se questo ddl viene approvato – ha detto all’agenzia Cns Alouis Chaumba, direttore della Commissione episcopale della giustizia e della pace – nessuno oserà alzare un dito quando il governo abusa dei suoi poteri”. La Commissione episcopale è da diverso tempo nelle mire del governo del Presidente Robert Mugabe, che l’ha accusata di “interferire negli affari interni dello Zimbabwe” per le sue ripetute denunce sul peggioramento della situazione dei diritti umani nel Paese e sulla sua progressiva deriva autoritaria. La denuncia è confermata in una recente dichiarazione firmata dalla stessa Commissione, insieme con altre organizzazioni ecumeniche cristiane, in cui si riafferma l’obbligo morale dei rappresentanti della Chiesa di “elevare profeticamente la loro voce per rammentare all’opinione pubblica e allo Stato il dovere di rispettare i diritti del popolo dello Zimbabwe, che sono un dono di Dio”. Sulla stessa linea la Conferenza dei vescovi cattolici dell’Africa Meridionale (SACBC), che in una dichiarazione ha evidenziato la “natura repressiva” del provvedimento. (L.Z.)

 

 

AGGREDITI IN INDIA SEI MISSIONARI DELLA CARITA’ DI MADRE TERESA.

DIETRO IL BARBARO GESTO, L’ESTREMISMO INDU’

 

MUMBAI. = Quattro suore e due preti dei missionari di Madre Teresa sono stati aggrediti in India in un remoto villaggio di dalit (coloro che, all’interno del sistema delle caste, occupano la posizione più bassa e miserabile), nella periferia di Kozhikode, un distretto del Kerala. Lo riferisce oggi l’agenzia missionaria AsiaNews. Dietro l’attacco, il primo contro suore in questo Stato dell’India sudoccidentale, ci sarebbero membri dei partiti fondamentalisti indù, già responsabili di numerose aggressioni a cristiani nella zona. Sajan K George, responsabile del Global Council for Indian Christians di Bangalore, ha accusato il Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) e il Bharatiya Janata Party (BJP), al potere nel Kerala. I missionari si erano recati nel villaggio indù con la loro ambulanza, per portare cibo e aiuti alla popolazione. Al loro arrivo, un gruppo di uomini ha avvicinato l’autista, chiedendogli il motivo della visita e se fossero venuti per convertire gli indù. Gli aggressori, quindi, hanno iniziato a picchiare l’autista e con spranghe di ferro hanno rotto i vetri dell’ambulanza. Hanno poi assalito i missionari, strappando loro le croci che portavano al collo e ferendo le quattro suore, ora ricoverate in ospedale. Mons. Joseph Kalathiparambil, vescovo di Calcutta, dopo aver visitato le missionarie, ha dichiarato che sottoporrà l’incidente all’amministrazione statale. La polizia, intanto, ha arrestato 15 uomini sospettati di aver partecipato all’attacco. (B.C.)

 

 

“L’EUCARISTIA FONTE E CULMINE DELLA MISSIONE”:

E’ IL TEMA CHE ACCOMPAGNERA’ IL PRIMO INCONTRO “ADOREMUS”. ALL’APPUNTAMENTO, DAL 6 AL 10 OTTOBRE A ROMA, PARTECIPERANNO

OLTRE 300 GIOVANI PROVENIENTI DA DIVERSI PAESI EUROPEI

 

ROMA. = Si svolgerà a Roma, dal 6 al 10 ottobre prossimi, il primo meeting dei gruppi giovanili che, dopo il Giubileo del 2000, hanno iniziato ad impegnarsi nell’adorazione eucaristica. All’incontro “Adoremus”, saranno presenti oltre 300 giovani, provenienti da numerosi Paesi europei. I partecipanti si raduneranno nel cuore dell’Urbe per pregare e riflettere sul mandato ricevuto dal Papa durante la Giornata Mondiale della Gioventù di Roma: “Carissimi, ritornando alle vostre terre, mettete l’Eucaristia al centro della vostra vita personale e comunitaria: amatela, adoratela, celebratela”. In questi ultimi anni in Europa, in forme e con modalità diverse, sono nate numerose esperienze di adorazione eucaristica comunitaria in gruppi giovanili. L’incontro capitolino avrà per tema “L’Eucaristia fonte e culmine della missione” e sarà anche occasione per preparare i giovani partecipanti alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, a Colonia nell’estate del 2005. (B.C.)

 

 

SANTA CATERINA DA GENOVA DOTTORE DELLA CHIESA:

LA PROPOSTA VIENE DA UN CONVEGNO INTERNAZIONALE ORGANIZZATO

DAL CAPOLUOGO LIGURE. LA CARITA’ E L’AMORE ERANO I PILASTRI DELL’OPERA

MISSIONARIA DELLA SANTA. “L’AMORE – RIPETEVA – AGGIUSTA LE COSE STORTE”

- A cura di Dino Frambati -

 

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GENOVA. = Santa Caterina Fieschi Adorno, forse la più grande santa mai nata all’ombra della Lanterna, dottore della Chiesa. Il primo passo in tal senso è venuto da un convegno internazionale appena concluso, organizzato dalla diocesi di Genova sulla figura di questa donna, vissuta nel capoluogo ligure mezzo millennio fa. Convegno nel quale è stato lo stesso cardinale Tarcisio Bertone, arcivescovo della città, ad inviare un messaggio in questo senso. “La novità di Caterina – ha detto il porporato – è stata quella di aver creato una cultura controcorrente, quando il benessere era usufruito da pochi”. Ai suoi tempi è riuscita, comunque, a coinvolgere le dame dell’epoca nella sua opera di carità, dedicata agli incurabili e ai disagiati. “E’ stata lei – ha insistito l’arcivescovo – a porre la basi di Genova città solidale, lanciando il messaggio a tutti, soprattutto ai benestanti, di non chiudersi nell’egoismo”. Ma Caterina - ha concluso Bertone - è stata anche una figura mistica e di grande speranza e riferimento per tutti i credenti. A ricordare le difficoltà degli ospedali dell’epoca e la teologia del ‘400 e ‘500, sono state le relazioni rispettivamente di padre Luigi Nuovo, teologo dell’Alberoni di Piacenza e mons. Angelo Amato, segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede. Ha concluso il cardinale George Cottier, che ha spiegato i criteri del dottorato nella Chiesa.  

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LE MODERNE TECNICHE AUDIO-VISIVE COME STRUMENTO PER EVANGELIZZARE.

LA CHIESA IN CAMBOGIA PUNTA SU QUESTI MEZZI PER LA PROPRIA MISSIONE,

SOPRATTUTTO PER FAR FRONTE ALL’ALTO TASSO DI ANALFABETISMO NEL PAESE

 

PHNOM PENH. = Si è svolto recentemente a Phnom-Penh, in Cambogia, un incontro di formazione sulle tecniche audio-visive. All’incontro hanno partecipato numerosi catechisti, provenienti da varie parti del Paese. L’iniziativa ha avuto luogo nell’ambito di un progetto di azione pastorale diretto a valorizzare i mezzi di comunicazione di massa quale efficace strumento di evangelizzazione. Secondo padre Omer Giraldo, responsabile del Centro delle comunicazioni sociali e organizzatore dell’incontro, l’elevato tasso di analfabetismo in Cambogia induce a ricorrere “naturalmente” a tecniche di comunicazione che non si basano principalmente sullo scritto, bensì sull’immagine e sul suono. Nella cultura del Paese, d’altro canto, è proprio l’immagine in sé che riveste una grande importanza. (B.C.)

 

 

PROSEGUONO IN PERU’ LE INIZIATIVE LEGATE AL MESE DELLA BIBBIA.

FINO AL PROSSIMO 3 OTTOBRE A LIMA E’ POSSIBILE VISITARE

LA “MOSTRA DEL LIBRO CRISTIANO”. ESPOSTA ANCHE

LA BIBBIA PIU’ PICCOLA DEL MONDO

 

LIMA. = Nell’ambito del “Mese della Bibbia 2004”, che si chiuderà il prossimo 3 ottobre, l’Ufficio per la Catechesi, la Pastorale Biblica ed Indigena della Conferenza Episcopale Peruviana ha promosso su tutto il territorio nazionale molteplici attività, orientate a promuovere la lettura e l’ascolto della Parola di Dio. Nei giorni scorsi è stata inaugurata, presso la sede dell’Associazione Cristiana dei Giovani (ACJ) della capitale peruviana, la “Mostra del Libro Cristiano”. Partecipano all’iniziativa le principali case editrici e distributrici della Bibbia in Perù. Tra le curiosità in mostra, si potrà ammirare la Bibbia più piccola del mondo, stampata in Indonesia, e un facsimile della prima traduzione castigliana delle Sacre Scritture. L’iniziativa - riferisce l’agenzia Fides - prevede anche un ciclo di conferenze su temi come: “La Trinità”, “Il messaggio della gioia”, “La povertà”, “La libertà”. A partire da oggi fino al 30 settembre, inoltre, si svolgerà un seminario sulle Scienze Bibliche, aperto a vescovi, sacerdoti, seminaristi, operatori pastorali e persone interessate, con relatori di livello nazionale ed internazionale. (B.C.)

 

 

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24 ORE NEL MONDO

27 settembre 2004

 

 

- A cura di Amedeo Lomonaco -

 

Questa mattina a Baghdad sono stati barbaramente assassinati 9 lavoratori iracheni, tra i quali sei giovani cristiani caldei. Gli attentatori, ancora ignoti, accusavano gli iracheni di essere collaborazionisti degli americani. Ma l’accaduto può essere ricondotto ad un episodio di violenza contro i cristiani? Roberto Piermarini lo ha chiesto al vescovo caldeo ausiliare di Baghdad, mons. Shlemon Warduni:

 

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R. – Penso di no. Penso che siano stati uccisi soltanto perché erano dei lavoratori. Tanti gruppi vogliono a tutti i costi che nessuno lavori. Ma come può vivere la gente senza lavorare?

 

D. - Come sta vivendo la popolazione civile questo momento?

 

R. – Non solo per questo attentato ma anche per tutti gli atti criminosi che vengono commessi ogni giorno in tutte le province dell’Iraq la gente non è assolutamente tranquilla.

 

D. – Eccellenza, questa situazione di insicurezza sta creando dei problemi all’attività pastorale della Chiesa?

 

R. – Certamente perché la gente ha paura di uscire e sta diminuendo il numero di coloro che si recano in chiesa. Alcune chiese hanno iniziato le attività di catechismo, altre no perché si ha timore che qualcuno possa essere rapito. Ci sono anche tante difficoltà per radunare i giovani. Aspettiamo poi di vedere che cosa accadrà per le scuole perché non sono ancora cominciate.

 

D. – La Chiesa sta pregando anche per le due volontarie e per gli altri ostaggi che sono nelle mani dei sequestratori?

 

R. – Stiamo pregando per le due italiane e per tutti gli ostaggi. Preghiamo per la pace e per la liberazione di tutte le persone sequestrate in Iraq. Sono state rapite, infatti, centinaia di persone per le quali vengono chiesti riscatti di 10, 20, 50 mila dollari a testa.

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E sempre in Iraq altre quattro persone sono rimaste uccise in seguito all’esplosione di un’auto-bomba a Mosul: lo hanno riferito fonti giornalistiche precisando che una vettura imbottita di tritolo è saltata in aria al passaggio di una pattuglia della Guardia nazionale irachena. Sulla situazione nel Paese arabo, dove si registrano altri episodi di violenza, ci riferisce Amedeo Lomonaco:

 

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Aerei americani hanno attaccato nella notte a Baghdad il quartiere di Sadr City, roccaforte dei ribelli e spesso teatro di scontri fra forze americane e miliziani sciiti. Fonti ospedaliere hanno riferito che nel raid sono rimasti uccisi una donna e due uomini. Altri quattro civili iracheni sono morti in seguito ad un attentato dinamitardo avvenuto nei pressi di Khan Bani Saad, a nord est di Baghdad, lungo la strada che conduce a Baquba.

 

Commentando la difficile situazione in Iraq il segretario di Stato americano, Colin Powell ha dichiarato, in un’intervista rilasciata alla Cnn, che le forze statunitensi entreranno nelle zone ancora controllate dai ribelli per ristabilire la sicurezza e permettere lo svolgimento delle elezioni. Oggi il ministro degli Esteri francese, Michel Barnier, ha detto inoltre, che la Francia è favorevole all'idea di una conferenza internazionale sull'Iraq. Ma in questa sede, ha precisato, si dovrà mettere “all'ordine del giorno” anche il ritiro delle truppe americane. Sulla vicenda delle due italiane rapite nel Paese arabo, il quotidiano del Kuwait ‘Al Rai Al Aam’ ha fornito notizie rassicuranti precisando che le due ragazze sono vive ed in buone condizioni di salute. Secondo il giornale gli autori del sequestro farebbero parte del disciolto partito Baath. Dietro la loro azione ci sarebbe la richiesta di un ricatto economico. Sulle rivelazioni del giornale kuwaitiano è intervenuto oggi il presidente della Commissione europea, Romano Prodi. “Speriamo - ha dichiarato - che le aperture siano il segno di qualche novità positiva”.

 

Il re Abdallah di Giordania, che domani sarà ricevuto al Quirinale dal presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi, ha confermato al Corriere della Sera che le due operatrici italiane sono vive. “Con l’aiuto dei servizi di intelligence – ha detto – stiamo cercando di localizzarle”. “Stiamo utilizzando tutti i nostri contatti – ha aggiunto - per ottenere il loro rilascio”. ll fratello dell’ostaggio inglese Kenneth Bigley ha affermato, infine, che il suo congiunto è ancora vivo e ha nuovamente attaccato il primo ministro britannico Tony Blair, chiedendone le dimissioni.

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In Pakistan, il ministro dell’Informazione ha confermato che le forze di sicurezza di Islamabad hanno ucciso, ieri, il super ricercato Amjad Hussain Farooqi, sospettato di coinvolgimento in un complotto teso ad eliminare il presidente Pervez Musharraf e accusato dell’assassinio, nel 2002, del giornalista americano Daniel Pearl. Il ministro ha precisato che l’operazione è avvenuta nella cittadina di Nawabshah, 130 chilometri a nordest di Karachi.

 

Soldati israeliani hanno ucciso due militanti e un insegnante palestinesi in distinti episodi Avvenuti nella Striscia di Gaza. In Cisgiordania, inoltre, otto palestinesi sono rimasti feriti durante un’operazione militare a Jenin. Nella città israeliana di Sderot, cinque persone sono state ricoverate in stato di choc in seguito al lancio di tre missili Qassam dalla Striscia di Gaza. L’azione è stata rivendicata da Hamas che ieri aveva promesso di vendicare l’uccisione di un suo dirigente a Damasco.

 

Un crollo all’interno di un cantiere nell’aeroporto di Dubai, negli Emirati Arabi, ha provocato stamani la morte di almeno 5 operai. Lo hanno reso noto autorità locali aggiungendo che diversi operai sarebbero rimasti intrappolati tra le macerie.

 

Ingenti danni, almeno 6 vittime e oltre un milione di persone senza luce. Questo il bilancio dell’uragano Jeanne che si è abbattuto nelle ultime ore sulla Florida e che ora si sta dirigendo verso nord minacciando la Georgia, la Carolina del sud e quella del nord. Ma l’attenzione degli organismi umanitari internazionali è concentrata su Haiti dove l’uragano è passato una settimana fa causando – secondo un bilancio provvisorio - 1650 morti, 800 dispersi e 300 mila senzatetto. Il servizio di Maurizio Salvi:

 

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Le autorità locali e la forza di pace dell’Onu cercano di sedare i continui focolai di tensione che scoppiano attorno ai centri di distribuzione di generi di prima necessità, cibo ed acqua. Ieri, nuovamente, due camion a Gonaives sono stati attaccati da uomini armati, respinti a stento dai militari del contingente argentino. Un consigliere del premier Gerard Latortue, ha ribadito, a proposito dei problemi di sicurezza, che il governo sta facendo tutto quello che è nelle sue possibilità per controllare la situazione. “Contiamo molto sulle forze dell’Onu”, ha concluso, “perché la nostra polizia non ha i mezzi per intervenire”. Infine, il direttore della sezione haitiana del Programma alimentare mondiale ha indicato che i soccorritori hanno potuto consegnare aiuti solo a 25 mila senzatetto, il 10 per cento della popolazione di Gonaives.

 

Maurizio Salvi, per la Radio Vaticana.

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In Svizzera la maggioranza della popolazione ha respinto i referendum proposti dal governo per agevolare la concessione del passaporto ai figli degli immigrati e per naturalizzare i nipoti degli stranieri. Il verdetto costituisce una chiara vittoria della destra nazionalista, contraria all’introduzione di questi decreti. Tutti gli altri schieramenti erano favorevoli, invece, all’approvazione dei due referendum. Secondo l’ultimo censimento, gli stranieri che vivono nella Confederazione elvetica sono quasi un milione e mezzo, pari al 20,1 per cento della popolazione. Gli ex jugoslavi costituiscono, attualmente, la comunità di immigrati più numerosa con oltre 350 mila persone. Gli elettori svizzeri si sono espressi anche su una proposta di legge che prevede l’obbligo di un congedo di maternità pagato per le donne lavoratrici. La proposta è stata approvata con il 55,6 per cento di voti favorevoli.

 

Le elezioni comunali tenutesi ieri in Germania nel Nord Reno Westfalia hanno visto una diminuzione di consensi per l’Unione cristiana democratica (Cdu) e per il Partito social democratico (Spd) del cancelliere tedesco Gerhard Schröeder. In aumento, invece, i verdi e i liberali. Schröeder ha commentato con moderato ottimismo l’esito delle comunali e ha sottolineato con soddisfazione il risultato del tutto marginale ottenuto dalla destra estremista e dai post-comunisti.

 

In Francia, il voto di ieri per il rinnovo di un terzo dei senatori ha confermato il trend negativo dell’Unione per un movimento popolare (Ump), il partito del Presidente Jacques Chirac. Dopo scrutinio dei voti espressi da circa 57 mila “grandi elettori”, l’Ump non ha più, infatti, la maggioranza assoluta al Senato. I socialisti hanno conquistato dodici seggi supplementari, i Verdi hanno guadagnato tre seggi e i comunisti due.

 

La Gran Bretagna rinuncerà alla sua parte del debito che i Paesi più poveri hanno verso la Banca mondiale, con un'iniziativa destinata a far pressione sui suoi partner nel G7. La decisione è stata annunciata, ieri, dal cancelliere dello Scacchiere, Gordon Brown, in un discorso a Brighton, dove il Partito laburista tiene il suo congresso annuale.

 

La polizia britannica ha riferito, oggi, che non c’era alcun ordigno sul volo Atene-New York della compagnia aerea greca Olympic. Il velivolo era stato costretto ieri ad un atterraggio di emergenza in Gran Bretagna, scortato dai cacciabombardieri della Raf, per un allarme bomba lanciato da tre telefonate anonime.

 

La Turchia ha approvato l’attesa riforma del Codice penale, senza reintrodurre l'adulterio come reato. Il pacchetto di riforme prevede un maggiore rispetto dei diritti umani e misure più dure contro la pedofilia e la tortura. La decisione di Ankara, fortemente voluta dal premier Erdogan, spiana la strada verso l’apertura dei negoziati per l’ingresso di Ankara nell’Unione Europea.

 

Il primo ministro giapponese, Junichiro Koizumi, ha varato oggi un maxi-rimpasto di governo con l’obiettivo dichiarato di rafforzare gli elementi riformatori e di riconquistare un forte sostegno dell’opinione pubblica. Dei 17 ministri, 11 sono nuovi e sei rimangono al loro posto. 

 

Il Darfur è una “prigione senza muri”. Con queste parole, l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Louise Arbour, ha denunciato oggi il clima di paura in cui vivono gli sfollati del Darfur. La Arbour si è anche pronunciata per un aumento della presenza internazionale nella regione.

 

Il ministro dell'Interno italiano, Giuseppe Pisanu, presenterà alle 16 a Palazzo Chigi i risultati della sua missione di ieri a Tripoli incentrata sulla collaborazione tra Libia e Italia per contrastare l’immigrazione clandestina.

 

 

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