RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 250 - Testo della trasmissione di lunedì 6 settembre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

Una generosa testimonianza cristiana, giunta intatta a noi dopo dieci secoli: così il Papa ricorda San Guido dell’Acquesana, nel millenario della sua nascita.

 

Rinnovarsi sulla scia di una tradizione che ha generato santi: l’impegno dell’Azione Cattolica italiana dopo l’incontro a Loreto col Papa, che ha esortato il laicato ad essere e a testimoniare il Vangelo: nostra intervista con Paola Bignardi.

 

OGGI IN PRIMO PIANO

Oggi e domani lutto nazionale in Russia per il massacro di Beslan: oltre 200 persone, in gran parte bambini, risultano tuttora disperse. Ai nostri microfoni Fabrizio Dragosei

 

L’impegno delle religioni per la pace nell’Incontro internazionale organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Milano: intervista con il rabbino capo di Israele, Yona Metzger

 

Presentato a Parma il decalogo per una economia in favore dell’uomo: ce ne parla Giulio Marcon

 

Applausi e qualche contestazione alla Mostra del cinema di Venezia.

 

CHIESA E SOCIETA’:

Strage in una chiesa evangelica colombiana

 

In una lettera alla comunità locale, il vescovo filippino di Lingayen-Dagupan sollecita la gente all’aiuto vicendevole, in assenza dell’interessamento del governo alla povertà del Paese

 

“Noi siamo inviati”, è il titolo della lettera pastorale dell’arcivescovo di Melbourne

 

Si conclude oggi in Argentina il Congresso Eucaristico nazionale

 

Emessa negli Stati Uniti la prima condanna per l’omicidio dell’arcivescovo Romero

 

Disastrosa invasione di locuste in diversi Stati dell’Africa occidentale.

 

24 ORE NEL MONDO:

In Iraq, almeno 7 soldati americani uccisi in un attacco a Falluja. Non è Al Douri l’uomo catturato ieri. Liberati cinque ostaggi

 

Prorogato il cessate-il-fuoco in Kashmir

 

Il governo israeliano torna a minacciare l’espulsione di Yasser Arafat.

 

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

6 settembre 2004

 

UNA GENEROSA TESTIMONIANZA A CRISTO, GIUNTA INTATTA A NOI,

DOPO DIECI SECOLI: COSÌ IL PAPA RICORDA SAN GUIDO DELL’ACQUESANA,

NEL MILLENARIO DELLA SUA NASCITA. DELL’ESEMPIO DEL VESCOVO, GIOVANNI PAOLO II RICORDA, IN PARTICOLARE, LO ZELO NELLA FORMAZIONE SACERDOTALE

        

 

“Una generosa testimonianza a Cristo, che è giunta intatta sino a noi, dieci secoli dopo”: il Papa parla così di San Guido dell’Acquesana, in un messaggio in occasione del millenario della sua nascita, affidato al cardinale Angelo Sodano, segretario di Stato che ha preso parte alle celebrazioni, ieri, ad Aqui. Il servizio di Fausta Speranza:

 

***********                                                            

Giovanni Paolo II ricorda in particolare l’impegno del vescovo, divenuto santo, nella formazione del clero, sottolineando l’importanza di riscoprire il suo esempio oggi per assicurare “agli aspiranti sacerdoti una formazione umana, intellettuale e spirituale adeguata alle complesse esigenze del mondo”. Nell’opera del santo di Aqui - spiega il Papa - è “mirabile l’armonia tra fedeltà al deposito della Chiesa e spirito di rinnovamento, che sempre dimostrò nell’azione pastorale”. E a proposito di spirito di iniziativa, il Papa ricorda “l’impegno nell’istituire e consolidare le Pievi rurali, sparse nel territorio, facendone punti di riferimento per la vita religiosa e sacramentale dei fedeli, in un tempo in cui il tessuto pastorale della Diocesi versava in difficili e precarie condizioni a motivo di invasioni, guerre e carestie”. “Tutto questo - commenta il Papa - ben si coniuga con la rinnovata attenzione alla parrocchia, che i vescovi d’Italia stanno promuovendo in questi anni, per rispondere alle odierne sfide spirituali e pastorali”.

 

 C’è poi il ricordo della generosità con cui, San Guido una volta diventato vescovo, donò tutti i suoi averi alla Chiesa di Aqui. E ricordando quanto tempo è passato da quando il vescovo Guido ha segnato con il suo episcopato, dal 1034 al 1070, una svolta nella storia della città e della diocesi di Aqui, Giovanni Paolo II sottolinea che “è la stessa fede, lo stesso Battesimo, la grazia dello stesso Spirito, al di là delle pur grandi differenze epocali, a caratterizzare l’esperienza del Popolo di Dio”. E il Papa definisce questa continuità uno “stupendo mistero della comunione dei santi!”.

***********  

 

Per approfondire la figura storica di San Guido si svolgerà ad Acqui Terme, il 17 e 18 di questo mese, il convegno storico aperto ad accademici e studiosi del Medioevo, sul tema: "Organizzazione ecclesiastica nel tempo di S. Guido (XI secolo): territorio e istituzioni". 

 

 

RINNOVARSI SULLA SCIA DI UNA TRADIZIONE CHE HA GENERATO SANTI:

L’IMPEGNO DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA DOPO L’INCONTRO A LORETO COL PAPA,

CHE HA ESORTATO IL LAICATO AD “ESSERE” E A TESTIMONIARE IL VANGELO

- Intervista con Paola Bignardi -

 

Contemplazione, comunione, missione: sono le tre “consegne” lasciate da Giovanni Paolo II all’Azione Cattolica, dopo il grande incontro di ieri nella Piana di Montorso, durante il quale il Papa ha beatificato tre giovani soci dell’organismo ecclesiale, vissuti nel ‘900. Ma in che modo queste consegne orienteranno il rinnovamento di Azione cattolica e, in senso generale, del laicato italiano e non solo? Alessandro De Carolis lo ha chiesto alla presidente nazionale di AC, Paola Bignardi.

 

**********

R. – Il primo messaggio che ci ha dato Giovanni Paolo II è stata la sua presenza: che il Papa ci abbia dedicato questo viaggio, mi pare che sia il suo modo di dirci che è con noi in questo cammino di rinnovamento, che in qualche modo conferma le scelte che l’Azione Cattolica è andata facendo nel corso di questi ultimi anni e che ieri hanno avuto, per così dire, una “celebrazione”. E poi, accanto a questo, fondamentali sono state le tre parole che ci ha consegnato al termine della celebrazione: l’Azione Cattolica del futuro è l’Azione Cattolica della contemplazione, della comunione e della missione.

 

D. – A questo proposito, volevo chiederle: dal momento che il vostro nome indica una fede da vivere in modo attivo, dinamico, in che modo le tre parole che vi ha lasciato il Papa orienteranno il rinnovamento di questa azione, dell’Azione Cattolica?

 

R. – Penso ci impegneranno ad essere scuola di santità, così come è stata nel passato. L’Azione Cattolica delle fasi più attive della sua storia è stata l’Azione Cattolica della santità. I Beati che sono stati elevati ieri agli onori degli altari sono nati e vissuti, in fondo, negli anni della maggiore espressione attiva dell’Azione Cattolica. Ciò vuol dire che l’azione non è mero “attivismo”: l’azione è espressione missionaria, l’azione è testimonianza. Per questo, c’è un legame inscindibile tra santità e testimonianza. La santità si esprime poi nella missione e nella testimonianza nel mondo, ma una missione e una testimonianza che non siano radicate in una vita cristiana autentica, non significano nulla. Tutto questo, da vivere in un legame molto forte con la Chiesa – un legame di comunione – per poter essere una forza di comunione nel mondo.

 

D. – Lei ha definito, in termini ampi, l’incontro con il Papa “una festa del laicato”, e lo stesso don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, vi ha inviato un messaggio molto bello di amicizia e di apertura. Come considera, l’Azione Cattolica, la necessità della collaborazione tra le varie realtà dei movimenti ecclesiali?

 

R. – Collaborazione è prima di tutto comunione, cioè prima che fare delle cose  insieme, è quello spirito di fraternità, di stima, di rispetto reciproco, di rispetto delle nostre originalità che ci porta a gioire del bene gli uni degli altri, ad aiutarci a camminare, anche a correggerci, nel dialogo e nel confronto. Credo che questa sia una testimonianza che rende il laicato ecclesiale anche una straordinaria forza politica.

 

D. – Un pensiero finale alla tragedia di Beslan: la notizia vi ha colti mentre ribadivate a Loreto, tra l’altro, il vostro impegno per la pace. Cosa ha provocato nella vostra riflessione di quei giorni, soprattutto tra i giovani di Azione Cattolica, questa pagina di indicibile violenza?

 

R. – Ha provocato una volontà più decisa di pace, dono da chiedere a Dio ma anche come testimonianza di speranza da dare in questo mondo, che non può abbandonarsi al pessimismo e non può sentirsi sconfitto sulla causa della pace.

**********

 

 

UDIENZE

 

Il Santo Padre stamane ha ricevuto nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo il cardinale Jozef Tomko, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali con il segretario, padre Ferdinand Pratzner; successivamente ha ricevuto l’arcivescovo Luigi Bonazzi, nunzio apostolico a Cuba e, infine, alcuni presuli della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d'America (Regione III), in visita "ad Limina".

 

 

=======ooo=======

 

 

 

 

OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Il titolo d’apertura della prima pagina è “Il Papa con l’Azione Cattolica. Una luminosa giornata di storia”.

Giovanni Paolo II pellegrino a Loreto con oltre trecentomila fedeli di ogni generazione proclama tre nuovi beati ed affida all’associazione la formidabile impresa di donare santità alla Chiesa e al mondo del terzo millennio.

 

Nelle vaticane, il dettagliato resoconto del solenne avvenimento. Gli articoli di Giampaolo Mattei e di Gaetano Vallini.

Il messaggio di Giovanni Paolo II videotrasmesso durante l’incontro dei giovani di Azione Cattolica svoltosi, sabato, nella Piana di Montorso: essere testimoni di Cristo per costruire un’Europa della speranza.

La lettera del Papa al vescovo di Aqui in occasione del millenario della nascita del vescovo San Guido, suo principale Patrono.

 

Nelle estere, in riferimento alla tragedia consumatasi nell’Ossezia del Nord, un articolo dal titolo “Beslan attende di poter piangere tutti i suoi morti”. Ancora incerto il numero delle persone uccise e dei dispersi nella carneficina che ha concluso il feroce sequestro di alunni, genitori e insegnanti nella scuola.

Iraq: autobomba a Falluja causa la morte di sette soldati Usa.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Armando Rigobello dal titolo “La dialettica tra Platone e Aristotele”: in margine ad un recente volume di Enrico Berti.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della finanziaria.

 

 

 

=======ooo=======

 

OGGI IN PRIMO PIANO

6 settembre 2004

 

OLTRE 200 RIMANGONO I DISPERSI PER LA TRAGEDIA DI BESLAN.

DUE LE GIORNATE DI LUTTO NAZIONALE IN RUSSIA. AGLI ARRESTI UN TERRORISTA DEL COMMANDO CHE ERA FORMATO DA 32 PERSONE DI DIVERSE NAZIONALITA’

- Intervista con Fabrizio Dragosei -

 

 

“Con il cuore e con il pensiero siamo lì a Beslan: con queste parole il presidente Putin ha aperto una riunione di governo per poi chiedere un minuto di silenzio. Sono due le giornate di lutto e ovunque le bandiere sono a mezz’asta. Il numero dei morti è salito a 335, di cui 156 bambini. Negli ospedali rimangono 565 feriti, oltre la metà dei quali sono piccoli alunni della scuola. Anche dei 115 ricoverati in gravi condizioni la metà sono sempre bambini. Intanto, i canali televisivi mandano in onda le immagini della tragedia. Il servizio di Giuseppe D’Amato:

 

**********

  Oggi a Beslan sono previsti 170 funerali. Il centro cittadino è pieno di bare. Il cimitero non potrà accogliere tutti. Sono state scavate fosse in un campo limitrofo. Indescrivibile è l’atmosfera di lutto. La cittadinanza continua a portare fiori e candele nella scuola. Tanti sono quelli che si ostinano a cercare tra le macerie un segno dei propri familiari. Oltre 200 rimangono i dispersi. Nella confusione più completa i feriti, molti dei quali privi di sensi, sono stati portati nei più diversi ospedali della Russia meridionale. Il commando, ha comunicato il vice procuratore generale Fridinskij, era composto da 32 persone delle nazionalità più diverse: un terzo erano mercenari arabi, qualche ceceno, degli ingusci e degli slavi. Un terrorista è stato arrestato e mostrato in televisione. L’uomo ha urlato: “Non ho sparato. Lo giuro su Allah”. Adesso le autorità federali mirano ad evitare la destabilizzazione del Caucaso con possibili teste calde che vadano a cercar vendetta. “Questa – ha detto il Patriarca Alessio II – è stata un’azione contro l’unità del nostro popolo. La nostra storia ci spiega come superare questo momento”.

 

Per la Radio Vaticana, Giuseppe D’Amato.

**********

 

Ma come sta vivendo in queste ore Beslan? Dalla martoriata città osseta la testimonianza dell’inviato del Corriere della Sera, Fabrizio Dragosei, al microfono di Roberto Piermarini.

**********

R. – Ecco, oggi diciamo che tutta Beslan è un grande funerale. Ci sono le strade completamente intasate; ci sono macchine, furgoncini con le bare, dietro, autobus carichi di parenti, macchine private … Non c’è nessuno nelle case, nei negozi, perché ognuno ha un parente; ognuno, anzi, dovrebbe essere in più luoghi, dovrebbe essere in più funerali perché contemporaneamente ce ne sono tantissimi. Nel cimitero, abbiamo visto ieri, hanno dovuto adibire un enorme campo, grande come due campi da calcio, alle nuove fosse, dentro le quali ognuno mette, appunto, i propri cari. Vi è una fossa per una famiglia, in altri casi due, tre, quattro … Ieri abbiamo visto una famiglia completamente spazzata via: una madre coi suoi quattro figli.

 

D. – Cosa rimane della scuola di Beslan?

 

R. – La scuola è lì con degli occhi giganteschi, buchi provocati dalle esplosioni innescate dalla TNT che avevano portato i terroristi, e dalle altre esplosioni provocate dagli assaltatori, dalle truppe speciali e dai miliziani locali che, dopo aver sparato da fuori, per difendere la fuga dei ragazzini, dei bambini e delle donne, hanno iniziato ad avanzare, e quindi a sparare verso i terroristi. Questo è quello che rimane di una vita normale che poteva esserci in questa scuola prima di questi fatti: ci sono le aule, ci sono i quaderni buttati a terra, ci sono gli zainetti dei bambini ancora rimasti da qualche parte e tanti tanti parenti che ancora vanno lì in pellegrinaggio.

 

D. – Quali sono le condizioni dei bambini sopravvissuti al massacro?

 

R. – Purtroppo sembra che parecchi bambini siano ancora in pericolo. Sicuramente ci sono stati altri morti negli ospedali, in questi due giorni. Le condizioni fisiche sono difficili ed altrettanto difficili sono quelle psicologiche anche per i bambini che non hanno subito gravi ferite perché devono superare questo shock terribile di questa prigionia. Da tutte le parti arrivano soccorsi, giocattoli, ci sono, dicono, psicologi che aiutano i bambini. Certo molto, moltissimo dovranno fare soprattutto i genitori. Questo, purtroppo, è un bilancio che potremmo fare solo in un secondo momento.

 

D. – Che cosa raccontano i superstiti?

 

R. – Raccontano di sofferenze indicibili, inutili ed assurde. Raccontano di terroristi che, senza alcun motivo, impedivano ai bambini di bere. Non c’è alcun motivo logico, alcun motivo di difesa. Impedire ai bambini di bere non ha alcuna giustificazione. E’ pura crudeltà ingiustificata.

**********

 

 

L’IMPEGNO DELLE RELIGIONI PER LA PACE NELL’INCONTRO INTERNAZIONALE

ORGANIZZATO DALLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO A MILANO

- Intervista con rabbino capo d’Israele, Yona Metzger -

 

Le migrazioni, l’unità dei cristiani e la pace nel mondo, la civiltà della convivenza: alcuni dei titoli dei forum che oggi hanno fatto entrare nel vivo a Milano i lavori della 18ma edizione di Uomini e Religioni, annuale incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Importanti le testimonianze che hanno ribadito come il messaggio di pace debba partire soprattutto dai cristiani. A Milano c’è per noi Francesca Sabatinelli:

 

**********

Avvicinare le persone diverse da noi nella cultura, nella civiltà, nella religione per superare le discordie, dialogare con loro per vincere i pregiudizi. Le parole di mons. Shlemon Warduni, vescovo cattolico iracheno testimoniano fortemente lo spirito che ha accompagnato i lavori dei primi forum, che hanno attraversato alcuni degli argomenti più difficili, la lotta alla povertà, la cura dell’Aids in Africa, bioetica e nuovo umanesimo. Un unico filo conduttore ha idealmente unito alcune delle tavole rotonde, l’importante e determinante ruolo dei cristiani nel combattere ed abolire la violenza e la guerra una volta per tutte.

 

I cristiani d’oriente devono diventare la passerella tra l’occidente cristiano ed il mondo dell’Islam, è l’indicazione dell’editore libanese Ghassan Tueni. Lui che proviene da una regione teatro di drammi storici parla della minaccia che ossessiona oggi il Libano, l’Iraq, Gerusalemme, Paesi che vedono sempre più precaria l’esistenza stessa dei cristiani. Tueni parla dell’esempio libanese, Paese uscito dalle guerre riuscendo a salvare barlumi di democrazia grazie al dialogo tra le componenti religiose. Oggi i cristiani piuttosto che pensare a priori di far fronte all’invasione dell’islam, dice Tueni, devono partecipare alla sua rinascita, l’islam autentico, deve capire che solo una pace con i cristiani gli permetterà di modernizzarsi senza complessi.

 

La vera sfida per i cristiani è riconoscere i propri errori del passato e attraverso questi rifiutare la violenza e la teoria della giusta guerra. E’ la testimonianza della britannica Mairead Maguire, premio Nobel per la pace, che ripercorre il conflitto che ha insanguinato l’Irlanda del Nord, che oggi, testimoniano i relatori, presenta un esempio di come molti cristiani e non stiano investendo le loro vite nell’opera di lavoro per la pace. Anche oggi, nel ricordo dei relatori, la tragedia della scuola di Beslan, dopo le drammatiche parole che ieri hanno aperto l’incontro. Quelle di Theofan Ashurkov, vescovo ortodosso dell’Ossezia del Nord. Testimone oculare della strage, tra i soccorritori delle piccole vittime, lui che ha invano cercato di trattare con i terroristi. La sua testimonianza ha ripercorso attimo dopo attimo quanto accaduto, poi l’accorato appello alla platea, attraverso l’uccisione dei bambini non si lotta per la libertà, la violenza può colpire tutti, l’umanità non ha altra scelta se non unirsi contro il male del terrorismo, per non farlo passare, una lotta che viene prima delle differenze politiche.

**********

 

Ma sull’incontro interreligioso di Milano ascoltiamo il rabbino capo di Israele Yona Metzger, al microfono di Francesca Sabatinelli :

 

**********

R. – IT’S A VERY IMPORTANT MEETING, BECAUSE IN THIS CONFERENCE ...

E’ un incontro importantissimo, perché in questa occasione si incontrano nuovi volti, nuove idee, ci si fa conoscere. Invece di essere nemici, è meglio essere in pace e se non conosci l’altra parte, ti viene da pensare che le altre idee siano strane o particolari ... ecco perché questi incontri sono veramente importanti!

 

D. – Quale messaggio ha lanciato?

 

R. –  MY MESSAGE WAS THAT WE MUST CONTINUE ...

Il mio messaggio è stato che è necessario continuare con questi incontri con una nuova idea: come a New York abbiamo le Nazioni Unite, e ciascun Paese invia il proprio ambasciatore, noi dobbiamo creare una nuova istituzione: l’Unione delle religioni di tutto il mondo, alla quale ciascuna religione invierà il proprio ambasciatore dal proprio Paese, per dialogare, per dimostrare a tutto il mondo, per esempio ai musulmani, che la maggioranza non è con Bin Laden, che la maggioranza non è al-Qaeda! E’ necessario riunirsi, scambiarsi le idee. Loro ascolteranno me e noi ascolteremo loro e tutti noi insieme possiamo aiutare il mondo perché tantissimi conflitti e guerre non nascono da conflitti territoriali, ma dalle idee dei capi religiosi.

 

D. – Lei si riferisce ai conflitti religiosi?

 

R. – FOR EXAMPLE, AL-QAEDA: WHAT IS THE IDEA OF AL-QAEDA? IT IS A RELIGIOUS ...

Prendiamo ad esempio al-Qaeda: qual è il concetto-guida di al-Qaeda? E’ un concetto religioso. Lottano e finiscono in prigione, ma perché? Perché credono che tutto il mondo debba essere musulmano. Noi dobbiamo invece dimostrare al mondo che la maggior parte dei musulmani non è come loro! Ecco perché dobbiamo istituire una sorta di ‘Nazioni Unite’ tra i capi religiosi. E secondo me, la sede dovrebbe essere a Gerusalemme, città santa per tutti i figli di Abramo.

**********

 

 

PRESENTATO A PARMA IL DECALOGO PER UNA ECONOMIA IN FAVORE DELL’UOMO

- Intervista con Giulio Marcon -

 

 

“Un economia in favore dell’uomo e non del profitto” è la sfida lanciata a Parma dal Forum di “Sbilanciamoci” cartello di oltre 90 associazioni tra cui Beati Costruttori di Pace, Un Ponte per..., Pax Christi. A conclusione di quattro giorni di lavori è stato presentato il “Decalogo di un’economia diversa”; punti centrali: l’uso della leva fiscale per sostenere la solidarietà sociale, la finanza etica, il commercio equo e solidale. Ma quali le urgenze? Massimiliano Menichetti lo ha chiesto a Giulio Marcon presidente di Sbilanciamoci. 

 

**********

R. – Una finanziaria che si discuterà già dal prossimo mese che difenda e promuova le spese sociali, in particolare l’istruzione, la sanità e l’assistenza, e poi un sostegno all’economia di solidarietà e, in generale, una politica economica che tenga conto dei problemi internazionali del nostro pianeta, che quindi sia di cooperazione, di pace, di solidarietà con i popoli.

 

D. – Ma che cosa bisogna fare per innescare un cambiamento economico?

 

R. – Promuovere quelle forme di intervento pubblico come servizi sociali per i più bisognosi, politiche di solidarietà che possano essere rappresentate dall’e-sperienza del Terzo Settore, per fare in modo che avanzi un’economia che abbia le caratteristiche di coinvolgimento della comunità stessa.

 

D. – Parlare di Terzo Settore vuol dire mettere l’accento sul mondo del volontariato, il commercio eco-solidale e banca etica, cioè Istituti che finanziano per il 95 per cento il mondo del no profit …

 

R. – Le politiche neoliberiste che in qualche modo hanno dimostrato il fallimento di non aver prodotto più ricchezza per tutti, ma di aver prodotto più ricchezza solamente per il profit, tant’è vero che negli ultimi anni le disuguaglianze tra il Nord ricco ed il Sud povero del mondo sono aumentate ancora di più. Quindi, è necessario rimettere al centro alcuni valori, i valori del bene comune, i valori della solidarietà, i valori di una società che non può essere trattata come merce, che non ha al centro esclusivamente il profitto, che non ha al centro esclusivamente l’interesse individuale, ma che mette, diciamo, al primo posto l’interesse collettivo, i beni comuni e l’uomo.

 

D. – Ma quindi, in concreto, c’è la possibilità di abbattere la logica del profitto?

 

R. - Questo è un problema che non ci poniamo solo noi che facciamo parte di organizzazioni sociali, di movimenti, di istituzioni no profit. Ormai, negli ultimi anni, il tema del rapporto tra economia ed etica è un rapporto che interessa anche molti imprenditori e anche nel mondo dell’Impresa privata in molti si interrogano sul senso del loro lavoro e sulla missione sociale che deve avere l’impresa. L’impresa è sempre più chiamata ad essere responsabile, perché deve considerare il proprio compito non staccato dai bisogni generali di una società, non guardando semplicemente al profitto e all’interesse privato.

**********      

 

 

APPLAUSI E QUALCHE CONTESTAZIONE, ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA:

ACCOLTO CON FAVORE IL FILM DELL’INGLESE MIKE LEIGH,

SUL TEMA DELICATO DELL’ABORTO

- Servizio di Luca Pellegrini

 

 

Dopo i primi giorni di proiezioni e di applausi, alla Mostra del cinema di Venezia sono arrivate dalla sala le prime contestazioni. “Bersaglio” delle critiche degli addetti ai lavori, il regista italiano Michele Placido, come ci riferisce dal Lido, Luca Pellegrini:

 

**********

Ecco la Mostra del Cinema di Venezia, 61. ma edizione: contestazioni per la dirigenza, fischi per Michele Placido, applausi per Mike Leigh. Le prime derivano da una vera e propria giornata di caos, un “calvario” per spettatori e addetti ai lavori: ritardi interminabili, proiezioni abbandonate, qualche cosa davvero non funziona. I fischi sono, invece, tutti per Placido ed il suo film, “Ovunque sei”. Tratta di una storia a metà tra il naturale – la prima parte, la più interessante – e il sovrannaturale.

 

Poi è arrivata oggi “Vera Drake” col suo pesante segreto, ed al regista inglese Mike Leigh sono stati tributati consensi unanimi. Il film è difficile e interessante. Londra, 1950: Vera ha una famiglia felice. Non è ricca, ma la solidarietà ed il rispetto suppliscono all’indigenza. Vera è una madre modello e una donna che si prodiga per tutti, col sorriso. Vera, però, si dedica anche ad un’altra attività che tiene ben nascosta: senza farsi pagare, aiuta giovani donne ad interrompere gravidanze indesiderate (quelle ricche trovano, versando ingenti somme di denaro, dottori più che compiacenti). Un lavoro clandestino, pericoloso, triste, compiuto con una generosità affetta da molta ignoranza, che viene da Leigh giustamente soltanto raccontato, descritto con pudicizia e senza tentativi di facili, univoche spiegazioni. E’ posto soltanto un dilemma morale che, ben lo sappiamo, un film e questo film, non possono risolvere. Bravo Mike Leigh: evita la propaganda, pone domande, non trae alcuna facile e scontata conclusione. Vera sarà arrestata e condannata a due anni e mezzo di prigione per aver messo a repentaglio la vita di una ragazza. Avere scovato il suo segreto non interromperà la catena dell’illegalità e degli aborti, ma attiverà però il senso di pietà e di perdono, scuotendo, lo speriamo, le coscienze di molti.

 

Da Venezia, Luca Pellegrini per la Radio Vaticana.

**********

 

 

=======ooo=======

 

 

 

CHIESA E SOCIETA’

6 settembre 2004

 

STRAGE IN UNA CHIESA EVANGELICA COLOMBIANA.

UOMINI ARMATI E INCAPPUCCIATI FANNO IRRUZIONE NEL LUOGO DI CULTO

E APRONO IL FUOCO CONTRO I PRESENTI.

QUATTRO LE VITTIME E QUATTORDICI I FERITI

 

BOGOTA’. = Barbara fiammata di violenza in Colombia. Un gruppo di uomini armati e incappucciati ha fatto irruzione in una chiesa evangelica a Puerto Asís, nel sudest del Paese, uccidendo quattro persone, tra le quali una bambina di sei anni, e ferendone altre quattordici. L’aggressione è avvenuta sabato sera, mentre si celebrava il rito religioso nella chiesa ‘Alleanza cristiana’, nel centro di Puerto Asís, dipartimento di Putumayo, oltre 600 chilometri a sud della capitale Bogotà. Secondo alcune testimonianze, gli uomini si sono precipitati all’interno del luogo di culto e hanno cominciato a sparare all’impazzata contro tutti i presenti, per poi fuggire a bordo di motociclette. Dei feriti, cinque sono gravi e alcuni sono minorenni. Al momento, non si hanno notizie sull’identità dei responsabili. Il pastore della chiesa, José Maria Pinto, ha, tuttavia, detto di aver “ricevuto minacce da gruppi di estrema sinistra” in passato. Secondo quanto riferisce la fondazione “Cristiani per la pace”, negli ultimi quattro anni, oltre 80 pastori protestanti sono stati assassinati, mentre sono stati chiusi più di 300 luoghi di culto. (B.C.)

 

 

IL GOVERNO SEMBRA INDIFFERENTE ALLA POVERTÀ DEL PAESE, DOBBIAMO AIUTARCI

GLI UNI CON GLI ALTRI. E’ IL MONITO DEL VESCOVO FILIPPINO OSCAR CRUZ,

IN UNA LETTERA ALLA COMUNITA’ LOCALE

 

MANILA. = “Inondiamo il cielo di preghiere. Siamo per la maggior parte gente povera, ma proprio per questo il Signore ci ama e ascolterà le nostre preghiere”. Questo, in sintesi, l’invito che il vescovo di Lingayen-Dagupan, Oscar V. Cruz, rivolge alla comunità filippina in una lettera circolare. La popolazione filippina versa in questo periodo in una situazione difficile. Il presidente, Gloria Macapagal-Arroyo, ha recentemente ammesso che il Paese sta affrontando una “crisi finanziaria”, invitando tutti al sacrificio. Il deficit statale è talmente alto che è stato chiesto ai politici, senatori e deputati di cedere parte dei milioni di pesos dei “fondi destinati allo sviluppo” o del “denaro pubblico speso per la campagne elettorali” per alleviare la crisi. La crisi economica pesa praticamente solo sui poveri e su quella che una volta era la classe media, i cosiddetti “nuovi poveri”. Secondo stime ufficiali, cinque milioni di filippini sono disoccupati. I beni primari, soprattutto le medicine, sono diventati molto costosi, mentre i prezzi dell’energia crescono di settimana in settimana. “I prezzi continuano a salire e i salari rimangono uguali – scrive ancora il presule – e questa è la situazione presente, ma è probabile che essa peggiori nel futuro”. Il vescovo invita, comunque, “a non perdere la speranza, perché con l’aiuto di Dio i filippini hanno superato momenti peggiori in passato e riusciranno a farlo anche in futuro”. “Dobbiamo aiutarci da soli – ha concluso mons. Cruz – il nostro governo non sembra essere in grado di farlo!”. (B.C.)

 

 

“NOI SIAMO INVIATI”: E’ IL TITOLO DELLA LETTERA PASTORALE

DELL’ARCIVESCOVO DI MELBOURNE, CHE HA RECENTEMENTE APERTO UN NUOVO UFFICIO PER L’EVANGELIZZAZIONE.

DOBBIAMO FAR RISCOPRIRE - SCRIVE IL PRESULE - GESU’ CRISTO ALLA GENTE

 

MELBOURNE. = Una lettera pastorale e un nuovo ufficio diocesano per l’evange-lizzazione: sono le iniziative lanciate all’inizio di settembre dall’arcivescovo di Melbourne, mons. Denis James Hart, che ha definito “una priorità pastorale” l’evangelizzazione del territorio e l’annuncio della Buona Novella a quanti non conoscono ancora Gesù Cristo. Nella lettera pastorale “Noi siamo inviati”, il presule ricorda le parole di Giovanni Paolo II, sottolineando che nella società odierna vi è “mancanza del senso di Dio”, mentre si impongono all’attenzione della Chiesa le nuove sfide del terrorismo, della ricerca genetica e della rivoluzione nelle nuove tecnologie e nell’economia globale. E’ proprio in questo scenario che nasce l’urgenza di evangelizzare. Nella missiva l’arcivescovo Hart evidenzia, inoltre, i problemi della scarsa conoscenza della fede cristiana da parte dei fedeli e della poca influenza che la fede esercita sulla moralità pubblica. Le energie, dunque, devono concentrarsi nel lavoro di formazione nelle scuole, parrocchie e centri pastorali, dove “urgono nuovi metodi di evangelizzazione”. L’Ufficio si offre, quindi, come mezzo fondamentale di supporto alle parrocchie per svolgere questo importante compito. “Vogliamo concentrare la nostra attenzione in modo sistematico sull’evangelizzazione – conclude mons. Hart – attraverso l’istruzione, la formazione, le risorse e le strategie promosse dall’ufficio”. (B.C.)

 

 

GIORNATA CONCLUSIVA OGGI IN ARGENTINA DEL CONGRESSO EUCARISTICO.

NEL SUO DISCORSO, L’INVIATO SPECIALE DEL PAPA HA RIBADITO

L’URGENZA DI UNA “SOLIDARIETA’ PROFONDA” TRA I POPOLI

 

BUENOS AIRES. = “L’Eucarestia non solo rincuora, ma spinge all’unità, alla riconciliazione, alla solidarietà e a nuovi impegni necessari per le urgenze di oggi”. Così oggi il cardinale Julio Terrazas Sandoval, della Congregazione del Santissimo Redentore, arcivescovo di Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), a conclusione del Congresso eucaristico argentino. Il porporato, inviato speciale del Papa per questa importante occasione, ha criticato quanti “asfissiano popoli interi con imposizioni schiavizzanti”, sottolineando che ci sono persone che “si aggrappano a sistemi di corruzione o depredano il creato per assicurare tesori al servizio del lucro egoista”. Il cardinale Terrazas Sandoval ha parlato davanti al vice-presidente della Repubblica, Daniel Scioli, all’ambasciatore argentino presso la Santa Sede, Carlos Custer, e al segretario di culto, Guillermo Oliveti, chiamando gli argentini ad una “solidarietà profonda”. Parlando davanti a 150.000 persone, l’inviato speciale di Giovanni Paolo II ha, infine, esortato il governo di Buenos Aires ad investire nella “giusta amministrazione della giustizia”, “nell’istruzione dei giovani” e nel combattere “definitivamente la delinquenza e l’ingiustizia”. (B.C.)

 

 

EMESSA NEGLI STATI UNITI LA PRIMA CONDANNA PER L’OMICIDIO

DELL’ARCIVESCOVO ROMERO. UN TRIBUNALE CIVILE DELLA CALIFORNIA

GIUDICA RESPONSABILE IL CAPITANO DELL’AVIAZIONE SALVADOREGNA

 

FRESNO. = Per la prima volta, dopo 24 anni, un tribunale ha emesso una sentenza di condanna per uno dei presunti responsabili dell'assassinio dell’arcivescovo di San Salvador, mons. Oscar Arnulfo Romero, ucciso nel 1980 mentre celebrava la messa. Il giudice federale della città di Fresno, Oliver Wagner – riferisce l’agenzia Misna – ha considerato convincenti le prove contro Alvaro Rafael Saravia, capitano dell’aviazione del Salvador e braccio destro di Roberto D’Aubuisson, il defunto capo dei famigerati “squadroni della morte” salvadoregni. Il procedimento legale è stato avviato dal “Center for justice and accountability” di San Francisco, un’associazione per la tutela dei diritti umani, a nome di un familiare di Romero, grazie a una normativa statunitense del XVIII secolo. Matthew Eisenbrand, avvocato del Centro che ha presentato la denuncia, sottolinea che la sentenza oltre ad avere una forte valenza simbolica fornisce all’ufficio immigrazione statunitense gli estremi legali per espellere Saravia dall’America. Monsignor Romero fu assassinato il 24 marzo 1980 da un commando di estrema destra, mentre officiava messa nella cattedrale di San Salvador. Il religioso era divenuto la voce dei più deboli e degli oppressi durante la violenta crisi salvadoregna, scoppiata alla fine degli anni ’70  e protrattasi fino al 1992. L’arcivescovo Romero, in particolare, denunciava le violenze dei militari e degli “squadroni della morte” contro la popolazione civile. Nei 25 anni successivi alla morte dell’arcivescovo la giustizia salvadoregna si è dimostrata inefficace nel ricercare i colpevoli. Nel 2000 un pronunciamento della Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh), ha sottolineato che “lo Stato salvadoregno ha mancato al suo dovere di investigare in forma diligente ed efficace, così come a quello di processare e assicurare alla giustizia i responsabili, attraverso un processo imparziale e obiettivo, come esige la Convenzione Americana”. (B.C.)

 

 

DISASTROSA INVASIONE DELLE LOCUSTE

IN DIVERSI STATI DELL’AFRICA OCCIDENTALE.

IL PRESIDENTE E IL GOVERNO DEL MALI DECIDONO DI RINUNCIARE PER UN MESE

AL PROPRIO STIPENDIO PER RACCOGLIERE FONDI NELLA LOTTA AI VORACI INSETTI

 

BAMAKO. = Singolare iniziativa del Mali per far fronte alla disastrosa invasione delle locuste. Il presidente Amadou Toumani Touré, il suo premier e tutti i ministri del governo hanno rinunciato a un mese di stipendio per destinare i loro salari alla lotta contro i voraci insetti, protagonisti della peggiore invasione registrata negli ultimi 15 anni. Nei giorni scorsi, i Paesi dell’Africa occidentale hanno deciso di utilizzare l’esercito per fronteggiare l’invasione delle locuste che ormai prosegue da alcune settimane. Il Paese maggiormente colpito dagli sciami di insetti, secondo l’ultimo rapporto della Fao, l’Agenzia delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, resta la Mauritania, dove gli insetti hanno distrutto oltre un milione di ettari di campi. La Fao, tuttavia, sottolinea che la situazione si sta deteriorando anche in Mali e Niger, mentre locuste sono segnalate in Burkina Faso, Capo Verde, Ciad e Senegal. Gli esperti concordano nel sostenere che l’eccezionale invasione di quest’anno stia minacciando seriamente le attività agricole di molti Paesi africani e i raccolti di mais e grano della prossima stagione. (B.C.)

 

 

=======ooo=======

 

 

24 ORE NEL MONDO

6 settembre 2004

- A cura di Alessandro Gisotti -

 

In primo piano l’Iraq dove almeno sette soldati americani sono rimasti uccisi, a Falluja, in un’imboscata tesa dai guerriglieri. Intanto, un cittadino turco preso in ostaggio è stato rilasciato dai suoi rapitori, secondo quanto riferito dalla tv “al-Arabiya”. Dal canto suo, il governo di Amman ha annunciato la liberazione di 4 ostaggi, tre giordani e un sudanese. Nessuna novità invece sui due giornalisti francesi rapiti. Sembra risolto il giallo sulla cattura di Ibrahim al Douri, il vice di Saddam Hussein di cui ieri era stata annunciata la cattura per poi essere smentita poche ore dopo. Il nostro servizio:

 

**********

Escalation di violenza stamani a Falluja: almeno sette soldati americani sono morti ed 8 sono rimasti feriti nell'esplosione di un’autobomba nella città irachena ad ovest di Baghdad. Lo rivelano fonti militari americane, aggiungendo che il bilancio dell'attacco è probabilmente destinato ad aggravarsi. L'agguato è avvenuto alla periferia nord di Falluja. E al computo delle vittime straniere della violenza in tutto l'Iraq va aggiunta anche una giovane norvegese, che sarebbe stata uccisa a colpi di arma da fuoco da un aggressore in Kurdistan. La notizia viene riferita oggi da un quotidiano di Oslo. Un importante gasdotto è stato sabotato stamani nel nord del Paese, mentre è particolarmente calda la situazione anche nel centro di Baghdad. Numerosi colpi di mortaio sono stati, infatti, sparati contro una caserma della polizia irachena e contro un edificio adiacente nel quale sono ospitati alcuni ministeri, tra cui quello del Petrolio. Intanto, dopo un susseguirsi di notizie contrastanti, la cattura vicino a Tikrit di uno dei vice presidenti di Saddam Hussein, Ibrahim al Douri, è stata smentita definitivamente. Il ministero dell'interno iracheno ha oggi confermato che l'uomo catturato ieri non è l’ex braccio destro del rais, ma un suo parente. “Dopo adeguati accertamenti medici” si legge in una nota del dicastero, è stato accertato che “la persona arrestata non è al Douri, ma un suo familiare, anche lui ricercato”. Confermato invece l’arresto di Shiran Ahmad Khalaf, capo dei  servizi di sicurezza a Samara durante la dittatura di Saddam e sospettato di aver organizzato diversi attentati. Su un altro fronte, agenti della Guardia Nazionale e della polizia irachena hanno circondato in queste ore a Najaf gli uffici del movimento del leader radicale sciita al-Sadr e si preparerebbero a farvi irruzione.

**********

 

In Darfur non accenna a migliorare la situazione umanitaria: l’Onu ha registrato ancora oltre 3 mila profughi solo negli ultimi giorni nella martoriata regione occidentale del Sudan. Prosegue, intanto, tra mille difficoltà una conferenza di pace ad Abuja, capitale della Nigeria, mediata dall’Unione Africana. Le Nazioni Unite continuano dunque il pressing sul governo di Khartoum, ritenuto responsabile di non aver ottemperato all'impegno di disarmare i miliziani arabi, i famigerati Janjaweed che stanno devastando il Darfur. Tuttavia, il rappresentante speciale di Kofi Annan per il Darfur, Jan Pronk, ha detto oggi che il momento di imporre sanzioni al governo del Sudan non è ancora venuto. Dal canto suo, il ministro degli Esteri sudanese, Ismail - oggi in visita a Tokyo - ha detto che la comunità internazionale dovrebbe impegnarsi di più per alleviare le sofferenze della popolazione del Darfur.

 

Diplomazia al lavoro per il Kashmir: India e Pakistan hanno concordato di prorogare il cessate-il-fuoco nella contesa regione e di “approfondire” il dialogo per portare la pace nel sud dell'Asia. L’annuncio è stato dato dal ministro degli Esteri di New Delhi, Natwar Singh, al termine di due giornate di colloqui con il collega di Islamabad, Khursheed Kasuri. Il servizio di Maria Grazia Coggiola:

 

**********

La disputa del Kashmir rimane centrale nel processo di pace tra India e Pakistan, ma la discussione per ora è rimandata. Dopo due giorni di colloqui a New Delhi il ministro degli Esteri indiano e il suo omologo pachistano hanno deciso di continuare gli incontri bilaterali nei prossimi mesi. Nella conferenza stampa congiunta i due ministri hanno annunciato una serie di accordi, in particolare sul proseguimento del cessate-il-fuoco lungo la linea di controllo, siglato nel novembre del 2003. E, ancora, nuovi incontri tecnici per discutere di collegamenti ferroviari e di bus speciali per i pellegrinaggi religiosi. Si sono impegnati, inoltre, a prendere altre misure per la sicurezza degli armamenti convenzionali e nucleari. Ma l’attenzione, ora, è puntata sul summit previsto tra 15 giorni tra il premier indiano Manmohan Singh  e il presidente pachistano Musharraf a margine dell’assemblea dell’Onu a New York.

 

Da New Delhi, per la Radio Vaticana, Maria Grazia Coggiola.

**********

 

“Israele troverà il momento opportuno e il modo di esiliare Yasser Arafat”: è quanto affermato oggi dal ministro della difesa, Mofaz, in un’intervista alla Radio militare israeliana. Intanto, Il ministro degli Esteri egiziano e il capo dei servizi di intelligence sono oggi a Ramallah per un incontro con il presidente palestinese Arafat. Il ministro palestinese Saeb Erekat ha spiegato che da parte palestinese vi è la richiesta che il ritiro israeliano da Gaza sia inserito nel contesto della Road Map, il piano di pace elaborato da Stati Uniti, Russia, Onu e Unione Europea. Sul terreno, ieri sono cominciati i lavori per la costruzione del tratto meridionale del muro di difesa israeliano. A quattro giorni dal duplice, sanguinoso attentato suicida su due autobus di Beersheva, le ruspe sono al lavoro per spianare il terreno attorno al villaggio palestinese di Beit Awwa, non lontano dalla frontiera riconosciuta fra Israele e la Cisgiordania.

 

L'ex presidente Bill Clinton è sotto i ferri, per subire un quadruplo by-pass coronarico programmato. L'indicazione, ripresa dalla Cnn e da altri media, viene dal New York “Presbyterian Hospital Columbia”.  L'ex presidente è ricoverato da venerdì, dopo avere accusato giovedì dei dolori al petto e difficoltà di respirazione.

 

Almeno 90 morti: è questo il tragico bilancio dell'eccezionale ondata di maltempo che ha investito la Cina su-occidentale: secondo quanto reso noto da fonti locali della Protezione Civile, ci sarebbero anche decine di dispersi.

 

Sempre in Asia: si contano almeno 40 feriti in Giappone per due violenti terremoti, che ieri hanno colpito una vasta zona centrale dell'arcipelago attorno  alle due antiche capitali di Nara e Kyoto. Intanto, il tifone Songda sta per colpire  l'isola di Kyushu. Nel week end, ha devastato l'arcipelago meridionale di Okinawa, con un bilancio provvisorio di 24 feriti.

 

Anche la Florida alle prese con la forza devastante della natura. L’uragano Frances perde potenza ma le autorità lanciano l’allarme alluvioni. La situazione rimane ancora critica per le prossime ore nella parte meridionale dello Stato, dove sono state evacuate tre milioni di persone. Intanto, il centro anti-uragani americano annuncia un nuovo ciclone a 2mila chilometri dalle Antille. Si tratta dell’uragano Ivan che potrebbe colpire le coste della Florida già nei prossimi giorni.

 

Tre poliziotti sauditi sono stati uccisi oggi durante un’operazione condotta nella regione di Bureida, a nord-ovest di Ryad, che si è conclusa con l'arresto di sette sospetti militanti radicali. A darne notizia sono fonti della sicurezza saudita.

 

Solo un incidente: l’elicottero militare russo scomparso ieri dopo la partenza dalla Cecenia, è stato ritrovato e gli uomini dell’equipaggio sono salvi. Il velivolo aveva avuto un problema meccanico e aveva effettuato un atterraggio di emergenza vicino a Nazran.

 

 

 

=======ooo=======