RADIOVATICANA
RADIOGIORNALE
Anno XLVIII n.
299 - Testo della trasmissione di lunedì
25 ottobre 2004
IL
PAPA E LA SANTA SEDE:
Il cardinale
Martino ha presentato oggi il “Compendio della dottrina sociale della Chiesa”
OGGI IN PRIMO PIANO
CHIESA E SOCIETA’:
Mostra-evento alla National Gallery di Londra dal
titolo: ”Raffaello, da Urbino a Roma”
Inaugurata a Genova la mostra dal titolo “Edith Stein, una
vita per la verità”.
Una bomba esplosa non
lontano da una scuola a Baghdad colpisce anche dei bambini
14 palestinesi uccisi
nella Striscia di Gaza in un raid israeliano
Nuova scossa sismica
stamane in Giappone
25
ottobre 2004
E’ NECESSARIO TROVARE
UN MODO ADEGUATO PER ANNUNCIARE CRISTO
IN QUESTO
MONDO SEMPRE PIU’ GLOBALIZZATO: COSI’ IL PAPA ALLE SUORE
TERZIARIE
CAPPUCCINE DELLA SACRA FAMIGLIA, RICEVUTE STAMANI
IN VATICANO IN OCCASIONE DEL 20.MO CAPITOLO
GENERALE
- Servizio di Alessandro Gisotti -
Possiate sempre dare “nuovo
vigore all’esperienza spirituale del vostro carisma”: sono parole di calorosa
esortazione quelle che il Pontefice ha rivolto alle partecipanti al 20.mo
Capitolo generale delle suore Terziarie Cappuccine della Sacra Famiglia,
ricevute stamani in udienza. Evento particolarmente significativo, giacché il capitolo
si celebra in coincidenza con il 150.mo anniversario della nascita del
fondatore della congregazione religiosa, il Venerabile mons. Luis Amigó y Ferrer. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
**********
La “vera salvezza che non conosce la caducità del tempo” si ottiene “solo
con la redenzione, anche se ciò contrasta con una mentalità che sovente dà
importanza solo al risultato immediato”. E’ la profonda riflessione di Giovanni
Paolo II offerta alle suore terziarie cappuccine. Il Papa ha esortato le religiose
a trovare il “modo più adeguato per testimoniare e annunciare Cristo nel mondo
di oggi, sempre più globalizzato”. Ha così espresso il ringraziamento della
Chiesa per il lavoro delle sorelle cappuccine in favore dei più bisognosi,
degli anziani, degli infermi e dei bambini in difficoltà.
Quindi, il Papa ha invitato le religiose ad “intensificare ogni giorno di
più l’unione con Cristo mediante la contemplazione e la preghiera assidua” per
dare vitalità al loro impegno. D’altro canto, ha aggiunto, da una “ricca
esperienza interiore sarà più facile trasmettere” la forza attraente “che Gesù
svela alle nuove generazioni” attraverso “la voce penetrante della vocazione”.
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IL PAPA RICEVE UN
GRUPPO DI PELLEGRINI DELLA DIOCESI ANGLICANA DI ROCHESTER
NEL 14° CENTENARIO DELL’ORDINAZIONE EPISCOPALE DI
SAN GIUSTO
Giovanni
Paolo II ha ricevuto oggi in Vaticano un’ottantina di fedeli della diocesi
anglicana di Rochester, in Gran Bretagna, in occasione del loro pellegrinaggio
da Roma verso l’Inghilterra nel 14° centenario dell’ordinazione episcopale di
san Giusto, primo vescovo di Rochester. Il Papa li ha salutati cordialmente
sottolineando il fatto che stanno seguendo le orme di Sant’Agostino di
Canterbury e san Giusto, entrambi monaci benedettini, inviati da Papa Gregorio
Magno nel 600 circa ad evangelizzare queste terre. “Possa il vostro viaggio –
ha detto Giovanni Paolo II ai pellegrini anglicani – essere un’occasione di
arricchimento spirituale e un incoraggiamento a perseverare sulla via verso la
piena comunione”.
CORDOGLIO DEL PAPA PER LA MORTE DEL CARDINALE
JAMES HICKEY,
ARCIVESCOVO EMERITO DI WASHINGTON, SPENTOSI IERI,
ALL’ETA’ DI 84 ANNI
Profondo cordoglio di Giovanni
Paolo II per la morte del cardinale americano James Aloysius Hickey, arcivescovo
emerito di Washington, spentosi ieri mattina nella capitale statunitense,
all’età di 84 anni. In un telegramma indirizzato al cardinale Theodore
McCarrick, arcivescovo di Washington, il Pontefice ricorda l’impegno del
porporato scomparso “nella diffusione del Vangelo, nell’insegnamento della fede
e nella formazione dei futuri sacerdoti”. Il Papa impartisce, dunque, la
benedizione apostolica a quanti piangono la scomparsa del cardinale Hickey.
Nato a Midland – nella diocesi di Saginaw – l’11 ottobre 1920, il
cardinale Hickey ha completato gli studi di teologia presso l’università cattolica
d’America a Washington. Ordinato sacerdote il 15 giugno del 1946, ha
approfondito i suoi studi in diritto canonico e teologia alla Pontificia università
Lateranense e all’Angelicum, a Roma. Ha partecipato come Perito al Concilio
Vaticano II. Quindi, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 14 aprile del
1967. L’anno dopo è divenuto presidente del comitato per la Formazione sacerdotale
della conferenza nazionale dei vescovi americani e consultore della
congregazione per l’Educazione cattolica. Nel marzo 1969, è stato
nominato rettore del pontificio collegio americano del Nord a Roma. Durante la
sua permanenza in Italia ha ricoperto anche l'incarico di presidente dell'associazione
dei rettori dei Seminari Romani.
Il 17 giugno del 1980 è stato
nominato arcivescovo di Washington. Ha rivestito molti incarichi nell’ambito
della Conferenza episcopale americana. Come arcivescovo di Washington,
è divenuto anche Cancelliere dell'Università Cattolica d'America, nonché
presidente del consiglio di amministrazione del Santuario Nazionale
dell'Immacolata Concezione a Washington. Nella Curia Romana, è stato
membro del comitato centrale per l’Anno Santo del 1975. Ha guidato gli Esercizi
Spirituali della Curia in Vaticano, nella Quaresima del 1988. Nel Concistoro
del 28 giugno 1988 viene creato cardinale da Giovanni Paolo II con il Titolo di
S. Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca. Nel 2000, all’età di 80 anni è
nominato arcivescovo emerito di Washington.
Con la morte del cardinale
Hickey, il numero dei cardinali scende a 187, di cui 122 elettori e 65 non
elettori.
ISPIRATO
DALL’INSEGNAMENTO SOCIALE DEI PAPI E DEL MAGISTERO,
CHE
VEDA I LAICI CRISTIANI CAPACI DI INCIDERE SUI MECCANISMI DEL VIVERE CIVILE.
L’AUSPICIO DEL CARDINALE MARTINO, CHE HA PRESENTATO OGGI
IL
“COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA”
-
Servizio di Alessandro De Carolis -
Uno
strumento che raccoglie in un unico volume gli insegnamenti della dottrina
sociale della Chiesa: una sorta di “bussola” destinata anzitutto agli operatori
pastorali e ad ogni cristiano, per saper decifrare il mutevole scenario
politico, economico e sociale dei nostri tempi ed agire in coerenza agli
insegnamenti del Vangelo e della tradizione ecclesiale. E’ questo lo scopo del
“Compendio della dottrina sociale della Chiesa”, curato dal Pontificio
Consiglio Giustizia e Pace e presentato questa mattina, nella Sala Stampa della
Santa Sede, dai vertici del dicastero vaticano.
**********
Un
documento mai realizzato prima, definito “un’impresa non semplice”: cinque anni
di lavoro per condensare – in 319 pagine di testo e 200 solo di indici - gli
oltre cento anni di insegnamento sociale dei Papi e della Chiesa, senza
danneggiare né la complessità né la completezza di tale magistero. Con una
serie di destinatari: in primo luogo, chi è chiamato ad annunziare Cristo e con
Lui la dottrina sociale che - come affermò Giovanni Paolo II nella Centesimus
annus - “fa parte essenziale del messaggio cristiano”. Poi i fedeli,
certamente, per dotarli di un “rigoroso” sussidio “sull’insegnamento della
morale sociale” e aiutarli a discernere in ambito politico, economico,
amministrativo: ovvero la dimensione “secolare” nella quale esercitano la
propria laicità. Ma anche gli altri cristiani, chi professa altri credi e tutti
coloro che abbiano a cuore “il bene sociale delle persone e delle società”.
E’
stato il cardinale Martino, presidente di Giustizia e Pace, a presentare ai
giornalisti natura e obiettivi del “Compendio della dottrina sociale della
Chiesa”, nella cui presentazione, il cardinale segretario di Stato Angelo
Sodano ribadisce, con Leone XIII, la volontà mai venuta meno della Chiesa di
dire “la parola che le spetta” sulle questioni della vita sociale. Un
documento, ha affermato in conferenza stampa il cardinale Martino, che oltre
alla sua principale novità di documentatissimo repertorio magisteriale,
dichiara una sua “pretesa alta”: quella di raccogliere “alcune sfide decisive”
del momento presente. Il cardinale Martino ne ha indicate tre: la sfida
“culturale” perché, rafforzando il carattere interdisciplinare, la dottrina
sociale amplifichi nel tempo “l’eterna verità del Vangelo” in rapporto ai
“saperi elaborati dall’uomo”. La sfida provocata “dall’indifferenza etica e religiosa”,
perché si vada oltre la “separazione tra etica e politica” e si intensifichi il
dialogo con le altre religioni sui temi caldi della pace e dei diritti umani.
La “collaborazione interreligiosa – ha affermato il porporato – sarà uno dei
percorsi di valore strategico per il bene dell’umanità, decisivo nel futuro
della dottrina sociale”. Terzo, la sfida prettamente pastorale, perché la
dottrina sociale della Chiesa sia meglio conosciuta, radicata, diffusa e
testimoniata.
“La
dottrina sociale (…) potrà svolgere tanto meglio il suo servizio all’uomo dentro
le maglie della società e dell’economia quanto meno sarà ridotta a discorso
sociologico o politologico, a esortazione moraleggiante, a ‘scienza del buon
vivere’ o a semplice ‘etica per le situazioni difficili’ e quanto più invece
sarà conosciuta, insegnata, vissuta e incarnata in tutta la pienezza del suo
‘vitale collegamento con il Vangelo del Signore’”.
Il
cardinale Martino ha concluso la presentazione del “Compendio” dedicando un
pensiero alla presenza dei cristiani nella società: al bisogno che essi siano
“testimoni” attivi del magistero e animatori di un “autentico umanesimo che
coinvolga le strutture sociali”:
“Io
spero fortemente che il ‘Compendio della dottrina sociale della Chiesa’ faccia
maturare personalità credenti autentiche e le ispiri ad essere testimoni
credibili, capaci di modificare i meccanismi della società attuale col pensiero
e con l’azione. C’è sempre la necessità di testimoni, di martiri e di santi,
anche nel campo sociale”.
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E’ INIZIATO OGGI IN
VATICANO L’INCONTRO INTERNAZIONALE
PROMOSSO DAL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I MIGRANTI
SUL DRAMMA DEI RAGAZZI DI STRADA NEL MONDO
- Intervista con l’arcivescovo Agostino Marchetto
-
E’
iniziato questa mattina in Vaticano il primo Incontro internazionale per la
pastorale dei ragazzi di strada, promosso dal Pontificio Consiglio della
pastorale per i migranti e gli itineranti. Il presidente del dicastero, il
cardinale Stephen Fumio Hamao ha tenuto la relazione introduttiva. Al centro
dell’incontro la situazione drammatica che coinvolge milioni di ragazzi allo
sbando dal Brasile al Messico, dalla Russia alla Romania, dalle Filippine
all’India e al Congo ex-Zaire. Su questa piaga sociale Giovanni Peduto ha
sentito l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio
per i migranti:
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R. –
La situazione è impressionante, solo considerando le cifre. Secondo un rapporto
di “Amnesty International”, i ragazzi di strada sarebbero 100 milioni (150
milioni secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro) nelle città del sud
del mondo, cioè 45 milioni in America Latina, 10 milioni in Africa, 40 milioni
in Asia. Anche l’Europa conosce questo fenomeno specie nei Paesi della sua
parte orientale.
D. –
Che finalità vi siete prefissi con questo Incontro?
R. –
La prima finalità di questo Incontro, partito come Europeo e diventato qualcosa
che va ben oltre l’Europa, per la partecipazione di rappresentanti di vari
continenti, è quella di ascoltarci, di mettere insieme le esperienze che la
Chiesa ha nella pastorale, nell’accoglienza, di questi ragazzi. Da ciò dovrebbe
delinearsi una pastorale specifica ancorata alla responsabilità episcopale,
oltre l’impegno generoso di persone singole e istituzioni varie.
D. –
Come accogliere questi ragazzi che molti vorrebbero addirittura eliminare
fisicamente?
R. –
Purtroppo, anche nelle ultime settimane ci sono giunte tristissime notizie di
eliminazione fisica di ragazzi di strada. La loro accoglienza è un problema
chiave, con differenziazione naturalmente tra ragazzi di strada e ragazzi nella
strada (questi ultimi ritornano, in effetti, alle loro case – se così si può
dire – alla sera). Il rapporto è di 1 a 3, in genere. Siamo, per noi, comunque,
ai primi balbettamenti su questa vastissima questione e di ciò bisogna tener
conto.
D. –
Molti di questi ragazzi finiscono in carcere. Cosa si può proporre al riguardo?
R. –
Nel mio intervento all’Incontro parlerò di “Capitan Uncino”, presente nella
storia dei ragazzi di strada, come nel racconto famoso di Peter Pan. Egli è
capace di mille travestimenti: ha il volto del trafficante di droga, di uno
sfruttatore della prostituzione, di un turista occidentale in cerca di sesso
facile, di un procacciatore di merce fresca per il mercato degli organi. Tutto
ciò porta facilmente a infrangere la legge e al carcere minorile. Certo ci
vuole qui un’opera preventiva di accoglienza e seguire, invece, coloro che si
trovano in carcere. L’orizzonte si fa più largo e più difficile.
D. –
Cosa fa la Chiesa per i ragazzi di strada?
R. –
Che cosa fa la Chiesa? Penso che dovremmo chiederci, per prima cosa, che cosa
fa la società, lo Stato, noi tutti in relazione a questa realtà. La Chiesa
comunque sta facendo molto, perché, come sempre, c’è la sua attenzione di buon
samaritano verso i piccoli, gli ultimi, i bambini. Quel che ad essi si fa è il
nostro atteggiamento verso Cristo. Iniziative ce ne sono moltissime, generose,
buone. Lo abbiamo visto dalle risposte alla nostra inchiesta in vista del
Congresso. Si tratta, come dicevo, di stabilire ora qualche linea comune di
pastorale specifica che si arricchisca delle esperienze altrui.
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IL CARDINALE SCHOTTE NOMINATO INVIATO SPECIALE DEL
PAPA ALLE CELEBRAZIONI PER IL 150.MO ANNIVERSARIO DEL DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE,
IN PROGRAMMA A WASHINGTON IL PROSSIMO 8 DICEMBRE
Il Papa ha nominato il cardinale Jan P. Schotte, presidente dell’Ufficio
del Lavoro della Sede Apostolica, suo Inviato Speciale alle solenni celebrazioni
di chiusura dell’anno dedicato al 150.mo anniversario della proclamazione del
Dogma dell’Immacolata Concezione, in programma nel Santuario Nazionale di Washington,
l’8 dicembre 2004.
L’ARCIVESCOVO PAOLO
SARDI NOMINATO DAL PAPA
VICE
CAMERLENGO DI SANTA ROMANA CHIESA
Il Papa ha accettato le
dimissioni, presentate da mons. Ettore Cunial dall’incarico di vice Camerlengo
di Santa Romana Chiesa ed ha chiamato a succedergli nel medesimo incarico mons.
Paolo Sardi, arcivescovo di Sutri, nunzio apostolico con incarichi speciali.
Nato nel 1934 a Ricaldone - nella diocesi di Acqui - è stato ordinato sacerdote
nel 1958. Nel 1997, è stato consacrato vescovo.
ALTRE NOMINE
In Slovenia, il Papa ha nominato arcivescovo metropolita di Ljubljana
mons. Alojz Uran, fino ad ora vescovo titolare di Abula ed ausiliare della medesima
Arcidiocesi.
In Belgio, il Santo Padre ha
accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Hasselt, presentata
da mons. Paul Schruers, per sopraggiunti limiti d’età ed ha nominato suo
successore Patrick Hoogmartens, finora vescovo coadiutore della medesima diocesi.
In Uganda, il Pontefice ha
accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kiyinda-Mityana,
presentata da mons. Joseph Mukwaya e ha nominato suo successore mons. Joseph
Anthony Zziwa, coadiutore della medesima diocesi.
Giovanni Paolo II ha nominato
membri ordinari della Pontificia Accademia delle Scienze il prof. William D.
Phillips, docente di Fisica all’University of Maryland, College Park, e
al National Institute of Standards and Technology di Gaithersburg, negli
Stati Uniti; e il prof. Veerabhadran (Ram) Ramanathan, docente di Scienze
dell’Atmosfera all’University of California, San Diego, e direttore del
centro per le Scienze dell’Atmosfera dello Scripps Institution of
Oceanography, La Jolla negli Stati Uniti.
ALTRE UDIENZE
Giovanni Paolo II, nel corso
della mattinata, ha ricevuto in udienza il cardinale Renato Raffaele Martino,
presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il sig. Juan
Ignacio Siles del Valle, ministro degli Esteri e del Culto della Bolivia, e
seguito; mons. Pedro Luís Guido Scarpa, dell’Ordine Francescano dei Frati
Minori Cappuccini, vescovo di Ndalatando in Angola, in visita “ad Limina”;
mons. Benedito Roberto, della Congregazione dello Spirito Santo, vescovo di
Novo Ridondo, in Angola, in visita “ad Limina”.
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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”
Apre la prima pagina l'Iraq. Il
titolo del relativo articolo è "Atroce catena di violenza e di
morte". Stamane cruento attentato vicino ad una scuola a Baghdad; ieri
massacro di 49 reclute al confine con l'Iran; assassinato un diplomatico USA;
rapito un bambino libanese di sette anni.
Nelle vaticane, il grazie del
Santo Padre ai missionari martiri: la preghiera dell'Angelus in occasione della
Giornata Missionaria Mondiale.
L'omelia
del cardinale Crescenzio Sepe nella Concelebrazione Eucaristica -presieduta
nella Basilica Vaticana - per la Giornata.
Nel
discorso al Capitolo Generale delle Suore Terziarie Cappuccine della Sacra
Famiglia, il Papa ha esortato a dare nuovo vigore alla missione evangelizzatrice
partendo da una profonda esperienza interiore.
L'udienza
del Papa alla Diocesi Anglicana di Rochester.
La
biografia del compianto cardinale James Aloysius Hickey; il telegramma di
cordoglio del Santo Padre.
La
conferenza stampa di presentazione del "Compendio della dottrina sociale
della Chiesa".
Nelle
estere, Medio Oriente: nuovo sanguinoso raid nella Striscia di Gaza.
Nella
pagina culturale, un articolo di Paola Baioni dal titolo " Un
'principiante' che non smette di stupirci": Mario Luzi e la poesia.
Nelle
pagine italiane, in primo piano il tema della giustizia.
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25
ottobre 2004
“UN NO FRANCESE AL TRATTATO COSTITUZIONALE EUROPEO
GETTEREBBE L’EUROPA
IN CRISI”: COSI’ JACQUES DELORS SI DICE
PREOCCUPATO PER IL REFERENDUM
SULLA CARTA UE PREVISTO IN FRANCIA. E’ APERTA,
DUNQUE, LA DISCUSSIONE
SU COSA SUCCEDERA’ IN CASO DI MANCATA RATIFICA DA
PARTE DI OGNI PAESE
DOPO LA FIRMA DI VENERDI’ 29 OTTOBRE A ROMA
- Intervista con il prof. Fulco Lanchester -
“Un no francese alla
Costituzione europea getterebbe l’Europa in una crisi”. L'ex presidente della
Commissione Europea, Jacques Delors, in un’intervista al quotidiano La
Repubblica, si dice preoccupato per il referendum popolare sulla Carta UE
previsto per l’anno prossimo in Francia. “Un no con la forza del responso di un
referendum popolare - spiega - vorrebbe dire contraddire e rinnegare tutto
quanto il mio Paese, quale membro fondatore, ha dato e fatto per la causa
europea da mezzo secolo”. E’ previsto che il Trattato entri in vigore dal 2009
e che sostituisca tutti i precedenti Trattati. Nei giorni scorsi, l’Italia ha
annunciato che sarà affidato al Parlamento e non alla consultazione popolare il
voto di ratifica, assicurando che sarà fatto molto presto. Ma resta aperta la
discussione su cosa succederà in caso di mancata ratifica da parte di ogni
Paese dopo la firma a Roma, venerdì 29 ottobre, dei capi di Stato e di governo.
Di questo, ma innanzitutto del perché sia più corretto chiamarlo Trattato
costituzionale e non Costituzione, Fausta Speranza ha parlato con il preside
della Facoltà di scienze politiche dell’Università La Sapienza di Roma, già
professore di diritto italiano e comparato, Fulco Lanchester:
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R. – Una Costituzione è un atto tipico del diritto pubblico interno,
mentre un Trattato è un atto tipico del diritto internazionale. L’Unione
Europea non è ancora uno Stato, una Federazione, in particolare, e i padroni
dei Trattati sono ancora gli Stati nazionali. L’UE va verso uno Stato di tipo
para-federale, un’organizzazione – meglio – di tipo para-federale, mentre per
molti altri elementi è ancora un’organizzazione sovrannazionale. L’Unione, in
sostanza, è molto meno coesa di quanto non lo fosse prima; i pericoli di
centrifugazione sono molto più forti di quanto non sembrasse negli anni Novanta.
D. – In ogni caso, il Trattato costituzionale comporta delle novità. Queste
novità vanno veramente nella direzione di rafforzare la forza politica
dell’Unione? Possono fare questo?
R. – Ci sono alcuni elementi – e sono quelli prevalenti – che in
realtà riconoscono e razionalizzano dei passi, degli obiettivi già raggiunti. L’articolo
6, in cui si dice che l’Unione ha personalità giuridica: c’è già il baccello di
uno sviluppo più intenso nel futuro. Per quanto riguarda i problemi relativi
all’organizzazione, non è che siano stati risolti in maniera brillante. Il voto
all’unanimità o a maggioranza qualificata dimostra ancora l’incapacità di
portare avanti con decisione un progetto politico; i rapporti tra Commissione,
Consiglio e Parlamento Europeo sono ancora troppo labili; passi avanti per
quanto riguarda la politica estera e la politica della sicurezza non sono stati
decisivi. Bisogna anche sottolineare, come ha evidenziato Delors nelle sue
memorie, che nei momenti di flesso inferiore, cioè nei momenti di pessimismo,
l’Europa è sempre riuscita, poi, a risalire, a fare dei passi in avanti.
Bisogna vedere la storia del processo di integrazione europea dagli anni
Cinquanta per poter fare un consuntivo, e questo consuntivo è positivo, anche
se vi sono ampie zone d’ombra e pericoli che derivano dalla situazione
internazionale in cui esiste una superpotenza unipolare. Poi c’è il problema
della disomogeneità interna nell’ambito dell’Unione: un’Unione gestita a 25
sarà veramente faticosa da portare avanti!
D. – In ogni caso, il passo avanti fatto dal Trattato costituzionale
potrà essere fatto soltanto in caso di ratifica da parte di ogni Paese. Ma che
cosa succederà se non ci sarà questa ratifica, da parte di ogni Paese?
D. – Vi sarà una differenziazione fra Paesi, ordinamenti che
sottoporranno a referendum popolare e altri che invece procederanno alla mera
ratifica parlamentare; se non vi saranno le ratifiche, soprattutto a livello
popolare, attraverso i referendum, ci sarà sicuramente una battuta d’arresto,
ma questo non vuol dire che l’Unione si sfalda: non verrà accettato questo
particolare ambito, quindi questo Trattato ma tutto quello che è stato
approvato in precedenza rimane. Non vi sono grandissime novità all’interno di
questo testo. E’ più un elemento di tipo simbolico avere previsto una
Costituzione in cui, per esempio, vi è la Carta dei diritti che è già stata
approvata in precedenza a Nizza. Tutti questi passaggi, tutte queste conquiste,
non vengono messi in pericolo.
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NASCE A BETLEMME UNA NUOVA SCUOLA
MATERNA,
SIMBOLO DI SPERANZA PER TUTTA LA
TERRA SANTA
- Con noi, padre Ibrahim Faltas -
Nell’ambito
del St. Francis Millennium Centre di Betlemme, è stata inaugurata ieri una
nuova scuola materna, sorta per iniziativa della Custodia francescana di Terra
Santa e della Conferenza episcopale italiana. Grande promotore
dell’iniziativa è stato padre Ibrahim Faltas, già custode della Basilica
della Natività e da domenica prossima parroco della comunità di San Salvatore a
Gerusalemme. Dopo la drammatica esperienza dei 39 giorni di assedio alla
Natività, nel 2002, quale significato assume la nascita della nuova scuola a
Betlemme, anche rispetto alla difficile situazione in Medio Oriente? Risponde
proprio padre Faltas, intervistato da Giada Aquilino:
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R. – Questa scuola, per 300 bambini, è veramente una nuova speranza
per Betlemme e per tutti i giovani di Terra Santa.
D. – In quale contesto nasce?
R. – In una realtà davvero triste: la gente non lavora più, tanti sono
disoccupati perché non possono andare a Gerusalemme a lavorare. Noi abbiamo
fatto del nostro meglio, dando lavoro a più di 250 famiglie con la costruzione
della scuola. Inoltre il turismo è in crisi da quando è iniziata l’Intifada.
D. – Ieri, all’inaugurazione dell’istituto, c’erano 3.500 pellegrini:
è un buon auspicio…
R. – Negli ultimi 4 anni, mai Betlemme aveva visto un numero così alto
di pellegrini. Ciò vuol dire che la città è calma e che i fedeli possono
tornare qui in tranquilllità. Questo sarebbe di grande aiuto per il popolo ed i
cristiani di Betlemme.
D. – Padre Faltas, sta per assumere l’incarico di parroco a
Gerusalemme. Qual è il bilancio della sua esperienza alla Natività?
R. – I 12 anni che ho passato qui, a Betlemme, sono stati densi di
avvenimenti: la visita del Papa nel 2000, quella del presidente americano
Clinton, nel 1998. Poi l’assedio e gli scontri tra i palestinesi che erano
penetrati nella Basilica e gli israeliani e, ancora, l’Intifada. Grazie a Dio,
lascio Betlemme dopo aver realizzato tanti progetti per la gente della zona.
D. – Che ricordo ha di quei 39 giorni di due anni fa, in cui si
consumò l’assedio alla Natività?
R. – La violenza, l’odio tra le due parti, i giorni lunghissimi e duri
in cui otto persone furono uccise all’interno della Basilica della Natività e
27 altre rimasero ferite. Ricordo inoltre gli sforzi per risolvere il problema
in termini politici e diplomatici. Alla fine tutto si è risolto: il Signore ci
ha aiutati.
D. – Forte di questa esperienza, quale sarà la sua missione a
Gerusalemme?
R. – Lavorare sull’uomo: Gerusalemme ha bisogno di rinnovare l’uomo secondo uno spirito di pace.
D. – Quale futuro si può sperare per la Terra Santa?
R. – C’è speranza, ma qui in Terra Santa bisogna tornare al tavolo dei
negoziati e risolvere tutti i problemi con il dialogo, non con la violenza.
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25
ottobre 2004
“LA MISSIONE E L’EVANGELIZZAZIONE HANNO LA LORO
FONTE NELL’EUCARESTIA”.
E’ UN PASSO DELL’OMELIA PRONUNCIATA IERI AD HONG
KONG DAL VESCOVO
MONS. JOSEPH ZEN ZE-KIUN, IN OCCASIONE DELLA
GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE
HONG KONG. = Oltre 25 mila persone
hanno partecipato alla celebrazione eucaristica tenutasi ieri ad Hong Kong in
occasione della Giornata missionaria mondiale, dedicata quest’anno al tema ‘Eucaristia e
Missione’. Nell’omelia il vescovo di Hong Kong,
mons. Joseph Zen Ze-Kiun, sottolineando l’importanza dell’Anno eucaristico
aperto da Giovanni Paolo II lo scorso 17 ottobre, ha anche ricordato come “la
missione e l’evangelizzazione abbiano la loro fonte nell’Eucaristia”. Questo
mistero istituito da Gesù Cristo per la Chiesa - ha detto il presule - è la
risposta alle domande dell’uomo di oggi, interrogativi ai quali neppure la
tecnologia moderna può dare risposta. “La Messa può essere celebrata anche in
un campo di lavoro forzato”, ha aggiunto il vescovo incoraggiando i fedeli a
vivere in modo attivo e frequentemente l’Eucaristia: “con questo sacramento –
ha spiegato - è possibile prendere lo slancio per predicare il Vangelo”. Al
momento dell’offertorio, tre fedeli disabili hanno offerto al presule il pane e
il vino: “Crediamo che l’Eucaristia sia fonte di guarigione”, hanno detto.
(A.L.)
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL’UNIONE EUROPEA HA
DISCUSSO STAMANI PIANI
PER
L’IMMIGRAZIONE IRREGOLARE NEI PAESI DEL MEDITERRANEO.
SEI
ORGANIZZAZIONI CATTOLICHE HANNO PRESENTATO RACCOMANDAZIONI
PER
UNA POLITICA MIGRATORIA GIUSTA E COERENTE
LUSSEMBURGO.
= I Ministri della Giustizia e degli Interni dell’Unione Europea si sono
riuniti oggi per esaminare alcuni piani sull’immigrazione irregolare nei Paesi
del Mediterraneo. Per l’incontro, che prevede la definizione delle agende per i
prossimi cinque anni, sei organizzazioni cristiane hanno elaborato una serie di
raccomandazioni per una politica migratoria giusta e coerente. All’iniziativa
hanno partecipato,tra gli altri, Caritas Europa, la Commissione delle Chiese
presso i Migranti in Europa, La Commissione degli Episcopati della Comunità
Europea ed il Servizio dei gesuiti per i rifugiati. Secondo tali
raccomandazioni, la lotta contro il traffico di esseri umani dovrebbe rimanere
una politica specifica prevedendo la ricerca di prospettive a lungo termine per
le vittime. Inoltre, la politica dell’Unione dovrebbe presentare un approccio
comune in merito alla politica di integrazione, di ritorno e di riammissione
intervenendo in materia di regolarizzazione dei migranti irregolari. Deve anche
essere riconosciuto – si legge nel documento - il ricongiungimento familiare
come diritto fondamentale. Ai rifugiati si dovrebbe anche garantire uno stato
di protezione durante le procedure per l’accesso al mercato del lavoro e la
richiesta di asilo. (E. B.)
RIPRESI STAMANI IN NIGERIA I NEGOZIATI TRA IL
GOVERNO SUDANESE E I GRUPPI
GUERRIGLIERI ATTIVI IN DARFUR, LA REGIONE AD OVEST
DEL SUDAN,
TEATRO DAL
2003 DI UNA GUERRA CIVILE CHE HA PROVOCATO
70 MILA
MORTI E 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI
ABUJA. = Rappresentanti del governo sudanese e dei
due movimenti guerriglieri attivi in Darfur, la regione occidentale al confine
col Ciad, teatro di scontri e violenze dal febbraio 2003, hanno ripreso stamani
i colloqui formali organizzati dall'Unione Africana (UA) ad Abuja, in Nigeria.
Lo riferiscono fonti giornalistiche, precisando che l'inviato dell'Ua in Sudan,
Hamid Algabid, ha incontrato separatamente e a porte chiuse le due delegazioni,
sottoponendo alla loro attenzione due protocolli d'intesa: uno sulla questione
umanitaria e l'altro sulla sicurezza. Quella di oggi è la seconda sessione
formale dei colloqui iniziati lo scorso agosto e, secondo i mediatori, dovrebbe
durare almeno tre settimane. Almeno a parole, sia il governo di Khartoum che i
due gruppi combattenti si sono detti nei giorni scorsi molto disponibili a
riprendere il confronto e a cercare una soluzione negoziata al conflitto del
Darfur, che ha causato circa 70 mila morti e 1 milione e mezzo di sfollati.
Ieri, Jan Pronk, rappresentante speciale per il Sudan del segretario generale
dell’Onu, Kofi Annan, aveva annunciato una sessione speciale del Consiglio di
Sicurezza delle Nazioni Unite dedicata al conflitto nel Paese, in programma per
il prossimo 18 novembre a Nairobi, in Kenia. (R.M.)
MOSTRA-EVENTO ALLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA DAL
TITOLO: ”RAFFAELLO,
DA URBINO
A ROMA”. L’ESPOSIZIONE, IN CORSO FINO AL 16 GENNAIO PROSSIMO, RIPERCORRE I
PRIMI ANNI DELLA CARRIERA ARTISTICA DEL GRANDE PITTORE URBINATE
- A cura di Alessandro Scafi -
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LONDRA.
= In poco più di un decennio, dal 1500 al 1513, Raffello Sanzio si trasformò da
giovane abile maestro di provincia in uno dei più grandi e acclamati pittori di
tutti i tempi. La mostra “Raffaello, da Urbino a Roma” tenta di narrare la
storia di questa cruciale evoluzione nella carriera dell’artista urbinate che,
giunto nella Roma di Papa Giulio II, poté esprimere tutte le potenzialità del
suo talento. Attraverso più di 100 tele e disegni, selezionati dalla ricca
collezione della galleria londinese, ma anche provenienti da prestigiosi musei
di tutto il mondo, i curatori della mostra hanno voluto esplorare il
significato e il contesto delle opere di Raffaello, ma anche il modo in cui
l’artista ha maturato la sua tecnica e il suo stile. La mostra si apre con i
primi passi artistici mossi da Raffaello sotto la guida del padre, il pittore
Giovanni Santi, e sotto l’influenza dei maestri umbri Perugino e Pinturicchio.
Si continua poi con le prime opere realizzate per istituzioni religiose e
committenti privati. Nel 1504 Raffaello si recò a Firenze per studiare i grandi
maestri come Leonardo e Michelangelo, e la mostra intende fare luce anche sulla
loro influenza. L’arrivo a Roma poi segnò la svolta definitiva. Se qualcuno ha
lamentato i limiti cronologici dell’esposizione, è certamente interessante e ha
già riscosso grande attenzione di pubblico e di media il suo formato monografico,
centrato sulla trasformazione stilistica di Raffaello dall’esuberanza giovanile
al maturo classicismo romano. Preziosa è poi la possibilità del visitatore di
poter comprare opere finite con gli splendidi disegni preparatori. Sono
esposti, per esempio, nove disegni per “La Disputa del Sacramento”, il primo
degli affreschi raffaelleschi nella stanza della Signatura in Vaticano.
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INAUGURATA A GENOVA LA MOSTRA DAL TITOLO “EDITH
STEIN, UNA VITA
PER LA
VERITA’”. NUMEROSE, LE TESTIMONIANZE SULLE OPERE DELLA SANTA UCCISA AD
AUSCHWITZ NEL 1942 E PROCLAMATA COMPATRONA D’EUROPA DA GIOVANNI PAOLO II
- A cura di Dino
Frambati -
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GENOVA. = Grande figura, quella
di Edith Stein, ebrea convertita al cattolicesimo dopo una notte di lettura
della vita di Santa Teresa d’Avila, battezzata nel 1922 ed entrata nel ’33 nel
monastero delle carmelitane di Colonia, prendendo il nome di Teresa Benedetta
della Croce. “Non l’attività umana ci può aiutare”, disse presentandosi alla
priora, “ma solamente la Passione di Cristo”. Fu uccisa infine ad Auschwitz,
martire della ferocia nazista. Per celebrarla, conoscerla, apprenderne una lezione
di fede e vita, è stata inaugurata ora dal provicario, mons. Bonzone, una
mostra dedicata a lei, proclamata santa e compatrona d’Europa da Papa Giovanni
Paolo II. Sede della rassegna, curata dal carmelitano scalzo, padre Antonio
Sangalli, e visitabile fino al 7 novembre, il Museo Diocesano Chiostro dei
Canonici, attiguo alla cattedrale di Genova. Quattro le sezioni, con la prima
dedicata all’ebrea agnostica o atea fino alla conversione all’attività di
laica; impegnata fino alle leggi razziali che la costringono ad interrompere
l’insegnamento, la seconda; mentre la terza e la quarta sezione riguardano
rispettivamente la monaca e la martire. “Edith Stein, una vita per la verità” è
il titolo, “Passione in agosto”, quello invece del libro, pezzo forse più
pregiato in mostra, dove sono contenuti documenti emozionanti raramente
ammirabili, quali quello dell’ordine di arresto dei cattolici olandesi da parte
tedesca oppure il testo del rifiuto della Svizzera di permettere alla suora di
emigrare.
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25 ottobre 2004
- A cura
di Fausta Speranza -
L’Iraq è stato
investito anche oggi da un’ennesima ondata di violenze: un’autobomba è esplosa
nel quartiere residenziale di Karrada, provocando - secondo le prime
informazioni - diverse vittime. Il veicolo è saltato in aria non lontano da una
scuola e molti bambini sono stati colpiti dalle schegge causate dalla
deflagrazione. E sempre a Baghdad, nei pressi dell’ambasciata australiana, una
mina è esplosa vicino ad una pattuglia statunitense provocando la morte di tre
civili. Sulla situazione nel Paese arabo, ci riferisce Amedeo Lomonaco:
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Episodi di violenza si sono verificati anche nel cosiddetto
triangolo sunnita: a Ramadi tre persone sono morte per furiosi scontri
scoppiati tra ribelli e soldati americani. E a Baquba una
guardia nazionale irachena è stata uccisa da un ordigno esploso mentre l’uomo
tentava di disinnescarlo. Le forze dell’ordine sono state al centro degli
attacchi della guerriglia anche a Mosul, dove un’autobomba ha colpito la sede
del comando della Forza irachena di protezione degli obiettivi sensibili.
Nell’attacco sono state ferite due guardie del locale capo di polizia, scampato
all’attentato. Un altro ordigno esploso nei pressi del governatorato regionale
di Mosul, ha ucciso un capo tribale e due suoi collaboratori.
Un portavoce
dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha denunciato, inoltre,
che sono state rubate circa quattrocento tonnellate di esplosivo convenzionale
da un deposito di armi nei pressi di Baghdad. Emergono, intanto, nuovi
particolari sulla barbara uccisione, ieri, di una cinquantina di reclute a Diyala
nel nord-est del Paese, vicino al confine con l’Iran. Secondo i funzionari
della sicurezza irachena, un uomo appartenente alla Guardia nazionale ha fornito
diverse informazioni che hanno consentito l’organizzazione della strage.
E sul famigerato carcere di Abu
Ghraib, reso tristemente noto da agghiaccianti fotografie che documentano abusi
commessi da soldati americani contro alcuni detenuti, esiste anche una
documentazione scritta: il quotidiano statunitense ‘Washington Post’ ha
rivelato infatti di essere entrato in possesso di un registro sul quale ogni
giorno i militari assegnati al penitenziario, annotavano quanto accadeva. Sulla vicenda dei due giornalisti francesi
sequestrati in Iraq, il ministro degli Esteri di Parigi ha dichiarato, infine,
che “i fili utili per un dialogo con i rapitori sono stati ristabiliti”.
E in Iraq è sempre più difficile
la situazione dei cristiani. Un laico siriano cattolico di Baghdad ha detto
all’Agenzia Fides che i cristiani iracheni celebrano la Santa Messa nei sotterranei
della Chiesa. “Viviamo sotto costante minaccia di morte – ha spiegato l’uomo –
e ci ritroviamo in quelle che si possono definire moderne catacombe”.
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E' di 14
palestinesi uccisi e 50 feriti il bilancio, ancora provvisorio, di una grossa
operazione militare sferrata prima dell'alba dall'esercito israeliano nel sud
della Striscia di Gaza. Tra loro anche due guardie della sicurezza palestinese.
Per quanto riguarda l’attacco condotto sempre nella zona, a Khan Yunes (Gaza),
da un commando palestinese, secondo un portavoce del braccio armato di Hamas
avrebbe fatto due morti, mentre secondo i soldati israeliani si tratta solo di
due feriti. Si alza così a 4522 il numero delle persone morte dall'inizio
dell'Intifada, di cui 3492 palestinesi e 956 israeliani.
Intanto la polizia israeliana è stata disposta in stato di
allerta per fronteggiare le manifestazioni popolari in fase di organizzazione
in concomitanza con l'apertura, nel pomeriggio alla Knesset (parlamento), di un
cruciale dibattito sul ritiro da Gaza, che prevede fra l'altro lo sgombero di
ottomila coloni entro la fine del 2005. Il dibattito inizierà con un intervento
del premier, Ariel Sharon, sulla cui politica il Likud si è spaccato. Seguirà
un intervento del leader della opposizione laburista Shimon Peres, che sostiene
il ritiro da Gaza. Il voto è previsto per domani sera.
Il Giappone questa mattina, alle 6.05, è stato scosso da
un altro violento terremoto di magnitudine 5,6 della scala Richter, con
epicentro nella stessa prefettura di Nigata, messa in ginocchio sabato
pomeriggio da un potentissimo sisma di intensità 6,9, il peggiore verificatosi
in Giappone da quello del 1995, che fece 6 mila morti nella città portuale di
Kobe. Non ci sono al momento notizie di vittime per l’ultimo terremoto di
questa mattina, ma ascoltiamo quanto riferisce da Tokyo Chiara Zucconi sulle informazioni
al momento:
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Gravissimo il bilancio umano del
sisma di sabato: 24 morti, molti dei quali bambini - uno di appena un mese -
oltre 2 mila i feriti, numerosissimi i dispersi, dei quali proseguono ancora
freneticamente le ricerche con elicotteri militari. Gravissimi i danni alle
infrastrutture: autostrade e linee ferroviarie distrutte, ponti spaccati a
metà, interi villaggi ancora isolati, e potrebbe purtroppo non essere finita
qui. Si temono, infatti, nuovi terremoti nei prossimi giorni. Le 280 scosse di
assestamento, seguite al sisma di sabato, e il terreno reso estremamente
friabile dalle piogge torrenziali del tifone Tokage, abbattutosi la scorsa
settimana sul Giappone con una violenza che non si verificava dal ’91 a oggi,
potrebbero inoltre provocare altre frane e per questo la protezione civile ha
chiesto l’evacuazione completa dell’area. 60 mila i Giapponesi che hanno
trascorso la notte nei centri di accoglienza e la maggior parte senza
elettricità, mentre in alcune zone mancano ancora gas e servizi telefonici. Un
bilancio impressionante per il super tecnologico e modernissimo Giappone, che
ce la sta mettendo tutta, ma sembra non basti per riattivare almeno i servizi
basilari. Il governo aveva stanziato oltre 760 miliardi di dollari quest’anno
per i disastri naturali, ma saranno forse necessari altri fondi – ha detto in
una conferenza stampa poco fa il premier Koizumi – per rimettere in piedi il
Paese, particolarmente preso di mira quest’anno dai terremoti e dalla furia di
ben 10 tifoni.
Per Radio Vaticana da Tokyo,
Chiaretta Zucconi.
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Il presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali è stato
rieletto con il 94,48 dei suffragi ottenendo un quarto mandato della durata di
cinque anni. E' questo l'esito delle elezioni presidenziali di ieri in Tunisia,
secondo i risultati ufficiali diffusi oggi a Tunisi. Ce ne parla Luciano
Ardesi:
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Le
operazioni di voto si sono svolte senza incidenti particolari e con un insolito
orario: dall’alba alle 4 e mezzo del pomeriggio. Siamo nel mese del Ramadan e
la chiusura anticipata dei seggi ha permesso alla gente la tradizionale rottura
del digiuno nelle proprie case, subito dopo il tramonto. Secondo i dati al
ministero dell’Interno, il tasso di partecipazione è superiore al 90 per cento.
Scontata la riconferma per la quarta volta del presidente uscente Ben Ali, con
una percentuale insolitamente contenuta, poiché nelle tre precedenti elezioni aveva
sempre ottenuto più del ’99 per cento dei voti. Ciò non è bastato a spegnere le
polemiche sulla regolarità della campagna elettorale. Il presidente aveva di
fronte a sé un solo vero concorrente, Alì Alawani, ma il suo manifesto
elettorale non era stato autorizzato a circolare. Il partito del presidente, il
raggruppamento costituzionale democratico, è certo dell’attribuzione dell’80
per cento dei seggi, come vuole la legge elettorale.
Luciano Ardesi, per Radio
Vaticana.
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La guardia civile spagnola ha arrestato questa mattina a
Bilbao Harri Totorika, considerato uno dei membri della direzione logistica
dell'Eta. Totorika, secondo quanto informano le agenzie, è stato arrestato a
Bilbao e il suo fermo sarebbe legato alla documentazione sequestrata dalla
polizia dopo l'arresto dell'ex capo dei commandi dell'Eta, Ibon Fernandez De
Iradi, alias “Super”, avvenuto il 4 dicembre dello scorso anno nella località
francese Ont de Marsan.
Due soldati turchi sono rimasti uccisi ieri, ed altri
quattro feriti, in seguito all'esplosione di una mina avvenuta nella cittadina di
Dicle nei pressi di Diyarbakir. Lo riferisce l'agenzia di stampa turca Anadolu
aggiungendo che i sospetti degli inquirenti si appuntano su ''terroristi'', una
dizione con cui si indicano i militanti dell'ex Pkk di Abdullah Ocalan, che ora
si chiama Congra-Gel.
Il Consiglio dei ministri europei dell'Ambiente ha raggiunto un
accordo su uno dei fronti cruciali della lotta al cambiamento climatico:
l'estensione delle restrizioni anche ai gas fluorurati. Lo strumento
individuato è quello del regolamento, che istituirà un quadro normativo per la
riduzione di idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) ed esafluoruro di zolfo,
potenti gas a effetto serra, con un elevato potere di riscaldamento. Si tratta
di sostanze di largo impiego: nel 1995 vi sono state emissioni di gas
fluorurati per circa 65 milioni di tonnellate nella sola Comunità Europea.
Secondo la proposta entro il 2010 le emissioni previste di gas fluorurati
dovrebbero subire una riduzione di circa 23 milioni di tonnellate equivalenti
di biossido di carbonio e consentire di realizzare abbattimenti ancora più elevati
nel periodo successivo. Due le fasi previste, la prima istituirà il quadro normativo,
la seconda svilupperà i controlli e la verifica dell'efficacia in modo da poter
adottare ulteriori restrizioni.
Il partito Laburista del milionario Viktor
Uspaskich vince la corsa alle elezioni parlamentari in Lituania ma potrebbe
restare all’opposizione. E’ quanto emerge dai primi incontri dei leader dei
partiti in cerca di partner per la coalizione, all’indomani dei risultati elettorali.
Il partito laburista avrà diritto a 39 dei 141 seggi in Parlamento; l’altra
forza di centro sinistra del primo ministro uscente Algirdas Brazauskas
ottenendone solo 31, tende la mano verso i due partiti di opposizione di destra
che, con 25 e 18 seggi, permetterebbero una solida coalizione di governo.
Intanto, il capo dello Stato, Valdas Adamkus, ha escluso la nomina di Uspaskich
come primo ministro.
In Italia si sono aperti alle ore 7 i seggi elettorali per
la seconda giornata di voto in occasione delle elezioni suppletive della Camera
dei Deputati per sette collegi in sei
regioni, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Campania e Puglia. Le operazioni di voto termineranno oggi alle
ore 15. Dopo la loro chiusura definitiva, comincerà lo spoglio delle
schede.
Ed è legata alla politica italiana la dichiarazione questa
mattina a Bruxelles del presidente uscente della Commissione europea. Nella
conferenza stampa a conclusione dei suoi 5 anni di mandato, Romano Prodi ha
affermato: “Molto probabilmente tornerò a fare politica nel mio Paese: dico
molto probabilmente perchè in politica non si sa mai”.
Il segretario di stato americano Colin Powell è stato
ricevuto oggi a Pechino dal presidente cinese Hu Jintao e dal primo ministro
Wen Jiabao. Poco prima di arrivare in Cina Powell ha definito la Corea del
Nord, che sarà al centro dei suoi colloqui cinesi, “uno Stato terrorista”. Si
ritiene che il segretario di Stato chiederà ai dirigenti cinesi di rafforzare
le loro pressioni sulla Corea del Nord perchè torni al tavolo della trattative.
Gli USA chiedono a Pyongyang di mettere fine in modo “completo e verificabile”
al suo programma nucleare.
La Corea
del Nord vuole che prima riprendano gli aiuti finanziari internazionali,
sospesi da quando, alla fine del 2002, è esplosa la crisi. Tre round di negoziati
a Pechino tra la due Coree, gli USA, la Cina, la Russia ed il Giappone non
hanno prodotto risultati di rilievo. Parlando con i giornalisti a Tokyo prima
di partire per la Cina, Powell ha detto che i rapimenti di decine di cittadini
giapponesi da parte della Corea del Nord, che li ha poi usati come insegnanti
di lingua per i suoi agenti segreti, è un'azione da “Stato terrorista”.
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