RADIOVATICANA

RADIOGIORNALE

Anno XLVIII n. 299  - Testo della trasmissione di lunedì 25 ottobre 2004

 

Sommario

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE:

 

E’ necessario trovare un modo adeguato per annunciare Cristo in questo mondo sempre più globalizzato: così il Papa alle Suore terziarie cappuccine della Sacra Famiglia

 

Il Papa riceve un gruppo di pellegrini della diocesi anglicana di Rochester nel 14° centenario dell’ordinazione di San Giusto, primo vescovo di Rochester

 

       La Chiesa degli Stati Uniti in lutto: si è spento ieri all’età di 84 anni il cardinale James Hickey, arcivescovo emerito di Washington: in un telegramma il Papa esprime il suo profondo cordoglio

 

Il cardinale Martino ha presentato oggi il “Compendio della dottrina sociale della Chiesa”

 

E’ iniziato in Vaticano il primo Incontro internazionale promosso dal Pontificio Consiglio per i migranti sul dramma dei ragazzi di strada nel mondo: intervista con mons. Agostino Marchetto

 

OGGI IN PRIMO PIANO

E’ aperta  la discussione sulle conseguenze di una mancata ratifica anche da parte di un solo Paese dopo la firma del 29 ottobre del Trattato UE: il commento del prof. Fulco Lanchester

 

Nasce a Betlemme una nuova scuola materna, simbolo di speranza per tutta la Terra Santa: con noi, padre Ibrahim Faltas

 

CHIESA E SOCIETA’:

 

“La missione e l’evangelizzazione hanno la loro fonte nell’Eucarestia”. Lo ha detto ieri ad Hong Kong il vescovo Joseph Zen Ze-Kiun, in occasione della Giornata missionaria mondiale

 

Il Consiglio dei ministri dell’Unione Europea ha discusso stamani piani per l’immigrazione irregolare nei Paesi del Mediterraneo

 

Riprendono in Nigeria i negoziati tra il governo sudanese e i gruppi guerriglieri attivi in Darfur, la regione ad ovest del Sudan

 

Mostra-evento alla National Gallery di Londra dal titolo: ”Raffaello, da Urbino a Roma”

 

Inaugurata a Genova la mostra dal titolo “Edith Stein, una vita per la verità”.

 

24 ORE NEL MONDO:

Una bomba esplosa non lontano da una scuola a Baghdad colpisce anche dei bambini

 

14 palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza in un raid israeliano

 

Nuova scossa sismica stamane in Giappone

 

 

IL PAPA E LA SANTA SEDE

25 ottobre 2004

 

 

E’ NECESSARIO TROVARE UN MODO ADEGUATO PER ANNUNCIARE CRISTO

 IN QUESTO MONDO SEMPRE PIU’ GLOBALIZZATO: COSI’ IL PAPA ALLE SUORE

 TERZIARIE CAPPUCCINE DELLA SACRA FAMIGLIA, RICEVUTE STAMANI

IN VATICANO IN OCCASIONE DEL 20.MO CAPITOLO GENERALE

- Servizio di Alessandro Gisotti -

 

Possiate sempre dare “nuovo vigore all’esperienza spirituale del vostro carisma”: sono parole di calorosa esortazione quelle che il Pontefice ha rivolto alle partecipanti al 20.mo Capitolo generale delle suore Terziarie Cappuccine della Sacra Famiglia, ricevute stamani in udienza. Evento particolarmente significativo, giacché il capitolo si celebra in coincidenza con il 150.mo anniversario della nascita del fondatore della congregazione religiosa, il Venerabile mons. Luis Amigó y Ferrer. Il servizio di Alessandro Gisotti:

 

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La “vera salvezza che non conosce la caducità del tempo” si ottiene “solo con la redenzione, anche se ciò contrasta con una mentalità che sovente dà importanza solo al risultato immediato”. E’ la profonda riflessione di Giovanni Paolo II offerta alle suore terziarie cappuccine. Il Papa ha esortato le religiose a trovare il “modo più adeguato per testimoniare e annunciare Cristo nel mondo di oggi, sempre più globalizzato”. Ha così espresso il ringraziamento della Chiesa per il lavoro delle sorelle cappuccine in favore dei più bisognosi, degli anziani, degli infermi e dei bambini in difficoltà.

 

Quindi, il Papa ha invitato le religiose ad “intensificare ogni giorno di più l’unione con Cristo mediante la contemplazione e la preghiera assidua” per dare vitalità al loro impegno. D’altro canto, ha aggiunto, da una “ricca esperienza interiore sarà più facile trasmettere” la forza attraente “che Gesù svela alle nuove generazioni” attraverso “la voce penetrante della vocazione”.

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IL PAPA RICEVE UN GRUPPO DI PELLEGRINI DELLA DIOCESI ANGLICANA DI ROCHESTER

NEL 14° CENTENARIO DELL’ORDINAZIONE EPISCOPALE DI SAN GIUSTO

 

Giovanni Paolo II ha ricevuto oggi in Vaticano un’ottantina di fedeli della diocesi anglicana di Rochester, in Gran Bretagna, in occasione del loro pellegrinaggio da Roma verso l’Inghilterra nel 14° centenario dell’ordinazione episcopale di san Giusto, primo vescovo di Rochester. Il Papa li ha salutati cordialmente sottolineando il fatto che stanno seguendo le orme di Sant’Agostino di Canterbury e san Giusto, entrambi monaci benedettini, inviati da Papa Gregorio Magno nel 600 circa ad evangelizzare queste terre. “Possa il vostro viaggio – ha detto Giovanni Paolo II ai pellegrini anglicani – essere un’occasione di arricchimento spirituale e un incoraggiamento a perseverare sulla via verso la piena comunione”.

 

 

CORDOGLIO DEL PAPA PER LA MORTE DEL CARDINALE JAMES HICKEY,

ARCIVESCOVO EMERITO DI WASHINGTON, SPENTOSI IERI, ALL’ETA’ DI 84 ANNI

 

Profondo cordoglio di Giovanni Paolo II per la morte del cardinale americano James Aloysius Hickey, arcivescovo emerito di Washington, spentosi ieri mattina nella capitale statunitense, all’età di 84 anni. In un telegramma indirizzato al cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo di Washington, il Pontefice ricorda l’impegno del porporato scomparso “nella diffusione del Vangelo, nell’insegnamento della fede e nella formazione dei futuri sacerdoti”. Il Papa impartisce, dunque, la benedizione apostolica a quanti piangono la scomparsa del cardinale Hickey.

 

 Nato a Midland – nella diocesi di Saginaw – l’11 ottobre 1920, il cardinale Hickey ha completato gli studi di teologia presso l’università cattolica d’America a Washington. Ordinato sacerdote il 15 giugno del 1946, ha approfondito i suoi studi in diritto canonico e teologia alla Pontificia università Lateranense e all’Angelicum, a Roma. Ha partecipato come Perito al Concilio Vaticano II. Quindi, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 14 aprile del 1967. L’anno dopo è divenuto presidente del comitato per la Formazione sacerdotale della conferenza nazionale dei vescovi americani e consultore della congregazione per l’Educazione cattolica. Nel marzo 1969, è stato nominato rettore del pontificio collegio americano del Nord a Roma. Durante la sua permanenza in Italia ha ricoperto anche l'incarico di presidente dell'associazione dei rettori dei Seminari Romani.

 

Il 17 giugno del 1980 è stato nominato arcivescovo di Washington. Ha rivestito molti incarichi nell’ambito della Conferenza episcopale americana. Come arcivescovo di Washington, è divenuto anche Cancelliere dell'Università Cattolica d'America, nonché presidente del consiglio di amministrazione del Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione a Washington. Nella Curia Romana, è stato membro del comitato centrale per l’Anno Santo del 1975. Ha guidato gli Esercizi Spirituali della Curia in Vaticano, nella Quaresima del 1988. Nel Concistoro del 28 giugno 1988 viene creato cardinale da Giovanni Paolo II con il Titolo di S. Maria Madre del Redentore a Tor Bella Monaca. Nel 2000, all’età di 80 anni è nominato arcivescovo emerito di Washington.

 

Con la morte del cardinale Hickey, il numero dei cardinali scende a 187, di cui 122 elettori e 65 non elettori.

     

 

COSTRUIRE UN NUOVO UMANESIMO,

ISPIRATO DALL’INSEGNAMENTO SOCIALE DEI PAPI E DEL MAGISTERO,

CHE VEDA I LAICI CRISTIANI CAPACI DI INCIDERE SUI MECCANISMI DEL VIVERE CIVILE. L’AUSPICIO DEL CARDINALE MARTINO, CHE HA PRESENTATO OGGI

IL “COMPENDIO DELLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA”

- Servizio di Alessandro De Carolis -

 

Uno strumento che raccoglie in un unico volume gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa: una sorta di “bussola” destinata anzitutto agli operatori pastorali e ad ogni cristiano, per saper decifrare il mutevole scenario politico, economico e sociale dei nostri tempi ed agire in coerenza agli insegnamenti del Vangelo e della tradizione ecclesiale. E’ questo lo scopo del “Compendio della dottrina sociale della Chiesa”, curato dal Pontificio Consiglio Giustizia e Pace e presentato questa mattina, nella Sala Stampa della Santa Sede, dai vertici del dicastero vaticano.

 

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Un documento mai realizzato prima, definito “un’impresa non semplice”: cinque anni di lavoro per condensare – in 319 pagine di testo e 200 solo di indici - gli oltre cento anni di insegnamento sociale dei Papi e della Chiesa, senza danneggiare né la complessità né la completezza di tale magistero. Con una serie di destinatari: in primo luogo, chi è chiamato ad annunziare Cristo e con Lui la dottrina sociale che - come affermò Giovanni Paolo II nella Centesimus annus - “fa parte essenziale del messaggio cristiano”. Poi i fedeli, certamente, per dotarli di un “rigoroso” sussidio “sull’insegnamento della morale sociale” e aiutarli a discernere in ambito politico, economico, amministrativo: ovvero la dimensione “secolare” nella quale esercitano la propria laicità. Ma anche gli altri cristiani, chi professa altri credi e tutti coloro che abbiano a cuore “il bene sociale delle persone e delle società”.

 

E’ stato il cardinale Martino, presidente di Giustizia e Pace, a presentare ai giornalisti natura e obiettivi del “Compendio della dottrina sociale della Chiesa”, nella cui presentazione, il cardinale segretario di Stato Angelo Sodano ribadisce, con Leone XIII, la volontà mai venuta meno della Chiesa di dire “la parola che le spetta” sulle questioni della vita sociale. Un documento, ha affermato in conferenza stampa il cardinale Martino, che oltre alla sua principale novità di documentatissimo repertorio magisteriale, dichiara una sua “pretesa alta”: quella di raccogliere “alcune sfide decisive” del momento presente. Il cardinale Martino ne ha indicate tre: la sfida “culturale” perché, rafforzando il carattere interdisciplinare, la dottrina sociale amplifichi nel tempo “l’eterna verità del Vangelo” in rapporto ai “saperi elaborati dall’uomo”. La sfida provocata “dall’indifferenza etica e religiosa”, perché si vada oltre la “separazione tra etica e politica” e si intensifichi il dialogo con le altre religioni sui temi caldi della pace e dei diritti umani. La “collaborazione interreligiosa – ha affermato il porporato – sarà uno dei percorsi di valore strategico per il bene dell’umanità, decisivo nel futuro della dottrina sociale”. Terzo, la sfida prettamente pastorale, perché la dottrina sociale della Chiesa sia meglio conosciuta, radicata, diffusa e testimoniata.

 

“La dottrina sociale (…) potrà svolgere tanto meglio il suo servizio all’uomo dentro le maglie della società e dell’economia quanto meno sarà ridotta a discorso sociologico o politologico, a esortazione moraleggiante, a ‘scienza del buon vivere’ o a semplice ‘etica per le situazioni difficili’ e quanto più invece sarà conosciuta, insegnata, vissuta e incarnata in tutta la pienezza del suo ‘vitale collegamento con il Vangelo del Signore’”.

 

Il cardinale Martino ha concluso la presentazione del “Compendio” dedicando un pensiero alla presenza dei cristiani nella società: al bisogno che essi siano “testimoni” attivi del magistero e animatori di un “autentico umanesimo che coinvolga le strutture sociali”:

 

“Io spero fortemente che il ‘Compendio della dottrina sociale della Chiesa’ faccia maturare personalità credenti autentiche e le ispiri ad essere testimoni credibili, capaci di modificare i meccanismi della società attuale col pensiero e con l’azione. C’è sempre la necessità di testimoni, di martiri e di santi, anche nel campo sociale”.

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E’ INIZIATO OGGI IN VATICANO L’INCONTRO INTERNAZIONALE

PROMOSSO DAL PONTIFICIO CONSIGLIO PER I MIGRANTI

SUL DRAMMA DEI RAGAZZI DI STRADA NEL MONDO

- Intervista con l’arcivescovo Agostino Marchetto -

 

E’ iniziato questa mattina in Vaticano il primo Incontro internazionale per la pastorale dei ragazzi di strada, promosso dal Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti. Il presidente del dicastero, il cardinale Stephen Fumio Hamao ha tenuto la relazione introduttiva. Al centro dell’incontro la situazione drammatica che coinvolge milioni di ragazzi allo sbando dal Brasile al Messico, dalla Russia alla Romania, dalle Filippine all’India e al Congo ex-Zaire. Su questa piaga sociale Giovanni Peduto ha sentito l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio per i migranti:

 

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R. – La situazione è impressionante, solo considerando le cifre. Secondo un rapporto di “Amnesty International”, i ragazzi di strada sarebbero 100 milioni (150 milioni secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro) nelle città del sud del mondo, cioè 45 milioni in America Latina, 10 milioni in Africa, 40 milioni in Asia. Anche l’Europa conosce questo fenomeno specie nei Paesi della sua parte orientale.

 

D. – Che finalità vi siete prefissi con questo Incontro?

 

R. – La prima finalità di questo Incontro, partito come Europeo e diventato qualcosa che va ben oltre l’Europa, per la partecipazione di rappresentanti di vari continenti, è quella di ascoltarci, di mettere insieme le esperienze che la Chiesa ha nella pastorale, nell’accoglienza, di questi ragazzi. Da ciò dovrebbe delinearsi una pastorale specifica ancorata alla responsabilità episcopale, oltre l’impegno generoso di persone singole e istituzioni varie.

 

D. – Come accogliere questi ragazzi che molti vorrebbero addirittura eliminare fisicamente?

 

R. – Purtroppo, anche nelle ultime settimane ci sono giunte tristissime notizie di eliminazione fisica di ragazzi di strada. La loro accoglienza è un problema chiave, con differenziazione naturalmente tra ragazzi di strada e ragazzi nella strada (questi ultimi ritornano, in effetti, alle loro case – se così si può dire – alla sera). Il rapporto è di 1 a 3, in genere. Siamo, per noi, comunque, ai primi balbettamenti su questa vastissima questione e di ciò bisogna tener conto.

 

D. – Molti di questi ragazzi finiscono in carcere. Cosa si può proporre al riguardo?

 

R. – Nel mio intervento all’Incontro parlerò di “Capitan Uncino”, presente nella storia dei ragazzi di strada, come nel racconto famoso di Peter Pan. Egli è capace di mille travestimenti: ha il volto del trafficante di droga, di uno sfruttatore della prostituzione, di un turista occidentale in cerca di sesso facile, di un procacciatore di merce fresca per il mercato degli organi. Tutto ciò porta facilmente a infrangere la legge e al carcere minorile. Certo ci vuole qui un’opera preventiva di accoglienza e seguire, invece, coloro che si trovano in carcere. L’orizzonte si fa più largo e più difficile.

 

D. – Cosa fa la Chiesa per i ragazzi di strada?

 

R. – Che cosa fa la Chiesa? Penso che dovremmo chiederci, per prima cosa, che cosa fa la società, lo Stato, noi tutti in relazione a questa realtà. La Chiesa comunque sta facendo molto, perché, come sempre, c’è la sua attenzione di buon samaritano verso i piccoli, gli ultimi, i bambini. Quel che ad essi si fa è il nostro atteggiamento verso Cristo. Iniziative ce ne sono moltissime, generose, buone. Lo abbiamo visto dalle risposte alla nostra inchiesta in vista del Congresso. Si tratta, come dicevo, di stabilire ora qualche linea comune di pastorale specifica che si arricchisca delle esperienze altrui.

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IL CARDINALE SCHOTTE NOMINATO INVIATO SPECIALE DEL PAPA ALLE CELEBRAZIONI PER IL 150.MO ANNIVERSARIO DEL DOGMA DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE,

IN PROGRAMMA A WASHINGTON IL PROSSIMO 8 DICEMBRE

 

Il Papa ha nominato il cardinale Jan P. Schotte, presidente dell’Ufficio del Lavoro della Sede Apostolica, suo Inviato Speciale alle solenni celebrazioni di chiusura dell’anno dedicato al 150.mo anniversario della proclamazione del Dogma dell’Immacolata Concezione, in programma nel Santuario Nazionale di Washington, l’8 dicembre 2004.

 

 

L’ARCIVESCOVO PAOLO SARDI NOMINATO DAL PAPA

 VICE CAMERLENGO DI SANTA ROMANA CHIESA

 

Il Papa ha accettato le dimissioni, presentate da mons. Ettore Cunial dall’incarico di vice Camerlengo di Santa Romana Chiesa ed ha chiamato a succedergli nel medesimo incarico mons. Paolo Sardi, arcivescovo di Sutri, nunzio apostolico con incarichi speciali. Nato nel 1934 a Ricaldone - nella diocesi di Acqui - è stato ordinato sacerdote nel 1958. Nel 1997, è stato consacrato vescovo.

 

 

ALTRE NOMINE

 

In Slovenia, il Papa ha nominato arcivescovo metropolita di Ljubljana mons. Alojz Uran, fino ad ora vescovo titolare di Abula ed ausiliare della medesima Arcidiocesi.

 

In Belgio, il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Hasselt, presentata da mons. Paul Schruers, per sopraggiunti limiti d’età ed ha nominato suo successore Patrick Hoogmartens, finora vescovo coadiutore della medesima diocesi.

 

In Uganda, il Pontefice ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Kiyinda-Mityana, presentata da mons. Joseph Mukwaya e ha nominato suo successore mons. Joseph Anthony Zziwa, coadiutore della medesima diocesi.

 

Giovanni Paolo II ha nominato membri ordinari della Pontificia Accademia delle Scienze il prof. William D. Phillips, docente di Fisica all’University of Maryland, College Park, e al National Institute of Standards and Technology di Gaithersburg, negli Stati Uniti; e il prof. Veerabhadran (Ram) Ramanathan, docente di Scienze dell’Atmosfera all’University of California, San Diego, e direttore del centro per le Scienze dell’Atmosfera dello Scripps Institution of Oceanography, La Jolla negli Stati Uniti.

 

 

ALTRE UDIENZE

 

Giovanni Paolo II, nel corso della mattinata, ha ricevuto in udienza il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; il sig. Juan Ignacio Siles del Valle, ministro degli Esteri e del Culto della Bolivia, e seguito; mons. Pedro Luís Guido Scarpa, dell’Ordine Francescano dei Frati Minori Cappuccini, vescovo di Ndalatando in Angola, in visita “ad Limina”; mons. Benedito Roberto, della Congregazione dello Spirito Santo, vescovo di Novo Ridondo, in Angola, in visita “ad Limina”. 

 

 

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OGGI SU “L’OSSERVATORE ROMANO”

 

 

Apre la prima pagina l'Iraq. Il titolo del relativo articolo è "Atroce catena di violenza e di morte". Stamane cruento attentato vicino ad una scuola a Baghdad; ieri massacro di 49 reclute al confine con l'Iran; assassinato un diplomatico USA; rapito un bambino libanese di sette anni. 

 

Nelle vaticane, il grazie del Santo Padre ai missionari martiri: la preghiera dell'Angelus in occasione della Giornata Missionaria Mondiale.

L'omelia del cardinale Crescenzio Sepe nella Concelebrazione Eucaristica -presieduta nella Basilica Vaticana - per la  Giornata.

Nel discorso al Capitolo Generale delle Suore Terziarie Cappuccine della Sacra Famiglia, il Papa ha esortato a dare nuovo vigore alla missione evangelizzatrice partendo da una profonda esperienza interiore.

L'udienza del Papa alla Diocesi Anglicana di Rochester.

La biografia del compianto cardinale James Aloysius Hickey; il telegramma di cordoglio del Santo Padre.

La conferenza stampa di presentazione del "Compendio della dottrina sociale della Chiesa".

 

Nelle estere, Medio Oriente: nuovo sanguinoso raid nella Striscia di Gaza.

 

Nella pagina culturale, un articolo di Paola Baioni dal titolo " Un 'principiante' che non smette di stupirci": Mario Luzi e la poesia.

 

Nelle pagine italiane, in primo piano il tema della giustizia.

 

 

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OGGI IN PRIMO PIANO

25 ottobre 2004

 

 

“UN NO FRANCESE AL TRATTATO COSTITUZIONALE EUROPEO GETTEREBBE L’EUROPA

IN CRISI”: COSI’ JACQUES DELORS SI DICE PREOCCUPATO PER IL REFERENDUM

SULLA CARTA UE PREVISTO IN FRANCIA. E’ APERTA, DUNQUE, LA DISCUSSIONE

SU COSA SUCCEDERA’ IN CASO DI MANCATA RATIFICA DA PARTE DI OGNI PAESE

DOPO LA FIRMA DI VENERDI’ 29 OTTOBRE A ROMA

- Intervista con il prof. Fulco Lanchester -

 

“Un no francese alla Costituzione europea getterebbe l’Europa in una crisi”. L'ex presidente della Commissione Europea, Jacques Delors, in un’intervista al quotidiano La Repubblica, si dice preoccupato per il referendum popolare sulla Carta UE previsto per l’anno prossimo in Francia. “Un no con la forza del responso di un referendum popolare - spiega - vorrebbe dire contraddire e rinnegare tutto quanto il mio Paese, quale membro fondatore, ha dato e fatto per la causa europea da mezzo secolo”. E’ previsto che il Trattato entri in vigore dal 2009 e che sostituisca tutti i precedenti Trattati. Nei giorni scorsi, l’Italia ha annunciato che sarà affidato al Parlamento e non alla consultazione popolare il voto di ratifica, assicurando che sarà fatto molto presto. Ma resta aperta la discussione su cosa succederà in caso di mancata ratifica da parte di ogni Paese dopo la firma a Roma, venerdì 29 ottobre, dei capi di Stato e di governo. Di questo, ma innanzitutto del perché sia più corretto chiamarlo Trattato costituzionale e non Costituzione, Fausta Speranza ha parlato con il preside della Facoltà di scienze politiche dell’Università La Sapienza di Roma, già professore di diritto italiano e comparato, Fulco Lanchester:

 

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R. – Una Costituzione è un atto tipico del diritto pubblico interno, mentre un Trattato è un atto tipico del diritto internazionale. L’Unione Europea non è ancora uno Stato, una Federazione, in particolare, e i padroni dei Trattati sono ancora gli Stati nazionali. L’UE va verso uno Stato di tipo para-federale, un’organizzazione – meglio – di tipo para-federale, mentre per molti altri elementi è ancora un’organizzazione sovrannazionale. L’Unione, in sostanza, è molto meno coesa di quanto non lo fosse prima; i pericoli di centrifugazione sono molto più forti di quanto non sembrasse negli anni Novanta.

 

D. – In ogni caso, il Trattato costituzionale comporta delle novità. Queste novità vanno veramente nella direzione di rafforzare la forza politica dell’Unione? Possono fare questo?

 

R. – Ci sono alcuni elementi – e sono quelli prevalenti – che in realtà riconoscono e razionalizzano dei passi, degli obiettivi già raggiunti. L’articolo 6, in cui si dice che l’Unione ha personalità giuridica: c’è già il baccello di uno sviluppo più intenso nel futuro. Per quanto riguarda i problemi relativi all’organizzazione, non è che siano stati risolti in maniera brillante. Il voto all’unanimità o a maggioranza qualificata dimostra ancora l’incapacità di portare avanti con decisione un progetto politico; i rapporti tra Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo sono ancora troppo labili; passi avanti per quanto riguarda la politica estera e la politica della sicurezza non sono stati decisivi. Bisogna anche sottolineare, come ha evidenziato Delors nelle sue memorie, che nei momenti di flesso inferiore, cioè nei momenti di pessimismo, l’Europa è sempre riuscita, poi, a risalire, a fare dei passi in avanti. Bisogna vedere la storia del processo di integrazione europea dagli anni Cinquanta per poter fare un consuntivo, e questo consuntivo è positivo, anche se vi sono ampie zone d’ombra e pericoli che derivano dalla situazione internazionale in cui esiste una superpotenza unipolare. Poi c’è il problema della disomogeneità interna nell’ambito dell’Unione: un’Unione gestita a 25 sarà veramente faticosa da portare avanti!

 

D. – In ogni caso, il passo avanti fatto dal Trattato costituzionale potrà essere fatto soltanto in caso di ratifica da parte di ogni Paese. Ma che cosa succederà se non ci sarà questa ratifica, da parte di ogni Paese?

 

D. – Vi sarà una differenziazione fra Paesi, ordinamenti che sottoporranno a referendum popolare e altri che invece procederanno alla mera ratifica parlamentare; se non vi saranno le ratifiche, soprattutto a livello popolare, attraverso i referendum, ci sarà sicuramente una battuta d’arresto, ma questo non vuol dire che l’Unione si sfalda: non verrà accettato questo particolare ambito, quindi questo Trattato ma tutto quello che è stato approvato in precedenza rimane. Non vi sono grandissime novità all’interno di questo testo. E’ più un elemento di tipo simbolico avere previsto una Costituzione in cui, per esempio, vi è la Carta dei diritti che è già stata approvata in precedenza a Nizza. Tutti questi passaggi, tutte queste conquiste, non vengono messi in pericolo.

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NASCE A BETLEMME UNA NUOVA SCUOLA MATERNA,

SIMBOLO DI SPERANZA PER TUTTA LA TERRA SANTA

- Con noi, padre Ibrahim Faltas -

 

Nell’ambito del St. Francis Millennium Centre di Betlemme, è stata inaugurata ieri una nuova scuola materna, sorta per iniziativa della Custodia francescana di Terra Santa e della Conferenza episcopale italiana. Grande promotore dell’iniziativa è stato padre Ibrahim Faltas, già custode della Basilica della Natività e da domenica prossima parroco della comunità di San Salvatore a Gerusalemme. Dopo la drammatica esperienza dei 39 giorni di assedio alla Natività, nel 2002, quale significato assume la nascita della nuova scuola a Betlemme, anche rispetto alla difficile situazione in Medio Oriente? Risponde proprio padre Faltas, intervistato da Giada Aquilino:

 

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R. – Questa scuola, per 300 bambini, è veramente una nuova speranza per Betlemme e per tutti i giovani di Terra Santa.

 

D. – In quale contesto nasce?

 

R. – In una realtà davvero triste: la gente non lavora più, tanti sono disoccupati perché non possono andare a Gerusalemme a lavorare. Noi abbiamo fatto del nostro meglio, dando lavoro a più di 250 famiglie con la costruzione della scuola. Inoltre il turismo è in crisi da quando è iniziata l’Intifada.

 

D. – Ieri, all’inaugurazione dell’istituto, c’erano 3.500 pellegrini: è un buon auspicio…

 

R. – Negli ultimi 4 anni, mai Betlemme aveva visto un numero così alto di pellegrini. Ciò vuol dire che la città è calma e che i fedeli possono tornare qui in tranquilllità. Questo sarebbe di grande aiuto per il popolo ed i cristiani di Betlemme.

 

D. – Padre Faltas, sta per assumere l’incarico di parroco a Gerusalemme. Qual è il bilancio della sua esperienza alla Natività?

 

R. – I 12 anni che ho passato qui, a Betlemme, sono stati densi di avvenimenti: la visita del Papa nel 2000, quella del presidente americano Clinton, nel 1998. Poi l’assedio e gli scontri tra i palestinesi che erano penetrati nella Basilica e gli israeliani e, ancora, l’Intifada. Grazie a Dio, lascio Betlemme dopo aver realizzato tanti progetti per la gente della zona.

 

D. – Che ricordo ha di quei 39 giorni di due anni fa, in cui si consumò l’assedio alla Natività?

 

R. – La violenza, l’odio tra le due parti, i giorni lunghissimi e duri in cui otto persone furono uccise all’interno della Basilica della Natività e 27 altre rimasero ferite. Ricordo inoltre gli sforzi per risolvere il problema in termini politici e diplomatici. Alla fine tutto si è risolto: il Signore ci ha aiutati.

 

D. – Forte di questa esperienza, quale sarà la sua missione a Gerusalemme?

 

R. – Lavorare sull’uomo: Gerusalemme ha bisogno di rinnovare l’uomo secondo uno spirito di pace.

 

D. – Quale futuro si può sperare per la Terra Santa?

 

R. – C’è speranza, ma qui in Terra Santa bisogna tornare al tavolo dei negoziati e risolvere tutti i problemi con il dialogo, non con la violenza.

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CHIESA E SOCIETA’

25 ottobre 2004

 

 

 

 

“LA MISSIONE E L’EVANGELIZZAZIONE HANNO LA LORO FONTE NELL’EUCARESTIA”.

E’ UN PASSO DELL’OMELIA PRONUNCIATA IERI AD HONG KONG DAL VESCOVO

MONS. JOSEPH ZEN ZE-KIUN, IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE

 

HONG KONG. = Oltre 25 mila persone hanno partecipato alla celebrazione eucaristica tenutasi ieri ad Hong Kong in occasione della Giornata missionaria mondiale, dedicata quest’anno al tema ‘Eucaristia e Missione’. Nell’omelia il vescovo di Hong Kong, mons. Joseph Zen Ze-Kiun, sottolineando l’importanza dell’Anno eucaristico aperto da Giovanni Paolo II lo scorso 17 ottobre, ha anche ricordato come “la missione e l’evangelizzazione abbiano la loro fonte nell’Eucaristia”. Questo mistero istituito da Gesù Cristo per la Chiesa - ha detto il presule - è la risposta alle domande dell’uomo di oggi, interrogativi ai quali neppure la tecnologia moderna può dare risposta. “La Messa può essere celebrata anche in un campo di lavoro forzato”, ha aggiunto il vescovo incoraggiando i fedeli a vivere in modo attivo e frequentemente l’Eucaristia: “con questo sacramento – ha spiegato - è possibile prendere lo slancio per predicare il Vangelo”. Al momento dell’offertorio, tre fedeli disabili hanno offerto al presule il pane e il vino: “Crediamo che l’Eucaristia sia fonte di guarigione”, hanno detto. (A.L.)

 

 

IL CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL’UNIONE EUROPEA HA DISCUSSO STAMANI PIANI

PER L’IMMIGRAZIONE IRREGOLARE NEI PAESI DEL MEDITERRANEO.

SEI ORGANIZZAZIONI CATTOLICHE HANNO PRESENTATO RACCOMANDAZIONI

PER UNA POLITICA MIGRATORIA GIUSTA E COERENTE

 

LUSSEMBURGO. = I Ministri della Giustizia e degli Interni dell’Unione Europea si sono riuniti oggi per esaminare alcuni piani sull’immigrazione irregolare nei Paesi del Mediterraneo. Per l’incontro, che prevede la definizione delle agende per i prossimi cinque anni, sei organizzazioni cristiane hanno elaborato una serie di raccomandazioni per una politica migratoria giusta e coerente. All’iniziativa hanno partecipato,tra gli altri, Caritas Europa, la Commissione delle Chiese presso i Migranti in Europa, La Commissione degli Episcopati della Comunità Europea ed il Servizio dei gesuiti per i rifugiati. Secondo tali raccomandazioni, la lotta contro il traffico di esseri umani dovrebbe rimanere una politica specifica prevedendo la ricerca di prospettive a lungo termine per le vittime. Inoltre, la politica dell’Unione dovrebbe presentare un approccio comune in merito alla politica di integrazione, di ritorno e di riammissione intervenendo in materia di regolarizzazione dei migranti irregolari. Deve anche essere riconosciuto – si legge nel documento - il ricongiungimento familiare come diritto fondamentale. Ai rifugiati si dovrebbe anche garantire uno stato di protezione durante le procedure per l’accesso al mercato del lavoro e la richiesta di asilo. (E. B.)

 

 

RIPRESI STAMANI IN NIGERIA I NEGOZIATI TRA IL GOVERNO SUDANESE E I GRUPPI

GUERRIGLIERI ATTIVI IN DARFUR, LA REGIONE AD OVEST DEL SUDAN,

 TEATRO DAL 2003 DI UNA GUERRA CIVILE CHE HA PROVOCATO

 70 MILA MORTI E 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI

ABUJA. = Rappresentanti del governo sudanese e dei due movimenti guerriglieri attivi in Darfur, la regione occidentale al confine col Ciad, teatro di scontri e violenze dal febbraio 2003, hanno ripreso stamani i colloqui formali organizzati dall'Unione Africana (UA) ad Abuja, in Nigeria. Lo riferiscono fonti giornalistiche, precisando che l'inviato dell'Ua in Sudan, Hamid Algabid, ha incontrato separatamente e a porte chiuse le due delegazioni, sottoponendo alla loro attenzione due protocolli d'intesa: uno sulla questione umanitaria e l'altro sulla sicurezza. Quella di oggi è la seconda sessione formale dei colloqui iniziati lo scorso agosto e, secondo i mediatori, dovrebbe durare almeno tre settimane. Almeno a parole, sia il governo di Khartoum che i due gruppi combattenti si sono detti nei giorni scorsi molto disponibili a riprendere il confronto e a cercare una soluzione negoziata al conflitto del Darfur, che ha causato circa 70 mila morti e 1 milione e mezzo di sfollati. Ieri, Jan Pronk, rappresentante speciale per il Sudan del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, aveva annunciato una sessione speciale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dedicata al conflitto nel Paese, in programma per il prossimo 18 novembre a Nairobi, in Kenia. (R.M.)

 

 

MOSTRA-EVENTO ALLA NATIONAL GALLERY DI LONDRA DAL TITOLO: ”RAFFAELLO,

 DA URBINO A ROMA”. L’ESPOSIZIONE, IN CORSO FINO AL 16 GENNAIO PROSSIMO, RIPERCORRE I PRIMI ANNI DELLA CARRIERA ARTISTICA DEL GRANDE PITTORE URBINATE

- A cura di Alessandro Scafi -

 

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LONDRA. = In poco più di un decennio, dal 1500 al 1513, Raffello Sanzio si trasformò da giovane abile maestro di provincia in uno dei più grandi e acclamati pittori di tutti i tempi. La mostra “Raffaello, da Urbino a Roma” tenta di narrare la storia di questa cruciale evoluzione nella carriera dell’artista urbinate che, giunto nella Roma di Papa Giulio II, poté esprimere tutte le potenzialità del suo talento. Attraverso più di 100 tele e disegni, selezionati dalla ricca collezione della galleria londinese, ma anche provenienti da prestigiosi musei di tutto il mondo, i curatori della mostra hanno voluto esplorare il significato e il contesto delle opere di Raffaello, ma anche il modo in cui l’artista ha maturato la sua tecnica e il suo stile. La mostra si apre con i primi passi artistici mossi da Raffaello sotto la guida del padre, il pittore Giovanni Santi, e sotto l’influenza dei maestri umbri Perugino e Pinturicchio. Si continua poi con le prime opere realizzate per istituzioni religiose e committenti privati. Nel 1504 Raffaello si recò a Firenze per studiare i grandi maestri come Leonardo e Michelangelo, e la mostra intende fare luce anche sulla loro influenza. L’arrivo a Roma poi segnò la svolta definitiva. Se qualcuno ha lamentato i limiti cronologici dell’esposizione, è certamente interessante e ha già riscosso grande attenzione di pubblico e di media il suo formato monografico, centrato sulla trasformazione stilistica di Raffaello dall’esuberanza giovanile al maturo classicismo romano. Preziosa è poi la possibilità del visitatore di poter comprare opere finite con gli splendidi disegni preparatori. Sono esposti, per esempio, nove disegni per “La Disputa del Sacramento”, il primo degli affreschi raffaelleschi nella stanza della Signatura in Vaticano.

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INAUGURATA A GENOVA LA MOSTRA DAL TITOLO “EDITH STEIN, UNA VITA

PER LA VERITA’”. NUMEROSE, LE TESTIMONIANZE SULLE OPERE DELLA SANTA UCCISA AD AUSCHWITZ NEL 1942 E PROCLAMATA COMPATRONA D’EUROPA DA GIOVANNI PAOLO II

- A cura di Dino Frambati -

 

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GENOVA. = Grande figura, quella di Edith Stein, ebrea convertita al cattolicesimo dopo una notte di lettura della vita di Santa Teresa d’Avila, battezzata nel 1922 ed entrata nel ’33 nel monastero delle carmelitane di Colonia, prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce. “Non l’attività umana ci può aiutare”, disse presentandosi alla priora, “ma solamente la Passione di Cristo”. Fu uccisa infine ad Auschwitz, martire della ferocia nazista. Per celebrarla, conoscerla, apprenderne una lezione di fede e vita, è stata inaugurata ora dal provicario, mons. Bonzone, una mostra dedicata a lei, proclamata santa e compatrona d’Europa da Papa Giovanni Paolo II. Sede della rassegna, curata dal carmelitano scalzo, padre Antonio Sangalli, e visitabile fino al 7 novembre, il Museo Diocesano Chiostro dei Canonici, attiguo alla cattedrale di Genova. Quattro le sezioni, con la prima dedicata all’ebrea agnostica o atea fino alla conversione all’attività di laica; impegnata fino alle leggi razziali che la costringono ad interrompere l’insegnamento, la seconda; mentre la terza e la quarta sezione riguardano rispettivamente la monaca e la martire. “Edith Stein, una vita per la verità” è il titolo, “Passione in agosto”, quello invece del libro, pezzo forse più pregiato in mostra, dove sono contenuti documenti emozionanti raramente ammirabili, quali quello dell’ordine di arresto dei cattolici olandesi da parte tedesca oppure il testo del rifiuto della Svizzera di permettere alla suora di emigrare.

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24 ORE NEL MONDO

25 ottobre 2004

 

 

- A cura di Fausta Speranza -

 

 L’Iraq è stato investito anche oggi da un’ennesima ondata di violenze: un’autobomba è esplosa nel quartiere residenziale di Karrada, provocando - secondo le prime informazioni - diverse vittime. Il veicolo è saltato in aria non lontano da una scuola e molti bambini sono stati colpiti dalle schegge causate dalla deflagrazione. E sempre a Baghdad, nei pressi dell’ambasciata australiana, una mina è esplosa vicino ad una pattuglia statunitense provocando la morte di tre civili. Sulla situazione nel Paese arabo, ci riferisce Amedeo Lomonaco:

 

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Episodi di violenza si sono verificati anche nel cosiddetto triangolo sunnita: a Ramadi tre persone sono morte per furiosi scontri scoppiati tra ribelli e soldati americani. E a Baquba una guardia nazionale irachena è stata uccisa da un ordigno esploso mentre l’uomo tentava di disinnescarlo. Le forze dell’ordine sono state al centro degli attacchi della guerriglia anche a Mosul, dove un’autobomba ha colpito la sede del comando della Forza irachena di protezione degli obiettivi sensibili. Nell’attacco sono state ferite due guardie del locale capo di polizia, scampato all’attentato. Un altro ordigno esploso nei pressi del governatorato regionale di Mosul, ha ucciso un capo tribale e due suoi collaboratori.

 

Un portavoce dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha denunciato, inoltre, che sono state rubate circa quattrocento tonnellate di esplosivo convenzionale da un deposito di armi nei pressi di Baghdad. Emergono, intanto, nuovi particolari sulla barbara uccisione, ieri, di una cinquantina di reclute a Diyala nel nord-est del Paese, vicino al confine con l’Iran. Secondo i funzionari della sicurezza irachena, un uomo appartenente alla Guardia nazionale ha fornito diverse informazioni che hanno consentito l’organizzazione della strage.

 

E sul famigerato carcere di Abu Ghraib, reso tristemente noto da agghiaccianti fotografie che documentano abusi commessi da soldati americani contro alcuni detenuti, esiste anche una documentazione scritta: il quotidiano statunitense ‘Washington Post’ ha rivelato infatti di essere entrato in possesso di un registro sul quale ogni giorno i militari assegnati al penitenziario, annotavano quanto accadeva.  Sulla vicenda dei due giornalisti francesi sequestrati in Iraq, il ministro degli Esteri di Parigi ha dichiarato, infine, che “i fili utili per un dialogo con i rapitori sono stati ristabiliti”.

 

 

E in Iraq è sempre più difficile la situazione dei cristiani. Un laico siriano cattolico di Baghdad ha detto all’Agenzia Fides che i cristiani iracheni celebrano la Santa Messa nei sotterranei della Chiesa. “Viviamo sotto costante minaccia di morte – ha spiegato l’uomo – e ci ritroviamo in quelle che si possono definire moderne catacombe”. 

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  E' di 14 palestinesi uccisi e 50 feriti il bilancio, ancora provvisorio, di una grossa operazione militare sferrata prima dell'alba dall'esercito israeliano nel sud della Striscia di Gaza. Tra loro anche due guardie della sicurezza palestinese. Per quanto riguarda l’attacco condotto sempre nella zona, a Khan Yunes (Gaza), da un commando palestinese, secondo un portavoce del braccio armato di Hamas avrebbe fatto due morti, mentre secondo i soldati israeliani si tratta solo di due feriti. Si alza così a 4522 il numero delle persone morte dall'inizio dell'Intifada, di cui 3492 palestinesi e 956 israeliani.

 

 Intanto la polizia israeliana è stata disposta in stato di allerta per fronteggiare le manifestazioni popolari in fase di organizzazione in concomitanza con l'apertura, nel pomeriggio alla Knesset (parlamento), di un cruciale dibattito sul ritiro da Gaza, che prevede fra l'altro lo sgombero di ottomila coloni entro la fine del 2005. Il dibattito inizierà con un intervento del premier, Ariel Sharon, sulla cui politica il Likud si è spaccato. Seguirà un intervento del leader della opposizione laburista Shimon Peres, che sostiene il ritiro da Gaza. Il voto è previsto per domani sera.

 

 Il Giappone questa mattina, alle 6.05, è stato scosso da un altro violento terremoto di magnitudine 5,6 della scala Richter, con epicentro nella stessa prefettura di Nigata, messa in ginocchio sabato pomeriggio da un potentissimo sisma di intensità 6,9, il peggiore verificatosi in Giappone da quello del 1995, che fece 6 mila morti nella città portuale di Kobe. Non ci sono al momento notizie di vittime per l’ultimo terremoto di questa mattina, ma ascoltiamo quanto riferisce da Tokyo Chiara Zucconi sulle informazioni al momento:

 

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Gravissimo il bilancio umano del sisma di sabato: 24 morti, molti dei quali bambini - uno di appena un mese - oltre 2 mila i feriti, numerosissimi i dispersi, dei quali proseguono ancora freneticamente le ricerche con elicotteri militari. Gravissimi i danni alle infrastrutture: autostrade e linee ferroviarie distrutte, ponti spaccati a metà, interi villaggi ancora isolati, e potrebbe purtroppo non essere finita qui. Si temono, infatti, nuovi terremoti nei prossimi giorni. Le 280 scosse di assestamento, seguite al sisma di sabato, e il terreno reso estremamente friabile dalle piogge torrenziali del tifone Tokage, abbattutosi la scorsa settimana sul Giappone con una violenza che non si verificava dal ’91 a oggi, potrebbero inoltre provocare altre frane e per questo la protezione civile ha chiesto l’evacuazione completa dell’area. 60 mila i Giapponesi che hanno trascorso la notte nei centri di accoglienza e la maggior parte senza elettricità, mentre in alcune zone mancano ancora gas e servizi telefonici. Un bilancio impressionante per il super tecnologico e modernissimo Giappone, che ce la sta mettendo tutta, ma sembra non basti per riattivare almeno i servizi basilari. Il governo aveva stanziato oltre 760 miliardi di dollari quest’anno per i disastri naturali, ma saranno forse necessari altri fondi – ha detto in una conferenza stampa poco fa il premier Koizumi – per rimettere in piedi il Paese, particolarmente preso di mira quest’anno dai terremoti e dalla furia di ben 10 tifoni.

 

Per Radio Vaticana da Tokyo, Chiaretta Zucconi.

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 Il presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali è stato rieletto con il 94,48 dei suffragi ottenendo un quarto mandato della durata di cinque anni. E' questo l'esito delle elezioni presidenziali di ieri in Tunisia, secondo i risultati ufficiali diffusi oggi a Tunisi. Ce ne parla Luciano Ardesi:

 

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         Le operazioni di voto si sono svolte senza incidenti particolari e con un insolito orario: dall’alba alle 4 e mezzo del pomeriggio. Siamo nel mese del Ramadan e la chiusura anticipata dei seggi ha permesso alla gente la tradizionale rottura del digiuno nelle proprie case, subito dopo il tramonto. Secondo i dati al ministero dell’Interno, il tasso di partecipazione è superiore al 90 per cento. Scontata la riconferma per la quarta volta del presidente uscente Ben Ali, con una percentuale insolitamente contenuta, poiché nelle tre precedenti elezioni aveva sempre ottenuto più del ’99 per cento dei voti. Ciò non è bastato a spegnere le polemiche sulla regolarità della campagna elettorale. Il presidente aveva di fronte a sé un solo vero concorrente, Alì Alawani, ma il suo manifesto elettorale non era stato autorizzato a circolare. Il partito del presidente, il raggruppamento costituzionale democratico, è certo dell’attribuzione dell’80 per cento dei seggi, come vuole la legge elettorale.

 

Luciano Ardesi, per Radio Vaticana.

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 La guardia civile spagnola ha arrestato questa mattina a Bilbao Harri Totorika, considerato uno dei membri della direzione logistica dell'Eta. Totorika, secondo quanto informano le agenzie, è stato arrestato a Bilbao e il suo fermo sarebbe legato alla documentazione sequestrata dalla polizia dopo l'arresto dell'ex capo dei commandi dell'Eta, Ibon Fernandez De Iradi, alias “Super”, avvenuto il 4 dicembre dello scorso anno nella località francese Ont de Marsan.

 

 Due soldati turchi sono rimasti uccisi ieri, ed altri quattro feriti, in  seguito all'esplosione  di una mina avvenuta nella cittadina di Dicle nei pressi di Diyarbakir. Lo riferisce l'agenzia di stampa turca Anadolu aggiungendo che i sospetti degli inquirenti si appuntano su ''terroristi'', una dizione con cui si indicano i militanti dell'ex Pkk di Abdullah Ocalan, che ora si chiama Congra-Gel.

 

 Il Consiglio dei ministri europei dell'Ambiente ha raggiunto un accordo su uno dei fronti cruciali della lotta al cambiamento climatico: l'estensione delle restrizioni anche ai gas fluorurati. Lo strumento individuato è quello del regolamento, che istituirà un quadro normativo per la riduzione di idrofluorocarburi (HFC), perfluorocarburi (PFC) ed esafluoruro di zolfo, potenti gas a effetto serra, con un elevato potere di riscaldamento. Si tratta di sostanze di largo impiego: nel 1995 vi sono state emissioni di gas fluorurati per circa 65 milioni di tonnellate nella sola Comunità Europea. Secondo la proposta entro il 2010 le emissioni previste di gas fluorurati dovrebbero subire una riduzione di circa 23 milioni di tonnellate equivalenti di biossido di carbonio e consentire di realizzare abbattimenti ancora più elevati nel periodo successivo. Due le fasi previste, la prima istituirà il quadro normativo, la seconda svilupperà i controlli e la verifica dell'efficacia in modo da poter adottare ulteriori restrizioni.

 

 Il partito Laburista del milionario Viktor Uspaskich vince la corsa alle elezioni parlamentari in Lituania ma potrebbe restare all’opposizione. E’ quanto emerge dai primi incontri dei leader dei partiti in cerca di partner per la coalizione, all’indomani dei risultati elettorali. Il partito laburista avrà diritto a 39 dei 141 seggi in Parlamento; l’altra forza di centro sinistra del primo ministro uscente Algirdas Brazauskas ottenendone solo 31, tende la mano verso i due partiti di opposizione di destra che, con 25 e 18 seggi, permetterebbero una solida coalizione di governo. Intanto, il capo dello Stato, Valdas Adamkus, ha escluso la nomina di Uspaskich come primo ministro.

 

 In Italia si sono aperti alle ore 7 i seggi elettorali per la seconda giornata di voto in occasione delle elezioni suppletive della Camera dei Deputati per sette collegi  in sei regioni, Lombardia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana,  Campania e Puglia. Le operazioni di voto termineranno oggi alle ore 15. Dopo la loro chiusura definitiva, comincerà lo spoglio delle schede. 

 

 Ed è legata alla politica italiana la dichiarazione questa mattina a Bruxelles del presidente uscente della Commissione europea. Nella conferenza stampa a conclusione dei suoi 5 anni di mandato, Romano Prodi ha affermato: “Molto probabilmente tornerò a fare politica nel mio Paese: dico molto probabilmente perchè in politica non si sa mai”.

 

 Il segretario di stato americano Colin Powell è stato ricevuto oggi a Pechino dal presidente cinese Hu Jintao e dal primo ministro Wen Jiabao. Poco prima di arrivare in Cina Powell ha definito la Corea del Nord, che sarà al centro dei suoi colloqui cinesi, “uno Stato terrorista”. Si ritiene che il segretario di Stato chiederà ai dirigenti cinesi di rafforzare le loro pressioni sulla Corea del Nord perchè torni al tavolo della trattative. Gli USA chiedono a Pyongyang di mettere fine in modo “completo e verificabile” al suo programma nucleare.

 

    La Corea del Nord vuole che prima riprendano gli aiuti finanziari internazionali, sospesi da quando, alla fine del 2002, è esplosa la crisi. Tre round di negoziati a Pechino tra la due Coree, gli USA, la Cina, la Russia ed il Giappone non hanno prodotto risultati di rilievo. Parlando con i giornalisti a Tokyo prima di partire per la Cina, Powell ha detto che i rapimenti di decine di cittadini giapponesi da parte della Corea del Nord, che li ha poi usati come insegnanti di lingua per i suoi agenti segreti, è un'azione da “Stato terrorista”.

 

 

 

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